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33 A ARTE/ RCHITETTURA/AMBIENTE Antonio Girolamo Massei Regio misuratore generale nella Sardegna sabauda di fine Settecento Terenzio Puddu Le sporadiche notizie finora pubbli- cate, riguardanti Antonio Girolamo Massei, sono piuttosto carenti e non consentono di scorgere, nel suo impiego di regio misuratore generale, quel ruolo di primissimo piano che rivestì nel panorama dell’architettura sarda della seconda metà del Sette- cento 1 . Nelle diverse segnalazioni, a volte contraddittorie, la sua figura è adom- brata dai più noti architetti ed inge- gneri militari piemontesi. Compare inizialmente come imprenditore, poi come misuratore 2 , al fianco degli stessi professionisti militari 3 ed infine come regio misuratore generale do- po il loro rientro definitivo in terra- ferma. Nella sua ultra trentennale carriera professionale, si occupò di fabbriche pubbliche, private, militari ed ecclesiastiche. L’indagine condotta per questo stu- dio 4 , costituita prevalentemente dal- l’esame di numerose carte d’archivio inedite di fine Settecento, ha resti- tuito una grande quantità di informa- zioni che hanno permesso di deli- neare un primo profilo biografico e professionale di colui che, percor- rendo un’intensa quanto singolare Abstract. Through an accurate investigation in the Public Records Office, the author has reconstructed for the first time the biographical and professional profile of Antonio Girolamo Massei, the Royal Surveyor General, a figure nearly unknown to researchers till now. The author underlines Massei’s prominent part in the archi- tecture of Savoy Sardinia at the end of the eighteenth century. In his bright long pro- fessional career he dealt with the construction of public, private, military and church buildings. He started out in the profession as a builder; subsequently, as a surveyor, he collaborated with the most important Piedmontese military architects and engi- neers who had been working in Sardinia till their definitive return to Piedmont; finally, as the Royal Surveyor General, he was assigned all those tasks which, in Savoy days, had been delegated to Piedmontese professionals only. In the history of eigh- teenth century Sardinian art, he was the only Sardinian to establish a reputation for himself as if an architect proper. With his death, the Baroque experience in the island, which had lingered up to the early nineteenth century, came to an end. Note/Bibliografia 1 Cfr. R. SALINAS, Architetti piemontesi in Sar- degna, in «Atti del X congresso di storia del- l’architettura», Roma 1959, p. 437; A. CAVAL- LARI MURAT, Giuseppe Viana architetto sabaudo in Sardegna, in «Atti e rassegna tec- nica della Società ingegneri e architetti in Torino», Torino 1960, (estratto), p. 3; A. CAVAL- LARI MURAT, Saverio Belgrano di Famolasco, ingegnere Sabaudo quale architetto in Sarde- gna, in «Atti e rassegna tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», Torino 1961, (estratto), p. 9; A. SAIU DEIDDA, Sull’attività ingegneristica di Giuseppe Viana, in «Archivio Sardo del movimento operaio contadino e autonomistico», n. 17-19, 1982, pp. 166, 171, 179, 185; A. DEL PANTA, Un archi- tetto e la sua città: l’opera di Gaetano Cima (1805-1878) nelle carte dell’Archivio comu- nale di Cagliari, Cagliari 1983, p. 433; AA. VV ., Marina, collana «Cagliari quartieri storici», Cinisello Balsamo 1989, pp. 43, 44, 48; G. SPANO, Guida della città e dintorni di Cagliari, Cagliari 1995 (ristampa anastatica dell’edi- zione del 1861), p. 204; M. RASSU, Architetti Sabaudi in Sardegna, in «Bollettino Bibliogra- fico e Rassegna archivistica di studi storici della Sardegna», quaderni I-II semestre 1996, fasc. n. 21, p. 20; A. VINCI, Professioni, cantiere e committenze in Sardegna nei riflessi della Cagliari - Il complesso del Seminario Tridentino e dell’Università degli Studi.

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Antonio Girolamo MasseiRegio misuratore generale nella Sardegnasabauda di fine SettecentoTerenzio Puddu

Le sporadiche notizie finora pubbli-cate, riguardanti Antonio GirolamoMassei, sono piuttosto carenti e nonconsentono di scorgere, nel suo

impiego di regio misuratore generale,quel ruolo di primissimo piano cherivestì nel panorama dell’architetturasarda della seconda metà del Sette-cento1.Nelle diverse segnalazioni, a voltecontraddittorie, la sua figura è adom-brata dai più noti architetti ed inge-gneri militari piemontesi. Compareinizialmente come imprenditore, poicome misuratore2, al fianco deglistessi professionisti militari3 ed infinecome regio misuratore generale do-po il loro rientro definitivo in terra-ferma. Nella sua ultra trentennalecarriera professionale, si occupò difabbriche pubbliche, private, militaried ecclesiastiche.L’indagine condotta per questo stu-dio4, costituita prevalentemente dal-l’esame di numerose carte d’archivioinedite di fine Settecento, ha resti-tuito una grande quantità di informa-zioni che hanno permesso di deli-neare un primo profilo biografico eprofessionale di colui che, percor-rendo un’intensa quanto singolare

Abstract. Through an accurate investigation in the Public Records Office, theauthor has reconstructed for the first time the biographical and professional profileof Antonio Girolamo Massei, the Royal Surveyor General, a figure nearly unknownto researchers till now. The author underlines Massei’s prominent part in the archi-tecture of Savoy Sardinia at the end of the eighteenth century. In his bright long pro-fessional career he dealt with the construction of public, private, military and churchbuildings. He started out in the profession as a builder; subsequently, as a surveyor,he collaborated with the most important Piedmontese military architects and engi-neers who had been working in Sardinia till their definitive return to Piedmont; finally,as the Royal Surveyor General, he was assigned all those tasks which, in Savoydays, had been delegated to Piedmontese professionals only. In the history of eigh-teenth century Sardinian art, he was the only Sardinian to establish a reputation forhimself as if an architect proper. With his death, the Baroque experience in theisland, which had lingered up to the early nineteenth century, came to an end.

Note/Bibliografia1 Cfr. R. SALINAS, Architetti piemontesi in Sar-degna, in «Atti del X congresso di storia del-l’architettura», Roma 1959, p. 437; A. CAVAL-LARI MURAT, Giuseppe Viana architettosabaudo in Sardegna, in «Atti e rassegna tec-nica della Società ingegneri e architetti inTorino», Torino 1960, (estratto), p. 3; A. CAVAL-LARI MURAT, Saverio Belgrano di Famolasco,ingegnere Sabaudo quale architetto in Sarde-gna, in «Atti e rassegna tecnica della Societàdegli Ingegneri e degli Architetti in Torino»,Torino 1961, (estratto), p. 9; A. SAIU DEIDDA,Sull’attività ingegneristica di Giuseppe Viana,in «Archivio Sardo del movimento operaiocontadino e autonomistico», n. 17-19, 1982,pp. 166, 171, 179, 185; A. DEL PANTA, Un archi-tetto e la sua città: l’opera di Gaetano Cima(1805-1878) nelle carte dell’Archivio comu-nale di Cagliari, Cagliari 1983, p. 433; AA. VV.,Marina, collana «Cagliari quartieri storici»,Cinisello Balsamo 1989, pp. 43, 44, 48; G.SPANO, Guida della città e dintorni di Cagliari,Cagliari 1995 (ristampa anastatica dell’edi-zione del 1861), p. 204; M. RASSU, ArchitettiSabaudi in Sardegna, in «Bollettino Bibliogra-fico e Rassegna archivistica di studi storicidella Sardegna», quaderni I-II semestre 1996,fasc. n. 21, p. 20; A. VINCI, Professioni, cantieree committenze in Sardegna nei riflessi della

Cagliari - Il complesso del Seminario Tridentino e dell’Università degli Studi.

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carriera può essere considerato, apieno titolo, il primo “architetto” nonpiemontese o meglio il primo “archi-tetto” sardo nella Sardegna sabauda.Antonio Girolamo Massei primoge-nito dei coniugi Giovanni Carlo,corso di Bastia, e della cagliaritanaAnna Giuseppa Pinna nasceva aCagliari nel quartiere di Castello il 5novembre 17305.Un fratello si chiamava Raimondo6 esvolgerà la professione di sovra-stante7. È ignota l’attività paterna.Antonio Girolamo esordiva comeimprenditore edile. Stante l’affida-mento di numerose e importanticommesse da parte delle autoritàregie, si deve pensare che avesseuna delle imprese edili più organiz-zate della città.Il 18 febbraio 1754 firmava un con-tratto, con l’Intendenza regia, per lacostruzione di un magazzino nelladarsena8. Due anni dopo, il 19 marzo1756, sottoscriveva un nuovo ac-cordo per la realizzazione di unastrada, sempre nella darsena9. Il 30settembre 1756, contrattava i restauridelle mura di Cagliari (Reales moral-las); contemporaneamente prendevaun prestito dalla real Cassa di 1.200lire sarde in previsione dei lavori per lariedificazione parziale della propriacasa, obbligandosi a restituire il de-bito in denaro o eseguendo altrilavori10.La sua abitazione era ubicata nellastrada del Jesus, (l’odierna Via Ca-vour) nel quartiere della Marina. L’a-veva acquistata il 22 gennaio 1757dai frati Mercedari di Bonaria, acenso riservativo, per il prezzo di 400scudi, pari a 1.000 lire sarde11. L’edificio venne praticamente rico-struito tanto che fu in seguito valu-tato per 3.500 lire12.Da quei documenti si conosce che ilMassei era sposato, secondo l’usosardesco, con la cagliaritana Fran-cesca Pelle13. Il 26 agosto 1757 rima-neva vedovo14 e sebbene la moglieavesse disposto di lasciargli sia i benipropri sia quelli acquisiti in regime di

matrimonio, i parenti della Pelle im-pugnavano la disposizione preten-dendo parte dell’eredità15. Il 18 gen-naio 1758, per evitare contenziosicon i parenti si accordava pacifica-mente con i medesimi16. Dopo soliotto giorni di vedovanza, il 3 settem-bre 1757 si risposava con la vedovacagliaritana Maria Francesca Godò17.Il 30 agosto 1758 quando il Masseiera superiore dell’arciconfraternitadel SS.mo Crocifisso, nel quartiere diVillanova, il sodalizio commissionavale sette statue lignee raffiguranti iMisteri al più noto e prolifico scultoresardo del Settecento: GiuseppeAntonio Lonis18.Il 13 febbraio 1759, come impresario,stipulava un contratto per i lavori diriparazione alla banchina del vecchiomolo (quai) della darsena e batteriadella città19; il 12 settembre si accor-dava anche per i lavori di pulizia dellostesso scalo20.Il 24 marzo 1759 acquistava unacasa, per 200 scudi, dal dottore indiritto Eugenio Bono, adiacente allasua proprietà nella strada del Paga-tore (l’odierna Via Sigismondo Ar-quer)21.Tra il 1760 e il 1763 contraeva alcunidebiti con Giuseppe Racca sirurjano(medico-chirurgo) maggiore di trup-pa della cavalleria22.Il 6 maggio 1765 si aggiudicava l’in-carico più importante della sua atti-vità di costruttore che, probabilmen-te, segnerà una svolta per la suafutura professione: la costruzione delpalazzo dell’Università di Cagliari,progettata dall’ingegnere militareSaverio Belgrano di Famolasco23.Per l’intera opera mastro GerolamoMassei si era obbligato «di fare atutte sue spese le provvisioni, fattureed opere portate dal Calcolo del Ca-pitano Ingegnere Belgran in data delprimo marzo 1765 unito al contrattoin costruzione della nuova fabbricadell’Università dè Studj da Sua Mae-stà ordinata coerentemente al dise-gno, ed Istruzione anche formatasidallo stesso Ingegnere, e di darla

politica di riforma nel Settecento, tesi di dot-torato di ricerca in Storia dell’architettura edell’urbanistica - Politecnico di Torino, Poli-tecnico di Milano, Università di Torino, Uni-versità di Genova 1998, pp. 227, 331, 356,436, 445, 450, 451; R. COPEZ - P. DORE - T.PUDDU, Ussana, Cagliari 1999, p. 103; A.COSSU, Storia militare di Cagliari 1217-1866.Anatomia di una piazzaforte di prim’ordine1217-1993, Cagliari 2001, p. 151; I. FARCI,Maestri marmorari liguri e lombardi attivi inSardegna dalla prima metà del Settecento aiprimi decenni dell’Ottocento, in «QuaderniOristanesi», n. 51/52, 2004, p. 38; M. RASSU,Sentinelle del mare - Le torri della difesacostiera della Sardegna, Dolianova 2005, pp.144, 170, 185, 187; N. ROSSI - S. MELONI (a curadi), I gioielli dell’architettura religiosa, Dolia-nova 2005, p. 200.2 Il misuratore occupava un ruolo di rilievonell’ambito del processo edilizio e nella vitadel cantiere ed era spesso direttamenteattivo nella fase progettuale oltre ad effet-tuare misurazioni, preparava computi metriciestimativi e calcoli preventivi di spesa da col-legamento tra fase progettuale e attività delcantiere, offriva assistenza e consulenza aimastri di cui controllava e la fedeltà all’istru-zione e al contratto, infine redigeva an-ch’esso le istruzioni. I misuratori costituivanoil tramite principale per il passaggio dall’ela-borazione teorica alla realizzazione pratica diun progetto, pertanto dovevano essere dotatidi buona conoscenza sia della fase proget-tuale sia delle tecniche costruttive, in mododa poter disporre e verificare la buona edifi-cazione. Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 312.3 Nel ruolo di assistente misuratore lavora congli ingegneri Saverio Belgrano di Famolasco,Francesco Domenico Perini e con l’architettoGiuseppe Viana. Dopo avere conseguito lapatente di misuratore, nel 1777, affianca ilViana nell’insegnamento di Misura e comemisuratore. Cfr. Ibidem, pp. 227, 331, 453,454; SAIU DEIDDA, Sull’attività cit., p. 185.4 Il presente articolo, riveduto e integrato connuove notizie d’archivio e bibliografiche, èstato estratto dalla tesi di laurea di chi scrive,discussa presso la facoltà di Architettura del-l’Università degli Studi di Firenze. Cfr. T.PUDDU, Il complesso parrocchiale di SanSebastiano Martire a Ussana: vicendecostruttive dal XVI al XIX secolo, relatoreprof.ssa G. C. Romby, a. a. 2002-03. In corsodi stampa.5 Nei documenti è registrato con il doppionome, Antonio Girolamo, oppure solamenteGirolamo, mentre il cognome è sempre ripor-tato Massey. Al suo battesimo funsero dapadrini Lorenzo Oliva di Mantova e Mad-dalena Ernauda della Provenza. Cfr. ArchivioDiocesano di Cagliari (in seguito ADCA),Quinque Libri Cagliari (in seguito QLCA) -Castello, vol. 10 (1700-1734), c. 115. I Geni-tori si sposarono il 31 dicembre 1729 nelquartiere di Castello. Il padre Giovanni Carlonato a Bastia era figlio di Girolamo e Inno-cenza Guitella, la madre M. Giuseppa Pinnadi Cagliari era figlia di Giovanni Antonio eAngela Corda. Cfr. Ibidem, c. 225v.6 Raimondo Massei veniva battezzato aCagliari il 29 marzo 1733, il cognome è regi-strato erroneamente Massesy. Cfr. Ibidem, c.125r.7 Il sovrastante era la figura tecnica impiegatanei pubblici cantieri assieme all’architetto o

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intieramente compita fra il termine dimesi sedici, il tutto a corpo, e non amisura, mediante la somma di £33212, 5, 8 moneta sarda»24. I tempidi consegna non furono rispettati,infatti, un atto del 1768 menzionaancora il Massei come impresariodella fabbrica dell’Università25.Il primo documento che lo indicacome tecnico al servizio dei pubblicicantieri risale al 4 settembre 1769,con una retribuzione di 150 lire sardedall’Amministrazione delle torri «peranticipata di mesi due» per l’assi-stenza prestata nelle riparazioni delletorri di Chia e del Coltellazzo26, inquell’occasione eseguì i disegni suprogetto del capitano ingegnereFrancesco Domenico Perini27.Il 24 settembre 1769 il ministro per gliAffari di Sardegna Giambattista Lo-renzo Bogino, comunicava all’inten-dente generale alle fabbriche e fortifi-cazioni, conte di Castelmagno, che inbase alle relazioni dell’intendenteVacha e dell’ingegnere Perini si ren-deva necessario assegnare il posto dimisuratore vacante per la morte diFilippo Griseri28. Il Belgrano (già ritor-nato in terraferma) proponeva per taleincarico un certo Golla, con la paga di700 lire come il Griseri e di destinare il

misuratore Massei al ruolo di sovra-stante, in sostituzione del Golla, conuna paga di 50 lire mensili. La propo-sta ebbe l’assenso del sovrano29.Nel 1771 Massei lavorava al fiancodel Perini ai disegni e calcoli30 dispesa per la costruzione di cinqueponti di legno sulle peschiere dell’i-stmo della Plaja di Cagliari31.

La formazione con l’architettoVianaL’arrivo in Sardegna di GiuseppeViana32 nel 1771, in qualità di misura-tore, non era stato accettato confavore dagli operatori edili e, in unprimo momento, neppure dall’inten-dente generale don Felice GiuseppeGiaime. Il tecnico evidentemente go-deva di grande stima negli ambientidi governo a Torino, non altrettanto inquelli dell’Isola.L’intendente non conoscendolo siera mostrato piuttosto stupito per ilnotevole aumento di stipendio chegli era stato accordato. Il ministroBogino aveva comunicato diretta-mente al conte di Castelmagno33 e alGiaime, la nomina del Viana in sosti-tuzione del misuratore Golla, giustifi-cando l’aumento concesso dal so-vrano come indennizzo per le difficili

all’ingegnere, al misuratore ed al direttore.Era richiesta la sua presenza assidua in can-tiere, per il controllo delle maestranze e dellaqualità dei materiali; in sostanza esercitava ladirezione dei lavori in stretta collaborazionecon il misuratore, provvedendo che fosserorispettate le disposizioni contenute nelleistruzioni e negli accordi contrattuali da partedegli impresari, sorvegliando altresì sullaqualità dei manufatti eseguiti e sulla quantitàdei lavori compiuti dai mastri muratori.Raimondo verosimilmente collaborava con ilfratello maggiore. Nel 1756 seguì i lavori dicompletamento della torre di Calasetta suprogetto dell’ingegnere Vallin. Cfr. RASSU,Architetti cit., p. 20; RASSU, Sentinelle cit., p.193. Si sposava a Cagliari nel quartiere dellaMarina il 14 luglio 1754 con M. CaterinaBausa, figlia di Giovanni e M. GiuseppaCasanova. Nell’atto è registrato che gli sposierano entrambi nativi della Marina ed ivi resi-denti. In realtà lo sposo era nato nel quartieredi Castello. Cfr. ADCA, QLCA-Marina, vol. 20(1748-1771), c. 432v.8 Per motivi che sfuggono il documento riferi-sce che per quei lavori perse la somma di1.000 lire perciò si trovava in debito. Cfr.Archivio di Stato di Cagliari (in seguito ASCA),Atti Notarili Insinuati della Tappa di Cagliari -Città (in seguito ANITCA-Città, aprile 1758, c.227r.9 Per questi lavori si trovava in debito di 119lire nei confronti della real Cassa; di conse-guenza si era impegnato a restituire lasomma in contanti oppure realizzando altrilavori. Cfr. Ivi.10 Cfr. Ivi.11 Cfr. ASCA, Reale Udienza - cause civili (inseguito RUcv), busta 396, fasc. 5080, cc.23v-24r.12 Si servì del pietrame delle opere reali ancheper la costruzione della casa come risultavadai contratti, libri e certificati dell’ingegnere edel segretario. Cfr. ASCA, ANITCA-Città,aprile 1758, cc. 230r, 231r.13 Francesca Pelle del quartiere della Marina,era figlia di Ambrogio e Mattia Merriga. Cfr.Ibidem, c. 226r.In un documento del 18 agosto 1759 si leggeche la fu Francesca Pelle era la moglie inprime nozze. Cfr. ASCA, Atti Notarili Legatidella Tappa di Cagliari (in seguito ANLCA),vol. 2448, c. 64rv.14 Nell’atto di morte il cognome della moglie èerroneamente registrato Perla. Cfr. ADCA,QLCA-Marina, vol. 20 (1748-1771), cc. 615v-616r.15 La moglie era ammalata ed affidò il propriotestamento, in data 23 agosto 1757, al padremaestro fra Nicola Lippi del convento reale diS. Agostino di Cagliari, il quale lo consegnò alnotaio Pietro Frau il 26 dello stesso mese eanno perché lo rendesse pubblico. Si ap-prende inoltre che la Pelle, durante la malat-tia, aveva sempre manifestato ai suoi parentila volontà di nominare erede universale il pro-prio marito Girolamo «por ser el mismo quienlos havia trabajado y sudado». Tuttavia iparenti Pelle inoltravano istanza al vicarioreale di Cagliari pretendendo parte dell’ere-dità poiché la sorella aveva contratto matri-monio secondo l’uso sardesco, il quale pre-vedeva che tutte le sostanze acquisite inregime di matrimonio andavano divise comebeni comuni. Cfr. ASCA, ANITCA-Città, aprile1758, c. 226rv.

Disegno autografo di A. G. Massei riguardante la sistemazione a mercato dell’area adiacente alla Porta Villanova di Cagliari,1780 (tratto da AA. VV., Marina, collana «Cagliari quartieri storici», Cinisello Balsamo 1989, p. 48).

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La tanto attesa promozione del Mas-sei a regio misuratore giungeva lostesso anno. In un atto notarile del 28aprile 1773 è, infatti, definito «Medidorde las obras reales por Su Majestad...en esta ciudad y Reyno»37.Quanto il Viana fosse consideratopositivamente negli ambienti gover-nativi è testimoniato dalla brillantecarriera professionale: il 22 luglio1775, con regie patenti, era «statocondecorato del titolo di Misuratoreed estimatore Generale di questoRegno, e con altre delli 29 novembre1776, di quello di Architetto Regio»38;veniva anche nominato professoredella «Classe di Matematica», erettanel 1777, presso l’Università di Ca-gliari. In città dirigeva anche unascuola privata di architettura e dimisura, per l’insegnamento di que-st’ultima era coadiuvato dal «SignorRegio Misuratore Massei»39.L’architetto ospitava nella propriaabitazione gli allievi, secondo un’anti-ca tradizione scolastica. Quella scuo-la costituì, probabilmente, il primo el’unico tentativo di porre rimedio allacarenza di preparazione professio-nale in Sardegna, tanto che questi silamentava, al suo ritorno in terra-ferma, quando si discuteva dello sta-to delle fabbriche regie nell’isola. I guadagni che gli provenivano dal-l’esercizio della professione eranoesigui, perché questa era ostacolatada una diffusa attività abusiva40. IlViana si rammaricava per l’annosacontesa, sul piano professionale,con il capitano degli ingegneri mili-tari che sovente s’intrometteva, sen-za alcun titolo, perfino nel suo im-piego di misuratore ed estimatoregenerale. Con un regio dispaccio del12 febbraio 1777 era stato, infatti,deciso che il capitano ingegnereavrebbe dovuto occuparsi delle for-tificazioni, mentre l’architetto dellefabbriche civili.Nella realtà le cose andavano diver-samente in quanto il capitano degliingegneri, sotto la copertura dellapropria firma, permetteva all’ex ge-

condizioni climatiche dell’isola. IlGiaime non era stato evidentementecoinvolto nella scelta del misuratore,per il cui ruolo avrebbe potuto candi-dare l’abile e meno costoso GirolamoMassei, impiegato da alcuni anni nelruolo di assistente misuratore alledipendenze degli ingegneri SaverioBelgrano di Famolasco e FrancescoDomenico Perini34, che avevano for-nito ottime referenze. È probabile cheil Massei si fosse accattivato la fidu-cia dei due ingegneri durante la co-struzione del palazzo dell’Università.Le note con cui il conte di Castel-magno aveva presentato il Viana35,ma soprattutto il tono autoritario deldispaccio del Bogino, convinseroevidentemente il Giaime; anzi propriolui due anni dopo tentò di ostacolarela promozione a misuratore richiestadal Massei e sostenuta dal conte diCastelmagno.Una lettera non firmata ma inviata pre-sumibilmente da un ingegnere al-l’Azienda delle fabbriche e fortifica-zioni nel 1773, confermava la capacitàprofessionale del Massei del quale ilmittente dichiarava di servirsi per tuttigli incarichi relativi ai cantieri regi, pre-ferendolo al Viana che definiva «abilenel disegno, e poco pratico nella mi-sura, e accessori della medesima»36.

16 Gli eredi di Francesca Pelle erano la madreMattia Merriga vedova, le sorelle Maddalenavedova, Caterina e i fratelli fra Giuseppe Pellereligioso del convento della Mercede e fra Rai-mondo Pelle dell’Ordine di S. Giovanni di Dioall’epoca assente, dall’atto si conosce chequest’ultimo era stato provinciale dell’Ordine.La transazione fu rogata dal notaio GiovanniFrancesco Picci il 18 gennaio 1758, il Masseis’impegnava a rifondere ai parenti dellamoglie la somma di 1.000 lire dedotte le spesedal cumulo ereditario. Il 18 agosto 1759 conscrittura privata s’impegnava entro il primoottobre successivo a saldare il debito pari a170 scudi di moneta sarda. Cfr. Ibidem, cc.226r, 232v; ASCA, ANLCA, vol. 2448, c. 64rv.17 Nell’atto è riportato che gli sposi eranoentrambi vedovi, nativi del Castello e resi-denti nella Marina. La sposa era figlia diEnrico e Rosa Giagalona. Funsero da testi-moni il notaio Antioco Aru di Stampace e Gio-vanni Battista Blavet di Torino dimorante nellaMarina. Cfr. ADCA, QLCA-Marina, vol. 20(1748-1771), c. 454.Lo stesso giorno delle nozze, prima del ritoreligioso, venivano stipulati davanti al notaio icapitoli matrimoniali con i quali lo sposo «porel mucho amor y cariño que tiene» concedevaalla sposa, a titolo di donazione, la somma di400 scudi sulla casa di Via del Gesù, perchéne potesse disporre liberamente. Dal docu-mento si apprende che il padre della Gudò(sic) era di nazionalità francese. La Godò por-tava in dote 1.052 lire tra denaro, suppellettilie gioielli. Il 3 settembre 1757 Antonio Giro-lamo riconosceva alla futura moglie, conrogito notarile, di avere effettivamente rice-vuto la dote. Cfr. ASCA, RUcv, busta 396,fasc. 5080, cc. 21r, 23rv.18 L’atto riporta che il Massey si impegnavapersonalmente a pagare il saldo per la statuadel Cristo alla colonna, per un importo di 25scudi. Cfr. F. VIRDIS , Giuseppe Antonio Lonis.Vita e opere di uno scultore nella Sardegnadel XVIII secolo, Dolianova 2004, pp. 55, 92,194-197.19 Il contratto veniva approvato a Torino dalConsiglio delle Finanze il 21 giugno 1759. Cfr.VINCI, Professioni cit., p. 450.20 L’approvazione del contratto a Torino portala data del 25 settembre 1759. Cfr. Ibidem, p.451.21 Cfr. ASCA, RUcv, busta 396, fasc. 5080, c. 28.22 Giuseppe Racca era il fratello del primomarito di Maria Godò all’epoca moglie delMassei. Il 7 gennaio 1760 prendeva in pre-stito 200 scudi al 6% di interessi, ipotecandola casa «de dos patios, y dos sostres, poseetc.» ubicata nella «calle de Jesus, y tieneentrada y fachada por la calle del Pagador». Il20 marzo 1760 riconosceva, davanti alnotaio, di essere debitore nei confronti di Giu-seppe Racca della somma di 250 lire. Il 23giugno 1763 per riscattare il censo in qualitàdi «pretium rei» a favore dei Mercedari, chegravava sulla casa, accese un nuovo censo di400 scudi con il 6% di interessi, sempre afavore del Racca. Cfr. Ibidem, cc. 26, 33r.23 I lavori per la costruzione del palazzo del-l’Università iniziarono il 13 maggio 1765 e siprotrassero per quattro anni. L’inaugurazioneavvenne nel settembre del 1769 con unasolenne cerimonia. Il Massei stipulò il con-tratto per l’esecuzione dei lavori con la regiaIntendenza il 6 maggio 1765, per la somma di33.712 lire sarde 5 soldi ed 8 denari. Il con-tratto fu approvato a Torino dal Consiglio

Cagliari foto d’epoca - Parte inferiore della sopraeleva-zione del campanile della chiesa di S. Eulalia eretta nel1796 su progetto di A. G. Massei.

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impegnati in alcuni lavori per contodell’Azienda alle fabbriche e fortifica-zioni, eseguivano delle opere nonpreviste nel contratto, per ordine del-l’ingegner Giovanni Francesco Da-risto47. L’Intendenza riconoscendo ildiritto dei mastri ad essere risarciti,ordinava al Massei e al Viana di quan-tificare il rimborso48.Il 13 agosto 1777 il Massei conse-guiva la «patente» di misuratore49,dopo essere «stato approvato con unesame dalla classe di questa RegiaUniversità»50. La classe di matema-tica era stata istituita con «Manifestodel magistrato sopra gli studi» in data3 aprile 1777, al fine di esaminare gli«Architetti civili, Misuratori ed Agri-mensori» e rilasciare «le opportunepatenti d’approvazione»51; il Vianacome già visto fu titolare della catte-dra. Antonio Girolamo Massei proba-bilmente fu il primo sardo ad ottenerequell’importante qualifica52.Il 22 gennaio 1778, dopo un sopral-luogo, il Massei eseguiva la «misuraed estimo» corredato da un disegnoacquerellato53 relativo alla pianta diuna casa delle sorelle Pisà, situatanella Marina54. Trovandosi in ristrettezze economi-che, il 22 aprile 1778, si rivolgevanuovamente al creditore di fiducia, ilchirurgo Giuseppe Racca, per unprestito di 800 scudi55. Il 3 maggio1780 era incaricato di valutare uncarico di travi perdute durante unnaufragio56.In seguito ad un’esplosione nel quar-tiere dei cannonieri di Cagliari, postosotto la torre del Leone, il 26 maggio1781, in qualità di regio misuratore,redigeva il calcolo per gli urgentirestauri, affidati dal vicerè al direttoredel Corpo reale degli ingegneri, capi-tano tenente Marciot57. Nel 1780 fir-mava un disegno per la sistemazionea mercato dell’area adiacente portaVillanova58. Il 28 marzo 1781 la vedo-va del «patron» Giuseppe De Amigodi Cagliari, con il consenso dellefiglie, lo incaricava di periziare la casaereditata dal marito. Nel documento

suita laico Carlo Maino e addiritturaai capimastri, di avere incarichi dimisure ed estimi. Inoltre sebbene ilMaino non fosse stato «approvato»ad esercitare la professione, in quan-to all’affidamento di «disegni, e ri-staurazioni di case, e chiese» neaveva per la maggiore.L’insofferenza nei confronti di questesituazioni gli creò non poche difficoltà,le stesse che lo costrinsero a lasciarel’isola, una prima volta nel 1781, e poidefinitivamente nel 178441.Probabilmente la formazione profes-sionale del Massei, come progetti-sta, maturò non solo lavorando congli ingegneri Belgrano e Perini, masoprattutto con l’architetto Viana.

Un’intensa attività lavorativaA partire dal 1775 i documenti regi-strano un’infaticabile attività delMassei. Il 14 gennaio 1775 la GiuntaConsiliare di Cagliari deliberava per ilproseguimento di 250 trabucchi42 distrada in località indicata col nome di«Murta Durci», secondo il calcolo edisegno formato dal «medidor Gero-nimo Massei», di cui erano stati giàeseguiti 1.000 trabucchi dal mura-tore mastro Salvatore Puddu43.In una lettera del 22 febbraio 1775indirizzata ai superiori, il Massei do-mandava un compenso per Giu-seppe Murru, il quale aveva «già pre-stato la sua assistenza pel corso d’unanno con tutta l’attenzione e zelo»44.Il 26 successivo, l’intendente chie-deva al vicerè di accordare una grati-fica e la paga di sovrastante a duesoggetti affiancati al misuratore Mas-sei, per fare pratica. Si trattava di«due Giovani Sardi» poveri, France-sco Delorenzo e Giuseppe Murru. Lamotivazione era dettata dalla neces-sità di sovrastanti per il controllo deinumerosi cantieri aperti45. Il 23 aprile1776 il Massei, in compagnia del«Capitantenente Marchia» ispezio-nava il grande cantiere della fabbricadel seminario tridentino di Cagliari46.Sempre nel 1776, i mastri muratoriRaimondo Usai e Vincenzo Cara,

delle Finanze il 13 giugno 1765. Cfr. VINCI, Pro-fessioni cit., pp. 453-454.Il nome del Massei quale impresario esecu-tore della fabbrica dell’Università di Cagliarilo ha segnalato per la prima volta A. CavallariMurat che lo reperì nella revisione per levarianti aggiunte del 2 agosto 1765. Cfr.CAVALLARI MURAT, Saverio Belgrano… cit., p. 9.Sulla figura del Belgrano si veda: SALINAS,Architetti cit.; CAVALLARI MURAT, GiuseppeViana cit.; CAVALLARI MURAT, Saverio Bel-grano… cit., A. CAVALLARI MURAT, L’architetturanel Settecento in Sardegna (relazione gene-rale), in «Atti del XIII Congresso di storia del-l’architettura», Cagliari 1963; D. PESCARMONA,Nuovi contributi alla conoscenza degli inge-gneri militari piemontesi in Sardegna nelsecolo XVIII, in «Bollettino d’Arte» n. XXVIII,1984, pp. 71-90.24 Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 227.25 Cfr. ASCA, ANLCA, vol. 2453, c. 10. Il Sali-nas esprime un giudizio piuttosto severo sullarealizzazione delle opere: «per la cronacatocca rilevare la pessima esecuzione dellavoro, dovuta ad un appaltatore locale, talGerolamo Massei, rese necessari lavori diconsolidamento nel 1772, condotti da uningegnere Perin e poi altri ancora nel ’74 e nel’76, diretti dal capitano Da Visto [leggi Dari-sto] e poi dal Viana». Cfr. SALINAS, Architetticit., p. 437.Ai lavori di costruzione del palazzo del-l’Università attese anche l’impresario fran-cese Giacomo Arthemalle e i suoi figli. Il reCarlo Emanuele III riconoscendo la buonaedificazione delle opere eseguita da questi gliaccordava una gratificazione di 10.000 lire diPiemonte. Cfr. P. BULLITA, L’Università degliStudi di Cagliari. Dalle origini alle soglie delterzo millennio (Memorie e appunti), Cagliari2005, pp. 86-87.26 Nel documento non è riportata la profes-sione. Cfr. ASCA, Regia Amministrazione delleTorri (in seguito RAT), vol. 42, fasc. 2, c. 70.27 Cfr., RASSU, Sentinelle cit., p. 185.28 I misuratori Filippo Griseri e Giò Stefano Mas-sei in data 27 novembre 1758 inoltravano unarichiesta di gratifica che fu accolta positiva-mente. Allo stato attuale delle ricerche non siconosce se intercorresse alcun grado di paren-tela tra Antonio Girolamo e Giò Stefano Massei.Cfr. Archivio di Stato di Torino (in seguitoASTO), Ministero della Guerra, Azienda Gene-rale d’Artiglieria Fabbriche e Fortificazioni,Memorie alle segreterie, vol. 2 (1754-1760). IlGriseri il 15 giugno 1767 firmava un disegnointitolato «Veduta del monte detto d’acquacotta ove si ritrova la miniera d’argento, col pro-getto della nuova fabbrica da farsi per assicura-zione dè forzati che travagliar devono allamedesima». Cfr. T. K. KIROVA (a cura di), L’uomo ele miniere in Sardegna, Cagliari 1993, p. 60.29 In un dispaccio della segreteria di guerra diTorino si legge che il Massei era stato destinatoin Sardegna con lettera del 13 ottobre 1769.Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 445; ASTO, Mini-stero della Guerra, Azienda Generale d’Arti-glieria Fabbriche e Fortificazioni, Dispaccidella segreteria di Guerra, vol. 7.30 I calcoli corrispondono al computo metricoestimativo.31 Cfr. I. ZEDDA MACCIÒ, Teoria e pratica nell’or-ganizzazione del territorio: la costruzione deiponti in Sardegna fra ‘700 e ‘800, in «M. Bri-gaglia (a cura di), La Sardegna nel mondomediterraneo», Sassari 1990, p. 222.32 Sull’architetto Viana si veda: SALINAS, Archi-

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è definito «Medidor Real y Arqui-tetto»59.Il 24 gennaio 1782, per ordine del ve-gherio reale, compiva un sopralluogoe stimava un magazzino a due pianisequestrato al sig. Michele Lebio, nelborgo di Stampace in contrada S.Bernardo60. Nel 1783 periziava lazona della Plaja di pertinenza dellaMensa arcivescovile di Cagliari «cheincomincia dalla Scaffa e termina nel-l’ultimo ponte di Maramuda» realiz-zando anche il rilievo grafico (tipo)61.Il 24 maggio 1785 esprimeva il suo«sentimento relativamente alla SantaBarbara, ed altre riparazioni da farsialla torre di Coltellazzo»62.Un dispaccio della segreteria diguerra di Torino all’intendente dellefabbriche e fortificazioni Bertolino,datato 8 settembre 1783, comuni-cava l’approvazione regia per l’au-mento di stipendio al misuratoreMassei.L’intendente generale, Giovanni Bat-tista Toesca riferiva positivamentesul suo operato «zelante» e sulla sua«onerosa incombenza» in quanto u-nico misuratore del regno a far datadal 1779. Considerato che percepivauno stipendio pari a 600 lire di Pie-monte, gli veniva riconosciuto unaumento di altre 200 lire e contempo-raneamente si riteneva necessarioinviare in Sardegna un secondo mi-suratore, tale Leopoldo David impie-gato a Cuneo e con buone referenze,quale assistente del Massei63.

La richiesta venne accolta e il Davidfu inviato nell’isola come si apprendeda un dispaccio del 23 marzo 1789destinato all’intendente Bertolino64.Al David si accordava anche un au-mento di stipendio di 150 lire annue,poiché aveva dimostrato quanto fos-se oneroso il compito di assistentedel Massei, considerata la mole dilavoro, la distanza dei luoghi e le con-dizioni climatiche65.Su progetto del Massei, dopo il 1789,si provvedeva all’intera ricostruzionedel ponte di Fordongianus66; mentreil 13 dicembre del 1789 predispo-neva un disegno relativo a conces-sioni enfiteutiche per l’uso di sitiprossimi alle fortificazioni del capo-luogo67. Il 10 marzo 1790 collaudavai lavori eseguiti da mastro RaffaeleManca per il «rifacimento o sia rialza-mento delle muraglie per la forma-zione di dieci camere superiormentealle botteghe di Porta Cagliari» diproprietà delle «Orfanelle»68. Il 30giugno 1794 per conto dell’Ammini-strazione delle torri si occupava dellespese «necessarie farsi per la costru-zione del maschio, ò sia castellocasamatato nel fortino di S. Ignazioda portarsi all’altezza della rasantedei parapetti del perimetro69». L’annosuccessivo, il 16 maggio, ricalcolavale spese per il «maschio casamat-tato» del suddetto fortino70.Il 7 maggio 1794 trasmetteva unarichiesta all’Intendenza generale perla fornitura di gesso in pietra dai regi

tetti cit.; CAVALLARI MURAT, Giuseppe Viana cit.,1960; A. CAVALLARI MURAT, Indagini sull’espan-sione in Sardegna dell’architettura settecen-tesca piemontese, in «Bollettino del centro distudi per la storia dell’architettura», n. 17,Roma 1961; M. CABRAS, Le opere del De Vin-centi e dei primi ingegneri militari piemontesiin Sardegna nel periodo 1720-1745, in «Attidel XIII Congresso di storia dell’architettura»,Cagliari 1963; SAIU DEIDDA, Sull’attività cit.; I.ZEDDA MACCIÒ, Su un equivoco intorno allefigure di Carlo Maino, Giovanni AntonioMaina e Giuseppe Maina, in «Archivio StoricoSardo», vol. XXXIV/1, n. 34, 1983, pp. 153-175; PESCARMONA, Nuovi contributi cit.; S.NAITZA, Architettura dal tardo ‘600 al classici-smo purista, Nuoro 1992; S. MEDDE, GiuseppeViana e l’architettura del XVIII secolo in Sar-degna, in «Bollettino bibliografico e rassegnaarchivistica di studi storici della Sardegna»,anno XI, fasc. 18, 1994 e anno XIII, fasc. 21,1996; RASSU, Architetti cit.; VINCI, Professionicit.; RASSU, Sentinelle cit.33 Il dispaccio reca la data 11 maggio 1771.Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 331.34 Sull’ingegnere Francesco Domenico Perinisi veda: SALINAS, Architetti cit.; CAVALLARI

MURAT, Saverio Belgrano cit.; CAVALLARI MURAT,Giuseppe Viana cit.; PESCARMONA, Nuovi con-tributi cit.; VINCI, Professioni cit.; RASSU, Senti-nelle cit.35 La lettera è del 3 agosto 1771. Cfr. VINCI,Professioni cit., p. 126-127.36 La lettera è del 15 ottobre 1773. Cfr. Ibidem,p. 127.37 Il testo può essere così tradotto: misuratoredelle opere reali di Cagliari e del regno perconto di Sua Maestà. Si tratta dell’atto di ven-dita della casa di Via del Pagatore, acquistataquattordici anni prima, a favore del chirurgoGiuseppe Racca. La casa era «ensostrada»vale a dire con un solaio superiore abitabile,era stata sottoposta a notevoli migliorie daparte del Massei; fu venduta per 1.125 lire.Con rogito dell’8 aprile 1793 il Racca facevadono dell’immobile alla cognata Maria Godò.Cfr. ASCA, RUcv, busta 396, fasc. 5080, cc.28, 31.38 Cfr. SAIU DEIDDA, Sull’attività cit., p. 184.39 Cfr. Ibidem, pp. 170, 171, 185.40 Il Maino era luganese, risulta attivo in Sar-degna nella seconda metà del Settecento.Dirige i lavori del seminario tridentino diCagliari, delle fabbriche delle parrocchiali diSanluri, di Quartu e Ortueri; predispone deidisegni per la sistemazione del sagrato edelle cappelle della parrocchiale di Serra-manna, nel 1787 progetta il campanile dellaparrocchiale di Guasila ed esegue i calcoli,nel 1790 la struttura fu sottoposta alla super-visione del «Capitan de Ingenieros». Cfr.CAVALLARI MURAT, Giuseppe Viana cit.; ZEDDA

MACCIÒ, Su un equivoco cit.; PESCARMONA,Nuovi contributi cit.; I. FARCI, Quartu S. Elena.Arte religiosa dal Medioevo al Novecento,Cagliari 1988; NAITZA, Architettura cit.; F. VIRDIS

- T. PUDDU, Res Mirabiles. Argenti sacri ed exvoto della Parrocchia di Guasila, Dolianova2002, pp. 11, 38.41 Cfr. SAIU DEIDDA, Sull’attività cit., pp. 171,172.42 Un trabucco corrispondeva a 3,148200metri. Cfr. A. MARTINI, Manuale di metrologiaossia misure, pesi e monete in uso attual-mente e anticamente presso tutti i popoli,

Cagliari foto d’epoca - Terminale della sopraelevazione del campanile della chiesa di S. Eulalia costruito nel 1796 su pro-getto di A. G. Massei.

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del nobile don Francesco M. Viale diCagliari78. Nel maggio del 1796, perconto del mastro ferraio SisinnioLecis realizzava il disegno79 e quanti-ficava la spesa per la costruzione diuna casa-bottega da erigere adia-cente alla torre dell’Elefante compo-sta da «quatro aposentos con sussostres juego de escalas y demas».Quei lavori, realizzati dal muratoreAntonio Ignazio Carta, furono stimatie collaudati dal «Medidor Real» il 3febbraio 179780.Per quanto riguarda alcune fabbricheecclesiastiche ricordiamo che il 9maggio 1796, progettava ed ese-guiva i disegni ed i calcoli per l’am-pliamento del transetto cupolatonella parrocchiale di Villasor, lavoriaffidati all’impresario cagliaritano A-gostino Randacciu81. Nel 1796 su in-carico della Congregazione del SS.Sacramento, disegnava il campaniledella chiesa parrocchiale di S. Eulaliaa Cagliari, il più alto della città, chesarà costruito dal muratore GiovanniCrobu82. Il progetto probabilmenteprevedeva la sopraelevazione delcampanile tardogotico a canna qua-drata, con un secondo ordine di cellecampanarie ed uno svelto terminalecupolato a base ottagona che ricor-dava nelle sue linee quello delle par-

magazzini per murare «li pollici delleporte di S. Agostino, del Castello edel Molo»71. A luglio rilasciava unadichiarazione per fare retribuire,sempre dall’Intendenza generale, ilmastro Salvatore Coga per dei lavoriche aveva svolto72.Mentre si restauravano i ponti levatoidelle fortificazioni di Cagliari, le ri-chieste di forniture di materiali eranosottoscritte dal Massei in data 30agosto e 16 settembre 179473. Nuoveesigenze di materiali per le ripara-zioni del palazzo regio, portano ledate del 13 e 27 settembre 179474.Sono documentati ulteriori ordini dimateriali per l’abbassamento dei ter-reni ai fianchi dei bastioni (20 novem-bre 1794), per le riparazioni ai quar-tieri regi (2 e 12 dicembre 1794) e peril vano dei corpi di guardia dei canno-nieri volontari75. Il 23 maggio 1795,firmava un disegno relativo ad unaconcessione enfiteutica rilasciata adun taverniere per ricostruire unabaracca di legno entro il rivellino diporta Villanova76. Il 25 novembre del-lo stesso anno dirigeva l’ultimazionedella fabbrica del nuovo braccio del-l’ospedale di S. Antonio abate a Ca-gliari77.Tra il 24 febbraio e il 26 marzo 1796stimava numerose case dell’eredità

Roma 1976, (ristampa anastatica dell’edi-zione del 1883) p. 122.43 Cfr. Ibidem, pp. 171.44 Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 436.45 Cfr. Ivi.46 Cfr. SAIU DEIDDA, Sull’attività cit., 1982, p. 171.47 Sulla figura del Daristo si veda: SALINAS,Architetti cit.; CAVALLARI MURAT, GiuseppeViana cit.; CAVALLARI MURAT, Saverio Belgranocit.; SAIU DEIDDA, Sull’attività cit.; PESCARMONA,Nuovi contributi cit.; D. PESCARMONA, DaristoGiovanni Francesco, in «Dizionario biograficodegli italiani», vol. XXXII, Roma 1986; RASSU,Sentinelle…cit.48 Gli impresari non accettavano la perizia esu consiglio del Daristo si rivolgevano al Gre-mio dei muratori per avere una stima di parte.L’intervento del Daristo faceva insorgere ildisappunto dell’intendente Giaime che logiudicava controproducente per gli interessidell’Azienda. Il promemoria del Giaime èdatato 3 dicembre 1776. Cfr. VINCI, Profes-sioni cit., p. 356.49 Cfr. DEL PANTA, Un architetto cit., p. 433.50 Cfr. SAIU DEIDDA, Sull’attività cit., pp. 170,171, 185.51 Cfr. CAVALLARI MURAT, Giuseppe Viana cit., p. 5.52 Il 27 marzo 1779 conseguì la patente dimisuratore anche un certo Derviù. Cfr. DEL

PANTA, Un architetto cit., p. 433.53 Nel disegno, realizzato a china e acque-rello, sono raffigurate le piante del piano ter-reno, al quale è annessa una cisterna, e lepiante del primo e secondo piano di una casaa schiera.54 «Visita misura ed estimo della casa che pos-siedono le Signore Donna Giuseppina IgnaziaPisà e Sig.ra Caterina Pisà che ereditaronodal fu Signor Giambattista Guaina situatanella Marina e strada del Sepolcro in attiguitàdalla parte di ponente al giardino della Con-fraternita del Sepolcro, e Congregazionedella medesima dalla parte di tramontana overitrova il cortile alla casa del Signor canonicoAlesani dalla parte di levante alle case del sur-riferito Signor canonico, e del Sepolcro, edalla parte di mezzo giorno la facciata corri-spondente alla strada pubblica…. Cagliari 22gennaio 1778 A. G. Massei Regio Misura-tore». Cfr. ASCA, Atti Notarili Sciolti dellaTappa di Cagliari (in seguito ANSCA), vol.238, (notaio Demontis Francesco 1773-1781), c. 168.55 La cifra chiesta a censo era indubbiamenteragguardevole pari a 2.000 lire. Nel docu-mento il Massei è definito «Medidor de lasobras reales» di Cagliari. Cfr. ASCA, RUcv,busta 396, fasc. 5080, c. 33r.56 Cfr. ASCA, Segreteria di Stato II serie (inseguito SS IIas), vol. 697.57 Le spese per le riparazioni ammontavano a1.353 lire. Cfr. COSSU, Storia militare cit., p.151.58 Cfr. AA. VV. Marina, collana cit., p. 48, tav. 39.59 Cfr. ASCA, ANITCA-Città, aprile 1758,maggio 1781, c. 508.60 Il magazzino fu avvalorato per 1782, 13, 4lire sarde. Cfr. ASCA, ANITCA-Città, febbraio1782, c. 461rv.61 Purtroppo al documento non è allegato ildisegno. Cfr. ASCA, SS Ias, vol. 53, cc. 214r-216r.62 Cfr. ASCA, RAT, vol. 25, c. 44.63 Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 445. Nel 1786 èdocumentato anche un certo Pietro Chiesa

Villasor (CA) - Cupola e transetto della chiesa parrocchiale di S. Biagio progettata nel 1796 da A. G. Massei.

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«pubblico misuratore trattenuto di Sua Mae-stà». Cfr. ASCA, ANITCA-Città, agosto 1786,c. 444. Nel 1800 il David esegue il calcolo«istruttivo» per la riparazione delle «muragliee fortificazioni, corpi di guardia, rampali» diAlghero. Il contratto fu sottoscritto il 27 giu-gno 1800. Cfr. ASCA, Intendenza Generale (inseguito IG), vol. 1986, (contratti del 1800).64 Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 445. Un calcoloeseguito e firmato dal David, in qualità diregio misuratore, in data 29 luglio 1784 per leriparazioni della torre del Porticciolo, con-sente di documentare la sua presenza nell’i-sola già in quella data. Cfr. ASCA, RAT, vol. 30(1728-1786), s. n. a. Forse con l’intento di untrasferimento in terraferma inoltrava richiestaal sovrano per essere arruolato nelle truppe,come si rileva da un dispaccio del 29 maggio1793 nel quale si legge: «Sua Maestà volledisporsi anche per la conseguenza, che nederiverebbe ad accordare al Regio Mi-suratore David il chiesto grado coll’uniformenelle sue truppe». Cfr. ASCA, Regia Segrete-ria di Guerra (1793), vol. 226, c. 72.65 Cfr. VINCI, Professioni cit., p. 445.66 Cfr. ZEDDA MACCIÒ, Teoria e pratica cit., p. 222.67 Al disegno è allegata una breve relazione.Cfr. AA. VV., Marina, collana cit., p. 43, tav. 27.68 Cfr. ASCA, ANSCA, vol. 560, cc. 27r-31v.69 Le spese venivano computate in 10.824 liresarde. Cfr. ASCA, RAT, vol. 31, c. 25.70 Questa volta le spese previste ammonta-vano a 17.910 lire sarde. Cfr. Ibidem, c. 39.71 Cfr. ASCA, IG, vol. 437, s. n. a.72 Cfr. Ibidem.73 Cfr. Ibidem.74 Cfr. Ibidem.75 Cfr. Ibidem.76

Cfr. AA. VV., Marina, collana cit., p. 43, tav. 28.77 Cfr. ASCA, ANSCA, vol. 964 (1793-1799), c.101.78

Cfr. Ibidem, cc. 242-262.79 Il documento dice che la «planta y desiño …reposa en poder de dicho Carta». Cfr. ASCA,Raccolta Martini, vol. 1, fasc. 3, c. 137.80 Il significato della frase spagnola è: quattrostanze con il loro soffitto, le rampe (gioco) discale e altro. Cfr. Ibidem, cc. 137, 141, 293.81 I lavori furono quantificati in 6.020, 15, 10lire e prevedevano la demolizione della voltadel presbiterio, rimozione e riposizionamentodell’altare maggiore e della balaustra, costru-zione della cupola, tamponamento dellearcate della cappella del Crocifisso e di quellaadiacente per essere adibite a camera unicaper riporvi gli utensili della parrocchia. Masseifu ricompensato con 30 lire compreso il viag-gio compiuto per il sopralluogo, come riportala nota di spesa: «Al medidor Real Massey poracesso y recesso para hazer el diseño y cal-colo de la fabbrica de la Paroquia recibo 9mayo 1796», «Al medidor Massey por el cal-culo de la obra vezina al nuevo presbiterioqual deve hazerse, recibo 6 Enero 97, 7, 10 ».ADCA, Causa Pia - Villasor, vol. 12 (1785-1825), cc. 51v, 52r; ASCA, ANICA-Città, cc.274r-275r.82 «Chiesa di S. Eulalia …il grazioso campanileche le sta a destra, le da un aspetto gajo. Fuinnalzato nel 1796 da un capo muratore sardoGiovanni Crobu, dietro disegno e calcolo delR. Misuratore generale Antonio GirolamoMassei, a spese della Congregazione delSS.». Cfr. SPANO, Guida cit., p. 204. Ussana (CA) - Volta della navata della chiesa parrocchiale di S. Sebastiano costruita dall’impresario cagliaritano Giovanni

Mameli su calcoli di A. G. Massei del 1797.

83 PUDDU, Il complesso cit., vol. 2 (Appendicedocumentaria), doc. 29, p. 138.84 Moriva senza aver fatto testamento. All’attodel decesso i suoi beni ascendevano a 3.407lire circa, delle quali 1.052 facevano partedella dote che il Massei le apportò quando sisposarono e altre 1.000 donate dallo stesso«graciosamente a contemplacion» dellenozze perché la Godò ne disponesse libera-mente. Cfr. ASCA, RUcv, busta 396, fasc.5080, c. 13.85 La Racca giunse ad un accordo pacificocon il patrigno promettendo che finchésarebbe restato in vita non avrebbe giammaipreteso alcun interesse sull’eredità materna.Il Massei da parte sua prometteva di nonchiederle nulla sulle spese sostenute durantela malattia di Maria Godò, tanto meno suquelle relative ai suoi funerali; pertanto con-veniva che dopo la sua morte tutti i benimobili e immobili sarebbero andati in dona-zione alla figliastra «por el cariño y affecto quedesde chica le ha tenido, y por el respecto yamor con que ella sempre le ha correspon-dido». Massei infine si riservava di godere vitanatural durante di tutti i beni presenti nellacasa, dell’affitto dei «quartos y sottanos» edella somma di 50 scudi per poter fare iltestamento. L’atto veniva ratificato in data 31marzo 1797. Cfr. Ibidem, cc. 11-13.86 La sposa nativa della Marina era figlia diFrancesco e Rosa Desogus. La Cadoni primadelle nozze era molto povera, viveva in unsottano della casa del Massei il quale soventele faceva recapitare avanzi di pasto. Dopo lenozze segrete incominciò ad indossare abiti egioielli lussuosi evitando di dare spiegazionisu chi glieli avesse donati così come, inizial-mente, anche Antonio Girolamo negava diessersi sposato. Le nozze avvennerosecondo l’uso sardesco. Cfr. ASCA, RUcv,busta 396, fasc. 5080, cc. 2r, 196 v, 210r.87 La casa apparteneva al fu Gio Medaglia.Cfr. ASCA, ANITCA-Città, settembre 1797,cc. 40v-41v, 141r.

rocchiali di Ussana e Settimo San Pie-tro. Purtroppo il campanile, come delresto tutta la chiesa, hanno subito fortirimaneggiamenti nel 1919 ad operadell’ingegnere Riccardo Simonettiche intendeva riportare il monumentoalle primitive forme tardogotiche. Lacupola emisferica fu sostituita da unacuspide, i quattro vasi posti a guisa diacroteri furono eliminati e ostruiti glioculi del corpo cupolato.Risalgono al 4 luglio 1797 i calcoli delMassei per la costruzione della primacampata di volta a botte della navatadella parrocchiale di Ussana, chedovettero servire da esempio ancheper le restanti due campate83.Il 24 novembre 1796 moriva la moglieMaria Godò84 e il Massei il 13 dicem-bre dello stesso anno nominavaerede della sua fortuna la figliastraOrsola Racca Godò85. Il 27 settembre1797 si risposava “segretamente”con la cagliaritana Giuseppa Cadonidi molti anni più giovane di lui86.Il 16 maggio 1797 periziava una casanella contrada del Sepolcro, nelquartiere della Marina, venduta daifratelli Andrea, Luigi e Simone Me-daglia (Medaill) al negoziante Pa-squale Ponsiglione (Ponsillon)87.

(continua)