SCHEDE RICOGNIZIONI 2018 - units.it
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MAPPE DEL FUTURO TRA IMMAGINAZIONE E REALTÀ DIALOGHI FRA DISCIPLINE 2018 / 2019 ciclo di incontri: RICOGNIZIONI tra riflessione e autoriflessione STAZIONE ROGERS aprile/giugno 2018 Di fronte a una mappa – geografica o concettuale – la risposta può essere duplice: da un lato il
conforto di uno strumento rodato, fondamentale per orientarsi, che definisca dei punti di
riferimento; dall’altro la consapevolezza che ogni mappa, non appena è tracciata, tende, nel
confronto col relativo territorio, alla desuetudine, poiché il reale è in continuo mutamento.
Mappe del futuro, nei matinée domenicali delle ore 11, fa spazio alla necessità di intrecciare
interrogativi fondamentali e globali con conoscenze compartimentate, segregate e disperse,
proponendo attraverso il dialogo con figure eccellenti, percorsi umani e intellettuali di particolare
intensità.
Ricognizioni nel presente in cui l’avvenire, il ”futuro”, è anche dipendente dalla coscienza, dalla
comprensione, dalla passione e dalla compassione.
domenica 15 aprile, ore 11 MappinNa neografia dell’urbana esperienza Ilaria Vitellio
MappiNa realizza una diversa immagine culturale delle città attraverso il contributo, critico ed
operativo, dei suoi abitanti. Nata a Napoli alla fine del 2013 stimola i cittadini a guardare la propria
città fuori dalle immagini stereotipate e a raccontarla attraverso l’esperienza quotidiana. Permette
di georeferenziare foto, video, suoni e testi e contribuire alla costruzione di una varietà di mappe
fondate su quella cultura urbana che si esprime nella street art, nei giochi in strada, negli incontri
inaspettati, nelle pratiche di uso degli spazi pubblici, negli arredi urbani autoprodotti per rendere
comoda la città (Mappa dei Luoghi), nei suoni e nelle parole ascoltate per strada (Mappa dei
Suoni), nei suoi spazi incerti e immobili abbandonati (Mappa Abbandoni) e nelle possibilità di
riutilizzo anche temporaneo (Mappa delle Idee), nella varietà degli operatori che producono
cultura e nella moltitudine di eventi che la diffondono (Mappa degli Attori ed Eventi).
Ilaria Vitellio Urban Planner e civic hacker, con specializzazione, master e PhD in urbanistica e pianificazione. Si occupa di strumenti di governo del territorio e di politiche urbane con particolare attenzione ai temi della costruzione multiattoriale di processi di rigenerazione urbana attraverso la sperimentazione di approcci quali il cultural plannig, community mapping, community planning 2.0, neogeografia e open data. Ha svolto per anni attività di docenza presso università italiane, partecipato a ricerche nazionali e internazionali. Attualmente è Ceo di MappiNa -‐ Mappa Alternativa della Città di Napoli e di CityOpenSource.
domenica 29 aprile, ore 11 Per quale futuro? numeri, dubbi e speranze, molte, della nuova cultura della partecipazione Cristina Battocletti
I nuovi cantautori non pubblicano più cd, ma creano dei mini tour, a basso costo, seguitissimi dai
fan. La gente non va più al cinema ma si precipita ai festival cinematografici che innervano le città
minori. La gente non legge più ma assiste ai festival letterari e filosofici. Sono sempre maggiori le
adesioni alle cene con delitto, teatro con attori “paganti”. L’arte e la cultura
diventano partecipazione. Un fenomeno che rispecchia quanto accade nei social network? Il
passaggio delle “star culturali” è una comparsata sterile che non lascia nulla sul territorio? O,
magari in pochi spettatori, lascia un seme che cresce? O fa rigenerare le città con ricadute
economiche di rilievo? Numeri, dubbi e speranze, molte, della nuova cultura della partecipazione.
Cristina Battocletti E' nata a Udine e lavora alla Domenica del Sole 24 Ore. Critica cinematografica, ha scritto la biografia di Boris Pahor, a quattro mani con lo scrittore sloveno, “Figlio di Nessuno” (Rizzoli), premio Manzoni nel 2012; il romanzo “La mantella del diavolo” (Bompiani), premio Latisana per il Nord Est nel 2015; “Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste” (La nave di Teseo), premio Martoglio 2017.
domenica 3 giugno, ore 11 Il futuro che c’era Un’Italia anni ‘60 tra Olimpiadi, Expo di Torino e cinema di fantascienza Carmelo Marabello
Che cosa era il futuro per gli italiani nei primi anni sessanta? Che forme assumeva nel cinema e
nell’architettura di allora? Che mappe produceva di se stesso? Forme sinuose, quartieri, velocità,
fotografie, film, mobili e arredi, ci consegnano l’idea di un tempo a venire, inventano il presente di
quegli anni come una matrice di molti futuri possibili, la messa a fuoco del presente nella cifra del
moderno del novecento, la messe di alcuni fuochi fatui di tecnica, ideologia e cultura, destinati a
vivere, e bruciare, nello spazio di meno di un decennio, a consumarsi in fretta, in fuga verso quel
futuro e in fuga da quello stesso futuro, verso un sessantotto ancora lontano, in un presente
destinato a farsi archeologia già nei film di quegli stessi anni.
Carmelo Marabello di formazione filosofica e antropologica, insegna cinema e fotografia allo Iuav di Venezia. Negli anni novanta è stato curatore e autore di Fuori Orario per Rai 3 e del Festival internazionale del cinema di Taormina. Ha firmato la regia di due film di montaggio: Marco Melani, ladro e frate di cinema, Biennale Cinema 1997, e Dietro il paesaggio. I sopralluoghi italiani di Antonioni, Rossellini e Visconti, 2003, prodotto per le Giornate europee del Patrimonio Culturale da Italia Cinema, Festival di Rotterdam, Annecy. Sempre per la Rai ha prodotto una serie di film di archivio, di Amelio, Martone, Olmi, Infascelli, Arbasino. Tra i suoi libri Sulle tracce del vero. Cinema, antropologia, storie di foto, Bompiani 2011, e Il potere del film. Gregory Bateson nell’America in guerra contro il nazismo, Mimesis 2018.
Domenica 10 giugno, ore 11 Terra 2030 e oltre: digitalizzazone e decarbonizzazione Maurizio Fermeglia Rettore dell'Università degli Studi di Trieste
La popolazione mondiale continua a crescere ad un ritmo superiore nei paesi del sud del mondo
rispetto a quanto accade nel nord. Inoltre, la popolazione mondiale invecchia a causa del calo del
tasso di fertilità e dell'aumento delle aspettative di vita. Queste semplici considerazioni portano a
prevedere scenari futuri tra il 2030 ed il 2050 profondamente diversi da quelli attuali: non equa
distribuzione del reddito a livello mondiale, incremento dei fenomeni di migrazione non
volontaria, cambiamenti climatici... Se a questo aggiungiamo l'impatto della tecnologia sulla
società a causa della digitalizzazione, si creano i presupporti di una nuova società basata su
mestieri e professioni che al momento non ci sono. Il futuro sarà dominato da due tendenze che
andranno a convergere in termini di effetti: la digitalizzazione e la de carbonizzazione. L'incontro,
dopo una introduzione motivazionale, affronterà i due temi separatamente mostrando gli effetti
sulla società e sull'economia di entrambi con particolare attenzione alle ricadute sulla ricerca, sulla
formazione e sul mondo produttivo. Il ruolo dell’università risulta centrale in questa evoluzione in
quanto catalizzatore tra scienza, tecnologie e società.
Maurizio Fermeglia è professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università degli Studi di Trieste, dove insegna "Reattori chimici e biochimici" e "Basi di dati". Dal 2006 al 2012 è stato Direttore del Dipartimento di Ingegneria industriale e Tecnologie dell'Informazione; dal 2010 al 2012 è stato Presidente del Consiglio delle Strutture Scientifiche; dal 2008 al 2013 ha diretto la Scuola di dottorato in Nanotecnologie dell'Università di Trieste. Le sue attività di ricerca sono incentrate su modellistica multiscala per la progettazione di materiali e per le scienze della vita, equilibri di fase e termodinamica applicata, simulazione di processo, simulazione molecolare, nanotecnologie, nanomedicina. Dal 2013 è Rettore dell'Università di Trieste.
domenica 17 giugno, ore 11 Dal Mediterraneo alla Mitteleuropa, dall’arte alla scienza, dall’uomo al robot Jadran Lenarčič Direttore Istituto "J.Stefan" di Lubiana
La capacità di adattarsi alle tendenze e alle innovazioni, nonché di esprimere la propria
identità in una moltitudine globalizzata, diventa cruciale. Nell’ultimo decennio c'è stata una
svolta notevole nelle nuove tecnologie che influenzano inattesi cambiamenti in connessione ai
problemi economici, etici e sociologici. Affinché una comunità abbia successo nei prossimi
anni, è importante padroneggiare almeno tre lingue principali: la lingua materna, il linguaggio
informatico (inglese) e la lingua della creatività. Creatività significa penetrare negli spazi
sconosciuti e inesplorati e quindi ha bisogno di condizioni formative specifiche, simili
all'arcobaleno che appare istantaneamente per svanire subito dopo. Prospera in ambienti in
cui abbondano conoscenza, diversità, volontà di scambio e cultura del progresso. L’obiettivo è
di creare ambienti in cui nascano le idee più pazze e progressiste, tali da influenzarsi e
incoraggiarsi a vicenda. Con l’avvento delle nuove tecnologie -‐ tra le quali la robotica risulta
predominante -‐ che trasformeranno radicalmente i flussi della civiltà, la nostra comunità
dovrà affrontare importanti sfide e opportunità.
Jadran Lenarčič Frequenta la scuola elementare e secondaria a Capodistria. All’Università di Lubiana, Facoltà di Ingegneria Elettrica, consegue la laurea nel 1979, il master nel 1981 e il dottorato di ricerca nel 1986. Nel 1979 è assistente di ricerca dall’Istituto “J. Stefan”. Dal 1985 al 1995 lavora come Direttore del Laboratorio di robotica e dal 1995 al 2005 come Direttore del Dipartimento di automatica, biocibernetica e robotica. Dal 2005 è Direttore dell’Istituto “J. Stefan”, il più grande centro di ricerca sloveno. Membro dell'Accademia slovena di Ingegneria dal 1999, nel 2010 e nel 2012 è presidente. Nel 2011 è membro corrispondente dell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna. Nel 2000, per la sua attività di pittore è stato nominato membro della Società Nazionale di Belle Arti. Pubblica numerosi articoli per riviste e conferenze, libri e capitoli di libri.
Domenica 24 giugno, ore 11 “Chi è Giotto?” Resoconto di un’interrogazione e di un interrogativo senza risposta Luciano Semerani presidente onorario di Stazione Rogers
Nel centenario della sua nascita Roma celebra in Bruno Zevi un protagonista della cultura
impegnata. Al MAXXI è in corso una mostra intitolata “Gli architetti di Bruno Zevi”.
Tutti gli architetti della scuola di Rogers, l’architetto che dà il nome alla nostra stazione, e Rogers
stesso, non sono presenti tra quanti erano stati scelti dal paladino dell’architettura organica.
Semerani spiega con una parabola il perché…