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OI~EZIOt,IE DISPACCI AL SE R EN I SS I MO P RI NCIP E dei rettori di f\lbona, Buie, Cittanova, Dignano, Grisignana, Isola, Montana, Muggia, Farenzo, Firano, Fola, Raspo, (Finguente), S. Lorenzo del Fasenatico ed Ornago negli anni 1602-1606. (continuazione e fine, vedi atti e memorie 1913 pag. 23-80).

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OI~EZIOt,IE

DISPACCI AL SERENISSIMO PRINCIPE dei rettori

di f\lbona, Buie, Cittanova, Dignano,

Grisignana, Isola, Montana, Muggia, Farenzo,

Firano, Fola, Raspo, (Finguente), S. Lorenzo

del Fasenatico ed Ornago negli anni 1602-1606.

(continuazione e fine, vedi atti e memorie 1913 pag. 23-80).

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:X.I. POliA *).

1. Serenissimo Prencipe

Essendo giunta in questi porti una fusta turchescha et riti­

ratasi sotto il scoglio di Brioni, non ritrouandosi in questo porlo / Galera alcuna et considerando il molto pericolo che potrebbe

portar questa città per la pocha prouisione che ui è, ho subito

espeditto messi à posta a Rouigno à fine che rilrouandosi iui qualche galea ò barca armata venghi a darci aggiuto et datone

nolicia à tutte le ville sottoposte à questa giurisdif acciò stiano in pronto per ogni bon rispetto, facendo i noli re tutte quelle pro­

uis ione pili necessarie et , opportune che hò possutto per sicu­rezza della Città; et del tutto ne ho uolulo dar Riverente conio a v r. _srlà_ acciò passi rimediare a tanta temerit à. Grafie.

Di Pola li 15 maggio 1603.

Di v ra Srtà

Humiliss0 e t Deuotiss11n Serre

ZACC' ZUSTINIAN Con".

Di fuor-i - 15 Maggio 1603 - Rt 0 17 detto Pola. - Avvisa lo arrivo in quei porli di una Fusta turca - Provisione falle.

2. Sermo Principe

Per altre mie ho dato reuerente conto alla Sertà v ra di una

fusta peruenuta in questa giurisditione sollo il scoglio di Brioni,

et insieme anco la prouisione, che per ciò da me era stata fatta. Hora acciò la Serta vra sappi tutto il successo riuerentemente

gli dico, che hauendo espedito un messo per Rouigno, sapendo

che iui si ritrouaua la barca armata del gouernator Paulo Egìni

gionse à t_al tempo, che esso gouernatore s ubito partito et de qui gionto faceua indubitata presa di essa se non trouaua certo inconueniente nascutto per causa del Capitan Ruggier Marignano,

ch'essendoli stata di ciò data notitia dal Meriga di Fasana hauen-

•) Vedi Atti e Memorie 1913 pg, 23 e seg.

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218 DISPACCI DEL CONTE DI POLA

do seco molta radunanza de soldati per'esser da lui in tal giorno

fatta rassegna quale de subito si parti senza dare alcun ordine ai soldati, et con pochissima monitione essendo gionto doue se

ritrouaua detta fusta disordinatamente e con romore cominciarono

ad assalirla inanti la gionta di detta Romanizza, si chè hebbe

tempo di fugire con lutti essi lurchi, tutto che la maggior parte

di loro fossero smontati in terra, hauendo prima fallo schiaui tre huomini habitanti in detto scoglio, e tolloli un par de Manzi,

con gli quali lauorauano menandoli scco, e sè ben da detto Ca.

pilano Rugero Marignano è sfata trouafa una scattala piena de

lellere e fede !assala da quelli di della fusla sopra lo dello

scoglio, non s'è curato esso capitano tutto che sij stato auisalo da mè presentarle aHine che le potesse inuiar alla Sert.i vr•\ Parti­

tasi essa fusta fù dà mè tutta la notte fatta far guardia abon­

dante, cautela nella Cillà, et la mallina a 15 hore in circa fu auisato essa fusta ritrouarsi nel Porto di Promentore, onde feci

subito auisalo il Gouernator Paolo Egini che di già con la sua Romanizza era aggionto in questo Porto, che a quella uolta si

douesse inuiare, ch'ancor io in persona con quella maggior quantità di gente, che hauessi potuto iui mi sarei conferito per

terra. il che tutto fu diligentemente esseguito da esso Gouerna­

tore, el iui gionle ambe le parti et per mare et per terra, ha­uendo noi da terra imboscatesi dopò l' hauer scoperto essa

fusta , el procurando esso Gouernator abbordarii con della fusta

non fu mai possibile per il peruerso tempo, chè era di bora

nella bocca del Quarner hauendosi essa fusta allargato in mare

con pericolo ò di sommergersi ò di precipitare in codeste Riue sollo uento, ne sin'hora altro si è saputo di lei, lutto, che habbia

lassato d'esser ogni hora auisato, del che n'ho uoluto dar minu­

lissimo conto a uostra Serenità à fine che etc.

Di Pola 18 Maggio 1603.

D. vrn Sertà

HumilissmJ et deuofiss0 serre

ZI\CCI\R!I\ ZUST!NII\NO Conle

Di fu ori - 17 Maggio 1603 - R1c a 24 - Pola.

- Da conio :di una Fusta lurchesca capilala in quei porti - Seguita dal Gov. Egini et_foggita per causa del Capitano Ruggiero Marignano.

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 219

3. Serenissimo Principe sr~. Collmn

Il dottor Alessn Gregorio da S. Vicenli hom o di mal e qua-lità, c l bandito dalla sua patria per graui eccess i, s i tro va d'a]-

cuni anni in quà ne llc1 ferra di Dignano oue ogni giorno co m­

mette diversi eccessi contra la chi esa dando segni di caltiuo ese mpio con le s ue operationi consullando et persuadendo qu es ti

popoli semplici, e t a ltre uolle poco aHelti alla Religione e) non

obedir a Giudici Ecclesiastici e nelle cose pertin enti alla salute dell'anima loro r e ndendos i anche maggiormente sospetto per la

pratica che tiene con il s ocero il qu al con il figlio abiurarono > in Roma per heresia. Ultimamente per diffender un Vincenzo giil

Campanaro ha sedotto gli agenti della comunità a rar presentar una scrillura ò co mandam ento del src Podestà al campanaro ele lto dal clero secondo l'an licha, e t immemorabil consuetud·ine

che non de bba sonar le campane, ne accender le lampade della chiesa, e per tal effetto gli hanno anche neg alo l'aglio. Son

s la lo s forza to con amoreuoli ammonifioni , et co n mina ccie di censure ad operar, che de fli age nti s i remouano da dn scrittura

così preiudiliale alle raggioni della chiesa ( come hanno fatto) confessando parte di loro cli esser incorsi in s imil errori igno­

ranlemenle et parie di no n ha uer mai hauufo alcuna notilia di essa scrittura consultala, et scritta dal sudetto dottore . Hora ue• dendo il dottor Gregorio, che tutta questa colpa essendo sua

può aspellar ca~tigo pretendendo io per molli capi, che s ia in­corso nell a scomunica, pH1 tosto , che venir all'obbedienza, ha

procurato con mezzi indiretti oHerendosi lui far ogni spesa, che

la Comunità pigli la s ua diffesa et che mandi à piedi della Sl:\ vra à condolersi di me, di ques ta e d'a ltre mie atfioni .procu­

rando in questa maniera di trauagliar la mia quiete et di de­

sturbar il buon gouerno della mia chiesa. Però supplico humil­rnente la Srtà v ra che non solo non uogli intenderli, ma à de­gnarsi di commetter al sr Podestà che dia ogni aggiuto, et fa.

uore alla giurisdition Ecclesiastica per opprimer la temerità di quest'homo offere ndomi se mpre pronto ad ogni comandamento

della Serlà Vos tra di darne conto dell e mie attioni non mai di•

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screpanti dalla raggione, ne ?alla bona uolontà che deue hauer ogni prelato denoto alla Ser1a vr,i alla cui bona Grafia humilmente

mi raccomando.

Di Pola alli 24 Agosto I 603.

Humilmu et deuotm,l Serre e Sud0

Il Vescovo di Pola.

Di j'11ori. - 24 Agosto (603) Rtc 2 Sett. 0 - Vescovo di Pola

Expp Rappresenta le lrasg rcssioni el in.pbcdienza del Dott . Gregorio. - ricerca che non si dia orecchie alle sue ista nze, anzi commcso a quel Retlor di protcger

le cose della Chiesa.

4. Serenissimo Principe

In essecution de lellere della Ser' " uostra de di XX Maggio

pross<• receuute li 5. instante, ho fa tto lare per tre giorni con~

thrni fuochi di legne per la Città per non ui esser Campanili,

ne altra munilione di poter far inaltro modo, et sonar le cam~

pane giusta al suo ordine. Grafie etc.

Pola li 15 Giugno I 605

PIETRO DONADO Conte

Di fuori. - 15 Giugno (605) R. h-' li 2 Luglio Pola . Segni di allegrezza per la crealione del Pontefice.

5. Serenissimo Prencipe

È così penurioso l'anno presente in tutta questa Polesana

per il pessimo raccolto scorso causato e da lle secure, e dalla

tempesta, che i poveri contadini corrono manifesto pericolo di

perir di necessità, et tanto più che i mercanti loro creditori ingordi

al doppio interesse gli leuarono anco oltre questo puocho di robba

che v'è restata, gli stessi manzi el altri animali per pagamento

di quanto li uanno debitori, se però dalla benignità et gratia

della Sublimità Vostra non uengono suffragati con accomodarli

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di quella quantità di frum e nto che alla sua prudenza parerà con~

uenirsi. Ho fatto la descreltione in questa Città, nè ho trouato

altro Mg" 290 di fromento et Mg11

720 d'orzo summa minima, e

tanto che mi spauenfo narrarla, eh' hà parso be ne per il carico

che tengo, farne motto a lla Serlà Vostra, affine che ella certi­

ficata di una tanta necessità, gelosa della conseruatione de suoi [ide lissimi s udditi deliberi quanto le parerà più opportuno. Grafie.

Di Pola l'ullimo Agos to 1605.

PIETRO DONADO Conte

Di fuori. -- ullimo Agosto (605) R.to 6 Sell.8 - Pola - Conte Che per il tris te raccolto dell 'anno pres enle quei poveri sa ranno in gran ne­cessità senza l'aiuto de Sua Serenità - Ricerca però provvisione di biave. Fu mandala copia alle Biave.

6. Serenissimo Prencipe

Essendo venuto a questo vescouato il nuouo Rmo sr Cor­nelio Sosomeno andai a fare seco li complimenti ordinari et doppò uedendo che non mi daua letlera . di V. Sr'" per hauere

il possesso temporale le dissi che era necessario che S. S. Rm 1

obedisse alle leggi ei ordini di V. Ser'" in lai proposito, mi re­

spose che era staio nell'Ecc'" ' Coll0 con letlere di S. Sanlilà el che

non li !u dello allro in lai materia, le replicai che non poteua

far di meno di non riconoscer V. Sru nel temporale, mi rispose che quand o la Ser"' Vostra uorà toglier il possesso lo lorrà e

con tal conclusione mi parti, di che mi ha parso riuerentemente darn è conto a V. Sub1à sa pendo come è grauemente gelosa in qu esto proposito, acciò possa da r quell'ordine che le piacerà. Grafie .

Di Pola li 5 Xmbre 1605

PIETRO DONADO Conle

Di fuori - 5 Xbre (605) R.lo 20 Xbre Puola Expp. Arrivo del Sosomeno eletto nuovamente a quel Vescovalo senza la debita 1e1tera del Serenissimo Dominio per havere il possesso temporale . - Ricerca ordine di quello haver<ì da fare.

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222 DISPACCI DEL CONTE DI POLA

7. Serenissimo Principe

Sotto gli 8 del presente la Serti, v r,, mi scrisse hauer in­

leso dalli Interuenienti del Galeon Peras tano eh' io pretendo che

esso sia sottopos to alle Ìcggi del Naufragio, et ho preso alcuni

gropi dei de nari et fa tto coma nd amento a l patro ne che uenghi

alla mia obed ienza et che essendo si lib erato dall a fortuna col

solo taglio di albori et senza alcun ajuto mio de bb a restituirli li

gropi e t ogni altra cosa inuiandolo élll'officio di V. Savij sopra

la merca ntia et come in quelle. Et perchè essi inl eruenie nti hanno celato alla Ser1à v r,i molti pmticolari importa nti intorno

questo fatto mi ha parso prima, et necessariamente farli sapere à v ra Sublimità, acciò conscia del tutto passi poi darne quel· l'ordine che le parerà che prontame nl e senza altra replica lo esse guirò. Riuerentemente adunque li dico che essendo mancate tutte le ancore a questo Vassello dalla fortuna fu gettato in ma• rina in queste acque oue ste tt e sette gio rni e sette notli conti­nue bafle ndo grand emente sopra quelle riue per il chè fec e gran quantità d'ac qua pili del solito, fra questo tempo mi con• ferì a qu el luoco, et lolle quelle despos itioni , che mi paruero necessarie et uedendo che tutt'hora con tinuaua la ra bbia della fo rtuna procurai far saluar quel pili che poteuo et per ciò tols i li gropi et fec i discaric ar quel più che fu possibile et il patrone mi supplicò che mandassi Vasselli à lib arlo, diedi tutti quelli ordini che furo no possibili. Cessata la fo rtun a in capo di sell e giorni andando li vasselli per libarlo s i cacio di secco, et al meglio che puofe ac conciò di drento via et poi recaricò la

roba che haueua scarica ta. Un mercante che sopra esso vassello s'a ttrouaua uedendo con gli propri occhi il mal s tato del vas­sello intimò al patrone che douesse poner lasua m areanti a in terra perch è non intendeua l'andassi a Venetia con diHo Galeon e, et io feci far un Cons 0 di dodici, il quale inteso il stato di detto vassello dal processo formato terminò ch'el fosse innaui­cabile et che deuesse esser discaric alo acc iò non perisse con la mercantia. lo per essecutione delle leggi in questo proposito et d'esso cons

0 di Xij ho procurato che esso patrone ueniss e

in porto et discaricasse acciò si uedesse il stato del Vassello, ell i sempre s'lrn reso difficile , fin alm ente con ma ndati ha con~

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 223

se nlifo et di già s i ha principialo discaricare non per allro

se non per uedere se in effetto s ifl o non sia navicabi1e, per che trovandosi che sia suHicenle et conosciuto per tale da periti son in openione di licenzia rlo senz' altro, pagate però le spese de mercenari j che fin hora necessariamente

s i sono falle, ma quando sii innauicabile come è openione de tutli qu esti µaironi de Nauilij che sono interuenuti nel Cons 0 di

Xij per esser stato sette giorni et se tte notte continue come hò predetto battendo c :i. rico nelle riue, non sarù dubbio ch'io per le prouisioni falle in conseruar questa mercantia non m'a­

s petli quanto dalle leggi è statuito. Appresso per la formalione

del processo appare che essendo stale sualegiate le Naue Mazoca e t Marciliana Bona et portati li butlini alla Valona sian poi

parte di loro sfati comprali d'Alcuni Hebrei e t poi caricali sopra questo Galeone in molta offesa delle leggi della Ser'" Vostra et

de Patroni di ess e della 'qual cosa tanto importante giudicai

anco per questo necessarissimo il discarico, il quale essendosi principiato Iteri e continualo tutt' hoggi con buon a grafia della Ser1

a vri farò finirlo, et s ubito di quanto s i trouerà gliene darò

particolar conto si come ho detto con animo di esseguir quanto le pi acerà commettermi. Gratie e tc.

Di Pola li 24 Genaro I 606.

PIETRO DONADO Conte

Di fuori - 24 Gennaro (1605) *) R,t o alle 3 Ycbb.O Puoln - Conte Allorno il naufragio del Ga leon Pernstano.

8. Serenissimo Prencipe

Reuerenfemunle respondendo per esseculion delle s ue de di 20 dell'Instante, receuute heri, breuemente dirò a vr.i Srtà

non esser stata mai altro in1entione la mia, se non di tuor quel tanto che mi concedono le leggi della Sertù vr., et non so che

causa habbi mosso gli interessati del Peraslan patron Stefano Vuro naufragato nelle acque di questa s ua Giurisditione ricercar

*) Prolocollnla m ore veneto.

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224 DISPACCI DEL CON TE DI POLA

le ttere di vrn Serth le quali mi ha portato gran mara uigli a per

minima causa, pe~ che mai ho ricerca lo se non le due per ce nto che mi ucngono concesse dall e leggi le quali pagate che mi

hau eranno le farò far la consegnn lio ne del recuperato senza di~ minutione alcuna nè . mai è s ta ta mi a inlentione di parlar ques to

negotio alla longa , ma ben sempre di esseguire le legg i. Gratie

Eic.

Di Pola li 28 Genaro 1606

PIETRO DONADO Conic

Di / non: - 28 Gennaro 1605 R.t t: li 7 Febb.0 - Puola - Conte. In maleria della sua porl ionc sopra il I3arcon Palron Slcffano Vuro nau­

fragalo in quelle acque .

9. Serenissimo Prencipe

Dalle lettere della Serth vr., di 5 ho int eso la condolenza, che hanno fatto l' interessa li del Gal e on Perastano patro n Paulo

de Zorzi, eh' io non li habbia uolulo consignare un collo di

cera, nè li groppi di denari, comme ttendomi che 1i debbia man­dare il tutto all 'Il1mo Cinque Savij sopra la merca nfia . . Riueren­

temente in risposta l e dico che hanno hauuto gran torto essi interessati à non manifestare a1la Serlù vra eh' io non ho rice­

uuto dette cose per mio interesse parti colare, ma solamente per pagare le mercedi de chi hanno o perato intorno la mercantia

di quel vassello conforme alle deliberalioni delli Cons.' di xij

che furono falli in quella mattina per esseculione delle leggi di che particolarmente ne ho dato conto ad essi 1um·, Cinque Savij

con la copia di tulio il processo, il che è stato così giustamente

et ragionevolm ente operato c:he li me desimi mercanti hebre i interessali con sue lettere à me diretiue l' hanno laudato et aprobato ricercandomi solamente à douerli mandare, et consi­

gnare al porlalor di esse gli pezi d'arzenlo. che non uolse a c· cettare d.

0 patrone se ben le li uolse dare con li denari ava n~ zali et come in esse lettere, co pi a delle qu ali sarà qui alligala e t così ho consignato il tutto come dal receuer la S rlù vra uedarà, et e ra necessari ss imo pagar esse mercedi alli operaj,

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nè altri aspettaua se non alla mercanti a, onde non posso, nè debbo esser accusato d' inubidi enza esse ndo mio proprio obedir se mpre ad ogni minimo ceno della Srl:\ v rn alla qu ale etc.

Di Pola li 12, Marzo 1606

PIETRO DONADO Conle

Di fuori. - 12 Marzo 1606 R10 all i 21 - Puola - Conte. - Che non haveva manda lo un col lo de ce ra , nè alcuni groppi de denari alli Cinque Savij perchè haveva pagato con essi li operaij che s i sono allal ica li allorno la mercantia del Galeone Perastano.

10. Serenissimo Prencipe

In tempo che successe la morie della fel : Memoria del precesso r di v~ Serli't s crfssi che essendo venuto questo nouo Rev.mo Vescovo a far l'entrata, lo dimandai se haueua lette re della Sub1à v r.t per il possesso temporale, mi rispose che non

Je haueua, per che non erano necessarie sotto asserti suoi pre­testi irrileuanti et inualidi. Il che feci per hauerne qualch'ordine et non haue ndo fin hora hauuta alcuna risposta, nè curandosi esso R. mo Vescovo far prouis ione et approssimandosi Je raccolte massim e in qu esti tempi, ho giudicato esser bene et necessario replicar alla Srt:\ v r:1 acciò parendoli possa darmi quell 'ordine che le ·pare rà conueniente in tal proposito. Gratie etc.

Di Pola li 29 Maggio I 606

PIETRO DONADO Conle

Di fuori - Maggio 1606 - R, lo a' 26 - Expulsis Papalislis - Po la Che il Vescovo di Puola non haveva havulo il possesso del suo Vescova do

lemporale, el dimanda se senza esso doveva admetlerlo .

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226 _____ ___ llIS_PACCI DEL CAPITA_NIO DI RASP~

XII. RASPO (Pij'IG\JEj'ITE) .

t. Seren issimo Principe

Io non scriverei più a vos lra Serenità in questo proposito,

e t per levar a lei il tedio, et à me la fatica, quando io potessi far di meno, et che dalla taciturnità mia non uenisse la giusti­

tia et li particolari à ri ceuere pregiuditio. Per qu esti ri s pe tti

adunque conuengo di non moles tarla in questa benedetta materia

de Noui habifanli , et dirl e, che sendo s ta ti ultimam ente procla­

mati di ordine del Cl 11w Podestà di Monlona, Juan et Maffeo

Jechnich della Villa di S. Zuane noui abita nti uenu ti co n molte

altre famiglie di Turchia ad h abilar in questa Prouintia sotto

Simon Filippin loro ca po, per irnputali one di dilalione d'a rcob us i, et per offes a fatta ad un o dei suoi minist ri, con tutto ch e con replicale lettere habbi ricercato esso Clm 1 Podestà a douer ri­metter à me ques to caso come gi udice competente, et conforme alle deliberalioni dell'Ecc 111

•1 Senato, non è però sta to possibile

poterglielo persuadere; onde son stato necessitato darn e rive­rente conto alla Sertà vr,i perché s i deg ni comme tter al mede­

simo S' Podestà, che in conformità dell e s udde tte deliberationi

rimelli a ques to foro esso process o, affine che cessin hormai queste contese, le quali partoriscono solam en te moleStia alla Subtà vr \ à me non mediocre trauaglio, et a qu esti miseri con­tinu e spese. Gratie etc.

Di Pinguente gli XXii j Maggio 1602

ALESSANDRO ZORZI Cap. 0 di Raspo

2. Serenissimo Prencipe

Hieri rice veffi con le lettere della Serenit à Vostra la parte presa dall'Eccm

I

Senato a XX iij del passa lo in mate ria de pre~ latione de beni possessi da laici, la quale con quella riueren­za che debbo, essequirò e t farò essegu ire, conforme all'ordine s uo. Gralie Elc.

Di Pinguente gli 8 Giugno 1602

ALESSANDRO ZORZI Capii" di Raspo

•·· I

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 227

3 . Serenissimo Prencipe

Ho ricevuto con la mia debita riuerenza le lettere della se­re nità vostra di 30 del passato nel proposito di rasse e grisi, onde subito ho ra tto chiamar a me tutti quei mercanti da grisi pei:o, che Rasse non si fanno in questa Prouincia, et le ho co­mandato quanto è mente di vostra serenità i quali saranno prontissimi ad esseguir in tutto la uolontà sua ; portando essi

gri s i in quella città, quali accompagnarò co n lettere mi e diretle all 'Armamento, dol end osi nondim eno qu esti che con longhezza di tempo, et con molta dìfficultà a ltre uolte hanno riscosso il loro dan aro, et non in buona ualuta. Ben mi duole che detti Grisi saranno in po ca quanti là, et questo ri spe tto all a prohibitione

della pratica con arciducali che ha impedito il trans ito delle lane, e t de gri s i insieme, il che non solame nte ha apportato ques l' incommodo à vri Srt:\ ma causato anco che quei pochi

Oatij che de qui s'aHittano, s iano grandeme nte diminuiti , come è

diminuita in conseguenza l'utilità di ques to reggimento, perchè oltre diuersi .a ltri danni , le montagne che s'affittauano per pa• scolo di animali, dalle quali ne s uole ca uar emolumento consi• derabile, parte di esse non si sono potute affi ttare ; ma questo mio interesse particolare sebb ene per la s tessa fortuna di casa nos tra , mi torna di mollo danno, ringrazio però il Sig. Dio, che habbia sin'hora preseruala questa Prouincia con la Sua Santis• s ima mano come s pero che con l'a julo di s ua Diuina prouidenlia

s uc cederà anco nell 'auuenire. Grafie etc.

Di Pinguenle Xl Giugno 1602

ALESSANDRO ZORZI Capilanio di Raspo

4. Serenissimo Principe

Hieri mattina peruenulomi a notiti a , che in Porlouar Villa di Senosecchio era no questi ultimi giorni morti sei di conlagio in una ca sa, mandai subilo persona espressa pratica di quei

pa esi per certHi ca rmi del uero, il quale andatoci in qu esto punto ritornato , mi riferisce non solamente esser uero ch e nel detto luogo di Poltouar si moriu a di contagio ma nella Villa di Nottoch

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_2_2_8 _ ___ __ D_ I_SPACCI DEL CAPITANIO DI ~ ~ PO_

ancora, l'uno e l'altro luoco disl anle da Sinosechio tre miglia, che è fin mezzo et Gi urisd ilione de 5 ri Conti di Porcia, lu ogh i tulli posti sopra la strad·a maestra, et diritta per Lubiana Tri es te

e Capodis lria. Di questo accidente, hç, uoluto immedia lamente

che 1ùe ne sono certificato, darne riuerenle conio alla Serenità Vostra conforme all'obbligo mio, sicome faro d'ogni altro parti­

colare che io pro curaro con ogni maggiore diligenza d'intendere.

Grafie Etc.

Di Pinguenle, gli xij lug lio 1602

ALESSANDRO ZORZI Cap" di Raspo

5. Serenissimo Prencipe

Conforme al comandamento et desiderio Di v.r.i Serl:\ e­

spressomi nelle sue lettere di 4 instante, che è di sapere la

quanlità di terreni incolti In questa Prouincia, e t se si pote s­sero commodare cinquanta famig li e ; le dico reuerentemente,

che oltre la cognitione, eh ' io haueuo di ess i terre ni incolti: ne

ho preso anco più particolare informazione et frouo che in di• uersi luochi deJla Prouincia ui sono beni in colli parte non mai concessi, et parte concessi per ridurre a coltura nel termine,

conforme alle leggi, che però non sono mai stati ridotti, anzi che uiene defraudala l' intention pubblica , poiche molti dimandano

concessioni di terreni per colliuare e t tereni non colliuano, et godono quelli luoghi à pascoli, et li affiliano, ancora, facendo a questo modo di quel del (sic) serenità nostra pubb li ca merca111ia.

Di questo disordine, conosci uto da me sin nel pri ncipio del mio Reggimento, ne ho dato più d'una uolta reuerente conio a V.

Srt:i. giudicando per openion mia che fosse bene, che qu elli,

che non hauessero coltiuato nel debito tempo li sudefti terre ni ,

loro concessi, fossero decaduti dalle loro concessioni, come

onco è per leggi disposto, al che rispondendo Vostra Serenità, mi commisse nella parte di 3 nouembre passato, che à questi

che non hauessero adempito li obblighi, espress i nelle loro con• cessioni: douesse lo ro far fare quelle intimazioni rhe à ne (?) pa•

ressero per la debita emenda del loro mancamento, et ne desse a1:1iso à V. Srt:i. come ho fatto. Ma ueramente sono molti di

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/IL SERENISSIMO PRINCIPE 229

questi, che non sono degni d' alcuna gratia, per che non hanno

collivalo pnrle et per infermitù ò altri ri spe tti no n hanno polulo

in te mpo colliuare il res to : Con qu esli sono andato più pÌaci­

demente et ho prorogato a chi di un anno, a chi di doi anni

il termine à compire ·la loro coltiuatione; ·Ma questi sono la

minor parte et la maggior è quella degli primi Antiche (et bi­

sogna dirlo liberamente) sono state fatte concessioni per il pas­salo si puo dire di paesi a perso ne, che cauano ufililù grandis­sima di lenir e t aHiltar ess i teneni à popolo per animali. Cosa

co ntraria in tutto al beneficio pubblico et a lla mente della Sert:i

Vostra nel qual proposito in hauerei prou eduto, come bisognaua,

mii scrissi che non mi bastaua l'animo me tter- mano in questa

cosa senza particolar commis s ione, e t ordine di Voslrn Serenità;

El questi terreni concessi, e t non colliuali, cl che per leggi

uengono ad esser decaduti, et potri ano esser co nferiti acl altri

che li colliuassero sono in gran quantiléi , come so no anco li

non concessi particolarmente nella Polesana c l spccialmenle

nelle Ville di Medulino c l Sissano, che quando anche le so delte

cinquanta fµmeglie uolcs sero star unile potriano accomodarsi

di terreni el di habilationi , re lrovandosenc molle in · lai essere

che con po ca spesa potriano res taurarsi, et si potria ha­

bilarvi benissimo. Sù qu e l di Parenzo poi, u·i so no anco

molti te rreni incolti ma sono per li più di quelli conces­

si a pe rsone che non hanno adempito li loro obblighi, se

non in poca parte, et patria per giuslicia con questa occa­

s ione leuarglili , vero che non sono tanfi quanti li sopradetti

della Polesana ne ui sono habitationi per il terr itorio et biso­

gnaria che habilassero nella Città, ne lla quale come è benissimo

nolo a Vostra Serenità ui sono {per dir così) infinite case buo­

nissi me abbandonale, et altre, che con pochissima spesa, si re­

duriuno in bonissimo stato et si veniria in ques to modo à reha­

bilar qu ella desolala Cillà. che chi la vede non può tener le la­

gl'ime Intorno alla quale nelli Contorni (come dicono qui) ui è una hon esta quanlitù di terreni incolti, et imboschiti, che è ben

ue ro, che ui andarebbe maggior fatica i1 redurli a cultura, ma

sa ria tanto il beneHicio della restauratione di quella e t della col­

liuatione di quei contorni, che ogni indu s tria e t opera sarebbe

benissimo impiegata : Ma quando fosse intentione di queste fa-

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c:2.=-30_c_ _ _ _ _ _ DISPACCI DEL C_t\PITAN~O_ DI RA ~ O ____ _

meglie starne unite , et fare (dirò così) una Villa, non è dubio. che quanto alla quantità di terreni per coltivare, s'accomoderano

meglio nelli luoghi sopradetti della Polesana, Essendo iui senza

comparazione maggior quantita di terreni incolti, per distribuirsi tra loro, con buon numero d'oliuari imboschiti cl inselvatichiti

che con ogni poca culturn, si domesficheriano , che è quanto

per riverente informatione posso dire alln Serenità Vostra in

questo proposito Gralie Etc

Pinguente li 12 Sellembre I 602

1\LESSANDRO ZORZI Cnp". di R11spo

6. Serenissimo Prcncipe

Hoggi ho ricevuto le lettere della Serenità Vostra in pro~

posito dei grisi et in risposta le dico riverentemente, che cono~ scendo io quanto ·siano essi grisi neccssarij, per l' t-\rmala, et il

bisogno ordinario, che ne ha Vostra Serenilà ho procuralo tutto

questo tempo del mio Reggimento che ne fossero condotti in

quella città, quella maggior quantità, che fosse staio possibile,

et so di hauere fatto uenire bona suma sebene non conforme all 'ordinario degli anni passati rispetto alle cose del contaggio che hanno fin hora tenuti serrati lì passi, et impedito il com­

mercio et pure questi ultimi giorni ne sono state inuiatc da

questi mercanti diverse pezze. Nel qual proposito ne ho scriflo più uolle alli Illm1 S. S.1 Provedilori all'Armar; Et so anco di

hauer scritto a Vostra Serenità che poi che sono così necessarij et se ne ha ordinario et continuo bisogno, forse che saria bene prohibire queste mercantie a particolari, et far fabricare essi

grisi per conto publico che a questo modo s'haueriano secura~ mente alli tempi debiti, se ne haueria maggiore quantità, ne si

pagerano a gran gionlél qu ello che si pagano al presente, et se non se le prouederà, aneleranno sempre crescendo, come hanno

fatto Hn hora poiche da dieci ducati che ualeuano la pezza già pochi anni, hora si pagano due cento, et bisogna usar quasi In

forza ad hauerli, il che sia detto per riuerente raccordo Grafie Etc.

Di Pinguente li 8 ollobre 1602

ALESS"' ZORZI Capilanio di Raspo

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 231

7. Serenissimo Prencipe

Oltre quanto io scrissi a Vos tra Serenità in proposito de Grisi ; mi occorre aggiongere di pH1 quello, che non potei rar all'hora, pòichè tulli ques ti mercanti s'a tlroumrnno alla fiera in Albana, et è che s ubilo ritornati, fatti chiam are alla mia presen­

lia li ho ram intimare sotto strettissime pene, che debbano im­

mediat e dar in no ia all'officio della Cancellaria la uera quantità de Gri si che s'a ltrourtno, e t quelli immediate mandar alla camera

dell 'Arma mento, quali merca nti in cssec utione della sop radetta

intimationc comparsi, hanno esposto quanto dall'accluso foglio

Vostra Serenità inlendara, et perchè solo Ms. Ise ppo del Seno tra qu esti ne ha al pres ent e trenta quattro pezze in essere, im­

medi a te ie rnrnlo che sia il tempo le condurrà lui s tesso a Ve­

ne tia , co me anco far ano gli altri qu and o ne lrnu erano in pronlo,

ne hau e ndo uoluto dar compila credenza all e loro esposilioni

ho mand a to il mio Cancellie re a ce rcar ne ll e loro case, e t ue­

ram ente non ho troualo cosa a lcuna di pHt, che è quanto ho

potuto oppcrare fin 'hora in questo proposito per debi ta et riue­

rente esseculione delle le tte re di Vos tra Serth, Gralic e tc.

Di Pinguenle li 15 ollobre .. ...... .

ALESS'" ZORZI Cap'" di Raspo

8. Serenissimo Prencipe

Io s upplico co n ogni maggior e t più reu ere nte affe tto vostra

serenilà che le piacerà dar ordine che o sia dall' i1lu s lri ssimo

Reui sore, e t regolatore de ll e entrate pubbliche fallo lnnto ass i­

gnam enlo à qu ef ta camera che ba s ti per le necessarie s pese

confo rme a quanto s'è degnato pH1 uolte farmi scriuere, che

saria s tato iatto ; ò fare che le s iano leuati diu e rs i estrnordinari

pagam enti addo ssa tigli ne l tem po che m'attrouo qui , poiche come

tante uolte le ho scritto, con dubbio anche di esserle s tato te­

dioso non solamente l'util e di qu es to Reggimento ma l' entrat e

ancora della Sere nità Vos tra sono in gran parte diminuite e t

questo per le passate depre dationi cl'Usco chi e t per il contagio

a questi confini, e t sospensione de ll a pratic a con Arciducali, e t

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232 DISPACCI DEL CAP!l t\NIO DI RASPO

pc rchè la Communità di Parenzo non contribuisce più alcuna

sorte di danaro a questa camera come pili uolte ho s ignifìcalo,

et perch è anco Pola, pe r la diminutione di certo Dalio applicato

al pagamento di queste mililie non manda quanto soleua nrnn•

dare; et se è piaciuto all'Ecc" Senato por parie di 19 nouembrc

passa to farmi redinlegrare di L 1633 che io haueu a s peso di pili

nel spatio d'un anno dal Clar.m' officio so pra le Camere ; hora

più che mai sarà bisogno far noua prouisione poi che dopo

sono uenuli con tre Ducali il Capitano Sebastiano Boni da FeJ.

tre depulato in Alban a con ducati quindici per paga, oue il

Precessor ne tirava de qui se non di eci, et il Sergente Pietro

da Imola, et Pietro Gau a rdo che mediss imamente sc uodono l'uno

più di que llo faceua il suo Precessore et l'altro pili di Giouan

Battista Gau ardo gia suo zio, et il Sergente an cora del Gouer­

nalor dell 'Ordinanze di qu es ta Provincia che medesimamente mi

disse li passali giorni, che fù qui che sa rebbe pa ga to eia questa

Camera di ducati xci per paga, et che aspettaua la Ducal e :

oltre gli accrescimenti dati hor un anno al Capitano Rizzardo

Verzi, et a Marco di Giacomo da Brissa Bombardiere. Ond e

uide Vos tra Serenità, che chi non le ua di qua questi noui

esfraordinarii pagamenti, non si può senza qualche assegnamento

dell' m mi Re uisori et regolatori supplire al necessario bisogno

non potendo ne anco io senza espresso ordine, et licenza della

Serenità Vostra spender a lcuna benchè minima quantità di da~

na ro di più di quello che si caua de queste sue entrate perciò

starò aspettando che si degni prouedere in qu e l miglior modo

che parerà alla singolare prudenza sua. Grafie :

Pinguente li 23 Genaro 1603

ALESSANDRO ZORZI Capita no di Ras po

9. Serenissimo Principe

Tullo che l'auuiso ehe mi è dato in qu esto ponto per mess o

à posta da M. Marc'Anlonio del Seno Cittadino di questo fuoco,

scrittomi da Prem luoco Arciducale confinante, d'alcuni importanti

progressi fatti da turchi sollo Copriurizza, et nelli contorni di

Petouia et altri fuochi, possi ò non esser in gran parte uero,

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 233

o se pur fusse ue ro, che Dio non lo uoglia, Vostra Serenità n_e sia slala auisala d'altra parte, con tutto ciò non ho uolulo re•

star di dargli ene subito 'riuerente conto per uia di Pirano, con

ordine à quel Clarm 1 Podestà, che non essendo barca in pronto,

ne mandi una à posta, mandando a uostra serenità qui oclusa

I' istessa lettera, che mi scriue il sudetto, insieme con la copia di un capitolo, che hà anca scritto il medesimo qui, al Capitano Rizzardo Verzi, con ordine che me lo comunichi, essendosi come

dice, scordato di scriuer anca quello nella lettera scriltà à me.

Hauerei mandato immediate persona espressa à quei contini per

esplorare quanto ui russe con fondamento, per darne poi più

certo conto alla Serenità Vostra ma non m'è pa rso far altro,

persuadendomi che (come ho de llo) passi fin hora esser s tata

auisala d'altra parte. Gratie.

Da Pinguenle li 21 Aprile 1603

ALF.SSANDRO ZORZI Capitano di Raspo

10. Serenissimo Principe

Quello del Seno che questi passati giorni, mi diede l'auiso,

eh' io mandai a Vostra Serenità intorno le cos e di Copriunizza,

et incursioni falle, fin sotto Petouia ; Venuto de qui, mi dice

che quelle genti, al numero di quindici mille , erano gran parie

Tartari, e che uicino à Ottozar fabricauano una fortezza, con la

quale al sicuro Otloraz li conueneua cader nell e mani. Che

l'auiso, che m'haueua dato dell'esercito, che dou eua uenire sotto

Carlistat, l'haueua no hauuto per lette re dell' Eccm•• Generale della

Croazia Il sr Vido Chisel; che fu generai in Fiandra, che auisa­

ua che ognuno douesse mettersi all'ordine, per riparare all' imi­

nenti danni. Questo è quanto esso del Seno mi dice, di che mi

ha parso darne riuerente notitia a Vostra Serenità Grafie. Etc.

Di Pinguenle li 2 Maggio 1603

ALESSANDRO ZORZI Capitano di Raspo

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234 DISPACCI DEI. Cr\l'IT1\NIO DI RASPO

11. Serenissimo Principe

Concessi li mes i passali al Capilano Vincenzo Chiuchich,

una qtJ.antita di Te rreni posti nel Territorio di J-(umago, di cir­

cuito di miglia quattro in circa, parte incolti et parre arrali o

s qua zi, in fraude conlro la forma, et dispos ilione delle leggi come

lui asserisce. A questa concessione fu conlradello per la co­

munità de lla suct·• Terra di Humago et ag ifauano lite sopra di

ciò dinanzi di me : hoggi però esso capilanio Vincenzo, mi ha

presentalo lettere della 5erenitù Vostra, con la confernwlionc

anzi che uolendo esso Capii 1 con ogni prestezza esseguire

quanlo s i ha offerto, m'ha presentato cinque capi di fameglia,

condotli da paese Turchesco con uintisette anime in lutto, per

questo eHello, el m'ha fatto in slanza che co nforme ad esse du•

cali presentatemi, douessi iar alle sud dette iameglie, pres tanza

di trenta du cali per ogni ca po di esse, ma perc hè quelli di

Humago, che hanno hauuto di ciò notilia, si sono la scia ti ittlen•

dere di uol e r imediale comparere ii piedi di vr-l Serenità et

rarsi udire sopra di questo ; perciò ho giudicalo bene sospen.

dere l'esborso di questo danaro, fino ad altro ordine suo, se

bene per dir il uero esso Cap. Vincenzo, m'hà fatto compassio•

ne, asserendomi conuenir frallenere, et spesare ques te genti, ne

sa pere come poterlo fare longam ente. Sfarò dunque alfendendo

qumtlo piacera a vostra serenilà comnrnndarmi pronto ad esse• quire co n ogni maggior riuerenza i suoi comand<1menti. Gralie.

Di Pingucnle li 9 Maggio I 603

ALESSANDRO ZORZI Capitano di Raspo

12. Serenissimo Prcncipe

Delle prime cose ch'io m' abb i falle dopo e ntrato à questo Reggimento, di che diedi conto alla Serenità vos lra so llo li 29

del pass ato, è s iate il riuedere le monilioni, allu custo di a dell e

quali ho rilrouato il Capo Marco da Brescia, che le tien e assai

ben all'ordine : ma per dire il uero, le s tanz e, oue s tanno, sono

poche, male alla uia, e l così piccole, che l'ar liglì e rìa ui s ia ri-

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______ A_L_S_E_R_ENISSIM_O_ P_R_IN_C_IP_E ___ _____ ,::23:'.'.'_5

stretta di modo, che non si può uederla non che gouernarla senza cauarla fuori tutta, et le ruote patiscono grandemente per

non esse r foderalo il pauimenlo che di sempli ce terra e t li mo­schetti da caualetto non potendo capir tutti nella sala d'armi ch'è in solaro, bisog na tenerne parie in un altra terrena, che

non hauendo alcun s uolo marcisce i piedi dei canaletti, et ogni nllra cosa, che ui s i tenga : la poluere grossa, secondo che le scrisse anche l'lllm

I Zorzi mio precesso re, è tutta guasta, e t ha

bisogno d'esser acconciala, e'l detto Capo, che è pratico l'acco­moderà s ubilo, che uenga il sa lnitro, quale secondo l'ordine

dell'Ecc" Senato dclii I 8 magio 1602 ha da esser mandato dagli Illm1 ssn Proueditori all'artig li eria ; io haueua presentilo

che ù Parenzo ui era un snlnilraro, ef andaua pensando che più faci lmen te, con maggior seruitio della Sublimirn Vo s lra, cl

con minor inleress e di questi sudditi che l'hanno da condurre, ella potess e mandare di Iù, ma hauendo sc ritto ù quel Cl 111

Podestà che m'informi se se ne ritrou a al presente, m'ha rispo­

s to di no, e l che ne sarà in essere so lam ente alla Hne di set­tembre, il qual tempo non seruendo più per accomodar la pol­uere, ho stima lo bene s uppli carla come faccio riverenlemenle,

che in co nformità della parte giù presa, si degni commetter che

quanl oprima mi sie no mandale L 300 di Sa lnitro, acciò col So le di luglio , ò di Agos to s i possa goucrnnre ess a poluere;

s upplicandola parim ente ù dar ordin e che s iano mandate m1co dall'III mi ssri soprn le fortezze le zappe di ferro e t allro dc­

s crillo nell a parte del medesimo giorno, et commcller che siano

cambiati li 180 arcobusi gia inuiati alla casa dell 'Arsenale dal predetto il1 111

•·1 Zorzi, el in s ieme con qu elli mi s iano mandale le

altre robbe descrill e nell 'a lligata nota presentatami da esso Capo,

acciò possi meglio seruirla conforme al desiderio mio. Ho fallo

far I' inuenlario di tulle le munilioni , che al presente si trouano in essere, le quali con ogni s pirito procurarò che siano ben custodile, e l conse ruale, et quando ella si deg ni farmi hau e r la~ uole, ponti, chiodi, et simili cose necessarie, delle quali non n'è pur minima quanlilà, et darmi licenza di spendere in maes tranze,

et in tutto que llo che bisognanì, non mancarò di far accomo­dar le stanze, di foderar i muri, et i s uoli, e t di far ogni altra cosa, che giudicherò di miglior seruitio publico. Passali che

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siano qu esti giorni, ne' quali ho s timato bene, e t se co ndo la carilù di le i non dcui ar ques ta genfe dù s uoi rurali esercitij che sono adesso in co lmo; et che potrebbono dall ' indugi o ric cucr nocu~

mento imporla nli ssimo per li turbini che regnano frù qu es ti monti, riuederò la co mpagnia de' ca uai lcgg icri e t le cernide, et

ne darò, come deb bo, riu erente conio a ll a Se renitù Vos trn.

Gratie Etc.

Di Pingucnlc li 12 di luglio 1603

MARC'ANTONlO ERIZZO Cap. di Raspo

13. Serenissimo Prencipe

Dopo l'hauer sc rillo heri a lla Serenil1:ì Vo s tra le alligale,

mi è uenulo qu es la mattina ù nolitia che Piero lirubiz da S. Loren zo, uenendo heri à questa uoltn è sfato nell'usc ir del bosco

di Montana , assalito alla s trad a da Ire murla cc hi che gli hanno

tolto L 22, che più non ne haueua la casacca di fer ro,

c l che tra co loro ui era il Moli naro di S latina . di

Caschire rga sottoposta à Pi s ino, di che ho s tinrnlo bene darne

reu erente con io fl lei, come faccio, di cendole che quesli po lreb•

bero esse r qut'lli , che mallra!larono e sm1 1i sarono Nicolo fle·go,

cli che le ho s critto nell e altre mi e , ò pur suoi compagni; ac•

ciocche uedenclo le i che autori de si mili assassinam e nli alle

case, e t a ll a s trada pa re che siano di quesli t~rci du ca li co nfi .

nanti , procuri, se però così pare alla s ua infinita sa pi enza, pe r

quelle uie e t con quei modi , che stimerà migliori , e t pili espe•

dienli reprimer l'in solenza loro; che io no n res tarò di formar

anco so pra di ciò dilige nte processo per uenir in cogn itione

delli de linqu enti , e t per poler, quanto sara in pot e r mio, far

quello , che comporterà la gius tili a e l che s o esse r me nte della Sublù Vostra. Gratie Etc.

Di Pinguenle li 28 di luglio I 603

MARC'ANTONJO ERIZZO Capii'' di Raspo

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A~. SERENIS_l\JMO PRINCIPE 237

14. Serenissimo Prencipe

Heri mi fu da diuerse parli rife rito che poco di s cos to da qu es to

Cas tello della Se renità Vostra passarono genti amiate alla scoper­ta uers o li co nfini di Pisino ; et qu es ta mattin a poi mi è ue nula lei­

tera del serg ente pn dal Tacco, copia della quale qui aHigafa le inuio ; et perchè ho s tim ato che questo soggetto mandato dal Class"" Podesti, e I Cap. di Capo d'Istria per l'e ffe tto ch'ei

scriu e, habbia eccedesto gli ordini datigli, massime circa l'andar così apertamente et con tumulto, et dubitando, che l'arder di

qu esl' hu omo passi causar qualche di sconcio, gli ho risposto nel modo, che V. Sub.tii uedarà dall' altra copia ch e le mando,

et poi ho subilo scritto anca al dn Clas0 di Capo d' Istria nel tenore d ell'alligata. Di tutto questo ho giudicato bene darne ri­

uerenl~ conto à lei acciò sappia quell o si tratta in questi suoi confini, sentendo massime che si uanno adunando genti arc idu­

cali à quella uolta e t perché ueda qua nto io habbi racordato

per Ze lo de buon se ruitio di le i, che se s i uscirà seco ndo la me nte sua ringraliero il S. Dio, che m'ha bbi illuminato à così

fare; ma quando fusse alf ra mente supplico instante, et riu e­

renlemenfe la Serenità Vostra che s i degni darmi lutti quelli

a uuertim e nli che alla iniinita sua prude ntia pareranno nec;essari

per tutto quello c he potesse occo rrer nell'auenire in Simili Casi.

Grafi e Etc.

Di Pinguente li 3 di Agosto 1603

MARC'ANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo

15. Serenissimo Prencipe

Dopo s pedite le altre mi e di ques to me de simo giorno all a

Serenità Vostra mi è so pragiunl a un altra lette ra del Se rg e nte

pr' dal Tacco del te nore della copia che qui inclusa le inuio,

et perch e da esse uado co mprendendo che questo negotio po­lre bbe pigliar cattiua piega, m'è parso dargli la rispos ta, ch 'e ll a

uedarà dall e alligate ; et subito raguagliarne riu erentemente lei accìò con l'infinita sua prudenza possa prender quell a risolu­

zione, che s timerà di miglior suo seruitio. Grafie Etc.

Di Pinguente il 3 Agoslo I 603

MARC'ANT" ERI ZZO ca p" di Ras po

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238 DISPACCI DEL CAPITANIO DI ~ASPO

16. Serenissimo Prencipe

Io rendo infinit e gratie a lla Serenità Vos tra deg li ordini, che come m'auisa con sue delli 23 passa lo s ì è degna la dare agli illu stri ssimi s uoi magistrati acciò mandin o qua le monilioni, che le ho riuerentemenle racc ordat e; e t le prometto che questo

mi seruirà per ecc itam e nto a ta nto meglio serui rl a, et c'1 mettere

ogni spirito perche e t queste uenuf e hora et le altre s iano ben conserua le, e t ben custodite; ass icurandol a inoltre che le barche loro saranno da me fatte accomodare con la mag gior diligenza e t con la minor spesa, che sara possi bile; di che poi darò conio agli m mi sopra le fortezze acciò possano rimettermi il

danaro conforme al comandam ento della s ublimità Vos tra alla

quale non res tarò di aggi ung ere che, sendo pe r erro re stali dirnandati solamente quindici mazzi di corda cotta, cred endo

che fussero iassi grandi, e t non giauette pi cc ol e la supplico per ciò à degnarsi di ordinare che ne s iano mandate almeno lire mille, face ndon e bi sogno gran quantilà per le cernide, c'ha in questo Capilanato la ser. vostra. Gratie Etc.

Di Pinguente li 6 d-Agoslo I 603

MARC'ANTON IO ERIZZO Cap'' di Raspo.

17. Serenissimo Prencipe

Essendo io informalo da buona banda che qu esti giomi adietro è seg uito per occasion e di confini gran dispiacere fra gli a rciduc ali di Lupoglao e di Cosliaco, uado pensando che l'addunarsi dell e genti (com e ha uerà uedulo la Ser. Voslra dalle

111ie delli 3 del presente, et da quelle del serg. Piero dal tacco)

nelli contorni di Pisino, passi esser s lato per quell'accidente, e t non per rifars i (com e dubifaua d I sergen te) del danno da

lui fa llo per reinlegralione de' confini di ordine del Cl" S' ·ro­desia et Cap. di Ca po d'Istria; Il che 111e si fa tanto più credi­

bil e, qu anto che non è seguilo altro rumore in qu ello della Grimalda, oue si è tra ttenuto e t tutlauia si lralliene d 0 sergente

per osseruare gli andamenli loro ; ne sentendovisi alfro tumulfo,

come lui scrive, et come ho falto osseruar anch' io potrebbe

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_ _____ ___ -~-- - ·- AL SERENISSIMO PRINCIPE

esser che si fu ssero risoluti di non tentar altro : mà metter la cosa in neg otio : e~ perciò ho giudicato bene ragualiarne riue­rentemente la Sub

1a Vostra, accioche sendone fatto motto costi

dalli minis tri Arciducali ella resti pi enamente informata di qu anto fin hora è passato in questo negoci o. Gralie Etc.

Di Pinguenie li 6 di Agosto 1603

MARCANTONIO ERIZZO Cap" di Raspo

18. Serenissimo Prencipe

M'oc corre primieramente dire a lla Se renità Vostra che per

debila e t riu erente esse cufione delle sue di XI del passalo, ho fatto cosi qui e t ne lli altri lo chi so ttopo sti ù qu es to Ca pitanato,

come in tutti li Casielli e I lochi dell ' ls iria 0 1 e si fabbric ano

grisi e t rass e ho fatto publicare la te rminatione dell 'Ill0 Pa­

squ alig o in proposito di ess i grisi, e t poi so ggiung erle che es­sendo cessa te le furie del raccolto, ho ri ueduto que sta Cau al• leria, et l'ho ritrouat a in ordine d' huomini et di Cau alli , è ben

uero che sen done morti alc uni nelle fattioni contra Uscocchi, so no stati rim essi pol edri in loro loco, de' quali pero da qui

in dietro s i cominda rà riceuer qualch e seruitio: et si come di ques ti leggieri son rimasto soddisfatto ass ai, così nelle cernide non mi son compiaciuto niente : perche oltre la poca attitudine e l destrezza loro, non sa pendo sbara r l'arcobuso, che se fu ss e

con ball a s'amazzerebbono l'un l'altro, sono così rozi per na• tura, et tanto meschini et disgraliati, che li giudico poco meno ch e indisciplin abili, e t inulili (non pa rlo di qu es ti di Pingu ente,

che sono di buona s peranza), et questo tanto più m' incresce,

qu anto che intendo quasi tutto il resto di questa Prouincia esse r d i tal sorte ; ch e se così è non bisogna far alcun fondamento sopra loro : Compars e la maggior parte di costoro scalci a, e t stracciosa, con gli arcobusi rotti, con li morioni in co nquasso, co n fi asche ruina te, et col resto dell 'armni s i mal conditionale

eh~ conu enni riprend erli gagliardamente ma hauendomi l"risp osto che qu es to inconueniente nasce non per colp a loro, ma perche non sanno à chi farle acconciare, conuengo perciò dire alla Sublimità Vostra che per leuar loro qu esta scusa , e t per ouiare

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240 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO

a mancamento sì importante, sarebbe ·forse a proposito ch'ella

si risoluesse a sa lariare un Armarolo, che stando a Capo d' l•

stri a fusse obbligato a racconciare, riuedere tutte le armi che

si dispensano alle Cernide di tutta la Prouincia : perche non vi essendo alcuno, c'habbia questo carico è necessario cambiarle ,

et mandar le rotte costi con interesse et perdita di tempo di qu esta pouera genie, et con euidentissimo danno di lei, che

senz' altro perde le armi vecchie, le quali so come uadino di

male quando uengono mandate per cambiarle ; poi che quelli che

doureb bero hauerne la cura, le gettano in un cantone, ne più

le guardano ; Il che si come riuerentemente le raccordo per

zelo de buon seruizio suo, così rimetto ali' immensa prudentia

dell a Ser'" Vostra. Gralie Etc.

Di Pinguenle li 18 Agosto I 603

MARC'ANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo

19. Serenissimo Prencipe

Io uoleua pur dissimulare certe cose, et non attediare

vostra Ser~nità, co~ scriu ergl!ele: ma l'obbligo mio, il rimorsi;, della coscienza. et l'altrui temerità mi costringe finalmente à

dirle con la mia solita riuerenza, che quando appresso alle

tanle prouisioni da lei falle con paterno affe tlo à prò et bene­ficio di questi pou eri nuoui habitanti non si risolua ... , ...

col qu ale il Capitanio di Raspo possa farsi obbedire dalli clar"'; Retlori dell ' Is tria che in loro modo contro la forma delle parli el di quelle specialmente delli tre 9mbre I 602, lrau aliano per ogni uerso questi miserabili, saranno costretti ritornar alle pa­

trie loro d'onde sono parliti, con desiderio d' aHalicarsi e l di morire in seruitio della sublimità Vostra che con tante imunità,

el essentioni li ha inuilali el alletlati à uenire ad habitar in questa Provincia la quale ritornerà tutla inculta, et dishabilata co n dis eruitio grandissimo delle cose pubbliche ; perche se ben io concedo suffraggij a questa meschina gente mal uedula el peggio Iratlala da quelli che non partecipando della carità et della prudenlia di lei, non hanno innanzi li occhi altro, che l' in ..

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ÀL SERENISSIMO PRINCIPÉ 24 1

teresse proprio, sapendo essi però che non posso far altro, che inhibirli , il che mi astengo di fare per non aggiungere spesa, et traualio maggiore a questi infelici, che conuerebbono tutto il giorno uenire a suoi piedi per esser uditi sopra la compclen• za del foro, per altri rispetti all' infinito suo ... perche molto ben noti non solo non serbano di molestarli, ma tanto pili li

perseguitano li minacciano, l'imprigionano li bandiscono, et li

meflono in tale necessità che per non uenir a peggio sono a• s tretti di ò spogliarsi affatto, et rinonciare alli priuileggi tanto gratiosamente concessi dalla munificenza di lei, uiuendo sollo• posti in tulio alle uoglie di chi sollo pretesto di gouernarli li

ruini ò dishabilare la provincia. Perdonimi la serenità vostra s' io parlo di queslo modo, el credami che la pielà, eh' io cli

questi meschini et il desiderio, che regna in me di uederla ben seruila, mi moue a scoprir le piaghe loro senza alcun rispetio ; Circa le quali potrà s imilm ente hauer compitissima informalione da ll 'Illustrissimo signor Alessandro Zorzi mio precessore ; et da quello che io son per dirle hor hora uadi lei con l' infinita sa pienza sua penetrando, et considerando quanto sia dura · et lagrimeuole la conditione delli nuoui habitanli perchè un nostro suddito presume più contra essi, et gli tratta con manco rispetto che non fanno li medesimi Clarissimi Rettori dell'Istria. Giovan Ballista lngaldeo da Capo d'Istria al presente Podestà di Due Castelli, che uien elello dal quel chiarissimo Podestà et Capi­tanio fece imprigionare fino al tempo dell' Illustrissimo Zorzi pre­dello Vido Buich, habilanle nouo . , . . . in quel territorio, el perche haueu a sprezzale le lellere del dello Signor Capilanio non s'era curato di liberar quel pouerino fu chiamato a render conto delle sue indiscrete operationi insieme col suo Cancelliere che gli serue più pe r compagno che per minis tro il quale essen­do elello da quella Communilà non è manco insolente del Pode­s tà predello El perche SS. Illusi"'" contentandosi del l'o!ferla che fu falla di liberar quel misero di prigione , et pagargli le spese, danni , et inte ressi patiti non diede loro altra correttione, si sono fatti maggiormente intollerabili et hanno preso di modo in urt a l' infelice Vido che senza haverlo mai risarcito di quanto s'era obligalo il Podestà hauendo il Buich nel fine del Reggimento dell'lllustriss0 Zorzi presentatagli una qu erela contro certi , che

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_2_42 _____ ~ DISPAC_c1 DÉL CAPITANIO DI RASPO _____ _

haueuano ammazzalo un suo parente, et essendo stata mandata .

essa querela ad esso Podes tà ac ciò esaminali li testimoni iui habitanli rimandasse il processo di quella, so no stati lui .e t il

cancelliero così galanti per non dir altro, che non solamente non l'hanno mai rimandato~ ma hau endo essi · da loro medesimi

formato processo contro li Querellati dal Buich e t anco contro l' istesso querellante, e t Juan suo frat eqo , gli hanno proclamati.

l o subito che fui di ciò auisa to, sapendo per prou a q~anlo co­

s lui ru ss e resistente, perchè hauendogli du e allre uoll e scrillo, e l re pplica to che facesse citar à difesa, et a testimoniare altri, che deueuano esser essaminafi, el ch'erano quelli respettiuamente in quella cancellaria, mai hau eua data ess ecutione alcuna e t

manco risposla, gli scrissi a 22 del presente dolendomi del suo proc edere et gli di ssi che douess e obedire alle mie precedenti

le tte re e l des istere da ingerirsi nelli noui habitanfi particolar• mente in ques ti Buich, et che mandasse tutti li proc ess i à me, come giudice loro competente nel modo che fanno in simili casi

tutti li Clarissimi Rettori della Prouincia, ammonendolo à ciò fare, et non mi dare occas ion e di risentimento ; ma lui che è

. non obbedire, non si è cura lo di ris ponde rmi, allramente che hoggi . . delli fratelli Buich espo-nendomi con le lagrime agli che quel mede s imo giorno che vennero da mè per soffragio esso Podestà .

anco, el persuaso da detto Cancelliero bandi l'uno di ess i dieci

et l'alfrO tre anni, dicendo che uadino mò dal Capifanio di Ras po

che gli assolu a. Queslo Prencip e Sere niss imo, à 1i1e pare caso

di grandissima importanza per tutti quei ri s petti, che S€l ranno

dalla profondità del s uo sapientissimo Giudicio considerali, e t per ciò ne ho uoluto dar compilo e t r euerenfe conto à le i acciò

si degni prender quelli es pedi enli, che alla soma s ua prudenza pareranno necessa rij per l' infiera osser~1anza degli ordini &uoi, per lenir in officio li clarissimi Rettori di qu es ta Prouincia, pe r co nseruar la s ua superiorità, che con tante publiche delibe#

rationi ha uoluto da re al capilanio di Raspo nella mate ria de

noui habilanti, per correggere il temerario ardire, et' licenfioso

procedere di ques to Podes tà, e t del s uo cancelliere et per sol­leu are, et liberare li poueri Buich banditi et assicurare uha uolta

tulli li noui habil anti dall 'estor s ione, ef tiranni~. ch e uengorn;>

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ÀI. SERENISSIMO PRINCIPE 243

loro ratte contro la pia mente della Serenità Vostra, alla quale torno à dire riuerenlemenle, che quando non sia falla la debita prouisione, ques ti" noui habitanti al sicuro saranno aslretti d'ab~ ba ndonare la colliualione dell'Istria, come si lasciano intendere liberamente. Gratie Etc.

Di Pingu enle li 25 Agoslo 1603.

MARC' ANTONIO ERIZZO Capilanio di Raspo .

20. Serentssimo Prencipe

Con quella autlorità, che la Serenità Vostra si è compiaciuta

di dare al Capitanio di Raspo nella matteria della colliuafione dell' Istria, io concess i à 24 di luglio prossimo passato tre miglia di circuito incullo et spinoso nel territorio di Parenzo a Tadeo : Chiu chich, sendosi, lui obbligato di condurre XX fa migli e di

paese alieno, di fabricar una Villa, et di coltiuarlo : et sebene

la concessione (come ella intenderà dalla sua lettera) è secondo la forma consueta, et con tutte le ordina rie risserue, sopra le quali poteuano li_ Parenzani usare delle ragioni loro, come fanno in simili casi tutti• gli altri giornalmente, et in ispetie quelli di

Vmago sopra quella falla dal l' lii'"' Srg Alessa ndro Zorzi mio precessore al Capilano Vincenzo [ralello di questo Tadeo, et come hanno poi fatto quattro giorni dopo commesso il delitto li medesimi di Parenzo, che accortisi dell' error loro notarono à 1 7 del passato contradditione a detta concessione giusta l' ordi­nario; sono però stati alcuni di quella Città sediliosi, et di pes•

si ma natura, che fomentati da quel Cancelliero; il quale à questo fine fece mandato alli Zupani, Ò merighi, e t alli capi di cento con pena di bando, galera e l [orca et per la cillà fece far pro­

clami che tutti s'armassero concertata prima la cosa con allri capi di quel territorio, hanno so lleuato il popolo, e t fatta una maledetta setta di più di 150 hu omini armati, hanno hauuto ar•

dimento à 13 dello stesso mese uolersi opporre per forza à detta coltiuatione, et fars i ra gione [come s i suol dire] da loro

posta, io subito che lo seppi, mandai il mio Cancellierò ? pren• der uera, et diligente iniormatione di tutto il caso, et hauendo poi letto il pro·cesso e t considerato di quanta importanza sia così per la solleuatione, come per gli altri acci denti che saranno molto meglio conosciuti dal sapientissimo suo giudicio, ho s timato

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244 ill5PACCI DEL èAPITANIÒ DI RASPO -------"-'-'-'-'-'-'-- - ---~~- --

bene mandarne copia a lei acciochè dall a s ua le ttura compren­dendo l'enormità del fa tto, possa venire in qu ella deliberalione

che all'infinita sua prudenza parerà conuenienle ; non proseguen­

do io più avanti sopra esso processo senza es presso co manda­

mento della Serenità Vostra alla quale non restarò con tal occa­

sione di riverentemente raccordare quanto le ho scritto à 25 del passalo, et dirle che da questo accidente na to si può dire dall ' arroganza di quel cancelliere ella può comprendere la mi­seria dei noui habilanti e t argomentare, se da un sempli ce mi­

nistro e da quattro scalci pescatori uengono a questa maniera

lrallal i, che faranno gli altri quando non se gli proueda? Ogni giorno mi vengono condo glianze di questi infelici di esser non pur tira nneggiati nell a robba, ma nella vita, imprigionali i loro

merighi torturati gli officiali, sedutti essi medesimi et sforzali

à renonfiare ai priuil egi del nouo habitantafo et fino abbruc ia•

tigliti quando li hanno mostrati per serv irsi di loro, et heri ap•

punto con non minor merauiglia che dispiacere uiddi una di

delle renontie falla fare nella canc ell aria di Valle ad un pov e­rino, che, per non poter poi resistere alle troppo grauezze ad­

dossategli, se n'è fuggilo con la sua famiglia , come dubito che faranno gli altri , se larda il remedio, non potendo io far altro, che darne riverente conio alla Sublimità Vostra, la quale sup­plico a perdonarmi se le son così spesso importuno, et creda

che con grandissimo lrauaglio d' animo el contro mia voglia le

son molesto, asl rello dal stimolo della cosci enza, et dalla com­passione, c'ho di ques ti meschini, alla ruina dei qu ali uedendo

congiurati li Rellori e gli vecchi habilanli della Prouincia, son necessitalo a rappresentarle lib eramente il tulio, et soggiung e rl e che, sapendo lei come tulio il tem po di mia vita hò procuralo di ben servirla senza alcun rispetto, può assicurarsi che se ben

la cu ra, el pensiero di qu esta pouera gente m'apporta se non

fatica et disturbo, io però mai abbandonerò la prole lione loro in quanto potrò, et mi sarà commandato dalla Serenità Vostra. Gralie Etc.

Di Pinguenle li 5 di se llembre I 603.

MARC'ANT0 ERIZZO Capit0 di Raspo

In lellera di Raspo de 5 Sellembre 1603. Copia/

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- - --------'A-"l'---. -"S-'-'ERENISSIMO PRINCIPE 245

Noi Mare' Antonio Erizzo per la Serenissima Signoria di Venetia Etc. Capitanio di Raspo Etc Giudice delega to mossi dalle giuste cause addoteci nella supplicatione che ci è slala presentata fino sotto lì 13 del co rrente per parie, c l nome di Tadeo Chiuchich da Cuprano loco del Turco desideroso di uenire ad habilare loco et roco so tto l'ombra di questo feli cissimo Dominio, per l'autlorità che len immo dall 'Eccmo Senato concediamo al detto Tadeo, et alle 20 famiglie che si ha obligalo di condurre in questa Prouincia, heredi, et successori loro in perpetuo una quanlilà di terre tutte incolle, et spinose di circuito di miglia tre in circa, da esser dispensate, et comparlite fra di loro come ci parera meglio, pos te sopra il lerrilorio di Parenzo nella conlrà di Sto Angelo tra li suoi confin i, con obligo di [abr\care sopra dette terre una uill a, et condurre le s udefle 20 fnmiglie da paese alieno nel termine di mesi sci pross imi uenturi et ridurre à coltura con le medesime famiglie tulla quella quantità di esse !erre, che sarà habile a colliuare, lasciati però i pa· scoli per li loro animali necessari et loco per le habilalioni et hor li , secondo l'ordinario del paese nel lermine de anni cinque prossimi come si ha lui o­bligalo et ci ha supplicato. Mentre però che dette terre, ò parie di quelle non siano s tate ad allri concesse, nè sia in luogo riserva to da legne per l' alma ci ttà di Venetia douendo conservar et far conserva r tutti li roueri buoni, et da uen ir buoni, per la casa dell'Arscnal. 'Riversando di pitl le ragioni di cadauno, che hauesse in esso circuito uigne et terre lavo rate et coltivate. In quorum

fidem etc.

Di Pinguente adi 24 luglio 1603.

GIOVANNI ROTA Cance11·c etc.

(In margine della stessa copia q. s.)

Adi 17 Agosto 1603 Comparse nell ·ofl'° della Cancll'ia mr Bortolo Fasson cl per nome proprio et di m. Vic0 di Borl.0 suo collega intervenienti per tutto il popolo della citla di Parenzo hà con ogni miglior modo con tradello alla

conlrascritla concess ione rationibus Etc .

21. Serenissimo Pre11cipe

A' 28 del mese passalo riceuei que lle della Serenità Vostra

delli 13 con l'ordine di far ritenere Vincenzo Bratti habilanl e in Parenzo ; et perche qui non è altri che il canceliero e t un solo officiale vecchio di 70 anni , senza pag a, inhabile a far alcuna essec utione et mollo meno ques ta, scrissi la medesima hora che mi giunsero le sue per huomo espresso al Clar

0 signor Capilanio

e t Podestà di Capo d' Istria il quale 1ni mando ~u\Jilo il suo

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246 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO - -- ------ -----

canceliero con sei huomini, à quali ordinai che in sieme col

mio caualiero si riducesse pa in Villa di Abriga, oue detto Vin­

cenzo ha casa nella quale ui era qu~lche sentore çhe egli si

ricouerasse dopo l' esser bandito, et che non .rilrouandolo là

andassero poi a Parenzo alla s ua solita habitatione et in altri luoghi, oue intendessero, ò da quel Cl0 Pod està, che per ciò

g1i scrissi, iusse loro dato indicio ciò che russe : ma per molto ch 'abbino diligentemente cercato non solo nell e case predette. mà in una barca, nella quale fu loro detto che sfaua li giorni passati et sopra il scoglio, et nel Monastero di s·1 Nicolò, non

_l'h·anno però potuto ritrouare; et perchè nel ritorno intesero

ch'ei si trouaua in Capodisfria ho scriHo à quel Clar111) Signor

Podesla el Capilanio nella forma che si legge nell'alligata copia.

Quanto poi a lle fabriche della cillà di Parenzo ho fallo la pu­blicare inserendo à un altro proclama fatto per quanto si dice dall'Illustrissimo Zorzi mio precessore che niuno ardisca ruinare,

ò altrimenti disfa~ne alcuna benche sua propria ma ·lasciarl e in essere, et pili tosto ripararle, che distruggerle, ne uender traui, ferri, copi, tolami , pie tre ne qualsiuoglia cosa di esse in pena

de L cento per uolta, la metà de quali sarà dell'a cc usatore, che sarà tenuto segreto: et ques to tanto al uenditore quanto al com• pratore, il quale oltre di ciò perderà tutta la materia comprala

e t sarà castigalo ad arbitrio della Giustizia, hauendo stimato io

che el uero remedio di uiefare che non siano disfatte sia il

probihire che niuno compri la materia, et _oltre le altre pene fargliela perdere. Et circa à quello ha uenduto il predelle Vin­

cenzo di ragione della casa di quella communità da lui ruinata, ho scritto al Claru Podestà che facci restituire il tutto dalli com­

pratori alla communilà istessa ; che è quanto ho potuto, e t ho giudicato bene di fare per obbedire alli commandamenli della

Subblimifà Vostra, alla quale non restarò di riuerentemenl e ra­

cordare che sendosi ridotta la causa tra la delta Communila et Tadeo Chiuchich della concessione, eh' io gli feci dalli terreni inculti in s lato di speditione, io però hauendole scritto à 5 del passato, quando le mandai copia del processo Hrmato sopra la

solleuatione dei Parenzan i contra esso Tadeo et contra il capi­

tanio Vincenzo s uo fratello, che non procederò pili oltre senza

espresso aretine suo, non so risoluermi se debbo spedirla, prima

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t AL SERENISSIMO èmNCIPE 247

che sopra de tto processo crimin ale s ia deliberata alcuna cosa dall'infinita prudenlia della Serenità Vos lra. Grali e etc.

Di Pinguenle il primo di ottobre i 603.

MARC' ANTONIO ERIZZO Ca pilanio di Raspo.

Copia

Al cla rm 1 Sigr Podeslà & Capitani o di Capo d'Istria.

Mi iu sc rillo dall'Ecc0 Senato che per ogn i uia procurassi la rellcnlionc di Vincenzo Bralli, il quale non ostante l' esser bandito di terre et luoghi ha­bilaua in Parenzo, cl ui faceua molti mali , con ordine espresso di scru irmi della corte di V. S . Cla ri ssima, che per ciò gliela ricercai: ma non l'hauendo rilrovnto, et riferendo li medesimi suoi huomini d'haucr inteso che si rilro­

uaua costi, sa ria bene che essendoui al prcsenle, ò ca pitandoui per J·auenire, ell,1 ui metla del brusco acciò uenga nelle mani della giustilia dandone poi conio a S. Serenità. Etc.

Di Ping uenle il primo di Ottob rè 1603

MARC'ANTON10 ERIZZO Capilanio cli Rnspo.

22. Serenissimo Prencipe

Hauendo io fatto formar process o à querela di Francèsco Galesio nouo habitan te per lo scoglio di Bri oni, fnì gli allri

contro Bortolo, Mallio et Zan Ballis ta Cinei, quali cita ti ad in• formar la Giustitia vennero et furon o da me costituiti sopra I' im• putationi d'hauer di sbollato il formen to d'un altro nouo habilanle,

che _gia pochi mesi fu pre so schiauo da un a fus ta, che pas sò di là, · e t che di mi o ordin e era s talò bollato ad is tanlia del pre•

detto Galessio, et d'esser anda li armala manu à le uar di casa del Reuerendo curalo de l predetto scoglio cie li ' altro frum ento messo in deposito d'ordine mio, el fu loro assignato questo Ca• s te llo in loco di Prigione: ma essi che sono caporioni , et huo.

mini facinoros i, compagni di quel Oralio Condulmer benissimo not o all'Ecc0

· Consi glio di X, poco usi ad ubidire alla gius ti zia,

col medesimo s prezzo col quale leuarono i bolli , e t asporlt1rono il fromento, con l' istesso anca, si assentarono et fuggirono uia il perchè hauendoH io fatti proclamare acciò ritornass ero nelle

forze de ll a Gius liti a et hauendomi falla dimandar proroga 9li

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248 DISPACCI DEL CAPIT1\NIO DI RASPO - - -- - - -----· -- - - ·--- ----

concessi graliosamente altri otto giorni di termine nel fine de'

quali in vece delle persone loro, hanno fatto presentare Ullél let­tera del Clarissimo Conle di Pola, con la stanle altera del Cla­

rissimo Signor Auogador Gradenigo, il quale si come son cerio che quando havesse ueduta

0

quella del Signor Conte, et saputo che si trattaua materia dei noui habitanfi, raccomandata partico­larmente dall'infinita prudentia di lei con tante deliberalioni

al Capitano di Ri.tspo, non hauerebbe scritta la sua, così uiuo

sicuro che ueduta la mia, che al presente gli ho mandata per informatione, la ritratterà; nè ho voluto restare mandarne la

copia alla Serenità Vostra acciò comprenda se d 11 Signor Conte intenda che questo Reggimento habbia quella superiorità, che lei comrnanda specialmente con la parte 160 I 3 9mbre, che gli sia riservata, essa conforme ad una lettera scrilta dallo Ecc1

' Senato l'anno 1595 I O Giugno ad un suo Clarissimo precessore che

haueua li medesimi pensieri, copia della quale per a!tra acca•

sione simile già li inuiai et hora mando anca a lei, egli uoglia obe.dire alli ordini di d·' Capilanio al quale inhibisce ; et com­

prenda parimente dalle difese che lui ua introducendo per gli proclamati con dire che non disbollarono, che altri sono li de•

Iinquenti, et cose simili, con che fine si moua a uolerli giudica­re, tuffo che si tratti di materia che non spelta à lui. Il che ho uoluto rappresentare con la mia debita riuerenza alla Subii•

mitél Vostra acciò si degni dar quelli ordini che stimera di mag­giore suo seruitio Grafie.

Di Pinguente li 4 Xmbre 1603

MARCANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo.

23. Serenissimo Prencipc

Esseguendo riverentemente l'ordine che la Serenità Vostra mi diede con sue lettere delli 13 del presente, scrissi al Clarm 1

Signor Podestà di Ciflanoua, che in conformità di quanto ella

si degnò auisarmi d'hauergli commesso, douesse restituire a Stefano Radicovich li denari leualigli per certa condanna, et

m~ndar à me il processo formato contra di lui, acciò dovessi

:

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A'.. _S_ERl:~S~MO PRINCIPE 249

come Giudice competente amministrar giustitia; et hoggi è ue­

nuto il medesimo Signor Podestà et ha depositalo in questa Cancelleria L I 96, che tante dice di hauer hauule di della ra­gione, et ha presentati anca li processi da lui formati contra dr, Stefano, di che ho voluto per debito mio darne conto alla Su­blimità Vostra et soggiungerle con la mia solita riuerenza che

hauendomi detto il Clarissirno Podestà et anco un agente di quella Communilà che intendono com parere ai suoi piedi per esser uditi da lei sopra le lettere impefN1te dal Radicovich, ri­cercandomi però à sopraseder qualche giorno, io con buona gralia sua starò aspettando 15 o 20 giorni per uedere se mi commanderà altro in questo proposito, et quando non mi venghi

alcuna cosa in contrario, ispedirò essi processi se condo il ter­mine della giustilia et conforme all'ordine della Serenità Vostra. Gralie Elc.

Di Pinguente li 27 di xmhrc 1603

MARCANTONIO ERIZZO Cap. di Raspo.

24. Serenissimo Prencipe

Confesso alla Serenità Vra d'hauer mancato del mio debito

col non mandarle insieme con la lette ra d' inhibilione del Cla­riss0 conte di Pola, che le inviai con mie delli 4 Xmbre passato, una lettera scrittami pochi giorni fa dal V. Cancelliero, che di

ordine publico tien questo reggimento in Pola ; con il constituto d'un pove ro pozuppo (?), che per hauer secondo l'obligo suo, de­nontiate in quella V. Cancelleria le ferite date da un habitante

nouo ad un altro fu imprigionalo dal detto signor Conte, che uoleua dargli la corda e minacciò parim enie il v ro Cancelliera

commettendoli che non tolga niuna sorte di constituto senza Sua licenza. Il che sa Dio che feci con buon fine et per non dar materia alla Sublim. Vostra di scriuergli con risentimento: ma continuando SS Clarm 1 4uasi in tutti li casi civili, et cri­minali , sotto pretesto che non si tratti de noui habitanti , ad in· hib.irmi contra la forma dell a par te dell ' Ecc11

P Senato 1601 , 3 gmhrc , che dic e espessamente che'I Capitano di Raspo debbi

hauer in questi casi la superiorità et che li clarissimi Rettori

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250 DJSP/\CCJ DEL C1\J>IT/\NJO DI RASPO

debbino obedire agli ordini, mandamenti et suHragij suoi ; et

hauendo anco introdotto di formar ex offo processi, et essaminar in essi quelli teslimonij et di quel modo che piace a lui, per

far apparere che li nominali nelli processi, che sono formali da

questo Regimento non siano Noui habitanti ; io non ho poluto

contenermi di inuiarle copia di essa lettera et constiluto acciò

ueda li pensieri di quel signore et consideri con l' inrinila sua

prudenza se li noui habitanli passino da questo Reggimento

esser giudicati, et suffragati quando uenghii10 molestati, o se

tralasciando la coltiuatione tan"to necessaria habbino da correr tutto il giorno à Venetia sopra la competentia del foro la quale

siccome dagli altri Rettori non m'è stata mai posta à campo,

così per l'avvenire, con questi esempi, sarà proposta da tutti,

quando non sia preso qualche ispediente dall' infìnila prudenza

di Vostra Sublimità. Gratie Etc.

Di Pinguente li 20 di Genaro 1604

MARC'ANTONIO ERlZZO Capii" di Raspo.

25. Serenissimo Prencipe

Hoggi ho riceuulo con la mia solita riuercnza la lettera della

serenila Vostra di 30 del passato circa la reparalione del pa­

lazzo di Portole, alla quale rispondendo le dico riuerenlem en le

che siccome la restauratione di quella fabrica per quanto son informalo, è necessa rissima et ha bisogno di presto rimedio, così non può da me esser altrimenti effettuala, come farei uolontieri per obedire ai suoi comandamenti; poiche qua non ui sono de­

nari di condanne; nè in tutto il Reggimento si fa di questa ra­

gione cento ducati, sendo questi pochi sudditi pouerissimi et quando pur ne fusse qualche piccola quantità, bisognerebbe spen­

derla in questo palazzo, che è ruinoso, et vecchissimo come di cio può farle fede l' mmo Signor Alessandro Zorzi mio precessore;

dal quale anco potrà intendere che tutti gli altri danari di questa

camera sono applicati al pagamento di questi leggieri, et d'altri

capitanio sergente et prouisionali dell' Istria; anzi che la Serenità

Vostra l'anno passato nella nuova regolatione; perchè questi non

i,

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/\1. SERENISSIMO PRINCIPE 251

bastano, assignò per supplemento, del deposito sale camere, ducati 2·60, accia potessero pagarsi li stipendi et leggieri prt'

oltre à quali bisog1tarà che quesl' anno che aggiunga altri ducali 150 incirca per essersi affilato il frumento , ella si scade per conto suo, et li · moll1ni molto manco degli anni passati, rispetto alli bassi pretii delle biaue; et se fin hota io non hauessi sup· plito in parte con li 1_11iei proprij danari non hau erei hauuto con che dare le paghe ad essi prouisionati: eh' è quanto posso real• mente et riuerentemente dire alla Submtà vr

.i Gratie Etc.

Di Pinguenle li 29 di Genaro I 604

ll'IARC' ANTONIO ERIZZO Capilanio di Ras po

Ser<missimo Principe

Del mal s tato nel quale si rclroua questo Palazzo, e clel gran pericolo, al quale, sopraslanno, chi in esso ui habila alli mesi passati con mie lettere conueni darne conto a V. S.rtil la quale hauutonc Ie douule informallioni, cl certificata della verità di ci6; se ne compiacque graliarrni con l'Ecciu Se­nato prend_cndo parie, che da 1' 111° Cap '' di Raspo fosse conlribuilo per la rcparalione di esso quelle summe di danaro cor.len_ule nelle suo i Ducali di 30 xbre passato: Onde non havendosi in tanto tempo possulo dal d.to Signore reccucr alcuna prouiggione per cossi necessaria opera per asserire non hauer danaro, chè quello V. Srtit li camelie spendi per ci~ come dalle lettere, che in ri sposta scrisse V. 5,·tit hauerU benissimo inteso, et pur agrandendosi ogni giorno phì il pericolo; conuengo con ogni riverenza di nouo suplicharla se degni fare altra assegnalione, ò in Camera de Capo d'Istria ò doue più espe­diente gli parerà acciò questa opera non resti imperfella, et io deuolissimo scruilore de V.ra S.rli1 non resti con lulla la famiglia de continuo solloposto a si grave pericolo del precipitio et rouina di esso el a V. S. humilmenle

bascio le mani. - Grafie.

Portale li 22 luglio 1604 Di V. 5_rli1

Sere deuotiss0

PIETRO ZORZI Podestà

Di fuori - 22 Luglio 1604 - Rlè 21 agosto - Porto\e

Che non ha ancora potuto ricevere alcuna provis ion~ di den<1ro dal Capitano

de Raspo per l'accomodamento di quel Palazo,

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_2_s2 ______ D_ll>_·1_' A_C_c_1_1_)EI. C1\PITANIO DI RASPO _____ _

26. Serenissimo Prencipe

Dal!' I11 1w1 Donado, Procuralor Generai in Dalmatia è slato.

conforme ali' ordine, che ti ene Dalla Serenita Vos tra inuiala in

questa Prouincia una famiglia di 14 persone, la maggior pa rte

da fa tti , che per so ltrahersi dalla ti rannide Turchesca era fugila

da quel paese, oue haueua qualche stato, con pensiero di pas­sa re in Puglia, hau endo S. E. ben racco lti , e t pro ueduli a spese

publiche di fregata, con la quale sono col s uo ha uere, et con

trecento animali grossi, e t minuti giunti ne l!' Is tria, et essendo

uenuto il capo loro a trou armi con lettere dc li ' Jllustrissimo Do­nado di primo del passa to, io l ' ho riceuuto con demons trationi

di grand'amore et gli ho usate parole pi ene d'affe tto , promellen­

dogli à no me della Sublimità Voslra di ben trallarlo di conce­

derg li qu anti terreni vorrà, per habifat ione et per co1tiuatione

et di co nseruar à lui e t à tuffi li suoi quelli priuileggi, essen­

fioni e t imunifà, eh' e lla dona à simil gente, e t che saran no

sempre da me mantenuti conforme ai comandamenti di lei, la

quale ha da procurare che sia fa llo anco il medesimo dagli altri,

chi tocca . Gratie e lc.

Di Pinguente il 12 di Marzo 1604

MARC' ANTONIO ERIZZO Capil0 di Ras po

27. Serenissimo Prencipe

Hauendo io per lo passalo scrillo molte le ltere alla Serenità

Vostra circa lo stato infe lice delli Noui hab ila nti di ques ta Pro­

uincia et hauendole dato parlicolarmente rag uaglio del solleua­

menlo di quelli di Parenzo contra li frat e lli Chiuchich Capi di

molte fam iglie di questi mi seri, come si può vedere dalle mi e

le llere delli 5 sellembre per le quali anco le dissi, che st imando

io queslo caso grauissirno non sa rei (come no n sono) proceduto

in esso senza s uo nouo ord ine, e t quasi preuedendo quello dovea

essere, le considerai che se co ntra quelli non s i hauesse mo­

st rato .... risentimento, haurebbono fatto l'istesso quelli di Rovigno,

di Umago, di Pola et d egli altri luoghi, ove s i riducessero ques ti

per coltiuar l'Istria; nè essendomi stato mai data alcuna risposta1

...

Q

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253

se non auuisato con lettere ducali dell' Illus trissimi Consiglieri, eh' erano licentiati li Parenzani, quali sapendo il mancamento loro,

haueuano supplicalo che la criminalità di quel caso fusse dele­gala altrove e t leuala di quà; et hauendo causalo il negligere di

quello, che li medesimi andarono dopo a gettar giù le case fabri­cale da quelli Arciducali , che gia si erano ridotti ad habilare

sull e terre inculle prime concesse à detti Chiuchich, sforza ndoli di quel modo à ritornare all e pa tri e loro, come dalla risposta

che di commissione della Sublimità Vostra diedi sotto li 6 fe­braro alla supplicalione per delli fratelli, per la quale anche te die di riuerente conto che l' islessso haueuano fatto quelli di Umago, che necessitarono li Murlacchi uenuti à coltiuar le terre concesse al Capitanio Vincenzo dall' Illus tri ssimo Zorzi mio precessore ad abb andonar la Prouin cia ; et che lutte queste operationi erano fom entale dagli Rettori, et da loro Minis tri ; e t hauendol a su p­plicala con un altra lettera del! ' 5 xmbre che si degnasse proue· dere acciò questi meschini trouassero quà quel riposo, et qu ella quiete, che è mente s ua, che godano, e t con la speranza della

qu ale s i sono partiti dalle case loro per uenire a seruirl a in qu esta si utile, et si necessaria popola tione, e t coltiuatione, et de ttole reuerentemente che per non tediarl a superfluamente 11011

le hauere i più scritto in ta l proposito, haueua messo il mio

cuore in riposo, e t uedendo che no n mi ueniua da lei comman­dato alcuna cosa per farmi intendere il suo uolere, m' era dete r­

minato con qualche ramaric o perciò, et con rimorso della con­scienza, di pili non darle simil noie. Ma inuitandomi lei con le s ue lellere delli 9 ins tante, g iuntemi hoggi apunlo in qu ello che che il Rd0 Padre Gieronirno Ve ndramino ultimamente ar riu a to qua di Dalmatia con due famigli e che fuggile in Is tri a uoleu ano pas·

sare in Puglia, ma che [urono disuase dal Clar° Conte e t Ca·

pilanio di Spalato, che le accompag nò con s ue lettere, e t le inuiò a ques ta uolta sotto la scorta di de tto Reuerendo uenulo à pos ta a dolers i con me delle moles tie date a quelli altri che pochi giorni [a furono inviati con messer Federico suo frat ello

in questa Provincia dall'Illustrissimo Signor Vicario Dona do allora procuratore Generale in Dalmati a e t Albania: lnuilato [dico] da quanto mi comm ette la Serenità Vos tra in proposito di formar

diligente processo contra quelli , che li hanno oHesi il che sarà

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254 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO

da me subito, et riu er entemente esseguito ; conuengo con la me~

desima reuerenli a aggiung er a quanto le ho scritto lanl e uolle,

che per mantener con fede quelli che già sono uenuti et per all e ttare qu elli che con le congiunture delle di scordi e dei mini·

s tri tu rchesc hi , e t dalle tirannie che da quelli vengono loro usa le, s tanno in gran nu me ro pre parati pe r uenire ad habitare e t co l­

tiu a re l' Is tri a; e t pe r conse ru arli tutti con qu elli priuil eggij e t

esse ntioni , eh' e ll a s i la rg amente dona loro, no n è quasi bisog no

d'altra prouisione, hauendone gia fatte prudenlissimamente molte; ma è ben necess ario ch e trovi modo di fa re che qu ell e s iano

delli clariss imi Re llo ri esseguite e t ins ieme le uare il prefeslo, eh' hann o rit roualo alcuni di uoler conos ce re se si ano gl' inte­

ressati noui ha bitanti pe r tirarli cos tì a lit igare no n con a llra

s peranza che ò di fa rli pa rtire di s pe ra ti , ò di farseli soggefli

con qu e lli fini , ch e a li ' imm enso s uo sa pe re ponno esser noli ,

di chiarando che così questa , come o gni a ltra pre tens ione , da l

Capitani o di Raspo, a l qu a le si è co mpi ac iuta da r l a s uperiorilù

in ta l ma teria, et a ll i o rdini ma nda li e t s uffrag gi li qu a li di eno

obedire i Re llori, conform e all a parie 1601 3 9mb re, come le

tocca i brevemente in un a ltra mia, che fui costretto scriue rle il xx di Genaro s ia termin a la, senza tante le tte re s uffra gi e t ap­

pe ll a fi oni qu ante inu e_ntano et li Rettori et le parti per ete rn a r

qu es ti infeli ci in liti. Circa poi alle uiol enze, ch e arm al a manu

uengono fa lle pe r imp edire le colliuafioni e t pe r scacc ia r tumul­

tua ri amente qu e lli , che s' impiegano in essa, com e ha nno fa tt o

ultim ament e, anco qu e lli di Piroi sotto Polri , contra qu a li ua do

procedendo, sarà effe llo de l! ' infinita prudenza de ll a Serenità Vo­s tra fa r que lli r imedij che s tim er à di maggior s uo seruiti o, pe rchè

allrameni e sarebb ono gelia te ui a tante fat iche de suo i Ra ppre­

sentanii ne l dispone rli a venir in Is tr ia e t la s pesa ... . le i ne lle fre­

ga le che Ii con du cono, e t no n trare bb e a lcun frutto da l pe ri colo

(?) .... nel qu ale in corse di haue r à qu alche te mpo alcun dis turbo. all a Peri. ...... ta l causa. Grafie etc.

Di Pinguenl e li (9 di Marzo 1604

MARC' AN TONIO ERIZZO

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AL SERENISSIMO PRINCIPE_ 255 - - --

28. Sere11issimo Prencipe

1-toggi con la mia solita reuerenlia ho riceuuto le le ttere

della Serenità Vostra di xx del presente con al Commissione dell' Ecc

1sm

1

Senato in proposito del rice tto eh' io dou ea dare a Ili Conti di Carpenti s udditi Turcheschi, che si sono risoluti di condursi con le loro famiglie et animali ad habitar in quesla

Proui,ntia; per riuerente essecutione di che ho s ubito spedilo

messi à posta in diligen za alli Rellori di Polla , Rouigno, e t Pa­

renzo, oue ho giudicato, che essi conti passino capitare dandogli efficacissimo ordine, che giunti che sara nno, gli usino ogni buon

tratlmnento, e t gli diano commodilà nelli luo chi med esimi d'ha•

bitationi per le pe rsone, et pascoli per li loro animali; et giunti che. s ian o gli diano indirizzo, e guida, pe r condur i capi alla

mia prese nza, perchè io li possi prou edere di luoco particolare,

oue essi h a ue ranno da fermarsi, et habitar per l' auenire; nel

qual proposito non reslarò di 'dire alla Serenità Vostra che ad essi

noui habitanti non si potranno assegnare se no che luoghi in­

culti, oue non ui sono case per loro ha bilatione, ne tuguri per

li animali, dai quali lochi inculti per il primo anno non potranno

s perare niss un Util e; onde s timo, che ciò nel princ ipio habbia à

parergli un poco s trano ; luttauia non mancarò con ogni mio spi­

rito, et diligenza di dargli ogni possibile commodil à, et soddi­

sfa cion e conforme al desiderio della Serenità Vos tra , e t a lla

inlention pubblica , trasfer endomi se così le parerà espedienle,

e t che sii di suo seruicio personalmente ad ass ignarli il luoco

e·t à farli dar ogni aggiulo perchè restino compitamente sod­

disfalli , nel qual proposito se da lei mi sarà data a ltra commis­

sione, sa rà da me con ogni pro ntezza esseguila; e t quanto al­

i' autorità concessami contro quelli. che turbassero li habi lanti

noui, sa rà da me esseguita con quella deste rità, che so esse r

intencione della Sertà Vo~. Grafie Etc.

Di Pinguente li 24 Aprili e 1604

MARC' ANTONIO ERIZZO Capitano di Raspo

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256 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO

29. Serenissimo Prcncipe

Tenendo io per cerio che la Serenità Vostra sia slata rrig~

gugliata dal Clarissimo Signor Podestà et Capitanio di Capo d'Istria

di quel sospello che haueua che potesse questa sua Prouincia esser turbata da Uscocchi non starò a discorerle altro sopra ciò;

ma solamente le dirò con la mia reuerenza solita, che per ogni buon rispelfo non mancai subito, che da S. S. Clarissima lui

avvisato di mandare a questi confini del Carso il Capilanio

Rizzardo Verzi accio auuertisse li sudditi della uostra sublimità che stessero ali' ordine per prouedere ali' indennità loro in ogni

accidente . . anco il desiderio di detto clarissimo di Capod' Istria raccord ando alli clarissimi di Al bona e di Muggia,

quanto credei che dovesse esser di seruifio pub1ico. Inteso poi che s'erano veduti otto, ouer noue armali di arcobusi et terza~ ruoli verso Muggia, entrai in pensiero, che fussero fuorusciti,

fugali dalla palria del friul, ò di allronde, et perciò che dii or­dine alla Cavallaria se callassero a questa volta li perseguitasse,

non pur in questa giurisditione, ma in ogni altro luoco della Serenità vri nell ' Istria; et ad ogni modo uedesse di hauerli

nelle mani stimando io, che sia di mo1to seruicio publico

troncar si fatti principi d'invasione de fuorussifi, li quali so di quanto disturbo et spesa siano stati in diversi tempi, et

luochi alla Serenit§. Vostra et sicome facilmente polrebbono,

quando non ui si prouedesse subito ammassarsi grossamente insieme, così hauerebbono grandissima commodità di fare del

male per esser tutta la prouincia esposta alle incursioni, et le Case de particolari sparse qua et la per le campagne, et per li

monli. Questo è quanto ho saputo ordinar in un subito per ser~ uicio della Serenità Vostra dalla infinita prudenza della quale starò aspettando, che mi sia comandato quel più che giudi~

carà esser necessario, et opportuno. Etc.

Di Pinguenle li 2 di Maggio 1604

MARC' ANTONIO ER!ZZO Capo di Raspo

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 257

30. Serenissimo Prencipe

Scrissi l' a llr' ieri alla Serenità vr.1, non solamente quanto haueuo sperato intorno al sospelto, che haueua il clarmn signr

Podesta e t Capl) di Capodistria d' Vscocchi, ma quello anca che hau endo ordinato secondo il mi o pensiero, che potesse esser piò tosto qualch e fuorussito; che cominci asse uoler andar ia­

ce,~do del male: e t hoggi mi è venuto ·auiso dai ermi Pod·1 di Albona, che à pui1lo e conforme à qu ello, che andaua pensando io, cioè ch e so no capita li nel te rritorio di Barbana giurdnc: C1' 1rm i

Loredani, sell e co mpagni i quali armat i andau ano face ndo per le Case molle insolenze et inferrend o danni ai s uddili della Ser. v r•',

et che qu el Giusdicente degno in vero di molta laude, s' è fa llo loro valorosamente contra con una banda d'uomini e t li ha presi tutti hauendo ess i confessa to d' essersine fuggiti da Pal ma dalla Compagnia del Conte Detrico. Questo tanto (se bene le sarà stato scritto da altri, ho uolulo anch'io auuisarlo riu erentemenle; alla Sernt:i. vr., Grafie Etc.

Di Pin guente li 4 Maggio I 604

MARC' ANTONIO ERIZZO Cap" di Raspo

31. Serenissimo Prencipe,

Siccome ho con la debita riuerenza riceuufe le lellerc della Sublimità Vo s tra presentatemi da Messer Federigo Vendramino

in proposito di nuovi ha bilanti, che Jui di ce di voler condure di Turchia, così le ri s pondo con la medesima riuerenza, che se

questi ueranno in lstria, saranno da me accarezzati, fauoriti et

ajutati, secondo la mente di Vostra s ublimità, all a quale non posso. per quel debito, che mi s i conuiene co me fede! Rap•

presentante restar di aggiungere, che so pra li terreni concessi al medesimo Vendrarnino ui sono sessanta conlraditioni dei par·

ticolari che di co no esser s uoi li beni a lui concessi et so pra queste contraditioni sono gia tre mesi in lite avanti di me; perche (com e sa l'infinita sua prudenza) le concessioni si fanno generalment e a tutti quelli, che le ric~rcano, reseruate però le

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258 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO --- - ----~

ragioni d'ogni uno che notando la confraditione alla concessione,

si fa udire, et molte uolte uengono tagliate le concessioni, ò perchè li terreni in esse compresi erano poi sfati concessi ad altri, ò perchè erano colliuati, et di propria ragione delli con·

tradicenti, come appunto adesso dicono quelli da Rouigno, i quali a neo instanno eh' io uadi sopra luogo a uederli, et fino

l'altro heri erano in termine per deputar la caualcala, la quale instauano gagliardamente; El nondimeno ho prorogalo il giorno

per deputarla alli 15 di settembre futuro , cosi ricercato dal me­desimo Vendramino acciò che passi andare in Dalmalia per

metter quella genie ali' ordine, non ho potuto però persuaderlo che saria bene prontamente decider queste controuersie et sa­pere, se li terreni hanno da esser suoi, o no; et po.i andare <ì leuar la gente, et metterla in luochi oue senz'alcuna difficultà

passi attendere alla cultiuatione; tutto ciò ho uoluto riuerente­mente significare alla Serenità Vostra acciò sappia che li ter­reni concessi al detto Vendramino non sono liberamente suoi sintanto che non siano decise le confraditioni di quelli che pre­tendono in essi et che se ben quelli, che saranno condotti da

lui, saranno posti sopra questi terreni quando fussero cono­

sciute esser delli confradicenti conueranno rilasciarli in poter

delli veri patroni che cio seguendo non so quanto restassero contenti et soddisfatti. Circa poi al sumministrarli danari per

far la cisterna et fabrlCar il casone quando siano conosciuti li

terreni suoi, tornato che egli sia et condotte le famiglie, che si è obbligato non ma_ncarò di esseguire quanto mi uien commesso dalla Serenita vri, la quale douerà poi a quel tempo dare ordine

che li d11c. 500 da spendersi in ciò siano mandati di cosfà, non essendo questa camera pur un ducato, se non per quanto im­

porla l'ordinario pagamento delle mililie, et stipendiali. Gratie Etc. Di Pinguenle li 14 d'Agosto I 604

MARC' ANT0 ERIZZO Cap" di Raspo

32. Sereniss0 Prencipe

Questa mallina il S ' Cap" di Pisino m'ha scritto per lettera venutagli hier sera da Gratz, la peste si sia scoperla anca in

Viena d'Austria, ma che però con le buone prouisioni falle si

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s pera che in breve sa rà liberala di che scriuo anco alli Clar S i~ri Pro ueditori alla Sanità: Aggiungendomi che coh le medesim~ ha hauula nuova che l' imperi ali riunitisi per soccorrer Slrigonia haueuano assaliti i ·Turchi , e t n'avevano tagliato a pezzi m/is

con perdita de 111/.1 de suoi; di che se ben credo che la Srtà Vos tra sarli stata raguagli ata per altra uia, ho però uoluto dar­gliene conto riuerentemente. Gratie Etc.

Di Pinguente li 16 di g mliro 1904

MARC' ANTONIO ERIZZO Capi1° di Raspo

33. Serenissimo Prencipe

Io non mi estend erò in dare alla Serenili:ì Vostra minuta­

mente conto dell a reuisione ultimamente fa tta di quest e s ue cernide, riportandomi à quanto le referirà il capilan.io Fabio Gallo serg ente maggiore da lei mandato in Istria per tal effe tto:

non restando però di dirle che mi so n consolato assai hauen­dole ritrouate questa uolta disciplina te, e t les te più dell ' ordinario, da che vado s perando, che co n la diligenza di questi ca pitani Verci, che ne hanno la cura, col pagamento assignato da lei a i capi di cento, e t coll' essercitarle nel tirar a l palio, s icco me la s ublimità Vostra ha di gi a comma_ndato_ che s.i faccia, si riduranno

forse in miglior s tato degli altri di ques ta provincia là dove prima erano in peggiore; ne voglio mancar con tal occasione di repeterle riverentemente quello, che le r accordai fin o alli 18

d'Agosto 1603, che comparendo ques ta gente all a mostra con gli a rcobus i rotti, con 1i morioni in conquasso, con le fia­sche rouinate; e t col resto dell e arme malissimo conditio·

nate; et dice ndo essi che questo it_1coveniente nasce non per colpa loro; ma perchè non sanno a chi farle acconciare, sa­

rebbe a propos ito che le i lenisse in quest a prouinci a un arma­rolo che hauesse obbligo di nettare et acconciar tutte le armi publiche senza pagame nto, con quell e de' particolari con la sua merced e ; perche non vi essendo chi le acconci , ò li sol dati le portano co sì rott e, et conquass ate che non s e ne ponno preua­lere, ò bi sogn a delle publich e munitioni cambiarglile, et qu ell e:

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260 DISPACCI DEL CAPITANIO DI R.A._S_PO _ _ _

che si tolgono indietro vanno poi di male per lo medesimo dH­fetlo di chi le' governi; ne questo è solamente pensiero mio

ma del medesimo sergente maggiore et del Capitanio Giusto Pellegrini, che fu quà prima di lui a riuedere questa genie. Ag­

giungendole inoltre che sendo comparsi quelli del Marchesado ultimamente uniti alle cernide di Pinguente, la maggior parte

senza munitioni quali (per quanto ho inteso) lasciarono di ordine d'un suo Illusi° Procurafr Gen.1c al che per le furbolentie

d' Vscocchi in Al bona, sarebbe necessario che la Serenità Vostra ordinasse che ne fussero mandati quà cento per distribuire a

questi ed a11ri del Carso à quali furono dàlli medesimi Vscochi

rubati; Il che siccome riuerentemente ho uolufo raccordarle per zelo del buon seruitio suo, così rimeUo all'infinita prudenzia di v.ra Subrnità Grafie Etc.

Di Pinguente li 27 Ottobre 1604

MARC' ANTONIO ERIZZO Cap 0 di Raspo

34. Serenissimo Prencipe

Riceuei hieri sera di notte lettere dalli c1armi Sigri Prouedi·

lori alla Sanità di molta consideratione per il fallo delli doi

schiaui fuggiti da queJla Naue Perastana venula di Costantinopoli che in Soliurea haueua hauuto la peste, et che alli 19 del pre­

sente era nel porlo di Veruda, come la Serenità Vostra diè hauer inteso da quelli ssm; el dal constituto del scrivano della mede·

sima Naue; et io subito spedì un leggiero con auiso al Clrmo Conte di Pola, che se non hauesse ancora scoperto doue fus•

sero stà alloggiati, con chi hauessero praticalo et che troualili facesse custodirli separata et cautamente, facendo anca separar dagli altri tulli quelli, con chi hauessero conuersato, et che di tutto desse diligentemente auiso a dti cl armi ssri Proudri: questa

mattina poi ho stimato per maggior seruitio della Subt:\ Vostra che sia bene auuisar a neo li Cl armi d'Albana et di Dignano, et

il Capitanio di Barbana luoghi vicini al disbarco di coloro, acciò siano avvertiti per ogni buon rispello di questo successo, es• sendo poi capitalo quà il Sgr Girolamo Barbo da Pola ho uolulo

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 261

saper da lui quanto ella uedarà dal constitulo copia del quale mando, di · che si come ho raguagliato li sop1lotti ssri Proudri cosi

· mi è parso bene di darne conto particolare e riuerenle a lei, per liberarla da quel pensiero che ragioneuolmenle deuc appor­

tarle cosa di tanto rilieuo per le conseguenze che poleuano da lei nascere in questa pouera prouinlia della S.là vr.i Gratie Etc,

Di Pinguente ii 3 I di Genaro I 605

MI\RC' ANTONIO ERIZZO Cap" di Raspo

35. Serenissimo Prencipe

Hora, che è la terza del giorno mi sono capitale le lettere scritteme dal Sgr Segretario Comino di ordine delli Eccmi ssri Sauij con l' auiso del strano accidente occorso alla Galera Lo­red,ma, del quale prima non mi era stata data notitia alcuna, che se 'l hauessi saputo non haurei mancato di far usar ogni pos­sibile diligenza non solo in questa giurisditione ma in tutta la Prouintia et hauerei anco spedita la Cauallaria nlli confini per doue si hauesse giudicato, che potessero passare li fuggitivi, et mandate lettere d'ufficio a tutti quelli rappresenlanti acciò ius­sero retenti; et forse che si haurebbe fatto qualche buon seruicio alla Srtà vn1 ma non sapendolo, non si ha potuto farlo; non

restarò con tutto ciò di operare quanto sarà in mio potere per esseguir l' ordine suo, et se hauerò nelle mie mani alcuno di coloro, li farò custodire insieme con li danari, ò altro, che hauessero, seben essendo sbarcati a Triesle, più di 30 miglia lon­tano di qua, in luogo che non ponno capitare nella giurisdzt: di questo capitanato, non so cosi tardi quello si potrà !are; pro­

curerò nondimeno con auisi et altro. che se ne capiteranno in allre giursdni siano parimente retenti et hor hora scriuerò alli SS'; di Sinoscechio, di Prem, di Castel nuovo, et di Lipoglavo, et anco al Sigr Capitano di Pisino col quale farò oHicio, come

quello, che ha sempre tenuta buona intellige~za meco el che ho conosciuto molto aHettionato alle cose della Sla V. che con le sue lettere alli d1i Ss.rì coadiuui il negozio del sucesso del quale darò poi riuerente et particOlar conto alla sublrntà vr.i. Gratie Etc.

Di Pinguente li 5 di Maggio· I 605. MI\RC' I\NT" ERIZZQ Ca p. di Raspo

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262 DISPACCI DEI. rnr IT1\NIO DI R~~l'.Q_ .

36 Serenissimo Pr:encipe

Messer Mare' f\ntonio del Seno, cittadino di ques to luogo,

che si ritrouaua sui Carsi di Trieste, pe r comprar Cavalli, subilo che in tese le ~ose descritte nel. cons titulo, copia del quale sara

con ques te mie, tralasc i~to il suo nego tio, è uenuto a ·dirmele;

et io se ben uado pensando che la Serenità. Vostra lrnuercì di

esse hauuta notitia d'altra parte, non ho uoluto restare di far·

-gliele sapere imediate, acciò anca di qua intenda doue siano ca­

pitali colloro: aspettarò la risposta dii quelli, à quali (come .le s ignificai heri) ho da to conto del!' accidente dell a galera et fallo officio pe r che siano re fenti li fugifi , et parlicula rm e nte dal lu ogo­

lenente di Senosecchio o ue capitarono . li quattro no minati nel detto constiluto et darò poi riueverc nle conto alla Snbtit vr 1

Gralie Etc.

Di Pinguente li 6. di Maggio I 605

MARC' ANTONIO ERIZZO Capii" cli Raspo

37. Serenissimo Principe

Da Prem, e t da Castelnouo non hò hauula ri s posta alcuna,

e t per non hauersi ritroualo là ne li ssri ne i loro flegheri •) ò

luogo len enti ; degli altri luoghi; .oue hò sc ritto ho riceuule le risposle, co pia delle qu ali mando alla SerY1 vr·•; alla quale non

voglio resta r di dire, che sendo la maggior parte di questi mi~ nistri Arciducali gente mercenaria, che compra le giur isdini, per

le quali sono passali li fuggili dall a galera, non hanno il vero

termine di ben uicinare; et per cio con allegrezza hanno rece ltali quei ribaldi , dai quali hanno !ratto qu el più, e' hanno potuto, e t

poi fattili partire, che così riferiscono questi legg eri hauer iw teso public amente mass im e a Sinosecchio, et à Prem: oltre eh.e dal constituto che inuiai heri alla Sub]mà Vostra, ciò si com prende chiaramente, di modo che credo che ui s ia poca spe~

•) Dal tedesco Pjlçge-r = curatore.

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•·

_ _ _ ____ A_L_SE_l_lE_' N_'IS_S_I_M_O_ PR_l-'-N--'C"-IP_E0'--------- 263

ranza di ricuperar cosa alcuna ne d' hauer più colloro nelle mani; che è quanlo posso riuerentemente dire alla Srl:\ vra Gratie Etc.

Di Pinguenle li 7 di Maggio 1605

MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo

In lettera di Ras po di 6 Maggio 1605

Ali' 111° S1· et S1· mio Oss 1110 Ili. Mare' Anlonio Erizzo dig1m1

Cap0 di Raspo a

Pinguenlc m111

· ) s r et sr mio Ossu'1,;l\)O

Il danno sollo li 2 del corr. fallo alla Galera Loredana dalli suoi huomi11i in Capodislria dall ' amorevolissma sua in qucsl' hora ho in leso, cl il danno, che alla Sma Repub 1•11 da quelli è fallo con mio dispiacere ho inteso però V.

S. Jllnm st ia sicura, se la mala sorte di quelli disgraliati li condurà in questa Jurisdnc dove al presente comando lo non haueranno libero passo ma stia sicura che saranno retenli, perche il ordine del mio Prencipe è tale, come an co il desict-=1 mio di corrisponder et uicinar bene cum tulli lì SSrl et circum· uicini miei, appresso questo assicuro V. 11t11rn che s in hora presente non è passalo alcuno di quelli huomini, che lei nomina per questa Juri sdtc ma per quanto a punto hoggi dal Zupano di Bogliun vengo informato che Martedì pross0 pass0 di sera, una compagnia di simil gente la notte ha alloggialo in Planina verso Lubiana; el che allegramente spendeuano nell ' hos laria il da· naro; questo è il tanto che in ques lo proposito a V. S. mma sò dire, alla quale oHerendomi per sempre seruitore di core faccio riuerenza: Gr.

Di Lupoglauo li 5 Maggio 1605

Di V. S. mma , Aff1110 Seri.!

(In lett. Cap. di Raspo 6 Maggio 1605).

m1110 sr et patrone mio oss"111110

GIOAN SINCORACH.

Partì da questo contado gia pochi giorni fa I' 111 1110 Sgi- Capit0 Barbo per Venelia, et in suo luogo ho !cito et inteso, quanto va 111a scriue in materia della Galera Loredana svaligiala da\li sforzati; sopra di che le dico, che si come io che d0 111° Sr Cap.0 non hauerebbe mancato di dar buonissimi or· dini per la retenlione de' fuggili et robbe che si lrouassero appresso di loro quando capitassero in queste parli per la buona corrispondenza che tiene con v. S. ma così io ancora desideroso di servirla non mancarò di fare questo oificio et ne darò ragguaglio alli luoghi de' SSl'i uicini, doue lei accenna, et anca in altre pari. oue pol~ssero far recapito a fin eh~ la Sermn Rcpca po·

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264 DISPACCI DEL CAPITANIO DI R1\ SPO

lesse recuperar il suo, cl se ne po lrò pr.esenlirc noua alcuna ne da rò s ubilo ragguaglio a S . V. mm :l a lla quaite bacio I' 1111110 mani

Di Pis ino li 6. di Maggio 1605 Di V. c. 11\ILIH

arr0 scrn·

FRANCESCO BAGNI or cl luogolcncntc

(In 13 di Raspo 6 Maggio 1605)

IllmJ sr patron e mio Collm'

La dì V. S. mma la ho ri ccpnla, el anco in lesa ; Dio sa che mc ne duo] H co re della disgralia sucesa per mano di quelli ribelli uscili sl'orzalamcnlc dalla Galera et meritamentc s i dorebbono casligare do uc s i franasse: qui pc1· qucs la juris dm.1 non ce ne sono passali solamenle quallro malauiafi ferili , c l a malali cl non auendo ha uulo alcuno auiso, nè meno commissione di ritenti , sono parlili ancor mercore, non sapendo che s trada habbino pigliato, ma ben hcri, ch'era Zo bia sono passa li una grossa compaguia verso il Cragno; se di qua posso, el voglio son allì comand i V. S. Jllma c l di vi\10 core le bac io la mano.

Di Scnoseza al\i 6 Maggio 1605 Di VS. 111"

38. Serenissimo Prencipe

Affmu Src

FRANCESCO RAINER

Li giorni passali fu qu a il Capitano Giulio Pellegrini se rg : maggiore dcll ' Ill 1111 Cap: Generale delle fant eri e di Vra Srti.l e l fece ali a mia presenza la reuisione di tutte qu este cemide, ne ll a qual e trovassimo che li giovani rimessi l' a nno pass ato, conforme

alla no stra speranza, vanno facendo qualch e rius cita, se ben nello resto non si vede più miglioramento del solito, tutta la compagnia, sebben vi è accresciuta la gente del Marchesado, s i

va re du cendo all ' antico numero di 400 essendon e morfi alcuni, e t cassandosene de inutili, molti (come sò d' hau erle scritto an­

cora) sono senza murioni, però, quando cos ì pari ali' infinita sua prudenza, potrà dar ordine, ch e ne sia mand a la quell a quanlihì

che le raccorderà il med·• Sgr Pellegrini, all a rela ti one del qual e

mi risserbo in tuffo, ef per tuffo, conoscendolo io fedele , dili­gente et buon seruifore di vr-• Submlà Grafi e Etc.

Di Pingu enle 1 O di Giugno 1605

MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo

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265

39. Serenissimo Prencipc

Battista mio figliuolo seruilo r della Srtfi Vra mi portò i clw

cali cinquecento quaranta, che cli ordine suo mi mandarono li

Clariss1111

Camerlenghi di Com. per impresll re alli Noui habitanli:

condotti dal Capitano Vincenzo Chiu chich di Turchia s ul terri­

torio d' Vm ago; quali ho anco dispensati à . per cadaun Capo

di famiglia, e l obligafili tutti in solidum insieme col dello Con­

dottore alla restilutione, di qu el modo, che più parlicolarmenle

si ued e dalla no ta , che ho mandata a detti Clar111 1 Camerlenghi

in conformit à di quanto con le lte re delli 4 In s lanl e mi vien com­messo da Vostra Sublimità Grafie etc.

Di Pinguenle li 14 di Giugno 1605.

MARC' ANTONIO ER!t'.ZO Cap: di Raspo

40. Sereniss.0 Prencipe

Nel dar conto l'altro giorno a lla Srtà Vra della reuisione di

queste Cernide, tralasciai la cosa di maggior imp or tanza, qual' è,

secondo a nc o l'opi nion del Cap: Giulio Pell egrini , e t confo rme

a quanto intendo esserle scritto dal C1111-1 Podestà et Cap') di

Capodistria che · 1e cose pubbliche vengono à patir infinitamenl e

dal non hauer qu esta gente Cap: e t sergenti forastieri, che la

uadino disc iplinando, com e in tutto il resto de llo s ta to è proue­

dulo con prudenza incomparabi le, con utile grandissimo et con

uniuersa l contento de' sudditi: perche l'esperie nza o ttim a maestra

delle cose, fa co noscere, che li paesa ni attendono a ualersi delli

Contadini ne' s uoi propri bisog ni , scusando e t habilitando gli

a!fitluali, habiladori et lauoralor i loro, el qu el che è peggio, per

l' aullorità et pe r le dipendenze, che hanno, si fan no lecito ciò ,

che ui en loro in pensiero contra la pub li ca libe rtà: contra la

robba, contra I' honore et contra la uite di qu esti meschini , ch e

per timore non osano leuar la faccia, ne sco prir le piaghe al

suo Princi1>e, nè à suoi Rettori, i quali se uogliono pur anunini­

sfl'ar gius titia 11011 ponno veni r in leg ittima comprobatione di quelle

cose, che d' auantaggio sono uere, e t che d'ogni parte si sen­

tono eslragiudicialmenl e di che a nch e ne ponno far fede l' m mi

Sigri mie i precessori tanto si sono a lcuni di qu es ti fatto inso-

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266 DISl'1\CCI DEL C,\PITANIO DI RASPO

len ii , cl formidabili con l'armi, el col stipendio, che dalla heg ni­

gnilà di vr.i Subt th è s lalo lo ro dato perche difendano, et non

perche opprimano li sudditi suoi: circa di che mi riseruo quando

piacerà a Dio che rilorni alla patria , pienarnenle, e l particolar­

rn enle darne redel co nto in scrittura a lei et oue sarù bisogno,

acciò col inrinifa s ua prudenza, et coli' immen sa carità sua froui

stra da di liberar quesli pou èri popoli dall e violenze dalle estor­

sio ni el dalle ingiurie, et di proueder insieme al buon seruilio della Serth v r.i Grafie etc.

Di Pinguenle li 14 di Giugno 1605

MARC' ANTONIO ERIZZO C11p." di Ra s po.

41. Serenissimo Prencipe

In risposta delle lellere della serenità vostra di 4 del pre­

se nl e da me hauute so lamenle hieri , le dico riucrentemente

che in tulio quello, che potrà ven ir da me non mancarò

d' esseg uir quel tan to, che mi commelle in proposito di No ui

habilanli: ma perchè nelle medesime essa dice, che per

quanto è informala, questa gente è inquietala, e t che le ui en

promosse sollo uarij pretes ti molte difficultà, e l posti diuersi im­

pedim enti; da che nasce che quelli, che concorreriano all'habi~

lalione et colfiuatione dell'Istria, non uengono, et che molle

famiglie , c' ha ueua no iuclinatione, et si erano riso lule di uenirci,

atterife da chi procura di deuiar simili progressi sono passa te in

alcuna giurisditione; io son sforzato per debito mio, et per

il carico che la Sub.à Vostra si è degnala darmi, dirle

con la medesima riuerenza, che et per la pratlica el pe r

la diligenza che ho ialta e f usala in diuerse uolte che ho ca­

ualcafo per la Prouincia in si mili occasioni pe r intender ben

questo negofio, nel quale ho po sto ogni mio s pirito, come può

sa per le i da tante lettere che nel mio Reggim e nto l e ho scrillo

in fauor di questi ta li Noui habilanli et particolarmente quando

quelli da Rouigno mi fecero andare sopra loco a veder li terreni

che li fratelli Vendra mini si haueuano fallo conceder dall ' 111mi

mi ei precessori nel qual viaggio stetti selle giorni con discommodo

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Al. SERENISSIMO PRINCIPE -- - --- - ---- 267

grandissimo, e t con p~r icolo de lla mia vita, essendomi uenuti

alcuni tumori dal ca ua lcare , che mi tenn ero alquanti giorni in

l etto; et anco per quello che- ho voluto intendere, et penetrare

dopo, stimando anch'io questa maleria importantissima, trouo che

il non venire in Is tria quelli, che vi concorreri ano, et l'esse r

andati in a lcuna giurisditione - le famigli e, che si e rano rissolutc

di_ ve nirvi , et parlite anco· dell e gia uenule , nasce non da quanto

è s talb riferto a ll a Serntà vra mà da que lli, che si pigli rmo il

ca rico di condur s imil gente, ben so tto pretesto di se rvir lei per

ha ue r qu e i fauori, quelle commodità, et quelle recognitioni, che

liberame nte lo ro conc ed e -: ma in effetto co n a llri fini, che tendono

al pnrticolar' interess e loro: perche menando qu es ti ta li , tre ò quattro capi di hlmigli a seco nella Prov.11 auanti che conducano

la ge nte, gli · mostrano luoghi coltiu a ti , co n uigne , et con oliuari;

dandogli ad intendere che qu e11i sono s uoi , e t che li mette ranno

so pri::1 essi; come in effe tt o fanno e t come in spe ci e fecero di

fra telli Vendramini nel terr itorio di Rovigno, dou e con l' occhio

proprio viddi quando (come ho de llo) li poueri Rovignesi mi

fece ro andar sopra, ch e li te r reni sopra li quali haue uano messe

le qu a ttro famiglie che furono mandate in Is tr ia dall'lllu Do nando

ali' hora prou edrc Generk in Dalmalia che con s ue le ttere me le

inviò sono qua s i tutti coltivati con vigne et oliui gia c inqu an•

te"nc cl' anni lauora ti , di ragi~ n propria delle chiese, delli fonti•

chi, de ll a Comunità et dei Cittadini e t per dirla in una parola il

fior de ll e possess ioni di Rouigno (e t qu esto è que llo che li poueri patroni dei beni sopportano maluolenlieri e t di qu a bene

s pes so nasc e che messi in des pe ra tione causano degli incovenienti

che danno da tra uagli are a l Capitano di Ra spo) e t pe r esseguire

quanto la Submtà v r,t m' hauea commesso a 10 di luglio passalo

circa il fare in quei luoghi un a ci s te rna , et un Caso ne pe r li

novi habit. per li Vendramini, uolendo io uede r ali' hora doue

e rano essi noui h a bti ove disse gn a ua di far la villa, et la ci•

s terna , et un casone pe r Fe deri co uno di essi fratelli , che e ra

meco, gli dissi che me li mos trasse ma non pur non mi fece

ueder Villa, che mai è sfata fatta, ma neanco segno di ridotto,

ne di cortivo ne un sol p a lmo di terra da loro coltiuata nel

corso di o tto anni che si h a ue ua no ratto investire: ne meno a l•

cuna sorte di genie condolla da essi fratelli; ma ben trouai nella

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268 DISPACCI DEI. CAl'ITANIO DI RASPO - - ---

Villa di Rovigno tre o quattro meschini riuolli in un pezzo di

schiavina, dello resto nudi, che con lagrime di sangue mi dissero

esser elli condotti dalli Vendramini et esser soli sopravivuti dalle necessità ef dai disaggi, da quali erano morti gli altri compagni

dopo aver consumata in sostener se stessi, et il conduttore quella poco sostanza che seco portarono, dolendosi d'esser sfati ingan­nati da essi Vendramini che li haueuano promessi terreni col­

tiuali, et atli a subito dargli il uiuer: et hauendoli io offerto

mentre era la, di consegnarle immediate delli terreni inculli et di quelli anco, che per cinque anni avanti non russero stati la­

uorati essi mi risposero che non erano uenuti per sterpar luoghi inculti ma con la promessa di star sopra le terre coltiuate et risligale mostrate già ai suoi Capi, ef che quando ben uolessero non haueuano il modo di farlo senza animali senza ordigni et senza provision di vivere; non hauendo manco alcun ajuto da

da chi li haueua condolli questo tanto basterebbe per informa­

tione della Serenità Vostra tuttavia non posso non aggiungerle che Don Gieronimo Vendramino, l'altro fratello vedendo non gli esser riuscito il disegno con Rovignesi mi domandò terreni in

Polesana per condurvi dieci famiglie, che diceua hauer in pronto, quali non voleuano andar se non in quello di Pola, dicendo che

quattro Capi erano già stati con lui a veder i luoghi, et io hauendoli fatta prima una gagliarda ammonitione et persuasolo a .non melter in lite i poveri popoli, à non strussiar sè stesso et quelli che conduceua, et a non metter in mala fede la colti­uatione coli' apprender beni coltivati, ma che si elegesse in qual

parte gli piaceva terre in Polesana, che pur troppo è inculta, et dishabilata, gli concessi mille campi, cento per famiglia, asse­

rendo lui nelle supplica esser tutti inculti, et sopra questi hauendo

condotta quella gente, che con interesse pubblico et con pericolo

è stata dall' Ili'" ' D. G. Gabriel fatta traghettare dal paese Tur­

chesco in Jstria, ho poi scoperto la giustizia che hanno fatto li

Vendrarnini il medesimo che fecero su quelli di Rovigno, hauen­

dola messa nei luoghi colliuati de' particolari et della Comunità

di Pola, di che uedendosi messer Federico scoperto, ha detto di

non voler hauer più cura di quelli poveretti et li ha del tutto

abbandonati; et hauendo io ad alcuni di essi, che sono venuti a lamentarsi dell'inganno fattogli, fatta la medesima offerta di dar

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?

ò

______ ___ AL SERENISSIMO PRINCIPE __ ___ ._ 269

1i terreni inculti, m'hanno data qu ella risposta degli altri, cioè che gli è s ta to promesso terre ni arratiui e t oliuari e t che si sono partiti dalle case loro con ques ta s peranz a; e t non ostante che la Communità et li interessati con strepiti et con ragione mi tac­cino ins tanza che facci che costoro gli lascino i loro beni liberi,

io però tutto che sa ppi a che ciò sarebbe di giustizia uso ques~a v iole nza per l'interesse publico che gli lascio per hora là , perche di spera ti non si partano dalla provincia et mettano in peggior fe de la colfivatione. Queste se renissimo Prencipe sono vernmenle et realmente le ragioni, che nè moJti dclii venuti fin hora da

paesi ali eni ad hab ifar et colliuar la Provincia ne si siauo fer· mali , nè quelli c' haueuano pens iero uenirui si s iano risoluti di farlo : e t se ben sarà dt qualche soll euamento à quelli, che ve­ni ssero da qui indi e tro, la munHicenza, che ella vuol usare col

pagar del s uo le spese dell'investiture, caualcate e t perticationi, resteranno nondim eno col pensiero d' hav er avvocat i che li di­fendano nelle dilicoltà, che potess ero nascer so pra li beni con­cessi, di spender in citationi, in termini , e t in presentalion di scritture mà quello, che più importa, se non haueranno Capi, che con amore et con carità li gov ernino, e t ne habbino la cura, e t il modo di sostene rli fin che passino trar qualche utile dall e terre

che coltiverano, mai ne seg uirà buon effetto e t perciò raccordo riuerenlemente alla Serenità Vostra du e cose, che s timo necessa­riss im e, l'una, che quelli che vogliono pigliars i l'assento di condur da paesi a li eni nell'Istria gente, la quale (,:ome puo considerar

anch'ella) è dell a più meschina, e t che non può uiuer à casa

s ua , siano persone commode et libere, che hab bino il modo di soste nerla almeno per un anno et di provederla de' buoi e t

d' ins trumenti rurali; et com mo dita di s tar appresso la medesima gente per go vernarl a e t per hauerne la cura, et la tutella; l'altra

che no n leuino le perso ne dai proprij luoghi se prima non sarà s ta to conosciuto dalla Giustizia che li terreni concessili habbino da essere certamente e t lib era mente suoi; acciò ne l'interessati

habbino da dolersi, e t da contras tare con li No ui habilanti per che uadino sopra i loro beni; nè ques ti miserabili habbino da con­

sumar iniruttuosamfn te le vite e t )e sos tanze loro finche saperanno quali beni habbino da esser suoi. Non mancarò (conforme al s uo conunandamento) di riuedere li ordini e t ]e tariHe gia fatte dall ' Illu-

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270 DISP1KCI DEI. CAPITANIO DI RASPO

strissimi Prouedilori ne ll'I stria circa le mercedi de Ministri, re•

golandole in quanto facesse bisogno, et dandone poi riu erente conto alla Serenità Vostra la quale s uppli co a perdonarmi .se l' ho tediata

con sì lung a lettera, poiche non ho potulo far di meno trattandos i di

màteria da lei anco s timata così importante, da n ~n darle qu esla

allretlanto necessaria, quanto rea l informatione, accia possa con

l'infinit a sua prudenza dar quella regola in tal negotio, che giu·

clich e rà di maggior s uo servicio. Gratie e tc.

Di Pinguenle a lli 20 di Giugno 1605.

MARC' ANTONIO ERIZZO Cap.0 di Raspo.

42. Serenissimo Prencipe

In risposta de lle lette re della Ser.t:'t vr-1 di p11 ricevute à 17

de l presente le di co . riuerentemente che s ubito che l' i limi sopra

le fortezze mi hau era nno fatto capitar li Du ca li 500 da lei des li­

na li , per la compila restauration de ll e mura di Albona, io mi

transferirò là, per uedere il bi sogno, c' hanno esse mura, et tor­

rioni d'esser I a lti , et re para le, et darò li ordini che s timarò

necessarii procurando che s ia s peso il denaro fruttuosamente et

con risparmio; se ben, à dir il vero, essendo io luntano 25

migli a di strada montuosa, e l pessima, nè potendo esser s ull 'opera ,

ne riuederla, come sarebbe di bisogno, non s o come assicurarla

che possi esser fa tta seco ndo il volere di le i, e'I desiderio mio;

hauendo provati de simili in con tri nel! ' accommodamento del pa­

lazzo di Parenzo, che ho fatto far di ordine suo. fra tanto ho

scritto à quel Clar111 1 Podfl che fa cci intender a lli Agenti della

Communità che preparino li Maestri che procurino di saper doue

siano le materi e necessarie et me lo a ui sino perch è anderò ad

cssegui r il commandamento della Subll:i. vr·1• Gralie et c.

Di P inguenle li 25 di luglio I 605

MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo

43. Serenissimo Prencipe

Quando io credeva che con le tante deliberationi, et ordini

efficacissimi della Sereniià Vostra nella materia importantissima

de No ui habilanli, et con le molle fatiche da me falle in 25

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"I

_________ A_L_S_E_R_ENISSIMO PRINCIPE 27 1

mes i che son à questo Reggimento acciò siano esseg uite per interesse publico et per sollevamento loro, fusse di modo sta­bilila la coltiuatione, e l rehabitatione dell' ls lria, e t messo fine all e perturb ationi , et mol estie di ques ta povera gente à le i tanto cara, che non ui bi sognasse altra prouis ione, tro uo che il troppo ar­dire che a qu es ti tempi hanno a_lcuni dei nostri cittadini, i quali

s prezzando ogni ordine et ogni regola vogliono fare ciò che uien loro in pens iero et non quanto piace alla Sublimità Vostra, è causa che li Noui habilanti s iano più che mai trauagli ati. Il Ca­pitano di Ras po, a l quale daU' infinit a prudenza di lei sono rac­

comm andati.. ... . dis turbali , et uilip esi tanti e tanti ordini che l'Ecclmo

Senato ha in diversi tempi dati perchè qu esto Reggimento con la s up eriorità che gli è piaciu ta dargli nella materia di essi noui

habilanti habbi da proceder all'indennità loro; e t se ben del I 602 à 3 di nove mbre !u dichiaralo che niun Rettore del! ' Is tri a possa conlravenir a qualsivoglia ordine, s uffraggio, ò mandamento del capitano di Raspo e t a lli Ire di settembre I 603 !usse com­

messo al Chiar'' Podestà di Rovigno che debbi osseru ar quanto dal medesimo capitanio è promesso à Noui habitanti et che alli 13 dell o s tesso mese la Serenità Vostra chiamasse costi il Po­des tà di Due Castelli, e l s uo Cancelliera per hauer lransgresso gli ord ini miei; e t qu antunqu e del I 604 à p0 di Marzo l'Ecc"'"

Senato da se e t motu proprio scrivesse a lutti li Rettori dell a Prouincia che al Capitano di Raspo è comm esso tutto il negotio de Noui habitanti : et che però s i conformino agli ordini suoi di modo ch e no n restino punto turbali, ò molestati per qu alsiv ogli a

accidente, doue,1do esso Capitanio prouedere et rimediare a quanto

paresse r icercar il bisogno in ogni loro occasione: e t che alli 31 dell ' is tesso fusse tagli ata la sentenza ìalla contro Tomaso Curlavich dal Clar'"' Conte di Pola, perche non hauesse obbe­

dito a l s uHraggio dato gli da me ; et a lli 20 di Gi ugno posteriore

fusse dà nouo scritto à tutti li Rettori , et mandala inclusa la

parte del Maggior Consiglio per la quale viene s urrogalo in luogo del Proueditor nell ' ls lria, li capitano di Raspo per leuar loro ogni occasione di punto contrau enire agli ordini suoi : et benchè la Sublmtà Vostra, s timando come è veramente, questa

materia importantissima e t piena di molte conseguenze di gran rili euo si s ia risoluta à 20 d'Aprile 1604 di conferir nella mia

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272 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO

pers onn autorità straordinaria di bandir di terre, et luoghi li

transgressori delli ordini mi e i nelle contrafationi concernenti

l' indesc rite de Novi habilanti ve nuti da paes i alieni, repplican­

domi quasi il medesimo à 4 di Giugno ultim amente passato; con

dichiaralione che quanto sarà da me terminato nella mat e ria de

beni concessi à s imili novi ha bita nti resti inappellabil e, et come

russe gludi cato dallo stesso senato se ben (torno à dir) la Se­renità \lastra con tante et s i fatt e deliherationi ha voluto in ogni

tempo che tutto questo negocio sii raccomandato al capitanio

di Raspo , et che li ordini s uoi si ino dalli Clar1111 Rettori esse­

guiti; io però s timo che quando elln non si risolua di trouar col

s uo immenso sapere modo di rare che sia obedito il uolere· di

le i, siano superflu e, e t che non s i conseguirà mai • eia esse quel

buon effe tto che s i ha per rin e: perchè quasi lutti li Clarissimi

Rettori ne i principi de loro Reggim enti si mostrano molto reni­

tenti come ha fatto particolarmente il Clar111;:, Podes tà di S. Lo­

renzo nouamente uenuto, che s ubito ha cominciato à uolers i

ingerire nelle persone e t beni di Nicola Penesich et di Andrea

Oplanich uenuti dal paese Arciducale ad habitar in qu esto terri­

torio, oue attendono a ll a coltiuatione con la quale, et con I' es­

sentioni che hanno dalla begnignità di lei si sono fatti comodi

come sono per l'ordinario tutti li noui habitanti ; à quali perciò

molti hanno la mira, et chi permette che si cominci metter mano

nelle sostanze loro, pres to resteranno mendichi nel modo che

so no gli altri contadini de l paese; et se bene io gli ho scritto ,

et repplicato il voler della Sublimità Vostra, ricercandolo a non

ing erirsi in loro ma rimetterli a me come giudice delegato, egli

però, dopo hau er voluto saper ogni particolare dall ' autorità, che

è parso a Lei di volermi concedere, di che l'ho soddisfallo, el

dopo l' hauer allegalo il sta tuto di S. Lorenzo dis pose, che tutti

li animali, che vengono troua ti in d anno, debbino paga r un tanto ,

che va al medesimo d ' Podestà a l che io ho risposto, che non

è ristre tta da quel statuto l' autorila suprema della Serenissima

Republic a la quale ha petulo dopo ordi nare quanto l'è parso

mi ha tornato a scrivere un a lettera altrettanto impertinente

quanto lunga, la quale insieme con le a ltre che le invio per s ua

informatione potrà lei (così parendole) commetter che sia ve­

duta da chi meglio le piacerà per dou erle poi riferir in sostanza

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Al. SERENISSIMO PRINCIPE ________ i~

il contenuto et rar essa quell a deliber.alione che giudichera bi• sognosa in mate ria tanto s timata, e t importantissim a acciochè con l' esempio di ques to anco ·· n altri Rettori, che pur troppo saranno pronti, non ardissero di contrau enire all'intention sua; ass icurandola io, che se per ogni bagatella, dopo di hauer il

pouero novo habitante fa tti da i o tre viaggi di 40 o di 50 mi• glia l'uno, con . p~rdita di tempo, spesa e fatica, dopo l' hauer il Cap : di Raspo sufraga lolo e più d'una volta re plicato, che non lo molestino, si doucrà sempre uenir a questo di darne

con to alia Sublimità Vo stra , e ll a non hauerà_ da far altro, che occ up ars i di udir s imili r ichi ami, qu ~ndo però chi donerà inior•

marl a vogli a hau er que sta patientia, · dalla qu ale non trae se non dis turbo et travaglio di anim o; et prima che uengano le ri solu­tioni, l e qudli , per la molliplicità de' negotij rariss im e s i hanno, se non sono soll ecitate dall' Interessati a' qtrnli non porla _ la s pesa corre r og ni uolta a Vinelia, ò da quelli delli s tessi publici Rap prese ntanti che non torna lorb conto te nerli occupati in ciò, li poueri noui habita nti conueranno star a descriltione di chi

non ha uolulo l'infinito sape_r di lei, che li gouerni; et à poco a poco s'annichileranno come gli altri: ò si ri solueranno di ri­tornar alle patrie loro, e t abbandonar la coltiualione, alla quale non accaderà sperare che ui concorrino altri alletta li dalla mu­nific enza et dalla lib eralità di le i male esseguita da suoi Rappre­sentanti. Perdonimi la Serenità Vos tra se parlo forse troppo liberamente et cre dami che le rappresento il uero con grandis­s imo 1·amarico ; per che fr a le altre pouere terre dell ' Is tria

meze derelile, et di solale sò d' esser staio a S. Lorenzo, doue non tro uai pur un a perso na per le s trade ma ben delli animali ,

che andauano pascendosi del!' erbe, et per lutto si vedono; el se quel te rritorio vien dishabitato da qu elli , che per la vicinil à

e t per l' imunità ne concorro no dall ' Imperio, sarà non men de­relitto che la te rra stessa; per n.on att ediarla più non le diro allro se non che accenna ndo quel clar iss im o Podestà nel fin e nell ' ultim a s ua le tte ra, che se ben io douerò esser cognitorc trà il Penesich, et ch i lo ha accusato, S. S. Clarm' però ha da

esse r essecu tore e t vuol ·dire che gli animali tolti et le s pese fa tte nella s ua co rte et ne ll a s-ua Can cell aria non saranno per que s to re~ lituitc; io non ho uolul o re pp-lica rgli cosa alcun a, ve-

18

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274 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO - ------

dendolo interessato et mollo appassionato, ne meno uoleua scri­ver à lei; ma questo poueretto de Panesich è uenuto a mole­

starmi tanto dicendo di t.1oler comparere a' suoi piedi, che non ho polulo mancare di rappresentarle lai fallo, el aggiungerle che del 1582 a 27 di Marzo l'eccelm" senato in conlradilorio Giu­dicio con quelli di Pola oue è il core della coltiuatione terminò che nelli danni che facessero li noui habitanti ò fussero falli a a loro, quel clarm:1 Conte non douesse ingerirsi à modo alcuno:

ma solamente in quelli fatti fra Polesani, ne' quali fussero osser­vati li statuti di quella Cillà che è quanto mi occorse fedelmente et riuerentemente rappresentare alla sublimità vrn Gratie etc.

Di Pinguente li 4 di Agosto 1605

MARC' ANTONIO ERIZZO Capii" di Raspo

44• Sere,zissimo Prencipe

Micula Penesich Nouo habilante del territorio di S. Lorenzo è uno di quelli che sono travagiati da quel Clar0

" Sgr Podestà contra la mente della Sern1à Vostra , come le ho dato riuerenle raguaglio con altre mie del presente giorno, egli se ne uiene à

piedi suoi, et così ricercato da lui ho voluto accompagnarlo con le presenti, et raccomandarlo alla Sublà v r,i Gratie.

Di Pinguente li 4 di Agosto 1605

MARC' ANT" ERIZZO Cap" di Raspo

45. Serenissimo Prencipe

Hor hora è giunta una lettera del capitanio Vincenzo Chiu­chich a Mario Angelini, suo Agente quà, per la quale auuisa che la nolle delli 26 del presente tulli li noui habitanti da lui con­dotti sopra il territorio di Vmago al numero di 12 famiglie, ai quali gia pochi mesi fu mandato dalla Serenità Vostra à inchiesta del medesimo conduttore 30 ducati per cadauna da comprarsi animali di lavoro, si sono leuati, conducendo uia essi animali , e tulle le robbe loro, et andati nel paese Arciducale se ben così subito non ha potuto saper doue, se non che sospetta ch e siano andati sopra il fiume da Conte di Carponti, nouamente andato

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AL SERENISSIMO PRINCIPÈ 275 - - ----

ad habitare lù con diverse famiglie condotte da Castelnuovo, che uado pensando che possi esser quello che si offerse al clar" proueditore di Nouegradi di uenir in Istria, come v ra Subt,\

mi scrisse ù 20 d'Aprile L604; scriuendo di più che siano stati

anco persuas i à partire, e t forse aiutati dagli Umaghesi, non o­stante che alcuni di loro siano processati da me per hauer di propria auttorità alterati li confini di ordine mio pos ti alle te rre concesse à d° Cap0 Vicenza. Di questo accidente s i come io

non mi son merauigliato molto per quei rispetti, che tante uolle ho considerato alla Sertà v rii d'esser li Noui habitanti mal ueduli

e peggio trattati dai popoli et dai crnm Rettori dell'Istria, cosi ho uoluto darne subito reuerente conto a lei, dell'interesse delta

quale principalmente si tratta per restar quella parte dishabitata,

et incolta, et per l' imprestido sopradetto se ben nell' esborso

ho fatto obbligare alla restilulione in s olidum detto Cap0 Vin·

cenzo quale però resta molto intaccato per le spese ratte in condur quella gente, et pe r le robbe datele per sostenerla. Pro­

curarò con ogni diligenza d'int ender tutti i particolari et doue s i siano ritira ti , e t ne auiserò poi la Subl:\ Vostra perche possa

con gli Ag enti de ' Principi rare quel tanto che parerà ali' infinita

sua prudenza ricercar tal negotio. Gratie etc.

Di Pinguente li 28 d' Agost o 1605

MARC' ANTONIO ERIZZO Capitani o di Raspo

46. Serenissimo Prencipe

Con ogni possibile di1igenza ho procuralo di intend er come

ti Murlacchi Noui habilanti sul territorio d' Vmago s iano partili ,

et oue si sie no r e tirati; et ho trouato per cosa certa ch e uno di loro chiamato Milineo Lucis quello che era fattor del sanzacco

che a Zara fece tanto strepito per li animali menatili uia da

costui quando uolse passar in Is tria con g1i altri compagni, come sa la Sertà v r•1 è ·· andato pili uolte in compagnia dà altri doi, e

d'una donna di Vmago nel te rritorio di Buccari tra Fiume e

Segna, giurisdizione del Conte di Sdrino, et hauendo tratta lo col

Conte di Carponle ultimament e andato da Castelnouo ad habitar la col resto di qu ella Villa, che s i ·on erse gia lui al Clarm

I

Pro#

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276 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO

cura to r di Nouegradi di condur nello s ta to rtell a Subm;\ vr:i ; ha

persuas i gli altri a partire, e t fallosi Capo loro, hà poi condotte

ui a le 17 fameglie, che prima si erano par til e da lla med esima Villa, et pass ale su quello d' V mag o col Cap0 Vinczo Chiuchich; talche non occorse dubitare che lo s tesso conte, ch e uole ua condur tutta una villa in Istria n~n hebbi secca ta ques ta gente,

la quale per dir il uero non ha , per quanto s i scopre adesso

per tutto il tempo che è stata qu a, fatto coltiu alion c alcuna : ma ha a tteso a danin ::a re il bosco publi co uicino alle s tanze loro. alie rapine ai latroncinij , alli s forzi et ali ' offe nde r questo e quello sentendosi hora da ogniparte larnenli, et condoglianze di le i. Per

maggiormente acce rtarmi che siano so tto detto Co nte di Car­ponte ho mandalo M Gieromino Proni Citta dino, et Caual leggero

ch e hà gran pra llica in queBe par li , e t è molto destro, et accorto, in s iem e con uno da Bergodaz che ha la parenti , acciò s' info r­

mino doue si siano fermali e t d'ogni altro particolare ne cessario di che darò poi conto riu erente alla s rt:'i vr.\ perche possa con

saldo e real fondamenlo traflare que llo che s time rà conucnirsi alla publica degnilà Grali e Etc.

Di Pinguenle il pr"'·' di Settembre I 605

MARC' ANTONIO ERIZZO Cap0 di Raspo

4 7, Serenissimo Prencipe

Dopo l' hauer io con più lettere dato conto alla sere nità Vos tra della fuga delli Noui habilanli del Capilanio Vincenzo Chiuchich, mi resta dirle, come faccio riuerentem enle, ch e ho

com:enuto far rite ner un fratello del med° Cap" Vincenzo e t il

suo Alfiere; perchè in compagnia di allri s imili à loro an­

da rono à Visinà, giurisdition e dell ' Illu s trissimo procura tor Gri ­mani, pe r robb are et condur uia le mandri e inli ere di que i poueri

Contadini, come hau erebb ero fallo se non si fussero opposti li

pa droni , doi de i quali ferirono à morte; e t perchè sul territorio

di Vmago diedero delle ferile, et r idussero in s taio moribondo altri qu attro di quei s udditi; et a neo perche sono indicati d'esser

stati capi d' alcuni assassinii che co n una barca, il mese passato andati a lai d'un Grippo, che di Da1matia era venuto à caricar

fromenti nel porto di Cerue ra ui cino a Citf anoua lo sualisarono, leuandoli buona quantila di danari et di farina ferendo mortai-

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_ _ ___ _ _ _ _ Al. SERENISSIMO_ PR_I_N_C_IP_E _______ -=2-'-77'--

mente doi marinari. Di tal sorte Principe serenissimo sono le genti che le uengono condotte sotto pretesto di coltiuar la pro­uincia: nè punto differenti creda che siano quelli condotti dalli Vendramini, perche uno di quelli che ultimamente menarono in

Polesana sono stati ad assassinare et copare l'eremita del scoglio di Veruda del quale caso assunto li giorni passati

le scrissi, per hauer aultorità più dalla mia ordinaria, et per tutto quel territorio sono di modo infestate le strade da quei ribaldi, che le genti non osano caminare et ogni giorno s'ode qualche richiamo di loro, che non hauendo di che uiuere, et essendo usi

in quei confini di donde sono slati leuati, non vogliono lauorare ma uanno qua e la a robbare et depredare li sudditi della Su. blimità Vostra anzi che si sono fino messi alla strada publica, che ua in Capodislria doue fermauano li uiandianti domandan.

dogli i denari, et forse con qualche altra pessima intentione che hauerebbero esseguito, s' io non hauessi una notte mandata al• l' improuuiso la caualleria su quei monti et in quei boschi doue si erano fermali per scacciarli di là et per reprimere si scelle­rato ardire; et se ben pare che si sia per hora acchettato il bisbiglio, et i lamenti che si sentiuano per esser quelli doi re.

tenti et questi altri fugati, non è però leualo il timore nei popoli

che non ardiscono andar pei fatti loro ne i mercadanti alle fiere; ne cessa il sospetto ne ' suo Rappresentanti , che questo Verna non habbino costoro con l' ajuto anca di quelli fuggiti da V mago, et d'altri Vscocchi, che potessero menar seco, far de gran danni

nella pouera Istria pur troppo afflitta et ruinata: Il perchè ho stimato debito mio di rappresentare il lutto alla Serenita Vostra cosi per dirle che se questi che si afferiscono di condur noua gente per coltiuar et habitar la prouincia non meneranno conta·

dini usi a lavorar terreni; ma della sorte che hanno fatto rin

hora, che è auezza alle rapine, et a uiuer a modo suo, non so• b:1mente non ha da sperare alcun buon seruilio per la coltiua• tione; ma da dubitare, che habbino da far peggio dalli gia con­dotti: come perche fatta consapeuole di questo accidente possa

coll'infinita sua prudenza pensare à qualche prouisione per non

lasciar pigliar piede à simil genie che potrebbe danneggiare assai

gli poueri sudditi della Sub'à V"' Gralie etc.

Di Pinguente li 8 di Settembre I 605 MARC' ANTONIO ERIZZO Cap: di Raspo

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278 D1SP1-,cc1 DEI. C!WITA_N_' IO_D_I_ RA_S_l_' O ______ _

48. Serenissimo Prencipe

Questa mattina ho ricevute le le ttere della Serenità Vostra

dclii 1 7; alle quaJi rispond endo con la mia solita l'iuercnza le

dico che non mancherò di ben intendermi, con li clarissimi

conti di Pola, et Podestà di Parenzo et quello anche di Ciltanoua.

nella giurisdicione del quale pare" ui siano di quelli che infe­

stano il paese; acciò si possa ben esseguire i suoi commanda­

menti, adoperando io questa Caualleria et le Cernicle di questo

Capitanato et seruendomi anche (bisognando) delle altre dell' I­

stria secondo le mi vien ordinato dalla sublimità vostra, alla

quale non restarò d'aggiunger, che hauendo questi leggieri doi

soli du cati di paga à mese corrente, et le cernide non hauendo

alcun stipendio, sarà necessario quando si valerà di loro por­

gerli qualche cosa per loro sostenimento per quel tempo, che si

ndopereranno, come si è fatto sempre che sono stati in faltione ;

il perche sarà effetto della carità et della prudenza di lei dar

ordine che sia fatto la debita prouisione, perche come ella sa,

qui non ui è altro danaro, che quello che basta à punto per gli

ordinarii pagamenti de' stipendiati, et salariati del publico; et fra

tanfo, ritrouandosi qua trecento ducati lasciati dal Clarmo Zorzi

mio precessore che furono mandali ali' 111° Pr10r Cam:1° mentre

era à questo Reggimento, per risarcir le mura di due Castell i

uenendo l'occasione si potrà con buona Grati a sua spender di

questi. Nello resto farò quel più che potra uenir eia me, perche

sia compitamente essegnito il uoler della Sert:\ Vostra. Gratia etc .

. Di Pinguente 29 di Sett0•·0 1605

MARC' ANT' ERIZZO Cap: di Raspo.

49. Serenissimo Prencipe

Hauendo io tenuta sempre buona intelligénza col sr Cap(I di

Pisino (come so d' auer altre uolte dato reuercnte conto alla Se lii Vosr·1, non hò uolulo restare con l'occasione del bando

della città di Vienna inviatami dalli Clarini suoi Prouei alla Sa~

nilà, di partecipare con lui quanto ho stimato conueniente per

la buona uicinanza, et perchè essendo il territorio à lui com-

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Al. SERENISSIMO PRINCIPE 279

messo congiunto con questo Capitanato, et più aperto à quelli che uenendo da paesi della Carintia, dalla Stiria e dal Cragno ponno entrare nello sfato della Subliti't vr-i_ si possa unitamente

et in conformità dar buoni ordini per la custodia di quelle parti: Il che è stato da lui caramente accettato, et ben inteso non lrnuendone hauuto auiso d'altra banda. Et hauendomi con la ri­sposta, che questa sera m'è giunta, inuialo anco l' alligala lettera scritta di suo pugno con le nuove, che in essa si leggono, ho giudicalo bene mandarla subito alla Ser1à vr", sebben credo che d'altra parte le saranno già peruenute; et perchè nel fine della

medesima come ella vedarà, mostra desiderio d'abboccarsi meco [uori di questo Castello per gli rispelli, che ha, sebben quanto

a me stimo chè l'udire ciò, che uolesse dire, non fusse se non bene, non sapendo però se questo fusse di compita soddisfaltione

sua starò aspettando che la serenità vra si degni quanto prima comandarmi, quello che douerò fare, acciò possa in questa parte dargli risposta conforme al voler µi lei, che pari scritta da me senza sua saputa Grane Etc.

Di Pinguenle 25 di Ottobre 1605

MARC' ANT0 ERIZZO CAP0 di Raspo

50. Serenissimo Prencipe

Conforme al commandamento della Srt'\ vr•1 ricevuto con sue Iellere di 4 del Corr. datemi in questo punto per l' intervenienti

delli Communi di Monpaderno, Villanoua et Catuni morlacchi di S. Lorenzo in questa prova ; io procurerò con quella celerità maggiore eh' io potrò, d'hauer inlormalione diligente sopra I~ cose contenute nelle loro scritture presentate ai piedi della SY1

V"' per dartene poi conio con lutti quelli altri particolari, che stimerò degni di sua notizia hauendo in tanto scritto al Cl r.J

Podestà di quel loco che sendo retenlo Gregorio Ste!anich per la causa in esse scritture esposta, lo debba relassare secon~ do la pia mente della srl .1 v r.i che è questo che m'occorre per

hora riuerentemenle dirle in questo proposito. Grafie Etc.

Di Pinguente ad XXij Marzo I 606.

COSTANTIN Rt-lENIERO Cap0 di Raspo.

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..:2:.:8.:_0 _ ____ ..:D:.._J.:_S:.._P, __ \C'--C'--J-'DEL CAPJTANIO DI RASPO _ ___ ___ _

51. Sereniss') Prencipe

La notte di XXII del passato alcuni scelerali in numero

di sei, armati di arcobusi et manarini et vestiti alla Vscoca si

conferiuano alla casa di un Cherin Goreogial sotto il Castello di

Colmo di questa mia giurisdilione, nella qua le entrali legato il padrone, li figliuoli et le donne! quellì percossero. perchi li ma•

nifestass.ero se vi erano danari et alla Somma di L 16 gli ne trouarno conducendoli uia sette capi di animali grossi, hauendo lasciali legati lulli li predelli affine che non potessero <larne auuiso a quelli del suddetto castello; ne io ne hebbi alcuna no• tilia prima che alle 16 hore, il che inleso mandai loro dietro di

quei leggieri ma in vano, poiche essi cosi per beneficio della nolte, et interuallo di tempo, come perche il conlin Arciducale non disla pi"ù di un quarto di miglio dal loco dell'eccesso: tul­tauia ho mandato due di essi leggeri et fattoli penetrare anche

il paese Arciducale, accompagnati con lettere mie, che finalmente sono stati per ordine del sr Capii di Gropnich arrestati gli ani­

mali che veniuano condotti per di là da un .. . .. soleua habilare sopra il territorio di Città nova, et per allri delitti bandito dal!' li­

lustrissimo Erizzo mio Precessore, che fugato dalli medesimi si

è saluato pur col beneficio della notte, non hauendosi fin qui potuto hauer notitia doue egli et come si siano saluati, soh1-

mente che andauano alla uo1ta di Buccari ; nrn ben ricuperati tutti gli animali, che condotti de qui, sono stati consegnati al

proprio patrone con molta dimostratione d' amore del suddetto

capitanio di Gropnich, che si ha lascialo intendere di non sola­mente uoler ben uicinare, ma di procurare d'hauer li delinquenti

nelle mani per darli il condegno castigo, scusandosi però che capitandoli, non sarebbe in sua potesfa il concedermeli per l'or­dine che in lai proposito tiene da Sg' Conte di Sdrino suo Si­

gnore. Con tutto ciò io non pretermetlerò alcuna cosa per in­quirire chi siano costoro per darli poi un bando conforme al delitto. Mi riferiscono essi leggieri hauer inteso che a Fiume è

stato ritenuto un certo imputalo d' hauer sualisato il corriera di

Roma, che se n'andaua in Alamagna, et ritroualoli somma im­portante di danari.

Jnollre dicono esserle staio dello che in Segna erano ri-

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 28 1

tornati 300 Vscocchi con anime centocinquanta e l animali nu1

in poca qu anlita depreda ti tutti ne l paese del Sgr Turco.

Di tutti ques ti accidenti ho voluto, con la s olita mia reue­

renza darn e cont o alta Ser1:t vra così perche res ti di ogni par­

ticolare che possi s ucce der a ques ti contini par ticolarmente in­

formata, come pe rche s ij certa che usa rò esattissima diligenza et per lenir netto ques to territorio da s imili incursioni quanto

mi sarà possibile, et di ben vicinare con questi Sigri Arciii conforme alla mente della S rl à Vra e dell 'Ecc: VV: m mi Grati e Etc.

Di Pinguenle adì 3 Aprile 1606

COSTANTIN RHENIE~ Capilanio di Raspo.

52. Sereniss11

Principe

Doppo l' ingresso mio a questo Reggimento come ne signi­

ficai reuerentemente a ll a Serenità · Vostra, ho uolulo riuedere le

munitioni di qu esto Castello, le quali s ono da Marco Ca po dei

bombardieri che n e ha peculia r cura, con buonissimo ordine

tenute e conservate n e d' intorno a queste mi di s tenderò più

oltre perche de l bisogno di ricambiarle alcune canne d' archi•

busi et di mosche tti e t di n1andar poluere, e conto, ne do conto

particolare all' Illustri ssimo Proueditore s opra l'Artigliari a : Ma

que llo che mi par degno di essere rappresentato a lla Serenità

Vostra et ali' Ecc. VV. lllus tri ssmi è che hauendo io fatta la Ras•

segna di questa compagnia de Caualli leggie ri solfo la cari ca

delli serenni capitani Ricciardo et Alessandro Ve rci rratelli , l'ho

rittrovata in assai buon termine, e t ueramente meglio di qu e llo

che era pe rs uaso, ·et quando à proportione tuffi li altri caualli

corris pondessero a que lli d'essi Capitani, si potrebbe con verità

dire che la Serenità Vostra non hauesse per a uu entura che mag•

giormente desiderare. Ho percio da to ordini tali, che spero di breve

s i ha bbi à trouare in stato megliore: imitando in cio l' Illus tri ssimo

Signor Marc'Antonio Erizzo mio pre decessore, al qual e così per

questo, come pe r altre s ue nobiliss ime a ttione in questo gouerno,

a ttribuirei quell e lodi che se le convengono , qu ando S. S. Illu­

strissima in altre occasioni maggiori non hauesse dato segno

pienamente de l valor e virtù s ue. Et hauendomi essi leggie ri

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282 DISPACCI DEL CAPITMIO DI Ri\Sl'O

presentata alla banca una scrittura nella quale espongo no le loro necessirn, asserendo che lo stipendio ordinario non sopplisse alle spese de caualli per quelle cause espresse in essa scrittura,

ho vol uto così da loro grandemente instalo, inuiarla alla Serenità Vostra, perché si degni hauerui sopra quel1a considerafione, che sar,1 s timala <1 proposito dalla somma sua intellige nza. Ho a nc o

hieri rallegrate (?) quesle ordina nze che da medesimi capilani Verci sono disciplinate, le quali per dire il vero non mi sono riuscile come desideravo; perche se bene è assai bella el buona gente

non di meno è per lo pili incapace di militar dìscipline, ancora­che da loro capillni' le uenghi co n molla diligenza insignafa;

con tutto ciò uado sperando con l'ajuto detto, e con il presen­temente essercitarle, passino ogni giorno andar auanc iando, et che han a riuscir più alle à questo essercifio perche in qua­

lunque occasione se ne possa va lere la Serenità Vostra, nel che per ben seruirla espiegarò ogn i mio spirito, et in ogni altra

cosa che conoscer dover riescir di publico seruicio. Grafie El.

Di Pinguente gli 3. Aprile 1906

COSTANTIN RHENIER Cap" di Raspo.

53. Sereniss0 Principe

Se bene mi persuado, che per più mano di lettere sara slata significata la Sertà vr.i delle incursione et depredationi

fat~e ultimamente à queste riue da Vscocchi ; non di meuo es­sendo capitato qua in questo punto un certo d'Albona, et per­

uenutomi a notitia, che egli raccontaua alcune nouità pur di Vscocchi, ho stimato bene hauere il suo constituto, il quale in­uio con li presenti alla Serentà Vostra, perchè res ti maggiormente

informata, et serv irà almeno (se per auuentura tardi) per espes­sione del riuerente desiderio mio, che ho di ben seruirla, pro­

mettendole di continuare nel tenerla auisata di qualunque acci­dente che mi capitarà, tutto che da alcuni di qu esti CI.'"' Ret­

tori (eccettuato il Cl." Pod'' et Cap.0 di Capodistria) non me ne uenghi dato notitia.

Et à questo proposito debbo dirle, che dal!'III" Erizzo mio

·Predecessore mi sono stati consignati ducati cinquecento per

...

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..

Al. SERENISSIMO PRINCll •E 283

accomodumenlo delle mura di Albona, li Agenli della qual com­

munilà farò ueuir à me, el appun la rò seco del tempo che douerò

conferirmi di là per l' effetto predetto, co nform e al command')

della S e r1

:1

Vostra, alla quale ne darò poi particolar conto. Gralie.

Di Pingnenlc li X Aprile 1606

COSTANTIN RHENIERO Cap." di Ras po.

54. Screniss" Principe

Douendo io co nforme l' obb ligo de ll a mia ca ri ca lene r aui­

sa la la s ria v r1

di tempo in tempo quanto s' intend e da nouo a

qu es ti confini, e t essendomi riferito a questo punlo da uno di

questi mi ei leggi eri la carceratione de quelli Uscochi, ch'à di

pass<1ti s ualisarno la frega ta a queste riue, et recuperalion e

insieme de parte dei dena ri, et della freg a ta : Mi è parso ad

ogni buon fine hauer il consti tuto del medesimo leg gi ero, et in­

ui arlo come faccio , qui a ggiunto a ll a Srtà Vra, come continuarò

di fare alla giornata di lutto quello, che andarò intend endo di

momen to et degno de lla sua noticia. Grafie e tc .

Di Pinguente gli 18 Aprile 1606

COSTANTIN RHENIERO Capi lanio di Ra s po.

55. Serenissimo Principe

Da11 ' Illrno Erizzo predecessor mio mi furono lasc ia li tre­

cento du cati in tan ti cechini di Ragione della Serntb. v .r che

dalli m mi precessori suoi le furono consignati , con ordin e di

s penderli n ella res tauratione delle mura de i due Castelli di questa

Prouintia, de quali poi ne fosse !a lta de bitrice quella Communità

con ob ligo di rimborsarla nel termine d 'anni sei, pagando ogni

anno la rata , et come nella de lib eratione dell' Ecc111() Senato di

XXV Maggio 1600. Hora essendone insta to da lli agenti della Co­

munità, et per non spender il denaro infrultuosarnenfe , ho man­

dato il gouernatore sopra ques te ordinanze, per esser inior,:nato,

il quale rittornato mi ha in scrittura riHerito quanto la Ser1a vra

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284 DISPACCI DEI. C1\PITANIO DI RASPO

inte nderà dall'aggionta copia. Ho dunqu e deliberalo de qui a

pochi di, per be n servirl a conferirmi in quel luoco per l'eHello

predetto ; s i co me mi trans ferirò parim enti in Albana per la ri­paratione di quelle muraglie c ol denaro che in moneta, mi fu

la scia lo dal medm0 mm I mio precessore , con l'ordine insieme dall ' Ecc.0 Senato in questo proposito, di segnando io di delib e­

rare sul publico Incanto l'una, e l'altra opera con quel maggior

uantaggio che mi sarà possibile, di che ho uolulo darne reu e­rente Conto alla Ser1à vr e t all'Ecc. n. mrc perche di qualunqne

cosa restino pie nam ente informate. Grafie.

Di Pinguent e gli 30 Aprile 1606

COSTANTJN RHENIER Capt0" di Raspo.

(Copia del Capilano di Raspo al Prenci pe di Venelia)

III' ' Signor et mio Sig. rc Coli.mo

Alli 26 del co rrcn le fui alli due Cas telli à csscguirc gli suoi commenda­mcnli, el considerato molto bene gli urgenti bisogni, che si atlroua quel luoco, è che s ia risarcita in più luochi quella muraglia si atlroua senza ca lcina, causa la dal vento di bora e minaccia rouina, el in molli luochi l' è a nda ta per terra, in la banda di S. 1\\ichele ui è cascado o tto passa dc muro, di modQ che un huomo può passare a cauallo, in luoco dello il forno ui è ro ttura di passa Ire e mezzo di muro. In la pia ne a ppresso la porla noua rouinala da Ire passa. Nelle dui Torre ui manca il pauimcnlo, e ui è rottura nella casa della del vescovo, e per dui versi della muraglia ha di bisogno d' im­boccarla. Non deuo mancare di racco ntare à V. S. ma che il cas tello detto gli dui Caslclli è la chiaue che risiede in mezzo alla prouincia dell'Is tria , e quando non foss e li dui Cas telli , la prouincia rcstaria di visa in dui parie e non s i patria trans itar da un luoco all'altro. I confini dc arciduca li sono a p­presso due miglia e mezzo et da dui Cas telli in la uallala di Lemo non è più che Ire miglia e mezo, et s i ua per pianura, e sa ria bene che V. S. IIJ ma ne desse conto a S. Scrla.

Di Montana gli 29 Aprile 1606

Di V. S. 111"

Sera Deuoliss0

Annibale Baglione Go uertor,

1)

i•

I

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285

56. Serenissimo Principe

La natie del Venere 28 del passato furono da sei ves titi

all'Vsco cca, e t armati d'arcobus i et nrnn arini, condolli fuori cli S i•

nosechio, Villa del Cars o di qu esto Capitanalo, otto capi di

d'animali gross i, che seguitati dai medesimi di essa vill a (ecci• tali dall 'ordine che loro die di nel principio dell ' ingresso mio) pe netrali sotto i l Castell o di Casfoua arcidu cale, fu da loro a111•

nrnzza lo uno dei pred elli Vsco chi salva ndosi li alt ri col bene fi cio

della noll e, e t re cupera ti gli animali , il ch e seguì innanzi l'a rriuo

de ques ti leggi e ri che loro mandai dietro. Et perchè vien dello

ritro vars ene uno di e ssi co mplice ne l luo co di Munc pure Arei•

du cale, anco r che per altra parie mi venghi accennalo esse r

cos tui qu ell 'Al essa ndro de i S tefani che fu in Fianona preso e

rilasciato io nondim eno ne ho s critto a l capitano di de tto luoco di Mune perchè lo fa cci a rite nere, et ne lo uogli a concedere ,

officio però ch e s timo de bba riuscir 1Ja no per quell e conside ra.

tioni che in altre mie lettere ne s ignHi cai a lla Se rUi v r·i, com e

ho uoluto far anc o di ques to nouo accidente e t com e co ntinua•

rò così s tim ando conuenir alla mi a carica. Gra lie }:: te.

Di Pingu e nle il primo di Maggi o I 606

COSTANTIN RI-IENIERO Cap" di Raspo.

57. Serenissimo Principe

Conform e al co mmandam enlo de lla Serlà Vra riceuuto hi e ri

con lettere s ue di 8. dell' ins tante, ho s ubito fa tto chiamar à me,

lutti li pi e ua no e t curali, e t di qu es to loc o, e t di lutto ques to

Ca pitan ato ai quali ho fatto la comminati one contenuta nel man•

da to hauuto con esse le tte re d à qual m'è s ta to dimostra lo gran•

dis sima prontezza d'esseguirlo in tulle le su e par li, e t l' is tess o

ho fa tto sa pere , à tutti di qu esta terr a e t giurisdition e, s enz a

hauern e dato copia a d alcuno. Ho parim enti fatto affigger nelli

luochi più con spi cui , e t sp ecialmente sopra le porte de lle chi ese

di tutta que s ta mia giurisditione il protes to à s tampa inuiatomi

con le medesim e Ie ff e re ne l propos ito d ell a scomunica fulmin a ta

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286 DISPACèJ DEL CAPITANIO DI RASPO - ------------

da S. Santilà e t in lutto second o la me nte delln Srrn vra Grafie

Etc.

Di Pingue nle a di xij Maggio 1606

COSTANTIN RHENIERO Ca p" di Ra spo .

58. Sereniss0 Principe

Oltre quanto s ignific ai alla Srtà Vra con piit mano di le ttere

gli passali mes i, nel proposito d'alc uni sc elerali che uestili et armati all'Vsco ca, Ira qu ali di quelli a ppunto che se ne fuggiro sotlo l'lll0 Precessor mio , trafugando il publico denaro, fecero

incu rsione so pra questo Capitanato, s e bene colla recuperalione delli animali, et morte d'alcuno di loro : m'occorre ag giung ere, che doppo hanno lì medes imi tentato uari e volle di ritornare

so pra questi Carsi per depredare, e t herì a punto ma uano è

loro riuscito il pens iero s in qui, pe r il timore di qu este militie, che con ogni prontezza se le sono opposte, hau endosi ualuto

nell'occasioni predette oltre la compagnia de leggieri, da cin­quanta soldati di qu este ordinanze, somminis trandol e polue re,

balle et corda; e lullo che questi mi ha bbino più uolte inslato a darle qu alche pagamento per qu elli due ò Ire giorni che si

trattengono fuori, non hauendo ess i per la pouertà loro co n

che uiu ere, tuttauia non ho uoluto condescender ali ' instanza loro, senza ordine espresso della Srtà Vrla, dalla qual e allenderò

la sua uolonlà per sapere nelle future occ asioni , come gouer­narmi. Nè debbo tacere di dirle riuerenlemente che qu esti ri­baldi che infestano à qu esti confini, hanno le loro habitationi

sopra Buccari giurisdilione del Conte di Sdrino, dis tan te de qui, ma uicino alle riu e del mare cinque Miglia, che col sba rco di

due o Ire barche armate, se le potrebb e leuar la uila et solle­uarsi dall' infestationi et dall e spese insi eme che riusc irebbe anco senza molestia d' Arciducali , da qu ali sono come ladri

odiati : e t tanto piu me ne confermo, quanlo che da me des imi arciducali uen go assa i ben spesso de loro progetti a uuisa fo .

Ho uoluto dunque darne ri uerenfe Conio alla Srta Vos tra d'ogni

·J.;>

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 287 ----~

particolare pe rch e ne r es ti pi enam ente informata, si come con­

tinuarò di qualunque cosa che potesse succe dere. Gratie,

Di Pinguente gli 2. /\goslo 1606

COST/\NTIN RJ·IENIER Cap" cli Raspo.

59· Serenissimo Principe

Conforme al commandamento della slà Vostra rice uuto con s ue le llere di XI de l passa lo à 28 del medesim o ho procuralo hauer qu ella maggi or informatione che ho potuto sopra l' indo­

glienza di Mons, Ill,n , Vescovo di Pola, contro Euge ni o Luciani

di Albana nipote del Piovano di quella terra, com e resfarà la Ser1à vr·1 informata e t da una lett era di quel um I S. Podestà, et

dalla depositione de l s uo cancelliera che colle parti le inuio

po ich e alle parole del P re dello Eugenio profferile contro esso

Rev111n Vescouo a ltri non si tro uarono pres enti. vr Ser1à delibe­

rarà quello che più a pro posito sarà s tim ato dall a Somma s ua

inleligenza. Grafie Etc.

Di Pinguenle gli 5 Agosto I 606

COST/\NTIN RHENIERO Cap. di Raspo.

(Segue copia della teti. del Vescouo di Pola - 4 Luglio 1506 e della infor­matione del Podestà di Albana 2. Agos lo 1606).

Di fuori - 5 Agosto 1606 - Rt0 il 11. Raspo. Manda I' lnforma tion ricercata contra Eugenio Luciani che s i opponeva agli or­dini del Revmo Vescovo di Puola.

(Copia)

Serenissimo Prencipe

Pre Priamo Luciano Pieuano d'Albana già Vicario di Mons Vescovo mio Antecessore venne a tanta temerità che col suo modo di procedere diede molli disgusti al cimo 501· Girolamo Ouodo Podestà di delta Terra, negando sino di volergli dar Messa commoda per suoi anari, et facendosi incensa re, et altro ava nti esso clar0 competendo seco di precedenza nella Chiesa: per

·il che iui sforzalo pel' il rispetto che porto alli Rappresen tanti di V.1•11 Seria

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288 DISPACCI DEL CAPll'ANIO DI RASPO

castigarlo, et priuarlo del Vicariato, accio lcmlla l'occasione del Comnrnndarc fussc più humilc et suggello ;'1 quei che dcuc per ogni rispetto. Qucslo ha causato in me molto odio tra s uoi parenti et massime tra Eugenio figlio di Giacomo Luciani fratello di esso Piouano, che oltre l'a llrc sue impcrlinenlic il giorno di S. Pietro di quest'anno cssaminando io c,1 n il Rd0 Prc Inquisitore

con l 'assistenza del CJmo Rettore, come s'accos tuma, di Cose del 5 10 OH ' hn hauulo ardire di dirmi che son giudi ce parlialc, cl allre parole inconuenicnli , parlando poco rispetlo al Cla 5~ suo Rcllore e manco honorc a mc suo paslo­rc poslo in questo grado per bcgnignilil della sn;ì v 1~1• !\·\ ' è parso darne conio alla Sert i, sua cl farne seco condoglianza del poco rispetto, che si porla ù Prelati suoi suddili contra la S111 mente Sua. Perù la supp li carò anca, che uo· glia pigliar quell' ispedienle che gli parerti migliore aHinchè gli altri imparino ft tener quel rispello che si rice rca à s uperiori giusla la menle della Scr1it vm Da dto C1r1110 Podesla polr.ì la Sri :\ vra lrnuer di ciù, cl d'ogni altra cosa 1>iena informalione che oltre ciò, che ho dello sarft ragguagliala delle male qualilà c l Condilioni di esso Piouano e suoi seguaci. Reslarù pregando Dio benedetto per la felicità di \I. Scr1i1 e! di codes la Ser111 :1 Rcp .c.1 l'a cendole hu· milissima Reuercnlia.

Di Pola li 4 luglio 1606

a fergJ /

Della Scrl:1 vra

Humilissimo cl obJig mo Scr.rc

CORNELIO SOSOMENO Vescovo di Pola

t\l Ser1110 Prcncipc di \lcnclia.

(Copia)

Rtc Dic 5 Aug usti 1606

111.0 Sig. Coll.0

Acciò VS 111;1 possa effettuar l'o rdine havulo da S. Sertn : el coniorme à quanto mi ri ce rca in proposito della Condoglianza l'alta da MoÌls. Rmo \le· scouo di Pola, gli dico, che come prima gions i in questo Reggimento, dal mio m0 Predecessore mi fu fallo sapere come da Pre Priamo Luciano Piovano haueua riceuuto molti disgusti et nel progresso di dello mio reggimento io hù sperimentato l' istesso di conlìuuo. Nè l'hauer d. Mons. Rmn Vescouo di Pola fallo elellione di altro Vicario ha gioualo; poichè essendo questo huomo Piouano, so llo tal pretesto si ia insolenle et porla poco rispetto à Rappre· sen tanli di S. Ser1:1 del che I' 111° Erizzo Precessore di SV ma ha dato conto al sereniss0 Prencipe. Quanto alle parole poi usale da Eugenio Luciano verso d10 Mons. Vescovo la dovrà sapere, che questi giorni formando cerio pro­cesso d. Mon. Vescovo è il padre Inquisitore contra un Prete de qui, alla qual forrnalione io era presente ed il mio Cance(e essendo essaminato come tes timonio il sud0 Eugenio e nel fine del essame essendo secondo il solito

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AI.__S_!:'.~NISSIMO PRINCIPE _ ---- ~

s ia dimandnlo s'e ra amico, ò nemico di quel Prete e t hauendo ri spos to d' es• se r amico et essendoli in progresso di parnlc dello da Mons. Vescovo non vi ricordate che uoi r,1i presentas te contro d0 Prelc una querela, e mi faceste istanza che dovessi proceder contro dc lui, come adunque potete dire d'cs· serli amico: al che d0 Eugenio risposè ; è vero, non mi ri corda ua ; Ma V. S. R.rna ha usa ta partialilà pcrche uoleua, che se li desse piezzaria di slnr ad pocnmn lalionis, nondimeno conlro il Piouano mio Barba nè si ha fallo così : ma cosi la uà, è buona cosa haucr li Giudici dalla sua; et parole simili pro• forte con sdegno el poco ri s petlo : sopra le quali parole d0 Mons. s'alterò, et ancor io, parendomi esser falla offesa alla mia persona, hauendo parlato così irrcueren temenle alla mia presentia et contra un Prelato che inuero in tull e le s ue a ltioni s i ha mostrato e s i dimos tra semp re obsequenlissimo, et obe­dienlissimo verso il Ser0 Prencipe et s uoi Rnppresen tan li ma per non hauc r io all'hor che un solo Canceliero non ho poluto far alt ro; et tanto posso dir a V S 111'1 in questo pro posilo et così affermo .esser ve ro. Ho fa llo inti1\1ar al S. Gier .m0 ProHci mio CanceJrn che sene uenga de li alla s ua presenza , perchè a ltri non fu ro no presenti à tali parole eccello che il Padre Inquis ilore. Con che fa cendo iinc à V S 111n bacio le mani.

D'Alba na li 2. Agos lo 1606

Di V. So 111.'1

Seru .0 aH.°

HIEROLIMO DUODO Podestà

Segue la depos izione di Hieronimo Profici Canccllier : ma nulla contiene di nuovo oltre quanto viene espos lo nella info rmazione qui riportala del Podes la di Albana, e pcrc.iò s i ommcllc .

60. Sereniss0 Principe

J-lauendomi gli serenni Ri cc iardo et Alessandro Verzi fra telli Capitani sopra la Compagnia de qu es ti leggieri presentata l' ac­clusa ·scrittura, ho uolulo conform e all a loro istanza inuiarla alla Sertà Vos tra con ques te mie per testimonio anco della molta loro prontezza da me sperim entata nelle occorrenze publiche, et

della uirl[t loro. Gratie Etc.

Di Pinguenle gli 9 Agosto 1606

COSTANTIN RHENIERO Capi t° di Raspo

19

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290 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO ---- ----- --- ---- ·•

I allegalo:

Sereniss imo Prencipc

Seguitando noi Rizzardo e! Alessandro fralelH Verzi le uestiggie di no­s tri maggiori li quali in tulli i lempi s 'hanno dimos tralo pronti al servilio di quesla sua Eccelsa Repubblica siccome dalla scritture pubbliC'he può esser nolo, el manifesto alla Srtà Vra J-lora con l' istesso ardor di l'cde si mouia­mo noi fratelli anledeltì et conforme la propos ta li mesi pass i falla in nome nostro dall'Ill.:i 5ro Alessandro Zorzi alli Ecc111 i Si Sauij le dicemo et con ogni sommessa humillà le proponcmo che occorrendole ,ì questi et in lutti li altri tempi vi ofrerimo ambo duo no i fratelli et li figliuoli c l ncpoli rìspcl· tivi di uenir a seruirla et far compagnia di Cauallaria ò fnnleria secondo ci sarà imposlo et ordinalo dalla Sub t:'1 vr;i Alla quale Grafie Elc.

61. Sereniss0 Principe

Questa notte d' intorno le tre hore, mi fu ratto sapere dal

zuppano della Villa di Lanischie de questi Carsi della Serenità Vostra, che in essa Villa erano capitati sei uestiti et armati alla

Vscoca, et con essi loro un frate, et conforme ali ' ordine datogli, me ne haueua uoluto dar notitia, soggiongendo che temeua fos­

sero uenuti per commetter qualche male. Il che inteso chiamati

a me gli serenni Ricciardo et Alessandro Verzi fratelli Capitani

sopra questi leggieri, et ordinanze commandai loro, che si con­ferissero nella predetta villa per far arrestar questi. Andati dun­

que subilo con li loro soldati, et peruenuli al luoco predetto due hore innanzi giorno, gli furono da detti Vscochi fuori d'una

casa ch'haueua due porte, et nella quale si trouauano, sbarrate diuerse archibusate da una delle quali fu collo il capitanio Ales­

sandro predetto che per hauer hauuto il pe tto à botta è restato per uoler diuino illeso ed entrali li soldati, dopo molta difesa

ne hanno ammazzato quallro de essi Vscochi, restando morto anche il frate predetto c_he con essi in fiume si era accompa­

gnalo, e fatasi loro guida, et li altri due condotti in queste pri­gioni, denominali l'uno Dominica Curia quondam Peppo, et l'altro

Milos quondam Vnco amendue di Dolcigno, i quali constiluiti

confessano d'hauer quello militato nella compagnia de' cappelletti sotto il Capitanio Vnco già molti mesi ; et questo sopra le barche

armate in tempo dell ' Illustrissimo Prouedilore Generale Gabrieli

di f. m. et finalmente alcuni mesi sono, che slanciano in Segna

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AL SERENISSIMO PRINCI~ 291

come vi slauano parimenti gli altri quattro compagni restati morii'

nel detto conflitto. Et se bene negano d' hauer commesso alcun eccesso, tuttauia in processo uien detfo che questi gionti nella

delta villa domandarono di un cerio forlano, et di un prete gio•

vane che sono di quel loco et furono quelli che con altri fugarono li Vscochi che haueuano depredali animali et che sotto Castova,

Castello Arciducale in tempo di notte, ne ammazzarno uno di loro colla recuperatione insieme della preda come à punto ne

significai alla Serenita Vostra sino sollo il primo di Maggio

pass0, vado percio arguendo che questi fossero dclii predetti et

ritornansi hora per uendicar la morte del loro compagno. Si ag~

gionge uenir dissaminato d'hauer essi commessi uarij furti d'a•

nimali sopra l'arciducale. Continuarò la formalione del processo

et capitarò poi all'espeditione loro intanto ho uolulo di questo accidente darne riuerente conto alla Srtà vr;i perchè resti d'ogni

particolar informata et per dirle appresso, che non pretermetlerò

alcuna cosa per solleuatione et conseruatione de questi popoli

da lei raccomandatimi. Mi resta in questo proposito di raccor•

darle da nouo colla solita mia riuerentia, che si come queste

militie si dimostrano prontissime ad ogni cenno, cosi resti la

Sertà Vra supplicata di far qualche deliberatione perchè almeno

queste ordinanze riceuano qualche recognitione per quei gior.ni

che si trattengono fuori nelle occorrenze pubbliche ; poichè im•

possibile è, che per la loro molta pouertà senza publico sov•

uenimen lo possano tralfenersi nelle predette occasioni. Grafie

Etc .

Di Pinguente, li 18 Agosto 1606

CQSTANTIN RHENIERO Capii"

di Raspo

62. Serenissimo Prencipe

In questo ponto è capitato in questo luoco un fratello di

Mons . Rmn Vescovo di Pedena, dal quale, seco ragionando, ho

inteso che il Capitanio di Pisino ha comprato il iromento delle

entracte di esso Vescouo, et che ne ua tultauia comprando sopra

quei luochi arciducali circostanti, mandandolo a Fiume, oue ha

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292 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO ------

intelligenza per esser d' indi mandato in Puglia, la qu al cosa ho uoluto reverentemente s ignificare a lla Seria vra_ sti mandola degna di sua notiti a s i come continuarò in darle co nto d 'ogni altro par~

ticol are che mi capitarà. Grafie Elc.

Di Pinguenle gli 19 Agosto 1606

COST. 0 RH ENIERO Cap'' di Raspo.

63. Serenissimo Prencipe

Rittornato hoggi dall a Piuca uno de sold a ti a cauallo di questa compagnia, molto pratico · de luo chi arciducali ; ch e fu

all'assedio di Canissa, mi riffe risce esser sta io publi ca to un edito dal Sermo Arciduca Ferdinando, che prohibisce espressa me nte ù

s udditi di Vostra Serenità con pena capita le l'eslratlione di Ca~

ualli e l altra sorte d 'an imali , e t per c iò ha volul o di questo

particolare darlene riuerente conto, perche ne res ti informata

Grafi e Etc.

Di Pi nguenle gli xx j Agosto I 606

COSTANTIN RHENIERO Cap" di

Raspo.

6,4.e Sere11iss0 Principe

Significai alla Srlà Vostra sollo li XXI del corrent e esser

s lalo per publico edillo del Ser'"0 Arciduca prohibilo alli sud­diti della Srfà vr,, l 'estrazer animali di qualunque sorte, et es•

send omi in questo punto capitata l' aggionfa lettera del Clarmc,

S" Podà di Monlo na non meno dilig ente che prudente del suo

gouerno, che perciò se le deue allri buir molla lode, colla quale

mi avvisa certi particolari cosi del Vescouo di Pe dena, come d'arcidu cali nel dello proposito di prohibilione : ho stimalo bene inuiar la medesima lettera alla Srtà vra affine che d'o gni cosa

che s uccede ne res ti informata, si come conti nu arò à darle conto di ciò che mi peruenirà. Grafie Etc.

Di Pinguenle gli 29 Agosto- I 606

COSTANTIN RHENIERO

Cap0 di Raspo

(>

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..

..

AL SERENISSIMO PRINCIPE 293

65. Serenissimo Prencipe

Essendo stato eccitato dalli Clarmi ssri Proueditori alla Sa•

nita ad inform armi se fosse uero, che nella Città di Graz la

peste si facesse sentire mandai l'AHiere di questa Caualleria come pratico, nei · paesi arciducali et ne' quali ha molti amici,

per penetrare questa ueri"tà, il quale ritornato in questo punto,

mi riUerisce, che nè in Graz nè da quella città in qua esservi alcun sospetto contaggìoso, nè meno farsi fede di sanità, ma si

bene in alcune terre distanti una lega da essa ci llà _nella qua.le

si fanno proccisioni grandi per tenersi quel male lontano, et mi

ritferisce insieme altri particolari, che dall'aggionta relatione sua reslarà la Sertà vr.i informala stimandoli degni della sua noticia

Et se altro mi capitarà le ne darò riu·erente Conto. Grafie Etc.

Di Pinguente il di 29 Agosto 1606

COSTANTINO RHENIERO Cap0 di Raspo,

66. Sereniss Principe0

Questo R.'10 Piouano Vicario foraneo mi lrn ~.,Tio in questo

punto l'aggionta lettera che le scriue Mons. R'"' Vescouo di Trieste,

colla quale le uiene commandata l'esec utione della prohibitione

fatta in Roma del tener ò leggere alcune lettere della Srtà v'·'. et altri scritti nel proposito delli presenti moti con Sua Sntà la

quale lettera conforme all'obligo della mia carica. Gratie Etc.

Di Pinguente gli 6 Settembre 1606

COSTANTIN RHENIER Cap' .

di Raspo.

Deuotissi in Christo Com1. fratello.

Mi è stato mandato ques ti giorni passati un editto publicato dalla Sacra Congregalione del San to Officio dell' Inquisitori di Roma, col quale si prohi· bisce sollo pena di escomunicatione ipso iato da incorcrsi e riservala alla Sede Apos toli ca, eccello che con articolo di morie, che niuno debba iÌ posla leggere, tenere copiar ò communicar ad altri q~ella ris~os\a _ stampata sollo

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2911

nome di un dottor di Teologia falla contra il Brcuo di S. Sa nlil à di cens ure con tro SSri \lcneliani cl altre lellcrc direlline à Palrinrchi, Arciuescovi Vcscoui , a Ecclesiastici, con tulli li alt ri libelli così sta mpali come sc rilli :i mano in questa mater ia; di che ne ho uolulo auuertirvi accio chè nel miglior modo che giudicarcte bene sirmo, quei diuoti populi admonili cl auuerlili di non legger ne tener simili scr ilture se non uoliono casca r in scomuni ca papale con pericolo di danar le anime loro. Et di ciò auue rlire le lutti gli altri sacer­doti et curali Et ui prego da Dio ogni bene. Trieste li 23 Agos to 1606

Urs ino Vescovo di Trieste. •)

67. Screniss0 Principe

È comparso da me un Juan Jurgeuich fuggito da Chissa sua patria, insieme con Ire fratelli due figliuoli, ef 1111 donn a,

per molte insolenze che li ueniuano usa te da' turchi, da quali le è s ta ta ammazzala un a sorella, che non uol se acco nsentire

alle loro uogli e, ricercandomi assignation e di terreni , per colt i­

uar1i , et habitar in qu es ta Prouincia per vivere sotto l'ombra dell a Serenità Vostra a' quali procurarò di prou edere con quel

meglior modo che potrò ma perche ne1Ia distributione, et assi­

gnatione di terre a' quesli mise ri, ben spesso so no s ucce duti disordi ni a ltre uolte, perniliosi a l publi co seruitio, el di mollo

danno a questi, però che doppo che sono stati inuestiti di quella

porfi one che da publici rappresentanti era s timata necessari a,

compariscono altri con lnu es filure precedenti, in essecutione di che uengono questi poueri licentiafi, ancorche quelli à chi pri•

mi era mente erano concesse, ò non habbian adempito le condi• tioni di chiarale nell e deliberationi dell 'Ecen'i sena to, ò si habbi a

riseruata maggior qu antità per pascolo di quello che se le con­

vie ne. Et quello che è di somma importanza, che se bene alcu­

ne Vi1le di certi pochi si sono annichiliate, s i trovano nondime­no di presente occupato da cinque ò sei famiglie solamente

lutto qu ello che dalli ce nto era prima posseduto, hauendosene

artificiosamente falli inuesfire dall' Illu s trissimi precessori mi ei in uarii tempi, et con molte fraudi, di maniera che se compa­

ri sce qualche d'uno d 'aliene ditioni non sa oue appoggiarsi per essere i terreni preuenuli, et il disordine più 'importante et che

a ciò scriu er mi muou e principalmente, è, che qu esti possedono

•) Orsino de Bertis, vescovo di Trieste 1598- 1620.

I '/

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Al. SEREN ISSIMO PRINCIPE

tanta quantità di terreno per pascolo che eccede di gran lunga

il loro bi sogno dal che nascono due mali ; che la coltiualione

non vie ne effettuata, l'altro che seruirebbe per distributione ù

molti altri , oltre che, et à quelli, et a ques ti d' auuantaggio si

so ddisfare bbe. Nè potendo io dar alcuna regola in qu esto pro•

posito ostandomi le concessioni, nelle quali non posso, nè debbo senza espresso ordine, mette rne mano, nè rimediare ad altri

infiniti abusi, e disordini di molta consequenza, che hanno biso­

gno di prouisione per popolar questa prouincia, ho uoluto con­

forme anco alla dispositione della parte presa in qu esta mate­

ria l'anno 1601 3. Novembre darn e conte riu erente alla Serenità

Vostra pe r aspettar da lei quanto le piacerà commandarmi. Nè

debbo tacere di significarle esser introdotto pur in questa Pro•

uincia una mercanti a colla quale s i estrazono somma considerevole

di manzi, che dovere bbero restarne per la coltiu atione, cosa tol•

le rat a per quanto intend o, da alcuni de qu es ti chiarissimi Ret•

tori con pregiudicio del servitio publi co. Raccordarò perciò colla

solita mia reuerenza, esser spediente-, che dall' lllmi Sopa Prouedn

s opra le beccarie fosse s otto graui pene prohibito, l' eslratione

a lmeno degli animali buoni per la coltivatione prede. Rim etten•

domi tuttauia alla somma sapienza dell a Srtà Vra, el delle SS.

V. v. mmc et Ecc.e Gratie Etc.

Di Pinguente gli 6 ottobre 1606

COSTANTINO RHE N!ERO Cap" di Raspo.

68. Sereniss0 Principe

Hoggi conforme al co mmandamento della Sertà vr-\ rice uuto

con sue lettere di 3. de ll' ins tante, ho licenliato da que ll a com­

pagnia di leggieri Antonio Vicichio, et Marc'Antonio dal .Senno,

per andarsi metter al seruitio del s gr gouernator D~lr1co ; et

procurarò al meglio che porrò, di riempirla, se bene m è molta

di!!i collà de soldati per il predetto seruilio. Gralia Etc.

Di Pinguente gli 13. Ottobre 1606.

COSTANT!N RHEN!ERO Cap."

di Raspo,

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296 ____ D=--lc:S_:_P"-ACCI DEL C1\l'IT1\NIO DI IMSPO

69. Serenissimo Principe

Significai alla Serlà Vra à 6 del corrente la perniliosa

mercantia introdotta in ques la Prouinlia, dell'eslralione di manzi

da lauoro ; et perche questo disordine è importantissimo et che tullauia si fa maggiore, come mene viene auuisato dal Clar111 ·>

Conte di Pola, le lettere ciel quale inuio alla Srlà v rn per più

sua particolare informatione, ho uolulo aggiongere le parti, affine

che colla sua somma int elligenza s ia falla quella ultere proui~

sione che stimarà a proposito; poichè estrazendosi animali da

lauoro, ne seguono due mali; l'uno che questa Provintia che le

è tanto à cuore per la colfivatione sua, restarà in gran parte incolla

contra _ la pi a s ua mente, l'altro che quanto minor numero de

mani ui è, tanta è maggiore la difficoltà di condur ali i carga~ dori li Roueri che si lagliano nella Valle cli Monlona el aliroue

per la casa dell'Arsenale, che à punto sin poco si deue gettar

una grossa Carratà per il seruitio predetto conforme all'ordine eh' io teng~ dall' m nii Prouedtori et palroni all'Arsenale, nella

qu al condolla sono tenuti proporzionabilmente tulli quelli che

hanno buoi, oltre che continuando la sodetta mercantia che

partorisce anca infiniti parli , ne succede un'altra inconueniente, che portano il peso solamente quelli pochi che hanno animali

et li altri restano solieuafi dalla predetta grauezza, et annichiliti con questi traffichi. Gratie Etc.

Di Pinguenle, gli XXIII Ottobre 1606

COSTANTIN RJ-IENIERO Capilanio

di Raspo

I : R" ù 14 Oltob. 1606 : I

Alla sua di 5 inslante, che la mi ricerca che li dia rngguaglio della mercanlia che è introdolta de qui di condur an imali fuori di questa prouincia, riuerenlemenle le dico, che pur lropo ne ho sentilo dispiacer infinito di questa tanto dannosa introduzione di condur animali boinj htori dcli' (stria con man­dati delli m wi Si provCditori alle becarie che scrà cagione che in breve tempo la prouincia tulta dcli' Istria se rouini e pres to rcslaril anichilala, poi che

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,~,

297

cio non so lo fa gra ndissimo danno alla agricoltura perchè oQni dì si ucndorio li an c mali da lauor, ma co n da comodihì ne ucngono roballi infiniti, li ciuali

con d0 occasione sono s trnbalzali nelle barche ne s i polena trouar i ladri. Quello mò che passi f.ir l' aullorillì, di ò conii· di Puola a obuinr ·n !ali inca• nucnien li , cl a oponersi a i orden i di quei i11 111 i Signori, lo può benissimo comprender la molla sua sapicn\ia et la infinita su"n prudcntin. lo ·rnmo 5or

sub ilo che ltli · gionlo a qucslo reggimento haucndo in teso che vi andauano à Vcnc li a moll i ancma li da lauor, fec i publichC proclamc, Che niuno sò llo grau i pene potesse ucndcr a_ncnrnli che fossero boni da .arar, ne quelli s i potesse ro condur a Vcnclia· ·conforme all n men te di sua Scr.ti1 nrn che mi uale che hahbi l'flllo tale prohibitioni, se quelli che li uendono dicono s empre

che non son pìt) boni da lauor c l se ne lroua alcu no, di co no non esser del

territorio nostro mn dc Dignano, o di Vale che hann o la s ua scola . a Fasana ne po lemo im pcdi1:li essa scala. Ha uendo po i inteso c he con questa-occasione

dc condur nncmali n Vc nelia, ogni di 9cne sono rob,11li cl si sen tono molti

a lamentarsi et da poco le mpo in qua ve ne sono s ia rubali pii) de dusen to

ho l'atto proclamc che quei che uogliono condm .'.lncnrnli in Vc nclia s·iànb

obligati dar in nota nella cancelleria la sor\e de an~ ma\i che 1109\iono con· dure, et da · chi li hanno co mprn!i, cl pc1· qLtn~lo li lrn~no co mprali, ma

ninn c he · questa non mi hn ualeslo per cio c-hc apo nia c111esti gio rni pnssali

ne e s ta io lroualo un manzo . a Fas<1na ruba lo, che si upleua carga~· pc1·

Venclia cl quello che gc fu rubalo ~sso manzo, si . 11 cne a lm~enlar, cl s ub ilo mand:-ii c l mio ui cc cav.ilier a Fasana, e t lo lrouò in un prado

douc ui erano 25 manzi che s i uolcuG cargar per ucnc li ~, cl so1,ra ciò far·

malo processo, troù o che in tal fur to ue ne sono inlrigali di quei contadini

c he sono ricchissimi cl è fama, che per t:d uia si Siano arrichili. "La onde

con questa occas ione mi hò risolto non -dar più lice ntia _ ad alcuno che vo·

glia ca rgar a ncmali di ques to territorio, e cloman _ o l'altro aspetto che mi

ueng hi scr itto lettere che m i comella pene grauj che dii liccnlia cl I.issi car·

gar ogni sorte dc anemali per Vcnc!i<1. Li bnzmiotli ucramcnle di ques ta mer•

canlia sono I' infrascritti : Vi ccnzo Vio da Buran lrnbila a Fasana, Auguslin di

Vechi, Francesco Bigolo, Bcrnal'Clo ToHello, ·1us to Vidò dn Dignan, et NiColo

'Jriuisan li quali · in manco de mesi q nalll'O che io so n in ques to Regimenlo

hano condotto uia pii) de animali cento e dnquan!a . Vi sono anca r\ nd rca

Colombo c l Camilo Ga lclo dello d'Auanzo da Bnran c he lcn dono a s ta pra ti ca

cli comprnr c1nemali , nrn loro li vendono poi a questi che li cOndurono a

Vcnetia, di modo che s i può di r tu lio questo Iranico sia in man de buranci

ch e nau igano cl habilano in queste pa rli. Ques ta lll0 S 1· è quella infonnali on

che confo rme al s uo desiderio mi ha parso debito -mio dl darle immediate,

ma se V. S. 111111a haucrfl caro di hauer pilrticular informalionc delli an emali

che si trouano esse r s ta rnba ti eia poco ternpo in qua a Villa per Villa, pro ·

curaro di darli quanto prima quella piL) di sli.i~ta_ \nf9n~1a_lione ch_c polrò .. h~­

ucrc, ben le diro che gia pochi mesi furono ruba li qu<1lro manzi eia lauo_i· ii~ qucslc parli cl a ndò il p,alron cli ess i a lrouarli prima che fosscl'O discancali

a Venelia. çl per haucrc c_\i" h~l~JllQ n~_lla sua barca uno -~he_ l:eniua de luog~

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298 DISPACCI DEL CAPITANIO DI RASPO -------- --

suspello fu mandalo a Lazarctlo et se ben fece in1crlenir che non fossero

ammazzali li buoi et manzi di dello cargo per qualche giorno fecero tan to i condu ttori di essi manzi con occasione di della dilalionc che furono qunsi tutli essi manzi ammazali et per questo accidente non si potè trouar li manzi robati. Serà dunque di grandissimo solleuamcnlo a questa prouincia che v. s. 111ma proueda et faccia proucder alli graui danj che si fanno in questa

provincia nel condur cl cstradcr li animali boinj fuori di queste parli cl con

cio facendo fine di uero core mc le raccomando.

Oi Puola 8 ottobre 1606 Di V. S. 111nm

Oeuolissimo Suo

LORENZO GHISI Conte

Da tergo: Ali' 111° Sr Conslantin Rcnicr dig" Cap0 di Raspo Sr suo ossr.nw

70. Sereniss0 Pitrcipe

L'ordine datomi dalla Srlà Vrla con l'Ecc. Senalo riceuulo

in questo punlo con sue lellere di XXV del corr., nel propos ilo

de quei scelerati che lentano nel luoco di Verleneglio giurisdi­

tione di Cittanoua di commetter varij eccessi sarà da me esse­

guito in tutte le sue parti, anzi ne seri no al Clarnn Pod:1 di

qu ella città, perchè mi mandi li processi, et mi dia quelle in­

form ationi maggiori che stimarà necessa ri e per poter ben effet­

luar la mente di v'·' Srlà alla quale non debbo tacere, che si

come sapeuo benissimo, l'auttorità data à ques to Reggimento à

17 Sellembre 1605 colla quale anco ne ho spe dilo et casligato

alcuni, così non mi è mai peruenuta alcuna nofilia de qu esti

delitti, s ignificatele da med'' CI" reltore : tultauia in quanto mi

sarà possibile, procurarò con ogni spirito co' l castigar li delin­quenti , di conservar la quiele alli sudditi della Srlà Vra in questa

Prouincia. Gratie Etc.

Di Pinguente, gli 31 oltobre 1606.

COSTANTJN RHENIER Cap0

di Raspo,

71. Serenissimo Principe

Perchè sopra queslo s uo capitanato, et per l'ordinaria sua

sicurezza, el per la molta pouertà, non vi è biaua da cauallo

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.,

----~

d'auuanlaggio come ne può la SereUI Vrn hau er informatione

dalli m mi mie precessori, io per ben effe ttu are il comandamento

s uo nel ritlrouar quelle qunntità maggiore che fosse possibile, ho man dalo messer Hieromino dei Borri uno de' questi leggi eri, persona discreta et pratichissima, à Pisino, sapendo io che quel signor Capitanio ne ha grossa somma, ma in\lano, poichè egli non intende di presente uend erla per quei rispetti che la Srlù Vra intenderà dall'acclusa relatione, con altri particolari in essa

contenuti ; et co'l qual signore per la s trettezza che tieue seco ha trattato appresso d' intorno la differenza di qu esti confini, hauendosi lascialo intendere d'auerne sin al tempo dell'Illmo

Erizzo precessor mio procurala da Sua Altezza auttorifà per trattar questo stabilimento, ma uanamente, con tutto ciò con

l'occasion e di questa sua andata à qu ella corte, ha detto di vo­lerne colla uiu a uoce far noua istanza. In questo luoco non vi è altra biaua che quella che riscuote ques to s uo Reggimento la quale se bene non è molta, et che si tiene per il bisogno di caualli di questa compagnia, èt quello che più importa per souuenimen to di questi sudditi così per semi nare come per il loro uiuere, oltre la penuria di grano essendo questo territorio stato qu est'anno più d'una uolta uisilalo dalla tempesta; tultauia io }a offerisco prontamente alla Sertà Vra, per seruitio della

quale spenderò sempre in qualunque occasione i figliuoli et la

uita stessa. Gra ti e Etc.

Di Pinguente gli 3. Nouembre 1606

COSTANTIN RHENIERO Cap" di Raspo

72· Serenissimo Principe

Di edi conto riverente a Vra Srrn di quanto haueuo operato

per rittrouar la biaua da cauallo conforme al suo commanda­mento, et dell a irrisolulione in sieme del Signor Capitanio di

Pisino. Hora hauendo egli in questo punto fatto sapere a l me­desimo che mandai a lui per tal eifetto che uendarà di presente

mille Stara di biaua, e t due mille di spe lta, à ragione di lire noue uiniliane lo s taro Viniliano condotta al porto di Leme ; ho

uoluto subilo signiiicarlo alla Seria Vra, perche si degni quanto

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300 D1S1'1\CCI DEI. CAPITI\NIO DI RASPO

prima darmi quell'ordine che pili le piacera in questo pro posilò,

poiche l ' istesso sro.: Capìlanio fa instanzia per la risolufione.

Grafie Etc.

Di Pinguente, gli XV Novembre 1606

COSTANTIN RHEN IER Capii" cli Raspo.

7 3. Serenissn Principe

La dilferenza de confini che gia limli an ni uertisce fra la

Villa di Grimaldn Giur is clitione di Capo d' Is tria, colli ~uclclili di Pisino, per cagione di che sono s lali molli moti: uado sper ando

che se non sarà terminnla, almeno tempera la: poi che senclo

ultimamente passalo ad altra uila quel Zuane Ce rcich autiere

delle novità, el mali predetti, gli Hgliuoli che sono due inlimorili

per il guaslo che {1 loro capi feci dare seco ndo il comm anda­

mento della Serenità Vostra, come le ne s ignificai so tto li 14.

el 20. Settembre e l 22. ottohre passato nlletlafi anco da cert o

mezo che in ciò ho adoperalo sono compa rsi da me con 'I

zuppano della medesima Vi ll a, hauendo falla fra loro scrillura

pubblica di divisione cle beni, uolendo l'altro godere i beni

s iluati so llo Pisin o, ne quali non è s lal a mai alc un a diffièolla

et !'altri quelli che so no posli sollo la predella Villa di Gri­

malda, et che erano in contenfione, per la qua l diuisione uie.

ne s tabilito esse terre contenliose esser entro li confini de ll a

Srtà Vostra senza descender ad alcun parlicolar e, che potesse

in alcun tempo partorir alcuna alteratione; mi hanno ricercato

a permetter lo ro. che possano sem in ar essi ca mpi, uolendo

ques to rimanere in futuro suddito di le i a lla relribution e delle

ordinarie grauezze et quello quietamente; o nde pare ndomi questo

negotio hauer presa buona piega ef r iuscir cli molto seruitio

alla Ser enità Vostra, gli ho invia ti con mie le tte re al Clarim;

Podestà et Cap0 di Capo d' Istr ia sollo la cu i giurisdilione s i

trouano et consigliatolo a soddisfar alla istanza pred·t e t della

diligenza del qual signore si può Lei prometter molto. Paren•

domi che si come si è in caminato bene et in somma soddisfa.

tione dell' is tessi Grimaldesi suo· s udditi et così darà occasione

ad un altro pur di Pis~no che ha alcuni campi ne lla medesima

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.., 30(

contesa et che per l' is tesso timore gli lasciai incolti di acqui• starsi anch'egli e t cli concorrer nlle contribulioni con essi ctì Grim.alda il che se succedesse, non vi essendo allri che pos• sano a pportar moles ti a io crederei ch e queslu controuers ia rosse sopita. Ho dunque uolulo di lutto ciò darne riue rente conto all a

Sertà Vostra, così stimando co nue ni r all a mi a carica; e t suppli• carle, perch e s i degni dar ordin e al S ud·1 Clarm•) Sgr Podestà

che so mministri ad essi Grimaldesi yli a rcobus i e munilioni sino a tanto che s i vedrà anche a che s i risoluerà anche l'altro contadino, affin e che io possa rihauer gli miei prcstaleli, per

po te rne in ogni e ue nto far la Dislribulione pe r le cas tell a di

qu es to Capitanato. Aggiongo a ques to propos ito, che il Sgr cli

Luppoglauo, che pro cl amò qu elli della \lill a di Berg odaz di Vostra Seret:'t per la refa lione de lli an ima li è res talo così morlific;l o

per il proclamn che feci publicare conlro un suo cogna to e l

a ltri sudditi suoi per la depreclation e d'alcuni anim ali : c l uiola•

ti o ne di confini , pe r la qual causa feci [are il re[acimenlo s u

de llo : che s in qui non ha ardito passar più oltre s icome io al•

tresì non andarò pili innanzi, se non sarò provocalo, anzi con

ogni mio spirito procuro di ben vicinare con tutti ques li arc idu•

cali circostanti, conoscendo così esser mente della Serth \Ira et

de ll' Ecc V. V. lii"" Gra tie.

Di Pingu ente gli XX Dec embre 1606

COSTANTIN RHENIERO Capit anio cli Raspo.

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302 DISPACCI DEI. PODESTA DI S. LORENZO DEI. PASENATICO --·---- - -· ----- -----

XIII. 5 . ùO~EJ'IZO OEù PASEJ'IATICO.

1. Serenissimo Prencipe

Per debbila et reverente csseculione delle le tlere della Se rlù v r.\ di XV d'ottobre prossimo passalo, li 20 del corrente da me

recepute hozi à chi ara intelligenza di cadauno nelli lochi salili,

e t consueti ho fatto publicame nte stridar e t pubblicar la pari e presa nell'Ecc" Consiglio de pregadi sollo li I 2 del passalo mese de ottobre in proposito del non farsi essecutione alcuna

nelli animalli bouini, et come in quell a , all'esseculione della qu ale con ogni mio spirito attenderò, et farò attender, et in bona Gralia

della Srta Vrlra humilrnente mi raccomando.

Di S. Lorenzo li 24 novembre 1602

Della Sernlà V'·'

Humilisso Srle

ZACHARIA GRADEN IGO Podeslà

Di fuori - 24 No\1cmbre 1602 - R.1é ai 29 - S. Lorenzo - Ha fallo publicar la Parie di f\ nimali bo\•in i.

2. Serenissimo Prencipe

Riuerentemente notHico all a Serl,'t vr.i s iccom e anco con mi e

di due Zugno 1601 l'auisai, in proposito delli intacchi che vanno

facendo quelli d'Antignana et Coridico, sudditi Arciducali nelli terreni di ragione della Serenità vrn che sono vicini li confini loro: et se bene con esse mie le rappresentai li danni, et in­tacc hi , che essi arciducali andavan o facen do, et spetiahnente nelli lochi, Valle, et terreni che altre uolte sollo il Cla"" s'·" Vellor Marcello mio precessore furono distrutti, et dissipati li seminati fatti per l' istessi Arci ducali; tuttavia hanno continuato di novo essi intacchi seminando nelli terreni della s rl:'t vra ror­

mento, sorghi, et altre biave. Et acciocchè lei resti informala di

<

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 303

queste operationi, così dannose à suoi confini, m'è parso debito mio di nouo reuerentemenle significarli si come faccio, et dirle che per l' inlormatione, eh' io ho hauuta di diuersi di questi sud• diti pratici, et informati di essi lochi , ques ti arciducali non ces­sano dalle usurpationi loro, ma uanno conlinuando nel seminare s iccome hanno ratto anco l'anno presente nel modo che per esse mie di 2 zugno le noliiicai et però starò aspettando, che dalla Srtà v ra mi sia concesso quell'ordine, et aullorilà che al prud0

s uo giudn parerà perchè io non mancherò con ogni Spirito d'es ­

seguire i suoi Commati Gratie, etc.

Di S. Lorenzo li 3 Maggio I 603

ZACCARIA GRADENIGO Pod".

Di fuori - 3 Maggio 1603 - Rie 6 dello stesso - S. Lorenzo Podestà - intacchi talli a quella Giuris dilione dn Arciducali confinanti.

3. Serenissimo Prencipe

Hoggi ho ricevuto le di V. Srelà de di XXXI del mese di Marzo prossimo passato, inviatemi dal Claris0 Sgr Capitanio di Raspo in proposito delli Novi habilanti, che sono venuti e uen­gono di terre aliene, e t delli indricci ati nuovamen le in ques ta

Provincia dall '!ll0 Srg Proueditor Generale di Dalm atia et Albania. le quali da me in ogni occasione che mi si presentarà saranno

riuerentemente esseguite. Gratie Etc.

Di S. Lorenzo li X Maggio 1604

ANDREA LOREDAN Podestà.

di fuvri - X Maggio 1604 Rhl a 31. S. Lorenzo. - Ha ri cevuto li ordini in proposito delli Novi habilanti.

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304 DISP,KCI DEI. PODESTÀ DI Ui\lAGO

XIV . . Uf/[AGO.

1. Serenissimo Prcncipe

Haucndo r ivere ntemen.lc veclu lo le lclterc cli S. 5t:'i de di 5

Marzo passa to, dalfe ad islnnza clelli Conlaclini di Mnferada soll o

questa Giuri s difione, quali recusano di pagare la rigali a solita

di ca rra quallro di l egne d'un pc' e mez zo a questo reggim ento ,

com.e sono· obbligali in virtù de lla parte presa nell ' EcclmJ Col•

legio delle legne con I' aullorilli del Senato 1573, 27 ollobre,

et e tiam publicata de qui , sollo di 29. i\pril 1600, la qual pc!'

sua giustHicatione qui inclusa gli mando; dal che sco prirù In

s. tù V. che i o non intendo, nè mai in alcun tempo ho volulo

mentre ho servilo l a S. V. in alcun Reggimento_ stru ss iar i suoi

sudditi et come mai intendo di operar, còntenfandomi del giusto et di. qu ello- mi è concesso dall e leggi. Pe rtanto la ~ l:Ì. v r,l pruw

dentemente \ledrà certo eh' io in tal propos ito ho pro cesso con

li detti. contadini ser\latis ser vandis , e t con il mezzo della Giu­

stitia, come da publi che Srrilture si legg e, n'ho \loluto meno

usar l'autlorilà pretoria. Onde v .ra S. l:\ chiai·amenfe può discerner

~alle publiche scritt ure el legge esser stata ingannata da delli·

Contadini et però prudentemente nelle s ue mi scrive, che se

cosi è co me loro hanno s upplicalq a lla s.t:l v. ra, chio non debba

far alcuna innovazione: Per tanto non essendo come hanno supw

plicafo io con buona Grafia di Sua Se rta procurerò di conseguii'

quanto dalle sudetle parti mi vi_en concesso. Grafie.

di Humag o li 24 Aprii 1602

GIOV: BATTA GUERINI Poc11".

Di fuon: - 24 r\prile 1602 ·- R10 ni 14 i\1aggio - Humngo

- La sua rignlia è fondala sop ra la Parie ciel Collegio de lle lcgne di 27 Otw tobrc 1.573 della quale ne mnnda copia.

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___ __ _ __ ____ AL Sf:J3EN!§SIMO _ _!'_ll lNClf'.E ______ __ 305

2. Serenissimo Prencipe

lo hauere i data la debita esseculione alle lellere dalla S. V. scrittemi sollo li 24 corr. in proposiio di Martin Vilanouich

qual asseriva esser legittimo habitanle Novo, s i come è obli go mio, et conforme a qu anto mi ha scritto havere i inuiato di s u­

bito li process i et altro che hò contro la sua persona all' nf' Capitani o di Ras po ma perchè da S. S. m nu per una lettera

s critta al clar0 Qu erini precessor mio sollo li 6 Xmbre Qpassato s taio di chia rato il predetto Vil anovich non esser nouo habilante, ma che s ii sottopos to à ques to foro Ciuilmente e Criminalmente, rimovendo s i anca S. S. Ili" da ogni inhibitione et suffraggi che hauesse dati ad instantia del predetto Martin , siccome la v.rn Ser t:'i

potrà veder dalla qu i acclusa co pia che gli invi o, ma non ostante quanto è predetto non hi eri l'alt ro in persona mi son conferilo alla presentia di S. S. m0 per uoler adempi ar ù quanto vsra per

dette sue mi ha comesso, si bene che per la già detta lettera ero sicurissimo ch e S. S. Ill0 non s i hauerebbe pH1 uoluto im• pedire in ques to negoci o et di nou o mi ha detto, che ha dichia• rato et terminato il detto Vil anovich non ess er leggiltimo nouo habitante ma che s ij sotloposto a que s ta giuriditione di Humago et che io debbi espedirlo hauendo cosa alcuna contro di lui. Però con la presente mi a ho voluto s igniH car tutto alla Sr.1

i1 v.rn

et uolendo mag gi or informa cione di qu anto li ho scritto la potrà [ars i ancor ri spondere al sud0 Ili{) Cap' ' di Raspo, acciò che pre• senlandosì poi ai piedi de ll a sY1 v.r,i il pred0 Vilanovich la possi

licenziarlo secondo che merita s imil Bugiardi , con che facendo

fin e all a gratia della Ser. Vos tra mi raccomando.

Di Humago li 30 Gienaro I 603

LORENZO BEMBO Pod'"

Di fuori - 30 Genn .i ro (602) - R.1 c à 13 Febbraro ~ ~ mago: . . _ Manda inio rmazion del Cap itano di Ras po in proposi to d1 t\\arlm V1lanov1ch

che asseriva esse r dclii novi habitanli.

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306 DISPACCI DEL PODESTA DI UMAGO

3. Serenissimo Pre,zcipe

La sinistra, anzi falsa informatione, che h• procurato di dare

al1a Ser.t:\ Vos.ra t\lartin ViUanovich, ha causato, che da essa mi

son state scritte due fiale e t l'ultima con d' Ecc.CJ Senato dimo­strando non piccolo resentime nto, che io mi sia dimostrato in­

hobediente à suoi precetti, cosa che ha recalo all'animo mio

molestia et dolore grandissimo, · poi che se in questo come in

ogni altro cariche che per begnignità della SerY1 Vos.r,i mi è

stato concesso, non hebbi già mai altro per fin et per scopo,

solo che di prestar riuerenle il dolor mi preme, quanto . che

nC:>lla presente occasione, io son à torto accusato, et del tutto innocente; A quelle di Vrs.ra Ser.lù; scrittemi dall'Ecc° Coll 0

sotto li 20 marzo pass. ma presentatemi solamente alli 6 di

agosto passato, hauevo formata ris posta , la quale ac ciò non srnarise, come si son smarite le altre mie à VS.t:\ inviate in

questo proposito sotto li 30 Gienaro, deliberai inviarli il proprio

mio Canceliero, li quale essendosi risentito non si è potuto prima che li passali giorni partire, et doppò che dall a Sub1à V., mi è

stato di novo con !'Ecci ' Senato scritto sotto li 28 del passato mese et pertanto, et ali' une, e t all' altre sue riuerentemente

rispondendo li dico, che non è vero che il soprad0 Martin Vilanovich sia nouo habitante, et perciò sottoposto al giudicio

dell ' lll0 suo Capit0 di Raspo, si perchè fu dichiarito non esser

nouo habitante e per lettere diretine a questo reggimento dell' lll0 Sig, All0 Zorzi già capitano di Raspo, si anca perche

da esso Martino è stata renonciata certa inuestitura de beni,

per la quale pretendeva di esser conumerato ira li noui ha• bilanti, per chiarezza di che inuio à Vo. Sert.i. la copia a utentica

delle predette le ttere e della sopradetta renontia insi eme con altri atti che concernono questo proposito siche non essendo

sottoposto come novo habitante ad allro s uo rapresentante, ma

solo a questo reggimento, hò potluto ragionevolmente giudicarlo,

ma non già in quella forma che esso falsamente asserisce, e t ha dato da intendere alla Ser.à V."', cio è che io habbia com­

mutata, ò moderata essa sentenza in danari, operacione che già mai mi sono immaginato di iare ; che più tosto solto ponerei la

uitta propria che com ettere così indegna e vergognosa attiene,

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AL SERENISSIMO PRINCIPE 307

tan1o spiaceuole ef tanto odiala da ogni persona che facci prof­

fezione di bontà, et realtà : lo condanai questo Martino absenle

et lo feci publicare bandito di questa terra et · territorio per anni sei con condizione che presentandosi nel termine di giorni sei fusse assoluto dal bando, con risserva però alla giustitin di

poter procedere : il quale essendosi nel termine prescritto pre­sentato, lo condanai solamente nelle spese di processo, proce­dendo seco con maggior humanità di quello che meritavano le

sue cattive et s inistre operalioni, per esser huomo cattiuo, ris­

soso et di pessime qualità, et per lede de1la uerità inuio a Vos. Ser.lit l'autentica coppia della sentenlia, si che conosciuto dalla

Vo. Ser.l:t quanto a torto da costui io sia api>resso di essa

accusato, et informato dalle scritture della uerifà, si degnarà

darmi ordini et concedere ch'io possa giudicare questo, con­

fermando insiem quanto da me, è stato giudicato, acciò possi

reprimer lo ardire di ques to huomo insolente et che non cessa

già mai, di poner in con[usion et sotto sopra questa terra. et

all a Ser. Vos. rn. Grafie.

Di Humago li 2 settembre 1603

LORENZO BEMBO Podesta.

Di fuori - 2 Settembre (603) - R.lo 10 Settembre - Umago. - Discorre dolendosi di certa sinistra informazione data da Martin Vìllanovich - per il che aveva ricevute lettere dal Senato. - f\\anda diverse scri llure in lai

proposito. - Ricerca ordine su ciò.

4. Serenissimo Prencipe.

Diedi conto li giorni passati alla Sr'à V. con pubbliche et

autentiche scritture tratte dalla Cancelaria di Raspo, qualmente

non era vero che Martin Villanovich habitanle in questa Iurisdi­

tione fosse altramente habitante nouo, si come li è sta to men­

dacernente esposto à nome suo; che per cio mi ha comesso VS.

con ctui scritti, et l'ultimo con l' Ecc0 Senato, eh' io non douessi

proceder contra di lui, così in cause ciuili com_e i~ cri'.n.inali; onde glorioso esso Martin, che li sui delitti res tino mpumh, non

hauendo altro giudice competente che il Pod està di Humago so tto

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308 DISPACCI DEL PODESTÀ DI UMAGO

la Iurisditione del quale egli, ef la sua ascendenza insiem' son

nati et sempre uissuti, gia mai non cessa di cometter noui de­lilli si che è reso insolentissimo a tulli quesli populi, per la conserualione et quiete dei quali mi è parso darne riuerente

conto à V. S. acciò che lei per prudenza sua mi corne tti quanto io deva operare per prouedere a tanfo scandalo, il quale ogni

giorno al sicuro si farà maggiore quando che non li si faccia povesione, et a lla V. Srt:'t Gratie.

Di Humago li 26 Ollobre 1603

LORENZO BEMBO Podesla.

Di fuori - 26 Ollobre (603) - R.to à ullimo detto. - Humago. - Dice hauer dato conio con pubbliche scrillure della Cancelleria di Raspo, che non era vero che Martin Villanovich fosse habilante nuovo siccome era s lalo esposto a Sua Serenità, per il che gli è sta to scritto che non debba giudicarlo nè in civil nè in criminal. - Considera che li suoi del illi resteranno impuniti, et dice esser reso insolentissimo a tutti quei populì.