Salute Ulss dicembre 2012

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n. 4 - Dicembre 2012 Anno XV - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - CNS Treviso CPO L’Ulss 8 con te a NATALE al centro Salute L’impegno dell’Ulss 8, in ambito sanitario, sociale e gestionale nel mettere al centro i servizi rivolti al benessere della persona. Il nuovo Pronto soccorso di Montebelluna, l'intesa con l'Usl di Pescara, la nuova gamma camera e il servizio di mediazione familiare sono alcuni degli esempi che troverete all'interno della rivista. OSPEDALE Prima in Italia, la Farmacia ospedaliera dell’Ulss 8 si è dotata di un sistema robotizzato e della cartella oncologica digitale per aumentare la sicurezza nella preparazione e nella somministrazione delle terapie anti-tumorali. 16-17 TERRITORIO Il taglio del nastro della Cittadella della Salute di Valdobbiadene avvenuto ad ottobre ridà - dopo anni di attesa - alla popolazione dell’area un complesso assistenziale efficiente, di qualità moderno e al passo coi tempi. 20-21

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n. 4 - Dicembre 2012A

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L’Ulss 8 con te aNATALE

al centroSaluteL’impegno dell’Ulss 8, in ambito sanitario, sociale e gestionale nel mettere al centro i servizi rivolti al benessere della persona. Il nuovo Pronto soccorso di Montebelluna, l'intesa con l'Usl di Pescara, la nuova gamma camera e il servizio di mediazione familiare sono alcuni degli esempi che troverete all'interno della rivista.

OSPEDALEPrima in Italia, la Farmacia

ospedaliera dell’Ulss 8 si è dotata di un sistema robotizzato e

della cartella oncologica digitale per aumentare la sicurezza nella preparazione e nella

somministrazione delle terapie anti-tumorali.

16-17

TERRITORIOIl taglio del nastro della Cittadella

della Salute di Valdobbiadene avvenuto ad ottobre ridà - dopo anni di attesa - alla popolazione

dell’area un complesso assistenziale efficiente, di qualità moderno e al

passo coi tempi.

20-21

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Santo Natale 2012

Auguri di un sereno Natalee un nuovo anno di pace e felicità!

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A poco meno di un anno da quando il dottor Gianfranco Micaglio ha scelto di andare in pensione, l'incarico di direttore della Neurologia dell'Ulss 8 è stato affidato, a partire dal 19 novembre scorso, al dottor Giuseppe Maccarrone, che nell'ultimo anno aveva ricoperto il ruolo di facente funzione.A lui e a tutto il suo staff l'augurio di poter svolgere con serenità e competenza il proprio lavoro, avendo a cuore la salute ed il benessere della persona.

Renato Masondirettore generale Ulss 8

PROFILO DEL DOTTOR GIUSEPPE MACCARRONENato il 24 marzo del 1953 a San Giorgio di Nogaro in provincia di Udine, il dottor Giuseppe Maccarrone è sposato e padre di quattro figli. Ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Padova nel 1980 e la specializzazione in Neurologia presso lo stesso Ateneo nel 1985.Ha iniziato fin dal 1981 a lavorare nell'Ulss 8, dove è rimasto ininterrottamente fino ad oggi. La sua collaborazione, tuttavia, era cominciata già nel 1977, ancora da studente, presso la divisione di Medicina generale e di Anatomia patologica dell'ospedale di Castelfranco Veneto e, in seguito, nel 1980, come medico volontario della divisione Neurologica. La carriera del dottor Maccarrone inizia nel 1981, dopo la laurea, come responsabile dell'Ambulatorio delle Tossicodipendenze (Atd, ora noto come Sert) dell'Ulss 8, sotto la direzione del professor Vito Toso, al tempo primario di Neurologia, a Castelfranco. Qui ha svolto un'importante attività diagnostica, terapeutica e formativa rivolta alla popolazione e agli operatori socio-sanitari. Da ricordare, durante tale periodo, anche l’attivazione del trattamento medico-psico-sociale dell’alcolismo. Dal 1983 ha iniziato la sua attività di neurologo

di reparto, come assistente del professor Toso, interessandosi in particolare di malattie cerebrovascolari, eseguendo anche monitoraggio intra-operatorio con elettroencefalografia e doppler transcranico durante gli interventi di trombendoarteriectomia carotidea.Superato il concorso per aiuto corresponsabile nel 1989, ha svolto con tale qualifica ricerche cliniche a livello nazionale, con pubblicazioni presso riviste mediche nazionali e internazionali. A ciò si è aggiunta un'intensa attività di formazione teorica e pratica di medici specializzandi in Angiologia, con addestramento all’utilizzo del doppler transcranico. Il dottor Maccarrone ha inoltre svolto ruolo di docente presso la Scuola infermieri professionali degli ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna.Esperto di informatica, svolge un ruolo attivo nell’informatizzazione dell'Ulss 8 sin dal 1989. Dalla fine del 2010 è responsabile della Stroke Unit di Castelfranco Veneto, struttura deputata all’assistenza semi-intensiva dei pazienti colpiti da ictus cerebrale.

E' tra i soci fondatori della Società interdisciplinare neuro-vascolare (Sinv).

COME NASCE IL SUO RAPPORTO CON L'ULSS 8?Il mio rapporto con l'Ulss di Asolo nasce in età giovanissima. Allora ero ancora studente all'Università di Padova; essendo l'ospedale di Castelfranco Veneto uno dei migliori sia per le qualità professionali dei suoi medici, sia per la dotazione di attrezzature, ebbi l’autorizzazione da parte dell’Università di Padova – forse tra i primi – di realizzare entrambe le tesi, quella in Medicina e Chirurgia e quella specialistica in Neurologia, frequentando l'ospedale castellano. Di norma, infatti, la specializzazione avveniva nelle cliniche universitarie; grazie a questa frequentazione, durante la quale ho avuto la possibilità di lavorare sotto la guida di uno dei migliori specialisti in Neurologia in Italia, nonché ideatore della Stroke Unit, il professor Vito Toso, ho avuto modo di approfondire la mia conoscenza non solo studiando, ma anche prendendo in esame molti casi neurologici che mi hanno permesso di crearmi in breve tempo un bagaglio professionale insostituibile.A dimostrare che un ospedale, se ben organizzato, può formare validi professionisti come e quanto una clinica universitaria.

QUAL E' IL SUO OBIETTIVO COME DIRETTORE?L'obiettivo è quello di creare nell'Ulss 8 una “Neurologia del Terzo Millennio”: un'Unità operativa efficiente, che abbia a cuore la realizzazione del nuovo Piano socio-sanitario regionale, tenendo conto della spending review e del recente decreto del Ministro Balduzzi. I vincoli posti da queste leggi rivoluzioneranno l’assetto degli ospedali e della medicina di base: la sfida è riuscire a ottenere un livello di assistenza sempre migliore, razionalizzando l’utilizzo delle risorse economiche messe a disposizione della nostra comunità.

Il dottor Giuseppe Maccarrone, presenza storica dell'ospedale

di Castelfranco Veneto, da novembre è stato nominato direttore

della Neurologia dell'Uss 8.

Il dottor Maccarronedirige la Neurologia

i protagonisti dell'Ulss 8 DICEMBRE 2012 · 3

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Il direttore della Neurologia, dottor Giuseppe Maccarrone.

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“Neurologia del Terzo Millennio” significa anche e soprattutto valorizzazione delle risorse umane: ciò si otterrà sviluppando competenze e passioni dei medici, dei tecnici di neurofisiologia, del personale infermieristico, di assistenza ed amministrativo. La collaborazione di tutto lo staff è cruciale per riuscire a conseguire i risultati di budget indicati dalla Direzione generale, mantenendo tuttavia come obiettivo irrinunciabile la soddisfazione del cittadino.

COME PENSA DI RAGGIUNGERE QUESTO OBIETTIVO?Le diagnosi dovranno essere sempre più tempestive e accurate; l’ictus richiede tempi rapidissimi di intervento per poter limitare il più possibile le conseguenze nel paziente. Grazie alla Stroke Unit i pazienti di tutta l’Ulss 8 possono già contare su un’assistenza ultraspecializzata ed efficiente. Fondamentale sarà la collaborazione tra i vari reparti: già molto attiva quella tra Neurologia e Cardiologia, Radiologia, Angiologia, Chirurgia vascolare e Rianimazione. Per quanto riguarda la diagnosi e terapia delle malattie neurologiche, esiste inoltre un’attiva cooperazione tra i due ospedali di Montebelluna e Castelfranco: tale tendenza andrà accentuata sempre di più, sino a far diventare le due strutture i due poli di un centro unico, operanti in sinergia e non indipendentemente l’uno dall’altro. Per altre patologie che non richiedono il ricovero saranno creati ambulatori dedicati. Si investirà quindi sulla formazione e l’aggiornamento specifico dei neurologi e degli infermieri, cercando di seguire sempre di più i pazienti attraverso l’attività ambulatoriale, in collaborazione con i medici di base, limitando i ricoveri per i casi acuti. Alcuni di questi ambulatori sono già stati attivati: l'ambulatorio sulla sclerosi multipla, quello sul Parkinson e le demenze,

quello per lo studio delle malattie neuromuscolari e quello delle epilessie, solo per citarne alcuni. Essi saranno potenziati e integrati con altri, al momento in fase di attuazione.

COME E' COMPOSTO LO STAFF DELLA NEUROLOGIA?Lo staff è composto da 10 medici, 14 infermieri professionali, 10 operatori socio sanitari, 5 tecnici di neurofisiopatologia, un coadiutore amministrativo e un infermiere generico, i quali lavorano tutti presso l'Unità operativa di Neurologia, accentrata da qualche anno al San Giacomo. A questi si aggiungono gli infermieri professionali della Cardiologia, che a rotazione prestano servizio nella Stroke Unit collocata nel dipartimento strutturale Area critica.Infine, presso l’ospedale San Valentino di Montebelluna, prestano servizio due infermieri professionali. A turno, un medico neurologo garantisce l’assistenza anche a Montebelluna; l’attività ambulatoriale si svolge dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30. È assicurata anche la consulenza per il Pronto soccorso e per i medici di medicina generale. Da sottolineare che l'assistenza ai pazienti che arrivano al San Valentino sarà ben presto garantita anche dal teleconsulto, un sistema grazie al quale i pazienti, giunti al Pronto soccorso o ricoverati presso la Medicina di Montebelluna, potranno essere visitati e valutati in diretta dal medico neurologo operante nella sede di Castelfranco Veneto.

CHE SIGNIFICATO HA IL RAPPORTO CON I MEDICI DI MEDICINA GENERALE?È un altro dei tasselli fondamentali per poter realizzare quanto ho anticipato sopra. Avendo avuto la possibilità fin dall'inizio della mia attività di lavorare a stretto contatto con il territorio, attraverso l'Ambulatorio delle Tossicodipendenze,

ho sempre avuto ben chiaro come l'attività clinica ospedaliera non possa essere disgiunta dal territorio. Per questo ho sempre privilegiato il rapporto con il territorio (con i distretti, le case di riposo) ed in particolare con i medici di medicina generale, dando loro massima disponibilità, sia nel promuovere momenti formativi, sia per consulenze su casi specifici. La mia intenzione è quella di potenziare gli eventi formativi, coinvolgendo sempre di più i medici di base e i cittadini.

COSA LE PIACE DI PIU' DEL SUO LAVORO?Il rapporto con il cittadino e i suoi familiari. La relazione di fiducia che si viene a creare è uno degli aspetti che mi fanno amare il mio lavoro. C’è un altro aspetto che da sempre mi appassiona: l'informatica applicata alla medicina. È una passione nata quasi per caso nel lontano 1985 quando la lungimirante Direzione dell'Ulss 8 mi propose di partecipare a un corso di informatica. Da quel momento l'interesse per l'informatizzazione sanitaria non mi ha mai abbandonato e tuttora mi entusiasmo per i sistemi digitali d'avanguardia – sia a favore del personale medico-infermieristico sia dei cittadini – che quest'Ulss ci mette a disposizione. Il Fascicolo sanitario elettronico è già una realtà: il medico può accedere in pochi secondi a tutti i dati relativi al paziente che sta visitando, con risparmio di tempo e completezza dell’informazione, a tutto beneficio della correttezza delle diagnosi. È mia intenzione potenziare tale strumento integrandolo con tutti i referti clinici e strumentali prodotti dalla Neurologia. Sento altresì la necessità di creare nuovi strumenti di comunicazione tra il cittadino e la nostra Unità operativa: ciò sarà possibile, in un prossimo futuro, sempre grazie all’informatica.

i protagonisti dell'Ulss 84 · DICEMBRE 2012

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Quadrimestrale di informazione socio-sanitariadell’Azienda Ulss 8 - Asolo - TV

Anno XV, n° 4, DICEMBRE 2012Direttore editoriale:

Renato Mason

Direttore responsabile:Mariano Montagnin

[email protected]

Redazione:Antonio D’Alba,

Luciano Milani, Annamaria Brosolo,Sandro Sessi.

Redazione tecnica:Paolo Barichello, Massimo Melloni,

Teresa Spaliviero,Ester Susin.

Sede direzione e redazione:Ufficio stampa

[email protected] Relazioni con il pubblico

[email protected]

Fotografia:Gianni Busato

Collaborazione giornalistica:Martina Berno

Videoimpaginazione e Stampa:Tipografia Battagin s.r.l. - S. Zenone degli Ezz. (TV)

Concessionaria pubblicità:LIVINGSTUDIO di Giusi Vianello

Via Trevisana, 13631052 Varago di Maserada sul Piave (TV)

mail: [email protected]

Autorizz. Tribunale di Treviso:n. 1072 del 30/03/05

Iscrizione al ROCRegistro degli Operatori di Comunicazione

Pubblica n.10626 del 14/02/2002.

sommario

La tua azienda socio-sanitariati augura un Buon Natale

ed un Felice 2013

Rimettersi in piedi 24-25

Screening mammografico 27Trasferiti i servizi Veterinari 29

Mediazione familiare 31Nuovi centri 33

Amarv 35Insieme - Un aiuto in piu' 36

Firmata una convenzione 37Donazione in Pediatria 38

giuseppe maccarrone 3-4sommario 5

Infezioni ospedaliere 7Pronto soccorso nuovo 8Il nuovo cappellano 9

Intesa con l'Usl di Pescara 10Sinergia innovativa 11Celiachia 12-13

Diabetologia 15Ingegneria biomedica 16-17Nuova gamma camera 19

Accordi di programma 20-21-22

PREVENZIONE

DIstREttI

AssOCIAZIONI

INfORmA

PRImOPIANO

DAI REPARtI

LEttERE

AttUALItA’

APPROfONDImENtO

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DICEMBRE 2012 · 7primo piano n salute ulss 8

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R ecentemente l'Ulss 8 ha promosso e realizzato un'indagine sulle infezioni ospedaliere. Le infezioni ospedaliere

(“I.O.”) sono infezioni acquisite durante la degenza in ospedale non presenti o in fase d’incubazione al momento del ricovero.In tutti i Paesi occidentali le “I.O.” continuano a costituire un’importante causa di morbosità, mortalità e a generare costi prevenibili nonostante la riduzione dei tempi di degenza e le ampie conoscenze disponibili, a causa di un insufficiente adeguamento delle organizzazioni sanitarie. Per questo sono considerate un indicatore della qualità dell’assistenza. Il tasso di prevalenza delle “I.O.” in Europa viene mediamente stimato tra il 5 e il 10%.A causa dell’evoluzione dei modelli organizzativi dell’assistenza ospedaliera, che sta progressivamente spostandosi verso degenze brevi e prestazioni ambulatoriali, molte “I.O.” oggi non si manifestano più durante il ricovero ma dopo la dimissione, costituendo un fattore di ulteriore ricorso al sistema sanitario. Le complicanze infettive stanno inoltre diventando più frequenti fra i soggetti con patologie croniche e negli anziani. È quindi più appropriato parlare

d’infezioni correlate alle attività sanitarie, piuttosto che di “I.O.”.Motivazioni etiche ed economiche includono le “I.O.” fra le aree prioritarie d’intervento per il miglioramento della qualità dell’assistenza e della sicurezza del paziente: in base alle evidenze scientifiche, infatti, almeno una parte delle infezioni ospedaliere è potenzialmente prevenibile.Molti fattori contribuiscono a condizionare la frequenza delle infezioni in ospedale: la durata della degenza, i pazienti ospedalizzati spesso immunocompromessi, anziani, con pluripatologia, l’introduzione di accertamenti e trattamenti invasivi un tempo non praticabili. L’uso continuo degli antibiotici aumenta, infine, la pressione selettiva e facilita la diffusione di ceppi resistenti con limitate possibilità di controllo.La messa in atto e la valutazione di efficacia degli interventi di prevenzione e controllo delle “I.O.” si fonda su metodi validi di sorveglianza epidemiologica, al fine di consentire la conoscenza preliminare della loro frequenza e la loro rimisurazione a seguito degli interventi attuati. Per questo si è ritenuto utile associare

ai sistemi di sorveglianza delle “I.O.” attualmente in atto nei nostri due presidi ospedalieri - cioè quello costituito dagli alert di laboratorio e quello specifico per le terapie intensive - delle ulteriori indagini. Nello specifico si tratta di indagini di prevalenza puntuale (cioè effettuata in un giorno di osservazione per ogni reparto indagato) che verranno ripetute ogni sei mesi, con l’obiettivo di stimare la prevalenza delle “I.O.” (cioè il numero di casi presenti sulla popolazione indagata in quel giorno), sia complessiva sia per localizzazione, per tipo di reparto, per associazione alle principali procedure invasive (catetere urinario per le infezioni urinarie, ferita chirurgica per le infezioni del sito, ventilatore per le polmoniti, catetere intravascolare o venoso centrale per le infezioni del sangue), valutando l’impiego degli antibiotici e il profilo di antibiotico-resistenza degli agenti eziologici e l’efficacia del programma di controllo delle “I.O.”.I risultati dell’indagine effettuata nel mese di novembre saranno presto elaborati e saranno prossimamente comunicati.

Giampietro Callegarodirezione medica di ospedale

ULSS 8 ATTENTA ALLEINFEZIONI OSPEDALIERE

A novembre è iniziata nell'Ulss 8 una

puntule indagine per il monitoraggio delle infezioni ospedaliere.

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8 · DICEMBRE 2012 primo piano n salute ulss 8

SALUTEULSS8

AL VIA LE ATTIVITÀ PRESSO IL NUOVO PRONTO SOCCORSO DI MONTEbELLUNA

I lavori di costruzione dell'atteso Pronto soccorso dell'ospedale San Valentino

di Montebelluna stanno per essere conclusi e si prevede che la struttura divenga operativa nel primo bimestre del 2013.Localizzato al piano terra della Piastra Cerniera (che in futuro, non appena completamente ultimata, ospiterà anche la Dialisi ed il centro Trasfusionale, l’Endoscopia e la Preospedalizzazione, il Day hospital, la Day surgery ed i locali tecnologici), il Pronto soccorso, seppur non inserito nel project financing che riguarda le due strutture ospedaliere, era stato approvato e finanziato dalla Regione Veneto con 4 milioni di euro cui vanno ad aggiungersi 250mila euro finanziati

direttamente dall’Ulss 8.La nuova struttura prevede un’adeguata area di Triage, dove i pazienti verranno sottoposti ad una breve analisi anamnestico-ispettiva da parte di un infermiere esperto che, in base a un protocollo basato su dei criteri standardizzati, assegna il cosiddetto codice colore. Tale codice colore indica una priorità (di rischio o di sofferenza) al paziente e ne regola l’ordine di accesso alla visita medica. L’area di Triage si affaccia all’area calda (luogo dove arrivano le ambulanze), alla sala d’attesa dei pazienti deambulanti o in carrozzina e a quella dei pazienti barellati, in modo da avere sempre sotto controllo la situazione dei pazienti in attesa.L’Area verde sarà invece

costituita da quattro ambulatori attrezzati per la visita dei pazienti con problemi medici o chirurgici codificati con codice bianco o verde. Per la valutazione, la stabilizzazione ed il trattamento di pronto soccorso dei pazienti con codice rosso e giallo sarà disponibile invece un’Area rossa con cinque postazioni monitorizzate. A completare la struttura sarà invece disponibile infine l’Osservazione breve intensiva (Obi), costituita da otto posti (quattro dei quali monitorizzati) in cui sarà possibile trattenere i pazienti fino a 24 ore, al fine di offrire loro qualità e comfort durante l’accertamento ed il trattamento di alcuni problemi clinici specifici e non immediatamente risolvibili e favorirne una

dimissione adeguata e sicura, riducendo contemporaneamente i ricoveri impropri o non necessari. Tutta la struttura è attigua e complanare al servizio di Radiologia, frequentemente utilizzato nella diagnostica di Pronto soccorso.La nuova struttura rappresenta un elevato salto di qualità rispetto a quella attuale, ormai del tutto inadeguata per le esigenze di oggi, in quanto progettata in epoca in cui il ruolo del Pronto soccorso era assolutamente ridotto sia per il numero dei pazienti che vi accedevano sia per il tipo di lavoro che vi veniva svolto.

Marco Cadamuro Morgantedirezione medica di ospedale

di Montebelluna

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DICEMBRE 2012 · 9primo piano n salute ulss 8

SALUTEULSS8

H a fatto il suo ingresso sabato 3 novembre il nuovo cappella-no dell'ospedale San Valentino di Montebelluna, don Luigi Tonello.

L'evento, sottolineato con una funzione svolta all'interno della cap-pella dell'ospedale montebellunese, è stato celebrato dal vicario del vescovo, monsignor Lucio Bonomo.Prima della Messa monsignor Bonomo ha letto la bolla di nomina del vescovo di Treviso, monsignor Gianfranco Agostino Gardin, in cui si sottolineava come la grande sollecitudine della Chiesa verso l'uomo si esercita in maniera elettiva proprio nei luoghi in cui l'uomo più soffre. “In Ospedale la Chiesa non fa mancare la sua presenza accanto all'uomo sofferente. Il vescovo invia dunque don Tonello ad annunciare il Vangelo della vita in questo luogo, l'Ospedale San Valentino di Montebelluna, nominandolo cappellano di ospedale”.Per questo nuovo impegno don Tonello ha lasciato la parrocchia di Postumia e la parrocchia di Villarazzo, della prima era parroco, della seconda amministratore parrocchiale.Prima era stato per nove anni parroco di Pagnano d'Asolo. Nato a Caerano di San Marco il primo gennaio del 1943, don Tonello è stato ordinato il primo settembre del 1968.Commentando il Vangelo, monsignor Bonomo ha voluto sotto- lineare la figura del Samaritano, l'uomo della carità totale. Un

esempio che il personale sanitario, i volontari e i cappellani devono seguire in ospedale dove l'uomo incontra il mistero del Cri-sto sofferente. “Chi lavora con i malati ha uno spazio infinito per la carità. Quan-do arriviamo in ospedale siamo smarriti, è importan-te trovare persone – io ne ho conosciute tante – che sappiano avere pazienza, tanta pazienza, rimanendo vicine e sollecite di fronte alle nostre difficoltà”.Don Tonello succede a don Mario Dalle Fratte e avrà la cura di più di trecento pazienti che ogni giorno vengono accolti nella struttura montebellunese appena rinnovata e realizzata con criteri moderni, non solo di efficienza ma soprattuto di cura e accoglienza dei pazienti.

Don Luigi Tonello è il nuovo cappellano dell’ospedale San Valentino di Montebelluna.Sostituisce don Mario Dalle Fratte. Starà accanto spiritualmente a pazienti e al personale dell’ospedale.

NUOVO CAPPELLANO AL SAN VALENTINO

Il nuovo cappellano dell'ospedale di Montebelluna, don Luigi Tonello.

L'ARTISTA MONTEbELLUNESE MARTINA MONTAGNER DONA UN DIPINTO ALLA CAPPELLA DEL SAN VALENTINO

Un gruppo di medici, operatori sanitari e amministrativi dell'Ulss 8 ha accolto qualche settimana fa l'opera artistica donata all'ospedale di Montebelluna da Martina Montagner, giovane artista montebellunese di fama nazionale e internazionale. L'opera dipinta olio su tela, è intitolata “Santo Pio da Pietrelcina”, raffigura il Santo da molti venerato e troverà posto nella cappella dell'ospedale.A fare gli onori di casa il direttore sanitario dell'Ulss 8, Paola Corziali, che ha espresso soddisfazione e gratitudine all'artista per l'aver voluto donare l'opera all'Ulss 8. “Un'opera che – come ha spiegato Martina Montagner – nasce sia dalla richiesta di molti fedeli e devoti al Santo, sia dal personale desiderio di offrire a pazienti, medici, infermieri e familiari la possibilità di pregare in cappella ispirandosi alla figura del Santo di Pietrelcina”.Già nel 2000 Martina Montagner aveva donato alla chiesa di San Giovanni Rotondo un ritratto che all’epoca con affetto tutti chiamavamo Padre Pio.Al termine della presentazione dell'opera il neo cappellano dell'ospedale don Luigi Tonello, ha benedetto l'opera. Oltre al personale dell'Ulss 8, erano presenti anche il vicesindaco di Montebelluna, Elzo Severin, e l'assessore alla Cultura di Montebelluna ed artista, Alda Boscaro.

La pittrice, Martina Montagner, assieme al direttore sanitario, Paola Corziali.

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10 · DICEMBRE 2012 attualità n salute ulss 8

SIGLATA UN'INTESA CON L'USL DI PESCARA

Scambio reciproco di competenze e

soluzioni per migliorare le performance cliniche

e gestionali.

E' nata con l'intento di perseguire lo scambio di competenze e promuovere la collaborazione interaziendale, l'intesa siglata ad inizio di dicembre tra la direzione generale dell'Ulss 8 e

la direzione dell'Usl di Pescara in Abruzzo.I due direttori generali, il dottor Renato Mason ed il dottor Claudio D'Amario, hanno sottoscritto un accordo della durata di tre anni con cui le due aziende si impegnano reciprocamente a cooperare in alcuni settori ritenuti cruciali in ambito sanitario ed in particolar modo in quello ospedaliero.La firma dell'accordo è arrivata dopo alcune settimane di lavoro in cui sono state individuate le aree di reciproco interesse e sono stati definiti i contenuti dell'intesa che prevede di collaborare sia nell'ambito gestionale, tecnico-organizzativo, economico-amministrativo ed informatico, che nell'ambito della ricerca clinica applicata, di diagnosi e cura.Nello specifico l'Usl di Pescara, che conta oltre 300mila abitanti ed è organizzata su undici distretti, ha chiesto all'azienda Ulss 8 di “esportare” il proprio modello gestionale, che in alcuni settori è ritenuto ormai da molti esperti ed istituzioni specializzate una situazione di riferimento per le performance ottenute in campo organizzativo, informatico, professionale, economico e sanitario.Il “modello Asolo” è considerato particolarmente interessante in Abruzzo, ove la realtà socio-economica ha alcuni aspetti paragonabili con quella veneta. Inoltre, il sistema sanitario della Regione Abruzzo è uscito da un periodo di forte criticità economica durato alcuni anni, ma oggi può annoverare dei risultati di rientro nella normalità se non addirittura delle virtù economico-gestionali.Da qui nasce anche la richiesta all'Ulss di Asolo di offrire la propria esperienza per rafforzare questo nuovo orientamento virtuoso.In questo contesto l'azienda sanitaria abruzzese si sta attivando per migliorare la logistica sanitaria, sino ad oggi caratterizzata da luci ed ombre; tra le luci si possono ricordare l'applicazione, nell'ospedale pescarese, di un complesso sistema di gestione e distribuzione del farmaco ai pazienti ricoverati con soluzione monodose.Per quanto riguarda i risultati da conseguire - gestione dei farmaci, dei prodotti, dei dispositivi sanitari, dei beni economali - l'Usl di Pescara conta di poter riorganizzare la sua attività con una riduzione dei costi ed un aumento della sicurezza, principi che sono alla

base della logistica applicata nell'Ulss 8 e che potranno essere implementati nell'Usl abruzzese.L’Ulss 8 da qualche anno si è infatti dotata di un sistema di tipo integrato tra la macrologistica ed il magazzino centrale e la micrologistica degli armadi di reparto e somministrazione al paziente, con un importante coinvolgimento professionale dei coordinatori infermieristici e con una nuova responsabilizzazione dei primari dei reparti. Tutto ciò grazie anche un gestionale informatico che segue il flusso del farmaco e del prodotto sanitario dal momento in cui esce dal magazzino di Caerano di San Marco.L'Ospedale Santo Spirito di Pescara, che ha oltre 600 posti letto, annovera al suo interno delle attività sanitarie di punta. Tra queste si distingue la crio-conservazione delle cellule staminali e del cordone ombelicale. Questa intesa è ispirata a concretezza nel lavoro e finalizzata a risultati di reciproco vantaggio, che sono sempre assicurati quando si opera con un metodo di confronto e di collaborazione.

Mario Po'direttore amministrativo

Il direttore generale dell'Usl di Pescara, Claudio D'Amario, assieme al direttore generale dell'Ulss 8, Renato Mason.

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SALUTEULSS8

U n'importante ed innovativa sinergia è stata messa in atto tra l'Ulss 8 ed il Comune di Castello di Godego per agevolare i cittadini godigesi nella scelta del nuovo medico di base.

L'idea di collaborare, accolta con entusiasmo e spirito di servizio dagli operatori del Comune di Castello di Godego, è nata in occasione delle dimissioni volontarie da parte di due medici di medicina generale operanti nel territorio comunale, il dottor Paolo Celegon ed il dottor Victor Hijazin che a partire dal 1° gennaio cesseranno la loro attività.Come sempre i cittadini assistiti da questi due medici, per poter continuare ad usufruire dell’assistenza sanitaria di base, devono scegliere un nuovo medico di medicina generale fra quelli disponibili nell’ambito di residenza.La scelta può essere fatta recandosi presso uno degli sportelli di Anagrafe sanitaria di Castelfranco Veneto (via Carpani, n. 16/Z padiglione K; palazzina gialla ingresso anche da via Avenale), dal lunedì al venerdì (8.30-13.00), martedì e giovedì anche (14.00-16.00).Prevedendo però un grande afflusso di utenti – circa 3000 persone

- presso lo sportello dell'Anagrafe sanitaria di Castelfranco Veneto, con conseguenti lunghe attese, è stata predisposta anche un’apertura straordinaria e temporanea dello sportello di Anagrafe sanitaria presso il Comune di Castello di Godego, che si affiancherà all'apertura ordinaria dello sportello di Castelfranco Veneto. Pertanto i cittadini godigesi potranno rivolgersi in alternativa anche presso lo sportello appositamente allestito all'interno del Municipio di Castello di Godego. Ad accoglierli vi saranno degli operatori del Servizio amministrativo dei distretti – cui va il plauso per aver accettato di spostarsi dalle sedi principali -. Lo sportello sarà aperto nel pomeriggio, dalle 14.00 alle 17.00 nei seguenti giorni: dal 17 al 28 dicembre e dal 2 all'11 gennaio 2013.Per poter scegliere il nuovo medico gli assistiti devono presentarsi allo sportello con la tessera europea assistenza malattia (tessera sanitaria blu plastificata) e la tessera sanitaria regionale (tessera sanitaria in cartoncino). Per ogni famiglia può presentarsi una sola persona, purché munita delle tessere sanitarie dei familiari e di delega.

DICEMBRE 2012 · 11attualità n salute ulss 8

Ulss e Comune di Castello di Godego offrono un servizio temporaneo per la scelta del medico.

INNOVATIVA SINERGIA

[email protected]

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Facciamo chiarezza sulla celiachia e sulla dieta senza glutine. Da gennaio 2013 entrano in vigore alcune novità proposte a livello regionale sull'assistenza ai celiaci. Ne abbiamo parlato con gli esperti.

CELIAChIA, UNA VITA SENZA GLUTINE

R ecentemente la Giunta regionale ha previsto delle modifiche riguardo l'erogazione dei “buoni acquisto”

per le persone celiache. Abbiamo quindi scelto di sintetizzarne gli aspetti salienti e le caratteristiche attraverso alcune domande e relative risposte, oltre alle modifiche introdotte dalla delibera regionale che entrerà in vigore dal prossimo 1° gennaio.

ChE Cos'è la CElIaChIa? La celiachia, o ente-ropatia da glutine, è un’intolleranza alimen-tare permanente al glutine. Si tratta di una malattia autoimmune, nella quale il sistema immunitario, attivato in misura anomala dal glutine, finisce con il danneggiare l’intestino stesso. Il glutine è un complesso di proteine presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, farro, spelta, kamut, triticale). Sul piano nutrizionale le proteine che costituiscono il glutine non hanno un valore elevato ma sono ricche di prolina e acido glutammico, respon-sabili della tossicità del glutine in chi soffre di celiachia.

la CElIaChIa è EREDItaRIa? La malattia non è ereditaria anche se vi è un certo grado di fa-miliarità. Genitori e fratelli di celiaci hanno un maggiore rischio di sviluppare la celiachia. L'intolleranza al glutine può manifestarsi a qualsiasi età, anche se si riscontra prevalente-mente in età giovanile.

QualI sono I sIntoMI? I sintomi sono molto variabili - dice la dottoressa Sabina Grillo, medico gastroenterologo - e possono essere più o meno evidenti. I sintomi prevalenti della celiachia sono: diarrea, vomito, perdita di peso, gonfiore addominale, anemia. Nei

bambini si può presentare anche con problemi di crescita. Non raramente ci può essere un isolato aumento delle transaminasi che può far erroneamente pensare a patologie del fegato. A volte la celiachia si può manifestare con di-sturbi atipici a carico di organi extra-digestivi (l'apparato ginecologico, il sistema nervo-so...). La forma silente e quella potenziale (o latente), infine, sono quelle più difficili da dia-gnosticare ed in genere riguardano le persone con una predisposizione genetica.

CoME sI fa la DIagnosI? La diagnosi implica due momenti. Una prima fase, con la richiesta da parte del medico della ricerca degli anticor-pi anti-endomisio ed anti-transglutaminasi e successivamente, in caso di positività, l'esofa-gogastroduodenoscopia con biopsie multiple a livello duodenale.

a Cosa sI va InContRo In Caso DI DIagno-sI taRDIva? Un ritardo nella diagnosi può comportare l'insorgenza di disturbi piuttosto gravi come l'infertilità, l'osteoporosi, calcolosi renale, problemi alla tiroide, convulsioni o epilessia.

CoME sI RItoRna aD un oRganIsMo sano, aD un IntEstIno Con pIEna CapaCItà DI assoR-BIRE I nutRIEntI? È necessario eliminare dalla dieta gli alimenti che contengono glutine, evitando ogni possibile contaminazione. Solo in questo modo i sintomi progressivamente scompaiono e la mucosa intestinale torna a normalizzarsi – afferma il dottor Domeni-co Madia, direttore della Gastroenterologia dell'Ulss 8 -.

QualI sono I CIBI Da EsCluDERE? Molti sono

gli alimenti da escludere, soprattutto per un italiano abituato ad un'alimentazione a base di pane, pasta, paste ripiene, focacce, pizza - spiegano le dietiste, dottoresse Novella Fava-ro ed Ester Susin -. Tuttavia, molti sono anche gli alimenti presenti in natura e naturalmente privi di glutine. In particolare i carboidrati si trovano anche in riso, minestre di riso e risotti, mais, polenta, patate, purè di patate, legumi e minestroni con fagioli, piselli.Senza glutine sono inoltre i classici secondi piatti: carne, pesce, uova, formaggi, gli ortaggi, le erbe aromatiche. Molte sono anche le possibilità di scegliere cibi energetici che possono sostituire i prodotti a base di grano d'uso corrente come merende: frutta fresca, banane, castagne, frutta in guscio quali noci, arachidi, patate dolci, pop corn, corn flakes, latte e yogurt. Chi segue un'alimentazione priva di glutine deve sapere che non è sufficiente fare attenzione a che le materie prime siano senza glutine ma deve evitare ogni possibile contaminazione dei prodotti. Un prontuario costantemente aggiornato con l'elenco degli alimenti “sicuri” è disponibile sul sito dell'Associazione Italiana Celiachia all'indirizzo: www.celiachia.it

In ChE Cosa ConsIstE la CERtIfICazIonE pER la CElIaChIa? La certificazione della celia-chia, che viene rilasciata dalla propria Ulss so-lo dopo la diagnosi attraverso biopsia intesti-nale, dà diritto al celiaco ad un’esenzione del ticket per le analisi periodiche che servono a verificare lo stato di salute e ad un buono men-sile per l'acquisto di prodotti senza glutine in farmacie e negozi specializzati convenzionati.

QualI novItà sono pREvIstE pER I CElIaCI

12 · DICEMBRE 2012 attualità n salute ulss 8

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Fatta la diagnosi, almeno sapevamo di cosa si trattava, ci siamo ritrovati completamente soli. Quando mi recai la prima volta in farmacia, rimasi veramente sorpresa: non sapevano da che parte pigliare, ovviamente non esisteva come ora la possibilità di vedere i prodotti e scegliere ma dovevi ordinare da una lista, che la farmacia non aveva....panico. Poi la scuola. Giorgia stava cominciando la 1a elementare. Io lavoravo a quel tempo, quindi non ero a casa a pranzo per poterle fare da mangiare; fortunatamente la scuola si dimostrò disponibile: avevano altre due sorelle celiache che frequentavano e la cuoca avrebbe provveduto a preparare i pasti senza glutine. Almeno una cosa sistemata.Andai sul sito della Federfarma e mi scaricai il prontuario degli alimenti che venivano passati, me li caricai a pc su un file excel e mi gestii così un file dove poter fare l'ordine che a quel tempo era solo mensile. Quindi ordinavo i prodotti via fax e dopo circa 3/4 giorni arrivavano e me li andavo a prendere in un'unica soluzione. Immaginate i problemi delle scadenze visto che i magazzini delle farmacie mi mandavano spesso

prodotti che scadevano nello stesso mese. Nessuno si preoccupò di insegnarci come dovevamo fare da mangiare, dei problemi della contaminazione, di seguire una dieta che potesse essere anche sostitutiva: insomma, eravamo soli.....Per anni mi sono portata nella borsetta il prontuario degli alimenti; ogni volta che andavo al supermercato passavo più tempo a cercare che a fare la spesa.Dopo un anno circa dalla diagnosi di Giorgia, i medici della clinica “Burlo" di Trieste, dopo due biopsie fatte a mio marito, ci comunicarono che anche mio marito era celiaco. La cosa a questo punto non ci preoccupò più di tanto: fare da mangiare per uno o per due non cambiava. A quel tempo i prodotti non erano buoni come lo sono adesso, soprattutto la pasta e il pane.Ora, dopo undici anni, devo dire che mi sembra di essermi abituata, anche se non sempre è facile. Ho la fortuna che Giorgia é una ragazza speciale, si é sempre adattata e non ha mai rinunciato ad una festa a una cena con amici. Sa che si deve adattare e in ristorante si mangia un'insalata invece della pizza e cosi via....

Forse mi sono dilungata un po', ma quello che voglio far capire è che noi siamo consapevoli che la celiachia non é una malattia invalidante. Si riesce a fare una bellissima vita senza il glutine, ma soprattutto all'inizio, sia per noi genitori che per i bambini, come in questo caso Giorgia che aveva solo 6 anni, ci sarebbe stato bisogno di un supporto, sia pratico che psicologico.Non ci siamo mai privati di viaggi all'estero, di vacanze; le nostre valigie sono sempre state piene di prodotti per Giorgia. In qualche modo abbiamo sempre fatto; lei però è stata bravissima, non ci ha mai fatto pesare il suo stato d'animo, fermo stando che sicuramente a volte avrebbe voluto essere diversa.Ringrazio la dottoressa Susin per la sua disponibilità e mi dispiace che non ci sia stata la possibilità di avere avuto questi incontri molto tempo fa.Sarebbe bello che esistesse un posto dove le persone appena diagnosticate possano andare a chiedere informazioni, anche le più banali, e sentire che non sono le sole e che ce la si può fare.....Saluti.

Denise, mamma di Giorgia

DEl vEnEto? CoME sI è oRganIzzata l'ulss 8 pER aDEguaRsI alla nuova noRMatIva? La Giunta regionale del Veneto ha approvato una delibera che prevede la consulenza dietetica per ogni persona con diagnosi di celiachia in previsione di una modifica dell'erogazione del contributo per l'acquisto dei dietetici specifici. Nell'Ulss 8, un gruppo di lavoro composto da gastroenterologi, medici pediatri, farmacista, dietiste e personale dei Distretti, si è pronta-mente attivato organizzando gli appuntamenti

con tutti i celiaci residenti nell'Ulss 8. Gli appuntamenti con le dietiste sono stati fissati presso i Servizi dietetici di Castelfranco Vene-to e Montebelluna. La consulenza dietistica ha permesso di valutare le abitudini alimentari e di confrontarsi sulla gestione dei dietetici sen-za glutine, senza perdere di vista i principi di una corretta alimentazione. I dottori Francesco Oteri e Paolo Mesirca, direttori della Pediatria del San Giacomo e del San Valentino, hanno ritenuto di far effettuare anche a tutti i bambini

la consulenza con la dietista con lo scopo di fare il punto sulle abitudini alimentari.

LAbORATORI IN PEDIATRIASUI CIbI SENZA GLUTINE

Prossimamente saranno organizzati dei laboratori di educazione alimentare sui temi della promozione degli alimenti naturalmente privi di glutine, in collaborazione con le scuole, dalle Pediatrie di Castelfranco Veneto e di Montebelluna.

la testimonianza di una mamma

DICEMBRE 2012 · 13attualità n salute ulss 8

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DICEMBRE 2012 · 15dai reparti n salute ulss 8

S abato 10 novembre davanti al Municipio di Montebelluna, in occasione della Giornata mondiale del

diabete, la Struttura semplice dipartimentale di Diabetologia di Montebelluna, con il responsabile, dottor Antonio Volpi, con le tre infermiere del Servizio, in collaborazione con la Fand (Associazione italiana diabetici) locale, rappresentata dalla presidente Lea Raffaelli e da alcuni volontari, hanno eseguito nell’arco della mattinata lo screening gratuito per il diabete mellito.

La struttura predisposta dalla Diabetologia dell'Ulss 8 in centro a Montebelluna.

PREVENIREIL DIAbETE

Promossa una giornata sull'importanza

del controllo della glicemia per prevenire

il diabete mellito.

Cinquanta persone si sono spontaneamente sottoposte agli accertamenti presso la struttura mobile costituita da due camper messi a disposizione gratuita da parte della ditta Vibercar.A tutti è stato sottoposto un questionario sulle abitudini di vita e familiarità per patologie metaboliche, è stata valutata la circonferenza vita e l’indice di massa corporea, la glicemia e la pressione arteriosa.È stato quindi consegnato un referto con i dati rilevati ed un punteggio del rischio di

sviluppare il diabete nei dieci anni successivi, con l’invito, per chi ne avesse la necessità, di recarsi dal proprio medico curante.Nel pur piccolo campione di popolazione esaminato, si sono riscontrati dati molto interessanti:- due casi di diabete mellito, invitati a passare al Centro antidiabetico, e sette casi di alterazione della glicemia per cui è stato consigliato un approfondimento con curva da carico di glucosio;- tra i 29 maschi solo otto avevano un giro vita normale, dieci modicamente aumentato e dodici molto aumentato; tra le ventuno donne ben quindici avevano un giro vita patologico superiore agli 88 cm. Si ricorda che questo semplice parametro è considerato fortemente associato alle malattie metaboliche, cardio-vascolari ed ai tumori;- su 50 persone 29 dichiarano di camminare in media 30 minuti al giorno e 15 di mangiare verdura e frutta tutti i giorni.Anche dai dati sopra descritti, pare utile ribadire la necessità di una diagnosi precoce facendo una glicemia a digiuno almeno una volta all’anno dopo i 45 anni e prima se in caso di familiarità o di presenza di fattori di rischio. Si ricorda, altresì, l’importanza di un'alimentazione meno ipercalorica e più ricca di verdura, di una regolare attività fisica, con almeno 30 minuti al giorno di passeggiata, che hanno dimostrato in numerosi studi di popolazione essere in grado di ridurre dal 30 al 50% l’insorgenza di nuovi casi di diabete e quindi di rappresentare un vero e proprio strumento di prevenzione.

Antonio Volpiresponsabile servizio Diabetologia

UNA GRANDE PASSIONE ChE SFIDA ETÀ E DIAbETE

Gino Gallina, classe 1943, è sempre stato uno sportivo; da giovane era giocatore amatoriale di calcio, ma la passione della corsa è iniziata dopo i 35 anni e si è accresciuta gradualmente con la volontà di affrontare e superare sfide sempre più impegnative. Dal suo “curriculum sportivo” di podista: dai 35 ai 45 anni fa parte del gruppo di podisti amatoriali con corse di 10-12 Km; a 46 anni inizia a partecipare alle maratone di 42 km e ne accumula a tuttoggi 52! Dopo i 50 anni si spinge oltre e partecipa a maratone della durata

anche di 100 Km a tappe e a 69 anni partecipa ad una maratona di 100 km consecutivi non stop.La volontà di mettersi alla prova nella corsa era stata scatenata inizialmente anche dal prendere coscienza che era aumentato di peso e aveva raggiunto i 96 Kg; da allora, iniziando una costante attività fisica, ha raggiunto i 75 Kg che mantiene stabile ormai da anni. Da circa vent'anni, inoltre, ha mantenuto la passione per la corsa convivendo con il diabete, inizialmente trattato solo con pastiglie e negli ultimi anni anche con insulina fino alle attuali quattro iniezioni al giorno. Ma questo non ha frenato l'entusiasmo.L’ultima sua sfida è stata la maratona nel deserto di 100 km continuativi, svoltasi lo scorso ottobre in Tunisia, che l’ha visto coronare l’ennesimo successo in 19 ore e 24 minuti. Nel prepararsi alla gara, oltre agli allenamenti, il signor Gino si è sottoposto anche a controlli diabetologici più intensivi presso il servizio di Diabetologia dell’ospedale di Montebelluna diretto dal dottor Antonio Volpi. In particolare ha eseguito un monitoraggio glicemico in continuo per sei giorni con holter sottocutaneo che ha permesso di ottimizzare e pianificare dettagliatamente la terapia insulinica e nutrizionale anche nel corso della gara estrema.

Anna Coracinadiabetologa del Centro antidiabetico di Montebelluna

Gino Gallina assieme al team diabetologico.

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16 · DICEMBRE 2012 dai reparti n salute ulss 8

D opo una vasta applicazione nei migliori centri clinici del Nord America (a New York, Boston, Chicago) e dopo le severe verifiche effettuate dal Food and Drug Administration, giunge

in Italia il sistema robotizzato per il controllo dei farmaci antitumorali da utilizzare nelle terapie chemioterapiche.L'Ulss 8 di Asolo, confermando la sua propensione per l'introduzione delle più avanzate soluzioni nella cura delle malattie oncologiche, ha introdotto per primo in Italia questa soluzione “Health Robotics”.Il sistema per l'allestimento dei farmaci antiblastici è rivolto al superamento di ogni rischio connnesso all'uso del chemioterapico sia per i pazienti che sono programmati per la somministrazione, sia per gli operatori che possono lavorare con estrema precisione nella preparazione del farmaco, evitando così anche le più piccole perdite o dispersioni di farmaci particolrmente costosi e non sempre reperibili.Il sistema robotizzato per l'allestimento delle terapie di supporto opera in un contesto in cui gli standard di purezza del microclima e di sterilità sono al più alto livello possibile per un ambiente o locale ospedaliero.Parallelamente a questa innovazione molto spinta, l'Ulss 8 ha introdotto anche lo strumento della cartella clinica oncologica digitale, come soluzione che fornisce informazioni online al “robot farmaceutico” il quale è tarato per occuparsi del paziente oncologico, documentando senza lacune o ritardi tutta la sua presenza clinica.Si tratta di due introduzioni altamente tecnologiche che, anche se apparentemente distanti dalla clinica, riescono a garantire ricadute positive ed immediate per il benessere e la cura del paziente e che confermano quanto l'innovazione tecnologica possa far bene alla salute.

la CaRtElla onCologICa DIgItalELa realizzazione della cartella oncologica digitale è stata possibile grazie ad un supporto informatico integrato col sistema informativo ospedaliero e interfacciato con i sistemi robotizzati installati in Farmacia ospedaliera.Attraverso la cartella oncologica digitale lo specialista visualizza i dati di laboratorio e i referti dei pazienti, prescrive la terapia secondo i protocolli internazionali in un foglio unico di terapia informatizzato. Il foglio di prescrizione, quindi, arriva al farmacista che opera la conversione dei dosaggi prescritti, trasformandolo in foglio di lavorazione per il tecnico diluitore; il foglio unico di terapia servirà all’infermiere di reparto per la somministrazione.La cartella clinico-oncologica digitale è in grado, quindi, di seguire tutto il percorso del malato oncologico ed onco-ematologico e riepiloga tutti i trattamenti prescritti, consentendo ai vari specialisti l'integrale consultazione, in modo rapido e interattivo, degli esami e dei trattamenti

effettuati nelle diverse aree di intervento.

Per realizzare la cartella clinico-oncologica digitale sono state rivisitate le procedure in atto presso il servizio di Farmacia dell'ospedale, soprattutto in tema di prescrizione dei

Il sistema semirobotizzato per l'allestimento dei farmaci antiblastici presso la Farmacia ospedaliera.

A CASTELFRANCO IL PRIMO SISTEMA RObOTIZZATO PER FARMACI ANTITUMORALI

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farmaci antitumorali, che ora vengono identificati attarverso oltre 180 schemi di chemioterapia, suddivisi per patologia e codificati in modo univoco. Ciò dà la possibilità di elaborare periodici reports sulla prevalenza dei casi di tumore, sull'efficacia dei trattamenti e sugli effetti dei farmaci, sulla conduzione di studi clinici con nuovi farmaci e quindi procedure terapeutiche innovative.

I DuE laBoRatoRIL’allestimento dei preparati viene dirottato in due laboratori che operano in modo semirobotizzato e robotizzato:- nel laboratorio destinato all’allestimento del farmaco antiblastico, dove è installato un sistema semirobotizzato che segue il tecnico in tutte le fasi: una “bilancia intelligente” che opera il riconoscimento dei farmaci e dei dispositivi da impiegare e quantifica per differenza il corretto prelievo. Un controllo qualitativo e quantitativo che non lascia spazio all’errore umano in quanto il sistema accetta il preparato finale solo se le pesate rientrano nei limiti previsti dalla farmacopea;- nel laboratorio destinato all’allestimento delle terapie di supporto, dove è installato un robot che riconosce farmaci e dispositivi attraverso una telecamera e che avvia il processo di produzione in maniera automatica, prelevando il quantitativo di farmaco prescritto e inserendolo nella sacca o nella siringa a seconda dello schema di preparazione richiesto. Il sistema robotizzato è in grado di pesare i principi attivi e le soluzioni, ricostituire i farmaci in polvere e dosare i componenti, operando con un braccio meccanico e attuatori dedicati. Può allestire siringhe, sacche e in un prossimo futuro dispositivi d’infusione continua farmaci. Il robot si avvale di un sistema di etichettatura basato su codice a barre per la tracciabilità del preparato in tutte le fasi (prescrizione, allestimento, somministrazione), consentendo il riconoscimento automatico dei prodotti e il controllo di tutte le pesate, tutelando la sicurezza del paziente. Il tutto in un ambiente assolutamente sterile.

Al termine dell’allestimento il tecnico trasferisce le terapie in un sacchetto paziente, solo dopo aver incrociato i codici a barre assegnati a ciascuna preparazione e al codice a barre del paziente stesso, assicurando la corretta associazione tra il paziente e le sue terapie.Quindi il check-out: le terapie vengono prese in carico da un vettore

che si identifica attraverso l’inserimento di un codice nominativo nel supporto informatico e che si fa garante della corretta conservazione dei farmaci durante il trasferimento.Infine avviene l’accettazione della terapia da parte dell’infermiere di reparto che si identifica su supporto informatico e che prima della somministrazione incrocia i codice a barre dei vari preparati con il codice a barre presente nel braccialetto paziente. In questo modo viene certificata la corrispondenza tra farmaco prescritto per il singolo paziente e farmaco effettivamente pervenuto per la somministrazione. Tutte le fasi di somministrazione sono guidate dal supporto informatico, che ne scandisce tempi e modalità.È questo un esempio di come l’ingegneria biomedica si sposi con l’attività sanitaria per migliorare i processi, rendendoli più fluidi e sicuri, a beneficio degli operatori e dei pazienti; l’automatizzazione del processo rappresenta un progresso fondamentale, perché garantisce la totale aderenza del dosaggio preparato a quello prescritto e la tracciabilità dell’intero processo.

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DICEMBRE 2012 · 17dai reparti n salute ulss 8

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DICEMBRE 2012 · 19dai reparti n salute ulss 8

L a medicina moderna richiede un'integrazione sempre maggiore tra diverse specialità per ottimizzare

il percorso diagnostico e terapeutico del paziente. Questo pensiero si armonizza con lo sviluppo tecnologico a cui stiamo assistendo in Medicina nucleare: una richiesta crescente di integrazione con varie metodiche, in primis Tomografia computerizzata (Tc) e Risonanza magnetica (Rm). È ormai chiaro che la diagnostica per immagini è, e sarà, sempre più integrata. Anche l’Unità operativa di Medicina nucleare dell’Ulss 8 è stata, recentemente, dotata di un sistema integrato Spect/Tc. Da settembre, infatti, è operativa una Spect/Tc di ultima generazione. Il sistema è costituito da un tomografo per emissione di fotone singolo (Spect) e da uno Tc, assemblati in un’unica apparecchiatura, controllati da un’unica stazione di comando, con un unico lettino porta paziente. Il sistema permette di acquisire immagini funzionali Spect e morfologiche Tc in una sola sessione di esame. Inoltre, poiché i tomografi Spect e Tc sono loro allineati e il paziente non si muove tra un esame e l’altro, le immagini delle due modalità sono automaticamente co-registrate

e quindi sovrapponibili. Questa tecnologia presenta indiscutibili vantaggi rispetto alla diagnostica tradizionale: un'accurata interpretazione delle immagini scintigrafiche sulla base delle immagini anatomiche Tc, la possibile integrazione diagnostica delle informazioni derivate dalle due modalità ed il miglioramento dell’accuratezza delle imma-gini di medicina nucleare.L’impatto di questa tecnologia è indubbio in tutti i settori di applicazione, particolarmente in ambito cardiologico ed oncologico. Per la Cardiologia nucleare si rende ora possibile, con un singolo esame, determinare la capacità del flusso coronarico ad adattarsi a situazioni di stress, la funzione contrattile del cuore, i risultati dell’arteriografia delle coronarie e la presenza di calcificazioni, ottenendo importanti informazioni sull’anatomia e sulla funzione di cuore e vasi.In ambito oncologico diventa possibile effettuare una precisa localizzazione anatomica degli organi in esame (come

già accade nell’imaging Pet/Tc). Pensiamo allo studio del linfonodo sentinella nei pazienti affetti da melanoma o da neoplasia mammaria: l’indagine scintigrafica pre-operatoria è fondamentale. La tecnologia Spect/Tc fornisce dettagli anatomici e visualizzazioni tridimensionali in un’unica immagine integrata che permette al medico nucleare di fornire al chirurgo una precisa localizzazione del linfonodo da asportare.

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20 · DICEMBRE 2012 approfondimento n salute ulss 8

Davanti ad oltre un migliaio di persone è stata inaugurata lo scorso 13 ottobre la Cit-tadella della Salute di Valdobbiadene che ha restituito alla popolazione una struttura socio-sanitaria di assoluta avanguardia esat-tamente tredici anni dopo la dismissione dell’ospedale della città. Tredici anni in cui si sono susseguiti incontri, discussioni e rap-porti su più fronti e che hanno portato ad un primo accordo di programma tra la Regione Veneto, gli Istituti San Gregorio, il Comune di Valdobbiadene e l’Ulss 8 nel 2003, sosti-tuito poi nel 2007, a causa delle nuove nor-mative in materia anti-sismica, da un secondo

accordo di programma tra le stesse parti.

Un accordo di programma che ha ridato alla popolazione valdobbiadenese un’area altamente riqualificata sia dal punto di vista funzionale che estetico.Moltissima la popolazione presente che ha potuto assistere al taglio del nastro e visitare la nuova struttura frutto di numerosi inter-venti che trasformano l’area del complesso Guicciardini in una ”Cittadella della salute” prossima ai bisogni socio-assistenziali del cittadino in cui tutte le strutture assistenziali risultano integrate. Quello di Valdobbiadene

è uno dei primi casi di una trasformazione ospedaliera che evolve non limitandosi a salvare l’esistente, ma lo riqualifica e lo ri-lancia, avvicinandosi alle nuove esigenze di salute della comunità.

Quanto inaugurato è frutto del secondo ac-cordo di programma del 2007 e del relativo progetto esecutivo ideato dallo Studio Fa Progetti - Favero associati - archittettura ingegneria - Ingegner Sebastiano Favero, geometra Claudio Favero, architetto Davide Favero di Possagno e realizzato dall’Asso-ciazione temporanea d’impresa composta da Guerrato S.p.A di Rovigo e l’impresa Coma-rella s.r.l. di Valdobbiadene. La direzione dei lavori è stata condotta dal medesimo studio di progettazione nella persona dell’ingegner Sebastiano Favero.

L’inserimento della Cittadella della salute in modo equilibrato nel territorio delle colline di Valdobbiadene, dialogando con il pae-saggio e con l’ambiente intorno, la misura architettonica delle strutture, la scelta dei colori esterni ed interni, caldi e familiari, fan-no sì che il nuovo centro si presenti ”bello”, contribuendo al benessere e alla salute delle persone.

R isale ad oltre vent'anni fa, ormai, la progressiva dismissione di quattro ospedali "territoriali" operativi

nell'Ulss 8, quello di Asolo, di Crespano del Grappa, di Pederobba e di Valdobbiadene.Strutture ospedaliere di cui la direzione dell'Ulss 8 non ha mai né ignorato né dimenticato la storia lavorando, già con il precedente direttore generale, Gino

Redigolo, per restituire alla popolazione di questi luoghi le funzioni sanitarie ed assistenziali di cui erano stati privati.Questo lavoro da parte dell'Ulss 8 si è concretizzato con una serie di accordi di programma con i Comuni, la Regione e gli enti assistenziali (case di riposo) con l'obiettivo di ridare ai cittadini sia un servizio assistenziale più qualificato, sia

servizi ambulatoriali che amministrativi più efficienti.La Cittadella della Salute di Valdobbiadene, inaugurata lo scorso ottobre, rappresenta il primo accordo di programma portato a termine, ma rientrano nella stessa filosofia portata avanti dall'Ulss 8 anche gli accordi di programma di Crespano del Grappa e di Pederobba che di seguito illustreremo.

Il taglio del nastro: da sinistra, il prefetto di Treviso, Aldo Adinolfi, il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, il direttore generale dell'Ulss 8, Renato Mason, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il sindaco del Comune di Valdobbiadene, Bernardino Zambon, ed il presidente dell'Ipab Istituti San Gregorio, Antonio Raia.

Portato a termine con successo uno degli accordi di programma sottoscritti a livello locale tra l'Ulss 8 e gli enti del territorio per restituire servizi assistenziali di qualità alla popolazione.

CITTADELLA DELLA SALUTE: FELICE RITORNO A VALDObbIADENE

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DICEMBRE 2012 · 21approfondimento n salute ulss 8

Il taglio del nastro ha riguardato il nuovo Centro servizi per persone anziane non autosufficienti, il restaurato Padiglione Vigilanza ed il Corpo di collegamento tra le due strutture. CENTRO SERVIZIIl nuovo Centro servizi per persone anziane non autosuf-ficienti trova spazio nell’area libera ad est del Padiglione Fabris e a sud del Padiglione Vigilanza.La struttura, che potrà ospitare fino a 202 persone (26 posti dei quali per eventuali future esigenze), si sviluppa su sei piani, ed è costituita da un corpo centrale destinato a servizi collettivi e da tre ali (sud, est e nord). L’edificio è organizzato in due moduli: il modulo A, comprendente le ali sud ed est, che include cinque nuclei in grado di ospitare

fino a 120 ospiti; il modulo B relativo all’ala nord, che include due nuclei per un totale di 56 ospiti (oltre a quanto previsto per il nucleo a disposizione al piano primo).PADIGLIONE VIGILANZAIl restaurato Padiglione Vigilanza ospita la sede dei Servizi distrettuali di Valdobbiadene. Su di esso è stato compiuto un considerevole intervento di recupero che ha mante-nuto intatto l’involucro esterno, sostituito l’impiantistica generale, la serramentistica per assicurare l’idonea sicu-rezza e isolamento termo-acustico della stessa, adeguato i servizi igienici, gli spazi comuni ed inserito gli impianti di condizionamento e di ricambio d’aria. Nell’edificio, che si sviluppa su tre piani, trovano spazio, oltre alla sede del Distretto socio-sanitario, anche i Poliambulatori, il Servizio

di Igiene pubblica, il Consultorio familiare, il Servizio di Neuropsichiatria infantile ed eventuali altri Servizi territo-riali di competenza distrettuale.CORPO DI COLLEGAMENTOIl Corpo di collegamento nasce per creare continuità strutturale tra il nuovo Centro servizi per persone anziane non autosufficienti ed il Padiglione Vigilanza.Esso ospita le funzioni sanitarie “intermedie”, cioè utili sia per il Centro servizi che per il Distretto quali ad esempio: attività di riabilitazione e rieducazione funzionale (palestra, vasca terapeutica, ambulatori, servizi), servizio di Radio-logia (tre sale di diagnostica), stazionamento ambulanza nelle 24 ore e servizio di Continuità assistenziale e vari ambulatori (guardia medica).

TRE STRUTTURE DI qUALITÀ A SERVIZIO DEGLI ANZIANI E DELLA COMUNITÀ

Il nuovo Centro servizi per anziani. Il Padiglione Vigilanza, sede del distretto. Il corpo di collegamento.

Portato a termine con successo uno degli accordi di programma sottoscritti a livello locale tra l'Ulss 8 e gli enti del territorio per restituire servizi assistenziali di qualità alla popolazione.

CITTADELLA DELLA SALUTE: FELICE RITORNO A VALDObbIADENE

LA COPERTURA FINANZIARIA DELLA STRUTTURA

Il costo per la realizzazione del Centro servizi per persone anziane non autosufficienti e per la ristrutturazione del Padiglione Vigilanza è di 22.200.000 euro.Inizialmente il costo era stato valutato in 21.500.000 euro, dei quali 14.870.000 euro per il Centro servizi per persone anziane non autosufficienti e 6.630.000 euro per il Padiglione Vigilanza.I lavori si sono sviluppati secondo programma ma, poiché nel corso delle opere è sorta la necessità di redigere una perizia suppletiva e di variante in seguito all’entrata in vigore di nuove norme antisismiche per effetto del terremoto avvenuto in Abruzzo, il costo

è aumentato di 700.000 euro interamente finanziati dalla Regione Veneto. Conseguentemente il costo complessivo è stato aggiornato a:22.200.000 euro così finanziati:- 9.000.000: fondi su programma ex Legge 67/1988, art. 20, come da delibera GRV n. 391 dell’11.02.2005- 8.000.000 di cui: - 4.294.455: fondi da alienazioni immobili secondo Accordo di programma dei quali: - 1.295.085 per acquisizioni da parte del Comune di Valdobbiadene - 1.549.370 per alienazione Villa dei Lauri - 1.450.000 per acquisizione da parte degli Istituti

- 3.705.545: contributo da Istituti S. Gregorio- 4.500.000: a cura degli Istituti San Gregorio quale Ente attuatore, con ricorso all’appalto misto- 700.000: finanziamento regionale.

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attuatore, l'accordo prevede un investimento di circa 6.5 milioni di euro finanziati per circa 2 milioni di euro dalla Regione, per 1.2 milioni di euro con gli introiti ottenuti con le alienazioni degli immobili inseriti del contesto dell'ex ospedale e per i restanti 3 milioni di euro dalla stessa Ipab Opere Pie.

In particolare l'Ulss 8 trasferisce alle Opere Pie di Onigo l'Ex ospedale, l'Ex agenzia, la Casa ex Cavaliere e un terreno agricolo e al Comune di Pederobba la Casa ex Barbieri. Rimane di proprietà dell'Ulss, invece, l'ala nord della dismessa sede ospedaliera i cui piani superiori sono utilizzati dalle Opere Pie di Onigo per ospitare in Rsa tre nuclei per disabili adulti gravi e gravissimi, mentre il piano terra ospita una serie di servizi ambulatoriali e territoriali: la sede del distretto, l'Ufficio igiene, il servizio di Psichiatria territoriale, il Consultorio familiare, la Neuropsichiatria infantile ed i poliambulatori (dove sono presenti: cardiologo, dermatologo, oculista, odontoiatra), offrendo alla popolazione dell'area un'offerta socio-assistenziale di tipo integrato che riflette i principi del nuovo Piano socio-sanitario regionale.

R ientrano nella stessa filosofia - una visione finalizzata alla riqualificazione delle ex aree

ospedaliere attraverso il recupero e la trasformazione del patrimonio esistente a favore di servizi assistenziali - anche gli accordi di programma relativi agli ex ospedali di Crespano del Grappa e di Pederobba.

CREspano DEl gRappaA seguito della dismissione dell'ospedale di Crespano del Grappa che disponeva di 48 posti letto, nel 2001 l'Ulss 8, la Regione del Veneto, il Comune di Crespano del Grappa e l'Ipab "Aita", già gestore della Casa di riposo, hanno siglato un accordo di programma che prevede un costo di 7.5 milioni di euro, finanziato per 6 milioni di euro dalla Regione e per 1,5 milioni di euro dall'Ipab Aita, individuato anche come ente attuatore dell'accordo.

La riconversione del complesso si concretizza attraverso la riqualificazione dell'ex ospedale e la realizzazione di una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) per 50 anziani da parte dell'Ipab Aita ed il rafforzamento della sede

distrettuale e delle attività specialistiche ambulatoriali, riunite in un'unica area, ad ovest della Casa di riposo.È qui che trovano spazio, in un unico complesso, la sede del distretto e gli sportelli amministrativi, la Radiologia, i poliambulatori (con la presenza dei seguenti specialisti: chirurgo, cardiologo, dermatologo, urologo, ortopedico, fisiatra, odontoiatra ed oculista), l'Unità territoriale di assistenza primaria, il Centro prelievi, il Centro antidiabetico, il servizio Psichiatrico territoriale, l'Ufficio igiene e l'Ambulatorio Alzheimer, il 118, Pedemontana emergenza, garantendo un'assistenza specialistica e diagnostica “territoriale” alla popolazione residente nell'Area Pedemontana.

pEDERoBBaSiglato anch'esso nel 2001, l'accordo di programma tra l'Ulss 8, la Regione del Veneto, il Comune di Pederobba e l'Ipab Opere Pie di Onigo, nasce per dare una risposta assistenziale ai cittadini che abitualmente, prima della chiusura, si rivolgevano all'ospedale “Guglielmo e Teodolinda d'Onigo” per avere le prorie cure.Individuato nell'Ipab Opere Pie di Onigo l'ente

22 · DICEMBRE 2012 approfondimento n salute ulss 8

Gli accordi di programma di Crespano del Grappa e di Pederobba.

SERVIZI PER LA COMUNITÀ

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ParoleSalute

di Affrettati a rispondere al quesito!

I primi dieci che invieranno la loro risposta potranno ricevere, gratuitamente in abbonamento, la rivista "Salute Ulss 8 ".Invia la tua risposta all'indirizzo [email protected] il motivo della tua preferenza: ci aiuterai a migliorare i servizi digitali!

Farà fede l'ora di arrivo della mail, completa di risposta. I dieci vincitori saranno ricontattati via mail.

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24 · DICEMBRE 2012 lettere n salute ulss 8

N elle prime ore del mattino di domenica 27 novembre 2011, nostra figlia Nicole di 21 anni, al rientro a casa, ha perso improvvisamente il controllo dell’auto, è uscita di strada con-

cludendo la sua corsa contro un albero posto sul ciglio della strada.La situazione che si è presentata agli occhi dei Vigili del fuoco e dei sanitari del 118, intervenuti sul luogo dell’incidente, è apparsa subito di estrema gravità. Il loro intervento ha richiesto il massimo impegno, viste le rovinose condizioni dell’auto e soprattutto quelle in cui versava Nicole, che è arrivata al Pronto soccorso di Montebelluna nello stato di “non cosciente”, con trauma cranico e importanti fratture multiple al viso, alla parte superiore ed inferiore del corpo.Una situazione molto complicata, dunque, che i medici dell’ospedale San Valentino di Montebelluna hanno affrontato da subito con grande professionalità.Dopo gli interventi medici d’urgenza, Nicole è stata ricoverata per diversi giorni nel reparto di Rianimazione, poi in Medicina interna

UN RITORNO ALLA VITA DI SEMPREGRAZIE ALLA SANITÀ ChE FUNZIONA

I lettori possono inviare lettere all'Ufficio Relazioni con il pubblico alla mail: [email protected] o all'indirizzo: via Forestuzzo, 41 - 31011 Asolo (TV).

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DICEMBRE 2012 · 25

SALUTEULSS8

e quindi nel reparto di Medicina fisica e riabilitativa per una lunga degenza. A metà di marzo è stata dimessa.Oggi, ad un anno dall’incidente, Nicole è ritornata alla vita di prima: ha ripreso gli studi universitari, esce con gli amici, va in palestra e si è persino messa a dieta.Noi genitori, assieme a nostra figlia, abbiamo voluto raccontare questa “esperienza” anzitutto per ringraziare pubblicamente le persone e le istituzioni che hanno fatto in modo che Nicole sia ancora qui con noi, ma anche per dare testimonianza di una sanità che funziona anche nelle situazioni più difficili e complesse. Una sanità fatta di grande professionalità, ma anche di attenzione, di gentilezza e di umanità, atteggiamenti, questi, che sono stati di grande aiuto sia per Nicole sia per noi genitori.Vogliamo ringraziare per la loro professionalità e la loro umanità i Vigili del fuoco di Montebelluna, il personale sanitario del 118, e poi, assieme a tutto il personale dei vari reparti, la dottoressa Maria Forin del Pronto soccorso, il dottor Moreno Agostini e la dottoressa Patrizia Ruga della Rianimazione, il dottor Ernesto De Menis della Medicina interna, il dottor Piergiorgio Pasquon e il dottor Ferdinando Cendon del reparto di Ortopedia, il dottor Anselmo Benedetto di Odontostomatologia, il dottor Roberto Silvestrin, la dottoressa Sara Simonetto, la fisioterapista Sandra Campeotto, la logopedista Luisa Nicoletti, il gruppo infermieristico e gli operatori socio-sanitari di Medicina fisica e riabilitativa dell’Ulss 8 di Montebelluna e il dottor Lorenzo Ganassin del dipartimento Cardiovascolare dell'Ulss 9 di

Treviso.Vogliamo inoltre ringraziare le persone, a noi sconosciute, che si sono adoperate per chiamare i primi soccorsi e tutti i giovani amici di Nicole per il loro grandissimo aiuto, generoso e disinteressato al di là di ogni aspettativa.Grazie di cuore a tutti.

Maristella, Romeo e Nicole Zannoni

DICEMBRE 2012 · 25lettere n salute ulss 8

Nicole Zannoni, dopo un grave incidente, assistita con professionalità ed amorevolezza nelle strutture dell'Ulss 8.

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Page 27: Salute Ulss dicembre 2012

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DICEMBRE 2012 · 27prevenzione n salute ulss 8

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DICEMBRE 2012 · 29prevenzione n salute ulss 8

N ovità per gli utenti dei Servizi vete-rinari dell’Ulss 8. Da fine ottobre la sede dei servizi Veterinari di Mon-

tebelluna è stata trasferita dalla sede di via Monte Valbella alla sede di Villa Pullin, in via Castellana 111 dove trova spazio anche il Centro prelievi.La sede, più confortevole e dotata di nume-rosi parcheggi, ospita le attività finalizzate alla prevenzione e cura delle malattie tra-smissibili fra animali e alla tutela della salute umana nei confronti delle malattie trasmesse dagli animali all’uomo. I Servizi veterinari si occupano, inoltre, di specifiche attività lungo la filiera commerciale, vigilano e controllano l’igiene degli allevamenti ed il benessere

animale, tutto ciò a garanzia della salute dell’uomo.Con il trasferimento della sede, cambiano anche i numeri telefonici di riferimento. Nel dettaglio:- Anagrafe Canina: 0423-295541 o 0423-295542, con i seguenti orari di apertura: lunedì, martedì e giovedì: dalle ore 8.30 alle ore 12.30; mercoledì e venerdì dalle ore 14.00 alle ore 16.00;- Ufficio Anagrafe Allevamento: 0423-295525 o 0423-295526 o 0423-295527; se-greteria: 0423-295511 o 0423-295512. Per entrambi i servizi gli orari di apertura sono: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30; il martedì e il giovedì dalle ore 14.00

alle ore 16.00;- distretto di Montebelluna: 0423-295536 o 0423-295537, dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 9.00.

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DICEMBRE 2012 · 31distretti n salute ulss 8

Un servizio presso il Consultorio familiare di Asolo a sostegno della genitorialità e della famiglia nelle situazioni critiche.

MEDIAZIONE FAMILIARE

I l nuovo Piano socio-sanitario regionale 2012-2016 ribadisce che una delle scelte strategiche della programmazione

regionale è il sostegno alla famiglia, considerata una risorsa capace di relazioni che assicurano protezione e cura. Essa cura e protegge gli individui che ne fanno parte, in particolare, nei passaggi cruciali delle fasi del ciclo di vita e in occasione di eventi che portano a tensioni e stress.Le scelte programmatiche dovranno prevedere azioni di integrazione socio-sanitaria dei Servizi volte al sostegno della genitorialità. Il Consultorio familiare, diretto dal dottor Pasquale Borsellino, presenta già un'articolata gamma di interventi che affiancano la famiglia nelle varie fasi del ciclo di vita dei suoi componenti: il supporto alla donna in gravidanza, il sostegno alla genitorialità e alle neo-mamme, gli interventi nell'ambito della protezione e di tutela del minore, gli spazi di ascolto per gli adolescenti, gli interventi di prevenzione sull'affettività nelle scuole, il supporto in caso di crisi coniugale.

Soffermandoci su questo ultimo punto, presso il Consultorio familiare di Asolo è attivo dal 2006 il servizio gratuito di mediazione familiare finalizzato a sostenere le relazioni genitori-figli anche in un contesto di separazione coniugale. L'incontro amoroso è un accordo reciproco e la relazione di coppia è potenzialmente un evento trasformativo che permette la crescita sia degli individui sia della coppia. Le crisi coniugali possono in generale ricondursi alla consapevolezza di essere stati delusi rispetto alle aspettative di soddisfazione dei propri

bisogni poste sull'altro coniuge: l'altro si è dimostrato incapace o è percepito come tale.La fase della vita di una coppia in cui gli aspetti idealizzati della relazione vengono messi in discussione è molto delicata: può portare ad un consolidamento del legame, perchè ognuno accetta anche gli aspetti dell'altro prima non colti, oppure generare una frattura. L'evento crisi coniugale - separazione è un evento complesso e doloroso perchè il problema è fare i conti con il vuoto, con la perdita. È un momento in cui ci si confronta con l'appartenenza ma anche con la differenziazione, con la continuità ma anche con la necessità di cambiamento. In tutte le separazioni c'è un livello più o meno grande di sofferenza, in alcune ci possono essere dei rischi, ma non necessariamente un danno. Ci sarà sicuramente un danno in quelle situazioni in cui uno dei due genitori taglia i legami dei figli con l'altro o in cui il conflitto occupa in modo permanente il proprio spazio emotivo, coinvolgendo i figli in prove di lealtà, ignorandone le esigenze.

Il percorso di mediazione familiare non è la soluzione del conflitto, perchè il conflitto è un'esperienza fisiologica, ma opera sul conflitto per riorganizzare le relazioni familiari. Si cerca di gestire il conflitto per aiutare la coppia ad elaborare un accordo soddisfacente per sé e per i figli in cui ciascuno possa esercitare la propria responsabilità genitoriale. La logica di fondo muove dal riconoscimento che, al di là degli interessi in contrasto, permane un interesse comune: quello di

ridurre la tensione, l’ansia, i tempi e i costi, finanziari e psicologici, di una separazione.Si cerca di ridurre gli effetti distruttivi del conflitto, offrendo uno spazio in cui i genitori possano circoscrivere le proprie angosce, la sensazione di disordine e di impasse vissuta, il senso di fallimento e la percezione di “anormale” che accompagna la rottura del vincolo coniugale.Si aiutano i genitori a distinguere il legame coniugale da quello genitoriale, privilegiando quest'ultimo. Tale aspetto sembra paradossale perchè si favoriscono aspetti separativi, quelli della coniugalità e contemporaneamente aspetti di unione, quelli della genitorialità. Gli aspetti di unione sulla genitorialità sono cruciali perchè il mantenere il legame tra le generazioni è alla base della costruzione dell'identità e dell'equilibrio psichico dei figli.Si cerca di trasmettere ai genitori che la loro capacità di tollerare il dolore e di dare continuità affettiva ai figli potrà aiutare quest'ultimi a superare la crisi e a sperimentare ambienti più sereni dal costituirsi del nuovo sistema e clima familiare.

Zenia Coduttimediatrice familiare

Bibliografia: - Consiglio Regionale del Veneto, 20.06.12 Deliberazione Legislativa n.19, “Norme in materia di programmazione socio-sanitaria e approvazione del piano socio-sanitario regionale 2012-2016” e relativo allegato A;- Dino Mazzei, “La Mediazione familiare – Il modello simbolico trigenerazionale”, Raffaello Cortina Editore, 2002.

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Page 33: Salute Ulss dicembre 2012

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DICEMBRE 2012 · 33distretti n salute ulss 8

I l Centro lavoro guidato (Clg) è una struttura diurna finalizzata a promuovere l'autonomia e l'integrazione sociale

delle persone con problemi di salute mentale mediante attività occupazionali, lavorative, educative e socio-assistenziali. Attualmente i Clg sono cinque: il laboratorio “Il Castello” (venti utenti) e l'azienda agricola “Campoverde” (dodici utenti) a Castelfranco Veneto; il laboratorio “Il Melograno”, a Vedelago (venti utenti) e due laboratori

“Solaris”, a Crocetta del Montello, da poco spostati temporaneamente perchè distrutti da un incendio (quaranta utenti). A questi va aggiunto il Centro occupazionale diurno (Cod) per pazienti con disabilità più marcata o temporaneamente in difficoltà “Atelier”, a Salvarosa di Castelfranco Veneto (venti utenti).Il proposito di coprire omogeneamente il territorio dell’Ulss 8 ha focalizzato sulla Pedemontana la necessità di aprire un altro centro individuandone la localizzazione a Monfumo. La sensibilità dell’amministrazione comunale e la partnership con l'Ulss 8,il dipartimento di Salute mentale e la cooperativa “L’Incontro”, ha reso possibile la trasformazione degli annessi alla Villa Ca' Corniani-Scotti e il terreno circostante in un'azienda agricola-Clg che, prossima all'avviamento, arriverà progressivamente Il nuovo Centro di lavoro guidato di Monfumo.

ad accogliere venti persone con problemi psichiatrici.Trasporto, mensa e borsa lavoro sono parte integrante di questo progetto. È necessario, infatti, non solo garantire agli utenti la possibilità di recarsi al Centro in maniera sicura e puntuale, ma anche supportarli logisticamente e motivarli concretamente.Gli utenti che opereranno nel Clg di Monfumo saranno impegnati sia in attività di tipo agricolo che di tipo industriale per diversificare le abilità da acquisire e le risorse da stimolare all’interno di un percorso educativo-riabilitativo mirato ad un successivo inserimento lavorativo. Alle spalle della struttura lavorativa, completamente in legno e armoniosamente integrata nel suggestivo paesaggio collinare, è stata ristrutturata un'unità abitativa che funzionerà nel fine settimana come agriturismo con alloggio. Il progetto mira a coinvolgere anche la popolazione di Monfumo e del territorio pedemontano attraverso la partecipazione dei cittadini che potranno portare il loro fattivo contributo all’attuazione e allo sviluppo delle molte iniziative previste e finalizzate all'integrazione territoriale.

Giuseppe Salceresponsabile Servizio psichiatrico territoriale

A Monfumo, il nuovo Centro di lavoro guidato per disabili psichici.

DISAbILI E LAVORO

NUOVA SEDE PER IL CENTRO DIURNO DI PEDERObbA

Ad un anno e pochi giorni dalla posa della prima pietra, è pienamente attiva la nuova sede del Centro diurno per persone con disabilità della Cooperativa sociale Vita e Lavoro, in Via Trevisani nel mondo, n. 26. Il centro è presente a Pederobba dal 1987, prima nell’ex ospedale e, dal 1988, all’interno della Villa Conti d’Onigo. Divenuta obsoleta la vecchia struttura, Vita e Lavoro, a seguito di accordi con la Regione, l’Ulss 8, il Comune di Pederobba e le Opere Pie d’Onigo, ha deciso di costruire il nuovo Centro.Ora il percorso è concluso. Nella nuova sede sono inseriti attualmente 24 utenti, provenienti da nove paesi del Territorio. La struttura è innovativa (costruzione in legno, con certificazione di

“casa clima”) ed è stata edificata secondo le più moderne tecnologie. Riscaldamento e raffrescamento sono governati dagli impianti geotermico, fotovoltaico e solare, riducendo al massimo costi di gestione ed emissioni inquinanti.L’idea centrale, che ha accomunato progettisti e cooperativa, è quella di “integrazione” nella Comunità: la nuova sede è collocata a due passi dalla piazza del paese e dai suoi servizi; gli utenti potranno vivere nella e con la Comunità (il trasferimento nel nuovo Centro è stato progettato a livello educativo ed ha visto, in una delle sue fasi, il contattare i nuovi vicini di casa con un invito per l’inaugurazione della struttura).Le persone che frequentano il Ceod hanno atteso

con grande trepidazione questo momento e Silvano ha espresso l’emozione di tutti i compagni con un abbraccio e un commosso “grazie!” al responsabile del Centro.

Paola De Bortoli, servizio Disabilità adultiPatrizio Marin, cooperativa Vita e Lavoro

Il nuovo Ceod di Pederobba.

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L’Ulss 8, in collaborazione col dipartimento di Medicina clinica 2 e del dipartimento Materno-infantile di Montebelluna, ed in intesa con l'Unità operativa Reumatologica dell’Università degli Studi di Padova, ha dato appuntamento per il giorno 13 ottobre presso la sala convegni dell’ospedale San Valentino di Montebelluna a circa cento medici che hanno aggiornato le loro conoscenze professionali grazie alle relazioni degli specialisti relatori.Il corso, giunto alla sua sesta edizione, “Me-dicina interna e Reumatologia”, è stato aperto con la prima sessione avente per tema “Inte-grare Endocrinologia, Ostetricia e Pediatria”, moderata dai dottori Enrico Busato (Montebel-

luna) e Sante Tosetto (Castelfranco Veneto). I temi ampiamente trattati sono stati: la tiroide, immunità e gravidanza, l’ipo-ipertiroidismo, le patologie tiroidee in gravidanza. A chiudere la prima parte della sessione l’illustrazione sulla prolattina prima, durante e dopo la gravidanza curata dal dottor Ernesto De Menis.La seconda parte della sessione ha visto rela-tori i dottori Francesco Oteri, Roberto Castello, Carla Scaroni e Paola Sartorato, moderati dai dottori Paolo Mesirca e Paolo Maria Pavanello.La seconda sessione, un vero e proprio aggiornamento in Reumatologia, moderata dal professor Silvano Todesco e dal dottor Renzo Biscaro, ha trattato numerosi temi, tra i

quali: le spondiloartriti, la radiologia, la cute, il gastro enterico, le infezioni e i farmaci biolo-gici, quest’ultima curata e illustrata dal dottor Costantino Botsios, specialista della cattedra di Reumatologia di Padova.La terza e ultima sessione “Novità in Anti-coagulazione” si è articolata in due momenti: il primo con una relazione dei dottori Adriana Visonà e Beniamino Zalunardo, che hanno illustrato ampiamente la profilassi della trombo embolia. Successivamente una discussione interattiva ha permesso ai vari professionisti di verificare e confrontarsi sulle varie esperienze professionali. La sessione è stata moderata dal dottor Paolo Pauletto (Treviso) e dal dottor Luigi Lusiani (Castelfranco Veneto).

Per l’occasione, come segno di riconoscenza, è stata consegnata una targa dalla dire-zione dell’Ulss 8 al professor Silvano Tode-sco, emerito della cattedra di Reumatologia dell’Università di Padova.La sesta edizione del corso ha visto una mas-siccia partecipazione di medici provenienti da diversi punti della Regione Veneto ed è stata curata nella parte scientifica dal dottor Ernesto De Menis e Costantino Botsios.

associazioni n salute ulss 8

L' AMaRV, l’Associazione Malati Reumatici del Veneto, in occasione della Giornata mondiale del malato reumatico, con le sezioni provinciali di Padova, Treviso, Montebelluna, Vicenza,

Belluno, Verona e Venezia ha sviluppato un capillare programma di promozione.La Sezione di Treviso con volontari e medici specialisti, nella settimana dall'8 al 13 ottobre è stata presente con materiale informativo nei vari reparti degli ospedali di Treviso, Castelfranco Veneto e in numerose Farmacie della provincia.Quest’anno lo slogan è stato “Move to improve”, il movimento è vita: questo lo sanno bene i malati afflitti da questa patologia, per i quali la quotidianità viene sconvolta dal manifestarsi della malattia ed ogni movimento diventa fonte di dolore se non addirittura impossibile.“Muovetevi” è anche l’accorato appello che gli ammalati reumatici hanno lanciato alle Regioni, affinché vengano messe in atto con tem-pestività tutte quelle azioni necessarie, perché nel nostro Paese ci sia equità di accesso alle cure, ai farmaci di ultima generazione e che venga istituito un Registro nazionale per le malattie reumatiche.L’obiettivo comune della giornata è stato significativo e mirato in quan-to è stata data informazione al fine di sensibilizzare la popolazione sulle

patologie reumatiche.In Italia le malattie reumatiche potenzialmente invalidanti sono al secondo posto per frequenza dopo le malattie dell’appara-to respiratorio e sono in testa alla graduatoria delle patolo-gie cronico-degenerative. Sono colpite circa 5 milioni e mezzo di persone (pari al 10% della popolazione). La prevenzione delle patologie reumatiche è di fondamentale importanza in quanto permette una corretta informazione, una diagnosi precoce e la possibilità di intraprendere cure mirate in tempi brevi. Solo agendo in modo tempestivo si possono evitare l’instaurarsi di gravi danni alle ar-ticolazioni, arrestare l’evoluzione della patologia, migliorare la qualità di vita dei malati e contenere i costi socio-sanitari.

Alfredo de Rosaresponsabile Sezione provinciale A.Ma.R.V., Treviso

L'iniziativa promossa dall'Associazione Malati Reumatici del Veneto anche nell'Ulss 8.

MALATTIE REUMATIChE

DICEMBRE 2012 · 35

A PROPOSITO DI REUMATOLOGIA:UN CONVEGNO NELL'ULSS 8

Una delle farmacie che hanno aderito alla Giornata mondiale del malato reumatico.

Il professor Silvano Todesco.

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36 · DICEMBRE 2012 associazioni n salute ulss 8

Da un anno è attiva una nuova associazione di volontari che, appositamente formati, affiancano i malati terminali e le loro famiglie con un'assistenza domiciliare ricca di umanità.

INSIEME... PER UN AIUTO IN PIU'

G razie al progetto “Un aiuto in più per rimanere a casa”, presentato nell'ambito del Piano locale per la domiciliarità (progettualità sperimentali per il sostegno alla famiglia)

dell'Ulss 8 nell'anno 2007 dalla dottoressa Paola Paiusco (direttore delle Cure primarie), in collaborazione con il responsabile della Medicina di comunità dei due distretti socio-sanitari, da alcune assistenti sociali dei Comuni, da alcuni Centri di servizi dell'Ulss 8, è nata l'associazione di volontariato “Insieme - Un aiuto in più”.Obiettivo del progetto era quello di promuovere la creazione ed il potenziamento di un'associazione di volontari dedicata ai malati terminali, radicata capillarmente nel territorio dell'Ulss 8, per instaurare una collaborazione con il Nucleo di Cure palliative, i Servizi sociali dei Comuni ed i Centri di Servizio alla persona, prevedendo attività di coordinamento tra gli stessi e di formazione permanente di operatori e volontari coinvolti.Dopo una serie di incontri informativi e di sensibilizzazione aperti a tutti i cittadini dei trenta Comuni dell'Ulss 8, è stato realizzato un corso di formazione, rivolto alle persone che si erano dimostrate interessate al progetto, suddiviso in sei incontri, dove è stato delineato il ruolo ed il valore del volontario nell'assistenza domiciliare e nelle cure di fine vita. Parallelamente al percorso formativo, i volontari, coadiuvati da un gruppo di operatori dei Comuni e dell'Unità operativa Cure primarie, hanno costituito l'associazione di volontariato denominata “Insieme - Un aiuto in più”, approvando nell'ottobre del 2011 l'atto costitutivo e

lo Statuto.L'associazione è costituita da persone di differente età, formazione, provenienza e lavoro, che si sono sentite unite nel desiderio di perseguire un unico obiettivo: assistere gli ammalati gravi per aiutare le famiglie sia da un punto di vista pratico che umano, dedicando gratuitamente parte del loro tempo libero.Da gennaio 2012 è iniziata concretamente l'attività di volontariato. Il gruppo è composto di sedici volontari (tre uomini e tredici donne) che sono supervisionati periodicamente dalla psiconcologa

del Nucelo Cure palliative, dottoressa Gloria Angela Baracco, sia individualmente, durante l'assistenza domiciliare, che in gruppo, durante la riunione mensile. I volontari collaborano con i componenti dell'équipe delle Cure palliative dell'Ulss 8 per dare una risposta alle necessità ed esigenze di natura assistenziale dell'ammalato e della sua famiglia: garantiscono, su richiesta, la loro presenza a domicilio per allentare la tensione dei familiari, soprattutto nei casi in cui l'assistenza si protrae nel tempo.

Il loro intervento è molto utile anche per favorire la relazione ed il dialogo con la persona malata.Per informazioni rivolgersi alla dottoressa Gloria Angela Baracco presso il servizio Cure domiciliari e Nucleo Cure palliative ai seguenti numeri telefonici: 0423.614853 (Montebelluna), 0423.720020 (Castelfranco Veneto).

Bruna Favaropresidente associazione Insieme - Un aiuto in più

I volontari dell'associazione “Insieme - Un aiuto in più”.

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E’ stata firmata lo scorso 11 dicembre a Castelfranco Veneto la convenzione che di fatto darà il via ad una ricerca

innovativa sulla rigenerazione delle cellule nel delicatissimo campo ematologico. La firma è a quattro mani, perchè quattro sono le realtà coinvolte nel progetto. L’Ulss 8(firma direttore generale, Renato Mason) mette a disposizione i locali e le attrezzature del Centro trasfusionale e del reparto di Ematologia dell’ospedale di Castelfranco

Veneto, Tes-Fondazione per la biologia e la medicina della rigenerazione (firma il presidente, professor Pierpaolo Parnigotto) mette le risorse umane ed economiche assieme ad Avis regionale in rappresentanza di tutte le Avis venete (firma il presidente regionale, Alberto Argentoni) e ad Ape, Avis progresso ematologico che riunisce 32 Avis del territorio dell’Ulss 8 (firma il presidente Paolo Targhetta). Il progetto è quindi co-finanziato, nasce da

un’idea condivisa dall’ematologia castellana diretta dal dottor Giuseppe Tagariello (responsabile del comitato tecnico-scientifico di Ape) e da Tes nella persona del suo presidente professor Parnigotto, costerà intorno ai 50 mila euro l’anno e sarà sviluppato nell’arco di più anni, probabilmente 3-4. Ci saranno periodiche valutazioni sullo stato di avanzamento della ricerca e sui risultati.

Rigenerazione delle cellule cartilaginee e della cura dell’emofilia con cellule endoteliali: al via un nuovo progetto di ricerca.

PROGETTO DI RICERCA

La firma della convenzione.

LA RICERCA SULL’ARTROPATIA EMOFILICA E SULLA CURA DELL’EMOFILIA

LA RICERCA SULL’ARTROPATIA EMOFILICAIl progetto, nato su proposta dell’Avis provinciale ad Ape e Tes, rappresenta la prosecuzione delle ricerche condotte presso il Centro per le Malattie del sangue - Centro per l’emofilia dell’ospedale di Castelfranco nella sua lunga esperienza della cura dell’artropatia emofilica dal dottor Tagariello e il suo gruppo e dal dottor Alberto Ricciardi, primario ortopedico. Finora la maggior parte delle proposte terapeutiche offerte ai pazienti emofilici sono state la sinoviectomia chirurgica (sino agli anni ’90) e la sinoviortesi chimica o radio-isotopica più di recente. Di pari passo si è sviluppata, nei casi più avanzati ed irreversibili, un’esperienza ormai consolidata nella sostituzione protesica delle articolazioni irrimediabilmente compromesse.

Ultimamente, in pazienti con condropatia iniziale (lesioni minime cartilaginee), si sta facendo strada un approccio conservativo “biologico”. Queste metodologie prevedono la possibilità di espiantare cellule cartilaginee del soggetto malato e, dopo coltivazione “ex vivo”, il tessuto ottenuto può essere successivamente re-inserito a scopo riparatorio nelle cartilagini danneggiate. RICERCA SULLA CURA DELL’EMOFILIAQuesto ambizioso progetto di ricerca propone il ricorso alla terapia cellulare. Obiettivo è isolare i progenitori endoteliali da sangue periferico umano e di verificarne in vitro la capacità di produrre i fattori VIII e IX. L’emofilia, infatti, è una malattia genetica ereditaria legata al cromosoma X dovuta ad una alterazione del gene che codifica per i

fattori coagulanti VIII o IX rispettivamente per emofilia A e B. Studi hanno dimostrato che tra i maggiori siti di produzione del fattore VIII ci sono le cellule endoteliali dei sinusoidi epatici. La terapia attuale per il trattamento dell’emofilia si basa sulla somministrazione dei fattori di coagulazione mancanti, mentre futuri approcci clinici prevedono lo sviluppo di terapia genica o cellulare. I dati preliminari ottenuti in vitro potrebbero in futuro, se confermati, permettere l’impiego di tali cellule in una sperimentazione in vivo su modello animale emofilico. Lo scopo della ricerca sarebbe quindi quello di permettere al paziente la produzione “endogena” di fattore VIII o IX anziché la somministrazione sostitutiva endovenosa con concentrati della coagulazione come avviene oggi.

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SALUTEULSS8

Prosegue l'attività di sensibilizzazione portata avanti dall'associazione "Uniti per Wamba" presieduta dal dottor Giuseppe Pesce che da oltre dieci anni periodicamente presta servizio volontario presso l'ospedale di Wamba in Kenya.L'ultimo appuntamento si è tenuto lo scorso 24 settembre presso l'ospedale San Giacomo in occasione dell'arrivo del vescovo di Maralal Samburu District Kenya, monsignor Virgilio Pante,

che ha officiato la Santa Messa alla quale hanno partecipato alcuni rappresentanti della direzione

dell'Ulss 8 ed il sindaco di Castelfranco Veneto, Luciano Dussin.È seguito un momento informativo in cui alcuni volontari che hanno prestato servizio presso l'ospedale africano nella primavera scorsa - Alessandra Furlanetto, Simone Lago, Catia Morellato, Paola Brion e lo stesso dottor Giuseppe Pesce - hanno presentato la loro esperienza e consegnato un assegno di 10mila euro frutto delle offerte raccolte grazie alla sensibilità di molti sostenitori e con i quali è stato possibile acquistare materiale per il servizio di Radiologia dell'ospedale di Wamba. Per informazioni www.unitiperwamba.org

38 · DICEMBRE 2012 informa n salute ulss 8

L a Pediatria del San Valentino di Mon-tebelluna si è arricchita di nuovi giochi che aiuteranno i bimbi ricoverati a tras-

correre più serenamente il ricovero.I giochi sono stati consegnati in dono a metà

novembre da una giovane coppia montebel-lunese, Alberto Garcia e Arianna De Bortoli, che hanno voluto concretamente contribuire al benessere dei piccoli pazienti. Oltre ai giochi hanno donato anche una somma in denaro da utilizzare per i bisogni del reparto.

La donazione è stata possibile grazie ad una raccolta di fondi organizzata nell'ambito della manifestazione “Music at Manin” che si è svolta, in collaborazione con la Con-fartigianato, a settembre al Parco Manin di

Montebelluna. “In quell'occasione – spiega Arianna – avevamo pre-disposto dei punti in cui versare un'offerta libera sia per finanziare l'iniziativa per la Pediatria sia per aiutare alcune famiglie disagiate della città”.La lodevole iniziativa è stata molto apprezzata dal direttore sanitario, Paola Corziali, e dal primario della Pediatria, Paolo Mesirca che ha commentato: “Questi regali donati ci riempiono di gioia sia perché di-

mostrano il rapporto tra l'ospedale e la città, sia perché si aggiungono ad altre iniziative, come quelle portate avanti dall'Associazione bambino in ospedale, per rendere meno do-lorosa e più spensierata la permanenza dei piccoli pazienti in ospedale”.

REGALI INATTESI PER I PAZIENTI DELLA PEDIATRIA MONTEbELLUNESE

La dottoressa Paola Corziali assieme ad Arianna De Bortoli, il dottor Lorenzo Bulegato, il dottor Paolo Mesirca e la caposala, Monica Colesso.

COSA FAREPER DONARE ALL'ULSS 8

L’Ulss 8 ringrazia sentitamente tutti i donatori per i contributi e per i beni elargiti, rendendosi così partecipi al miglioramento nello svolgimento del servizio a favore dell’utenza. Con l’occasione si ritiene utile sintetizzare la procedura corretta da utilizzare per effettuare una donazione ad un reparto o servizio. 1. Proposta di donazione formulata per iscritto, indirizzata al responsabile del reparto/servizio destinatario o al Direttore generale.2. Gli uffici competenti provvederanno a verificare la compatibilità tecnico-amministrativa circa l’accettazione del bene oggetto della donazione.3. I medesimi uffici competenti comunicano il proprio parere alla Direzione amministrativa di ospedale che, se di assenso, provvede a predisporre la delibera di accettazione della donazione.4. A delibera esecutiva, l’Ulss 8 provvederà ad inviare la medesima al donante, il quale potrà procedere all’acquisizione e alla consegna del bene stesso.Da ultimo si ricorda che per tutte le informazioni relative alle donazioni da effettuare all’Ulss 8 dovrà essere contattato l’ufficio dedicato presso la Direzione amministrativa di ospedale (tel. 0423/732067).

Il Vescovo, monsignor Virgilio Pante, assieme ad alcuni volontari che hanno prestato servizio presso l'ospedale di Wamba nella primavera scorsa.

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