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Moncalieri Limone Fonderie Teatrali Sabato 11.IX.2010 Domenica 12.IX.2010 ore 21 you PARA | DISO Compagnia Emio Greco | PC

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Moncalieri Limone Fonderie Teatrali you PARA | DISO Compagnia Emio Greco | PC Sponsor tecnici Realizzato da Con il sostegno di Quarta edizione con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano, e in Madagascar. I Partner del Festival È un progetto di partner istituzionale tramite il rimboschimento di aree verdi cittadine a Torino e attraverso progetti di riduzione dei gas serra realizzati in paesi in via di sviluppo.

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MoncalieriLimone Fonderie Teatrali

Sabato 11.IX.2010Domenica 12.IX.2010ore 21

you PARA | DISOCompagnia Emio Greco | PC

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tramite il rimboschimento di aree verdi cittadine a Torino e attraverso progetti di riduzione dei gas serra realizzati in paesi in via di sviluppo.

Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2

con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone in Provincia di Milano,e in Madagascar.

MITO SettembreMusica Quarta edizione

I Partner del Festival

Con il sostegno di

Realizzato da

È un progetto di

Sponsor

Media partner

Sponsor tecnici

partner istituzionale

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you PARA | DISOCompagnia Emio Greco | PC

coreografia, concept suono e luciEmio Greco / Pieter C. Scholten

con Victor Callens, Dereck Cayla, Vincent Colomes, Sawami Fukuoka,Neda Hadji-Mirzaei,Suzan Tunca

scenografia MinSuk Choassistente artistico Jonas Rutgeertsrealizzazione del sound collage Melle Kromhoutcostumi Clifford Portiermaestro preparatore Barbara Menesestecnico luci Henk Danner

coproduttori Monaco Dance Forum, Maison de la Culture d’Amiens, TorinodanzaICKamsterdam è supportata dal Performing Arts Fund NL e dal Comune di Amsterdam

Un progetto del Comune di Torinorealizzato dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torinocon il sostegno di Compagnia di San Paolo e Regione Piemontein collaborazione con Fondazione Teatro Regio e Provincia di Torino

Videoimpaginazione e stampa • la fotocomposizione - Torino

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Hell è l’Inferno come stato della mente, un precipizio della carneballato sulle note della Quinta di Beethoven, il dittico Popopera /In Visione è il Purgatorio, la sensazione di stare in bilico su un cri-nale tra peccato e purificazione, il senso dell’attesa danzato sullaruvida partitura di Michael Gordon e su La Passione secondo Mat-teo di Bach. E ora, ecco you PARA | DISO, ultima tappa del travol-gente viaggio condotto da Emio Greco e Pieter C. Scholten con laloro compagnia fondata ad Amsterdam, a partire da La DivinaCommedia di Dante: spettacolo coprodotto da Torinodanza checon Greco e Scholten ha da anni un rapporto di privilegiata atten-zione.Un viaggio libero, quello condotto da Greco e Scholten su La Divi-na Commedia, un percorso allergico alla didascalia, giocato poten-temente su un linguaggio del corpo in cui quella dramaturgy offlesh (drammaturgia della carne), fondante nella ricerca dei dueartisti dalla metà degli anni Novanta, incide lo spazio scenico conun moto emozionale fulminante e nello stesso tempo sospeso.Danzatori che spingono il movimento ai limiti o lo raffrenano instasi scosse da un fremito interno, quasi impercettibile. In Hell la qualità esplorata è l’ondulazione, un’insistenza battente,qualcosa che si incorpora e che trascina il movimento verso ilbasso, ma anche qualcosa da cui fuggire in un impulso di reazionegravido di tensione, accostato a tratti con eroica pulsione alla tecni-ca accademica. Restano nella testa quegli entrechats, spinti verso l’alto, ripetitivi,ossessionanti, accostati a una pulsione lacerante, prima che ilcorpo venga risucchiato verso terra nel moto ondulatorio. Un’energiaoppositiva che vive con altre punte dinamiche anche in Popopera. Greco: «È come se il nostro linguaggio dovesse penetrare a trattinel balletto per purificarsi, per trovare il modo con cui scalare lacollina». Scholten: «È come se i nostri danzatori fossero degli atto-ri che seguono contemporaneamente il metodo Stanislavskij, ade-rendo al personaggio, e l’insegnamento di Brecht, il metodo epico,dove l’attore mantiene una distanza, grazie allo straniamento, daciò che fa. Abbiamo la nostra qualità di movimento, alla cui pul-sione siamo completamente aderenti, ma nello stesso tempo lanostra qualità entra in relazione con altre forme, ballate come sele guardassimo da fuori e le commentassimo facendole incontrarecon un’altra temperatura». «La coreografia è un mezzo per viaggiare e per visitare altri spazi»– dice Greco, che introduce così l’ultima tappa del viaggio suDante: «Il Paradiso è un’utopia, ma, a differenza dell’Inferno e delPurgatorio, è privo di empatia. È sempre acceso, illuminato. Cosadiventeremo se si raggiunge quello stato di equilibrio spirituale?

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Quella non possibilità di cambiamento?». Colpisce la cesura neltitolo you PARA | DISO per segnalare da un lato l’impotenza, l’umiltàdi fronte a ciò che la terza cantica rappresenta, ma anche per intro-durre una sorta di crepa, di lacerazione nell’interpretazione delparadisiaco, qualcosa forse di non così armonioso da scoprire. Greco: «Sartre diceva “L’Inferno sono gli altri”, ma forse anche “IlParadiso è l’altro”. In mancanza di sofferenza, di perdite, di dolorie conflitti, il Paradiso è guardabile solo nell’altro. Senza relazioni,connessioni, passioni condivise».

Francesca Pedroni

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