Scuola di politica lezione vii

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Anarchia - Anarchismo Repubblicano [...] sì. Ma non significa nulla. Res publica, la cosa pubblica. Chiunque si interessi alla cosa pubblica può definirsi repubblicano. Anche i re sono repubblicani." "Bene! Quindi sei un democratico?" "No." "Cosa? Forse un monarchico?" "No." "Costituzionalista?" "Dio non voglia!" "Vorresti una forma « "Sei un repubblicano?" "di governo mista?" "Meno che mai..." "E allora cosa sei?" "Un anarchico..." "Ah, [...] capisco. Sei ironico." "Assolutamente no. Ti sto dando la mia seria e ponderata professione di fede. Sebbene un fervente sostenitore dell'ordine, io sono - nel più forte significato del termine - un anarchico." »

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Anarchia - Anarchismo

Repubblicano [...] sì. Ma non

significa nulla. Res publica, la

cosa pubblica. Chiunque si

interessi alla cosa pubblica

può definirsi repubblicano.

Anche i re sono repubblicani."

"Bene! Quindi sei un

democratico?"

"No."

"Cosa? Forse un

monarchico?"

"No."

"Costituzionalista?"

"Dio non voglia!"

"Vorresti una forma « "Sei un

repubblicano?"

"di governo mista?"

"Meno che mai..."

"E allora cosa sei?"

"Un anarchico..."

"Ah, [...] capisco. Sei ironico."

"Assolutamente no. Ti sto

dando la mia seria e ponderata

professione di fede. Sebbene

un fervente sostenitore

dell'ordine, io sono - nel più

forte significato del termine -

un anarchico." »

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La parola anarchia deriva dal greco αναρχία (anarchia),che si può tradurre con "senza governante" (α-(a-) significa"senza" [alfa privativa], la radice αρχή- (archè) può esseretradotta con "governo", anche se il significato specificosarebbe "comando", "ordine").

In origine la parola veniva usata prevalentemente in sensodispregiativo, per indicare il disordine, il caos, l'assenza diarmonia, in accordo col suo etimo. In tal senso la utilizzavain parte anche William Godwin, oggi ritenuto il primopensatore anarchico, giungendo però ad una talecontrapposizione con l'ordine governativo costituito in gradodi rivalutarne il significato. Gli anarchici attribuiscono aquesto termine il significato di un nuovo ordineantigerarchico che si contrappone al caos selvaggiodell'autorità, un tipo di società basato sull'orizzontalità checrea armonia. Il primo a utilizzare la parola anarchia in talsenso fu Pierre-Joseph Proudhon.

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Il Governo

« "Capitale" in campo politico è sinonimo di "governo". La concezione economica di capitalismo, quella politica di governo e quella teologica di Chiesa sono tre concetti identici, collegati in modi differenti. Attaccare uno solo di loro equivale ad attaccarli tutti. Quello che il capitale fa al lavoro, e lo Stato alla libertà, la Chiesa lo fa allo spirito. Questa trinità di assolutismo è rovinosa nella pratica tanto quanto nella filosofia. I mezzi più efficienti per opprimere il popolo sarebbero simultaneamente sopprimere e schiavizzare il suo corpo, la sua volontà e la sua ragione. »

« L'anarchia è una forma di governo o di costituzione nella quale la coscienza pubblica e privata, formata dallo sviluppo della scienza e del diritto, basta da sola a mantenere l'ordine ed a garantire tutte le libertà. »

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La prima apparizione della parola anarchia è pronunciata da parte di Antigone, nella parte finale de “I sette contro Tebe”, Ἑπτὰ ἐπὶ Θήβας di Eschilo, vicenda poi ripresa da Sofocle, e rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 467 a.Cdove testualmente recita: "Non ho vergogna di mostrare alla città questo atto di disobbedienza" (οὐδ᾽ αἰσχύνομαιἔχουσ᾽ ἄπιστον τήνδ᾽ ἀναρχίαν πόλει, versi 1035-1036; in questo caso, Antigone esprime disobbedienza e ribellione nei confronti dei governanti che le impediscono di seppellire il fratello, minacciandoli che se nessuno se ne assumerà l'incarico sarà lei stessa a compiere il rito funebre, anche a costo di dover seppellire gli stessi governanti e affrontando i pericoli che ne deriveranno)

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Polibio la include in un disegno "ricorsivo" (anaciclosi) della storia dei popoli come derivazione dello stadio peggiore dell'evolvere umano causato dalla degenerazione della democrazia in oclocrazia(governo della massa). Dalla condizione di anarchia, descritta come "disordine e trionfo degli istinti brutali" la stessa natura umana avrebbe permesso che la storia continuasse il suo percorso ciclico con la nascita di una monarchia

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La Comune, che adottò a proprio simbolo la bandiera rossa, eliminò l'esercito permanente e armò i cittadini, separò lo Stato dalla Chiesa, stabilì l'istruzione laica e gratuita, rese elettivi i magistrati, retribuì i funzionari pubblici e i membri del Consiglio della Comune con salari prossimi a quelli operai, favorì le associazioni dei lavoratori.

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« La libertà dei contadini e degli operai appartiene a loro stessi e non può subire restrizione alcuna. Tocca ai contadini e agli operai stessi agire, organizzarsi, intendersi fra di loro, in tutti i campi della loro vita, come essi stessi ritengono e desiderano (...). I machnovisti possono solo aiutarli dando loro questo o quel parere o consiglio (...). Ma non possono, e non vogliono, in nessun caso, governarli »

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"Tutti i partiti senza eccezione, nella misura in

cui si propongono la conquista del potere,

sono varietà dell'assolutismo“.

"Il governo sull'uomo da parte dell'uomo è la

schiavitù“.

"Chiunque mi metta le mani addosso per

governarmi è un usurpatore ed un tiranno: io

lo proclamo mio nemico"

Pierre-Joseph Proudhon

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Gli anarchici propongono l'abolizione di tutti i

rapporti sociali autoritari e la creazione di

una società libera, l'anarchia, fondata

sull'assenza di gerarchie, sull'associazione

alle organizzazioni popolari,

sull'autorganizzazione dal basso del popolo (e

quindi l'autogoverno decentralizzato) e

sull'autogestione delle risorse e

dell'economia (socialismo e

anarcosindacalismo).

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I problemi sociali come il crimine e l'ignoranza e l'apatia delle masse sono un prodotto della società autoritaria: secondo gli anarchici, mantenere gli individui perennemente sotto un'autorità superiore fa sì che questi non siano più capaci di comportarsi autonomamente, senza un capo che gli comandi cosa fare; inoltre qualsiasi capo cercherà sempre di mantenere il proprio potere, e quindi cercherà di rendere i sottoposti non autonomi, e di creare bisogni negli stessi sottoposti (come la necessità di protezione dal crimine); secondo la prospettiva libertaria quindi lo Stato non ha alcun reale interesse a risolvere i problemi sociali, perché altrimenti verrebbe meno il bisogno del potere

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Secondo Bakunin, il movimento Anarchico è

caratterizzato da due tipi di esponenti:

Distruttori: sono coloro che, mediante la

ribellione, distruggono l'autorità costituita e

l'ordine vigente di sfruttamento dell'uomo

sull'uomo.

Creatori: sono coloro che, sulle macerie del

vecchio mondo si dimostrano in grado di

apportare benefici al nuovo, diffondendo

l'idea anarchica e favorendo la sua

instaurazione

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Sempre secondo Bakunin, l'instaurazione dell'anarchia avviene attraverso due fasi:

Verwirrung (confusione): fase distruttrice, caotica con cui minare le fondamenta del potere e dell'autorità costituita. Molti identificano l'anarchia con questa sola fase, ma questa non è ancora anarchia, questo è caos. Questa fase potrebbe manifestarsi per altre cause e per mano di altri gruppi politici, senza l'intervento di associazioni anarchiche, anche se, in questo caso, sarebbe molto più difficile passare alla seconda fase

Ordnung (ordine): fase in cui le persone si rendono conto della loro capacità di autogovernarsi e vivere in armonia, mediante aiuti reciproci, al di fuori di dinamiche autoritarie e gerarchiche.

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Per Proudhon il lavoratore di un capitalista è "subordinato, sfruttato: la sua condizione permanente è di obbedienza". Nell'affermare che "la proprietà è libertà", si riferiva invece non solo al prodotto del lavoro individuale, ma anche a quello di contadini e artigiani che ricavano beni dalla vendita dei propri servizi e del proprio surplus. Per Proudhonl'unica e legittima fonte di proprietà è il lavoro. Quello che chiunque può produrre è di sua proprietà: invocava l'indipendenza dei lavoratori e condannava la proprietà capitalistica dei mezzi di produzione

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Secondo il pensiero anarchico le necessità di pace, giustizia e benessere non possono quindi giustificare strutture di potere pubbliche quali Stato, Chiesa e esercito. Più nel privato, vanno ripensati anche famiglia, scuola, e lavoro come sono comunemente intesi.

L'idea di ciò che è buono e desiderabile è infatti soggettiva, multiforme, mutevole, e non si può rappresentare come sovrumana, né si deve adorare in quanto entità astratta, e tanto meno in forma coercitiva.

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L'organizzazione si ottiene con un decentramento federalista privo di gerarchie, nell'autogestione della comunità in tutte le sue articolazioni. Le decisioni vengono prese con modalità assembleari, con criteri maggioritari e meno spesso all'unanimità. C'è una democrazia diretta integrata in articolazioni federali e confederali, intese in senso forte, proprie ad uno spazio politico estremamente decentrato , in cui i delegati delle strutture sociali di base hanno mandati revocabili e definiti rispetto alle specifiche decisioni, e in cui il potere delegato alle istanze di coordinamento è sempre minore di quello che non viene delegato. Una democrazia in cui, per quanto concerne gli interessi di un comune o di diecimila abitanti, prevalgono le decisioni di quel comune e non quelle della provincia e ancor meno della regione. Una democrazia diretta in cui le istanze "periferiche" (i quartieri d'una città, i comuni, le regioni) non sono articolazioni decentrate, ma in cui l'istanza "centrale" è articolazione federale del potere di base. Durante le assemblee esiste il meccanismo della delega, ma deve avere due caratteristiche fondamentali: il delegato deve fare ciò che viene deciso dall'assemblea, non decidere in prima persona cosa fare e per garantire ciò, il suo operato deve essere trasparente; in caso di malafede o incapacità la delega deve essere revocabile in qualsiasi momento (la carica del delegato è comunque temporanea e si eleggono delegati a rotazione). Con questo tipo di organizzazione pubblica non statuale, si ottiene, secondo gli anarchici, una democrazia libertaria in cui nessun individuo o gruppo può esercitare potere su altri individui. Il potere non arriva dall'alto dando ordini unilaterali e restando isolato dalla base, ma deriva dal basso, dato che l'operato dei delegati è trasparente e la loro carica è revocabile in qualsiasi momento se agiscono contro la volontà della base.

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Gli anarchici sono contrari alle elezioni. In una

società anarchica le elezioni non possono

esistere, perché non può esservi il concetto

di rappresentatività. Gli anarchici non

ammettono una delega che non sia

revocabile in qualsiasi momento o che dia un

mandato decisionale a chiunque. Anche i

referendum si scontrano con l'anarchismo: gli

anarchici non ammettono un governo della

maggioranza, perché le decisioni devono

essere condivise da tutti

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Gli anarchici non riconoscono gli stati, perciò non

possono riconoscere alcuna frontiera. Inoltre

considerano tutti gli uomini (indipendentemente

dal loro sesso, razza, lingua e cultura) non

soltanto pari, ma anche fraterni. Sono per una

solidarietà che non può essere delimitata da una

linea geografica. Anche gli individualisti, che

pensano talvolta che i rapporti umani debbano

essere guidati dall'egoismo, pensano che

l'individuo debba potersi muovere e rapportare

liberamente e, sebbene sia separato da tutti gli

altri da una linea naturale, non può fermarsi di

fronte a una frontiera istituzionale.

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Gli anarchici sono contrari a qualsiasi forma di

autorità priva di legittimità e

riconoscimento, tanto più se violenta e

gerarchica: pertanto non possono che odiare

gli eserciti, considerati il braccio armato

degli Stati.

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L'assemblea racchiude in sé tutto il potere decisionale e non dipende da alcuna entità esterna. Rifiuta dipendenze anche di tipo politico o economico da sovrastrutture come il comune, la regione o lo stato; ma nemmeno una federazione anarchica ha alcun potere sulle assemblee che ne fanno parte.

Ogni individuo che compone l'assemblea libertaria non può però considerarsi incatenato ad essa. Qualora, per qualsiasi ragione, un percorso comune non sia possibile o desiderabile, l'individuo ha il diritto di uscire dal gruppo e l'assemblea ha il diritto di espellerlo. Qualora un individuo esterno voglia unirsi al gruppo, deve poterlo fare, previo consenso di tutti i membri.

L'assemblea si dà le sue regole interne; si tratta naturalmente di regole condivise, non scritte, mutabili nel tempo a seconda delle volontà degli individui coinvolti.