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Foodsys - DM28953 W - 1 SCHEMA DEL "RAPPORTO TECNICO SUGLI STATI D'AVANZAMENTO INTERMEDI" (REDATTO DALL’IMPRESA) Le Società: TECNOALIMENTI S.C.P.A ENEA - ENTE PER LE NUOVE TECNOLOGIE, L`ENERGIA E L`AMBIENTE ENGINEERING INGEGNERIA INFORMATICA S.P.A. SAPIO PRODUZIONE IDROGENO OSSIGENO S.R.L. UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI FOGGIA CENTRO DI RICERCA INTERDIPARTIMENTALE BIOAGROMED ENGINEERING.IT S.P.A. ENCO S.R.L ICIMENDUE S.R.L. ORTOREALE S.R.L. Titolo del progetto: INTEGRAZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMI PER CARATTERIZZARE LA TIPICITÀ DI PRODUZIONI NAZIONALI ALIMENTARI SUI MERCATI GLOBALI – FOODSYS Pratica MIUR n. DM28953 Pratica BANCA n. Stato di avanzamento dal 1 ottobre 2009 Al 31 marzo 2010 1. NOTIZIE SULL'ANDAMENTO DEL PROGETTO 1.1 Obiettivi realizzativi stato d'avanzamento dei singoli obiettivi realizzativi preventivati in capitolato tecnico 1 OB 1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni agroalimentari per la valorizzazione dei parametri di tipicità I presupposti teorici individuati nel corso del semestre precedente hanno consentito di scegliere l'approccio statistico più pertinente per la definizione della matrice descrittiva della tipicità dei prodotti. Ob 2 Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali Nel corso del periodo di SAL sono state avviate le attività 2.3 e 2.4 dell’OR2. Per quanto riguarda l’attività 2.3, sono stati individuati i materiali e le combinazioni dei materiali più adeguati a garantire le caratteristiche di processabilità e le barriere desiderate (individuate nell’attività 2.2). Al fine di realizzare una struttura tale da conferire all’imballaggio le elevate performance richieste, sono stati individuati film innovativi con deposito di SiOx da utilizzare con strato esterno nella struttura duplex da realizzare. Sono state inoltre completate la definizione e l'implementazione delle interfacce operative necessarie alla realizzazione del flusso di informazioni da e verso la piattaforma operativa.

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SCHEMA DEL "RAPPORTO TECNICO SUGLI STATI D'AVANZAMENTO INTERMEDI"

(REDATTO DALL’IMPRESA) Le Società:

TECNOALIMENTI S.C.P.A ENEA - ENTE PER LE NUOVE TECNOLOGIE, L`ENERGIA E L`AMBIENTE ENGINEERING INGEGNERIA INFORMATICA S.P.A. SAPIO PRODUZIONE IDROGENO OSSIGENO S.R.L. UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI FOGGIA CENTRO DI RICERCA

INTERDIPARTIMENTALE BIOAGROMED ENGINEERING.IT S.P.A. ENCO S.R.L ICIMENDUE S.R.L. ORTOREALE S.R.L.

Titolo del progetto: INTEGRAZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMI PER CARATTERIZZARE LA TIPICITÀ DI PRODUZIONI NAZIONALI ALIMENTARI SUI MERCATI GLOBALI – FOODSYS Pratica MIUR n. DM28953

Pratica BANCA n.

Stato di avanzamento dal 1 ottobre 2009 Al 31 marzo 2010

1. NOTIZIE SULL'ANDAMENTO DEL PROGETTO

1.1 Obiettivi realizzativi stato d'avanzamento dei singoli obiettivi realizzativi preventivati in capitolato tecnico1

OB 1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni agroalimentari per la valorizzazione dei parametri di tipicità I presupposti teorici individuati nel corso del semestre precedente hanno consentito di scegliere l'approccio statistico più pertinente per la definizione della matrice descrittiva della tipicità dei prodotti. Ob 2 – Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali Nel corso del periodo di SAL sono state avviate le attività 2.3 e 2.4 dell’OR2. Per quanto riguarda l’attività 2.3, sono stati individuati i materiali e le combinazioni dei materiali più adeguati a garantire le caratteristiche di processabilità e le barriere desiderate (individuate nell’attività 2.2). Al fine di realizzare una struttura tale da conferire all’imballaggio le elevate performance richieste, sono stati individuati film innovativi con deposito di SiOx da utilizzare con strato esterno nella struttura duplex da realizzare. Sono state inoltre completate la definizione e l'implementazione delle interfacce operative necessarie alla realizzazione del flusso di informazioni da e verso la piattaforma operativa.

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Ob 3 - Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto tipico agroalimentare Il lavoro svolto ha consentito di proseguire con lo studio e l'analisi dei requisiti e con la definizione delle specifiche funzionali del sistema FOODSYS in ordine all'interfaccia WEB che consente l'accesso alle funzionalità di amministrazione e monitoraggio della Service Infrastrucutre e all'IDE che guida, agevola e supporta lo sviluppo dei servizi. La WEB Console fornisce servizi di amministrazione, configurazione e controllo del modulo di Service Infrastructure. Tramite la console è possibile configurare nuove utenze e nuovi servizi e controllare i servizi in esecuzione. L'architttura prevista è modulare e si compone di tre moduli principali: il Modulo di Amministrazione, il Modulo di Configurazione ed il Modulo di Controllo. Il Modulo di Amministrazione fornisce le seguenti due macro funzionalità: Gestione Utente, cioè l’insieme delle funzioni di inserimento, ricerca, modifica e cancellazione di un utente, oltre alla funzioni di associazione/disassociazione di uno o più ruoli; Gestione Ruolo, cioè l’insieme delle funzioni di inserimento, ricerca, modifica e cancellazione di un ruolo Il Modulo di Configurazione della console consente la definizione particolareggiata dei servizi attraverso i quali transitano da e verso l'esterno i messaggi scambiati. Il modulo si compone di sotto-sezioni, ciascuna delle quali offre una serie di funzionalità dedicate a specifici aspetti di configurazione dei servizi, tra cui: Servizio, Soggetto Erogatore/Fruitore, Workflow, Tracciatura, Diagnostica, etc. Il Modulo di Controllo offre, invece, funzionalità che consentono di svolgere operazioni di management e monitoring & control remoto. Le funzionalità di questa sezione consentono il monitoraggio dello stato corrente (attivo/non attivo) delle componenti applicative e offrono la possibilità di intervenire sulle componenti attive per modificare alcuni parametri di configurazione/funzionamento. In particolare, la sezione Controllo fornisce funzionalità che consentono di acquisire informazioni relative ai messaggi ricevuti (numero di messaggi ricevuti, numero di messaggi contenenti errori applicativi, etc.) e, mediante un grafico, informazioni relative al periodo di attività (uptime/downtime). Altre funzionalità consentono di avviare o arrestare i servizi o aggiornarne la configurazione quando questa richiede modifiche in esercizio. L'IDE pensato a guida e supporto dello sviluppo dei servizi è un BPMS Designer, che offre un unico strumento che viene utilizzato sia dai business analysts che dai software engineers a sostegno della modellazione e dello sviluppo dei processi aziendali. Di conseguenza esso offre i benefici ovvi di avere un ambiente comune di lavoro cross-funzionale che incoraggia la comunicazione tra gli analysts ed engineers e preserva l’integrità dei processi di business sull’intero ciclo di vita, dal design al deployment sino alla loro ottimizzazione. Il BPMS Designer permette a qualsiasi modello BPMN di essere tradotto in processi BPEL pienamente eseguibili senza dover scrivere alcun codice. Il BPMN Modeler consente ai Process Analysts di definire ogni processo utilizzando le specifiche BPMN 1.1 o BPMN 2.0, quindi generare automaticamente codice BPEL 2.0. Il BPMN Modeler supporta la specifica BPMN 2.0 estesa con costrutti per BPEL4People human workflow. Un'ultima parte del lavoro svolto nell'ambito dell'OR3 è stata dedicata al prosieguo delle attività di modellazione e di validazione delle componenti software realizzate allo scopo di dare concretezza ai processi di tracciabilità/rintracciabilità offerti dalla piattaforma FOODSYS. Inoltre si è dato corso all'integrazione delle applicazioni progettate e realizzate e alla sperimentazione. Si è quindi sviluppata l'integrazione del BPM con strumenti di Business Rules Management (BRM), attraverso anche la modellazione e la validazione delle suddette tecnologie. L’integrazione di BPM e BRM permette di separare le regole di business dal codice software degli applicativi e dal processo BPMN-BPEL. In tal modo eventuali modifiche alle regole di

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business non implicano modifiche al processo principale e al codice delle applicazioni coinvolte. Un ipotetico modello semplificato per i processi di una suplly chain prevede la progettazione di un processo in BPM, suddiviso in vari sotto-processi. Ogni sotto-processo può contenere attività organizzate in vere e proprie transazioni in cui o tutte le attività si completano o nessuna. Connessi a tali sotto-processi possono esserci sia attività di gestione delle eccezioni sia attività di compensazione o anche, ovviamente, entrambi le gestioni. Le attività di compensazione sono a loro volta organizzate in sotto-processi (che potrebbero contenere ulteriori transazioni). Per semplificare il più possibile il processo in BPM si può pensare di progettare le attività in modo che esse siano per lo più task semplici, con compiti ben definiti e specifici, che non comportino particolari elaborazioni di dati. Esempi di task BPM semplici e ben definiti potrebbero essere attività di invocazioni di Web Services esterni e/o attività di accesso alla base dati. Si possono invece organizzare all’esterno del processo, con l’utilizzo di BRM, attività contenenti regole di business di gestione ed elaborazione dei dati scambiati tra le varie attività del processo BPM. Ad esempio le regole che servono a prendere decisioni future in base ai risultati di invocazioni di Web Service. In una supply chain, ad esempio, nella ricerca del miglior supplier per la fornitura di materie prime, si può progettare il processo in modo che esso si occupi di restituire all’applicazione chiamante la lista di tutti i supplier che corrispondono ai criteri di ricerca selezionati, mentre un sistema di BRM si occupa di selezionare il miglior supplier da contattare per l’ordinazione delle materie prime richieste. Analogamente con BPM, per tenere separati percorsi compensativi dal processo principale, si possono progettare dei sub-process ciascuno dei quali rappresenta un percorso compensativo attivato al verificarsi di uno specifico evento non previsto. In tal modo i suddetti sub-process tengono separate dal processo principale tutte e sole le attività necessarie ai percorsi di compensazione. L’integrazione di BRM potrebbe funzionare a livello dei compensation handlers, in modo che in base ad opportune regole di business (che possono basarsi anche sulla storia del processo principale) vengono attivate le corrispondenti attività di compensazione. Un'ultima parte del lavoro svolto nell'ambito dell'OR3 è stata dedicata alla sperimentazione. Risultato strategico conseguito: individuazione ed analisi delle tecnologie e degli standard da utilizzare al fine di implementare i meccanismi compensativi dei processi standard fondamentali di gestione di una supply chain ed implementazione della soluzione. Sono state infine definite le fasi di indagine diretta presso le aziende: strumenti, campione, metodologia di indagine e le fasi dell’analisi di indagine delle modalità intermodali di trasporto. Ob 4 – Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano Il lavoro svolto ha consentito di dare inizio alle attività previste di integrazione funzionale con la piattaforma di gestione. Risultato strategico conseguito: la piattaforma FOODSYS mette a disposizione un’infrastruttura per la realizzazione dei servizi di supporto alle relazioni verticali ed orizzontali all’interno di filiere agro-alimentari tra imprese della produzione, della distribuzione e della logistica. Tale infrastruttura è basata sugli standard e sulle soluzioni tecnologiche più adeguati ed evoluti per la realizzazione di una piattaforma di gestione dei processi automatici di collaborazione tra i diversi membri di una filiera agroalimentare e per l'integrazione dei rispettivi sistemi informativi. La piattaforma è corredata di console per l'amministrazione, la configurazione, il controllo e lo sviluppo dei servizi.

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In relazione alla definizione dei modelli economico operativi di promozione, lo studio realizzato ha indagato i processi (canali, infrastrutture, metodologia di approccio al consumatore) per il raggiungimento dei mercati internazionali, al fine di formulare modelli operativi innovativi per l’approccio ai mercati di riferimento. Obiettivo realizzativo del semestre considerato è stata la realizzazione di uno studio preliminare degli scenari economico commerciali in Francia e Inghilterra; la identificazione delle aziende presso cui indagare le strategie di commercializzazione.

1.2 Investimenti Descrizione degli investimenti effettuati relativi ai cespiti e alle opere infrastrutturali. Inoltre descrizione degli investimenti relativi alle voci "suolo aziendale","progettazioni e, studi e assimilabili", "attrezzature e impianti".

1.3 Attività svolte 1.3.1 Attività di ricerca industriale descrizione delle attività di ricerca industriale svolte nel periodo sopraindicato, evidenziando le soluzioni adottate per conseguire gli obiettivi realizzativi previsti

OB 1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni agroalimentari per la valorizzazione dei parametri di tipicità Att.1.1 (RI): Definizione delle caratteristiche peculiari delle produzioni tipiche campione Conclusa Att. 1.2 (RI): Identificazione di “griglie” di indici in grado di rappresentare le caratteristiche complesse di tipicità delle filiere campione. UNIVERSITA’ DI FOGGIA I presupposti teorici individuati nel corso del semestre precedente ci hanno consentito di scegliere l'approccio statistico più pertinente per gli scopi del progetto, come riportato nella figura 1.

Figura 1: Approcci scelti per la costruzione delle griglie di indici

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Di seguito vengono forniti alcuni dettagli per gli approcci finali che consentiranno di costruire le griglie di indici (analisi delle componenti principali, analisi delle corrispondenze multiple, saddle point e funzione di desiderabilità). Analisi delle componenti principali L'analisi delle componenti principali (PCA) è uno dei primi metodi nati per il trattamento di multidimensionali quantitativi, tenendo conto della multidimensionalità e della complessità del sistema. La giustificazione teorica che sta alla base di questa analisi risiede nella possibilità di rendere "visibile" un plot di punti in p dimensioni al fine di evidenziare eventuali correlazioni fra i campioni esaminati. E' facile rappresentare la correlazione fra i punti in uno spazio a due o a tre dimensioni; quando le dimensioni diventano più di tre è necessario ridurre la dimensionalità dei dati per utilizzare questo tipo di approccio. Quando è conveniente usare l'analisi delle componenti principali? Nel caso in cui si hanno più campioni, su ciascuno dei quali sono state fatte diverse determinazioni analitiche; in questo caso la PCA può essere utilizzata per fare sintesi e individuare l differenze globali. Ci sono tre step differenti nell'esecuzione della PCA:

1. Trasformazione lineare o matriciale per l'individuazione di nuove variabili statistiche, che rappresentano il sistema

2. Scelta dei due componenti principali che spiegano la maggiore variabilità (generalmente il componente 1 e il componente 2) o di quelli che fotografano e individuano le correlazioni più significative

3. Rappresentazione dei dati nel piano fattoriale Analisi delle corrispondenze multiple (CMA) L'analisi delle corrispondenze ha come scopo quello di individuare dimensioni soggiacenti alla struttura dei dati, dimensioni intese a riassumere l’intreccio di relazioni di “interdipendenza” tra le variabili originarie. Tramite l'analisi delle corrispondenze si può trasformare una tabella di contingenza in una rappresentazione grafica al fine di facilitare l’interpretazione delle informazioni contenute nella tabella stessa. La CMA è’ un’analisi di tipo fattoriale che ha come scopo quello di individuare dimensioni soggiacenti alla struttura dei dati, intese a riassumere l’intreccio di relazioni di “interdipendenza” tra le variabili originarie. Inoltre, questo tipo di approccio trasforma una tabella di contingenza in una rappresentazione grafica al fine di facilitare l’interpretazione dei dati. Il punto di partenza è una tabella di contingenza “particolare”, nota come tavola di Burt, in cui le modalità riga coincidono con le modalità colonna (figura 2). Figura 2: Tabella di Burt

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Nella CMA possiamo distinguere due tipologie di variabili: • attive, cioè variabili che entrano direttamente nell’analisi concorrendo alla formazione degli assi fattoriali; • supplementari o illustrative, cioè variabili di tipo “passivo” che sono escluse dalla fase di estrazione dei fattori ma si utilizzano successivamente considerando la loro posizione sugli assi fattoriali come ausilio per la loro interpretazione. Ottimizzazione di un processo: desiderabilità e saddle point Nella teoria del CCD e dell'ottimizzazione di processo, il saddle point è definito come il punto di massimo o di minimo dell'output del processo ed è la soluzione della seguente equazione (eq. 1):

eq. 1

Praticamente il saddlepoint rappresenta la combinazione delle varibili indipendenti (fattori) che danno il risultato desiderato. L'ultimo step per l'ottimizzazione di un processo è la valutazione della funzione di desiderabilità, che si basa sui profili di correlazione fra ciascun fattore e la variabile dipendente. ottenuti dall'eqauzione polinomiale di un CCD. La funzione di desiderabilità, compresa fra 0 e 1, si calcola con la segunte equazione (eq. 2):

eq.2 In questa equazione, y è l'output del processo e ymax and ymin il suo massimo e il suo minimo, rispettivamente. La funzione di desiderabilità rappresenta un buon compromesso fra le esigenze di ottimizzazione del processo e quelle di riduzione dei costi. Ob 2 – Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali Att. 2.1 (RI): Studio delle produzioni alimentari allo studio e definizione di variabili operative di confezionamento SAPIO SAPIO, nel corso del semestre, ha messo a punto un protocollo di analisi, il quale prevede il confezionamento dei prodotti con le due miscele che nei test condotti nei semestri precedenti hanno dato risultati più promettenti ai fini del prolungamento della shelf life. La sperimentazione definita nel protocollo sarà anche utile per confermare le caratteristiche di Ar e N2O riportate in bibliografia ai fini del confezionamento alimentare. Si è ritenuto opportuno inserire nel piano di sperimentazione anche una serie di analisi su prodotti confezionati con una miscela di riferimento, ampiamente impiegata per la conservazione di una enorme varietà di prodotti, ovvero l’Alipak 130 (30% CO2 - 70% N2), per poter effettuare una comparazione con le miscele

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innovative oggetto del programma. I prodotti saranno confezionati in vaschette PP-EVOH-PP, spessore 8/10, utilizzate dall’azienda Ortoreale, e uno dei film che Icimendue riterrà opportuno in seguito agli esiti delle prove di permeabilità effettuate. Il protocollo ha identificato i parametri e le scadenze in cui effettuare le analisi chimico-fisico-biologiche, i cui risultati permetteranno a Sapio di determinare la shelf life dei prodotti. Il confronto tra i valori rilevati al tempo zero con quelli rilevati ad una diversa scadenza misureranno il grado di freschezza del prodotto. Inoltre, in diversi momenti della shelf life del prodotto confezionato, verrà effettuata una prova denominata di post-apertura. Questa prova consiste nel continuare ad effettuare le analisi per diversi giorni sui parametri significativi per la determinazione del livello di freschezza del prodotto, dopo che la confezione è stata aperta. Il risultato permetterà a Sapio di ottenere una indicazione sul comportamento dei prodotti confezionati in atmosfera modificata, mettendo in luce il tipo e la velocità di decadimento una volta estratti dalla confezione e messi a contatto con l’aria. Di seguito sono riportate le analisi che saranno effettuate per ciascuna referenza e il protocollo d’analisi che si intende applicare per la determinazione della shelf life.

ANALISI DELLE MATRICI AGRO-ALIMENTARI POMODORI SEMIDRY CONDITI - PEPERONI PRECOTTI AL NATURALE - ZUCCHINE PRECOTTE AL NATURALE - MIXD I VERDURE

ANALISI CHIMICHE VALUTAZIONE ORGANOLETTICA

VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA

pH Carica batterica Umidità attività dell’acqua Coli Tot Misurazione del colore Miceti: muffe e lieviti Analisi della composizione dell’ATM

Lysteria monicitogenes

Valutazione nutrizionale Staphilococcus Aureus

Valutazione del colore Valutazione dell’odore Valutazione del sapore

Salmonella spp SPIEDINI DI FOCACCIA

ANALISI CHIMICHE VALUTAZIONE ORGANOLETTICA

VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA

pH Carica batterica Umidità attività dell’acqua Coli Tot Misurazione del colore Miceti: muffe e lieviti Analisi della composizione dell’ATM

Lysteria monicitogenes

Valutazione nutrizionale Staphilococcus Aureus

Valutazione del colore Valutazione dell’odore Valutazione del sapore Prove reologiche

Salmonella spp PASTA FRESCA – ORECCHIETTE

ANALISI CHIMICHE VALUTAZIONE ORGANOLETTICA

VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA

pH Carica batterica Umidità attività dell’acqua

Valutazione del colore Valutazione dell’odore Coli Tot

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Misurazione del colore Miceti: muffe e lieviti Analisi della composizione dell’ATM

Lysteria monicitogenes

Valutazione nutrizionale Staphilococcus Aureus Prova di cottura

Valutazione del sapore Prove reologiche

Salmonella spp

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Di seguito sono riportati i protocolli d’analisi. Analisi per la determinazione della shelf life dei prodotti agro alimentari

REFERENZE T DI CONSERVAZIONE

CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE

SHELF LIFE ATTUALE

SHELF LIFE DA STUDIARE

SCADENZE PER ANALISI

ZUCCHINE AL NATURALE 4°C BUIO 35 70 0-10-20-35-45-70 PEPERONI PRECOTTI AL NATURALE (SEMIDRY) GRIGLIATI 4°C BUIO 35 70 0-10-20-35-45-70 POMODORI SEMIDRY CONDITI 4°C BUIO 35 70 0-10-20-35-45-70 MIX DI VERDURE AL NATURALE 4°C BUIO 35 70 0-10-20-35-45-70 N. REFERENZE 4 N.CAMPIONI /PER SCADENZA/ PER OGNI MISCELA 2 N. MISCELE 3 TIPO DI MISCELA UTILIZZATA: 30% CO2 70% Ar 30% CO2 70% N2O 30% CO2 70% N2 N.SCADENZE 6 N. CAMPIONI PER OGNI REFERENZA 36 N. DI CAMPIONI TOTALE 144 ANALISI PER DETERMINARE LA SHELF LIFE SCADENZE 0 10 20 35 45 70 ANALISI CHIMICHE Ph X X X X X X Umidità X X X X X X Aw X X X X X X Misurazione del colore X X X X X X Analisi ATM X X X X X X VALUTAZIONE ORGANOLETTICA valutazione del colore X X X X X X valutazione dell'odore X X X X X X valutazione del sapore X X X X X X PROVE REOLOGICHE X X X X X X

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VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA carica batterica X X X X X X Coli Tot X X X X X X Miceti: muffe e lieviti X X X X X X Lysteria Monocitogenes X Staphlococcus Aureus X Salmonella spp. X VALUTAZIONE NUTRIZIONALE X X PROVE DI POST APERTURA NUMERO DI CAMPIONI TOTALE 144 NUMERO DI CAMPIONI PER REFERENZA 36 NUMERO DI MISCELE 3 TIPO DI MISCELA UTILIZZATA: 30% CO2 70% Ar 30% CO2 70% N2O 30% CO2 70% N2 NUMERO DI REFERENZE 4 SCADENZE A CUI APRIRE LA CONFEZIONE 10-35-70 NUMERO DI SCADENZE 3 NUMERO DI STEP campione confezionato 2 +1 COMPRESO NELLE PROVE DI SHELF LIFE NUMERO DI CAMPIONI PER STEP 2

ANALISI PER DETERMINARE LA SHELF LIFE NELLA POST APERTURA SCADENZE 10 35 70 ANALISI CHIMICHE Ph X X X Umidità X X X Aw X X X Misurazione del colore X X X VALUTAZIONE ORGANOLETTICA valutazione del colore X X X valutazione dell'odore X X X

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valutazione del sapore X X X PROVE REOLOGICHE X X X VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA carica batterica X X X Coli Tot X X X Miceti: muffe e lieviti X X X Lysteria Monocitogenes Staphlococcus Aureus

REFERENZE T DI CONSERVAZIONE

CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE

SHELF LIFE ATTUALE GIORNI

SHELF LIFE DA STUDIARE IN ATP

SCADENZE PER ANALISI

FOCACCIA FARCITA 4°C BUIO 35 20 0-15-30-45 N. REFERENZE 1 N.CAMPIONI /PER SCADENZA/ PER OGNI MISCELA 2 N. MISCELE 3 TIPO DI MISCELA UTILIZZATA: 30% CO2 70% Ar 30% CO2 70% N2O 30% CO2 70% N2 N.SCADENZE 4 N. CAMPIONI PER OGNI REFERENZA 24 N. DI CAMPIONI TOTALE 24 ANALISI PER DETERMINARE LA SHELF LIFE SCADENZE 0 15 30 45 ANALISI CHIMICHE Ph X X X X Umidità X X X X Aw X X X X Misurazione del colore X X X X Analisi ATM X X X X VALUTAZIONE ORGANOLETTICA valutazione del colore X X X X

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valutazione dell'odore X X X X valutazione del sapore X X X X PROVE REOLOGICHE X X X X VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA carica batterica X X X X Coli Tot X X X X Miceti: muffe e lieviti X X X X Lysteria Monocitogenes X Staphlococcus Aureus X Salmonella spp. X VALUTAZIONE NUTRIZIONALE X X PROVE DI POST APERTURA NUMERO DI CAMPIONI TOTALE 144 NUMERO DI CAMPIONI PER REFERENZA 36 NUMERO DI MISCELE 3 TIPO DI MISCELA UTILIZZATA: 30% CO2 70% Ar 30% CO2 70% N2O 30% CO2 70% N2 NUMERO DI REFERENZE 4 SCADENZE A CUI APRIRE LA CONFEZIONE 10-35-70 NUMERO DI SCADENZE 3 NUMERO DI STEP campione confezionato 2 +1 COMPRESO NELLE PROVE DI SHELF LIFE NUMERO DI CAMPIONI PER STEP 2

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ANALISI PER DETERMINARE LA SHELF LIFE NELLA POST APERTURA SCADENZE 0 15 45 ANALISI CHIMICHE Ph X X X Umidità X X X Aw X X X Misurazione del colore X X X VALUTAZIONE ORGANOLETTICA valutazione del colore X X X valutazione dell'odore X X X valutazione del sapore X X X PROVE REOLOGICHE X X X VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA carica batterica X X X Coli Tot X X X Miceti: muffe e lieviti X X X Lysteria Monocitogenes Staphlococcus Aureus Salmonella spp

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REFERENZE T DI CONSERVAZIONE

CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE

SHELF LIFE ATTUALE GIORNI

SHELF LIFE DA STUDIARE IN ATP

SCADENZE PER ANALISI

PASTA FRESCA 4°C BUIO 35 20 0-15-30-45-75 N. REFERENZE 1 N.CAMPIONI /PER SCADENZA/ PER OGNI MISCELA 2 N. MISCELE 3 TIPO DI MISCELA UTILIZZATA: 30% CO2 70% Ar 30% CO2 70% N2O 30% CO2 70% N2 N.SCADENZE 6 N. CAMPIONI PER OGNI REFERENZA 36 N. DI CAMPIONI TOTALE 36 ANALISI PER DETERMINARE LA SHELF LIFE SCADENZE 0 15 30 45 75 ANALISI CHIMICHE Ph X X X X X Umidità X X X X X Aw X X X X X Misurazione del colore X X X X X Analisi ATM X X X X X Prova di cottura X X X X X VALUTAZIONE ORGANOLETTICA valutazione del colore X X X X X valutazione dell'odore X X X X X valutazione del sapore X X X X X PROVE REOLOGICHE X X X X X VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA carica batterica X X X X X Coli Tot X X X X X Miceti: muffe e lieviti X X X X X Lysteria Monocitogenes X Staphlococcus Aureus X

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Salmonella spp. X VALUTAZIONE NUTRIZIONALE X X PROVE DI POST APERTURA NUMERO DI CAMPIONI TOTALE 36 NUMERO DI CAMPIONI PER REFERENZA 36 NUMERO DI MISCELE 3 TIPO DI MISCELA UTILIZZATA: 30% CO2 70% Ar 30% CO2 70% N2O 30% CO2 70% N2 NUMERO DI REFERENZE 4 SCADENZE A CUI APRIRE LA CONFEZIONE 10-35-75 NUMERO DI SCADENZE 3 NUMERO DI STEP campione confezionato 2 +1 COMPRESO NELLE PROVE DI SHELF LIFE NUMERO DI CAMPIONI PER STEP 2

ANALISI PER DETERMINARE LA SHELF LIFE NELLA POST APERTURA SCADENZE 0 35 75 ANALISI CHIMICHE Ph X X X Umidità X X X Aw X X X Misurazione del colore X X X Prova di cottura X X X VALUTAZIONE ORGANOLETTICA valutazione del colore X X X valutazione dell'odore X X X valutazione del sapore X X X

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PROVE REOLOGICHE X X X VALUTAZIONE MICROBIOLOGICA carica batterica X X X Coli Tot X X X Miceti: muffe e lieviti X X X Lysteria Monocitogenes Staphlococcus Aureus Salmonella spp

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Att. 2.2 (RI): Studio sulle proprietà funzionali e strutturali dei materiali e sulla loro morfologia e composizione chimica per applicazioni di confezionamento ad elevate performances funzionali Att. 2.3 (RI): Applicazione delle atmosfere modificate per la conservazione delle produzioni tipiche allo studio ICIMENDUE - SAPIO Nel corso del periodo di SAL sono state avviate le attività 2.3 e 2.4 dell’OR2. Per quanto riguarda l’attività 2.3, sono stati individuati i materiali e le combinazioni dei materiali più adeguati a garantire le caratteristiche di processabilità e le barriere desiderate (individuate nell’attività 2.2). Si è quindi proceduto a progettare l’imballo considerando tutte le caratteristiche funzionali, tarate per l’applicazione desiderata in atmosfera modificata, con l’opportuna scelta dei substrati e dei materiali ausiliari (inchiostri, adesivi, solventi). Sono stati pertanto acquisiti e caratterizzati i film da accoppiare per realizzare i nuovi imballi. In particolare, sono state effettuate prove di permeabilità al vapor d’acqua, ossigeno e gas, costituenti le atmosfere modificate, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e della Produzione (DIMP) dell’Università di Napoli. Sono state infine realizzate e caratterizzate in forma prototipale su impianti industriali le diverse strutture progettate per i prodotti tipici in studio. Progettazione dei nuovi imballi All'imballaggio flessibile si richiedono molte proprietà, quali: proteggere i prodotti secchi dall'umidità atmosferica proteggere i prodotti che contengono umidità impedendone una perdita proteggere i prodotti che sono soggetti ad ossidarsi con l’ossigeno dell'aria conservare le quantità di gas (tipicamente CO2 e N2) che hanno sostituito l'ossigeno dell'atmosfera proteggere il prodotto dagli odori esterni presenti nell'atmosfera prevenire le perdite di aromi del prodotto dall'interno dell'imballaggio proteggere il prodotto dall'azione ossidativa della luce solare e della radiazione UV Per incrementare la shelf-life, si deve necessariamente ricorrere a strutture multistrato ad alta barriera. Per meglio comprendere l'apporto che ogni materiale porta alla struttura utilizzata nell'imballaggio, bisogna tener presente diverse proprietà, tra le quali: a) importanza dello spessore in relazione alla rigidità minima necessaria b) importanza della sua attitudine ad essere stampato e accoppiato con riferimento alla scelta del tipo di inchiostro e del tipo di adesivo in relazione al suo impiego c) importanza della "combinazione" dei materiali che formano la struttura in relazione alle proprietà di "barriera" necessarie alla "shlelf-life" richiesta. L'imballaggio flessibile ha a disposizione una vasta gamma di film semplici e laminati che presentano differenti valori di permeabilità ai gas ed al vapor acqueo. Le proprietà di barriera di una struttura a due o più film si possono stimare usando l’equazione

L1/P1+L2/P2+L3/P3....=Lw/Px

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dove L1, L2, L3 sono gli spessori dei tre strati e P1, P2, P3 sono i valori della costante permeabilità di ciascun costituente; Lw sarà quindi il valore dello spessore totale e Px il valore incognito che consente di desumere il valore di permeabilità della struttura nel suo complesso. I risultati di permeabilità dei film possono essere influenzati dalla presenza di adesivi tra i vari film del laminato e dalla presenza degli inchiostri da stampa in relazione alla loro posizione nella struttura. Una struttura con una permeabilità al vapor acqueo di circa 3-4 g.m2/24h rappresenta una buona barriera per molti prodotti; per materiali molto sensibili al vapor acqueo si cercano invece strutture con permeabilità comprese tra 1 e 0,5 g.m2/24h. La proprietà di barriera all'ossigeno é decisamente più difficile da ottenere. Un valore di permeabilità di 5 cc/m2/24h. per strutture normali di spessore compreso tra 25-80 μm é un ottimo valore, ma é ottenibile solo con materiali speciali. In questo caso si utilizzano film di OPP, PET o OPA laccati con PVDC (cloruro di polivinilidene) oppure complessi in cui il film saldante di LDPE é un coestruso formato da LDPE/EVOH/LDPE. Questo tipo di coestruso utilizza la bassa permeabilità all'ossigeno del film di EVOH. Poiché questo polimero é di tipo polare e quindi sensibile al vapor acqueo, esso tende a ridurre le sue proprietà di barriera all'ossigeno in condizioni di alte percentuali di unità relativa. La coestrusione con un film di polietilene non polare, consente la protezione al vapor acqueo del film "interno" di EVOH e garantisce, in questo modo, la sua alta barriera all'ossigeno. Nel caso di utilizzo di un polimero con EVOH é importante che esso sia messo nella condizione di non assorbire umidità altrimenti, come detto prima, la sua proprietà di barriera all'ossigeno diminuisce drasticamente (figura 1). Il vapor acqueo agisce su questo polimero idrofilo come un plastificante ed il valore della costante di diffusione ai gas viene fortemente aumentato. Questo é il motivo per cui si produce il film coestruso di LDPE/EVOH/LDPE. Le proprietà generali di barriera del PVDC all'ossigeno provengono dalla polarità della sua molecola e dalla alta cristallinità della sua struttura influenzata dal contenuto in cloro. Oggi si preferisce ridurre la quantità di cloro presente in un imballaggio per il fatto che la maggior parte dell'imballaggio flessibile dovrà essere distrutto per combustione. La cristallinità del PVDC riduce il valore della costante di diffusione D per cui l'ossigeno permea ad una velocità inferiore. Quando sono necessari valori di permeabilità molto bassi, inferiori a 1 cc/m2/24h, tipicamente si utilizza l'alluminio sottile oppure si sfrutta la proprietà del poliestere metallizzato con una densità ottica di circa 3. In figura 2, sono rappresentati in doppia scala logaritmica i valori di permeabilità all’ossigeno ed al vapor d’acqua per alcuni film.

OTR cm3/mil/100 In2/24h

umidità relativa RH %

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Figura 1

Figura 2 Progettare il packaging ottimale per MAP consiste nel trovare la combinazione ideale tra il tipo di film e le dimensioni dell’imballo tale da preservare la composizione interna di gas consigliata. Al fine di preservare l’atmosfera modificata idonea a conservare un particolare prodotto, è necessario progettare un’adeguata struttura dell’imballaggio tale da impedire la fuoriuscita dei gas componenti la miscela e garantire la barriera verso i gas esterni alla confezione. Pertanto, la corretta selezione dei film da impiegare per l’utilizzo di MAP deve contemplare le permeabilità assolute ai gas coinvolti, come pure i rapporti di permeabilità tra i singoli gas. I rapporti relativi di permeabilità ai gas determinano i possibili valori di concentrazioni raggiungibili impiegando determinati gas, come mostrato in figura 3. In tabella 1, sono raccolti i valori tipici di permeabilità alla CO2 e O2 di alcuni film polimerici. Come si può notare, la maggior parte dei film possiede un rapporto (PCO2/PO2) di 3 – 6, che ne limita l’impiego per i prodotti freschi. In questo caso, si preferisce infatti utilizzare combinazioni di film più permeabili o forature nell’imballo per raggiungere un rapporto (PCO2/PO2) prossimo ad 1. Come visto, la costante D di diffusione dei film polimerici é influenzata dalla grandezza molecolare del gas che diffonde: in pratica, il valore di D diminuisce con l'aumento del diametro della molecola; tuttavia, a causa della solubilità S, la sequenza di permeabilità nella maggior parte dei film plastici rispetto ai gas più usati é la seguente: N2 < O2 < CO2. Questi rapporti di permeabilità sono molto importanti nel caso di confezionamento in atmosfera modificata, ove in relazione al prodotto vengono create delle specifiche atmosfere con azoto, ossigeno ed anidride carbonica. La figura 4 mostra, ad esempio, la permeabilità a diversi gas in funzione dello spessore per un film di OPP coestruso.

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Tabella 1

Figura 3

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Figura 4 Obiettivi Icimendue e caratteristiche dei film da utilizzare per i nuovi imballi Sulla base delle proprietà degli attuali imballi e degli obiettivi di barriera definiti, sono stati selezionati, acquisiti e caratterizzati diversi film disponibili commercialmente, con i quali realizzare alcune possibili nuove strutture adatte ai prodotti tipici in studio. Le diverse strutture sono state poi realizzate in forma prototipale su impianti industriali e, infine, caratterizzate dal punto di vista funzionale per valutarne la rispondenza alle proprietà obiettivo. Per tenere conto delle diverse caratteristiche richieste, esposte nell’attività 2.2, si è ritenuto necessario combinare, attraverso il processo di laminazione, differenti materiali in strutture composite. Nella fattispecie, la struttura considerata è stata un laminato “duplex”, flessibile, ermetico e termosaldabile, costituito essenzialmente da: un film esterno, scelto in funzione delle proprietà di barriera, rigidità e stampabilità un film interno, termosaldante e idoneo al contatto alimentare, con eventuale proprietà barriera accoppiati per mezzo di un adesivo. Per rispettare l’esigenze di Ortoreale e Villani di rendere visibile il prodotto confezionato, sono stati selezionati solo film neutri (trasparenti) e non metallizzati. Inoltre, i materiali sono stati scelti per poter sopportare trattamenti termici come la pastorizzazione. Come mezzo per conferire alla struttura le proprietà barriera desiderate è stata considerata la laccatura. A tal fine sono stati considerati sia film laccati commerciali che lacche da applicare direttamente su film neutri. In particolare, come film laccati sono stati selezionati i seguenti film laccati con PVdC: 1. PET-PVdC con spessore di13 μm 2. OPP-PVdC da 32 μm Come lacca barriera è stata utilizzata una lacca PVOH a base acqua da applicare direttamente sia su film neutro di OPP che di PET, ottenendo 3. PET-PVOH da 12 μm 4. OPP-PVOH da 20 μm

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La lacca a base di PVdC, dello spessore di circa 1 μm, conferisce ai film di PET e OPP ottime proprietà barriera, buone caratteristiche termiche (sopporta la sterilizzazione) ed ottime proprietà di resistenza ai grassi ed a molti agenti chimici. La lacca PVOH invece presenta un’ottima barriera all’ossigeno, ma piuttosto scarsa al vapor d’acqua; inoltre, in presenza di umidità relativa, effetti di plasticizzazione possono compromettere anche le proprietà di barriera all’ossigeno della lacca, ragione per cui è necessario proteggerla con uno strato barriera all’umidità, ponendola quindi all’interno della struttura accopppiata. Come strato interno a contatto con l’alimento, sono stati presi in considerazione sia monofilm tradizionali, con proprietà accessorie quali pelabilità e antifog, che film coestrusi multistrato con strati intermedi polimerici a bassa permeabilità. Nel dettaglio, sono stati scelti i seguenti film: 1. PP cast da 75 μm 2. PP cast pelabile da 75 μm 3. PE pelabile, antifog da 60 μm 4. PP-EVOH(3μm)-PP da 60 μm 5. PP-EVOH(5μm)-PP da 60 μm dove gli ultimi due sono film coestrusi con diverso spessore dello strato centrale barriera di EVOH (3 e 5 μm). Tutti i film selezionati sono idonei alla pastorizzazione e possiedono caratteristiche di macchinabilità in linea con quelle degli attuali imballi. Per ciascuno dei film selezionati sono state misurate le barriere all’ossigeno ed al vapor d’acqua e, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e della Produzione (DIMP) dell’Università di Napoli Federico II, anche le permeabilità ai seguenti gas: N2, CO2, Ar, N2O, costituenti le seguenti atmosfere modificate: a) N2 70% - CO2 30% (attuale) b) Ar 70% - CO2 30% (nuova) c) N2O 70% - CO2 30% (nuova) In tabella 2, sono riportati i valori di permeabilità al vapor d’acqua ed all’ossigeno ottenuti sui diversi campioni di film, mentre in figura 5 e nella tabella 3 sono mostrate le permeabilità degli stessi film ai diversi gas costituenti le atmosfere modificate. I campioni laccati con il PVOH sono stati realizzati su scala di laboratorio. Come si può notare, tutti i campioni mostrano analogo andamento tra le permeabilità relative ai diversi gas per MAP: infatti, come atteso, la permeabilità all’azoto risulta la più bassa seguita da quella dell’argon, essendo gas non solubili, mentre la solubilità della CO2 e dell’N2O fa sì che la loro permeabilità risulti maggiore, nonostante le dimensioni molecolari, in accordo con dati di letteratura (figura 6 e 7). In termini assoluti, sia i film laccati che quelli coestrusi con EVOH presentano valori di barriera superiori rispetto a quelle delle poliolefine neutre (PP e PE), in particolar modo rispetto all’ossigeno. Tuttavia, come atteso, sia i film con EVOH che con PVOH non mostrano proprietà di barriera nei confronti del vapor d’acqua; migliori risultati sono forniti dalla lacca di PVdC, anche rispetto ai gas costituenti le atmosfere modificate.

Film

Spessore

(μm)

WVTR (38°C, 90

R.H.)

[g/(m2*24h)]

OTR (23°C, 0

R.H.)

[cm3/(m2*24h)]

PET-PVdC 13 7.7 6.4

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OPP-PVdC 32 3,9 21,2

PET-PVOH 12 45,4 1,8

OPP-PVOH 20 5,5 2,5

PP cast 75 3.0 > 1000

PP cast,

pelabile 75 3.5 > 1000

PE antifog,

pelabile 60 10.6 > 1000

PP-EVOH(3)-

PP 60 3.5 2.1

PP-EVOH(5)-

PP 60 3.7 1.0

Tabella 2

Figura 5

P ((cm3(STP)*cm)/(cm2*s*atm)) campion

e PAr PN2 PN2O PCO2 PCO2/PN A2

PCO2/Pr

PCO2/PN2

O PE pelabile antifog 60

1.67E-08

6.07E-09

1.39E-07

7.95E-08 1.31 01E+

4.76E+00 5.72E-01

PP 75 9.20E

-09 2.86E

-09 7.03E

-08 4.28E

-08 1.50 01E+4.65E+0

0 6.09E-01 OPP-PVdC

5.50E-11

2.10E-11

7.30E-10

5.20E-10 2.48 01E+

9.45E+00 7.12E-01

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2.61 01PET-PVdC 12

4.70E-12

1.29E-12

4.73E-11

3.37E-11 E+

7.17E+00 7.12E-01

PP-EVOH (3)-PP 60

1 3 5. 5. 1.44 1 3.79.38E-01

.46E-11

.78E-12

80E-11

44E-11

E+0

3E+00

PP-EVOH(5)-PP 6

0

6 3.46E-12

1.08E-12

8.00E-12

7.00E-12

.48E+00

2.02E+00 8.75E-01

PET-PVOH

9.30E-12

7.23E-12

6.84E-10

5.12E-10 7.08 01E+

5.51E+01 7.49E-01

OP

PP-VOH

2.30E-11

1.23E-11

6.84E-10

5.12E4.16E+01

2.23E+01 7.49E-01 -10

Tabella 3

Figura 6

Figura 7

Da una serie di prove preliminari effettuate su macchina industriale di applicazione della lacca barriera PVOH, sono state riscontrate notevoli difficoltà nel raggiungere la grammatura necessaria di secco (1-1,5 g/m2), in quanto l’asciugatura di questo prodotto a base acqua necessita di forni di asciugamento molto estesi, tipici delle macchine spalmatrici. L’esigua grammatura di lacca applicabile (<0,5 g/m2), compromettendo le proprietà barriera ottenibili, ha fatto scartare questa soluzione.

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Pertanto, sulla base dei risultati di barriera ottenuti, sono state definite le nuove strutture da realizzare riportate in tabella 4.

Strutture attuali Nuove strutture Referenze

film est / film int film est / film int

PET-PVdC 13 / PP cast 75 Top vaschetta

prodotti V gamma OPA 15 / PP cast 75

OPP-PVdC 32 / PP cast 75

OPP-PVdC 32 / PP pelabile 75 Top vaschetta

pelabile

prodotti V gamma

OPA 15 / PP cast 75

pelabile OPP-PVdC 32 / PE pelabile 60

OPP-PVdC 32 / PP-EVOH(3μm)-PP

60 Pasta fresca PA 20 / PP-EVOH-PP

60 PA cast 20 / PP-EVOH(5μm)-PP 60

PET-PVdC 13 / PE 45 Insaccati

PET 12 / PE-EVOH-PE

45 PET 12 / PP-EVOH(5μm)-PP 60

Tabella 4

Produzione prototipale film accoppiati Gli accoppiati di tabella 4 sono stati quindi realizzati in forma prototipale facendo uso di una macchina accoppiatrice SuperCombi 2000 (figura 8). Le nuove strutture di tabella 4 sono stati laminati accoppiando le superfici “trattate corona” dei diversi film ad una velocità di 200 m/min, utilizzando gli adesivi poliuretanici bicomponenti a base solvente riportati in tabella 5. Tali adesivi sono idonei sia alla sterilizzazione che pastorizzazione e particolarmente indicati per l’accoppiamento dei film selezionati. La temperatura del forno della macchina accoppiatrice è stata impostata a 80°C per l’asciugatura del solvente residuo. I laminati così prodotti sono stati poi tagliati per mezzo di una taglierina Del Maglio (figura 9) al fine di ottenere bobine di fascia minore ed adatta ad essere utilizzata direttamente dalle macchine confezionatrici presso Ortoreale e Villani (figura 10).

Struttura Adesivo

(compA+compB)

Grammatura

adesivo

(g/m2)

PET-PVdC 13 / PP cast 75 811A + CatF 3,4

OPP-PVdC 32 / PP cast 75 811A + CatF 3,5

OPP-PVdC 32 / PP pelabile 75 811A + CatF 3,7

OPP-PVdC 32 / PE pelabile 60 811A + CatF 4,0

OPP-PVdC 32 / PP-EVOH(3μm)-PP

60 811A + CatF 3,8

PA cast 20 / PP-EVOH(5μm)-PP 60 FP44+FP75 3,5

PET-PVdC 13 / PE 45 811A + CatF 3,9

PET 12 / PP-EVOH(5μm)-PP 60 FP44+FP75 3,5

Tabella 5

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Figura 8

Figura 9

Figura 10

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Per il prolungamento della shelf life dei prodotti, oltre al corretto utilizzo dei gas è necessaria la idonea scelta dei materiali dell’imballaggio per poter conservare nel tempo sia le caratteristiche chimiche che la composizione delle atmosfere protettive. A tal proposito SAPIO in collaborazione con ICIMENDUE ha effettuato le prove di permeabilità per N2, CO2, Ar, N2O con il Permeabilimetro. Tale apparecchiatura è un circuito costituito da due zone :

1. una zona ad alta pressione, posta a monte del film polimerico; 2. una zona a bassa pressione, posta a valle del film.

Tra di esse si trova la cella contenente il campione da analizzare.

Permeabilimetro

La zona ad alta pressione è dotata di un polmone, in cui si accumula il gas di prova e un trasduttore di pressione con fondo scala pari a 1000 torr; nella zona a valle del film, invece, è posto un trasduttore più sensibile, con un fondo scala pari a 0.001 torr. La cella è divisa in due parti, tra le quali va posizionato il film polimerico su cui si vuole effettuare la misura. Ciascun componente della cella è internamente dotato di due guarnizioni che consentono la tenuta ermetica della cella. Il flusso di gas raggiunge il campione attraverso un setto metallico microforato riportato nella figura sottostante.

Particolare della cella del permeabilimetro

Inoltre, il sistema è dotato di: un trasduttore differenziale di pressione; una serie di termocoppie che controllano la temperatura dell’intero circuito; un opportuno sistema di termostatazione a resistenze elettriche; un collegamento ad una pompa per realizzare il vuoto nel circuito, per consentire il desorbimento del campione. Il software in dotazione allo strumento è in grado di fornire la variazione nel tempo della pressione a valle della cella, dal cui valore si può dedurre l’ammontare di gas permeato attraverso la membrana polimerica.

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Di seguito sono riportati i materiali su cui sono state effettuate le prove di permeabilità ai gas N2, CO2, Ar, N2O:

1. Film pasta fresca 82 μm

2. top vaschetta 92 μm

3. PVdC-PET 12 μm

4. OPA-SiOx 15 μm

5. PLA-SiOx 20 μm

6. PP-EVOH(3μm)-PP 60 μm

7. PP-EVOH(10μm)-PP 60 μm

8. OPA 15 μm

9. PA cast 20 μm

10. PP cast 75 μm

11. PE pelabile 60 μm

12. MaterBi 70 μm

13. NatureFlex 22 μm

A valle delle prove effettuate con il permeabilimetro e delle funzioni per cui sono stati scelti i film attualmente utilizzati dall’azienda Ortoreale, Icimendue e Sapio hanno selezionato diversi film da accoppiare tra loro. Per il confezionamento degli ortaggi saranno accoppiati come sostituti dell’OPA 15 /PPcast 75 i seguenti: PVdC – PET 12/PP cast 75

OPA – SiOx 15/PP cast 75

PLA – SiOx 20 / Mater Bi 70

Per il confezionamento degli ortaggi saranno accoppiati come sostituti dell’OPA 15 /PPcast 75 pelabile i seguenti: OPA – SiOx 15/PE pelabile 60

OPA – SiOx 15/PE pelabile 75

Per il confezionamento della pasta saranno accoppiati come sostituti del PA 20/ PP –EVOH –PP 60 i seguenti: OPA – SiOx 15/PP – EVOH (3 μm) – PP 60

PA cast 20 /PP – EVOH (5 μm) – PP 60

Natural flex 22 /Mater Bi 70

Att. 2.4 (RI): Studio di nuovi sistemi di confezionamento ad elevate performances funzionali ICIMENDUE Al fine di realizzare una struttura tale da conferire all’imballaggio le elevate performance richieste, sono stati individuati film innovativi con deposito di SiOx da utilizzare con strato esterno nella struttura duplex da realizzare. In particolare, sono stati individuati i seguenti film:

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1. PET-SiOx da 12 μm 2. OPA-SiOx da 15 μm 3. OPP-SiOx da 20 μm

A differenza della laccatura tradizionale, la deposizione del sottile strato di ossido di SiOx sui film neutri (centinaia di Angstrom) avviene per sputtering sotto vuoto (figura 11). Questo delicato processo garantisce eccellenti proprietà di barriera senza alterare la trasparenza del film base. Anche questo film sopporta ottimamente la pastorizzazione. In figura 12, viene proposto un confronto tra le diverse soluzioni barriera trasparenti per un film di PET.

Figura 11

Figura 12 Per ciascuno dei film selezionati sono state misurate le barriere all’ossigeno ed al vapor d’acqua e, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e della Produzione (DIMP) dell’Università di Napoli Federico II, anche le permeabilità ai seguenti gas: N2, CO2, Ar, N2O, costituenti le seguenti atmosfere modificate.

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In tabella 6, sono riportati i valori di permeabilità al vapor d’acqua ed all’ossigeno ottenuti sui diversi campioni di film, mentre nella tabella 7 sono mostrate le permeabilità degli stessi film ai diversi gas costituenti le atmosfere modificate.

Film Spessore (μm) WVTR (38°C, 90 R.H.)

[g/(m2*24h)]

OTR (23°C, 0 R.H.)

[cm3/(m2*24h)]

OPP-SiOx 20 0.4 75.3

PET-SiOx 12 3.1 4.1

OPA-SiOx 15 45.1 0.7

Tabella 6

P ((cm3(STP)*cm)/(cm2*s*atm)) campione

PAr PN2 PN2O PCO2 PCO2/PN2 PCO2/PAr PCO2/PN2O OPA-SiOx 15 5.01E-12 1.86E-12 6.86E-11 3.48E-11 1.87E+01 6.95E+00 5.07E-01 PET SiOx 12 4.7E-12 1.29E-12 4.73E-11 3.37E-11 2.61E+01 7.17E+00 7.12E-01 OPP SIOx 20 8.00E-12 5.20E-12 3.00E-11 1.70E-11 3.27E+00 2.13E+00 5.67E-01

Tabella 7

Att. 2.5 (RI) Modello gestionale di confezionamento ad elevate garanzie di qualità e sicurezza SAPIO La prima azione intrapresa per lo sviluppo di questa attività è consistita in un’indagine rivolta ai clienti Sapio. L’indagine ha avuto lo scopo d’individuare le priorità di sviluppo e informazione tra i seguenti aspetti: Specifiche di prodotto

Certificazioni

Servizi.

Specifiche di prodotto

Percentuale % Peso in millesimi

Titolo Carbonio monossido

Sostanze riducenti, fosfuro e solfuro di idrogeno Acidità

Olio Acqua

Metano ed altri idrocarburi Azoto diossido e monossido

Ossigeno Azoto

Certificazioni ISO 9001 ISO 14000 ISO 18000

Servizi QUASAR

Alipak in tour Drinkgas

Schede di sicurezza

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Consulenza Formazione interna

Fascicoli tecnici monotematici intranet

Rete distributiva capillare

Le esigenze emerse sono riportate nella tabella seguente. I valori assegnati fanno riferimento alla scala Likert dove 1= irrilevante e 5= molto importante.

Esigenza del cliente Valore Assegnato

Prolungamento shelf life: ciò consente di concentrare la produzione in un minor lasso di tempo ottenendo così un risparmio di costi e di personale tramite l’ottimizzazione del calendario produttivo; permette di diversificare la produzione stessa, di vendere alla GDO e/o a maggiore distanza (es. prodotti tipici e locali). Così è realizzabile la vendita destagionalizzata dei prodotti, esigenza che fa nascere la richiesta di confezionamento in ATM.

5

Consulenza: tecnica (progettazione e realizzazione dell’impianto di distribuzione del gas,

formazione e informazione sull’utilizzo dei gas compressi o liquefatti)

commerciale (indicazione di possibili fornitori per completare il servizio, ad

esempio possibilità di accedere ad un fornitore di confezioni compatibile con

quello di gas con cui c’è collaborazione)

di ricerca (intesa come possibilità di collaborare per la messa a punto di

nuovi prodotti sia del fornitore che del cliente)

4

Maggiori informazioni sui servizi offerti dal fornitore. 3 Monitoraggio dei fornitori (chiedere la certificazione per la classifica fornitori da parte di chi lavora in qualità)

2

Possibilità di accedere tramite il fornitore ad una rete logistica efficiente, nel senso che il cliente chiede al fornitore di avere un sistema di vettori adeguato.

2

Scheda informativa sul prodotto, con annesse le caratteristiche di sicurezza. 3 Analisi della composizione della miscela e di purezza del gas. 1 Maggiori informazioni sui principi su cui si basa l’azienda, ad esempio quelli etici. 1 Metodo di rintracciabilità affine a quello del produttore (possibilmente la stessa tecnologia).

1

Questa indagine ha messo in luce i due aspetti di principale interesse: informazioni e garanzie sulle applicazioni dei gas per il prolungamento della shelf life dei prodotti alimentari e un impegno diretto di consulenza e collaborazione sugli aspetti tecnici, commerciali e di ricerca. Per rispondere adeguatamente a queste richieste del mercato Sapio ha intrapreso due azioni:

1. la progettazione di un adeguato strumento informativo che permetta agli utenti interni ed esterni una facile consultazione delle informazioni legate all’utilizzo delle atmosfere modificate per il prolungamento della shelf life dei prodotti alimentari;

2. uno studio volto ad individuare le soluzioni hardware più indicate alla fornitura delle atmosfere modificate.

Sulla base delle esperienze condotte presso la clientela e sulla base delle esigenze emerse dalle indagini condotte nell’ambito del presente progetto, si è proceduto nel redigere le specifiche funzionali della piattaforma software per la divulgazione delle informazioni sulle atmosfere modificate. Di seguito si riportano gli aspetti principali. Gli obiettivi che ci si è proposti di conseguire sono:

Fornire un accesso semplice ed efficace alle informazioni; Garantire la completezza e la fruibilità dei dati; Rendere disponibili strumenti di amministrazione evoluti ed efficienti;

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Consentire la consultazione e la gestione della Banca Dati dal Web oltre che dalla Intranet aziendale.

La piattaforma sarà accessibile al pubblico via Internet mentre la parte di Amministrazione della Banca Dati sarà accessibile attraverso il portale Intranet aziendale. L’accesso alla banca dati è libero per gli utenti “intranet” mentre richiede una preventiva registrazione per gli utenti Internet. Sapio si propone di utilizzare la classificazione GS1, traducendo in italiano e semplificando le descrizioni che compariranno negli strumenti di ricerca della Banca Dati. La classificazione GS1 è un sistema che permette ai produttori e ai distributori di utilizzare un “linguaggio comune” per raggruppare i prodotti nello stesso modo, a livello internazionale. L’elemento principale della classificazione GS1 GPC è il Brick (“mattone”). Ad ogni brick è possibile associare un certo numero di attributi ad ognuno dei quali corrisponde un set di valori possibili. Per un corretto riconoscimento della categoria di prodotto, le nuove conservazioni Sapio saranno associate alla classificazione tramite:

1. il valore di un elemento Brick 2. un Core Attribute 3. un Core Attribute Value

Inoltre, sarà data la possibilità di assegnare un nome sintetico alla specifica conservazione. Il nome sintetico (Nome Breve) assegnato ad una specifica conservazione alimentare è l’unica descrizione che è possibile modificare in ogni momento nell’ambito della classificazione prodotti. L’utente potrà scegliere di effettuare la ricerca di una scheda di conservazione prodotto con due modalità:

La Ricerca per nome: consiste nell’inserimento del nome o di parte del nome, in lingua italiana, del prodotto di cui si vuole consultare la scheda. La Ricerca per nome produce l’elenco dei prodotti che soddisfano i criteri di ricerca, ovvero quelli la cui descrizione corrisponde alla descrizione specificata dall’utente. La selezione di uno dei risultati consente di accedere alla relativa scheda.

La Ricerca per categoria: consiste nel selezionare il prodotto, di cui si vuole consultare la scheda di conservazione, dall’elenco dei prodotti della classificazione GS1. Questo tipo di ricerca consente di navigare all’interno di un elenco che si compone delle categorie di prodotto alle quali sono agganciati i tutti i corrispondenti prodotti di dettaglio.

La scheda di conservazione dei prodotti si comporrà delle seguenti sezioni:

La Miscela predefinita che riporta il nome e la composizione della miscela La Temperatura ottimale di conservazione La Shelf life che sarà rappresentata da un grafico che riporta il numero massimo e il

numero minimo dei giorni di conservazione del prodotto in atmosfera protetta e in aria I Meccanismi di degradazione in cui sono elencate le cause di degradazione del

prodotto I Pericoli di intossicazione alimentare in cui sono elencati i microrganismi dannosi per

il prodotto Le Tipologie di confezionamenti dove l’utente troverà informazioni sulle macchine

confezionatrici, sui tipi di confezione, sui materiali utilizzati per il confezionamento. In aggiunta alla scheda di conservazione prodotto si dovrà predisporre una Scheda Miscela che consenta dove è possibile di accedere alle principali informazioni relative ad ogni miscela di gas, sia quelle prodotte da Sapio che quelle di altre aziende. Lo studio relativo alle soluzioni hardware più indicate alla fornitura delle atmosfere modificate è stato condotto con la consulenza di CSQ S.r.l.. Sono state individuate tre tipologie diverse di configurazione d’impianto per lo stoccaggio e la distribuzione di miscele di gas utilizzate come additivi alimentari:

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1. Stoccaggio dei gas come liquidi criogenici, stadio di vaporizzazione, miscelazione e distribuzione alle apparecchiature di confezionamento;

2. Stoccaggio dei gas in bombole, depressurizzazione, miscelazione e distribuzione alle apparecchiature di confezionamento;

3. Stoccaggio delle miscele in bombole, depressurizzazione e distribuzione alle apparecchiature di confezionamento.

Ciascuna di queste tipologie è stata analizzata sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista igienico sanitario utilizzando i principi dell’HACCP per effettuarne l’analisi dei rischi di contaminazione chimico-fisica e microbiologica e valutarne il piano di autocontrollo nei punti critici. Nel corso del semestre è stata analizzata la prima tipologia di stoccaggio. Un tipico evaporatore criogenico per Azoto E941 o per Argon E938 è costituito come mostrato nello schema riportato in Figura 1.

Specifica Tecnica di prodotto E941 - AZOTO:

Comp. Valori Metodo analitico Limite rilevabile

Titolo ≥ 99.0% v/v Gascromatografo con rivelatore TCD 0.1 O2 ≤ 1.0% v/v Cella elettrochimica 0.0001 H2O ≤ 0.05% v/v Igrometro elettrolitico 0.0001 NO + NO2 ≤ 10.0 ppm v/v Chemiluminescenza, Tubo rivelatore colorimetrico 0.1 ppm

CO ≤ 10.0 ppm v/v Gascromatografo con rivelatore FID oppure Infrarosso oppure Tubo rivelatore colorimetrico

0.1 ppm

Idrocarburi totali

≤ 100 ppm v/v Analizzatore a ionizzazione di fiamma 0.1 ppm

Specifica Tecnica di prodotto E938 – ARGON Ar:

Comp. Valori Metodo analitico Limite rilevabile

Titolo ≥ 99.0% v/v Gascromatografo con rivelatore TCD 0.1 H2O ≤ 0.05% v/v Igrometro elettrolitico 0.0001 Idrocarburi totali

≤ 100 ppm v/v Analizzatore a ionizzazione di fiamma 0.1 ppm

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Fig.1 - Impianto di stoccaggio di gas criogenico liquefatto come Azoto o Argon

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E’ importante conoscere il funzionamento dell’impianto di stoccaggio di liquido criogenico per identificare i possibili punti critici ai fini dell’HACCP da mettere sotto controllo. Il presente impianto si può definire a funzionamento automatico, se si esclude la regolazione del circuito di pressurizzazione. Il circuito di pressurizzazione varia in funzione delle esigenze del Cliente e delle modalità di rifornimento. Il rifornimento può avvenire per travaso da una cisterna mobile, utilizzando una pompa criogenica, o per semplice differenza di pressione. Il componente essenziale è l'evaporatore criogenico di stoccaggio; esso é costituito da un recipiente in acciaio austenitico, resistente alle bassissime temperature del liquido criogenico, montato internamente all'involucro in acciaio al carbonio che lo riveste, attraverso un sistema di supporti e sospensioni elastiche antitermiche. L'intercapedine tra i due recipienti forma la zona di coibentazione, riempita con perlite e mantenuta sotto vuoto per accentuarne l'isolamento. Il vuoto è da ripristinare se raggiunge un valore superiore a 170 μbar, in quanto pressioni residue superiori a tale valore comprometterebbero seriamente l'efficienza dell'isolamento. L'evaporatore è dotato di un circuito di pressurizzazione, costituito dall'economizzatore (E), dal regolatore di pressione (P) e dalle valvole di intercettazione (V3 e V11). La sua funzione è di ripristinare la pressione nel caso scendesse a valori troppo bassi, ad esempio in seguito a prelievi prolungati, e riportarne il valore entro limiti prefissati. E' costituito da un collegamento tra le due estremità, superiore ed inferiore, del recipiente interno; il regolatore (P) è sensibile alla pressione regnante nel serbatoio, ed è tarato ad un valore (ptr) leggermente inferiore alla pressione di esercizio (p); generalmente si adotta la formula:

ptr [barg] = (p - 0,5) [barg], il regolatore (P) rimane aperto fino a che la pressione regnante all'interno del contenitore è inferiore a ptr e chiude non appena raggiunge un valore uguale a ptr. Nel primo caso, passerà del liquido attraverso la valvola V3, nel vaporizzatore di messa in pressione (SP), gassificando per effetto dello scambio termico con l'ambiente esterno, per poi sfociare nel duomo gassoso che si trova alla sommità dell'evaporatore, aumentandone la pressione fino al valore prefissato. In quell'istante, la chiusura del regolatore P interromperà il circuito. Qualora, invece, la pressione del serbatoio fosse aumentata, ad esempio in seguito a mancato prelievo di liquido per diversi giorni, il circuito dell'economizzatore (E) automaticamente ripristinerà la pressione al livello prefissato. Il principio di funzionamento dell'economizzatore è basato sulla precedenza all'efflusso del vapore rispetto al liquido, dovuta alla maggior pressione del primo rispetto al secondo. Il vapore esce dalla sommità del serbatoio, il liquido sale dal fondo attraverso un pescante: la pressione dovuta alla colonna di liquido nel pescante si sottrae alla pressione statica del serbatoio, dovuta al vapore. E' l'economizzatore (E) a regolare questo fenomeno, essendo tarato ad un valore (pte) leggermente superiore alla pressione di esercizio (p); generalmente si adotta:

pte [barg] = (p + 0,5) [barg], l'economizzatore (E) rimane aperto fino a che la pressione regnante all'interno del contenitore è superiore a pte e chiude non appena raggiunge un valore uguale a pte. Nel primo caso, il gas in eccesso che causa la sovrapressione, fluirà attraverso la valvola V11, l'economizzatore E e la valvola di ritegno VR1, fino alla valvola di erogazione V6 e, quindi, all'utilizzo. In quell'istante, la chiusura dell'economizzatore interromperà il circuito, intercettando l'efflusso del vapore e consentendo unicamente l'uscita di liquido. Si noti che, qualora la valvola di erogazione V6 fosse chiusa, la fuoriuscita del gas dovuta all'apertura dell'economizzatore non sarebbe possibile. Ciò causerebbe, inevitabilmente, l'intervento della valvola di sicurezza (SR). Lo scarico manuale della sovrapressione è comunque possibile attraverso l'apertura della valvola di sfogo gas (V2). In caso di mancato o insufficiente funzionamento, per qualsiasi motivo, di altri dispositivi, l'eccessiva pressurizzazione del serbatoio sarebbe evitata dalla lacerazione della membrana del disco di rottura (RR).

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Durante il normale utilizzo, l’erogazione del liquido avviene aprendo la valvola V6, attraverso la quale il fluido arriva ai vaporizzatori atmosferici, i quali funzionano tipicamente da scambiatori di calore; l’aria dell’ambiente circostante cede calore al profilo alettato degli apparecchi che, a loro volta, lo cedono al liquido criogenico facendolo vaporizzare ed incrementando la temperatura nel gas nel frattempo già vaporizzato. Intorno ai vaporizzatori, durante l’utilizzo, si innescano moti convettivi di aria che circola dall’alto verso il basso nella zona centrale degli apparecchi, richiamando nuova aria calda. Se per qualsiasi motivo si verificasse la temporanea inefficienza dei vaporizzatori e la temperatura del gas in uscita dagli stessi scendesse a valori inferiori a quelli di progetto dell’impianto, il flusso verrebbe chiuso dal sistema di blocco installato a valle degli scambiatori (D.B.B.T.). Tale apparecchiatura utilizza, infatti, un sensore di temperatura tarato al valore di –25 °C, al raggiungimento della quale attiva l’intervento di una valvola pneumatica a sfera e, simultaneamente, un allarme acustico e luminoso che segnala l’anomalia. La riapertura della valvola è possibile unicamente quando la temperatura del gas ritorna a valori di sicurezza, ovvero dal momento in cui i vaporizzatori riacquistano l’efficienza originaria. Analoga è la situazione per gas additivi alimentari come CO2 E290 e N2O E942, salvo il fatto che il circuito di ingresso è sdoppiato con un ingresso per la fase liquida ed un ingresso separato per la fase gassosa, come mostrato in Figura 2. Riportiamo qui di seguito le specifiche tecniche di questi due prodotti che ci saranno utili per la definizione dei piani di autocontrollo.

Specifica Tecnica di prodotto E290 – Anidride Carbonica CO2:

Comp. Valori Metodo analitico Limite rilevabile

Titolo ≥ 99.0% v/v Assorbimento in KOH oppure infrarosso 0.1

Identificazione Positiva Assorbimento in BA(OH)2 oppure Infrarosso

CO ≤ 10.0 ppm v/v Gascromatografo con rivelatore FID oppure Tubo rivelatore colorimetrico

0.1 ppm

Sost. riducenti, HF e H2S

D.M. 199/2009 D.M. 199/2009 Gascromatografo (FPD) a fluorescenza U.V. oppure Tubo rivelatore colorimetrico

Acidità D.M. 199/2009 D.M. 199/2009

Olii ≤ 0.1 mg/l Tubo rivelatore colorimetrico 0.01

Specifica Tecnica di prodotto E942 – Protossido di Azoto N2O:

Comp. Valori Metodo analitico Limite rilevabile

Titolo ≥ 99.0% v/v Gascromatografo con rivelatore TCD 0.1 H2O ≤ 0.05% v/v Igrometro elettrolitico 0.0001

NO + NO2 ≤ 10.0 ppm v/v Chemiluminescenza oppure Tubo rivelatore colorimetrico

0.1

CO ≤ 30.0 ppm v/v Gascromatografo con rivelatore FID oppure Infrarosso oppure Tubo rivelatore colorimetrico

0.1

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Fig.2 - Impianto di stoccaggio di gas criogenico liquefatto come CO2 ed N2O

Punto critico di controllo n° 1 – Riempimento da cisterna Deve essere disponibile il certificato di analisi della produzione primaria ed il certificato di analisi del liquido criogenico in cisterna secondo il seguente piano dei controlli: AZOTO alimentare – N2 – E941 Titolo Test tramite gascromatografo munito di rivelatore TCD CO Test tramite analizzatore infrarosso ovvero test tramite gascromatografo munito di rivelatore FID e metanatore ovvero tramite Tubo rivelatore colorimetrico Ossigeno Test con cella elettrochimica o con rivelatore paramagnetico Acqua Test con igrometro elettrolitico oppure con Igrometro capacitivo NO, NO2 Test con apparato a chemiluminescenza ovvero con Tubo rivelatore colorimetrico Idrocarburi Test tramite gascromatografo munito di rivelatore FID e metanatore ARGON alimentare – Ar – E938 Titolo Test tramite gascromatografo munito di rivelatore TCD Ossigeno Test con cella elettrochimica o con rivelatore paramagnetico Acqua Test con igrometro elettrolitico oppure con Igrometro capacitivo Idrocarburi Test tramite gascromatografo munito di rivelatore FID e metanatore

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CARBONIO DIOSSIDO ALIMENTARE – CO2 – E290 Titolo Test tramite analizzatore infrarosso ovvero da assorbimento su KOH CO Test tramite analizzatore infrarosso ovvero test tramite gascromatografo munito di rivelatore FID e metanatore ovvero tramite Tubo rivelatore colorimetrico Sostanze riducenti come HP e HS Test tramite gascromatografo munito di rivelatore FPD ovvero con Tubo rivelatore colorimetrico Olii e grassi Test con Tubo rivelatore colorimetrico Acidità Test specificato dal D. M. n° 356 del 04 agosto 1997 PROTOSSIDO DI AZOTO alimentare – N2O – E942 Titolo Test tramite analizzatore infrarosso CO Test tramite analizzatore infrarosso ovvero test tramite gascromatografo munito di rivelatore FID e metanatore ovvero tramite Tubo rivelatore colorimetrico NO, NO2 Test con apparato a chemiluminescenza ovvero con Tubo rivelatore colorimetrico Acqua Test con igrometro elettrolitico oppure con Igrometro capacitivo Il riempimento da cisterna deve essere effettuato solo da personale qualificato e secondo una procedura scritta che contenga tutti gli elementi guida necessari perché il travaso sia effettuato senza rischi di contaminazione del prodotto finale Punto critico di controllo n° 2 – Svuotamento totale dell’evaporatore criogenico Qualora il prelievo dal serbatoio criogenico continuasse sino a suo svuotamento totale, il serbatoio interno rimarrebbe completamente depressurizzato e ciò potrebbe risultare in un ingresso di aria esterna nel serbatoio. Tale tipo di contaminazione rimarrebbe anche dopo il successivo riempimento poiché, al primo raffreddamento da carico da cisterna, l’aria esterna presente nel serbatoio criogenico interno rilascerebbe il vapor d’acqua sotto forma di condensa e quindi di ghiaccio aderente alle pareti che contaminerebbe completamente il nuovo carico. E’ pertanto consigliabile: 1) evitare lo svuotamento totale del serbatoio criogenico, anche ad esempio utilizzando un

sistema di controllo telemetrico del livello del serbatoio (tipo Flowtel).

2) in caso di svuotamento totale del serbatoio criogenico interno e depressurizzazione

dell’intero impianto, bonificare l’impianto attraverso lavaggi ripetuti ottenuti facendo fluire il

gas appropriato in forma di gas compresso secco.

3) Montare sempre a valle del vaporizzatore atmosferico e del Dispositivo di Blocco per bassa

temperatura una valvola di ritegno per evitare l’ingresso di aria atmosferica dal lato Cliente.

4) Ad ogni riempimento del Serbatoio criogenico con liquido da cisterna, ripetere le analisi

previste per il liquido in cisterna.

L’impianto di distribuzione della miscela alimentare alle apparecchiature di confezionamento del Cliente avviene secondo quanto riportato in Figura 3, per il caso della miscela Argon – CO2, ed in Figura 4 per il caso della miscela N2O – CO2. Elemento fondamentale per la stabilità della miscela di gas alimentari per confezionamento MAP è il miscelatore.

Un tipico miscelatore è riportato nella figura di fianco. Si tratta di un sistema di miscelazione per 2 o 3 gas, adatto per le confezionatrici del tipo a campana (sottovuoto) nell’industria alimentare e per le applicazioni dove esistono grandi oscillazioni nelle quantità di prelievo della miscela di gas. Caratteristiche:

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- facile utilizzo, - infinite regolazioni della miscela per mezzo della valvola proporzionale in scala (%); - qualità costante, poiché questo miscelatore funziona sempre in abbinamento a un serbatoio di polmonazione (vol. min. 10 lt), che copre alti fabbisogni e permette l’estrazione delle più piccole quantità del gas, mantenendo constante la precisione della miscela; - indipendente dalle oscillazioni delle pressioni in entrata; - indipendente dalla velocità del confezionamento; - indipendente dalla dimensione della confezione. Punto critico di controllo n° 3 – Depressurizzazione e/o backstreaming per la sezione di miscelazione e distribuzione al Cliente Nel caso di depressurizzazione e/o back streaming è consigliabile bonificare l’impianto attraverso lavaggi ripetuti ottenuti facendo fluire la miscela per almeno 10 minuti ad un flusso pari ad un decimo del flusso di confezionamento tipico. Quindi eseguire i seguenti test sulla miscela: Titolo per Azoto ed Argon tramite gascromatografo munito di rivelatore TCD e per N2O e CO2 tramite analizzatore infrarossoO2 Test con cella elettrochimica o con rivelatore paramagnetico Acqua Test con igrometro elettrolitico o capacitivo

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Fig. 3 – Impianto di stoccaggio, vaporizzazione, miscelazione e distribuzione al Cliente per miscela alimentare Ar – CO2

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Fig. 4 – Impianto di stoccaggio, vaporizzazione, miscelazione e distribuzione al Cliente per miscela alimentare N2O – CO2

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Leggenda per le Figure 3 e 4 Att. 2.6 (SP): Integrazione con la piattaforma di gestione della supply chain ENGINEERING II - SAPIO

L'attività Att. 2.6 è stata mirata alla definizione ed implementazione delle interfacce operative necessarie alla realizzazione del flusso di informazioni da e verso la piattaforma operativa. Ciò attraverso:

progettazione ed implementazione delle componenti software

Le specifiche delle funzionalità di base a cui deve assolvere la piattaforma software Sapio, sviluppate nell’attività 2.5 sono state affidate alla società Links Management and Technology che ha fornito la sua consulenza per la progettazione e realizzazione della piattaforma software.

Inizialmente si sono approfonditi i dettagli delle specifiche funzionali arrivando a definire un diagramma fisico del Data Base che è alla base della piattaforma. Insieme al diagramma fisico sono stati definiti i contenuti di ogni tabella ed i valori ad essi associabili.

Quindi si sono svolte le seguenti fasi:

Impostazione del sistema di profilazione degli utenti e delle funzionalità di login

Predisposizione server DB e popolamento del database applicativo

Predisposizione della classificazione GS1 delle conservazioni alimentari.

Implementazione delle funzionalità di gestione delle entità principali (Miscele, Confezionamento, Conservazioni, Microorganismi, Decadimeno, Normative, Miscele Conc., Raccordi, Recipienti)

Completamento Area di Gestione: sviluppo nuove funzionalità di amministrazione utenti e di gestione della classificazione dei prodotti

Riorganizzazione della classificazione prodotti.

Traduzione delle definizioni della classificazione GS1corrispondenti ai nodi visualizzati , sfoltimento dei nodi non utilizzati e verifica delle voci personalizzate.

Riordino dei dati e dei contenuti.

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O b 3 - Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodottotipico agroalimentare A tt. 3.1 (RI): Processi collaborativi di definizione del piano strategico della supply chain delpr

odotto tipico

Att. 3.2 (RI): Processi di esercizio collaborativo della supply chain del prodotto tipico ORTOREALE

N sono proseguite le attività di ststudio ha utilizzata, particolare riferimgrano duro, ortaggi V gamma) si delle informazioni e l'allinentam Catena in linea con la " struprodott cliente o di imdelle relazioni e definendo un’analisi consumat

ell'ambito dell'attività 3.2 "Processi di esercizio collaborativo della supply chain del prodotto tipico"udio applicativo della metodologia Quality Function Deployment. Lo

posto particolare attenzione su una della matrici, considerata come la più importante e la più meglio conosciuta come “Casa della Qualità”. La metodologia oggetto di studio con

ento ad una serie di prodotti campione oggetto di studio (pasta fresca di semola di è rivelata un ottimo strumento in grado di permettere la condivisione

ento tra membri della supply chain in un'ottica di Piano Strategico divoce del consumatore". La metodologà si inoltre dimostrata un valido

mento in grado di minimizzare la possibilità di trascurare, durante la progettazione di un nuovo o o la riprogettazione di uno già esistente, uno qualunque dei requisiti ritenuti essenziali dal

verificarne la rispondenza in termini di caratteristiche, attraverso la definizione dei pesi diportanza delle esigenze e delle caratteristiche, passando per la costruzione della così detta matrice

del valore del prodotto finale che la catena porta sui mercati al o, dando spunto per eventuali alternative in grado di migliorare il prodotto oggetto di analisi e

traverso il confronto in termini di con il prodotto considerato come il più importante concorrente.

Att. 3.3 (RI): Processi logistici ottimizzati sulle produzioni tipiche EN So

CO

no state realizzate le seguenti attività: - Analisi del comparto agroalimentare: dalla prima disamina dei dati disponibili e

dall’analisi preliminare delle fonti bibliografiche e pubblicazioni specializzate circa le principali caratteristiche del comparto agroalimentare, emerge la funzione cardine delle modalità di trasporto intermodali e delle strutture interportuali nella componente “logistica” nelle PMI agroalimentari.

Si è deciso pertanto di realizzare una analisi, attraverso interviste dirette ai referenti responsabili di due interporti “cardine” del sistema agroalimentare italiano -NOLA e VERONA - al fine di studiare alcuni dei processi critici relativi alla logistica dei prodotti agro alimentari (l’Interporto di Nola ad oggi risulta essere il più grande polo del freddo di tutto il sud Italia), e dell’interporto di Verona nel quale si realizza circa il 30% di tutto il traffico combinato italiano e oltre il 50% del traffico internazionale combinato italiano.

Sono state quindi strutturate due tracce di interviste e avviati i contatti con i referenti istituzionali degli interporti al fine di sottoporre ai presidenti degli interporti citati, con l’obiettivo di far emergere eventuali opportunità innovative offerte dalla logistica interportuale alle PMI agroalimentare. Quest’attività avrà come obiettivo secondario la realizzazione di un benchmarking riguardo i servizi e il funzionamento dei due interporti individuati,

- In accordo e d’intesa con i partner di progetto, in particolare ENEA e con TECNOALIMENTI, è stato strutturato e il questionario, strumento tecnico di rilevazione

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diretta, finalizzato ad indagare i processi produttivi e logistici e le principali variabili che influenzano la distribuzione e la commercializzazione dei prodotti tipici (fattori di contesto, strutturali e informatici).

- Sono stati definiti i criteri di campionamento delle aziende del comparto alle quali somministrare il questionario di indagine diretta, volto ad indagare i modelli logistici utilizzati e l’influenza di questi sul processo produttivo, in un campione rappresentativo dei comparti in precedenza identificati (pasta fresca, ortaggi di IV e V gamma ).

- È stata avviata la selezione e i contatti con le aziende cui somministrare il questionario.

Att. 3.4 (RI): Studio e definizione delle specifiche funzionali della piattaforma ICT del sistema di gestione. ENEA – ENGINEERING II

Completamento della definizione dei processi elementari riportati nelle specifiche funzionali della piattaforma ICT.

L'attività Att. 3.4 è stata mirata all’analisi dello scenario di gestione di una supply-chain così come definito dallo SCOR. Ciò attraverso:

studi e confronti con aziende del mondo agroalimentare e mondo accademico

partecipazione a convegni di settore

analisi delle attività degli enti e consorzi di standardizzazione

analisi delle specifiche SCOR

scouting sia mediante testi di riferimento del settore sia utilizzando Internet.

Att. 3.5 (RI): Studio della architettura della piattaforma ICT del sistema di gestione ENGINEERING II L'attività Att. 3.5 è stata mirata all’analisi delle tecnologie di designing ed esecuzione dei processi di business. Ciò attraverso:

studi e confronti con aziende del mondo agroalimentare

scouting tecnologico sia mediante testi di riferimento del settore sia utilizzando Internet.

approfondimento delle specifiche OASIS e WfMC

monitoraggio continuo delle novità emergenti

benchmark caratteristiche Att. 3.6 (RI): Studio delle applicazioni software dedicate al supporto dei processi di collaborazione tra i membri della supply chain ed alle ottimizzazioni concorrenti delle attività di questi ultimi ENGINEERING II L'attività Att. 3.6 è stata mirata allo studio del QFD. Ciò attraverso:

studi e confronti con aziende del mondo agroalimentare

scouting sia mediante testi di riferimento del settore sia utilizzando Internet.

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approfondimento delle specifiche Att. 3.7 (RI): Studio di piani compensativi per la gestione ed il controllo di “eccezioni” attraverso livelli di “Escalation” (Layer Escalation) ENGINEERING IT L'attività Att. 3.7 è stata mirata allo studio delle tecnologie per la definizione e gestione dei piani compensativi dei processi di una supply-chain. Ciò attraverso: studi e confronti con il mondo accademico

partecipazione a convegni di settore analisi delle attività degli enti e consorzi di standardizzazione scouting sia mediante testi di riferimento del settore sia utilizzando Internet

Att. 3.8 (RI): Integrazione dei vari componenti della piattaforma ICT ENGINEERING II

L'attività Att. 3.8 è stata mirata alla valutazione dell'effettivo supporto fornito al Total Quaity dalla piattaforma di ICT.

Att. 3.9 (SP): Sperimentazione pilota e tuning del modello di gestione centralizzata. ENEA - ENGINEERING II - ENGINEERING IT – ORTOREALE

ENEA ha avviato la fase di tuning del modello tenendo conto delle criticità emerse nella fase di reperimento dati.

Sono in corso le verifiche relative a:

effettivo supporto fornito ai processi di Total Quality dagli approcci metodologici proposti, in particolare in relazione a:

o valutazioni circa gli effettivi vantaggi derivanti dai contratti proposti nel modello;

o valutazioni circa la fattività degli interventi rivolti all’allineamento delle caratteristiche di qualità;

o valutazioni circa i vantaggi degli interventi strategici evidenziati dalla sperimentazione;

incrementi operativi, d’efficienza e tempistica ottenuti dalla supply chain mediante il processo di ottimizzazione della produzione e della logistica;

E’ stato terminata una prima fase di tuning del modello di gestione centralizzata dal quale sono emerse una serie di revisioni che si andranno al realizzare nell’ultimo semestre del progetto. Alcune delle variazioni andranno ad agire sui dati d’attributo e sui dati di relazione in particolare per ciò che attiene la struttura di quest’ultimi al fine di permetterne una rapida rimodulazione del modello al variare dei partner e/o della catena stessa.. Nelle immagini seguenti si riportano alcune delle strutture utilizzate:

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L'attività Att. 3.9 è stata inoltre mirata alla validazione da parte di ENGINEERING degli approcci metodologici adottati e delle scelte tecnologiche ed implementative effettuate per la realizzazione della piattaforma ICT. Ciò attraverso:

valutazione dei risultati ottenuti

monitoraggio

benchmark caratteristiche

Sono proseguite presso ORTOREALE le attività dedicate alla applicazione delle modalità di gestione decentralizzata, con approccio “Total Quality”, ai processi di supply chain rivolti alla produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti tipici agroalimentari. Particolare attenzione è stata posta all'individuazione e modalità di diffusione delle informazioni, sia di carattere operativo che strategico, che devono essere condivise (“information sharing”) tra i membri della supply chain ed alla valutazione dei benefici prodotti da tale condivisione. E' stata inoltre effettuata una valutazione della fattibilità degli interventi relativi all'approccio “Total Quality”, rivolti, cioè, a garantire la congruenza ed il mantenimento delle caratteristiche di qualità, del prodotto, che sono controllate da membri diversi della supply chain.

Ob 4 – Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano Att. 4.1 (RI): Studio di processi operativi di accesso ai mercati di riferimento ENCO

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Nel periodo considerato è stata avviata inoltre la ricerca prevista dall’Att. 4.1 circa le caratteristiche ed i processi operativi di accesso ai mercati nazionali e Internazionali individuati su indicazione e in accordo con i partner di progetto nei seguenti paesi: Italia, Francia e Inghilterra. I questa fase sono stati censite fonti dati statistici a livello nazionale ed europeo (Eurostat; INSEE Institut National de la statistique et des elude economique; Officer for National Statistic) e raccolti i dati macroaggregati da analizzare utili alla definizione degli scenari economico commerciali internazionali, raccolte le fonti normative, studi e pubblicazioni specializzate necessarie a definire, secondo le indicazioni del capitolato tecnico, gli scenari distributivi con particolare attenzione alle seguenti variabili: - Modalità di funzionamento dei canili di distribuzione - Struttura delle infrastrutture logistiche - Aspetti normativi e giuridici di accesso ai mercati.

Alle quali si è ritenuto opportuno di dover aggiungere una preliminare introduzione circa lo scenario economico (del settore agroalimentare) dei tre paesi considerati. Att. 4.2 (RI): Definizione di modelli operativi di promozione delle produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano per i consumatori in ambito nazionale ed internazionale ENCO Infine in relazione all’att. 4.2 le risorse della Enco hanno provveduto ad avviare una indagine preliminare circa i modelli di commercializzazione e marketing nei mercati di riferimento. Sono state selezionate le fonti bibliografiche, statistiche, studi e pubblicazioni specializzate al fine di utili alla elaborazione di modelli commercializzazione/distribuzione (strategie di marketing mix) per l’accesso ai mercati europei (Francia Inghilterra), individuando anche potenziali strumenti a supporto (es. marketplace). Att. 4.3 (SP): Integrazione funzionale con la piattaforma di gestione. ENGINEERING II

L'attività Att. 4.3 è stata mirata all'integrazione funzionale con la piattaforma di gestione.

Coordinamento tecnico-scientifico del progetto Al fine di gestire lo sviluppo progettuale in modo adeguato e puntuale è stato sviluppato un piano operativo delle attività di progetto in cui sono state precisate e dettagliate le risorse e i risultati attesi nella fase progettuale. Rispetto al capitolato iniziale, il nuovo piano di lavoro, rispetta i vincoli e i contenuti previsti nel contratto ma aggiunge un ulteriore dettaglio di specifica cercando di ridurre ambiguità sia nelle responsabilità che nei rilasci intermedi. In funzione dell’andamento delle linee di ricerca attive sono stati riorientati e coordinati i gruppi di lavoro, mantenendo elevata la comunicazione tra tutti e creando interfacce di confronto per gli indirizzi strategici di realizzazione.

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Tab.l Impegno di personale su attività di ricerca industriale

TOTALE PROGETTOOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITA' Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - - - - - - 1.2 411 - - - - 411 2.1 88 - - - - 88 2.2 71 - - - - 71 2.3 1.470 - - - - 1.470 2.4 420 - - - - 420 2.5 646 - - - - 646 2.6 - - - - - - 3.1 - - - - - - 3.2 231 - - - - 231 3.3 2.201 - - - - 2.201 3.4 942 - - - - 942 3.5 1.280 - - - - 1.280 3.6 1.130 - - - - 1.130 3.7 2.782 - - - - 2.782 3.8 788 - - - - 788 3.9 - - - - - - 4.1 602 - - - - 602 4.2 356 - - - - 356 4.3 - - - - - - CORDINAMENT 1032 0 0 415 0 1447

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

TECNOALIMENTIOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 01.2 02.1 02.2 02.3 02.4 02.5 02.6 03.1 03.2 03.3 03.4 03.5 03.6 03.7 03.8 03.9 04.1 04.2 04.3 0CORDINAMENT 1032 415 1447

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

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Foodsys - DM28953

SAPIOOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 88 88 2.2 71 71 2.3 - 2.4 - 2.5 646 646 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

ENEAOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 01.2 02.1 02.2 02.3 02.4 02.5 02.6 03.1 03.2 03.3 03.4 290 2903.5 03.6 03.7 03.8 03.9 04.1 04.2 04.3 0CORDINAMENTO 0

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

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Foodsys - DM28953

ENGINEERINGOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 01.2 02.1 02.2 02.3 02.4 02.5 02.6 03.1 03.2 03.3 03.4 652 6523.5 1280 12803.6 1130 11303.7 03.8 788 7883.9 04.1 04.2 04.3 0CORDINAMENTO 0

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ICIMENDUEOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 1.470 1.470 2.4 420 420 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

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Foodsys - DM28953

UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI FOGGIAOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 01.2 411 4112.1 02.2 02.3 02.4 02.5 02.6 03.1 03.2 03.3 03.4 03.5 03.6 03.7 03.8 03.9 04.1 04.2 04.3 0CORDINAMENTO 0

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

ENGINEERING.ITOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 01.2 02.1 02.2 02.3 02.4 02.5 02.6 03.1 03.2 03.3 03.4 03.5 03.6 03.7 2782 27823.8 03.9 04.1 04.2 04.3 0CORDINAMENTO 0

ORE DI PERSONALE

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

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Foodsys - DM28953

ENCO S.R.LOBIETTIVO REALIZZATIVO TIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 2.201 2.201 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 602 602 4.2 356 356 4.3 - CORDINAMENTO -

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

ORE DI PERSONALE

ORTOREALE S.R.L.OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 01.2 02.1 02.2 02.3 02.4 02.5 02.6 03.1 03.2 231 2313.3 03.4 03.5 03.6 03.7 03.8 03.9 04.1 04.2 04.3 0CORDINAMENTO 0

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

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per le Regioni Convergenza PON 2007_2013

TOTALE PROGETTOOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITA' Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - - - - - 1.2 - 411 - - 411 2.1 - 88 - - 88 2.2 - 71 - - 71 2.3 1.470 - - - 1.470 2.4 420 - - - 420 2.5 - 646 - - 646 2.6 - - - - - 3.1 - - - - - 3.2 - 231 - - 231 3.3 2.201 - - - 2.201 3.4 - - - 652 652 3.5 1.280 - - - 1.280 3.6 182 - - 948 1.130 3.7 2.782 - - - 2.782 3.8 - - - 788 788 3.9 - - - - - 4.1 602 - - - 602 4.2 356 - - - 356 4.3 - - - - - CORDINAMENT 1.032 - - - 1.032

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

TECNOALIMENTIOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENT 1032 1.032

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

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Foodsys - DM28953

SAPIOOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 88 88 2.2 71 71 2.3 - 2.4 - 2.5 646 646 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

ORE DI PERSONALE

ENGINEERINGOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 652 652 3.5 1280 1.280 3.6 182 948 1.130 3.7 - 3.8 788 788 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

ORE DI PERSONALE

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Foodsys - DM28953

ICIMENDUEOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 1.470 1.470 2.4 420 420 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI FOGGIAOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 411 411 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

ORE DI PERSONALE

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Foodsys - DM28953

ENGINEERING.ITOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 2782 2.782 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

ENCO S.R.LOBIETTIVO REALIZZATIVO TIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 2.201 2.201 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 602 602 4.2 356 356 4.3 - CORDINAMENTO -

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

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Foodsys - DM28953

ORTOREALE S.R.L.OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 231 231 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

Tab.2 Impegno di personale su attività di sviluppo precompetitivo

TOTALE PROGETTOOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - - - - - - 1.2 - - - - - - 2.1 - - - - - - 2.2 - - - - - - 2.3 - - - - - - 2.4 - - - - - - 2.5 - - - - - - 2.6 362 - - - - 100 3.1 - - - - - - 3.2 - - - - - - 3.3 - - - - - - 3.4 - - - - - - 3.5 - - - - - - 3.6 - - - - - - 3.7 - - - - - - 3.8 - - - - - - 3.9 3.974 - - - - 2.172 4.1 - - - - - - 4.2 - - - - - - 4.3 200 - - - - 200 CORDINAMENT 133 - - 140 - -

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

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Foodsys - DM28953

TECNOALIMENTIOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.11.22.12.22.32.42.52.63.13.23.33.43.53.63.73.83.94.14.24.3CORDINAMENT 133 140

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

SAPIOOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.11.22.12.22.32.42.52.6 2623.13.23.33.43.53.63.73.83.94.14.24.3CORDINAMENTO

ORE DI PERSONALE

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

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Foodsys - DM28953

ENEAOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.11.22.12.22.32.42.52.63.13.23.33.43.53.63.73.83.9 18024.14.24.3CORDINAMENTO

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

ENGINEERINGOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 100 100 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 632 632 4.1 - 4.2 - 4.3 200 200 CORDINAMENTO -

ORE DI PERSONALE

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

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Foodsys - DM28953

ICIMENDUEOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ENGINEERING.ITOBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 460 460 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

ORE DI PERSONALE

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

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Foodsys - DM28953

ORTOREALE S.R.L.OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 1080 1.080 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

ORE DI PERSONALE

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

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Foodsys - DM28953

per le Regioni Convergenza PON 2007_2013

TOTALE PROGETTOOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - - - - - 1.2 - - - - - 2.1 - - - - - 2.2 - - - - - 2.3 - - - - - 2.4 - - - - - 2.5 - - - - - 2.6 - 262 - 100 362 3.1 - - - - - 3.2 - - - - - 3.3 - - - - - 3.4 - - - - - 3.5 - - - - - 3.6 - - - - - 3.7 - - - - - 3.8 - - - - - 3.9 1.210 1.080 - 632 2.922 4.1 - - - - - 4.2 - - - - - 4.3 - - - 200 200 CORDINAMENT 133 - - - -

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

ORE DI PERSONALE

TECNOALIMENTIOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.11.22.12.22.32.42.52.63.13.23.33.43.53.63.73.83.94.14.24.3CORDINAMENT 133

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

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Foodsys - DM28953

SAPIOOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 262 262 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 - 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

ORE DI PERSONALE

ENEAOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 750 750 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

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Foodsys - DM28953

ENGINEERINGOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 100 100 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 632 632 4.1 - 4.2 - 4.3 200 200 CORDINAMENTO -

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

ORE DI PERSONALE

ENGINEERING.ITOBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 460 460 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

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Foodsys - DM28953

ORTOREALE S.R.L.OBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale

1.1 - 1.2 - 2.1 - 2.2 - 2.3 - 2.4 - 2.5 - 2.6 - 3.1 - 3.2 - 3.3 - 3.4 - 3.5 - 3.6 - 3.7 - 3.8 - 3.9 1080 1.080 4.1 - 4.2 - 4.3 - CORDINAMENTO -

OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano

OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali

OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare

ORE DI PERSONALE

OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni

1.4 Scostamenti

1.5 Valutazione critica dell'iniziativa 1.5.1 Prospettive di successo scientifico – tecnologico

Pur nella complessità dell’iniziativa di ricerca, che vede confrontarsi e convergere diverse unità di ricerca appartenenti a domini di attività e quindi di ricerca differenti, si ritiene che ci siano prospettive di successo elevate, ciò dovuto ad una elevata qualificazione delle strutture coinvolte nel progetto, in grado di contribuire con l’esperienza dell’esercizio reale all’orientamento della ricerca verso soluzioni concrete ed applicabili. Dal punto di vista tecnico le sfide sono ambiziose, anche se la collaborazione tra i diversi gruppi delinea ampi margini di successo dell’iniziativa.

1.5.2 Variazioni nelle prospettive dei mercati interessati dal progetto

Le prospettive dei mercati interessati al progetto evidenziano una forte crescita delle esigenze di sviluppo di soluzioni quali quelle allo studio nel progetto FOODSYS, e ciò è manifestato dall’esigenza di rendere efficienti le filiere attraverso l’integrazione operativa degli attori che la compongono. L’interesse che le filiere agroalimentari manifestano rispetto agli obiettivi di progetto possono essere riscontrati nell’interesse diretto alla partecipazione di numerosi attori della filiera alla compagine di progetto. Con il costante incremento della complessità e del livello di competitività delle filiere agroalimentari, sia a livello nazionale che internazionale, è necessario dare risposte concrete di supporto agli operatori del settore, al fine di rivedere i processi lungo tutta la filiera che ad oggi, per come è impostato il sistema agroalimentare, lascia pochi margini di miglioramento, generando così una prospettiva di mercato in forte sviluppo.

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Questo, pur nella complessità degli obiettivi impostati attraverso il progetto di ricerca FOODSYS, determina una crescente strategicità di mercato di riferimento, con il miglior approccio possibile.

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Foodsys - DM28953

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1.5.3 Giudizio sull'opportunità di continuare il progetto

In uno scenario, come quello italiano, caratterizzato da un numero elevato di aziende di piccole dimensioni che danno vita a reti di relazioni complesse viene confermata in particolare l'importante esigenza di “fare sistema” in modo da aumentare la competitività dell’intera filiera alla quale le aziende appartengono e come conseguenza incrementare la competitività delle singole imprese. Il percorso verso un’integrazione delle aziende nella supply chain in cui operano non può tuttavia prescindere da soluzioni a supporto della collaborazione con logiche di qualità, ed è in quest’ottica che ha senso identificare strumenti come il e-QFD come fattori abilitanti ad una ottimizzazione sistemica delle filiere. La diffusione di tali soluzioni è tuttavia frenata dalla scarsa conoscenza, da parte delle aziende utenti, delle applicazioni e dei benefici conseguibili. Tali barriere possono essere superate attraverso un cambiamento culturale delle imprese italiane, e in particolare delle PMI, spesso restie all’innovazione e all’utilizzo di strumenti ICT. Le indagini effettuate hanno mostrato in primo luogo benefici tangibili dall’adozione di soluzioni di e-QFD, di Knowledge Management e di eSupplyChain Collaboration. I benefici che le imprese hanno segnalato sono tattici ma soprattutto strategici e tali iniziative sono considerate di estrema rilevanza per l’azienda, specie nel medio-lungo periodo. Tuttavia il grado di diffusione tra le imprese è basso e, le imprese che già adottano hanno una copertura mediamente limitata delle funzionalità che tali soluzioni offrono. Le principali motivazioni di questo scenario tutto sommato deludente vanno ricercate:

nella complessità organizzativa del progetto, che prevede un significativo Business

Process Reingeneering dei processi di più di una organizzazione; nella difficoltà di tradurre gli obiettivi generali legati al valore della

collaborazione in concreti obiettivi operativi, e poi in benefici misurabili. Per quanto riguarda le PMI, i risultati vanno letti alla luce della scarsa propensione ad innovare da parte delle piccole e medi imprese italiane e soprattutto della scarsa conoscenza di soluzioni ICT a supporto di iniziative di collaborazione. D’altro canto è da segnalare, come nota positiva, una notevole attenzione al tema, che tuttavia raramente dà seguito ad iniziative di carattere progettuale.

1.5.4 Stabilimenti candidati all'eventuale sfruttamento industriale

I risultati del progetto determinano un sistema complesso fatto di tecnologie e servizi convergenti su una piattaforma unica, e nella quale possono esprimere interesse diverse realtà industriali. La compagine di progetto esprime bene sia i contesti che i soggetti interessati allo sfruttamento industriale del progetto, andando dalle tecnologie ICT, ai servizi per l’industria ed alle tecnologie sia di trasporto che di produzione per il comparto agroalimentare.

2. CONSEGUIMENTO DELLE SOGLIE MINIME DI ACCETTABILITÀ DEGLI INDICATORI DEFINITI NELL'ELABORATO PROGETTUALE

I risultati ad oggi conseguiti sono allineati a quanto preventivato nel capitolato tecnico. La rilevazione dei parametri indicatori delle prestazioni verrà rilevato laddove le prestazioni delle supply chain mostrino dei miglioramenti di prestazioni di entità, quando si adotta il modello FOODSYS, tali da compensare i costi che è necessario sopportare per l’adozione di una futura piattaforma, che implementi industrialmente il Modello FOODSYS, e dei quali verrà eseguita una stima preliminare in fase di sperimentazione.

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Foodsys - DM28953

3. AGGIORNAMENTO DELLE PREVISIONI DI PROGRAMMA E DI COSTO DEL PROGETTO

3.1 Aggiornamento schematico delle previsioni di programma

3.2 Aggiornamento delle previsioni di costo Costi

TOTALE PROGETTOCosti in migliaia di euro

A) Personale (dipendente e non dipendente) 2.424 70 349 2.843 B) Spese generali (60% del personale) 1.454 43 210 1.707 C) Attrezzature 7 21 137 165 E) Consulenze - 23 162 185 F) Prestazioni di terzi 11 32 226 269 G) Beni immateriali - - - - H) Materiali 86 20 95 201 I) Recuperi (da detrarre) - - 66- 66- SUBTOTALE RICERCA & SVILUPPO 3.982 209 1.113 5.304 D1) Progettazione e studi di fattibilità - - - - D2) Aree e fabbricati - - - - D3) Opere edili e infrastrutture - - - - TOTALE DEL PERIODO 3.982 209 1.113 5.304

Preventivo a finire TOTALE AGGIORNATOPreconsuntivo

dal 01/10/06 al 31/3/10Preventivo semestre

successivo

Rispetto alla previsione di budget del capitolato tecnico, si è verificata una variazione di voce di costo per quanto riguarda le prestazioni di terzi di ICIMENDUE. Infatti, dalle attività di progetto svolte, non sono risultate più necessarie le competenze sui film metallizzati della Menfilm srl, responsabile della prestazione di terzi nel capitolato. Bensì, l’impiego di film barriera innovativi, trasparenti con deposito di SiOx, e film biodegradabili, ha richiesto una serie di altre sperimentazioni, affidate ad un esperto (sig. Calonaci), per la trasformazione industriale di tali substrati e l’individuazione dei parametri ottimali di processo.

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