Roma, 28/02/2011 Infezione del piede diabetico e delle ulcere da decubito Prof.Maria Ciardi Sapienza...
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Roma, 28/02/2011
Infezione del piede diabetico e delle ulcere da decubito
Prof.Maria Ciardi
Sapienza Università di Roma
Sanità pubblica e malattie infettive
Il piede diabetico e le ulcere da pressione Il piede diabetico e le ulcere da pressione
rappresentano due importanti noxae patogene rappresentano due importanti noxae patogene
che portano, per caratteristiche differenti e con che portano, per caratteristiche differenti e con
meccanismi complessi, all’infiammazione meccanismi complessi, all’infiammazione
L’infiammazione
……Dall’infiammazione all’infezione…Dall’infiammazione all’infezione…
L’infezione in tali condizioni può essere sia la causa che l’effetto L’infezione in tali condizioni può essere sia la causa che l’effetto
di tali situazioni. Il team che si prende cura di tali pazienti o di tali situazioni. Il team che si prende cura di tali pazienti o
dello stesso quando le noxaedello stesso quando le noxae
patogene coesistono deve patogene coesistono deve
saper distinguere fra saper distinguere fra
infiammazione ed infezione infiammazione ed infezione
e conoscere terapie e presidi e conoscere terapie e presidi
adeguati adeguati
attivazione leucocitaria e
fagocitosi
Rilascio extracellulare di prodotti leucocitari e danno tissutale
Se persiste incontrollata l’infiammazione diventa essa stessa
agente lesivo
Tipi morfologici di infiammazione acuta
INFIAMMAZIONE SIEROSA
INFIAMMAZIONE FIBRINOSA
INFIAMMAZIONE SUPPURATIVA O PURULENTA
ULCERA
Lesione locale o escavazione prodotta
dal distacco di tessuto necrotico
Infezione del piede diabetico
le infezioni agli AAII nei pazienti con diabete sono comuni, complesse e richiedono elevati costi di gestione
rappresentano la principale causa di ospedalizzazione nel paziente diabetico
sono la causa più frequente di amputazione non traumatica degli arti inferiori
richiedono una gestione multidisciplinare “foot care team”
Key points
Summary
epidemiologia
patogenesi
classificazione
diagnosi e spettro microbiologico
terapia antibiotica
Entità del problema :
Nel 2010 nel mondo 220 milioni di persone affette da DM
In Italia 2.9 milioni di persone sono affette da DM (m=f)
Nel 2030 saranno 370 milioni (+110%)
CecitàInsufficienza renale cronicaInfarti Ictus Amputazioni non traumatiche degli AAII
CecitàInsufficienza renale cronicaInfarti Ictus Amputazioni non traumatiche degli AAII
Il diabete mellito è la principale causa di : Il diabete mellito è la principale causa di :
Summary
epidemiologia
patogenesi
classificazione
diagnosi spettro microbiologico
terapia antibiotica
L’ulcera : un processo multifattoriale
L’ulcera precede sempre lo sviluppo di infezione e ne è la causa L’ulcera precede sempre lo sviluppo di infezione e ne è la causa più importante più importante
Circa la metà delle ulcere sono già infette quando il paziente si Circa la metà delle ulcere sono già infette quando il paziente si rivolge al clinico rivolge al clinico
NeuropatiaNeuropatia
SensitivaSensitiva
IpoestesiaIpoestesia
AutonomicaAutonomica
Pelle SeccaPelle Secca
MotoriaMotoria
Piede Deformato
Piede Deformato
Riduzione della VistaRiduzione della Vista ArteropatiaArteropatia
Rapida DiffusioneRapida Diffusione
Lenta GuarigioneLenta Guarigione
IschemiaIschemia
Riduzione Calibro
Arteriolare
Riduzione Calibro
Arteriolare
Ridotto Apporto Ematico
Ridotto Apporto Ematico
InfezioniInfezioni
Summary
epidemiologia
patogenesi
classificazione
diagnosi e gestione multidisciplinare del paziente infetto
terapia antibiotica
Classificazione sec. Wagner
Classe 1 : superficiale non infetta
Classe 2 : profonda non infetta
Classe 3 : profonda infetta
Classe 4: gangrena localizzata
Classe 5 : gangrena massiva (intervento chirurgico demolitivo)
nella classificazione secondo Wagner l’infezione non compare fino al 3° stadio
attualmente si tende ad utilizzare una classificazione proposta dalla University of Texas ( Texas wound classification sistem)
tale classificazione considera infezione ed ischemia come fattori autonomi di co-morbidità, che possono essere presenti nelle ulcere a qualsiasi grado
l’IDSA* e l’IWGDF** hanno proposto degli score per la valutazione della severità dell’infezione
entrambi gli score sono basati sull’evidenza clinica dell’infezione e l’isolamento microbiologico può esserne la conferma
le ulcere sono classificate in non infette ( assenza di segni e sintomi) ed infette, di grado lieve moderato e grave
a differenti gradi di severità di infezione dovrebbero corrispondere terapie antibiotiche differenti
*Infectious Disease Society of America
**International Working Group of Diabetic Foot
Summary
epidemiologia
patogenesi
classificazione
diagnosi e spettro microbiologico
terapia antibiotica
Diagnosi
diagnosi clinica
procedure microbiologiche adeguate
terapia antibiotica richiede esami culturali e test di sensibilità antimicrobica
Diagnosi clinica
Diagnosi microbiologica
evitare contaminazioni
prima di raccogliere un campione detergere l’ulcera di di tutto il materiale necrotico
i campioni dovrebbero essere effettuati nella sede più profonda possibile a seconda della metodica utilizzata
necessario interfacciarsi con il microbiologo per tutto il tempo dell’esame
( batteri a lenta crescita od anaerobi= diagnosi mancata!)
Il tampone, se ben effettuato, potrebbe essere la metodica di scelta.
facile esecuzionepoco costososempre disponibile
facile da contaminarepoco nobilenon sempre “veritiero”
L’esame colturale su biopsia della lesione rimane attualmente il gold standard nei casi complessi: pazienti pluritrattati,sospette osteomieliti
Cocchi gram positivi aerobi , specialmente S. aureus
S. epidermidis ed altri Stafilococchi coagulasi negativi (S.hominis , S.haemoliticus)
Streptococco spp, Enterococco spp
Gram negativi : Enterobacteriaceae, Proteus, P. aeruginosa
Anaerobi : Peptostreptococcus, Bacteroides, Clostridium prevalgono e vanno assolutamente considerati nelle ulcere necrotiche o ischemiche
S. aureus
agente eziologico in oltre il 30% dei casi con elevata incidenza di MRSA (20-30% ); in alcune casistiche specifiche MRSA ha completamente soppiantato MSSA
la presenza di tali forme peggiora la prognosi ed aumenta i tempi di trattamento (17,5 giorni in MSSA vs 38,5 in MRSA )
S. aureus ed i gram + in genere vengono considerati “the head of the snake”
la terapia antibiotica dovrebbe essere, almeno in fase iniziale, ristretta a tali microorganismi
Summary
epidemiologia
patogenesi
classificazione
diagnosi e spettro microbiologico
terapia antibiotica
Terapia antibiotica
la scelta del trattamento antimicrobico va fatta considerando severità dell’infezione ed il verosimile agente eziologico
nelle fasi iniziali e nel paziente mai trattato vale il concetto “head of the snake”
utilizzando la classificazione proposta da IDSA ed IWGDF possiamo tracciare un’opzione terapeutica valida per ogni grado di severità
Considerare il paziente clinicamente stabile?
infezione health care associated ?
paziente pluri-trattato ?
ulcere necrotiche o gangrena?
non responders?
Considerare il germe
effettuare accertamenti microbiologici prima di terapia empirica
considerare eziologia da MRSA
considerare eziologie differenti dai Gram+
considerare gli anaerobi
considerare infezione più estesa (osteomielite) : contattare il chirurgo
Infezione delle ulcere da decubito
Summary
definizione e patogenesi
aspetto infettivologico
approccio terapeutico
Conseguenza diretta di Conseguenza diretta di un’elevata e/o prolungata un’elevata e/o prolungata compressione o di forza di compressione o di forza di taglio e stiramento che taglio e stiramento che causano uno stress causano uno stress meccanico ai tessutimeccanico ai tessuti
Dimensioni del problema
aumento dell’età media ha portato una maggiore incidenza di patologie croniche, degenerative ed invalidanti
le lesioni da pressione sono la conseguenza dell’immobilità derivante da tali patologie
70% dei pazienti con lesioni attive è > 70 anni70% dei pazienti con lesioni attive è > 70 anni
10% dei pazienti ospedalizzati sviluppa ulcere10% dei pazienti ospedalizzati sviluppa ulcere
23-37% mortalità per le ulcere23-37% mortalità per le ulcere
50% dei pazienti anziani muore per sepsi a partenza da tali 50% dei pazienti anziani muore per sepsi a partenza da tali lesionilesioni
50% delle lesioni insorgono entro i primi 7 giorni dal ricovero50% delle lesioni insorgono entro i primi 7 giorni dal ricovero
le ulcere al III e IV stadio guariscono in un tempo di circa 1 annole ulcere al III e IV stadio guariscono in un tempo di circa 1 anno
Fattori di rischio Fattore di rischio Meccanismi di danno
età rallenta tutti i processi di riparazione tissutale
immobilità il peso corporeo scarica su una piccola superficie per un tempo prolungato
deficit nutrizionali perdita di tessuto adiposo e massa muscolare;avvicinamento delle eminenze ossee alla cute
disidratazione favorisce i processi catabolici e l’ischemia tessuatale
malattie metaboliche (Diabete Mellito)
favorisce l’ischemia attraverso la microangiopatia e vari processi correlati
Fattore di rischio Meccanismi di danno
anemia favorisce l’ischemia
scompenso cardiaco anomalie e stasi circolatoria
interventi chirurgici in anestesia generale
favoriscono l’immobilità
Fattori di rischio
il risultato finale è sempre l’ischemia tessutale che si protrae peril risultato finale è sempre l’ischemia tessutale che si protrae per un tempo sufficiente ad eccedere la capacità dei tessuti di un tempo sufficiente ad eccedere la capacità dei tessuti di autoripararsi autoripararsi
Fattore favorenti locali
stasi venosa
macerazione cutanea
impiego di tessuti inadeguati
bendaggi troppo stretti
I stadio
II stadio
III stadio
IV stadio
Rischio infettivo Rischio infettivo elevatoelevato
Rischio infettivo Rischio infettivo trascurabile trascurabile
I stadioI stadio: eritema stabile della cute non lacerata non reversibile alla digitopressione
II stadioII stadio: lesione a spessoreparziale che coinvolge l’epidermide o il derma
III stadioIII stadio: lesione a tutto spessore con necrosi del sottocutaneo ed estensione al piano fasciale
IV stadioIV stadio: lesione a tutto spessore con estesa distruzione dei muscoli e delle strutture di sostegno
Summary
definizione e patogenesi
aspetto infettivologico
approccio terapeutico
Infezione dei tessuti molli
La protezione nei confronti dell’infezione dell’epidermide dipende dalla barriera meccanica costituita dallo strato corneo in quanto l’epidermide stessa è priva di vasi ematici
Alterazioni di questo strato, derivanti da abrasioni,ustioni,corpi estranei o ulcere, determina una rapida penetrazione e diffusione dei batteri negli strati più profondi
contaminazione - colonizzazione - infezione
contaminazione : reazioni immunologiche manifeste; le specie batteriche presenti al’interno di una ferita non trovano condizioni idonee per la crescita; la loro presenza risulta temporanea e non ostacola la guarigione
colonizzazione: le specie batteriche crescono e si riproducono con successo ma non provocano danno nell’ospite ne’ ritardano la guarigione della ferita
colonizzazione critica : aumento della carica batterica con reazioni di difesa solo locali; la guarigione delle ferite è rallentata
infezione : la crescita, la proliferazione e la penetrazione batterica nei tessuti dell’ospite provoca lesioni cellulari e sistemiche; la guarigione delle ferite è interrotta
Contaminazione
una carica batterica compresa fra 105 e 106 UFC/gr può impedire la chiusura di un ulcera
colonie batteriche presenti in elevata quantità possono infatti far aumentare la produzione di essudato
con esso aumenta la produzione di biofilm grazie al quale si instaura un processo di automantenentesi che evolve fino all’infezione
Il biofilm
il biofilm è una complessa matrice alla quale i batteri aderiscono formando microcolonie con morfologie a cono o a colonie fungine
all’interno del biofilm si aprono dei canali idrofilici che, come in un primitivo sistema circolatorio, permettono al singolo microorganismo di attingere al materiale nutriente ed eliminare le molecole di scarto
la formazione del biofilm impedisce alle molecole antibiotiche di raggiungere i siti di legame con le cellule batteriche e costituisce un ambiente protetto all’interno del quale i batteri si riproducono
Diagnosi di infezione
la maggior parte delle ulcere risulta contaminata
un singolo tampone positivo risulta poco indicativo
la diagnosi è affidata a criteri clinici ed, in particolar modo, a modificazioni morfologiche peggiorative a carico dell’ulcera stessa
il riscontro di più tamponi positivi per un particolare agente patogeno, specie se con elevata carica batterica, il fine niddle aspiration e l’esame colturale di tessuto bioptico rimangono le metodiche diagnostiche gold standard
Diagnosi di infezione
pulire la ferita con normale soluzione salina non eseguire tamponi su essudato,pus,escara o tessuto molto fibroso
considerare una diagnosi di infezione se i risultati della cultura evidenziano una carica batterica > 105 UFC/g
effettuare emocolture nei pazienti febbrili
segni caratteristici di infezione
aumento dell’essudatotessuto di granulazione assente o anormalegranulazioni friabilicambiamenti nel colore dell’ulcerainsorgenza di doloreipertemia necrosicattivo odore guarigione ritardata
sintomi caratteristici di infezione
dolorebrucioreprurito
malessere febbreipotensione tachicardiatachipnea leucocitosi
Sintomi localiSintomi locali
Sintomi sistemici Sintomi sistemici
..non solo infettivologia…
l’identificazione e la quantificazione della carica batterica rappresentano dunque il primo passo per un corretto trattamento delle ulcere da pressione infette
la carica batterica può essere ridotta rimuovendo il tessuto necrotico, il materiale purulento e l’eccesso di essudato che rappresentano barriere e limitazioni fisiche all’azione dell’antibiotico
L’approccio multidisciplinare gioca un ruolo fondamentale anche nel trattamento di queste lesioni
Summary
definizione e patogenesi
aspetto infettivologico
approccio terapeutico
contaminazione - colonizzazione - infezione
quadri clinici diversi che richiedono approcci terapeutici differenti
il trattamento con antibiotici per via sistemica deve essere ragionato e limitato solo ai casi strettamente necessari
la contaminazione e la colonizzazione non possono essere trattate come l’infezione
Trattamento lesioni del I stadio
La cute è ancora integra: non può esservi infezione dei tessuti molli
Eliminare compressioni localiEvitare il massaggioDetergere e non disinfettare
Trattamento lesioni del II stadio
La lesione coinvolge l’epidermide o il derma, a spessore parziale ma non si estende a tessuti più profondi
Eliminare la compressione Detergere e non disinfettareMedicare
Trattamento lesioni del III stadio
La lesione è a tutto spessore con coinvolgimento dei piani fasciali. Il rischio di infezione è elevato
rimuovere i tessuti necrotici (debridement chimico o chirurgico) utilizzare medicazioni a base di argento per ulcere ad elevato rischio di infezione evitandone l’uso prolungato quando l’infezione è controllata
Trattamento lesioni del IV stadio La lesione è a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, danno ai muscoli, tendini, legamenti, ossa. Obiettivo primario è il controllo delle infezione
rimuovere i tessuti necrotici (debridement chirurgico) e l’essudato (VAC ) innesti di cute autologa, lembi cutanei o miocutanei, laserterapia, mesoterapia una volta ottenuta la detersione dell’ulcerainstaurare una terapia antibiotica per via sistemica
il tessuto necrotico e lo slough promuovono la crescita batterica
la pulizia rimuove i frammenti ed i batteri planctonici
il debridement permette la rimozione dello slough aderente all’escara ed al biofilm
evitare continue fonti di re-infezione
limitare l’uso di antibiotici topici su ulcere da pressione infette
Gestione
penetrano in maniera inadeguata nella lesione
portano allo sviluppo di resistenze
deteminano reazioni di ipersensibilità nella sede di inoculo
Indicazioni alla terapia antibiotica sistemica
Evidenza clinica di infezione
Celluliti
Fasciti
Osteomieliti
Emocolture positive
SIRS o sepsi
Conclusioni I
l’infezione del piede diabetico e delle ulcere da pressione sono patologie gravi e debilitanti e sono “figlie” della nostra società
in entrambi i casi l’infezione rappresenta solo una delle possibile noxae patogene
non vi sono pertanto terapie più efficaci del controllo delle malattie internistiche che ne rappresentano la vera causa