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Scudi e lapidi in San Pietro e San Lorenzo di Salvatore Accardi ©

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Una prova da opporre a terzi acquisiva jus formalee solenne con il rogito in transunto. In alcuni redatti afavore dei ciantri della Collegiata di San Lorenzo sono statirivendicati i privilegi sui riti e le pretese sullo svolgimentodi processioni che hanno generato spinose controversiereligiose, che costituiscono un sovrappiù agli incartamenticontrapposti agli arcipreti della chiesa di San Pietro e aiparroci della chiesa di San Nicola di Bari.

Nel corso della nostra ricerca archivistica abbiamoin parte esaminato diverse dispute e screzi nati tra le partie le estenuanti polemiche descritte in parte da coevitestimoni; notizie che formano un corpus finorasconosciuto sulle azioni d’emeriti eruditi trapanesi suopere e monumenti scomparsi.

In una scrittura notarile leggiamo il resoconto di unadiatriba scaturita al termine del 1780 tra l’arcipreteFrancesco Maria Morello barone di Fratjanni (fratello delpotente secreto Leonardo) e il ciantro Giuseppe GiacomoCipponeri sugli onorifici titoli ecclesiastici imposti conboria ai notai nelle stesure delle pubbliche scritture.

Morello, fiero al pari dei suoi predecessori cheaccolsero Ruggiero, Pietro d’Aragona e Carlo V, l’undicinovembre 1780 fece transuntare le attestazioni giurate difidati prelati dell’esistenza di tre antichi scudi appesi nellachiesa di San Pietro.

Nella prima esposizione, alcuni prelati dichiararonoche nel primo scudo era incisa la seguente frase

… in tutto il tempo di nostra rispettiva Etàco’proprj Occhj abbiamo sempre visto, edosservato fabricati di stucco ed attaccati nelleparti più eminenti dell’Arco Maggiore delCappellone e dirimpetto alla Porta Maggiore, cioèdisposte di Tramontana dell’Arco sudetto unoScudo ben grande colle Armi de Normanni con disopra in Lettere ben grandi e legibili da Chiunquele seguenti parole =

HANC PROTOBASILICAMCOMES RUGIERES

REEDIFICAVIT MLXXVI



Nel secondo scudo erano scolpite le seguenti parole

… dalla parte di Mezzogiorno dell’anzidettoArco Maggiore un altro Scudo di uguale grandezzacolle Armi de Re di Aragona con di sopra in Letteresimilmente ben grandi e Legibili a Chiunque leseguenti parole =

IN HOC TEMPLOPETRUS ARAGONIE

REX JURAVIT MCCLXXXII

Nell’ultimo scudo era scritto

… nel mezzo dello stesso Arco Maggiore conuna grande Aquila pittata in Tavole con in pettol’Armi dell’Augustissima Casa Austriaca, ed al disotto in lettere ben grandi e Legibili da Chiunque leseguenti parole =

VEXILLUM A CAROLO VIMPERATOR HUIS

TEMPLO DONATUM

Quai Monumenti in detta Arcipretale Chiesasonovi stati, e vi esistono ab immemorabili peraverli Noi infrascritti osservato, e visto co’ proprjOcchj sin dalla nostra Fanciullezza e per quarantae più anni continui da che compissimorispettivamente l’anno decimo quarto di nostrarispettiva Età, e per aver sempre così inteso direda Persone più antiche degne di Fede, e queste daloro Predecessori ed ab immemorabili senzacche vifusse memoria di Uomo in contrario.



Non contento della trasposizione sugli scudi dispostinella chiesa, l’arciprete Morello faceva attestare agli stessidichiaranti sotto giuramento il contenuto di un’antica cartaconservata nell’archivio della chiesa.

… E finalmente Noi qui infrascritti facciamo pienaed indubitata fede qualmente nel Muro del Te, didetta Arcipretale Chiesa da parte di menzogiorno,e di rimpetto alla Porta Minore faccia a Ponente daSettant’anni a questa parte sempre vi è statoappeso un Tabellone scritto in Lettere ben grandi eLegibili da Chiunque ove si a’ seguenti parole =

Anno ab Orbe redempto MDCCII Die XXVI. Martij,Secondo a Pontificatu Clementis XI. A CoronationePhilippi V. Hyspaniarum Siciliane, Regis etc.Primo; Primog. A Gubernatione Proregis DonFrancisci Giudici S. R. E. Cardinalis Ab EpiscopiDon Bartholomei Castelli Mazzariesis AntistetisSeptimo et vigesimo primo ab Archipresbiter inhuius Invictima Urbis Drepani Vtriusque IurisDoctoris Don Antonii Mindietta Sancti AngeliAbbatis Sacrosanctam Beatissimi PetriApostolorum Principis reliquiam impartivit in hicProtemplo a Serenissimo Comite Rogeriosignificato Millesimo Septuagesimo Sexto Saracenisdebellatis. Ditatoque Caroli V Imperatoris Vexillopropter tenetis Victoriam MDXXXV

Scudo di Trapani posto nel prospetto laterale della chiesa di San Pietro



Le pregiate onorificenze dell’arciprete Francesco Morello

Alle dichiarazioni seguiva l’attestazione delgiuramento previsto nelle scritturali forme solenni, con lefirme autografe dei dichiaranti autenticate da cinquenotai. Non pienamente soddisfatto di quanto fattoattestare dai sottoposti sacerdoti, l’esimio letteratotrapanese incalzava sulla storicità e fama dell’antica chiesaarcipretale del primordiale quartiere Casal Veteris, vale adire Casalicchio. Il medesimo notaio prolungava la stesuracon un’altra pagina in cui riportava la seguenteinconfutabile notizia

Nel libro intitolato Il Tesoro Nascostodiscoperto a tempi nostri dalla consacrata pennadi Don Vincenzo Nobile Trapanese, cioè “Le Gratie,glorie et eccellenze del Religiosissimo Santuario dinostra Signora di Trapani ignorate fin hora da tuttiall’Orbe battezato, fedelmente si palesano” (inPalermo, per Costanzo 1698, Impr. Girgenti V. G.,Impr. Giusinuo P.) si legge a pagina 725: “haTrapani tre Parochie, una delle qualisuccessivamente è regente facendo le veci diMadrice. La Prima di S. Pietro fondata dal ConteRuggiero, il cui Arciprete un tempo fù superiore delChiericato Ericino nel 1076 e il Cappellone ostental’arme delli Signori Nobili. La seconda Parochia è diSan Nicolò. Di più a pagina 726, parlando dellamedesima Parochia si legge: Chiesa Greca fabricatada Bellisario con quelle delle Sante Caterina e Sofiadella Rena.



La spropositata baldanza di Morello e la suasicumera a voler essere l’unico arciprete a detenere il jussulla matricità di chiesa principale della Città e l’alterigiaribadita nelle antiche scritture rese pubbliche nonpassarono inosservate agli occhi del ciantro Cipponeri, chefece recapitare a Palermo il suo dissentito memoriale alPresidente del Regno, Antonio Cortada y Brù, al qualeaveva anticipato la sua inderogabile constatazione che lafigura del ciantro, confermata finanche dal papa, era diprestigio e rilevante titolo rivestito da un ecclesiastico. Il16 novembre 1780, Cortada y Brù (assente il vicerèMarc’Antonio Colonna principe di Stigliano) scriveva al viceprotonotaro del regno Pietro Papè principe di Valdinaintimandogli di risolvere le turbolenze arrivate alle suestanze e di risanare con perpetuo silenzio la contesa, inquanto

… eccitatesi nuovamente le controversie trale dignità delle Colleggiate di San Lorenzo e di SanPietro colla parrocchiale Chiesa di San Nicolò diTrapani avanzatesi al Governo le rispettiverappresentanze si è da me risoluto e prescritto alGiudice della Monarchia precedente Consulto dellaGiunta di Presidenti e Consultore, perchéassolvendo le parti delle passate trasgressionicirca all’Eccellenza de Titoli Precedenza di luogo eloro Preminenze, facesse religiosamente esseguirela Transazione tralle sudette Chiese del 1739imponendo a nome del Governo un perpetuosilenzio negli articoli in detta Transazionestabiliti. Come già dal Giudice della Monarchia consua Consulta de’ 9 corrente mi hà dato contod’aver spedito il citato atto del perpetuo Silenzio.Al tempo stesso con detta Consulta hà informatod’ordine mio il sudetto Ministro sù di un memorialedel Ciantro Cipponeri della Colleggiata di S.Lorenzo per le controvenzioni commesse dalSacerdote Don Francesco Morello Arciprete diquella di S. Pietro, dachè fù promosso a dettaDignità le turbolenze ed esperizioni sofferte percolpa di lui per volersi far chiamare Arciprete diTrapani quando lo è solamente della Chiesa di SanPietro ed a tal fine detto di Morello ottenne ordineda V. S. alli Notari di detta Città per doverlotrattare nella formazione degl’atti col titolod’Arciprete di Trapani. Ed essendo speditol’accennato atto del perpetuo silenzio per la esattaosservanza di tutti gli articoli della citata



Transazione Ne passo a V. S. la notizia per suaintelligenza e regolamento à mottivo della parteche ella hà avuta nelle menzionate controversie.

Nostro Signore la feliciti.Palermo 16 Novembre 1780.

In merito. Confermiamo che questo documento nonesiste tra le lettere originali o tra i copia letteredell’archivio del Senato di Trapani e quindi, ciò cheabbiamo scoperto testimonia il dissidio riportato dalnotaio, il quale annotava nel margine del documento “libronr. 1 dell’anno 1780/1781, foglio 20”. Seguiva la rispostadel principe Valdina al notaio con il quale comunicava

… avendo risolto il governo pelle conteseavute tra la dignità di codeste colleggiate di S.Lorenzo e di S. Pietro e codesta parrocchiale chiesadi S. Nicola sorta all’eccellenza de titoliprecedenza di luogo e loro preminenze, doversireligiosamente eseguire la transazione fra lemedesime fatta nell’anno 1739, con avere impostoun perpetuo silenzio negli articolo in dettatransazione stabiliti, a me comunicato conbiglietto di sua regal segreteria il giorno 16 dellospirante, copia del quale originale estratta daquest’Officio annessa vi rimetto.

Pertanto vi incarico di non permetterenell’avvenire negli atti che stipularete verunanovità su tale assonto, malgrado la contesasuscitata da codesto Reverendo Don FrancescoMorello per volersi far chiamare Arciprete diTrapani, quando lo è solamente di dettaColleggiata di S. Pietro, restandone risponsabili alcitato governo dell’adempimento.

Tanto esseguirete, mentre sicuro dellavostra attenzione vi bramo felicità.

Palermo 24 Novembre 1780.



Il protonotaro dell’università di Trapani, DionisioMaria de Blasi, si adoperò a far cessare la discordia tra ledue collegiate, ottenendo scarso risultato dato che le litiproseguirono anni dopo tra il ciantro De Luca e l’arcipreteTortorici, subentrati ai rispettivi loro rissosi predecessori.

Un mese dopo, il 18 dicembre 1780, Cipponeririspondeva all’illustre orgoglioso Morello con nuovetestimonianze in un transunto controfirmato da sediciprelati, sei medici, un giudice, un notaio, due baroni, unmaestro di cappella, un professore, un ciantro, undici tranegozianti e mercanti

… Don Antonio Bartoli, Don Rocco AntonioForte, Antonio Bonfanti protomedico, Don AndreaScontrino, Don Alberto Maria Gonzalez et Quinqles,dottore e giudice del Magistero, Don StefanoVerderame, dottore e barone di Tre Fontane, DonFrancesco Maria Bello, Don Francesco Coyrelsovrintendente maggiore, Domiziano Adragnanotaio, Don Francesco Anadeo sacerdotebeneficiale e regio cappellano, Giacomo Bassidottor medico, Don Vincenzo Bonfanti, Don NicolòStinco, Don Giacomo Maria Riccio, Mario Montaltofrate e correttore dei Minimi del convento di SanFrancesco, Don Tommaso Serra, Don GiovanniGreco dottore, Don Mario Mazarese medico, IgnazioAlliata medico, Don Leonardo Volgares, DonGiuseppe Volgares sacerdote e regio cappellano,Giuseppe Benedetto di Santa Maria frate e prioredei padri agostiniani scalzi, Timoteo Maria di SanGiuseppe frate e prefetto della regia accademiadegli studi, Giuseppe Maria di Santo Stefano fratee commendatore del convento di Santa Maria dellaMercede, Paolo Roncajoli priore e prefetto delministero degli infermi, Don Ignazio Corso dottoree professore della reale accademia degli studi,medico maggiore del regio ospedale medicoconsultore della deputazione della salute, DonGiuseppe Lombardo professore di fisica ematematica della regia accademia degli studi,Angelo Maria Volgares frate, Angelo Maria Carusofrate e priore del convento del terzo ordine di SanFrancesco sotto il titolo di San Rocco, GiuseppeGiacalone frate e presidente dell’oratorio di SanFilippo Neri, Saverio Maria Mineo frate e guardianodei padri cappuccini, Giuseppe Maria Gattusofrate, Francesco Maria Ruffino frate, BernardoMaria frate e guardiano dei padri cappuccini,Raffaele del Rios frate e guardiano del convento



dei Minimi riformati sotto il titolo di Sant’Anna,Don Sebastiano Maria Riccio, Don AntonioMazziotta Sieri Pepoli, Don Giuseppe MariaCipponeri e Staiti, Stanislao Maria Laudicina fratee priore del convento dell’Annunziata, AlbertoLaudicina carmelitano e lettore perpetuo eprofessore degli studi.

Le citate quaranta persone, di certo abitanti nelquartiere di San Lorenzo, apposero le firme davanti ainotai Francesco Aloisio Buzzo, Gaspare Fiorentino, IgnazioMarceca, Giuseppe Bonfante, Bartolomeo Daidone edinanzi i testimoni Don Agostino Maria Sala (magistrato delnotariato di Trapani) e Don Gaspare Patrico e del giudiceAlberto Maria Gonzalez e Quinqles.

Gli autografi dei testimoni



Gli autografi dei notai

Firmando il transunto fecero piena ed indubitatafede a tutti e singoli Officiali maggiori e minori, Tribunalie Magistrati e a chi spetta vedere la presente qualmentenel Prospetto esteriore della porta maggiore dellaVenerabile Insigne Collegiata Secolare Chiesa di S.Lorenzo di questa Invittissima e Fedelissima Città diTrapani, trovasi inciso al lato destro un monumento d’unalapide marmorea sovra della quale vi è lo stemma diquesta Città, come si osserva nel seguente disegno e suaiscrizione come siegue.

Lo stemma e il cartiglio delle cinque torri e la falce diTrapani disegnato sull’atto notarile, che riproduce lostesso posto a destra dell’entrata principale della chiesa



Nello scudo è raffigurata la simbolica falce diDrepanum, la torre del Castello di Terra, la torre delCastello di Mare ovvero la Colombaia, la Torre dei Palii, latorre Vecchia e la torre di Porta Oscura che costituivano iprimari avamposti a difesa della città, poste su un pontecon tre archi, che univa il fossato alla porta Borbone e checonduceva ad un grande Rivellino col secondo Corpo diGuardia, e tutto cinto di cannoni di grosso calibro e dimortai di bombe (da “Trapani Profana” di Benigno daSanta Caterina).

Lo scudo di Drepanum sullafacciata principale della chiesa

Non contento su quanto esposto, il ciantrorafforzava il transunto con la storicità della fondazionedella chiesa riportata nella lapide posta in basso allo scudoscolpita su incarico del curiale Antonio Caradonna eAntonio Guicciardo Caradonna entrambi nati lo stessogiorno e nella medesima notte, come indicatonell’epigrafe.



A tale scopo indusse il notaio a trascrivere quantoscritto nella lapide nel 1583 realizzata con il contributo delSenato avallato dai tesorieri Antonio De Monaco e VincenzoSettesoldi.

GREGORIO XIII PAPA, REGNANDO FILIPPO II IL CATTOLICO,MARCO ANTONIO COLONNA VICERÈ DEL SUO REGNO, VESCOVO DIMAZARA BERNARDO GASCO, I DUE CURIALI ENTRAMBI DI NOMEANTONIO, DELLA STESSA CURIA DI QUESTO CUSTODE DELTEMPIO, NATI NELLA STESSA NOTTE E FRA DI LORO PARENTI,UNO COL COGNOME CARADONNA E L’ALTRO DI GUICCIARDO,HANNO PROVVEDUTO ALL’AFFISSIONE SULLE FONDAMENTA DIQUESTA LAPIDE, CON IL CONTRIBUTO DEL TESORO DELLA CITTÀ EDI PARECCHI FRA I CURIALI. ANNO DI SALVEZZA 1583.PROCURATORI DEL TEMPIO, ANTONIO DE MONACO E VINCENZODE’ SETTE SOLDI.

Traduzione dell’epigrafe di Fulvio Maurilio Accardi

Stesura dell’epigrafe nel transunto notarile



L’attuale stato in cui si presenta la lapide corrosadal trascorrere del tempo

Ancora non soddisfatto del capolavoro storicocompiuto, il 17 dicembre il ciantro Cipponeri, con un’altrasottoscrizione delle stesse persone e medesimatestimonianza dei notai, manifestava l’esistenza di un altrostemma con le “armi” di Drepanum appeso sulla cornicedella porta posta nella facciata est della chiesa, vale a direnell’odierna Via Leonardo Ximenes, del quale non abbiamoalcuna notizia. In alto sulla parete rimane tuttora il grossochiodo che lo sosteneva sotto la graticola di San Lorenzo.

Noi infrascritti facciamo piena ed indubitata fede atutti e singoli Officiali maggiori e minori, Tribunali eMagistrati e a chi spetta vedere la presente qualmentenel Prospetto esteriore della porta maggiore dellaVenerabile Insigne Collegiata Secolare Chiesa di S.Lorenzo di questa Invittissima e Fedelissima Città diTrapani, situata alla parte di levante trovasi sovra ilfrontespicio eretto lo stemma delle cinque torri e falce,che espressa l’armi di detta Città, e sotto il cornicionedi detta porta l’infrascritta iscrizione come siegue.

AERE PUBLICO STRUCTA ANNO DOMINI 1600



Disegno dello scudo nel transunto notarile

L’iscrizione con l’anno della costruzionesull’entrata est della chiesa



Il chiodo sul quale stava appeso lo scudo

La figura della graticola del Santo



I pregevoli titoli onorifici del ciantroGiuseppe Giacomo Cipponeri

Ancor più, si fece transuntare la seguentetrascrizione di un documento del 1574 conservatonell’archivio della curia di Mazara.

… nella Città di Trapani non vi è Madre Chiesa, mavi sono tre Parrocchie ovvero Cappellanie cioè S. Pietro,San Lorenzo e Santo Nicola, di questi per non ci esserechiesa maggiore reggono un anno una et un anno l’altra. Inogni Parrocchia sono due Cappellani quali sono obligatiall’amministrazione delli Sacramenti, non potendo perònessuno di loro passare li confini de’ suoi Quartieri, qualici sono stati designati dal sudetto Illustrissimo MonsignorVescovo di Lombardo. Nella Chiesa di San Pietro uno delliCappellani s’intitola Arciprete, non si sa però con cheautorità, ma sta in questo.



L’attestazione sulla mancata matricità delle chiese trapanesi



Negli atti transuntati dai due contendenti trasuda lacaparbietà e il tronfio botta e risposta tra il ciantroCipponeri e l’arciprete Morello, che non ebbe mai fine.Grazie ai loro interventi e alla stesura dei transuntiammiriamo l’immagine dello stemma di Trapani e la suastoria nascosta e il testo dell’epigrafe sgretolato.

La loro tenacia e a volte ottusità di vedute li spinsead andare oltre nell’eseguire restauri e modifiche perabbellire le rispettive chiese. Nel 1800, in quella di SanLorenzo, il ciantro Diego de Luca rinnovò il prospetto, lenavate e il campanile. In quella di San Pietro i vari arcipretisusseguitesi non si prodigarono ad ultimare il lavororimasto incompiuto del vanitoso Morello e tuttora, ilprospetto risulta non completo.

Affresco di Vincenzo Manno dell’estasi di San Lorenzoe veduta occidentale di Trapani



Immagine tratta da un certificato di battesimoestratta da un atto notarili di inizio Ottocento

Fortunatamente oltre le interessanti operepittoriche, in questa antica chiesa rimane il monumentaleorgano costruito da Francesco La Grassa su incaricodell’arciprete Mauro (figlio del notaio Matteo e di LeonardaAlì), vanto della nostra città; il secondo più "imponente"d'Europa.

Salvatore Accardi, Maggio 2009.

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