RossiniMania - Prefazione

3
7/23/2019 RossiniMania - Prefazione http://slidepdf.com/reader/full/rossinimania-prefazione 1/3 CH 216 RossiniMania  An Anthology of Contemporary Music for Guitar Pippo Molino  Frammento G (Echi da Cenerentola)  Marco Reghezza   Divertimento ‘Ai capricci della sorte’  Fuga ‘Languir per una bella’   Alessandro Spazzoli  Sogno: il Barbiere (Omaggio a Rossini) Roberto Tagliamacco  Soirée Rossinienne Paolo Ugoletti  Fantasia su un tema di Rossini  Fingering Eugenio Della Chiara 

Transcript of RossiniMania - Prefazione

7/23/2019 RossiniMania - Prefazione

http://slidepdf.com/reader/full/rossinimania-prefazione 1/3

CH 216

RossiniMania  An Anthology of Contemporary Music

for Guitar

Pippo Molino  Frammento G (Echi da Cenerentola) 

Marco Reghezza   Divertimento ‘Ai capricci della sorte’ 

 Fuga ‘Languir per una bella’  

 Alessandro Spazzoli  Sogno: il Barbiere (Omaggio a Rossini)

Roberto Tagliamacco  Soirée Rossinienne

Paolo Ugoletti  Fantasia su un tema di Rossini

 Fingering Eugenio Della Chiara 

7/23/2019 RossiniMania - Prefazione

http://slidepdf.com/reader/full/rossinimania-prefazione 2/3

PREFAZIONE

[…] questo ti raccomando, di percorrere vie non battutedai carri, e di non condurre il cocchio sulle orme da altrigià segnate né lungo una strada ampia, ma per sentieriinusitati, anche se lo spingerai per una via più angusta.

Callimaco, Aitiadal Prologo dei Telchini

L’antologia che mi trovo ad introdurre rappresenta il coronamento di un progetto nato il 13agosto 2012, data in cui ho avuto per la prima volta l’occasione di incontrare il Maestro AlbertoZedda: si parlava dell’eventualità di programmare un mio recital all’interno della trentaquattre-sima edizione del Rossini Opera Festival, attesa per l’anno seguente. La proposta che pensavodi discutere era essenzialmente incentrata su musiche di compositori coevi del grande operistapesarese: invece, con mia grande sorpresa, il Maestro Zedda mi chiese – già dopo pochi minutidi conversazione – di non soffermarmi sugli omaggi rossiniani appartenenti ad un pur gloriosopassato, ma di lavorare alla costruzione di un programma che non avesse nulla di “museale”.

Quest’ultima parola usata dal Maestro – che ho recepito come una forte provocazione – miha portato ad elaborare una proposta piuttosto particolare: chiedere ad alcuni compositori –distanti per età e formazione, ma uniti dalla frequente collaborazione con Piero Bonaguri – dielaborare alcuni brani per chitarra sola che fossero ispirati, nel modo più consono allo stile diognuno, alla produzione musicale di Rossini.

Il progetto ha incontrato l’approvazione del Festival: le nuove musiche sono state da mepresentate in prima esecuzione all’Auditorium Pedrotti di Pesaro – una delle sedi storiche delROF – il 14 agosto 2013.

Vorrei ora illustrare brevemente i riferimenti rossiniani che compaiono nei brani presentati diseguito, con lo scopo di fornire a chi vorrà accostarvisi alcuni spunti per avviarsi ad una com-prensione più approfondita di essi.

Pippo Molino, nel suo luminosissimo Frammento G, rielabora i due temi dell’ Allegro dell’Ou-verture di Cenerentola; i passi rossiniani sono racchiusi entro i confini di un inciso di cristal-lina linearità che compare al principio ed alla fine del brano, la cui struttura circolare (Tema di

Molino - Primo Tema di Rossini - Secondo Tema di Rossini - Primo Tema di Rossini - Tema diMolino) si riveste di una semplicità solo apparente.

Marco Reghezza ha composto un dittico che trae spunto da due numeri del Primo Atto deL’Italiana in Algeri. Nel Divertimento ‘Ai capricci della sorte’  viene scherzosamente riecheg-giato il duetto fra Isabella, la protagonista dell’opera, e Taddeo, il “geloso impertinente” che laama senza fortuna: il tema rossiniano emerge dopo un breve esordio che riecheggia i linguaggidelle Avanguardie Italiane del secondo Novecento. La Fuga ‘Languir per una bella’  sviluppa inun contrappunto a tre voci la prima frase della cavatina di Lindoro, l’amante (corrisposto) diIsabella: gli stretti finali sono introdotti dalla rievocazione di un recitativo secco, in cui la chi-tarra si fa allo stesso tempo voce e cembalo.

7/23/2019 RossiniMania - Prefazione

http://slidepdf.com/reader/full/rossinimania-prefazione 3/3

Sogno: il Barbiere di Alessandro Spazzoli è una rilettura onirica – come si può ben intuire daltitolo – di alcuni frammenti provenienti da Il barbiere di Siviglia; la figura ritmica che apparenella prima battuta della celeberrima Ouverture è ossessivamente ripetuta nel corso di tutto ilbrano, dapprima con un carattere di fosco ricercare che sfocia in un canon cancrizans aventeper soggetto la melodia di Se il mio nome, poi – dal Maestoso – in un’esplosione luminosa che si

serve delle sonorità più acute di cui la chitarra è capace.La Soirée Rossinienne di Roberto Tagliamacco si ispira – sin dal titolo – al clima delle Soirées

musicales, dodici composizioni per canto e pianoforte che Rossini pubblicò nel 1835, dopo ilsuo ritiro dalle scene operistiche: la prima e la terza sezione del brano rievocano chiaramente Ladanza, tarantella napoletana su testo di Carlo Pepoli; la parte centrale della Soirée reinterpretainvece La promessa, arietta su testo di Metastasio la cui melodia è qui presentata sul registrobasso, in modo minore, per poi trovare il suo sviluppo in una climax drammatica che permettedi gustare l’originale rossiniano sotto una nuova luce.

Paolo Ugoletti, con la Fantasia su un tema di Rossini, decide di volgere la sua attenzione aduno dei capolavori rossiniani appartenenti al genere serio: Zelmira, opera messa in scena per laprima volta nel 1822 al Teatro San Carlo di Napoli. Il brano qui presentato trae spunto dalla

cabaletta della cavatina di Antenore, Che vidi! amici, oh eccesso!; la prima semi-frase della melo-dia rossiniana è scomposta in due frammenti: le battute 20-21 corrispondono al primo versodella cabaletta, Sorte! secondami!, mentre le battute 29-30 al secondo, Quest’alma ardita. Tuttele intricate trame che verranno successivamente intessute traggono spunto da questi due sem-plici fili, che si aggrovigliano e si moltiplicano al punto da rendersi quasi irriconoscibili, per poitornare palesi nel Rustico finale: solo qui il discorso musicale della cabaletta – seppur rielabo-rato – è presentato nella sua integrità.

È stato sorprendente osservare come l’opera di Rossini – che ancora oggi qualcuno osservacon insipienti pregiudizi appartenenti ad un’epoca passata – possa essere spunto di omaggi cosìdiversi fra loro ed allo stesso tempo così ugualmente pertinenti all’ispirazione originaria; è comese la creatività rossiniana continuasse ad operare post mortem: ciò che il compositore pesareseguardava come il frutto della propria arte e del proprio lavoro, oggi può essere visto come unseme capace di germogliare nei modi più disparati.

Questa feconda grandezza non è tuttavia esente da rischi, per chi volesse – omaggiandola –prenderne in qualche modo parte: si può scegliere di restare nella scia luminosa che promanadalla stella del genio, condividendo il suo fulgore in modo anonimo, senza allontanarsene. Sipuò però tentare, attingendo dalla fonte, di creare un nuovo sentiero, illuminando i propri passicon la luce che si è stati capaci di trarre dall’origine: questa luce può essere più o meno grandea seconda del talento di ciascuno – Stravinskij parlava di fuochi che illuminano la storia – ma anessuno sarà mai preclusa la possibilità di tracciare la propria strada, al di fuori delle “orme daaltri già segnate”.

EUGENIO DELLA CHIARA

Pesaro, 31 dicembre 2014

III