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S.C Neuropsichiatria Infantile Direttore Dott.ssa Armida Lazzeri ADHD e disturbo del comportamento Dott.ssa Erika Innocenti Dott.ssa Lorenza D’Andrea

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S.C Neuropsichiatria Infantile

Direttore Dott.ssa Armida Lazzeri

ADHD e disturbo del comportamento

Dott.ssa Erika Innocenti

Dott.ssa Lorenza D’Andrea

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Condotte socialmente disfunzionali – mancanza di controllo in diversi ambiti o livelli.

Possono essere raggruppate e classificate come “disturbi esternalizzanti del comportamento”: i bambini imparano a dirigere verso l’esterno le loro emozioni critiche (oppositività, impulsività, iperattività e rabbia).

DIVERSO DA

COMPORTAMENTO DISTURBANTE: qualsiasi tipo di comportamento che non è adattivo rispetto alle richieste

esterne.

Disturbi del comportamento

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Disturbo da deficit d’attenzione e iperattività (ADHD)

Disturbo oppositivo provocatorio (DOP)

Disturbo della condotta (DC)

Caratteristiche comuni Difficoltà scolastiche

Difficoltà di socializzazione

Bassa stima di sé

Resistenza alla disciplina

Tratti oppositivi e provocatori

Disturbi del comportamento

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Fattori di Rischio Fattori Protettivi

Lutto, esclusione, frustrazioni Supportività

Gruppo dei pari negativo Gruppo dei pari positivo

Bande Non coinvolgimento in bande

Isolamento Coinvolgimento in attività sociali

Sovraffollamento Organizzazione e dotazione delle scuole

Basso livello socioeconomico Medio o alto livello socioeconomico

Difficoltà familiari Risoluzione dei conflitti intrafamiliari

Genitori respingenti Genitori contenitivi e comprensivi

Accesso alle armi Non accesso ad armi

Fattori di rischio e protettivi (Vitiello e Stoff, 1997; Frazier, 2000)

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Tendenza costante ad un’azione o reazione aggressiva, impulso spontaneo, manifestazione della forza vitale che può trasformarsi in

grinta. Dimensione normale della psiche.

DIVERSO

Violenza uno degli esiti possibili dell’aggressività

Risulta necessario, quindi, interrogarsi sull’INTENZIONALITA’ – un comportamento apparentemente aggressivo può in realtà avere motivazioni diverse dal desiderio di danneggiare altri.

Aggressività

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Trasgressività

Caratteristica universale dell’adolescenza, fisiologica e legata al sistema di valori che può cambiare nel tempo

Espressione del desiderio di crescita e di maggiore autonomia

VS

Segnale di disagio individuale, familiare e sociale

GESTO TRASGRESSIVO

Necessità di comprenderne il significato simbolico

BISOGNO sottostante

Fantasia di recupero maturativo (Novelletto)

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Permissivismo: è caratterizzato da una mancanza di regole definite, che impedisce al bambino di capire quali saranno le risposte alle sue azioni.

Incoerenza: gli adulti mancano di tempismo nei loro interventi, alternano punizioni e ricompense senza una ragione precisa, lasciandosi molto condizionare dai loro stati d’animo.

Rifiuto: si trascura il ragazzo, si esercita su di lui uno scarso controllo, e nei suoi riguardi si nutrono aspettative molto basse. Il rapporto è freddo e poco comunicativo.

Disinteresse: forse per la volontà di non apparire opprimenti, gli adulti lasciano molta libertà al bambino, arrivando a non mostrare il giusto grado di interesse per le sue attività, i suoi pensieri, i suoi stati d’animo.

Uso eccessivo delle punizioni: La punizione non farà altro che rafforzare ancor più la sua tendenza, in quanto egli imparerà dai loro modello comportamentali, che l’aggressività è il mezzo più utile per imporre la propria volontà.

Iperprotezione: ostacola la crescita perché può rendere il soggetto poco sicuro di se stesso, può determinare atteggiamenti di ribellione capaci di sfociare in vere e proprie condotte aggressive, con rifiuto dell’autorità.

Stili educativi a rischio

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Rifiuto delle regole Scarsa o assente tolleranza alla frustrazione Litigi con adulti e coetanei Azioni deliberate che causano fastidio ad altri Umore collerico ed irritabile Attribuzione del proprio cattivo comportamento ad altri Assunzione di atteggiamenti sprezzanti e vendicativi Utilizzo di linguaggio scurrile

Talvolta l’ambiente è responsabile di questo tipo di atteggiamento del bambino

Spesso sono presenti modalità educative del tutto prive di autorevolezza: la gestione dei conflitti sembra essere in mano al bambino e l’adulto risulta incapace di “arginare” la crisi del bambino e di definire alcune semplice regole quotidiane per favorire una maggiore tolleranza alla frustrazione.

DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO

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Maestria nel fare andare a monte qualsiasi tipo di attività, anche se ben organizzata

Innervosisce i compagni

Atteggiamento di passivo rifiuto nei confronti di chiunque cerchi di avvicinarsi

Resistenza verbale – “non può dirmi quello che devo fare”

Attirare l’attenzione dei compagni facendo commenti spregevoli sull’insegnante o imitandone i gesti

Guarda in un’altra direzione quando si parla con lui

Se rimproverato fa finta di niente o fingere di ascoltare tacitamente e scoppiare a ridere proprio nel momento in cui si credeva di averlo intimorito.

Caratteristiche

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Poco inclini alla collaborazione di squadra e all’alternanza di turni.

Si intromettono negli spazi d’azione dei compagni, impedendone la partecipazioni ai giochi comuni.

Comandano e tentano di imporre la propria volontà ad ogni costo, arrivando ad aggredire con insulti e minacce.

RIFIUTO

risulta molto difficile acquisire quelle competenze sociali che si apprendono attraverso le relazioni con il prossimo.

L’immagine di sé è molto svalutante, si considera un incapace, indegno dell’amore altrui e crede che nessuno mai gli potrà essere amico.

Si sente rifiutato – sa di essere lui stesso la causa del suo isolamento – bassa autostima e dei Disturbi dell’Umore.

Relazione tra pari

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Comportamento in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole appropriate per l’età vengono violate.

AGGRESSIONI A PERSONE O ANIMALI

DISTRUZIONI DELLA PROPRIETA’

FRODE O FURTO

GRAVI VIOLAZIONI DI REGOLE

DISTURBO DELLA CONDOTTA

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Travisare le intenzioni degli altri, le considerano più ostili e minacciose del vero, e ritengono ragionevole reagire con violenza.

Atteggiamento prepotente e intimidatorio, con colluttazioni fisiche e, in casi estremi, possono arrivare a far uso d’armi.

A causa della loro incapacità ad instaurare relazioni durevoli, si ritrovano spesso ad essere isolati, quindi cercano rifugio nelle bande, in genere composte da delinquenti e criminali in erba, aggravando ancor più la loro condizione.

Il disturbo della condotta è associato ad una scarsa inibizione sessuale, al precoce utilizzo di sostanze illecite, di fumo ed alcool, ad attività molto pericolose, a idee e tentativi di suicidio.

Caratteristiche

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VALORIZZAZIONE come sostegno alla costruzione del Sé di un ruolo sociale e sessuale

CONTROLLO come aiuto a regolare gli impulsi

RIFLESSIONE per capire i bisogni evolutivi

LEGAME come antidoto alla chiusura e all’insensibilità

RESPONSABILITA’ rispetto alle scelte/decisioni

Ruolo degli adulti

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REAGIRE AL COMPORTAMENTO producendo paura, colpevolizzando e ipercontrollando ha effetto iatrogeno e aumenta i comportamenti aggressivi e distruttivi.

INTERVENIRE SUI FATTORI DI RISCHIO aiutare l’adolescente ad integrare competenze e capacità in termini compensatori. È utile ma parte dalla visione che ci sia un deficit del pensiero, rischio: temporaneità.

INTERVENIRE SUL BISOGNO SOTTOSTANTE AL COMPORTAMENTO DISFUNZIONALE aiutando a fornire soluzioni alternative, esprimendo le intenzioni consce ed inconsce. Cambio di prospettiva: si crea alleanza.

Risposte possibili

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EVITARE LE FORME: PRIMA DI AGIRE, PENSA!

FAI! AGISCI!

MA SCEGLI LA COSA GIUSTA CHE TI PERMETTE DI REALIZZARTI!

PER CONCLUDERE…

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COMPORTAMENTO MANIFESTATO

L’unica soluzione a disposizione per far fronte ai bisogni e per affrontare i compiti evolutivi richiesti dalla crescita

È bene ricordare…

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DALLA TEORIA ALLA PRATICA

Strategie scolastiche

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In classe: chi è il ragazzo oppositivo provocatorio?

Aggressività

Rabbia

Insofferenza

In lotta con tutti

GIUDIZIO NEGATIVO

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Cosa c’è sotto?

Infelicità

Insicurezza

Rapporti problematici BASSA

Continui rimproveri AUTOSTIMA

Senso di inadeguatezza

Difficoltà scolastiche

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Spirale negativa

Etichettature, brutte figure, critiche, esclusioni

Abbassamento dell’autostima

Perdita della motivazione

Insuccesso scolastico

Strategie di difesa, insuccesso, complesso di inferioristà, disistima di se stesso

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Il disturbo e la scuola

Richieste della scuola

Non chiaccherare Non disturbare Telefono spento Puntualità Attenzione Rispettare i compagni

Bisogni e fatiche del ragazzo

Spirale negativa Problemi di autoregolazione Comportamenti oppositivi Carico attentivo prolungato

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Cos’è il comportamento problematico?

E’ quel comportamento, quella reazione, che non si riesce a tollerare o ignorare!

Non tutti i comportamenti sono problematici.

Dipende dalla possibilità di tollerarli o ignorarli – fenomeno di estinzione.

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Come può comportarsi l’adulto?

Non esprimere le proprie emozioni di fastidio e paura – se percepiti dal ragazzo, potrebbero alimentare ancora di più il suo comportamento.

Non ostentare la propria autorità con risposte sfidanti – potrebbe innescare una sfida senza fine, che potrebbe degenerare in assenza di un rapporto di fiducia e stima.

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Tutelare il ragazzo

Tutelare i compagni

Tutelare se stessi

TUTELARE!

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Come aiutarli in classe?

Ciò che succede prima del comportamento lo influenza (fattore scatenante)

Ciò che succede dopo influenza le probabilità che tale comportamento venga ripetuto

ANTECEDENTE

COMPORTAMENTO PROBLEMATICO

CONSEGUENZA

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Interventi sugli ANTECEDENTI

Intervento PREVENTIVO

Evitare lo scontro Cercare un compromesso Delegare un piccolo compito

Intervento AMBIENTALE

(1) Regole (2) Routine (3) Disposizione in classe

NB: un ambiente strutturato diventa facilmente prevedibile e controllabile

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(1) Le REGOLE

Poche, brevi, chiare e precise

Scritte con accezioni positive

Sempre visibili

Coinvolgimento nella definizione

Interventi sugli ANTECEDENTI

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(2) Le ROUTINE

Cosa sono Sono delle sequenze di azioni, delle abitudini acquisite lentamente nel corso della vita scolastica.

A cosa servono Servono a orientare il ragazzo al percorso che sta seguendo, aiutandolo a gestire le proprie risorse attentive.

Aiutano a sapere in anticipo cosa accadrà dopo aver terminato il compito che sta svolgendo.

Più vengono acquisite, più i ragazzi sono in grado di prevedere tempi e richieste

Interventi sugli ANTECEDENTI

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(3) DISPOSIZIONE della CLASSE

Occorre tener conto: Delle caratteristiche dei ragazzi, Dei compagni di banco, avvicinandoli a modelli positivi

Evitare i banchi centrali

Evitare fonti di distrazione

Evitare posizioni non visibili

Favorire la visibilità

Facilmente raggiungibile

Favorire scambi di sguardi insegnante-alunno

Interventi sugli ANTECEDENTI

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Comportamenti POSITIVI

Occorre individuare i comportamenti positivi che sono ritenuti più importanti in base al concetto educativo-scolastico.

E’ importante individuare pochi comportamenti da gratificare ogni volta che si manifestano.

Interventi sulle CONSEGUENZE

Comportamenti NEGATIVI

Occorre ignorare i comportamenti inadeguati non gravi, i quali spesso sono utilizzati per attirare l’attenzione.

Ciò non è possibile quando il comportamento è pericoloso o talmente disturbante da non poter essere ignorato.

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I RINFORZI

Cosa sono Qualsiasi evento, oggetto, situazione che favorisce la ricompensa di un’azione.

Gratificazione → è più probabile che l’individuo manifesti ancora quel comportamento.

Elogiare un comportamento corretto è più importante che rimproverarne uno sbagliato.

Interventi sulle CONSEGUENZE

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I RIMPROVERI

Cosa sono Metodo educativo di correzione, una sanzione per un comportamento scorretto. Scopo: ridurre la probabilità che il ragazzo ripeta il comportamento cui vengono applicati.

Consigli

Applicarli in privato Non formulare giudizi Spiegare le motivazioni che rendono sbagliata la condotta Suggerire modalità comportamentali alternative e i vantaggi

NB: I rimproveri hanno degli aspetti negativi che anno considerati prima di assegnarli – ansia, disagio e disturbo emozionale.

Interventi sulle CONSEGUENZE

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Cosa sono Strategie volte a favorire il manifestarsi di comportamenti adeguati in classe.

Tecniche per controllare e decrescere comportamenti problematici e pericolosi.

Contratto educativo

Time out

STRATEGIE EDUCATIVE

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Cos’è Un accordo tra insegnante ed alunno. Prende la forma di un vero a proprio contratto redatto dal ragazzo.

A cosa serve Serve per concordare e registrare le azioni che il ragazzo si impegna a compiere e le gratificazioni a cui può avere accesso onorando il contratto.

CONTRATTO EDUCATIVO

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Cos’è Sospensione di ogni possibile fonte di rinforzo, attenzione, portando il ragazzo in un luogo tranquillo, privo di stimoli e interesse.

Prima della sua applicazione deve esserci una contrattazione tra le parti, in modo che l’applicazione sia immediata e priva di aggressività.

La durata non deve superare i 3 / 4 minuti.

A cosa serve Permettere al ragazzo di recuperare la calma, interrompendo un comportamento inadeguato e riflettendo su modi diversi di comportarsi.

TIME OUT

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I ragazzi chiedono di essere “visti” ed accettati

L’insegnante dovrebbe: - conoscere e accettare le difficoltà; - riconoscere le qualità che permettono di apprezzare ciò che il ragazzo può e sa fare; - aiutarlo a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà; - aiutarlo a gestire meglio rabbia e aggressività.

CONCLUSIONI

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Crescita dell’autostima

Miglioramento delle prestazioni

Crescita della motivazione

Miglioramento della competenza relazionale

Miglioramento della percezione di sé e della capacità di autovalutarsi

SPIRALE POSITIVA

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GRAZIE DELL’ATTENZIONE!