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Screening per HBV e HCV in popolazioni a rischio: proposta di integrazione tra lo specialista infettivologo e il MMG 14 aprile 2015 - Sala congressi Cooperativa Comegen – Napoli Ble Consulting srl id. 363 Numero ecm: 120337 Responsabile scientifico: Prof. Antonio Chirianni Destinatari dell’attività formativa: Medici chirurghi (tutte le specializzazioni) Obiettivi formativi e area formativa: Procedure – protocolli e linee guida Orario di inizio e di fine: 16.00 – 22.15 Ore formative: 6 Numero dei crediti assegnati: 6 crediti

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Screening per HBV e HCV in popolazioni a rischio: proposta di integrazione tra

lo specialista infettivologo e il MMG

14 aprile 2015 - Sala congressi Cooperativa Comegen – Napoli

Ble Consulting srl id. 363

Numero ecm: 120337

Responsabile scientifico: Prof. Antonio Chirianni

Destinatari dell’attività formativa: Medici chirurghi (tutte le specializzazioni)

Obiettivi formativi e area formativa: Procedure – protocolli e linee guida

Orario di inizio e di fine: 16.00 – 22.15

Ore formative: 6

Numero dei crediti assegnati: 6 crediti

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Programma

Welcome coffee

16.00 Registrazione partecipanti

16.15 “Case finding” A. Chirianni

17.15 Inquadramento virologico di I livello e definizione dei pazienti da inviare al

medico specialista Luigi Napoli

18.15 Linee guida per il trattamento dell’epatite cronica A. Chirianni

19.30. Definizione del programma diagnostico-terapeutico del paziente con

epatopatia cronica

HBV e HCV dr. Antonio Sardu

20.30 Quale è il ruolo del MMG nella gestione del paziente con epatite HCV in

trattamento

antivirale? Dr. Luigi Napoli – dr. Antonio Sardu

21.30 Discussione

22.15 Chiusura dei lavori e compilazione del questionario

Aperitivo

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Razionale Scientifico del progetto

L’infezione da virus dell’epatite B (HBV) può evolvere differentemente, a causa

dell'individualità dall’interazione tra risposta immune ed il virus. Nei soggetti più

"reattivi" l’infezione da HBV causa epatite acuta, espressione del tentativo

dell’organismo di liberarsi dal virus. In un’altra parte dei pazienti l’infezione

evolve in modo cronico, senza causare evidente malattia, in ragione di una reazione

immune parziale contro il virus che, se evita l’epatite acuta, tuttavia impedisce

l’eliminazione del virus e quindi determina la cronicizzazione.

In Italia il grado d’allerta è diminuito negli ultimi anni nella convinzione di un

ineluttabile declino della circolazione dell’HBV, ma i dati reali contemporanei

indicano che l’endemia virale rimane e sta riprendendo corpo con

l’immigrazione. Nel 40% circa dei soggetti cronicamente infetti dall’HBV

l’infezione non suscita malattia o suscita malattia solo dopo anni. Tali soggetti

venivano storicamente definiti portatori “sani”, con virus presente ed infezione

latente a replicazione virale minima in assenza di malattia evidente. E' necessaria

una soglia minima di replicazione virale (stimata attualmente ad almeno 10.000

copie del virus/ml di sangue) per suscitare malattia. Nondimeno, anche in questi

soggetti l’HBV può riattivarsi, anche dopo decenni, trasformando il portatore di

HBsAg “inattivo, sano” in portatore “attivo", malato. Nel rimanente 60% di

soggetti cronicamente infetti dall’HBV, l’infezione ingenera epatite cronica

attiva, che evolve, nella maggioranza dei casi, per anni in modo asintomatico

portando, tuttavia, alla progressiva riduzione della funzione epatica.

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Quando l’architettura del fegato è completamente sovvertita, insorge la cirrosi

epatica e, successivamente, appaiono i sintomi dell'insufficienza epatica (ascite,

ittero, ematemesi...).

La subdola ma inesorabile storia naturale della malattia, implica la necessità di

riconoscerla al più presto, perché la cirrosi rappresenta un’alterazione irreversibile

a prognosi spesso mortale, per le sue complicanze (ipertensione portale,

encefalopatia porto-sistemica, epatocarcinoma).

Studi epidemiologici recenti indicano che la prevalenza di portatori cronici di virus

B è oggi di poco inferiore all’1%,. Sulla base di questi dati è possibile stimare che

in Italia vivano circa 600.000 portatori di HBsAg, con circa 100.000 cirrosi HBV

correlate ed un numero di morti pari a 1500/anno. A fronte di questi dati, risulta

che il numero di portatori di HBsAg trattati per epatite cronica B si aggira intorno ai

35.000 casi; quindi solo 1 su 20 portatori di HBsAg è in cura.

Secondo i dati dei Centri medici, solo 70.000 portatori di HBsAg senza malattia o

con malattia minore sono consci della propria situazione clinica, partecipano a

programmi di sorveglianza e prendono adeguate precauzioni per proteggere i

propri contatti. Oltre a questi portatori inattivi “noti”, ne esiste una quota

minoritaria, che affluisce periodicamente ad altre strutture quali Banche del sangue

e ambulatori periferici dedicati. E' ragionevole, quindi, concludere che i portatori

noti dell’HBsAg siano circa 100.000. Ne mancherebbero dunque all’appello

almeno 500.000. Si tratta ovviamente di un numeroso contingente, di cui la metà è

destinata verosimilmente a sviluppare malattia epatica cronica.

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Conseguentemente l’epatite B deve essere ancora considerata malattia di forte

impatto sociale, con un livello di “sommerso” particolarmente elevato.

Considerando che esistono terapie capaci di contenere l’infezione da HBV in

modo da prevenire l’evoluzione verso la cirrosi, e che il soggetto portatore di

HBsAg, ignaro della sua condizione, rappresenta una fonte continua di contagio,

appare evidente la necessità e l'importanza di portare alla luce questa quota di

"sommerso" ed indirizzarla alle opportune terapie e/o programmi di sorveglianza.

Epatite da virus HCV

L’epatite C è ancora più subdola e più pericolosa, perché gravata da un rischio di

cronicità ben più elevato della B. Il rischio globale di cronicità dopo esposizione

all’HCV è dell’80%, indipendentemente dall’età.

Nella gran maggioranza dei pazienti, all’esordio non si evidenzia alcun sintomo.

Altrettanto subdola è l’evoluzione della malattia. Occorrano almeno vent’anni

dal momento del contagio per arrivare alla cirrosi. L’HCC rappresenta la

complicazione maggiore e la causa di morte più frequente del paziente con epatite

cronica C.

Lo stato di portatore dell’HCV asintomatico, non riconosciuto, costituisce una

sorgente prolungata di infezione virale per gli altri, in particolare per i contatti

familiari, i/le partner sessuali.

Il problema epidemiologico nazionale è ben più vasto di quello dell’epatite B, e di

difficile controllo, poiché non esiste una vaccinazione specifica contro l’HCV.

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Da rilevare come in Italia, nell’ultimo decennio, la sola conoscenza del problema e

le adeguate precauzioni per evitare contatti di sangue (norme igieniche

nell’ambiente familiare, uso non-promiscuo degli utensili dell’igiene personale,

attenzione alle manovre estetiche e tatuaggi, materiale sanitario usa e getta) hanno

portato ad una riduzione dei livelli di endemia da HCV.

Per quanto riguarda l’epatite da virus C, gli studi di popolazione evidenziano

valori di prevalenza globale oscillanti dal 3,9% di un comune del Veneto al 16,2% di

un comune della Campania. Gli elevati livelli di prevalenza di HCV osservati non

possono comunque essere ritenuti rappresentativi delle intere realtà regionali cui

questi comuni appartengono, in quanto si tratta di centri non urbani la cui limitata

dimensione può aver favorito l’entità della diffusione del virus. Due aspetti si

possono comunque ritenere validi anche per l’intera realtà nazionale:

1) Un forte gradiente Nord-Sud, che riflette le grandi differenze socio-economiche

nel passato tra queste aree nel paese e

2) Un drammatico incremento dei livelli di prevalenza con l’età, passando da

valori estremamente bassi negli adolescenti e giovani adulti a livelli superiori anche

al 40% in soggetti di età maggiore di 60 anni.

Le stime basate su modelli matematici indicano che la prevalenza di soggetti anti-

HCV positivi in Italia sia intorno al 3%, ed i soggetti infetti siano intorno a

1.200.000. Tra questi, oltre 200.000 avrebbero una cirrosi epatica, e l’infezione

cronica da HCV sarebbe responsabile di circa 10.000 decessi all’anno. In Italia,

l’HCV – attraverso le sue complicanze – causa il più alto numero di decessi tra le

malattie infettive trasmissibili. La cirrosi è la prima causa di morte nei pazienti in età

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ricompresa tra i 35 e 44 anni ed è la settima causa di morte nel nostro Paese.

Da un punto di vista clinico, l’HCV rappresenta a livello nazionale la causa più

importante di epatopatia, in quanto è riscontrabile nel 62% delle epatiti croniche e

nel 73% degli epatocarcinomi.

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CURRICULA VITAE

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F O R M A T O E U R O P E O

P E R I L C U R R I C U L U M

V I T A E

INFORMAZIONI PERSONALI

Nome LUIGI NAPOLI

Indirizzo 225,VIA NAPOLI 265,80078 POZZUOLI,NAPOLI,ITALIA

Telefono 3332370447

Fax 0815704118

E-mail [email protected]

Codice Fiscale NPLLGU52M21F839M

Nazionalità Italiana

Città e Data di nascita 21/08/1952

ESPERIENZA LAVORATIVA

Assistente Medico Ospedaliero USL dal giugno 1980 al febbraio 1988

Medico di Medicina Generale convenzionato con Enti Mutualistici dal Gennaio 1978 al febbraio 1988 con massimale di scelta a 500 assistibili

Medico di Medicina Generale nel SSN dal febbraio 1988 con massimale di scelta a1500 assistibilli.

Responsabile Area Gastroenterologica Simg Campania

Coordinatore del Gruppo “Linee guida sulla gestione del paziente

dispeptico in Medicina Generale

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;Tutor e Docente nel “ Corso di formazione in Medicina Generale

1995-1996” in nei seminari interdisciplinari, di animatore di

formazione nei seminari interdisciplinari

Tutor nel corso di Formazione Specifica per Medici di Medicina

Generale (legge 256) dal 1997 al 2009

Docente dal 1999 al 2009 del “Corso di Formazione obbligatoria

ASL NA1 di Napoli

Animatore di formazione nei Corsi per Medici di Medicina Generale

Docente di formazione nei Corsi per Medici di Medicina Generale

Tutor nel progetto sperimentale “ADO in Medicina Generale”presso la

Facolta’ di Medicina- Chirurgia della Universita’ Federico II di Napoli

Tutor nel tirocinio valutativo per il conseguimento dell’abilitazione

all’esercizio della professione di Medico.Chirurgo dal 2004

Sperimentatore software “Millenet”

Ricercatore Istituto di Ricerca in Medicina Generale “Health Search

Ricercatore Farmasearch

Relatore Congressi per conto della Simg

Responsabile settore “Ricerca “ Cooperativa COMEGEN

Coordinatore scientifico progetto “MAC “ (malattie acido-

correlate ”tra SIMG, Comegen e Dipartimento di Gastroenterologia

Università Federico II di Napoli

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Docente nel progetto regionale “PORTE APERTE ALLA CELIACHIA”

Docente “Master in Medicina Genarale” Campus Biomedico

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Laureato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia

della Seconda Università di Napoli nel dicembre 1977 con voti 110/110;

Specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso la

Suddetta Facoltà nell’ottobre 1982

Animatore di Formazione della Scuola di Formazione in Medicina

Generale dal marzo 1996

Tutor per la formazione specifica in medicina generale di cui

alla lettera D dell’art. 1 del D.M. 10-10-1988 negli anni 1999-2011

Autore di 5 pubblicazioni scientifiche edite anche su

riviste internazionali;

Autore capitolo “Il Medico di Medicina Generale tra EBM e NBM”

nel

Testo “Medicina Narrative e complessità”coordinato dal Prof

U.Giani della II Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli

Autore del capitolo “la compromissione funzionale gastrointestinale

nel paziente anziano” ECMFAD (web net).it

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Curriculum vitae e formativo del dott. Sardu Antonio.

Il dott. Sardu Antonio è nato a Napoli il 13.10.1954.

Il 20 Luglio 1979 si laurea in Medicina e Chirurgia presso il II Policlinico di Napoli col

massimo dei voti.

Nello stesso anno, nella seconda sessione estiva, supera l’esame d’abilitazione alla

Libera Professione e s’iscrive all’Albo Professionale dei Medici e Chirurghi della

Provincia di Napoli.

Dal Luglio 1979 e fino all’ottobre 1983 ha frequentato con l’incarico di

specializzando i reparti della Clinica delle Malattie Infettive del II Policlinico di Napoli

diretta dal Chiar.mo Prof. Marcello Piazza.

Nel marzo 1980 ha ottenuto la convenzione per la Medicina Generale.

Dal 17.05.1980 al 31.08.1982 è stato titolare di Guardia Medica regionale.

Dal 01.07.1980 al 31.12.1980 ha effettuato presso l’Ospedale Regionale

Specializzato per malattie infettive “D.Cotugno” di Napoli il tirocinio pratico quale

assistente medico infettivologo.

Negli anni scolastici 80/81 e 81/82 ha insegnato rispettivamente anatomia e

fisiologia ed igiene al corso di riqualificazione per infermieri professionali

dell’ospedale “V.Monaldi” di Napoli.

Dal 01.04.82 al 11.03.94 è stato medico di reparto delle ferrovie dello stato.

Il 20.10.1983 si specializza in Malattie Infettive presso il II policlinico di Napoli col

massimo dei voti e la lode.

Il 14.06.89 si specializza in Medicina dello Sport presso il II Policlinico di Napoli col

massimo dei voti e la lode.

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Dal gennaio 1991 e fino al dicembre 1994 ha collaborato con la sezione autonoma di

screening dell’AIDS dell’Ospedale D.Cotugno di Napoli.

Dal dicembre 1990 al luglio 1991 ha frequentato presso l’Università Commerciale

“L.Bocconi” di Milano il IV corso di perfezionamento per medici (C.OR.GE.SAN.)

sostenendo con esito positivo le prove di valutazione.

Dal 09.01.92 al 31.03.92 è stato assistente medico per la medicina dello sport di

ruolo presso l’ospedale A.Cardarelli di Napoli.

Dal dicembre 1993 al settembre 1995 è stato ordinario infettivologo presso

l’ospedale D.Cotugno di Napoli.

E’ docente dall’A.S.1995/96 di malattie infettive ed igiene presso l’Istituto

Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato (IPSIA) di Miano (NA).

Dall’ottobre 1996 a tutt’oggi è responsabile del reparto malattie infettive del Centro

Diagnostico e Terapeutico del penitenziario di Secondigliano-Napoli.

Dal 17.07.97 a tutt’oggi è consulente infettivologo per il Carcere femminile di

Pozzuoli (NA).

E’ tra i responsabili della società italiana di infettivologia penitenziaria (S.I.M.S.Pe.-

ONLUS) ricoprendo la carica di consigliere nazionale.

Dal 1996 è tutor per la formazione di medici della medicina generale.

E’ docente ai corsi di riqualificazione regionali dei medici di medicina generale.

Nell’anno accademico 1996/97 ha frequentato il I corso di perfezionamento in

medicina penitenziaria dell’Università di Sassari.

E’ stato docente per la materia “la gestione del detenuto sieropositivo e con

infezione da HIV: aspetti preventivi, sanitari e psicologici. Il rischio professionale per

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gli operatori” al I e II corso di formazione sulla tossicodipendenza operatori CATT.

Nel corso della sua carriera professionale è stato più volte tra i relatori di congressi

scientifici ed ha pubblicato anche su riviste internazionali, numerosi articoli originali.

Ha ricoperto l’incarico di consigliere regionale per la FIMMG ed è stato delegato

distrettuale per lo stesso sindacato.

Attualmente è tra i dirigenti del sindacato UNAMEF ricoprendo l’incarico di

componente il Direttivo Provinciale e di membro della commissione di controllo per

l’appropriatezza prescrittiva della ASL NA1.

CTU del Tribunale di Napoli, è anche medico fiduciario di controllo al personale

navigante.

E’ elemento della commissione esami di stato presso l’Università degli studi di

Napoli Federico II.

Ha partecipato con l’incarico di relatore a numerosi convegni nazionali.

E’ stato il Presidente del IV congresso nazionale S.I.M.S.Pe. tenutosi a Napoli nei

giorni 6-8 Novembre 2003.

Napoli li, 17.01.2007 dott. Antonio Sardu