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NETWORK ITALIA ITALIANS in VIET NAM RETE DI CULTURA, INFORMAZIONE, AMICIZIA E-MAIL [email protected] NEWSLETTER N. 003-2009 | 12 Dicembre 2009 Filename: [J-4.5.8.5-1.9.2.9-091212-Newsletter-003-Aca.doc] @ INTRODUZIONE Care amiche, cari amici, da questo numero la Newsletter viene pubblicata sotto il nome di ‘Network Italia”. Come avete letto nella prefazione, speriamo di ampliare il nostro orizzonte culturale ed informativo. La newsletter ampia il proprio raggio d’azione, includendo anche la letteratura, elementi di cultura italiana ed internazionale. Si vuole quindi esaltare la bellezza della cultura italiana, a partire dalla lingua, ma senza chiudersi ai contributi da tutto il mondo, in particolare dal Viet Nam, ne’ a quel “gramelot” di italiano ed altre lingue che nasce dalla vita di tutti i giorni. E’ per questo che ci permettiamo di usare parole come “italians”, “Network”... Troverete ancora la rubrica “TuttiFrutti ”, con un intervista a Paolo Fornari, colonna portante (piu’ dorica che ionica ;-) del circolo ITALIA. Inoltre l’aggiornamento della Festa di Natale in HCMC organizzata sempre dal circolo ITALIA. Cari saluti, Amedeo Cilento V I S I O N I Tutte le foto sono pubblicate sulla Newslletter sotto: “Creative Commons Attribution Non-Commercial Share-Alike License” [http://creativecommons.org] Questa Newsletter e’ ottimizzata per la visione su monitor. Stampare su carta vuol dire tagliare alberi. Cercate di farne a meno.

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Newsletter degli Italiani nel Sud Est Asia Newsletter of Italians in South East Asia

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NEWSLETTER N. 003-2009 | 12 Dicembre 2009

Filename: [J-4.5.8.5-1.9.2.9-091212-Newsletter-003-Aca.doc]

@ INTRODUZIONE

Care amiche, cari amici, da questo numero la Newsletter viene pubblicata sotto il nome di ‘Network Italia”. Come avete letto nella prefazione, speriamo di ampliare il nostro orizzonte culturale ed informativo. La newsletter ampia il proprio raggio d’azione, includendo anche la letteratura, elementi di cultura italiana ed internazionale. Si vuole quindi esaltare la bellezza della cultura italiana, a partire dalla lingua, ma senza chiudersi ai contributi da tutto il mondo, in particolare dal Viet Nam, ne’ a quel “gramelot” di italiano ed altre lingue che nasce dalla vita di tutti i giorni. E’ per questo che ci permettiamo di usare parole come “italians”, “Network”... Troverete ancora la rubrica “TuttiFrutti”, con un intervista a Paolo Fornari, colonna portante (piu’ dorica che ionica ;-) del circolo ITALIA. Inoltre l’aggiornamento della Festa di Natale in HCMC organizzata sempre dal circolo ITALIA. Cari saluti, Amedeo Cilento

V I S I O N I

Tutte le foto sono pubblicate sulla Newslletter sotto:

“Creative Commons Attribution Non-Commercial Share-Alike License” [http://creativecommons.org]

Questa Newsletter e’ ottimizzata per la visione su monitor. Stampare su carta vuol dire tagliare alberi. Cercate di farne a meno.

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1 INFORMAZIONE

CONTRIBUITE ALLA COSTRUZIONE DEL DATABASE CON TUTTI GLI ITALIANS CHE VIVONO IN VIET NAM

ATTIVITA’ 1.1

COSA QUANDO Coordinamento Informazioni Sempre attiva OGGETTO COME

Via E-Mail: [email protected]

1. Chiunque voglia inviare informazioni, proposte, lamentele, etc, puo’ farle pubblicare sulla Newsletter;

2. Inviate foto da pubblicare sulla Newsletter; 3. Confermate se l’indirizzo e-mail a cui

ricevete questa Newsletter e’ di vostro gradimento (o preferite cancellarvi dalla mailing list).

Formati Lettere: MS word Tabelle e calcoli: MS Excel (.xls) Photos: (.jpg) max 2 mb Presentazioni: Power Point (.ppt)

DOVE CRONOGRAMMA Network Italia Pubblicazione su Newsletter bi-settimanale CHI CONTATTI Chiunque e’ benvenuto Amedeo Cilento

ATTIVITA’ 1.2

COSA QUANDO Database Sempre attiva OGGETTO COME

Via E-Mail: [email protected]

1. Stiamo costruendo un Database delle persone coinvolte e/o interessate;

2. Inviate i vostri dati, se ancora non avete consegnato il vostro biglietto da visita.

Formato: MS Excel (.xls) oppure VCARD file (.vcf)

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2 ORGANIZZAZIONE

Network ITALIA: le ragioni di un’innovazione Come avrete notato questa newsletter viene edita sotto il nome di “Network ITALIA”. Dopo le prime due newsletters si era riscontrato un grande entusiasmo da parte di molti italiani in Viet Nam. Tanti i riscontri positivi ad un documento elettronico che funzioni come piazza virtuale per tutti gli italiani presenti nel paese, gli “Italians” come direbbe Beppe Severgnini. Molti amici di Ha Noi e di Da Nang, hanno pero’ obiettato il carattere localistico delle prime newsletter, orientate solo ad HCMC. In effetti le discussioni sul circolo ITALIA vertevano soprattutto sulla costituzione di una struttura a livello locale, dove riunirsi ed organizzare iniziative. La Newsletter e’ quindi nata come supporto informativo a questo sforzo organizzativo, ma e’ parso evidente a tutti, fin dall’inizio, come ci fossero le possibilita’ di andare oltre i limiti cittadini. Abbiamo quindi deciso di svincolare la newsletter dal circolo, e di consolidare lo strumento elettronico come vera e propia “piazza elettronica” per tutti gli italiani in Viet Nam. Continueremo ad aiutare il circolo ITALIA nelle sue attivita’, ma rivolgiamo lo sguardo oltre i limiti di una singola attivita’, per mettere queste pagine al servizio di tutti. Tutti gli Italiani, le aziende, le associazioni, gli enti che vorranno comunicare, promuovere, far circolare informazioni troveranno porte aperte. Inviateci i vostri progetti e saremo ben lieti di promuoverli e veicolarli nella comunita’ italiana.

10 REGOLE DI “NETIQUETTE” 1. L’accesso alla Newsletter del NETWORK ITALIA e’ aperto a tutti: Privati, Enti, Aziende, Istituzioni. 2. La lingua ufficiale della Newsletter e’ l’italiano, ma contributi straordinari in altre lingue non saranno rifiutati. 3. Sono banditi: le volgarita’, le polemiche personali, le polemiche politiche, e tutti le tesi non provate. 4. Sono particolarmente apprezzate le testimonianze fotografiche dell’Italia e del Viet Nam (e ogni bella foto). 5. Tutti i documenti e le foto sono pubblicate sulla Newslletter sotto:

“Creative Commons Attribution Non-Commercial Share-Alike License” [http://creativecommons.org]. 6. Qualunque documento viene pubblicato sotto piena e completa responsabilita’ di chi lo invia. 7. I documenti inviati devono sempre citare autori, fonti esterne e pagine web di riferimento. 8. La Newsletter e’ opera di solo volontariato e segue la piu’ rigorosa etica no-profit. Nessun contributo verra’

richiesto e verra’ pagato. 9. La Newsletter e’ bisettimanale, con edizione nella prima e terza Domenica del mese. 10. Qualunque annuncio ed iniziativa viene pubblicata se inviata con almeno 5 giorni di anticipo sulla data di

pubblicazione.

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4 EVENTI FESTA di NATALE Organizzata dal circolo ITALIA di HCMC, per il Natale 2009. Le adesioni sono in corso, affrettatevi a comunicare la vostra partecipazione a questa bellissima festa per i bambini.

ATTIVITA’ 4.1

COSA QUANDO Babbo Natale ad HCMC 19 Dicembre 2009 OGGETTO COME 1. Festa in un grande cortile con playground per i bambini, dove potranno giocare in liberta’ 2. Rinfresco con snacks per i bambini; 3. Bicchierata e panettone per gli adulti; 4. Babbo Natale, in trasferta tropicale, distribuira’ doni per i bambini; 5. Giochi e ricche libagioni

Biglietto per gli Adulti: 100.000 VND (bambini: gratis) I biglietti si comprano sul posto, al momento di entrare. I biglietti sono un rimborso spese per le libagioni. I giochi ed i regali sono offerti dal circolo ITALIA.

DOVE CRONOGRAMMA Asilo al 125 Duong Truong Dinh - F7 - Q3 - HCMC La festa si svolgera’ dalle 15:00 alle 18:00 CHI CONTATTI Dino BESATI Prenotazioni 01214234824 Paolo FORNARI Prenotazioni 0909785202

Date la vostra adesione entro il 17 Dicembre, di modo da programmare adeguatamente l’evento Confermateci il numero di persone adulte e di bambini (e la loro eta’ > regalo adeguato)

Invitate anche I vostri amici vietnamiti, e di altre nazionalita’, per creare una grande comunita’

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5 TUTTIFRUTTI... gli Italians si raccontano Questa settimana intervistiamo: Paolo FORNARI and My

Quando sei arrivato in Viet Nam? La prima visita risale al 2002, poi in modo sempre piu’ frequente (per 6 mesi all’anno) prima del completo trasferimento nel settembre 2006; Perche’ hai deciso di rimanere in Viet Nam? La convinzione che la mia azienda italiana potesse avere sbocchi commerciali migliori, infatti sul finire del 2006 inizia aprendo un rep office;

Quando hai conosciuto tua moglie, My? Nel 2005 mentre ero a Can Tho per installare una linea yogurt presso Vinamilk.

Di che cosa ti occupi attualmente in Viet Nam? Ho un’ azienda che si occupa di vendita di processo e confezionamento per prodotti alimentari e bevande, manutenzione e produzione locale di manufatti per il mercato locale e per export; Cosa trovi in Viet Nam meglio e/o peggio rispetto all’Italia?

Meglio: le oppurtunita’ di lavoro, la tranquillita’ (se si riesce a vivere appena fuori HCMC) il costo della vita accessibile a tutte le classi sociali Peggio: i servizi scolastici (prezzi folli) ospedalieri, logistici (strade e comunicazioni).

Cosa ne pensi dell’educazione dei figli in una coppia mista? Sono molto favorevole per 2 motivi il primo e’ di pura natura fisica dato che i sangui misti normalmente riproducono figli piu’ robusti e geneticamente sani il secondo perche’ credo che in un’era multirazziale questo dia ai nostri figli una visione molto piu’ allargata. Quali sono le caratteristiche culturali piu’ interessanti del Viet Nam? Trovo il Viet Nam affascinante. Il problema piu’ grosso che ho riscontranto e’ la mancanza di memoria di molti e quindi il mio lavoro di studio sulla storia e sulla cultura procede a piccoli passi. Le differenze culturali evidenti e tangibili non sono per me un freno, ma anzi uno stimolo per addentrarmi in questo paese e nelle loro culture rispettando il piu’ possibile le loro differenze. Inoltre sono rimasto folgorato dalla filosofia buddista e ho cominciato uno studio approfondito che mi ha portato a capire che in Viet Nam esiste una cultura che e’ un misto fra differenti correnti di pensiero del buddismo e del confucianesimo.

Cosa trovi bello del Viet Nam e cosa non ti piace?

La loro storia e la loro volonta’ di superare gli ostacoli, le opportunita’ di lavoro che sono superiori a molte altre nazioni, le pagode buddiste, il paesaggio e la semplicita’ della gente che ho trovato girando nei villaggi. Cosa non mi piace: sicuramente l’arroganza e la maleducazione delle persone che vivono a HCMC detesto il traffico caotico e privo di ogni regola, detesto ancora di piu’ tutti gli stranieri che si sentono superiori e che sputano nel piatto dove mangiano. Comunque amo questo paese e intendo viverci a lungo.

Quali progetti per il vostro futuro in Viet Nam? Trovo questo paese molto bello e interessante, mi manca un punto di ritrovo fra italiani dove poter discutere di tutto con tranquillita’ dove poter accedere ad una biblioteca, dove poter fare delle rassegne di film forse essendo di parma ero abituato ad avere questo tutti i giorni e adesso ne sento l’esigenza. Il mio sogno creare un gruppo di studio sulla storia del vietnam. CHI CONTATTI Paolo FORNARI [email protected] Mobile: 0909785202

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6 LETTERATURA Iniziamo una nuova rubrica sulla letteratura Italiana,

con una poesia del poeta genovese

Enrico Matteo ACHRONIDIS.

Il Primo Morso Ogni volta che ho dato il primo morso, quest'anno, a uno dei frutti della nuova stagione, sempre ho evocato quella forza che ha in pugno la mia vita, e l'ho pregata di donarmi il tuo amore: è così che quest'anno per me hanno avuto il tuo sapore la pesca e la ciliegia, la prugna e l'albicocca.

COLLEZIONE EDITORE Il sogno di Copenhagen: poesie Genova: Il melangolo, 2002

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9 MONDO Dacia Maraini presenta ad Ha Noi il libro: «La lunga vita di Marianna Ucrìa».

A fianco: la copertina del volume in vietnamita Dacia Maraini è nata a Fiesole nel 1936. È stata a lungo compagna di Alberto Moravia, con cui visse dal 1962 al 1983, accompagnandolo nei suoi viaggi intorno al mondo. Esordisce nella narrativa nel 1962 con il romanzo «La vacanza». Con «La lunga vita di Marianna Ucrìa», del 1990, vince il Campiello. Dalla seconda metà degli anni Sessanta scrive molti testi teatrali. In «Bagheria» (1993) ripercorre la sua infanzia; con i racconti raccolti in «Buio», 1999, vince lo Strega.

Source: http://www.daciamaraini.it

Tra templi e grattacieli il «melodioso» verbo di Dante Strana realtà a cui gli italiani non fanno molto caso: nel mondo lo studio della nostra lingua è in ascesa. Perfino in zone non di emigrazione italiana, come in Indonesia o in Malesia o in Vietnam. Vengo appunto da un viaggio in quei Paesi dove ho trovato un pubblico di giovani ansiosi di apprendere la nostra lingua. Molti si chiedono il perché di questo interesse. Le risposte sono varie: c' è chi lo attribuisce alla moda italiana, sempre più presente nei mercati internazionali. Altri fanno riferimento alla musica: il canto d' opera è italiano per eccellenza. Perfino Mozart ha voluto un librettista italiano. E com' è bella la lingua di Lorenzo Da Ponte! Altri invece dicono che il segreto sta nella popolarità del cinema italiano, visto in originale con i sottotitoli. Fatto sta che le scuole di italiano crescono e gli studenti si infoltiscono. Sarebbe importantissimo investire in questo senso. Finora lo si è fatto in forme sporadiche. Il Ministero degli Esteri è sempre stato attento agli scambi. In più ci sono antiche università, come quelle di Siena o di Bologna, che offrono ogni anno decine di borse di studio per ragazzi che intendono approfondire la nostra lingua. Da quest' anno però le cose si mettono male: molte università sono costrette a tagliare le spese e addio scambi. Eppure si tratta di un investimento che a lungo termine porta denaro e prestigio. Ma a volte siamo ciechi e sordi di fronte alla difesa delle nostre ricchezze. Mi sono sentita dire «la vostra è una grande potenza culturale». Non economica, si badi, non militare, non industriale, ma culturale. Non sarebbe il caso di investire su questo futuro? È commovente vedere una ragazza di diciassette anni dagli occhi a mandorla e i capelli corvini che ti si rivolge in un italiano compìto e gentile per dire che vorrebbe sapere di più della storia di questa «lingua melodiosa». Cerco di raccontare le contraddizioni che ne hanno accompagnato la crescita. La prima a nascere in Europa, frenata poi nel suo sviluppo dalla Chiesa che credeva soprattutto nel latino. Basti ricordare quello che accadde a Galilei che scrisse il Discorso intorno alle cose che stanno in su l' acqua e fu accusato dalla Chiesa e dalla società scientifica di lesa humanitatis perché aveva usato il volgare anziché il latino, lingua dei dotti e degli scienziati. Jakarta è una città caotica, in cui è difficile muoversi. Per arrivare alla università bisogna guidare per ore, fendendo un traffico mostruoso, fatto di pedoni che spingono carretti colmi di merce, di biciclette sovraccariche di pacchi, di motorini (la nostra Vespa è molto ambita) che corrono in tutte le direzioni, senza minimamente badare alle regole, disinteressati al colore del semaforo, tagliando la strada, superando a sinistra, infilandosi fra le auto con movimenti da sciame di uccelli. Proprio come quelli che si vedono al tramonto nei cieli di Roma: si precipitano in massa verso l' orizzonte e improvvisamente cambiano direzione spingendosi dalla parte opposta, si buttano a precipizio verso il suolo e poi si rialzano inaspettatamente verso l' alto. A Jakarta partecipo a un festival internazionale in cui si incontrano poeti e scrittori malesiani, indonesiani, olandesi (da ricordare che Jakarta è stata per secoli colonia olandese). Ciascuno legge un pezzo e poi si discute. Interessantissima la testimonianza di un olandese di madre indonesiana che ha spiegato cosa vuol dire sentirsi «diviso e solo». In Olanda è considerato uno straniero, in Indonesia pure. Sono i problemi dell' identità linguistica e culturale in un mondo che sta affrontando i piu grandi movimenti emigratori degli ultimi secoli. Anche nel mio caso quello che li interessa è il fatto che sia cresciuta in Giappone e abbia cambiato lingua a nove anni. Cosa vuol dire trasmigrare da una lingua all' altra? Esiste una condivisione della memoria storica? E cosa significa identità? E quando rischiamo di perderla? Se ne discute con vivacità.

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Diversi gli atteggiamenti e il modo di affrontare il tema, ma su una cosa sono tutti d' accordo: la cultura è una sola. Altrimenti come potremmo capire una bella poesia di Sapardi Djoko Damono tradotta in inglese o un romanzo di Calvino tradotto in indonesiano? Lo scrittore deve lavorare sull' universale pur coltivando il particolare. Ma i giorni trascorrono veloci ed eccomi a volare in Malesia... La Malesia è una terra di grandi risorse. Non abbiamo un Istituto di cultura purtroppo. L' ambasciata si appoggia all' università statale dove scopro un inaspettato calore nei riguardi del nostro Paese e della nostra lingua. La città di Kuala Lumpur è tutta protesa verso l' altro, pulita e ben tenuta, per lo meno nel centro, e disseminata di giardini. Passeggiare la sera nella grande città è disorientante: ci si chiede quale sia il nesso fra le immagini di povertà e degrado che ci arrivano via televisione e l' imponenza della nuova architettura che sembra evocare soprattutto arditi slanci economici, strategie di multinazionali, filosofia di mercato. Le due torri famosissime, alte quasi 500 metri, di ferro e vetro, sono in effetti molto belle. Rappresentano i primi esempi di una architettura non copiata dall' Occidente. Nonostante che le due torri rotonde e sfaccettate siano state costruite da un ingegnere argentino naturalizzato statunitense di origine italiana, Cesar Pelli, riescono a combinare con grande eleganza il gusto della linea spezzata, della rotondità e della frammentazione tipicamente asiatica con le linee razionaliste della tradizione occidentale. La terza tappa è il Vietnam. Anche Hanoi è priva di un nostro istituto di cultura. La conferenza stampa si tiene nella sala della residenza diplomatica, un villino elegante in stile coloniale, contornata da un folto giardino, nel centro di una città rallegrata da due magnifici laghi. Anche qui mi stupisco della popolarità e dell' interesse che desta la nostra lingua. E mi chiedo se non siamo solo noi a disprezzarla e maltrattarla, infarcendola di parole inglesi, trascurandone la bellezza e la capacità di adattarsi con intelligenza e originalità alle novità tecnologiche. L' editore che ha pubblicato il mio libro sembra uscito da una antica fiaba giapponese: quella di due anziani coniugi che desiderano tanto un figlio ma non possono averlo. Un giorno, aprendo una pesca, vi scoprono nascosto un bellissimo bambino dal sorriso ingenuo e fiabesco. È giovanissimo come giovani sono i giornalisti: tutti sui vent' anni. Annotano ogni parola con cura e poi fanno domande che suonano sapienti, ma anche semplici e fiduciose. Intanto leggo il bellissimo saggio di Mary McCarthy sul Vietnam che è una appassionata accusa alla sua America, presa da una furia anticomunista che le fa perdere di vista la realtà delle cose piu semplici. Molte riflessioni sono di perfetta attualità. Leggo anche il diario di viaggio di Goffredo Parise Due o tre cose sul Vietnam, scritto con stile rabbioso e musicale. Hanoi è una città stranissima, veramente dissimile da tutte le altre consorelle asiatiche. Non si vedono quasi grattacieli. Le sue case non raggiungono i quattro piani e sono strette e lunghe e fanno pensare a delle quinte di teatro. La ragione di questa verticalità, mi dicono, sta nel fatto che si pagavano le tasse sulle facciate in lunghezza e quindi si sfogavano in altezza. Ma certo che la teatralità favolosa di questo stile non finisce di stupire e costituisce la singolarità di Hanoi. Il traffico è caotico, ognuno suona il clacson in continuazione, con snervante ossessività. Dappertutto si vedono bandiere rosse con la stella d' oro. Il Paese si definisce «socialista» e forse del comunismo ha conservato una certa abitudine al lavoro collettivo, alla disciplina. Si vede che è una città laboriosa, che si alza all' alba e va avanti a lavorare fino a notte. Nel suo interno conserva templi buddisti ancora molto frequentati, che sbucano in mezzo alle case come piccoli rifugi silenziosi, abitati da monaci rasati. Gli scrittori si lamentano della censura. Tutto deve passare attraverso gli occhi attenti della «coscienza del partito». Una coscienza purtroppo spesso eccessivamente burocratizzata. Mi chiedo se sia il socialismo a trattenere il Vietnam dal trasformarsi in una città di grattacieli e di banche, o se si tratti solo di un ritardo delle strutture economiche. C' è da sperare che le tante guerre attraversate nel Novecento le diano il coraggio di andare verso la democrazia senza perdere il gusto di un passato di grande tenuta e profondità. L' amore per la saggezza e lo spirito unitario di Ho Chi Min fanno sperare bene.

Source: Corriere Della Sera - 13 novembre 2009