Registri matricola carcere S. Maria Maggiore Venezia, 1943-1945

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Coordinamento cittadino per il Giorno Coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria della Memoria 2012 2012 www.giornomemoriavenezia .it

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Presentazione dei risultati della ricerca, effettuata dall’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser), sui registri matricola del carcere veneziano di S.M. Maggiore durante il periodo dell’occupazione tedesca (1943-1945) nell’ambito di un progetto iniziato in occasione dell’edizione 2010 del Giorno della Memoria. La presentazione è avvenuta il 26 gennaio 2012 presso la sala Montefiore della Comunità Ebraica di Venezia con la presenza di Amos Luzzatto (Presidente della Comunità Ebraica di Venezia), Roberto Turetta (Presidente del Consiglio Comunale di Venezia), Domenico Cuttaia (Prefetto di Venezia), Fulvio Della Rocca (Questore di Venezia), Marco Borghi (Direttore Iveser), Giulio Bobbo (ricercatore Iveser).

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Coordinamento cittadino per il Giorno Coordinamento cittadino per il Giorno della Memoriadella Memoria

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Uomini e Uomini e numerinumeri

Presentazione della ricerca sui registri Presentazione della ricerca sui registri matricola del carcere di S. Maria Maggiore matricola del carcere di S. Maria Maggiore durante l’occupazione tedescadurante l’occupazione tedesca(1943-1945)(1943-1945)

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Sala Montefiore, Comunità Ebraica di Venezia, 26 gennaio 2012

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un progetto promosso daIstituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Iveser)Comunità Ebraica di Venezia

con il sostegno diComune di Venezia - Assessorato alle Attività Culturaliin collaborazione con Amministrazione Penitenziaria - Direzione Casa Circondariale Venezia

organizzazione e coordinamento scientificoMarco Borghi (Iveser)ricerca, raccolta, elaborazione dati e informazioniGiulio Bobbo (Iveser)

si ringraziaRenato Jona (Comunità Ebraica), Paolo Navarro Dina (Comunità Ebraica), Irene Iannucci (Direzione Casa Circondariale Venezia), Mario Piraino (Casa Circondariale Venezia)

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Il progetto sui registri matricola del carcere di Santa Maria Maggiore, iniziato nel febbraio 2010 in occasione delle manifestazioni per il Giorno della Memoria, prevedeva lo spoglio integrale dei registri durante il periodo dell’occupazione tedesca (8 settembre 1943 - 26 aprile 1945) al fine di individuare il passaggio e la detenzione dei perseguitati politici, militari e razziali. Scopo principale della ricerca era quello di ampliare la conoscenza su queste vicende cercando di determinare il numero complessivo di coloro che, transitando per il carcere cittadino, furono poi deportati nei campi di campi di lavoro e di sterminio nazisti dove, in gran parte, trovarono la morte.

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tra i risultati della ricerca…• redazione di 3.630 schede biografico/nominative• detenuti deportati e inviati in Germania: 459• detenuti per motivi razziali: 126

inoltre…l'acquisizione di un'enorme mole di informazioni riguardo ai detenuti politici e razziali (date degli arresti, incarcerazioni e uscita dal carcere; composizione sociale e familiare) individuando alcuni interessanti filoni di studio e ricerca, come il considerevole numero di prigionieri inviati in Germania per il lavoro obbligatorio, la distribuzione nel territorio di alcune famiglie ebree arrestate durante la retata del dicembre 1943, l’estensione della rete resistenziale e antifascista

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Santa Maria MaggioreSanta Maria Maggiore1943-19451943-1945

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““Il primo giorno è tragico. La prima notte, Il primo giorno è tragico. La prima notte, quando ti prendono le impronte, ti portano quando ti prendono le impronte, ti portano via le stringhe, ti portano via la cinghia e ti via le stringhe, ti portano via la cinghia e ti mettono in questa cella… Il primo giorno è mettono in questa cella… Il primo giorno è terribile, secondo me, perché si ha la terribile, secondo me, perché si ha la sensazione di non poter fare quello che si sensazione di non poter fare quello che si vuole, di essere costretti: quella è una vuole, di essere costretti: quella è una sensazione terribile.sensazione terribile.Dopo, come a tutto, l’uomo si adatta; ci si Dopo, come a tutto, l’uomo si adatta; ci si abitua insomma…”abitua insomma…”Cesare Dal PalùCesare Dal Palù

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““Quando mi hanno chiuso in cella, Quando mi hanno chiuso in cella, sbattendo violentemente la porta e sbattendo violentemente la porta e inchiavardandola da fuori con i catenacci inchiavardandola da fuori con i catenacci – il senso fisico della separazione – – il senso fisico della separazione – rimasto solo, sulla branda, sono esploso rimasto solo, sulla branda, sono esploso in un pianto convulso: era solo in un pianto convulso: era solo un’esplosione delle tensioni, uno sfogo un’esplosione delle tensioni, uno sfogo per la paura e la situazione nuova. Avevo per la paura e la situazione nuova. Avevo diciannove anni e non ero mai rimasto diciannove anni e non ero mai rimasto fuori di casa”fuori di casa”Cesco ChinelloCesco Chinello

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““A Venezia ci siamo abituate alla vita e A Venezia ci siamo abituate alla vita e alla dieta che ci hanno preparate ad alla dieta che ci hanno preparate ad affrontare il peggio che sarebbe arrivato.affrontare il peggio che sarebbe arrivato.Quello che ha più pesato lì, infatti, è Quello che ha più pesato lì, infatti, è stata principalmente la solitudine, e il stata principalmente la solitudine, e il non poter far niente, perché niente c’era: non poter far niente, perché niente c’era: niente carta, niente comunicazioni e non niente carta, niente comunicazioni e non sapere niente di niente, di nessuno”sapere niente di niente, di nessuno”Carla Liliana Martini Carla Liliana Martini (deportata a (deportata a Mauthausen)Mauthausen)

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““I primi giorni li ho I primi giorni li ho passati in isolamento – passati in isolamento – solo in una cella, cinque solo in una cella, cinque passi per tre – senza passi per tre – senza neanche un libro o un neanche un libro o un giornale e senza un giornale e senza un pezzo di carta e una pezzo di carta e una matita: in pura matita: in pura contemplazione dei contemplazione dei muri, delle inferriate e muri, delle inferriate e della bocca di lupo, dal della bocca di lupo, dal di sotto per poter vedere di sotto per poter vedere una sottilissima striscia una sottilissima striscia di cielo”di cielo” Cesco ChinelloCesco Chinello

““Percorriamo, guidati Percorriamo, guidati dalle guardie, immensi dalle guardie, immensi oscuri corridoi, alle nostre oscuri corridoi, alle nostre spalle si chiudono tre spalle si chiudono tre grossi cancelli di ferro, il grossi cancelli di ferro, il mondo esterno è sempre mondo esterno è sempre più lontano. Buio e più lontano. Buio e freddo.freddo.Come comunista Come comunista pericoloso sarò poi pericoloso sarò poi isolato, ma non sarò solo isolato, ma non sarò solo del tutto, avrò la del tutto, avrò la compagnia di molte cimici compagnia di molte cimici e di grosse e di grosse panteganepantegane””

Armando PizzinatoArmando Pizzinato

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““Erano con me mia mamma, mia sorella e Erano con me mia mamma, mia sorella e mia zia; i nostri uomini erano stati assegnati mia zia; i nostri uomini erano stati assegnati al reparto maschile, mentre mia cugina, al reparto maschile, mentre mia cugina, fresca di parto, era rimasta a casa e, fresca di parto, era rimasta a casa e, costretta a letto, era piantonata da guardie costretta a letto, era piantonata da guardie di pubblica sicurezza.di pubblica sicurezza.Mi sembrava di impazzire, rinchiusa in una Mi sembrava di impazzire, rinchiusa in una cella giorno e notte e chissà per quanto cella giorno e notte e chissà per quanto tempo: non sarebbe stato così se avessi tempo: non sarebbe stato così se avessi saputo quali sofferenze possono essere saputo quali sofferenze possono essere riservate ad un essere umano!”riservate ad un essere umano!”Amalia Navarro Amalia Navarro (deportata ad Auschwitz)(deportata ad Auschwitz)

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““In carcere, continuavano ad In carcere, continuavano ad interrogarmi ed a bastonarmi; ogni interrogarmi ed a bastonarmi; ogni venerdì veniva questo tenente a venerdì veniva questo tenente a chiedermi cose di cui non avevo la chiedermi cose di cui non avevo la minima conoscenza. Alla fine, le autorità minima conoscenza. Alla fine, le autorità italiane mi hanno consegnato ai tedeschi italiane mi hanno consegnato ai tedeschi che mi hanno mandato al campo di che mi hanno mandato al campo di concentramento di Fossoli vicino a concentramento di Fossoli vicino a Modena”Modena”Marco BrandesMarco Brandes

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““Siamo arrivati che era già buio e scortati Siamo arrivati che era già buio e scortati da diversi tedeschi siamo entrati nel da diversi tedeschi siamo entrati nel carcere di Santa Maria Maggiore. Io non carcere di Santa Maria Maggiore. Io non avevo mai visto carceri, ma solo pensarlo avevo mai visto carceri, ma solo pensarlo mi faceva orrore. Ci fecero entrare in un mi faceva orrore. Ci fecero entrare in un ufficio chiamato matricola. Alcune ufficio chiamato matricola. Alcune piangevano, altre cercavano di farsi piangevano, altre cercavano di farsi coraggio; io ero stordita, un po’ per le botte coraggio; io ero stordita, un po’ per le botte un po’ per l’insieme di cose che vedevo un po’ per l’insieme di cose che vedevo davanti a me. Non sapevo cosa fare”davanti a me. Non sapevo cosa fare”

Delfina Borgato Delfina Borgato (deportata a Mauthausen)(deportata a Mauthausen)

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““È atroce la È atroce la mancanza di acqua mancanza di acqua cui sono costretta: cui sono costretta: un litro al giorno un litro al giorno che deve servire per che deve servire per ogni necessità: come ogni necessità: come bere bere –– siamo in siamo in estate estate –– lavarmi, lavarmi, tener puliti i pochi tener puliti i pochi panni e sciacquare panni e sciacquare la gamella”la gamella”Carla Liliana MartiniCarla Liliana Martini

““Sebbene Sebbene minorenne finii al minorenne finii al braccio sinistro braccio sinistro del carcere. Il del carcere. Il braccio sinistro braccio sinistro significava che o significava che o ti portavano in ti portavano in Germania o ti Germania o ti fucilavano”fucilavano”S.F.S.F.

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““C’era la fame, c’erano queste carceri C’era la fame, c’erano queste carceri allucinanti: su un angolo della cella dove allucinanti: su un angolo della cella dove eravamo in dieci, c’erano tre buglioli di eravamo in dieci, c’erano tre buglioli di legno: uno serviva come gabinetto, uno per legno: uno serviva come gabinetto, uno per buttarci i rifiuti e uno conteneva l’acqua da buttarci i rifiuti e uno conteneva l’acqua da bere; questi tre buglioli vicini e uguali, ed bere; questi tre buglioli vicini e uguali, ed era un fatto che a un certo momento tu era un fatto che a un certo momento tu dovevi vincere (la ripugnanza)…dovevi vincere (la ripugnanza)…Era nella tecnica delle SS tedesche Era nella tecnica delle SS tedesche umiliare il prigioniero”umiliare il prigioniero”Gianni MilnerGianni Milner

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““In piena notte suoni metallici, via via In piena notte suoni metallici, via via aumentati di intensità, porte si aprono e si aumentati di intensità, porte si aprono e si chiudono, una dopo l’altra con gran chiudono, una dopo l’altra con gran sferragliare di chiavi. Anche la mia si apre, sferragliare di chiavi. Anche la mia si apre, entrano due guardie, una con una lanterna, entrano due guardie, una con una lanterna, sbattendomi la luce in faccia, mi osserva sbattendomi la luce in faccia, mi osserva attentamente, l’altra con un tondino di ferro attentamente, l’altra con un tondino di ferro percuote le inferriate. Escono. Il suono, percuote le inferriate. Escono. Il suono, sempre più lontano si affievolisce per sempre più lontano si affievolisce per ripetersi, meno sonoro, al piano di sopra e ripetersi, meno sonoro, al piano di sopra e poi al terzo”poi al terzo”

Armando PizzinatoArmando Pizzinato

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““Intanto ci chiedevamo che cosa Intanto ci chiedevamo che cosa avremmo gridato se e quando ci avremmo gridato se e quando ci avessero fucilati. Pareva che potesse avessero fucilati. Pareva che potesse capitare davvero.capitare davvero.Cosa gridiamo? «Viva L’Italia»? Va Cosa gridiamo? «Viva L’Italia»? Va bene, però «Viva l’Italia» lo dicono bene, però «Viva l’Italia» lo dicono anche i fascisti. «Morte al fascismo», anche i fascisti. «Morte al fascismo», forse era quella (la frase giusta)”forse era quella (la frase giusta)”

Alberto OngaroAlberto Ongaro

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matricola 6215 > Giobatta matricola 6215 > Giobatta GianquintoGianquinto

matricola 8376 > Ivone matricola 8376 > Ivone “Cesco” Chinello“Cesco” Chinello

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matricola 7766 > Paolo matricola 7766 > Paolo ErreraErrera

matricola 7767 > Nella matricola 7767 > Nella GrassiniGrassini

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matricola 6274 > Alberto matricola 6274 > Alberto OngaroOngaro

matricola 11790 > Franco matricola 11790 > Franco BasagliaBasaglia

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matricola 6129 > matricola 6129 > Bartolomeo MeloniBartolomeo Meloni

matricola 11854 > Gian matricola 11854 > Gian Mario VianelloMario Vianello

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matricola 7517 > Francesco matricola 7517 > Francesco BiancottoBiancotto

matricola 7998 > Renzo matricola 7998 > Renzo BiondoBiondo

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matricola 6681 > Ida matricola 6681 > Ida AnconaAncona

matricola 7976 > Delfina matricola 7976 > Delfina BorgatoBorgato

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S. Maria Maggiore,S. Maria Maggiore, cella: acquerello di Giovanni cella: acquerello di Giovanni Gramola (16 marzo 1944)Gramola (16 marzo 1944)

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Crocefisso nella cella di Crocefisso nella cella di Cesco Chinello: sul retro Cesco Chinello: sul retro le annotazioni dei le annotazioni dei trasferimenti di cella trasferimenti di cella durante la sua durante la sua detenzionedetenzione

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Lettere dal Lettere dal carcerecarcere

Attilio Attilio BassoBasso

fucilato a fucilato a Ca’ Ca’

Giustinian Giustinian il 28 luglio il 28 luglio

19441944

Venceslao Venceslao NardeanNardean

fucilato a Ca’ fucilato a Ca’ Giustinian il Giustinian il

28 luglio 194428 luglio 1944

Massimiliano Massimiliano Forte.Forte. fucilato fucilato

al Lido di al Lido di Venezia il 25 Venezia il 25 ottobre 1944ottobre 1944

Violante Momesso, Violante Momesso, fucilato a Ca’ Giustinian il fucilato a Ca’ Giustinian il

28 luglio 194428 luglio 1944

Amedeo Amedeo PeruchPeruch

fucilato a Ca’ fucilato a Ca’ Giustinian il Giustinian il

28 luglio 28 luglio 19441944

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Fonti e bibliografiaFonti e bibliografia• Archivio Iveser, Fondo Cesco Chinello• G. Albanese, M. Borghi (a cura di), Memoria resistente. La

lotta partigiana a Venezia e provincia nel ricordo dei protagonisti, Portogruaro, Nuova Dimensione, 2005

• D. Borgato, Non si poteva dire di no, Verona, Cierre, 2002• M. Franzinelli (a cura di), Ultime lettere di condannati a

morte e di deportati della Resistenza 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005

• C.L. Martini, Catena di salvezza, Padova, Il Messaggero, 2005• A. Navarro, Siamo ancora vive, Padova, Il Messaggero, 2002• A. Pizzinato, Matricola 12236/45, in 1943-1945 Venezia nella

Resistenza. Testimonianze, a cura di G. Turcato e A. Zanon Dal Bo, Venezia, 1975-1976

• M. Scarpa Campos, M. Ermacora (a cura di), Dalla prigionia a Fossoli alla Resistenza. I ricordi di Marco Brandes, giovane ebreo veneziano, “Dep”, n. 3/2005

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