Scuola di politica – lezione xi

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SCUOLA DI POLITICA LEZIONE XI Corporazioni e Cooperative

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SCUOLA DI POLITICA – LEZIONE XICorporazioni e Cooperative

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COOPERATIVE E CORPORAZIONI –

PARALLELISMO ED EVOLUZIONE?

Se tralasciamo temporaneamente i preconcetti che evocano queste due parole possiamo notare che:

Sia Cooperative che Corporazioni rappresentano aggregazioni trasversali del mondo del lavoro. La cooperativa infatti è l’aggregazione di più persone di varia estradizione e cultura finalizzata alla realizzazione di un prodotto. La corporazione è l’unione di tutti i settori sociali e di tutte le figure professionali impegnate in un determinato settore (es. Tessile, Ceramico, ecc.).

Le Corporazioni possono quindi essere viste come l’evoluzione naturale della cooperativa su scala nazionale che limita le spinte di prevaricazione di una cooperativa sull’altra.

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DIFFERENZE SOSTANZIALI

Non ci dobbiamo nascondere l’esistenza delle differenze:

La cooperativa agisce in un sistema aziendale (costi-ricavi) agendo: Sulla concorrenzialità dei prezzi;

Sul soddisfacimento dei requisiti minimi del prodotto;

Sulla ripartizione di utili e perdite.

La Corporazione difende i diritti degli associati con lo scopo di garantire il minimo reddito a tutti agendo: Sul prezzo in relazione al mercato;

Sull’innovazione tecnologica in relazione alla concorrenza di altre produzioni equipollenti;

Sulla formazione per garantire gli standardsqualitativi.

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UTILITÀ DELLE COOPERATIVE - PREMESSE

In un sistema di tipo industrializzato, sia il settore primario che secondario hanno bisogno di investimenti economici rilevanti.

La forza lavoro deve rispondere immediatamente alla elasticità del mercato.

Abbiamo visto che la riduzione dei grandi possedimenti agricoli, per esempio, ha indotto a una riduzione delle produzioni estensive di prodotti primari.

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UTILITÀ DELLE COOPERATIVE

Cooperative e consorzi uniscono le forze dei “piccoli” per la realizzazione di una “idea”.

Laddove il singolo non può arrivare, l’unione di più persone può raggiungere uno scopo.

La cooperativa può fungere da elemento aggregante in piccoli centri.

La cooperativa, se ben gestita, dovrebbe attenuare le tensioni sociali.

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DANNOSITÀ DELLE COOPERATIVE -

LAVORATORI

Uno dei principali danni della cooperativa è l’assenza di tutele economiche dei lavoratori.

Il lavoratore riceve in funzione del lavoro svolto e non in funzione di un minimo garantito.

Mentre in una normale azienda il titolare può chiedere finanziamenti per pagare gli stipendi in base alla lavorazione programmata nel medio-lungo periodo, il socio della cooperativa (legalmente paragonato a un padroncino) può chiedere solo in funzione della propria capacità finanziaria.

Si può dire in breve che:” se il mercato tira il socio della cooperativa va benissimo, se il mercato è in recessione il socio della cooperativa è il primo ad accorgrsene”

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DANNOSITÀ DELLE COOPERATIVE - MERCATO

La Cooperativa tende ad un mercato marginalistico in cui la conquista di quote di mercato può indurre ad una politica dei prezzi al ribasso forte del fatto che non necessita di accantonamenti.

Un crollo dei mercati infatti viene assorbito dalla mancata retribuzione dei “soci”.

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PERICOLI DELLE CORPORAZIONI -

PROTEZIONISMO

Gli errori che in passato hanno interessato le corporazioni sono soprattutto riguardanti le barriere all’ingresso. La presenza in una corporazione dava dei diritti che corrispondevano a delle garanzie di perizia e capacità che si fornivano ai clienti. In alcuni casi i priori di determinate corporazioni impedivano ai concorrenti di raggiungere una posizione di predominio nella corporazione stessa.

La presenza di prodotti più importanti di altri o a più alto valore aggiunto, provocarono spesso uno status sociale molto diverso, anche a parità di capacità professionale, tra componenti di diverse corporazioni.

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LE CORPORAZIONI FASCISTE IL PRINCIPIO CORPORATIVO

COME PRINCIPIO DI RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI COLLETTIVI

Si concepisce il diritto corporativo come I'ordinamento giuridico della produzione, i cui elementi costitutivi -I'uno relativo allo scopo, I'altro relativo ai mezzi idonei ad attuare lo scopo -sono :

a) I'assunzione di finalità sociali tendenti a tutelare giuridicamente gli interessi collettivi che si formano nel campo dei rapporti economici e del lavoro;

b) la immissione, nell'ordinamento giuridico, di una nuova forma di organizzazione sociale capace di attuare, direttamente o indirettamente, queste nuove finalità statuali.

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LE CORPORAZIONI FASCISTE IL PRINCIPIO CORPORATIVO

COME PRINCIPIO DI RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI COLLETTIVI

La soddisfazione di questi fini dello stato, è resa giuridicamente possibile attraverso I’organizzazione corporativa, che si concreta in una serie di organi e di soggetti che hanno per caratteristica fondamentale una struttura corporativa, vale a dire sono costituiti da elementi che rappresentano, facendone parte come esponenti di esse, quelle stesse categorie di produttori che sono considerate destinatarie dell'azione collettiva, corporativa.

Destinatari del diritto corporativo sono

i produttori: datori di lavoro, lavoratori, professionisti e artisti; di queste categorie lo Stato regola : i rapporti interni alla impresa economica (cioè i rapporti di

lavoro tra imprenditori e lavoratori);

i rapporti esterni alla impresa (cioè i rapporti tra imprenditori e imprenditori, tra imprenditori e consumatori, ecc.)

Ciò non significa che lo Stato e i suoi enti ausiliari si trasformino in produttori, ma, piuttosto, che i produttori e le loro associazioni sono indirizzati dallo Stato al conseguimento di quei fini voluti dallo Stato stesso, attraverso i suoi ,organi corporativi

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LE CORPORAZIONI FASCISTE IL PRINCIPIO CORPORATIVO

COME PRINCIPIO DI RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI COLLETTIVI

Il principio corporativo subordina gli interessi dell'individuo produttore agli interessi collettivi di categoria, rappresentati dal sindacato, e la subordinazione degli interessi collettivi di categoria agli interessi della Nazione, rappresentati dallo Stato. Questo concetto si esprime affermando come gli interessi dello Stato trascendano quelli delle varie categorie di produttori sebbene gli interessi di queste ultime possano essere considerati come interessi superiori ed autonomi in confronto con I'interesse particolare dei singoli.

Questa graduazione di interessi –dall’interesse, individuale, a quello nazionale, attraverso quello del gruppo professionale, legalmente riconosciuto - porta su un nuovo piano i rapporti tra individui e individui, tra categorie e categorie, tra individui ,e Stato, tra categorie e Stato.

Interesse del singolo

Interesse di categoria

Interesse della Nazione

STATO

SINDACATO

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RAPPORTI FRA INDIVIDUI E INDIVIDUI

il principio corporativo giustifica l’intervento che lo Stato, per mezzo della organizzazione corporativa, ha la possibilità di operare nei rapporti giuridici privati, riguardo le attività connesse alla produzione; intervento, che si presenta come una regolazione generale dei rapporti, in modo che la volontà dei singoli rappresenta solo la via necessaria a costituire o sciogliere il vincolo contrattuale, essendo il contenuto del rapporto sottratto in gran parte alla autonomia dei contraenti, e determinato da una volontà esterna e superiore.

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RAPPORTI FRA CATEGORIE E CATEGORIE

Scopo dell'ordinamento corporativo,

inteso come ordinamento giuridico

della produzione, è quello di

regolare I'economia attraverso la

costituzione di rapporti collettivi;

vale a dire, di costituire rapporti

gìuridici fra le associazioni sindacali,

rappresentanti le categorie, dai quali

scaturiscano vincoli, e per le

associazioni e per i singoli; che

diano al contenuto di questi rapporti

una particolare efficacia.

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RAPPORTI FRA INDIVIDUI E STATO

Fra individui e Stato: il principio corporativo si

inserisce come mediatore e costituisce il mezzo per

la partecipazione dell'individuo, attraverso la

rappresentanza di categoria, alla vita stessa della

comunità politica, cioè dello Stato.

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RAPPORTI FRA CATEGORIE E STATO

la rappresentanza degli interessi collettivi di categoria, non significa separazione degli interessi di categoria di fronte agli interessi dello Stato: ma, poiché sopra gli interessi collettivi si afferma un interesse d'ordine superiore, I'interesse alla tutela della produzione nazionale, I'ordinamento corporativo fa obbligo ai rappresentanti degli interessi collettivi, di subordinare gli interessi delle categorie agli interessi superiori, e quindi pubblici, della produzione, fatti propri dallo Stato.

Sul piano di questi rapporti complessi, tra individui e associazioni, tra associazioni e Stato, opera dunque il principio corporativo.

Esso si afferma come il principio dell'organizzazione delle categorie, attraverso la rappresentanza degli interessi collettivi, in organi corporativi o in soggetti autarchici, e dell'azione di questi organi ed enti, in ordine alla protezione degli interessi rappresentati e al raggiungimento di quei fini pubblici di tutela della produzione che si identificano nel benessere dei singoli e nello sviluppo della potenza nazionale.