SCUOLA DELL’INFANZIA PIANO DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE · Attività educative per l’a.s....

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CASA DEI BAMBINI - SCUOLA MONTESSORI Soc. Cooperativa Sociale Onlus SCUOLA DELLINFANZIA E PRIMARIA PARIFICATA PARITARIA Via Arosio 3 20148 Milano Tel. Fax 024045694 [email protected] SCUOLA DELL’INFANZIA PIANO DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE Anno scolastico 2016-2017

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CASA DEI BAMBINI - SCUOLA MONTESSORI

Soc. Cooperativa Sociale Onlus

SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA PARIFICATA PARITARIA

Via Arosio 3 20148 Milano Tel. Fax – 024045694

[email protected]

SCUOLA DELL’INFANZIA

PIANO DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE

Anno scolastico 2016-2017

Indice

- Premessa: attività educative per l’a.s. 2016-17

- Finalità, obiettivi, strumenti e attività delle unità di apprendimento

- Attività di vita pratica

- Attività orto-giardino

- Progetto biblioteca

- Laboratorio di lingua inglese

- Laboratorio creativo (3 anni)

- Laboratorio musicale (3 anni)

- Progetto di continuità tra la Casa dei Bambini e la Scuola Primaria

- Laboratorio creativo Bruno Munari (4 e 5 anni)

- Laboratorio musicale (5 anni)

- Uscite didattiche

Attività educative per l’a.s. 2016-2017

Come esplicitato nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, la nostra scuola dell’infanzia è

caratterizzata dalla sinergia di attività basate sul metodo Montessori e di proposte laboratoriali alle

quali i bambini accedono per libera scelta.

Il piano che si intende presentare in tale sede è strutturato in quattro parti:

1) la prima riporta fedelmente finalità, obiettivi, strumenti e attività dell’unità di apprendimento

desunti dal Progetto Educativo d’Istituto stilato dal Forum Montessoriano tenutosi a Roma nel

1999;

2) la seconda illustra le attività laboratoriali che sono coordinate dalle insegnanti componenti

l’organico della scuola e che, solitamente, sono organizzate all’esterno della scuola;

3) la terza descrive le proposte didattiche dei cosiddetti “specialisti esterni” (attività psicomotoria,

laboratorio Bruno Munari® per bambini di quattro e cinque anni, laboratorio di musica per i

bambini di cinque anni);

4) la quarta illustra le uscite didattiche che si svolgono durante l’anno scolastico.

Finalità, obiettivi, strumenti e attività delle unità di apprendimento

1. VITA PRATICA E SOCIALITA’

a) Finalità

- Promuovere l’autonomia del movimento all’interno di uno spazio e la scelta di un lavoro.

- Acquisire capacità di attenzione e concentrazione.

- Acquisire ordine mentale.

b) Obiettivi

- Esplorare l’ambiente scolastico.

- Comprendere e rispettare i bisogni degli altri.

- Insegnare al bambino il rispetto della propria persona, degli altri e delle cose che lo

circondano.

- Assumere autonomamente ruoli e compiti.

- Stimolare il bambino affinché diventi più autonomo e indipendente.

- Portare il bambino all’analisi dei suoi movimenti.

c) Strumenti e attività

- La vita pratica e la cura dell’ambiente.

- La vita pratica e la cura della persona.

- La vita pratica nella relazione sociale.

- Motricità fine e controllo della mano: telai delle allacciature e travasi.

- Esercizi di movimento determinanti il bisogno di coordinazione e il controllo

psicomotorio.

- L’esercizio del silenzio.

2. EDUCAZIONE SENSORIALE

a) Finalità

- Affinare il senso visivo, tattile, uditivo, barico, termico, olfattivo e stereognostico.

b) Obiettivi

- Acquisire le capacità di distinguere, discriminare, confrontare, misurare, classificare e

seriare attraverso l’utilizzo della percezione sensoriale.

c) Strumenti e attività

- Senso visivo: dimensioni, forme e colori.

- Senso uditivo: suoni e rumori.

- Senso tattile: barico, termico, stereognostico.

- Senso gustativo e olfattivo.

- Il training sensoriale: ulteriori sviluppi e raffinamenti.

- La memorie muscolare.

- Suono e movimento.

3. IL LINGUAGGIO

a) Finalità

- Promuovere l’abitudine all’ascolto e alla comprensione.

- Favorire l’impegno a manifestare le proprie idee.

- Dare la possibilità di esprimere le medesime esperienze in modi diversi.

- Favorire l’approccio spontaneo alla scrittura.

b) Obiettivi

- Favorire la padronanza fonemica e grafemica.

- Favorire la capacità di denominare e classificare.

- Acquisire la capacità di prestare attenzione e comprendere i discorsi altrui; raccontare le

proprie esperienze ad altri; riassumere una breve vicenda presentata sotto forma di lettura

o di racconto; ascoltare fiabe, filastrocche, poesie, racconti; comprendere ciò che viene

letto o raccontato.

c) Strumenti e attività

- Preparazione diretta e indiretta alla scrittura.

- Materiale sensoriale e di vita pratica.

- Incastri di ferro.

- Preparazione diretta e indiretta alla scrittura.

- Analisi dei suoni: lettere smerigliate.

- Esplosione della scrittura: alfabetario mobile.

- Perfezionamento: ortografia e composizione.

- Esplosione della lettura: nomenclature classificate.

- Il libro: la lettura, la conversazione e l’ascolto.

4. LA MENTE LOGICO-MATEMATICA

a) Finalità

- Sviluppare la capacità di utilizzare i dati sensoriali per conoscere il mondo circostante.

- Acquisire abilità matematiche.

b) Obiettivi

- Acquisire la capacità di ordinare più oggetti per grandezza, lunghezza e altezza.

- Favorire la scoperta del numero come unità e insieme.

- Far acquisire la padronanza simbolica delle quantità.

- Acquisire la capacità di contare, aggiungere, separare, dividere, distribuire, togliere,

sottrarre, ripetere, ecc.

- Favorire il lavoro della mente: successioni, gerarchie, seriazioni, relazioni tra gli oggetti,

uguaglianze, differenze, ordinamento.

- Arricchire il linguaggio matematico e far conseguire la capacità di ordinare gli oggetti.

c) Strumenti e attività

- Materiale sensoriale: la concretizzazione dell’astrazione.

- Primo piano della psicoaritmetica: aste numeriche, cifre smerigliate, fuselli e marchette.

- Secondo piano della psicoaritmetica: prima e seconda tavola del Séguin, catena del cento,

sistema decimale, tavole della memorizzazione.

5. EDUCAZIONE COSMICA :

a) Finalità

- Accostare il bambino al gusto della scoperta.

- Favorire il rispetto per tutti gli esseri viventi e gli ambienti naturali.

b) Obiettivi

- Avviare il bambino alla comprensione dei mutamenti ambientali.

- Favorire la capacità di capire i processi umani e naturali e di cogliere le dimensioni di

tipo temporale.

- Introdurre il bambino nel mondo degli esseri viventi.

c) Strumenti e attività

- La misura del tempo cronologico e biologico: calendario.

- Tempi e cicli della natura.

- Il tempo della civiltà: nomenclature (casa, trasporti, utensili, ecc.)

- Lo spazio del mondo: costruzione e forme (acqua, terra, continenti, penisole, isole, fiumi,

montagne, ecc.)

- Cassetti della geografia.

- Organismi viventi: funzioni e bisogni.

- Il cosmo del giardino: orto, fattoria, cassetti della botanica.

- Linguaggio scientifico della natura: nomenclature e classificazioni.

Attività di vita pratica

1. Premessa

“Gli esercizi di vita pratica, a ben saperlo, sono una vera e propria ginnastica, la cui palestra raffinante

tutti i movimenti è l’ambiente stesso in cui si vive. E’ cosa diversa dal lavoro manuale che produce

nuove cose; da noi invece si conservano le cose esistenti e si fa uno spostamento continuo di oggetti,

diretto dall’intelligenza che si prefigge uno scopo da raggiungere. Arrotolare un tappeto, spazzolare

un paio di scarpe, lavare una catinella o un pavimento, apparecchiare una tavola, aprire e chiudere

cassetti o sportelli, porte o finestre; assestare una stanza, mettere in ordine delle seggiole, tirare una

tenda, trasportare un mobile ecc., sono esercizi ove ora tutto il corpo si muove o dove ora questo ora

quel movimento si esercita particolarmente e si perfeziona. Per la consuetudine del lavoro il fanciullo

impara a muovere braccia e mani e a fortificare i muscoli più che nella ginnastica comune. Tuttavia

gli esercizi di vita pratica non possono considerarsi come una semplice ginnastica muscolare; essi

sono un lavoro. E’ il lavoro riposante dei muscoli che agiscono senza stancarsi, perché l’interesse e

la varietà li rianimano ad ogni movenza. E’ l’esercizio naturale dell’uomo che quando si muove,

dovrebbe avere scopi da raggiungere: i muscoli dovrebbero sempre servire l’intelligenza e così

rimanere nell’unità funzionale della personalità umana. Se l’uomo è l’essere intelligente, ed è un

essere muscolarmente attivo, il suo riposo è nell’attività intelligente, come il riposo di ogni essere sta

nell’esercizio normale delle proprie funzioni.”1

2. Finalità

Con la vita pratica i bambini non svolgono solo esercizi fisici quali quelli che prevedono il movimento

in un dato ambiente, ma si prendono anche cura della propria persona, dei rapporti sociali e del

controllo raffinato dei movimenti. Tali attività conducono il bambino all’indipendenza: esse, infatti,

gli permettono di esprimere i propri desideri, sviluppare capacità di giudizio, acquisire abilità motorie,

fare chiarezza nel pensiero, assumere incarichi precisi e maturare atteggiamenti di disponibilità così

come di collaborazione che lo accompagnano verso la sperimentazione di esperienze sempre più

complesse ( es. lettura e scrittura).

Le cosiddette attività di vita pratica, quindi, non sono solo lavori di carattere domestico o momenti

nei quali “si fa finta di…”, ma consistono anche in esperienze con oggetti reali adatti al bambino nelle

dimensioni, nella semplicità delle forme e nella facilità dell’uso: in questo modo il bambino giunge

autonomamente al controllo e all’analisi dei propri movimenti, che compie in totale concentrazione

1 Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1999.

e per quanto tempo desidera. L’insegnante che “rimane a contatto con questi bambini, si accorge che

sotto l’attività che li dirige a raggiungere vari scopi pratici, esiste uno speciale segreto: la precisione,

l’esattezza con cui gli atti si devono compiere (…). Il segreto del perfezionamento sta nella ripetizione

e perciò nel collegare gli esercizi alle funzioni consuete della vita reale. Se il bambino non

apparecchiasse la tavola per una comunità di persone che pranzano veramente, se non avesse a sua

disposizione vere spazzole che puliscono e veri tappeti da pulire, non nascerebbe mai in lui una vera

abilità. L’aver appreso il più alto raffinamento sarebbe nulla, se questo non si legasse a una pratica

consueta, a cui motivi vari danno spinta e continuità.”2

3. Attività

Le attività di vita pratica iniziano non appena, la mattina presto, i bambini entrano nella Casa dei

Bambini: essi, infatti, imparano a salutare chi li accoglie e chi li accompagna, a riporre le proprie cose

e, quindi, a prepararsi per “lavorare”.

All’interno di ogni aula della Casa dei Bambini esistono proposte strutturate di vita pratica .

A esse si aggiunge il quotidiano lavoro di cura e predisposizione dell’ambiente (es. apparecchiatura,

pulizia, annaffiatura piante) così come la possibilità di incontrarsi in uno spazio comune esterno alle

aule e appositamente dedicato alla vita pratica, all’interno del quale si può rimanere a lavorare

liberamente finché lo si desidera. Nell’arco della giornata, quindi, c’è chi lucida le scarpe, chi

grattugia il pane, chi divide, chi ritaglia, chi setaccia, chi taglia, chi spolvera, chi si pettina, chi si

sveste, chi si veste, chi trasporta una sedia, chi saluta, chi apparecchia il tavolo, chi si occupa delle

piante, chi si preoccupa per qualcun altro, chi spazza, chi piega e ripone il proprio grembiule, chi

aiuta l’amico, chi chiede aiuto, chi entra, chi si siede, chi conversa, chi trasporta un secchio, chi va a

bere, chi osserva, chi pensa: l’incredibile è che tutto ciò viene svolto armoniosamente nello stesso

istante.

Attività di orto-giardino

1. Premessa

Prima ne “Il metodo della pedagogia scientifica applicato nelle Case dei Bambini” (1909) e,

successivamente, ne “La scoperta del bambino” (1950), Maria Montessori afferma, con

impressionante lucidità, che il progresso della società contemporanea ha costretto l’essere umano a

rinunce e limitazioni notevoli e ha condizionato enormemente lo sviluppo infantile. Al contrario, il

2 Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1999.

bambino, ancor più dell’adulto, ha bisogno di “vivere la natura e non soltanto di conoscerla,

studiandola o ammirandola.”3

2. Finalità

- Stimolare i bambini a utilizzare i cinque sensi per entrare in diretto contatto con la natura.

- Sviluppare le seguenti abilità: esplorazione, osservazione e manipolazione.

- Acquisizione spontanea delle basi del metodo scientifico sperimentale.

3. Attività

Le attività di orto-giardino, alle quali il bambino decide liberamente di partecipare durante la

settimana, si svolgono all’aria aperta e, principalmente, all’interno dell’orto che viene attentamente e

costantemente mantenuto in ordine: in tale contesto il bambino ha la possibilità di coltivare fiori e

piante aromatiche, sperimentare diverse operazioni specifiche richieste dall’ambiente particolare nel

quale si trova immerso e osservare che cosa accade attorno a lui attraverso l’esperienza diretta. Il

bambino ha a disposizione delle aiuole da seminare, coltivare e curare giorno dopo giorno e delle

quali scoprire la vita nascosta, fatta di piccoli animali e insetti. Grazie a tali attività il bambino inizia

a comprendere il significato di concetti importanti (es. la terra il ciclo vitale delle piante e le loro

caratteristiche specifiche, i frutti, i semi e gli insetti) e a “vivere la natura”, manipolando materiali

naturali (es. acqua, sabbia, terra), seminando, misurando, quantificando, ordinando in serie,

formulando ipotesi sui fenomeni osservati, confrontando i risultati con le ipotesi fatte, utilizzando

attrezzi (es. zappa, vanga, paletta) e strumenti (es. lente di ingrandimento) e approfondendo in aula

quanto fin qui riportato attraverso il materiale montessoriano (es. nomenclature, cassetti della

botanica).

3 Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1999.

Progetto Biblioteca

1. Premessa

La scoperta della lettura è un elemento fondamentale della proposta formativa della Casa dei

Bambini: esso è rappresentato dal Progetto Biblioteca.

Se è vero che i bambini amano sfogliare e guardare le pagine dei libri, è altrettanto importante che

tale primo e spontaneo interesse si sviluppi sotto la guida paziente e attenta sia dei genitori sia degli

insegnanti. Gli adulti, infatti, agli occhi dei bambini si trasformano in una sorta di maghi che, con la

loro bacchetta, incantano, spalancano le porte dell’immaginazione e alimentano il pensiero creativo.

2. Finalità

Grazie al Progetto Biblioteca i bambini imparano a:

- entrare in contatto con i libri anche solo attraverso un semplice approccio sensoriale;

- ascoltare con attenzione la lettura di un testo;

- comprendere il significato del testo letto dall’adulto;

- immedesimarsi nei personaggi;

- interpretare immagini;

- riconoscere, esprimere, gestire, rappresentare, comunicare, condividere i sentimenti sia con i

compagni sia con le insegnanti.

3. Attività

Il Progetto Biblioteca si svolge liberamente all’interno delle quattro sezioni della Casa dei Bambini

secondo una cadenza che viene definita da ogni singola insegnante in relazione ai bisogni dei bambini.

Le insegnanti di sezione, infatti, dedicano alcuni momenti della giornata alla lettura di libri, il cui

contenuto riflette il tema dell’emotività: i bambini hanno quindi la possibilità di imparare ad ascoltare

una voce adulta che li accompagna gradualmente alla scoperta del ricco e affascinante mondo dei

sentimenti umani, attraverso storie e immagini, reali o inventate, tradizionali o contemporanee. Grazie

a questi momenti i bambini imparano a dare un nome alle proprie emozioni. Le insegnanti da questo

punto di vista hanno infatti il compito di aiutarli a comprendere il significato di ciò che viene letto,

di seguirli nell’avventurosa operazione di immedesimazione con i personaggi, di guidarli nella

descrizione di impressioni e, con grande pazienza, spiegano loro quanto sia importante condividere

con i propri amici ciò che si prova, per cui ci si appassiona o di fronte a cui ci si arrabbia e ci si

spaventa.

Al termine di ogni lettura le insegnanti possono decidere di intraprendere con i bambini che lo

desiderano un percorso di rappresentazione grafica, invitandoli a disegnare, ognuno a proprio modo

e secondo le proprie capacità, ciò che hanno ascoltato.

All’interno del percorso Biblioteca prosegue l’esperienza del prestito: i bambini sono liberi di

prendere in prestito i libri della scuola che più catturano il loro interesse e, in questo modo, iniziano

ad apprendere che le “storie” rappresentano un prezioso patrimonio culturale, appartenente non ai

singoli, bensì all’intera comunità scolastica.

Laboratorio di lingua inglese

1. Premessa

“La lingua materna è parte dell’identità di ogni bambino, ma la conoscenza di altre lingue apre

all’incontro con nuovi mondi e culture.”4

Multiculturalità e plurilinguismo sono parole che ricorrono continuamente nella società

contemporanea: un rapido sguardo alla nostra scuola rivela infatti che le nostre classi non sono più

composte esclusivamente da italofoni, bensì anche da bambini di origine cinese, francese, giapponese,

russa, tedesca, ecc. Ciò significa che se da una parte il bambino deve imparare a esprimersi

correttamente e fluidamente nella lingua materna che riflette la sua identità, dall’altra è fondamentale

che entri in contatto con altre lingue e culture il prima possibile: solo così, infatti, sarà in grado di

orientarsi nel Mondo con tranquillità e serenità. In tale prospettiva è importante che la scuola valorizzi

l’uso della lingua in tutte le sue funzioni e forme, presentandolo come strumento necessario di

comunicazione, conoscenza ed espressione di sé. Il percorso di “avvicinamento alla lingua inglese”

che viene proposto nella Casa dei Bambini non è quindi solo il tentativo di accostare il bambino a un

codice linguistico diverso dal suo, ma anche quello di insegnargli gradualmente ad accogliere ciò che

è “diverso”. E’ stato scientificamente provato che tale operazione avviene in modo quasi del tutto

naturale durante i primi anni di vita del bambino: nel periodo che intercorre tra i 3 e i 6 anni, infatti,

il bambino dispone di un’enorme plasticità cerebrale che gli permette di riconoscere e riprodurre

velocemente suoni e ritmi di una lingua straniera. Inoltre, il bambino ha generalmente la fortuna di

non provare vergogna quando riproduce e produce suoni e parole che appartengono a un codice

linguistico straniero e, di conseguenza, non teme l’errore. In altre parole, iniziare sin da piccoli a far

propria la lingua inglese non significa tanto accelerarne l’apprendimento, quanto invece favorirne un

approccio più disteso, sereno e divertente.

4 Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, 16/11/2012.

2. Finalità

Grazie al laboratorio di lingua inglese il bambino impara a:

- familiarizzare, senza timori, con la lingua inglese;

- entrare in contatto con la cultura del mondo inglese;

- accogliere ciò che è “diverso” e che non appartiene alla propria cultura;

- riconoscere e iniziare a riprodurre suoni e parole in lingua inglese;

- memorizzare vocaboli appartenenti alla lingua inglese;

- comprendere ed eseguire alcune semplici indicazioni pronunciate in L2 dall’insegnante o dai

compagni;

- formulare basilari richieste in lingua straniera.

3. Attività

Il laboratorio di lingua inglese intende familiarizzare i bambini con una seconda lingua “in situazioni

naturali, di dialogo, di vita quotidiana.”5 Pertanto il metodo utilizzato è quello comunicativo: esso

non solo favorisce un apprendimento di carattere intuitivo ma dà anche ampio spazio alla

comprensione e alla produzione orale della lingua straniera. Infatti, trovandosi a dover interagire con

un’insegnante che parla esclusivamente inglese, i bambini sono costantemente immersi in autentiche

situazioni di comunicazione e, di conseguenza, imparano a riprodurre suoni e parole così come a

formulare semplici richieste e domande in lingua inglese. In particolare, l’insegnante si avvale della

metodologia definita TPR6, che pone il bambino al centro del processo di insegnamento, lo motiva,

lo protegge dagli insuccessi e lo guida all’autorealizzazione. Il TPR consiste nel fornire al bambino

input verbali in inglese ai quali egli risponde fisicamente, con comportamenti non verbali, eseguendo

semplicemente i comandi che gli vengono dati. In questo modo si favoriscono le esperienze ricettive

di comprensione della lingua e, se non è ancora pronto a farlo, non si forza il bambino a parlare in

inglese. Contemporaneamente, però, l’insegnante ha un feedback dell’avvenuta comprensione del

messaggio lanciato. Inoltre il bambino, essendo coinvolto fisicamente nell’ascolto, riesce a

memorizzare espressioni e vocaboli in modo più efficace. Le attività del laboratorio di lingua inglese

sono così organizzate: a) L’insegnante di lingua inglese trascorre una mattina della settimana in ogni

sezione della CdB e interagisce con i bambini esclusivamente in lingua inglese, accompagnandoli nei

vari momenti della giornata (accoglienza, distribuzione della frutta, apparecchiatura e pranzo). In tali

situazioni, cosiddette “routine quotidiane”, la tendenza dell’insegnante è quella di utilizzare e ripetere

5 Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, 16/11/2012. 6 Total Physical Rensponse.

sempre le stesse formule linguistiche che, pronunciate lentamente e chiaramente, possono con il

tempo essere ricordate dai bambini e, quindi, associate ai diversi contesti ai quali esse si riferiscono:

in questo modo i bambini acquisiscono sempre maggiore sicurezza e fiducia nelle proprie capacità di

comprensione. b) L’insegnante non si occupa solo di supportare i bambini durante le “routine

quotidiane”, ma organizza “per” e “con” loro attività in lingua inglese di vario genere che spaziano

da lavori prettamente montessoriani (es. Nomenclature) e giochi didattici (es. Memory, Bingo,

Domino, ecc.) alla realizzazione di lavoretti manuali e alla lettura di storie o alla memorizzazione di

conte e filastrocche. c) Alcuni pomeriggi della settimana sono dedicati ad attività che si svolgono al

di fuori dell’aula. In tali occasioni vengono proposti ai bambini semplici e divertenti giochi di

movimento, canzoni, filastrocche, filmati e storie in lingua inglese. Ciò, in piena sintonia con i

principi del TPR, moltiplica in maniera esponenziale la possibilità che i bambini rispondano agli input

dell’insegnante attraverso il coinvolgimento del canale linguistico e di quello motorio. d) Durante la

seconda metà dell’anno scolastico viene proposto a tutti i bambini della CdB uno spettacolo teatrale

in lingua inglese organizzato da una compagnia teatrale di attori madrelingua. Lo spettacolo si svolge

in sede e l’insegnante, per tempo, si preoccupa di “preparare” i bambini alla visione del suddetto in

modo tale da favorirne una più semplice e completa comprensione.

● Laboratorio creativo (3 anni)

1. Premessa

Ne “La scoperta del bambino” Maria Montessori scrive che “la mano si prepara al meraviglioso e

minuzioso disegno che è la scrittura.”7. Sulla base di tale convinzione montessoriana si costruisce il

laboratorio creativo di cui sopra: attraverso il disegno, i colori e le forme si guida il bambino a un

esercizio muscolare mirato che, successivamente, si rivela utile anche per il processo di scrittura.

2. Finalità

- Fornire gli strumenti necessari per produrre e favorire l’atto del disegno.

- Stimolare l’occhio alle cose belle.

- Rendere la mano flessibile ed esperta.

3. Attività

7 Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1999, p. 305.

A tale laboratorio partecipa un gruppo di bambini di tre anni provenienti dalle quattro diverse sezioni:

ciò favorisce la conoscenza e l’incontro reciproci. Ogni bambino può ripetere il laboratorio tutte le

volte che lo desidera e si fa portavoce di suggerimenti e idee che possono alimentare nuove possibili

attività. Lo strumento principale utilizzato è il pennello che, come sostiene Maria Montessori, è quello

che per eccellenza prepara la mano alla scrittura attraverso l’impugnatura, la pressione sul foglio, le

differenti tracce che permette di lasciare. Inoltre, il bambino ha l’opportunità di utilizzare gli

acquarelli, i mattoncini di cera e i colori a dita. Durante il laboratorio vengono presentati al bambino

disegni realistici tra i quali, a titolo esemplificativo, le tavole di Ernst Haeckel, biologo e celebre

artista tedesco.

Laboratorio di musica e movimento (3 anni)

1. Premessa

Ne “La scoperta del bambino” Maria Montessori scrive che “la musica nei bambini di tenera età si

può soltanto iniziare”8. Con queste parole la Montessori introduce il tema dell’educazione musicale,

definendola come attività capace di creare un ambiente atto a sviluppare nel bambino di tenera età un

“senso” e “un’intelligenza” musicali.

Nella fascia di età compresa tra i tre e i sei anni l’apprendimento del bambino avviene principalmente

attraverso l’esperienza concreta e i cinque sensi. Tale concetto si può applicare anche alla musica: ciò

significa che il bambino, per avvicinarsi alla musica, ha bisogno di “fare” la musica con i sensi

dell’udito, del tatto, della vista e con tutto il suo corpo. Solo così facendo il bambino giunge a fare

proprio il linguaggio espressivo musicale che, secondo quanto scrive la Montessori in

“L’Autoeducazione”, è in grado di conciliare il ritmo e l’interpretazione del pensiero musicale con

atteggiamenti e movimenti del corpo dell’anima.

2. Finalità

- Sviluppare e affinare la sensibilità uditiva: riconoscere diverse tipologie del suono e da dove questo

proviene, distinguere tra suoni esterni provenienti dall’ambiente circostante e interni al corpo, come

ad esempio il battito del cuore.

- Scoprire le varie dimensioni del suono (timbro, altezza, durata e intensità).

- Sviluppare e affinare l’utilizzo della voce: anche la voce è intesa come suono che si trasforma in

parola e in canto. Le attività hanno lo scopo di rendere più consapevoli i bambini della propria voce,

8 Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1999.

di come può essere usata (voce bassa, voce alta), di insegnare loro a riconoscere le voci di ciascun

compagno e ad avvicinarsi al canto di filastrocche e canzoni con il supporto della chitarra.

- Sviluppare e affinare la coordinazione e l’equilibrio motori: aumentare la consapevolezza del

proprio corpo in relazione al gruppo, prestando attenzione allo spazio che ciascuno occupa e

imparando a muoversi in relazione alla musica, a seconda che vi sia una melodia allegra, andante o

lenta. La musica corrisponda al movimento e il silenzio all’assenza di movimento e di rumore.

3. Attività

Le attività proposte da questo laboratorio offrono a ciascun bambino la possibilità di vivere in prima

persona l’esperienza musicale in un’ottica di condivisione di gruppo. In tale direzione vengono

proposte attività che hanno come obiettivo il riconoscimento di suoni del mondo esterno e interno, la

riproduzione di suoni con il proprio corpo o per mezzo di alcuni strumenti musicali (es. tamburelli).

E’ inoltre proposto il gioco del filo a terra con il quale i bambini hanno modo di esercitarsi e

sviluppare la propria andatura e il proprio equilibrio.

Progetto di continuità tra Casa dei Bambini e Scuola Primaria

1. Premessa

Il progetto di continuità, che rappresenta uno dei capisaldi del Metodo Montessori, prevede circolarità

e libero scambio tra i differenti gruppi classe, favorendo il passaggio graduale dei bambini dalla Casa

dei Bambini alla scuola primaria. In altre parole, il progetto di continuità permette ai bambini

frequentanti l’ultimo anno della Casa dei Bambini di lavorare insieme agli alunni della classe prima

e, insieme a loro, di conoscere una nuova realtà, fatta di possibilità di scoperta e di richieste diverse.

Tale percorso si sviluppa gradualmente durante l’intero anno scolastico. I bambini hanno infatti

svariate occasioni di contatto con la scuola primaria: per esempio, possono chiedere alle proprie

insegnanti di pranzare insieme ai bambini più grandi o di condividere con loro i momenti dedicati

alla cura dell’orto, attraverso i quali sviluppano il concetti del “capire” per “prendersi cura”9.

Condividere esperienze da poter rielaborare ognuno con le proprie competenze e sulle quali riflettere

insieme risulta essere un modo particolarmente significativo e costruttivo per favorire la conoscenza

dei bambini provenienti dalla Casa dei Bambini con quelli della Scuola Primaria.

2. Finalità

9 De Sanctis, Le ricette di Maria Montessori cent’anni dopo, Fefé Editore, p. 61.

- Favorire un passaggio graduale dei bambini dalla Casa dei Bambini alla scuola primaria.

- Favorire l’ambientamento dei bambini nella scuola primaria.

- Permettere ai bambini di capire il tipo di lavoro e di impegno richiesti dalla scuola primaria.

- Lavorare e collaborare in gruppo.

- Formulare ipotesi e risolvere quesiti.

- Rielaborare le esperienze vissute.

- Confrontare le diverse competenze possedute così che la progressiva simbolizzazione e costruzione

di alfabeti diventi un’attesa per i più piccoli.

3. Attività

Il progetto di continuità tra Casa dei Bambini e Scuola Primaria si concretizza in una serie di

laboratori pratici:

- battitura, vagliatura, macinatura della segale e del frumento, cereali i cui semi sono stati coltivati

nell’orto nell’ottobre 2015 ;

- semina della segale e del frumento nell'orto ;

- coltivazione di piante e verdure nell’orto, attività che, come scrive Maria Montessori, aiutano a

“seguire il ritmo della natura”10. Al contatto con la natura è legata una vastissima varietà di iniziative.

Infatti, scrive Maria Montessori, “il lavoro in se stesso ha bisogno di varietà. Non è necessaria la

finalità della semina o del raccolto per animare il bambino; egli si adopera con buona volontà alle

azioni più semplici, che hanno uno scopo immediato o che permettono di impiegare qualche notevole

sforzo: come per es. ripulire i viali o le aiuole dalle cattive piante, spazzar via le foglie secche, o

potare qualche vecchio ramo. Infine avere un vasto campo di attività, e avere occasioni per nuove

esperienze, cimentarsi in difficili imprese è la soddisfazione dello spirito animatore, che spinge il

bambino a penetrare nel mondo.”11

- Realizzazione di un semenzaio ;

- preparazione della terra nell’orto per la semina ;

- rinvaso nell’orto delle piccole piantine nate nel semenzaio.

- accudimento delle piante nell’orto ;

- raccolta delle verdure, pulitura ;

- coltivare per imparare la provenienza delle verdure che si consumano ;

- attività correlate, preparazione delle nomenclature con immagini che distinguono le piante nell’orto.

10 De Sanctis, In giardino e nell’orto con Maria Montessori, Fefé Editore, p. 40.

11 Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, Milano, 1999, p. 81.

Tale percorso si conclude con un’uscita didattica presso l’Orto Botanico di Brera e con una giornata

di accoglienza organizzata presso la scuola primaria, occasione nella quale i bambini hanno modo di

conoscere futuri compagni di classe e insegnanti.

Laboratorio creativo Bruno Munari® (4 e 5 anni)

1. Premessa

Il laboratorio creativo rivolto ai bambini di quattro e di cinque anni si basa sulle lezioni di Bruno

Munari® che hanno per oggetto il segno, il colore, la forma, i formati, il Texture, il Collage e

l’esplorazione polisensoriale dei materiali (es. manipolazione della carta o dell’argilla). L’insegnante

specialista sceglie le attività da proporre in base agli interessi mostrati dal bambino: permette al

bambino di lavorare veramente su e con ciò che più lo appassiona.

2. Finalità

- Proporre ogni giorno un esperimento nuovo con lo scopo di consentire al bambino di scoprire più

tecniche e materiali possibili.

- Permettere al bambino di scegliere e utilizzare con padronanza i materiali per esprimersi nelle arti

visive.

- Stimolare e affinare la motricità fine.

- Stimolare e affinare la coordinazione oculo-manuale.

- Stimolare e affinare la capacità di osservazione con conseguente superamento degli stereotipi.

- Favorire la capacità di ascolto e di scambio di idee.

3. Attività

Le attività del laboratorio si aprono con la lettura di un testo molto breve ma ricco di immagini e di

spunti che rimandano alla sperimentazione proposta. In aggiunta, il bambino ha la possibilità di

osservare alcune immagini che, di volta in volta, vengono appese in aula in collaborazione con

l’insegnante di arte e immagine della scuola primaria: esse, infatti, stimolano molto la curiosità dei

più piccoli e, spesso, li aiutano a meglio comprendere il contesto tematico specifico all’interno del

quale è condotta la singola attività.

Le tecniche artistiche utilizzate vengono alternate e prevedono la sperimentazione di tempere,

tamponi, rulli, pennelli di vario genere, tappi di sughero, spugnette, contagocce, spazzolini e carte

speciali in grado di produrre effetti particolari. In particolare, per esempio, i tamponi imbevuti di

inchiostro o tempera sono utili per stampare verdure, i tamponi e le carte texturizzate per realizzare

il frottage, i materiali di recupero per comporre collage polimaterici, l’argilla per “far lavorare” le

mani e le dita. Il bambino, attraverso queste molteplici tecniche, può quindi creare animali fantastici,

alberi, soli, lune, pesci, paesaggi o volti, dando spazio alla propria creatività e, soprattutto,

consapevole che il proprio lavoro non è mai sottoposto a giudizi esterni.

Laboratorio musicale (5 anni)

1. Premessa

Il laboratorio musicale rivolto ai bambini di cinque anni rappresenta un’importante opportunità per

approfondire l’approccio all’educazione musicale che il bambino intraprende sin dai tre anni

all’interno della Casa dei Bambini.

2. Finalità

- Favorire il lavoro di gruppo e sviluppare nel bambino la disponibilità alla socializzazione.

- Creare un rapporto piacevole e curioso con il mondo della musica.

- Sviluppare nel bambino abilità di ascolto musicale attento e curioso.

- Sviluppare nel bambino le abilità necessarie per “fare” la musica: abilità motorie e di coordinazione

ritmico-motoria.

3. Attività

Le attività del laboratorio musicale per i bambini di cinque anni sono ludiche e molto accattivanti: si

parte dal racconto di storie che stimolano l’immaginazione del bambino per arrivare alle proposte

operative stesse che vedono il bambino impegnato nell’immedesimazione di alcuni personaggi, nella

messa in scena di favole, in canti, danze o giochi di gruppo. In particolare, ogni gioco o canto proposto

contiene elementi linguistici, quali sillabe, parole o intere frasi che il bambino deve, sotto la guida

dell’insegnante specialista, imparare a trasformare in ritmi, sincronizzando contemporaneamente

movimenti e suoni. Tale processo favorisce indubbiamente lo sviluppo della coordinazione motoria

che, con il tempo, diventa sempre più precisa e articolata. Al bambino, inoltre, vengono proposte

drammatizzazioni di brani alle quali si giunge attraverso i seguenti passaggi: racconto di una storia,

presentazione dettagliata delle scene e dei movimenti da compiere, ascolto delle musiche e

costruzione degli spazi e degli oggetti scenici.

Uscite didattiche 2016/2017

DATA USCITA LUOGO GRUPPO

BAMBINI

COSTO

Da definire Acquario Civico Acquario Civico 4 anni

Da definire Ritratti Teatrali Cristina Calì a

scuola

3/4/5anni

Da definire Un colore cerca casa Montessori&Bra

ndo a scuola

3/4/5anni

Da definire

Nuvola Bianca Nuvola

Nera

Arteventualeteat

ro a scuola

3/4/5anni

8 maggio 2016 Orto Botanico Brera Raccordo 5 anni 3 € a bambino +

bus

Marzo-Aprile Teatro inglese A scuola 3-4-5 anni

Aprile marzo Uscita Munari Pinacoteca Brera 5 anni 180 + bus

Gita fine anno –

Cascina/Fattoria

didattica

3/4/5 anni