S Maria Maggiore 3 A

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Presentazione a cura di Deborah e Francesca, 3A – Scuola Media di Varallo Sesia

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presentazione della Basilica di Santa Maria maggiore a Roma preparata da due studentesse

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Presentazione a cura di Deborah e Francesca, 3A – Scuola Media di Varallo Sesia

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La basilica di Santa Maria Maggiore, conosciuta anche come Santa Maria della neve, è una delle quattro basiliche patriarcali di Roma. Collocata sulla sommità del colle Esquilino, è la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, sia pure arricchita da successive aggiunte.

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Fu fatta erigere da papa Sisto III tra il 432 e il 440 e da lui dedicata al culto della Madonna. La costruzione avvenne su una chiesa precedente, che una diffusa tradizione vuole sia stata la Madonna stessa ad ispirare apparendo in sogno a Papa Liberio e al patrizio Giovanni e suggerendo che il luogo adatto sarebbe stato indicato miracolosamente.

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Così quando la mattina del 5 agosto un'insolita nevicata imbiancò l'Esquilino il papa Liberio avrebbe tracciato nella neve il perimetro della nuova basilica, costruita poi grazie al finanziamento di Giovanni. Così il 5 agosto di ogni anno, in ricordo della Madonna della Neve, avviene la rievocazione del cosiddetto "miracolo della nevicata“.

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Nel giugno 1605 il papa Paolo V decise l'edificazione della Cappella Paolina, a croce greca e delle dimensioni di una piccola chiesa. La parte architettonica venne affidata a Flaminio Ponzio. Completata la struttura nel 1611, la parte decorativa, con marmi colorati, ori e pietre preziose, venne terminata alla fine del 1616. Alle Pareti laterali sono poste le due tombe dei papi Clemente VIII e Paolo V, racchiuse in un'architettura ad arco trionfale con al centro la loro statua e bassorilievi pittorici. La parte scultorea venne realizzata tra il 1608 e il 1615 da un eterogeneo gruppo di artisti: Silla da Viaggiù, che ebbe la parte maggiore del lavoro realizzando le due statue papali.

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È tuttora conservato nella Basilica il primo presepe della storia fatto con statue. È dovuto a papa Niccolò IV che nel 1288 commissionò ad Arnolfo di Cambio una raffigurazione della "Natività". La tradizione di questa rappresentazione sacra ha origini sin dal 432 quando papa Sisto III creò nella primitiva Basilica una "grotta della Natività" simile a Betlemme. I numerosi pellegrini che tornavano a Roma dalla Terra Santa, portarono in dono preziosi frammenti del legno della Sacra Culla oggi custoditi nella teca dorata della Confessione.

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La sacra culla

Porta santa

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Descrizione dei mosaici

L'arco trionfale si compone di quattro registri: in alto da sinistra l'Annunciazione, in cui Maria è rappresentata vestita come una principessa romana, con in mano il fuso con cui tesse un velo di porpora destinato al tempio di cui era inserviente. Il racconto prosegue con l'annuncio a Giuseppe, l'adorazione dei Magi, la strage degli innocenti. In questo riquadro è da osservare la figura con il manto azzurro che dà le spalle alle altre donne: è Santa Elisabetta che fugge con S. Giovanni fra le braccia. A destra la presentazione al Tempio, la fuga in Egitto, l'incontro della Sacra Famiglia con Afrodisio, governatore della città di Sotine, secondo un Vangelo apocrifo. L'ultimo riquadro rappresenta i Magi al cospetto di Erode. Ai piedi dell'arco le due città di Betlemme a sinistra e Gerusalemme a destra. Se Betlemme è il luogo dove Gesù nasce e dove avviene la sua prima Epifania, Gerusalemme è la città dove Egli muore e risorge.

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Il mosaico centrale si divide in due parti distinte: nella conca absidale c'è l'Incoronazione della Vergine, nella fascia sottostante sono rappresentati i momenti più importanti della Sua vita. Al centro della conca, racchiusi in un grande cerchio, Cristo e Maria sono seduti su di un grande trono raffigurato come un divano orientale. Il Figlio sta ponendo sul capo della Madre la corona gemmata.Nel mosaico Maria non è vista solo come la Madre, ma piuttosto come la Chiesa Madre, sposa del Figlio.Ai loro piedi il sole e la luna e intorno cori di angeli adoranti a cui si aggiungono S. Pietro, S. Paolo, S. Francesco d'Assisi e il papa Niccolo IV a sinistra; Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Sant'Antonio e il donatore Cardinal Colonna a destra.

Nel resto dell'abside una decorazione a racemi germoglia da due tronchi posti all'estrema destra e all'estrema sinistra del mosaico. Nella fascia alla base dell'abside le scene della vita della Madonna sono disposte a destra e a sinistra della "Dormitio" collocata proprio sotto l'Incoronazione. Questo modo di descrivere la morte della Vergine è tipico dell'iconografia bizantina, ma si diffuse anche in Occidente dopo le Crociate. La Vergine è sdraiata sul letto e, mentre gli angeli si preparano a togliere dallo sguardo attonito degli Apostoli il suo corpo, Cristo prende tra le braccia la sua "anima" bianca, attesa in cielo.