SCHEDE DI CATECHESI

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LA. 'MIA' CHIESA...E LO SPIRITO SANTO Dal 'Compendio' N. 145- Che cosa fa 1o Spirito nella Chiesa? Lo Spirito santo edifica, anima e santifica la Chiesa: Spirito d ' Amore, Egli ridona ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato e li fa vivere in Cristo, della Vita stessa della Trinità santa. Li manda a testimoniare la Verità di Cristo e li organizza nelle loro mutue funzioni, affinché tutti portino " il frutto dello Spirito" (Gal 5,22) "Noi tutti che abbiamo ricevuto 1o Spirito Santos Siamo uniti tra di noi e con Dio. Sebbene presi separatamente siamo in molti e in ciascuno di noi Cristo faccia abitare 1o Spirito, tuttavia unico e indivisibile è 1o Spirito. Egli riunisce nell'unità spiriti che tra 1oro sono distinti e fa di tutti un'unica e medesima cosa! 1 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio” terzo momento LO SPIRITO SANTO E LA CHIESA "Dove c'è lo Spirito del Signore, là c'è la libertà" 'Presenza', tutta da credere e da accogliere "DOVE C'E' LA CHIESA, LA' C' È LO SPIRITO" (S.lreneo) Ancora una scheda di catechesi sulla Persona divina dello Spirito Santo. II suo 'Mistero' é ineffabile: non é infatti facile cercare di penetrarLo con la nostra ragione. Proprio come accade ogni volta che si parla di Dio! Ma la sua presenza 'certa' e operativa é avvertita sia nelle vicende personali del cristiano che vive di fede come nella comunità dei discepoli di Gesù, la Chiesa. Non e certo la ragione a condurci all'incontro con lo Spirito Santo: poiché Egli é il dono di Dio Padre e del Figlio suo, possiamo solo 'accoglierLo' perché compia in noi le 'meraviglie di Dio', la nostra santificazione. Ai nostri giorni pare che a pochi interessi 'diventare santi': per questo non ci si accorge della misteriosa 'Potenza' che agisce in noi. Eppure lo Spirito santo rimane 'vivo in noi e nella Chiesa'. Ed eccoci ora in ricerca di Lui dentro quella realtà comunitaria che é la Chiesa, la comunità di coloro che credono in Gesù, il Risorto! Subito torna alla mente la Chiesa, costituita dal papa, dai vescovi, dagli organismi vaticani. E la domanda a questo proposito é sempre la stessa: come é 'visibile' la presenza dello Spirito in questa realtà di Chiesa, storica? Come opera? Non può darsi che si debba cercare un'altra definizione di Chiesa per poter comprendere che é 'opera' dello Spirito di Cristo? È che, per conseguenza, la Chiesa in verità sia la manifestazione storica di un Mistero che si compie per 'opera dello Spirito Santo'? Si vuol dire: siamo proprio sicuri che la Chiesa di Cristo é solo quella 'visibile' o essa rimanda a una realtà misteriosa che ne costituisce 'L'anima', la 'verità ecclesiale'? Si tratta allora, attraverso queste poche righe, di cercare, senza essere prevenuti e senza pregiudizi la verità sulla Chiesa! Essa non può essere quella che e oggetto di contestazione e di feroci critiche nella cultura laica del nostro tempo: é quella che viene da lontano, da un Altro, e che pretende la fede per essere capita! LE SCHEDE DAL GENNAIO 2010 Riprendiamo il nostro cammino di catechesi, supportati dal piccolo 'Compendio' tratteremo ampiamente un tema molto dibattuto ai nostri giorni: la Chiesa. Nel "Credo apostolico" infatti professiamo la fede: "Credo la Santa Chiesa Cattolica". Saremo condotti a confrontarci con la mentalità laica del nostro tempo incapace di 'contemplare' il mistero della Chiesa! E forse sar la volta buona di aiutare quei cristiani che nutrono forti dubbi sulla Chiesa

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Page 1: SCHEDE DI CATECHESI

LA. 'MIA' CHIESA...E LO SPIRITO SANTO

Dal 'Compendio' N. 145- Che cosa fa 1o Spirito nella Chiesa? Lo Spirito santo edifica, anima e santifica la

Chiesa: Spirito d ' Amore, Egli ridona ai

battezzati la somiglianza divina perduta a

causa del peccato e li fa vivere in Cristo, della Vita stessa della Trinità santa. Li manda a

testimoniare la Verità di Cristo e li organizza

nelle loro mutue funzioni, affinché tutti portino

" il frutto dello Spirito" (Gal 5,22)

"Noi tutti che abbiamo ricevuto 1o Spirito

Santos Siamo uniti tra di noi e con Dio.

Sebbene presi separatamente siamo in

molti e in ciascuno di noi Cristo faccia

abitare 1o Spirito, tuttavia unico e

indivisibile è 1o Spirito. Egli riunisce

nell'unità spiriti che tra 1oro sono distinti e

fa di tutti un'unica e medesima cosa!

1 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento

LO SPIRITO SANTO E LA CHIESA

"Dove c'è lo Spirito del Signore, là c'è la libertà"

'Presenza', tutta da credere e da accogliere "DOVE C'E' LA CHIESA,

LA' C' È LO SPIRITO" (S.lreneo)

Ancora una scheda di catechesi sulla

Persona divina dello Spirito Santo. II suo

'Mistero' é ineffabile: non é infatti facile

cercare di penetrarLo con la nostra ragione.

Proprio come accade ogni volta che si parla di

Dio! Ma la sua presenza 'certa' e operativa é

avvertita sia nelle vicende personali del

cristiano che vive di fede come nella

comunità dei discepoli di Gesù, la Chiesa.

Non e certo la ragione a condurci all'incontro

con lo Spirito Santo: poiché Egli é il dono di

Dio Padre e del Figlio suo, possiamo solo

'accoglierLo' perché compia in noi le

'meraviglie di Dio', la nostra santificazione.

Ai nostri giorni pare che a

pochi interessi 'diventare santi': per questo

non ci si accorge della misteriosa 'Potenza'

che agisce in noi. Eppure lo Spirito santo

rimane 'vivo in noi e nella Chiesa'.

Ed eccoci ora in ricerca di Lui dentro quella

realtà comunitaria che é la Chiesa, la

comunità di coloro che credono in Gesù, il

Risorto! Subito torna alla mente la Chiesa,

costituita dal papa, dai vescovi, dagli

organismi vaticani. E la domanda a questo

proposito é sempre la stessa: come é 'visibile'

la presenza dello Spirito in questa realtà di

Chiesa, storica? Come opera? Non può darsi

che si debba cercare un'altra definizione di

Chiesa per poter comprendere che é 'opera'

dello Spirito di Cristo? È che, per

conseguenza, la Chiesa in verità sia la

manifestazione storica di un Mistero che si

compie per 'opera dello Spirito Santo'? Si

vuol dire: siamo proprio sicuri che la Chiesa

di Cristo é solo quella 'visibile' o essa rimanda

a una realtà misteriosa che ne costituisce

'L'anima', la 'verità ecclesiale'?

Si tratta allora, attraverso queste poche righe,

di cercare, senza essere prevenuti e senza

pregiudizi la verità sulla Chiesa! Essa non

può essere quella che e oggetto di

contestazione e di feroci critiche nella cultura

laica del nostro tempo: é quella che viene da

lontano, da un Altro, e che pretende la fede

per essere capita!

LE SCHEDE

DAL GENNAIO 2010

Riprendiamo il nostro cammino di

catechesi, supportati dal piccolo

'Compendio' tratteremo ampiamente un

tema molto dibattuto ai nostri giorni: la

Chiesa. Nel "Credo apostolico" infatti

professiamo la fede:

"Credo la Santa Chiesa Cattolica". Saremo

condotti a confrontarci con la mentalità

laica del nostro tempo incapace di

'contemplare' il mistero della Chiesa!

E forse sar la volta buona di aiutare quei

cristiani che nutrono forti dubbi sulla

Chiesa

Page 2: SCHEDE DI CATECHESI

MA CHE COSA E' LA CHIESA?

Se apriamo il Catechismo della Chiesa

Cattolica troviamo alcune espressioni sulla relazione

tra 1o Spirito Santo e la Chiesa un

poco 'complesse'. Ci viene detto, ad esempio,

che:"...La missione di Cristo e dello Spirito

Santo si compie nella Chiesa, Corpo di Cristo e

tempio dello Spirito Santo lo Spirito prepara gli

uomini, li previene con la sua grazia per attirarli a

Cristo, manifesta loro il Signore

risorto, ricorda loro la sua Parola,. apre il loro

spirito all'intelligenza della sua Morte e Risurrezione,

rende loro presente il Mistero di Cristo soprattutto

nella Eucaristia al fine di metterli in comunione con

Dio perché portino molto frutto" E aggiunge "La

missione della Chiesa non si aggiunge a quella di

Cristo e

dello Spirito Santo,ma ne é il sacramento: con tutto il

suo essere e in tutte le sue membra, la Chiesa e

inviata ad annunciare e testimoniare e diffondere il

"mistero della comunione della S. Trinità"

E' a questo punto che si desidera saperne di

più per capire tentiamo una risposta

affidandoci a una riflessione del Card. Caffarra, già

Vescovo di Bologna:

"Ma che cosa é la Chiesa? Rispondo: la Chiesa e un

Mistero! Ma che significa questa parola 'Mistero'?

Parto da un esempio. Se voi fate analizzare da un

chimico il marmo di cui e fatta la Pietà di

Michelangelo avrete 1o stesso risultato, la stessa

formula chimica. Sulla base di questa identità,

ci può essere chi conclude: "Visti i risultati

dell'analisi chimica, non c'é nessuna differenza fra

la Pietà di Michelangelo ed un qualsiasi pezzo di

marmo. E pertanto, tutti i discorsi fatti sulla Pietà di

Michelangelo sono frutto di illusione: vedono in un

pezzo di marmo ciò che non c'e. I1 diverso

trattamento-atteggiamento tenuto nei confronti della

Pietà di Michelangelo sono frutto di oscurantismo

fanatico". Che cosa fa il"primo personaggio"?

compie un'operazione riduttiva che consiste nel

ridurre "il segno" ad "apparenza", nell'interpretare

una realtà (la pietà di Michelangelo) soltanto nel suo

aspetto percettivamente immediato. Egli in fondo

dice: "La Pietà di Michelangelo non e altro che

[ecco la riduzione!] marmo e ve 1o dimostro,

staccandone un pezzo e facendolo analizzare da un

chimico". Che cosa invece accade nel"secondo

personaggio"? vede nel marmo la presenza di una

realtà che, da una parte, non e esattamente il marmo

stesso, ma, dall'altra, non si rende presente se non

attraverso il marmo. E' la presenza di una realtà

significata visibilmente.

(continua a pag. 3)

Una' straordinaria ' icona LO SPlR1TO SANTO NELLA CHlESA

Lo Spirito Santo, personaggio più importante ma

anche più discreto dell'icona, e rappresentato

dall'emisfero raggiato, simbolo della trascendenza

divina, posto nella parte superiore dell'icona,

capovolgendo in tal modo il movimento

ascensionale. Questi raggi

illuminano e trasfigurano tutta la realtà,

rendendo 1'uomo partecipe della sapienza divina.

L'illuminazione dello Spirito Santo traspare un po'

dovunque nell'oro.

Maria occupa lo spazio centrale che, in altre icone, e

riservato al Cristo, capo della Chiesa. La presenza

della Vergine rivela la sua stretta relazione con lo

Spirito Santo sia nell'Incarnazione, alla nascita del

Cristo, sia nella Pentecoste, alla nascita della

Chiesa. Mediante lo Spirito, nella Pentecoste, Maria é

legata non più solo al Figlio, ma al suo corpo mistico,

cioè la Chiesa edificata sul fondamento degli

Apostoli e dei profeti. Ella nell'icona é figura della

Chiesa vergine, sposa e madre.

La Madre é in preghiera e, come tempio dello Spirito

Santo e sposa della Trinità, contempla l'evento. Le

mani alzate esprimono il suo umile atteggiamento di

accoglienza e partecipazione alla manifestazione del

divino. Essendo Colei

che ha custodito la Parola generandola al mondo,

diventa paradigma nella Chiesa di ogni annuncio e di

ogni invio nello Spirito.

(continua a pag. 3)

Page 3: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag.2)

Abbiamo ora la possibilità di avere il primo

approccio intelligente alla realtà che e la Chiesa.

Che cosa e la Chiesa? La Chiesa e il mistero. Cioè: è il

"segno" visibile, palpabile, nel quale si rende presente

Cristo stesso e la sua potenza redentiva della dignità

dell'uomo. Cerchiamo allora di

penetrare più profondamente dentro al "mistero" che

é la Chiesa, cioè (è la stessa cosa) alla Presenza di

Cristo crocefisso-risorto nella ed attraverso la

comunità dei suoi discepoli.

A questo scopo e necessario avere un'intelligenza vera

della realtà della Presenza di Cristo, vera chiave di

volta per capire il "mistero" che è la Chiesa. Proviamo

a rileggere con grande attenzione la

pagina scritta da S. Luca negli Atti degli Apostoli 2, 1-

42, dove viene descritta la nascita della Chiesa, il

giorno di Pentecoste.

1,1. Noi costatiamo un gruppo di persone che si

trovano insieme non per custodire il ricordo di una

persona, Gesù di Nazareth, come fosse ormai

consegnata al passato. Non è questa la "logica" che

fa nascere la Chiesa. Essa si costituisce nella storia

degli uomini come rapporto col Cristo vivente nella

sua fisicità, nel suo corpo: col Cristo crocefisso che

è risorto nel suo vero corpo. Un gruppo di persone

non vanno in giro per il mondo per comunicare in

primo luogo una dottrina. La loro unica "dottrina"

che per loro costituiva il tutto, era un "fatto": "quel

Gesù che è stato crocefisso ed era morto, è ora vivo

nel suo corpo, e noi siamo in rapporto con Lui". Non

si proponeva in primo luogo di aderire ad un'ideale

di vita: si offriva ad ogni uomo la possibilità di

vivere con Gesù che era risorto nel suo vero corpo.

Dio non è venuto dentro alla storia per qualche anno,

per uno spazio di tempo inafferrabile per chi viene

dopo che quello spazio di tempo che si è chiuso.

Egli vi rimane, in compagnia di ogni uomo che

voglia vivere con Lui. Questa e la completa

descrizione del contenuto della coscienza che la

Chiesa ha di sé: la compagnia che Dio in Cristo fa

ad ogni uomo che lo voglia. Ciò che è accaduto il

giorno di Pentecoste accade ogni giorno la dove c'e

la Chiesa.

1,2. E qui si pone il secondo fattore costitutivo di

questa comunità umana, che rende possibile il

primo. La pagina di Luca ci mostra una comunità di

uomini che vivono l'esperienza della presenza di

Cristo. Essi avevano la consapevolezza che questo

avvenimento accadeva in forza di una "potenza

dall'alto"; in forza del "dono dello Spirito Santo",

che è precisamente lo Spirito del Signore risorto.

Che cosa significa "Spirito del Signore risorto"?

(Continua a pag. 4)

(continua da pag. 2)

Gli Apostoli sono disposti sulle due ali del

semicerchio che pone al centro Maria. La

presenza di S. Paolo, il primo a destra di

Maria, indica che l'icona vuole rappresentare

non tanto il momento storico del giorno di

Pentecoste, quanto quello in cui prende avvio

l'annuncio della Parola; infatti, si notano in

mano a ciascun Apostolo i rotoli e i libri

splendenti della Parola rivelata. Accanto a S.

Paolo si distinguono gli Apostoli Giovanni e

Matteo; alla sinistra di Maria, Pietro, seguito

da Andrea e Giacomo. Sebbene non si riesca a

definire il nome di tutti gli Apostoli, i Dodici

si identificano come numero simbolico dei

prescelti, degli inviati dallo Spirito Santo ad

annunciare il Cristo Risorto, presente e vivo.

"Pur preservando i caratteri individuali di ogni

Apostolo. ..questo gruppo, che è saldato

insieme dal fuoco dello Spirito Santo,

fiamma del principio vitale nuovo dell'amore, ci

mostra non l'aspetto esterno dell'avvenimento,

non l' agitazione degli Apostoli che appariva

discordia al mondo esterno e gli faceva credere

che fossero ebbri, ma il suo contenuto

spirituale, la nuova armonia interiore della

vita della Chiesa nello Spirito Santo, armonia inaccessibile allo sguardo non

illuminato dallo Spirito stesso".

La comunione e l'unita di coloro che credono

in Cristo si manifesta attraverso

l'atteggiamento di reciproco ascolto e

contemplazione, mentre siedono in attesa della

discesa dello Spirito Santo.

Guardando l'icona, balza agli occhi la figura

dell'arco. II primo corrisponde al sedile

semicircolare degli apostoli; il secondo, quello

più piccolo, designa il vano della porta in cui

compare un gruppo di personaggi che

rappresentano tutti i Popoli della terra.

Per una serata in

conversazione con il teologo

SABATO 6 FEBBRA.IO -ore 21 Casa Canonica -P.za Giovanni XXIII

'CAMINETTO 'CON

DON SERGIO

"LO SPIRITO E LA CHIESA " (Schede -Terza serie - n.1. 2 )

Page 4: SCHEDE DI CATECHESI

(conlinuada pag. 3)

L 'umanità di Gesù ( il suo corpo e la sua

anima umani), in forza della risurrezione

diviene partecipe della stessa vita divina: è

pienamente investita della gloria divina. Uno

di noi e entrato pienamente, anche col nostro

corpo, nella relazione divina col Padre. E'

entrato nel vincolo pieno dello Spirito Santo.

"Gesù, che vive e regna alla destra del Padre,

non possiede niente di più intimamente suo

dello Spirito Santo. Perciò, effondendolo sulla

creazione, la connette a sé con il più tenace dei

legami...1n virtù di questa effusione

pentecostale, gli uomini che l'accolgono si

uniscono e si conformano a Cristo, che cosi

diventa il capo dell'umanità nuova;

quell'umanità che, saldata e configurata a lui,

può giustamente essere detta "suo corpo". E'

questa la Chiesa nella sua piu profonda vita.

E' una vita che pulsa dentro alle miserie e alle

schiavitù che ci avviliscono, ma e una vita che

va dilatandosi proprio dentro alle nostre carni

disfatte. E' mediante lo Spirito che il Signore

risorto si rende presente.

La Chiesa prende cosi una configurazione

precisa ed unica fra tutte le società umane.

Questa configurazione ha un nome che e un

termine chiave nel vocabolario cristiano:

Koinonia, in latino Communio, in italiano

Comunione. "Essa definisce la struttura di

rapporti che qualifica il gruppo, rappresenta il

termine che specifica nel Nuovo Testamento

un modo di essere ed un modo di agire ...una

maniera di rapportarsi con Dio e con gli

uomini".

Possiamo concludere. Ci siamo chiesti: che

cosa è la Chiesa? Possiamo rispondere: e la

Presenza del Signore Risorto in mezzo agli

uomini che mediante I'effusione dello

Spirito Santo Egli unisce a se! E quindi nella

Chiesa e mediante la Chiesa, Dio diventa

veramente compagno di strada di ogni persona

umana.

DICE S. IRENEO

"Dove c'é la Chiesa, la c'é lo Spirito",

e quindi non c'é presenza della Chiesa

senza la presenza dello Spirito,

non c'e opera della Chiesa

senza I'azione dello Spirito,

non c'e preghiera della Chiesa

senza la preghiera dello Spirito.

E'LO SPIRITO CHE 'MUOVE' LA

CHIESA NELLA STORIA

Pietro si trova davanti a Gesù nudo e misero, ma

riconoscente, perché l'obbedienza alla sua Parola

ha reso molto fruttuosa la fatica di gettare la rete.

Gesù lo accoglie con amore. Egli tiene il libro,

perché è il custode e l'interprete della Parola del

Padre, anzi, e egli stesso la Parola che manifesta

l'essere e la volontà di Dio. Il libro può rimanere

chiuso, perche la Parola esce dalla sua bocca! Le

sue vesti sono mosse dal vento dello Spirito,

infatti egli è sempre sostenuto e guidato dallo

Spirito di Dio!

La barca è figura della Chiesa. Gli uomini

pensano che la barca (la Chiesa) si muova per la

forza e l'intelligenza umana, ma i remi sono stati

abbandonati, e nessuno tiene la vela per

orientarla a destra o a sinistra.

La Chiesa non si muove grazie alle capacità

umane dei suoi uomini, ma solo grazie allo

Spirito, vento che continua a soffiare e ad

avvicinarla a Gesù. La vela e ben legata

all'albero maestro che sta saldo in mezzo alla

barca, albero che è la croce.

Senza croce la Chiesa non si muove, non avanza.

E' perché essa porta la croce che lo Spirito può

farla procedere nel suo viaggio rischioso e

pericoloso. Grazie alla croce e al soffio dello

Spirito la Chiesa si carica del peso di tutti gli

uomini per portarli a Gesù, che continua a dire a

Simone: "Pasci le mie pecore!" "Pasci i miei

agnelli!"

Page 5: SCHEDE DI CATECHESI

2 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento

CREDO LA CHIESA “Una presenza nella storia da decifrare”

L‟importanza di queste schede

PER „ENTRARE‟ NEL MISTERO

Sabato 23 gennaio 2010 al Circolo della Stampa in

Milano il Cardinale Tettamanzi ha dialogato con

tre direttori di quotidiani: Ferruccio de Bortoli

(CORRIERE DELLA SERA ), Ezio Mauro (LA

REPUBBLICA) e Marco Tarquinio (AVVENIRE).

E con Chiara Giaccardi, docente dell‟Università

cattolica. Il tema scelto «Comunicare la Chiesa»

pone al centro del dibattito molte questioni aperte

in questi ultimi anni, sul ruolo della comunità

cristiana, in particolare dei propri pastori, e la

rappresentazione che ne danno i media.

Nel suo intervento il cardinale Tettamanzi ha

detto: “....sono convinto che per comunicare

correttamente la Chiesa (era questo il tema della

tavola rotonda) occorra prima conoscerne la

natura, o meglio intuirne il “segreto”. Solo così

sarà possibile narrarne la presenza e l‟azione. E

la realtà della Chiesa va ben oltre, è più profonda,

più ricca di quello che della Chiesa di solito fa

notizia. In sintesi possiamo dire che “la Chiesa è

il popolo che Dio raduna nel mondo intero. Essa

esiste nelle comunità locali e si realizza come

assemblea liturgica, soprattutto eucaristica. Essa

vive della Parola e del Corpo di Cristo, divenendo

così essa stessa Corpo di Cristo” (Catechismo

della Chiesa Cattolica, 752). Sono dunque diversi

gli aspetti che realizzano la Chiesa e tutti insieme

“formano una sola complessa realtà risultante di

un elemento umano e di un elemento divino” Riprenderemo questo intervento magistrale

in un contesto di serio e positivo confronto con i

direttori dei quotidiani più prestigiosi del nostro

paese. A suo tempo. Qui invece il cardinale ci

offre l‟occasione per dare significato e valore a

queste schede che, seguendo il „Catechismo della

Chiesa Cattolica‟, che lui cita, svilupperanno le

certezze di fede relative alla Chiesa di Cristo.

Quanto dice l‟Arcivescovo “...all‟origine di tante

immagini distorte che della Chiesa appaiono sugli

strumenti di comunicazione c‟è proprio la

mancata conoscenza di cosa essa sia....” è un

motivo più che sufficiente per „ricominciare a

„studiare‟ quella Chiesa nella quale il battesimo ci

ha inserito per sempre, nella quale crediamo,

come professiamo nel simbolo apostolico, che

amiamo come „madre‟ che ci conduce alla vita.

CHIESA......UNA QUESTIONE DI

NOMI?

Dal „Compendio‟

147. Che cosa significa il termine Chiesa?

Designa il popolo che Dio convoca e raduna da

tutti i confini della terra, per costituire

l'assemblea di quanti, per la fede e il

Battesimo, diventano figli di Dio, membra di

Cristo e tempio dello Spirito Santo.

148. Ci sono altri nomi e immagini con cui

la Bibbia indica la Chiesa?

Nella Sacra Scrittura troviamo molte

immagini, che evidenziano aspetti

complementari del mistero della Chiesa.

L'Antico Testamento privilegia immagini

legate al popolo di Dio; il Nuovo Testamento

quelle legate a Cristo come Capo di questo

popolo, che è il suo Corpo, e quelle tratte dalla

vita pastorale (ovile, gregge, pecore), agricola

(campo, olivo, vigna), abitativa (dimora,

pietra, tempio), familiare (sposa, madre,

famiglia).

A Gerusalemme, al Santo Sepolcro, una

celebrazione pasquale: la benedizione del fonte

battesimale, dove nasce il popolo di Dio

Page 6: SCHEDE DI CATECHESI

L‟accezione „storica‟ della parola Chiesa

I TRE SIGNIFICATI DEL TERMINE

La parola “Chiesa” (“ekklèsia”, dal greco “ek-

kalein”, (“chiamare fuori”) significa

“convocazione”. Designa assemblea del popolo,

generalmente di carattere religioso. È il termine

frequentemente usato nell'Antico Testamento greco

per indicare l'assemblea del popolo eletto riunita

davanti a Dio, soprattutto l'assemblea del Sinai, dove

Israele ricevette la Legge e fu costituito da Dio come

suo popolo santo (Es 19). Definendosi “Chiesa”, la

prima comunità di coloro che credevano in Cristo si

riconosce erede di quell'assemblea. In essa, Dio

“convoca” il suo Popolo da tutti i confini della terra.

Il termine “Kyriakè”, da cui sono derivati

“Church”(in inglese), “Kirche” (in tedesco),

significa “colei che appartiene al Signore”.

Nel linguaggio cristiano, il termine “Chiesa” designa

l'assemblea liturgica, (1Cor 11,18; 1Cor 14,19; 1Cor

14,28; 1Cor 14,34; 1Cor 14,35 ) ma anche la

comunità locale (1Cor 1,2; 1Cor 16,1 ) o tutta la

comunità universale dei credenti (1Cor 15,9 Gal

1,13; Fil 3,6 ). Di fatto questi tre significati sono

inseparabili:

* La “Chiesa” è il popolo che Dio raduna nel

mondo intero

* Essa esiste nelle comunità locali

* Si realizza come assemblea liturgica,

soprattutto eucaristica. * Essa vive della Parola e del Corpo di Cristo,

divenendo così essa stessa Corpo di Cristo.

Il Catechismo poi precisa:”....nel Simbolo degli

Apostoli (il „Credo‟) , professiamo di credere “una

Chiesa santa “ e non “nella Chiesa santa”, per non

confondere Dio e le sue opere e per attribuire alla

bontà di Dio tutti i doni che Egli ha riversato nella

sua Chiesa” (continua a pag. 3)

(segue pag. 3)

Pensieri di due Pontefici sulla Chiesa

LA CHIESA E NOI.....

Ci possono essere di aiuto, all‟inizio di questa

ricerca sulla Chiesa, due testimonianze

autorevoli: la prima è di Paolo VI, la seconda di

Giovanni Paolo I. Sono due „voci‟ che ci

giungono a sostegno della nostra fatica di

ricercare, appena iniziata.

La parola di Paolo VI

“....Pensateci bene: voi siete la Chiesa, cioè voi

appartenete alla Chiesa, alla santa Chiesa di Dio,

alla grande assemblea convocata da Cristo, alla

comunità vivente della sua parola e della sua

grazia, al suo Corpo mistico. Bisogna che si

chiarisca sempre più in noi la coscienza della

appartenenza alla Chiesa: è una coscienza di

dignità; perché nella Chiesa siamo veri figli

adottivi di Dio e fratelli di Cristo e di Lui viventi

nello Spirito Santo....Dunque: se è cosa

estremamente bella, estremamente importante

appartenere alla Chiesa, sorge nell‟animo una

domanda urgente e spontanea: appartengo io

davvero alla Chiesa? chi vi appartiene? come ci

è conferita questa appartenenza?

La risposta, a prima vista, è facile; tutti la

conoscono: è mediante il Battesimo che si entra

nella santa Chiesa. I fedeli, dice il Concilio

(Lumen Gentium 11) e prima di esso tutta la

tradizione cristiana, sono incorporati nella

Chiesa mediante il Battesimo.

.

Facciamo ora un‟altra domanda: allora tutti

quelli che sono battezzati, anche se separati dalla

unità cattolica, sono nella Chiesa? nella Chiesa

vera? nell‟unica Chiesa? Sì. Questa è una delle

grandi verità della tradizione cattolica. .

E si connette con le grandi polemiche teologiche

dei primi secoli, concluse specialmente con

l‟autorità di S. Agostino, che, in discussione con

i Donatisti, afferma che «la Chiesa teneva la

felicissima consuetudine di correggere negli

stessi scismatici ed eretici ciò ch‟è falso, ma non

di ripetere ciò ch‟è stato dato (da loro, cioè il

Battesimo); di guarire ciò ch‟è ferito, non di

curare ciò ch‟è sano» (continua a pag. 3)

Page 7: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 2)

Nella Sacra Scrittura troviamo moltissime immagini

e figure tra loro connesse mediante le quali la

Rivelazione parla del mistero insondabile della

Chiesa. Le immagini dell'Antico Testamento sono

variazioni di un'idea di fondo, quella del “Popolo di

Dio”. Nel Nuovo Testamento (Ef 1,22; Col 1,18)

tutte queste immagini trovano un nuovo centro, per

il fatto che Cristo diventa il “Capo” di questo

Popolo, (Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 9)

che è quindi il suo Corpo. Attorno a questo centro si

sono raggruppate immagini “desunte sia dalla vita

pastorale o agricola, sia dalla costruzione di edifici o

anche dalla famiglia e dagli sponsali”.

“Così la Chiesa è l' ovile, la cui porta unica e

necessaria è Cristo (Gv 10,1-10).È pure il gregge,

di cui Dio stesso ha preannunziato che sarebbe il

pastore (Is 40,11; Ez 34,11 ss) le cui pecore, anche

se governate da pastori umani, sono però

incessantemente condotte al pascolo e nutrite dallo

stesso Cristo, il Pastore buono e il Principe dei

pastori, (Gv 11; 1Pt 5,4) il quale ha dato la sua vita

per le pecore (Gv 10,11-15 ).

La Chiesa è il podere o campo di Dio (1Cor 3,9) In

quel campo cresce l'antico olivo, la cui santa radice

sono stati i patriarchi e nel quale è avvenuta e

avverrà la riconciliazione dei Giudei e delle genti

(Rm 11,13-26 ). Essa è stata piantata dal celeste

Agricoltore come vigna scelta (Mt 21,33-43 par.; Is

5,1 ss). Cristo è la vera Vite, che dà vita e fecondità

ai tralci, cioè a noi, che per mezzo della Chiesa

rimaniamo in lui e senza di lui nulla possiamo fare

(Gv 15,1-5 )

Più spesso ancora la Chiesa è detta l' edificio di Dio

(1Cor 3,9 ). Il Signore stesso si è paragonato alla

pietra che i costruttori hanno rigettata, ma che è

divenuta la pietra angolare (Mt 21,42 par.; At 4,11;

1Pt 2,7; Sal 118,22 ). Sopra quel fondamento la

Chiesa è stata costruita dagli Apostoli (1Cor 3,11 ) e

da esso riceve stabilità e coesione. Questa

costruzione viene chiamata in varie maniere: casa di

Dio, (1Tm 3,15 ) nella quale abita la sua famiglia , la

dimora di Dio nello Spirito, (Ef 2,19-22 ) "la

dimora di Dio con gli uomini" (Ap 21,3), e

soprattutto tempio santo, rappresentato da santuari di

pietra, che è lodato dai santi Padri e che la Liturgia

giustamente paragona alla Città santa, la nuova

Gerusalemme. In essa, infatti, quali pietre viventi,

veniamo a formare su questa terra un tempio

spirituale (1Pt 2,5) (continua pag. 4)

757 La Chiesa che è chiamata "Gerusalemme che è

in alto" e "madre nostra" (⇒ Gal 4,26), [Cf ⇒ Ap

(continua da pag. 2)

Ma qui sorgono due altre grosse questioni: e i catecumeni, o meglio, tutti quelli che non

conoscono il Vangelo e la Chiesa come si

salveranno? Prima questione, enorme. E

l‟altra: e i peccatori, che non sono in grazia di

Dio, appartengono, o no, alla Chiesa?

Rispondiamo alla prima, che alla Chiesa si

può appartenere in realtà, ovvero «in voto»

virtualmente, per desiderio (come i

catecumeni), o anche per una orientazione

onesta della vita, priva forse d‟ogni esplicita

conoscenza cristiana, ma disponibile per una

loro morale rettitudine ad una misteriosa

misericordia di Dio, che può associare

all‟umanità salvata da Cristo, e perciò alla

Chiesa, anche le immense moltitudini di

uomini «che siedono nell‟ombra di morte» ,

ma che sono pur essi creati e amati dalla divina

bontà (cfr. Lumen Gentium, 13). Alla seconda

diremo questa verità strana e meravigliosa

insieme: che anche i peccatori possono

appartenere alla Chiesa. È questa una dottrina

avversata da coloro che pretendono che la

Chiesa terrena è composta solo di santi (cfr. S.

Ambrogio, De Paenitentia: «peccamus et

seniores» II, 8, 74). Il peccato interrompe

l‟unione con Dio, ma se non interrompe

l‟adesione alla comunione di salvezza, ch‟è la

Chiesa, (come è il peccato rivolto

espressamente contro l‟appartenenza alla

Chiesa: l‟eresia, lo scisma, l‟apostasia, o

implicante la separazione dalla comunità, cioè

la scomunica), può trovare in questa

istituzione, fatta apposta per salvare gli

uomini, la sua redenzione. Ricordate la

parabola della rete: «Il regno dei cieli è simile

ad una rete calata in mare e che ha preso ogni

sorta di pesci» (Matth. 13, 47).

Per una serata in

conversazione con il teologo SABATO 6 FEBBRAIO – ore 21

(non venerdì 5,

come comunicato in precedenza) Casa Canonica – P.za Giovanni XXIII

‘CAMINETTO’ CON

DON SERGIO

“CREDO LA CHIESA”

(Schede – Terza serie - n. 1 . 2 )

Page 8: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 3)

E questa Città santa Giovanni la contempla

mentre nel finale rinnovamento del mondo

essa scende dal cielo, da presso Dio, "preparata

come una sposa che si è ornata per il suo

sposo" (Ap 21,1-2).

La Chiesa che è chiamata "Gerusalemme che è

in alto" e "madre nostra" (Gal 4,26), viene

pure descritta come l'immacolata sposa

dell'Agnello immacolato, (Ap 19,7; Ap 21,2;

Ap 19,9; Ap 22,17 ) sposa che Cristo "ha

amato. . . e per la quale ha dato se stesso, al

fine di renderla santa" ( Ef 5,25-26), che si è

associata con patto indissolubile e che

incessantemente "nutre e. . . cura"(Ef 5,29)” .

G. Dorè, La Visione della Gerusalemme Celeste

(Continua da pag. 3)

La parola di Giovanni Paolo 1

“...E‟ madre anche la Chiesa. Se è continuatrice

di Cristo e Cristo è buono: anche la Chiesa deve

essere buona; buona verso tutti; ma se per caso,

qualche volta ci fossero nella Chiesa dei cattivi?

Noi ce l‟abbiamo, la mamma. Se la mamma è

malata, se mia madre per caso diventasse zoppa,

io le voglio più bene ancora. Lo stesso, nella

Chiesa: se ci sono, e ci sono, dei difetti e delle

mancanze, non deve mai venire meno il nostro

affetto verso la Chiesa… Un certo predicatore

Mac Nabb, inglese, parlando ad Hyde Park,

aveva parlato della Chiesa. Finito, uno domanda

la parola e dice: belle parole le sue. Però io

conosco qualche prete cattolico, che non è stato

coi poveri e si è fatto ricco.(Conosco anche dei coniugi cattolici che hanno tradito la loro

moglie; non mi piace questa Chiesa fatta di

peccatori. Il Padre ha detto: ha un po‟ ragione,

ma posso fare un‟obiezione? - Sentiamo - Dice:

scusa, ma sbaglio oppure il colletto della tua

camicia è un po‟ unto? - Dice: sì, lo riconosco. -

Ma è unto, perché non hai adoperato il sapone, o

perché hai adoperato il sapone e non è giovato a

niente? No, dice, non ho adoperato il sapone.

Ecco. Anche la Chiesa cattolica ha del sapone

straordinario: vangelo, sacramenti, preghiera. Il

vangelo letto e vissuto; i sacramenti celebrati

nella dovuta maniera; la preghiera ben usata

sarebbero un sapone meraviglioso capace di farci

tutti santi. Non siamo tutti santi, perché non

abbiamo adoperato abbastanza questo sapone.

Vediamo di corrispondere alle speranze dei Papi,

che hanno indetto e applicato il Concilio, Papa

Giovanni, Papa Paolo. Cerchiamo di migliorare

la Chiesa, diventando noi più buoni. Ciascuno di

noi e tutta la Chiesa potrebbe recitare la

preghiera ch‟io sono solito recitare: Signore,

prendimi come sono, con i miei difetti, con le

mie mancanze, ma fammi diventare come tu mi

desideri”.

LA „LUMEN GENTIUM”

Abbiamo cominciato a studiare la Chiesa. Chi

intende „fare sul serio‟, tentare cioè di

conoscere la Chiesa, assieme al Catechismo

della Chiesa Cattolica‟ che usiamo per queste

schede, si procuri la „Lumen gentium‟ come

testo fondamentale per la fede cristiana.

La costituzione dogmatica Lumen Gentium

(dal latino e significa: Luce delle Genti) è una

delle quattro costituzioni del concilio

ecumenico Vaticano II, insieme alla

Sacrosanctum Concilium, Gaudium et Spes e

Dei Verbum. Fu emessa il 16 novembre del

1964 e promulgata da papa Paolo VI il 21

novembre dello stesso anno.

Il tema trattato è la dottrina cattolica sulla

Chiesa. Riguarda l'autocomprensione che la

Chiesa ha di sé stessa, la sua funzione

spirituale e la sua organizzazione.

In segreteria della Prepositurale è disponibile

un testo completo e esaustivo: “La Lumen

gentium. Traccia di studio” di L. Sartori.

Euro 12.

Page 9: SCHEDE DI CATECHESI

3 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento AMO LA CHIESA

“EVENTO E MISTERO”

CHIESA....UNA QUESTIONE

STORICA O UN MISTERO?

Dal „Compendio‟

148. Quali sono l’origine e il compimento

della Chiesa?

La Chiesa trova origine e compimento nel

disegno eterno di Dio. Fu preparata

nell‟Antica Alleanza con l‟elezione di

Israele, segno della riunione futura di tutte le

nazioni. Fondata dalle parole e dalle azioni di

Gesù Cristo fu realizzata soprattutto

mediante la sua morte redentrice e la sua

resurrezione. Fu poi manifestata come

mistero di salvezza mediante l‟effusione

dello Spirito Santo a Pentecoste. Avrà il suo

compimento alla fine dei tempi come

assemblea celeste di tutti i redenti.

149. Qual è la missione della Chiesa?

La missione della Chiesa è di annunciare e

instaurare in mezzo a tutte le genti il Regno

di Dio, inaugurato da Gesù Cristo. Essa qui

sulla terra costituisce in germe l‟inizio di

questo Regno salvifico.

150. In che senso la Chiesa è mistero?

La Chiesa è mistero in quanto nella sua realtà

visibile è presente e operante una realtà

spirituale divina che si scorge unicamente

con gli occhi della fede.

Continua la ricerca di fede sulla Chiesa

IN UN CONTESTO CULTURALE

CRITICO....

Con questa scheda, facciamo un altro passo verso la

comprensione dell‟evento Chiesa. Dovremmo dare

per scontato che i cristiani la conoscano nella sua

„vera identità‟. Ma non siamo proprio così sicuri che

conoscano la realtà della Chiesa non solo come

presenza nella storia ma come „mistero di Dio‟ nella

storia. Di questi tempi si parla molto della Chiesa e

non sempre con toni benevoli. E‟ stato scritto: “E’

impressionante infatti come la Chiesa venga

sottoposta ad un continuo e incessante processo

con lo scopo di demolire la sua credibilità nel

mondo della cultura e della politica,....”. Non

facciamo fatica a condividere questo giudizio...

Vivendo la nostra esperienza di cristiani nella

Chiesa ogni volta che essa viene „colpita‟ nei suoi

uomini, nelle sue scelte, nei suoi interventi finiamo

per soffrirne. Vorremmo che a tutti fosse dato di

comprendere la natura della realtà ecclesiale anche

per esprimere un giudizio meno fazioso seppur in

alcune circostanze non del tutto positivo.

In verità la Chiesa è un avvenimento „continuo‟ che

si svolge nella società del nostro tempo e s‟accompagna al cammino dell‟uomo nel tempo da

molti secoli tanto che ogni generazione è chiamata

per lo meno ad interrogarsi su di essa. Perchè la

Chiesa con la sua pregnanza storica, ossia con la sua

complessa costituzione visibile, rappresenta una

realtà „umana‟ irriducibile al dogmatismo di una

ragione che crede di poter essere la misura di tutte le

cose. E perché? Scrive al n. 150 il nostro

„Compendio‟: “Nella sua realtà visibile è presente e

operante una realtà spirituale divina che si scorge

unicamente con gli occhi della fede”. E‟ dunque

ovvio che coloro che non hanno fede non potranno

mai penetrare l‟essere vero della Chiesa. Resteranno

sempre alla superficie, non riusciranno mai a

comprenderne l‟anima. Per di più è diffuso nel

nostro tempo quella mentalità che chiamiamo

laicismo e si traduce di fatto in un secolarismo che

non lascia spazio a valori che si pongono al di fuori

e al di sopra di questa mentalità, come appunto la

Chiesa. . Il laicismo non è più quell'elemento di

neutralità che apre spazi di libertà per tutti. E‟

un‟ideologia che si impone tentando di mettere ai

margini della storia degli uomini la Chiesa e la sua

fede.

Page 10: SCHEDE DI CATECHESI

AMO LA CHIESA.....

......questa, nella quale vivo la mia vita

da prete da molti anni!

Posto davanti alla Chiesa della quale faccio

parte mi interrogo sui sentimenti che oggi provo

nei suoi confronti. Ricordo allora un episodio

dei miei anni giovani quando, qualche mese

prima di diventare prete, mi trovai a sera di una

giornata uggiosa, appoggiata la testa ai vetri

della finestra della cameretta del seminario, a

pensare sul mio futuro, sulla mia vita che avrei

dovuto spendere per la Chiesa della quale

stavo diventando ministro. Ricordo la gioia che

mi aveva preso al solo pensiero di ciò che avrei

dovuto vivere:per quella realtà stupenda per la

quale Cristo Signore ha dato la vita! Così mi

ritrovo pienamente nelle confidenze di un prete

anziano che navigando in Internet ho

conosciuto. Lo ringrazio perché con semplicità e

sincerità ha raccontato anche i miei pensieri di

oggi sulla Chiesa!

“Amo la Chiesa che accoglie la Caritas (solo per

fare un esempio tra tantissimi), ma anche l‟Opus

Dei (solo per fare un altro esempio);

amo la Chiesa che ha centinaia di migliaia di

preti che dedicano ogni loro istante e ogni loro

forza agli altri, senza sbandierarlo ai quattro

venti, ma nel silenzio e tante volte anche nella

solitudine e nell‟incomprensione; amo la Chiesa

che non mi da sempre ragione, ma mi spinge ad

andare a fondo delle questioni, ricordandomi

però che alla fine l‟ultima parola spetta alla mia

coscienza; amo la Chiesa che mi rende

fisicamente, tangibilmente disponibile Gesù;

amo la Chiesa perché al suo interno ci sono

milioni di persone come me, che cercano di

imparare ad amare, a donarsi; amo la Chiesa per

quelle vecchine che continuano a venire alle

funzioni che presiedo nonostante non

imbrocchino mai un canto alla prima nota (e

quasi sempre neanche alla seconda....); amo la

Chiesa per quei bambini che durante la Messa

sembra che pensino ad altro, ma se poi gli fai

delle domande ti danno delle risposte che ti

fanno capire che loro hanno capito molto più di

te; amo la Chiesa per quei giovani che se ne

fregano delle mode, ma cercano di vivere al

massimo la loro fede;

amo la Chiesa per quei milioni di persone che

vivono la loro fede senza vantarsi, nel duro

trantran quotidiano, senza mai un

riconoscimento (che d'altra parte neanche

cercano), nel nascondimento e nel silenzio.

Amo la Chiesa per queste e per tanti altri motivi”

DOMANDE SULLA CHIESA Sono anche le tue....o no?

Cominciamo con una domanda interessante:

“Quando e come nasce la Chiesa?” Storicamente

ci si riporta a Gesù di Nazareth e se ne cercano nei

testi evangelici le prove. Ma è convinzione secolare

dei cristiani che la Chiesa è nei disegni eterni di Dio.

Un libro della prima generazione cristiana scrive: “Il

mondo fu creato in vista della Chiesa” (Erma,

Visionis pastores, 2.4.1). Dio ha creato il mondo in

vista della comunione alla sua vita divina,

comunione che si realizza mediante la

„convocazione‟ degli uomini in Cristo, e questa

convocazione è la Chiesa! La Chiesa è il fine di tutte

le cose (S.Epifanio). E‟ stupefacente quanto dice il

Catechismo quando afferma: “La convocazione

della Chiesa – il suo nascere ed esserci – è per così

dire la reazione di Dio di fronte al caos provocato

dall’antico peccato”.

Dovremmo dunque trarne traccia anche nell‟Antico

Testamento. E così è, visto che Dio comincia ad

attuare il suo disegno di „comunione con gli uomini

peccatori‟ proprio scegliendo Israele come suo

popolo. Con la sua elezione Israele deve essere il

segno della riunione futura di tutte le nazioni.

Ma „storicamente‟ la Chiesa è istituita da Gesù

Cristo: “Per compiere la volontà del Padre, Cristo

inaugurò il regno dei cieli sulla terra. La Chiesa è il

Regno di Cristo già presente in mistero” (Conc. Vat.

2, Ad gentes, 3).

Il germe e l‟inizio del Regno sono il „piccolo

gregge‟ (Lc 12,32) di coloro che Gesù è venuto a

convocare attorno a sé e di cui egli stesso è il

pastore. Il Signore ha poi dotato la sua comunità di

una struttura che rimarrà fino al pieno compimento

del Regno. Innanzitutto vi è la scelta dei Dodici con

Pietro loro capo. I dodici e gli altri discepoli

partecipano alla missione di Cristo, al suo potere, ma

anche alla sua sorte. Attraverso queste azioni Cristo

prepara ed edifica la sua Chiesa. Ma ancora la Chiesa non è nata. Essa difatti nasce

dal dono totale di Cristo per la nostra salvezza,

anticipato dall‟Eucaristia e realizzato sulla croce. La

Chiesa nasce sulla Croce, dunque!

Sant‟Ambrogio scrive:

“ Dal costato di Cristo

dormiente sulla croce è

scaturito il mirabile

sacramento di tutta la Chiesa.”.

Come Eva è stata formata

dal costato di Adamo

addormentato, così la Chiesa

è nata dal cuore trafitto di

Cristo morto sulla croce”.

Page 11: SCHEDE DI CATECHESI

Da un „blog‟ su Internet

STRUGGENTE TESTIMONIANZA DI

AMORE ALLA CHIESA!

Mi incuriosisce ciò che viene scritto nei blog

(e sono tanti in internet)a proposito di temi di

fede e di morale. Ci si imbatte in tante

stupidaggini, ma molte volte ti trovi davanti a

confessioni scioccanti che rivelano ciò che

„sente‟ la gente d‟oggi, in particolare i giovani.

Ho cercato un blog dove ci si intratteneva sulla

Chiesa. Mi ha sorpreso e impressionato la

confidenza che ritengo di dover pubblicare . E‟

a firma di un certo Carlo C. Ed è del novembre

del 2008. Leggo:

“ Sono cattolico e amo la Chiesa .Quanto sei

contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!

Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a

te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho

bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti

scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!

Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista,

più compromesso, e nulla ho toccato, di più

generoso, di più bello. Quante volte ho avuto

la voglia di sbatterti in faccia la porta della

mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure. No, non posso

liberarmi di te, perché sono te, pur non

essendo completamente te. E poi, dove andrei?

A costruirne un'altra? Ma non potrò costruirla

se non con gli stessi difetti, perché sono i miei

che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia

Chiesa, non più quella di Cristo!”

(continua da pag. 2)

Un‟altra domanda: “Ma quando la Chiesa si è resa

visibile? Se sulla croce è nata, ci troviamo davanti a

un „mistero‟. Ma nella storia, quando essa comincia

a rendersi visibile?”.Quando fu inviato lo Spirito

Santo!” Allora, a Pentecoste, la Chiesa fu

manifestata alla moltitudine ed ebbe inizio la

predicazione del Vangelo. La Chiesa allora è

missionaria per sua natura. E‟ allora che lo Spirito

dotò la Chiesa di diversi doni gerarchici e

carismatici con i quali la dirige.

Ancora una domanda interessante: “Finirà la

Chiesa? E quando?” La Chiesa – dice il

Catechismo – non avrà il suo compimento se non

nella gloria del cielo al momento del ritorno

glorioso di Cristo. Fino a quel momento la Chiesa

prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del

mondo e le consolazioni di Dio. Quaggiù si sente in

esilio, lontana dal Signore.. Il compimento della

Chiesa e per mezzo suo del mondo intero nella

gloria non avverrà se non attraverso molte prove....”

(n. 769)

IL MISTERO DELLA CHIESA

Ci manca di capire o intuire almeno perché la

Chiesa è un mistero. Perché essa è sì nella storia,

ma nello stesso tempo la trascende. E‟ unicamente

con gli occhi della fede che si può scorgere nella sua

realtà visibile, una realtà contemporaneamente

spirituale, portatrice di vita divina.

La Chiesa infatti è ad un tempo:

una società costituita

di organi gerarchici e

il Corpo Mistico di

Cristo

l‟assemblea visibile (pensiamo alla Messa

domenicale) e la

comunità spirituale

la Chiesa sulla terra e la Chiesa ormai in

possesso dei beni

celesti

Queste dimensioni formano

una sola complessa realtà che

risulta da un elemento umano

e di un elemento divino.

La Chiesa ha la caratteristica di essere nello stesso

tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà

invisibili, fervente nell‟azione e dedita alla

contemplazione, presente nel mondo e tuttavia

pellegrina.... (continua a pag. 4)

Queste schede, scritte per sostenere una personale ricerca di fede, si possono trovare nelle chiese della Comunità pastorale ‘Santa Teresa Benedetta della Croce’ (Prepositurale SS. Pietro e Paolo, S. Giuseppe artigiano, Cuore Immacolato di Maria, Madonna di Lourdes). Se dovessero mancare si prega di richiederle in segreteria della Prepositurale. Portate in famiglie possono servire a un confronto tra genitori e figli sui temi della fede!

UN „GRAZIE‟

A chi dà una mano con un piccolo contributo

di euro 0, 10 – 0,20 per la scheda. Però essa

viene liberamente offerta a ciascuno: ciò che

importa infatti è che si possa „pensare‟ insieme

la fede!

Page 12: SCHEDE DI CATECHESI

Da „Testimoni‟, periodico cattolico

“PERCHE‟ RESTO IN QUESTA CHIESA”

Su questa scheda e sulle prossime viene pubblicato

un documento davvero straordinario, sulla posizione

della Chiesa nel momento storico attuale.

“1.La Chiesa sta attraversando un‟epoca di forti

turbolenze. Gli attacchi che le giungono da tutte le

parti e che mirano a colpire spesso direttamente lo

stesso Benedetto XVI e il suo magistero, hanno

finito per scuotere anche molti cattolici che si

sentono oggi a disagio in questa Chiesa, sono turbati

e sull‟orlo di una crisi di fiducia. Scriveva di recente

il card. Roger Etchegaray, presidente emerito del

pontificio Consiglio Justitia et pax: «Questo periodo

è per la Chiesa senz‟altro duro, ma salutare nella

misura in cui essa saprà trarne le lezioni». È infatti

proprio da questa crisi che gli spiriti forti sanno

ricavare nuovi motivi di fiducia e di speranza.

Motivi e ragioni che, per esempio, hanno saputo

cogliere alcune personalità di primo piano, invitate

dal quotidiano cattolico francese La Croix a scrivere

ciascuno una lettera “ai cattolici turbati”, per dare

testimonianza del loro amore alla Chiesa e della loro

speranza. È illuminante leggere queste loro

testimonianze. «Eccoci, una volta ancora, scrive

Margherita Léna, discepoli di un Signore crocifisso

e umilmente risorto, chiamati dal mondo, dai suoi

giudizi, dalle sue statistiche, dalle sue inchieste e dai

suoi giornalisti a rendere ragione della speranza

che è in noi… ». Non c‟è da stupirsi che questo

avvenga, osserva. Infatti, il discepolo non è più

grande del suo maestro. La sua parola, anche se

pronunciata con umiltà e amore sarà spesso accolta

con animosità e violenza. Bisogna accettare di essere

oggetto di derisione, a volte anche di odio; bisogna

accettare di non essere sempre compresi… «Bisogna

del resto che ci ricordiamo a vicenda che la Chiesa

è la nostra madre. Una madre può a volte ferire,

sconcertare, shoccare i suoi figli. Ma un figlio soffre

sempre quando la sua madre è messa in questione

da parte di terzi, è accusata o vilipesa. Questa

sofferenza lo risparmia dal gridare con coloro che

gridano, dall‟accusare con coloro che l‟accusano.

Non lo riduce al silenzio, non incrina la sua fiducia.

A dire il vero non siamo tanto noi che custodiamo la

fiducia nella Chiesa. È la sua fiducia che custodisce

noi». Nonostante il momento difficile, scrive p. T.

Radcliffe, ex generale dei domenicani, «noi restiamo

nella Chiesa perché siamo discepoli di Gesù.

Credere in Gesù non vuol dire adottare una

spiritualità privata. Vuol dire accettare di

appartenere alla sua comunità. Coloro che egli ha

chiamato a seguirlo, camminano insieme».

Da Testimoni n. 10, del 31 maggio 2009. (continua ...)

(continua da pag. 3)

Ancora una domanda: “Quale relazione

c’è tra Gesù Signore e la Chiesa?” La

risposta del catechismo è in questi termini:

“E‟ nella Chiesa che Cristo compie e rivela

il suo proprio Mistero, come il fine del

disegno di Dio: ricapitolare in Cristo tutte

le cose (Ef 1,10). San Paolo chiama

„mistero grande’ (Ef 5,32) l‟unione

sponsale di cristo con la Chiesa. Poichè

essa è unita a Cristo come al suo sposo, la

Chiesa diventa essa stessa a suo volta

„Mistero‟. Contemplando in essa il

Mistero, San Paolo scrive: „Cristo in voi,

speranza della gloria‟ (Col 1,27)

Infine una parola che conclude questo

percorso che abbiamo fatto insieme

cercando di entrare nell‟evento Chiesa così

da poter vivere con gioia la nostra

appartenenza ad essa.

“Qual è il rapporto della Chiesa con

l’umanità intera’. Ancora il catechismo

risponde: “Poiché la Chiesa è sacramento, cioè segno e strumento dell‟unione di Dio

con tutta l‟umanità, la Chiesa è strumento

di Cristo. Nelle sue mani la Chiesa è lo

strumento della Redenzione di tutti: il

sacramento universale della salvezza,

attraverso il quale Cristo svela il mistero

dell‟amore di Dio verso ogni uomo.

Questo può significare che la Chiesa è

veramente madre di ogni uomo anche di

coloro che la contestano o la

misconoscono, perché per ogni uomo Gesù

Cristo ha dato in sacrificio la sua umanità

sulla croce!

Page 13: SCHEDE DI CATECHESI

4 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento ‘MISTERO ED EVENTO’

La Chiesa, „popolo di Dio‟

LA CHIESA

POPOLO DI DIO

DELLA NUOVA ALLEANZA

Dal „Compendio‟

153. Perché la Chiesa è il popolo di Dio?

La Chiesa è il popolo di Dio perché a Lui

piacque santificare e salvare gli uomini non

isolatamente ma costituendoli in un solo

popolo, adunato dall‘unità del Padre, del

Figlio e dello Spirito Santo

154. Quali sono le caratteristiche del

popolo di Dio?

Questo popolo di cui si diviene membri

mediante la fede in Cristo e il Battesimo,

ha per origine Dio Padre, per capo Gesù

Cristo, per condizione la dignità e la libertà

dei figli di Dio, per legge il comandamento

dell‘amore, per missione quella di essere il

sale della terra e la luce del mondo, per

fine il Regno di Dio già iniziato in terra.

155. In che senso il popolo di Dio

partecipa delle tre funzioni di Cristo:

sacerdote, profeta e re?

Il popolo di Dio partecipa all’ufficio

sacerdotale di Cristo in quanto i battezzati

vengono consacrati dallo Spirito Santo per

offrire sacrifici spirituali; partecipa al suo

ufficio profetico, in quanto con il senso

soprannaturale della fede aderisce ad essa,

l‘approfondisce e la testimonia; partecipa

al suo ufficio regale col servizio imitando

Gesù Cristo che, re dell‘universo, si fece

servo di tutti, soprattutto dei poveri e dei

sofferenti.

Il giovane popolo di Dio a una della

„Giornata della gioventù‟

Noi e la Chiesa

SENTIRE DI ESSERE NEL POPOLO DI DIO

La nostra Comunità Pastorale, in questi dieci anni, ha

potuto creare legami fraterni con diverse comunità di

cristiani sparse nel mondo. Recentemente un piccolo

gruppo ha fatto visita alla Diocesi di Alleppey, nel

Kerala al Sud dell‘India, accolti con simpatia e

gratitudine dal Vescovo Mons. Stephen e dalla

comunità diocesana. A Gerico abbiamo vissuto giorni

indimenticabili con i cristiani della piccola parrocchia

del ‗Buon pastore‘di Padre Feras, il suo giovane

parroco, inserita attivamente con le sue scuole in una

famosa cittadina islamica. Ci spostiamo in Russia, a

San Pietroburgo dove troviamo la comunità di Maria

Assunta con il suo parroco Padre Stefano con la quale

stretti sono i nostri rapporti fraterni e ancora in

Romania con la piccola comunità cristiana delle

‗Suore povere‘ al servizio degli ultimi alla periferia di

Piatra Neant, in Eritrea con le comunità dei villaggi

cristiani serviti dai monaci di Padre Giobbe, nelle

Filippine dove viviamo strette relazioni con Padre

Nevio Viganò e la sua comunità..... Con queste

esperienze in atto, con queste relazioni fraterne,

possiamo capire allora perché diciamo che la Chiesa è

il nuovo ‗Popolo di Dio‘. Nella fede in Gesù e per il

battesimo ricevuto i cristiani dovunque si trovino in

questo mondo fanno parte dell‘unica, santa Chiesa,

formando un solo ‗popolo‘, appunto il popolo che Dio

si è scelto. Gesù Cristo ―ha fatto di noi un regno di

sacerdoti per il suo Dio e Padre‖ (Ap 1,6). ―Tu o

Cristo - si legge nell‘Apocalisse - acquistasti per Dio

con il tuo sangue uomini di ogni tribù e lingua e

popolo e nazione, ne facesti per il nostro Dio un

regno di sacerdoti e regneranno sulla terra!‖ (Ap

5,9-10). In tutte le nazioni della terra è radicato un

solo popolo di Dio, poiché di mezzo a tutte le stirpi

egli prende i cittadini del suo regno non terreno ma

celeste. E infatti tutti i fedeli sparsi per il mondo sono

in comunione con gli altri nello Spirito Santo, e così

«chi sta in Roma sa che gli Indi sono sue membra ».

Siccome dunque il regno di Cristo non è di questo

mondo (cfr. Gv 18,36), la Chiesa, cioè il popolo di

Dio, introducendo questo regno, nulla sottrae al bene

temporale di qualsiasi popolo, ma al contrario

favorisce e accoglie tutte le ricchezze, le risorse e le

forme di vita dei popoli in ciò che esse hanno di buono

e accogliendole le purifica, le consolida ed eleva.

Quanto è bella la Chiesa di Cristo!

Page 14: SCHEDE DI CATECHESI

La Chiesa, „popolo di Dio‟...

MA PERCHE‟? E COME?

Nei documenti del magistero, nella liturgia, nella

predicazione, nella catechesi oggi, si usa

normalmente l‘espressione ‗popolo di Dio’ per

indicare la Chiesa. Soprattutto da quando ne ha

parlato la costituzione conciliare sulla Chiesa –

Lumen gentium - all'inizio del capitolo II,

intitolato «Il popolo di Dio» . Secondo il

Concilio, infatti, la Chiesa è il popolo di Dio

della nuova alleanza. E' il pensiero consegnato

già da san Pietro alle prime comunità cristiane:

«Voi, che un tempo eravate non-popolo, ora

invece siete popolo di Dio» (1Pt 2,10). ―Dio

volle santificare e salvare gli uomini non

individualmente e senza alcun legame tra loro,

ma volle costituire di loro un popolo, che lo

riconoscesse nella verità e fedelmente lo

servisse... Stabilì con essi un'alleanza, e lo formò

lentamente manifestando, nella sua storia, e

stesso e i suoi disegni...‖

Ci possiamo allora domandare come e perché

questa espressione ha un’importanza così

rilevante tanto da essere usata così

frequentemente, come se tutti fossero a

conoscenza della sua origine e del suo

contenuto.

Essa non ‗appare‘quasi d‘improvviso: lungo la

storia della salvezza l‘espressione indicava

inizialmente il popolo d‘Israele. Nell'Antico

Testamento, Israele dovette ad una scelta ed

iniziativa divina l'essere il popolo di Dio. Era

però limitato ad una sola nazione. Il nuovo

popolo di Dio supera questo confine. Comprende

in sè uomini di tutte le nazioni, lingue e razze.

Ha carattere universale, cioè cattolico. Come

dice il Concilio, «Cristo istituì questo nuovo

patto, cioè la nuova alleanza nel suo sangue (cf.

1Cor 11,25), chiamando gente dai Giudei e dalle

nazioni, perchè si fondesse in unità non secondo

la carne, ma nello Spirito, e costituisse il nuovo

popolo di Dio» (LG 9). Il fondamento di questa

novità - l'universalismo - è la redenzione

operata da Cristo.

Nella sua realtà storica e nel suo mistero

teologico la Chiesa emerge proprio dal popolo

di Dio dell'antica alleanza. Tale alleanza era

stata annunciata dai profeti dell'Antico

Testamento, in particolare da Geremia e da

Ezechiele. Leggiamo in Geremia: «Ecco,

verranno giorni, dice il Signore, nei quali con la

casa d'Israele (e con la casa di Giuda) io

concluderò una alleanza nuova» (Ger 31,31). (continua a pag. 3)

Domande sulla Chiesa, come popolo di Dio

PER CAPIRE E VIVERE IL GRANDE

MISTERO DELLA CHIESA

Padre Angelo è un frate domenicano che gestisce un

blog sul portale dei domenicani. Un giovane

studente di teologia gli ha rivolto alcune domande

attinenti al tema che affrontiamo in questa scheda.

Egli chiede al Padre : ― Che cosa significa che la

Chiesa è il popolo di Dio ed è il sacramento

universale della Salvezza?....So che chiedo molto.

La ringrazio comunque per ciò che mi risponderà e

la ricordo nella preghiera. Roberto M.”

Il Padre risponde così:

―Caro Roberto, la Chiesa come popolo di Dio è stata

messa in risalto dal Concilio Vaticano II. Questa

dizione evidenzia due verità importanti.

La prima: il carattere storico della Chiesa. La

Chiesa, erede del popolo dell‘Antica Alleanza

ampliato e redento da Cristo, non è una realtà

disincarnata, che sta fuori o al di sopra della storia,

ma una realtà inserita nel tempo, un popolo in

cammino, che non cammina in disparte ma in mezzo

agli altri popoli, condividendone i problemi, le

difficoltà, le angosce, operando come il buon

samaritano e il buon pastore.

La seconda verità che mette in risalto è la seguente:

la Chiesa è il popolo messianico che ha ereditato

gli uffici messianici di Cristo: l'ufficio sacerdotale,

per cui si offre come vittima viva, santa, gradevole a

Dio per la salvezza di tutti gli uomini; l'ufficio

profetico, per cui diviene l'araldo del Vangelo

inviato a tutte le genti, e l'ufficio regale, per cui ha il

potere di instaurare il regno di Dio in questo mondo.

Questi uffici sono di tutto il popolo e di tutti i suoi

membri.

Sicché non soltanto la gerarchia ma anche tutti i

fedeli sono investiti degli uffici del sacerdozio

(sacerdozio comune dei fedeli), della profezia

(dell'annuncio del Vangelo e pertanto del dovere

missionario) e della regalità mediante il servizio

(per instaurare il regno di Dio in questo mondo).

Perché e come la Chiesa è sacramento universale di

salvezza. Per chiarire il fine e cioè la missione della

Chiesa, il Concilio Vaticano II fa largo uso del

concetto di sacramento, nella sua primaria accezione

di segno sacro. In quanto sacramento universale di

salvezza, la missione della Chiesa è di annunciare e

di comunicare la salvezza per tutti gli uomini.

In quanto segno sacro o sacramento, la Chiesa è il

prolungamento e la dilatazione di Cristo, segno

sacro o sacramento primordiale di Dio Padre.

La Chiesa non ha dunque il compito di annunciare

se stessa, ma di rivelare e comunicare Cristo agli

uomini.

Page 15: SCHEDE DI CATECHESI

(Continua da pag. 2)

«Questa sarà l'alleanza che io concluderò con

la casa di Israele dopo quei giorni, dice il

Signore: porrò la mia legge nel loro animo, la

scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro

Dio ed essi il mio popolo» (Ger 31,33). Il

profeta Ezechiele lascia trasparire ancor più

chiaramente la prospettiva di una effusione

dello Spirito Santo, nella quale la nuova

alleanza troverà il suo compimento: «Vi darò

un cuore nuovo (dice il Signore), metterò

dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi

il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.

Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò

vivere secondo i miei precetti e vi farò

osservare e mettere in pratica le mie leggi» (Ez

36,26-27). La Chiesa è il popolo di Dio della

nuova alleanza nucleo centrale della nuova

umanità , chiamata nella sua interezza a far

parte del nuovo popolo. Aggiunge infatti il

Concilio che «il popolo messianico, pur non

comprendendo in atto tutti gli uomini, e

apparendo talora come un piccolo gregge,

costituisce per tutta l'umanità un germe

validissimo di unità , di speranza e di salvezza.

Costituito da Cristo per una comunione di vita,

di carità e di verità , è pure da lui assunto ad

essere strumento della redenzione di tutti e,

quale luce del mondo e sale della terra (cf. Mt

5,13-16), inviato a tutto il mondo» (LG 9).

Esegesi del termine „Popolo di Dio‟

PER UN ULTERIORE

APPROFONDIMENTO

"Popolo di Dio": ci siamo tanto abituati a questa

definizione della Chiesa da dimenticare come sonasse

strana per molti cattolici venticinque anni fa, quando

cominciò a entrare nel linguaggio comune. La

locuzione ha profonde radici bibliche ed è stata a

lungo usata negli scritti teologici. Ma essa divenne

popolare dopo che il Concilio Vaticano II l'ebbe

scelta — preferendola ad altre espressioni bibliche e

tradizionali — come la più adatta a evocare la visione

conciliare della Chiesa e a riassumere in un solo e

suggestivo concetto un intero programma di

rinnovamento.

E‘ importante però, ricordare che l'espressione

"popolo di Dio" non costituisce il fondamento ultimo

dell'ecclesiologia del Vaticano II. Il concetto-chiave

nel pensiero conciliare sulla Chiesa è piuttosto quello

di communio: comunione, unione. Il primo paragrafo

della Lumen gentium dice che "la Chiesa è in Cristo

come sacramento, cioè segno e strumento dell'intima

unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano"

(LG 1). Communio significa quindi essere una sola

cosa con Dio in Cristo, nonché una sola cosa con gli

altri uomini in Cristo; la Chiesa è il segno di questa

comunione e, al tempo stesso, il suo strumento.

Se communio risulta essere l'espressione teologica

più concisa del mistero della Chiesa, altrettanto può

dirsi che è la più astratta. Non deve pertanto stupire

che il Concilio abbia scelto un termine che, avendo la

communio come sfondo, esprima in maniera più

concreta la natura e la missione della Chiesa. Così, il

Concilio, al momento di svolgere la sua riflessione

ecclesiologica, individuerà il mistero della Chiesa

(cap. 1 della Lumen gentium) nell'espressione

"Popolo di Dio" (cap. 2) (continua a pag. 4)

ALCUNI RILIEVI IMPORTANTI ° perché queste schede di catechesi possano contribuire alla riscoperta della fede bisogna che siano lette ‘di seguito’, unendole l’una all’altra. Così il discorso diventa più comprensibile.....

° Non ci si scoraggi se alle volte sembrano essere difficili. I cristiani di oggi hanno bisogno di un cibo sostanziale....

RESPONSABILITA‟ PERSONALI

Questa scheda è la n. 4 della terza serie. Ciò

vuol dire che da tre anni vengono offerti alla

gente cristiana, in particolare agli adulti, temi

di riflessioni sulle certezze della fede. Perché

non diventare personalmente „attivi‟

interpellando non solo la gente di casa ma le

persone che incontriamo affinchè „conoscano e

discutano‟ sui grandi temi della nostra fede?

C‟è una responsabilità personale molto grave:

nessuno deve sottrarsi al dovere di custodire e

annunciare la fede che si professa!

Page 16: SCHEDE DI CATECHESI

Da „Testimoni‟

“PERCHE‟ RESTO IN QUESTA CHIESA”

Pubblichiamo la seconda parte dell‟interessante

testimonianza “Perchè resto in questa Chiesa”.

Ma perché, si domanda p. Radcliffe, restare proprio in

questa Chiesa e non aggregarsi invece a un‘altra

comunità cristiana dove le posizioni e i modi di agire

sarebbero meno imbarazzanti? Tocchiamo qui al cuore,

risponde, la comprensione cattolica della Chiesa: «Fin

dagli inizi Gesù ha chiamato nella sua comunità i santi e

i peccatori, i sapienti e i folli… e continua a farlo,

altrimenti non vi sarebbe stato spazio per uno come me.

Una comunità ammirevole di persone meravigliose e

virtuose, che non facesse mai degli sbagli, non sarebbe

un segno del regno di Dio… Io ho un‘immensa

ammirazione per molti cristiani che appartengono ad

altre chiese, ma per me, lasciare la chiesa cattolica

vorrebbe dire rinnegare l‘invito radicale di Gesù a unire

insieme i santi e i peccatori, i vivi e i morti». D‘altronde,

prosegue p. Radcliffe, al cuore della nostra vita cristiana

c‘è l‘immensa vulnerabilità dell‘Ultima Cena. Gesù si

mette nelle mani dei suoi discepoli: ―Prendete questo

mio corpo dato per tutti‖.

Uno di loro l‘ha tradito, un altro lo ha rinnegato, la

maggior parte sono fuggiti: «Appartenere alla Chiesa

vuol dire accettare un po‘ di questa vulnerabilità. Noi

accettiamo di essere coinvolti nei suoi fallimenti come

nel suo eroismo, nella follia come nella saggezza, nei

suoi peccati come nella sua santità. E la Chiesa

anch‘essa mi accetta con i miei peccati e la mia

stupidità. È per questa ragione che essa è ―segno e

sacramento di unità di tutto il genere umano‖ »…

La Chiesa ha bisogno di essere amata «A ogni tappa della storia, sottolinea il card. Roger

Etchegaray, la Chiesa deve fare delle scelte gravi, scelte

necessarie e sempre segnate dalla precarietà, ma che

devono testimoniare la sua docilità al Signore. Ma,

«come mai, si chiede il cardinale, tanti cristiani, a forza

di esser esigenti, si mostrano ingiusti verso la

Chiesa?»… E osserva: «Benedetto XVI ci stimola a

verificare la qualità della nostra fede in un clima di

comunione ecclesiale,...Amiamo la Chiesa, questo

immenso gregge in cui ogni pecora è segnata sulla sua

lana con l‘impronta rossa dell‘amore. Solo un vero

credente può amare la Chiesa… La Chiesa ha tanto

bisogno di essere amata quanto di essere riformata

poiché non esiste nessuna vera riforma che nell‘amore:

si può far piangere la Chiesa ma non la si rinnega, come

non si rinnega la propria madre. “Io non vivrei cinque

minuti fuori della Chiesa” diceva Bernanos, “e anche se

mi cacciassero, rientrerei subito, a piedi scalzi e in

camicia”

Da Testimoni n. 10, del 31 maggio 2009. (continua ...)

(continua da pag. 3)

La locuzione "popolo di Dio" va quindi

intesa come un espressivo modo di

rappresentare la più profonda realtà

racchiusa nel concetto communio. Ciò

non vuol dire che la scelta

dell'espressione "popolo di Dio" non sia

significativa, o che ci comunichi un

messaggio meno pregnante di quanto

non faccia il più ampio termine

communio. Al contrario, se il Concilio

scelse deliberatamente questa

espressione è perché essa è carica di uno

speciale significato e apre ampi e precisi

orizzonti al rinnovamento ecclesiale.

"Popolo di Dio" sottolinea la vocazione

peregrinante di questo nuovo popolo

eletto, il suo destino escatologico nel

cammino che attraverso la storia

conduce alla Terra promessa.

Ricorda la singolare gioia che i membri

di questo popolo devono avere per

essere stati chiamati e radunati da Dio,

così da appartenergli e fruire di un

nuovo titolo di giustificazione per

invocare il suo amore, la sua guida e la

sua misericordia. Riafferma inoltre,

chiamando ogni cristiano a partecipare a

un'impresa comune, la radicale

uguaglianza della dignità cristiana,

come pure i diritti e le grazie propri di

ciascuno. Gli anni successivi al Concilio

sono stati anni di investigazione e di

scoperta del ricco contenuto racchiuso

in questa particolare raffigurazione della

Chiesa di Cristo. È un'operazione in cui

siamo ancora impegnati. Questa

riflessione intende mostrare come vi

siano peculiari aspetti della vita

ecclesiale e della vita cristiana che,

come emerge necessariamente dalla

esegesi dell'espressione "Popolo di

Dio", nessun serio lavoro di

rinnovamento può ignorare. Aspetti,

purtroppo, ampiamente trascurati in

questi ultimi decenni. 1. Continua

Page 17: SCHEDE DI CATECHESI

5

Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento ‘MISTERO ED EVENTO’ La Chiesa, „corpo di Cristo‟

DAL „COMPENDIO‟

Sono solo due le domande che si

possono trovare nel „Compendio‟ a

proposito del tema del Corpo mistico

di Cristo: al n. 156 e 157.

n. 156 – In che modo la Chiesa è

corpo di Cristo?

Per mezzo dello Spirito, Cristo morto e

risorto unisce a sé intimamente i suoi

fedeli. In tal modo i credenti in Cristo,

in quanto stretti a lui soprattutto

nell‟Eucaristia sono uniti tra loro nella

carità, formano un solo corpo, la

Chiesa, la cui unità si realizza nella

diversità di membra e di funzioni.

n. 157 – Chi è il capo di questo

corpo?

Cristo è il „capo del corpo, cioè della

Chiesa (Col 1,18). La Chiesa vive di

lui, in lui e per lui. Cristo e la Chiesa

formano il „Cristo totale‟(S.Agostino).

‟Capo e membra, sono, per così dire,

una sola persona mistica (San

Tommaso d‟Aquino).

Sono affermazioni. Vanno ovviamente

spiegate. Si rende dunque necessario

ricorrere al Catechismo della Chiesa

dove questi temi sono sviluppati più

ampiamente anche se a loro volta

necessitano di altri apporti culturali.

Un modo di dire tutto da interpretare

LA CHIESA ...DEI MASS- MEDIA E‟ QUELLA

DELLA FEDE CRISTIANA?

In una cultura come quella nella quale viviamo

l„espressione „Chiesa, corpo mistico di Cristo‟ è di una

incomprensibilità totale. Se chiedo a un giovane o a un

adulto: “Sai cosa significa che la Chiesa della quale fai

parte è il corpo di Cristo?” sono sicuro che mi

guarderebbe stralunato, forse con compassione. Come se

gli avessi chiesto chissà che cosa! Forse un praticante

potrebbe dare una risposta pensando al sacramento

dell‟Eucaristia. Ha sentito tante volte il prete predicare

che il Corpo di Gesù Cristo è quel „pane‟ che nella Messa

viene consacrato. Potrebbe perfino capire in qualche

misura che la Chiesa è stata voluta da Cristo. Addirittura

che sia nata là sulla Croce del morire di Cristo....Ma che

la Chiesa sia essa stessa Corpo di Cristo è affermazione

che va al di là delle sua capacità di comprensione. Come

è già stata detto nelle schede precedenti, già la Chiesa

stessa è „mistero‟. Se poi, per meglio definirla in ordine a

Gesù, affermiamo che è il suo Corpo, finiamo per

chiedere davvero troppo al cristiano dei nostri

giorni....Che fare? Nonostante tutto torniamo a occuparci

di questo tema perché chi è in ricerca possa fare un

ulteriore passo per „intuire ciò che crede‟, per cercare di

capire qualcosa dei misteri cristiani (......dei pensieri e

delle azioni di Dio nella nostra storia).

Se ci è di aiuto pensiamo che questo „modo di indicare‟ la

Chiesa è un‟espressione che appare addirittura agli inizi

stessi della Chiesa di Cristo, grazie alla riflessione del

grande apostolo dei gentili, San Paolo. Nelle sue lettere

rivolte alle comunità da lui fondate nel corso dei suoi

viaggi, Paolo torna più volte ad usare questa „definizione‟

e, pare, senza trovare resistenze forse perchè i suoi

cristiani provenivano in gran parte dalla cultura greco-

romana. Entriamo dunque, con fiducia, in questo ambito

della nostra fede, guidati come sempre, dal piccolo

„Compendio‟ della nostra fede a partire dal credo

apostolico e sviluppato poi nel Catechismo della Chiesa.

Cattolica.

RICORDA * La Chiesa non è una corporazione, è un corpo; non è un‟organizzazione, è un organismo. * Nessuno può farsi cristiano da se stesso, divenire cristiani e‟ un passivo: solo dall‟altro possiamo essere fatti cristiani, e questo altro che ci dà il dono della fede è in prima istanza la Chiesa”. * In seguito alla riforma gregoriana la chiesa finì per essere concepita come “cristianità”, e cioè per essere vista come un‟entità sociologica e politica e per essere considerata più in termini e categorie giuridiche e di potere che non in termini di sacramento o di mistero».

Page 18: SCHEDE DI CATECHESI

Riscopriamo la nostra identità...

SIAMO „INCORPORATI IN

CRISTO‟

Per i cristiani il termine «chiesa» indica

l‟assemblea dei credenti, l‟insieme dei

discepoli di Gesù „chiamati fuori‟ dal

mondo da un appello amorevole di Dio

in vista di una nuova vita in Cristo, il

Signore. In una celebre immagine paolina

la chiesa è definita come “il corpo di

Cristo”; questa espressione offre un‟idea

chiara dello spirito di unità, di simpatia,

di tolleranza e d‟amore che deve regnare

fra coloro che, sapendosi salvati dalla

grazia divina, si uniscono per compiere la

sua missione. Quando Cristo opera nel

mondo oggi, lo fa attraverso il suo corpo,

la chiesa, ossia noi!

In diversi testi delle Scritture la chiesa è

descritta come il corpo di Cristo (Ro

12:4-5; 1 Co 12:12-31; Ef 1:22-23; 4:4-

16). Questa definizione, indubbiamente,

è la più estrema, la più significativa e

qualificativa. La chiesa non è paragonata

al corpo, ma è un corpo: il corpo di

Cristo!

“In genere, da questa definizione si

ricavano giustamente deduzioni relative

all‟unità nella diversità, alle differenti

funzioni, tutte nobili, che sono chiamati

tutti i membri della chiesa..., ma sfugge il

messaggio al limite della scandalo che

questa definizione contiene; nella

visione ebraica dell‟uomo il corpo non

è una parte della persona, ma

l‟espressione visibile di tutta la

personalità; il corpo di Cristo è Cristo

nella sua relazione con l‟umanità. La

chiesa, secondo questa immagine cara a

Paolo, «è Cristo» nel mondo. Infatti, è

alla chiesa che è affidata

l‟evangelizzazione del mondo (Marco

16:15)” Come corpo di Cristo, la chiesa

dipende da lui per la sua esistenza. Egli è

la fonte della chiesa, non solo come suo

fondatore, ma anche come la potenza che

la sostiene giorno dopo giorno. La chiesa

dipende continuamente da Cristo.

Come corpo di Cristo, la chiesa deriva da

lui anche nella sua identità fondamentale.

I singoli membri di chiesa partecipano

alla vita della chiesa, ma non

determinano come debba essere la sua

vita. È Cristo che rende la chiesa

importante, non il contrario. (continua a pag. 3)

Questa scheda sul „mistero della Chiesa‟ viene offerta alla riflessione dei discepoli del Signore oggi,quando

imperversa una vasta e diffusa offensiva nei confronti

della Chiesa cattolica. Per la verità questa fortissima

presa di posizione contro la Chiesa è emersa quando è

scomparso Papa Giovanni Paolo II che nel suo lungo

pontificato ha raccolto consensi unanimi da ogni parte

del mondo. Nessuno osava porsi in contrasto con Lui: la

sua testimonianza, limpida e forte al Cristo rendeva

muti gli avversari di sempre. Ma è bastato che al soglio

pontificio venisse elevato il cardinale tedesco Ratzinger

che subito è apparso chiaro che stava per cominciare

un imponente sforzo a livello mondiale per compiere un

disegno a lungo pensato, perché alla Chiesa venisse

tolta ogni storica e razionale motivazione per esistere e

operare nel mondo e nella società. Chi conosce la storia

della Chiesa ama tornare ai primi secoli del

cristianesimo quando i pagani , le filosofie del tempo e

i potenti del mondo in modo anche violento tentarono di

eliminare l‟annuncio evangelico e le comunità che

testimoniavano il Cristo, la Chiesa dei primi secoli.

E‟ pur vero che nella Chiesa, oggi, eventi dolorosi

hanno rivelato la presenza del „peccato‟, anche negli

uomini chiamati alla sequela del Cristo e al ministero

nella Chiesa. Il Santo Padre lo ha riconosciuto più volte

chiamando l‟intera comunità ecclesiale a penitenza. Ma

proprio per questo motivo è urgente e necessario che

tutti insieme facciamo uno sforzo per conoscere meglio

il mistero della Chiesa. Queste piccole schede sono un

contributo a una ricerca personale,nella speranza che i

cristiani sappiano concedersi del tempo per studiare la

propria fede e così vivere in modo più coerente la

propria appartenenza alla Chiesa.

Cominciamo con alcuni punti chiave così come li

presenta il catechismo della Chiesa stessa.

La Chiesa è comunione con Gesù 787 Fin dall'inizio Gesù ha associato i suoi discepoli

alla sua vita; ha loro rivelato il mistero del Regno; li ha

resi partecipi della sua missione, della sua gioia e delle

sue sofferenze. Gesù parla di una comunione ancora più

intima tra sé e coloro che lo seguiranno: « Rimanete in

me e io in voi. [...] Io sono la vite, voi i tralci » (Gv

15,4-5). Annunzia inoltre una comunione misteriosa e

reale tra il suo proprio corpo e il nostro: «Chi mangia la

mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui»

(Gv 6,56). (Contrinua a pag 3)

Page 19: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 2)

Nel suo significato, la chiesa, deve la sua

esistenza a lui. La chiesa è ciò che è grazie a

ciò che Gesù è, non grazie a ciò che sono i

membri. Pertanto, la chiesa è soggetta alla sua

autorità. Egli è il «capo supremo della chiesa»

(Ef 1,22).

«Riconoscere che l'autorità di Cristo nella

Chiesa è suprema ci impedisce di esagerare

l'importanza di qualsiasi struttura ufficiale od

organizzativa. La chiesa ha bisogno di

organizzazione, naturalmente, ma

nessuna struttura organizzativa dovrebbe

mettere in ombra l'autorità di Cristo».3

Jan Pualsen, scrive: “Il baricentro della nostra

comunione cristiana, di tutto ciò che abbiamo

in comune, è il nostro Salvatore. È grazie a

quello che ha fatto, sta facendo e farà per noi

che si crea una unione all‟interno della

comunità dei credenti.

Quanto più ogni membro della comunità si

avvicina a quel maestoso baricentro, tanto più

solidi diventano i legami che ci uniscono gli

uni agli altri, favorendo in questo modo la

missione della chiesa”.

«Per Paolo come per i Padri della Chiesa,

l‟idea della Chiesa come Corpo di Cristo è

stata inseparabilmente collegata con l‟idea

dell‟Eucaristia». 9 L‟espressione corpus

mysticum in origine designava il corpo

eucaristico, mentre il corpus verum era il corpo

ecclesiale. Più tardi, le formule sarebbero state

rovesciate, perché dire corpus mysticum

dell‟Eucaristia poteva essere frainteso (in un

senso puramente spiritualista, a partire dalla

disputa di Berengario di Tours sulla presenza

reale), con il risultato che l‟accento fu posto

sul corpo sacramentale (qualificato da quel

momento in poi come corpus verum) e che le

due realtà furono disgiunte. «Ciò ebbe degli

effetti di vasta portata per la concezione

dell‟una e dell‟altra. L‟Eucaristia o Comunione

fu largamente concepita in modo

individualistico come comunione personale

con Cristo, cosa che condusse a una devozione

eucaristica profondamente personale, ma più o

meno del tutto isolata dall‟aspetto della chiesa

come comunione. Dall‟altro lato, come ha

dimostrato Yves Congar, in seguito alla

riforma gregoriana la chiesa finì per essere

concepita come “cristianità”, per essere vista

come un‟entità sociologica e politica e per

essere considerata più in termini e categorie

giuridiche e di potere che non in termini di

sacramenti».

(continua da pag. 2)

788 Quando la sua presenza visibile è stata tolta ai

discepoli, Gesù non li ha lasciati orfani. Ha

promesso di restare con loro sino alla fine dei tempi,

ha mandato loro il suo Spirito.

789 Il paragone della Chiesa con il corpo illumina

l'intimo legame tra la Chiesa e Cristo. Essa non è

soltanto radunata attorno a lui; è unificata in lui, nel

suo corpo. Tre aspetti della Chiesa-corpo di Cristo

vanno sottolineati in modo particolare: l'unità di

tutte le membra tra di loro in forza della loro unione

a Cristo; Cristo Capo del corpo. «Un solo corpo»

790 I credenti che rispondono alla Parola di Dio e

diventano membra del corpo di Cristo, vengono

strettamente uniti a Cristo: « In quel corpo la vita di

Cristo si diffonde nei credenti che attraverso i

sacramenti vengono uniti in modo arcano ma reale a

Cristo che ha sofferto ed è stato glorificato ». Ciò è

particolarmente vero del Battesimo, in virtù del

quale siamo uniti alla morte e alla risurrezione di

Cristo, e dell'Eucaristia, mediante la quale «

partecipando realmente al Corpo del Signore, siamo

elevati alla comunione con lui e tra di noi ».

791 L'unità del corpo non elimina la diversità delle

membra: « Nell'edificazione del corpo di Cristo vige

la diversità delle membra e delle funzioni. Uno è lo

Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa distribuisce

i suoi vari doni con magnificenza proporzionata alla

sua ricchezza e alle necessità dei servizi ». L'unità

del corpo mistico genera e stimola tra i fedeli la

carità: « E quindi se un membro soffre, soffrono con

esso tutte le altre membra; se un membro è onorato,

ne gioiscono con esso tutte le altre membra ».

Infine, l'unità del corpo mistico vince tutte le

divisioni umane: « Quanti siete stati battezzati in

Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più né

giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non

c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in

Cristo Gesù » (Gal 3,27-28).

«Capo di questo corpo è Cristo» 792 Cristo « è il Capo del corpo, cioè della Chiesa »

(Col 1,18). È il Principio della creazione e della

redenzione. Elevato alla gloria del Padre, ha « il

primato su tutte le cose » (Col 1,18), principalmente

sulla Chiesa, per mezzo della quale estende il suo

regno su tutte le cose.

PROGRAMMAZIONE

Riprendiamo la pubblicazione delle „schede‟ di

catechesi familiare e soprattutto personale. Ne

usciranno altri cinque. Il percorso si chiuderà con

una convocazione di tutti coloro che l‟hanno

seguita, presieduta probabilmente da un vescovo

nell‟ultima settimana di Giugno.

Page 20: SCHEDE DI CATECHESI

793 Egli ci unisce alla sua pasqua. Tutte le

membra devono sforzarsi di conformarsi a

lui finché in esse « non sia formato Cristo »

(Gal 4,19). « Per questo siamo assunti ai

misteri della sua vita. [...] Come il corpo al

Capo veniamo associati alle sue sofferenze e

soffriamo con lui per essere con lui

glorificati ».

794 Egli provvede alla nostra crescita. Per

farci crescere verso di lui, nostro Capo,

Cristo dispone nel suo corpo, la Chiesa, i

doni e i ministeri attraverso i quali noi ci

aiutiamo reciprocamente lungo il cammino

della salvezza.

795 Cristo e la Chiesa formano, dunque, il

«Cristo totale » [« Christus totus »]. La

Chiesa è una con Cristo. I santi hanno una

coscienza vivissima di tale unità:

« Rallegriamoci, rendiamo grazie a Dio, non

soltanto perché ci ha fatti diventare cristiani,

ma perché ci ha fatto diventare Cristo stesso.

Vi rendete conto, fratelli, di quale grazia ci

ha fatto Dio, donandoci Cristo come Capo?

Esultate, gioite, siamo divenuti Cristo. Se

egli è il Capo, noi siamo le membra: siamo

un uomo completo, egli e noi. [...] Pienezza

di Cristo: il Capo e le membra. Qual è la

Testa, e quali sono le membra? Cristo e la

Chiesa ». “Il nostro Redentore presentò se

stesso come unica persona unita alla santa

Chiesa, da lui assunta ».

« Caput et membra, quasi una persona

mystica – Capo e membra sono, per così

dire, una sola persona mistica ».

Da „Testimoni‟

“PERCHE‟ RESTO IN QUESTA CHIESA”

Da Testimoni n. 10, del 31 maggio 2009. (3. continua ...) «Siamo addolorati, scrive il saggista Jean-Claude

Guillebaud, nel vedere Benedetto XVI vittima di una

campagna mediatica spesso ingiusta e a volte

perfino astiosa». Non è certo la prima volta, osserva,

che nella storia della Chiesa ciò avviene. Per

esempio, i contemporanei di Pio IX, nel XIX secolo,

non erano certo tutti entusiasti del suo Sillabo che

denunciava con rigidezza le idee moderne. Così

pure, certi contemporanei di Pio XII deploravano

Pio XI e la sua condanna senza equivoci del

nazismo. In una parola, il papato è anch‟esso una

istituzione umana molto imperfetta. O, per citare un

detto famoso di san Francesco di Sales: “dappertutto

dove ci sono degli uomini ci sono degli sbagli

umani”. In quanto tale, l‟istituzione è soggetta

legittimamente alla critica dei suoi figli».

Perciò, «anziché vedere in questi “divorzi” sporadici

una catastrofe, è meglio rendersi conto che essi

strutturano tutta la storia del cristianesimo. Accanto

a un cristianesimo del potere e dell‟istituzione c‟è

sempre stato un cristianesimo della protesta che non

risparmia mai la stessa istituzione…

Lungo i secoli, la storia del cristianesimo si è

organizzata attorno a questa strana – e magnifica –

sinergia tra “protesta evangelica” e “organizzazione

ecclesiale”». Guillebaud cita il caso di Francesco

d‟Assisi e di Teresa d‟Ávila la cui ribellione era

quella di un fanciullo caparbio verso l‟autorità di sua

madre. «La straordinaria longevità del cristianesimo

trova qui la sua origine: è un‟istituzione

periodicamente risvegliata dai suoi stessi dissidenti.

Senza la protesta venuta dai margini, il messaggio

sarebbe diventato insipido o si sarebbe anche estinto.

Ma senza la Chiesa non sarebbe stato trasmesso.

Dissidenza e istituzione sono il dritto e il rovescio di

una stessa verità in movimento».

«Un‟istituzione, qualunque sia, è sempre tentata di

obbedire a una sindrome di rigidità e di “permanere

nel suo essere”. La sua tendenza naturale è di

opporre la sua immobilità al movimento, di preferire

la preoccupazione della conservazione al progresso e

l‟ordine sociale alla libertà.

Nello stesso tempo, la Chiesa resta sempre la nostra

casa....La nostra fede ha bisogno di essa, il credere

non sarebbe altro che una passione incerta che

saltella e folleggia prima di andare a trovare riparo

in una setta, in una tribù o gruppuscolo. “Il verbo

credere – scriveva Emmanuel Levinas – non si

coniuga nella prima persona del singolare, ma del

plurale”». Conclude Guillebaud: «La Chiesa ci

sconcerta o suscita in noi ribellione, ma noi

restiamo i suoi figli».

TU CHE PENSI DELLA CHIESA? Ma che cosa pensano gli uomini e oggi della Chiesa? La conoscono? Tu, cosa pensi della Chiesa? E la gente che tu frequenti che cosa dice, cosa pensa della Chiesa? Per molti la Chiesa è una società religiosa, che tenta di sopravvivere in mezzo alle società civili. C'è chi la identifica con un potere centrale, cui rimprovera la ricchezza, il dogmatismo e l'arretratezza. C'è chi la teme e c'è chi la considera poco o nulla. Alcuni la vorrebbero più moderna; per altri dovrebbe tornare alla semplicità delle origini. A volte gli stessi cattolici sono indifferenti. La preferirebbero diversa: a modo loro, immagine conforme dei loro pensieri. Ma non è sempre chiaro che cosa si vuole dalla Chiesa. E non c'è da meravigliarsi perchè la chiesa e’ una realtà assai più grande di ciò che sembra a prima vista: la Chiesa è ‘mistero’!

Page 21: SCHEDE DI CATECHESI

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Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento LE ‘NOTE’ DELLA CHIESA

La Chiesa è “una sola’!

DAL „COMPENDIO‟

Sulle „note‟ della Chiesa si dilunga il

Compendio, segno che sono

„essenziali‟ al suo essere e al suo agire

nella storia dell‟umanità.

n. 161 – Perchè la Chiesa è una?

La Chiesa è una perché ha come

origine e modello l’unità di un solo Dio

nella Trinità delle Persone, come

fondatore e capo Gesù Cristo che

ristabilisce l’unità di tutti i popoli in un

solo corpo; come anima lo Spirito

Santo che unisce tutti i fedeli nella

Comunione in cristo. Ella ha una sola

fede, una sola vita sacramentale,

un’unica successione apostolica, una

comune speranza e la stessa carità.

n. 162 – Dove sussiste l‟unica

Chiesa di Cristo?

L’unica Chiesa di Cristo sussiste nella

Chiesa Cattolica, governata dal

successore di Pietro e dai Vescovi in

comunione con Lui. Solo per mezzo di

essa si può ottenere la pienezza dei

mezzi di salvezza poiché il Signore ha

affidato tutti i beni della Nuova

Alleanza al solo collegio apostolico, il

cui capo è Pietro.

Un percorso „critico‟

UNITA‟ E SCANDALO DELLE DIVISIONI

NELLA CHIESA!

Riprendiamo il nostro „piccolo studio‟ su „chi è la Chiesa

(e non cos‟è la Chiesa!) dalla professione di fede che

nelle nostra comunità recitiamo durante le liturgie:

“Credo la Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica”.

L‟unica Chiesa di Cristo – si legge nel Catechismo della

Chiesa Cattolica – ha come segni essenziali che la

identificano e la distinguono da ogni altra aggregazione

religiosa o laica, proprio questi quattro „attributi. Legati

inseparabilmente tra di loro. La Chiesa non se li

conferisce da se stessa; è Cristo che, per mezzo dello

Spirito Santo, concede alla sua Chiesa di essere una,

santa, cattolica e apostolica, ed è ancora Lui che la

chiama a realizzare ciascuna di queste caratteristiche.

Posta questa affermazione, fatta questa professione di

fede, subito però sorgono domande alle quali bisognerà

dare una risposta.

Come è possibile affermare che la Chiesa è „una‟ quando

nel mondo ci sono chiese di ogni tipo che si rifanno a

Cristo e sono così diverse le une dalle altre? Come si può

dire che la Chiesa è santa quando ogni giorno quasi, si

viene a sapere del peccato degli uomini di Chiesa e ci

vengono rinfacciati scelte e decisioni nella storia

contrarie alla verità e alla giustizia? Come è possibile

arrivare a provare che la Chiesa ha le sue origini nella

testimonianza degli apostoli? E cosa significa che la

Chiesa è cattolica?

Risponderemo a questi interrogativi. Cercheremo di

conoscere ciò che la Chiesa fin dai suoi inizi dice di se

stessa perché di essa si possa dire che è santa, una,

cattolica e apostolica!

I due ‘livelli’ dell’evento Chiesa!

Page 22: SCHEDE DI CATECHESI

Una testimonianza sulla Chiesa „una‟

SANT‟IRENEO

La Tradizione apostolica è “unica”.

Mentre infatti lo gnosticismo (quello

cristiano fu una importante corrente del

Cristianesimo antico, sviluppatosi

soprattutto nel II-III secolo, in contrasto

con la proto-ortodossia, cioè quella che

diverrà la Chiesa cattolica ed ortodossa

dei secoli posteriori) è suddiviso in

molteplici sètte, la Tradizione della

Chiesa è unica nei suoi contenuti

fondamentali, che Ireneo chiama appunto

"regula fidei" o "veritatis": e così

perchè è unica, crea unità attraverso i

popoli, attraverso le culture diverse,

attraverso i popoli diversi; è un

contenuto comune come la verità,

nonostante la diversità delle lingue e

delle culture.

C'è una frase molto preziosa di

sant'Ireneo nel libro Contro le eresie: “La

Chiesa, benché disseminata in tutto il

mondo, custodisce con cura [la fede

degli Apostoli], come se abitasse una

casa sola; allo stesso modo crede in

queste verità, come se avesse una sola

anima e lo stesso cuore; in pieno

accordo queste verità proclama, insegna

e trasmette, come se avesse una sola

bocca. Le lingue del mondo sono diverse,

ma la potenza della tradizione è unica e

le Germanie non hanno ricevuto né

trasmettono una fede diversa, né quelle

fondate nelle Spagne o tra i Celti o nelle

regioni orientali o in Egitto o in Libia o

nel centro del mondo” Si vede già in

questo momento, siamo nell'anno 200,

l‟unità e l'universalità della Chiesa, la

sua cattolicità e la forza unificante della

verità, che unisce queste realtà così

diverse, dalla Germania, alla Spagna,

all'Italia, all'Egitto, alla Libia...”.

Ci si può chiedere come sia possibile affermare che la

Chiesa è una quando i cristiani durante l‟anno vengono

invitati a pregare per l‟unità della Chiesa. Ciò vuol

dire che in realtà davanti a noi sta una chiesa divisa.

Tutti noi conosciamo la „Settimana di preghiera per

l‟unità dei cristiani‟. Per la verità in gennaio quando

questa proposta viene fatta non manchiamo di prendere

coscienza delle divisioni esistenti nel „Corpo di Cristo‟,

ossia nella Chiesa. Ci impegniamo nella preghiera

quotidiana soprattutto nelle liturgie del giorno. Alle

volte vengono organizzate serate di aggiornamento

sulla situazione del cammino verso l‟unità ossia

sull’ecumenismo del quale parleremo in seguito. Nella

nostra Comunità pastorale ci sono persone che si

stanno interessandosi sempre di più alle questioni

dell‟ecumenismo organizzando iniziative interessanti

come incontri con comunità e persone di altre

confessioni cristiane (es. i luterani, i calvinisti di

Ginevra, ecc..) Resta però pur sempre attuale la

domanda iniziale. Come sia possibile confessare (nel

credo) che la Chiesa è una!

Proviamo a riprendere in mano il catechismo della

Chiesa Cattolica e soffermiamoci su quelle affermazioni

che servono a fare luce su questo punto.

813. La Chiesa è una per la sua origine: « Il

supremo modello e il principio di questo

mistero è l'unità nella Trinità delle Persone di

un solo Dio Padre e Figlio nello Spirito Santo

». La Chiesa è una per il suo Fondatore: « Il

Figlio incarnato, infatti, [...] per mezzo della

sua croce ha riconciliato tutti gli uomini con

Dio, [...] ristabilendo l'unità di tutti i popoli in

un solo popolo e in un solo corpo ». La Chiesa

è una per la sua « anima »: « Lo Spirito

Santo, che abita nei credenti e tutta riempie e

regge la Chiesa, produce quella meravigliosa

comunione dei fedeli e tanto intimamente tutti

unisce in Cristo, da essere il principio

dell'unità della Chiesa ». È dunque proprio

dell'essenza stessa della Chiesa di essere una

Possiamo dunque affermare che la Chiesa di Cristo

non può che essere „una sola‟. Di quale chiesa si

parla lo si potrà vedere in seguito. Ciò che è

importante ora è che non siamo nell‟errore quando

diciamo che la Chiesa è una. Lo è per questi motivi

ricordati. Ma resta ancora la domanda. Come mai

allora ci troviamo davanti a „confessioni cristiane‟

così diverse? Sul piano della storia la verità è che la

Chiesa si è divisa. E‟ così? Oppure sarebbe meglio

dire e riconoscere che „fin dal principio‟ questa

Chiesa una si presenta con una grande diversità

che proviene sia dalla varietà dei doni di Dio, sia

dalla molteplicità delle persone che li ricevono....

Sentiamo ancora il Catechismo che forse ha una

parola che chiarisce questa situazione di fatto. (continua a pag. 3).

Page 23: SCHEDE DI CATECHESI

Verso l'unità

820. L'unità, « che Cristo ha donato alla sua

Chiesa fin dall'inizio, [...] noi crediamo che

sussista, senza possibilità di essere perduta,

nella Chiesa cattolica e speriamo che crescerà

ogni giorno di più sino alla fine dei secoli ».

Cristo fa sempre alla sua Chiesa il dono

dell'unità, ma la Chiesa deve sempre pregare e

impegnarsi per custodire, rafforzare e

perfezionare l'unità che Cristo vuole per lei. Il

desiderio di ritrovare l'unità di tutti i cristiani è

un dono di Cristo e un appello dello Spirito

Santo.

821. Per rispondervi sono necessari:

— un rinnovamento permanente della Chiesa

in una accresciuta fedeltà alla sua vocazione.

Tale rinnovamento è la forza del movimento

verso l'unità;

— la conversione del cuore per « condurre una

vita più conforme al Vangelo », poiché è

l'infedeltà delle membra al dono di Cristo a

causare le divisioni;

— la preghiera in comune; infatti la «

conversione del cuore » e la « santità della

vita‖, insieme con le preghiere private e

pubbliche per l'unità dei cristiani, si devono

ritenere come l'anima di tutto il movimento

ecumenico e si possono giustamente chiamare

ecumenismo spirituale»;

— la reciproca conoscenza fraterna;

— la formazione ecumenica dei fedeli e

specialmente dei sacerdoti;)

— il dialogo tra i teologi e gli incontri tra i

cristiani delle differenti Chiese e comunità;

— la cooperazione tra cristiani nei diversi

ambiti del servizio agli uomini.

822. « La cura di ristabilire l'unione riguarda

tutta la Chiesa, sia i fedeli che i Pastori ». (Ma

bisogna anche essere consapevoli « che questo

santo proposito di riconciliare tutti i cristiani

nell'unità della Chiesa di Cristo, una e unica,

supera le forze e le doti umane ». Perciò

riponiamo tutta la nostra speranza «

nell'orazione di Cristo per la Chiesa,

nell'amore del Padre per noi e nella forza dello

Spirito Santo ».

(continua da pag. 2)

814. “Nell'unità del popolo di Dio si radunano le

diversità dei popoli e delle culture. Tra i membri

della Chiesa esiste una diversità di doni, di funzioni,

di condizioni e modi di vita; « nella comunione

ecclesiastica vi sono legittimamente delle Chiese

particolari, che godono di proprie tradizioni ». La

grande ricchezza di tale diversità non si oppone

all'unità della Chiesa.

Potremmo ora chiederci come questa „unità‟ che

deriva dal suo intimo rapporto con la Trinità

santissima si rende visibile. E‟ ancora il Catechismo

che suggerisce una risposta (tutta da meditare)

815. Quali sono i vincoli dell'unità? Al di sopra di

tutto la carità, che « è il vincolo di perfezione » (Col

3,14). Ma l'unità della Chiesa nel tempo è assicurata

anche da legami visibili di comunione:

— la professione di una sola fede ricevuta dagli

Apostoli;

— la celebrazione comune del culto divino,

soprattutto dei sacramenti;

— la successione apostolica mediante il sacramento

dell'Ordine, che custodisce la concordia fraterna

della famiglia di Dio.

Quanto afferma dunque il Catechismo della Chiesa

cattolica ci permette di riconoscere che Cristo Gesù

Ha voluto „una sola Chiesa‟.

Ma una domanda dobbiamo ancora porci ed è

precisa: come mai allora ci sono tante chiese nel

mondo, l‟una diversa dall‟altra e per nulla in

comunione tra di loro‟? Non è uno scandalo questo

agli occhi del mondo? Questa stato di fatto non è

forse un tradire il desiderio del Maestro che ha

pregato perché i suoi discepoli fossero una cosa

sola nella storia così come Lui e il Padre sono una

cosa sola?

Guardiamo allora alle „ferite dell‟unità‟ come si

esprime lo stesso catechismo.

Le ferite dell'unità

817. Di fatto, « in questa Chiesa di Dio una e unica

sono sorte fino dai primissimi tempi alcune

scissioni, che l'Apostolo riprova con gravi parole

come degne di condanna; ma nei secoli posteriori

sono nati dissensi più ampi e comunità non piccole

si sono staccate dalla piena comunione della Chiesa

cattolica, talora non senza colpa di uomini

d'entrambe le parti ». (273) Le scissioni che

feriscono l'unità del corpo di Cristo (cioè l'eresia,

l'apostasia e lo scisma) (274) non avvengono senza i

peccati degli uomini: « Dove c'è il peccato, lì

troviamo la molteplicità, lì gli scismi, lì le eresie, lì

le controversie. Dove, invece, regna la virtù, lì c'è

unità, lì comunione, grazie alle quali tutti i credenti

erano un cuor solo e un'anima sola‖

tali scissioni « e sono istruiti nella fede di Cristo

Page 24: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 3)

818. Coloro che oggi nascono in comunità

sorte da tali scissioni « e sono istruiti nella

fede di Cristo [...] non possono essere

accusati del peccato di separazione, e la

Chiesa cattolica li abbraccia con fraterno

rispetto e amore. [...] Giustificati nel

Battesimo dalla fede, sono incorporati a

Cristo e perciò sono a ragione insigniti del

nome di cristiani e dai figli della Chiesa

cattolica sono giustamente riconosciuti come

fratelli nel Signore ».

819. Inoltre, « parecchi elementi di

santificazione e di verità ....si trovano fuori

dei confini visibili della Chiesa cattolica,

come la Parola di Dio scritta, la vita della

grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri

doni interiori dello Spirito Santo ed elementi

visibili ».Lo Spirito di Cristo si serve di

queste Chiese e comunità ecclesiali come di

strumenti di salvezza, la cui forza deriva

dalla pienezza di grazia e di verità che Cristo

ha dato alla Chiesa cattolica. Tutti questi

beni provengono da Cristo e a lui conducono

e « spingono verso l'unità cattolica ».

Da „Testimoni‟

“PERCHE‟ RESTO IN QUESTA CHIESA”

Da Testimoni n. 10, del 31 maggio 2009. (4. continua ...)

Questa è la quarta sezione di un interessante

articolo che riporta le scelte di intellettuali e

pensatori cristiani del nostro tempo nei confronti

della Chiesa così come è oggi.

La vera ragione dell’odio del mondo «Che il mondo non ami molto i cristiani, rileva Jean-

Luc Marion, dell’Accademia francese, ha senso ed è

tollerabile nella misura in cui li rifiuta come ha

rifiutato il Cristo, poiché ―il servo non è più grande

del suo padrone‖» (Gv 15,19-20). In una parola «il

conflitto con il mondo non può essere visto e non

può giustificarsi se non per il fatto che esso ci

rimprovera la nostra santità, o piuttosto il profilo che

è in noi di Cristo. Al contrario non deve soprattutto

diventare, il velo troppo comodo per coprire gli errori o difetti dei cattolici ».

―I cristiani e i cattolici in particolare devono

meritare attraverso la loro riforma costante e la loro

visibile ispirazione, di assomigliare sufficientemente

a Cristo per subire delle prove nel suo nome…».

«La mia forza oggi, sottolinea suor Véronique, è di

rimanere ai piedi della croce – non sulla croce,

poiché il posto è occupato da colui che ha sposato

l’umanità sofferente. Il posto della Chiesa è di stare

davanti al legno su cui il figlio beneamato dona

tutto, da dove colano il sangue e l’acqua, sorgenti di

speranza… La Chiesa non esiste che per servire

questo re stando in basso. Essa apre a un’altra

fraternità che non è quella del sangue. Vivere come

Chiesa vuol dire, in nome di Cristo, ancora e

sempre, rifiutare la maledizione, essere degli

inventivi che si rimboccano le maniche, condividono

la loro fragilità e la loro energia, per passione verso

questo mondo in cui Dio è presente.

Non disertare l’esigenza essenziale di farsi

compagni di umanità. La compagnia con un ladrone,

un centurione, delle donne, con coloro che appaiono

poco frequentabili… Mi vengono in mente le parole

fondatrici di Pierre Claverie: «La croce è il supplizio

di colui (Gesù) che non ha scelto una parte o l’altra,

perché se è entrato nell’umanità non è stato per

rifiutare una parte dell’umanità. Pertanto, va

incontro ai malati, ai pubblicani, ai peccatori, alle

prostitute, ai folli…». Allora sì, io rimango in questa

Chiesa, popolo di peccatori quale sono io. Al di

fuori di essa, non saprei come annunciare il Vangelo

di bontà che si rivolge a ciascuno così come è. In

questa nostra epoca, se vogliamo amarla prima di

giudicarla… La mia ragione di sperare? Dio non

ritira la sua parola: egli sarà con noi ogni giorno, e

nessuno può toglierci la sua gioia».

ciuti ma vivi, hanno portato, senza sempre saperlo,

la croce e i risvegli dell’alba. Quanti preti senza

potere hanno offerto la loro vita come umili servi,

DUE PAROLE DA CONOSCERE

ERESIA

La parola eresia trae origine dal greco che

significa scelta. Viene così definita una tesi

che in tutto o in parte nega la verità della

fede, mentre è eretico chi, pur essendo

battezzato e volendo mantenere il nome di

cristiano, aderisce pervicacemente all’eresia.

La parola era già da tempo in uso nel greco

dell’età ellenistica con il significato di scelta,

passò poi ad indicare, già in S. Paolo, ogni

divisione che rompa l‟unità della chiesa e

che perciò si opponga alla comunità dei

fedeli. Il concetto di eresia venne poi sempre

più precisandosi nei primi secoli cristiani,

quando, dopo le persecuzioni, nei grandi

dibattiti teologici e, poi, nelle decisioni

conciliari con la fissazione della dottrina

della chiesa in dogmi vennero, nello stesso

tempo, condannandosi le tesi che da quella

divergevano e che si dissero appunto eresie.

SCISMA

termine scisma, dal greco σχισμα, schisma

(da σχιζω, schizo, "dividere"), indica una

divisione, una separazione causata da una

discordia fra gli individui di una stessa

comunità.. Le parole scisma e scismatico

denotano le divisioni non pacifiche né

concordate, nell'ambito della Chiesa.

Page 25: SCHEDE DI CATECHESI

7 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento LE ‘NOTE’ DELLA CHIESA

La Chiesa è santa.....e peccatrice?

Un „tema‟ di enorme attualità

QUALE CERTEZZE CI PORTIAMO DENTRO

SULLA NOSTRA CHIESA.....? E‟ SANTA?

Quando insieme ai cristiani della domenica confesso la

mia fede, quella che ho ricevuto da mia madre e dai miei

preti fin da piccolo, sono solito dire: “Credo la Chiesa

una, santa....”. Non mi viene in mente di chiedermi se è

vero o meno che questa „mia‟ Chiesa sia santa o no, santa

o peccatrice. Dovendo presentare in questa scheda di

catechesi la santità della Chiesa allora mi sono fatto la

domanda: “La Chiesa è santa o peccatrice?‟. Anche il

cardinale G. Biffi, lo conosciamo come già pastore della

Chiesa di Bologna, si è posta la domanda e da teologo!

“La Chiesa è santa o peccatrice? – si chiede l‟eminenza -

nessuno degli antichi simboli di fede si dimentica di

elencare anche la santità della Chiesa tra le verità che

appartengono al patrimonio delle certezze cristiane. Ma

nell'insegnamento dei teologi professionisti - e

conseguentemente in larga parte della coscienza

ecclesiale dei nostri giorni - quale rilevanza assume

questo punto della dottrina cattolica? Tutelare una

persuasione che ci viene dall'insegnamento degli apostoli

- anzi, se è possibile, avvalorarla nella mentalità

ecclesiale contemporanea - è, a mio giudizio, un compito

ineludibile della pastorale di oggi: ineludibile ma, a

essere schietti, abbondantemente eluso. Viene oggi

efficacemente proposta, tra tutte le verità della fede,

anche quella della santità della Chiesa?Sì o no?”

Quanta amarezza prende l‟animo dei cristiani oggi a

seguito di eventi penosi, il peccato „dentro la Chiesa‟!

Dobbiamo fare chiarezza allora...al più presto per stare

nel mondo con la Chiesa del Signore che Egli ha voluto

santa e immacolata!E‟ questo il motivo della

documentazione presentata in questa scheda.

DAL „COMPENDIO‟

SANTITA‟ DELLA CHIESA

Stiamo cercando di conoscere „meglio‟

la Chiesa di Gesù. Ne facciamo parte.

Il Battesimo ci ha fatto membri di

questa Chiesa. Ma come l‟ha voluto il

suo fondatore? La scheda precedente

ha cominciato a illustrare „le note‟,

ossia le caratteristiche della Chiesa di

Cristo. E la prima nota è stata l‟unità:

la Chiesa è una sola! Anzi è „unica‟. In

questa scheda seguendo il

„Compendio‟ del Catechismo

cerchiamo di rispondere ad un‟altra

affermazione precisa che la Chiesa fa

di se stessa. La Chiesa è Santa!

165. „La Chiesa è santa in quanto Dio

santissimo è il suo autore: Cristo ha

dato se stesso per lei, per santificarla e

renderla santificante‟; lo Spirito Santo

la vivifica con la carità.

In essa si trova la pienezza dei mezzi di

salvezza.

La santità è la vocazione di ogni suo

membro e il fine di ogni sua attività.

La Chiesa annovera al suo interno la

Vergine Maria e innumerevoli santi,

quali modelli ed intercessori.La santità

della Chiesa è la sorgente della

santificazione dei suoi figli, i quali, qui

sulla terra, si riconoscono tutti

peccatori, sempre bisognosi di

conversione e di purificazione.

Page 26: SCHEDE DI CATECHESI

Un espressione sorprendente

LA CHIESA „CASTA MERETRIX‟

L‟analisi del Card. Biffi

«Casta meretrix» è un sorprendente

oximoron ("espressione antinomica": dalle

parole greche “antì” e “nòmos”, che

possiamo tradurre in italiano,

rispettivamente, come “contro”,”anti” e

“norma, legge”, ossia espressioni

contradditorie) .

Ogni tanto me lo sento ricordare, con la

soddisfazione di chi è certo di addurre

un'argomentazione decisiva allorché

dichiaro incautamente la mia convinzione

che alla Chiesa come tale non si possa

assegnare l'epiteto di «peccatrice». «Ma se

la Chiesa - mi si ribatte - è una "casta

meretrix", come dicono i Padri!».

«COME DICONO I PADRI......»

Ma siamo sicuri che questi teologi o questi

fedeli non siano a questo proposito un po'

faciloni e spensierati? Vediamo allora, con

un'indagine di una certa serietà, quanti

sono questi Padri. E vediamo chi sono.

Salvo miglior giudizio, è uno solo:

Ambrogio. Nessuno ha parlato di «casta

meretrix» prima di lui, e nessuno dopo di

lui, tra i Padri, l'ha imitato.

RAHAB «TIPO» DELLA CHIESA

Ambrogio ha usato questa espressione una

sola volta, nella sua meditazione su Rahab,

la donna di Gerico di cui parla il libro di

Giosuè (Cfr. Gs 2,1-21)

Essa – egli dice - «nel simbolo era una

prostituta ma nel mistero era la Chiesa,

congiunta ormai ai popoli gentili per la

comunanza dei sacramenti» L'utilizzazione

«tipica» di Rahab - personaggio

contraddittorio, cui era attribuita sia una

professione indegna sia un'azione lodata e

provvidenziale - era già un classico della

letteratura cristiana.

nella genealogia di Gesù (cf. Mt 1,5). La

lettera agli Ebrei l'aveva portata come

La santità della Chiesa

nel Catechismo cattolico

LA CHIESA E‟ SANTA: QUESTA E‟ LA

NOSTRA FEDE!

823 « Noi crediamo che la Chiesa [...] è santa

indefettibilmente. Infatti Cristo, Figlio di Dio, il quale

col Padre e lo Spirito è proclamato "il solo Santo", ha

amato la Chiesa come sua Sposa e ha dato se stesso per

essa, al fine di santificarla, e l'ha unita a sé come suo

corpo e l'ha riempita col dono dello Spirito Santo, per la

gloria di Dio ». La Chiesa è dunque « il popolo santo di

Dio », e i suoi membri sono chiamati « santi ».

824 La Chiesa, unita a Cristo, da lui è santificata; per

mezzo di lui e in lui diventa anche santificante. Tutte le

attività della Chiesa convergono, come a loro fine, «

verso la santificazione degli uomini e la glorificazione

di Dio in Cristo ». È nella Chiesa che si trova « tutta la

pienezza dei mezzi di salvezza ». È in essa che « per

mezzo della grazia di Dio acquistiamo la santità».

825 « La Chiesa già sulla terra è adornata di una santità

vera, anche se imperfetta ». Nei suoi membri, la santità

perfetta deve ancora essere raggiunta. « Muniti di tanti e

così mirabili mezzi di salvezza, tutti i fedeli d'ogni stato

e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la

sua via, a quella perfezione di santità di cui è perfetto il

Padre celeste ».

826 La carità è l'anima della santità alla quale tutti sono

chiamati: essa « dirige tutti i mezzi di santificazione, dà

loro forma e li conduce al loro fine »

827 « Mentre Cristo "santo, innocente, immacolato",

non conobbe il peccato, ma venne allo scopo di espiare i

soli peccati del popolo, la Chiesa che comprende nel suo

seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di

purificazione, incessantemente si applica alla penitenza

e al suo rinnovamento ». Tutti i membri della Chiesa,

compresi i suoi ministri, devono riconoscersi peccatori.

In tutti, sino alla fine dei tempi, la zizzania del peccato

si trova ancora mescolata al buon grano del Vangelo.

La Chiesa raduna dunque peccatori raggiunti dalla

salvezza di Cristo, ma sempre in via di santificazione:

« La Chiesa è santa, pur comprendendo nel suo seno dei

peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non

quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i

suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua

vita, cadono nei peccati e nei disordini, che impediscono

l'irradiazione della sua santità.

Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da

cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con il

sangue di Cristo e il dono dello Spirito Santo ».

829 « Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella

beatissima Vergine la perfezione che la rende senza

macchia e senza ruga, i fedeli si sforzano ancora di

crescere nella santità debellando il peccato; e per questo

innalzano gli occhi a Maria »: in lei la Chiesa è già tutta

santa.

Page 27: SCHEDE DI CATECHESI

(segue da pag. 2)

CHE SIGNIFICA «CASTA MERETRIX»?

Scrive Ambrogio nella sua riflessione «Rahab -

che nel tipo era una meretrice ma nel mistero è la

Chiesa -indicò nel suo sangue il segno futuro

della salvezza universale in mezzo all'eccidio del

mondo: essa non rifiuta l'unione con i numerosi

fuggiaschi, tanto più casta quanto più

strettamente congiunta al maggior numero di

essi; lei che è vergine immacolata, senza ruga,

incontaminata nel pudore, popolare nel suo

amore, meretrice casta, vedova sterile, vergine

feconda» (In Lucam III,23). Questo è l'unico

passo dove compare la nostra espressione; e

merita un commento particolare.

Multorum convenarum copulam non recusat - La

Chiesa può essere simbolicamente ravvisata

nella donna di Gerico, soltanto perché non si

rifiuta di unirsi alla moltitudine dei «fuggiaschi»,

cioè di quanti - dispersi e disorientati nella città

mondana - cercano presso di lei riparo dalla

perdizione. Tutti li accoglie per tutti salvarli.

Quo coniunctior pluribus eo castior - C'è però

una differenza fondamentale. La condiscendenza

con cui la Chiesa dischiude la sua porta a tutti,

come fanno le donne di costumi troppo facili,

non solo non comporta in lei niente di

riprovevole, ma indica addirittura fedeltà alla

propria missione (e quindi al suo Sposo che

gliel'ha assegnata).

Immaculata virgo, sine ruga, pudore integra -

Quasi a prevenire qualunque equivoco che

potesse nascere da un paragone innegabilmente

audace, è evocato qui (e perfino oltrepassato)

l'appassionato linguaggio di Paolo quando esalta

«la Chiesa senza macchia né ruga né alcunché di

simile» (Ef 5,27). «Immaculata virgo, sine ruga,

pudore integra» è per il vescovo milanese

proprio la Chiesa che, camminando nella storia,

accoglie e salva gli uomini che oggi sono

«sbandati»

Amore plebeia ("popolare nell'amare") -

L'espressione è un po' avventurosa, ma ricca di

una intensità che la rende quasi intraducibile.

«Plebeius» negli scrittori latini è vocabolo che

ha sempre almeno una sfumatura di spregio. Che

abbia potuto venire adoperata dal patrizio

Ambrogio di eccellente cultura romana per

qualificare la Sposa di Cristo, basta a significarci

la novità "democratica" davvero rivoluzionaria

portata dal cristianesimo. La Chiesa è «plebeia»

nel suo amore; non c'è niente di

aristocraticamente esclusivo nelle sue attenzioni,

che sono rivolte a tutti senza distinzione. (segue a pag. 4)

PEDOFILIA DI ALCUNI PRETI

E SANTITA‟ DELLA CHIESA

Pedofilia, un crimine gravissimo particolarmente se

commesso da un sacerdote. Non si tratta solo di un

uso distorto della sessualità; a questa distorsione si

aggiunge la gravità inaudita di un atto che viola una

persona innocente, minorenne e indifesa. Qui il

peccato è ancora più grave perché per il proprio

egoismo si usa e si abusa di una persona che non è in

grado di difendersi, che è ancora in formazione, che

non è in grado di esercitare un discernimento

consapevole e maturo. Si procura alle vittime di tali

abusi una ferita che praticamente rimane aperta per

tutta la loro vita. Questi, dunque, sono fatti

gravissimi mai abbastanza deplorati, anche perché,

in questo caso, compiuti da coloro che dovrebbero

riscuotere la massima fiducia dei fedeli in quanto

maestri e padri nella fede, in quanto uomini di Dio a

cui il popolo cristiano guarda attraverso le lenti della

fede. La Chiesa, da parte sua, condanna ovviamente

questi gravissimi crimini. “Il sacerdote che, nell'atto

o in occasione o con il pretesto della confessione

sacramentale, sollecita il penitente al peccato contro

il sesto precetto del Decalogo, a seconda della

gravità del delitto, sia punito con la sospensione, con

divieti, privazioni e, nei casi più gravi, sia dimesso

dallo stato clericale”. (Can.1387) Questo canone non

si riferisce specificamente ai casi di pedofilia, ma

evidentemente questa è un aggravante rispetto alle

sanzioni previste dal suddetto canone. Il Motu

proprio di Giovanni Paolo II “Sacramentorum sanctitatis tutela”, inoltre, disciplina i delitti più

gravi che sono riservati alla Congregazione per la

dottrina della fede, delitti che vengono indicati nella

lettera “Ad exequendam” del 18 maggio 2001 fra cui

figura anche quello di cui stiamo parlando.

Ma la nostra fede, la nostra speranza e la nostra

forza non stanno in una Chiesa fatta di uomini

superiori, irreprensibili, esemplari, ma in una Chiesa

abitata dalla Potenza dello Spirito che opera le sue

meraviglie anche attraverso una realtà povera,

fragile e contraddittoria come la comunità ecclesiale.

S. Ambrogio ha parlato della Chiesa come “casta

meretrix”, cioè santa e peccatrice. Santa perché

abitata dalla Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo,

ma anche peccatrice perché costituita da uomini

peccatori che hanno continuamente bisogno di

essere salvati. Ma la salvezza è opera di Cristo,

Figlio di Dio, non degli uomini, né del Papa, né dei

vescovi, né dei preti. Dunque quello che è successo

è terribile e rimane terribile, vergognoso, ma la

nostra fede non è intaccata di un “et” perché

l'oggetto della nostra fede non sono gli uomini, ma

Dio e Dio non delude, non tradisce mai.. (1.continua)

Page 28: SCHEDE DI CATECHESI

Da „Testimoni‟

“PERCHE‟ RESTO IN QUESTA CHIESA”

Da Testimoni n. 10, del 31 maggio 2009. (4. continua ...)

Questa è la quinta ed ultima sezione di un

interessante articolo che riporta le scelte di

intellettuali e pensatori cristiani del nostro tempo

nei confronti della Chiesa così come è oggi.

Dio abita la fragilità Se è vero che la Chiesa cattolica ha vissuto

settimane agitate, non bisogna dimenticare che il

passato non è stato più calmo, scrive mons. Albert

Rouet, arcivescovo di Poitiers. «Non si può sognare

una Chiesa tranquilla e impavida in mezzo agli

sconvolgimenti di una storia in cui essa si iscrive…

Essa non esiste per piacerci ma per convertire al

Vangelo. Essa ha bisogno di dimenticare il cammino

percorso e tendere decisamente al futuro (Fil 3,13).

Questa esigenza aiuta a rileggere il passato: anche

nelle peggiori epoche, sotto i responsabili più irresponsabili, le piaghe del Crocifisso hanno

continuato a mischiarsi con le lacrime degli uomini,

e la Risurrezione a ergersi nella speranza…

“Dio abita la fragilità». «Amo la Chiesa di Gesù»,

ripete a sua volta Jean Vanier: «Amo Benedetto XVI

perché è il successore di Pietro, il vicario di Cristo a

cui egli ha affidato la missione di essere il pastore

del gregge. Amo la sua umiltà, il suo coraggio, la

sua acutezza intellettuale. Lo amo anche perché in

questo momento è attaccato a volte perfino con

astio; amo allora essere al suo fianco. Amo la sua

ricerca di unità con i vescovi integristi, mentre toglie

la scomunica senza integrarli subito nella Chiesa.

Amo anche il suo desiderio di unità con le chiese

ortodosse, con gli anglicani e i protestanti. Con i

vescovi integristi ha compiuto un gesto eccezionale

Amo anche l‟audacia, la forza e il coraggio dei suoi

discorsi in Africa. Essi mi hanno profondamente

toccato e mi hanno offerto una vera visione di

questo continente....Amo la Chiesa di Gesù!

I nostri sono giorni di speranza Enzo Bianchi scrive: «Questi giorni non sono giorni

tristi per la Chiesa, ma giorni di speranza… Oggi

viviamo una stagione in cui la parola di Dio risuona

con forza e abbondantemente nella Chiesa e

attraverso di essa nel mondo… Non dobbiamo

meravigliarci delle difficoltà e delle contraddizioni

che conosce l‟attuazione dello spirito e della lettera

del Concilio. ....Non poteva andare diversamente

poiché ogni volta che nella storia è apparso con

maggior chiarezza il segno della croce di Cristo, le

forze avverse che vogliono dividere la Chiesa si

scatenano. È stato così per Gesù; è così e sarà così

anche per la Chiesa ogni volta che si mostrerà fedele

al suo Signore».

(continua da pag. 3)

O, se ci sono preferenze, sono casomai per i

semplici, gli umili, i poveri. Ambrogio, si sa,

aveva un po' in antipatia le condizioni di

privilegio, tanto che ha potuto scrivere:

«Nessuno presuma, perché è ricco, che gli si

debba maggior ossequio. Nella Chiesa è

ricco chi è ricco di fede»

TRE IMMAGINI La meditazione ecclesiologica ambrosiana si

avvale in quel brano di tre immagini, da

considerarsi simultaneamente se si vuol

attingere la profondità del mistero. La Chiesa

è al tempo stesso prostituta, vedova, vergine:

«meretrix casta, vidua sterilis, virgo

fecunda». E ci viene subito offerta una

limpida spiegazione di queste tre qualifiche

La Chiesa è «meretrice casta, perché molti

amanti la frequentano per le attrattive

dell'amore ma senza la contaminazione della

colpa». La Chiesa è «vedova sterile, perché

in assenza del marito non sa generare (ma

poi il marito è giunto, e così ella ha generato

questo popolo e questa "plebe")».

La Chiesa è «vergine feconda, perché ha

partorito questa moltitudine, come frutto del

suo amore, non però per intervento di

concupiscenza» (In Lucam III,23).

CONCLUDENDO

Nel suo significato originario, dunque,

l'espressione «casta meretrix», lungi

dall'alludere a qualcosa di peccaminoso e di

riprovevole, vuole indicare la santità della

Chiesa; santità che consiste tanto

nell'adesione senza tentennamenti e senza

incoerenze al suo Sposo («casta») quanto

nella volontà di raggiungere tutti (secondo il

compito che le è stato affidato dal suo

Signore) per portare tutti a salvezza

(«meretrix»). E non appartiene «ai Padri» ma

al solo Ambrogio, che nella spregiudicata

libertà del suo animo credente l'ha coniata

con l'unico intento di esaltare la Sposa di

Cristo. E non dimentichiamolo: la fede di

Ambrogio - notava già sant'Agostino - è la

fede cattolica!

Page 29: SCHEDE DI CATECHESI

8

3

3

3

36

6

6

6

Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento LE ‘NOTE’ DELLA CHIESA

La Chiesa è ‘apostolica’ – La successione apostolica

LA STRUTTURA DELLA CHIESA

GLI APOSTOLI, I VESCOVI,

LA COMUNITA’ CRISTIANA

Questa scheda esce proprio quando la Chiesa fa

memoria dei santi martiri e apostoli Pietro e Paolo,

„le colonne della Chiesa‟ (29 giugno). Nel percorso

che stiamo facendo „rivisitando‟ la nostra fede nella

Chiesa, siamo difatti giunti a confessare che essa è

„apostolica e cattolica’. Lo confessiamo nel Credo

ogni volta che ci ritroviamo per la liturgia nel giorno

del Signore. A loro, a tutto il collegio apostolico, a

coloro che Cristo Gesù „ha chiamato „amici‟, a

coloro ai quali ha affidato la missione di portare il

Vangelo in tutto il mondo, fino alla fine dei tempi, ci

rifacciamo, quando confessiamo che il Papa, Vescovo

di Roma è il,successore di San Pietro, il primo tra gli

apostoli, quando riconosciamo nei nostri vescovi i

successori degli apostoli, lungo una secolare, anzi

millenaria e ininterrotta linea di successione. In

questa scheda cerchiamo insieme di capire perché la

Chiesa è „apostolica‟ e nel contempo „cattolica‟

sempre seguendo il „Compendio del catechismo della

Chiesa Cattolica‟.

Giovanni Paolo II scrive nella sua famosa lettera

sull‟Eucaristia che la chiesa è apostolica nel senso

che, « fino al ritorno di Cristo, continua ad essere

istruita, santificata e guidata dagli Apostoli grazie ai

loro successori nella missione pastorale: il collegio

dei Vescovi”. La successione agli Apostoli nella

missione pastorale implica necessariamente il

sacramento dell'Ordine, ossia l'ininterrotta serie,

risalente fino agli inizi, di Ordinazioni episcopali

valide. Questa successione è essenziale, perché ci sia

la Chiesa in senso proprio e pieno.

DAL ‘COMPENDIO’

174. Perché la Chiesa è apostolica? La Chiesa è apostolica per la sua origine,

essendo costruita sul « fondamento degli

Apostoli» (Ef 2,20); per il suo

insegnamento, che è quello stesso degli

Apostoli; per la sua struttura, in quanto

istruita, santificata e governata, fino al

ritorno di Cristo, dagli Apostoli, grazie ai

loro successori, i Vescovi, in comunione

col successore di Pietro.

175. In che cosa consiste la missione

degli Apostoli? La parola Apostolo significa inviato. Gesù,

l'Inviato del Padre, chiamò a sé dodici fra i

suoi discepoli e li costituì come suoi

Apostoli, facendo di loro i testimoni scelti

della sua risurrezione e le fondamenta della

sua Chiesa. Diede loro il mandato di

continuare la sua missione, dicendo:

«Come il Padre ha mandato me, anch'io

mando voi» (Gv 20,21), e promettendo di

essere con loro sino alla fine del mondo.

176. Che cos'è la successione apostolica? La successione apostolica è la

trasmissione, mediante il Sacramento

dell'Ordine, della missione e della potestà

degli Apostoli ai loro successori, i Vescovi.

Grazie a questa trasmissione, la Chiesa

rimane in comunione di fede e di vita con

la sua origine, mentre lungo i secoli ordina,

per la diffusione del Regno di Cristo sulla

terra, tutto il suo apostolato.

Page 30: SCHEDE DI CATECHESI

Gli ‘apostoli’ di Cristo Gesù

LE DODICI COLONNE O

COLLEGIO APOSTOLICO

Pietro prima dell'incontro con Gesù si

chiamava Simone ed era stato seguace del

Battista; era nato a Betsaida ed era sposato

con una donna di Cafarnao. Costante è la

sua presenza vicino a Gesù, primario è il

suo ruolo nei giorni seguenti la Pentecoste.

Presiede la elezione di Mattia, è voce

autorevole nel Concilio di Gerusalemme

nell'anno 50. ha presieduto la chiesa di

Antiochia di Siria e poi quella di Roma

dove fu martirizzato nell'anno 67,

crocifisso con il capo all'ingiù. Due lettere

del Nuovo Testamento portano il suo

nome.

Andrea era fratello di Pietro, come lui nato

a Betsaida, era figlio di Giona della tribù di

Neftali, anche lui aveva seguito il Battista.

Dopo la Pentecoste andò a predicare in

Asia Minore, oggi Turchia. Morì a Patrasso

crocifissi su una croce a X nell'anno 60 al

tempo dell'imperatore Nerone.

Giacomo il maggiore era nato a Betsaida

di Galilea da Zebedeo e Salomè, era

fratello di Giovanni e tutti e due facevano i

pescatori. Predicò in Giudea e in Samaria,

poi, secondo una leggenda avrebbe

evangelizzato la Spagna. Fu decapitato a

Gerusalemme sotto il re Erode Agrippa. Fu

il primo apostolo a subire il martirio; il suo

corpo sarebbe stato trasportato in Spagna a

Santiago de Compostella dove è venerato e

dove moltissimo si recano in

pellegrinaggio. È il patrono della Spagna.

Giacomo il minore era figlio di Alfeo ed

era parente di Gesù. Le notizie su di lui

sono vaghe e confuse. Sembra certo che sia

stato vescovo di Gerusalemme dove

avrebbe subito il martirio. Una lettera del

Nuovo Testamento porta il suo nome.

Giovanni l'apostolo era fratello minore di

Giacomo e come lui faceva il pescatore.

Figura fra i primi chiamati e la sua

presenza è costante nel gruppo degli

apostoli, molte volte è indicato come il

prediletto dal maestro di Nazaret. Fu il

primo fra gli apostoli ad accorrere al

sepolcro vuoto il giorno di Pasqua. È

autore dell'Apocalisse, del quarto Vangelo

e di tre lettere apostoliche. Ha dimorato a

lungo a Efeso con Maria madre di Gesù,

poi fu relegato nell'isola di Patmos dove

morì in età molto avanzata. (continua a pag. 3) (continua a pag. 3)

La Chiesa è apostolica

857. La Chiesa è apostolica, perché è fondata sugli

Apostoli, e ciò in un triplice senso:

— essa è stata e rimane costruita sul « fondamento

degli Apostoli » (Ef 2,20), testimoni scelti e

mandati in missione da Cristo stesso;

— custodisce e trasmette, con l'aiuto dello Spirito

che abita in essa, l'insegnamento, il buon

deposito, le sane parole udite dagli Apostoli; — fino al ritorno di Cristo, continua ad essere

istruita, santificata e guidata dagli Apostoli

grazie ai loro successori nella missione

pastorale: il Collegio dei Vescovi, « coadiuvato

dai sacerdoti ed unito al Successore di Pietro e

Supremo Pastore della Chiesa ».

La missione degli Apostoli

858 Gesù è l'Inviato del Padre. Fin dall'inizio del suo

ministero, « chiamò a sé quelli che egli volle [...]. Ne

costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli

a predicare » (Mc 3,13-14). Da quel momento, essi

saranno i suoi « inviati ». In loro Gesù continua la sua

missione: « Come il Padre ha mandato me, anch'io

mando voi » (Gv 20,21). Il loro ministero è quindi la

continuazione della sua missione: « Chi accoglie voi,

accoglie me », dice ai Dodici (Mt 10,40).

859. Gesù li unisce alla missione che ha ricevuto dal

Padre. Come «il Figlio da sé non può fare nulla» (Gv

5,19.30), ma riceve tutto dal Padre che lo ha inviato,

così coloro che Gesù invia non possono fare nulla senza

di lui, dal quale ricevono il mandato della missione e il

potere di compierla. Gli Apostoli di Cristo sanno di

essere resi da Dio «ministri adatti di una Nuova

Alleanza» (2 Cor 3,6), « ministri di Dio » (2 Cor 6,4),

«ambasciatori per Cristo» (2 Cor 5,20)..

860. Nella missione degli Apostoli c'è un aspetto che

non può essere trasmesso: essere i testimoni scelti della

risurrezione del Signore e le fondamenta della Chiesa.

Ma vi è anche un aspetto permanente della loro

missione. Cristo ha promesso di rimanere con loro sino

alla fine del mondo. La « missione divina, affidata da

Cristo agli Apostoli, dovrà durare sino alla fine dei

secoli, poiché il Vangelo, che essi devono trasmettere, è

per la Chiesa principio di tutta la sua vita in ogni tempo.

Per questo gli Apostoli ebbero cura di costituirsi dei

successori ».

I Vescovi successori degli apostoli

861. «Perché la missione loro affidata venisse

continuata dopo la loro morte, [gli Apostoli] lasciarono

quasi in testamento ai loro immediati cooperatori

l'incarico di completare e consolidare l'opera da essi

incominciata, raccomandando loro di attendere a tutto il

gregge, nel quale lo Spirito Santo li aveva posti per

pascere la Chiesa di Dio. Essi stabilirono dunque questi

uomini e in seguito diedero disposizione che, quando

essi fossero morti, altri uomini provati prendessero la

successione del loro ministero». (continua a pag. 3)

Page 31: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 2)

862. «Come quindi permane l'ufficio dal Signore

concesso singolarmente a Pietro, il primo degli Apostoli,

e da trasmettersi ai suoi successori, così permane l'ufficio

degli Apostoli di pascere la Chiesa, da esercitarsi

ininterrottamente dal sacro ordine dei Vescovi ». Perciò

la Chiesa insegna che « i Vescovi per divina istituzione

sono succeduti al posto degli Apostoli, quali Pastori della

Chiesa: chi li ascolta, ascolta Cristo, chi li disprezza,

disprezza Cristo e colui che Cristo ha mandato».

L'apostolato

863. Tutta la Chiesa è apostolica in quanto rimane in

comunione di fede e di vita con la sua origine

attraverso i successori di san Pietro e degli Apostoli. Tutta la Chiesa è apostolica, in quanto è « inviata » in

tutto il mondo; tutti i membri della Chiesa, sia pure in

modi diversi, partecipano a questa missione. « La

vocazione cristiana infatti è per sua natura anche

vocazione all'apostolato ». Si chiama « apostolato »

« tutta l'attività del corpo mistico » ordinata alla

« diffusione del regno di Cristo su tutta la terra ».

864. « Siccome la fonte e l'origine di tutto l'apostolato

della Chiesa è Cristo, mandato dal Padre, è evidente che

la fecondità dell'apostolato », sia quello dei ministri

ordinati sia quello « dei laici, dipende dalla loro unione

vitale con Cristo ».380

Secondo le vocazioni, le esigenze

dei tempi, i vari doni dello Spirito Santo, l'apostolato

assume le forme più diverse. Ma la carità, attinta

soprattutto nell'Eucaristia, rimane sempre « come l'anima

di tutto l'apostolato”

865 La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica nella

sua identità profonda e ultima, perché in essa già esiste e

si compirà alla fine dei tempi « il regno dei cieli », « il

regno di Dio »,382

che è venuto nella persona di Cristo e

che misteriosamente cresce nel cuore di coloro che a lui

sono incorporati, fino alla sua piena manifestazione

escatologica. Allora tutti gli uomini da lui redenti, in lui

resi « santi e immacolati al cospetto » di Dio « nella carità

»,383

saranno riuniti come l'unico popolo di Dio, « la

Sposa dell'Agnello »384

, « la Città santa » che scende «

dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio »;385

e «

le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i

quali sono i dodici nomi dei dodici Apostoli dell'Agnello”

(continua da pag. 2)

Filippo era pure lui nativo di Betsaida e

compare diverse volte nel Vangelo. Dopo

la Pentecoste probabilmente si recò

nell'Asia Minore dove evangelizzò la

Frigia. A Gerapoli fu crocifisso con capo

all'ingiù come Pietro.

Bartolomeo nel Vangelo di Giovanni è

chiamato Natanaele. Secondo una solida

tradizione avrebbe predicato in India, poi

sarebbe arrivato nell'Armenia e

martirizzato nella città di Albanopoli. Le

sue spoglie mortali furono trasportate a

Roma e collocate nel santuario a lui

dedicato nell'isola tiberina.

Tommaso: il suo nome in ebraico

significa gemello. È diventato famoso per

la sua “fatica a credere” in Gesù risorto.

Secondo un'antica tradizione avrebbe

predicato il Vangelo presso i Parti e in

India, qui a Mailapur avrebbe subito il

martirio. Un'altra tradizione lo vuole

morto a Edessa.

Matteo: il suo nome significa dono di

Dio; nel Vangelo è chiamato anche Levi

figlio di Alfeo. Quando fu chiamato da

Gesù faceva l'esattore delle imposte

imperiali,apparteneva quindi alla

categoria del pubblicani considerati

peccatori al pari delle prostitute. È autore

del primo Vangelo che porta il suo nome

ed è destinato agli Ebrei.

Taddeo è chiamato anche Giuda o Giuda

di Giacomo. Una breve lettera del nuovo

Testamento posta il suo nome. Vi si

rimproverano con espressioni severe

quanti corrompono la vera fede

insegnando false verità e portando le

divisioni nella comunità.

Simone il Cananeo è soprannominato

anche lo zelota, forse perché aveva

militato nel gruppo degli zeloti. Era

oriundo della Galilea. Secondo la

tradizione avrebbe predicato nella Mauritania e in altre contrade dell'Africa

del nord. Avrebbe concluso la sua

predicazione in Bretagna dove sarebbe

stato crocifisso.

Giuda Iscariota, il traditore. I trenta

denari d'argento che ricevette per il suo

tradimento erano il prezzo di uno

schiavo. Si uccise impiccandosi ad un

albero, secondo la tradizione vicino a

Gerusalemme nella valle della Geenna,

famoso luogo di maledizione.

Page 32: SCHEDE DI CATECHESI

PEDOFILIA DI ALCUNI PRETI

E SANTITA’ DELLA CHIESA

Questa è la seconda parte dell’articolo sulla

grave questione della pedofilia di alcuni preti. La

prima parte è pubblicata sulla scheda n. 7. Un richiamo forte per tutti

al cambiamento e al rinnovamento

Da questa vicenda abbiamo tutti molto da

imparare, Chiesa e società civile. La Chiesa deve

curare molto di più la formazione dei suoi presbiteri. Deve preoccuparsi della maturità

umana, psicologica, affettiva di coloro che si avviano al sacerdozio. Non basta la formazione

intellettuale e accademica, occorre accompagnare e verificare la crescita umana,

spirituale, ecclesiale dei candidati al sacerdozio. Occorre preparare i futuri sacerdoti guardando a un modello non di tipo manageriale, ma

spirituale e pastorale. Il presbitero deve essere uomo di Dio, deve aver i tempi per pregare,

per meditare, per stare col Signore e non solo per correre qua e là in un attivismo frenetico

e svuotante. Non è lui che salva, ma Un Altro. Anche la società civile, a mio parere, deve imparare qualcosa. I mezzi di comunicazione di

massa propongono in mille modi, in maniera martellante, certi stili o modelli di vita trasgressivi

che possono influenzare negativamente certe personalità più fragili. Questo non vale solo per il

problema che stiamo trattando. Dobbiamo avere il coraggio di proporre modelli di vita più sani e più costruttivi, altrimenti non possiamo non

raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato. Questo implica un nostro impegno

positivo e propositivo anche a livello culturale e sociale.

Il rispetto della verità

Però non si può generalizzare. Se ci sono stati, e ci sono stati, casi di preti che si sono macchiati di

questo delitto c'è un numero molto maggiore di sacerdoti che, in silenzio e nel nascondimento,

vive la propria vita di donazione generosa e fedele a Dio e agli uomini. Questo è sorprendentemente confermato dalla

fiducia che il popolo cristiano, molto più maturo di quanto si possa pensare, continua a

esprimere verso i suoi pastori. Le chiese affollate, le nostre assemblee domenicali, i

confessionali ricercati e desiderati sono la più bella e commovente prova che i cristiani sanno ancora distinguere fra il peccato nella Chiesa

e la santità della Chiesa!

LA SUCCESSIONE APOSTOLICA

Le comunità cristiane, oggi, hanno i dodici

come punto di riferimento, mentre i dodici, a

loro volta, hanno un centro di unificazione

nel ministero di Pietro. Già durante il

ministero pubblico di Gesù, essi ricevono da

Lui dei particolari poteri carismatici: in Lc

9,1-2 vengono precisati i tre ambiti della loro

azione: “Diede loro potere e autorità su tutti

i demoni e di curare le malattie. E li mandò

ad annunziare il Regno di Dio”. Per il

momento, la loro opera è limitata entro i

confini della Palestina.Successivamente, con

l’effusione dello Spirito a Pentecoste, la loro

missione acquista una portata che prima era

impensabile: il loro annuncio deve percorrere

tutta la terra e raggiungere tutti i popoli. Non

solo, il loro ministero sarà necessario alla

Chiesa fino alla fine del mondo (cfr Mt

28,10). Per questo, i dodici istituiscono a loro

volta dei successori, ai quali comunicano il

carisma apostolico con l’imposizione delle

mani (cfr 1 Tm 4,14).

La successione apostolica

Da questa comunicazione nasce il ministero

dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi (cfr

At 6,3-6). La Chiesa è legittimata da un

ministero carismatico che dal collegio dei

Dodici si è perpetuato a ogni generazione,

ininterrottamente, mediante l’imposizione

delle mani. Da questa eredità apostolica nasce la gerarchia della Chiesa che, nella

realtà attuale, è anche una istituzione

giuridicamente configurata.

Analogamente al collegio dei Dodici, anche i

vescovi formano tutti insieme un unico

collegio che ha nel romano Pontefice,

successore di Pietro, il suo centro di unità. In

questa stessa maniera, i presbiteri e i diaconi

formano un unico collegio intorno al vescovo

diocesano. La gerarchia della Chiesa

condivide tre compiti (tria munera):

annunciare la Parola, amministrare i

sacramenti, dirigere la comunità cristiana.

Page 33: SCHEDE DI CATECHESI

9 Rivisitiamo la nostra fede

Credere e comprendere seguendo il “ Compendio” terzo momento

LE ‘NOTE’ DELLA CHIESA La Chiesa è “cattolica”!

DAL „COMPENDIO‟

Sulle „note‟ della Chiesa si dilunga il

Compendio, segno che sono „essenziali‟

al suo essere e al suo agire nella storia

dell‟umanità. E‟ il momento per capire

cosa significhi che la Chiesa è cattolica.

Sentiamo il Compendio.

n. 166 – Perché la Chiesa è detta

cattolica? La Chiesa è cattolica cioè universale in

quanto in essa è presente Cristo: “Là

dove è Cristo Gesù, ivi è la Chiesa

cattolica” (S. Ignazio di Antiochia) Essa

annuncia la totalità e l‟integrità della

fede, porta ed amministra la pienezza dei

mezzi di salvezza; è inviata in missione a

tutti i popoli in ogni tempo a qualsiasi

cultura appartengono.

n. 167 – E‟ cattolica la Chiesa

„particolare‟?

E‟ cattolica ogni Chiesa „particolare (cioè

la diocesi e la eparchia che nella Chiesa

cattolica di rito orientale è una porzione

di territorio e di fedeli che vengono

affidati alla cura pastorale di un eparca

o vescovo; l'eparchia quindi è del tutto

corrispondente alla diocesi della Chiesa

latina)formata dalla comunità dei

cristiani che sono in comunione nella

fede e nei sacramenti con il loro Vescovo

ordinato nella successione apostolica

con la Chiesa di Roma che „presiede

nella carità (S. Ignazio di Antiochia)

168. Chi appartiene alla Chiesa

cattolica?

Tutti gli uomini in vario modo

appartengono o sono ordinati alla

cattolica unità del popolo di Dio. E‟

pienamente incorporato alla chiesa

cattolica chi avendo lo Spirito di Cristo è

unito ad essa dai vincoli della professione

di fede, dei sacramenti, del governo

ecclesiastico e della comunione. I

battezzati che non realizzano pienamente

tale cattolica unità sono in una certa

comunione, sebbene imperfetta, con al

Chiesa Cattolica.

In ricerca con voi

LA „MIA‟ CHIESA E‟ CATTOLICA!

Mi permetto di chiedervi di riflettere su un‟altra „nota‟

della Chiesa‟ , la più combattuta e controversa: la sua

cattolicità, dopo aver cercato di capire perché essa è

una, santa e apostolica (Cfr. schede azzurre precedenti).

Anzitutto devo dirvi che ho passato un intero

pomeriggio a consultare, via Internet, innumerevoli

blog (dove davvero ci si imbatte in ciò che pensa la

gente!), ed anche testi di autori cristiani, delle diverse

confessioni e interventi di non cristiani. Ho provato alle

volte angoscia prendendo coscienza di quanto la chiesa

sia odiata, la Chiesa di Cristo, quella che da duemila

anni annuncia verità e grazia e dona gli uomini

speranza e coraggio. La Chiesa che amo

„visceralmente‟, perché la sento mia madre! Mi sono

chiesto da quale fonte trae origine tanta asprezza, tanta

cattiveria, perché „si scrive così impietosamente‟ di

essa senza lasciare spazio alcuno a doverosi

chiarimenti, sia sul piano storico che su quello teorico,

ed anche per poter confutare tesi sovente erronee e

smascherare le falsità di molte tesi e di quotidiane

notizie, anche sui grandi quotidiani „internazionali‟.

Se il Santo Padre nel suo recente intervento nella

solennità dei Santi Pietro e Paolo ha ricordato con

profonda amarezza che "il pericolo più grave per la

Chiesa oggi non viene dalle persecuzioni esterne ma dal

male che la inquina dall‟interno” vuol dire che è in atto

un attacco del „Maligno‟ che si serve di „poveri‟ uomini

per combattere ciò che teme più di ogni altro: la Chiesa

del Cristo. Ma è dovuta anche alla ignoranza nella fede

di coloro che si professano cristiani. Non ci resta allora

che il dovere di „verificarci‟ sulla fede: è questo lo

scopo delle schede azzurre, anche di questa dedicata

proprio alla „cattolicità‟ della Chiesa. Mi domando

come possiamo amare Chi non conosciamo? Come è

possibile amare la Chiesa se non sappiamo nulla, o

quasi, di Lei?

Page 34: SCHEDE DI CATECHESI

Alcune notizie storiche utili

LA CHIESA DALLE ORIGINI AD

OGGI

Proviamo a fare un semplice percorso

storico, partendo dai giorni del Signore

Gesù fino ai nostri tempi. Forse molti

aspetti e molte presenze nella Chiesa

potrebbero risultare più chiari

1. L’inizio della Chiesa.

* Fondatore e capo della comunità dei

credenti, la Chiesa, è Gesù (Ef 1)

* Capi, scelti da Gesù sono gli apostoli

(Mt 10,1-4; Mc 3,13-19; Lc 6,12-16; Gv

13,18; 15,16).

* Membri della Chiesa sono tutti coloro

che, fidandosi dell'annuncio predicato

dagli apostoli, si impegnano

esplicitamente a prendere Gesù come

unico maestro della loro vita.

* Segno dell'adesione alla Chiesa: il

battesimo.. “Chi ha creduto ed è stato

battezzato sarà salvato, chi invece non ha

creduto sarà condannato" (Mc 16,15-16).

Vangelo secondo Matteo

· "E avvicinatosi Gesù parlò loro (=gli

apostoli) dicendo: "Fu dato a me ogni

potere in cielo e sulla

terra. Andate dunque, fate discepole tutte

le genti (i pagani), battezzandole (lett.

immergendole) nel nome del Padre e del

Figlio e del santo Spirito, insegnando

loro ad osservare tutte le cose che

prescrissi a voi. Ed ecco io con voi sono

tutti i giorni fino al compimento del

tempo" (Mt 28,16 s.)

2. L'organizzazione della Chiesa

Una comunità deve avere un minimo di

organizzazione. Anche la Chiesa se ne è

data una, costituendosi dei capi

(gerarchia o clero) e delle strutture

(edifici detti chiese).Tale organizzazione

si è evoluta durante i secoli. Tracceremo

perciò un breve profilo storico.

a) L'organizzazione alle origini

Le comunità cristiane del I sec., diffuse

ben presto nelle principali città

dell'impero romano, hanno avuto

la necessità di darsi un'organizzazione

che assicurasse:

- il sostegno alla fede dei singoli: riunioni

di istruzione, di preghiera, eucaristia

- la diffusione del messaggio ai non

cristiani (Mt 28,19-20)

- l'aiuto reciproco per sostenersi nelle

persecuzioni ebraiche e romane; (continua a pag. 3)

tanza della

Chiedo notizie al „Catechismo della Chiesa‟

IL „MIO‟ DESIDERIO DI CERTEZZE DI FEDE!

Quando pensiamo alla Chiesa cattolica

immediatamente, per la formazione ricevuta, pensiamo

alla Chiesa di Roma, alla „nostra Chiesa‟. Ma allora le

altre chiese, quella ortodossa, quella luterana, quella

anglicana, quella evangelica..... non sono cattoliche?

Perchè? Consultiamo il catechismo e cerchiamo di

capire il senso teologico e storico della parola

„cattolico‟.

830. La parola “cattolica” significa “universale”. È

cattolica perché in essa è presente Cristo. “Là dove è

Cristo Gesù, ivi è la Chiesa cattolica” (Sant'Ignazio di

Antiochia). In essa sussiste la pienezza del Corpo di

Cristo unito al suo Capo, e questo implica che essa

riceve da lui “in forma piena e totale i mezzi di

salvezza” che egli ha voluto: confessione di fede retta e

completa, vita sacramentale integrale e ministero

ordinato nella successione apostolica. La Chiesa, in

questo senso fondamentale, era cattolica il giorno di

Pentecoste e lo sarà sempre fino al giorno della Parusia.

831. Essa è cattolica perché è inviata in missione da

Cristo alla totalità del genere umano: tutti gli uomini

sono chiamati a formare il nuovo Popolo di Dio. Perciò

questo Popolo, restando uno e unico, si deve estendere a

tutto il mondo e a tutti i secoli, affinché si adempia

l'intenzione della volontà di Dio, il quale in principio ha

creato la natura umana una, e vuole radunare insieme

infine i suoi figli, che si erano dispersi. . .

832. La “Chiesa di Cristo” è veramente presente in tutte

le legittime assemblee locali di fedeli, le quali, aderendo

ai loro pastori, sono anche esse chiamate Chiese del

Nuovo Testamento. . . In esse con la predicazione del

Vangelo di Cristo vengono radunati i fedeli e si celebra

il mistero della Cena del Signore. . .

In queste comunità, sebbene spesso piccole e povere o

che vivono nella dispersione, è presente Cristo, per

virtù del quale si raccoglie la Chiesa una, santa, cattolica

e apostolica” (continua a pag. 3)

Page 35: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 2)

- il controllo contro le deviazioni dallo

spirito e dall'insegnamento di Gesù

Poiché il numero dei fedeli aumentava, gli

apostoli dovettero scegliere in ogni città

persone adatte ad essere capi che

- continuassero nella Chiesa la loro presenza

e quella di Gesù (Gv 20,21; Mt 28,20)

- organizzassero la predicazione del vangelo

(Mt 28,18-20; Mc 16,15-16; Gal 1,11-12;));

- accogliessero nella comunità coloro che

avevano creduto (iniziazione cristiana)

- accogliessero ogni successiva espressione

di fede nei momenti fondamentali

dell'esistenza (gli altri sacramenti)

Segno della scelta ad essere capi era (ed è

tuttora) l'imposizione delle mani sulla testa,

allora da parte dell'apostolo, oggi da parte

di un vescovo.

Questo rito si chiama ordinazione. In

assenza degli apostoli (alcuni nel frattempo

erano morti), la scelta dei capi dovette

avvenire nei modi più diversi, a seconda

delle situazioni locali. Sempre però fu

richiesta, per l'esercizio dell'autorità,

l'imposizione delle mani da parte di qualche

vescovo, che garantisse il collegamento con

Gesù (successione apostolica).

Alla fine del I secolo è già delineata una

distinzione precisa di funzioni nel gruppo dei

capi (gerarchia):

- capo della comunità è il vescovo (epíscopos

= sorvegliante), visto come successore degli

apostoli, centro della comunione dei

cristiani, segno della presenza di Gesù nella

comunità: Egli è aiutato

- nella guida spirituale della comunità dai

presbiteri (= anziani - di qui "preti");

- nella organizzazione materiale

(beneficenza, assistenza, amministrazione

dei beni della comunità) dai diaconi (=

servitori) (At 6) e dalle diaconesse (Rom

16,1).

b) Tra il II e il V secolo Tra il II ed il V secolo, le varie comunità

cristiane si organizzano territorialmente in base

al principio

(continua da pag. 2)

833. Per Chiesa particolare, che è in primo luogo la

diocesi (o l'eparchia), si intende una comunità di

fedeli cristiani in comunione nella fede e nei

sacramenti con il loro vescovo ordinato nella

successione apostolica. Queste Chiese particolari

sono “formate a immagine della Chiesa universale”;

in esse e a partire da esse “esiste la sola e unica

Chiesa cattolica

834. Le Chiese particolari sono pienamente

cattoliche per la comunione con una di loro: la

Chiesa di Roma, “che presiede alla carità”

(Sant'Ignazio di Antiochia) “È sempre stato

necessario che ogni Chiesa, cioè i fedeli di ogni

luogo, si volgesse alla Chiesa romana in forza del

suo sacro primato” (Sant'Ireneo di Lione)

835. “Ma dobbiamo ben guardarci dal concepire la

Chiesa universale come la somma o, per così dire, la

federazione di Chiese particolari. È la stessa Chiesa

che, essendo universale per vocazione e per

missione, quando getta le sue radici nella varietà dei

terreni culturali, sociali, umani, assume in ogni parte

del mondo fisionomie ed espressioni esteriori

diverse”. La ricca varietà di discipline

ecclesiastiche, di riti liturgici, di patrimoni teologici

e spirituali propri alle “Chiese locali tra loro

concordi, dimostra con maggior evidenza la

cattolicità della Chiesa indivisa”

Chi appartiene alla Chiesa cattolica?

836. “Tutti gli uomini sono chiamati a questa

cattolica unità del Popolo di Dio. . ., alla quale in

vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli

cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia, infine,

tutti gli uomini, che dalla grazia di Dio sono

chiamati alla salvezza”

837 .“Sono pienamente incorporati nella società

della Chiesa quelli che, avendo lo Spirito di Cristo,

accettano integra la sua struttura e tutti i mezzi di

salvezza in essa istituiti, e nel suo organismo visibile

sono uniti con Cristo - che la dirige mediante il

sommo pontefice e i vescovi - dai vincoli della

professione di fede, dei sacramenti, del governo

ecclesiastico e della comunione. Non si salva, però,

anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non

perseverando nella carità, rimane sì in seno alla

Chiesa col "corpo" ma non col "cuore"”

838. “Con coloro che, battezzati, sono sì insigniti

del nome cristiano, ma non professano la fede

integrale o non conservano l'unità della comunione

sotto il successore di Pietro, la Chiesa sa di essere

per più ragioni unita” “Quelli infatti che credono in

Cristo e hanno ricevuto debitamente il Battesimo

sono costituiti in una certa comunione, sebbene

imperfetta, con la Chiesa cattolica”

Page 36: SCHEDE DI CATECHESI

La Chiesa Cattolica Romana

IL PAPATO

La Chiesa cattolica afferma che Gesù conferì

all'apostolo Pietro l'autorità ultima su tutta la

comunità dei suoi discepoli. Cristo conferì a

Pietro nei pressi di Cesarea di Filippo il primato

sugli altri apostoli e su tutta la Chiesa (Matteo

16,13-20) e lo riconfermò dopo la resurrezione

nell'apparizione presso il lago di Tiberiade

(Giovanni 21,15-19).

Tali passi sono interpretati dalla Chiesa cattolica

nel senso forte di un primato di insegnamento

e giurisdizione su tutta la Chiesa, e sono anche

interpretati a fondamento della dottrina del

primato papale. Essendo stato Pietro il

fondatore, o almeno il primo vescovo della

Chiesa di Roma, il suo primato si trasmette al

suo successore nella stessa sede, quindi al

vescovo di Roma. Il ruolo del papa è andato

crescendo nel II millennio, fino a raggiungere il

suo apice nel XIX secolo con la dichiarazione

sull'infallibilità papale del concilio Vaticano I.

Secondo tale dichiarazione il papa può esercitare

il diritto di dare insegnamenti riguardo alla fede

ed alla morale, da ritenere parte del deposito

della fede, quando parla ex cathedra, cioè

quando esercita il «suo supremo ufficio di

Pastore e di Dottore di tutti i cristiani», e quando

«definisce una dottrina circa la fede e i costumi».

A partire dalla definizione dell'infallibilità del

1870, quest'ultima è stata esercitata formalmente

una sola volta dai pontefici, e questo con la

promulgazione del dogma dell'Assunzione di

Maria da parte di papa Pio XII nel 1950. Tutti gli

altri insegnamenti impartiti dai Papi negli ultimi

150 anni non sono stati formalmente definiti

"dogmi". La procedura per l'elezione del Papa e

la nomina dei vescovi ha subito numerosi

cambiamenti nel corso dei secoli: dai tempi

moderni (Viterbo, 1271), il papa viene eletto in

conclave dai cardinali, i Principi della Chiesa; a

lui compete invece di nominare direttamente i

membri del clero di gerarchia più elevata di rito

latino, a partire dai vescovi (normalmente dopo

consultazione con gli altri prelati). Nelle Chiese

cattoliche orientali i vescovi vengono nominati

dai rispettivi patriarchi, secondo gli usi locali.

Il papa è assistito nei suoi compiti dai cardinali.

Tutti i membri della gerarchia ecclesiastica

rispondono a lui ed alla Curia Romana nel suo

insieme. Ogni papa continua il suo servizio fino

alla morte (ciò valeva anche per gli altri vescovi

fino a non molto tempo fa) o rinuncia (che è

avvenuta una sola volta, con Celestino V, in tutta

la storia del papato).

b) Tra il II e il V secolo

Tra il II ed il V secolo, le varie comunità

cristiane si organizzano territorialmente in base

al principio dell'accomodamento alle divisioni

amministrative dell'impero romano (provincia e

diocesi). Capo della comunità locale è il

vescovo, aiutato dai preti e dai diaconi. Quanto

più è importante la città, tanto più il vescovo

della Chiesa che ivi si riunisce acquista

importanza in relazione ai vescovi vicini, sui

quali svolge una funzione di controllo. A

seconda dell'importanza della Chiesa, il vescovo

ha il titolo di patriarca, metropolita (=

arcivescovo), vescovo.

Ogni Chiesa metropolitana ha molti vescovi

suffraganei (= che concorrono all'elezione del

metropolita) e a sua volta il patriarcato è formato

da molte chiese metropolitane, delle quali la più

importante è la stessa sede patriarcale. La

struttura organizzativa del V secolo è rimasta

sostanzialmente immutata fino ad oggi.

c) La situazione della Chiesa oggi (sec. i

cattolici)

Oggi la Chiesa è divisa territorialmente in

diocesi, a capo di ognuna delle quali sta un

vescovo, successore degli apostoli, segno visibile

della presenza di Gesù, da cui riceve la sua

autorità. In occidente di norma è nominato dal

vescovo di Roma, il papa. Tra i vescovi c'è una

gerarchia: Patriarca - Arcivescovo - Vescovo. I

vescovi formano il Collegio Episcopale il cui

capo è il vescovo di Roma come successore di

Pietro. Il Collegio Episcopale riunito insieme al

papa costituisce il Concilio Ecumenico.

L'insieme dei vescovi di una regione o di uno

stato forma una Conferenza Episcopale. (quella

italiana è guidata dal card. Bagnasco)

Il vescovo è aiutato dai preti, dai diaconi e dai

ministri minori. I preti e i diaconi sono nominati

dal vescovo,. A questa chiamata precede un

periodo di formazione dei candidati: per questo

esistono i Seminari.

La „Cattedra papale‟ in San Giovanni Laterano

Page 37: SCHEDE DI CATECHESI

10 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento IN RICERCA

...MA COME E‟ FATTA LA CHIESA?

Continuiamo il nostro percorso

CATECHESI PER ADULTI. SERIA!

E da qualche mese che queste schede di

catechesi a partire dal „Compendio del

catechismo della Chiesa Cattolica” non

vengono pubblicate. Una sosta.

Qualcuno è venuto personalmente a

raccomandare di continuare fino a

concludere l‟esame del „Credo‟ che un

noto teologo ha spiegato in incontri di

qualche mese fa molto interessanti,

proposti da „Communio2000‟.

Nelle ultime schede ci siamo impegnati a

conoscere da vicino la Chiesa, seguendo

appunto il „Compendio‟ . E‟ uno degli

articoli del „Credo cattolico‟ che da tre

anni ha segnato questo percorso di

conoscenza più completa della fede dei

cristiani : “Credo la Chiesa, una, santa,

cattolica e apostolica”.

Questa è la „decima‟ scheda della terza

serie (la Prima serie: Credo in Dio; la

Seconda : „Credo in Gesù Cristo e lo

Spirito Santo‟, la Terza appunto „Credo

la Chiesa. la comunione dei santi, la

remissione dei peccati, la resurrezione

della carne, la vita eterna”). Si

concluderà con una scheda sulla Madre

del Signore Gesù e Madre della Chiesa,

La scheda n. 9 titolava: “La mia Chiesa

è cattolica”. Un‟affermazione che nasce

dalla consapevolezza di essere inseriti

nel „Corpo di Cristo‟ che è appunto la

Chiesa cattolica. Ma le domande sono

tante A qualcuna cercheremo di dare

risposte chiare ad altre invece lasciamo

alla libera ricerca risposte coerenti con

la professione di fede cattolica.

“La chiesa siamo noi....”

CONOSCERE LA CHIESA COM‟E‟!

Una delle parole che in ambito cristiano ricorre più

sovente è certamente: „chiesa‟. E tutti sanno che essa

indica non solo il tempio, l‟aula di pietra, più o meno

grande o più o meno bella, dove ogni domenica si

radunano i fedeli. La parola indica soprattutto anche

l‟assemblea liturgica - l‟ekklesia – che in ascolto della

Parola di Dio e facendo memoria della Pasqua di Cristo

Gesù, rende „onore e gloria a Dio per tutti i secoli dei

secoli‟. Dunque la „Chiesa siamo noi‟!

Ma proprio tutti sanno come essa è costituita al suo

interno? Come è strutturata e perché? Chi l‟ha voluta

così? Possiamo trovare riferimenti evangelici a riguardo

delle „presenze attive‟ nella Chiesa (il papa, i vescovi, i

sacerdoti, i laici, le persone consacrate.....)

Ricerco sempre nel web testimonianze vive di come o

cosa pensa la gente sui problemi di fede. A proposito di

Chiesa ho trovato un „blog‟ di una giovane maestra di

scuola materna che cerca di spiegare ai suoi piccoli

cos‟è la Chiesa. Il suo blog si apre proprio con una

gioiosa confessione: “La Chiesa siamo noi! Tutti

insieme nella casa di Dio!!!Solo l‟amore edifica

durevolmente. La Chiesa fatta di pietre „vive‟ costruita

su Cristo, supera i secoli”. Del resto è quanto si legge

nel „Compendio‟.Dobbiamo cercare di „entrare‟ in

questa „realtà‟ che chiamiamo Chiesa con un

atteggiamento di sincera ricerca della verità, per

conoscerla così come è e non come oggi un imponente

sforzo mediatico a carattere universale, cerca di

presentarcela, screditandone il messaggio,

denunciandone gli errori, minandone la credibilità,

passando dal rifiuto ironico, impietoso del Papa e dei

Vescovi fino ad annullare l‟identità divina di Gesù,

come ha denunciato l‟Osservatore romano quando è

scomparso un „Premio Nobel‟ che si è fatto grande

proprio combattendo il cristianesimo, nella Persona del

suo Fondatore.

Page 38: SCHEDE DI CATECHESI

Una provocazione da un sito web UNA RISPOSTA PRECISA

La Chiesa è una sovrastruttura

del Vangelo?

“Più leggo il Vangelo, più mi convinco che il

messaggio originario radicale di Gesù è stato

smorzato e «raffreddato» da quella

sovrastruttura che è la Chiesa. Nella mia vita

faccio riferimento al Vangelo e

all'insegnamento di Gesù, che bisogno ho della

Chiesa e dei preti?” G.M.

La risposta di un padre domenicano “Grazie della provocazione. Ora e sempre, è

bene, anzi necessario, radicarsi nel Vangelo e

riferirsi ad esso, senza smorzarlo o

raffreddarlo. La Chiesa è responsabile di

renderlo credibile. Anche se impastoiata da

sovrastrutture mondane, non è una

sovrastruttura. È come l'umanità di Gesù, che non è gabbia

alla divinità, ma rivelazione di quel Dio che

nessuno mai ha visto. La Parola, che si è fatta

carne in lui, torna Parola nel Vangelo per farsi

carne in chi l'accoglie (Giovanni 1,1-18).

La Parola dice che siamo figli del Padre se,

come il Figlio, ci facciamo fratelli di tutti: «Vi

do un comandamento nuovo: che vi amiate gli

uni gli altri; come io amai voi, così amatevi

anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti

sapranno che siete miei discepoli, se avrete

amore gli uni per gli altri» (Giovanni 13,34-

35). La credibilità di Dio, Padre e Figlio, non

è affidata tanto alla nostra predicazione,

quanto alla nostra testimonianza di

comunione. Ciò che siamo parla più forte di ciò che

diciamo. Gesù, nell'ultima cena, prega il Padre

per i discepoli di tutti i tempi «perché siano

una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in

te, anch'essi siano una cosa sola, perché il

mondo creda che tu mi hai mandato. (...) Io in

loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità

e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li

hai amati come hai amato me» (Giovanni

17,21.23).

La grande dignità dell'uomo, lo sappia o no, sta

nell'essere amato dal Padre come il suo Figlio

unigenito, con un amore totale, unico e

assoluto.

Questo testimoniò Gesù amando noi, questo

testimoniamo noi amando gli altri. La Chiesa è

la fraternità dei figli di Dio. (continua a pag. 3)

Dal „Compendio‟

LEGITTIME DOMANDE SULLA NATURA

DELLA CHIESA CATTOLICA

La domanda di questa scheda: “Ma come è fatta la

Chiesa?”trova risposte precise proprio nel

prezioso libretto che contiene in sintesi tutta la fede

dei cristiani.

n. 177 – Chi sono i fedeli? I fedeli sono coloro che, incorporati a Cristo

mediante il Battesimo, sono costituiti membri del

popolo di Dio. Resi partecipi, secondo la propria

condizione, della funzione sacerdotale, profetica e

regale di Cristo, sono chiamati ad attuare la

missione affidata da Dio alla Chiesa.

Tra loro sussiste una vera uguaglianza nella loro

dignità di figli di Dio.

n. 178. Com'è formato il popolo di Dio?

Nella Chiesa, per istituzione divina, vi sono i

ministri sacri che hanno ricevuto il Sacramento

dell'Ordine e formano la gerarchia della Chiesa. Gli

altri sono chiamati laici. Dagli uni e dagli altri

provengono fedeli, che si consacrano in modo

speciale a Dio con la professione dei consigli

evangelici: castità nel celibato, povertà e

obbedienza: i religiosi.

n. 179. Perché Cristo ha istituito la

gerarchia ecclesiastica?

Cristo ha istituito la gerarchia ecclesiastica con la

missione di pascere il popolo di Dio nel suo nome, e

per questo le ha dato autorità. Essa è formata dai

ministri sacri: Vescovi, presbiteri, diaconi.

Grazie al Sacramento dell'Ordine, i Vescovi e i

presbiteri agiscono, nell'esercizio del loro ministero,

in nome e in persona di Cristo capo; i diaconi

servono il popolo di Dio nella diaconia (servizio)

della parola, della liturgia, della carità.

182. Qual è la missione del Papa? Il Papa, Vescovo di Roma e successore di san

Pietro, è il perpetuo e visibile principio e

fondamento dell'unità della Chiesa. È il vicario di

Cristo, capo del collegio dei Vescovi e pastore di

tutta la Chiesa, sulla quale ha, per divina istituzione,

potestà piena, suprema, immediata e universale.

185. Quando si attua l'infallibilità del Magistero? L'infallibilità si attua quando il Romano Pontefice,

in virtù della sua autorità di supremo Pastore della

Chiesa, o il Collegio dei Vescovi in comunione con

il Papa, soprattutto riunito in un Concilio

Ecumenico, proclamano con atto definitivo una

dottrina riguardante la fede o la morale, e anche

quando il Papa e i Vescovi, nel loro ordinario

Magistero, concordano nel proporre una dottrina

come definitiva.

A tali insegnamenti ogni fedele deve aderire con

l'ossequio della fede.

Page 39: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 2)

Costituita da chi ascolta e vive il Vangelo, è

un popolo sacerdotale (= in comunione con

Dio), regale (= libero, a immagine di Dio) e

profetico (= conosce la verità che ci fa figli

del Padre e fratelli tra di noi). Sacerdoti,

pastori e dottori sono ministri (= servi!)

del sacerdozio comune, della libertà e

della verità altrui, come il panettiere è a

servizio di tutti, il vigile dell'automobilista e

l'insegnante dell'allievo.

Senza la Chiesa non ci sarebbe il Vangelo:

è lei che l'ha scritto come memoria-

racconto del Figlio, tesoro di cui vive e

stimolo costante a convertirsi. Chiaro che in

essa ci sono state e ci sono storture, anche

strutturali. Noi amiamo guardare con

cura i difetti, ma solo per criticare quelli

altrui e giustificare i nostri. Nella casa di

Pietro e nel tempio, invece di criticare, il

Vangelo preferisce notare la suocera che

serve e la vedova che dà quanto ha. In una

discarica l'ape si posa sull'unico fiore; in un

giardino la mosca vede altra cosa e si posa su

essa. Chiediamo l'occhio buono, che rivela

un cuore buono. La Chiesa è fatta non di

mattoni tutti uguali, ma da noi, pietre vive

(1Pietro 2,4-5), tutte diverse e lavorate per

adattarsi tra loro. La Chiesa siamo noi, dove

ognuno è altro dall'altro, con il suo dono

particolare da mettere a servizio di tutti.

Siamo un unico corpo, dove il bene o male

di uno è bene o male di tutti. Siamo

relazione: ognuno è ciò che riceve e dà.

Invece di criticare, è meglio vedere cosa di

buono posso ricevere e dare: siamo bisogno

l'uno dell'altro (1Cor 12,4-27). Ma ciò che

ciascuno può e deve dare è l'amore stesso

(1Cor 13,1-13), che ha ricevuto dal Padre nel

Figlio. «Chi non ama non ha conosciuto Dio,

perché Dio è amore»; e noi «sappiamo che

siamo passati dalla morte alla vita, perché

amiamo i fratelli» (1Giovanni 4,8; 3,14)”

Volendo conoscere meglio la struttura della Chiesa così come si venuta formando nei secoli, poichè essa

è Corpo vivente del Cristo, grazie all‟azione

misteriosa e feconda dello Spirito Santo, possiamo

aggiungere alcune notizie su altre „presenze‟ nella

Chiesa. Esse traducono nel vissuto della storia il

pensiero del Maestro, i suoi desideri. Sono

„presenze „storiche‟ ma anche profetiche perché

annunciano il Regno che Gesù è venuto ad

annunciare e a cominciare.

E‟ il catechismo che ce ne parla, ampiamente e con

chiarezza.

LA VITA CONSACRATA

914. Lo stato di vita costituito dalla professione dei

consigli evangelici interessa alla vita e alla santità

della Chiesa.

915. I consigli evangelici sono proposti ad ogni

discepolo di Cristo. La perfezione della carità

comporta per coloro che „liberamente‟ accolgono la

vocazione alla vita consacrata l‟obbligo di praticare

la castità nel celibato per il Regno, la povertà e

l‟obbedienza. E‟ la professione di tali consigli in uno

stato di vita stabile riconosciuto dalla Chiesa, che

caratterizza la vita consacrata a Dio.

918. Fin dai primi tempi della Chiesa vi furono

uomini e donne che per mezzo della pratica dei

consigli evangelici intesero seguire Cristo con

maggiore libertà e imitarlo più da vicino condussero

ciascuno a modo loro una vita consacrata a Dio.

Molti di essi dietro l‟impulso dello Spirito Santo o

vissero una vita solitaria o fondarono famiglie

religiose che la Chiesa accolse e approvò.

LA VITA EREMITICA

920. Senza professare pubblicamente i tre consigli

evangelici gli eremiti in una più rigorosa

separazione dal mondo, nel silenzio della solitudine

e nella continua preghiera e nella penitenza dedicano

la propria vita alla lode di Dio e alla salvezza del

mondo

921. Essi indicano a quell‟aspetto interiore del

mistero della Chiesa che è l‟intimità personale con

Cristo. E‟ una chiamata particolare a trovare nel

deserto, nel combattimento spirituale, la gloria del

Cristo Crocifisso.

Page 40: SCHEDE DI CATECHESI

LE VERGINI CONSACRATE

922. Fin dai tempo apostolici ci furono vergini

cristiane che chiamate dal Signore a dedicarsi a lui

in una maggiore libertà di cuore, di corpo e di

spirito hanno preso la decisione di vivere nello

stato di verginità per il Regno dei cieli (Mt 19,12)

923. Emettendo il proposito di seguire Cristo più

da vicino dal vescovo diocesano sono consacrate a

Dio secondo il rito liturgico e unite in mistiche

nozze a Cristo, Figlio di Dio.

924. Assimilato alle altre forme di vita consacrata

l‟ordine delle vergini stabilisce la donna che vive

nel mondo (o la monaca) nella preghiera nella

penitenza. Nel servizio ai fratelli e nel lavoro

apostolico

LA VITA RELIGIOSA

925. Nata in oriente nei primi secoli del

cristianesimo e continuata negli istituti

canonicamente eretti dalla Chiesa. La vita religiosa

si disingue dalle altre forme di vita consacrata per

l‟apsetto culturale, la professione pubblica dei

consigli evangelici, la vita fraterna condotta in

comune,la testimonianza all‟unione di Cristo e

della Chiesa.

926. La vitra religiosa sorga dal mistero della

Chiesa. E‟ un dono che la Chiesa riceva dal suo

Signore e che essa offe coe uno stato di vita stabile

al fedele chiamato da Dio nella professione dei

consigli. Alla vita reiiosa, nelle sue molteplici

forne è chiesto di esprimere la carità stessa di Dio

nel linguaggio del nostro tempo.

GLI ISTITUTI SECOLARI

928. L‟istituto secolare è un istituto di vita

consacrata in cui i fedeli vivendo nel mondo,

tendono alla perfezione della carità e si impegnano

per la santificazione del mondo, soprattutto

operando all‟interno di esso.

929. Mediante una vita consacrata, i membri di

questi istituti partecipano della funzione

evangelizzatrice della Chiesa nel mondo e dal

mondo. La loro testimonianza di vita cristiana

mira a ordinare secondo Dio le realtà temporali e

vivificare il mondo con la forza del Vangelo.

Un‟intervista a una „claustrale‟

DOMANDE SU UNA SCELTA DI VITA

Papa le chiama "oasi spirituali" del nostro

tempo. Sono i conventi delle claustrali, donne

comuni, come tutte le altre”. Donne colte,

laureate, con un gran senso dell‟umorismo.

Un‟unica differenza: hanno scelto la vita

contemplativa, hanno deciso di abbandonare

all‟improvviso la carriera ed il mondo per la

vocazione ad una vita profonda interamente

immersa nel silenzio ed in Cristo. All‟interno

dell‟imponente struttura conventuale di un

monastero di clausura è stata fatta un‟intervista

a una giovane monaca

* Quando è iniziata la tua vocazione al

Carmelo? Non è facile spiegare questo mistero d‟amore;

posso dire che è iniziato nel mio cuore

sconvolgendo tutta la mia esistenza. Avevo 16

anni, frequentavo il liceo scientifico e stavo in

un gruppo parrocchiale. Ero catechista -

racconta suor Arcangela, ora 30enne - Ero al

contempo alla ricerca di qualcosa che mi

realizzasse. Mi domandavo che cosa volevo

diventare, mi chiedevo che cosa dovevo fare

della mia vita. Sembrava che io andassi alla

ricerca di Gesù per poter ben capire cosa

volesse, ma era Lui che cercava me.. Pian

piano è nato in me il desiderio di donarmi e di

dare la mia vita per i fratelli. Questa passione

mi ha spinto con tutta l‟irruenza del mio

carattere a donarmi con grande generosità,

restando comunque nella sfera del solo fare.

Ma più forte è stato il desiderio di conoscere la

dimensione contemplativa. Per volontà del

Signore ho conosciuto la realtà del Carmelo.

* Quanti anni avevi quando sei arrivata al

Carmelo? Diciotto

* Appena hai pronunciato il tuo “sì” hai

lasciato tutto ciò che vivevi prima, che ti

apparteneva. Cosa hai provato? Innanzitutto

la solitudine ed il silenzio nono sono state

condizioni nuove. La solitudine è per la

persona di fede uno spazio interiore creato nel

cuore per accogliere l‟Unico Necessario ....

* Spesso la gente si domanda quale sia il

compito di una suora di clausura

La scelta della clausura per ognuna di noi è

sicuramente un mistero che si svela giorno per

giorno. Da qui, nascoste nel silenzio, operiamo

con la preghiera, con l‟oblazione di sé, con

l‟offerta del sacrificio di lode, perché

attraverso questi mezzi possiamo portare al

Padre le gioie e i dolori dell‟umanità. L‟albero

è la Chiesa, noi siamo le radici.

Page 41: SCHEDE DI CATECHESI

11 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento

AL DI LA’ DEI CONFINI UMANI CREDO LA COMUNIONE DEI SANTI

"Non abbiate paura di diventare santi!"

‘COMUNIONE’: UN MODO

D’ESSERE E DI VIVERE

STUPENDO MA DIFFICILE!

Interroghiamo il „Compendio‟ su uno degli

ultimi articoli di fede nel nostro Credo: “La

comunione dei santi”.

194. Che cosa significa l'espressione

comunione dei santi?

Tale espressione indica anzitutto la comune

partecipazione di tutti i membri della Chiesa

alle cose sante (sancta): la fede, i

Sacramenti, in particolare l'Eucaristia, i

carismi e gli altri doni spirituali. Alla radice

della comunione c'è la carità che «non cerca

il proprio interesse» ma spinge il fedele «a

mettere tutto in comune» anche i propri beni

materiali a servizio dei più poveri.

195. Che cosa significa ancora

l'espressione comunione dei santi?

Tale espressione designa anche la comunione

tra le persone sante (sancti), e cioè tra quanti

per la grazia sono uniti a Cristo morto e

risorto. Alcuni sono pellegrini sulla terra;

altri, passati da questa vita, stanno

purificando si, aiutati anche dalle nostre

preghiere; altri, infine, godono già della

gloria di Dio e intercedono per noi. Tutti

insieme formano in Cristo una sola famiglia,

la Chiesa, a lode e gloria della Trinità.

Ancora la stessa domanda: cos’è la Chiesa!

UNA PRESENZA STORICA PROVOCANTE!

Queste schede vengono elaborate con un preciso

intento, chiaramente indicato nella testata riportata

su tutte le schede finora pubblicate: “Rivisitiamo la

nostra fede. Credere e comprendere seguendo il

Compendio”. Si parte cioè dalla fede professata nel

Credo che ogni domenica confessiamo in comunità

per cercare di capirla, di conoscerla nella sua

„verità‟. “Credere” è la richiesta di Gesù. Egli

chiede fiducia in Lui. Non cieca. Ma razionale.

Come compete ad un uomo dotato di intelligenza e

di razionalità. „Comprendere’ è l‟esigenza di un

uomo libero che deve sempre e comunque darsi una

ragione di ciò che crede. Il credere sia l‟atto

conclusivo di una ricerca onesta. E‟ quanto da

tempo abbiamo cercato di fare, suggerendo un

percorso di „rivisitazione‟ del Credo: “Credo ut

intelligam, non intelligo ut credam." "Credo per

comprendere, non comprendo per credere." (S.

Agostino).

Nella nostra ricerca siamo giunti a un articolo del

Credo cristiano piuttosto „dimenticato‟. O forse non

tenuto sufficientemente presente nel vivere da

cristiano il proprio tempo e le proprie relazioni.

Credo la comunione dei santi. Un‟affermazione che

va non solo spiegata ma chiede che, „capita‟, venga

vissuta. Se così fosse, le modalità di vita all‟interno

della comunità cristiana sarebbero ben diverse. Se

fossimo certi di ciò che crediamo non solo le nostre

relazioni cambierebbero ma daremmo una

testimonianza più autentica, più limpida del nostro

essere Chiesa di Cristo. Tra l‟altro questa

affermazione del Credo evidenzia una dimensione

del nostro essere cristiano davvero „misteriosa‟ ma

reale: la santità! E‟ l‟articolo di fede che fotografa

ciò che realmente siamo. I santi di Dio, coloro che

accedono alle „cose sante‟ (i sacramenti del Cristo).

Ma di questo non ce ne rendiamo conto; addirittura

non sappiamo cosa farne, non ci interessa. Tanta è

la nostra sufficienza nel vivere in questo mondo e in

questo modo. Cercare di capire questo „mistero‟ che

tocca la nostra vera identità cristiana, potrebbe

significare un rimando potente a un altro stile di vita,

proprio a partire da ciò che siamo: i santi, come

amava chiamare i suoi discepoli l‟apostolo Paolo

nelle sue lettere alle Chiese!

Page 42: SCHEDE DI CATECHESI

La comunione dei santi

UN MISTERO DA VIVERE

Il termine "Comunione dei Santi" sembra sia

stato per la prima volta inserito nei "credo"

battesimali nel sud della Gallia; e va inteso

come gli scrittori del sud della Gallia del V e

VI secolo lo intendevano; dando alla parola

"Santi" il normale significato che esso

conserva oggi: gli Eletti, quelli che hanno

raggiunto il fine per il quale furono creati, nel

regno di Dio.

Nel venerare i Santi di Dio, e specialmente la

Madre di Dio, noi tributiamo ad essi il dovuto

onore in vista dell'eccellenza soprannaturale

che in essi riconosciamo come derivata da Dio

stesso attraverso i meriti di Gesù Cristo. La

venerazione dei santi si risolve così nella gloria

di Dio, che è meraviglioso nei suoi santi ed è

giusto che nei suoi santi sia glorificato.

Questi uomini che hanno vissuto e vivono fra

noi con la loro vita proiettano fasci di luce che

illuminano le pagine del Vangelo. Gesù Cristo

diviene vivente e comprensibile come anche la

storia della Rivelazione. La santità che Gesù

volle per la "Sua" Chiesa deve essere visibile

ed eminente. Per la Chiesa fondata da Cristo

non basta la semplice santità che viene dal

battesimo, ma occorre che si tratti di santità

eroica, quella che rende veramente i fedeli

"luce del mondo e sale della terra", quella cioè

che porta e dona veramente buoni frutti. cattivi

Giovanni Papini, scrivendo della sua

conversione alla Chiesa cattolica, affermava:

“Tra le Chiese innumerevoli che si dicono

fedeli interpreti di Cristo, scelsi quella

cattolica, sia perchè essa rappresenta

veramente il tronco maestro dell'albero

piantato da Gesù, ma anche perchè, a dispetto

delle debolezze e degli errori umani di tanti

suoi figli, essa è quella, a parer mio, che ha

offerto all'uomo le condizioni più perfette per

una integrale sublimazione di tutto l'esser suo

e perchè in essa soltanto mi parve che fiorisse

abbondante il tipo di eroe che ritengo il più

alto: il Santo" (La Pietra infernale, Morcelliana)

Brescia, 1934, pp. 162-163).

CREDO LA COMUNIONE DEI SANTI

946. Dopo aver confessato “la santa Chiesa

cattolica”, il Simbolo degli Apostoli aggiunge “la

comunione dei santi”. Questo articolo è, per certi

aspetti, una esplicitazione del precedente: “Che cosa

è la Chiesa se non l'assemblea di tutti i santi?” La

comunione dei santi è precisamente la Chiesa.

947. “Poiché tutti i credenti formano un solo corpo,

il bene degli uni è comunicato agli altri. Allo stesso

modo bisogna credere che esista una comunione di

beni nella Chiesa. Ma il membro più importante è

Cristo, poiché è il Capo. Pertanto, il bene di Cristo è

comunicato a tutte le membra; ciò avviene mediante

i sacramenti della Chiesa” “L'unità dello Spirito, da

cui la Chiesa è animata e retta, fa sì che tutto quanto

essa possiede sia comune a tutti coloro che vi

appartengono”

948. Il termine “comunione dei santi” ha pertanto

due significati, strettamente legati: “comunione alle

cose sante ["sancta"]” e “comunione tra le persone

sante ["sancti"]”.

“Sancta sanctis!” - le cose sante ai santi - viene

proclamato dal celebrante nella maggior parte delle

liturgie orientali, al momento dell'elevazione dei

santi Doni, prima della distribuzione della

Comunione. I fedeli ["sancti"] vengono nutriti del

Corpo e del Sangue di Cristo ["sancta"] per crescere

nella comunione dello Spirito Santo ["koinonia"] e

comunicarla al mondo.

I. La comunione dei beni spirituali

949.. Nella prima comunità di Gerusalemme, i

discepoli “erano assidui nell'ascoltare

l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna,

nella frazione del pane e nelle preghiere” La

comunione nella fede. La fede dei fedeli è la fede

della Chiesa ricevuta dagli Apostoli, tesoro di vita

che si accresce mentre viene condiviso.

950. La comunione dei sacramenti. “Il frutto di

tutti i sacramenti appartiene così a tutti i fedeli, i

quali per mezzo dei sacramenti stessi, come

altrettante arterie misteriose, sono uniti e incorporati

in Cristo. Soprattutto il Battesimo è al tempo stesso

porta per cui si entra nella Chiesa e vincolo

dell'unione a Cristo. . . La comunione dei santi

significa questa unione operata dai sacramenti. Il

nome di "comunione" conviene a tutti i sacramenti

in quanto ci uniscono a Dio; più propriamente però

esso si addice all'Eucaristia che in modo speciale

attua questa vitale comunione soprannaturale”

951 La comunione dei carismi. Nella comunione

della Chiesa, lo Spirito Santo “dispensa pure tra i

fedeli di ogni ordine grazie speciali” per

l'edificazione della Chiesa. Ora “a ciascuno è data

una manifestazione particolare dello Spirito per

l'utilità comune” (continua pag. 3)

(continua pag. 4)

Page 43: SCHEDE DI CATECHESI

L’INTERVISTA A BENEDETTO XVI

Un libro da leggere e da regalare

Stiamo cercando di conoscere meglio la

Chiesa. Queste ultime schede infatti hanno

presentato le certezze di fede a riguardo della

Chiesa, seguendo il percorso indicato dal

nostro „Credo‟ stesso: Credo la Chiesa, una,

santa, cattolica, apostolica. Credo la

Comunione dei santi....”

Una straordinaria opportunità ci viene ora

offerta, con la pubblicazione del „libro-

intervista‟ di Papa Ratzinger a cura del

giornalista P. Seewald. Possiamo infatti

entrare nel cuore della realtà e della vita della

Chiesa cattolica. S. Magister, attento

osservatore delle cose di Chiesa, in un suo

articolo così ha commentato la pubblicazione

di questo libro: “In sei ore di colloquio col

giornalista bavarese Peter Seewald nella

quiete estiva di Castel Gandolfo, distribuite

in sei giorni come quelli della creazione e

trascritte tali e quali in un libro fresco di

stampa, Benedetto XVI ha consegnato al

mondo la propria immagine più veritiera.

Quella di un uomo incantato dalle

meraviglie del creato, gioioso, incapace di

sopportare una vita vissuta sempre e soltanto

"contro", felicemente convinto che nella

Chiesa "molti che sembrano stare dentro,

sono fuori; e molti che sembrano stare fuori,

sono dentro".

Papa Benedetto XVI si è "preso un rischio

enorme" a scrivere il libro-intervista "Luce

del mondo" con il giornalista tedesco Peter

Seewald, compiendo un ''atto di vero

coraggio comunicativo'' E‟ un‟intervista che

ha suscitato commenti in tutto il mondo.

Merita davvero di essere letto: un bel regalo

di Natale. Lo potete trovare nella libreria del

paese oppure in parrocchia.

Communio2000.

(continua da pag. 2)

952 “ Ogni cosa era fra loro comune ” “Il cristiano veramente tale nulla possiede di così strettamente

suo che non lo debba ritenere in comune con gli

altri, pronto quindi a sollevare la miseria dei fratelli

più poveri” Il cristiano è un amministratore dei beni

del Signore.

953 La comunione della carità. Nella “comunione

dei santi” “nessuno di noi vive per se stesso e

nessuno muore per se stesso” “Se un membro soffre,

tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è

onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi

siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la

sua parte” “La carità non cerca il suo interesse” . Il

più piccolo dei nostri atti compiuto nella carità ha

ripercussioni benefiche per tutti, in forza di questa

solidarietà con tutti gli uomini, vivi o morti,

solidarietà che si fonda sulla comunione dei santi.

Ogni peccato nuoce a questa comunione.

II. La comunione della Chiesa

del cielo e della terra

954 I tre stati della Chiesa. “ Fino a che il Signore

non verrà nella sua gloria e tutti gli angeli con lui e,

distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le

cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla

terra, altri che sono passati da questa vita stanno

purificandosi, altri infine godono della gloria

contemplando "chiaramente Dio uno e trino, qual

è"”: Tutti però, sebbene in grado e modo diverso,

comunichiamo nella stessa carità di Dio e del

prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di

gloria. Tutti quelli che sono di Cristo, infatti, avendo

il suo Spirito formano una sola Chiesa e sono tra

loro uniti in lui

955 “L'unione. . . di coloro che sono in cammino coi

fratelli morti nella pace di Cristo non è

minimamente spezzata, anzi, secondo la perenne

fede della Chiesa, è consolidata dalla comunicazione

dei beni spirituali”

Page 44: SCHEDE DI CATECHESI

956 L'intercessione dei santi. “A causa infatti

della loro più intima unione con Cristo i beati

rinsaldano tutta la Chiesa nella santità. . . non

cessano di intercedere per noi presso il Padre,

offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù

Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. . . La

nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro

fraterna sollecitudine: “ Non piangete. Io vi sarò

più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più

efficacemente di quando ero in vita [San

Domenico morente ai suoi frati) . Passerò il mio

cielo a fare del bene sulla terra [Santa Teresa di

Gesù Bambino)

957 La comunione con i santi. “Non veneriamo

la memoria dei santi solo a titolo d'esempio, ma

più ancora perché l'unione di tutta la Chiesa nello

Spirito sia consolidata dall'esercizio della fraterna

carità. Poiché come la cristiana comunione tra

coloro che sono in cammino ci porta più vicino a

Cristo, così la comunione con i santi ci unisce a

Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo,

promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso

Popolo di Dio”:

Noi adoriamo Cristo quale Figlio di Dio, mentre ai

martiri siamo giustamente devoti in quanto

discepoli e imitatori del Signore e per la loro

suprema fedeltà verso il loro re e maestro; e sia

dato anche a noi di farci loro compagni e

condiscepoli [San Policarpo di Smirne)

958. La comunione con i defunti. “La Chiesa di

quelli che sono in cammino, riconoscendo

benissimo questa comunione di tutto il corpo

mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della

religione cristiana ha coltivato con una grande

pietà la memoria dei defunti e, poiché "santo e

salutare è il pensiero di pregare per i defunti

perché siano assolti dai peccati" ha offerto per loro

anche i suoi suffragi”. La nostra preghiera per loro

può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la

loro intercessione in nostro favore.

Testimonianze

sulla devozione ai santi

LUTERO E C. DE FOUCAULD

“Qualcuno polemizza sul culto dei santi, quasi

che questa dimensione della fede cattolica tolga

qualcosa alla tensione cristocentrica che la vita di

ogni cristiano deve avere. Non si nasconde che in

qualche caso il culto ai santi possa scadere nella

superstizione e in un devozionismo eccessivo.

Tuttavia nessuno che abbia realmente incontrato

il Signore ignora il conforto e la speranza che

deriva dalla comunione con i santi. Chi incontra

Cristo, incontra quanti sono di Cristo. Spesso

anzi sono i santi la prima manifestazione del

mistero di Cristo, della sua Chiesa, fra gli

uomini. Una voce singolare si erge a

testimonianza della bellezza della comunione dei

santi, quelli della terra e quelli del cielo, ed è la

voce di Lutero: "Il mio peso, altri lo portano, la loro forza è la mia. La fede della Chiesa viene in

soccorso alla mia angoscia, la castità altrui mi

sorregge nelle tentazioni della mia lascivia, gli

altrui digiuni tornano a mio vantaggio, un altro si prende cura di me nella preghiera… Chi

dunque potrà disperare nei peccati? Chi non

gioirà nelle pene, dal momento che egli non

porta più i suoi peccati né le sue pene, o se li

porta non li porta da solo, aiutato com'è da così

numerosi figli di Dio e soprattutto dallo stesso

Cristo? Tanto è grande la comunione dei santi e

la Chiesa di Cristo!" (M. Lutero, Libretto

consolatorio per gli affaticati e gli oppressi, 6)

Guardare ai santi non significa imitarne

pedestremente le gesta, significa piuttosto

imitarne la docilità allo Spirito Santo e

diventare capaci, come loro, di rispondere con la

vita alle sfide del proprio tempo

Così, infatti, disegna il profilo della santità il

Concilio Vaticano II: Tutti nella chiesa sono

chiamati alla santità (LG 39) dalla santità è

promosso anche nella società un tenore di vita

più umano (LG 40).

Allora, come annotava nelle sue silenziose veglie

notturne davanti all'Eucaristia Charles de

Foucauld: "Guardiamo ai santi, ma non

attardiamoci nella loro contemplazione,

contempliamo con essi Colui la cui

contemplazione ha riempito la loro vita.

Approfittiamo dei loro esempi, ma senza

fermarci a lungo né prendendo per modello

completo questo o quel santo, e prendendo di

ciascuno ciò che ci sembra più conforme alle

parole e agli esempi di nostro Signore Gesù, solo

e vero modello, servendoci delle loro lezioni,

non per imitare essi, ma per meglio imitare

Gesù". (da un sito Web)

Page 45: SCHEDE DI CATECHESI

12 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento AMO LA CHIESA

“EVENTO E MISTERO”

CHIESA....UNA QUESTIONE

STORICA O UN MISTERO?

Dal „Compendio‟

148. Quali sono l’origine e il compimento

della Chiesa?

La Chiesa trova origine e compimento nel

disegno eterno di Dio. Fu preparata

nell‟Antica Alleanza con l‟elezione di

Israele, segno della riunione futura di tutte le

nazioni. Fondata dalle parole e dalle azioni di

Gesù Cristo fu realizzata soprattutto

mediante la sua morte redentrice e la sua

resurrezione. Fu poi manifestata come

mistero di salvezza mediante l‟effusione

dello Spirito Santo a Pentecoste. Avrà il suo

compimento alla fine dei tempi come

assemblea celeste di tutti i redenti.

149. Qual è la missione della Chiesa?

La missione della Chiesa è di annunciare e

instaurare in mezzo a tutte le genti il Regno

di Dio, inaugurato da Gesù Cristo. Essa qui

sulla terra costituisce in germe l‟inizio di

questo Regno salvifico.

150. In che senso la Chiesa è mistero?

La Chiesa è mistero in quanto nella sua realtà

visibile è presente e operante una realtà

spirituale divina che si scorge unicamente

con gli occhi della fede.

Continua la ricerca di fede sulla Chiesa

IN UN CONTESTO CULTURALE

CRITICO....

Con questa scheda, facciamo un altro passo verso la

comprensione dell‟evento Chiesa. Dovremmo dare

per scontato che i cristiani la conoscano nella sua

„vera identità‟. Ma non siamo proprio così sicuri che

conoscano la realtà della Chiesa non solo come

presenza nella storia ma come „mistero di Dio‟ nella

storia. Di questi tempi si parla molto della Chiesa e

non sempre con toni benevoli. E‟ stato scritto: “E’

impressionante infatti come la Chiesa venga

sottoposta ad un continuo e incessante processo

con lo scopo di demolire la sua credibilità nel

mondo della cultura e della politica,....”. Non

facciamo fatica a condividere questo giudizio...

Vivendo la nostra esperienza di cristiani nella

Chiesa ogni volta che essa viene „colpita‟ nei suoi

uomini, nelle sue scelte, nei suoi interventi finiamo

per soffrirne. Vorremmo che a tutti fosse dato di

comprendere la natura della realtà ecclesiale anche

per esprimere un giudizio meno fazioso seppur in

alcune circostanze non del tutto positivo.

In verità la Chiesa è un avvenimento „continuo‟ che

si svolge nella società del nostro tempo e s‟accompagna al cammino dell‟uomo nel tempo da

molti secoli tanto che ogni generazione è chiamata

per lo meno ad interrogarsi su di essa. Perchè la

Chiesa con la sua pregnanza storica, ossia con la sua

complessa costituzione visibile, rappresenta una

realtà „umana‟ irriducibile al dogmatismo di una

ragione che crede di poter essere la misura di tutte le

cose. E perché? Scrive al n. 150 il nostro

„Compendio‟: “Nella sua realtà visibile è presente e

operante una realtà spirituale divina che si scorge

unicamente con gli occhi della fede”. E‟ dunque

ovvio che coloro che non hanno fede non potranno

mai penetrare l‟essere vero della Chiesa. Resteranno

sempre alla superficie, non riusciranno mai a

comprenderne l‟anima. Per di più è diffuso nel

nostro tempo quella mentalità che chiamiamo

laicismo e si traduce di fatto in un secolarismo che

non lascia spazio a valori che si pongono al di fuori

e al di sopra di questa mentalità, come appunto la

Chiesa. . Il laicismo non è più quell'elemento di

neutralità che apre spazi di libertà per tutti. E‟

un‟ideologia che si impone tentando di mettere ai

margini della storia degli uomini la Chiesa e la sua

fede.

Page 46: SCHEDE DI CATECHESI

AMO LA CHIESA.....

......questa, nella quale vivo la mia vita

da prete da molti anni!

Posto davanti alla Chiesa della quale faccio

parte mi interrogo sui sentimenti che oggi provo

nei suoi confronti. Ricordo allora un episodio

dei miei anni giovani quando, qualche mese

prima di diventare prete, mi trovai a sera di una

giornata uggiosa, appoggiata la testa ai vetri

della finestra della cameretta del seminario, a

pensare sul mio futuro, sulla mia vita che avrei

dovuto spendere per la Chiesa della quale

stavo diventando ministro. Ricordo la gioia che

mi aveva preso al solo pensiero di ciò che avrei

dovuto vivere:per quella realtà stupenda per la

quale Cristo Signore ha dato la vita! Così mi

ritrovo pienamente nelle confidenze di un prete

anziano che navigando in Internet ho

conosciuto. Lo ringrazio perché con semplicità e

sincerità ha raccontato anche i miei pensieri di

oggi sulla Chiesa!

“Amo la Chiesa che accoglie la Caritas (solo per

fare un esempio tra tantissimi), ma anche l‟Opus

Dei (solo per fare un altro esempio);

amo la Chiesa che ha centinaia di migliaia di

preti che dedicano ogni loro istante e ogni loro

forza agli altri, senza sbandierarlo ai quattro

venti, ma nel silenzio e tante volte anche nella

solitudine e nell‟incomprensione; amo la Chiesa

che non mi da sempre ragione, ma mi spinge ad

andare a fondo delle questioni, ricordandomi

però che alla fine l‟ultima parola spetta alla mia

coscienza; amo la Chiesa che mi rende

fisicamente, tangibilmente disponibile Gesù;

amo la Chiesa perché al suo interno ci sono

milioni di persone come me, che cercano di

imparare ad amare, a donarsi; amo la Chiesa per

quelle vecchine che continuano a venire alle

funzioni che presiedo nonostante non

imbrocchino mai un canto alla prima nota (e

quasi sempre neanche alla seconda....); amo la

Chiesa per quei bambini che durante la Messa

sembra che pensino ad altro, ma se poi gli fai

delle domande ti danno delle risposte che ti

fanno capire che loro hanno capito molto più di

te; amo la Chiesa per quei giovani che se ne

fregano delle mode, ma cercano di vivere al

massimo la loro fede;

amo la Chiesa per quei milioni di persone che

vivono la loro fede senza vantarsi, nel duro

trantran quotidiano, senza mai un

riconoscimento (che d'altra parte neanche

cercano), nel nascondimento e nel silenzio.

Amo la Chiesa per queste e per tanti altri motivi”

DOMANDE SULLA CHIESA Sono anche le tue....o no?

Cominciamo con una domanda interessante:

“Quando e come nasce la Chiesa?” Storicamente

ci si riporta a Gesù di Nazareth e se ne cercano nei

testi evangelici le prove. Ma è convinzione secolare

dei cristiani che la Chiesa è nei disegni eterni di Dio.

Un libro della prima generazione cristiana scrive: “Il

mondo fu creato in vista della Chiesa” (Erma,

Visionis pastores, 2.4.1). Dio ha creato il mondo in

vista della comunione alla sua vita divina,

comunione che si realizza mediante la

„convocazione‟ degli uomini in Cristo, e questa

convocazione è la Chiesa! La Chiesa è il fine di tutte

le cose (S.Epifanio). E‟ stupefacente quanto dice il

Catechismo quando afferma: “La convocazione

della Chiesa – il suo nascere ed esserci – è per così

dire la reazione di Dio di fronte al caos provocato

dall’antico peccato”.

Dovremmo dunque trarne traccia anche nell‟Antico

Testamento. E così è, visto che Dio comincia ad

attuare il suo disegno di „comunione con gli uomini

peccatori‟ proprio scegliendo Israele come suo

popolo. Con la sua elezione Israele deve essere il

segno della riunione futura di tutte le nazioni.

Ma „storicamente‟ la Chiesa è istituita da Gesù

Cristo: “Per compiere la volontà del Padre, Cristo

inaugurò il regno dei cieli sulla terra. La Chiesa è il

Regno di Cristo già presente in mistero” (Conc. Vat.

2, Ad gentes, 3).

Il germe e l‟inizio del Regno sono il „piccolo

gregge‟ (Lc 12,32) di coloro che Gesù è venuto a

convocare attorno a sé e di cui egli stesso è il

pastore. Il Signore ha poi dotato la sua comunità di

una struttura che rimarrà fino al pieno compimento

del Regno. Innanzitutto vi è la scelta dei Dodici con

Pietro loro capo. I dodici e gli altri discepoli

partecipano alla missione di Cristo, al suo potere, ma

anche alla sua sorte. Attraverso queste azioni Cristo

prepara ed edifica la sua Chiesa. Ma ancora la Chiesa non è nata. Essa difatti nasce

dal dono totale di Cristo per la nostra salvezza,

anticipato dall‟Eucaristia e realizzato sulla croce. La

Chiesa nasce sulla Croce, dunque!

Sant‟Ambrogio scrive:

“ Dal costato di Cristo

dormiente sulla croce è

scaturito il mirabile

sacramento di tutta la Chiesa.”.

Come Eva è stata formata

dal costato di Adamo

addormentato, così la Chiesa

è nata dal cuore trafitto di

Cristo morto sulla croce”.

Page 47: SCHEDE DI CATECHESI

Da un „blog‟ su Internet

STRUGGENTE TESTIMONIANZA DI

AMORE ALLA CHIESA!

Mi incuriosisce ciò che viene scritto nei blog

(e sono tanti in internet)a proposito di temi di

fede e di morale. Ci si imbatte in tante

stupidaggini, ma molte volte ti trovi davanti a

confessioni scioccanti che rivelano ciò che

„sente‟ la gente d‟oggi, in particolare i giovani.

Ho cercato un blog dove ci si intratteneva sulla

Chiesa. Mi ha sorpreso e impressionato la

confidenza che ritengo di dover pubblicare . E‟

a firma di un certo Carlo C. Ed è del novembre

del 2008. Leggo:

“ Sono cattolico e amo la Chiesa .Quanto sei

contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo!

Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a

te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho

bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti

scandali, eppure mi hai fatto capire la santità!

Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista,

più compromesso, e nulla ho toccato, di più

generoso, di più bello. Quante volte ho avuto

la voglia di sbatterti in faccia la porta della

mia anima, e quante volte ho pregato di poter

morire tra le tue braccia sicure. No, non posso

liberarmi di te, perché sono te, pur non

essendo completamente te. E poi, dove andrei?

A costruirne un'altra? Ma non potrò costruirla

se non con gli stessi difetti, perché sono i miei

che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia

Chiesa, non più quella di Cristo!”

(continua da pag. 2)

Un‟altra domanda: “Ma quando la Chiesa si è resa

visibile? Se sulla croce è nata, ci troviamo davanti a

un „mistero‟. Ma nella storia, quando essa comincia

a rendersi visibile?”.Quando fu inviato lo Spirito

Santo!” Allora, a Pentecoste, la Chiesa fu

manifestata alla moltitudine ed ebbe inizio la

predicazione del Vangelo. La Chiesa allora è

missionaria per sua natura. E‟ allora che lo Spirito

dotò la Chiesa di diversi doni gerarchici e

carismatici con i quali la dirige.

Ancora una domanda interessante: “Finirà la

Chiesa? E quando?” La Chiesa – dice il

Catechismo – non avrà il suo compimento se non

nella gloria del cielo al momento del ritorno

glorioso di Cristo. Fino a quel momento la Chiesa

prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del

mondo e le consolazioni di Dio. Quaggiù si sente in

esilio, lontana dal Signore.. Il compimento della

Chiesa e per mezzo suo del mondo intero nella

gloria non avverrà se non attraverso molte prove....”

(n. 769)

IL MISTERO DELLA CHIESA

Ci manca di capire o intuire almeno perché la

Chiesa è un mistero. Perché essa è sì nella storia,

ma nello stesso tempo la trascende. E‟ unicamente

con gli occhi della fede che si può scorgere nella sua

realtà visibile, una realtà contemporaneamente

spirituale, portatrice di vita divina.

La Chiesa infatti è ad un tempo:

una società costituita di organi gerarchici e

il Corpo Mistico di

Cristo

l‟assemblea visibile (pensiamo alla Messa

domenicale) e la

comunità spirituale

la Chiesa sulla terra e

la Chiesa ormai in

possesso dei beni

celesti

Queste dimensioni formano

una sola complessa realtà che risulta da un elemento umano

e di un elemento divino.

La Chiesa ha la caratteristica di essere nello stesso

tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà

invisibili, fervente nell‟azione e dedita alla

contemplazione, presente nel mondo e tuttavia

pellegrina.... (continua a pag. 4)

Queste schede, scritte per sostenere una personale ricerca di fede, si possono trovare nelle chiese della Comunità pastorale ‘Santa Teresa Benedetta della Croce’ (Prepositurale SS. Pietro e Paolo, S. Giuseppe artigiano, Cuore Immacolato di Maria, Madonna di Lourdes). Se dovessero mancare si prega di richiederle in segreteria della Prepositurale. Portate in famiglie possono servire a un confronto tra genitori e figli sui temi della fede!

UN „GRAZIE‟

A chi dà una mano con un piccolo contributo

di euro 0, 10 – 0,20 per la scheda. Però essa

viene liberamente offerta a ciascuno: ciò che

importa infatti è che si possa „pensare‟ insieme

la fede!

Page 48: SCHEDE DI CATECHESI

Da „Testimoni‟, periodico cattolico

“PERCHE‟ RESTO IN QUESTA CHIESA”

Su questa scheda e sulle prossime viene pubblicato

un documento davvero straordinario, sulla posizione

della Chiesa nel momento storico attuale.

“1.La Chiesa sta attraversando un‟epoca di forti

turbolenze. Gli attacchi che le giungono da tutte le

parti e che mirano a colpire spesso direttamente lo

stesso Benedetto XVI e il suo magistero, hanno

finito per scuotere anche molti cattolici che si

sentono oggi a disagio in questa Chiesa, sono turbati

e sull‟orlo di una crisi di fiducia. Scriveva di recente

il card. Roger Etchegaray, presidente emerito del

pontificio Consiglio Justitia et pax: «Questo periodo

è per la Chiesa senz‟altro duro, ma salutare nella

misura in cui essa saprà trarne le lezioni». È infatti

proprio da questa crisi che gli spiriti forti sanno

ricavare nuovi motivi di fiducia e di speranza.

Motivi e ragioni che, per esempio, hanno saputo

cogliere alcune personalità di primo piano, invitate

dal quotidiano cattolico francese La Croix a scrivere

ciascuno una lettera “ai cattolici turbati”, per dare

testimonianza del loro amore alla Chiesa e della loro

speranza. È illuminante leggere queste loro

testimonianze. «Eccoci, una volta ancora, scrive

Margherita Léna, discepoli di un Signore crocifisso

e umilmente risorto, chiamati dal mondo, dai suoi

giudizi, dalle sue statistiche, dalle sue inchieste e dai

suoi giornalisti a rendere ragione della speranza

che è in noi… ». Non c‟è da stupirsi che questo

avvenga, osserva. Infatti, il discepolo non è più

grande del suo maestro. La sua parola, anche se

pronunciata con umiltà e amore sarà spesso accolta

con animosità e violenza. Bisogna accettare di essere

oggetto di derisione, a volte anche di odio; bisogna

accettare di non essere sempre compresi… «Bisogna

del resto che ci ricordiamo a vicenda che la Chiesa

è la nostra madre. Una madre può a volte ferire,

sconcertare, shoccare i suoi figli. Ma un figlio soffre

sempre quando la sua madre è messa in questione

da parte di terzi, è accusata o vilipesa. Questa

sofferenza lo risparmia dal gridare con coloro che

gridano, dall‟accusare con coloro che l‟accusano.

Non lo riduce al silenzio, non incrina la sua fiducia.

A dire il vero non siamo tanto noi che custodiamo la

fiducia nella Chiesa. È la sua fiducia che custodisce

noi». Nonostante il momento difficile, scrive p. T.

Radcliffe, ex generale dei domenicani, «noi restiamo

nella Chiesa perché siamo discepoli di Gesù.

Credere in Gesù non vuol dire adottare una

spiritualità privata. Vuol dire accettare di

appartenere alla sua comunità. Coloro che egli ha

chiamato a seguirlo, camminano insieme».

Da Testimoni n. 10, del 31 maggio 2009. (continua ...)

(continua da pag. 3)

Ancora una domanda: “Quale relazione

c’è tra Gesù Signore e la Chiesa?” La

risposta del catechismo è in questi termini:

“E‟ nella Chiesa che Cristo compie e rivela

il suo proprio Mistero, come il fine del

disegno di Dio: ricapitolare in Cristo tutte

le cose (Ef 1,10). San Paolo chiama

„mistero grande’ (Ef 5,32) l‟unione

sponsale di cristo con la Chiesa. Poichè

essa è unita a Cristo come al suo sposo, la

Chiesa diventa essa stessa a suo volta

„Mistero‟. Contemplando in essa il

Mistero, San Paolo scrive: „Cristo in voi,

speranza della gloria‟ (Col 1,27)

Infine una parola che conclude questo

percorso che abbiamo fatto insieme

cercando di entrare nell‟evento Chiesa così

da poter vivere con gioia la nostra

appartenenza ad essa.

“Qual è il rapporto della Chiesa con

l’umanità intera’. Ancora il catechismo

risponde: “Poiché la Chiesa è sacramento,

cioè segno e strumento dell‟unione di Dio

con tutta l‟umanità, la Chiesa è strumento

di Cristo. Nelle sue mani la Chiesa è lo

strumento della Redenzione di tutti: il

sacramento universale della salvezza,

attraverso il quale Cristo svela il mistero

dell‟amore di Dio verso ogni uomo.

Questo può significare che la Chiesa è

veramente madre di ogni uomo anche di

coloro che la contestano o la

misconoscono, perché per ogni uomo Gesù

Cristo ha dato in sacrificio la sua umanità

sulla croce!

Page 49: SCHEDE DI CATECHESI

13 Rivisitiamo la nostra fede Credere e comprendere seguendo il “ Compendio”

terzo momento LIBERTA’, PECCATO, PERDONO CREDO LA REMISSIONE DEI PECCATI

Il peccato: „Felix culpa‟?

COMINCIAMO DAL PECCATO

ORIGINALE

Dobbiamo per prima cosa farci un‟idea

chiara sul peccato. Cosa esso sia e come

possiamo riconoscerlo. E‟ cosa urgente e

necessaria vogliamo cominciare a studiarlo e

nel contempo se desideriamo capire la

„buona notizia evangelica‟.

Nell‟enciclopedia multimediale di scienze

filosofiche, il Prof S. Natali dà una risposta

interessante a una studentessa che gli

chiedeva il significato dei due oggetti

presenti nel racconto del peccato originale: il

frutto e il serpente.

“ Le due cose stanno insieme, perché la

simbolica biblica del peccato consiste in

questo: non tanto nel frutto (la mela) ,

rispetto a cui c'è un simbolismo particolare,

ma nel fatto che Adamo ha a disposizione

tutto ciò che c'è nel Paradiso Terrestre. Non

può gustare i frutti solo di un albero. Il

significato vero di questo è che l'uomo non è

onnipotente: cioè nel divieto di Dio che si

costituisce come legge, Dio si costruisce

come la misura dell'uomo. Solo Dio è lo

smisurato, l'infinito, l'incondizionato.

L'uomo, in rapporto a Dio, è colui che

appunto è creato e quindi non è onnipotente.

Infatti qual'è la tentazione del serpente? "Se

tu mangerai di questo frutto, diventerai come

Dio". È questa la vera colpa, non la mela.

Non a caso la tradizione teologica

successiva ha interpretato il peccato di

Adamo come peccato di superbia e di

disobbedienza, che sono due facce di una

stessa medaglia. Cosa vuol dire: "peccato di

superbia"? Vuol dire che l'uomo,

infrangendo il divieto divino, vuole diventare

lui creatore, si fa onnipotente non essendolo.

Allora, facendosi onnipotente non essendolo,

non può che perire. Ecco perché il peccato

introduce la morte. Allora la tentazione del

serpente si lega al divieto, perché il serpente

suggerendo di disobbedire, sostanzialmente

suggerisce all'uomo di essere come Dio.” (continua a pag. 2)

“Credo la remissione dei peccati”

IN RICERCA SUI TEMI

DEL PECCATO E DEL PERDONO

Ci apprestiamo a „studiare‟ il peccato. Un modo di

dire per lo meno strano perché presuppone che il

„peccato esista‟, c‟è, è presente nell‟uomo e nella

donna, nella società, nel mondo. E non è poi cosa

scontata, nella cultura e nella società d‟oggi. Ma

questa consapevolezza è il punto di partenza per

affrontare l‟articolo di fede che troviamo nel nostro

„Credo‟. Infatti dopo aver confessato di credere

nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica,

diciamo: „credo la remissione dei peccati’.

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica a questo

punto si precisa che la trattazione del „perdono dei

peccati, per mezzo del Battesimo, del sacramento

della penitenza e degli altri sacramenti specialmente

dell‟Eucaristia verrà trattata nella seconda sezione‟.

Noi però ci permettiamo di trattare qui più

ampiamente questa verità di fede, rifacendoci

proprio alle pagine del Catechismo dove è spiegato

approfonditamente, ossia nella sezione riservata ai

sacramenti della salvezza cristiana. E‟ un argomento

che interessa tutti perché tocca da vicino ogni

coscienza e , nel contempo, permette di intendere e

accogliere il dono che in Gesù redentore Dio ci ha

fatto. Interessa anche nel caso si voglia negare il

peccato, ossia interessa anche chi non riesce a

riconoscere che la libertà umana può rifiutarsi di

accogliere i doni di Dio e positivamente chi sceglie

di agire in contrasto con la volontà di Dio. In una

parola il peccato può essere ammesso e riconosciuto

solo da chi crede in Dio, diversamente, al massimo,

si può riconoscere di aver sbagliato, di aver

commesso un errore anche se gravi fossero le

conseguenze per sè e per gli altri. E‟ un punto

decisivo per „qualificare‟ la vita. Paradossalmente è

proprio il peccato che permette di conoscere se

stessi, alla luce di quel Dio che ci ha creato e ci ha

redento. Addirittura, nel preconio pasquale la

Chiesa, con Sant‟Agostino, definisce „felix culpa‟ il

peccato originale Per questo chi dice di non aver

peccato è un poveraccio nel vero senso della parola.

Chi si ritiene così puro da ogni peccato da ergersi

con sufficienza davanti agli altri, al mondo e a Dio

finisce per annullarsi definitivamente. Riconoscere il

proprio peccato è il principio della propria salvezza.

Page 50: SCHEDE DI CATECHESI

ANALISI DEL PECCATO

Continuando la ricerca appena iniziata nasce

una domanda alla quale ancora risponde il

prof. Natoli: “Il peccato è ragionato o

istintivo?”

“Direi – risponde il filosofo - che il peccato,

nella sua struttura essenziale, è sempre

ragionato. San Tommaso diceva: "Omne

peccatum est volontarium", "Il peccato è della

volontà". Però ci sono delle componenti in cui

la volontà non c'entra o è coinvolta.

Abelardo – famoso filosofo e teologo del

Medioevo - aveva scritto una morale, un'etica

che aveva intitolato: "Scite te ipsum",

"Conosci te stesso". In questa morale, cerca

una definizione rigorosa del peccato, in cui si

riconosce il dialettico, lo specialista di logica,

che cerca di avvicinarsi il più possibile ad una

concettualizzazione precisa. Egli elimina dal

peccato tutto ciò che gli sembra esteriore, cioè

il desiderio e perfino l'atto, dicendo che la

vera definizione del peccato è il consenso

accordato a qualcosa che Dio vieta. Questa è

la definizione rigorosa e vera, vera perché

rigorosa, del peccato. Se si associa questa

definizione del peccato all'importanza che

Abelardo accorda alla testimonianza della

coscienza, si finisce con il sostenere - e

Abelardo lo sostiene - che se si ha coscienza

che Dio vieta qualcosa e tuttavia la si fa o,

inversamente, che Dio ordina qualcosa e non la

si fa, si pecca. Anche se ci si inganna, è

peccato agire contro la propria coscienza”.

Questa interpretazione che Abelardo dà del

peccato e che appunto poi ritorna nella formula

di Tommaso: "Omne peccatum est

volontarium", è che l'essenza del peccato sta

nel volere ciò che Dio non vuole. Quindi la

sede fondamentale del peccato è certamente la

coscienza. Ora questo tema della volontarietà

del peccato è in certo senso specificamente

cristiano, anche se larga parte era annunciato

nel mondo antico, nel mondo classico. (continua a pag. 3)

UNA PRECISAZIONE NECESSARIA

Prima di consultare il catechismo della Chiesa

Cattolica sul peccato e sul sacramento della

confessione e della riconciliazione, si è ritenuto

opportuno un’introduzione di carattere filosofico,

teologico e storico. E’ un quadro d’insieme appena

accennato che potrebbe comunque suscitare in molti

il desiderio di saperne di più, visto che si tocca

un’esperienza – il peccato – che appartiene ad

ognuno di noi. Dalla prossima scheda affronteremo

le certezze di fede relative al peccato e quindi alla

Redenzione del Cristo. Si entra così nel vivo e nello

specifico della fede cristiana.

IL PECCATO: LA TEORIA MORALE

DELL‟OPZIONE FONDAMENTALE

“Al giorno d'oggi, la comune predicazione cattolica,

salvo lodevoli eccezioni, appare spesso carente

riguardo al tema del peccato. O non se ne parla quasi

mai, oppure se ne oscura la gravità. Si teme

probabilmente di “spaventare” i fedeli, oppure di

fare, in un certo senso, un “torto” alla misericordia

di Dio. Per quanto riguarda il primo caso, è presto

detto. Si è ormai ampiamente constatato che sono

proprio i predicatori più seri e i confessori più

esigenti quelli che richiamano più gente, proprio

perché essi non partono dalla mentalità tipica dei

mass-media, così legata all‟audience, bensì, tutti tesi

a conservare integro il deposito della fede, sono

consapevoli che i cristiani, di solito, sono un piccolo

gregge che va incrementato con l‟annuncio alla

conversione. Uno dei motivi per cui si tende a

sbiadire i contorni della dottrina sul peccato è anche

la diffusione, già denunciata nell‟Enciclica Veritatis

Splendor (III, 65), della teoria dell’opzione

fondamentale di origine rahneriana. Secondo i

sostenitori di tale pensiero, il fedele che ha deciso

nella sua coscienza di seguire Dio, resterebbe un

buon cristiano, anche se gli capitasse di compiere

atti in disaccordo con la legge morale, ovvero i

cosiddetti 'peccati mortali'. È vero, infatti, che nel

nostro cuore custodiamo una scelta di fondo legata

alla nostra fede, ma essa viene verificata proprio

con i singoli nostri atti, che, in quanto umani e

liberi, sono precisamente “morali”, e come tali

decidono essi stessi della bontà o perversione

dell‟uomo e sono in grado di produrre una modifica

nella qualità della nostra interiorità, oltre che nella

realtà esterna a noi. Al contrario, «secondo alcuni

autori, il ruolo chiave nella vita morale sarebbe da

attribuire a una “opzione fondamentale”, attuata da

quella libertà fondamentale mediante la quale la

persona decide globalmente di se stessa, Gli atti

particolari derivanti da questa opzione

costituirebbero soltanto dei tentativi parziali e mai

risolutivi per esprimerla. Essi sarebbero solamente

“segni” o sintomi di essa. (Continua a pag. 3)

Page 51: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 2)

Ma nel mondo classico il peccato era

imputato, più che alla volontà,

all'intelligenza, cioè per gli antichi chi

peccava, peccava per errore, cioè non sapeva

che cos'era il bene. Da Socrate

sostanzialmente l'idea è che, se si sa che

cos'è il bene, l'uomo non pecca, perché

sarebbe irrazionale che l'uomo volesse il

proprio male. Se l'intelligenza dice: "Questo

è bene", allora è chiaro ed è razionale che io

voglia il mio bene, vuoi come bene

personale, vuoi come bene collettivo.

Quindi: "Se io faccio il male - dicevano gli

antichi - lo faccio sostanzialmente perché

sono ignorante". È l'ignoranza la ragione del

male. Però qui c'è un ragionamento più

delicato da fare, nel senso che spesso gli

uomini sanno che cos'è il bene, però non lo

realizzano. Ora c'è la celebre formula di

Ovidio: "Video bona probaque et deteriora

sequor", che è tradotta poi in italiano:

"Veggio il meglio ed al peggior m'appiglio"

da Petrarca, dove l'intelligenza vede che

cos'è il bene, però non ce la fa a seguirlo. E

qui si introduce una questione molto

importante, cioè la dinamica distorcente del

desiderio. Perché, nella dimensione del

desiderio, la spinta del desiderio è una spinta

alla propria illimitata espansione. Sulle ali

del desiderio non ci sentiamo limitati da

alcunché, ma dimentichiamo, ci sentiamo

persino onnipotenti sulle ali del desiderio,

perché siamo spinti sostanzialmente a

raggiungere ciò verso cui il desiderio ci

muove, dimenticando, in questo movimento,

che la nostra quantità di forza è una quantità

finita, Ecco la nozione precisa di

dissipazione, che, prima ancora che essere

etica, è fisica. Cioè, se noi andiamo dietro il

nostro desiderio, ci sprechiamo. Allora la

volontà dovrebbe mettere un freno alla spinta

del desiderio”

(continua da pag. 2)

Oggetto immediato di questi atti - si dice - non è il

Bene assoluto (di fronte al quale si esprimerebbe a

livello trascendentale la libertà della persona), ma

sono i beni particolari (detti anche “categoriali”).

[…] Sembra così delinearsi all‟interno dell‟agire

umano una scissione tra due livelli di moralità: da

una parte, l‟ordine del bene e del male, dipendente

dalla volontà; dall‟altra i comportamenti determinati,

i quali vengono giudicati come moralmente giusti o

sbagliati solo in dipendenza da un calcolo tecnico

personale

Si svela, nel fondo, la matrice volontaristica di

questa impostazione che non prevede una

conoscenza del bene da parte della ragione, la quale lo propone come oggetto alla volontà. Oltre a ciò, si

svuota radicalmente la responsabilità morale di

fronte ai fatti della storia. In definitiva, il martirio,

elemento centrale della vita cristiana, viene

totalmente svuotato del suo valore. Perché, infatti,

Cristo sarebbe dovuto morire in croce, quando

avrebbe potuto, in atteggiamento di costante

orientamento verso il Padre, fare così tanto bene al

mondo, restando in vita?

«Si ha, infatti, peccato mortale anche quando

l‟uomo, sapendo e volendo, per qualsiasi ragione

sceglie qualcosa di gravemente disordinato.

In effetti, in una tale scelta è già contenuto un

disprezzo del precetto divino, un rifiuto dell‟amore

di Dio verso l‟umanità e tutta la creazione: l‟uomo

allontana se stesso da Dio e perde la carità.

L‟orientamento fondamentale, quindi, può essere

radicalmente modificato da atti particolari» (ivi,

n.70). E ciò può accadere anche (anzi in modo

precipuo) per i casi di apostasia e di ateismo. L‟agire

moralmente buono, infatti, è quello in cui le scelte

della libertà sono conformi al bene, in particolare al

fine ultimo, Bene sommo, che è Dio. (continua a pag. 4)

tende a confondere Dio con il mondo e a vederlo

così sempre più implicato con il male,

coll‟attribuirgli una misericordia poco conciliabile

Page 52: SCHEDE DI CATECHESI

(continua da pag. 3)

Vale la pena ricordare anche la testimonianza di

Tommaso Moro. La questione principale allora,

oltre al divorzio di Enrico VIII, era se il capo dello

Stato poteva attribuirsi l‟autorità suprema sulla

religione di un popolo. Tutti gli arcivescovi e

vescovi, tutti i religiosi, tutte le facoltà di teologia

del regno avevano sottoscritto l‟atto di supremazia,

che consentiva al re d‟Inghilterra di non avere al di

sopra di sé alcuna autorità nel campo religioso in

Inghilterra. Gli unici che si erano opposti, una

decina di certosini, erano stati giustiziati.

Rimanevano contrari Tommaso Moro e

l‟arcivescovo di Rochester, John Fisher.

Non avrebbe fatto meglio Tommaso Moro ad

accettare, piuttosto che andare incontro a morte

certa, nella considerazione che la sua azione

politica avrebbe potuto essere più incisiva ed

efficace della sua scomparsa? E ancora, perché

opporsi al sovrano facendo correre all‟Inghilterra

il rischio di una guerra civile? Ebbene, la

considerazione del Moro fu che in quel momento

occorreva decidere che cosa era giusto fare e non

che cosa era più utile. Si deve tenere conto che

un atto, per essere buono, deve condurre anche

ad una scelta oggettivamente buona. Le

conseguenze delle scelte concrete, infatti, sono

importanti, ma non tali da decidere della bontà o

perversione dell‟atto. Insomma, si cade spesso in

un “buonismo” che tende a confondere Dio con il

mondo e a vederlo così sempre più implicato con il

male, coll‟attribuirgli una misericordia poco

conciliabile con la giustizia, a mostrare l‟uomo

sempre più “buono” o “salvabile” a buon mercato.

Questo, al fine di rendere Dio più “umano”,

accessibile alla modernità. Da qui derivano le

varie concezioni che mettono in dubbio l‟esistenza

dell‟inferno, che insinuano che l‟inferno sarebbe

vuoto, o che alla fine dei tempi anche l‟inferno

parteciperebbe alla redenzione fino a scomparire

del tutto. Non si comprende o si stigmatizza come

non “buona” la compresenza in Dio del massimo

di giustizia e del massimo di misericordia, quasi si

volesse insegnare a Dio ciò che è bene.

Ancora una domanda

QUAL‟E‟ L‟ESSENZA DEL PECCATO?

Una studentessa ha poi posto al Prof. Natoli

un‟altra domanda , che molti oggi si pongono:

“ Ho pensato –chiede la ragazza - a cosa si

intende per peccato, però non sono riuscita a

trovare una definizione, anche perché

l'essenza del peccato cambia nelle varie

epoche. Ciò che per una società è peccato

oppure che un tempo era peccato, adesso non

è più, oppure in questa società non lo è

rispetto ad un'altra. Allora come nasce il

peccato, nasce dalla religione oppure nasce

dall'etica?’

Il professore ha così risposto: “ La nozione

originaria, arcaica di peccato è collegata

fondamentalmente al tema della impurità, del

puro e dell'impuro, dove la dimensione

dell'impuro è collegata al marcio, al miasma.

Allora l'impuro è ciò che avvelena, ciò che

infetta. Modello esemplare è la peste

nell'Edipo re, che è collegata ad una colpa, la

colpa di Edipo, però si manifesta

sostanzialmente come male, in senso fisico.

Allora, l'impuro è collegato al peccato, perché

non lo dobbiamo assumere soltanto nella sua

fisicità: la corruzione, la macchia. Tenete

presente che le figure originarie a cui era

collegato strettamente l'impuro erano due: la

sessualità e il sangue, cioè l'omicidio, lo

spargimento del sangue - c'era la macchia - la sessualità, dovuta al mestruo, allo sperma, alla

nascita, secondo una formula di Agostino, cioè

si nasce tra feci e urina, cioè la dimensione

della sessualità legata alla dimensione della

corruzione. Ecco, non a caso tutte le culture

arcaiche, anche nel Levitico, erano legate a riti

di ripurificazione. Ecco la parola giusta: non

sono le cose in sé - il sangue o gli elementi o

gli escrementi - il marcio, ma il rito che li

definisce, che si chiama tabù. Ecco allora il

passaggio dall'impuro al peccato. L'impuro

diventa impuro attraverso il rito, cioè quando è

definito da qualcuno. E allora diventa peccato

perché ognuno diventa responsabile della

purgazione della propria impurità attraverso il

rito. Per esempio in Omero il sangue, la morte

non è impura. È il tabù che la rende impura. E

la rende impura per il semplice fatto che la

rende suscettibile di purificazione. Allora,

dalla dimensione naturale della corruzione, si

passa al peccato in quanto il soggetto diventa

responsabile della propria purificazione o

meno. Quindi si passa dal semifisico al morale

e quindi alla coscienza come centro.