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OI~EZIOt,IE
DISPACCI AL SERENISSIMO PRINCIPE dei rettori
di f\lbona, Buie, Cittanova, Dignano,
Grisignana, Isola, Montana, Muggia, Farenzo,
Firano, Fola, Raspo, (Finguente), S. Lorenzo
del Fasenatico ed Ornago negli anni 1602-1606.
(continuazione e fine, vedi atti e memorie 1913 pag. 23-80).
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:X.I. POliA *).
1. Serenissimo Prencipe
Essendo giunta in questi porti una fusta turchescha et riti
ratasi sotto il scoglio di Brioni, non ritrouandosi in questo porlo / Galera alcuna et considerando il molto pericolo che potrebbe
portar questa città per la pocha prouisione che ui è, ho subito
espeditto messi à posta a Rouigno à fine che rilrouandosi iui qualche galea ò barca armata venghi a darci aggiuto et datone
nolicia à tutte le ville sottoposte à questa giurisdif acciò stiano in pronto per ogni bon rispetto, facendo i noli re tutte quelle pro
uis ione pili necessarie et , opportune che hò possutto per sicurezza della Città; et del tutto ne ho uolulo dar Riverente conio a v r. _srlà_ acciò passi rimediare a tanta temerit à. Grafie.
Di Pola li 15 maggio 1603.
Di v ra Srtà
Humiliss0 e t Deuotiss11n Serre
ZACC' ZUSTINIAN Con".
Di fuor-i - 15 Maggio 1603 - Rt 0 17 detto Pola. - Avvisa lo arrivo in quei porli di una Fusta turca - Provisione falle.
2. Sermo Principe
Per altre mie ho dato reuerente conto alla Sertà v ra di una
fusta peruenuta in questa giurisditione sollo il scoglio di Brioni,
et insieme anco la prouisione, che per ciò da me era stata fatta. Hora acciò la Serta vra sappi tutto il successo riuerentemente
gli dico, che hauendo espedito un messo per Rouigno, sapendo
che iui si ritrouaua la barca armata del gouernator Paulo Egìni
gionse à t_al tempo, che esso gouernatore s ubito partito et de qui gionto faceua indubitata presa di essa se non trouaua certo inconueniente nascutto per causa del Capitan Ruggier Marignano,
ch'essendoli stata di ciò data notitia dal Meriga di Fasana hauen-
•) Vedi Atti e Memorie 1913 pg, 23 e seg.
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218 DISPACCI DEL CONTE DI POLA
do seco molta radunanza de soldati per'esser da lui in tal giorno
fatta rassegna quale de subito si parti senza dare alcun ordine ai soldati, et con pochissima monitione essendo gionto doue se
ritrouaua detta fusta disordinatamente e con romore cominciarono
ad assalirla inanti la gionta di detta Romanizza, si chè hebbe
tempo di fugire con lutti essi lurchi, tutto che la maggior parte
di loro fossero smontati in terra, hauendo prima fallo schiaui tre huomini habitanti in detto scoglio, e tolloli un par de Manzi,
con gli quali lauorauano menandoli scco, e sè ben da detto Ca.
pilano Rugero Marignano è sfata trouafa una scattala piena de
lellere e fede !assala da quelli di della fusla sopra lo dello
scoglio, non s'è curato esso capitano tutto che sij stato auisalo da mè presentarle aHine che le potesse inuiar alla Sert.i vr•\ Parti
tasi essa fusta fù dà mè tutta la notte fatta far guardia abon
dante, cautela nella Cillà, et la mallina a 15 hore in circa fu auisato essa fusta ritrouarsi nel Porto di Promentore, onde feci
subito auisalo il Gouernator Paolo Egini che di già con la sua Romanizza era aggionto in questo Porto, che a quella uolta si
douesse inuiare, ch'ancor io in persona con quella maggior quantità di gente, che hauessi potuto iui mi sarei conferito per
terra. il che tutto fu diligentemente esseguito da esso Gouerna
tore, el iui gionle ambe le parti et per mare et per terra, hauendo noi da terra imboscatesi dopò l' hauer scoperto essa
fusta , el procurando esso Gouernator abbordarii con della fusta
non fu mai possibile per il peruerso tempo, chè era di bora
nella bocca del Quarner hauendosi essa fusta allargato in mare
con pericolo ò di sommergersi ò di precipitare in codeste Riue sollo uento, ne sin'hora altro si è saputo di lei, lutto, che habbia
lassato d'esser ogni hora auisato, del che n'ho uoluto dar minu
lissimo conto a uostra Serenità à fine che etc.
Di Pola 18 Maggio 1603.
D. vrn Sertà
HumilissmJ et deuofiss0 serre
ZI\CCI\R!I\ ZUST!NII\NO Conle
Di fu ori - 17 Maggio 1603 - R1c a 24 - Pola.
- Da conio :di una Fusta lurchesca capilala in quei porti - Seguita dal Gov. Egini et_foggita per causa del Capitano Ruggiero Marignano.
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AL SERENISSIMO PRINCIPE 219
3. Serenissimo Principe sr~. Collmn
Il dottor Alessn Gregorio da S. Vicenli hom o di mal e qua-lità, c l bandito dalla sua patria per graui eccess i, s i tro va d'a]-
cuni anni in quà ne llc1 ferra di Dignano oue ogni giorno co m
mette diversi eccessi contra la chi esa dando segni di caltiuo ese mpio con le s ue operationi consullando et persuadendo qu es ti
popoli semplici, e t a ltre uolle poco aHelti alla Religione e) non
obedir a Giudici Ecclesiastici e nelle cose pertin enti alla salute dell'anima loro r e ndendos i anche maggiormente sospetto per la
pratica che tiene con il s ocero il qu al con il figlio abiurarono > in Roma per heresia. Ultimamente per diffender un Vincenzo giil
Campanaro ha sedotto gli agenti della comunità a rar presentar una scrillura ò co mandam ento del src Podestà al campanaro ele lto dal clero secondo l'an licha, e t immemorabil consuetud·ine
che non de bba sonar le campane, ne accender le lampade della chiesa, e per tal effetto gli hanno anche neg alo l'aglio. Son
s la lo s forza to con amoreuoli ammonifioni , et co n mina ccie di censure ad operar, che de fli age nti s i remouano da dn scrittura
così preiudiliale alle raggioni della chiesa ( come hanno fatto) confessando parte di loro cli esser incorsi in s imil errori igno
ranlemenle et parie di no n ha uer mai hauufo alcuna notilia di essa scrittura consultala, et scritta dal sudetto dottore . Hora ue• dendo il dottor Gregorio, che tutta questa colpa essendo sua
può aspellar ca~tigo pretendendo io per molli capi, che s ia incorso nell a scomunica, pH1 tosto , che venir all'obbedienza, ha
procurato con mezzi indiretti oHerendosi lui far ogni spesa, che
la Comunità pigli la s ua diffesa et che mandi à piedi della Sl:\ vra à condolersi di me, di ques ta e d'a ltre mie atfioni .procu
rando in questa maniera di trauagliar la mia quiete et di de
sturbar il buon gouerno della mia chiesa. Però supplico humilrnente la Srtà v ra che non solo non uogli intenderli, ma à degnarsi di commetter al sr Podestà che dia ogni aggiuto, et fa.
uore alla giurisdition Ecclesiastica per opprimer la temerità di quest'homo offere ndomi se mpre pronto ad ogni comandamento
della Serlà Vos tra di darne conto dell e mie attioni non mai di•
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screpanti dalla raggione, ne ?alla bona uolontà che deue hauer ogni prelato denoto alla Ser1a vr,i alla cui bona Grafia humilmente
mi raccomando.
Di Pola alli 24 Agosto I 603.
Humilmu et deuotm,l Serre e Sud0
Il Vescovo di Pola.
Di j'11ori. - 24 Agosto (603) Rtc 2 Sett. 0 - Vescovo di Pola
Expp Rappresenta le lrasg rcssioni el in.pbcdienza del Dott . Gregorio. - ricerca che non si dia orecchie alle sue ista nze, anzi commcso a quel Retlor di protcger
le cose della Chiesa.
4. Serenissimo Principe
In essecution de lellere della Ser' " uostra de di XX Maggio
pross<• receuute li 5. instante, ho fa tto lare per tre giorni con~
thrni fuochi di legne per la Città per non ui esser Campanili,
ne altra munilione di poter far inaltro modo, et sonar le cam~
pane giusta al suo ordine. Grafie etc.
Pola li 15 Giugno I 605
PIETRO DONADO Conte
Di fuori. - 15 Giugno (605) R. h-' li 2 Luglio Pola . Segni di allegrezza per la crealione del Pontefice.
5. Serenissimo Prencipe
È così penurioso l'anno presente in tutta questa Polesana
per il pessimo raccolto scorso causato e da lle secure, e dalla
tempesta, che i poveri contadini corrono manifesto pericolo di
perir di necessità, et tanto più che i mercanti loro creditori ingordi
al doppio interesse gli leuarono anco oltre questo puocho di robba
che v'è restata, gli stessi manzi el altri animali per pagamento
di quanto li uanno debitori, se però dalla benignità et gratia
della Sublimità Vostra non uengono suffragati con accomodarli
AL SERENISSIMO PRINCIPE 221 -----
di quella quantità di frum e nto che alla sua prudenza parerà con~
uenirsi. Ho fatto la descreltione in questa Città, nè ho trouato
altro Mg" 290 di fromento et Mg11
720 d'orzo summa minima, e
tanto che mi spauenfo narrarla, eh' hà parso be ne per il carico
che tengo, farne motto a lla Serlà Vostra, affine che ella certi
ficata di una tanta necessità, gelosa della conseruatione de suoi [ide lissimi s udditi deliberi quanto le parerà più opportuno. Grafie.
Di Pola l'ullimo Agos to 1605.
PIETRO DONADO Conte
Di fuori. -- ullimo Agosto (605) R.to 6 Sell.8 - Pola - Conte Che per il tris te raccolto dell 'anno pres enle quei poveri sa ranno in gran necessità senza l'aiuto de Sua Serenità - Ricerca però provvisione di biave. Fu mandala copia alle Biave.
6. Serenissimo Prencipe
Essendo venuto a questo vescouato il nuouo Rmo sr Cornelio Sosomeno andai a fare seco li complimenti ordinari et doppò uedendo che non mi daua letlera . di V. Sr'" per hauere
il possesso temporale le dissi che era necessario che S. S. Rm 1
obedisse alle leggi ei ordini di V. Ser'" in lai proposito, mi re
spose che era staio nell'Ecc'" ' Coll0 con letlere di S. Sanlilà el che
non li !u dello allro in lai materia, le replicai che non poteua
far di meno di non riconoscer V. Sru nel temporale, mi rispose che quand o la Ser"' Vostra uorà toglier il possesso lo lorrà e
con tal conclusione mi parti, di che mi ha parso riuerentemente darn è conto a V. Sub1à sa pendo come è grauemente gelosa in qu esto proposito, acciò possa da r quell'ordine che le piacerà. Grafie .
Di Pola li 5 Xmbre 1605
PIETRO DONADO Conle
Di fuori - 5 Xbre (605) R.lo 20 Xbre Puola Expp. Arrivo del Sosomeno eletto nuovamente a quel Vescovalo senza la debita 1e1tera del Serenissimo Dominio per havere il possesso temporale . - Ricerca ordine di quello haver<ì da fare.
222 DISPACCI DEL CONTE DI POLA
7. Serenissimo Principe
Sotto gli 8 del presente la Serti, v r,, mi scrisse hauer in
leso dalli Interuenienti del Galeon Peras tano eh' io pretendo che
esso sia sottopos to alle Ìcggi del Naufragio, et ho preso alcuni
gropi dei de nari et fa tto coma nd amento a l patro ne che uenghi
alla mia obed ienza et che essendo si lib erato dall a fortuna col
solo taglio di albori et senza alcun ajuto mio de bb a restituirli li
gropi e t ogni altra cosa inuiandolo élll'officio di V. Savij sopra
la merca ntia et come in quelle. Et perchè essi inl eruenie nti hanno celato alla Ser1à v r,i molti pmticolari importa nti intorno
questo fatto mi ha parso prima, et necessariamente farli sapere à v ra Sublimità, acciò conscia del tutto passi poi darne quel· l'ordine che le parerà che prontame nl e senza altra replica lo esse guirò. Riuerentemente adunque li dico che essendo mancate tutte le ancore a questo Vassello dalla fortuna fu gettato in ma• rina in queste acque oue ste tt e sette gio rni e sette notli continue bafle ndo grand emente sopra quelle riue per il chè fec e gran quantità d'ac qua pili del solito, fra questo tempo mi con• ferì a qu el luoco, et lolle quelle despos itioni , che mi paruero necessarie et uedendo che tutt'hora con tinuaua la ra bbia della fo rtuna procurai far saluar quel pili che poteuo et per ciò tols i li gropi et fec i discaric ar quel più che fu possibile et il patrone mi supplicò che mandassi Vasselli à lib arlo, diedi tutti quelli ordini che furo no possibili. Cessata la fo rtun a in capo di sell e giorni andando li vasselli per libarlo s i cacio di secco, et al meglio che puofe ac conciò di drento via et poi recaricò la
roba che haueua scarica ta. Un mercante che sopra esso vassello s'a ttrouaua uedendo con gli propri occhi il mal s tato del vassello intimò al patrone che douesse poner lasua m areanti a in terra perch è non intendeua l'andassi a Venetia con diHo Galeon e, et io feci far un Cons 0 di dodici, il quale inteso il stato di detto vassello dal processo formato terminò ch'el fosse innauicabile et che deuesse esser discaric alo acc iò non perisse con la mercantia. lo per essecutione delle leggi in questo proposito et d'esso cons
0 di Xij ho procurato che esso patrone ueniss e
in porto et discaricasse acciò si uedesse il stato del Vassello, ell i sempre s'lrn reso difficile , fin alm ente con ma ndati ha con~
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AL SERENISSIMO PRINCIPE 223
se nlifo et di già s i ha principialo discaricare non per allro
se non per uedere se in effetto s ifl o non sia navicabi1e, per che trovandosi che sia suHicenle et conosciuto per tale da periti son in openione di licenzia rlo senz' altro, pagate però le spese de mercenari j che fin hora necessariamente
s i sono falle, ma quando sii innauicabile come è openione de tutli qu esti µaironi de Nauilij che sono interuenuti nel Cons 0 di
Xij per esser stato sette giorni et se tte notte continue come hò predetto battendo c :i. rico nelle riue, non sarù dubbio ch'io per le prouisioni falle in conseruar questa mercantia non m'a
s petli quanto dalle leggi è statuito. Appresso per la formalione
del processo appare che essendo stale sualegiate le Naue Mazoca e t Marciliana Bona et portati li butlini alla Valona sian poi
parte di loro sfati comprali d'Alcuni Hebrei e t poi caricali sopra questo Galeone in molta offesa delle leggi della Ser'" Vostra et
de Patroni di ess e della 'qual cosa tanto importante giudicai
anco per questo necessarissimo il discarico, il quale essendosi principiato Iteri e continualo tutt' hoggi con buon a grafia della Ser1
a vri farò finirlo, et s ubito di quanto s i trouerà gliene darò
particolar conto si come ho detto con animo di esseguir quanto le pi acerà commettermi. Gratie e tc.
Di Pola li 24 Genaro I 606.
PIETRO DONADO Conte
Di fuori - 24 Gennaro (1605) *) R,t o alle 3 Ycbb.O Puoln - Conte Allorno il naufragio del Ga leon Pernstano.
8. Serenissimo Prencipe
Reuerenfemunle respondendo per esseculion delle s ue de di 20 dell'Instante, receuute heri, breuemente dirò a vr.i Srtà
non esser stata mai altro in1entione la mia, se non di tuor quel tanto che mi concedono le leggi della Sertù vr., et non so che
causa habbi mosso gli interessati del Peraslan patron Stefano Vuro naufragato nelle acque di questa s ua Giurisditione ricercar
*) Prolocollnla m ore veneto.
224 DISPACCI DEL CON TE DI POLA
le ttere di vrn Serth le quali mi ha portato gran mara uigli a per
minima causa, pe~ che mai ho ricerca lo se non le due per ce nto che mi ucngono concesse dall e leggi le quali pagate che mi
hau eranno le farò far la consegnn lio ne del recuperato senza di~ minutione alcuna nè . mai è s ta ta mi a inlentione di parlar ques to
negotio alla longa , ma ben sempre di esseguire le legg i. Gratie
Eic.
Di Pola li 28 Genaro 1606
PIETRO DONADO Conic
Di / non: - 28 Gennaro 1605 R.t t: li 7 Febb.0 - Puola - Conte. In maleria della sua porl ionc sopra il I3arcon Palron Slcffano Vuro nau
fragalo in quelle acque .
9. Serenissimo Prencipe
Dalle lettere della Serth vr., di 5 ho int eso la condolenza, che hanno fatto l' interessa li del Gal e on Perastano patro n Paulo
de Zorzi, eh' io non li habbia uolulo consignare un collo di
cera, nè li groppi di denari, comme ttendomi che 1i debbia mandare il tutto all 'Il1mo Cinque Savij sopra la merca nfia . . Riueren
temente in risposta l e dico che hanno hauuto gran torto essi interessati à non manifestare a1la Serlù vra eh' io non ho rice
uuto dette cose per mio interesse parti colare, ma solamente per pagare le mercedi de chi hanno o perato intorno la mercantia
di quel vassello conforme alle deliberalioni delli Cons.' di xij
che furono falli in quella mattina per esseculione delle leggi di che particolarmente ne ho dato conto ad essi 1um·, Cinque Savij
con la copia di tulio il processo, il che è stato così giustamente
et ragionevolm ente operato c:he li me desimi mercanti hebre i interessali con sue lettere à me diretiue l' hanno laudato et aprobato ricercandomi solamente à douerli mandare, et consi
gnare al porlalor di esse gli pezi d'arzenlo. che non uolse a c· cettare d.
0 patrone se ben le li uolse dare con li denari ava n~ zali et come in esse lettere, co pi a delle qu ali sarà qui alligala e t così ho consignato il tutto come dal receuer la S rlù vra uedarà, et e ra necessari ss imo pagar esse mercedi alli operaj,
nè altri aspettaua se non alla mercanti a, onde non posso, nè debbo esser accusato d' inubidi enza esse ndo mio proprio obedir se mpre ad ogni minimo ceno della Srl:\ v rn alla qu ale etc.
Di Pola li 12, Marzo 1606
PIETRO DONADO Conle
Di fuori. - 12 Marzo 1606 R10 all i 21 - Puola - Conte. - Che non haveva manda lo un col lo de ce ra , nè alcuni groppi de denari alli Cinque Savij perchè haveva pagato con essi li operaij che s i sono allal ica li allorno la mercantia del Galeone Perastano.
10. Serenissimo Prencipe
In tempo che successe la morie della fel : Memoria del precesso r di v~ Serli't s crfssi che essendo venuto questo nouo Rev.mo Vescovo a far l'entrata, lo dimandai se haueua lette re della Sub1à v r.t per il possesso temporale, mi rispose che non
Je haueua, per che non erano necessarie sotto asserti suoi pretesti irrileuanti et inualidi. Il che feci per hauerne qualch'ordine et non haue ndo fin hora hauuta alcuna risposta, nè curandosi esso R. mo Vescovo far prouis ione et approssimandosi Je raccolte massim e in qu esti tempi, ho giudicato esser bene et necessario replicar alla Srt:\ v r:1 acciò parendoli possa darmi quell 'ordine che le ·pare rà conueniente in tal proposito. Gratie etc.
Di Pola li 29 Maggio I 606
PIETRO DONADO Conle
Di fuori - Maggio 1606 - R, lo a' 26 - Expulsis Papalislis - Po la Che il Vescovo di Puola non haveva havulo il possesso del suo Vescova do
lemporale, el dimanda se senza esso doveva admetlerlo .
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226 _____ ___ llIS_PACCI DEL CAPITA_NIO DI RASP~
XII. RASPO (Pij'IG\JEj'ITE) .
t. Seren issimo Principe
Io non scriverei più a vos lra Serenità in questo proposito,
e t per levar a lei il tedio, et à me la fatica, quando io potessi far di meno, et che dalla taciturnità mia non uenisse la giusti
tia et li particolari à ri ceuere pregiuditio. Per qu esti ri s pe tti
adunque conuengo di non moles tarla in questa benedetta materia
de Noui habifanli , et dirl e, che sendo s ta ti ultimam ente procla
mati di ordine del Cl 11w Podestà di Monlona, Juan et Maffeo
Jechnich della Villa di S. Zuane noui abita nti uenu ti co n molte
altre famiglie di Turchia ad h abilar in questa Prouintia sotto
Simon Filippin loro ca po, per irnputali one di dilalione d'a rcob us i, et per offes a fatta ad un o dei suoi minist ri, con tutto ch e con replicale lettere habbi ricercato esso Clm 1 Podestà a douer rimetter à me ques to caso come gi udice competente, et conforme alle deliberalioni dell'Ecc 111
•1 Senato, non è però sta to possibile
poterglielo persuadere; onde son stato necessitato darn e riverente conto alla Sertà vr,i perché s i deg ni comme tter al mede
simo S' Podestà, che in conformità dell e s udde tte deliberationi
rimelli a ques to foro esso process o, affine che cessin hormai queste contese, le quali partoriscono solam en te moleStia alla Subtà vr \ à me non mediocre trauaglio, et a qu esti miseri continu e spese. Gratie etc.
Di Pinguente gli XXii j Maggio 1602
ALESSANDRO ZORZI Cap. 0 di Raspo
2. Serenissimo Prencipe
Hieri rice veffi con le lettere della Serenit à Vostra la parte presa dall'Eccm
I
Senato a XX iij del passa lo in mate ria de pre~ latione de beni possessi da laici, la quale con quella riuerenza che debbo, essequirò e t farò essegu ire, conforme all'ordine s uo. Gralie Elc.
Di Pinguente gli 8 Giugno 1602
ALESSANDRO ZORZI Capii" di Raspo
•·· I
...
AL SERENISSIMO PRINCIPE 227
3 . Serenissimo Prencipe
Ho ricevuto con la mia debita riuerenza le lettere della sere nità vostra di 30 del passato nel proposito di rasse e grisi, onde subito ho ra tto chiamar a me tutti quei mercanti da grisi pei:o, che Rasse non si fanno in questa Prouincia, et le ho comandato quanto è mente di vostra serenità i quali saranno prontissimi ad esseguir in tutto la uolontà sua ; portando essi
gri s i in quella città, quali accompagnarò co n lettere mi e diretle all 'Armamento, dol end osi nondim eno qu esti che con longhezza di tempo, et con molta dìfficultà a ltre uolte hanno riscosso il loro dan aro, et non in buona ualuta. Ben mi duole che detti Grisi saranno in po ca quanti là, et questo ri spe tto all a prohibitione
della pratica con arciducali che ha impedito il trans ito delle lane, e t de gri s i insieme, il che non solame nte ha apportato ques l' incommodo à vri Srt:\ ma causato anco che quei pochi
Oatij che de qui s'aHittano, s iano grandeme nte diminuiti , come è
diminuita in conseguenza l'utilità di ques to reggimento, perchè oltre diuersi .a ltri danni , le montagne che s'affittauano per pa• scolo di animali, dalle quali ne s uole ca uar emolumento consi• derabile, parte di esse non si sono potute affi ttare ; ma questo mio interesse particolare sebb ene per la s tessa fortuna di casa nos tra , mi torna di mollo danno, ringrazio però il Sig. Dio, che habbia sin'hora preseruala questa Prouincia con la Sua Santis• s ima mano come s pero che con l'a julo di s ua Diuina prouidenlia
s uc cederà anco nell 'auuenire. Grafie etc.
Di Pinguenle Xl Giugno 1602
ALESSANDRO ZORZI Capilanio di Raspo
4. Serenissimo Principe
Hieri mattina peruenulomi a notiti a , che in Porlouar Villa di Senosecchio era no questi ultimi giorni morti sei di conlagio in una ca sa, mandai subilo persona espressa pratica di quei
pa esi per certHi ca rmi del uero, il quale andatoci in qu esto punto ritornato , mi riferisce non solamente esser uero ch e nel detto luogo di Poltouar si moriu a di contagio ma nella Villa di Nottoch
_2_2_8 _ ___ __ D_ I_SPACCI DEL CAPITANIO DI ~ ~ PO_
ancora, l'uno e l'altro luoco disl anle da Sinosechio tre miglia, che è fin mezzo et Gi urisd ilione de 5 ri Conti di Porcia, lu ogh i tulli posti sopra la strad·a maestra, et diritta per Lubiana Tri es te
e Capodis lria. Di questo accidente, hç, uoluto immedia lamente
che 1ùe ne sono certificato, darne riuerenle conio alla Serenità Vostra conforme all'obbligo mio, sicome faro d'ogni altro parti
colare che io pro curaro con ogni maggiore diligenza d'intendere.
Grafie Etc.
Di Pinguenle, gli xij lug lio 1602
ALESSANDRO ZORZI Cap" di Raspo
5. Serenissimo Prencipe
Conforme al comandamento et desiderio Di v.r.i Serl:\ e
spressomi nelle sue lettere di 4 instante, che è di sapere la
quanlità di terreni incolti In questa Prouincia, e t se si pote ssero commodare cinquanta famig li e ; le dico reuerentemente,
che oltre la cognitione, eh ' io haueuo di ess i terre ni incolti: ne
ho preso anco più particolare informazione et frouo che in di• uersi luochi deJla Prouincia ui sono beni in colli parte non mai concessi, et parte concessi per ridurre a coltura nel termine,
conforme alle leggi, che però non sono mai stati ridotti, anzi che uiene defraudala l' intention pubblica , poiche molti dimandano
concessioni di terreni per colliuare e t tereni non colliuano, et godono quelli luoghi à pascoli, et li affiliano, ancora, facendo a questo modo di quel del (sic) serenità nostra pubb li ca merca111ia.
Di questo disordine, conosci uto da me sin nel pri ncipio del mio Reggimento, ne ho dato più d'una uolta reuerente conio a V.
Srt:i. giudicando per openion mia che fosse bene, che qu elli,
che non hauessero coltiuato nel debito tempo li sudefti terre ni ,
loro concessi, fossero decaduti dalle loro concessioni, come
onco è per leggi disposto, al che rispondendo Vostra Serenità, mi commisse nella parte di 3 nouembre passato, che à questi
che non hauessero adempito li obblighi, espress i nelle loro con• cessioni: douesse lo ro far fare quelle intimazioni rhe à ne (?) pa•
ressero per la debita emenda del loro mancamento, et ne desse a1:1iso à V. Srt:i. come ho fatto. Ma ueramente sono molti di
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/IL SERENISSIMO PRINCIPE 229
questi, che non sono degni d' alcuna gratia, per che non hanno
collivalo pnrle et per infermitù ò altri ri spe tti no n hanno polulo
in te mpo colliuare il res to : Con qu esli sono andato più pÌaci
demente et ho prorogato a chi di un anno, a chi di doi anni
il termine à compire ·la loro coltiuatione; ·Ma questi sono la
minor parte et la maggior è quella degli primi Antiche (et bi
sogna dirlo liberamente) sono state fatte concessioni per il passalo si puo dire di paesi a perso ne, che cauano ufililù grandissima di lenir e t aHiltar ess i teneni à popolo per animali. Cosa
co ntraria in tutto al beneficio pubblico et a lla mente della Sert:i
Vostra nel qual proposito in hauerei prou eduto, come bisognaua,
mii scrissi che non mi bastaua l'animo me tter- mano in questa
cosa senza particolar commis s ione, e t ordine di Voslrn Serenità;
El questi terreni concessi, e t non colliuali, cl che per leggi
uengono ad esser decaduti, et potri ano esser co nferiti acl altri
che li colliuassero sono in gran quantiléi , come so no anco li
non concessi particolarmente nella Polesana c l spccialmenle
nelle Ville di Medulino c l Sissano, che quando anche le so delte
cinquanta fµmeglie uolcs sero star unile potriano accomodarsi
di terreni el di habilationi , re lrovandosenc molle in · lai essere
che con po ca spesa potriano res taurarsi, et si potria ha
bilarvi benissimo. Sù qu e l di Parenzo poi, u·i so no anco
molti te rreni incolti ma sono per li più di quelli conces
si a pe rsone che non hanno adempito li loro obblighi, se
non in poca parte, et patria per giuslicia con questa occa
s ione leuarglili , vero che non sono tanfi quanti li sopradetti
della Polesana ne ui sono habitationi per il terr itorio et biso
gnaria che habilassero nella Città, ne lla quale come è benissimo
nolo a Vostra Serenità ui sono {per dir così) infinite case buo
nissi me abbandonale, et altre, che con pochissima spesa, si re
duriuno in bonissimo stato et si veniria in ques to modo à reha
bilar qu ella desolala Cillà. che chi la vede non può tener le la
gl'ime Intorno alla quale nelli Contorni (come dicono qui) ui è una hon esta quanlitù di terreni incolti, et imboschiti, che è ben
ue ro, che ui andarebbe maggior fatica i1 redurli a cultura, ma
sa ria tanto il beneHicio della restauratione di quella e t della col
liuatione di quei contorni, che ogni indu s tria e t opera sarebbe
benissimo impiegata : Ma quando fosse intentione di queste fa-
c:2.=-30_c_ _ _ _ _ _ DISPACCI DEL C_t\PITAN~O_ DI RA ~ O ____ _
meglie starne unite , et fare (dirò così) una Villa, non è dubio. che quanto alla quantità di terreni per coltivare, s'accomoderano
meglio nelli luoghi sopradetti della Polesana, Essendo iui senza
comparazione maggior quantita di terreni incolti, per distribuirsi tra loro, con buon numero d'oliuari imboschiti cl inselvatichiti
che con ogni poca culturn, si domesficheriano , che è quanto
per riverente informatione posso dire alln Serenità Vostra in
questo proposito Gralie Etc
Pinguente li 12 Sellembre I 602
1\LESSANDRO ZORZI Cnp". di R11spo
6. Serenissimo Prcncipe
Hoggi ho ricevuto le lettere della Serenità Vostra in pro~
posito dei grisi et in risposta le dico riverentemente, che cono~ scendo io quanto ·siano essi grisi neccssarij, per l' t-\rmala, et il
bisogno ordinario, che ne ha Vostra Serenilà ho procuralo tutto
questo tempo del mio Reggimento che ne fossero condotti in
quella città, quella maggior quantità, che fosse staio possibile,
et so di hauere fatto uenire bona suma sebene non conforme all 'ordinario degli anni passati rispetto alle cose del contaggio che hanno fin hora tenuti serrati lì passi, et impedito il com
mercio et pure questi ultimi giorni ne sono state inuiatc da
questi mercanti diverse pezze. Nel qual proposito ne ho scriflo più uolle alli Illm1 S. S.1 Provedilori all'Armar; Et so anco di
hauer scritto a Vostra Serenità che poi che sono così necessarij et se ne ha ordinario et continuo bisogno, forse che saria bene prohibire queste mercantie a particolari, et far fabricare essi
grisi per conto publico che a questo modo s'haueriano secura~ mente alli tempi debiti, se ne haueria maggiore quantità, ne si
pagerano a gran gionlél qu ello che si pagano al presente, et se non se le prouederà, aneleranno sempre crescendo, come hanno
fatto Hn hora poiche da dieci ducati che ualeuano la pezza già pochi anni, hora si pagano due cento, et bisogna usar quasi In
forza ad hauerli, il che sia detto per riuerente raccordo Grafie Etc.
Di Pinguente li 8 ollobre 1602
ALESS"' ZORZI Capilanio di Raspo
•
•
AL SERENISSIMO PRINCIPE 231
7. Serenissimo Prencipe
Oltre quanto io scrissi a Vos tra Serenità in proposito de Grisi ; mi occorre aggiongere di pH1 quello, che non potei rar all'hora, pòichè tulli ques ti mercanti s'a tlroumrnno alla fiera in Albana, et è che s ubilo ritornati, fatti chiam are alla mia presen
lia li ho ram intimare sotto strettissime pene, che debbano im
mediat e dar in no ia all'officio della Cancellaria la uera quantità de Gri si che s'a ltrourtno, e t quelli immediate mandar alla camera
dell 'Arma mento, quali merca nti in cssec utione della sop radetta
intimationc comparsi, hanno esposto quanto dall'accluso foglio
Vostra Serenità inlendara, et perchè solo Ms. Ise ppo del Seno tra qu esti ne ha al pres ent e trenta quattro pezze in essere, im
medi a te ie rnrnlo che sia il tempo le condurrà lui s tesso a Ve
ne tia , co me anco far ano gli altri qu and o ne lrnu erano in pronlo,
ne hau e ndo uoluto dar compila credenza all e loro esposilioni
ho mand a to il mio Cancellie re a ce rcar ne ll e loro case, e t ue
ram ente non ho troualo cosa a lcuna di pHt, che è quanto ho
potuto oppcrare fin 'hora in questo proposito per debi ta et riue
rente esseculione delle le tte re di Vos tra Serth, Gralic e tc.
Di Pinguenle li 15 ollobre .. ...... .
ALESS'" ZORZI Cap'" di Raspo
8. Serenissimo Prencipe
Io s upplico co n ogni maggior e t più reu ere nte affe tto vostra
serenilà che le piacerà dar ordine che o sia dall' i1lu s lri ssimo
Reui sore, e t regolatore de ll e entrate pubbliche fallo lnnto ass i
gnam enlo à qu ef ta camera che ba s ti per le necessarie s pese
confo rme a quanto s'è degnato pH1 uolte farmi scriuere, che
saria s tato iatto ; ò fare che le s iano leuati diu e rs i estrnordinari
pagam enti addo ssa tigli ne l tem po che m'attrouo qui , poiche come
tante uolte le ho scritto, con dubbio anche di esserle s tato te
dioso non solamente l'util e di qu es to Reggimento ma l' entrat e
ancora della Sere nità Vos tra sono in gran parte diminuite e t
questo per le passate depre dationi cl'Usco chi e t per il contagio
a questi confini, e t sospensione de ll a pratic a con Arciducali, e t
232 DISPACCI DEL CAP!l t\NIO DI RASPO
pc rchè la Communità di Parenzo non contribuisce più alcuna
sorte di danaro a questa camera come pili uolte ho s ignifìcalo,
et perch è anco Pola, pe r la diminutione di certo Dalio applicato
al pagamento di queste mililie non manda quanto soleua nrnn•
dare; et se è piaciuto all'Ecc" Senato por parie di 19 nouembrc
passa to farmi redinlegrare di L 1633 che io haueu a s peso di pili
nel spatio d'un anno dal Clar.m' officio so pra le Camere ; hora
più che mai sarà bisogno far noua prouisione poi che dopo
sono uenuli con tre Ducali il Capitano Sebastiano Boni da FeJ.
tre depulato in Alban a con ducati quindici per paga, oue il
Precessor ne tirava de qui se non di eci, et il Sergente Pietro
da Imola, et Pietro Gau a rdo che mediss imamente sc uodono l'uno
più di que llo faceua il suo Precessore et l'altro pili di Giouan
Battista Gau ardo gia suo zio, et il Sergente an cora del Gouer
nalor dell 'Ordinanze di qu es ta Provincia che medesimamente mi
disse li passali giorni, che fù qui che sa rebbe pa ga to eia questa
Camera di ducati xci per paga, et che aspettaua la Ducal e :
oltre gli accrescimenti dati hor un anno al Capitano Rizzardo
Verzi, et a Marco di Giacomo da Brissa Bombardiere. Ond e
uide Vos tra Serenità, che chi non le ua di qua questi noui
esfraordinarii pagamenti, non si può senza qualche assegnamento
dell' m mi Re uisori et regolatori supplire al necessario bisogno
non potendo ne anco io senza espresso ordine, et licenza della
Serenità Vostra spender a lcuna benchè minima quantità di da~
na ro di più di quello che si caua de queste sue entrate perciò
starò aspettando che si degni prouedere in qu e l miglior modo
che parerà alla singolare prudenza sua. Grafie :
Pinguente li 23 Genaro 1603
ALESSANDRO ZORZI Capita no di Ras po
9. Serenissimo Principe
Tullo che l'auuiso ehe mi è dato in qu esto ponto per mess o
à posta da M. Marc'Anlonio del Seno Cittadino di questo fuoco,
scrittomi da Prem luoco Arciducale confinante, d'alcuni importanti
progressi fatti da turchi sollo Copriurizza, et nelli contorni di
Petouia et altri fuochi, possi ò non esser in gran parte uero,
AL SERENISSIMO PRINCIPE 233
o se pur fusse ue ro, che Dio non lo uoglia, Vostra Serenità n_e sia slala auisala d'altra parte, con tutto ciò non ho uolulo re•
star di dargli ene subito 'riuerente conto per uia di Pirano, con
ordine à quel Clarm 1 Podestà, che non essendo barca in pronto,
ne mandi una à posta, mandando a uostra serenità qui oclusa
I' istessa lettera, che mi scriue il sudetto, insieme con la copia di un capitolo, che hà anca scritto il medesimo qui, al Capitano Rizzardo Verzi, con ordine che me lo comunichi, essendosi come
dice, scordato di scriuer anca quello nella lettera scriltà à me.
Hauerei mandato immediate persona espressa à quei contini per
esplorare quanto ui russe con fondamento, per darne poi più
certo conto alla Serenità Vostra ma non m'è pa rso far altro,
persuadendomi che (come ho de llo) passi fin hora esser s tata
auisala d'altra parte. Gratie.
Da Pinguenle li 21 Aprile 1603
ALF.SSANDRO ZORZI Capitano di Raspo
10. Serenissimo Principe
Quello del Seno che questi passati giorni, mi diede l'auiso,
eh' io mandai a Vostra Serenità intorno le cos e di Copriunizza,
et incursioni falle, fin sotto Petouia ; Venuto de qui, mi dice
che quelle genti, al numero di quindici mille , erano gran parie
Tartari, e che uicino à Ottozar fabricauano una fortezza, con la
quale al sicuro Otloraz li conueneua cader nell e mani. Che
l'auiso, che m'haueua dato dell'esercito, che dou eua uenire sotto
Carlistat, l'haueua no hauuto per lette re dell' Eccm•• Generale della
Croazia Il sr Vido Chisel; che fu generai in Fiandra, che auisa
ua che ognuno douesse mettersi all'ordine, per riparare all' imi
nenti danni. Questo è quanto esso del Seno mi dice, di che mi
ha parso darne riuerente notitia a Vostra Serenità Grafie. Etc.
Di Pinguenle li 2 Maggio 1603
ALESSANDRO ZORZI Capitano di Raspo
234 DISPACCI DEI. Cr\l'IT1\NIO DI RASPO
11. Serenissimo Principe
Concessi li mes i passali al Capilano Vincenzo Chiuchich,
una qtJ.antita di Te rreni posti nel Territorio di J-(umago, di cir
cuito di miglia quattro in circa, parte incolti et parre arrali o
s qua zi, in fraude conlro la forma, et dispos ilione delle leggi come
lui asserisce. A questa concessione fu conlradello per la co
munità de lla suct·• Terra di Humago et ag ifauano lite sopra di
ciò dinanzi di me : hoggi però esso capilanio Vincenzo, mi ha
presentalo lettere della 5erenitù Vostra, con la confernwlionc
anzi che uolendo esso Capii 1 con ogni prestezza esseguire
quanlo s i ha offerto, m'ha presentato cinque capi di fameglia,
condotli da paese Turchesco con uintisette anime in lutto, per
questo eHello, el m'ha fatto in slanza che co nforme ad esse du•
cali presentatemi, douessi iar alle sud dette iameglie, pres tanza
di trenta du cali per ogni ca po di esse, ma perc hè quelli di
Humago, che hanno hauuto di ciò notilia, si sono la scia ti ittlen•
dere di uol e r imediale comparere ii piedi di vr-l Serenità et
rarsi udire sopra di questo ; perciò ho giudicalo bene sospen.
dere l'esborso di questo danaro, fino ad altro ordine suo, se
bene per dir il uero esso Cap. Vincenzo, m'hà fatto compassio•
ne, asserendomi conuenir frallenere, et spesare ques te genti, ne
sa pere come poterlo fare longam ente. Sfarò dunque alfendendo
qumtlo piacera a vostra serenilà comnrnndarmi pronto ad esse• quire co n ogni maggior riuerenza i suoi comand<1menti. Gralie.
Di Pingucnle li 9 Maggio I 603
ALESSANDRO ZORZI Capitano di Raspo
12. Serenissimo Prcncipe
Delle prime cose ch'io m' abb i falle dopo e ntrato à questo Reggimento, di che diedi conto alla Serenità vos lra so llo li 29
del pass ato, è s iate il riuedere le monilioni, allu custo di a dell e
quali ho rilrouato il Capo Marco da Brescia, che le tien e assai
ben all'ordine : ma per dire il uero, le s tanz e, oue s tanno, sono
poche, male alla uia, e l così piccole, che l'ar liglì e rìa ui s ia ri-
______ A_L_S_E_R_ENISSIM_O_ P_R_IN_C_IP_E ___ _____ ,::23:'.'.'_5
stretta di modo, che non si può uederla non che gouernarla senza cauarla fuori tutta, et le ruote patiscono grandemente per
non esse r foderalo il pauimenlo che di sempli ce terra e t li moschetti da caualetto non potendo capir tutti nella sala d'armi ch'è in solaro, bisog na tenerne parie in un altra terrena, che
non hauendo alcun s uolo marcisce i piedi dei canaletti, et ogni nllra cosa, che ui s i tenga : la poluere grossa, secondo che le scrisse anche l'lllm
I Zorzi mio precesso re, è tutta guasta, e t ha
bisogno d'esser acconciala, e'l detto Capo, che è pratico l'accomoderà s ubilo, che uenga il sa lnitro, quale secondo l'ordine
dell'Ecc" Senato dclii I 8 magio 1602 ha da esser mandato dagli Illm1 ssn Proueditori all'artig li eria ; io haueua presentilo
che ù Parenzo ui era un snlnilraro, ef andaua pensando che più faci lmen te, con maggior seruitio della Sublimirn Vo s lra, cl
con minor inleress e di questi sudditi che l'hanno da condurre, ella potess e mandare di Iù, ma hauendo sc ritto ù quel Cl 111
•
Podestà che m'informi se se ne ritrou a al presente, m'ha rispo
s to di no, e l che ne sarà in essere so lam ente alla Hne di settembre, il qual tempo non seruendo più per accomodar la poluere, ho stima lo bene s uppli carla come faccio riverenlemenle,
che in co nformità della parte giù presa, si degni commetter che
quanl oprima mi sie no mandale L 300 di Sa lnitro, acciò col So le di luglio , ò di Agos to s i possa goucrnnre ess a poluere;
s upplicandola parim ente ù dar ordin e che s iano mandate m1co dall'III mi ssri soprn le fortezze le zappe di ferro e t allro dc
s crillo nell a parte del medesimo giorno, et commcller che siano
cambiati li 180 arcobusi gia inuiati alla casa dell 'Arsenale dal predetto il1 111
•·1 Zorzi, el in s ieme con qu elli mi s iano mandale le
altre robbe descrill e nell 'a lligata nota presentatami da esso Capo,
acciò possi meglio seruirla conforme al desiderio mio. Ho fallo
far I' inuenlario di tulle le munilioni , che al presente si trouano in essere, le quali con ogni s pirito procurarò che siano ben custodile, e l conse ruale, et quando ella si deg ni farmi hau e r la~ uole, ponti, chiodi, et simili cose necessarie, delle quali non n'è pur minima quanlilà, et darmi licenza di spendere in maes tranze,
et in tutto que llo che bisognanì, non mancarò di far accomodar le stanze, di foderar i muri, et i s uoli, e t di far ogni altra cosa, che giudicherò di miglior seruitio publico. Passali che
236
siano qu esti giorni, ne' quali ho s timato bene, e t se co ndo la carilù di le i non dcui ar ques ta genfe dù s uoi rurali esercitij che sono adesso in co lmo; et che potrebbono dall ' indugi o ric cucr nocu~
mento imporla nli ssimo per li turbini che regnano frù qu es ti monti, riuederò la co mpagnia de' ca uai lcgg icri e t le cernide, et
ne darò, come deb bo, riu erente conio a ll a Se renitù Vos trn.
Gratie Etc.
Di Pingucnlc li 12 di luglio 1603
MARC'ANTONlO ERIZZO Cap. di Raspo
13. Serenissimo Prencipe
Dopo l'hauer sc rillo heri a lla Serenil1:ì Vo s tra le alligale,
mi è uenulo qu es la mattina ù nolitia che Piero lirubiz da S. Loren zo, uenendo heri à questa uoltn è sfato nell'usc ir del bosco
di Montana , assalito alla s trad a da Ire murla cc hi che gli hanno
tolto L 22, che più non ne haueua la casacca di fer ro,
c l che tra co loro ui era il Moli naro di S latina . di
Caschire rga sottoposta à Pi s ino, di che ho s tinrnlo bene darne
reu erente con io fl lei, come faccio, di cendole che quesli po lreb•
bero esse r qut'lli , che mallra!larono e sm1 1i sarono Nicolo fle·go,
cli che le ho s critto nell e altre mi e , ò pur suoi compagni; ac•
ciocche uedenclo le i che autori de si mili assassinam e nli alle
case, e t a ll a s trada pa re che siano di quesli t~rci du ca li co nfi .
nanti , procuri, se però così pare alla s ua infinita sa pi enza, pe r
quelle uie e t con quei modi , che stimerà migliori , e t pili espe•
dienli reprimer l'in solenza loro; che io no n res tarò di formar
anco so pra di ciò dilige nte processo per uenir in cogn itione
delli de linqu enti , e t per poler, quanto sara in pot e r mio, far
quello , che comporterà la gius tili a e l che s o esse r me nte della Sublù Vostra. Gratie Etc.
Di Pinguenle li 28 di luglio I 603
MARC'ANTONJO ERIZZO Capii'' di Raspo
A~. SERENIS_l\JMO PRINCIPE 237
14. Serenissimo Prencipe
Heri mi fu da diuerse parli rife rito che poco di s cos to da qu es to
Cas tello della Se renità Vostra passarono genti amiate alla scoperta uers o li co nfini di Pisino ; et qu es ta mattin a poi mi è ue nula lei
tera del serg ente pn dal Tacco, copia della quale qui aHigafa le inuio ; et perchè ho s tim ato che questo soggetto mandato dal Class"" Podesti, e I Cap. di Capo d'Istria per l'e ffe tto ch'ei
scriu e, habbia eccedesto gli ordini datigli, massime circa l'andar così apertamente et con tumulto, et dubitando, che l'arder di
qu esl' hu omo passi causar qualche di sconcio, gli ho risposto nel modo, che V. Sub.tii uedarà dall' altra copia ch e le mando,
et poi ho subilo scritto anca al dn Clas0 di Capo d' Istria nel tenore d ell'alligata. Di tutto questo ho giudicato bene darne ri
uerenl~ conto à lei acciò sappia quell o si tratta in questi suoi confini, sentendo massime che si uanno adunando genti arc idu
cali à quella uolta e t perché ueda qua nto io habbi racordato
per Ze lo de buon se ruitio di le i, che se s i uscirà seco ndo la me nte sua ringraliero il S. Dio, che m'ha bbi illuminato à così
fare; ma quando fusse alf ra mente supplico instante, et riu e
renlemenfe la Serenità Vostra che s i degni darmi lutti quelli
a uuertim e nli che alla iniinita sua prude ntia pareranno nec;essari
per tutto quello c he potesse occo rrer nell'auenire in Simili Casi.
Grafi e Etc.
Di Pinguente li 3 di Agosto 1603
MARC'ANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo
15. Serenissimo Prencipe
Dopo s pedite le altre mi e di ques to me de simo giorno all a
Serenità Vostra mi è so pragiunl a un altra lette ra del Se rg e nte
pr' dal Tacco del te nore della copia che qui inclusa le inuio,
et perch e da esse uado co mprendendo che questo negotio polre bbe pigliar cattiua piega, m'è parso dargli la rispos ta, ch 'e ll a
uedarà dall e alligate ; et subito raguagliarne riu erentemente lei accìò con l'infinita sua prudenza possa prender quell a risolu
zione, che s timerà di miglior suo seruitio. Grafie Etc.
Di Pinguente il 3 Agoslo I 603
MARC'ANT" ERI ZZO ca p" di Ras po
238 DISPACCI DEL CAPITANIO DI ~ASPO
16. Serenissimo Prencipe
Io rendo infinit e gratie a lla Serenità Vos tra deg li ordini, che come m'auisa con sue delli 23 passa lo s ì è degna la dare agli illu stri ssimi s uoi magistrati acciò mandin o qua le monilioni, che le ho riuerentemenle racc ordat e; e t le prometto che questo
mi seruirà per ecc itam e nto a ta nto meglio serui rl a, et c'1 mettere
ogni spirito perche e t queste uenuf e hora et le altre s iano ben conserua le, e t ben custodite; ass icurandol a inoltre che le barche loro saranno da me fatte accomodare con la mag gior diligenza e t con la minor spesa, che sara possi bile; di che poi darò conio agli m mi sopra le fortezze acciò possano rimettermi il
danaro conforme al comandam ento della s ublimità Vos tra alla
quale non res tarò di aggi ung ere che, sendo pe r erro re stali dirnandati solamente quindici mazzi di corda cotta, cred endo
che fussero iassi grandi, e t non giauette pi cc ol e la supplico per ciò à degnarsi di ordinare che ne s iano mandate almeno lire mille, face ndon e bi sogno gran quantilà per le cernide, c'ha in questo Capilanato la ser. vostra. Gratie Etc.
Di Pinguente li 6 d-Agoslo I 603
MARC'ANTON IO ERIZZO Cap'' di Raspo.
17. Serenissimo Prencipe
Essendo io informalo da buona banda che qu esti giomi adietro è seg uito per occasion e di confini gran dispiacere fra gli a rciduc ali di Lupoglao e di Cosliaco, uado pensando che l'addunarsi dell e genti (com e ha uerà uedulo la Ser. Voslra dalle
111ie delli 3 del presente, et da quelle del serg. Piero dal tacco)
nelli contorni di Pisino, passi esser s lato per quell'accidente, e t non per rifars i (com e dubifaua d I sergen te) del danno da
lui fa llo per reinlegralione de' confini di ordine del Cl" S' ·rodesia et Cap. di Ca po d'Istria; Il che 111e si fa tanto più credi
bil e, qu anto che non è seguilo altro rumore in qu ello della Grimalda, oue si è tra ttenuto e t tutlauia si lralliene d 0 sergente
per osseruare gli andamenli loro ; ne sentendovisi alfro tumulfo,
come lui scrive, et come ho falto osseruar anch' io potrebbe
.,
_ _____ ___ -~-- - ·- AL SERENISSIMO PRINCIPE
esser che si fu ssero risoluti di non tentar altro : mà metter la cosa in neg otio : e~ perciò ho giudicato bene ragualiarne riuerentemente la Sub
1a Vostra, accioche sendone fatto motto costi
dalli minis tri Arciducali ella resti pi enamente informata di qu anto fin hora è passato in questo negoci o. Gralie Etc.
Di Pinguenie li 6 di Agosto 1603
MARCANTONIO ERIZZO Cap" di Raspo
18. Serenissimo Prencipe
M'oc corre primieramente dire a lla Se renità Vostra che per
debila e t riu erente esse cufione delle sue di XI del passalo, ho fatto cosi qui e t ne lli altri lo chi so ttopo sti ù qu es to Ca pitanato,
come in tutti li Casielli e I lochi dell ' ls iria 0 1 e si fabbric ano
grisi e t rass e ho fatto publicare la te rminatione dell 'Ill0 Pa
squ alig o in proposito di ess i grisi, e t poi so ggiung erle che essendo cessa te le furie del raccolto, ho ri ueduto que sta Cau al• leria, et l'ho ritrouat a in ordine d' huomini et di Cau alli , è ben
uero che sen done morti alc uni nelle fattioni contra Uscocchi, so no stati rim essi pol edri in loro loco, de' quali pero da qui
in dietro s i cominda rà riceuer qualch e seruitio: et si come di ques ti leggieri son rimasto soddisfatto ass ai, così nelle cernide non mi son compiaciuto niente : perche oltre la poca attitudine e l destrezza loro, non sa pendo sbara r l'arcobuso, che se fu ss e
con ball a s'amazzerebbono l'un l'altro, sono così rozi per na• tura, et tanto meschini et disgraliati, che li giudico poco meno ch e indisciplin abili, e t inulili (non pa rlo di qu es ti di Pingu ente,
che sono di buona s peranza), et questo tanto più m' incresce,
qu anto che intendo quasi tutto il resto di questa Prouincia esse r d i tal sorte ; ch e se così è non bisogna far alcun fondamento sopra loro : Compars e la maggior parte di costoro scalci a, e t stracciosa, con gli arcobusi rotti, con li morioni in co nquasso, co n fi asche ruina te, et col resto dell 'armni s i mal conditionale
eh~ conu enni riprend erli gagliardamente ma hauendomi l"risp osto che qu es to inconueniente nasce non per colp a loro, ma perche non sanno à chi farle acconciare, conuengo perciò dire alla Sublimità Vostra che per leuar loro qu esta scusa , e t per ouiare
240 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO
a mancamento sì importante, sarebbe ·forse a proposito ch'ella
si risoluesse a sa lariare un Armarolo, che stando a Capo d' l•
stri a fusse obbligato a racconciare, riuedere tutte le armi che
si dispensano alle Cernide di tutta la Prouincia : perche non vi essendo alcuno, c'habbia questo carico è necessario cambiarle ,
et mandar le rotte costi con interesse et perdita di tempo di qu esta pouera genie, et con euidentissimo danno di lei, che
senz' altro perde le armi vecchie, le quali so come uadino di
male quando uengono mandate per cambiarle ; poi che quelli che
doureb bero hauerne la cura, le gettano in un cantone, ne più
le guardano ; Il che si come riuerentemente le raccordo per
zelo de buon seruizio suo, così rimetto ali' immensa prudentia
dell a Ser'" Vostra. Gralie Etc.
Di Pinguenle li 18 Agosto I 603
MARC'ANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo
19. Serenissimo Prencipe
Io uoleua pur dissimulare certe cose, et non attediare
vostra Ser~nità, co~ scriu ergl!ele: ma l'obbligo mio, il rimorsi;, della coscienza. et l'altrui temerità mi costringe finalmente à
dirle con la mia solita riuerenza, che quando appresso alle
tanle prouisioni da lei falle con paterno affe tlo à prò et beneficio di questi pou eri nuoui habitanti non si risolua ... , ...
col qu ale il Capitanio di Raspo possa farsi obbedire dalli clar"'; Retlori dell ' Is tria che in loro modo contro la forma delle parli el di quelle specialmente delli tre 9mbre I 602, lrau aliano per ogni uerso questi miserabili, saranno costretti ritornar alle pa
trie loro d'onde sono parliti, con desiderio d' aHalicarsi e l di morire in seruitio della sublimità Vostra che con tante imunità,
el essentioni li ha inuilali el alletlati à uenire ad habitar in questa Provincia la quale ritornerà tutla inculta, et dishabilata co n dis eruitio grandissimo delle cose pubbliche ; perche se ben io concedo suffraggij a questa meschina gente mal uedula el peggio Iratlala da quelli che non partecipando della carità et della prudenlia di lei, non hanno innanzi li occhi altro, che l' in ..
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ÀL SERENISSIMO PRINCIPÉ 24 1
teresse proprio, sapendo essi però che non posso far altro, che inhibirli , il che mi astengo di fare per non aggiungere spesa, et traualio maggiore a questi infelici, che conuerebbono tutto il giorno uenire a suoi piedi per esser uditi sopra la compclen• za del foro, per altri rispetti all' infinito suo ... perche molto ben noti non solo non serbano di molestarli, ma tanto pili li
perseguitano li minacciano, l'imprigionano li bandiscono, et li
meflono in tale necessità che per non uenir a peggio sono a• s tretti di ò spogliarsi affatto, et rinonciare alli priuileggi tanto gratiosamente concessi dalla munificenza di lei, uiuendo sollo• posti in tulio alle uoglie di chi sollo pretesto di gouernarli li
ruini ò dishabilare la provincia. Perdonimi la serenità vostra s' io parlo di queslo modo, el credami che la pielà, eh' io cli
questi meschini et il desiderio, che regna in me di uederla ben seruila, mi moue a scoprir le piaghe loro senza alcun rispetio ; Circa le quali potrà s imilm ente hauer compitissima informalione da ll 'Illustrissimo signor Alessandro Zorzi mio precessore ; et da quello che io son per dirle hor hora uadi lei con l' infinita sa pienza sua penetrando, et considerando quanto sia dura · et lagrimeuole la conditione delli nuoui habitanli perchè un nostro suddito presume più contra essi, et gli tratta con manco rispetto che non fanno li medesimi Clarissimi Rettori dell'Istria. Giovan Ballista lngaldeo da Capo d'Istria al presente Podestà di Due Castelli, che uien elello dal quel chiarissimo Podestà et Capitanio fece imprigionare fino al tempo dell' Illustrissimo Zorzi predello Vido Buich, habilanle nouo . , . . . in quel territorio, el perche haueu a sprezzale le lellere del dello Signor Capilanio non s'era curato di liberar quel pouerino fu chiamato a render conto delle sue indiscrete operationi insieme col suo Cancelliere che gli serue più pe r compagno che per minis tro il quale essendo elello da quella Communilà non è manco insolente del Podes tà predello El perche SS. Illusi"'" contentandosi del l'o!ferla che fu falla di liberar quel misero di prigione , et pagargli le spese, danni , et inte ressi patiti non diede loro altra correttione, si sono fatti maggiormente intollerabili et hanno preso di modo in urt a l' infelice Vido che senza haverlo mai risarcito di quanto s'era obligalo il Podestà hauendo il Buich nel fine del Reggimento dell'lllustriss0 Zorzi presentatagli una qu erela contro certi , che
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_2_42 _____ ~ DISPAC_c1 DÉL CAPITANIO DI RASPO _____ _
haueuano ammazzalo un suo parente, et essendo stata mandata .
essa querela ad esso Podes tà ac ciò esaminali li testimoni iui habitanli rimandasse il processo di quella, so no stati lui .e t il
cancelliero così galanti per non dir altro, che non solamente non l'hanno mai rimandato~ ma hau endo essi · da loro medesimi
formato processo contro li Querellati dal Buich e t anco contro l' istesso querellante, e t Juan suo frat eqo , gli hanno proclamati.
l o subito che fui di ciò auisa to, sapendo per prou a q~anlo co
s lui ru ss e resistente, perchè hauendogli du e allre uoll e scrillo, e l re pplica to che facesse citar à difesa, et a testimoniare altri, che deueuano esser essaminafi, el ch'erano quelli respettiuamente in quella cancellaria, mai hau eua data ess ecutione alcuna e t
manco risposla, gli scrissi a 22 del presente dolendomi del suo proc edere et gli di ssi che douess e obedire alle mie precedenti
le tte re e l des istere da ingerirsi nelli noui habitanfi particolar• mente in ques ti Buich, et che mandasse tutti li proc ess i à me, come giudice loro competente nel modo che fanno in simili casi
tutti li Clarissimi Rettori della Prouincia, ammonendolo à ciò fare, et non mi dare occas ion e di risentimento ; ma lui che è
. non obbedire, non si è cura lo di ris ponde rmi, allramente che hoggi . . delli fratelli Buich espo-nendomi con le lagrime agli che quel mede s imo giorno che vennero da mè per soffragio esso Podestà .
anco, el persuaso da detto Cancelliero bandi l'uno di ess i dieci
et l'alfrO tre anni, dicendo che uadino mò dal Capifanio di Ras po
che gli assolu a. Queslo Prencip e Sere niss imo, à 1i1e pare caso
di grandissima importanza per tutti quei ri s petti, che S€l ranno
dalla profondità del s uo sapientissimo Giudicio considerali, e t per ciò ne ho uoluto dar compilo e t r euerenfe conto à le i acciò
si degni prender quelli es pedi enli, che alla soma s ua prudenza pareranno necessa rij per l' infiera osser~1anza degli ordini &uoi, per lenir in officio li clarissimi Rettori di qu es ta Prouincia, pe r co nseruar la s ua superiorità, che con tante publiche delibe#
rationi ha uoluto da re al capilanio di Raspo nella mate ria de
noui habilanti, per correggere il temerario ardire, et' licenfioso
procedere di ques to Podes tà, e t del s uo cancelliere et per solleu are, et liberare li poueri Buich banditi et assicurare uha uolta
tulli li noui habil anti dall 'estor s ione, ef tiranni~. ch e uengorn;>
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ÀI. SERENISSIMO PRINCIPE 243
loro ratte contro la pia mente della Serenità Vostra, alla quale torno à dire riuerenlemenle, che quando non sia falla la debita prouisione, ques ti" noui habitanti al sicuro saranno aslretti d'ab~ ba ndonare la colliualione dell'Istria, come si lasciano intendere liberamente. Gratie Etc.
Di Pingu enle li 25 Agoslo 1603.
MARC' ANTONIO ERIZZO Capilanio di Raspo .
20. Serentssimo Prencipe
Con quella autlorità, che la Serenità Vostra si è compiaciuta
di dare al Capitanio di Raspo nella matteria della colliuafione dell' Istria, io concess i à 24 di luglio prossimo passato tre miglia di circuito incullo et spinoso nel territorio di Parenzo a Tadeo : Chiu chich, sendosi, lui obbligato di condurre XX fa migli e di
paese alieno, di fabricar una Villa, et di coltiuarlo : et sebene
la concessione (come ella intenderà dalla sua lettera) è secondo la forma consueta, et con tutte le ordina rie risserue, sopra le quali poteuano li_ Parenzani usare delle ragioni loro, come fanno in simili casi tutti• gli altri giornalmente, et in ispetie quelli di
Vmago sopra quella falla dal l' lii'"' Srg Alessa ndro Zorzi mio precessore al Capilano Vincenzo [ralello di questo Tadeo, et come hanno poi fatto quattro giorni dopo commesso il delitto li medesimi di Parenzo, che accortisi dell' error loro notarono à 1 7 del passato contradditione a detta concessione giusta l' ordinario; sono però stati alcuni di quella Città sediliosi, et di pes•
si ma natura, che fomentati da quel Cancelliero; il quale à questo fine fece mandato alli Zupani, Ò merighi, e t alli capi di cento con pena di bando, galera e l [orca et per la cillà fece far pro
clami che tutti s'armassero concertata prima la cosa con allri capi di quel territorio, hanno so lleuato il popolo, e t fatta una maledetta setta di più di 150 hu omini armati, hanno hauuto ar•
dimento à 13 dello stesso mese uolersi opporre per forza à detta coltiuatione, et fars i ra gione [come s i suol dire] da loro
posta, io subito che lo seppi, mandai il mio Cancellierò ? pren• der uera, et diligente iniormatione di tutto il caso, et hauendo poi letto il pro·cesso e t considerato di quanta importanza sia così per la solleuatione, come per gli altri acci denti che saranno molto meglio conosciuti dal sapientissimo suo giudicio, ho s timato
244 ill5PACCI DEL èAPITANIÒ DI RASPO -------"-'-'-'-'-'-'-- - ---~~- --
bene mandarne copia a lei acciochè dall a s ua le ttura comprendendo l'enormità del fa tto, possa venire in qu ella deliberalione
che all'infinita sua prudenza parerà conuenienle ; non proseguen
do io più avanti sopra esso processo senza es presso co manda
mento della Serenità Vostra alla quale non restarò con tal occa
sione di riverentemente raccordare quanto le ho scritto à 25 del passalo, et dirle che da questo accidente na to si può dire dall ' arroganza di quel cancelliere ella può comprendere la miseria dei noui habilanti e t argomentare, se da un sempli ce mi
nistro e da quattro scalci pescatori uengono a questa maniera
lrallal i, che faranno gli altri quando non se gli proueda? Ogni giorno mi vengono condo glianze di questi infelici di esser non pur tira nneggiati nell a robba, ma nella vita, imprigionali i loro
merighi torturati gli officiali, sedutti essi medesimi et sforzali
à renonfiare ai priuil egi del nouo habitantafo et fino abbruc ia•
tigliti quando li hanno mostrati per serv irsi di loro, et heri ap•
punto con non minor merauiglia che dispiacere uiddi una di
delle renontie falla fare nella canc ell aria di Valle ad un pov erino, che, per non poter poi resistere alle troppo grauezze ad
dossategli, se n'è fuggilo con la sua famiglia , come dubito che faranno gli altri , se larda il remedio, non potendo io far altro, che darne riverente conio alla Sublimità Vostra, la quale supplico a perdonarmi se le son così spesso importuno, et creda
che con grandissimo lrauaglio d' animo el contro mia voglia le
son molesto, asl rello dal stimolo della cosci enza, et dalla compassione, c'ho di ques ti meschini, alla ruina dei qu ali uedendo
congiurati li Rellori e gli vecchi habilanli della Prouincia, son necessitalo a rappresentarle lib eramente il tulio, et soggiung e rl e che, sapendo lei come tulio il tem po di mia vita hò procuralo di ben servirla senza alcun rispetto, può assicurarsi che se ben
la cu ra, el pensiero di qu esta pouera gente m'apporta se non
fatica et disturbo, io però mai abbandonerò la prole lione loro in quanto potrò, et mi sarà commandato dalla Serenità Vostra. Gralie Etc.
Di Pinguenle li 5 di se llembre I 603.
MARC'ANT0 ERIZZO Capit0 di Raspo
In lellera di Raspo de 5 Sellembre 1603. Copia/
- - --------'A-"l'---. -"S-'-'ERENISSIMO PRINCIPE 245
Noi Mare' Antonio Erizzo per la Serenissima Signoria di Venetia Etc. Capitanio di Raspo Etc Giudice delega to mossi dalle giuste cause addoteci nella supplicatione che ci è slala presentata fino sotto lì 13 del co rrente per parie, c l nome di Tadeo Chiuchich da Cuprano loco del Turco desideroso di uenire ad habilare loco et roco so tto l'ombra di questo feli cissimo Dominio, per l'autlorità che len immo dall 'Eccmo Senato concediamo al detto Tadeo, et alle 20 famiglie che si ha obligalo di condurre in questa Prouincia, heredi, et successori loro in perpetuo una quanlilà di terre tutte incolle, et spinose di circuito di miglia tre in circa, da esser dispensate, et comparlite fra di loro come ci parera meglio, pos te sopra il lerrilorio di Parenzo nella conlrà di Sto Angelo tra li suoi confin i, con obligo di [abr\care sopra dette terre una uill a, et condurre le s udefle 20 fnmiglie da paese alieno nel termine di mesi sci pross imi uenturi et ridurre à coltura con le medesime famiglie tulla quella quantità di esse !erre, che sarà habile a colliuare, lasciati però i pa· scoli per li loro animali necessari et loco per le habilalioni et hor li , secondo l'ordinario del paese nel lermine de anni cinque prossimi come si ha lui obligalo et ci ha supplicato. Mentre però che dette terre, ò parie di quelle non siano s tate ad allri concesse, nè sia in luogo riserva to da legne per l' alma ci ttà di Venetia douendo conservar et far conserva r tutti li roueri buoni, et da uen ir buoni, per la casa dell'Arscnal. 'Riversando di pitl le ragioni di cadauno, che hauesse in esso circuito uigne et terre lavo rate et coltivate. In quorum
fidem etc.
Di Pinguente adi 24 luglio 1603.
GIOVANNI ROTA Cance11·c etc.
(In margine della stessa copia q. s.)
Adi 17 Agosto 1603 Comparse nell ·ofl'° della Cancll'ia mr Bortolo Fasson cl per nome proprio et di m. Vic0 di Borl.0 suo collega intervenienti per tutto il popolo della citla di Parenzo hà con ogni miglior modo con tradello alla
conlrascritla concess ione rationibus Etc .
21. Serenissimo Pre11cipe
A' 28 del mese passalo riceuei que lle della Serenità Vostra
delli 13 con l'ordine di far ritenere Vincenzo Bratti habilanl e in Parenzo ; et perche qui non è altri che il canceliero e t un solo officiale vecchio di 70 anni , senza pag a, inhabile a far alcuna essec utione et mollo meno ques ta, scrissi la medesima hora che mi giunsero le sue per huomo espresso al Clar
0 signor Capilanio
e t Podestà di Capo d' Istria il quale 1ni mando ~u\Jilo il suo
246 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO - -- ------ -----
canceliero con sei huomini, à quali ordinai che in sieme col
mio caualiero si riducesse pa in Villa di Abriga, oue detto Vin
cenzo ha casa nella quale ui era qu~lche sentore çhe egli si
ricouerasse dopo l' esser bandito, et che non .rilrouandolo là
andassero poi a Parenzo alla s ua solita habitatione et in altri luoghi, oue intendessero, ò da quel Cl0 Pod està, che per ciò
g1i scrissi, iusse loro dato indicio ciò che russe : ma per molto ch 'abbino diligentemente cercato non solo nell e case predette. mà in una barca, nella quale fu loro detto che sfaua li giorni passati et sopra il scoglio, et nel Monastero di s·1 Nicolò, non
_l'h·anno però potuto ritrouare; et perchè nel ritorno intesero
ch'ei si trouaua in Capodisfria ho scriHo à quel Clar111) Signor
Podesla el Capilanio nella forma che si legge nell'alligata copia.
Quanto poi a lle fabriche della cillà di Parenzo ho fallo la publicare inserendo à un altro proclama fatto per quanto si dice dall'Illustrissimo Zorzi mio precessore che niuno ardisca ruinare,
ò altrimenti disfa~ne alcuna benche sua propria ma ·lasciarl e in essere, et pili tosto ripararle, che distruggerle, ne uender traui, ferri, copi, tolami , pie tre ne qualsiuoglia cosa di esse in pena
de L cento per uolta, la metà de quali sarà dell'a cc usatore, che sarà tenuto segreto: et ques to tanto al uenditore quanto al com• pratore, il quale oltre di ciò perderà tutta la materia comprala
e t sarà castigalo ad arbitrio della Giustizia, hauendo stimato io
che el uero remedio di uiefare che non siano disfatte sia il
probihire che niuno compri la materia, et _oltre le altre pene fargliela perdere. Et circa à quello ha uenduto il predelle Vin
cenzo di ragione della casa di quella communità da lui ruinata, ho scritto al Claru Podestà che facci restituire il tutto dalli com
pratori alla communilà istessa ; che è quanto ho potuto, e t ho giudicato bene di fare per obbedire alli commandamenli della
Subblimifà Vostra, alla quale non restarò di riuerentemenl e ra
cordare che sendosi ridotta la causa tra la delta Communila et Tadeo Chiuchich della concessione, eh' io gli feci dalli terreni inculti in s lato di speditione, io però hauendole scritto à 5 del passato, quando le mandai copia del processo Hrmato sopra la
solleuatione dei Parenzan i contra esso Tadeo et contra il capi
tanio Vincenzo s uo fratello, che non procederò pili oltre senza
espresso aretine suo, non so risoluermi se debbo spedirla, prima
i
t AL SERENISSIMO èmNCIPE 247
che sopra de tto processo crimin ale s ia deliberata alcuna cosa dall'infinita prudenlia della Serenità Vos lra. Grali e etc.
Di Pinguenle il primo di ottobre i 603.
MARC' ANTONIO ERIZZO Ca pilanio di Raspo.
Copia
Al cla rm 1 Sigr Podeslà & Capitani o di Capo d'Istria.
Mi iu sc rillo dall'Ecc0 Senato che per ogn i uia procurassi la rellcnlionc di Vincenzo Bralli, il quale non ostante l' esser bandito di terre et luoghi habilaua in Parenzo, cl ui faceua molti mali , con ordine espresso di scru irmi della corte di V. S . Cla ri ssima, che per ciò gliela ricercai: ma non l'hauendo rilrovnto, et riferendo li medesimi suoi huomini d'haucr inteso che si rilro
uaua costi, sa ria bene che essendoui al prcsenle, ò ca pitandoui per J·auenire, ell,1 ui metla del brusco acciò uenga nelle mani della giustilia dandone poi conio a S. Serenità. Etc.
Di Ping uenle il primo di Ottob rè 1603
MARC'ANTON10 ERIZZO Capilanio cli Rnspo.
22. Serenissimo Prencipe
Hauendo io fatto formar process o à querela di Francèsco Galesio nouo habitan te per lo scoglio di Bri oni, fnì gli allri
contro Bortolo, Mallio et Zan Ballis ta Cinei, quali cita ti ad in• formar la Giustitia vennero et furon o da me costituiti sopra I' im• putationi d'hauer di sbollato il formen to d'un altro nouo habilanle,
che _gia pochi mesi fu pre so schiauo da un a fus ta, che pas sò di là, · e t che di mi o ordin e era s talò bollato ad is tanlia del pre•
detto Galessio, et d'esser anda li armala manu à le uar di casa del Reuerendo curalo de l predetto scoglio cie li ' altro frum ento messo in deposito d'ordine mio, el fu loro assignato questo Ca• s te llo in loco di Prigione: ma essi che sono caporioni , et huo.
mini facinoros i, compagni di quel Oralio Condulmer benissimo not o all'Ecc0
· Consi glio di X, poco usi ad ubidire alla gius ti zia,
col medesimo s prezzo col quale leuarono i bolli , e t asporlt1rono il fromento, con l' istesso anca, si assentarono et fuggirono uia il perchè hauendoH io fatti proclamare acciò ritornass ero nelle
forze de ll a Gius liti a et hauendomi falla dimandar proroga 9li
248 DISPACCI DEL CAPIT1\NIO DI RASPO - - -- - - -----· -- - - ·--- ----
concessi graliosamente altri otto giorni di termine nel fine de'
quali in vece delle persone loro, hanno fatto presentare Ullél lettera del Clarissimo Conle di Pola, con la stanle altera del Cla
rissimo Signor Auogador Gradenigo, il quale si come son cerio che quando havesse ueduta
0
quella del Signor Conte, et saputo che si trattaua materia dei noui habitanfi, raccomandata particolarmente dall'infinita prudentia di lei con tante deliberalioni
al Capitano di Ri.tspo, non hauerebbe scritta la sua, così uiuo
sicuro che ueduta la mia, che al presente gli ho mandata per informatione, la ritratterà; nè ho voluto restare mandarne la
copia alla Serenità Vostra acciò comprenda se d 11 Signor Conte intenda che questo Reggimento habbia quella superiorità, che lei comrnanda specialmente con la parte 160 I 3 9mbre, che gli sia riservata, essa conforme ad una lettera scrilta dallo Ecc1
' Senato l'anno 1595 I O Giugno ad un suo Clarissimo precessore che
haueua li medesimi pensieri, copia della quale per a!tra acca•
sione simile già li inuiai et hora mando anca a lei, egli uoglia obe.dire alli ordini di d·' Capilanio al quale inhibisce ; et com
prenda parimente dalle difese che lui ua introducendo per gli proclamati con dire che non disbollarono, che altri sono li de•
Iinquenti, et cose simili, con che fine si moua a uolerli giudicare, tuffo che si tratti di materia che non spelta à lui. Il che ho uoluto rappresentare con la mia debita riuerenza alla Subii•
mitél Vostra acciò si degni dar quelli ordini che stimera di maggiore suo seruitio Grafie.
Di Pinguente li 4 Xmbre 1603
MARCANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo.
23. Serenissimo Prencipc
Esseguendo riverentemente l'ordine che la Serenità Vostra mi diede con sue lettere delli 13 del presente, scrissi al Clarm 1
Signor Podestà di Ciflanoua, che in conformità di quanto ella
si degnò auisarmi d'hauergli commesso, douesse restituire a Stefano Radicovich li denari leualigli per certa condanna, et
m~ndar à me il processo formato contra di lui, acciò dovessi
:
A'.. _S_ERl:~S~MO PRINCIPE 249
come Giudice competente amministrar giustitia; et hoggi è ue
nuto il medesimo Signor Podestà et ha depositalo in questa Cancelleria L I 96, che tante dice di hauer hauule di della ragione, et ha presentati anca li processi da lui formati contra dr, Stefano, di che ho voluto per debito mio darne conto alla Sublimità Vostra et soggiungerle con la mia solita riuerenza che
hauendomi detto il Clarissirno Podestà et anco un agente di quella Communilà che intendono com parere ai suoi piedi per esser uditi da lei sopra le lettere impefN1te dal Radicovich, ricercandomi però à sopraseder qualche giorno, io con buona gralia sua starò aspettando 15 o 20 giorni per uedere se mi commanderà altro in questo proposito, et quando non mi venghi
alcuna cosa in contrario, ispedirò essi processi se condo il termine della giustilia et conforme all'ordine della Serenità Vostra. Gralie Elc.
Di Pinguente li 27 di xmhrc 1603
MARCANTONIO ERIZZO Cap. di Raspo.
24. Serenissimo Prencipe
Confesso alla Serenità Vra d'hauer mancato del mio debito
col non mandarle insieme con la lette ra d' inhibilione del Clariss0 conte di Pola, che le inviai con mie delli 4 Xmbre passato, una lettera scrittami pochi giorni fa dal V. Cancelliero, che di
ordine publico tien questo reggimento in Pola ; con il constituto d'un pove ro pozuppo (?), che per hauer secondo l'obligo suo, denontiate in quella V. Cancelleria le ferite date da un habitante
nouo ad un altro fu imprigionalo dal detto signor Conte, che uoleua dargli la corda e minacciò parim enie il v ro Cancelliera
commettendoli che non tolga niuna sorte di constituto senza Sua licenza. Il che sa Dio che feci con buon fine et per non dar materia alla Sublim. Vostra di scriuergli con risentimento: ma continuando SS Clarm 1 4uasi in tutti li casi civili, et criminali , sotto pretesto che non si tratti de noui habitanti , ad in· hib.irmi contra la forma dell a par te dell ' Ecc11
P Senato 1601 , 3 gmhrc , che dic e espessamente che'I Capitano di Raspo debbi
hauer in questi casi la superiorità et che li clarissimi Rettori
250 DJSP/\CCJ DEL C1\J>IT/\NJO DI RASPO
debbino obedire agli ordini, mandamenti et suHragij suoi ; et
hauendo anco introdotto di formar ex offo processi, et essaminar in essi quelli teslimonij et di quel modo che piace a lui, per
far apparere che li nominali nelli processi, che sono formali da
questo Regimento non siano Noui habitanti ; io non ho poluto
contenermi di inuiarle copia di essa lettera et constiluto acciò
ueda li pensieri di quel signore et consideri con l' inrinila sua
prudenza se li noui habitanli passino da questo Reggimento
esser giudicati, et suffragati quando uenghii10 molestati, o se
tralasciando la coltiuatione tan"to necessaria habbino da correr tutto il giorno à Venetia sopra la competentia del foro la quale
siccome dagli altri Rettori non m'è stata mai posta à campo,
così per l'avvenire, con questi esempi, sarà proposta da tutti,
quando non sia preso qualche ispediente dall' infìnila prudenza
di Vostra Sublimità. Gratie Etc.
Di Pinguente li 20 di Genaro 1604
MARC'ANTONIO ERlZZO Capii" di Raspo.
25. Serenissimo Prencipe
Hoggi ho riceuulo con la mia solita riuercnza la lettera della
serenila Vostra di 30 del passato circa la reparalione del pa
lazzo di Portole, alla quale rispondendo le dico riuerenlem en le
che siccome la restauratione di quella fabrica per quanto son informalo, è necessa rissima et ha bisogno di presto rimedio, così non può da me esser altrimenti effettuala, come farei uolontieri per obedire ai suoi comandamenti; poiche qua non ui sono de
nari di condanne; nè in tutto il Reggimento si fa di questa ra
gione cento ducati, sendo questi pochi sudditi pouerissimi et quando pur ne fusse qualche piccola quantità, bisognerebbe spen
derla in questo palazzo, che è ruinoso, et vecchissimo come di cio può farle fede l' mmo Signor Alessandro Zorzi mio precessore;
dal quale anco potrà intendere che tutti gli altri danari di questa
camera sono applicati al pagamento di questi leggieri, et d'altri
capitanio sergente et prouisionali dell' Istria; anzi che la Serenità
Vostra l'anno passato nella nuova regolatione; perchè questi non
i,
/\1. SERENISSIMO PRINCIPE 251
bastano, assignò per supplemento, del deposito sale camere, ducati 2·60, accia potessero pagarsi li stipendi et leggieri prt'
oltre à quali bisog1tarà che quesl' anno che aggiunga altri ducali 150 incirca per essersi affilato il frumento , ella si scade per conto suo, et li · moll1ni molto manco degli anni passati, rispetto alli bassi pretii delle biaue; et se fin hota io non hauessi sup· plito in parte con li 1_11iei proprij danari non hau erei hauuto con che dare le paghe ad essi prouisionati: eh' è quanto posso real• mente et riuerentemente dire alla Submtà vr
.i Gratie Etc.
Di Pinguenle li 29 di Genaro I 604
ll'IARC' ANTONIO ERIZZO Capilanio di Ras po
Ser<missimo Principe
Del mal s tato nel quale si rclroua questo Palazzo, e clel gran pericolo, al quale, sopraslanno, chi in esso ui habila alli mesi passati con mie lettere conueni darne conto a V. S.rtil la quale hauutonc Ie douule informallioni, cl certificata della verità di ci6; se ne compiacque graliarrni con l'Ecciu Senato prend_cndo parie, che da 1' 111° Cap '' di Raspo fosse conlribuilo per la rcparalione di esso quelle summe di danaro cor.len_ule nelle suo i Ducali di 30 xbre passato: Onde non havendosi in tanto tempo possulo dal d.to Signore reccucr alcuna prouiggione per cossi necessaria opera per asserire non hauer danaro, chè quello V. Srtit li camelie spendi per ci~ come dalle lettere, che in ri sposta scrisse V. 5,·tit hauerU benissimo inteso, et pur agrandendosi ogni giorno phì il pericolo; conuengo con ogni riverenza di nouo suplicharla se degni fare altra assegnalione, ò in Camera de Capo d'Istria ò doue più espediente gli parerà acciò questa opera non resti imperfella, et io deuolissimo scruilore de V.ra S.rli1 non resti con lulla la famiglia de continuo solloposto a si grave pericolo del precipitio et rouina di esso el a V. S. humilmenle
bascio le mani. - Grafie.
Portale li 22 luglio 1604 Di V. 5_rli1
Sere deuotiss0
PIETRO ZORZI Podestà
Di fuori - 22 Luglio 1604 - Rlè 21 agosto - Porto\e
Che non ha ancora potuto ricevere alcuna provis ion~ di den<1ro dal Capitano
de Raspo per l'accomodamento di quel Palazo,
_2_s2 ______ D_ll>_·1_' A_C_c_1_1_)EI. C1\PITANIO DI RASPO _____ _
26. Serenissimo Prencipe
Dal!' I11 1w1 Donado, Procuralor Generai in Dalmatia è slato.
conforme ali' ordine, che ti ene Dalla Serenita Vos tra inuiala in
questa Prouincia una famiglia di 14 persone, la maggior pa rte
da fa tti , che per so ltrahersi dalla ti rannide Turchesca era fugila
da quel paese, oue haueua qualche stato, con pensiero di passa re in Puglia, hau endo S. E. ben racco lti , e t pro ueduli a spese
publiche di fregata, con la quale sono col s uo ha uere, et con
trecento animali grossi, e t minuti giunti ne l!' Is tria, et essendo
uenuto il capo loro a trou armi con lettere dc li ' Jllustrissimo Donado di primo del passa to, io l ' ho riceuuto con demons trationi
di grand'amore et gli ho usate parole pi ene d'affe tto , promellen
dogli à no me della Sublimità Voslra di ben trallarlo di conce
derg li qu anti terreni vorrà, per habifat ione et per co1tiuatione
et di co nseruar à lui e t à tuffi li suoi quelli priuileggi, essen
fioni e t imunifà, eh' e lla dona à simil gente, e t che saran no
sempre da me mantenuti conforme ai comandamenti di lei, la
quale ha da procurare che sia fa llo anco il medesimo dagli altri,
chi tocca . Gratie e lc.
Di Pinguente il 12 di Marzo 1604
MARC' ANTONIO ERIZZO Capil0 di Ras po
27. Serenissimo Prencipe
Hauendo io per lo passalo scrillo molte le ltere alla Serenità
Vostra circa lo stato infe lice delli Noui hab ila nti di ques ta Pro
uincia et hauendole dato parlicolarmente rag uaglio del solleua
menlo di quelli di Parenzo contra li frat e lli Chiuchich Capi di
molte fam iglie di questi mi seri, come si può vedere dalle mi e
le llere delli 5 sellembre per le quali anco le dissi, che st imando
io queslo caso grauissirno non sa rei (come no n sono) proceduto
in esso senza s uo nouo ord ine, e t quasi preuedendo quello dovea
essere, le considerai che se co ntra quelli non s i hauesse mo
st rato .... risentimento, haurebbono fatto l'istesso quelli di Rovigno,
di Umago, di Pola et d egli altri luoghi, ove s i riducessero ques ti
per coltiuar l'Istria; nè essendomi stato mai data alcuna risposta1
...
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se non auuisato con lettere ducali dell' Illus trissimi Consiglieri, eh' erano licentiati li Parenzani, quali sapendo il mancamento loro,
haueuano supplicalo che la criminalità di quel caso fusse delegala altrove e t leuala di quà; et hauendo causalo il negligere di
quello, che li medesimi andarono dopo a gettar giù le case fabricale da quelli Arciducali , che gia si erano ridotti ad habilare
sull e terre inculle prime concesse à detti Chiuchich, sforza ndoli di quel modo à ritornare all e pa tri e loro, come dalla risposta
che di commissione della Sublimità Vostra diedi sotto li 6 febraro alla supplicalione per delli fratelli, per la quale anche te die di riuerente conto che l' islessso haueuano fatto quelli di Umago, che necessitarono li Murlacchi uenuti à coltiuar le terre concesse al Capitanio Vincenzo dall' Illus tri ssimo Zorzi mio precessore ad abb andonar la Prouin cia ; et che lutte queste operationi erano fom entale dagli Rettori, et da loro Minis tri ; e t hauendol a su pplicala con un altra lettera del! ' 5 xmbre che si degnasse proue· dere acciò questi meschini trouassero quà quel riposo, et qu ella quiete, che è mente s ua, che godano, e t con la speranza della
qu ale s i sono partiti dalle case loro per uenire a seruirl a in qu esta si utile, et si necessaria popola tione, e t coltiuatione, et de ttole reuerentemente che per non tediarl a superfluamente 11011
le hauere i più scritto in ta l proposito, haueua messo il mio
cuore in riposo, e t uedendo che no n mi ueniua da lei commandato alcuna cosa per farmi intendere il suo uolere, m' era dete r
minato con qualche ramaric o perciò, et con rimorso della conscienza, di pili non darle simil noie. Ma inuitandomi lei con le s ue lellere delli 9 ins tante, g iuntemi hoggi apunlo in qu ello che che il Rd0 Padre Gieronirno Ve ndramino ultimamente ar riu a to qua di Dalmatia con due famigli e che fuggile in Is tri a uoleu ano pas·
sare in Puglia, ma che [urono disuase dal Clar° Conte e t Ca·
pilanio di Spalato, che le accompag nò con s ue lettere, e t le inuiò a ques ta uolta sotto la scorta di de tto Reuerendo uenulo à pos ta a dolers i con me delle moles tie date a quelli altri che pochi giorni [a furono inviati con messer Federico suo frat ello
in questa Provincia dall'Illustrissimo Signor Vicario Dona do allora procuratore Generale in Dalmati a e t Albania: lnuilato [dico] da quanto mi comm ette la Serenità Vos tra in proposito di formar
diligente processo contra quelli , che li hanno oHesi il che sarà
254 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO
da me subito, et riu er entemente esseguito ; conuengo con la me~
desima reuerenli a aggiung er a quanto le ho scritto lanl e uolle,
che per mantener con fede quelli che già sono uenuti et per all e ttare qu elli che con le congiunture delle di scordi e dei mini·
s tri tu rchesc hi , e t dalle tirannie che da quelli vengono loro usa le, s tanno in gran nu me ro pre parati pe r uenire ad habitare e t co l
tiu a re l' Is tri a; e t pe r conse ru arli tutti con qu elli priuil eggij e t
esse ntioni , eh' e ll a s i la rg amente dona loro, no n è quasi bisog no
d'altra prouisione, hauendone gia fatte prudenlissimamente molte; ma è ben necess ario ch e trovi modo di fa re che qu ell e s iano
delli clariss imi Re llo ri esseguite e t ins ieme le uare il prefeslo, eh' hann o rit roualo alcuni di uoler conos ce re se si ano gl' inte
ressati noui ha bitanti pe r tirarli cos tì a lit igare no n con a llra
s peranza che ò di fa rli pa rtire di s pe ra ti , ò di farseli soggefli
con qu e lli fini , ch e a li ' imm enso s uo sa pe re ponno esser noli ,
di chiarando che così questa , come o gni a ltra pre tens ione , da l
Capitani o di Raspo, a l qu a le si è co mpi ac iuta da r l a s uperiorilù
in ta l ma teria, et a ll i o rdini ma nda li e t s uffrag gi li qu a li di eno
obedire i Re llori, conform e all a parie 1601 3 9mb re, come le
tocca i brevemente in un a ltra mia, che fui costretto scriue rle il xx di Genaro s ia termin a la, senza tante le tte re s uffra gi e t ap
pe ll a fi oni qu ante inu e_ntano et li Rettori et le parti per ete rn a r
qu es ti infeli ci in liti. Circa poi alle uiol enze, ch e arm al a manu
uengono fa lle pe r imp edire le colliuafioni e t pe r scacc ia r tumul
tua ri amente qu e lli , che s' impiegano in essa, com e ha nno fa tt o
ultim ament e, anco qu e lli di Piroi sotto Polri , contra qu a li ua do
procedendo, sarà effe llo de l! ' infinita prudenza de ll a Serenità Vos tra fa r que lli r imedij che s tim er à di maggior s uo seruiti o, pe rchè
allrameni e sarebb ono gelia te ui a tante fat iche de suo i Ra ppre
sentanii ne l dispone rli a venir in Is tr ia e t la s pesa ... . le i ne lle fre
ga le che Ii con du cono, e t no n trare bb e a lcun frutto da l pe ri colo
(?) .... nel qu ale in corse di haue r à qu alche te mpo alcun dis turbo. all a Peri. ...... ta l causa. Grafie etc.
Di Pinguenl e li (9 di Marzo 1604
MARC' AN TONIO ERIZZO
◊
..
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AL SERENISSIMO PRINCIPE_ 255 - - --
28. Sere11issimo Prencipe
1-toggi con la mia solita reuerenlia ho riceuuto le le ttere
della Serenità Vostra di xx del presente con al Commissione dell' Ecc
1sm
1
Senato in proposito del rice tto eh' io dou ea dare a Ili Conti di Carpenti s udditi Turcheschi, che si sono risoluti di condursi con le loro famiglie et animali ad habitar in quesla
Proui,ntia; per riuerente essecutione di che ho s ubito spedilo
messi à posta in diligen za alli Rellori di Polla , Rouigno, e t Pa
renzo, oue ho giudicato, che essi conti passino capitare dandogli efficacissimo ordine, che giunti che sara nno, gli usino ogni buon
tratlmnento, e t gli diano commodilà nelli luo chi med esimi d'ha•
bitationi per le pe rsone, et pascoli per li loro animali; et giunti che. s ian o gli diano indirizzo, e guida, pe r condur i capi alla
mia prese nza, perchè io li possi prou edere di luoco particolare,
oue essi h a ue ranno da fermarsi, et habitar per l' auenire; nel
qual proposito non reslarò di 'dire alla Serenità Vostra che ad essi
noui habitanti non si potranno assegnare se no che luoghi in
culti, oue non ui sono case per loro ha bilatione, ne tuguri per
li animali, dai quali lochi inculti per il primo anno non potranno
s perare niss un Util e; onde s timo, che ciò nel princ ipio habbia à
parergli un poco s trano ; luttauia non mancarò con ogni mio spi
rito, et diligenza di dargli ogni possibile commodil à, et soddi
sfa cion e conforme al desiderio della Serenità Vos tra , e t a lla
inlention pubblica , trasfer endomi se così le parerà espedienle,
e t che sii di suo seruicio personalmente ad ass ignarli il luoco
e·t à farli dar ogni aggiulo perchè restino compitamente sod
disfalli , nel qual proposito se da lei mi sarà data a ltra commis
sione, sa rà da me con ogni pro ntezza esseguila; e t quanto al
i' autorità concessami contro quelli. che turbassero li habi lanti
noui, sa rà da me esseguita con quella deste rità, che so esse r
intencione della Sertà Vo~. Grafie Etc.
Di Pinguente li 24 Aprili e 1604
MARC' ANTONIO ERIZZO Capitano di Raspo
256 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO
29. Serenissimo Prcncipe
Tenendo io per cerio che la Serenità Vostra sia slata rrig~
gugliata dal Clarissimo Signor Podestà et Capitanio di Capo d'Istria
di quel sospello che haueua che potesse questa sua Prouincia esser turbata da Uscocchi non starò a discorerle altro sopra ciò;
ma solamente le dirò con la mia reuerenza solita, che per ogni buon rispelfo non mancai subito, che da S. S. Clarissima lui
avvisato di mandare a questi confini del Carso il Capilanio
Rizzardo Verzi accio auuertisse li sudditi della uostra sublimità che stessero ali' ordine per prouedere ali' indennità loro in ogni
accidente . . anco il desiderio di detto clarissimo di Capod' Istria raccord ando alli clarissimi di Al bona e di Muggia,
quanto credei che dovesse esser di seruifio pub1ico. Inteso poi che s'erano veduti otto, ouer noue armali di arcobusi et terza~ ruoli verso Muggia, entrai in pensiero, che fussero fuorusciti,
fugali dalla palria del friul, ò di allronde, et perciò che dii ordine alla Cavallaria se callassero a questa volta li perseguitasse,
non pur in questa giurisditione, ma in ogni altro luoco della Serenità vri nell ' Istria; et ad ogni modo uedesse di hauerli
nelle mani stimando io, che sia di mo1to seruicio publico
troncar si fatti principi d'invasione de fuorussifi, li quali so di quanto disturbo et spesa siano stati in diversi tempi, et
luochi alla Serenit§. Vostra et sicome facilmente polrebbono,
quando non ui si prouedesse subito ammassarsi grossamente insieme, così hauerebbono grandissima commodità di fare del
male per esser tutta la prouincia esposta alle incursioni, et le Case de particolari sparse qua et la per le campagne, et per li
monli. Questo è quanto ho saputo ordinar in un subito per ser~ uicio della Serenità Vostra dalla infinita prudenza della quale starò aspettando, che mi sia comandato quel più che giudi~
carà esser necessario, et opportuno. Etc.
Di Pinguenle li 2 di Maggio 1604
MARC' ANTONIO ER!ZZO Capo di Raspo
AL SERENISSIMO PRINCIPE 257
30. Serenissimo Prencipe
Scrissi l' a llr' ieri alla Serenità vr.1, non solamente quanto haueuo sperato intorno al sospelto, che haueua il clarmn signr
Podesta e t Capl) di Capodistria d' Vscocchi, ma quello anca che hau endo ordinato secondo il mi o pensiero, che potesse esser piò tosto qualch e fuorussito; che cominci asse uoler andar ia
ce,~do del male: e t hoggi mi è venuto ·auiso dai ermi Pod·1 di Albona, che à pui1lo e conforme à qu ello, che andaua pensando io, cioè ch e so no capita li nel te rritorio di Barbana giurdnc: C1' 1rm i
Loredani, sell e co mpagni i quali armat i andau ano face ndo per le Case molle insolenze et inferrend o danni ai s uddili della Ser. v r•',
et che qu el Giusdicente degno in vero di molta laude, s' è fa llo loro valorosamente contra con una banda d'uomini e t li ha presi tutti hauendo ess i confessa to d' essersine fuggiti da Pal ma dalla Compagnia del Conte Detrico. Questo tanto (se bene le sarà stato scritto da altri, ho uolulo anch'io auuisarlo riu erentemenle; alla Sernt:i. vr., Grafie Etc.
Di Pin guente li 4 Maggio I 604
MARC' ANTONIO ERIZZO Cap" di Raspo
31. Serenissimo Prencipe,
Siccome ho con la debita riuerenza riceuufe le lellerc della Sublimità Vo s tra presentatemi da Messer Federigo Vendramino
in proposito di nuovi ha bilanti, che Jui di ce di voler condure di Turchia, così le ri s pondo con la medesima riuerenza, che se
questi ueranno in lstria, saranno da me accarezzati, fauoriti et
ajutati, secondo la mente di Vostra s ublimità, all a quale non posso. per quel debito, che mi s i conuiene co me fede! Rap•
presentante restar di aggiungere, che so pra li terreni concessi al medesimo Vendrarnino ui sono sessanta conlraditioni dei par·
ticolari che di co no esser s uoi li beni a lui concessi et so pra queste contraditioni sono gia tre mesi in lite avanti di me; perche (com e sa l'infinita sua prudenza) le concessioni si fanno generalment e a tutti quelli, che le ric~rcano, reseruate però le
17
258 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO --- - ----~
ragioni d'ogni uno che notando la confraditione alla concessione,
si fa udire, et molte uolte uengono tagliate le concessioni, ò perchè li terreni in esse compresi erano poi sfati concessi ad altri, ò perchè erano colliuati, et di propria ragione delli con·
tradicenti, come appunto adesso dicono quelli da Rouigno, i quali a neo instanno eh' io uadi sopra luogo a uederli, et fino
l'altro heri erano in termine per deputar la caualcala, la quale instauano gagliardamente; El nondimeno ho prorogalo il giorno
per deputarla alli 15 di settembre futuro , cosi ricercato dal medesimo Vendramino acciò che passi andare in Dalmalia per
metter quella genie ali' ordine, non ho potuto però persuaderlo che saria bene prontamente decider queste controuersie et sapere, se li terreni hanno da esser suoi, o no; et po.i andare <ì leuar la gente, et metterla in luochi oue senz'alcuna difficultà
passi attendere alla cultiuatione; tutto ciò ho uoluto riuerentemente significare alla Serenità Vostra acciò sappia che li terreni concessi al detto Vendramino non sono liberamente suoi sintanto che non siano decise le confraditioni di quelli che pretendono in essi et che se ben quelli, che saranno condotti da
lui, saranno posti sopra questi terreni quando fussero cono
sciute esser delli confradicenti conueranno rilasciarli in poter
delli veri patroni che cio seguendo non so quanto restassero contenti et soddisfatti. Circa poi al sumministrarli danari per
far la cisterna et fabrlCar il casone quando siano conosciuti li
terreni suoi, tornato che egli sia et condotte le famiglie, che si è obbligato non ma_ncarò di esseguire quanto mi uien commesso dalla Serenita vri, la quale douerà poi a quel tempo dare ordine
che li d11c. 500 da spendersi in ciò siano mandati di cosfà, non essendo questa camera pur un ducato, se non per quanto im
porla l'ordinario pagamento delle mililie, et stipendiali. Gratie Etc. Di Pinguenle li 14 d'Agosto I 604
MARC' ANT0 ERIZZO Cap" di Raspo
32. Sereniss0 Prencipe
Questa mallina il S ' Cap" di Pisino m'ha scritto per lettera venutagli hier sera da Gratz, la peste si sia scoperla anca in
Viena d'Austria, ma che però con le buone prouisioni falle si
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s pera che in breve sa rà liberala di che scriuo anco alli Clar S i~ri Pro ueditori alla Sanità: Aggiungendomi che coh le medesim~ ha hauula nuova che l' imperi ali riunitisi per soccorrer Slrigonia haueuano assaliti i ·Turchi , e t n'avevano tagliato a pezzi m/is
con perdita de 111/.1 de suoi; di che se ben credo che la Srtà Vos tra sarli stata raguagli ata per altra uia, ho però uoluto dargliene conto riuerentemente. Gratie Etc.
Di Pinguente li 16 di g mliro 1904
MARC' ANTONIO ERIZZO Capi1° di Raspo
33. Serenissimo Prencipe
Io non mi estend erò in dare alla Serenili:ì Vostra minuta
mente conto dell a reuisione ultimamente fa tta di quest e s ue cernide, riportandomi à quanto le referirà il capilan.io Fabio Gallo serg ente maggiore da lei mandato in Istria per tal effe tto:
non restando però di dirle che mi so n consolato assai hauendole ritrouate questa uolta disciplina te, e t les te più dell ' ordinario, da che vado s perando, che co n la diligenza di questi ca pitani Verci, che ne hanno la cura, col pagamento assignato da lei a i capi di cento, e t coll' essercitarle nel tirar a l palio, s icco me la s ublimità Vostra ha di gi a comma_ndato_ che s.i faccia, si riduranno
forse in miglior s tato degli altri di ques ta provincia là dove prima erano in peggiore; ne voglio mancar con tal occasione di repeterle riverentemente quello, che le r accordai fin o alli 18
d'Agosto 1603, che comparendo ques ta gente all a mostra con gli a rcobus i rotti, con 1i morioni in conquasso, con le fiasche rouinate; e t col resto dell e arme malissimo conditio·
nate; et dice ndo essi che questo it_1coveniente nasce non per colpa loro; ma perchè non sanno a chi farle acconciare, sa
rebbe a propos ito che le i lenisse in quest a prouinci a un armarolo che hauesse obbligo di nettare et acconciar tutte le armi publiche senza pagame nto, con quell e de' particolari con la sua merced e ; perche non vi essendo chi le acconci , ò li sol dati le portano co sì rott e, et conquass ate che non s e ne ponno preualere, ò bi sogn a delle publich e munitioni cambiarglile, et qu ell e:
260 DISPACCI DEL CAPITANIO DI R.A._S_PO _ _ _
che si tolgono indietro vanno poi di male per lo medesimo dHfetlo di chi le' governi; ne questo è solamente pensiero mio
ma del medesimo sergente maggiore et del Capitanio Giusto Pellegrini, che fu quà prima di lui a riuedere questa genie. Ag
giungendole inoltre che sendo comparsi quelli del Marchesado ultimamente uniti alle cernide di Pinguente, la maggior parte
senza munitioni quali (per quanto ho inteso) lasciarono di ordine d'un suo Illusi° Procurafr Gen.1c al che per le furbolentie
d' Vscocchi in Al bona, sarebbe necessario che la Serenità Vostra ordinasse che ne fussero mandati quà cento per distribuire a
questi ed a11ri del Carso à quali furono dàlli medesimi Vscochi
rubati; Il che siccome riuerentemente ho uolufo raccordarle per zelo del buon seruitio suo, così rimeUo all'infinita prudenzia di v.ra Subrnità Grafie Etc.
Di Pinguente li 27 Ottobre 1604
MARC' ANTONIO ERIZZO Cap 0 di Raspo
34. Serenissimo Prencipe
Riceuei hieri sera di notte lettere dalli c1armi Sigri Prouedi·
lori alla Sanità di molta consideratione per il fallo delli doi
schiaui fuggiti da queJla Naue Perastana venula di Costantinopoli che in Soliurea haueua hauuto la peste, et che alli 19 del pre
sente era nel porlo di Veruda, come la Serenità Vostra diè hauer inteso da quelli ssm; el dal constituto del scrivano della mede·
sima Naue; et io subito spedì un leggiero con auiso al Clrmo Conte di Pola, che se non hauesse ancora scoperto doue fus•
sero stà alloggiati, con chi hauessero praticalo et che troualili facesse custodirli separata et cautamente, facendo anca separar dagli altri tulli quelli, con chi hauessero conuersato, et che di tutto desse diligentemente auiso a dti cl armi ssri Proudri: questa
mattina poi ho stimato per maggior seruitio della Subt:\ Vostra che sia bene auuisar a neo li Cl armi d'Albana et di Dignano, et
il Capitanio di Barbana luoghi vicini al disbarco di coloro, acciò siano avvertiti per ogni buon rispello di questo successo, es• sendo poi capitalo quà il Sgr Girolamo Barbo da Pola ho uolulo
AL SERENISSIMO PRINCIPE 261
saper da lui quanto ella uedarà dal constitulo copia del quale mando, di · che si come ho raguagliato li sop1lotti ssri Proudri cosi
· mi è parso bene di darne conto particolare e riuerenle a lei, per liberarla da quel pensiero che ragioneuolmenle deuc appor
tarle cosa di tanto rilieuo per le conseguenze che poleuano da lei nascere in questa pouera prouinlia della S.là vr.i Gratie Etc,
Di Pinguente ii 3 I di Genaro I 605
MI\RC' ANTONIO ERIZZO Cap" di Raspo
35. Serenissimo Prencipe
Hora, che è la terza del giorno mi sono capitale le lettere scritteme dal Sgr Segretario Comino di ordine delli Eccmi ssri Sauij con l' auiso del strano accidente occorso alla Galera Lored,ma, del quale prima non mi era stata data notitia alcuna, che se 'l hauessi saputo non haurei mancato di far usar ogni possibile diligenza non solo in questa giurisditione ma in tutta la Prouintia et hauerei anco spedita la Cauallaria nlli confini per doue si hauesse giudicato, che potessero passare li fuggitivi, et mandate lettere d'ufficio a tutti quelli rappresenlanti acciò iussero retenti; et forse che si haurebbe fatto qualche buon seruicio alla Srtà vn1 ma non sapendolo, non si ha potuto farlo; non
restarò con tutto ciò di operare quanto sarà in mio potere per esseguir l' ordine suo, et se hauerò nelle mie mani alcuno di coloro, li farò custodire insieme con li danari, ò altro, che hauessero, seben essendo sbarcati a Triesle, più di 30 miglia lontano di qua, in luogo che non ponno capitare nella giurisdzt: di questo capitanato, non so cosi tardi quello si potrà !are; pro
curerò nondimeno con auisi et altro. che se ne capiteranno in allre giursdni siano parimente retenti et hor hora scriuerò alli SS'; di Sinoscechio, di Prem, di Castel nuovo, et di Lipoglavo, et anco al Sigr Capitano di Pisino col quale farò oHicio, come
quello, che ha sempre tenuta buona intellige~za meco el che ho conosciuto molto aHettionato alle cose della Sla V. che con le sue lettere alli d1i Ss.rì coadiuui il negozio del sucesso del quale darò poi riuerente et particOlar conto alla sublrntà vr.i. Gratie Etc.
Di Pinguente li 5 di Maggio· I 605. MI\RC' I\NT" ERIZZQ Ca p. di Raspo
262 DISPACCI DEI. rnr IT1\NIO DI R~~l'.Q_ .
36 Serenissimo Pr:encipe
Messer Mare' f\ntonio del Seno, cittadino di ques to luogo,
che si ritrouaua sui Carsi di Trieste, pe r comprar Cavalli, subilo che in tese le ~ose descritte nel. cons titulo, copia del quale sara
con ques te mie, tralasc i~to il suo nego tio, è uenuto a ·dirmele;
et io se ben uado pensando che la Serenità. Vostra lrnuercì di
esse hauuta notitia d'altra parte, non ho uoluto restare di far·
-gliele sapere imediate, acciò anca di qua intenda doue siano ca
pitali colloro: aspettarò la risposta dii quelli, à quali (come .le s ignificai heri) ho da to conto del!' accidente dell a galera et fallo officio pe r che siano re fenti li fugifi , et parlicula rm e nte dal lu ogo
lenente di Senosecchio o ue capitarono . li quattro no minati nel detto constiluto et darò poi riueverc nle conto alla Snbtit vr 1
Gralie Etc.
Di Pinguente li 6. di Maggio I 605
MARC' ANTONIO ERIZZO Capii" cli Raspo
37. Serenissimo Principe
Da Prem, e t da Castelnouo non hò hauula ri s posta alcuna,
e t per non hauersi ritroualo là ne li ssri ne i loro flegheri •) ò
luogo len enti ; degli altri luoghi; .oue hò sc ritto ho riceuule le risposle, co pia delle qu ali mando alla SerY1 vr·•; alla quale non
voglio resta r di dire, che sendo la maggior parte di questi mi~ nistri Arciducali gente mercenaria, che compra le giur isdini, per
le quali sono passali li fuggili dall a galera, non hanno il vero
termine di ben uicinare; et per cio con allegrezza hanno rece ltali quei ribaldi , dai quali hanno !ratto qu el più, e' hanno potuto, e t
poi fattili partire, che così riferiscono questi legg eri hauer iw teso public amente mass im e a Sinosecchio, et à Prem: oltre eh.e dal constituto che inuiai heri alla Sub]mà Vostra, ciò si com prende chiaramente, di modo che credo che ui s ia poca spe~
•) Dal tedesco Pjlçge-r = curatore.
•·
_ _ _ ____ A_L_SE_l_lE_' N_'IS_S_I_M_O_ PR_l-'-N--'C"-IP_E0'--------- 263
ranza di ricuperar cosa alcuna ne d' hauer più colloro nelle mani; che è quanlo posso riuerentemente dire alla Srl:\ vra Gratie Etc.
Di Pinguenle li 7 di Maggio 1605
MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo
In lettera di Ras po di 6 Maggio 1605
Ali' 111° S1· et S1· mio Oss 1110 Ili. Mare' Anlonio Erizzo dig1m1
Cap0 di Raspo a
Pinguenlc m111
· ) s r et sr mio Ossu'1,;l\)O
Il danno sollo li 2 del corr. fallo alla Galera Loredana dalli suoi huomi11i in Capodislria dall ' amorevolissma sua in qucsl' hora ho in leso, cl il danno, che alla Sma Repub 1•11 da quelli è fallo con mio dispiacere ho inteso però V.
S. Jllnm st ia sicura, se la mala sorte di quelli disgraliati li condurà in questa Jurisdnc dove al presente comando lo non haueranno libero passo ma stia sicura che saranno retenli, perche il ordine del mio Prencipe è tale, come an co il desict-=1 mio di corrisponder et uicinar bene cum tulli lì SSrl et circum· uicini miei, appresso questo assicuro V. 11t11rn che s in hora presente non è passalo alcuno di quelli huomini, che lei nomina per questa Juri sdtc ma per quanto a punto hoggi dal Zupano di Bogliun vengo informato che Martedì pross0 pass0 di sera, una compagnia di simil gente la notte ha alloggialo in Planina verso Lubiana; el che allegramente spendeuano nell ' hos laria il da· naro; questo è il tanto che in ques lo proposito a V. S. mma sò dire, alla quale oHerendomi per sempre seruitore di core faccio riuerenza: Gr.
Di Lupoglauo li 5 Maggio 1605
Di V. S. mma , Aff1110 Seri.!
(In lett. Cap. di Raspo 6 Maggio 1605).
m1110 sr et patrone mio oss"111110
GIOAN SINCORACH.
Partì da questo contado gia pochi giorni fa I' 111 1110 Sgi- Capit0 Barbo per Venelia, et in suo luogo ho !cito et inteso, quanto va 111a scriue in materia della Galera Loredana svaligiala da\li sforzati; sopra di che le dico, che si come io che d0 111° Sr Cap.0 non hauerebbe mancato di dar buonissimi or· dini per la retenlione de' fuggili et robbe che si lrouassero appresso di loro quando capitassero in queste parli per la buona corrispondenza che tiene con v. S. ma così io ancora desideroso di servirla non mancarò di fare questo oificio et ne darò ragguaglio alli luoghi de' SSl'i uicini, doue lei accenna, et anca in altre pari. oue pol~ssero far recapito a fin eh~ la Sermn Rcpca po·
264 DISPACCI DEL CAPITANIO DI R1\ SPO
lesse recuperar il suo, cl se ne po lrò pr.esenlirc noua alcuna ne da rò s ubilo ragguaglio a S . V. mm :l a lla quaite bacio I' 1111110 mani
Di Pis ino li 6. di Maggio 1605 Di V. c. 11\ILIH
arr0 scrn·
FRANCESCO BAGNI or cl luogolcncntc
(In 13 di Raspo 6 Maggio 1605)
IllmJ sr patron e mio Collm'
La dì V. S. mma la ho ri ccpnla, el anco in lesa ; Dio sa che mc ne duo] H co re della disgralia sucesa per mano di quelli ribelli uscili sl'orzalamcnlc dalla Galera et meritamentc s i dorebbono casligare do uc s i franasse: qui pc1· qucs la juris dm.1 non ce ne sono passali solamenle quallro malauiafi ferili , c l a malali cl non auendo ha uulo alcuno auiso, nè meno commissione di ritenti , sono parlili ancor mercore, non sapendo che s trada habbino pigliato, ma ben hcri, ch'era Zo bia sono passa li una grossa compaguia verso il Cragno; se di qua posso, el voglio son allì comand i V. S. Jllma c l di vi\10 core le bac io la mano.
Di Scnoseza al\i 6 Maggio 1605 Di VS. 111"
38. Serenissimo Prencipe
Affmu Src
FRANCESCO RAINER
Li giorni passali fu qu a il Capitano Giulio Pellegrini se rg : maggiore dcll ' Ill 1111 Cap: Generale delle fant eri e di Vra Srti.l e l fece ali a mia presenza la reuisione di tutte qu este cemide, ne ll a qual e trovassimo che li giovani rimessi l' a nno pass ato, conforme
alla no stra speranza, vanno facendo qualch e rius cita, se ben nello resto non si vede più miglioramento del solito, tutta la compagnia, sebben vi è accresciuta la gente del Marchesado, s i
va re du cendo all ' antico numero di 400 essendon e morfi alcuni, e t cassandosene de inutili, molti (come sò d' hau erle scritto an
cora) sono senza murioni, però, quando cos ì pari ali' infinita sua prudenza, potrà dar ordine, ch e ne sia mand a la quell a quanlihì
che le raccorderà il med·• Sgr Pellegrini, all a rela ti one del qual e
mi risserbo in tuffo, ef per tuffo, conoscendolo io fedele , diligente et buon seruifore di vr-• Submlà Grafi e Etc.
Di Pingu enle 1 O di Giugno 1605
MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo
265
39. Serenissimo Prencipc
Battista mio figliuolo seruilo r della Srtfi Vra mi portò i clw
cali cinquecento quaranta, che cli ordine suo mi mandarono li
Clariss1111
Camerlenghi di Com. per impresll re alli Noui habitanli:
condotti dal Capitano Vincenzo Chiu chich di Turchia s ul terri
torio d' Vm ago; quali ho anco dispensati à . per cadaun Capo
di famiglia, e l obligafili tutti in solidum insieme col dello Con
dottore alla restilutione, di qu el modo, che più parlicolarmenle
si ued e dalla no ta , che ho mandata a detti Clar111 1 Camerlenghi
in conformit à di quanto con le lte re delli 4 In s lanl e mi vien commesso da Vostra Sublimità Grafie etc.
Di Pinguenle li 14 di Giugno 1605.
MARC' ANTONIO ER!t'.ZO Cap: di Raspo
40. Sereniss.0 Prencipe
Nel dar conto l'altro giorno a lla Srtà Vra della reuisione di
queste Cernide, tralasciai la cosa di maggior imp or tanza, qual' è,
secondo a nc o l'opi nion del Cap: Giulio Pell egrini , e t confo rme
a quanto intendo esserle scritto dal C1111-1 Podestà et Cap') di
Capodistria che · 1e cose pubbliche vengono à patir infinitamenl e
dal non hauer qu esta gente Cap: e t sergenti forastieri, che la
uadino disc iplinando, com e in tutto il resto de llo s ta to è proue
dulo con prudenza incomparabi le, con utile grandissimo et con
uniuersa l contento de' sudditi: perche l'esperie nza o ttim a maestra
delle cose, fa co noscere, che li paesa ni attendono a ualersi delli
Contadini ne' s uoi propri bisog ni , scusando e t habilitando gli
a!fitluali, habiladori et lauoralor i loro, el qu el che è peggio, per
l' aullorità et pe r le dipendenze, che hanno, si fan no lecito ciò ,
che ui en loro in pensiero contra la pub li ca libe rtà: contra la
robba, contra I' honore et contra la uite di qu esti meschini , ch e
per timore non osano leuar la faccia, ne sco prir le piaghe al
suo Princi1>e, nè à suoi Rettori, i quali se uogliono pur anunini
sfl'ar gius titia 11011 ponno veni r in leg ittima comprobatione di quelle
cose, che d' auantaggio sono uere, e t che d'ogni parte si sen
tono eslragiudicialmenl e di che a nch e ne ponno far fede l' m mi
Sigri mie i precessori tanto si sono a lcuni di qu es ti fatto inso-
266 DISl'1\CCI DEL C,\PITANIO DI RASPO
len ii , cl formidabili con l'armi, el col stipendio, che dalla heg ni
gnilà di vr.i Subt th è s lalo lo ro dato perche difendano, et non
perche opprimano li sudditi suoi: circa di che mi riseruo quando
piacerà a Dio che rilorni alla patria , pienarnenle, e l particolar
rn enle darne redel co nto in scrittura a lei et oue sarù bisogno,
acciò col inrinifa s ua prudenza, et coli' immen sa carità sua froui
stra da di liberar quesli pou èri popoli dall e violenze dalle estor
sio ni el dalle ingiurie, et di proueder insieme al buon seruilio della Serth v r.i Grafie etc.
Di Pinguenle li 14 di Giugno 1605
MARC' ANTONIO ERIZZO C11p." di Ra s po.
41. Serenissimo Prencipe
In risposta delle lellere della serenità vostra di 4 del pre
se nl e da me hauute so lamenle hieri , le dico riucrentemente
che in tulio quello, che potrà ven ir da me non mancarò
d' esseg uir quel tan to, che mi commelle in proposito di No ui
habilanli: ma perchè nelle medesime essa dice, che per
quanto è informala, questa gente è inquietala, e t che le ui en
promosse sollo uarij pretes ti molte difficultà, e l posti diuersi im
pedim enti; da che nasce che quelli, che concorreriano all'habi~
lalione et colfiuatione dell'Istria, non uengono, et che molle
famiglie , c' ha ueua no iuclinatione, et si erano riso lule di uenirci,
atterife da chi procura di deuiar simili progressi sono passa te in
alcuna giurisditione; io son sforzato per debito mio, et per
il carico che la Sub.à Vostra si è degnala darmi, dirle
con la medesima riuerenza, che et per la pratlica el pe r
la diligenza che ho ialta e f usala in diuerse uolte che ho ca
ualcafo per la Prouincia in si mili occasioni pe r intender ben
questo negofio, nel quale ho po sto ogni mio s pirito, come può
sa per le i da tante lettere che nel mio Reggim e nto l e ho scrillo
in fauor di questi ta li Noui habilanli et particolarmente quando
quelli da Rouigno mi fecero andare sopra loco a veder li terreni
che li fratelli Vendra mini si haueuano fallo conceder dall ' 111mi
mi ei precessori nel qual viaggio stetti selle giorni con discommodo
Al. SERENISSIMO PRINCIPE -- - --- - ---- 267
grandissimo, e t con p~r icolo de lla mia vita, essendomi uenuti
alcuni tumori dal ca ua lcare , che mi tenn ero alquanti giorni in
l etto; et anco per quello che- ho voluto intendere, et penetrare
dopo, stimando anch'io questa maleria importantissima, trouo che
il non venire in Is tria quelli, che vi concorreri ano, et l'esse r
andati in a lcuna giurisditione - le famigli e, che si e rano rissolutc
di_ ve nirvi , et parlite anco· dell e gia uenule , nasce non da quanto
è s talb riferto a ll a Serntà vra mà da que lli, che si pigli rmo il
ca rico di condur s imil gente, ben so tto pretesto di se rvir lei per
ha ue r qu e i fauori, quelle commodità, et quelle recognitioni, che
liberame nte lo ro conc ed e -: ma in effetto co n a llri fini, che tendono
al pnrticolar' interess e loro: perche menando qu es ti ta li , tre ò quattro capi di hlmigli a seco nella Prov.11 auanti che conducano
la ge nte, gli · mostrano luoghi coltiu a ti , co n uigne , et con oliuari;
dandogli ad intendere che qu e11i sono s uoi , e t che li mette ranno
so pri::1 essi; come in effe tt o fanno e t come in spe ci e fecero di
fra telli Vendramini nel terr itorio di Rovigno, dou e con l' occhio
proprio viddi quando (come ho de llo) li poueri Rovignesi mi
fece ro andar sopra, ch e li te r reni sopra li quali haue uano messe
le qu a ttro famiglie che furono mandate in Is tr ia dall'lllu Do nando
ali' hora prou edrc Generk in Dalmalia che con s ue le ttere me le
inviò sono qua s i tutti coltivati con vigne et oliui gia c inqu an•
te"nc cl' anni lauora ti , di ragi~ n propria delle chiese, delli fonti•
chi, de ll a Comunità et dei Cittadini e t per dirla in una parola il
fior de ll e possess ioni di Rouigno (e t qu esto è que llo che li poueri patroni dei beni sopportano maluolenlieri e t di qu a bene
s pes so nasc e che messi in des pe ra tione causano degli incovenienti
che danno da tra uagli are a l Capitano di Ra spo) e t pe r esseguire
quanto la Submtà v r,t m' hauea commesso a 10 di luglio passalo
circa il fare in quei luoghi un a ci s te rna , et un Caso ne pe r li
novi habit. per li Vendramini, uolendo io uede r ali' hora doue
e rano essi noui h a bti ove disse gn a ua di far la villa, et la ci•
s terna , et un casone pe r Fe deri co uno di essi fratelli , che e ra
meco, gli dissi che me li mos trasse ma non pur non mi fece
ueder Villa, che mai è sfata fatta, ma neanco segno di ridotto,
ne di cortivo ne un sol p a lmo di terra da loro coltiuata nel
corso di o tto anni che si h a ue ua no ratto investire: ne meno a l•
cuna sorte di genie condolla da essi fratelli; ma ben trouai nella
268 DISPACCI DEI. CAl'ITANIO DI RASPO - - ---
Villa di Rovigno tre o quattro meschini riuolli in un pezzo di
schiavina, dello resto nudi, che con lagrime di sangue mi dissero
esser elli condotti dalli Vendramini et esser soli sopravivuti dalle necessità ef dai disaggi, da quali erano morti gli altri compagni
dopo aver consumata in sostener se stessi, et il conduttore quella poco sostanza che seco portarono, dolendosi d'esser sfati ingannati da essi Vendramini che li haueuano promessi terreni col
tiuali, et atli a subito dargli il uiuer: et hauendoli io offerto
mentre era la, di consegnarle immediate delli terreni inculli et di quelli anco, che per cinque anni avanti non russero stati la
uorati essi mi risposero che non erano uenuti per sterpar luoghi inculti ma con la promessa di star sopra le terre coltiuate et risligale mostrate già ai suoi Capi, ef che quando ben uolessero non haueuano il modo di farlo senza animali senza ordigni et senza provision di vivere; non hauendo manco alcun ajuto da
da chi li haueua condolli questo tanto basterebbe per informa
tione della Serenità Vostra tuttavia non posso non aggiungerle che Don Gieronimo Vendramino, l'altro fratello vedendo non gli esser riuscito il disegno con Rovignesi mi domandò terreni in
Polesana per condurvi dieci famiglie, che diceua hauer in pronto, quali non voleuano andar se non in quello di Pola, dicendo che
quattro Capi erano già stati con lui a veder i luoghi, et io hauendoli fatta prima una gagliarda ammonitione et persuasolo a .non melter in lite i poveri popoli, à non strussiar sè stesso et quelli che conduceua, et a non metter in mala fede la coltiuatione coli' apprender beni coltivati, ma che si elegesse in qual
parte gli piaceva terre in Polesana, che pur troppo è inculta, et dishabilata, gli concessi mille campi, cento per famiglia, asse
rendo lui nelle supplica esser tutti inculti, et sopra questi hauendo
condotta quella gente, che con interesse pubblico et con pericolo
è stata dall' Ili'" ' D. G. Gabriel fatta traghettare dal paese Tur
chesco in Jstria, ho poi scoperto la giustizia che hanno fatto li
Vendrarnini il medesimo che fecero su quelli di Rovigno, hauen
dola messa nei luoghi colliuati de' particolari et della Comunità
di Pola, di che uedendosi messer Federico scoperto, ha detto di
non voler hauer più cura di quelli poveretti et li ha del tutto
abbandonati; et hauendo io ad alcuni di essi, che sono venuti a lamentarsi dell'inganno fattogli, fatta la medesima offerta di dar
?
ò
______ ___ AL SERENISSIMO PRINCIPE __ ___ ._ 269
1i terreni inculti, m'hanno data qu ella risposta degli altri, cioè che gli è s ta to promesso terre ni arratiui e t oliuari e t che si sono partiti dalle case loro con ques ta s peranz a; e t non ostante che la Communità et li interessati con strepiti et con ragione mi taccino ins tanza che facci che costoro gli lascino i loro beni liberi,
io però tutto che sa ppi a che ciò sarebbe di giustizia uso ques~a v iole nza per l'interesse publico che gli lascio per hora là , perche di spera ti non si partano dalla provincia et mettano in peggior fe de la colfivatione. Queste se renissimo Prencipe sono vernmenle et realmente le ragioni, che nè moJti dclii venuti fin hora da
paesi ali eni ad hab ifar et colliuar la Provincia ne si siauo fer· mali , nè quelli c' haueuano pens iero uenirui si s iano risoluti di farlo : e t se ben sarà dt qualche soll euamento à quelli, che veni ssero da qui indi e tro, la munHicenza, che ella vuol usare col
pagar del s uo le spese dell'investiture, caualcate e t perticationi, resteranno nondim eno col pensiero d' hav er avvocat i che li difendano nelle dilicoltà, che potess ero nascer so pra li beni concessi, di spender in citationi, in termini , e t in presentalion di scritture mà quello, che più importa, se non haueranno Capi, che con amore et con carità li gov ernino, e t ne habbino la cura, e t il modo di sostene rli fin che passino trar qualche utile dall e terre
che coltiverano, mai ne seg uirà buon effetto e t perciò raccordo riuerenlemente alla Serenità Vostra du e cose, che s timo necessariss im e, l'una, che quelli che vogliono pigliars i l'assento di condur da paesi a li eni nell'Istria gente, la quale (,:ome puo considerar
anch'ella) è dell a più meschina, e t che non può uiuer à casa
s ua , siano persone commode et libere, che hab bino il modo di soste nerla almeno per un anno et di provederla de' buoi e t
d' ins trumenti rurali; et com mo dita di s tar appresso la medesima gente per go vernarl a e t per hauerne la cura, et la tutella; l'altra
che no n leuino le perso ne dai proprij luoghi se prima non sarà s ta to conosciuto dalla Giustizia che li terreni concessili habbino da essere certamente e t lib era mente suoi; acciò ne l'interessati
habbino da dolersi, e t da contras tare con li No ui habilanti per che uadino sopra i loro beni; nè ques ti miserabili habbino da con
sumar iniruttuosamfn te le vite e t )e sos tanze loro finche saperanno quali beni habbino da esser suoi. Non mancarò (conforme al s uo conunandamento) di riuedere li ordini e t ]e tariHe gia fatte dall ' Illu-
270 DISP1KCI DEI. CAPITANIO DI RASPO
strissimi Prouedilori ne ll'I stria circa le mercedi de Ministri, re•
golandole in quanto facesse bisogno, et dandone poi riu erente conto alla Serenità Vostra la quale s uppli co a perdonarmi .se l' ho tediata
con sì lung a lettera, poiche non ho potulo far di meno trattandos i di
màteria da lei anco s timata così importante, da n ~n darle qu esla
allretlanto necessaria, quanto rea l informatione, accia possa con
l'infinit a sua prudenza dar quella regola in tal negotio, che giu·
clich e rà di maggior s uo servicio. Gratie e tc.
Di Pinguenle a lli 20 di Giugno 1605.
MARC' ANTONIO ERIZZO Cap.0 di Raspo.
42. Serenissimo Prencipe
In risposta de lle lette re della Ser.t:'t vr-1 di p11 ricevute à 17
de l presente le di co . riuerentemente che s ubito che l' i limi sopra
le fortezze mi hau era nno fatto capitar li Du ca li 500 da lei des li
na li , per la compila restauration de ll e mura di Albona, io mi
transferirò là, per uedere il bi sogno, c' hanno esse mura, et tor
rioni d'esser I a lti , et re para le, et darò li ordini che s timarò
necessarii procurando che s ia s peso il denaro fruttuosamente et
con risparmio; se ben, à dir il vero, essendo io luntano 25
migli a di strada montuosa, e l pessima, nè potendo esser s ull 'opera ,
ne riuederla, come sarebbe di bisogno, non s o come assicurarla
che possi esser fa tta seco ndo il volere di le i, e'I desiderio mio;
hauendo provati de simili in con tri nel! ' accommodamento del pa
lazzo di Parenzo, che ho fatto far di ordine suo. fra tanto ho
scritto à quel Clar111 1 Podfl che fa cci intender a lli Agenti della
Communità che preparino li Maestri che procurino di saper doue
siano le materi e necessarie et me lo a ui sino perch è anderò ad
cssegui r il commandamento della Subll:i. vr·1• Gralie et c.
Di P inguenle li 25 di luglio I 605
MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo
43. Serenissimo Prencipe
Quando io credeva che con le tante deliberationi, et ordini
efficacissimi della Sereniià Vostra nella materia importantissima
de No ui habilanli, et con le molle fatiche da me falle in 25
◊
"I
•
_________ A_L_S_E_R_ENISSIMO PRINCIPE 27 1
mes i che son à questo Reggimento acciò siano esseg uite per interesse publico et per sollevamento loro, fusse di modo stabilila la coltiuatione, e l rehabitatione dell' ls lria, e t messo fine all e perturb ationi , et mol estie di ques ta povera gente à le i tanto cara, che non ui bi sognasse altra prouis ione, tro uo che il troppo ardire che a qu es ti tempi hanno a_lcuni dei nostri cittadini, i quali
s prezzando ogni ordine et ogni regola vogliono fare ciò che uien loro in pens iero et non quanto piace alla Sublimità Vostra, è causa che li Noui habilanti s iano più che mai trauagli ati. Il Capitano di Ras po, a l quale daU' infinit a prudenza di lei sono rac
comm andati.. ... . dis turbali , et uilip esi tanti e tanti ordini che l'Ecclmo
Senato ha in diversi tempi dati perchè qu esto Reggimento con la s up eriorità che gli è piaciu ta dargli nella materia di essi noui
habilanti habbi da proceder all'indennità loro; e t se ben del I 602 à 3 di nove mbre !u dichiaralo che niun Rettore del! ' Is tri a possa conlravenir a qualsivoglia ordine, s uffraggio, ò mandamento del capitano di Raspo e t a lli Ire di settembre I 603 !usse com
messo al Chiar'' Podestà di Rovigno che debbi osseru ar quanto dal medesimo capitanio è promesso à Noui habitanti et che alli 13 dell o s tesso mese la Serenità Vostra chiamasse costi il Podes tà di Due Castelli, e l s uo Cancelliera per hauer lransgresso gli ord ini miei; e t qu antunqu e del I 604 à p0 di Marzo l'Ecc"'"
Senato da se e t motu proprio scrivesse a lutti li Rettori dell a Prouincia che al Capitano di Raspo è comm esso tutto il negotio de Noui habitanti : et che però s i conformino agli ordini suoi di modo ch e no n restino punto turbali, ò molestati per qu alsiv ogli a
accidente, doue,1do esso Capitanio prouedere et rimediare a quanto
paresse r icercar il bisogno in ogni loro occasione: e t che alli 31 dell ' is tesso fusse tagli ata la sentenza ìalla contro Tomaso Curlavich dal Clar'"' Conte di Pola, perche non hauesse obbe
dito a l s uHraggio dato gli da me ; et a lli 20 di Gi ugno posteriore
fusse dà nouo scritto à tutti li Rettori , et mandala inclusa la
parte del Maggior Consiglio per la quale viene s urrogalo in luogo del Proueditor nell ' ls lria, li capitano di Raspo per leuar loro ogni occasione di punto contrau enire agli ordini suoi : et benchè la Sublmtà Vostra, s timando come è veramente, questa
materia importantissima e t piena di molte conseguenze di gran rili euo si s ia risoluta à 20 d'Aprile 1604 di conferir nella mia
272 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO
pers onn autorità straordinaria di bandir di terre, et luoghi li
transgressori delli ordini mi e i nelle contrafationi concernenti
l' indesc rite de Novi habilanti ve nuti da paes i alieni, repplican
domi quasi il medesimo à 4 di Giugno ultim amente passato; con
dichiaralione che quanto sarà da me terminato nella mat e ria de
beni concessi à s imili novi ha bita nti resti inappellabil e, et come
russe gludi cato dallo stesso senato se ben (torno à dir) la Serenità \lastra con tante et s i fatt e deliherationi ha voluto in ogni
tempo che tutto questo negocio sii raccomandato al capitanio
di Raspo , et che li ordini s uoi si ino dalli Clar1111 Rettori esse
guiti; io però s timo che quando elln non si risolua di trouar col
s uo immenso sapere modo di rare che sia obedito il uolere· di
le i, siano superflu e, e t che non s i conseguirà mai • eia esse quel
buon effe tto che s i ha per rin e: perchè quasi lutti li Clarissimi
Rettori ne i principi de loro Reggim enti si mostrano molto reni
tenti come ha fatto particolarmente il Clar111;:, Podes tà di S. Lo
renzo nouamente uenuto, che s ubito ha cominciato à uolers i
ingerire nelle persone e t beni di Nicola Penesich et di Andrea
Oplanich uenuti dal paese Arciducale ad habitar in qu esto terri
torio, oue attendono a ll a coltiuatione con la quale, et con I' es
sentioni che hanno dalla begnignità di lei si sono fatti comodi
come sono per l'ordinario tutti li noui habitanti ; à quali perciò
molti hanno la mira, et chi permette che si cominci metter mano
nelle sostanze loro, pres to resteranno mendichi nel modo che
so no gli altri contadini de l paese; et se bene io gli ho scritto ,
et repplicato il voler della Sublimità Vostra, ricercandolo a non
ing erirsi in loro ma rimetterli a me come giudice delegato, egli
però, dopo hau er voluto saper ogni particolare dall ' autorità, che
è parso a Lei di volermi concedere, di che l'ho soddisfallo, el
dopo l' hauer allegalo il sta tuto di S. Lorenzo dis pose, che tutti
li animali, che vengono troua ti in d anno, debbino paga r un tanto ,
che va al medesimo d ' Podestà a l che io ho risposto, che non
è ristre tta da quel statuto l' autorila suprema della Serenissima
Republic a la quale ha petulo dopo ordi nare quanto l'è parso
mi ha tornato a scrivere un a lettera altrettanto impertinente
quanto lunga, la quale insieme con le a ltre che le invio per s ua
informatione potrà lei (così parendole) commetter che sia ve
duta da chi meglio le piacerà per dou erle poi riferir in sostanza
Al. SERENISSIMO PRINCIPE ________ i~
il contenuto et rar essa quell a deliber.alione che giudichera bi• sognosa in mate ria tanto s timata, e t importantissim a acciochè con l' esempio di ques to anco ·· n altri Rettori, che pur troppo saranno pronti, non ardissero di contrau enire all'intention sua; ass icurandola io, che se per ogni bagatella, dopo di hauer il
pouero novo habitante fa tti da i o tre viaggi di 40 o di 50 mi• glia l'uno, con . p~rdita di tempo, spesa e fatica, dopo l' hauer il Cap : di Raspo sufraga lolo e più d'una volta re plicato, che non lo molestino, si doucrà sempre uenir a questo di darne
con to alia Sublimità Vo stra , e ll a non hauerà_ da far altro, che occ up ars i di udir s imili r ichi ami, qu ~ndo però chi donerà inior•
marl a vogli a hau er que sta patientia, · dalla qu ale non trae se non dis turbo et travaglio di anim o; et prima che uengano le ri solutioni, l e qudli , per la molliplicità de' negotij rariss im e s i hanno, se non sono soll ecitate dall' Interessati a' qtrnli non porla _ la s pesa corre r og ni uolta a Vinelia, ò da quelli delli s tessi publici Rap prese ntanti che non torna lorb conto te nerli occupati in ciò, li poueri noui habita nti conueranno star a descriltione di chi
non ha uolulo l'infinito sape_r di lei, che li gouerni; et à poco a poco s'annichileranno come gli altri: ò si ri solueranno di ritornar alle patrie loro, e t abbandonar la coltiualione, alla quale non accaderà sperare che ui concorrino altri alletta li dalla munific enza et dalla lib eralità di le i male esseguita da suoi Rappresentanti. Perdonimi la Serenità Vos tra se parlo forse troppo liberamente et cre dami che le rappresento il uero con grandiss imo 1·amarico ; per che fr a le altre pouere terre dell ' Is tria
meze derelile, et di solale sò d' esser staio a S. Lorenzo, doue non tro uai pur un a perso na per le s trade ma ben delli animali ,
che andauano pascendosi del!' erbe, et per lutto si vedono; el se quel te rritorio vien dishabitato da qu elli , che per la vicinil à
e t per l' imunità ne concorro no dall ' Imperio, sarà non men derelitto che la te rra stessa; per n.on att ediarla più non le diro allro se non che accenna ndo quel clar iss im o Podestà nel fin e nell ' ultim a s ua le tte ra, che se ben io douerò esser cognitorc trà il Penesich, et ch i lo ha accusato, S. S. Clarm' però ha da
esse r essecu tore e t vuol ·dire che gli animali tolti et le s pese fa tte nella s ua co rte et ne ll a s-ua Can cell aria non saranno per que s to re~ lituitc; io non ho uolul o re pp-lica rgli cosa alcun a, ve-
18
274 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO - ------
dendolo interessato et mollo appassionato, ne meno uoleua scriver à lei; ma questo poueretto de Panesich è uenuto a mole
starmi tanto dicendo di t.1oler comparere a' suoi piedi, che non ho polulo mancare di rappresentarle lai fallo, el aggiungerle che del 1582 a 27 di Marzo l'eccelm" senato in conlradilorio Giudicio con quelli di Pola oue è il core della coltiuatione terminò che nelli danni che facessero li noui habitanti ò fussero falli a a loro, quel clarm:1 Conte non douesse ingerirsi à modo alcuno:
ma solamente in quelli fatti fra Polesani, ne' quali fussero osservati li statuti di quella Cillà che è quanto mi occorse fedelmente et riuerentemente rappresentare alla sublimità vrn Gratie etc.
Di Pinguente li 4 di Agosto 1605
MARC' ANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo
44• Sere,zissimo Prencipe
Micula Penesich Nouo habilante del territorio di S. Lorenzo è uno di quelli che sono travagiati da quel Clar0
" Sgr Podestà contra la mente della Sern1à Vostra , come le ho dato riuerenle raguaglio con altre mie del presente giorno, egli se ne uiene à
piedi suoi, et così ricercato da lui ho voluto accompagnarlo con le presenti, et raccomandarlo alla Sublà v r,i Gratie.
Di Pinguente li 4 di Agosto 1605
MARC' ANT" ERIZZO Cap" di Raspo
45. Serenissimo Prencipe
Hor hora è giunta una lettera del capitanio Vincenzo Chiuchich a Mario Angelini, suo Agente quà, per la quale auuisa che la nolle delli 26 del presente tulli li noui habitanti da lui condotti sopra il territorio di Vmago al numero di 12 famiglie, ai quali gia pochi mesi fu mandato dalla Serenità Vostra à inchiesta del medesimo conduttore 30 ducati per cadauna da comprarsi animali di lavoro, si sono leuati, conducendo uia essi animali , e tulle le robbe loro, et andati nel paese Arciducale se ben così subito non ha potuto saper doue, se non che sospetta ch e siano andati sopra il fiume da Conte di Carponti, nouamente andato
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AL SERENISSIMO PRINCIPÈ 275 - - ----
ad habitare lù con diverse famiglie condotte da Castelnuovo, che uado pensando che possi esser quello che si offerse al clar" proueditore di Nouegradi di uenir in Istria, come v ra Subt,\
mi scrisse ù 20 d'Aprile L604; scriuendo di più che siano stati
anco persuas i à partire, e t forse aiutati dagli Umaghesi, non ostante che alcuni di loro siano processati da me per hauer di propria auttorità alterati li confini di ordine mio pos ti alle te rre concesse à d° Cap0 Vicenza. Di questo accidente s i come io
non mi son merauigliato molto per quei rispetti, che tante uolle ho considerato alla Sertà v rii d'esser li Noui habitanti mal ueduli
e peggio trattati dai popoli et dai crnm Rettori dell'Istria, cosi ho uoluto darne subito reuerente conto a lei, dell'interesse delta
quale principalmente si tratta per restar quella parte dishabitata,
et incolta, et per l' imprestido sopradetto se ben nell' esborso
ho fatto obbligare alla restilulione in s olidum detto Cap0 Vin·
cenzo quale però resta molto intaccato per le spese ratte in condur quella gente, et pe r le robbe datele per sostenerla. Pro
curarò con ogni diligenza d'int ender tutti i particolari et doue s i siano ritira ti , e t ne auiserò poi la Subl:\ Vostra perche possa
con gli Ag enti de ' Principi rare quel tanto che parerà ali' infinita
sua prudenza ricercar tal negotio. Gratie etc.
Di Pinguente li 28 d' Agost o 1605
MARC' ANTONIO ERIZZO Capitani o di Raspo
46. Serenissimo Prencipe
Con ogni possibile di1igenza ho procuralo di intend er come
ti Murlacchi Noui habilanti sul territorio d' Vmago s iano partili ,
et oue si sie no r e tirati; et ho trouato per cosa certa ch e uno di loro chiamato Milineo Lucis quello che era fattor del sanzacco
che a Zara fece tanto strepito per li animali menatili uia da
costui quando uolse passar in Is tria con g1i altri compagni, come sa la Sertà v r•1 è ·· andato pili uolte in compagnia dà altri doi, e
d'una donna di Vmago nel te rritorio di Buccari tra Fiume e
Segna, giurisdizione del Conte di Sdrino, et hauendo tratta lo col
Conte di Carponle ultimament e andato da Castelnouo ad habitar la col resto di qu ella Villa, che s i ·on erse gia lui al Clarm
I
Pro#
276 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO
cura to r di Nouegradi di condur nello s ta to rtell a Subm;\ vr:i ; ha
persuas i gli altri a partire, e t fallosi Capo loro, hà poi condotte
ui a le 17 fameglie, che prima si erano par til e da lla med esima Villa, et pass ale su quello d' V mag o col Cap0 Vinczo Chiuchich; talche non occorse dubitare che lo s tesso conte, ch e uole ua condur tutta una villa in Istria n~n hebbi secca ta ques ta gente,
la quale per dir il uero non ha , per quanto s i scopre adesso
per tutto il tempo che è stata qu a, fatto coltiu alion c alcuna : ma ha a tteso a danin ::a re il bosco publi co uicino alle s tanze loro. alie rapine ai latroncinij , alli s forzi et ali ' offe nde r questo e quello sentendosi hora da ogniparte larnenli, et condoglianze di le i. Per
maggiormente acce rtarmi che siano so tto detto Co nte di Carponte ho mandalo M Gieromino Proni Citta dino, et Caual leggero
ch e hà gran pra llica in queBe par li , e t è molto destro, et accorto, in s iem e con uno da Bergodaz che ha la parenti , acciò s' info r
mino doue si siano fermali e t d'ogni altro particolare ne cessario di che darò poi conto riu erente alla s rt:'i vr.\ perche possa con
saldo e real fondamenlo traflare que llo che s time rà conucnirsi alla publica degnilà Grali e Etc.
Di Pinguenle il pr"'·' di Settembre I 605
MARC' ANTONIO ERIZZO Cap0 di Raspo
4 7, Serenissimo Prencipe
Dopo l' hauer io con più lettere dato conto alla sere nità Vos tra della fuga delli Noui habilanli del Capilanio Vincenzo Chiuchich, mi resta dirle, come faccio riuerentem enle, ch e ho
com:enuto far rite ner un fratello del med° Cap" Vincenzo e t il
suo Alfiere; perchè in compagnia di allri s imili à loro an
da rono à Visinà, giurisdition e dell ' Illu s trissimo procura tor Gri mani, pe r robb are et condur uia le mandri e inli ere di que i poueri
Contadini, come hau erebb ero fallo se non si fussero opposti li
pa droni , doi de i quali ferirono à morte; e t perchè sul territorio
di Vmago diedero delle ferile, et r idussero in s taio moribondo altri qu attro di quei s udditi; et a neo perche sono indicati d'esser
stati capi d' alcuni assassinii che co n una barca, il mese passato andati a lai d'un Grippo, che di Da1matia era venuto à caricar
fromenti nel porto di Cerue ra ui cino a Citf anoua lo sualisarono, leuandoli buona quantila di danari et di farina ferendo mortai-
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_ _ ___ _ _ _ _ Al. SERENISSIMO_ PR_I_N_C_IP_E _______ -=2-'-77'--
mente doi marinari. Di tal sorte Principe serenissimo sono le genti che le uengono condotte sotto pretesto di coltiuar la prouincia: nè punto differenti creda che siano quelli condotti dalli Vendramini, perche uno di quelli che ultimamente menarono in
Polesana sono stati ad assassinare et copare l'eremita del scoglio di Veruda del quale caso assunto li giorni passati
le scrissi, per hauer aultorità più dalla mia ordinaria, et per tutto quel territorio sono di modo infestate le strade da quei ribaldi, che le genti non osano caminare et ogni giorno s'ode qualche richiamo di loro, che non hauendo di che uiuere, et essendo usi
in quei confini di donde sono slati leuati, non vogliono lauorare ma uanno qua e la a robbare et depredare li sudditi della Su. blimità Vostra anzi che si sono fino messi alla strada publica, che ua in Capodislria doue fermauano li uiandianti domandan.
dogli i denari, et forse con qualche altra pessima intentione che hauerebbero esseguito, s' io non hauessi una notte mandata al• l' improuuiso la caualleria su quei monti et in quei boschi doue si erano fermali per scacciarli di là et per reprimere si scellerato ardire; et se ben pare che si sia per hora acchettato il bisbiglio, et i lamenti che si sentiuano per esser quelli doi re.
tenti et questi altri fugati, non è però leualo il timore nei popoli
che non ardiscono andar pei fatti loro ne i mercadanti alle fiere; ne cessa il sospetto ne ' suo Rappresentanti , che questo Verna non habbino costoro con l' ajuto anca di quelli fuggiti da V mago, et d'altri Vscocchi, che potessero menar seco, far de gran danni
nella pouera Istria pur troppo afflitta et ruinata: Il perchè ho stimato debito mio di rappresentare il lutto alla Serenita Vostra cosi per dirle che se questi che si afferiscono di condur noua gente per coltiuar et habitar la prouincia non meneranno conta·
dini usi a lavorar terreni; ma della sorte che hanno fatto rin
hora, che è auezza alle rapine, et a uiuer a modo suo, non so• b:1mente non ha da sperare alcun buon seruilio per la coltiua• tione; ma da dubitare, che habbino da far peggio dalli gia condotti: come perche fatta consapeuole di questo accidente possa
coll'infinita sua prudenza pensare à qualche prouisione per non
lasciar pigliar piede à simil genie che potrebbe danneggiare assai
gli poueri sudditi della Sub'à V"' Gralie etc.
Di Pinguente li 8 di Settembre I 605 MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo
278 D1SP1-,cc1 DEI. C!WITA_N_' IO_D_I_ RA_S_l_' O ______ _
48. Serenissimo Prencipe
Questa mattina ho ricevute le le ttere della Serenità Vostra
dclii 1 7; alle quaJi rispond endo con la mia solita l'iuercnza le
dico che non mancherò di ben intendermi, con li clarissimi
conti di Pola, et Podestà di Parenzo et quello anche di Ciltanoua.
nella giurisdicione del quale pare" ui siano di quelli che infe
stano il paese; acciò si possa ben esseguire i suoi commanda
menti, adoperando io questa Caualleria et le Cernicle di questo
Capitanato et seruendomi anche (bisognando) delle altre dell' I
stria secondo le mi vien ordinato dalla sublimità vostra, alla
quale non restarò d'aggiunger, che hauendo questi leggieri doi
soli du cati di paga à mese corrente, et le cernide non hauendo
alcun stipendio, sarà necessario quando si valerà di loro por
gerli qualche cosa per loro sostenimento per quel tempo, che si
ndopereranno, come si è fatto sempre che sono stati in faltione ;
il perche sarà effetto della carità et della prudenza di lei dar
ordine che sia fatto la debita prouisione, perche come ella sa,
qui non ui è altro danaro, che quello che basta à punto per gli
ordinarii pagamenti de' stipendiati, et salariati del publico; et fra
tanfo, ritrouandosi qua trecento ducati lasciati dal Clarmo Zorzi
mio precessore che furono mandali ali' 111° Pr10r Cam:1° mentre
era à questo Reggimento, per risarcir le mura di due Castell i
uenendo l'occasione si potrà con buona Grati a sua spender di
questi. Nello resto farò quel più che potra uenir eia me, perche
sia compitamente essegnito il uoler della Sert:\ Vostra. Gratia etc .
. Di Pinguente 29 di Sett0•·0 1605
MARC' ANT' ERIZZO Cap: di Raspo.
49. Serenissimo Prencipe
Hauendo io tenuta sempre buona intelligénza col sr Cap(I di
Pisino (come so d' auer altre uolte dato reuercnte conto alla Se lii Vosr·1, non hò uolulo restare con l'occasione del bando
della città di Vienna inviatami dalli Clarini suoi Prouei alla Sa~
nilà, di partecipare con lui quanto ho stimato conueniente per
la buona uicinanza, et perchè essendo il territorio à lui com-
Al. SERENISSIMO PRINCIPE 279
messo congiunto con questo Capitanato, et più aperto à quelli che uenendo da paesi della Carintia, dalla Stiria e dal Cragno ponno entrare nello sfato della Subliti't vr-i_ si possa unitamente
et in conformità dar buoni ordini per la custodia di quelle parti: Il che è stato da lui caramente accettato, et ben inteso non lrnuendone hauuto auiso d'altra banda. Et hauendomi con la risposta, che questa sera m'è giunta, inuialo anco l' alligala lettera scritta di suo pugno con le nuove, che in essa si leggono, ho giudicalo bene mandarla subito alla Ser1à vr", sebben credo che d'altra parte le saranno già peruenute; et perchè nel fine della
medesima come ella vedarà, mostra desiderio d'abboccarsi meco [uori di questo Castello per gli rispelli, che ha, sebben quanto
a me stimo chè l'udire ciò, che uolesse dire, non fusse se non bene, non sapendo però se questo fusse di compita soddisfaltione
sua starò aspettando che la serenità vra si degni quanto prima comandarmi, quello che douerò fare, acciò possa in questa parte dargli risposta conforme al voler µi lei, che pari scritta da me senza sua saputa Grane Etc.
Di Pinguenle 25 di Ottobre 1605
MARC' ANT0 ERIZZO CAP0 di Raspo
50. Serenissimo Prencipe
Conforme al commandamento della Srt'\ vr•1 ricevuto con sue Iellere di 4 del Corr. datemi in questo punto per l' intervenienti
delli Communi di Monpaderno, Villanoua et Catuni morlacchi di S. Lorenzo in questa prova ; io procurerò con quella celerità maggiore eh' io potrò, d'hauer inlormalione diligente sopra I~ cose contenute nelle loro scritture presentate ai piedi della SY1
V"' per dartene poi conio con lutti quelli altri particolari, che stimerò degni di sua notizia hauendo in tanto scritto al Cl r.J
Podestà di quel loco che sendo retenlo Gregorio Ste!anich per la causa in esse scritture esposta, lo debba relassare secon~ do la pia mente della srl .1 v r.i che è questo che m'occorre per
hora riuerentemenle dirle in questo proposito. Grafie Etc.
Di Pinguente ad XXij Marzo I 606.
COSTANTIN Rt-lENIERO Cap0 di Raspo.
..:2:.:8.:_0 _ ____ ..:D:.._J.:_S:.._P, __ \C'--C'--J-'DEL CAPJTANIO DI RASPO _ ___ ___ _
51. Sereniss') Prencipe
La notte di XXII del passato alcuni scelerali in numero
di sei, armati di arcobusi et manarini et vestiti alla Vscoca si
conferiuano alla casa di un Cherin Goreogial sotto il Castello di
Colmo di questa mia giurisdilione, nella qua le entrali legato il padrone, li figliuoli et le donne! quellì percossero. perchi li ma•
nifestass.ero se vi erano danari et alla Somma di L 16 gli ne trouarno conducendoli uia sette capi di animali grossi, hauendo lasciali legati lulli li predelli affine che non potessero <larne auuiso a quelli del suddetto castello; ne io ne hebbi alcuna no• tilia prima che alle 16 hore, il che inleso mandai loro dietro di
quei leggieri ma in vano, poiche essi cosi per beneficio della nolte, et interuallo di tempo, come perche il conlin Arciducale non disla pi"ù di un quarto di miglio dal loco dell'eccesso: tultauia ho mandato due di essi leggeri et fattoli penetrare anche
il paese Arciducale, accompagnati con lettere mie, che finalmente sono stati per ordine del sr Capii di Gropnich arrestati gli ani
mali che veniuano condotti per di là da un .. . .. soleua habilare sopra il territorio di Città nova, et per allri delitti bandito dal!' li
lustrissimo Erizzo mio Precessore, che fugato dalli medesimi si
è saluato pur col beneficio della notte, non hauendosi fin qui potuto hauer notitia doue egli et come si siano saluati, soh1-
mente che andauano alla uo1ta di Buccari ; nrn ben ricuperati tutti gli animali, che condotti de qui, sono stati consegnati al
proprio patrone con molta dimostratione d' amore del suddetto
capitanio di Gropnich, che si ha lascialo intendere di non solamente uoler ben uicinare, ma di procurare d'hauer li delinquenti
nelle mani per darli il condegno castigo, scusandosi però che capitandoli, non sarebbe in sua potesfa il concedermeli per l'ordine che in lai proposito tiene da Sg' Conte di Sdrino suo Si
gnore. Con tutto ciò io non pretermetlerò alcuna cosa per inquirire chi siano costoro per darli poi un bando conforme al delitto. Mi riferiscono essi leggieri hauer inteso che a Fiume è
stato ritenuto un certo imputalo d' hauer sualisato il corriera di
Roma, che se n'andaua in Alamagna, et ritroualoli somma importante di danari.
Jnollre dicono esserle staio dello che in Segna erano ri-
AL SERENISSIMO PRINCIPE 28 1
tornati 300 Vscocchi con anime centocinquanta e l animali nu1
in poca qu anlita depreda ti tutti ne l paese del Sgr Turco.
Di tutti ques ti accidenti ho voluto, con la s olita mia reue
renza darn e cont o alta Ser1:t vra così perche res ti di ogni par
ticolare che possi s ucce der a ques ti contini par ticolarmente in
formata, come pe rche s ij certa che usa rò esattissima diligenza et per lenir netto ques to territorio da s imili incursioni quanto
mi sarà possibile, et di ben vicinare con questi Sigri Arciii conforme alla mente della S rl à Vra e dell 'Ecc: VV: m mi Grati e Etc.
Di Pinguenle adì 3 Aprile 1606
COSTANTIN RHENIE~ Capilanio di Raspo.
52. Sereniss11
Principe
Doppo l' ingresso mio a questo Reggimento come ne signi
ficai reuerentemente a ll a Serenità · Vostra, ho uolulo riuedere le
munitioni di qu esto Castello, le quali s ono da Marco Ca po dei
bombardieri che n e ha peculia r cura, con buonissimo ordine
tenute e conservate n e d' intorno a queste mi di s tenderò più
oltre perche de l bisogno di ricambiarle alcune canne d' archi•
busi et di mosche tti e t di n1andar poluere, e conto, ne do conto
particolare all' Illustri ssimo Proueditore s opra l'Artigliari a : Ma
que llo che mi par degno di essere rappresentato a lla Serenità
Vostra et ali' Ecc. VV. lllus tri ssmi è che hauendo io fatta la Ras•
segna di questa compagnia de Caualli leggie ri solfo la cari ca
delli serenni capitani Ricciardo et Alessandro Ve rci rratelli , l'ho
rittrovata in assai buon termine, e t ueramente meglio di qu e llo
che era pe rs uaso, ·et quando à proportione tuffi li altri caualli
corris pondessero a que lli d'essi Capitani, si potrebbe con verità
dire che la Serenità Vostra non hauesse per a uu entura che mag•
giormente desiderare. Ho percio da to ordini tali, che spero di breve
s i ha bbi à trouare in stato megliore: imitando in cio l' Illus tri ssimo
Signor Marc'Antonio Erizzo mio pre decessore, al qual e così per
questo, come pe r altre s ue nobiliss ime a ttione in questo gouerno,
a ttribuirei quell e lodi che se le convengono , qu ando S. S. Illu
strissima in altre occasioni maggiori non hauesse dato segno
pienamente de l valor e virtù s ue. Et hauendomi essi leggie ri
282 DISPACCI DEL CAPITMIO DI Ri\Sl'O
presentata alla banca una scrittura nella quale espongo no le loro necessirn, asserendo che lo stipendio ordinario non sopplisse alle spese de caualli per quelle cause espresse in essa scrittura,
ho vol uto così da loro grandemente instalo, inuiarla alla Serenità Vostra, perché si degni hauerui sopra quel1a considerafione, che sar,1 s timala <1 proposito dalla somma sua intellige nza. Ho a nc o
hieri rallegrate (?) quesle ordina nze che da medesimi capilani Verci sono disciplinate, le quali per dire il vero non mi sono riuscile come desideravo; perche se bene è assai bella el buona gente
non di meno è per lo pili incapace di militar dìscipline, ancorache da loro capillni' le uenghi co n molla diligenza insignafa;
con tutto ciò uado sperando con l'ajuto detto, e con il presentemente essercitarle, passino ogni giorno andar auanc iando, et che han a riuscir più alle à questo essercifio perche in qua
lunque occasione se ne possa va lere la Serenità Vostra, nel che per ben seruirla espiegarò ogn i mio spirito, et in ogni altra
cosa che conoscer dover riescir di publico seruicio. Grafie El.
Di Pinguente gli 3. Aprile 1906
COSTANTIN RHENIER Cap" di Raspo.
53. Sereniss0 Principe
Se bene mi persuado, che per più mano di lettere sara slata significata la Sertà vr.i delle incursione et depredationi
fat~e ultimamente à queste riue da Vscocchi ; non di meuo essendo capitato qua in questo punto un certo d'Albona, et per
uenutomi a notitia, che egli raccontaua alcune nouità pur di Vscocchi, ho stimato bene hauere il suo constituto, il quale inuio con li presenti alla Serentà Vostra, perchè res ti maggiormente
informata, et serv irà almeno (se per auuentura tardi) per espessione del riuerente desiderio mio, che ho di ben seruirla, pro
mettendole di continuare nel tenerla auisata di qualunque accidente che mi capitarà, tutto che da alcuni di qu esti CI.'"' Ret
tori (eccettuato il Cl." Pod'' et Cap.0 di Capodistria) non me ne uenghi dato notitia.
Et à questo proposito debbo dirle, che dal!'III" Erizzo mio
·Predecessore mi sono stati consignati ducati cinquecento per
...
..
Al. SERENISSIMO PRINCll •E 283
accomodumenlo delle mura di Albona, li Agenli della qual com
munilà farò ueuir à me, el appun la rò seco del tempo che douerò
conferirmi di là per l' effetto predetto, co nform e al command')
della S e r1
:1
Vostra, alla quale ne darò poi particolar conto. Gralie.
Di Pingnenlc li X Aprile 1606
COSTANTIN RHENIERO Cap." di Ras po.
54. Screniss" Principe
Douendo io co nforme l' obb ligo de ll a mia ca ri ca lene r aui
sa la la s ria v r1
di tempo in tempo quanto s' intend e da nouo a
qu es ti confini, e t essendomi riferito a questo punlo da uno di
questi mi ei leggi eri la carceratione de quelli Uscochi, ch'à di
pass<1ti s ualisarno la frega ta a queste riue, et recuperalion e
insieme de parte dei dena ri, et della freg a ta : Mi è parso ad
ogni buon fine hauer il consti tuto del medesimo leg gi ero, et in
ui arlo come faccio , qui a ggiunto a ll a Srtà Vra, come continuarò
di fare alla giornata di lutto quello, che andarò intend endo di
momen to et degno de lla sua noticia. Grafie e tc .
Di Pinguente gli 18 Aprile 1606
COSTANTIN RHENIERO Capi lanio di Ra s po.
55. Serenissimo Principe
Da11 ' Illrno Erizzo predecessor mio mi furono lasc ia li tre
cento du cati in tan ti cechini di Ragione della Serntb. v .r che
dalli m mi precessori suoi le furono consignati , con ordin e di
s penderli n ella res tauratione delle mura de i due Castelli di questa
Prouintia, de quali poi ne fosse !a lta de bitrice quella Communità
con ob ligo di rimborsarla nel termine d 'anni sei, pagando ogni
anno la rata , et come nella de lib eratione dell' Ecc111() Senato di
XXV Maggio 1600. Hora essendone insta to da lli agenti della Co
munità, et per non spender il denaro infrultuosarnenfe , ho man
dato il gouernatore sopra ques te ordinanze, per esser inior,:nato,
il quale rittornato mi ha in scrittura riHerito quanto la Ser1a vra
284 DISPACCI DEI. C1\PITANIO DI RASPO
inte nderà dall'aggionta copia. Ho dunqu e deliberalo de qui a
pochi di, per be n servirl a conferirmi in quel luoco per l'eHello
predetto ; s i co me mi trans ferirò parim enti in Albana per la riparatione di quelle muraglie c ol denaro che in moneta, mi fu
la scia lo dal medm0 mm I mio precessore , con l'ordine insieme dall ' Ecc.0 Senato in questo proposito, di segnando io di delib e
rare sul publico Incanto l'una, e l'altra opera con quel maggior
uantaggio che mi sarà possibile, di che ho uolulo darne reu erente Conto alla Ser1à vr e t all'Ecc. n. mrc perche di qualunqne
cosa restino pie nam ente informate. Grafie.
Di Pinguent e gli 30 Aprile 1606
COSTANTJN RHENIER Capt0" di Raspo.
(Copia del Capilano di Raspo al Prenci pe di Venelia)
III' ' Signor et mio Sig. rc Coli.mo
Alli 26 del co rrcn le fui alli due Cas telli à csscguirc gli suoi commendamcnli, el considerato molto bene gli urgenti bisogni, che si atlroua quel luoco, è che s ia risarcita in più luochi quella muraglia si atlroua senza ca lcina, causa la dal vento di bora e minaccia rouina, el in molli luochi l' è a nda ta per terra, in la banda di S. 1\\ichele ui è cascado o tto passa dc muro, di modQ che un huomo può passare a cauallo, in luoco dello il forno ui è ro ttura di passa Ire e mezzo di muro. In la pia ne a ppresso la porla noua rouinala da Ire passa. Nelle dui Torre ui manca il pauimcnlo, e ui è rottura nella casa della del vescovo, e per dui versi della muraglia ha di bisogno d' imboccarla. Non deuo mancare di racco ntare à V. S. ma che il cas tello detto gli dui Caslclli è la chiaue che risiede in mezzo alla prouincia dell'Is tria , e quando non foss e li dui Cas telli , la prouincia rcstaria di visa in dui parie e non s i patria trans itar da un luoco all'altro. I confini dc arciduca li sono a ppresso due miglia e mezzo et da dui Cas telli in la uallala di Lemo non è più che Ire miglia e mezo, et s i ua per pianura, e sa ria bene che V. S. IIJ ma ne desse conto a S. Scrla.
Di Montana gli 29 Aprile 1606
Di V. S. 111"
Sera Deuoliss0
Annibale Baglione Go uertor,
1)
i•
I
285
56. Serenissimo Principe
La natie del Venere 28 del passato furono da sei ves titi
all'Vsco cca, e t armati d'arcobus i et nrnn arini, condolli fuori cli S i•
nosechio, Villa del Cars o di qu esto Capitanalo, otto capi di
d'animali gross i, che seguitati dai medesimi di essa vill a (ecci• tali dall 'ordine che loro die di nel principio dell ' ingresso mio) pe netrali sotto i l Castell o di Casfoua arcidu cale, fu da loro a111•
nrnzza lo uno dei pred elli Vsco chi salva ndosi li alt ri col bene fi cio
della noll e, e t re cupera ti gli animali , il ch e seguì innanzi l'a rriuo
de ques ti leggi e ri che loro mandai dietro. Et perchè vien dello
ritro vars ene uno di e ssi co mplice ne l luo co di Munc pure Arei•
du cale, anco r che per altra parie mi venghi accennalo esse r
cos tui qu ell 'Al essa ndro de i S tefani che fu in Fianona preso e
rilasciato io nondim eno ne ho s critto a l capitano di de tto luoco di Mune perchè lo fa cci a rite nere, et ne lo uogli a concedere ,
officio però ch e s timo de bba riuscir 1Ja no per quell e conside ra.
tioni che in altre mie lettere ne s ignHi cai a lla Se rUi v r·i, com e
ho uoluto far anc o di ques to nouo accidente e t com e co ntinua•
rò così s tim ando conuenir alla mi a carica. Gra lie }:: te.
Di Pingu e nle il primo di Maggi o I 606
COSTANTIN RI-IENIERO Cap" di Raspo.
57. Serenissimo Principe
Conform e al co mmandam enlo de lla Serlà Vra riceuuto hi e ri
con lettere s ue di 8. dell' ins tante, ho s ubito fa tto chiamar à me,
lutti li pi e ua no e t curali, e t di qu es to loc o, e t di lutto ques to
Ca pitan ato ai quali ho fatto la comminati one contenuta nel man•
da to hauuto con esse le tte re d à qual m'è s ta to dimostra lo gran•
dis sima prontezza d'esseguirlo in tulle le su e par li, e t l' is tess o
ho fa tto sa pere , à tutti di qu esta terr a e t giurisdition e, s enz a
hauern e dato copia a d alcuno. Ho parim enti fatto affigger nelli
luochi più con spi cui , e t sp ecialmente sopra le porte de lle chi ese
di tutta que s ta mia giurisditione il protes to à s tampa inuiatomi
con le medesim e Ie ff e re ne l propos ito d ell a scomunica fulmin a ta
286 DISPACèJ DEL CAPITANIO DI RASPO - ------------
da S. Santilà e t in lutto second o la me nte delln Srrn vra Grafie
Etc.
Di Pingue nle a di xij Maggio 1606
COSTANTIN RHENIERO Ca p" di Ra spo .
58. Sereniss0 Principe
Oltre quanto s ignific ai alla Srtà Vra con piit mano di le ttere
gli passali mes i, nel proposito d'alc uni sc elerali che uestili et armati all'Vsco ca, Ira qu ali di quelli a ppunto che se ne fuggiro sotlo l'lll0 Precessor mio , trafugando il publico denaro, fecero
incu rsione so pra questo Capitanato, s e bene colla recuperalione delli animali, et morte d'alcuno di loro : m'occorre ag giung ere, che doppo hanno lì medes imi tentato uari e volle di ritornare
so pra questi Carsi per depredare, e t herì a punto ma uano è
loro riuscito il pens iero s in qui, pe r il timore di qu este militie, che con ogni prontezza se le sono opposte, hau endosi ualuto
nell'occasioni predette oltre la compagnia de leggieri, da cinquanta soldati di qu este ordinanze, somminis trandol e polue re,
balle et corda; e lullo che questi mi ha bbino più uolte inslato a darle qu alche pagamento per qu elli due ò Ire giorni che si
trattengono fuori, non hauendo ess i per la pouertà loro co n
che uiu ere, tuttauia non ho uoluto condescender ali ' instanza loro, senza ordine espresso della Srtà Vrla, dalla qual e allenderò
la sua uolonlà per sapere nelle future occ asioni , come gouernarmi. Nè debbo tacere di dirle riuerenlemente che qu esti ribaldi che infestano à qu esti confini, hanno le loro habitationi
sopra Buccari giurisdilione del Conte di Sdrino, dis tan te de qui, ma uicino alle riu e del mare cinque Miglia, che col sba rco di
due o Ire barche armate, se le potrebb e leuar la uila et solleuarsi dall' infestationi et dall e spese insi eme che riusc irebbe anco senza molestia d' Arciducali , da qu ali sono come ladri
odiati : e t tanto piu me ne confermo, quanlo che da me des imi arciducali uen go assa i ben spesso de loro progetti a uuisa fo .
Ho uoluto dunque darne ri uerenfe Conio alla Srta Vos tra d'ogni
·J.;>
AL SERENISSIMO PRINCIPE 287 ----~
particolare pe rch e ne r es ti pi enam ente informata, si come con
tinuarò di qualunque cosa che potesse succe dere. Gratie,
Di Pinguente gli 2. /\goslo 1606
COST/\NTIN RJ·IENIER Cap" cli Raspo.
59· Serenissimo Principe
Conforme al commandamento della slà Vostra rice uuto con s ue le llere di XI de l passa lo à 28 del medesim o ho procuralo hauer qu ella maggi or informatione che ho potuto sopra l' indo
glienza di Mons, Ill,n , Vescovo di Pola, contro Euge ni o Luciani
di Albana nipote del Piovano di quella terra, com e resfarà la Ser1à vr·1 informata e t da una lett era di quel um I S. Podestà, et
dalla depositione de l s uo cancelliera che colle parti le inuio
po ich e alle parole del P re dello Eugenio profferile contro esso
Rev111n Vescouo a ltri non si tro uarono pres enti. vr Ser1à delibe
rarà quello che più a pro posito sarà s tim ato dall a Somma s ua
inleligenza. Grafie Etc.
Di Pinguenle gli 5 Agosto I 606
COST/\NTIN RHENIERO Cap. di Raspo.
(Segue copia della teti. del Vescouo di Pola - 4 Luglio 1506 e della informatione del Podestà di Albana 2. Agos lo 1606).
Di fuori - 5 Agosto 1606 - Rt0 il 11. Raspo. Manda I' lnforma tion ricercata contra Eugenio Luciani che s i opponeva agli ordini del Revmo Vescovo di Puola.
(Copia)
Serenissimo Prencipe
Pre Priamo Luciano Pieuano d'Albana già Vicario di Mons Vescovo mio Antecessore venne a tanta temerità che col suo modo di procedere diede molli disgusti al cimo 501· Girolamo Ouodo Podestà di delta Terra, negando sino di volergli dar Messa commoda per suoi anari, et facendosi incensa re, et altro ava nti esso clar0 competendo seco di precedenza nella Chiesa: per
·il che iui sforzalo pel' il rispetto che porto alli Rappresen tanti di V.1•11 Seria
288 DISPACCI DEL CAPll'ANIO DI RASPO
castigarlo, et priuarlo del Vicariato, accio lcmlla l'occasione del Comnrnndarc fussc più humilc et suggello ;'1 quei che dcuc per ogni rispetto. Qucslo ha causato in me molto odio tra s uoi parenti et massime tra Eugenio figlio di Giacomo Luciani fratello di esso Piouano, che oltre l'a llrc sue impcrlinenlic il giorno di S. Pietro di quest'anno cssaminando io c,1 n il Rd0 Prc Inquisitore
con l 'assistenza del CJmo Rettore, come s'accos tuma, di Cose del 5 10 OH ' hn hauulo ardire di dirmi che son giudi ce parlialc, cl allre parole inconuenicnli , parlando poco rispetlo al Cla 5~ suo Rcllore e manco honorc a mc suo paslorc poslo in questo grado per bcgnignilil della sn;ì v 1~1• !\·\ ' è parso darne conio alla Sert i, sua cl farne seco condoglianza del poco rispetto, che si porla ù Prelati suoi suddili contra la S111 mente Sua. Perù la supp li carò anca, che uo· glia pigliar quell' ispedienle che gli parerti migliore aHinchè gli altri imparino ft tener quel rispello che si rice rca à s uperiori giusla la menle della Scr1it vm Da dto C1r1110 Podesla polr.ì la Sri :\ vra lrnuer di ciù, cl d'ogni altra cosa 1>iena informalione che oltre ciò, che ho dello sarft ragguagliala delle male qualilà c l Condilioni di esso Piouano e suoi seguaci. Reslarù pregando Dio benedetto per la felicità di \I. Scr1i1 e! di codes la Ser111 :1 Rcp .c.1 l'a cendole hu· milissima Reuercnlia.
Di Pola li 4 luglio 1606
a fergJ /
Della Scrl:1 vra
Humilissimo cl obJig mo Scr.rc
CORNELIO SOSOMENO Vescovo di Pola
t\l Ser1110 Prcncipc di \lcnclia.
(Copia)
Rtc Dic 5 Aug usti 1606
111.0 Sig. Coll.0
Acciò VS 111;1 possa effettuar l'o rdine havulo da S. Sertn : el coniorme à quanto mi ri ce rca in proposito della Condoglianza l'alta da MoÌls. Rmo \le· scouo di Pola, gli dico, che come prima gions i in questo Reggimento, dal mio m0 Predecessore mi fu fallo sapere come da Pre Priamo Luciano Piovano haueua riceuuto molti disgusti et nel progresso di dello mio reggimento io hù sperimentato l' istesso di conlìuuo. Nè l'hauer d. Mons. Rmn Vescouo di Pola fallo elellione di altro Vicario ha gioualo; poichè essendo questo huomo Piouano, so llo tal pretesto si ia insolenle et porla poco rispetto à Rappre· sen tanli di S. Ser1:1 del che I' 111° Erizzo Precessore di SV ma ha dato conto al sereniss0 Prencipe. Quanto alle parole poi usale da Eugenio Luciano verso d10 Mons. Vescovo la dovrà sapere, che questi giorni formando cerio processo d. Mon. Vescovo è il padre Inquisitore contra un Prete de qui, alla qual forrnalione io era presente ed il mio Cance(e essendo essaminato come tes timonio il sud0 Eugenio e nel fine del essame essendo secondo il solito
AI.__S_!:'.~NISSIMO PRINCIPE _ ---- ~
s ia dimandnlo s'e ra amico, ò nemico di quel Prete e t hauendo ri spos to d' es• se r amico et essendoli in progresso di parnlc dello da Mons. Vescovo non vi ricordate che uoi r,1i presentas te contro d0 Prelc una querela, e mi faceste istanza che dovessi proceder contro dc lui, come adunque potete dire d'cs· serli amico: al che d0 Eugenio risposè ; è vero, non mi ri corda ua ; Ma V. S. R.rna ha usa ta partialilà pcrche uoleua, che se li desse piezzaria di slnr ad pocnmn lalionis, nondimeno conlro il Piouano mio Barba nè si ha fallo così : ma cosi la uà, è buona cosa haucr li Giudici dalla sua; et parole simili pro• forte con sdegno el poco ri s petlo : sopra le quali parole d0 Mons. s'alterò, et ancor io, parendomi esser falla offesa alla mia persona, hauendo parlato così irrcueren temenle alla mia presentia et contra un Prelato che inuero in tull e le s ue a ltioni s i ha mostrato e s i dimos tra semp re obsequenlissimo, et obedienlissimo verso il Ser0 Prencipe et s uoi Rnppresen tan li ma per non hauc r io all'hor che un solo Canceliero non ho poluto far alt ro; et tanto posso dir a V S 111'1 in questo pro posilo et così affermo .esser ve ro. Ho fa llo inti1\1ar al S. Gier .m0 ProHci mio CanceJrn che sene uenga de li alla s ua presenza , perchè a ltri non fu ro no presenti à tali parole eccello che il Padre Inquis ilore. Con che fa cendo iinc à V S 111n bacio le mani.
D'Alba na li 2. Agos lo 1606
Di V. So 111.'1
Seru .0 aH.°
HIEROLIMO DUODO Podestà
Segue la depos izione di Hieronimo Profici Canccllier : ma nulla contiene di nuovo oltre quanto viene espos lo nella info rmazione qui riportala del Podes la di Albana, e pcrc.iò s i ommcllc .
60. Sereniss0 Principe
J-lauendomi gli serenni Ri cc iardo et Alessandro Verzi fra telli Capitani sopra la Compagnia de qu es ti leggieri presentata l' acclusa ·scrittura, ho uolulo conform e all a loro istanza inuiarla alla Sertà Vos tra con ques te mie per testimonio anco della molta loro prontezza da me sperim entata nelle occorrenze publiche, et
della uirl[t loro. Gratie Etc.
Di Pinguenle gli 9 Agosto 1606
COSTANTIN RHENIERO Capi t° di Raspo
19
290 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO ---- ----- --- ---- ·•
I allegalo:
Sereniss imo Prencipc
Seguitando noi Rizzardo e! Alessandro fralelH Verzi le uestiggie di nos tri maggiori li quali in tulli i lempi s 'hanno dimos tralo pronti al servilio di quesla sua Eccelsa Repubblica siccome dalla scritture pubbliC'he può esser nolo, el manifesto alla Srtà Vra J-lora con l' istesso ardor di l'cde si mouiamo noi fratelli anledeltì et conforme la propos ta li mesi pass i falla in nome nostro dall'Ill.:i 5ro Alessandro Zorzi alli Ecc111 i Si Sauij le dicemo et con ogni sommessa humillà le proponcmo che occorrendole ,ì questi et in lutti li altri tempi vi ofrerimo ambo duo no i fratelli et li figliuoli c l ncpoli rìspcl· tivi di uenir a seruirla et far compagnia di Cauallaria ò fnnleria secondo ci sarà imposlo et ordinalo dalla Sub t:'1 vr;i Alla quale Grafie Elc.
61. Sereniss0 Principe
Questa notte d' intorno le tre hore, mi fu ratto sapere dal
zuppano della Villa di Lanischie de questi Carsi della Serenità Vostra, che in essa Villa erano capitati sei uestiti et armati alla
Vscoca, et con essi loro un frate, et conforme ali ' ordine datogli, me ne haueua uoluto dar notitia, soggiongendo che temeua fos
sero uenuti per commetter qualche male. Il che inteso chiamati
a me gli serenni Ricciardo et Alessandro Verzi fratelli Capitani
sopra questi leggieri, et ordinanze commandai loro, che si conferissero nella predetta villa per far arrestar questi. Andati dun
que subilo con li loro soldati, et peruenuli al luoco predetto due hore innanzi giorno, gli furono da detti Vscochi fuori d'una
casa ch'haueua due porte, et nella quale si trouauano, sbarrate diuerse archibusate da una delle quali fu collo il capitanio Ales
sandro predetto che per hauer hauuto il pe tto à botta è restato per uoler diuino illeso ed entrali li soldati, dopo molta difesa
ne hanno ammazzato quallro de essi Vscochi, restando morto anche il frate predetto c_he con essi in fiume si era accompa
gnalo, e fatasi loro guida, et li altri due condotti in queste prigioni, denominali l'uno Dominica Curia quondam Peppo, et l'altro
Milos quondam Vnco amendue di Dolcigno, i quali constiluiti
confessano d'hauer quello militato nella compagnia de' cappelletti sotto il Capitanio Vnco già molti mesi ; et questo sopra le barche
armate in tempo dell ' Illustrissimo Prouedilore Generale Gabrieli
di f. m. et finalmente alcuni mesi sono, che slanciano in Segna
AL SERENISSIMO PRINCI~ 291
come vi slauano parimenti gli altri quattro compagni restati morii'
nel detto conflitto. Et se bene negano d' hauer commesso alcun eccesso, tuttauia in processo uien detfo che questi gionti nella
delta villa domandarono di un cerio forlano, et di un prete gio•
vane che sono di quel loco et furono quelli che con altri fugarono li Vscochi che haueuano depredali animali et che sotto Castova,
Castello Arciducale in tempo di notte, ne ammazzarno uno di loro colla recuperatione insieme della preda come à punto ne
significai alla Serenita Vostra sino sollo il primo di Maggio
pass0, vado percio arguendo che questi fossero dclii predetti et
ritornansi hora per uendicar la morte del loro compagno. Si ag~
gionge uenir dissaminato d'hauer essi commessi uarij furti d'a•
nimali sopra l'arciducale. Continuarò la formalione del processo
et capitarò poi all'espeditione loro intanto ho uolulo di questo accidente darne riuerente conto alla Srtà vr;i perchè resti d'ogni
particolar informata et per dirle appresso, che non pretermetlerò
alcuna cosa per solleuatione et conseruatione de questi popoli
da lei raccomandatimi. Mi resta in questo proposito di raccor•
darle da nouo colla solita mia riuerentia, che si come queste
militie si dimostrano prontissime ad ogni cenno, cosi resti la
Sertà Vra supplicata di far qualche deliberatione perchè almeno
queste ordinanze riceuano qualche recognitione per quei gior.ni
che si trattengono fuori nelle occorrenze pubbliche ; poichè im•
possibile è, che per la loro molta pouertà senza publico sov•
uenimen lo possano tralfenersi nelle predette occasioni. Grafie
Etc .
Di Pinguente, li 18 Agosto 1606
CQSTANTIN RHENIERO Capii"
di Raspo
62. Serenissimo Prencipe
In questo ponto è capitato in questo luoco un fratello di
Mons . Rmn Vescovo di Pedena, dal quale, seco ragionando, ho
inteso che il Capitanio di Pisino ha comprato il iromento delle
entracte di esso Vescouo, et che ne ua tultauia comprando sopra
quei luochi arciducali circostanti, mandandolo a Fiume, oue ha
292 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO ------
intelligenza per esser d' indi mandato in Puglia, la qu al cosa ho uoluto reverentemente s ignificare a lla Seria vra_ sti mandola degna di sua notiti a s i come continuarò in darle co nto d 'ogni altro par~
ticol are che mi capitarà. Grafie Elc.
Di Pinguenle gli 19 Agosto 1606
COST. 0 RH ENIERO Cap'' di Raspo.
63. Serenissimo Prencipe
Rittornato hoggi dall a Piuca uno de sold a ti a cauallo di questa compagnia, molto pratico · de luo chi arciducali ; ch e fu
all'assedio di Canissa, mi riffe risce esser sta io publi ca to un edito dal Sermo Arciduca Ferdinando, che prohibisce espressa me nte ù
s udditi di Vostra Serenità con pena capita le l'eslratlione di Ca~
ualli e l altra sorte d 'an imali , e t per c iò ha volul o di questo
particolare darlene riuerente conto, perche ne res ti informata
Grafi e Etc.
Di Pi nguenle gli xx j Agosto I 606
COSTANTIN RHENIERO Cap" di
Raspo.
6,4.e Sere11iss0 Principe
Significai alla Srlà Vostra sollo li XXI del corrent e esser
s lalo per publico edillo del Ser'"0 Arciduca prohibilo alli sudditi della Srfà vr,, l 'estrazer animali di qualunque sorte, et es•
send omi in questo punto capitata l' aggionfa lettera del Clarmc,
S" Podà di Monlo na non meno dilig ente che prudente del suo
gouerno, che perciò se le deue allri buir molla lode, colla quale
mi avvisa certi particolari cosi del Vescouo di Pe dena, come d'arcidu cali nel dello proposito di prohibilione : ho stimalo bene inuiar la medesima lettera alla Srtà vra affine che d'o gni cosa
che s uccede ne res ti informata, si come conti nu arò à darle conto di ciò che mi peruenirà. Grafie Etc.
Di Pinguenle gli 29 Agosto- I 606
COSTANTIN RHENIERO
Cap0 di Raspo
(>
..
..
AL SERENISSIMO PRINCIPE 293
65. Serenissimo Prencipe
Essendo stato eccitato dalli Clarmi ssri Proueditori alla Sa•
nita ad inform armi se fosse uero, che nella Città di Graz la
peste si facesse sentire mandai l'AHiere di questa Caualleria come pratico, nei · paesi arciducali et ne' quali ha molti amici,
per penetrare questa ueri"tà, il quale ritornato in questo punto,
mi riUerisce, che nè in Graz nè da quella città in qua esservi alcun sospetto contaggìoso, nè meno farsi fede di sanità, ma si
bene in alcune terre distanti una lega da essa ci llà _nella qua.le
si fanno proccisioni grandi per tenersi quel male lontano, et mi
ritferisce insieme altri particolari, che dall'aggionta relatione sua reslarà la Sertà vr.i informala stimandoli degni della sua noticia
Et se altro mi capitarà le ne darò riu·erente Conto. Grafie Etc.
Di Pinguente il di 29 Agosto 1606
COSTANTINO RHENIERO Cap0 di Raspo,
66. Sereniss Principe0
Questo R.'10 Piouano Vicario foraneo mi lrn ~.,Tio in questo
punto l'aggionta lettera che le scriue Mons. R'"' Vescouo di Trieste,
colla quale le uiene commandata l'esec utione della prohibitione
fatta in Roma del tener ò leggere alcune lettere della Srtà v'·'. et altri scritti nel proposito delli presenti moti con Sua Sntà la
quale lettera conforme all'obligo della mia carica. Gratie Etc.
Di Pinguente gli 6 Settembre 1606
COSTANTIN RHENIER Cap' .
di Raspo.
Deuotissi in Christo Com1. fratello.
Mi è stato mandato ques ti giorni passati un editto publicato dalla Sacra Congregalione del San to Officio dell' Inquisitori di Roma, col quale si prohi· bisce sollo pena di escomunicatione ipso iato da incorcrsi e riservala alla Sede Apos toli ca, eccello che con articolo di morie, che niuno debba iÌ posla leggere, tenere copiar ò communicar ad altri q~ella ris~os\a _ stampata sollo
2911
nome di un dottor di Teologia falla contra il Brcuo di S. Sa nlil à di cens ure con tro SSri \lcneliani cl altre lellcrc direlline à Palrinrchi, Arciuescovi Vcscoui , a Ecclesiastici, con tulli li alt ri libelli così sta mpali come sc rilli :i mano in questa mater ia; di che ne ho uolulo auuertirvi accio chè nel miglior modo che giudicarcte bene sirmo, quei diuoti populi admonili cl auuerlili di non legger ne tener simili scr ilture se non uoliono casca r in scomuni ca papale con pericolo di danar le anime loro. Et di ciò auue rlire le lutti gli altri sacerdoti et curali Et ui prego da Dio ogni bene. Trieste li 23 Agos to 1606
Urs ino Vescovo di Trieste. •)
67. Screniss0 Principe
È comparso da me un Juan Jurgeuich fuggito da Chissa sua patria, insieme con Ire fratelli due figliuoli, ef 1111 donn a,
per molte insolenze che li ueniuano usa te da' turchi, da quali le è s ta ta ammazzala un a sorella, che non uol se acco nsentire
alle loro uogli e, ricercandomi assignation e di terreni , per colt i
uar1i , et habitar in qu es ta Prouincia per vivere sotto l'ombra dell a Serenità Vostra a' quali procurarò di prou edere con quel
meglior modo che potrò ma perche ne1Ia distributione, et assi
gnatione di terre a' quesli mise ri, ben spesso so no s ucce duti disordi ni a ltre uolte, perniliosi a l publi co seruitio, el di mollo
danno a questi, però che doppo che sono stati inuestiti di quella
porfi one che da publici rappresentanti era s timata necessari a,
compariscono altri con lnu es filure precedenti, in essecutione di che uengono questi poueri licentiafi, ancorche quelli à chi pri•
mi era mente erano concesse, ò non habbian adempito le condi• tioni di chiarale nell e deliberationi dell 'Ecen'i sena to, ò si habbi a
riseruata maggior qu antità per pascolo di quello che se le con
vie ne. Et quello che è di somma importanza, che se bene alcu
ne Vi1le di certi pochi si sono annichiliate, s i trovano nondimeno di presente occupato da cinque ò sei famiglie solamente
lutto qu ello che dalli ce nto era prima posseduto, hauendosene
artificiosamente falli inuesfire dall' Illu s trissimi precessori mi ei in uarii tempi, et con molte fraudi, di maniera che se compa
ri sce qualche d'uno d 'aliene ditioni non sa oue appoggiarsi per essere i terreni preuenuli, et il disordine più 'importante et che
a ciò scriu er mi muou e principalmente, è, che qu esti possedono
•) Orsino de Bertis, vescovo di Trieste 1598- 1620.
I '/
Al. SEREN ISSIMO PRINCIPE
tanta quantità di terreno per pascolo che eccede di gran lunga
il loro bi sogno dal che nascono due mali ; che la coltiualione
non vie ne effettuata, l'altro che seruirebbe per distributione ù
molti altri , oltre che, et à quelli, et a ques ti d' auuantaggio si
so ddisfare bbe. Nè potendo io dar alcuna regola in qu esto pro•
posito ostandomi le concessioni, nelle quali non posso, nè debbo senza espresso ordine, mette rne mano, nè rimediare ad altri
infiniti abusi, e disordini di molta consequenza, che hanno biso
gno di prouisione per popolar questa prouincia, ho uoluto con
forme anco alla dispositione della parte presa in qu esta mate
ria l'anno 1601 3. Novembre darn e conte riu erente alla Serenità
Vostra pe r aspettar da lei quanto le piacerà commandarmi. Nè
debbo tacere di significarle esser introdotto pur in questa Pro•
uincia una mercanti a colla quale s i estrazono somma considerevole
di manzi, che dovere bbero restarne per la coltiu atione, cosa tol•
le rat a per quanto intend o, da alcuni de qu es ti chiarissimi Ret•
tori con pregiudicio del servitio publi co. Raccordarò perciò colla
solita mia reuerenza, esser spediente-, che dall' lllmi Sopa Prouedn
s opra le beccarie fosse s otto graui pene prohibito, l' eslratione
a lmeno degli animali buoni per la coltivatione prede. Rim etten•
domi tuttauia alla somma sapienza dell a Srtà Vra, el delle SS.
V. v. mmc et Ecc.e Gratie Etc.
Di Pinguente gli 6 ottobre 1606
COSTANTINO RHE N!ERO Cap" di Raspo.
68. Sereniss0 Principe
Hoggi conforme al co mmandamento della Sertà vr-\ rice uuto
con sue lettere di 3. de ll' ins tante, ho licenliato da que ll a com
pagnia di leggieri Antonio Vicichio, et Marc'Antonio dal .Senno,
per andarsi metter al seruitio del s gr gouernator D~lr1co ; et
procurarò al meglio che porrò, di riempirla, se bene m è molta
di!!i collà de soldati per il predetto seruilio. Gralia Etc.
Di Pinguente gli 13. Ottobre 1606.
COSTANT!N RHEN!ERO Cap."
di Raspo,
296 ____ D=--lc:S_:_P"-ACCI DEL C1\l'IT1\NIO DI IMSPO
69. Serenissimo Principe
Significai alla Serlà Vra à 6 del corrente la perniliosa
mercantia introdotta in ques la Prouinlia, dell'eslralione di manzi
da lauoro ; et perche questo disordine è importantissimo et che tullauia si fa maggiore, come mene viene auuisato dal Clar111 ·>
Conte di Pola, le lettere ciel quale inuio alla Srlà v rn per più
sua particolare informatione, ho uolulo aggiongere le parti, affine
che colla sua somma int elligenza s ia falla quella ultere proui~
sione che stimarà a proposito; poichè estrazendosi animali da
lauoro, ne seguono due mali; l'uno che questa Provintia che le
è tanto à cuore per la colfivatione sua, restarà in gran parte incolla
contra _ la pi a s ua mente, l'altro che quanto minor numero de
mani ui è, tanta è maggiore la difficoltà di condur ali i carga~ dori li Roueri che si lagliano nella Valle cli Monlona el aliroue
per la casa dell'Arsenale, che à punto sin poco si deue gettar
una grossa Carratà per il seruitio predetto conforme all'ordine eh' io teng~ dall' m nii Prouedtori et palroni all'Arsenale, nella
qu al condolla sono tenuti proporzionabilmente tulli quelli che
hanno buoi, oltre che continuando la sodetta mercantia che
partorisce anca infiniti parli , ne succede un'altra inconueniente, che portano il peso solamente quelli pochi che hanno animali
et li altri restano solieuafi dalla predetta grauezza, et annichiliti con questi traffichi. Gratie Etc.
Di Pinguenle, gli XXIII Ottobre 1606
COSTANTIN RJ-IENIERO Capilanio
di Raspo
I : R" ù 14 Oltob. 1606 : I
Alla sua di 5 inslante, che la mi ricerca che li dia rngguaglio della mercanlia che è introdolta de qui di condur an imali fuori di questa prouincia, riuerenlemenle le dico, che pur lropo ne ho sentilo dispiacer infinito di questa tanto dannosa introduzione di condur animali boinj htori dcli' (stria con mandati delli m wi Si provCditori alle becarie che scrà cagione che in breve tempo la prouincia tulta dcli' Istria se rouini e pres to rcslaril anichilala, poi che
,~,
297
cio non so lo fa gra ndissimo danno alla agricoltura perchè oQni dì si ucndorio li an c mali da lauor, ma co n da comodihì ne ucngono roballi infiniti, li ciuali
con d0 occasione sono s trnbalzali nelle barche ne s i polena trouar i ladri. Quello mò che passi f.ir l' aullorillì, di ò conii· di Puola a obuinr ·n !ali inca• nucnien li , cl a oponersi a i orden i di quei i11 111 i Signori, lo può benissimo comprender la molla sua sapicn\ia et la infinita su"n prudcntin. lo ·rnmo 5or
sub ilo che ltli · gionlo a qucslo reggimento haucndo in teso che vi andauano à Vcnc li a moll i ancma li da lauor, fec i publichC proclamc, Che niuno sò llo grau i pene potesse ucndcr a_ncnrnli che fossero boni da .arar, ne quelli s i potesse ro condur a Vcnclia· ·conforme all n men te di sua Scr.ti1 nrn che mi uale che hahbi l'flllo tale prohibitioni, se quelli che li uendono dicono s empre
che non son pìt) boni da lauor c l se ne lroua alcu no, di co no non esser del
territorio nostro mn dc Dignano, o di Vale che hann o la s ua scola . a Fasana ne po lemo im pcdi1:li essa scala. Ha uendo po i inteso c he con questa-occasione
dc condur nncmali n Vc nelia, ogni di 9cne sono rob,11li cl si sen tono molti
a lamentarsi et da poco le mpo in qua ve ne sono s ia rubali pii) de dusen to
ho l'atto proclamc che quei che uogliono condm .'.lncnrnli in Vc nclia s·iànb
obligati dar in nota nella cancelleria la sor\e de an~ ma\i che 1109\iono con· dure, et da · chi li hanno co mprn!i, cl pc1· qLtn~lo li lrn~no co mprali, ma
ninn c he · questa non mi hn ualeslo per cio c-hc apo nia c111esti gio rni pnssali
ne e s ta io lroualo un manzo . a Fas<1na ruba lo, che si upleua carga~· pc1·
Venclia cl quello che gc fu rubalo ~sso manzo, si . 11 cne a lm~enlar, cl s ub ilo mand:-ii c l mio ui cc cav.ilier a Fasana, e t lo lrouò in un prado
douc ui erano 25 manzi che s i uolcuG cargar per ucnc li ~, cl so1,ra ciò far·
malo processo, troù o che in tal fur to ue ne sono inlrigali di quei contadini
c he sono ricchissimi cl è fama, che per t:d uia si Siano arrichili. "La onde
con questa occas ione mi hò risolto non -dar più lice ntia _ ad alcuno che vo·
glia ca rgar a ncmali di ques to territorio, e cloman _ o l'altro aspetto che mi
ueng hi scr itto lettere che m i comella pene grauj che dii liccnlia cl I.issi car·
gar ogni sorte dc anemali per Vcnc!i<1. Li bnzmiotli ucramcnle di ques ta mer•
canlia sono I' infrascritti : Vi ccnzo Vio da Buran lrnbila a Fasana, Auguslin di
Vechi, Francesco Bigolo, Bcrnal'Clo ToHello, ·1us to Vidò dn Dignan, et NiColo
'Jriuisan li quali · in manco de mesi q nalll'O che io so n in ques to Regimenlo
hano condotto uia pii) de animali cento e dnquan!a . Vi sono anca r\ nd rca
Colombo c l Camilo Ga lclo dello d'Auanzo da Bnran c he lcn dono a s ta pra ti ca
cli comprnr c1nemali , nrn loro li vendono poi a questi che li cOndurono a
Vcnetia, di modo che s i può di r tu lio questo Iranico sia in man de buranci
ch e nau igano cl habilano in queste pa rli. Ques ta lll0 S 1· è quella infonnali on
che confo rme al s uo desiderio mi ha parso debito -mio dl darle immediate,
ma se V. S. 111111a haucrfl caro di hauer pilrticular informalionc delli an emali
che si trouano esse r s ta rnba ti eia poco ternpo in qua a Villa per Villa, pro ·
curaro di darli quanto prima quella piL) di sli.i~ta_ \nf9n~1a_lione ch_c polrò .. h~
ucrc, ben le diro che gia pochi mesi furono ruba li qu<1lro manzi eia lauo_i· ii~ qucslc parli cl a ndò il p,alron cli ess i a lrouarli prima che fosscl'O discancali
a Venelia. çl per haucrc c_\i" h~l~JllQ n~_lla sua barca uno -~he_ l:eniua de luog~
298 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO -------- --
suspello fu mandalo a Lazarctlo et se ben fece in1crlenir che non fossero
ammazzali li buoi et manzi di dello cargo per qualche giorno fecero tan to i condu ttori di essi manzi con occasione di della dilalionc che furono qunsi tutli essi manzi ammazali et per questo accidente non si potè trouar li manzi robati. Serà dunque di grandissimo solleuamcnlo a questa prouincia che v. s. 111ma proueda et faccia proucder alli graui danj che si fanno in questa
provincia nel condur cl cstradcr li animali boinj fuori di queste parli cl con
cio facendo fine di uero core mc le raccomando.
Oi Puola 8 ottobre 1606 Di V. S. 111nm
Oeuolissimo Suo
LORENZO GHISI Conte
Da tergo: Ali' 111° Sr Conslantin Rcnicr dig" Cap0 di Raspo Sr suo ossr.nw
70. Sereniss0 Pitrcipe
L'ordine datomi dalla Srlà Vrla con l'Ecc. Senalo riceuulo
in questo punlo con sue lellere di XXV del corr., nel propos ilo
de quei scelerati che lentano nel luoco di Verleneglio giurisdi
tione di Cittanoua di commetter varij eccessi sarà da me esse
guito in tutte le sue parti, anzi ne seri no al Clarnn Pod:1 di
qu ella città, perchè mi mandi li processi, et mi dia quelle in
form ationi maggiori che stimarà necessa ri e per poter ben effet
luar la mente di v'·' Srlà alla quale non debbo tacere, che si
come sapeuo benissimo, l'auttorità data à ques to Reggimento à
17 Sellembre 1605 colla quale anco ne ho spe dilo et casligato
alcuni, così non mi è mai peruenuta alcuna nofilia de qu esti
delitti, s ignificatele da med'' CI" reltore : tultauia in quanto mi
sarà possibile, procurarò con ogni spirito co' l castigar li delinquenti , di conservar la quiele alli sudditi della Srlà Vra in questa
Prouincia. Gratie Etc.
Di Pinguente, gli 31 oltobre 1606.
COSTANTJN RHENIER Cap0
di Raspo,
71. Serenissimo Principe
Perchè sopra queslo s uo capitanato, et per l'ordinaria sua
sicurezza, el per la molta pouertà, non vi è biaua da cauallo
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d'auuanlaggio come ne può la SereUI Vrn hau er informatione
dalli m mi mie precessori, io per ben effe ttu are il comandamento
s uo nel ritlrouar quelle qunntità maggiore che fosse possibile, ho man dalo messer Hieromino dei Borri uno de' questi leggi eri, persona discreta et pratichissima, à Pisino, sapendo io che quel signor Capitanio ne ha grossa somma, ma in\lano, poichè egli non intende di presente uend erla per quei rispetti che la Srlù Vra intenderà dall'acclusa relatione, con altri particolari in essa
contenuti ; et co'l qual signore per la s trettezza che tieue seco ha trattato appresso d' intorno la differenza di qu esti confini, hauendosi lascialo intendere d'auerne sin al tempo dell'Illmo
Erizzo precessor mio procurala da Sua Altezza auttorifà per trattar questo stabilimento, ma uanamente, con tutto ciò con
l'occasion e di questa sua andata à qu ella corte, ha detto di volerne colla uiu a uoce far noua istanza. In questo luoco non vi è altra biaua che quella che riscuote ques to s uo Reggimento la quale se bene non è molta, et che si tiene per il bisogno di caualli di questa compagnia, èt quello che più importa per souuenimen to di questi sudditi così per semi nare come per il loro uiuere, oltre la penuria di grano essendo questo territorio stato qu est'anno più d'una uolta uisilalo dalla tempesta; tultauia io }a offerisco prontamente alla Sertà Vra, per seruitio della
quale spenderò sempre in qualunque occasione i figliuoli et la
uita stessa. Gra ti e Etc.
Di Pinguente gli 3. Nouembre 1606
COSTANTIN RHENIERO Cap" di Raspo
72· Serenissimo Principe
Di edi conto riverente a Vra Srrn di quanto haueuo operato
per rittrouar la biaua da cauallo conforme al suo commandamento, et dell a irrisolulione in sieme del Signor Capitanio di
Pisino. Hora hauendo egli in questo punto fatto sapere a l medesimo che mandai a lui per tal eifetto che uendarà di presente
mille Stara di biaua, e t due mille di spe lta, à ragione di lire noue uiniliane lo s taro Viniliano condotta al porto di Leme ; ho
uoluto subilo signiiicarlo alla Seria Vra, perche si degni quanto
300 D1S1'1\CCI DEI. CAPITI\NIO DI RASPO
prima darmi quell'ordine che pili le piacera in questo pro posilò,
poiche l ' istesso sro.: Capìlanio fa instanzia per la risolufione.
Grafie Etc.
Di Pinguente, gli XV Novembre 1606
COSTANTIN RHEN IER Capii" cli Raspo.
7 3. Serenissn Principe
La dilferenza de confini che gia limli an ni uertisce fra la
Villa di Grimaldn Giur is clitione di Capo d' Is tria, colli ~uclclili di Pisino, per cagione di che sono s lali molli moti: uado sper ando
che se non sarà terminnla, almeno tempera la: poi che senclo
ultimamente passalo ad altra uila quel Zuane Ce rcich autiere
delle novità, el mali predetti, gli Hgliuoli che sono due inlimorili
per il guaslo che {1 loro capi feci dare seco ndo il comm anda
mento della Serenità Vostra, come le ne s ignificai so tto li 14.
el 20. Settembre e l 22. ottohre passato nlletlafi anco da cert o
mezo che in ciò ho adoperalo sono compa rsi da me con 'I
zuppano della medesima Vi ll a, hauendo falla fra loro scrillura
pubblica di divisione cle beni, uolendo l'altro godere i beni
s iluati so llo Pisin o, ne quali non è s lal a mai alc un a diffièolla
et !'altri quelli che so no posli sollo la predella Villa di Gri
malda, et che erano in contenfione, per la qua l diuisione uie.
ne s tabilito esse terre contenliose esser entro li confini de ll a
Srtà Vostra senza descender ad alcun parlicolar e, che potesse
in alcun tempo partorir alcuna alteratione; mi hanno ricercato
a permetter lo ro. che possano sem in ar essi ca mpi, uolendo
ques to rimanere in futuro suddito di le i a lla relribution e delle
ordinarie grauezze et quello quietamente; o nde pare ndomi questo
negotio hauer presa buona piega ef r iuscir cli molto seruitio
alla Ser enità Vostra, gli ho invia ti con mie le tte re al Clarim;
Podestà et Cap0 di Capo d' Istr ia sollo la cu i giurisdilione s i
trouano et consigliatolo a soddisfar alla istanza pred·t e t della
diligenza del qual signore si può Lei prometter molto. Paren•
domi che si come si è in caminato bene et in somma soddisfa.
tione dell' is tessi Grimaldesi suo· s udditi et così darà occasione
ad un altro pur di Pis~no che ha alcuni campi ne lla medesima
.., 30(
contesa et che per l' is tesso timore gli lasciai incolti di acqui• starsi anch'egli e t cli concorrer nlle contribulioni con essi ctì Grim.alda il che se succedesse, non vi essendo allri che pos• sano a pportar moles ti a io crederei ch e queslu controuers ia rosse sopita. Ho dunque uolulo di lutto ciò darne riue rente conto all a
Sertà Vostra, così stimando co nue ni r all a mi a carica; e t suppli• carle, perch e s i degni dar ordin e al S ud·1 Clarm•) Sgr Podestà
che so mministri ad essi Grimaldesi yli a rcobus i e munilioni sino a tanto che s i vedrà anche a che s i risoluerà anche l'altro contadino, affin e che io possa rihauer gli miei prcstaleli, per
po te rne in ogni e ue nto far la Dislribulione pe r le cas tell a di
qu es to Capitanato. Aggiongo a ques to propos ito, che il Sgr cli
Luppoglauo, che pro cl amò qu elli della \lill a di Berg odaz di Vostra Seret:'t per la refa lione de lli an ima li è res talo così morlific;l o
per il proclamn che feci publicare conlro un suo cogna to e l
a ltri sudditi suoi per la depreclation e d'alcuni anim ali : c l uiola•
ti o ne di confini , pe r la qual causa feci [are il re[acimenlo s u
de llo : che s in qui non ha ardito passar più oltre s icome io al•
tresì non andarò pili innanzi, se non sarò provocalo, anzi con
ogni mio spirito procuro di ben vicinare con tutti ques li arc idu•
cali circostanti, conoscendo così esser mente della Serth \Ira et
de ll' Ecc V. V. lii"" Gra tie.
Di Pingu ente gli XX Dec embre 1606
COSTANTIN RHENIERO Capit anio cli Raspo.
302 DISPACCI DEI. PODESTA DI S. LORENZO DEI. PASENATICO --·---- - -· ----- -----
XIII. 5 . ùO~EJ'IZO OEù PASEJ'IATICO.
1. Serenissimo Prencipe
Per debbila et reverente csseculione delle le tlere della Se rlù v r.\ di XV d'ottobre prossimo passalo, li 20 del corrente da me
recepute hozi à chi ara intelligenza di cadauno nelli lochi salili,
e t consueti ho fatto publicame nte stridar e t pubblicar la pari e presa nell'Ecc" Consiglio de pregadi sollo li I 2 del passalo mese de ottobre in proposito del non farsi essecutione alcuna
nelli animalli bouini, et come in quell a , all'esseculione della qu ale con ogni mio spirito attenderò, et farò attender, et in bona Gralia
della Srta Vrlra humilrnente mi raccomando.
Di S. Lorenzo li 24 novembre 1602
Della Sernlà V'·'
Humilisso Srle
ZACHARIA GRADEN IGO Podeslà
Di fuori - 24 No\1cmbre 1602 - R.1é ai 29 - S. Lorenzo - Ha fallo publicar la Parie di f\ nimali bo\•in i.
2. Serenissimo Prencipe
Riuerentemente notHico all a Serl,'t vr.i s iccom e anco con mi e
di due Zugno 1601 l'auisai, in proposito delli intacchi che vanno
facendo quelli d'Antignana et Coridico, sudditi Arciducali nelli terreni di ragione della Serenità vrn che sono vicini li confini loro: et se bene con esse mie le rappresentai li danni, et intacc hi , che essi arciducali andavan o facen do, et spetiahnente nelli lochi, Valle, et terreni che altre uolte sollo il Cla"" s'·" Vellor Marcello mio precessore furono distrutti, et dissipati li seminati fatti per l' istessi Arci ducali; tuttavia hanno continuato di novo essi intacchi seminando nelli terreni della s rl:'t vra ror
mento, sorghi, et altre biave. Et acciocchè lei resti informala di
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..
..
AL SERENISSIMO PRINCIPE 303
queste operationi, così dannose à suoi confini, m'è parso debito mio di nouo reuerentemenle significarli si come faccio, et dirle che per l' inlormatione, eh' io ho hauuta di diuersi di questi sud• diti pratici, et informati di essi lochi , ques ti arciducali non cessano dalle usurpationi loro, ma uanno conlinuando nel seminare s iccome hanno ratto anco l'anno presente nel modo che per esse mie di 2 zugno le noliiicai et però starò aspettando, che dalla Srtà v ra mi sia concesso quell'ordine, et aullorilà che al prud0
s uo giudn parerà perchè io non mancherò con ogni Spirito d'es
seguire i suoi Commati Gratie, etc.
Di S. Lorenzo li 3 Maggio I 603
ZACCARIA GRADENIGO Pod".
Di fuori - 3 Maggio 1603 - Rie 6 dello stesso - S. Lorenzo Podestà - intacchi talli a quella Giuris dilione dn Arciducali confinanti.
3. Serenissimo Prencipe
Hoggi ho ricevuto le di V. Srelà de di XXXI del mese di Marzo prossimo passato, inviatemi dal Claris0 Sgr Capitanio di Raspo in proposito delli Novi habilanti, che sono venuti e uengono di terre aliene, e t delli indricci ati nuovamen le in ques ta
Provincia dall '!ll0 Srg Proueditor Generale di Dalm atia et Albania. le quali da me in ogni occasione che mi si presentarà saranno
riuerentemente esseguite. Gratie Etc.
Di S. Lorenzo li X Maggio 1604
ANDREA LOREDAN Podestà.
di fuvri - X Maggio 1604 Rhl a 31. S. Lorenzo. - Ha ri cevuto li ordini in proposito delli Novi habilanti.
304 DISP,KCI DEI. PODESTÀ DI Ui\lAGO
XIV . . Uf/[AGO.
1. Serenissimo Prcncipe
Haucndo r ivere ntemen.lc veclu lo le lclterc cli S. 5t:'i de di 5
Marzo passa to, dalfe ad islnnza clelli Conlaclini di Mnferada soll o
questa Giuri s difione, quali recusano di pagare la rigali a solita
di ca rra quallro di l egne d'un pc' e mez zo a questo reggim ento ,
com.e sono· obbligali in virtù de lla parte presa nell ' EcclmJ Col•
legio delle legne con I' aullorilli del Senato 1573, 27 ollobre,
et e tiam publicata de qui , sollo di 29. i\pril 1600, la qual pc!'
sua giustHicatione qui inclusa gli mando; dal che sco prirù In
s. tù V. che i o non intendo, nè mai in alcun tempo ho volulo
mentre ho servilo l a S. V. in alcun Reggimento_ stru ss iar i suoi
sudditi et come mai intendo di operar, còntenfandomi del giusto et di. qu ello- mi è concesso dall e leggi. Pe rtanto la ~ l:Ì. v r,l pruw
dentemente \ledrà certo eh' io in tal propos ito ho pro cesso con
li detti. contadini ser\latis ser vandis , e t con il mezzo della Giu
stitia, come da publi che Srrilture si legg e, n'ho \loluto meno
usar l'autlorilà pretoria. Onde v .ra S. l:\ chiai·amenfe può discerner
~alle publiche scritt ure el legge esser stata ingannata da delli·
Contadini et però prudentemente nelle s ue mi scrive, che se
cosi è co me loro hanno s upplicalq a lla s.t:l v. ra, chio non debba
far alcuna innovazione: Per tanto non essendo come hanno supw
plicafo io con buona Grafia di Sua Se rta procurerò di conseguii'
quanto dalle sudetle parti mi vi_en concesso. Grafie.
di Humag o li 24 Aprii 1602
GIOV: BATTA GUERINI Poc11".
Di fuon: - 24 r\prile 1602 ·- R10 ni 14 i\1aggio - Humngo
- La sua rignlia è fondala sop ra la Parie ciel Collegio de lle lcgne di 27 Otw tobrc 1.573 della quale ne mnnda copia.
___ __ _ __ ____ AL Sf:J3EN!§SIMO _ _!'_ll lNClf'.E ______ __ 305
2. Serenissimo Prencipe
lo hauere i data la debita esseculione alle lellere dalla S. V. scrittemi sollo li 24 corr. in proposiio di Martin Vilanouich
qual asseriva esser legittimo habitanle Novo, s i come è obli go mio, et conforme a qu anto mi ha scritto havere i inuiato di s u
bito li process i et altro che hò contro la sua persona all' nf' Capitani o di Ras po ma perchè da S. S. m nu per una lettera
s critta al clar0 Qu erini precessor mio sollo li 6 Xmbre Qpassato s taio di chia rato il predetto Vil anovich non esser nouo habilante, ma che s ii sottopos to à ques to foro Ciuilmente e Criminalmente, rimovendo s i anca S. S. Ili" da ogni inhibitione et suffraggi che hauesse dati ad instantia del predetto Martin , siccome la v.rn Ser t:'i
potrà veder dalla qu i acclusa co pia che gli invi o, ma non ostante quanto è predetto non hi eri l'alt ro in persona mi son conferilo alla presentia di S. S. m0 per uoler adempi ar ù quanto vsra per
dette sue mi ha comesso, si bene che per la già detta lettera ero sicurissimo ch e S. S. Ill0 non s i hauerebbe pH1 uoluto im• pedire in ques to negoci o et di nou o mi ha detto, che ha dichia• rato et terminato il detto Vil anovich non ess er leggiltimo nouo habitante ma che s ij sotloposto a que s ta giuriditione di Humago et che io debbi espedirlo hauendo cosa alcuna contro di lui. Però con la presente mi a ho voluto s igniH car tutto alla Sr.1
i1 v.rn
et uolendo mag gi or informa cione di qu anto li ho scritto la potrà [ars i ancor ri spondere al sud0 Ili{) Cap' ' di Raspo, acciò che pre• senlandosì poi ai piedi de ll a sY1 v.r,i il pred0 Vilanovich la possi
licenziarlo secondo che merita s imil Bugiardi , con che facendo
fin e all a gratia della Ser. Vos tra mi raccomando.
Di Humago li 30 Gienaro I 603
LORENZO BEMBO Pod'"
Di fuori - 30 Genn .i ro (602) - R.1 c à 13 Febbraro ~ ~ mago: . . _ Manda inio rmazion del Cap itano di Ras po in proposi to d1 t\\arlm V1lanov1ch
che asseriva esse r dclii novi habitanli.
20
306 DISPACCI DEL PODESTA DI UMAGO
3. Serenissimo Pre,zcipe
La sinistra, anzi falsa informatione, che h• procurato di dare
al1a Ser.t:\ Vos.ra t\lartin ViUanovich, ha causato, che da essa mi
son state scritte due fiale e t l'ultima con d' Ecc.CJ Senato dimostrando non piccolo resentime nto, che io mi sia dimostrato in
hobediente à suoi precetti, cosa che ha recalo all'animo mio
molestia et dolore grandissimo, · poi che se in questo come in
ogni altro cariche che per begnignità della SerY1 Vos.r,i mi è
stato concesso, non hebbi già mai altro per fin et per scopo,
solo che di prestar riuerenle il dolor mi preme, quanto . che
nC:>lla presente occasione, io son à torto accusato, et del tutto innocente; A quelle di Vrs.ra Ser.lù; scrittemi dall'Ecc° Coll 0
sotto li 20 marzo pass. ma presentatemi solamente alli 6 di
agosto passato, hauevo formata ris posta , la quale ac ciò non srnarise, come si son smarite le altre mie à VS.t:\ inviate in
questo proposito sotto li 30 Gienaro, deliberai inviarli il proprio
mio Canceliero, li quale essendosi risentito non si è potuto prima che li passali giorni partire, et doppò che dall a Sub1à V., mi è
stato di novo con !'Ecci ' Senato scritto sotto li 28 del passato mese et pertanto, et ali' une, e t all' altre sue riuerentemente
rispondendo li dico, che non è vero che il soprad0 Martin Vilanovich sia nouo habitante, et perciò sottoposto al giudicio
dell ' lll0 suo Capit0 di Raspo, si perchè fu dichiarito non esser
nouo habitante e per lettere diretine a questo reggimento dell' lll0 Sig, All0 Zorzi già capitano di Raspo, si anca perche
da esso Martino è stata renonciata certa inuestitura de beni,
per la quale pretendeva di esser conumerato ira li noui ha• bilanti, per chiarezza di che inuio à Vo. Sert.i. la copia a utentica
delle predette le ttere e della sopradetta renontia insi eme con altri atti che concernono questo proposito siche non essendo
sottoposto come novo habitante ad allro s uo rapresentante, ma
solo a questo reggimento, hò potluto ragionevolmente giudicarlo,
ma non già in quella forma che esso falsamente asserisce, e t ha dato da intendere alla Ser.à V."', cio è che io habbia com
mutata, ò moderata essa sentenza in danari, operacione che già mai mi sono immaginato di iare ; che più tosto solto ponerei la
uitta propria che com ettere così indegna e vergognosa attiene,
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AL SERENISSIMO PRINCIPE 307
tan1o spiaceuole ef tanto odiala da ogni persona che facci prof
fezione di bontà, et realtà : lo condanai questo Martino absenle
et lo feci publicare bandito di questa terra et · territorio per anni sei con condizione che presentandosi nel termine di giorni sei fusse assoluto dal bando, con risserva però alla giustitin di
poter procedere : il quale essendosi nel termine prescritto presentato, lo condanai solamente nelle spese di processo, procedendo seco con maggior humanità di quello che meritavano le
sue cattive et s inistre operalioni, per esser huomo cattiuo, ris
soso et di pessime qualità, et per lede de1la uerità inuio a Vos. Ser.lit l'autentica coppia della sentenlia, si che conosciuto dalla
Vo. Ser.l:t quanto a torto da costui io sia api>resso di essa
accusato, et informato dalle scritture della uerifà, si degnarà
darmi ordini et concedere ch'io possa giudicare questo, con
fermando insiem quanto da me, è stato giudicato, acciò possi
reprimer lo ardire di ques to huomo insolente et che non cessa
già mai, di poner in con[usion et sotto sopra questa terra. et
all a Ser. Vos. rn. Grafie.
Di Humago li 2 settembre 1603
LORENZO BEMBO Podesta.
Di fuori - 2 Settembre (603) - R.lo 10 Settembre - Umago. - Discorre dolendosi di certa sinistra informazione data da Martin Vìllanovich - per il che aveva ricevute lettere dal Senato. - f\\anda diverse scri llure in lai
proposito. - Ricerca ordine su ciò.
4. Serenissimo Prencipe.
Diedi conto li giorni passati alla Sr'à V. con pubbliche et
autentiche scritture tratte dalla Cancelaria di Raspo, qualmente
non era vero che Martin Villanovich habitanle in questa Iurisdi
tione fosse altramente habitante nouo, si come li è sta to men
dacernente esposto à nome suo; che per cio mi ha comesso VS.
con ctui scritti, et l'ultimo con l' Ecc0 Senato, eh' io non douessi
proceder contra di lui, così in cause ciuili com_e i~ cri'.n.inali; onde glorioso esso Martin, che li sui delitti res tino mpumh, non
hauendo altro giudice competente che il Pod està di Humago so tto
308 DISPACCI DEL PODESTÀ DI UMAGO
la Iurisditione del quale egli, ef la sua ascendenza insiem' son
nati et sempre uissuti, gia mai non cessa di cometter noui delilli si che è reso insolentissimo a tulli quesli populi, per la conserualione et quiete dei quali mi è parso darne riuerente
conto à V. S. acciò che lei per prudenza sua mi corne tti quanto io deva operare per prouedere a tanfo scandalo, il quale ogni
giorno al sicuro si farà maggiore quando che non li si faccia povesione, et a lla V. Srt:'t Gratie.
Di Humago li 26 Ollobre 1603
LORENZO BEMBO Podesla.
Di fuori - 26 Ollobre (603) - R.to à ullimo detto. - Humago. - Dice hauer dato conio con pubbliche scrillure della Cancelleria di Raspo, che non era vero che Martin Villanovich fosse habilante nuovo siccome era s lalo esposto a Sua Serenità, per il che gli è sta to scritto che non debba giudicarlo nè in civil nè in criminal. - Considera che li suoi del illi resteranno impuniti, et dice esser reso insolentissimo a tutti quei populì.