SANITALIA 003

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ANNO I - NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009 www.sanitaliaweb.it L’agopuntura è una delle più importanti e conosciute tra le tecniche terapeutiche della Medicina Tradizionale Cinese. Essa viene usata nella pratica medica comune in Cina da più di 2500 anni, sia come terapia a se stante sia come supporto ad altri interventi, come ad esempio quello farmacologico o quello fisico/riabilitativo. Da alcuni anni sta emergendo da più settori della ricer- ca biomedica occidentale un orientamento volto a favori- re l’integrazione tra la medicina occidentale e la medici- na tradizionale cinese. L’agopuntura si è dimostrata ef- ficace in un ampio spettro di patologie e la richiesta per questo tipo di terapia è in aumento nel mondo occiden- tale, anche in virtù del fatto che l’agopuntura ... POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. N°46 DEL 27/02/04) ART. 1 COMMA 2 E 3- DCB CASERTA ANNO I Spese sanitarie alle stelle e bassa qualità dei servizi in Campania, Sicilia e Puglia. Friuli-Venezia Giulia e Umbria in positivo Sud malato di inefficienza LA ‘SCATOLA NERA’ DELLE DIFFERENZE REGIONALI NEL QUADERNO CERM. PAESE SPACCATO di Luigi Aloe, Marco Fiore, Luigi Manni* l intervento 03 PAGINA Medici italiani in prima fila contro la leucemia 23 PAGINA Top dell’ortopedia al ‘San Francesco’ 10 PAGINA Veterinari: no a punizioni e coercizione sui cani SPECIALE Tutti i numeri della sanità italiana 14 DA PAGINA ALLARME HIV Aumento delle donne sieropositive 18 A PAGINA ALIMENTAZIONE Nuova "Piramide Mediterranea” 04 A PAGINA L’Agopuntura migliora l’apprendimento la di vignetta covino la pillola per l'aborto non chirurgico PAG 22 (continua a pagina 12) AUMENTO DI INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA PER LE DONNE GIOVANI

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Il magazine della sanità pubblica e privata in Italia

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Page 1: SANITALIA 003

ANNO I - NUMERO 3 - NOVEMBRE 2009www.sanitaliaweb.it

L’agopuntura è una delle più importanti e conosciutetra le tecniche terapeutiche della Medicina Tradizionale

Cinese. Essa viene usata nella pratica medica comunein Cina da più di 2500 anni, sia come terapia a sestante sia come supporto ad altri interventi, come ad

esempio quello farmacologico o quello fisico/riabilitativo.Da alcuni anni sta emergendo da più settori della ricer-ca biomedica occidentale un orientamento volto a favori-

re l’integrazione tra la medicina occidentale e la medici-na tradizionale cinese. L’agopuntura si è dimostrata ef-ficace in un ampio spettro di patologie e la richiesta perquesto tipo di terapia è in aumento nel mondo occiden-

tale, anche in virtù del fatto che l’agopuntura ...

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. N°46 DEL 27/02/04) ART. 1 COMMA 2 E 3- DCB CASERTA ANNO I

Spese sanitarie alle stelle e bassa qualità dei servizi in Campania, Sicilia e Puglia. Friuli-Venezia Giulia e Umbria in positivo Sud malato di inefficienzaLA ‘SCATOLA NERA’ DELLE DIFFERENZE REGIONALI NEL QUADERNO CERM. PAESE SPACCATO

di Luigi Aloe, Marco Fiore, Luigi Manni*l’intervento

03PAGINA Medici italiani in prima

fila contro la leucemia 23PAGINA Top dell’ortopedia

al ‘San Francesco’ 10PAGINA Veterinari: no a punizioni

e coercizione sui cani

SPECIALE

Tutti i numeridella sanità italiana

14DA PAGINA

ALLARME HIV

Aumento delledonne sieropositive

18A PAGINA

A L I M E N TA Z I O N E

Nuova "PiramideMediterranea”

04A PAGINA

L’Agopuntura migliora l’apprendimento

la divignetta covino la pillola per l'aborto non chirurgico

PAG

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(continua a pagina 12)

AUMENTO DI INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA PER LE DONNE GIOVANI

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Page 3: SANITALIA 003

Decitabina contro la leucemia

Onida: parte in Italia il primo studioa livello mondiale per dimostrarel’efficacia del nuovo farmaco

MILANO – Si è concluso con il Sim-

posio Presidenziale presieduto dal

presidente della Società italiana di

ematologia, professor Sergio Amado-

ri, e, dal vicepresidente Sie e presi-

dente del Comitato Organizzatore del

42° Congresso Sie, professor Giorgio

Lambertenghi Deliliers, il 42° Con-

gresso Nazionale Sie tenutosi a Mila-

no nelle giornate 18-21 ottobre 2009.

Il dottor Francesco Onida ha parlato

sul tema “disordini mielodisplasti-

ci/mieloproliferativi: dalla biologia

alla clinica”. Onida ha ricordato co-

me nel 2001 è stata creata una nuova

categoria di malattia oncoematologi-

ca che vede riunite le sindromi mielo-

displastiche e mieloploriferative. Pri-

ma infatti esse venivano considerate

divise e sono state riunite in un’unica

categoria in quanto pre-

sentavano alcune carat-

teristiche comuni. Le

malattie sono: leucemie

mielomonocitica croni-

ca; leucemia mieloide

cronica atipica; leuce-

mia mielomonocitica

giovanile. Queste ma-

lattie sono infatti caratterizzate da

una prognosi infausta; tutto questo in

quanto sino ad oggi non si sono rea-

lizzati studi che possano portare allo

sviluppo di strategie terapeutiche

adeguate per queste malattie.

Onida per questo ha annunciato che

sta per partire in Italia il primo studio

a livello mondiale che dimostrerà

l’efficacia di un nuovo farmaco che

appartiene alla classe degli Ipometi-

lanti il cui nome è Decitabina.

Questo studio è il primo al mondo nel

quale sono stati arruolati malati di

leucemia mielomonocitica cronica

per determinare l’efficacia del farma-

co.

La Fondazione “Matarelli” di Milano

presieduta dal professor Elio Polli ha

promosso gli studi biologici volti a

caratterizzare i pazienti con questa

malattia.

Il Progetto è coordinato dalla profes-

soressa Valeria Santini dell’Universi-

tà degli Studi di Firenze mentre il

gruppo di Milano sarà coordinato

dalla stesso Onida.

Il professor Fabrizio Pane (Napoli) è

intervenuto su: “Leucemie Ph+ acute

e croniche: meccanismi di leucemo-

genesi e necessità cliniche differen-

ti”. Il suo intervento è stato incentra-

to sulle neoplasie del sistema emopo-

ietico. I tumori del sangue rappresen-

tano un modello rispetto all’oncolo-

gia umana; sono stati infatti i primi a

essere stati studiati dimostrando co-

me tutte le neoplasie abbiano origine

da un’alterazione del patrimonio ge-

n e t i c o .

Questi tu-

mori sono

stati curati

dai cosiddetti farmaci

intelligenti (ora definiti

biologici). Questa nuo-

va categoria sta cam-

biando radicalmente la

storia dei tumori.

Importante nel mondo

scientifico è la prova di

concetto; tale prova che

prima era possibile solo in laborato-

rio ora lo è anche per i pazienti. I pa-

zienti prima avevano un’aspettativa

di vita di 5 anni attraverso le migliori

terapie possibili. Ora, in solo 1 anno

con questi farmaci si è raggiunta

un’aspettativa di 30 anni, 6 volte su-

periore a prima. Su 600 pazienti con-

siderati dopo 7 anni risultano in vita

per il 92% (considerando anche cause

non connesse alla malattia).

Si capisce quindi come l’aumento

delle aspettative di vita ha al contem-

po permesso un importante sviluppo

della qualità di vita, rendendola simi-

le a una persona normale.

Un capitolo a parte si ha per quanto

concerne la versione acuta di cui in-

cominciamo a conoscere la patogene-

si.

In ultimo il professor Corrado Tarella

(Torino) ha parlato della “Terapia in-

tensiva con autotrapianto nel linfoma

follicolare: implicazioni cliniche e

biologiche”.

L’Italia è infatti stata la prima nazio-

ne a livello mondiale ad adottare

l’autotrapianto con cellule staminali

del sangue periferico. L’esposizione

di Tarella è un aggiornamento di stu-

di cominciati 20 anni fa e

sono estremamente origi-

nali in quanto nati in Italia.

Un primo studio condotto

dallo stesso professore e

dal collega Gianni fu pub-

blicato da Lancet nel 1989

ed ha ottenuto – ad oggi –

750 citazioni in letteratura.

Oggetto delle analisi di Ta-

rella i linfomi follicolari

che un tempo venivano

considerati come malattie

inguaribili. Gli studi sono stati con-

dotti in primo luogo a Torino e suc-

cessivamente – sempre in Italia –

presso Gitmo e successivamente Git-

mo IIL. Ad oggi la casistica è formata

da 170 pazienti seguiti in un arco di

tempo di 20 anni (in genere i risultati

raccolti riguardano 1 o 2 anni).

Il dato più importante nel tempo è

che circa il 50% sono persone che

non hanno più subito chemioterapia e

dalle analisi di controllo - alcune

delle quali molto sofisticate con l’im-

piego di biologia molecolare – per-

mettono di poter far pensare che sia-

no guarite.

Il messaggio lanciato dal professor

Tarella nel corso del suo intervento è

che i linfomi devono essere trattati

per cercare di guarirli e oggi forse è

più facile in quanto forse non più ne-

cessario il trapianto se non in casi

particolari. I dati portati a Congresso

portano ad alzare sempre più l’obiet-

tivo di guarigione: in futuro 100%,

oggi 50%, ieri 0%.

Tutto questo è stato permesso in

quanto la qualità della ricerca emato-

logica in Italia è elevata.

La Società italiana di ematologia,

fondata nel 1934 da Adolfo Ferrata,

Giovanni Di Guglielmo e Paolo In-

trozzi, si è costituita a Pavia il 23

giugno 1935. Si tratta quindi di una

delle prime Società di ematologia uf-

ficiali in Europa e nel mondo. La Sie

ha lo scopo di contribuire al progres-

so e allo sviluppo dell'Ematologia.

Collabora e cura il coordinamento

con le autorità sanitarie europee, na-

zionali, regionali e locali, con gli isti-

tuti di Ricerca, con le Università, con

gli Ordini professionali, con le altre

Società scientifiche e con le Associa-

zioni di volontariato operando: in

ambito igienico-sanitario con partico-

lare riguardo alla prevenzione delle

malattie del sangue; nell'assistenza ai

malati ematologici, con particolare

attenzione alle funzioni del personale

e alle caratteristiche e qualità delle

strutture pubbliche e private; nella

formazione degli studenti e degli spe-

cializzandi in collaborazione con le

Università; nell'aggiornamento, ge-

stendo e coordinando attività educati-

ve e di formazione permanente per

gli associati con programmi annuali

di attività di Ecm; nel promuovere la

ricerca clinica e di base, attraverso la

pubblicazione e la diffusione degli

studi; nella diffusione del sapere

ematologico sia a livello scientifico

che professionale, organizzando e pa-

trocinando congressi e riunioni disci-

plinari e interdisciplinari, elaborando

e aggiornando linee-guida per la dia-

gnosi e la terapia delle malattie del

sangue, promuovendo sia studi e ri-

cerche scientifiche finalizzati, che

rapporti di collaborazione con altre

Società ed Organismi scientifici.

www.siematologia.it

|NOVEMBRE 2009 t3 tt

LA SCOPERTA

A partire da sinistra:Sergio Amadori,

presidente Sie; il dottorDavide Rossi (premiato);

il professor GiorgioLambertenghi Deliliers.

Sulla destra: BrunoAzzolini, direttore

della BUBiopharmaceuticals

di Janssen-Cilag SpA(foto di G. Arrighi)

www.italiainweekend.itSFOGLIALO SU

www.italiainweekend.itSFOGLIALO SU

Page 4: SANITALIA 003

ROMA - C’è la nuova piramide

alimentare della dieta mediterra-

nea. È stata presentata a conclu-

sione della III Conferenza interna-

zionale Ciiscam (Centro interuni-

versitario internazionale di studi

sulle culture alimentari mediterra-

nee) in collaborazione con l’ Inran

(Istituto nazionale di ricerca per

gli alimenti e la nutrizione).

Scienziati del Mediterraneo ed

esponenti di istituzioni internazio-

nali presenti alla Conferenza, te-

nutasi a Parma il 3 novembre, si

sono confrontati sull’evoluzione

della dieta mediterranea e hanno

elaborato la nuova piramide ali-

mentare per la dieta mediterranea

moderna.

«È la prima volta che, alla base di

una piramide, vi sono cereali, ver-

dura e frutta, cioè alimenti di ori-

gine vegetale - afferma soddisfatto

il professor Carlo Cannella, presi-

dente dell’Inran -. Ed è la prima

volta che la piramide MD viene

strutturata con gli alimenti che

compongono un pasto principale

alla base e, via via a salire, gli altri

alimenti necessari a completare il

pasto, distribuiti, a seconda che la

frequenza di consumo consigliata

sia giornaliera o settimanale».

La nuova piramide della dieta me-

diterranea moderna, rivolta a tutti

gli individui di età compresa tra i

18 e i 65 anni, tiene conto del-

l’evoluzione dei tempi e della so-

cietà, evidenziando l’importanza

basilare dell’attività fisica, della

convivialità a tavola e dell’abitu-

dine di bere acqua e suggerendo di

privilegiare il consumo di prodotti

locali su base stagionale.

«È una dieta mediterranea rivisita-

ta all’insegna della modernità e

del benessere, senza trascurare pe-

rò le diverse tradizioni culturali e

religiose e le differenti identità na-

zionali.

La nuova piramide - conclude

Cannella - può davvero rappre-

sentare una macro-struttura in gra-

do di adattarsi alle esigenze attuali

delle popolazioni mediterranee,

nel rispetto di tutte le varianti lo-

cali della dieta mediterranea».

Viene così sottolineato il valore

strategico della candidatura della

dieta mediterranea come Patrimo-

nio Culturale Immateriale del-

l’Umanità dell'Unesco.

NUOVA PIRAMIDE ‘MEDITERRANEA’Presentata a conclusione della III Conferenza internazionale Ciiscam-Inran di Parma

|NOVEMBRE 2009 t4 tt

ALIMENTAZIONE

Nuova piramide alimentare della dieta mediterranea

Page 5: SANITALIA 003

ROMA - Ambulatori di musicoterapia:

una realtà nelle strutture dell’Ini. Inte-

ressate le cliniche di Villa Dante, Fonte

Nuova e Veroli. Giovedì 5 e venerdì 6

novembre 2009 le prime due giornate

inaugurali. Gli ambulatori di musicote-

rapia hanno preso regolare avvio in tre

cliniche del Gruppo Ini: Villa Dante di

Guidonia (Roma), Villa

Alba Fonte Nuova di Fon-

te Nuova (Roma) e Villa

Alba Veroli di Veroli (Fro-

sinone). Per Villa Dante

previste due giornate inau-

gurali: giovedì 5 e venerdì

6 novembre 2009, a partire

dalle ore 16,00 in entrambi

i giorni.

Gli ambulatori di musico-

terapia sono inseriti all’in-

terno del Servizio ambula-

toriale per l’Età Evolutiva,

diretto dalla dottoressa

Maria Nicoletta Aliberti,

neuropsichiatra infantile;

le sedute di musicoterapia,

invece, sono tenute dalla

dottoressa Maria Emerenziana D’Ulis-

se, psicologa, psicoterapeuta, docente

presso il Corso di specializzazione in

MT del Conservatorio de L’Aquila non-

ché membra del direttivo dell’Associa-

zione italiana professionisti della Musi-

coterapia.

«La musicoterapia - spiega D’Ulisse -, è

una disciplina scientifica all’interno del-

la quale, negli ultimi cinquant’anni cir-

ca, sono stati identificati metodi e tecni-

che di intervento diverse. Essa, infatti,

viene concepita come uno specifico ap-

proccio applicato ad aree diverse, pro-

prie dell’essere umano, come quella co-

gnitiva, comportamentale ed emotivo-

affettiva».

Il presupposto di fondo della musicote-

rapia è il seguente: utilizzare il linguag-

gio corporo-sonoro-musicale quale vali-

do strumento espressivo e comunicati-

vo, utilizzabile in alternativa al linguag-

gio verbale.

«La musicoterapia - aggiunge D’Ulisse

- diventa, quindi, quell’attività clinica

che, sviluppando una relazione tra tera-

pista e utente, attraverso l’utilizzo della

comunicazione corporo-sonoro-

musicale e la conseguente apertura di

nuovi canali di comunicazione (quali

sono tutti quelli che appartengono al

mondo del non verbale). Favorisce

l’espressione, l’integrazione e l’elabora-

zione dei bisogni e dei vissuti della per-

sona, insieme all’acquisizione di nuove

modalità di comunicazione con se stes-

so, con il proprio nucleo familiare e con

il mondo esterno, al fine di migliorarne

la qualità della vita».

«La musicoterapia - precisa Aliberti -,

non si pone alcun obiettivo rispetto al-

l’acquisizione di compe-

tenze musicali specifiche

né ricerca risultati validi ri-

spetto a canoni estetici uni-

versalmente riconosciuti.

E’ una metodologia che si

affianca ad altre di tipo me-

dico, psicologico e sanita-

rio in un quadro di presa in

carico globale del paziente.

L’intervento di musicotera-

pia, quindi, deve potersi in-

tegrare nel progetto educa-

tivo già in atto, e non con-

notarsi come un evento iso-

lato. Esso può contribuire

al lavoro riabilitativo attra-

verso l’utilizzo di tecniche

di osservazione, di ascolto e di interven-

to, centrate sulla comunicazione non

verbale, espressa attraverso i suoni e i

ritmi personali. In generale può trovare

maggiore spazio e peso terapeutico nei

casi in cui il problema presentato dal

paziente coinvolga in maniera specifica

gli aspetti della comunicazione, ma an-

che dell’attenzione in genere e del ritar-

do psicomotorio, con particolare riferi-

mento a deficit di coordinazione fine e

grosso motoria».

Aprirsi alla musicoterapia, per gli esper-

ti, è una valida opportunità per i piccoli

utenti del Servizio ambulatoriale per

l’Età Evolutiva.

«La presa in carico in musicoterapia

prevede un momento di valutazione in-

dividuale del paziente per evidenziare

che siano presenti i prerequisiti per lo

svolgimento di un percorso terapeutico

efficace per il bambino. Anche la fami-

glia viene attivamente coinvolta nel mo-

mento valutativo e, se necessario, anche

nello svolgimento del processo musico-

terapico», conclude Aliberti.

Musicoterapia nelle cliniche Ini

TECNICHE ALTERNATIVEAL LINGUAGGIO VERBALE

|NOVEMBRE 2009 t5 tt

ARTI CURATIVE

AOSTA - Piccoli libri da leggerein 5-6 minuti per mitigare iltempo d’attesa passivo. Raccontibrevi e poesie, con trama leggerae ironica, scritti da autori nazio-nali e regolarmente editi conl’apposizione del codice Isbn(International Standard BookNumber).L’obiettivo del progetto, volutodall’Azienda Usl della Valled’Aosta e ideato da Edizioni Cin-quemarzo di Viareggio, è quellodi alleggerire il peso dell’attesa

agli utenti e avvicinare i cittadinialla lettura al fine di umanizzaresempre più gli ambienti sanitari.I libri (10 diversi titoli) sono

stati collocati su appositi totemben riconoscibili (vi è il logoaziendale e quello di EdizioniCinquemarzo) e un cartello dabanco fornisce le necessarie in-dicazioni ai fruitori, a comin-ciare dalla restituzione del libro,dopo il suo utilizzo, al fine direnderlo disponibile ad altriutenti. Il progetto di comunica-

zione e di promozione della cul-tura è stato avviato a metà otto-bre. In via sperimentale gliespositori con i “libri d’attesa”sono stati collocati nelle seguentisale d’aspetto: Piastra ospedale“Umberto Parini”; Pronto Soc-corso; Radiologia; Piastra sededi Beauregard; Atrio via GuidoRey, 1 (CUP e Ufficio Scelta eRevoca); Ambulatorio Diabetolo-gia via Guido Rey, 1; Poliambu-latorio Distretto 2 – Aosta (viaGuido Rey, 1).

“Libri d’attesa” nelle sedi sanitariePer umanizzare gli ambienti di cura

CULTURA E TERAPIA DALL’USL DELLA VALLE D’AOSTA

Page 6: SANITALIA 003

di Anselmo Tagliacozziu

Strumentazioniper 525mila eurodonate graziea “La NostraMirandola” Onlus

MIRANDOLA (MODENA) - Inaugurate laTac e le nuove attrezzature del Pronto Soc-corso. Attrezzature, per un valore comples-sivo di oltre 525mila euro, donate grazie al-l’iniziativa dell’associazione “La NostraMirandola” Onlus.Una Tac di ultima generazione che arric-chisce la dotazione tecnologica della Ra-diologia e nuove attrezzature per il Prontosoccorso che consentono un significativoausilio ai professionisti nel trattamento delpaziente critico.Sono le importanti donazioni a favore del-l’ospedale di Mirandola, frutto ancora unavolta delle sinergia fra Azienda Usl, volon-tariato, aziende e privati cittadini. Vero mo-tore dell’iniziativa è l’associazione “La No-stra Mirandola” Onlus che per l’acquisizio-

ne della nuova Tac, del valore di 500milaeuro, è riuscita a coinvolgere la comunitàmirandolese, aziende della provincia di Mo-dena e anche di altre province limitrofe.«L’iniziativa è dell’imprenditore mirandole-se Roberto Zaccarelli – spiega la responsa-bile dell’associazione, Nicoletta Vecchi Ar-bizzi -. Lui si è reso garante dell’intero fi-nanziamento, e gli altri sottoscrittori hannoman mano contribuito all’operazione.Esprimiamo la nostra gratitudine e ricono-scenza a tutti i donatori che hanno permes-so la riuscita dell’iniziativa che testimoniaancora una volta la generosità e l’attenta econcreta collaborazione della comunità mi-randolese e non, per una sanità di alto pro-filo. Ringraziamo anche il donatore, chevuole restare anonimo, per aver reso possi-

bile l’acquisto di attrezzature destinate alPronto Soccorso».Al Pronto Soccorso sono state donate varieattrezzature del valore di 25mila euro. Sitratta di saturimetri (strumento per il moni-toraggio di base delle funzioni vitali), pom-pe volumetriche e a siringa per la sommini-strazione di farmaci e un laringoscopio otti-co (strumento per facilitare l’intubazionedel paziente).Grazie alla nuova Tac, già operativa dalloscorso giugno presso l’Unità operativa diRadiologia, sono stati realizzati oltre 2.500esami. Si tratta di un’apparecchiatura di ul-tima generazione - un tomografo compute-rizzato a 32 strati, espandibile a 64 strati -che permette di eseguire gli esami riducen-do il tempo.

Traguardo raggiunto dai medici-ricercatori dell’Irccs Fondazione “Salvatore Maugeri” di PaviaHepasphere contro il cancro del fegatoAll’interno della neoplasia mediante microsfere embolizzanti

|NOVEMBRE 2009 t6 tt

LA SPERANZA

TAC E NUOVE ATTREZZATURE ALL’OSPEDALE DI MIRANDOLA

PAVIA - I medici ricercatori dell’Uo di

Oncologia Medica II dell’Irccs (Istituto

di ricovero e cura a carattere scientifico)

Fondazione S. Maugeri di Pavia, in col-

laborazione con il dipartimento di Ra-

diologia Interventistica dell’Irccs Poli-

clinico San Matteo, hanno sperimentato

l’impiego dell’oxaliplatino, noto agente

antitumorale, nei tumori primitivi del

fegato e delle vie biliari veicolandolo

direttamente all’interno della neoplasia

mediante microsfere embolizzanti.

Bloccare il nutrimento al tumore con

farmaci efficaci indirizzati direttamente

al suo interno, minimizzando gli effetti

collaterali: questo il traguardo raggiun-

to dai medici ricercatori dell’Uo di On-

cologia Medica II dell’Irccs Fondazione

“Salvatore Maugeri”, già pubblicata

nelle riviste scientifiche Anticancer Re-search e Cardiovascular and Interven-tional Radiology.

Il gruppo di ricerca, attivo nella lotta

contro l’epatocarcinoma ed il colangio-

carcinoma, ha sperimentato l’utilizzo

dell’oxaliplatino, un farmaco chemiote-

rapico già noto, impiegato nella terapia

di vari tipi di tumore e gravato da effetti

collaterali per l’intero organismo, vei-

colato però attraverso particolari micro-

sfere (hepasphere) che riescono a tra-

sportarlo e trattenerlo in sede tumorale,

evitando una diffusione nel sangue.

I ricercatori dell’Ambulatorio di Epato-

logia Oncologica dell’Uo di Oncologia

Medica II, in collaborazione con il La-

boratorio di Misure Ambientali e Tossi-

cologiche della Fondazione, attraverso

uno studio preclinico, hanno caricato

con l’oxaliplatino le hepasphere, che si

distinguono rispetto alle altre microsfe-

re per la loro capacità di assorbimento

del farmaco impiegato.

L’oxaliplatino, già utilizzato nella che-

mioterapia sistemica, è un potente che-

mioterapico in grado di colpire efficace-

mente il tumore, ma è mal tollerato dal-

l’organismo a causa di effetti collaterali

prevalentemente neurologici, in alcuni

casi gravi. Le hepasphere, caricate per

la prima volta con l’oxaliplatino, com-

binano l’abilità di veicolare il farmaco

direttamente nel tumore con la capacità

di ischemizzare il tumore stesso, bloc-

candone la vascolarizzazione. Il farma-

co viaggiando all’interno delle hepa-

sphere, per mezzo di un catetere inserito

nell’arteria, viene veicolato al tumore

raggiungendo così il duplice obiettivo

di aggredirlo farmacologicamente nella

sua sede e di ostruirne le vie di alimen-

tazione, ovvero i vasi arteriosi che va-

scolarizzano il tumore.

«L’embolizzazione epatica con agenti

chemioterapici (Tace – Transcatheter

arterial chemoembolization), questo il

nome della tecnica sopra descritta, è an-

ch’essa già nota e in uso - spiega il dot-

tor Guido Poggi dell’Uo di Oncologia

Medica II - ma con risultati meno sod-

disfacenti poiché, con la tecnica tradi-

zionale (senza microsfere), le sostanze

iniettate si diffondono maggiormente

nel sangue creando più frequentemente

effetti collaterali. Con la nuova tecnica,

invece, si ottiene una grande concentra-

zione di farmaco nel tumore senza di-

spersione nei tessuti sani, come emerge

dai profili farmacocinetici, e quindi si

minimizzano gli effetti collaterali della

chemioterapia. Il tumore viene emboliz-

zato in una o più sedute e il paziente

viene successivamente rivalutato con

esami strumentali, Tc o Rmn, per verifi-

care la completa necrosi tumorale. Uno

studio intratessutale (il primo di questo

genere) dimostra gli effetti positivi nel

fegato dell’azione embolizzante del-

l’oxaliplatino veicolato con le microsfe-

re».

La scoperta dei ricercatori della Fonda-

zione Maugeri è legata quindi all’asso-

ciazione tra mezzo e farmaco: aver dun-

que verificato che l’oxaliplatino non so-

lo viene ben assorbito dalle hepasfere

ma viene rilasciato solo all’interno del

tumore. Per la prima volta si è provato a

caricare le microsfere con questo tipo di

farmaco, intervenendo su un tipo di tu-

more, il colangiocarcinoma, che è par-

zialmente responsivo al trattamento si-

stemico con oxaliplatino.

«Abbiamo applicato questa tecnica a tu-

mori non operabili e refrattari alle tra-

dizionali cure chemioterapiche - conti-

nua Poggi – ottenendo un incoraggiante

allungamento della sopravvivenza dei

pazienti trattati. Si tratta infatti di tumo-

ri che nei casi non operabili hanno una

prognosi infausta a breve termine».

I risultati ottenuti dal gruppo di studio

assumono ancora maggior rilievo se si

pensa che il tumore al fegato è la quinta

causa di morte a livello mondiale e che

il colangiocarcinoma rappresenta circa

il 20% di tutti i tumori primitivi del fe-

gato.

«Questi tumori reagiscono alle terapie

embolizzanti (che ostruiscono i vasi

sanguigni) perché si alimentano preva-

lentemente per via arteriosa; il fegato, al

contrario, ha una doppia vascolarizza-

zione: la vena porta (per il 70%) e l’ar-

teria epatica (per il 30%) - prosegue

Poggi -. È possibile quindi necrotizzare

una parte di fegato, quella malata, pro-

prio perché, anche impedendo l’alimen-

tazione dalle arterie, il fegato continua a

ricevere in ogni caso la maggior parte

di nutrimenti. Viceversa, il tumore, una

volta ostruita la via arteriosa, viene

ischemizzato e muore».

Il dottor Guido Poggi(primo da destra verso sinistra)con il suo staff di specialisti

Page 7: SANITALIA 003

Prima mappaturadelle malattie rare

Segnalati 70mila casial registro nazionaledell’Istituto superiore di sanità.Garaci: grande aiutoda software sofisticato

ROMA - L’infor-

mazione come

prima medicina,

una Oncoguida al

servizio dei mala-

ti di cancro.

U n ’ i n i z i a t i v a

molto importante

per i malati onco-

logici che rappre-

senta un vero e

proprio motore di

ricerca delle strut-

ture.

La guida, realiz-

zata da Aimac

(Associazione ita-

liana malati di cancro), Iss e

ministero del Lavoro, della

Salute e delle Politiche socia-

li, con la collaborazione delle

Società scientifiche, è consul-

tabile on line ma sarà presto

disponibile anche in versione

cartacea.

Una sorta di Pagine Gialle

dell’oncologia, con 20mila in-

dirizzi in tutta Italia divisi per

regione e tipologia di struttu-

ra: ospedali, associazioni di

volontariato, organizzazioni

no profit per sapere a chi ri-

volgersi per diagnosi, tratta-

menti terapeutici, sostegno

psicologico, riabilitazione e

assistenza.

«Abbiamo gli strumenti per

poter valutare, con le “stellet-

te”, l’appropriatezza clinica

delle struttura e delle liste di

attesa», ha spiegato il vicemi-

nistro Ferruccio Fazio, ag-

giungendo che «ora l’impe-

gno è proprio quello di certi-

ficare, come Ministero, que-

sto motore di ricerca, in modo

da poter dare un valore ag-

giunto e presentare il prossi-

mo anno una guida con le

stellette».

Con riferimento al tema del

volontariato, ha poi precisato

il responsabile italiano della

salute che «le azioni dei vo-

lontari spesso frustrati da un

ruolo non riconosciuto, devo-

no diventare parte integrata,

certificata del Servizio sanita-

rio nazionale. Bisogna siste-

matizzare la loro presenza nei

reparti delle strutture ospeda-

liere».

www.ministerosalute.it

“Oncoguida”,informazione

prima medicina

|NOVEMBRE 2009 t7 tt

INFORMATICA & SALUTE

ROMA - Arriva per l’Italia la prima

mappatura nazionale delle malattie

rare. Questo obiettivo è stato rag-

giunto per merito del Centro nazio-

nale malattie rare che ha rilevato

70mila casi pervenuti da segnala-

zione giunte dalle Regioni al Regi-

stro nazionale dell'Istituto superiore

di sanità.

Cinque persone ogni 10mila abitanti

in Italia sono affette da una qualche

patologia rara. È la prima volta che

si possono fornire dei dati ufficiali e

accertati riguardo una stima delle

malattie rare nel Paese. Ma è una

una cifra da considerare sicura-

mente sottostimata.

«Non tutte le Regioni hanno inviato

i loro dati al nostro Centro - afferma

Enrico Garaci, presidente dell’Iss -

. Si tratta, nel contesto delle malat-

tie rare, di acquisizioni importanti e

significative che testimoniano co-

munque una buona copertura terri-

toriale visto che il 62% della

popolazione residente in Italia ri-

sulta coperta dal Registro na-

zionale».

Non sono poche 400 patologie

censite e 70mila schede valu-

tate, numeri unici nel pano-

rama internazionale. Gli

esperti dell’Istituto superiore

di sanità stanno anche lavo-

rando per un aggiornamento a

breve con i dati delle Regioni

che mancano ancora all’ap-

pello.

«Abbiamo ottenuto un risul-

tato importante grazie al nostro

Centro nazionale malattie rare che -

aggiunge Garaci -, con l’ausilio di

un software sofisticatissimo, attra-

verso i corsi di formazione rivolti

agli operatori sanitari locali, e so-

prattutto con l’instancabile lavoro

dei Registri regionali, ha fornito un

quadro complessivo di questo feno-

meno poiché la copertura del 62%

del territorio, in un quadro epide-

miologico così complesso, appare

comunque significativa per dise-

gnare i tratti fondamentali dell’uni-

verso delle malattie rare».

Tra i problemi chiave di questi pa-

zienti che vengono identificati da

tali dati c’è sicuramente quello della

migrazione sanitaria, particolar-

mente significativo per i malati.

«È molto frequente il caso in cui la

regione in cui viene fatta la diagnosi

di malattia rara sia diversa da quella

di residenza del paziente e quindi da

quella che lo prende in carico a dia-

gnosi avvenuta - spiega Domenica

Taruscio, direttrice del Centro na-

zionale malattie rare -. Ciò significa

che nel 20% dei casi per ottenere

una diagnosi bisogna andare fuori

dalla propria regione e che questi

"viaggi" aumentano al crescere del-

l’età dei pazienti stessi. Il Registro

contiene, inoltre, molte informa-

zioni sul percorso sanitario dei ma-

lati e per questo,

infatti, rappre-

senta un forte in-

dicatore dei loro

bisogni».

In totale sono

state segnalate

435 diverse ma-

lattie rare, di cui

le più frequenti

sono rappresen-

tate dai difetti

ereditari della

c o a g u l a z i o n e

(poco più di

6mila casi, pari

al 9% delle se-

gnalazioni), se-

guite dalle connettiviti

indifferenziate (poco più di

4mila casi, ovvero il 6,6%),

dall'anemia ereditaria

(poco meno di 3mila casi,

il 4%) e dalla sclerosi late-

rale amiotrofica (2.392

casi, pari al 3,6% del to-

tale). Poi: le neurofibro-

matosi (2.036 casi, il

3,1%), le alterazioni con-

genite del metabolismo

del ferro (2.008 casi, il

3%) e una malattia del-

l’occhio chiamata cherato-

cono (1.662 casi, il 2,5%).

Tra i bambini, questi i

gruppi di malattie rare più

diffusi: le malformazioni

congenite (27%), le malat-

tie del sangue e degli or-

gani ematopoietici (22%)

e le malattie delle ghian-

dole endocrine, della nu-

trizione, del metabolismo

e i disturbi immunitari

(22%).

Secondo i dati del regi-

stro, se per il 58,8% del

campione l’intervallo di

tempo tra i primi sintomi e il

momento della diagnosi è

stato pari a meno di un anno,

per il 18,4% è passato tra

uno e 5 anni e per il 22,8%

ci sono voluti più di 5 anni

per ottenere una diagnosi.

Un’incertezza, questa, che di

sicuro va a scapito della

qualità di vita, lasciando

progredire la malattia per

troppo tempo. In media la

diagnosi avviene a 30 anni per il

45% dei maschi e per il 55% delle

donne.

Il presidente dell’Istituto superiore disanità, Enrico Garaci, con la scienziataRita Levi-Montalcini

di Giuseppe Rapuanou

Ferruccio Fazio

Page 8: SANITALIA 003

ROMA - Presentata dalla Direzione ge-

nerale della programmazione sanitaria,

livelli di assistenza e principi etici di si-

stema (ministero Lavoro, Salute e Poli-

tiche sociali), l'analisi preliminare sul-

l'attività di ricovero dell'anno 2008.

I dati confermano la tendenza già emer-

sa da qualche anno: si registra una ridu-

zione dei ricoveri in quasi tutte le tipo-

logie di attività (acuti e riabilitazione),

in regime ordinario e diurno.

In particolare, i ricoveri nel 2008 sono

stati 12.128.678, in diminuzione

dell'1,7% rispetto al 2007. Fanno ecce-

zione i reparti per lungodegenti, che ac-

crescono il numero delle dimissioni, con

un incremento del 3%. Segno positivo

anche per il numero di dimissioni di

neonati sani: +2,2% rispetto al 2007.

Le giornate di degenza nel 2008 risulta-

no pari a 76,055 milioni, con una ridu-

zione dello 0,9 %.

Il tasso di ospedalizzazione complessivo

a livello nazionale scende sotto il 195

per 1.000 abitanti. Tutte le Regioni ap-

partenenti all’area centro meridionale

del Paese, ed in particolare - ma non so-

lo - quelle che hanno sottoscritto nel

2007 il Piano di rientro (Campania, La-

zio, Abruzzo, Molise, Sicilia), presenta-

no ancora tassi di ospedalizzazione per

acuti superiori o prossimi al 200 per

1.000 abitanti. Comunque, per tutte le

Regioni sono registrabili

consistenti riduzioni che

portano ad evidenziare un

importante processo di

deospedalizzazione in at-

to.

La degenza media è so-

stanzialmente stabile da

diversi anni, posizionata

su 6,7 giorni, con diffe-

renze regionali che vanno

dai 6,26 giorni;della Cam-

pania ai 7,76 giorni della

PA di Trento.

L’elevata incidenza di

parti cesarei, fenomeno

prettamente italiano, ac-

cenna a diminuire, ma lie-

vemente. La percentuale

rispetto al totale dei parti

è di 38,3 nel 2008 contro

un 38,5 % del 2007, con

valori massimi registrati

in Campania (61,9), Sicilia (52,9), Pu-

glia (47,9) e Molise (47,3).

In particolare, valori superiori al 40% di

parti cesarei si rilevano in tutte le regio-

ni del centro-sud, con la sola eccezione

della Sardegna. Ponendo a confronto i

valori assunti dall’indicatore negli anni

2007 e 2008, si rileva che non tutte le

regioni operano efficacemente per l’ef-

fettivo contenimento di questa pratica

chirurgica. L’appropriatezza organizza-

tiva, misurata con un indicatore che to-

talizza i pazienti con Drg medico dimes-

si da reparti chirurgici, denota lievi se-

gnali di miglioramento.

La copertura delle strutture ospedaliere,

pubbliche e private, del flusso informa-

tivo 2008 è nella globalità superiore al

95%. Il completo allineamento dei codi-

ci delle strutture utilizzati nella Sdo con

i codici presenti nell’anagrafe delle

strutture, rilevata con i modelli Hsp del

Sistema informativo sanitario (Sis), ga-

rantirebbe la massima copertura delle

strutture del flusso Sdo. Occorrerà

un’attenta e puntuale operazione di

messa a punto degli archivi con i refe-

renti regionali, prima del consolidamen-

to della banca dati.

www.ministerosalute.it

di Antonio Di Filippou

DIRETTORE RESPONSABILE

RAFFAELE BALLETTA

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IL TRIBUNALE DI S. MARIA C.V.

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DEL TRATTAMENTO DATI

(D.lgs 196/2003): Raffaele Balletta

ISCRIZIONE R.O.C. N° 18321

Regredisce lievemente la elevata incidenza dei parti cesarei, fenomeno prettamente italianoRIDOTTI I RICOVERI OSPEDALIERINel 2008, 12.128.678; in diminuzione dell’1,7% rispetto al 2007. Lungodegenza a +3 per cento

|NOVEMBRE 2009 t8 tt

SALUTE IN CORSIA

Page 9: SANITALIA 003

Patto triennale da 106 miliardi di euro

Accordo per la salute tra Governo e Regioni. Altri 4.715milioni per investimenti pluriennali in edilizia sanitaria

ROMA - Accordo tra Governo e Re-

gioni su un Patto triennale per la sa-

lute. Il via libera è arrivato dal mini-

stro dell’Economia e delle Finanze,

Giulio Tremonti a Palazzo Chigi.

Il Patto per il 2010 è stato raggiunto

sulla base di 106,2 miliardi di euro.

Previsti dunque incrementi di 2,8

miliardi nel 2010 (fino a 106,2 mi-

liardi) rispetto ai 103,4 miliardi pre-

visti nel 2009; di 2,4 miliardi nel

2011 e di 3 miliardi nel 2012.

Alla riunione, presenti il sottosegre-

tario alla Presidenza del Consiglio,

Gianni Letta, i ministri Tremonti,

Raffaele Fitto (Affari regionali),

Roberto Calderoli (Riforme), Clau-

dio Scajola (Sviluppo economico),

Stefania Prestigiacomo (Ambiente),

Maurizio Sacconi (Welfare), Vitto-

ria Brambilla (Turismo), il presiden-

te della Conferenza delle Regioni,

Vasco Errani, e una delegazione di

governatori.

Per le Regioni, a Roma, Michele Io-

rio, presidente del Molise, Antonio

Bassolino (Campania), Nichi Ven-

dola (Puglia), Renzo Tondo (Friuli-

Venezia Giulia), Romano Colozzi,

assessore al Bilancio della Lombar-

dia.

NOVITÀ PRINCIPALI

DELL’INTESA 2010-2012

RAGGIUNTA

IL 23 OTTOBRE 2009

Individuazione di risorse pari a

104.614 milioni di euro per l’anno

2010 e di 106.934 milioni di euro

per l'anno 2011, a questi si aggiun-

gono risorse aggiuntive pari a 1.600

milioni di euro per l'anno 2010 e a

1.719 milioni di euro per l'anno

2011. Mentre per l'anno 2012, lo

Stato si impegna ad assicurare risor-

se aggiuntive tali da garantire un in-

cremento del livello di finanziamen-

to rispetto all'anno 2011 pari al 2,8

per cento.

Lo Stato si impegna ad accollarsi

eventuali costi in più in caso di au-

menti contrattuali superiori al rico-

noscimento della vacanza contrat-

tuale, questa previsione non era mai

stata inserita nei precedenti patti per

la salute ed è importante per i nostri

rinnovi contrattuali.

Altri 4.715 milioni di euro in ag-

giunta ai precedenti per investimenti

pluriennali in edilizia sanitaria con

possibilità di utilizzare anche le ri-

sorse Fas (Fondo per le aree sotto

utilizzate) di competenza regionale.

Per l’anno 2010 garantito un finan-

ziamento di 400 milioni di euro per

il fondo della non autosufficienza e

per le politiche sociali.

Eventuali risparmi di gestione del

Ssn effettuati dalle Regioni riman-

gono a disponibilità delle Regioni

stesse che hanno risparmiato (inizio

di Federalismo finanziario).

In caso di disavanzo non coperto

(tutto o in parte) sono stati confer-

mati gli automatismi sui livelli mas-

simi di aliquote Irap e Irpef, da po-

tenziare con il blocco del turn over

e lo stop alle spese non obbligato-

rie.

Se il disavanzo supera il 5 per cento

(non più il 7 per cento precedente) o

è inferiore al 5 per cento ma gli au-

tomatismi fiscali e le risorse regio-

nali proprie non sono sufficienti a

coprire disavanzo, la Regione ha

l’obbligo di presentare il piano di

rientro (elaborato con l’ausilio di

Aifa - Agenzia italiana del farmaco

- e Agenas – Agenzia nazionale per

i servizi sanitari regionali), da pre-

sentare entro metà giugno che sarà

valutato da una nuova commissione

paritetica tra Stato e Regioni, fermo

restando l’attuale tavolo di control-

lo del ministero dell’Economia.

Il piano di rientro sarà esaminato

dal Consiglio dei ministri. Qualora

non fosse stato presentato o sia in-

sufficiente scatta il “comissariamen-

to ad acta” della sanità regionale ma

solo in capo al governatore della

Regione stessa, e scattano inoltre

tutti gli automatismi fiscali e sul

turnover del personale con l’aggiun-

ta della sospensione dei trasferimen-

ti erariali a carattere non obbligato-

rio e la decadenza dei direttori gene-

rali delle aziende sanitarie e delle

aziende ospedaliere.

In caso di inadempimento del piano

di rientro scatta, dopo una formale

diffida, il

commissariamento dell’intera Re-

gione sempre a capo al governatore

della stessa.

Le Regioni in disavanzo potrebbero

usare i fondi Fas destinati alla pro-

grammazione regionale e eventuali

strumenti di ristrutturazione del de-

bito compatibili con le esigenze di

finanza pubblica.

Sarà il Cipe a sbloccare i

fondi Fas regionali per

quelle regioni che hanno ri-

visitato con il Governo e il

ministero dello Sviluppo

economico i loro piani.

Complessivamente si tratta di 8 Re-

gioni per fondi complessivi di circa

17 miliardi: Puglia, Molise, Cala-

bria, Basilicata, Lazio, Campania,

Sardegna e Veneto.

La nuova intesa prevede maggiori

risorse a disposizione delle Regioni

per i servizi sanitari, ma nel con-

tempo attiva misure più stringenti di

controllo e verifica in caso di supe-

ramento della spesa e di mancato

controllo della stessa.

Soddisfazione è stata espressa da

molti governatori regionali.

«L’esecutivo ha riconosciuto il rifi-

nanziamento del Fondo per la non

autosufficienza per il 2010 di 400

milioni e la disponibilità a rivedere

le risorse per il fondo sociale – ha

spiegato Vasco Errani, presidente

della Conferenza delle Regioni -,

con un leggero incremento già pre-

visto per il 2010. Rispetto a que-

st’ultimo tema il Governo si è impe-

gnato a distinguere nell’ambito del

fondo sociale le risorse per l’Inps da

quelle destinate alle Regioni. In

questo modo vi sarà una

certezza di disponibilità

finanziarie che consenti-

rà una migliore pro-

grammazione regiona-

le».

Sulla riattivazione dei

finanziamenti per gli in-

vestimenti in sanità (in-

cremento di risorse pari

a 4,7 miliardi per il

triennio 2010-2012 e un

ampliamento delle di-

sponibilità complessive

dell’art.20 legge 67/88

aumentando le risorse

da 23 a 24 miliardi), il

presidente ha aggiunto:

«Si tratta di un risultato

positivo che consente al

servizio sanitario di af-

frontare con maggiore tranquillità il

triennio 2010-2012 che resta co-

munque difficile. Ci troviamo di

fronte in ogni caso ad un trend di

crescita annua del finanziamento in-

feriore rispetto a quello tendenziale

e a quello reale dei costi registrato

in questi anni».

Rispetto alle difficoltà finanziarie e

di accesso ai servizi che si registra-

no in alcune zone del Paese, Gover-

no e Regioni hanno assunto una re-

sponsabilità comune per sostenere

l’unitarietà del servizio sanitario na-

zionale.

|NOVEMBRE 2009 t9 tt

FINANZIAMENTIwww.italiainweekend.it

SFOGLIALO SUwww.italiainweekend.it

SFOGLIALO SU

di Mario Perrinou

Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e delle Finanze.

A lato: il presidente della Conferenza delle Regioni,

Vasco Errani

Page 10: SANITALIA 003

CREMONA - L'Associazione nazio-

nale medici veterinari italiani ha

chiesto la sospensione del pro-

gramma Dog Whisperer in onda sul

canale Sky NatGeo Wild, in quanto

diseducativo e contrario ai principi

del corretto rapporto uomo animale.

I metodi del fa-

moso addestra-

tore di cani,

Cesar Millan,

mandati in onda

in Italia, non

sono riconosciuti

dalla comunità

scientifica vete-

rinaria che di-

sapprova le

tecniche coerci-

tive e punitive

messe in atto dal

dog trainer.

Mentre in Italia

si afferma il

principio del-

l'educazione al

corretto rapporto

u o m o - a n i m a l e

con la media-

zione sociale del

medico veterina-

rio, la Tv satelli-

tare manda in

onda trasmis-

sioni che vanifi-

cano gli sforzi

fatti dalla veteri-

naria e dalle au-

torità nazionali.

L'Associazione italiana ha chiesto

anche l'intervento della sottosegre-

taria di Stato alla Salute, Francesca

Martini, per il messaggio diseduca-

tivo sulla gestione dell'aggressività

del cane, contrario alle indicazioni

delle recenti ordinanze ministeriali

del nostro Paese.

Nelle trasmissioni televisive si assi-

ste solo alla performance di questa

star dei reality show, come se il

cane fosse una macchina da domare

e nella quale il proprietario non ha

nessun ruolo relazionale.

«Negare l'esistenza della cognizione

animale e utilizzare un metodo ba-

sato sulla punizione positiva (forza

fisica) - secondo l’Anmvi - nega

tutto ciò che negli ultimi anni è

stato fatto dalla medicina veterina-

ria italiana e dal ministero della Sa-

lute».

«Il metodo impiegato - osservano i

medici veterinari della Sisca (So-

cietà italiana di Scienze Comporta-

mentali Applicate) - è tutt'altro che

delicato come il titolo del pro-

gramma ha lasciato intendere, e pre-

vede l'impiego di collari a strozzo

metallici e di guinzagli di nylon uti-

lizzati come un collare a strozzo.

Ciò che più colpisce è il metodo

della sottomissione applicato da

Millan su pazienti aggressivi: il

cane (in due video l'età del cane ap-

pare avanzata), con la museruola,

era costretto a stendersi sul fianco

grazie alla pressione esercitata dal-

l'addestratore.

Il paziente era bardato con

il guinzaglio (applicato a

strozzo al collo ed al gan-

cio della pettorina), ansi-

mava, biascicava,

presentava tremori, ta-

chipnea, midriasi, au-

mento della salivazione e

la lingua assumeva una

colorazione bluastra du-

rante la pratica.

Inoltre, per far apprendere

ad un cane a nuotare, l'ad-

destratore lo ha trascinato

(lentamente) dentro una

piscina dapprima soste-

nendolo, poi tenendolo tra

le braccia pancia all'aria

ed in seguito abbandonan-

dolo per uscirne rapida-

mente».

I medici veterinari com-

portamentalisti italiani

hanno concordato con le

critiche già avanzate dai

colleghi statunitensi del-

l'American College of Ve-

terinary Behaviorists

(Acvb), American Society

of Animal Veterinary Be-

havior (Avsab) e la So-

ciety of Veterinary

Behavior Technicians (Svbt): «La

medicina comportamentale veteri-

naria ha fatto costanti sforzi per

progredire in professionalità, raffi-

natezza tecnica e standard di benes-

sere animale. Con Millan si compie

DOG WHISPERERNo dei veterinari

PUNIZIONE E COERCIZIONE SUI CANI CONTRARIE A PRINCIPI MEDICI

|NOVEMBRE 2009 t10 tt

LEGGI & ANIMALI

ROMA - «Il reato di eser-

cizio abusivo della profes-

sione veterinaria non è col-

pito da misure repressive

sufficientemente severe,

tali da contrastarne la dif-

fusione».

Carlo Scotti, presidente se-

nior dell'Anmvi, commenta

i dati del rapporto del Nas

presentato al ministero del-

la Salute sulla lotta al ran-

dagismo e la tutela anima-

le, nei quali continua pun-

tualmente a figurare l'abu-

so di professione veterina-

ria.

«Eppure il reato di eserci-

zio abusivo di una profes-

sione - dichiara Scotti -

assume una particolare

gravità quando interessa

una professione sanitaria,

perché questo reato atten-

ta al diritto costituzional-

mente garantito alla salu-

te, un diritto che il nostro

ordinamento riconosce

senza riserve anche al pa-

ziente animale, tanto più

dopo la ratifica della Con-

venzione di Strasburgo».

«A fronte di dati che con-

fermano l'allarmante diffu-

sione di questo reato - con-

tinua Scotti - è necessario

che Governo e Parlamento

riaprano il capitolo del-

l'inasprimento delle pene.

Da tempo si propone di ag-

gravare le pene previste

dall'articolo 348 del codice

penale, ma senza che si ar-

rivi all'effettiva modifica».

Il rappresentante dell’An-

mvi conclude: «Il reato di

esercizio abusivo della

professione veterinaria è

bene ricordarlo un

reato che, va ricor-

dato, è un reato non

contro la professio-

ne, ma contro lo

Stato che abilita all’eserci-

zio professionale per ga-

rantire i cittadini, quindi

un reato contro i

pazienti/utenti».

Abuso professione, perseguireil reato e inasprire le pene

RAPPORTO NAS

Nas in azionecontro l’esercizioabusivodelle professioni

Page 11: SANITALIA 003

VIRUS A/H1N1

COLPITI BAMBINI E ADOLESCENTI, GIÀ 68 VITTIMEROMA - Al 20 novembre del 2009 il vi-

rus A/H1N1 ha causato in Italia 68 vitti-

me, secondo comunicazioni del ministe-

ro del Lavoro, della Salute e delle Politi-

che sociali.

In totale quasi 4 milioni le dosi di vacci-

no consegnate. Percentuale di vittime in

rapporto al totale dei malati di nuova in-

fluenza A: 0,0029 per cento; totale vitti-

me correlate alla nuova influenza A: 68.

In base ai dati Influnet (nuovo rapporto

del sistema di sorveglianza basato sui

medici sentinella) i casi di influenza set-

timanali stimati sono circa 752mila.

Le regioni dove si registra la più ampia

diffusione del virus sono le Marche con

un incidenza dell’2,9 per cento seguite

da Emilia-Romagna (1,8), Lazio (1,7),

Abruzzo (1,6) e Campania (1,6). I più

colpiti sono bambini e adolescenti, da

zero a 14 anni,

con un’incidenza

pari al 3,6 per cen-

to (2,6 nei più pic-

coli da zero a 4

anni e 4,2 per cen-

to dai 5 ai 14). Tra

i giovani e gli

adulti dai 15 ai64

anni l’incidenza

dell’influenza è

dello 0,7 per cento

mentre tra persone

dai 65 anni in su è

lo 0,1 per cento. Le Regioni hanno se-

gnalato al Ministero 489 ricoveri in

ospedale per complicanze di cui 241 che

richiedono cure di alta specializzazione e

assistenza respiratoria: una quota pari al-

lo 0,0105 per cento del totale stimato

delle persone che

hanno contratto la

nuova influenza

A.

La percentuale

delle vittime cor-

relate all’influenza

A è lo 0,0029 per

cento dei malati,

contro lo 0,2 per

cento delle vittime

correlate alla nor-

male influenza. Va

considerato che

essendo la percentuale delle vittime cal-

colata considerando i casi clinici segna-

lati al sistema di sorveglianza, poiché

questi sono molto probabilmente sotto-

stimati, il valore potrebbe essere addirit-

tura inferiore alla stima sopra riportata.

Alle ore 17,00 del 20 novembre le vitti-

me correlate alla nuova influenza A sono

68. Tale numero comprende i casi per i

quali le autorità sanitarie regionali hanno

confermato l’accertamento dell’infezio-

ne da nuovo virus A/H1N1. Tutti i sog-

getti tranne tre, presentavano gravi pato-

logie pregresse.

Notizie di un numero maggiore di casi si

riferiscono a pazienti deceduti per i quali

viene posto il sospetto che abbiano avuto

tale infezione, ma i risultati delle indagi-

ni di laboratorio per la conferma sono

ancora in corso.

Totale vittime per regione: Campania,

25; Lombardia, 7; Emilia-Romagna, 7;

Piemonte, 4; Lazio, 6; Marche, 1; Moli-

se, 2; Puglia, 2; Sicilia, 3; Toscana, 2;

Umbria, 5; Veneto, 1; PA Bolzano, 1;

Calabria, 2.

|NOVEMBRE 2009 t11 tt

INFLUENZA SUINA

di Mario Perrinou

Organizzazione mondiale

sanità e Governo italiano

ROMA - Le azioni del Go-

verno italiano. Il 9 novem-

bre 2009: è stata diffusa alle

Regioni e Province Auto-

nome la circolare ministe-

riale del 6 novembre

“Vaccinazione contro l''in-

fluenza pandemica da virus

AH1N1: aggiornamento in-

dicazioni schedula vacci-

nale e modalità

somministrazione e indica-

zioni in caso di patologie

autoimmuni”, che fornisce

indicazioni per la sommini-

strazione di una dose unica

di vaccino pandemico ai

soggetti dai 10 ai 64 anni e

di due dosi di vaccino pan-

demico, a distanza di tre

settimane l’una dall’altra,

nei soggetti dai 6 mesi ai 9

anni.

Il Ministero ha inviato al

Coni e agli assessorati alla

Sanità delle Regioni e Pro-

vince Autonome una nota

sulle raccomandazioni “ad

interim” per la riduzione del

rischio di infezioni da virus

influenzali in centri sportivi.

L’Organizzazione mondiale

della sanità l’11 giugno

2009 ha dichiarato lo stato

di pandemia influenzale

con il passaggio alla fase di

massima allerta.

L’infezione è causata da un

nuovo virus influenzale

A/H1N1 che si è diffuso da

marzo 2009 a partire dal

Messico in tutto il mondo.

Il Governo ha immediata-

mente assunto tutte le mi-

sure per fronteggiare la

diffusione della nuova in-

fluenza A e tutelare la salute

dei cittadini.

Il Ministero ha istituito il 24

aprile un’apposita Unità di

Crisi presieduta dal vicemi-

nistro Ferruccio Fazio.

Queste alcune delle princi-

pali azioni.

Controlli e contenimento

fase iniziale. Nella prima

fase della diffusione della

malattia sono state applicate

tutte le misure di controllo

e contenimento dell’infe-

zione atte a limitare il dif-

fondersi del virus. Ciò ha

evitato nel nostro Paese una

prima ondata epidemica

prima dell’estate 2009 che

invece si è verificata in altri

Paesi europei. Tra le misure

di prevenzione più efficaci

si ricorda la pronta identifi-

cazione dei casi nei viag-

giatori provenienti da zone

affette, la profilassi dei loro

contatti stretti, la promo-

zione delle regole di igiene

e protezione individuali

come il lavaggio delle

mani.

Vaccinazione della popo-

lazione. Il Governo ha pre-

disposto una strategia

vaccinale per fronteggiare

l’ondata epidemica di

nuova influenza A (H1N1)

in atto nella stagione in-

fluenzale 2009-2010 ed

eradicare l’epidemia da

nuovo virus A(H1N1) nel

nostro Paese. E’ prevista a

vaccinazione del 40% della

popolazione italiana a par-

tire dai lavoratori dei servizi

essenziali, come il perso-

nale sanitario, e delle cate-

gorie a rischio di

complicanze (bambini e

adulti con malattie croniche

nella fascia di età dai 6 mesi

ai 64 anni, donne in gravi-

danza nel secondo e terzo

trimestre).

Scorte farmaci antivirali.

Il Ministero dispone di qua-

ranta milioni di dosi di far-

maci antivirali.

Page 12: SANITALIA 003

L’Agopuntura migliora l’apprendimento(dalla prima pagina) ... ha po-chissimi effetti collaterali, diversi ordi-ni di grandezza in meno se comparataalla terapia medico/farmacologica occi-dentale. Il punto di vista dominante dal qualela comunità scientifica occidentale hastudiato i meccanismi dell’agopuntura,prima sul dolore e poi inun ampia gamma di di-sfunzioni del sistemanervoso, in patologie me-taboliche e della sfera af-fettiva, vede l’agopunturacome una potente formadi stimolazione sensoria-le (1).Attraverso questa stimo-lazione si riesce a modu-lare l’espressione e l’atti-vità di mediatori biologi-ci, come ad esempio glioppioidi endogeni, inne-scando un’azione di gua-rigione basata sul bilan-ciamento omeostatico.Nell’ultimo decennio, so-prattutto grazie al lavorosvolto presso il nostro la-boratorio, è stato suggeri-to che almeno alcuni tragli effetti attribuiti al-l’agopuntura sono mediati dall’attiva-zione di una classe di proteine chiama-te fattori neurotrofici o neurotrofine. Ilfattore di crescita nervoso (nervegrowth factor ; NGF) è la prima tra leneurotrofine ad essere stata scoperta, equesta scoperta ha portato all’attribu-zione, nel 1986, del Premio Nobelper la Medicina a Rita Levi-Montalci-ni. L’ azione biologica del NGF è es-senziale per lo sviluppo, la sopravvi-venza e l’integrità funzionale di neuro-ni nel sistema nervoso periferico e cen-trale. NGF è anche in grado di agiresu cellule non-neuronali e sul manteni-mento di un’attività integrativa bilan-ciata dei sistemi nervoso, endocrino edimmunitario.Le concentrazioni di NGF aumentanonel siero e nei tessuti a seguito di stresse la neurotrofina sembra avere sia unruolo di modulazione dell’asse neuro-endocrino sia un importante funzionenella regolazione dei processi di ap-prendimento e dei comportamenti adat-tativi. In un lavoro pubblicato recente-mente abbiamo affrontato il tema delpossibile legame tra l’azione dell’ago-puntura e quella delle neurotrofine inun modello animale di stress da depri-vazione di interazione sociale (2).E’ noto che l’isolamento di animali so-ciali (in questo caso topi maschi) pro-voca alterazioni dell’attività dell’asseneuroendocrino, che sfocia in un com-portamento aggressivo e nel deteriora-mento delle capacità di apprendimentoe memoria legato a disturbi nell’attivi-tà di specifici circuiti cerebrali. L’atti-vità delle aree cerebrali preposte al

controllo dei comportamenti succitati,localizzate soprattutto nel sistema lim-bico, nei nuclei dello striato e nella cor-teccia cerebrale, è a sua volta regolatadall’azione delle neurotrofine, tra cuiNGF e BDNF (fattore neurotroficoderivato dal cervello o Brain-DerivedNeurotrophic Factor).

Nel nostro lavoro abbiamo quindi stu-diato se un trattamento con elettro-ago-puntura (EA), una forma di stimola-zione con agopuntura altamente ripro-ducibile e standardizzata, potesse con-trastare il deficit di apprendimento ememoria indotto nel topo maschio dacondizioni di deprivazione delle intera-zioni sociali. Abbiamo studiato anchele eventuali modifiche nell’espressionedi fattori neurotrofici indotte dall’iso-lamento sociale e/o dall’EA. Abbia-

mo scoperto che 30 minuti di sessionequotidiana di EA applicata per unperiodo di 4 giorni al punto di agopun-tura tradizionale denominato Zusanlinormalizza le risposte ai test compor-tamentali di valutazione delle capacitàdi apprendimento e memoria, contra-stando il deficit comportamentale in-

dotto dall’isolamento sociale. Questi ri-sultati sono stati associati con una di-minuzione dell’espressione di neurotro-fine nel sistema limbico e nello striatodi topi esposti a isolamento e trattaticon EA. I nostri risultati indicanoquindi la possibile validità di un trat-tamento con agopuntura, sia da solo oin supporto a consolidate terapie far-macologiche e/o psicologiche, per la cu-ra di disturbi comportamentali caratte-rizzati da stati ansiogeni che influisco-

no negativamente sui meccanismi di ap-prendimento e sulla memoria di tipoassociativo.La correlazione dell’effetto terapeuticodell’agopuntura sul disturbo comporta-mentale con le modificazioni dei conte-nuti cerebrali di neurotrofine, fornisceinoltre un valido supporto neuro-fisio-logico sia all’evento patogenetico(stress) sia alla terapia non farmacolo-gica (agopuntura) mirata alla sua cor-rezione.

Referenze:1. Andersson S, Lundeberg T(1995) Acupuncture - from empi-ricism to science: functionalbackground to acupuncture ef-fects in pain and disease. MedHypotheses 45: 271-2812. Manni L, Aloe L, Fiore M(2009) Changes in cognition in-duced by social isolation in themouse are restored by electro-acupuncture. Physiol Behav 98:537-542.

(Per Informazioni: Dr. Luigi Manni,Istituto di Neurobiologia e MedicinaMolecolare, CNR Tel: 06501703239, e-mail:[email protected]. Marco Fiore, Istituto di Neuro-biologia e Medicina Molecolare, CNRTel: 06 501703239, e-mail: [email protected]).

*Ricercatori Consiglio Nazionaledelle Ricerche

|NOVEMBRE 2009 t12 tt

L’INTERVENTO

L’apparato usato per valutare l’apprendimento

ed il consolidamento della memoria in condizionidi stress o in stati ansiogeni nei roditori da laboratorio.

Si tratta del test cosiddetto della “passive avoidance”

che sfrutta la naturale propensionedei roditori all’esplorazione

di ambienti bui. L’uso di piccolescosse elettriche contrasta questo

comportamento innato generandoun comportamento adattativo di evitamento che deve essere

memorizzato. L’agopuntura migliorale performance in questo test

in animali in cui l’isolamento socialeha provocato un deterioramento

dei meccanismi di apprendimento e memorizzazione

(Foto cortesia della ditta Ugo Basile)

L’agopunturasi è dimostrataefficace in un ampio spettrodi patologie e la richiesta perquesto tipo di terapia è in aumento nel mondo occidentale, grazie alla provata efficacia terapeutica e ai pressoché assenti effetti collaterali

Page 13: SANITALIA 003

ROMA - È nata la Fisopa (Federa-

zione italiana società scientifiche

ospedalità privata accreditata). La

Federazione ha l'intento di pro-

muovere la ricerca scientifica e il

riconoscimento della professiona-

lità dei medici che operano nella

realtà della sanità privata accredi-

tata, per creare delle li-

nee guida comuni con

protocolli clinici mi-

ranti ad ottimizzare il

livello di assistenza al

malato.

Per la prima volta in

Italia, medici di diver-

se specializzazioni, si

sono uniti in una Fede-

razione che raggruppa

le branche mediche e

chirurgiche che opera-

no nell’ambito di una

sanità pubblica, pur

avendo una gestione

indiretta delle risorse

di tipo privato. Durante la presen-

tazione di ottobre sono stati evi-

denziati i dati nazionali dell’attivi-

tà delle strutture private che dimo-

strano risultati di efficienza e di

presenza fattiva nell’erogazione

delle prestazioni nel Sistema sani-

tario nazionale.

Dal confronto dei dati presentati si

evince che le Strutture private ac-

creditate sono la terza forza nel

panorama nazionale della sanità e

si collocano al primo posto come

gradimento dell’utenza. Uno degli

aspetti illustrati nel corso della

presentazione riguarda l’attuale

normativa sulla equiparazione del-

le carriere, basata su leggi ormai

risalenti a molti decenni or sono e

mai successivamente modificate,

che vede i medici sia dipendenti

sia a contratto libero-professiona-

le, svolgere la propria attività nelle

strutture accreditate a gestione pri-

vata penalizzati nella carriere e nei

concorsi pubblici.

Nel corso della riunione del 21, in-

trodotta dal senatore Domenico

Gramazio, si sono susseguiti gli

interventi del presidente della Fi-

sopa, Massimiliano Iannuzzi Mun-

go, del vicepresidente, Rosario

Leonardi, del segretario nazionale,

Fabrizio Proietti e del tesoriere,

Michele Capozzi.

Sono intervenuti inoltre il direttore

generale dell’Aiop, Bonanni, in

rappresentanza di Confindustria

sanità, Luca Marino e i presidenti

delle singole società afferenti.

www.fisopa.it

La Federazione delle “accreditate”

NASCE LA FISOPA, PER RICONOSCERELA PROFESSIONALITÀ DEI MEDICI

|NOVEMBRE 2009 t13 tt

OSPEDALITÀ PRIVATA

Oggi, l'annuncio di una gravi-danza può arrivare alle donneanche solo pochi giorni dopo ilconcepimento. L'alta sensibilitàdei test che sfruttano la presenzadell'ormone proprio della gravi-danza e che possono essere ese-guiti comodamente in casapropria, permette alla futuramamma di venire informata prati-camente da subito che un em-brione di qualche millimetro abitanel suo grembo.Dal quel momento in poi, per inove mesi successivi, la donnavivrà in attesa di questo eventostraordinario che è la nascita disuo figlio. Come? Spesso, conqualche paura di troppo. Unostato d'animo di ansia e appren-

sione che può dipendere dall'etàdella futura mamma, dall'epocagestazionale e dalla propria sferaemotiva, sociale e sentimentale.Ma non sono solo gli aspetti psi-cologici a dare quella sensazionedi batticuore e di malinconia alladonna in gravidanza. Le lacrime intasca della donna in attesa dipen-dono anche da una vera e propriatempesta biochimica che sta avve-nendo nel suo organismo. Perprepararsi a sostenere la gravi-danza, l'organismo materno pro-duce infatti ormoni in elevatequantità come la gonadotropinacorionica umana, gli estrogeni e ilprogesterone che rendono ladonna più fragile, più vulnerabile,suscettibile e sensibile. Nel primo

trimestre di gravidanza quandol'organismo deve adattarsi alnuovo ambiente ormonale ai di-sturbi cosiddetti simpatici, comenausea e vomito, si associano unsenso di stanchezza fisica, un'in-vincibile sonnolenza, uno stimolofrequente ad urinare, più evidentiall'inizio della gravidanza.Spesso il malessere psichico èconseguenza di questo tipico ma-lessere fisico.Grazie ai progressi fatti dalla me-dicina le paure legate alla gravi-danza sono radicalmentecambiate nel corso degli anni.Oggi rispetto al passato, quando irischi della madre erano oggetti-vamente reali, la donna non ha piùmotivo di temere per la propria

vita. Fino agli inizi del Novecentola donna in gravidanza non potevacontare su una vera e propria as-sistenza medica prenatale.L'avvento degli antibiotici, l'accre-sciuta sicurezza delle trasfusionidi sangue, la possibilità di diagno-sticare precocemente e monito-rare le piu' gravi complicanzeostetriche hanno quasi azzerato irischi per la salute della donna.Ma non sono scomparse le paure.Anzi.Se la donna ha meno paura dellapropria salute, della propriai inco-lumità fisica, capita che a volteemergano altre paure.

A cura della Prof. Dott.ssa Giovanna Testa

Danaedonna Studio Medico Associato di A. e G.Testa [email protected] Solferino,22 20121 Milano tel. 02.6595863 fax 02.97384220 cell. 380.3647447 www.danaedonna.net

Page 14: SANITALIA 003

i numeri dellaTutti

|NOVEMBRE 2009 t14 tt

ANNUARIO DELLA SALUTE

ROMA - Sanità e salute: anche questi

due importanti temi nell'"Annuario sta-

tistico italiano 2009", la più importante

pubblicazione generalista dell’Istituto

nazionale di statistica. Da oltre 130 an-

ni l’Annuario Istat offre, infatti, un ri-

tratto completo e aggiornato del Paese.

La presenza di patologie croniche co-

stituisce un importante indicatore per

comprendere lo stato di salute della

popolazione. Nel 2009 il 38,8% dei re-

sidenti in Italia dichiara di essere affet-

to da almeno una delle principali pato-

logie croniche, ma tale percentuale sa-

le all’86,9% per gli ultrasettantacin-

quenni. Le malattie croniche più diffu-

se sono l’artrosi/artrite (17,8%), l’iper-

tensione (15,8%), le malattie allergiche

(10,2%), l’osteoporosi (7,3%), la bron-

chite cronica e asma bronchiale (6,2%)

e il diabete (4,8%). Nel 2006 sono cir-

ca 46mila i medici di base presenti sul

territorio nazionale, 8 ogni 10mila abi-

tanti. I medici pediatri sono circa

7.500, ovvero 9 ogni 10mila bambini

fino a 14 anni.

Gli ambulatori e i laboratori pubblici e

privati convenzionati sono circa 17

ogni 100mila abitanti, in lieve calo dal

2004.

Nel 2009 gli amanti della sigaretta in

Italia rappresentano il 23% della popo-

lazione di 14 anni e più. A fumare sono

soprattutto gli uomini (29,5%) rispetto

alle donne (17%). Il tabagismo è più

diffuso fra coloro che hanno un’età

compresa tra i 25 e i 34 anni (31,4%).

A livello territoriale, se si esclude il ca-

so della provincia

autonoma di Bol-

zano con un nu-

mero medio di

1.684 assistiti per

medico, la varia-

bilità regionale

passa da 1.008

nel Lazio a 1.243 in Lombardia.

Negli ultimi anni, dal 2005 al 2006, si

ha un leggero incremento nel numero

di assistiti per medico: pari mediamen-

te a 39 assistiti a livello nazionale. Lo

stesso valore nel passaggio tra il 2004

e il 2005 era negativo e toglieva a ogni

medico 27 assistiti.

Il servizio ospedaliero è a tutt’oggi il

settore sanitario che assorbe più risorse

economiche, ma si sta orientando sem-

pre più verso il trattamento delle pato-

logie acute e delle casistiche più com-

plesse, nel tentativo di razionalizzare

l’utilizzo delle risorse e di trasferire le

prestazioni “deospedalizzabili” verso i

servizi sanitari territoriali. La normati-

va recente raccomanda infatti lo svi-

luppo e il potenziamento di setting as-

sistenziali alternativi al ricovero in re-

gime ordinario come il day hospital, la

day surgery, il day service, la lungode-

genza riabilitativa residenziale, l’attivi-

tà ambulatoriale, l’assistenza domici-

liare. L’Intesa Stato-Regioni del 23

marzo 2005 ha fissato uno standard di

posti letto pari a 4,5 per mille abitanti

(comprensivo dei posti letto per riabili-

tazione e lungodegenza) e un tasso di

ospedalizzazione di riferimento pari a

di Mario Perrinou

Dieci morti ogni mille abitanti.Primo posto alle malattie cardiache e vascolari

Page 15: SANITALIA 003

180 ricoveri per mille abitanti (di cui il

20,0 per cento in regime di day hospi-

tal). L’offerta ospedaliera in termini di

posti letto in regime ordinario e day

hospital è andata effettivamente dimi-

nuendo negli ultimi dieci anni (1996-

2005) passando da 6,8 a 4,5 posti letto

ogni mille abitanti.

Il fenomeno dell’abortività volontaria

risulta essere una combinazione di di-

versi effetti considerando le caratteri-

stiche della donna, quali l’età e lo stato

civile. Con riferimento alla prima si

osserva che l’andamento alle varie

classi di età è diverso: per le donne più

giovani è aumentato il ricorso all’Ivg

mentre le meno giovani hanno speri-

mentato un trend decrescente abba-

stanza regolare lungo tutto il periodo

di osservazione.

Dall’anno 2004 c’è un lieve decremen-

to in tutte le classi di età. Se si osserva

l’andamento dell’abortività volontaria

per stato civile, risulta interessante

l’inversione di tendenza dei livelli di

abortività relativi alle donne nubili e

alle donne coniugate: nell’anno 1996 i

tassi specifici per stato civile sono qua-

si coincidenti, mentre dall’anno suc-

cessivo i livelli delle donne nubili su-

perano quelli delle donne coniugate e

la forbice si allarga sempre di più nel

corso del tempo.

Queste trasformazioni, avvenute nel

corso negli anni Novanta, sono indica-

zione di una trasformazione del model-

lo di abortività in Italia: accanto a

quello più tradizionale che vede il ri-

corso all’Ivg come metodo di regola-

zione della fecondità all’interno del

matrimonio, c’è una parte sempre più

consistente di donne che ricorre al-

l’aborto volontario in maniera più

estemporanea.

Le ripartizioni con il più elevato ricor-

so all’Ivg risultano essere il Nord-

Ovest e il Centro entrambe con 10,2

casi ogni mille donne, mentre situazio-

ne opposta presentano le Isole il cui

valore è pari a 7,2. Per regioni, il valo-

re più elevato del tasso standardizzato

spetta alla Liguria, con 11,9 Ivg ogni

mille donne, seguita dalla Puglia (il cui

tasso è pari a 11,4) e dall’Emilia-Ro-

magna (11,1). La Sardegna e il Trenti-

no-Alto Adige hanno invece valori più

bassi pari rispettivamente a 5,6 e a

6,4.

Analizzando i dati di mortalità defini-

tivi riferiti all’anno 2006 si rileva che

il numero dei decessi è di 276.383

maschi (dei quali 1.164 nel primo an-

no di vita) e di 282.231 femmine (del-

le quali 867 nel primo anno di vita),

per un totale complessivo di 558.614

di cui 2.031 nel primo anno di vita. Il

tasso di mortalità generale registrato è

pari, nel 2006, a 9,5 per mille abitanti

e a 9,7 e 9,3, rispettivamente, per i

maschi e per le femmine. Tali valori

sono in diminuzione rispetto al 2005,

anno per il quale si registrava un tasso

di 9,9 per mille abitanti e di 9,5 e 9,7,

rispettivamente per i maschi e per le

femmine.

Per i decessi nel primo anno di vita, si

registra una riduzione sia nel valore

assoluto, passando da 2.108 casi nel

2005 a 2.031 nel 2006, sia nel tasso di

mortalità infantile che passa da 3,8

per mille nati vivi nel 2005 a 3,7 per

mille nati vivi nel 2006, con livelli pa-

ri a 4,1 e 3,2 per mille nati vivi, ri-

spettivamente per i maschi e per le

femmine. Nell’analisi della mortalità

per causa si fa riferimento all’anno

2006, ultimo anno per cui sono dispo-

nibili i dati definitivi per causa di de-

cesso. I quozienti più elevati di morta-

lità per 100mila abitanti, riferiti al-

l’anno 2006, sono quelli relativi alle

malattie cardiovascolari: 373,4 per il

totale della popolazione, 336,9 per i

maschi e 407,8 per le femmine. Come

noto, i tassi grezzi, calcolati rappor-

tando il numero dei decessi osservati

per la popolazione complessiva, seb-

bene rappresentino una misura della

frequenza reale del fenomeno nella

popolazione, risentono della struttura

per età della popolazione stessa. Valo-

ri più elevati dei quozienti osservati

nelle donne rispetto agli uomini sono

infatti dovuti alla struttura per età più

anziana delle prime rispetto ai secon-

di.

Al secondo posto tra le cause di de-

cesso si collocano i tumori (il 30,2 per

cento del totale dei decessi) con quo-

zienti per 100 mila abitanti pari a

336,9 per i maschi e 238,3 per le fem-

mine.

Al terzo posto si trovano i decessi per

malattie del sistema respiratorio i cui

quozienti hanno nel 2006 un valore

pari a 60,7 per 100 mila abitanti per la

popolazione totale, 71,3 per i maschi

e 50,6 per le femmine.

Per le cause di morte violenta si rileva

un tasso pari a 41,2 per 100mila abi-

tanti nel 2006, con valori più elevati

tra i maschi rispetto alle femmine:

51,3 per 100mila maschi contro 31,6

per le femmine.

Nei bambini e nelle bambine in età

compresa tra 1 e 14 anni i tumori e le

malattie cardiovascolari raggiungono

circa il 37 per cento, percentuale più

bassa di quella osservata per la popo-

lazione complessiva (circa il 70 per

cento). Negli adolescenti e nei giovani

adulti maschi (15-29 anni) tale pro-

porzione è ancora più ridotta (16,4 per

cento), in quanto l’elevato numero di

decessi in queste età è da ascrivere a

cause di natura violenta (65,1 per cen-

to del totale dei decessi maschili).

Nelle età centrali della vita (30-59 an-

ni) le principali cause di morte sono i

tumori (45,8 per cento), per i quali il

rapporto del numero assoluto dei de-

cessi in questa fascia di età è di 1,2, a

svantaggio dei maschi. Le malattie

cardiovascolari sono complessiva-

mente, per questa fascia di età, il 19,7

per cento. Al crescere dell’età i deces-

si riconducibili a malattie del sistema

circolatorio aumentano, sia in termini

assoluti (fino agli 89 anni di età) che

relativi e, tra gli anziani, costituiscono

la causa di morte più frequente. Tra

gli eventi fatali che si verificano nella

popolazione italiana oltre gli ottanta

anni, un decesso su due è riconducibi-

le a questo grande gruppo di cause

con una percentuale più elevata nelle

femmine rispetto ai maschi (52,7 per

cento contro 44,5). Un esame dei dati

a livello territoriale evidenzia una più

elevata mortalità nelle regioni del

Centro e del Nord rispetto a quelle del

Mezzogiorno.

La geografia della mortalità per causa

ha una particolare caratterizzazione

territoriale che vede le regioni del

Mezzogiorno con i livelli sostanzial-

mente più bassi per i tumori, sia per i

maschi sia per le femmine. Al contra-

rio, nel Nord e al Centro la mortalità

per queste cause è più elevata.

Per quanto riguarda invece le malattie

del sistema circolatorio la geografia

che si osserva è più variabile: valori

inferiori alla media nazionale si riscon-

trano sia in molte regioni del Mezzo-

giorno che in alcune regioni del Nord

mentre valori più elevati si registrano

più spesso nelle regioni del Nord e del

Centro.

Per quanto riguarda infine i decessi nel

primo anno di vita, l’analisi temporale

per gruppi di cause e sesso evidenzia

andamenti sostanzialmente decrescen-

ti. In particolare, nel 2006 si sono regi-

strati complessivamente 2.031 decessi.

www.istat.it

|NOVEMBRE 2009 t15 tt

ANNUARIO DELLA SALUTE

I laboratori pubblici e privatisono 17 ogni 100mila persone.

Nove pediatri ogni 10milabambini, 46mila medici di base

Sanità italiana

Tabagismo più diffuso tra coloroche hanno tra 25 e 34 anni.

Aumento di interruzioni volontariedi gravidanza per le donne giovani

Page 16: SANITALIA 003
Page 17: SANITALIA 003
Page 18: SANITALIA 003

ROMA - Aids, sempre più tardi si

sviluppa nelle donne e negli uomini

italiani la malattia sia perché le te-

rapie aiutano a mantenersi in vita

più a lungo sia perché ci si infetta

più avanti. Una situazione ancora

preoccupante, in Italia, è legata al

ritardo nella diagnosi di sieropositi-

vità, cioè l’aumento del numero di

persone che si accorgono di aver

contratto il virus solo quando esplo-

dono i sintomi della malattia.

Si registra, in tal senso, una percen-

tuale aumentata dal 21% nel 1996 al

60% nel 2008. Questo significa, in

particolare per quanti hanno acqui-

sito l’infezione per via sessuale, che

si ignora per molti anni la propria

sieropositività. Queste persone,

quindi, non entrano precocemente in

trattamento e adottano quelle pre-

cauzioni che potrebbero diminuire il

rischio di diffusione dell’infezione.

Se prima del 1997 i due terzi delle

persone con Aids erano tossicodi-

pendenti - dati “Aggiornamento

delle nuove diagnosi di infezione da

Hiv al 31 dicembre 2007 e dei casi

di Aids in Italia al 31 di-

cembre 2008” pubblicato

dal Centro nazionale

Aids -, nel 2007/08 que-

sta percentuale è scesa al

25% mentre i contatti

eterosessuali sono passati

nello stesso periodo dal

15 al 45%.

Gli stranieri rappresenta-

vano prima del 1993 il

3% dei casi di Aids se-

gnalati, nel 2008 sono ar-

rivati a superare la quota

del 22% e arrivano quasi

al 32% se ci si riferisce

alle nuove diagnosi di in-

fezione. Oggi il monito-

raggio si basa ancora su quelle po-

che realtà territoriali che hanno già

disposto un sistema affidabile per la

rilevazione e la raccolta dei dati.

Nel 2007 gli abitanti di regioni e

province in cui esiste un sistema di

sorveglianza rappresentavano solo

un terzo della popolazione totale

italiana. Dall’analisi di questi dati

emerge una apparente tendenza al-

l’aumento in alcune aree, soprattut-

to al Nord. Nel 2007 sono state se-

gnalate, dalle regioni e province

partecipanti, 1.679 nuove diagnosi

di infezione da Hiv in residenti, pari

a un’incidenza di 6,0 per 100mila

residenti. Se si proietta questa cifra

sulla popolazione nazionale, biso-

gna attendere oltre 5mila nuove dia-

gnosi all’anno.

Negli anni la proporzio-

ne di donne diagnosti-

cate sieropositive è au-

mentata: il rapporto ma-

schi/femmine, che era

di 3,5 nel 1985, è di-

ventato di 2,5 nel 2007.

Si rileva anche in que-

sto caso un aumento

dell’età al momento

della diagnosi di infe-

zione (passata da 26 an-

ni per i maschi e 24 an-

ni per le femmine nel

1985 a, rispettivamente,

37 e 33 anni nel 2007).

Tra la popolazione im-

migrata, infine, si regi-

stra la più preoccupante tendenza a

ritardare la diagnosi: in oltre il 70%

dei casi ricevono una diagnosi di

Aids meno di sei mesi dopo il primo

test Hiv positivo. Nella popolazione

generale questa percentuale è del

59,7% nel 2007 (era del 20% nel

1996) e riguarda soprattutto coloro

che si infettano per via sessuale, sia

etero sia omo.

AUMENTO DI DONNE SIEROPOSITIVELa terapie aiutano a mantenersi in vita più a lungo, ma in Italia c’è ancora ritardo nella diagnosi

|NOVEMBRE 2009 t18 tt

ALLARME AIDS

Page 19: SANITALIA 003

La celiachia, perchèla definiamo un iceberg?

Le diagnosi di celiachia in Italia sonooggi fra 85 e 90 mila. Secondo i dati epi-demiologici, in realtà, è celiaco 1 indivi-duo ogni 100 - 150. Ciò significa che, solo in Italia, i celiacisono almeno 400.000. Molto lavoro,quindi, resta ancora da fare sul frontedelle diagnosi.Aumentarle, attraverso una sempre piùdiffusa conoscenza della celiachia, è fragli obiettivi primari di AIC.

Le attività

Le attività della Federazione si dividonoin due aree:

• FOODsi riferisce a tutte le iniziative ed i progetticonnessi alla dieta del celiaco;• NON FOODcomprende tutte le attività gestionali, dicomunicazione e relazione con le istitu-zioni, le aziende e gli altri interlocutori di

AIC, l'attività del Comitato Scientifico Na-zionale.

I risultati

In questi primi trent’anni (1979-2009) diattività, AIC attraverso la sensibilizza-zione delle istituzioni pubbliche, ha favo-rito l’adozione di importantiprovvedimenti a favore dei celiaciitaliani:• erogazione gratuita dei prodotti diete-tici (1982);• esenzione per la diagnosi e tratta-mento in quanto malattia rara (1982);• diritto al pasto senza glutine nelle strut-ture pubbliche (2005);• riconoscimento dell’importanza deltema dell’alimentazione fuori casa senzaglutine (2005);• approvazione del Protocollo di dia-gnosi e monitoraggio per la celiachia(2008).Solo per citarne alcuni.

Per facilitare e rendere più sicuro il repe-rimento degli alimenti senza glutine, rea-

lizziamo il Prontuario AIC degli Alimenti econcediamo in licenza d’uso il marchio“spiga barrata” ai prodotti così immedia-tamente identificati come idonei al con-sumo da parte dei celiaci.Per limitare i disagi del celiaco fuoricasa, AIC ha selezionato oltre 2.000 lo-cali tra ristoranti, pizzerie, alberghi, gela-terie, navi da crociera che conoscono laceliachia e possono fornire pasti per ce-liaci.

Cosa si fa per i celiaci e le loro famiglie?

Il celiaco che si rivolge all’AIC della pro-pria Regione trova:

• la necessaria assistenza per seguireuna corretta alimentazione senza glutinee gestire, all’interno della famiglia, la dia-gnosi di celiachia;• le informazioni sulle procedure regio-nali e territoriali rispetto all’assistenza sa-nitaria del celiaco;• le pubblicazioni AIC (Prontuario AICdegli Alimenti, Vademecum, il periodico

Celiachia Notizie e i materiali informativiregionali);• l’aggiornamento periodico sulle attivitàassociative e i provvedimenti legislativiche interessano la celiachia;• i progetti atti a migliorare la qualitàdella vita del celiaco;• tutte le novità del mercato alimentare;• gli ultimi progressi della ricerca scienti-fica.

Cosa puoi fare tu?

Anche tu puoi fare molto per la comunitàdei celiaci:• associandoti all’AIC della tua regione,contribuirai ad accrescere le sue attivitàassociative e la capacità di rappresen-tare i celiaci italiani;• scegliendo AIC per il tuo 5 X mille einvitando anche i tuoi amici a destinareil 5 X mille ad AIC per finanziare i nostriprogetti, ricorda sempre il Codice Fi-scale 11359620157;• donando parte del tuo tempo, pre-stando volontariato presso la sede regio-nale più vicina a te, ti aspettiamo.

Page 20: SANITALIA 003

Fase1, il nuovo sviluppo dei farmaciPIANO PARTECIPATO DALLA REGIONE SARDEGNA

|NOVEMBRE 2009 t20 tt

SPERIMENTAZIONE CLINICA

CAGLIARI - All’Ospedale “G.

Brotzu” progetto di sperimenta-

zione clinica di Fase Uno, primo di

questo tipo in un’azienda ospeda-

liera pubblica in Italia. Un piano

interamente partecipato dalla Re-

gione Sardegna attraverso la so-

cietà Fase Uno Srl che prevede lo

sviluppo di linee di farmaci a par-

tire dalla creazione e brevettazione

di nuove molecole fino alla speri-

mentazione cli-

nica su volontari

sani che saranno

ospitati all’interno

di un apposito re-

parto dell’Azienda

Ospedaliera ca-

gliaritana.

Localizzata al-

l ’ u n d i c e s i m o

piano, l’Unità di

Ricerca Clinica

(Urc) rientra al-

l’interno della se-

conda linea

operativa del Pro-

getto Fase Uno,

quella dedicata

alla sperimenta-

zione clinica.

Questa prevede at-

traverso l’applicazione di rigorosi

protocolli e l’interazione costante

fra l’unità di Trial Management lo-

calizzata a Pula e l’Urc dell’ospe-

dale cagliaritano, la

sperimentazione su nuovi farmaci

realizzando studi di ricerca clinica

di Fase I e II A.

L’Urc occupa un’area di circa 300

metri quadri, in cui trovano spazio

12 posti letto con 6 postazioni per

il monitoraggio in continuo con

Ecg, pressione arteriosa, frequenza

cardiaca, temperatura corporea e

saturazione arteriosa di ossigeno

con possibilità di visualizzazione

centralizzata dei parametri vitali in

tempo reale.

Sono presenti un laboratorio attrez-

zato, una sala prelievi ed un ambu-

latorio/medicheria con

elettrocardiografo e sistema di

prove per test da sforzo, Holter car-

diaco, defibrillatore.

Così come stabilito dalla conven-

zione quadro triennale (2009-11)

stipulata fra l’Azienda Ospedaliera

“G.Brotzu” e Fase Uno srl saranno

messi a disposizione: una struttura

clinica, perfettamente inserita nel

contesto ospedaliero, correttamente

dimensionata per lo svolgimento

della strumentazione clinica di

Fase I sull’uomo; prestazioni di-

rette al reparto da parte di perso-

nale medico ed infermieristico

dedicato; servizi specialistici di la-

boratorio e di farmacia; servizi da

strutture interne (consulenze medi-

che specialistiche, dietologia, cate-

ring, smaltimento rifiuti); servizi

medici generali; servizi di emer-

genza medica; fornitura materiali

da consumo. Fase 1 si avvale inol-

tre delle attività e dei pareri del Co-

mitato Etico dell’AO “Brotzu”.

Fase 1 Srl è il primo centro pub-

blico italiano di ricerca farmacolo-

gica preclinica. Totalmente

partecipata dalla Regione Sarde-

gna, nasce in collaborazione con

l’Istituto superiore di sanità e

l’Agenzia italiana del farmaco.

La nuova società ha l’obiettivo di

finanziare lo sviluppo di nuovi

agenti a potenziale elevata effica-

cia farmacologica proposti da gio-

vani ricercatori, università,

strutture no profit e neonate piccole

e medie imprese, attraverso la spe-

rimentazione della loro validità

prima preclinica e successivamente

su volontari sani e pazienti oncolo-

gici.

Alla presentazione del progetto il

12 novembre a Cagliari c’erano -

insieme ai rappresentanti delle isti-

tuzioni locali e ai managements

dell'Azienda “Brotzu” e di Sarde-

gna Ricerche - tutti i big della sa-

nità e della farmaceutica italiana:

Sergio Dompè, presidente di Far-

mindustria; Roberto Gradnik,

presidente di Assobiotech;

Guido Rasi, direttore generale

Aifa, Enrico Garaci, presi-

dente dell'Istituto superiore di

sanità, Giovanni Biggio, pre-

sidente del Comitato Scienti-

fico di Fase Uno.

«Si tratta di un rilevante pro-

gresso pratico della ricerca e

di una novità assoluta a livello

nazionale – ha detto Biggio –

dato che per la prima volta

sarà possibile verificare le ef-

fettive potenzialità di mole-

cole promettenti ma

difficilmente sviluppabili au-

tonomamente da chi è riuscito a

scoprirle per mancanza di fondi

economici che adesso saranno ga-

rantiti proprio dalla partnership fi-

nanziaria con Fase 1.

La struttura disporrà annualmente

di quattro milioni di euro di fondi

pubblici che consentiranno di spe-

rimentare fino a tre o quattro nuovi

farmaci ogni dodici mesi».

«La progettazione e la realizza-

zione del Reparto Fase 1 rappre-

senta un evento di importanza

rilevante per lo sviluppo della ri-

cerca biomedica – ha aggiunto Ga-

raci –. Si tratta di uno schema di in-

terazione pubblico-privato capace

di fare da volano sia alla ricerca

che all’economia, una sorta di ven-

ture capital pubblico capace di in-

nescare un circuito virtuoso per la

traduzione clinica dei risultati della

ricerca.

Mettere a disposizione un intero re-

parto per favorire la sperimenta-

zione clinica di Fase I, quella più

deficitaria nel nostro Paese, signi-

fica infatti sbloccare quel processo

che impedisce il trasferimento tec-

nologico della ricerca, negandone

il suo aspetto più vitale e cioè le

sue ricadute sia terapeutiche che

economiche».

Dal punto di vista pratico questa at-

tività di Fase 1 verrà organizzata

dalla Linea Sviluppo che promuove

lo sviluppo di nuovi agenti diagno-

stici e terapeutici dalle ultime fasi

di ricerca preclinica sino alle prime

sperimentazioni cliniche nel-

l’uomo.

La procedura prevede la pubblica-

zione periodica di avvisi nazionali

rivolti sia alle strutture no profit sia

alle piccole e medie imprese. L’in-

tento è quello di coinvolgere tutte

le eccellenze presenti nella Peni-

sola.

Si tratta di bandi di concorso fina-

lizzati a individuare, selezionare,

sviluppare e portare verso le fasi

cliniche agenti di maggiore inte-

resse diagnostico e terapeutico.

L’obiettivo è quello di creare va-

lore aggiunto portando brevetti di

alto interesse ad un livello ulteriore

di sviluppo, preferibilmente fino

alla Fase I.

Sono attualmente cinque i prodotti

di potenziale interesse in esame: un

antibiotico, un antinfettivo, due

molecole sviluppate dal Cnr di

Roma e una dall’Università di Ge-

nova.

L'Azienda Ospedaliera “Brotzu”,

riconosciuta tale con decreto del

presidente della Giunta regionale

del 1996, ospita al suo interno

l'Ospedale San Michele, nosoco-

mio di alta specializzazione e di ri-

lievo nazionale.

L'Ospedale è una grande impresa a

disposizione degli oltre trentamila

pazienti ricoverati annualmente nei

630 posti letto.

La struttura, circondata in ogni sua

parte da ampi spazi verdi e nume-

rosi parcheggi, è costituita da un

moderno immobile monoblocco ar-

ticolato su 14 piani, che dispone di

circa 600 posti letto.

www.aobrotzu.it

Al “Brotzu” novità assoluta per la ricercaa livello nazionale. Quattro milioni di euro l’anno

La struttura ospedaliera“G. Brotzu” di Cagliari

www.italiainweekend.itSFOGLIALO SU

www.italiainweekend.itSFOGLIALO SU

di Antonio Di Filippou

Page 21: SANITALIA 003

ROMA - Più sicurezza per i pazienti e

minori costi per il Servizio sanitario na-

zionale con la figura del direttore delle

tecnologie negli Ospedali italiani. L’in-

troduzione nei nosocomi di una figura

del genere che possa garantire una ge-

stione sicura, economica e appropriata

del patrimonio tecnologico durante

l’intero ciclo di vita delle apparecchia-

ture biomedicali, rappresenta una ga-

ranzia per la sicurezza dei pazienti, un

importante impulso alla modernizza-

zione delle dotazioni diagnostiche e te-

rapeutiche, nonché un’arma efficace

per l’ottimizzazione delle risorse eco-

nomiche del Ssn.

Una proposta da anni portata avanti con

determinazione dall’Associazione ita-

liana ingegneri clinici (Aiic) e che ora

trova nel Governo, attraverso le parole

espresse recentemente dal viceministro

alla Salute, Ferruccio Fazio, un impor-

tante riconoscimento. Il direttore delle

tecnologie garantirebbe la gestione del-

le tecnologie sanitarie coordinando cor-

rettamente i rapporti con le industrie

produttrici di dispositivi medici per la

manutenzione e la valutazione dell’effi-

cienza delle apparecchiature biomedica-

li per renderle sempre più al servizio

delle esigenze cliniche dei pazienti.

«Finalmente è stata colta l'importanza

di istituire una direzione strategica per

l'Health Technology Management che

abbia la responsabilità della gestione

del patrimonio tecnologico biomedico

aziendale, strumento ormai fondamen-

tale per produrre sanità e garantire ai

cittadini cure appropriate. Tale ricono-

scimento evidenzia come alla gestione

delle tecnologie venga data una impor-

tanza strategica sia in funzione della

miglior efficienza delle attività sanitarie

che della modernizzazione ed innova-

zione del Servizio sanitario nazionale

elevandola ad attività core», commenta

Pietro Derrico, presidente di Aiic e re-

sponsabile del Servizio di ingegneria

clinica dell’Ospedale Pediatrico “Bam-

bino Gesù” di Roma.

«A complemento di tale lodevole e lun-

gimirante iniziativa del Governo auspi-

chiamo realmente che le Istituzioni cen-

trali e regionali - continua Derrico -

possano quanto prima sostenere il per-

corso di riconoscimento istituzionale

dell'ingegnere clinico, figura professio-

nale unica in sanità e che opera anche in

Italia da oltre 30 anni. Tale nuova pro-

fessione, infatti, caratterizzata da cono-

scenze cliniche e tecnico-gestionali con

formazione accademica in Ingegneria

Biomedica e specializzazione in Inge-

gneria Clinica, non solo risulta ormai

indispensabile in tema di sicurezza del

paziente per il contenimento del rischio

tecnologico ma anche per contribuire

alla qualità e all’appropriatezza delle

cure».

di Mario Perrinou

Ingegneri in camice bianco,più sicurezza per i malati

Proposta da anni portataavanti dall’Aiic. Ora c’èil riconoscimento da partedel viceministro Fazio

|NOVEMBRE 2009 t21 tt

BUONA SANITÀ

Pietro Derrico, presidente Aiic

Page 22: SANITALIA 003

Spese alle stelle per Campania, Sicilia e PugliaLA “SCATOLA NERA” DELLE DIFFERENZE REGIONALI NEL QUADERNO CERM

di Ariel Marinou

|NOVEMBRE 2009 t22 tt

LA DENUNCIA

ROMA - “La spesa sanitaria pubblica in

Italia: dentro la "scatola nera" delle diffe-

renze regionali”. Nel Quaderno Cerm

(Competitività regolazione mercati) n. 2

del 2009. Questo documento presenta la

prima release del modello “SaniRegio” per

l’analisi la spesa sanitaria pubblica nelle

Regioni italiane. Lo studio evidenzia

quanta parte della spesa possa trovare giu-

stificazione, da un lato, nelle caratteristiche

demografiche, economiche e sociali e nella

dotazione di capitale fisico e umano e, dal-

l’altro, nel livello qualitativo delle presta-

zioni e dei servizi erogati ai cittadini.

Alcune Regioni con spesa effettiva infe-

riore alla media Italia dovrebbero, in realtà,

collocarsi a livelli ancora più bassi se si

considera la spesa standardizzata.

Questo è vero per quasi tutte le Regioni del

Sud e Isole. Per il Lazio, che ha una spesa

effettiva superiore alla media Italia, la stan-

dardizzazione conferma che la sovraspesa è

ingiustificata. Anche due Regioni del Nord,

il Trentino-Alto Adige e la Liguria, fanno

registrare scostamenti significativi dallo

standard. Nel complesso emerge il “clas-

sico” dualismo italiano: da un lato, il Cen-

tro-Nord con scostamenti dallo standard

relativamente contenuti e, dall’altro, il Sud

e Isole, con scostamenti tra le 5 e le 10

volte rispetto allo scostamento medio del

Centro-Nord.

Quando si include la qualità nell’analisi, il

divario tra spesa effettiva e spesa standar-

dizzata potrebbe o ampliarsi (nonostante la

sovraspesa, la Regione non offre qualità),

oppure riassorbirsi (la sovraspesa è spie-

gata da una maggiore qualità delle presta-

zioni sanitarie regionali).

Nel Quaderno si costruisce anche la fron-

tiera efficiente per la fornitura di presta-

zioni sanitarie; la frontiera definisce, per

ogni livello di sovraspesa rispetto allo stan-

dard, il livello di qualità che dovrebbe es-

sere assicurato; ovvero, per ciascun livello

di qualità, lo scostamento dalla spesa stan-

dard necessario e sufficiente per raggiun-

gerlo.

L’analisi evidenzia che 9 Regioni dovreb-

bero operarsi per una riduzione a doppia

cifra della spesa pro-capite. Nella quasi to-

talità dei casi, si tratta di Regioni del Mez-

zogiorno, tranne il Lazio, il Trentino-Alto

Adige e la Liguria.

Le Regioni a maggior sovraspesa sono la

Campania (+32%), la Sicilia (+24,7%) e la

Puglia (+23%). Il Lazio spende oltre il 17%

in più del necessario, analogamente al

Trentino Alto Adige, mentre la Liguria

sfora di oltre il 14%. Basilicata (9%), Valle

d’Aosta (9%) e Sardegna (6,2%) dovreb-

bero realizzare riduzioni minori, ma co-

munque significative.

Delle prime 8 Regioni per ampiezza della

correzione di spesa necessaria, 6 sono at-

tualmente coinvolte in piani di rientro:

Campania, Sicilia, Lazio, Liguria, Abruzzo,

Molise. Se si escludono il Lazio (accomu-

nabile al Mezzogiorno nelle performance),

Trentino-Alto Adige e Liguria (che, nono-

stante, di buon ranking nella qualità, spen-

dono troppo per ottenerla), il Centro-Nord

fa registrare livelli di spesa non particolar-

mente distanti dai livelli stimati come effi-

cienti. Toscana, Veneto, Emilia-Romagna,

Marche, Lombardia e Piemonte dovrebbero

operarsi per riduzioni inferiori al 3%; men-

tre Friuli-Venezia Giulia e Umbria sono ou-

tlier in positivo e guidano il

posizionamento della frontiera.

Nel complesso, si conferma il quadro di un

Paese spaccato in due, con le Regioni del

Centro-Nord attestate su livelli di effi-

cienza e di qualità della spesa che appaiono

significativamente più elevati rispetto alle

Regioni del Mezzogiorno.

L’analisi evidenzia un elemento di rilievo:

le Regioni che più sono lontane dalla fron-

tiera efficiente sono anche quelle che ero-

gano prestazioni di qualità inferiore.

Sovraspesa e bassa qualità vanno di pari

passo, due facce della stessa medaglia.

Leggendo tali risultati anche sul piano ma-

croeconomico, in termini di spesa sanitaria

pubblica aggregata e di sua incidenza sul

Pil si arriva a questa conclusione: se tutte le

Regioni fossero posizionate sulla frontiera

di spesa efficiente, la spesa sanitaria com-

plessiva nazionale in carico alle Regioni

nel 2007, invece che pari a 103.092,98 mi-

lioni di euro, si sarebbe potuta collocare a

un livello di 91.994,24 milioni; mentre

quella del 2008, invece che pari a

106.104,10 milioni, sarebbe stata di

94.824,95 milioni. I risparmi di spesa sa-

rebbero ammontati rispettivamente a 11,1

e 11,3 miliardi di euro, pari allo 0,72% di

Pil all’anno.

Se le Regioni si fossero fatte trovare sulla

frontiera efficiente, nel biennio 2007-2008

si sarebbero risparmiate risorse pari a 1,5

punti percentuali di Pil.

Le grandezze che emergono sottolineano

due aspetti. Da un lato, l’urgenza di avviare

il percorso di convergenza e di portarlo a

compimento senza interruzioni, guada-

gnando credibilità alla governance. Dal-

l’altro, la necessità di affidarsi a regole di

perequazione interregionale delle risorse

per i livelli essenziali di assistenza il più

possibile semplici, trasparenti e di facile in-

serimento nei processi decisionali e nella

tempistica dei documenti di finanza pub-

blica. L’ampiezza della distanza che separa

alcune Regioni dal benchmark suggerisce

che, alla ricerca di formule di perequazione

teoricamente perfette e immutabili nel

tempo, si sostituisca un approccio empirico

e induttivo, per far sì che le Regioni siano

responsabilizzate sul fronte della spesa e

della qualità degli output con un’accelera-

zione significativa del processo di conver-

genza.

Il sistema di benchmarking tra Regioni ita-

liane proposto da “SaniRegio” potrebbe,

perfezionato e integrato da una batteria di

indicatori chiave, sostenere un sistema di

perequazione basato sulla riduzione delle

differenze di Prodotto interno lordo pro-ca-

pite, e affiancato da programmi di investi-

mento sotto una regìa centralizzata per la

realizzazione delle infrastrutture e il mi-

glioramento della dotazione strumentale.

www.cermlab.it

Friuli-Venezia Giulia e Umbria outlier in positivo per gestione sanitaria. Fotografia di un Paese spaccato

Renzo Tondo, presidente

della Regione Friuli-Venezia Giulia.

Maria Rita Lorenzetti, numero uno dell’Umbria

(a destra).Antonio Bassolino,

governatore campano (sotto)

Page 23: SANITALIA 003

RAVENNA - Nel corso degli ultimi

anni si è prevalentemente distinto

in regione - ma anche fuori da quei

confini - per la qualità, l’efficacia

e la numerosità degli interventi or-

topedici. Questo dato gli ha per-

messo di sviluppare al suo interno

un Centro di Fisioterapia capace di

soddisfare ogni tipo di problemati-

ca riabilitativa. Stiamo

parlando dell’“Ospedale

Privato San Francesco” di

Ravenna.

Il Centro, recentemente

rinnovato nei suoi locali,

offre fisioterapisti qualifi-

cati e preparati, in accordo

con le strutture della città,

propone anche corsi di

ginnastica in acqua, per in-

crementare le proprie cure

ortopediche e sfruttare a

pieno tecniche innovative

che aiutano il paziente a

un recupero ottimale.

Tecar terapia, tens, ionofo-

resi, ultrasuoni, elettrosti-

molazione, laser Co2, laser

alta potenza, ginnastica in

acqua, ginnastica postura-

le, massaggi e bendaggi,

terapia manuale: i tratta-

menti effettuati dai medi-

ci-specialisti dell’Ospeda-

le. La professionalità dei

fisioterapisti può essere richiesta

anche a domicilio.

La prima seduta sarà di carattere

valutativo; nel caso si ritenga ido-

nea la fisioterapia domiciliare, si

procederà alla programmazione

riabilitativa. Un servizio che ri-

sponde alle esigenze di post-opera-

ti, anziani e momentaneamente a

chi non è autosufficiente.

Per raccontare la storia di questa

struttura ospedaliera dell’Emilia-

Romagna bisogna partire dall’anno

1942 quando una famiglia del cir-

condario di Ravenna, i Guerra, ac-

quistò una casa di civile abitazione

che trasformò in clinica, con una

disponibilità iniziale di 20 posti

letto.

L’indirizzo fu fin dall’inizio poli-

specialistico. Immediatamente do-

po che ebbero inizio le attività, la

Casa di Cura fu occupata dalle

truppe tedesche, cui si avvicenda-

rono, subito dopo, quelle america-

ne, che la lasciarono soltanto nel

maggio del 1945.

I due fratelli Guerra, Ettore e

Guerrino, si improvvisarono mu-

ratori e manovali e, aiutati dai

genitori, rimisero in sesto quanto

restava dopo 20 mesi di occupa-

zione, alla quale erano seguiti

bombardamenti e cannoneggia-

menti da parte di entrambi i con-

tendenti. Nel frattempo, la fine

delle ostilità aveva riportato a

casa i reduci, e il primo nucleo

di personale paramedico fu co-

stituito proprio da chi, durante la

guerra, aveva avuto la ventura di

occuparsi di sanità. Tornò dalla

prigionia il dottor Vangelista,

che era stato il direttore sanitario

per i pochi giorni iniziali, e che,

da allora tenne l’incarico fino alla

fine del 1982.

Intanto il nucleo iniziale della cli-

nica era cresciuto un po’ alla volta,

fino a raggiungere la capienza at-

tuale di 118 posti letto. Il “San

Francesco” è una struttura sanitaria

privata polispecialistica e accredi-

tata con il Servizio sanitario nazio-

nale. La clinica dal 1942

persegue, quale fine

principale, quello di for-

nire una risposta qualifi-

cata alle esigenze sanitarie del-

l’utenza ravennate, emiliana-roma-

gnola e proveniente da ogni regio-

ne d’Italia. Chi sceglie l’Ospedale

può contare su una lunga esperien-

za nel settore sanitario, su una

struttura recentemente rinnovata e

in costante crescita, sulla profes-

sionalità e cortesia del personale

altamente qualificato e sulla parti-

colare attenzione ai servizi di ospi-

talità.

Ancora oggi, a quasi settant’anni

dall’inizio delle

attività, a gestire

l’“Ospedale Pri-

vato San France-

sco” sono i di-

scendenti di

quella stessa fa-

miglia Guerra e

ancora attual-

mente cercano

di farlo con lo

spirito di fami-

liarità e profes-

sionalità che da

sempre la con-

t r a d d i s t i n g u e .

L’Ospedale è si-

tuato nelle vici-

nanze della sta-

zione ferroviaria

di Ravenna, più

precisamente nelle immedia-

te adiacenze del cavalcavia

della stazione ferroviaria.

Seguendo le mura della città,

erette a difesa della antica

Rocca Brancaleone, si giunge

di fronte a uno degli ingressi

della struttura ospedaliera

che si apre sulla circ. San

Gaetanino.

La tipologia dei ricoveri (ac-

creditati dal Servizio sanita-

rio nazionale): medicina e

lungodegenza, ortopedia, te-

rapia del dolore, oculistica.

chirurgia generale, medicina

e lungodegenza, chirurgia

estetica.

www.opsanfrancesco.it

Al “San Francesco” il top dell’ortopedia

|NOVEMBRE 2009 t23 tt

ECCELLENZA PRIVATA

DALLE MACERIE DELLA SECONDA GUERRA,A RAVENNA UNA CLINICA ALL’AVANGUARDIA

Page 24: SANITALIA 003

Il dottor Pantaleo Romanelli presenta il nuovo protocolloall’European Protocol Development Committee di Milano

Cyberknife per curarela cefalea a grappolo

UN ROBOT CHE INVIA RADIAZIONI MIRATE

di Anselmo Tagliacozziu

|NOVEMBRE 2009 t24 tt

NEUROCHIRURGIA

POZZILLI (ISERNIA) - Il Cy-

berknife per curare la cefalea a

grappolo. Il nuovo protocollo per

il trattamento di forme gravi di

cefalea a grappolo resistenti alla

terapia medica è stato presentato

all’European Protocol Develop-

ment Committee della Cyberkni-

fe Society dal dottor Pantaleo

Romanelli, esperto di neurochi-

rurgia funzionale dell’Irccs Neu-

romed (Istituto neurologico me-

diterraneo) di Pozzilli (Isernia),

durante la riunione dei maggiori

esperti del settore che si è svolta

a Milano.

Il protocollo si basa sull’utilizzo

del Cyberknife, un robot radio-

chirurgico capace di inviare fasci

sottili di radiazioni su specifici

bersagli intracranici con preci-

sione sub-millimetrica, per fron-

teggiare una patologia che incide

sensibilmente sulla qualità della

vita di coloro che ne sono affetti.

Tale robot fino a ora è stato uti-

lizzato per il trattamento non in-

vasivo di tumori intra ed extra-

cranici con ottimi risultati, ma

ampie sono le sue potenzialità. Il

professor Romanelli, applicando

la tecnologia Cyberknife nel trat-

tamento di casi severi di cefalea

a grappolo resistenti alla farma-

coterapia, ha selezionato come

bersaglio del trattamento il gan-

glio sfenopalatino, una struttura

nervosa della faccia coinvolta

nella genesi della cefalea a grap-

polo.

Il trattamento è efficace, del tutto

non invasivo e presenta rischi

molto contenuti - comunicano da

Neuromed -. In seguito alla pre-

sentazione di tale protocollo di

trattamento, la Cyberknife Socie-

ty ha incaricato Romanelli di co-

ordinare uno studio multicentrico

internazionale al fine trattare ca-

si selezionati di cefalea a grap-

polo con questa nuova metodica.

L’esperto del Neuromed ha già

avuto un ruolo importante nello

sviluppo di nuove indicazioni del

Cyberknife, soprattutto per il

trattamento della nevralgia del

trigemino che viene eseguito

concentrando circa 200 fasci di

radiazioni sottili 5 mm sul nervo

trigemino in modo da ottenere

una remissione della sintomato-

logia dolorosa.

Il trattamento nevralgia trigemi-

nale con questa innovativa meto-

dica è stato oggetto di un recente

studio multicentrico internazio-

nale coordinato proprio dal dot-

tor Romanelli e riportato sulla

prestigiosa rivista Neurosurgery.

PRIMO

A SPERIMENTARE

CYBERKNIFE

Il professore è stato il primo a

eseguire i primi 10 trattamenti

Cyberknife per la nevralgia tri-

geminale presso la Neurochirur-

gia della prestigiosa dell’Univer-

sità di Stanford. L’esperto ha la-

vorato come Clinical Assistant

Professor nel Dipartimento di

Neurochirurgia della Università

di Stanford, collocata nel cuore

della Sylicon Valley, California,

dove ha assistito e partecipato al-

lo sviluppo del Cyberknife in-

ventato dal professor John Adler.

Neuromed tra le cento eccellenze

segnalate dall’Eurispes nel III

Rapporto "Nostra Eccellenza,

Cento casi di successo del siste-

ma Italia". L'importante ricono-

scimento è motivo di vanto non

solo per l'Istituto ma per la re-

gione molisana che, per la prima

volta, è presente nel Rapporto

con tre realtà imprenditoriali di

grande valore. Una conquista per

l’Istituto Neurologico Mediterra-

neo, ma anche per il Molise, che

per la prima volta ha visto la se-

gnalazione di un’istituzione pri-

vata impegnata nella ricerca tra-

slazionale.

STRUTTURA

DELL'ISTITUTO

La struttura è stata concepita per

garantire la massima integrazio-

ne fra attività assistenziali ed at-

tività di ricerca. Neuromed è or-

ganizzato in dipartimenti clinico

scientifici i quali coordinano le

attività delle Unità Operative

Complesse che si sviluppano al-

l'interno di aree funzionali. Con-

siderata la caratteristica speciali-

stica monotematica dell'istituto il

processo di dipartimentalizzazio-

ne assume caratteristiche pecu-

liari: esso si realizza nel coordi-

namento di specifiche specializ-

zazioni o meglio di super-specia-

lizzazioni che hanno una loro au-

tonomia di attività scientifica e

clinica.

Alle divisioni di degenza e agli

ambulatori afferiscono prevalen-

temente pazienti che hanno già

avuto contatti con presidi sanitari

ospedalieri ed extra-ospedalieri

di primo livello. I servizi, strut-

ture trasversali che operano su

richiesta dei reparti e degli am-

bulatori svolgendo attività dia-

gnostica e di monitoraggio tera-

peutico, sono dotati delle più

moderne tecnologie continua-

mente aggiornate grazie anche

all'attività di ricerca scientifica

ad essi collegata.

www.neuromed.it

La sede ospedalieradel Neuromed di Pozzilli,in provincia di Isernia

Page 25: SANITALIA 003

Monsignor Zimowski: disabilità che colpisce 1 milione e 300mila individui tra i cattolici

EFFATÀ, LA PERSONA SORDA NELLA CHIESACITTÀ DEL VATICANO - "Effatà! La

Persona sorda nella vita della Chiesa" nel-

la XXIV Conferenza Internazionale pro-

mossa dal Pontificio Consiglio per gli

Operatori Sanitari (per la Pastorale della

Salute). I problemi di chi non ha udito

spiegato da monsignor Zygmunt Zimow-

ski, presidente del Pontificio Consiglio

per gli operatori sanitari (per la Pastorale

della Salute).

INTERVENTO

DI MONSIGNOR

ZYGMUNT ZIMOWSKI

Sono oltre 278 milioni nel mondo le per-

sone con un deficit uditivo tale da com-

prometterne una soddisfacente partecipa-

zione alla vita sociale, a partire dall'educa-

zione scolastica, l’inserimento nel mondo

del lavoro così come il crearsi una fami-

glia. Tra questi, oltre 59 milioni sono af-

fetti da sordità totale. Sempre secondo le

statistiche ufficiali, uno ogni mille bambi-

ni nati nei Paesi ad alto reddito è afflitto

da ipoacusia. Un dato già grave che addi-

rittura raddoppia nelle zone del pianeta

meno economi-

camente avan-

zate e dove, a

tutt'oggi, ritro-

viamo ben l'80

percento del to-

tale delle perso-

ne non udenti.

Ciò è dovuto

alla mancanza

di interventi ne-

cessari quanto

t e m p e s t i v i ,

dunque alla

mancanza di

sufficienti in-

frastrutture sanitarie e di mezzi per l'ac-

quisto dei farmaci o dei vaccini. Un esem-

pio è dato dalla rosolia che, se contratta

dalla gestante, può comportare la sordità

per il nascituro.

D'altro lato l'ipoacusia è una disabilità non

appariscente, ci si accorge di una persona

sorda solamente quando si stabilisce un

contatto ravvicinato. Le conseguenze so-

no più negative che positive soprattutto da

quando il mondo ha iniziato a superare i

pregiudizi e le

superstizioni le-

gati alle disabili-

tà fisiche. Le ri-

cadute sono no-

tevoli quanto

inevitabili sulla

vita della Chiesa

Cattolica, della

quale si stima

facciano parte

circa un milione

e trecentomila sordi. Ciò sia in termini di

difficoltà per loro a partecipare pienamen-

te, con conseguente impedimento alla loro

possibilità di crescita nella vita spirituale e

nella pratica religiosa, sia per la mancanza

del loro contributo in termini di vitalità e

ricchezza della Chiesa stessa.

In occasione del Giubileo del 2000, Sua

Santità Papa Giovanni Paolo II esortava

ancora a trovare "lo spazio per i disabili"

e, sebbene vi siano diverse realtà ecclesia-

li e del volontariato che già si occupano

con grande perizia e impegno di questo

particolare settore, si sente la necessità di

promuoverlo e migliorarlo fino a raggiun-

gere una reale integrazione delle persone

sorde. Ecco da dove nasce l'esigenza della

XXIV Conferenza Internazionale organiz-

zata dal nostro Pontificio Consiglio per gli

Operatori Sanitari dedicata al tema: "Effa-

tà! La persona sorda nella vita della Chie-

sa".

L'iniziativa tenuta in Vaticano ha richia-

mato una ricca e variata adesione sin dal

momento del suo annuncio.

Presenti ben 498 persone, consacrate e

non e delle quali 89 sorde, in rappresen-

tanza di 67 Paesi del mondo. Tre giorni di

incontro con al centro: "Le persone sorde

nel mondo tra passato e presente", "Il

mondo psicologico delle persone sorde",

gli "Aspetti medici della sordità", e le

"Esperienze dal mondo della sordità".

Con l'udienza concessa da Sua Santità Pa-

pa Benedetto XVI, approfonditi anche:

"La famiglia e le persone sorde" e la "Pa-

storale con le persone sorde".

www.vatican.va

di Ariel Marinou

|NOVEMBRE 2009 t25 tt

IPOACUSIAwww.italiainweekend.it

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PapaBenedetto XVI

Page 26: SANITALIA 003

«IMPOSSIBILE PROGRAMMAREAZIONI PER MINORI DISABILI»

ROMA - «In Italia impossibile pro-

grammare azioni per i bambini di-

sabili». Forte la denuncia dell’An-

ffas (Associazione nazionale fami-

glie di persone con disabilità intel-

lettiva e/o relazionale) per il Ven-

tennale della Convenzione Onu sui

diritti dell’infanzia. Nell’analisi

dell’Anffas: mancano i dati sulle

diagnosi, sugli strumenti, sulle fa-

miglie. La 104 è superata: non c’è

un progetto sulla disabilità evoluti-

va e non si vedono cambiamenti al-

l’orizzonte.

Non esiste in Italia alcuna raccolta

dati sulla situazione dei bambini

con disabilità fra zero e cinque an-

ni, il che rende di fatto impossibile

una seria programmazione sulle

azioni da compiere. A ricordare la

situazione particolare dei bambini

con disabilità, nel giorno in cui si è

celebrato il ventennale della Con-

venzione Onu sui diritti dell'infan-

zia, è stata l’Anffas, una delle 86

associazioni che compongono il

Gruppo Crc (Convention on the

rights of the child) che ha fotogra-

fato lo stato di attuazione della

Convenzione in un Rapporto, cu-

rando in modo specifico il paragra-

fo dedicato a salute e disabilità ed

evidenziando le numerose criticità

che riguardano i bambini e i ragazzi

con disabilità del nostro Paese.

Dall’Associazione sostengono «che

i temi ancora scoperti, per i quali

cioè non sono state trovate soluzio-

ni adeguate, sono assai numerosi:

oltre all'assenza di una raccolta dati

sull'età 0-5, non esistono dati certi

sulle diagnosi e soprattutto sugli

strumenti utilizzati nel sistema sani-

tario per la loro definizione nono-

stante i progressi fatti in questo

campo a livello internazionale».

«Si pensi - proseguono dall’Anffas

- che ancor oggi in molte regioni

(anche del nord) l'attività del servi-

zio di neuropsichiatria dell'infanzia

e dell'adolescenza, fondamentale

per esempio per la diagnosi e la de-

finizione del progetto abitativo, è

scarsamente investita dal Servizio

sanitario nazionale di risorse umane

ed economiche».

Il presidente Roberto Speziale ri-

corda anche che «non esiste un pro-

getto obiettivo sulla disabilità in età

evolutiva e soprattutto, al riguardo,

non si vedono segnali

di cambiamento».

Altro tema caldo è

quello del diritto alla

"presa in carico", che

per l'Anffas è stato ben

compreso nella sua por-

tata tecnica e politica

dai vari interlocutori

istituzionali ma non an-

cora regolamentato no-

nostante le forti pres-

sioni che su questo ca-

pitolo arriva dal mondo

associativo.

«Chi fa che cosa, nel

processo di presa in ca-

rico in età evolutiva, è ancora tutto

da stabilire - afferma Speziale -. E

non abbiamo dati sull'impatto so-

ciale che la condizione di disabilità

comporta per esempio in termini di

povertà economica della famiglia».

Più in generale, secondo l'Associa-

zione, è fuori discussione come i

progressi in campo scientifico, cli-

nico e tecnologico abbiano consen-

tito un miglior inquadramento della

disabilità e un suo miglior decorso

durante l'età evolutiva e della vita

in generale.

In questo senso, «la legge 104 ha

fatto molto per migliorare la condi-

zione dei minori con disabilità, ma

oggi è superata nei

contenuti e deve neces-

sariamente lasciare

spazio ai nuovi para-

digmi culturali della disabilità, che

spostano l'attenzione dall'handicap

e dalla patologia mettendo invece al

centro prima di tutto la persona co-

me soggetto di diritti umani e civili

e considerando, quindi, la disabilità

come una situazione di salute in un

contesto sfavorevole».

Per Speziale «all'impoverimento

economico si accompagna un impo-

verimento sociale, frutto di barriere

ed ostacoli posti all'accesso ai dirit-

ti, che fanno cornice a trattamenti

discriminatori in numerosi campi

della vita quali la scuola, le attività

ricreative e sportive, l'accesso al-

l'informazione che nullificano l'esi-

gibilità di questi diritti fondamenta-

li, costituzionalmente sanciti».

Tutti questi temi troveranno il do-

vuto approfondimento durante la

"Prima conferenza regionale sulle

politiche a favore dei bambini e de-

gli adolescenti con disabilità" di

Milano nel febbraio 2010.

Organizzato da Anffas Lombardia e

Ledha, l'appuntamento è pensato

come una prima occasione per av-

viare un percorso di conoscenza e

di verifica dei comportamenti che

su questa materia vengono attuati

nelle varie regioni, a partire dal-

l'istituzione del Garante Regionale

per l'infanzia e l'adolescenza.

|NOVEMBRE 2009 t26 tt

BAMBINIwww.italiainweekend.it

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di Mario Perrinou

Alcuni momenti di eventiorganizzati dall’Anffas

Page 27: SANITALIA 003
Page 28: SANITALIA 003

MILANO - Struttura privata total-

mente dedicata alla diagnosi e alla

terapia ambulatoriale medica, chi-

rurgica e strumentale delle malat-

tie dermatologiche, alla formazio-

ne (Ecm) e alla ricerca clinica ap-

plicata nelle aree dermatologica,

dermochirurgica e dermocosmeti-

ca.

È l’Ide (Istituto dermatologico eu-

ropeo), con sede a Milano.

La struttura sanitaria è nata nella

città lombarda nell’ottobre del

2001 con l’obiettivo di coprire tut-

te le aree di intervento dermatolo-

gico, siano esse mediche, strumen-

tali o chirurgiche, che non richie-

dano il ricovero ospedaliero.

Istituto unico nel suo genere - rife-

riscono i vertici dell’Ide attraverso

il sito Internet -, è oggi un vero e

proprio punto di riferimento valido

non solo a livello regionale, ma

anche nazionale, a disposizione

della classe medica per quei pa-

zienti che necessitano di tratta-

menti particolari non erogabili in

un normale studio ambulatoriale.

Dalla dermatologia generale a

quella pediatrica, Ide è infatti

l'unico centro privato esistente in

Italia specializzato nella cura delle

malattie cutanee ereditarie dei

bambini, a quella allergologica.

Senza dimenticare le malattie in-

fettive, la micologia e patologia

degli annessi (unghie e capelli), la

profilassi del fotoinvecchiamento,

la chirurgia dermatologica, la la-

serterapia e la fototerapia. Fino

alla nuovissima Sezione per lo

studio e la cura del piede diabeti-

co e delle ulcere difficili, che

mette a disposizione servizi am-

bulatoriali specifici e altamente

specializzati.

Ide può contare su un selezionato

gruppo di medici tra i più esperti

e qualificati in campo dermatolo-

gico. In tutto, un team costituito

da 10 responsabili di sezione sup-

portati da uno staff di 30 speciali-

sti, per garantire ogni giorno fino

a 300 prestazioni, senza necessità

di ricovero.

Il Centro si sviluppa su una super-

fice di 1200 metri quadrati, distri-

buiti su 6 piani attrezzati secondo

le più moderne concezioni archi-

tettoniche e tecnologiche.

L’Istituto può contare su 16 studi

medici, diversi ambulatori chirur-

gici e laser dotati delle più avanza-

te attrezzature oggi a disposizione,

e sofisticati sistemi di indagine

clinica. La struttura è completa-

mente integrata da un sistema ge-

stionale informatizzato e dispone

di un training center, dotato di po-

stazioni computerizzate interattive

e di un collegamento audio-video

con gli ambulatori chirurgici e le

unità laser. L’Istituto dermatologi-

co europeo milanese è iscritto nel

Registro delle Strutture Accredita-

te della Regione Lombardia al

n.873 ed è certificato secondo la

norma UniEn ISO 9001 :2008. Il

direttore sanitario è il dottor Mar-

cello Innocenti.

Ide centro di eccellenza per i bambiniNell’Istituto presente anche una nuovissima sezione per lo studio e la cura del piede diabetico

|NOVEMBRE 2009 t28 tt

DERMATOLOGIA

ROMA - L’Associazione dermatologi

ospedalieri italiani invita i papà e le

mamme italiani a controllate i nei dei

propri figli. Prima che sia troppo tardi.

Il controllo dei nei è fondamentale fin da

bambini e spetta ai genitori educare a un

rispetto della pelle e del corpo. I bambini

prestano naturalmente attenzione alla

salute della pelle rimanendo incuriositi

dalla presenza dei nei sul corpo.

Lo testimonia non solo l’esperienza

quotidiana dei dermatologi ma anche

uno studio pubblicato su Pediatric Der-matology, che ha intervistato sull’argo-

mento dei piccoli studenti dai 6 ai 10

anni: il 96% sa descrivere un neo (o

‘nevo’), il 91% non prova disagio nel

trovarli sulla pelle, ben 3 su dieci ha no-

tato la comparsa di nuovi nei sul corpo

nell’ultimo anno. Inoltre il 67% ricorda

l’ultima scottatura al sole e cosa ha pro-

vato. Infine due su dieci sanno che

l’esposizione al sole può provocare il

tumore della pelle.

«Sono percentuali che sorprendono mol-

to positivamente – commenta Patrizio

Mulas (Adoi) - significa che, da un lato,

i genitori sono attenti ai propri bambini,

spiegando loro le nozioni fondamentali

per la salute della pelle, dall’altro che

anche i dermatologi stanno facendo un

ottimo lavoro, dedicando tempo nell’in-

formazione ai pazienti. Certamente è

chiaro che i bambini piccoli hanno un

rapporto di curiosità, attenzione e accet-

tazione delle modificazioni del corpo

che a volte poi si perde».

Per i nei la regola fondamentale è valu-

tare l’asimmetria, i bordi, il colore, le di-

mensioni e infine l’evoluzione nel tem-

po. Quando c’è qualcosa che insospetti-

sce, bisogna andare subito dallo speciali-

sta.

Determinante è la diagnosi precoce e gli

specialisti stanno trovando nuovi meto-

di, come è possibile leggere in recenti

studi - come sul Journal of biomedicaloptics - specialisti tedeschi ritengono che

è possibile individuare in maniera tem-

pestiva il melanoma melanotico mali-

gno, valutando la fluorescenza della me-

lanina. In questo modo si può differen-

ziare il neo displastico dalle lesioni beni-

gne e dai tumori. «Altri gruppi di scien-

ziati invece come gli australiani, che

hanno pubblicato studi su Molecolardiagnosis & therapy – aggiunge - stanno

concentrando la propria attenzione sui

markers biologici e l’espressione genica,

che potrebbe aiutare sia nella diagnosi

che nella scelta della migliore terapia per

il paziente. Il 48mo Congresso Naziona-

le Adoi, tenuto dal 4 al 7 novembre a Ve-

nezia Lido, Palazzo del Cinema - Palaz-

zo del Casinò Lungomare Marconi -, ha

affrontato numerose tematiche: dalla

dermatologia psicosomatica a quella del-

la terza età, dalla dermoestetica alla co-

smetologia, dall’utilizzo delle cellule

staminali all’incidenza delle malattie

sessualmente trasmesse.

In programma diversi corsi e una tavola

rotonda con i delegati regionali su Drg e

Lea nella organizzazione ospedaliera na-

zionale e regionale.

www.adoi.it

di Mario Perrinou

«Controllate i neidei vostri figli»

L’appello dell’Adoia tutti i genitori.Per gli specialistideterminante èla diagnosi precoce

Page 29: SANITALIA 003
Page 30: SANITALIA 003

ROMA - Federfarma (Federazione naziona-

le dei titolari di farmacia italiani) è al lavoro

per individuare, insieme alle Regioni e con

il sostegno del Governo, una soluzione che

consenta a tutti gli italiani di avere lo stesso

livello di assistenza farmaceutica e di trova-

re sempre in farmacia i medicinali di cui

hanno bisogno.

Secondo la Federazione questo risultato si

può raggiungere concordando un unico

elenco, uguale in tutta Italia, di medicinali

che vengono acquistati dalle Asl e distribuiti

dalle farmacie e individuando una remune-

razione per la farmacia omogenea sul terri-

torio e conveniente per il sistema.

Oggi, farmaci importanti e innovativi, desti-

nati alla cure di patologie di forte impatto

sociale e sanitario, vengono distribuiti ai cit-

tadini con modalità estremamente diversifi-

cate sul territorio, con differenze tra Regio-

ne e Regione e anche tra diverse Asl della

stessa Regione.

È quanto emerge da uno studio predisposto

da Federfarma con Promofarma.

Ecco alcuni esempi.

I farmaci a base del principio attivo Bicalu-

tamide, per la cura del carcinoma alla pro-

stata, vengono distribuiti per la quasi totali-

tà in farmacia nel Lazio, in Puglia, in Lom-

bardia e in Basilicata; passano quasi total-

mente per le Asl in Abruzzo e Molise.

I farmaci a base di Aripiprazolo, per il trat-

tamento della schizofrenia, sono disponibili

in farmacia per la quasi totalità in Liguria,

Lazio, Abruzzo e Molise; in Campania, in-

vece, per oltre il 50% sono erogati dalle

Asl.

Le epoietine, farmaci per la cura di anemie

gravi, sono distribuite quasi totalmente in

farmacia in Friuli-Venezia Giulia, ma pas-

sano nelle Asl al 90% in Emilia-Romagna,

Campania, Piemonte e Valle d’Aosta.

I malati di Alzheimer, o piuttosto i loro fa-

miliari, trovano quasi tutti i medicinali per il

trattamento di questa grave patologia in far-

macia in Puglia, mentre in Emilia-Romagna

e Campania, la metà di questi medicinali è

erogato dalle Asl.

I pazienti affetti da sindrome coronarica,

una patologia cardiovascolare in forte diffu-

sione, possono curarsi quasi completamente

in farmacia in Piemonte, Valle d’Aosta e

Basilicata, mentre in Abruzzo e Molise de-

vono recarsi alla Asl, dove vengono distri-

buiti l'80% dei farmaci per il trattamento di

questa malattia.

Le persone che hanno subito un trapianto di

organo nella Regione Lombardia trovano

praticamente tutti i farmaci immunosop-

pressori in farmacia, mentre in Piemonte

devono andare, nel 93% dei casi, alla Asl.

Questa diversificazione, secondo Federfar-

ma, determina conseguenze negative per i

cittadini e per il sistema: a) incrinando i li-

velli essenziali di assistenza (in alcune zone

i cittadini trovano il farmaco di cui hanno

bisogno nella farmacia sotto casa, in altre,

con gravi disagi ed elevati costi sociali, de-

vono percorrere svariati chilometri per riti-

rare il medicinale presso le strutture pubbli-

che, in locali spesso destinati ad attività in-

terne, non attrezzati all'accoglienza dei pa-

zienti e aperti poche ore alla settimana); b)

la distribuzione diretta da parte delle struttu-

re pubbliche impedisce ai medici di medici-

na generale e alle farmacie di avere un qua-

dro farmacologico completo dei propri pa-

zienti.

di Anselmo Tagliacozziu

Una soluzione con Governo e Regioni per dare agli italiani assistenza uguale in tutt’ItaliaFederfarma: medicinali solo in farmaciaOggi esistono delle differenze anche tra le diverse Aziende sanitarie locali della stessa area

|NOVEMBRE 2009 t30 tt

LA PROPOSTAwww.italiainweekend.it

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