Scuol @ News 3...2 Scuol @3.0 News Gli alunni della classe II secondaria di I grado di Luogosano...

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Scuol @ Web Radio, è tempo di start up per gli alunni del “Di Prisco” GIORNALE DI INFORMAZIONE SCOLASTICA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “L. DI PRISCO” DI FONTANAROSA CON SEZIONI ASSOCIATE IN LUOGOSANO - PATERNOPOLI - S.ANGELO ALL’ESCA - TAURASI Il fondo Il concorso promosso dall’associazione la “Locomotiva” a 38 anni dal terremoto dell’Irpinia LA GIOIA DELL’INIZIO Al via il potenziamento dell’offerta formativa con l’attuazione dei moduli previsti nei PON competenze globali e competenze europee 1980 – 2018. 38anni dopo il sisma che ha distrutto l’Irpinia, il movimento la “Locomotiva” di Fontanarosa - in collabora- zione con Fontanarosa Comunità, con il nostro istituto comprensivo e con il patrocinio del Comune- ha promosso, lo scorso 23 novembre, un concorso dedicato agli alunni di via Diaz. L’iniziativa ha avuto un duplice obiettivo: ricor- dare i tragici eventi di quel 23 novembre e sollecitare una coscienza critica nelle nuove generazioni in ter- mini di prevenzione. Infatti, se la parola d’ordi- ne è stata quella di mante- nere viva la memoria, l’al- tro imperativo ha inteso aiutare i nostri giovani ad avvicinarsi in modo costruttivo al dramma che ha colpito la provincia. “Capire il passato aiuta a costruire il futuro” - hanno sottolineato gli organizza- tori. E con questa consape- volezza, il quesito cui sono stati chiamati a rispondere i nostri alunni è stato: “Quali sono i luoghi più caratteristici del tuo paese, quali rischi potreb- bero correre e come li pro- teggeresti da imprevedibili eventi catastrofici?”. Un interrogativo che ben si accorda alle parole pro- nunciate dal compianto Presidente Pertini all'indo- mani del sisma: “Perché un appello voglio rivolge- re a voi, italiane e italiani, senza retorica, un appello che sorge dal mio cuore, di un uomo che ha assisti- to a tante tragedie, a degli spettacoli, che mai dimen- ticherà, di dolore e di disperazione in quei paesi. A tutte le italiane e gli ita- liani: qui non c'entra la politica, qui c'entra la soli- darietà umana, tutte le italiane e gli italiani devo- no mobilitarsi per andare E’ cominciato nel mese di novembre e continuerà per tutto l’anno scolasti- co, il progetto web radio organizzato gratuitamen- te dall’associazione “CRT” e destinato a tutti gli alun- ni delle tre classi della secondaria di I grado. E’ questa una iniziativa didattica in perfetta sinto- nia con le finalità formati- ve del nostro Ptof specie in riferimento al raccordo fra scuola e territorio. Infatti, obiettivo del pro- getto è far compiere agli alunni un'esperienza con- creta di giornalismo radiofonico che concorra alla loro formazione civica sociale etica e culturale, con particolare riferimen- to ai temi della legalità e del bullismo. Saranno pro- prio i volontari dell'asso- ciazione ad organizzare le attività in modo da dare la possibilità agli studenti di vivere in diretta la costru- zione di un programma radiofonico, apprendendo elementi di regia radiofo- nica, di comunicazione e giornalismo web. Il pro- getto si concluderà con la partecipazione attiva degli alunni ad un pro- gramma radiofonico loro dedicato che premierà il reportage radio giornali- stico più efficace. 3.0 TERESA STAIANO* News Numero 10 Gennaio 2019 a cura della prof.ssa Maria Rosa Casparriello 23 novembre ‘80 Per non dimenticare L’arrivo di un nuovo anno è un momento carico di forza rituale, che ci pone dinanzi ad uno stato inte- riore assai fecondo: la gioia dell’inizio. È per questo che a Capodanno ci scambia- mo gli auguri e ci auspi- chiamo a vicenda che il nuovo lasso di tempo che ci sta dinanzi sia foriero di ogni bene, ci aiuti a risolve- re i problemi rimasti in sospeso e ci porti tutta la felicità che speriamo, pron- ta ad attenderci dietro l’an- golo. È insito nella natura umana sperare che il futu- ro sia migliore del presente e del passato, al punto che persino il poeta Giacomo Leopardi, considerato a torto dai più un pessimista incallito, nel famoso Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un pas- seggere finge poeticamente di credere alla possibilità che l’anno nuovo sia migliore “più più assai” di tutti i precedenti. Abbiamo tutti bisogno di una prospettiva nuova dalla quale guardare la nostra vita, come una pagi- na bianca su cui ricomin- ciare a scrivere un nuovo racconto, senza macchie e cancellature, come i primi palpiti di un amore che nasce, quel momento di grazia in cui si ridisegna da capo tutto il mondo, che il sociologo Francesco Alberoni chiama “stato nascente”, e in cui ogni cosa trova armoniosamente il suo posto e la sua ragion d’essere e tutto l’insieme è “legato con amore in un volume”, per usare un verso altissimo di Dante Alighieri. Sant’Agostino, nella sua acuta riflessione sullo scor- rere del tempo e sul rappor- to tra la misura umana di esso e l’eternità, giunge a dire che persino Dio, che da sempre è, ha avuto bisogno di vivere l’emozione dell’ini- zio; per questo ha creato il mondo, e soprattutto l’uo- mo, proprio perché vi fosse un inizio: “Initium ergo ut esset, creatus est homo”, scrive nel De civitate Dei. I giorni di festa che abbiamo trascorso consacrano la gioia dell’inizio attraverso il grande simbolo della Natività cristiana, che ingloba in sé la celebrazio- ne pagana del Sole nascen- te e i riti ancestrali legati alla gioia della luce che vince le tenebre, nel momento della svolta astro- nomica che segna il cresce- re delle ore diurne dopo il solstizio d’inverno. Un bimbo che nasce è il simbolo più universalmente radioso della speranza, della quale tutti gli esseri umani hanno bisogno. Voi, bambini e i ragazzi della nostra Scuola, con le belle recite natalizie e i concerti con cui avete rallegrato la nostra Comunità scolastica nella settimana che ha pre- ceduto il Natale, siete riu- sciti a far giungere a tutti i cittadini di Fontanarosa, Luogosano, Paternopoli, S. Angelo all’Esca e Taurasi il vostro gioioso messaggio augurale. In apertura di questo nuovo anno, che segna anche per me un nuovo ini- zio insieme a voi, vorrei raccogliere dai vostri occhi tutta la bellezza, l’energia, la vitalità, la creatività, il talento, la gioia, la tenerez- za, i sogni, le speranze, la sincerità, e affidare questi semi preziosi a noi adulti, Amministratori, Forze dell’Ordine, Parroci, Insegnanti, Collaboratori, Genitori, Nonni e tutti gli uomini e le donne di buona volontà, perché tutti noi, insieme, possiamo esserne buoni custodi, capaci di farli crescere con cura paziente e appassionato amore. Che la gioia dell’inizio ispi- ri il nostro operare a servi- zio delle nostre Comunità. Auguri di cuore a tutti. * dirigente scolastico IC “L. Di Priscoin aiuto a questi fratelli colpiti da questa nuova sciagura. Perché, credete- mi, il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi". Gli elaborati, grafici e scritti, sono stati esamina- ti dall’artista e restaurato- re Salvatore Fucci e dai professori Antonio Di Talia, Alessandro Penta, Antonio Prizio e Eugenio Renna e premiati, alla pre- senza di autorità civili e religiose, il 23 novembre scorso nella chiesa di San Nicola Maggiore. segue a pag. 19

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  • Scuol@

    Web Radio,è tempo di start up per glialunni del “Di Prisco”

    GIORNALE DI INFORMAZIONE SCOLASTICA DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “L. DI PRISCO” DI FONTANAROSA CON SEZIONI ASSOCIATE IN LUOGOSANO - PATERNOPOLI - S.ANGELO ALL’ESCA - TAURASI

    Il fondo Il concorso promosso dall’associazione la “Locomotiva” a 38 anni dal terremoto dell’Irpinia

    LA GIOIA DELL’INIZIO

    Al via il potenziamento dell’offerta formativa con

    l’attuazione dei moduli previstinei PON competenze globali

    e competenze europee

    1980 – 2018. 38anni dopoi l s isma che ha d istruttol ’ Irpinia, i l movimento la“ L o c o m o t i v a ” d iFontanarosa - in collabora-z i o n e c o n F o n t a n a r o s aC o m u n i t à , c o n i l n o s t r oistituto comprensivo e conil patrocinio del Comune-ha promosso, lo scorso 23n o v e m b r e , u n c o n c o r s odedicato agli alunni di viaDiaz. L’iniziativa ha avutoun duplice obiettivo: ricor-dare i tragici eventi di quel23 novembre e sollecitareuna coscienza critica nellenuove generazioni in ter-m i n i d i p r e v e n z i o n e .Infatti, se la parola d’ordi-

    ne è stata quella di mante-nere viva la memoria, l’al-t r o i m p e r a t i v o h a i n t e s oaiutare i nostri giovani ada v v i c i n a r s i i n m o d ocostruttivo al dramma cheh a c o l p i t o l a p r o v i n c i a .“Capire i l passato aiuta acostruire il futuro” - hannosottolineato gli organizza-tori. E con questa consape-v o l e z z a , i l q u e s i t o c u is o n o s t a t i c h i a m a t i arispondere i nostri alunni èstato: “Quali sono i luoghip i ù c a r a t t e r i s t i c i d e l t u opaese, quali rischi potreb-bero correre e come li pro-teggeresti da imprevedibilie v e n t i c a t a s t r o f i c i ? ” . U n

    inte rrogat iv o che be n s ia c c o r d a a l l e p a r o l e p r o -n u n c i a t e d a l c o m p i a n t oPresidente Pertini all'indo-mani d e l s i sma: “ Perchéun appello voglio rivolge-re a voi, italiane e italiani,senza retorica, un appelloche sorge dal mio cuore,di un uomo che ha assisti-to a tante tragedie, a deglispettacoli, che mai dimen-t i c h e r à , d i d o l o r e e d idisperazione in quei paesi.A tutte le italiane e gli ita-l i a n i : q u i n o n c ' e n t r a l apolitica, qui c'entra la soli-d a r i e t à u m a n a , t u t t e l eitaliane e gli italiani devo-no mobilitarsi per andare

    E’ cominciato nel mese d in o v e m b r e e c o n t i n u e r àp e r t u t t o l ’ a n n o s c o l a s t i -c o , i l p r o g e t t o w e b r a d i oo r g a n i z z a t o g r a t u i t a m e n -te dal l ’associazione “CRT”e destinato a tutti gl i alun-n i d e l l e t r e c l a s s i d e l l as e c o n d a r i a d i I g r a d o . E ’q u e s t a u n a i n i z i a t i v adidattica in perfetta sinto-nia con le f inal ità formati -v e d e l n o s t r o P t o f s p e c i ein r iferimento al raccordof r a s c u o l a e t e r r i t o r i o .I n f a t t i , o b i e t t i v o d e l p r o -g e t t o è f a r c o m p i e r e a g l ia l u n n i u n ' e s p e r i e n z a c o n -c r e t a d i g i o r n a l i s m or a d i o f o n i c o c h e c o n c o r r aal la loro formazione civicas o c i a l e e t i c a e c u l t u r a l e ,con part ico lare r i fer imen-to a i temi de l la legal i tà edel bul l ismo. Saranno pro-p r i o i v o l o n t a r i d e l l ' a s s o -ciazione ad organizzare leattività in modo da dare lapossibi l i tà agl i studenti divivere in diretta la costru-z i o n e d i u n p r o g r a m m aradiofonico, apprendendoelement i d i reg ia rad iofo-n i c a , d i c o m u n i c a z i o n e eg i o r n a l i s m o w e b . I l p r o -getto si concluderà con lap a r t e c i p a z i o n e a t t i v ad e g l i a l u n n i a d u n p r o -g r a m m a r a d i o f o n i c o l o r od e d i c a t o c h e p r e m i e r à i lr e p o r t a g e r a d i o g i o r n a l i -st ico più eff icace.

    3.0TERESA STAIANO*

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    a c u r a d e l l a p r o f. ss a M a r i a R o sa C a sp a r r i e l l o

    23 novembre ‘80 Per non dimenticareL’arrivo di un nuovo annoè un momento carico diforza rituale, che ci ponedinanzi ad uno stato inte-

    riore assai fecondo: la gioiadell’inizio. È per questo chea Capodanno ci scambia-mo gli auguri e ci auspi-chiamo a vicenda che ilnuovo lasso di tempo che cista dinanzi sia foriero diogni bene, ci aiuti a risolve-re i problemi rimasti insospeso e ci porti tutta lafelicità che speriamo, pron-ta ad attenderci dietro l’an-golo.È insito nella naturaumana sperare che il futu-ro sia migliore del presentee del passato, al punto chepersino il poeta GiacomoLeopardi, considerato atorto dai più un pessimista

    incallito, nel famosoDialogo di un venditored’almanacchi e di un pas-seggere finge poeticamentedi credere alla possibilitàche l’anno nuovo siamigliore “più più assai” ditutti i precedenti.Abbiamo tutti bisogno diuna prospettiva nuovadalla quale guardare lanostra vita, come una pagi-na bianca su cui ricomin-ciare a scrivere un nuovoracconto, senza macchie ecancellature, come i primipalpiti di un amore chenasce, quel momento digrazia in cui si ridisegnada capo tutto il mondo, cheil sociologo FrancescoAlberoni chiama “statonascente”, e in cui ogni cosatrova armoniosamente ilsuo posto e la sua ragiond’essere e tutto l’insieme è“legato con amore in unvolume”, per usare un versoaltissimo di DanteAlighieri.

    Sant’Agostino, nella suaacuta riflessione sullo scor-rere del tempo e sul rappor-to tra la misura umana diesso e l’eternità, giunge adire che persino Dio, che dasempre è, ha avuto bisognodi vivere l’emozione dell’ini-zio; per questo ha creato ilmondo, e soprattutto l’uo-mo, proprio perché vi fosseun inizio: “Initium ergo utesset, creatus est homo”,scrive nel De civitate Dei. Igiorni di festa che abbiamotrascorso consacrano lagioia dell’inizio attraversoil grande simbolo dellaNatività cristiana, cheingloba in sé la celebrazio-ne pagana del Sole nascen-te e i riti ancestrali legatialla gioia della luce chevince le tenebre, nelmomento della svolta astro-nomica che segna il cresce-re delle ore diurne dopo ilsolstizio d’inverno.Un bimbo che nasce è ilsimbolo più universalmenteradioso della speranza,della quale tutti gli esseriumani hanno bisogno. Voi,bambini e i ragazzi dellanostra Scuola, con le bellerecite natalizie e i concerticon cui avete rallegrato lanostra Comunità scolasticanella settimana che ha pre-ceduto il Natale, siete riu-sciti a far giungere a tutti icittadini di Fontanarosa,Luogosano, Paternopoli, S.Angelo all’Esca e Taurasi ilvostro gioioso messaggioaugurale. In apertura di questonuovo anno, che segnaanche per me un nuovo ini-zio insieme a voi, vorreiraccogliere dai vostri occhitutta la bellezza, l’energia,la vitalità, la creatività, iltalento, la gioia, la tenerez-za, i sogni, le speranze, lasincerità, e affidare questisemi preziosi a noi adulti,Amministratori, Forzedell’Ordine, Parroci,Insegnanti, Collaboratori,Genitori, Nonni e tutti gliuomini e le donne di buonavolontà, perché tutti noi,insieme, possiamo essernebuoni custodi, capaci difarli crescere con curapaziente e appassionatoamore. Che la gioia dell’inizio ispi-ri il nostro operare a servi-zio delle nostre Comunità. Auguri di cuore a tutti.

    * dirigente scolasticoIC “L. Di Prisco”

    i n a i u t o a q u e s t i f r a t e l l ic o l p i t i d a q u e s t a n u o v asciagura. Perché, credete-m i , i l m o d o m i g l i o r e d iricordare i morti è quellodi pensare ai vivi".G l i e l a b o r a t i , g r a f i c i escritti, sono stati esamina-ti dall’artista e restaurato-r e S a l v a t o r e F u c c i e d a ip r o f e s s o r i A n t o n i o D iTa l i a , A l e s s a n d r o P e n t a ,Antonio Prizio e EugenioRenna e premiati, alla pre-senza d i autor i tà c iv i l i erel igiose, i l 23 novembrescorso nella chiesa di SanNicola Maggiore.

    segue a pag. 19

  • RICORDANDO IL SISMA DEL 1980I l 23 novembre 1980 ci fuuna scossa sismica checolpì la Campania e i l norddella Basil icata, caratte-rizzata da un magnitudo6.9 con epicentro tra icomuni di Teora,Castelnuovo di Conza eConza della Campagnacausando circa 280.000sfollati, 8.848 feriti e2.914 morti. Ricordando l’anniversarioe dopo aver visionatoalcuni f i lmati, aver ascol-tato l ’audio del boato,abbiamo fatto alcuneinterviste ai nostri fami-l iari per ricostruire quellatragica sera e i giorni suc-cessivi. Dopo averle lettein classe, ognuno di noiha scelto una citazioni percondividere con i lettoridel nostro GiornalinoScolastico.

    “ Poi senti i un boato chenon finiva più, presi tuamadre e me ne andai giùdalle scale con lei ancoranella carrozzina”La nonna di Pasquale

    “Sono scesa in stradainsieme alla mia fami-glia… durante la notteprovammo a risal ire incasa, ma fece un’ altrascossa e così dormimmoin macchina” La nonna di Antonietta

    “ I l 23 novembre 1980 erauna domenica piovosa efredda, una tipica domeni-ca d’ autunno . Ma quel 23novembre rimarrà persempre nella storia , per

    2 Scuol@ 3.0NewsGl i a lunn i de l la c lasse I I secondar ia d i I g rado d i Luogosano

    in ter v is tano i l o ro fami l ia r i

    i l forte terremoto checolpì la regione Campaniae Basil icata ” I l padre di MariaFrancesca

    “Mia mamma uscì subitodalla casa e visto che nonc’erano i cellulari usò latorcia di mio nonnoMichele e per una notterestò dentro la macchina” La mamma di Michele

    “ Cominciai a vedere unaluna rossa e faceva pocofreddo” Il papà di Raffaele

    “Per fortuna la casa noncrollò però passammo unpaio di giorni in una tenda

    quasi di fronte alla casaper paura che crollasse”La mamma di Sara

    “Sono corso vicino allaporta ma era bloccata”Il papà di Giulia D.

    “Eravamo nel corridoio eall ’ improvviso se ne andòla corrente e cadderotutti gl i oggetti che eranosul mobile”Il papà di Nicola

    “All’ improvviso ho sentitouna specie di tuono, mainvece era la terra chetremava, i l pavimento ini-ziò a muoversi avanti eindietro, ho preso miasorella e mio fratello e

    siamo scappati fuori”La mamma di Alessandro

    “Mio padre stava tornandoda lavoro, mentre stavatornando a casa vide chesi aprì una voragine, maper fortuna riuscì ad evi-tarla e ad arrivare a casa”Il papà di Melissa

    “Nei giorni seguenti alterremoto, rimasi in mac-china insieme alla miafamiglia con la paura chepotessero arrivare altrescosse. Per fortuna dopoqualche giorno arrivò l ’e-sercito che ci portò acqua,viveri e coperte per riscal-darci”Il papà di Fabiana

    “Quel giorno andai atagliare i capell i dal par-rucchiere, mio padre sentìla scossa e mi portò fuori”Il papà di Davide

    “Solo i l mattino dopoabbiamo saputo quandoera stato forte questo ter-remoto”La mamma di Mario

    “Mio nonno verso le 19:34sentì dei rumori, ma pensòche fosse i l cavallo che sistava agitando, poi peròvide i l lampadario che simuoveva e subito corsefuori insieme al resto dellafamiglia e tutti insiemepassarono la notte dor-

    mendo in una tenda.Erano tutti sani e salvi!”La mamma di Angela

    “Mentre tremava stavoseduto vicino a mio padreche mi abbracciava e miteneva stretto a sé, miazia ha gridato - i l terremo-to! - però noi non poteva-mo uscire fuori, vedeva-mo tutto sottosopra enon riuscivamo a cammi-nare”Il papà di Maria

    “All’ inizio non capivamocos’era, ma poi quandoabbiamo visto che la casatremava tutta e che lacorrente era andata via,capimmo che era i l terre-moto. I l primo istinto fuquello di scappare via”La nonna di Marianna

    “La corrente se ne andò,eravamo al buio, miamadre ci prese per lamano e ci trascinò fuori, l ìc’erano tutti i vicini”Il papà di Pasqualina“Io credo di aver avutocome tanti altri la sensa-zione della f ine delmondo” I l nonno di Francesco

    “… ma non potrò maidimenticare quegli orribil imomenti vissuti da me ela mia famiglia”Il papà di Camilla

    Classe II secondaria

    IgradoLuogosano

    Classe I secondaria I grado Taurasi

    La storia illustrata di Perseo e Medusa

    Ricordo di una stra-n a s e r a d i s e t t e m -bre, penso due annifa, in cui accadderoc o s e p a u r o s e einquietanti che anco-ra oggi non riesco as p i e g a r e . R i c o r d oche era un sabato, ec o m e o g n i v o l t a ,rimanevo a casa perg u a r d a r e u n p r o -gramma che iniziavasolo dopo la mezza-notte; era un fanta-stico f i lm di generepauroso, dove avve-n i v a n o c o s e d e lt u t t o p a r a n o r m a l i .L’ultima puntata miaveva lasciata pienadi curiosità, dato chee r a t e r m i n a t a p r o -prio nel momento dis u s p e n s e , q u i n d iquel sabato ero dav-v e r o e m o z i o n a t a eimpaziente di guar-dare la continuazio-n e . F i n a l m e n t e s ierano fatte le venti-tré e cinquantanove. Beh, dovevo esserep u n t u a l e n e l g u a r -darlo. Nel momentoin cui iniziò l ’episo-dio, sentii subito unnon so ché di stranosulla mia faccia. Erac o m e s e s t e s s emutando. Mi toccai ilnaso, sembrava rial-zarsi, come se stesseassumendo un'altraforma. Di scatto miguardai la mano, erap i c c o l a e s p o r c a d isangue. Rabbr iv id i i

    a l l ’ i m p r o v v i s o N o ne s i t a i a d a n d a r e i nbagno per guardarmiallo specchio. Pensoc h e t u t t i s a p p i a n ocosa si prova a sen-tirsi deboli , quandole gambe comincia-n o a v a c i l l a r e em a n c a i l t e r r e n osotto i piedi. Era ciòc h e p r o v a v o i o i nq u e l m o m e n t o M ispecchiai con i l ter-rore che si impadro-niva d i tutta la miapersona, lo specchior i f l e t t e v a u n ’ a l t r ai m m a g i n e , n o n e r oi o , n o n e r a i l m i ovolto. Non c’erano im i e i o c c h i g r a n d i ,m a c ’ e r a n o d e g l iocchi piccoli e quasichiusi . Non c’eranole mie labbra, sottilie con la cicatrice sullabbro inferiore, mac’erano delle labbram o l t o c a r n o s e erosse come fuoco. Le mie guance, il mionaso, la mia fronte,erano piene di efeli-di, e la mia pelle, erab i a n c a c o m e u ncadavere.S e m b r e r à s t r a n od i r l o , m a i o e r od i v e n t a t a E m e l i eBrown, la protagoni-s t a d e l p r o g r a m m ac h e o g n i s a b a t oaspettavo di vederec o n a n s i a e c h e m itoglieva il fiato.P r o v a i a d a r m i u npizzico, nella speran-

    za che questo fossesolo un incubo, maniente, era la realtà,ed io non riuscivo acacciare lacrime, néad urlare, né a chie-dere aiuto a qualcu-n o . E r o f e r m a eimmobile, pietrifica-ta. La televisione eraancora accesa, andaii n s o g g i o r n o p e rspegnerla. S u l l o s c h e r m o , s ip r o p r i o n e l l a t v ,c’era Emelie trasfor-mata in me. Era successa la stes-sa cosa anche a lei ,m a , n o n c a p i v ocome. Io ovviamen-t e , e r o s e m p r e p i ùt e r r o r i z z a t a . D iimpulso presi il tele-comando, schiacciaiil tasto per spegner-la, e quando la spen-s i , l a t e l e v i s i o n ecadde a terra ed io,m i r a c o l o s a m e n t e ,ritornai alle mie sem-b i a n z e . R i p e n s os p e s s o a q u e l l anotte, cerco di tro-vare una r isposta aquanto accaduto man o n l a t r o v o , h oc a p i t o s o l o c h e l ecose a volte accado-no ,così…. senza chevi sia una spiegazio-ne

    Sophia Sommella classe III B

    secondaria di primogrado

    Fontanarosa

    Scrittura creativa racconto surreale

    IL TEMA DEL DOPPIO

  • Un pomeriggio da ricordare!!!

    I l 27 ottobre per gl i stu-denti e i docenti chehanno partecipato al con-test “Parole in circolo” èstato davvero un pomerig-gio ricco di emozioni, let-ture, sorrisi , citazioni etanti… tanti l ibri donati!In realtà tutto è iniziatogià i l mese scorso, quan-do ci siamo iscritti nuova-mente a #ioleggoperché,quest’anno, oltre al ladonazione di l ibri, abbia-mo scelto di fare qualcosain più: abbiamo organizza-to un evento presso la“nostra” l ibreria “Ubik”del Centro Commerciale“Il Carro”, l ibreria con cuici siamo gemellati! Unpomeriggio in cui saremoi veri protagonisti dellascena, un pomeriggio incui cercheremo di coinvol-gere coloro che si sarannorecati al CentroCommerciale per una pas-seggiata, l i convinceremoad ascoltare le nostre sto-rie, doneremo loro dellecitazioni sulla lettura e l iinviteremo ad acquistaredei l ibri per le nostrebiblioteche, magari pro-prio i nostri preferiti !Cercheremo di svolgereanche un laboratorio perla creazione di segnali -bri… Dal progetto tantisono stati i diversi

    3 Scuol@ 3.0News“Parole in circolo”: letture, sorrisi, citazioni e tanti...tanti libri donati

    momenti di preparazio-ne… dalle letture in clas-se, a casa, al la scritturasul wall di #ioleggoperché, dalla scrittura delle cita-

    zioni da donare, dei cartel-loni da esporre, al la l istadei desideri dei l ibri daacquistare, f ino alla crea-zione della spada

    Excalibur, dei mosaici…tante cose, tutte emozio-nanti e motivanti per i lnostro ruolo di messaggerie ambasciatori della lettu-

    ra! Finalmente tutti prontici rechiamo presso l ’Ubik, itre colori per l ’abbiglia-mento sono rosso, biancoe nero, noi ci metteremola carica, l ’entusiasmo e lagioia di questo incontro! …A fine serata ci siamoguardati indietro e abbia-mo ripensato al nostromagico pomeriggio… laconsegna delle citazioni,la narrazione sul razzismocon i nostri cartelloni… lapresentazione diWonder… le nostre rif les-sione sul Fantasma diCantervil le… la scenettadella Spada nella Roccia…la creazione dei segnali -bri… il microfono per lalettura delle storie per inostri spettatori… il sup-porto di Italo e Carmen… inostri professori intorno anoi… gli alunni di tre ples-si insieme e poi…tutti inl ibreria a leggere le tramea scegliere i l ibri da dona-re e trovarci una monta-gna di l ibri acquistati gra-zie al le nostre donazioni e

    a quelle dei nostri genito-ri , dei professori e deglispettatori del nostrospettacolo! È stato unpomeriggio magnifico equeste foto lo dimostra-no, dimostrano che ciabbiamo messo i l cuore,che tutto è andato moltomeglio di come immagina-vamo, più emozionante,più interessante… chestiamo già immaginandocosa raccontare ai nostriprossimi spettacoli e alnostro prossimo contestdi #ioleggoperché e tuttoquesto anno continuere-mo a leggere, ad emozio-narci e a sognare!Vi salutiamo con le belleparole della nostraDirigente, prof.ssa TeresaStaiano: “La lettura aprela mente, infiamma i lcuore e dilata l 'anima; ciregala i viaggi più emozio-nanti al la scoperta deisegreti del nostro essereal mondo; in definitiva cirende più umani”.Buona lettura a tutti!

    I Messaggeri dell’Istituto Comprensivo

    “L. Di Prisco”-Scuola Secondaria di

    Primo Grado dei plessi diLuogosano, Paternopoli e

    Sant’Angelo All’Esca

    Durante questi primi mesidell ’anno scolastico con lanostra professoressa diital iano abbiamo iniziatodiverse attività inerenti al“Progetto Lettura”. Oltrealla scelta dei l ibri da leg-gere a casa (siamo già alsecondo!) la nostro pro-fessoressa ci ha letto adalta voce “Il fantasma diCantervil le” di OscarWilde. Alla f ine della lettu-ra tutti noi abbiamo scrit-to i l nostro pensiero e poiabbiamo creato un cartel-lone. “Il fantasma diCantervil le è stato unico almondo, mi è piaciuto mol-tissimo, è stato un l ibromeraviglioso!!! I l l ibro èbello, anche se i gemell ierano un po’ cattivi con i lfantasma. La famiglia Otisè strana, poiché non sispaventa alla vista del fan-tasma, comunque non cisono state scene troppopaurose.I l l ibro mi ha col-pito molto, soprattuttoperché c’era quel maledu-cato fantasma. È statomolto emozionante e al le-gro. In particolare mi èpiaciuta la scena della

    “I NOSTRI PENSIERI SUL FANTASMA DI CANTERVILLE”

    appassionato, in alcuneparti mi ha coinvolto eanche spaventato. I per-sonaggi erano tutti moltobell i , lo vorrei già ri legge-re! È stato un bel l ibro,mi è piaciuta la partedello scheletro del fanta-sma con i l diario segreto.I l mio voto è 10! È statauna bella storia, la tramaè meravigliosa e i l f inale èstupendo! I l mio voto è10! I l l ibro mi ha divertitomolto, soprattutto quan-do i l fantasma ruba gliacquerell i a Virginia perrifare la macchia di san-gue! PS Leggetelo! Di que-sta storia mi ha colpitoquando i due gemell i face-vano gli scherzi al fanta-sma e la morte di que-st’ultimo. Per me la storiaè stata bell issima, lescene più belle sono statela macchia di sangue, igemell i , lo scheletro delfantasma; la parte più tri -ste quando Virginia aiuta i l fantasma. Èi l l ibro più bello che abbiamai ascoltato! Mi è piaciuto quando i lfantasma se ne è andato.

    Il l ibro mi è piaciutomolto, la parte che mi èpiaciuta di più è stataquando non trovavano labambina. Questo l ibro miè piaciuto molto, se c’è unfi lm vorrei vederlo! I per-sonaggi erano fantastici.Mi è piaciuto molto l ’ iniziocon la macchia di sangue,i due gemell i e la mortedel fantasma. I l fantasma di Cantervil le èun l ibro bell issimo che ciha fatto provare diverseemozioni come paura, stu-pore, al legria e suspense.Il mio voto è 10! I l fantasma di Cantervil le èun l ibro breve, ma bello,pieno di suspense, perso-naggi simpatici e narrazio-ne ottima, scene diverten-ti e dialoghi incredibil i ! Se volete sapere come vaa finire dovete leggere i ll ibro!” Come avete potuto capireè un l ibro che vi consiglia-mo vivamente: i l nostrovoto è 10/10!!! !

    Classe I Secondaria diPrimo Grado plesso di

    Paternopoli

    macchia di sangue checambiava colore. I perso-naggi erano bell issimi. I lmio voto è 10/10! A me i lracconto di Oscar Wilde èpiaciuto molto, era appas-sionante, ma creava ancheun po’ di suspence. Laparte che mi è piaciuta dipiù è stata quando nontrovavano la bambina, ingenerale i l l ibro mi è pia-ciuto molto. Questo l ibromi è piaciuto abbastanza,scene simpatiche e diver-tenti. Mi è dispiaciutoquando i l fantasma èmorto. Libro molto bellocon personaggi simpatici,le scene che ho preferitosono state quelle dellamacchia, i disastri notturnidel fantasma e quandorivela tutto alla bambina.È una storia bell issima checi ha fatto provare molteemozioni. Oltre al la mac-chia di sangue mi è piaciu-to quando Virginia l ibera i lfantasma. PS. Virginia è i l mio perso-naggio preferito!I l fantasma di Cantervil le

    è un l ibro che mi è piaciu-to molto. Mi ha divertito e

  • “Storie della Piazza”a Taurasi

    l’incontro con l’autore

    4 Scuol@ 3.0NewsAnche quest’anno i nostri studenti si confrontano con gli autori di libri

    per discutere con loro tematiche inedite e affascinanti

    L u n e d ì 5 n o v e m b r e ,p r e s s o i l o c a l i d e g l iu f f i c i d e l l a e x s e g r e -t e r i a s c o l a s t i c a i nv i a A l c i d e d e ’G a s p e r i a Ta u r a s i , i lP r o f . A n t o n i oD a n i e l e , a u t o r e d e lv o l u m e d i p o e s i e“ P i a z z a e d a l t r ea n c o r a ” , h a i n c o n -t r a t o g l i a l u n n i d e l l aS c u o l a S e c o n d a r i ad i I g r a d o d i Ta u r a s ip e r p r e s e n t a r e i ls u o l i b r o , d e d i c a t oa l l a s t o r i c a p i a z z ad e l l a “ n a t ì a ”Ta u r a s i . A l l ’ e v e n t o -r e a l i z z a t o n e l l ’ a m b i -t o d e l “ P r o g e t t ol e t t u r a ” - h a n n op r e s o p a r t e i lD i r i g e n t e S c o l a s t i c o- P r o f . s s a Te r e s aS t a i a n o , i lC o m m i s s a r i oP r e f e t t i z i o - D o t t .M a r i o L a M o n t a g n a ,i l P r o f . E n r i c oF r o n c i l l o - g i à d o c e n -t e d i q u e s t oI s t i t u t o , i l P r o f .A n t o n i o P o l i d o r o ,g i à d o c e n t e d iS t o r i a d e l l a M u s i c ap r e s s o i l c o n s e r v a -t o r i o S a n P i e t r o aM a i e l l a .

    S t o r i e d e l l a P i a z z a e a l t r e a n c o r a è u n a r a c c o l t a d i p o e s i e d e d i c a t a

    a T a u r a s i e a l l e s t o r i e d e l l a s u a p i a z z a p r i n c i p a l e . S c r i v e l ’ a u t o r e :

    " C o n o s c o i l s i l e n z i o d e l l a P i a z z a , i l t e m p o i n f i n i t o , i l c a l d o a p p i c c i c o s o

    e i l f r e d d o c h e t i a s s a l i v a a l l ' u l t i m o l e g n o d e l c a m i n o , i g e l o n i a i p i e d i ,

    i l p e t t e g o l e z z o , l a m a l d i c e n z a , l a f a m e , i l p u z z o d e l l a

    n o t t e , l e m o s c h e , l e l a c r i m e d i m i a m a d r e , i s i l e n z i d e l l a n o n n a e i s u o i r i t i

    d ' u n a p r o f o n d a f e d e s u p e r s t i z i o s a , l e s c a r p e r a b b e r c i a t e c o l f i l d i f e r r o ,

    i p a n t a l o n i c o n l e p e z z e , l e f u g h e , i l i b r i c h e n o n c ' e r a n o . . . "

    La storia

    “Un posto magico, surrealedove gli occhi brillano”

    L’autore, AntonioDaniele, ha vissutonell’antico centro sto-rico di Taurasi i primisette anni della suavita, dove ha avuto uninfanzia difficile, carat-terizzata dalla fame,dal freddo che lo assa-liva, dai pettegolezzi,maldicenza e dalle sof-ferenze della madre edella nonna.Nonostante ciò questiluoghi sono dentro dilui e li rievoca nellesue poesie, come ilBelvedere di S.Angeloche si affaccia sullavalle del Calore; unposto magico, surrea-le, dove gli occhi brilla-no per la meravigliadello scenario!L’autore le sere d’esta-te si recava, con i suoiamici, sul BelvedereSant’Angelo; sedutisul muretto con legambe penzolanti sul

    ciarsi.Sul belvedere andava-no anche i contadiniangosciati, coscienti dinon poter far nientecontro le piene, a rim-proverare la pioggia, ilfiume e il fango cheavevano distrutto illoro raccolto, cancel-lando tutte le speran-ze di avere un po’ dicibo per l’inverno cosìda sfamare le propriefamiglie.In questo meravigliosoluogo ci si andavaanche soltanto perritrovarsi con gli amici,per contare le stelledel cielo oscuro e vive-re momenti di spensie-ratezza.

    Mario Emanuele Di Meo

    CLASSE I A ,SECONDARIA I GRADO

    PLESSO DI TAURASI

    promontorio , scruta-vano le lucciole che,come puntini lumino-si, danzavano nell’o-scurità al suono delleacque del fiume e delfruscio del vento chemuoveva le spighe digrano.Questo rappresentavaper loro l’unicomomento di ricreazio-ne, di spensieratezza,di distrazione dallelunghe e faticose gior-nate. Non avevano gio-chi, non avevano sva-ghi e dovevano accon-tentarsi della natura.D’inverno ci si recavaal Belveder Sant.Angelo a contemplarela valle del Calore rico-perta di neve; non siudiva nessun rumore.In questo silenziospettrale sembravache i paesi all’orizzon-te si facessero più vici-ni, come ad abbrac-

    COMMENTO ALLA POESIA “BELVEDERE SANT’ANGELO” TRATTA DALLA RACCOLTA “STORIE DELLA PIAZZA E ALTRE ANCORA”

  • 5Scuol@ 3.0News

    “Il Pino Irpino”appointment renewed even this year

    Even this year the appoint-

    ment with "Il Pino Irpino",

    has been renewed. As known,

    it was an idea which star-

    ted in 2011 during a chat

    at a bar among friends and

    consequently transformed

    with sacrifice and perseve-

    rance in an unprecedented

    cultural and social

    project. In just 3 days,

    from 7 to 9 December, the

    Association "Il Pino

    Irpino” reached 118

    Municipalities, covering

    907 km in 62 hours. The

    main objective of this year

    was to collect stationery

    and school supplies such

    as: pens, pencils, markers,

    pastels, notebooks, rulers,

    backpacks, new or in good

    condition, which will be

    redistributed to families in

    difficulty through the

    Diocesan Caritas. The purpo-

    se of this initiative is to

    support those families who

    have major difficulty in

    buying school materials that

    are very often expensive but

    necessary for the integral

    development of each child,

    since going to school is one

    of the fundamental rights of

    children. In Paternopol,

    they arrived on December 7th

    and were welcomed at the

    Biblioteca Comunale, where

    the school material was col-

    lected thanks to the genero-

    sity of the “Paternese”

    families.

    Classe III scuola secondaria

    1° Grado Paternopoli

    STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNEIl 25 novembre è la giorna-

    ta mondiale contro la vio-

    lenza sulle donne. La data

    è stata scelta dal movimen-

    to internazionale delle

    donne in onore delle sorel-

    le Mirabal, attiviste della

    Repubblica Dominicana

    assassinate il 25 novembre

    del 1961 perché si oppone-

    vano al regime dittatoriale

    del loro paese. Il fenomeno

    della violenza maschile

    sulle donne è un argomento

    molto importante e delica-

    to, erroneamente considera-

    to, come lontano, come

    qualcosa che ormai non ci

    riguarda più. Ancora oggi

    le stragi di violenza

    maschile sulla donna vengo-

    no codificate dalla cronaca

    con le parole “omicidio

    passionale”, “d’amore”,

    “raptus”, “momento di gelo-

    sia”, quasi a testimo-niare

    il bisogno di dare una giu-

    stificazione a qualcosa che

    è in realtà mostruoso. La

    violenza colpisce le donne

    dovunque. Può colpire qua-

    lunque donna, comprometten-

    done il benessere generale e

    impedendole di partecipare

    pienamente alla società.

    Circa la metà delle donne

    nell'Unione europea è stata

    vittima di molestie verbali,

    fisiche o online. Ma cosa si

    può fare per contrastare

    questo terribile e crescente

    fenomeno radicato nella

    nostra cultura? La scuola è

    il luogo principale dove

    questa cultura può cambiare.

    Con questa consapevolezza,

    al “Di Prisco” - durante

    tutto l’anno scolasstico -

    attiviamo percorsi didattici

    per educare alla paritò di

    genere e per eliminazione la

    violenza contro le donne.in foto: il lavoro della classe II secondaria di I grado - plesso di Taurasi

  • 6Scuol@ 3.0News

    I MESTIERI DI UNA VOLTANell’ambito dell’UDA sulle antiche tradizioni ecco la ricerca degli alunni della classe quinta primaria di Taurasi

    IL FALEGNAME

    I falegnami del passato lavoravano

    tutto a mano, segavano, inchioda-

    vano e di sudore ne colava parec-

    chio. In tutte le botteghe c’erano dei

    banchi da lavoro lunghi, larghi e

    pesanti ai cui fianchi non mancava-

    no le morse per poter stringere e

    tenere fermo il legno da lavorare.

    La bottega del falegname era sem-

    pre disordinata, il pavimento era

    ricoperto di segatura e trucioli. Alle

    pareti erano appoggiate travi, travi-

    celli e arnesi attaccati ai chiodi:

    seghe, trapani a mano e morsette. In

    passato quasi tutti i mobili di una

    famiglia erano costruiti nelle fale-

    gnamerie locali.

    IL SARTO

    Il sarto era un “professionista” dota-

    to di grande sensibilità e gusto, in

    grado di realizzare un abito in tutti i

    suoi passaggi: dal modello al taglio

    della stoffa, dalle misurazioni e cor-

    rezioni alla cucitura, dalla rifinitura

    alla stiratura. Il laboratorio era forni-

    to di un tavolo per confezionare i

    vestiti, forbici maestose per il taglio

    della stoffa, riga, squadra, ditale,

    gessetti, un tavolo da stiro, un ferro

    da stiro a carbone e una macchina

    per cucire a pedale. Era un punto di

    ritrovo degli amici e, mentre il sarto

    cuciva o stirava, i presenti si aggior-

    navano sui fatti del paese.

    “LO STAGNARO”

    “Lo stagnaro” era un artigiano

    ambulante capace non solo di fare

    la stagnatura dei recipienti di rame,

    ma anche di vere e proprie ripara-

    zioni, quali: rappezzo di buchi,

    livellamento delle ammaccature e

    sostituzione dei manici rotti ai con-

    tenitori. Andava di casa in casa, por-

    tava con sé un martello, dei chiodi,

    delle forbici, delle tenaglie, un’incu-

    dine e, naturalmente, delle barrette

    di rame che fondeva con l’acido

    muriatico. Quando gli veniva porta-

    passava il tempo giocando a carte e

    il cantiniere vigilava aspettando con

    ansia il dovuto pagamento.

    IL FORNAIO

    E LA MASSAIA

    Il mestiere del fornaio era un lavoro

    umile e molto faticoso. Le massaie

    impastavano il pane in casa e il for-

    naio, all’alba, con il carretto passava

    dalle abitazioni per portarlo al

    forno.

    La lunga notte del pane cominciava

    intorno a mezzanotte con la prepa-

    razione dell’impasto. La massaia

    sistemava sulla madia la farina a

    forma di mucchio, sulla cui som-

    mità apriva un foro nel quale, insie-

    me al lievito madre e al sale, versa-

    va una quantità di acqua tiepida. La

    pasta veniva energicamente schiac-

    ciata con i pugni chiusi, girata e rigi-

    rata molte volte. Dall’impasto la

    massaia ne staccava un pezzo e ad

    esso dava la forma del ‘panetto’.

    Successivamente i ‘panetti’ veniva-

    no sistemati su tavole e protette con

    coperte di lana, perché lievitassero

    bene. Infine veniva cotto, dal for-

    naio, nel forno di pietra con frasche

    di ulivo.

    Classe V Primaria di Taurasi

    Gli alunni hanno approfondito le antiche modalità di esecuzione di molti lavori

    to un recipiente da riparare, la prima

    operazione era quella di eliminare

    le ammaccature che venivano livel-

    late poggiando l’oggetto sull’incu-

    dine e battendolo con il martello. La

    stagnatura, invece, avveniva met-

    tendo sul fuoco la pentola e portan-

    do lo stagno alla sua temperatura di

    fusione, con l’aiuto dell’acido

    muriatico.

    “LO CISTARO”

    “Lo cistaro”, come altri artigiani,

    usava il prodotto locale per la realiz-

    zazione di recipienti e contenitori

    per gli usi quotidiani e per le varie

    attività agricole. I cesti di vimini

    venivano realizzati a mano median-

    te la tecnica dell’intreccio e se ne

    costruivano di tutte le dimensioni e

    per svariati usi. “Lo cisto” veniva

    usato dalle contadine per portare da

    mangiare ai loro mariti in campa-

    gna. I panari servivano in occasione

    di Pasqua per deporvi uova e dol-

    cetti o vi conservavano la frutta

    secca. Nella culla di vimini le con-

    tadine sistemavano, portandola in

    testa quando andavano in campa-

    gna, i bambini in tenera età.

    “LO SCARPARO”

    La bottega dello “scarparo”, pur

    angusta e stretta, era un punto di

    aggregazione e di socializzazione.

    Passandovi innanzi, conoscenti ed

    amici, vi si fermavano con frequen-

    za abitudinaria. Tutti gli artigiani si

    limitavano a risuolare, rattoppare e

    riparare scarpe, ma solo alcuni

    erano bravi, esperti ed in grado di

    costruire scarpe nuove.

    “Lo scarparo” indossava un lungo

    grembiule e, seduto su una bassa

    sedia o su corto sgabello, lavorava

    posizionato davanti al “bancarriel-

    lo”, un tavolino quadrato, piccolo,

    con qualche cassetto e a quattro

    piedi. Gli strumenti di lavoro erano

    semplici e pochi.

    Il principale attrezzo era senz’altro

    l’incudine metallica che, a forma di

    piede rovesciato, si poggiava, stabil-

    mente, sulle ginocchia.

    Tra gli altri strumenti da lavoro c’e-

    rano il martello con la testa tondeg-

    giante, le tenaglie, la pinza, il trincet-

    to, la raspa, la lima, i chiodini di

    varie dimensioni, la pietra per batte-

    re il cuoio, lo spago e alcuni pennel-

    li.

    IL CANTINIERE

    Una professione antica che possie-

    de un fascino tutto suo, fatto di

    esperienza, mestiere ed anche pic-

    coli e grandi segreti.

    L'arredamento della cantina era

    principalmente costituita da due

    enormi botti con vino rosso e una

    botte piccola per il bianco, tenuto in

    scarsa considerazione. Nel retro

    cantina c’erano un paio di tavoli

    con le sedie impagliate e qualche

    panca. Da un piccolo bancone,

    situato quasi dietro la porta della

    cantina, venivano serviti, ai clienti

    di passaggio, dei bicchieri di vino

    “sfuso”, con pochi spiccioli.

    Le cantine la sera erano abbastanza

    frequentate e nei giorni di festa era

    impossibile trovare un posto. Si

  • Inferno, gli alunni declamano iversi del Sommo Poeta

    Nello scorso mese didicembre, gli alunni dellaclasse seconda seconda-ria di I grado del plessodi Fontanarosa hannopresentato il loro lavorodi approfondimento suDante, declamando partidell'Inferno. “Abbiamoletto alcuni canti dellaDivina Commedia, un'o-pera conosciuta in tuttoil mondo – hanno chiari-to gli alunni -.L'approccio, che ha gui-dato il nostro apprende-re, ci ha letteralmentelasciati affascinati dallacreatività del poeta,dalla sua fantasia neldescrivere il viaggio.Durante questa attività ,abbiamo anche imparatoa lavorare in gruppo edaiutarci. Abbiamo capitoquanto sia importantecondividere le idee e lenostre riflessioni.Abbiamo acquisito la

    7Scuol@ 3.0News

    capacità di esprimere inostri sentimenti, cer-cando di non essere timi-di. Siamo felici di avercondiviso questa attività, e scusateci se nonsiamo stati perfetti. Noialunni ringraziamo igenitori che hanno pre-senziato alla nostra rap-presentazione.Ringraziamo la professo-ressa Gala , che ci ha aiu-tato ad avvicinarci allostudio della letteratura,la scoperta che essa con-tiene, la chiave per ren-dere noi ragazzi , creati-vi , riflessivi , soprattuttoad educare i nostri senti-menti e contribuire e adivenire “cittadiniresponsabili” .Ringraziamo la presideper averci permessoquesto momento di cre-scita personale e relazio-nale , grazie di cuore” .

    La seconda classe della secondaria di I grado porta in scena Dante

    Dalla voce al tamburo ... la storia della musica presentata dagli alunni della quarta primaria di Taurasi

    Tutti noi bambini della classe IIIdella scuola primaria di Luogosanoabbiamo approfondito il significatoimportante di questa parola in occa-sione di un concorso a cui abbiamopartecipato. Le nostre insegnanti ci hanno comu-nicato la possibilità di partecipare,con un nostro personale progetto,adun concorso indetto da un ente for-mativo in collaborazione con il Miur,dal titolo: “ GENOVA NEL CUORE”. In classe abbiamo conosciuto ediscusso della tragedia che ha colpi-to questa città durante l’estate: delcrollo del ponte , delle vittime e delledifficoltà che le persone e i bambinidi quel posto stanno affrontando. Tutti ci siamo chiesti come poterliaiutare e cosa poter fare per loro: unnostro piccolo gesto di solidarietà.Con entusiasmo abbiamo pensato acosa realizzare e l’idea di un disegnoci sembrava quello più adatto a noi.Dopo diverse ipotesi il nostro elabo-rato è stato questo. Abbiamo voluto dimostrare lanostra vicinanza ai genovesi rappre-sentando 20 bambini di ogni regioned’ Italia( scritta sui palloncini )chesi tengono per mano per costruireidealmente un ponte di solidarietàsu un fiume di frasi ,da noi ideate, diaffetto ed incoraggiamento.

    Classe III primaria Luogosano

    LA SOLIDARIETA’

    Il “Mito”: la ‘sacralità’ del genere letterario nella ricercadella terza primaria di Fontanarosa

  • I GIOCHI OLIMPICIIERI E OGGI

    8Scuol@ 3.0News

    Nel nostro percorso di studioquest’anno abbiamo cono-sciuto le origini delle olimpia-di,quei giochi che in un modoo in un altro abbiamo sempreguardato in tv e che non pen-savamo avessero una cosìlunga storia. ll nome provienedalla città di Olimpia dove sisvolgevano i giochi ..Essi furo-no istituiti per omaggiare ilDio Zeus e dal 776 a.C. al 393d.c in tutto si tennero 292 edi-zioni. Le gare erano 20(corsa, lotta, pugilato, etc …)da svolgere in 7 giorni. La par-tecipazione era riservata aicittadini greci maschi e vinci-tori delle gare erano premiaticon una corona di alloro. Siconsideravano giochi “ inter-nazionali ” poiché i parteci-panti provenivano dalle variecittà-stato della Grecia, edanche dalle colonie. Per per-mettere ad atleti e spettatoridi raggiungere Olimpia daogni parte della Grecia,durante lo svolgimento deigiochi olimpici tutte le guerreerano sospese. Le olimpiadiavvenivano ogni 4 anni, furo-no usate come calendario perdatare gli eventi storici. I gio-chi persero importanza con ìaumentare del potere deiromani in Grecia. Nel 393d.C.furono aboliti e Olimpiavenne allontanata. Nel 1896,ad Atene dopo quasi 15 secolidi interruzioni ,Pierre deCoubertin inaugurò i giochi

    A Luogosano sopravviveuna tradizione moltoantica, quella dei “FuochiAllavorati”,che affonda le proprieradici nella notte tra ilsette e l’otto dicembredel 1854.I fuochi nacquero peraffrontare il freddo e ilbuio di dicembre.I protagonisti di questafesta era la gente conta-dina in voglia dell’adora-zione dell’ ImmacolataConcezione. La sera del sette dicem-bre di ogni anno ,alsuono delle campanedella chiesa madre ,ven-gono accesi questi fuo-chi. La festa assume uncarattere ricreativo per-mettendo alla popolazio-ne e ai diversi pellegrini,che molto spesso accor-rono,di assaporare spe-cialità tradizionali a basedi prodotti tipici Irpini(carne, formaggi ecc.) edegustare vini. Il tutto èaccompagnato sia damomenti di preghiera, siada balli e canti.Il termine “FuochiAllavorati” deriva dalfatto che i falò venivanoassemblati con unabuona disposizione dellalegna. La raccolta della legna è ildivertimento principaledi tutti noi bambini: infat-ti aspettiamo con ansiaquesta festa per riunirci ilpomeriggio e andare acercare più legna possibi-le per fare il fuoco piùgrande.

    CLASSE V PRIMARIA

    LUOGOSANO

    I FUOCHIUna serata magicaPiena di vitaCon gente divertitaPer le strade delpaese

    i Fuochi AllavoratiVengon preparatiLa tradizione così liha chiamatiPer il lavoro scrupo-loso e faticosoMa che la federende gioioso.In onore della madonnaTutti intorno in preghieraPer creare una nuova atmosferaTra preghiere e canzoniVengon fuori odori e saporidalle pietanze migliori.

    Ecco i “Fuochi Allavorati”A Luogosano sopravvive una tradizione molto antica

    olimpici moderni; potevanoparteciparvi atleti di tutto ilmondo, svolgersi in nazionidiverse dalla Grecia e, dal1900 , potevano gareggiareanche le donne. Anche oggiquesta grande manifestazio-ne sportiva ha come scopoprincipale quello di mettereinsieme migliaia di atleti pro-venienti da tutti i Paesi delmondo, per dare il vero esem-pio di lealtà sportiva :sulcampo gli atleti sono avversa-ri, ma una volta terminate legare si sentono tutti uguali evicini, al di là delle differenze.Fu lo stesso DE Coubertin aideare il Villaggio Olimpico:una grande area con alloggi estrutture in grado di ospitaretutti gli atleti, che hanno cosìla possibilità di vivere i giochil’uno al fianco dell’altro. Ilsimbolo più noto delle olim-piadi è la bandiera con i cin-que cerchi che rappresentanoi continenti e la loro unionequindi lo spirito di amiciziache deve animare i giochi.Anche noi l’anno scorsoabbiamo organizzato lenostre piccole olimpiadi edinsieme ai bambini di tutti i 5plessi dell’istituto ci siamo sfi-dati in gare sportive: unmomento di incontro e digioco che è servito a sentirciparte della stessa comunità.

    CLASSE V PRIMARIALUOGOSANO

    Il 7 dicembre ogni anno in occa-sione della vigilia dei festeggia-menti dell’ImmacolataConcezione si rinnova aLuogosano l’appuntamento dei“Fuochi Allavorati” in diversezone del paese, al suono dellecampane vengono accesi i falò.E’ una tradizione molto anticasembra risalga al 1854, quandoil papa Pio IX proclamò il dogmadell’ Immacolata Concezione;allora le persone si riunivano instrada tutte insieme per prega-re e, visto che faceva moltofreddo accendevano il fuoco.I genitori e i nonni hanno raccon-tato che una volta le personefacevano a gara a chi preparavail fuoco più grande e disponevameglio la legna (FuochiAllavorati).Già a settembre si iniziava a rac-cogliere la legna. La sera delsette dicembre dopo la celebra-zione della S.Messa davanti allachiesa si accendeva il fuoco e ilprete lo benediva, le personeaccendevano le torce vicino alfuoco benedetto e correvanoad accendere i loro falò.Intorno al fuoco c’erano ledonne e gli anziani vestiti inmodo particolare che recitava-no il rosario. Si preparavano lecaldarroste e le patate sotto lacenere, alcune famiglie prepara-vano anche le zeppole sia dolceche salate, intorno al fuoco sipregava e si ballava. Il prete conaltre persone passava a benedi-re i falò e insieme si recitava unapreghiera . Poi si aspettava conansia per sapere chi aveva vintoil premio per il fuoco più grandee religioso.Oggi la tradizione continua, manon è soltanto un fatto religio-so, ma anche un modo per stareinsieme, divertirsi e assaggiare iprodotti locali.

    Classe III primariaLuogosano

    L’appuntamento del sette dicembre

  • I piccoli imparano a differenziare

    9Scuol@ 3.0News

    Attenzione puntata sulla salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo

    I bambini della Scuola dell'infanzia di

    Sant'Angelo all'Esca, attraverso attivitàlaboratoriale e ludico-creative,

    hanno compreso comeeffettuare la raccoltadifferenziata, la sua

    importanza e la responsabilità nella

    salvaguardia dell'ambiente ...

    "RICICLARE É UNA MAGIA!"

  • La successione ciclica delle stagioni

    Gli alunni dellapluriclasse prima

    e seconda delplesso di

    Luogosano hanno studiato la successione

    ciclica dellastagioni e hanno

    realizzato un cartellone con l’utilizzodi diversi tipi di materiali

    La pluriclasse di Luogosano presenta il suo lavoro

    Lo studio degli insiemi e non solo... ecco lavori della classe I Primaria di Fontanarosa

    Scuol@ 3.0News 10

  • 11Scuol@ 3.0News

    NATALE, TEMPO DI DONI E DI BUONI SENTIMENTI

    La civiltà contadina ci inse-gna l’attesa, la condivisione,la festa. Non si può sapere qual è ilvero lavoro del contadino:arare, seminare, falciareoppure se è, nello stessotempo, produrre e consuma-re alimenti genuini e respira-re aria buona; poiché tuttequeste cose sono fra lorounite, quando il contadinone fa solamente una comple-ta anche tutte le altre. Per luitutto è lavoro e niente èlavoro: è la sua vita. Facendo un confronto tra lavita contadina di oggi e quel-la al tempo dei nostri nonninotiamo molte differenze… icontadini di una volta svolge-vano un lavoro prevalente-mente manuale; gli ortaggi, ilfrumento, la farina, l’olio, ilvino, erano prodotti conenorme fatica e per questonon venivano mai sprecati:niente veniva buttato via!Oggi, invece, il contadino haa sua disposizione moltiattrezzi e macchine agricoleche facilitano e velocizzano ilsuo lavoro. C’è un antico pro-verbio che dice: “Tre cosevuole il campo: buon lavora-tore, buon seme, buontempo”. L’andamento dellestagioni infatti è fondamen-tale per ottenere buoni rac-colti. “In autunno si semina,in inverno si riposa, in prima-vera germoglia, in estatediventa spiga…” questa è lastoria del chicco di grano,che ogni anno ciclicamente si

    rinnova. Il grano per cresce-re ha bisogno di pioggia,sole, neve e aria. Le spigheche ondeggiano al ventosono uno spettacolo dellanatura! La grandine però puòdanneggiarle. Quando giun-ge l’estate i campi sono bion-di e con il solleone la mietitu-ra e la trebbiatura possonoavere inizio. Il grano vienepoi macinato ed ecco qua:mescolando la farina conacqua, sale e lievito, le bellepagnotte sono pronte peressere infornate… che pro-fumino! I contadini amano laterra e sanno come trattarla:quali erbe cercare, quali

    Gli alunni della terza primaria di Taurasi raccontano la festa più importante dell’anno

    estirpare, quali piantare ecoltivare. Escono dalle lorocase all’alba e vi rientrano alcalar del sole; dissodano lezolle con la forza delle lorobraccia e la terra non sempreè generosa con loro… eppu-re continuano ad affidare adessa le loro speranze di rac-colto, di serenità e di festa!Quando la fatica si fa sentire,congiungendo le mani incalli-te essi elevano al Signore uncanto che diventa preghiera.Il Natale imminente è un’au-tentica occasione per riac-cendere una speranza cheriguarda l’umanità intera: nelmondo c’è urgente bisogno

    di doni come l’amicizia, la fra-ternità, l’amore, cioè di valoriche la civiltà contadina hasaputo tramandare nella sem-plicità di una vita improntataai buoni sentimenti. NellaBibbia si narra che Noè fu ilprimo a piantare e a coltivareuna vigna. Egli, sopravvissutoal diluvio universale, vollestringere un patto di alleanzacon la terra; decise infatti dilavorarla a lungo, aspettandocon pazienza i suoi frutti…quando ebbe finalmente trale mani i grappoli d’uva matu-ra, decise di procedere allavendemmia per ottenere quelsucco portentoso che fer-

    menta, diventa mosto, ribol-le. “Pane e vino son la salutedel contadino!” Accanto alpane quotidiano necessarioper vivere, l’uomo ha avuto ilvino, gustosa bevanda cheesalta la gioia condivisa! ATaurasi produciamo dell’otti-mo vino, esportato in tutto ilmondo! La vigna (qui da noinon c’è famiglia che non neabbia almeno una…) è unacreatura che va curata edaccudita in tutti i mesi dell’an-no! Anche d’inverno, quandoi vitigni nudi e scuri sembranomorti, il contadino ha un belda fare: pota le sue piantementre il freddo gli arrossa

    naso e guance… egli parlaalla vite chiedendole scusaper quei tagli che sononecessari affinché essa siprepari ad una rinascita! Civuole pazienza, bisognasaper attendere e… poi eccol’arrivo della bella stagionein cui i vigneti si colorano diverde e gli acini si gonfia-no… il contadino passa tra ifilari e abbassa le viti affin-ché il sole colpisca meglio igrappoli. L’estate scorreveloce e quando le giornatecominciano ad accorciarsitutto è pronto per la ven-demmia! L’inverno si avvici-na, ma intanto il vino è fattoe se ne sta quieto nelle botti.Con fatica e sudore si potanoe si concimano gli uliveti; dasecoli i ramoscelli d’ulivosono segno e simbolo dipace fra i popoli. I contadiniraccolgono quei frutti bene-detti e li conducono al fran-toio… olio santo… condi-mento dei nostri cibi, benedi-zione di Dio! Ogni mattina,da buone massaie, le donnedi campagna deponevano sulvecchio tavolo di legno dellacucina un pezzo di pane, unfiasco di vino, un orciolo diolio e una saliera, ricoprendotutto ciò con un tovaglioloda loro stesse ricamato conla scritta “L’olio, il pane, ilvino, il sale siano lezione econsolazione”.

    Gli alunni della classe terzadella Scuola Primaria di

    Taurasi

  • 12Scuol@ 3.0News

    CARO BABBO NATALE TI SCRIVO...

    Caro Babbo Natale, siamogli alunni della classeterza scuola primaria diLuogosano, ti scriviamoper raccontarti un po’dinoi. Rispetto allo scorsoanno siamo in grado dicapire meglio il significatodelle parole: amicizia, soli-darietà, perdono, gratitu-dine e tante altre che viavia apprenderemo duran-te il nostro percorso divita. Siamo un gruppoclasse molto affiatato, civogliamo bene e siamolegati da fraterna amici-zia, ma soprattutto, cometutti i bambini ci piaccionotanto le feste e i prepara-tivi che le precedono. Peresempio in quest’annoscolastico la prima bellafesta, oltre a quella delprimo giorno di scuola, èstata quella dedicata ainonni. In questa ricorren-za, in classe oltre a rac-contare ed ascoltare tantevecchie storie, abbiamorealizzato per regalo deigraziosi quadretti, ese-guiti con le nostri maniper i nostri cari nonni,che oltre a volerci tantobene sono una fonte ine-sauribile di saggezza.Quando siamo tornati acasa e gli abbiamo conse-gnato il regalo, tutti inostri nonni si sono com-mossi tantissimo. Poi èarrivato Halloween, lafesta che noi bambiniamiamo ma che non tutti i

    Gli alunni della terza primaria di Luogosano gli hanno scritto per raccontare le proprie storie

    Mesostici e acrostici del Natale

    grandi preferiscono econdividono . Abbiamoscoperto che è un’anticafesta tradizionale impor-tata, di altre popolazionidel nord Europa , unasorta di compromesso trale credenze celtiche equelle cristiane. La cosache ci ha divertito molto èstata la creazione dellaborsetta per i dolcetti, dautilizzare la sera da tuttinoi in giro per il paesepronunciando la famosafrase :” dolcetto o scher-zetto “, cantando inoltreanche una simpatica can-zoncina. Ci siamo divertitimolto. In questi giorni,siamo presi dai preparativiper la festa più importan-te dell’anno quella delNatale, dove analizzere-mo il significato delleparoline più difficili dacomprendere come:bontà, fede, gratitudine,perdono, felicità, amore.Caro Babbo Natale confi-diamo tantissimo in te ,affinchè grazie al tuoaiuto i nostri lavoretticreati per Il Natale dianogioia a tutti e che i cantiche abbiamo preparatoallietino i cuori di tutti.

    Gli alunni della classeterza della Scuola

    Primaria di Luogosano

    In vista del Natale, glialunni della classe secon-da Primaria diFontanarosa si sono ‘alle-nati’ giocando con leparole.La loro creatività si è sof-fermata nella costruzionedi acrostici e mesostici. L'acrostico è un gioco chesicuramente molti di noigià conoscono: si sceglieuna parola e la si scriveverticalmente in stampa-tello. Poi si compone una fraseusando parole che comin-ciano con le lettere inco-lonnate.

    Il mesostico è un giocosimile all'acrostico macon una difficoltà in più.Si sceglie una parola ouna breve frase e la siscrive verticalmente instampatello come per l'a-crostico. Poi però occorreinserire su righe orizzon-tali ciascuna lettera inuna parola o frase, cosìche complessivamente nerisulti un testo collegatoin qualche modo allaparola iniziale.Acrostici e mesostici sonotra i giochi più semplici ei più conosciuti: bastascegliere un nome, unverbo o un aggettivo eabbandonarsi all’immagi-nazione.

  • FONTANAROSA E LE TRADIZIONI NATALIZIE !

    Gli alunni della classe quarta della scuola primaria di Fontanarosa alla scoperta delle antiche usanze

    13Scuol@ 3.0News

    Gli alunni della classe IV B della scuola primaria di Fontanarosa, attraversoun percorso didattico che ha spaziato dall’italiano ad arte e immagine e dalla storia

    alla geografia, nonché da informazioni assunte dai propri familiari ed in particolar modo dai nonni, hanno scoperto le origini storiche del nostro paese,

    la sua ubicazione geografica, le sue bellezze artistiche, conoscere la storia del presepe di Fontanarosa, un tempo definito il “più bel presepe del mondo”

    e riscoprire le vecchie tradizioni del Natale. Infatti il Natale e il presepe sono semprestati momenti importanti nella cultura dei Fontanarosani .

    L’area Natalizia si iniziava a respirare subito dopola ricorrenza dell’Immacolata con l’arrivo degli zampognari, ma ancor di più con il

    ritorno, spesso con la “famosa valigiadi cartone” di chi, emigrato, tornava a casa, perpassare qualche giorno con i propri cari. E ancora i valori della famiglia che si riunivaintorno al caminetto, acceso con un grosso pezzo di legna detto “ceppone”, in attesadel “cenone” di Natale, cena semplice e povera composta quasi sempre da spaghettiaglio e olio, baccalà “nzeppolato” o fritto con peperoni secchi , sedano, cavolfiore e

    frutta secca al cui termine ci si recava, in fila indiana facendo luce con una candela, in chiesa per la messa di Natale.

  • FONTANAROSA E LE TRADIZIONI NATALIZIE !

    14Scuol@ 3.0News

    Anche quest'anno gli alunni della classe

    seconda della scuola Primaria dell'

    Istituto Comprensivo "Luigi Di Prisco" di

    Fontanarosa hanno allestito l' angolo

    della solidarieta' e realizzato lavoretti

    natalizi anche con oggetti di riciclo.Il

    materiale donato grazie alla generosita'

    di tanti (cibo, giocattoli, giochi e materiale

    scolastico) e i proventi raccolti dalla ven-

    dita dei manufatti degli alunni sono stati

    destinati alla Parrocchia Santa Maria

    dell' Aiuto di Castel Volturno dove un

    nostro compaesano, padre Antonio

    Guarino , gestisce un centro di accoglien-

    za di immigrati nigeriani e ganesi.

    Classe IIIprimaria

    Fontanarosa

    in foto: materiale raccolto, inscatolato e donato alla par-rocchia "Santa Maria dell'Aiuto" di Castel Volturno

    NATALE SOLIDALE

  • ANGELI E ANGIOLETTI INFESTA!

    Gli alunni della classe prima della scuola primaria di Taurasi interpretano il Natale…

    15Scuol@ 3.0News

    Nella Notte Santa un pupazzo di neve alza gli occhi al cielo e scorge una moltitudine di angeliche festeggiano la nascita di Gesù Bambino. Che notte speciale! Ci sono angeli assorti in pre-ghiera, angeli che suonano dolci melodie, angeli che cantano… altri che dalle nuvole indicano

    la stella cometa ed osservano il presepe…

  • Gli alunni della classe prima della scuola primaria di Taurasi interpretano il Natale…

    16Scuol@ 3.0News

    ANGELI E ANGIOLETTI INFESTA

  • SPECIALE NATALE!

    17Scuol@ 3.0News

    Il Presepe realizzato dagli alunni della classe II primaria

    di Fontanarosa

    Ecco a voi i laboratori creativi natalizi delle classi IV A e B primaria di Fontanarosa

  • 18Scuol@ 3.0News

    IL NATALE COLORATO DEI BAMBINI DELL’INFANZIA DI TAURASI

  • 19Scuol@ 3.0News

    I PICCOLI DI LUOGOSANOPRESENTANO L’ALBERO

    Sisma: manteniamo viva la memoria

    A Gesù bambino

    la notte è scesa

    e br i l la la cometa

    che ha segnato i l cammino.

    Sono davant i a Te,

    Santo Bambino!

    Tu, Re del l ’universo,

    c i ha i insegnato

    che tutte le creature sono ugual i ,

    che le d ist ingue solo la bontà,

    tesoro immenso,

    dato a l povero e a l r icco.

    Gesù, fa ’ ch ’ io s ia buono,

    che in cuore non abbia che dolcezza.

    Fa ’ che i l tuo dono

    s’accresca in me ogni g iorno

    e intorno lo d i ffonda,

    nel Tuo nome.

    segue dalla prima

    Di seguito riportiamo gli ela-borati premiati nell’ambitodel concorso.

    “Quali sono i luoghi più carat-teristici del tuo paese, qualirischi potrebbero correre ecome li proteggeresti daimprevedibili eventi catastro-fici?”

    L'Italia possiede un patrimo-nio artistico-culturale di rile-vanza mondiale, soggetto pur-troppo a diversi rischi siasismici che determinati daeventi atmosferici catastroficiquali: bombe d'acqua, frane etrombe d'aria. La prevenzioneantisimica e idrologica è per-tanto fondamentale per unanazione come l'Italia ricca dimonumenti e opere d'arte mil-lenari. Anche Fontanarosa nelsuo piccolo possiede gioiellid'arte e luoghi che vanno sal-vaguardati dal terremoto e dapossibili eventi catastrofici.Dopo il terribile terremoto del23 novembre 1980, il mio peseè cambiato tantissimo: le abi-tazioni sono state quasi tuttecostruite con criteri antisismi-ci; poche sono le case nonristrutturate e quasi tuttesono situate nel centro storicodove spesso, però, vengonorealizzate delle manifestazionicome sagre o eventi musicali -sottovalutando il pericolo acui ci si espone. Altro sito bel-lissimo ma pericoloso è laPiazza della Misericordia dovesorgono il maestoso campani-le di Fontanarosa e la monu-mentale Chiesa di Santa Mariadella Misericordia. Entrambele strutture sono già restaura-te dopo il sisma del 1980 epossono essere consideratesimboli del nostro borgo rura-le. La Chiesa di stile baroccocustodisce dei veri e propritesori: tele pittoriche del sei-cento, preziosi ori e argentichiusi in casseforti insieme al

    dobbiamo permetterci perchèsi tratta di una eredità prezio-sa che ha richiesto secoli dilavoro da parte dei nostriantenati. Dobbiamo avere piùcura e rispetto per il nostroambiente e la natura per evita-re la sua vendetta.

    Andrea Di PriscoGaetano Renna, Denise De

    Prisco.

    Caro diario,scusa se in questi giorni non tiho scritto ma la mia mente èstata offuscata dalla scossa diterremoto di magnitudo 3.0,che qualche settimana fa si èavvertita a Paternopoli. Inqueste pagine cercherò di rac-contarti quali sono i monu-menti più importanti del miopaese che secondo me sonomaggiormente soggetti aidanni degli eventi catastroficiche potrebbero colpirci inmodo inaspettato. Il monu-mento più famoso del nostroborgo è sicuramente ilCampanile. Osservandolo èpossibile notare che l'intona-co pian pian sta cedendo equesto potrebbe essere unprimo elemento sul quale atti-vare i lavori di ristrutturazio-ne. Un'altra opera importanteè la statua di Cristo Re situatasul tetto della Chiesa di SanNicola Maggiore.Questa Chiesa è stata costrui-ta dai normanni intorno al XIIsecolo e ciò ci fa capire cheandrebbe sottoposta a manu-tenzione. Qualche settimanafa, una delle mani della statuaè caduta a causa del maltempo ed è stato un veromiracolo che nessun passanteabbia riportato dei danni. Pur sapendo che il terremotoè un evento imprevedibile,causato dallo scontro di duezolle della crosta terrestre, iotutti i giorni spero che ciò noncolpisca il mio amato paese.Nutro tale speranza perchédinnanzi ad un evento di taleintensità io in alcuni casi so

    famoso presepe del '700, unorgano e un altare ligneo emosaici con decorazioni dora-te. La torre civica, alta ben 57m si distingue per la sua cupo-la a bulbo ed è rivestita conceramica colorata a tal puntoche è ben visibile dai comunilimitrofi. Un evento sismico di grandeintensità potrebbe sicuramen-te mettere a rischio questicapolavori d'arte nonostantegli interventi di restauro effet-tuati dopo il terremoto. Altrosimbolo di Fontanarosa è labellissima facciata in pietradella Chiesa di San NicolaMaggiore, situata nella partecentrale del nostro piccolopaese. Di recente la statua delCristo Re, che si erge maesto-sa superiormente alla facciatacentrale, ha subito la mutila-zione di un braccio, probabil-mente in conseguenza dieventi atmosferici. Questoepisodio ha stupito e ha ripro-posto il tema della prevenzio-ne. A mio giudizio i tecnici delComune o i responsabili diqueste strutture dovrebberoadoperarsi per la messa insicurezza di questi edifici,effettuando continui test diverifica al fine di emanareordinanze che vietino o con-sentano l'utilizzo delle stessea prescindere dall'agibilitàdella struttura. Non bisognalimitarsi a celebrare gli anni-versari del terribile terremotodel 1980 e ricordare le tantevittime dell'evento ma occor-re una prevenzione continua ecostante del territorio connuove idee per la salvaguardiadei nostri tesori e i luoghi diinteresse artistico. Pensareper un solo istante che inseguito ad una calamitàpotremmo perdere tutti inostri tesori per una semplicenegligenza, così come è acca-duto quest'estate per la cadu-ta dell'obelisco di paglia è unlusso che non possiamo e

    come comportarti, come ascuola ma in altri casi non sofarlo perchè non conosco népunti di raccolta né vie difuga. Sin dalla prima elemen-tare le maestre ci hanno inse-gnato come comportarcidurante una scossa: il perso-nale della scuola (in questocaso i collaboratori) dovrebbesuonare per ben tre volte lacampana per farci capire che èin atto un terremoto – duran-te tale suono dobbiamo met-terci sotto i banchi e attende-re la campana, successivamen-te dobbiamo uscire in fila, concalma, dall'uscita di emergen-za e recarci al punto di raccol-ta; infine usciti da scuola, laprofessoressa o la maestradeve fare l'appello, per con-trollare se tutti gli studenti siano presenti.Ho scritto ciò, perchè pensosia importantissimo saperecosa fare in questi momenti,purtroppo inevitabili, affinchènon sia il panico, la mancatarazionalità, la non consapevo-lezza a prendere il sopravven-to. Dunque è importante chein tutte le scuole venganoeffettuati dei convegni e dellesimulazioni su questa temati-ca - aperti non solo agli alunnima all'intera popolazione. Ovviamente tutto ciò dovreb-be essere accompagnato daun buon lavoro degli addetti ailavori pubblici, i quali devonofare di tutto per salvaguarda-re le varie strutture e di conse-guenza noi cittadini. Caro dia-rio, spero che sia stato abba-stanza chiaro e mi auguro cheal più presto i tecnici delnostro comune ci forniscanoun piano di evacuazione e tro-vino i fondi per restaurare nonsolo i monumenti ma anchetutte le infrastrutture presentisul territorio. Non è impossibi-le: basterebbe una manuten-zione continua, tanto buonsenso e onestà intellettuale.

    Paolo Petroccione