Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore

35
Fotografie ed elaborazioni originali Fotografie ed elaborazioni originali di di Antonio Florino Antonio Florino

Transcript of Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore

Page 1: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore

Fotografie ed elaborazioni originali diFotografie ed elaborazioni originali di Antonio Florino Antonio Florino

Page 2: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore

La Chiesa di S.Eligio Maggiore si eleva sul limite occidentale di Piazza Mercato, primo edificio Angioino a Napoli ed uno dei più insigni modelli di La Chiesa di S.Eligio Maggiore si eleva sul limite occidentale di Piazza Mercato, primo edificio Angioino a Napoli ed uno dei più insigni modelli di architettura francesizzante dell'Italia Meridionale. Di fronte all'abside vi è una colonna sormontata da una croce marmorea gotica sulle cui facce architettura francesizzante dell'Italia Meridionale. Di fronte all'abside vi è una colonna sormontata da una croce marmorea gotica sulle cui facce sono scolpiti il Crocefisso e Sant'Eligio.sono scolpiti il Crocefisso e Sant'Eligio.La Chiesa, insieme al coevo ex-ospedale costituisce uno dei complessi meno apprezzati, se rapportati all'importanza, tra quelli dell'area La Chiesa, insieme al coevo ex-ospedale costituisce uno dei complessi meno apprezzati, se rapportati all'importanza, tra quelli dell'area orientale della città di Napoli. La fondazione risale al 1270, quando Carlo I d'Angiò concesse a tre suoi familiari il terreno per edificare una chiesa orientale della città di Napoli. La fondazione risale al 1270, quando Carlo I d'Angiò concesse a tre suoi familiari il terreno per edificare una chiesa ed un ospedale. L'area era in una zona considerata già allora depressa, ma una certa importanza derivava dalla prossimità con la vicina porta ed un ospedale. L'area era in una zona considerata già allora depressa, ma una certa importanza derivava dalla prossimità con la vicina porta del Carmine, una delle principali vie d'uscita dalla città verso l'interno della regione. La tradizione narra che la scelta del nome fu effettuata a del Carmine, una delle principali vie d'uscita dalla città verso l'interno della regione. La tradizione narra che la scelta del nome fu effettuata a sorte tra quelli di tre santi francesi, sant'Eligio appunto, san Dionigi e San Martino.sorte tra quelli di tre santi francesi, sant'Eligio appunto, san Dionigi e San Martino.Tutto il complesso ebbe notevole rilevanza sia nel periodo Angioino che in quello Durazzesco, ma anche nei successivi periodi Aragonese e Tutto il complesso ebbe notevole rilevanza sia nel periodo Angioino che in quello Durazzesco, ma anche nei successivi periodi Aragonese e vicereale. Nel 1546 il vicerè Pedro de Toledo vi aggiunse un conservatorio di giovinette, che prima era a Santa Caterina Spinacorona. Nel 1592 vicereale. Nel 1546 il vicerè Pedro de Toledo vi aggiunse un conservatorio di giovinette, che prima era a Santa Caterina Spinacorona. Nel 1592 vi fu aperto un Banco, attivo fino al 1806, quando confluì con altri nel Banco dei Privati e poi in quello delle due Sicilie.vi fu aperto un Banco, attivo fino al 1806, quando confluì con altri nel Banco dei Privati e poi in quello delle due Sicilie.Prima nel corso dell'Ottocento, poi nel Novecento l'edificio attiguo alla Chiesa è stato invece via via utilizzato per funzioni diverse che hanno Prima nel corso dell'Ottocento, poi nel Novecento l'edificio attiguo alla Chiesa è stato invece via via utilizzato per funzioni diverse che hanno alterato e deteriorato le strutture: caserma, istituto scolastico, ufficio comunale o del Commissario di Governo. Restano due bei chiostri della fine alterato e deteriorato le strutture: caserma, istituto scolastico, ufficio comunale o del Commissario di Governo. Restano due bei chiostri della fine del XIV secolo, con pilastri di piperno; in uno di essi si può ammirare una grande fontana seicentesca. Ai piani superiori resta un ampio salone del XIV secolo, con pilastri di piperno; in uno di essi si può ammirare una grande fontana seicentesca. Ai piani superiori resta un ampio salone affrescato da Angelo Mozzillo (1787) con scene dalla Gerusalemme Liberata.affrescato da Angelo Mozzillo (1787) con scene dalla Gerusalemme Liberata.La chiesa, grazie a recenti complessi restauri, ha riconquistato forme quasi originali. In realtà specie alla fine del cinquecento l'edificio aveva La chiesa, grazie a recenti complessi restauri, ha riconquistato forme quasi originali. In realtà specie alla fine del cinquecento l'edificio aveva subito profonde modifiche anche esterne. Già agli inizi del XVI secolo infatti la facciata principale era sparita all'interno di un modesto fabbricato subito profonde modifiche anche esterne. Già agli inizi del XVI secolo infatti la facciata principale era sparita all'interno di un modesto fabbricato di uso civile. Fra il 1835 e il 1845 l'interno fu rifatto e ricoperto di stucchi. Nel 1872, Gennaro Aspreno Galante esprimeva così tutto il suo di uso civile. Fra il 1835 e il 1845 l'interno fu rifatto e ricoperto di stucchi. Nel 1872, Gennaro Aspreno Galante esprimeva così tutto il suo disappunto: "La Chiesa, che fino al 1836 mostrava tutte le tracce dell'epoca Angioina, ridotta quasi a ruina fu in quell'anno restaurata disappunto: "La Chiesa, che fino al 1836 mostrava tutte le tracce dell'epoca Angioina, ridotta quasi a ruina fu in quell'anno restaurata dall'architetto Orazio Angelini e se ne smarrì non pure la primiera forma, ma gran parte di preziose memorie, solito discapito dei nostri dall'architetto Orazio Angelini e se ne smarrì non pure la primiera forma, ma gran parte di preziose memorie, solito discapito dei nostri monumenti, sì che è più desiderabile un vecchiume antico che un restauro moderno". Il 4 marzo 1943 un bombardamento alleato tolse ogni monumenti, sì che è più desiderabile un vecchiume antico che un restauro moderno". Il 4 marzo 1943 un bombardamento alleato tolse ogni problema distruggendo quasi tutta la chiesa.problema distruggendo quasi tutta la chiesa.Da circa vent'anni la chiesa è stata però restaurata e resa visitabile. All'esterno si possono ammirare le forme gotiche ripristinate nuovamente, Da circa vent'anni la chiesa è stata però restaurata e resa visitabile. All'esterno si possono ammirare le forme gotiche ripristinate nuovamente, con la bellissima abside che volge verso Piazza Mercato. Restano poi dell'originaria struttura l'interessante torre campanaria e il vicino fascinoso con la bellissima abside che volge verso Piazza Mercato. Restano poi dell'originaria struttura l'interessante torre campanaria e il vicino fascinoso arco dell'orologio del periodo angioino-durazzesco (rifatto però in parte nell'ottocento). L'unico ingresso della chiesa è quello laterale destro, arco dell'orologio del periodo angioino-durazzesco (rifatto però in parte nell'ottocento). L'unico ingresso della chiesa è quello laterale destro, subito dopo l'arco, con lo splendido portale strombato del Duecento, unico a Napoli. L'interno a tre navate, cui è stata aggiunta una quarta alla subito dopo l'arco, con lo splendido portale strombato del Duecento, unico a Napoli. L'interno a tre navate, cui è stata aggiunta una quarta alla fine del Cinquecento si completa con il transetto e l'abside poligonale. Lungo i lati della navata centrale corrono tre archi grandi con pilastri, sui fine del Cinquecento si completa con il transetto e l'abside poligonale. Lungo i lati della navata centrale corrono tre archi grandi con pilastri, sui quali emerge una nuova fila di archi più stretti a sesto acuto. La copertura della navata centrale è a capriate lignee, quella delle navate laterali e quali emerge una nuova fila di archi più stretti a sesto acuto. La copertura della navata centrale è a capriate lignee, quella delle navate laterali e dell'abside è invece a volte costolonate. dell'abside è invece a volte costolonate. Tutti muri sono in tufo giallo, mentre le membrature sono in piperno grigio, secondo uno schema tipico delle chiese napoletane tra il "200 e il Tutti muri sono in tufo giallo, mentre le membrature sono in piperno grigio, secondo uno schema tipico delle chiese napoletane tra il "200 e il "400. La quarta navata conserva, rovinatissimi, frammenti di affreschi del "300 di differenti mani. In generale nella chiesa, in origine "400. La quarta navata conserva, rovinatissimi, frammenti di affreschi del "300 di differenti mani. In generale nella chiesa, in origine completamente affrescata, restano solo pochi e danneggiatissimi frammenti pittorici del XIV e XV secolo, tutti rovinati dai bombardamenti del completamente affrescata, restano solo pochi e danneggiatissimi frammenti pittorici del XIV e XV secolo, tutti rovinati dai bombardamenti del 1943. Sulla parete all'inizio della navata centrale troviamo la monumentale incorniciatura marmorea del 1509, attribuibile all'officina del Malvito, 1943. Sulla parete all'inizio della navata centrale troviamo la monumentale incorniciatura marmorea del 1509, attribuibile all'officina del Malvito, dove un tempo vi era una grande rappresentazione in terracotta dipinta di Domenico Napoletano. Questa importante opera, citata in una famosa dove un tempo vi era una grande rappresentazione in terracotta dipinta di Domenico Napoletano. Questa importante opera, citata in una famosa lettera del Summonte del 1524 era già andata perduta nel 1700, però alcune teste e ornati furono trovati a seguito degli ultimi lavori di restauro e lettera del Summonte del 1524 era già andata perduta nel 1700, però alcune teste e ornati furono trovati a seguito degli ultimi lavori di restauro e ora sono conservati nel Museo Civico di Castelnuovo. ora sono conservati nel Museo Civico di Castelnuovo. Del corredo della Chiesa ricordiamo poi una bella Madonna lignea di scuola francese, custodita ora presso il Museo di Capodimonte ed una Del corredo della Chiesa ricordiamo poi una bella Madonna lignea di scuola francese, custodita ora presso il Museo di Capodimonte ed una tavola del fiammingo Cornelis Smet, del 1578, anch'essa custodita a Capodimonte. Perduta invece una tela di Massimo Stanzione che tavola del fiammingo Cornelis Smet, del 1578, anch'essa custodita a Capodimonte. Perduta invece una tela di Massimo Stanzione che rappresentava i tre Santi francesi Eligio, Martino e Dionigi, che si erano, in origine, contesi il nome della chiesa. rappresentava i tre Santi francesi Eligio, Martino e Dionigi, che si erano, in origine, contesi il nome della chiesa.

Page 3: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 4: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 5: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 6: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 7: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 8: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 9: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 10: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 11: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 12: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 13: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 14: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 15: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 16: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 17: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 18: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 19: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 20: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 21: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 22: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 23: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 24: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 25: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 26: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 27: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 28: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 29: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 30: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 31: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 32: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 33: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore

L'arco di Sant'Eligio Particolare è la leggenda legata all'arco quattrocentesco che si innalza su due piani L'arco di Sant'Eligio Particolare è la leggenda legata all'arco quattrocentesco che si innalza su due piani a collegare il campanile della chiesa con un edificio vicino.Sul primo piano vi è inserito un orologio, sotto a collegare il campanile della chiesa con un edificio vicino.Sul primo piano vi è inserito un orologio, sotto la cui cornice vi sono rappresentate due testine che raffigurerebbero una giovane fanciulla di nome Irene la cui cornice vi sono rappresentate due testine che raffigurerebbero una giovane fanciulla di nome Irene Malarbi ed il duca Antonello Caracciolo, pratogonisti di una leggenda di epoca cinquecentesca narrata Malarbi ed il duca Antonello Caracciolo, pratogonisti di una leggenda di epoca cinquecentesca narrata anche da anche da Benedetto CroceBenedetto Croce.Pare che il Caracciolo, nobiluomo senza scrupoli, innamoratosi della giovane .Pare che il Caracciolo, nobiluomo senza scrupoli, innamoratosi della giovane vergine ed impossibilitato dalle resistenze di lei ad averla, fece condannare ingiustamente suo padre, vergine ed impossibilitato dalle resistenze di lei ad averla, fece condannare ingiustamente suo padre, chiedendo in cambio della sua liberazione, la resa della fanciulla ai propositi del duca.Il padre della chiedendo in cambio della sua liberazione, la resa della fanciulla ai propositi del duca.Il padre della sventurata fu effettivamente liberato ma la famiglia di lei chiese giustizia a sventurata fu effettivamente liberato ma la famiglia di lei chiese giustizia a Isabella di TrastamaraIsabella di Trastamara, figlia , figlia del sovrano Ferdinando II d'Aragona, ottenendo come condanna lo sposalizio forzato della giovane da del sovrano Ferdinando II d'Aragona, ottenendo come condanna lo sposalizio forzato della giovane da parte del Caracciolo e la sua successiva morte per decapitazioneparte del Caracciolo e la sua successiva morte per decapitazione

Page 34: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore
Page 35: Versione italiana chiesa di s. eligio maggiore

Ultimo-ma solo in ordine temporale- momento importante , vi è stato Ultimo-ma solo in ordine temporale- momento importante , vi è stato celebrato il Matrimonio di due tra i nostri più cari amicicelebrato il Matrimonio di due tra i nostri più cari amici

By AfloBy Aflo

[email protected]