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Rivista informativa della dogana svizzera | www.ezv.admin.ch Forum D. 3/11 Offensiva di libero scambio svizzera Il supporto della dogana nella creazione di nuovi mercati di sbocco per le esportazioni svizzere Formazione del Cgcf Centro di formazione di Liestal: dove gli aspiranti guardie di confine imparano il mestiere Sgominata banda di contrabbandieri La dogana scopre un contrabbando di carne organizzato in modo professionale

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Forum D. 3/11

Offensiva di libero scambio svizzera Il supporto della dogana nella creazione di nuovi mercati di sbocco per le esportazioni svizzere

Formazione del Cgcf Centro di formazione di Liestal: dove gli aspiranti guardie di confine imparano il mestiere Sgominata banda di contrabbandieri La dogana scopre un contrabbando di carne organizzato in modo professionale

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2 Forum D. | Citazioni

«Il posto più fecondo per la conoscenza è il confine.» Paul Tillich, teologo (1886–1965)

«Da nessun’altra parte come presso i (praticamente ultimi) valichi di confine all’interno dell’Europa, la Svizzera agisce in modo così internazionale.» Markus Maeder, autore di «Vom Herzchirurgen zum Fernfahrer – Der Spurwechsel des Dr. med. Markus Studer» (Wörterseh Verlag, Gockhausen, 2008)

«Più la dogana è piccola, più i doganieri sono gentili.» Markus Maeder, vedi sopra

«Da lunedì al valico di confine non sarà ancora come essere in paradiso, ma almeno vi sarà una situazione paradisiaca.» Günter Dillinger, responsabile dell’ufficio doganale di Waldshut all’inaugurazione del nuovo impianto a controlli nazionali abbi-nati di Waldshut/Tiengen; Aargauer Zeitung, 8/11

«Se la politica lascia che intorno alla Svizzera venga costruito un muro, in futuro non dovremo parlare della Svizzera come polo tecnologico.» Peter Pauli, capo della ditta di impianti solari Meyer Burger; NZZ am Sonntag, 9/11

«Vi sono sempre più importatori che fanno profitti rispetto ad esportatori che registrano perdite.» Johann Schneider-Ammann, consigliere federale, in occasione dei dibattiti del Consiglio degli Stati del 14 settembre 2011 (per attenuare l’apprezzamento del franco)

«In Svizzera vi sono ancora troppi dazi protettivi.» Herbert Bolliger, capo della Migros; SonntagsZeitung, 8/11

«Se proprio occorre lottare contro lo sciovinismo, l’isolazionismo e il protezionismo, sarebbe utile divenire coscienti del fatto che disponendo solo dei beni prodotti nelle nostre immediate vici-nanze vivremmo in condizioni miserabili.» Urs Schöttli, autore; NZZ, 7/11

«La contraffazione e la pirateria non nuocciono soltanto all’eco-nomia, ma anche ai singoli consumatori e dunque a noi tutti.» Eveline Widmer-Schlumpf, consigliera federale; su www.stop-piracy.ch, la Piattaforma svizzera di lotta alla contraf-fazione e alla pirateria

«Questo tipo di idea può forse entrare in considerazione per una repubblica delle banane, ma non per un Paese con un’eco-nomia altamente sviluppata.» Thomas Straubhaar, economista, in merito alla richiesta di un corso del cambio favorevole per l’industria esportatrice; Berner Zeitung, 7/11

«Mentre negli ultimi dieci anni il commercio esterno della Svizzera è aumentato in media del 5,7 per cento, nei primi quattro anni dall’en-trata in vigore del relativo accordo di libero scambio il commercio della Svizzera con il rispettivo partner è aumentato in media di oltre il 10 per cento all’anno.» Arthur Müller, capo del servizio Accordi di libero scambio dell’AFD; in questa edizione

«Siamo convinti che la protezione del confine è più che giustificata proprio per i prodotti sensibili come quelli agricoli. Bisogna anche tenere presente il fatto che numerosi Paesi industriali versano molti sussidi all’esportazione, dai quali possiamo tutelare i nostri contadini solo grazie alla protezione del confine.» Toni Brunner, presidente dell’UDC; Schweizer Bauer, 9/11

«La competenza dei confini deve restare a livello nazionale.» Simonetta Sommaruga, consigliera federale; Le Temps, 9/11

«Cosa devono dunque fare queste donne se in estate, durante tre settimane, vogliono visitare altri Paesi? Consegnare alla dogana la loro convinzione religiosa?» Scarlett Johansson, attrice, auspica che viaggiare indossando il burka diventi possibile; Der Sonntag; 10/11

«Alla fine degli anni ’60 studiavo a Costanza. Già allora vi era il confine aperto di Kreuzlingen. La Migros, dall’altra parte del confine, era un centro estremamente a buon mercato per uno studente con un budget con-tenuto. A quei tempi per un marco tedesco si riceveva 1.20 franchi.» Klaus-Peter Gottwald, ambasciatore tedesco, racconta come si svolgeva una volta il turismo degli acquisti; Berner Zeitung, 10/11

Citazioni

Eveline Widmer-Schlumpf

Johann Schneider-Ammann

Arthur Müller

Toni Brunner

Scarlett Johansson

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3Forum D. | Indice

Indice

4 Focus 4 Commercio esterno: Offensiva di libero scambio svizzera con il supporto della dogana

8 Dossier

7 Opinione: Lo scopo del limite di franchigia non è l'acquisto esente da imposta

8 Cgcf: «Porre le basi per la carriera professionale»

10 «Centro di identificazione»: Controlli nell’era della biometria

12 Centro di situazione e analisi dell’AFD: «Un mezzo efficace per la lotta al contrabbando»

15 «Focal Point Air»: contro la migrazione illegale

16 Traffico turistico: Guardie di confine svizzere e doganieri francesi pronti per il nuovo TGV

17 Lotta contro la frode doganale: Sgominata banda di contrabbandieri

18 Commercio esterno: Svizzera – Stati Uniti: effetti del franco forte

20 Origine: Regole d’origine modernizzate e semplificate

22 Affari internazionali: Progetti per la dogana di domani

24 Revisione totale della legge sull’alcol: Sfruttare le sinergie in ambito di riscossione

dell’imposta

25 Ospite di Forum D.: Anastasia Li-Treyer, presidente di «STOP PIRACY»

26 In breve

31 Rivista

31 Notizie dai circondari e dalle regioni guardie di confine

35 Panorama

35 Daniel Anrig, comandante della Guardia Svizzera Pontificia: Quando penso alla dogana…

36 In viaggio... nell’enclave doganale di Samnaun/Tschlin

38 Richieste alla dogana (parte 3): Tuc tuc, baite alpestri bernesi e uova di formica fritte

40 Storia: Simboli nell’AFD

42 Rassegna stampa/Mondo doganale

44 Richiamo visivo

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4 Forum D. | Focus

Offensiva di libero scambio svizzera con il supporto della dogana

wp. Venti anni fa la Svizzera aveva concluso solo 2 ALS. Nel frattempo sono diventati oltre 20. Come mai la diplomazia commer-ciale svizzera è diventata così attiva negli ultimi anni?I negoziati nell’ambito del ciclo di Doha dell’OMC sono bloccati. Per-tanto la Svizzera punta più che mai sugli ALS. Malgrado il fatto che questi ultimi non offrano la miglior soluzione negli sforzi per la liberalizzazione, la Svizzera auspica concludere altri ALS. Se inizialmente lo scopo era quello di non restare indietro rispetto all’UE, nel frattempo la situazione è cam-biata. La diplomazia commerciale sviz-zera è molto attiva in collaborazione con l’Associazione europea di libero scambio (AELS) o anche da sola. Grazie agli ALS, il Consiglio fede-rale vuole agevolare il commercio, ridurre ulteriormente i dazi affinché le possibilità degli esportatori svizzeri su importanti mercati di sbocco esteri siano migliori e dunque sia mante-nuta la loro competitività a livello internazionale.

Nel 2009 è entrato in vigore l’ALS con il Giappone. Per il Paese del Sol Levante la Svizzera è stato il primo Paese europeo con il quale ha concluso un accordo di questo tipo. Quest’anno sono iniziati i negoziati con la Cina. Anche in questo caso la Svizzera svolge il ruolo di precursore. Come mai un Paese piccolo come il nostro è attrattivo come partner di libero scambio?Il Giappone aveva poca esperienza con gli ALS. Si potrebbe affermare che il Giappone ha usato la Svizzera per fare un esperimento. Voleva vedere come poteva avvicinarsi all’Eu-ropa prima di affrontare, ad esempio, l’UE. Per la Svizzera invece, il Giap-pone è interessante poiché, dopo la Cina, è il secondo partner commer-ciale più grande dell’Asia. Allo stesso tempo il Giappone è il quarto espor-tatore sul mercato mondiale. Con la Cina la situazione è analoga: anche questo partner è interessato a racco-gliere esperienze sul piano europeo e a prendere piede nel nostro conti-nente. Proprio in relazione a questi Paesi asiatici occorre menzionare che condurre una trattativa non si limita a una mera lettura delle proposte. Al fine di ottenere buoni risultati, biso-gna avvicinarsi alla cultura dell’altro. Per condurre i negoziati è pertanto indispensabile essere motivati, aperti e rispettosi nonché disporre di buone conoscenze sul Paese partner.

Con quali Paesi sono previsti nei prossimi anni altri negoziati relativi a un ALS? E perché proprio con questi? In primo luogo si vuole conquistare i mercati più grandi ed emergenti, soprattutto i cosiddetti «Paesi BRIC» (Brasile, Russia, India, Cina e Suda-frica). La Svizzera sta negoziando con la Russia (più precisamente l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan), l’India e la Cina. Con il Sudafrica (segnatamente l’Unione doganale dell’Africa australe [SACU]) nel 2008 è stato concluso un ALS. La Svizzera sta discutendo con Mer-cosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) la possibilità di una più stretta collaborazione. Il nostro Paese è dunque ben posizionato e con i nuovi ALS si aprono enormi sbocchi di mercato. Attualmente la Svizzera ha concluso ALS con mercati che coinvolgono 1,1 miliardi di persone. Quando anche i negoziati in corso saranno conclusi, essi coinvolgeranno 4,3 miliardi di persone. I dati fanno riflettere se si pensa che la popola-zione mondiale attuale è pari a circa 7 miliardi di persone. La maggior parte dei beni di provenienza svizzera accede a questi mercati in franchigia di dazio o a dazio ridotto. Da questa situazione traggono benefici con-creti soprattutto l’industria chimica e farmaceutica nonché il settore meccanico e orologiero, ma anche altri settori. In Cina, ad esempio, l’imposizione daziaria media dei beni industriali è dell’8,7 per cento, mentre in India addirittura del 10 per cento.

L’economia di esportazione svizzera soffre per via del franco forte. Per agevolare il commercio e al fine di creare nuovi mercati di sbocco per l’economia di esportazione, la Svizzera punta più che mai sugli accordi di libero scambio (ALS). Attualmente ve ne sono 24 in vigore. Entro il 2014 si prevede l’attuazione di circa 20 (!) nuovi ALS. In prima linea nei negoziati vi è l’AFD. A colloquio con Forum D. Arthur Müller, capo del servizio Accordi di libero scambio dell’AFD

Commercio esterno

«In futuro la dogana vuole fornire un maggior sup-porto alle ditte, in partico-lare anche alle PMI.»

Arthur Müller

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Circa il 60 per cento di tutte le esportazioni svizzere è diretto nell’UE. La forza del franco ha mostrato quali rischi implica questa elevata percentuale per l’economia d’esportazione. Fino a che punto i nuovi ALS possono contribuire a far sì che la Svizzera riduca tale dipendenza?Innanzitutto, mediante ALS conclusi con Stati al di fuori dell’area dell’euro e del dollaro la Svizzera può staccarsi dalla dipendenza del cambio con i Paesi in questione. Maggiore è il numero di valute importanti nel com-mercio di esportazione, minore sarà il rischio valuta (oppure esso può essere diversificato). Inoltre la Svizzera può posizionarsi molto bene nel commer-cio internazionale proprio grazie agli ALS conclusi con Paesi fortemente emergenti (BRIC). Se l’accesso a nuovi mercati (con nuove valute) viene semplificato, gli esportatori svizzeri ne beneficiano al massimo.

Cosa comprendono essenzialmente gli ALS?I nuovi accordi AELS/Svizzera sono ALS completi (cosiddetti accordi «di seconda generazione»). Essi com-

prendono, oltre ad ambiti relativi alla prima generazione (traffico di merci e proprietà intellettuale), anche impegni per il commercio con prestazioni di servizio e investimenti per gli acquisti pubblici.

Si può misurare l’utilità degli ALS?Mentre negli ultimi dieci anni il commercio esterno della Svizzera è aumentato in media del 5,7 per cento, nei primi quattro anni dall’en-trata in vigore del relativo ALS il com-mercio della Svizzera con il rispettivo partner è aumentato in media di oltre il 10 per cento all’anno.

Nei negoziati degli ALS, quali sono le competenze dell’AFD?Le regole d’origine costituiscono il nucleo centrale degli ALS. Esse defi-niscono quali prodotti possono fruire della riduzione dei dazi e sono di competenza della dogana. A quest’ul-tima, segnatamente al nostro servizio, compete dunque il compito di nego-ziare le regole d’origine e l’assistenza amministrativa in materia d’origine. Inoltre siamo responsabili dei settori relativi alle agevolazioni commer-ciali e all’assistenza amministrativa

nell’ambito delle questioni doganali. Collaboriamo strettamente con gli esperti della divisione principale Diritto e tributi della DGD e possiamo contare sull’ottima collaborazione con la divisione Statistica del commercio esterno. Nel quadro dell’aumento del numero degli accordi, aumenta anche l’importanza degli ALS per altri servizi doganali. La dogana è una pedina chiave nell’applicazione degli ALS: l’AFD è sia l’ufficio che rilascia le autorizzazioni sia l’ufficio di controllo. E naturalmente essa è coinvolta in tutte le importazioni ed esportazioni di merci originarie.

Gli ALS causano però anche maggiori oneri.Per la dogana gli ALS comportano maggiore lavoro: si tratta peraltro di individuare quali merci usufruiscono di un trattamento preferenziale. A questo scopo occorre applicare regole d’origine complesse che possono anche differire da un accordo all’altro. Gli Stati partner possono inoltre esigere che la dogana svizzera esegua controlli a posteriori presso l’esporta-tore. Nel contempo occorre continua-mente verificare gli ALS e adeguarli

Estensione geografica degli ALS svizzeri

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all’evoluzione politico-commerciale nonché garantire la non discrimi-nazione dell’economia svizzera.

Naturalmente anche le imprese sono sollecitate, in quanto un’attuazione corretta delle regole d’origine richiede conoscenze approfondite. Vale però la pena effettuare tali sforzi, dato che per gli esportatori vi sono concrete opportunità di profitto. In questo ambito c’è però ancora necessità di miglioramento. Un sondaggio di economiesuisse effettuato presso circa 140 ditte ha infatti mostrato che il 20 per cento non applica, per vari motivi, gli ALS. In questi casi l’AFD è chiaramente chiamata a intervenire. Il bisogno di informazione è grande e aumenterà. Per questa ragione in futuro la dogana vuole fornire un

maggior supporto alle ditte, in parti-colare anche alle PMI.

La Svizzera e il libero scambioAttualmente a livello mondiale sono in vigore 283 ALS e 474 sono stati notificati tramite l’OMC, mentre nel 1989 erano 25. Lo scambio di merci tra la Svizzera e i partner degli ALS rappresenta all’importazione l’83 per cento e all’esportazione il 71 per cento.

Commercio delle merci con partner degli ALS

50%

81% 66%

80% 64%

83% 71%

0%

100%

1990

2000

2010

importazione esportazione

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7Forum D. | Dossier

Lo scopo del limite di franchigia non è l’acquisto esente da imposta

wp. Da quando l’euro ha perso valore nei confronti del franco, moltissimi svizzeri vanno all’estero per fare acquisti a prezzi più bassi. Ciò comporta molti vantaggi: il corso del cambio favorevole, il fatto che la maggior parte dei prodotti costa meno e la possibilità di farsi rimbor-sare l’IVA estera all’esportazione della merce. In Germania, ad esempio, questa corrisponde al 19%. Inoltre, al rientro in Svizzera i turisti degli acqui-sti beneficiano del limite di franchigia secondo il valore di 300 franchi. Non devono quindi pagare alcun tributo (dazio, IVA) per le merci importate fino a questo valore. Sono esclusi beni come sigarette, alcol o prodotti agricoli, per i quali si applicano invece le cosiddette «quantità ammesse in franchigia».

Shopping internazionaleGli acquisti all’estero possono essere fatti anche via Internet e le ordinazioni online aumentano a vista d’occhio. Anche in questo caso per i consu-matori vi sono vantaggi, in quanto il dazio e l’IVA fino a un valore di 5 franchi non vengono riscossi. Con l’aliquota IVA dell’8% gli acquisti fino a un valore di 62 franchi (comprese le spese accessorie) sono esenti da tributi. Libri e medicamenti (IVA del 2,5%) possono essere importati in esenzione da tributi addirittura fino a 200 franchi. I consumatori più astuti si fanno fornire la merce ordinata online a un indirizzo all’estero nei pressi del confine e la importano poi personal-mente (in modo assolutamente legale) in Svizzera, beneficiando così del limite di franchigia secondo il valore di 300 franchi.

Il limite di franchigia per l’importazione di merci in Svizzera permette di riscuotere l’imposta secondo principi economici. Il suo scopo non è consentire di acquistare all’estero in esenzione da imposta. Sarebbe quindi sba-gliato aumentare tale limite per incentivare il turismo degli acquisti. In questo modo non si combatterebbero, infatti, le cause dei prezzi elevati nel nostro Paese.

Disparità di trattamentoLe attività commerciali svizzere si trovano in una situazione difficile, soprattutto quelle vicine al confine. La pressione sui prezzi esercitata dall’estero è enorme. Ad aggravare la situazione vi è il fatto che per le merci vendute nel nostro Paese non esiste un limite di franchigia e le imprese svizzere devono conteggiare l’IVA per tutte le merci vendute. Il Sorvegliante dei prezzi chiede da molto tempo un aumento del limite di franchigia nel traffico postale e di corriere, per accrescere ancor più la disparità di trattamento tra commercianti svizzeri ed esteri; intende così spingere le imprese svizzere a far beneficiare anche i consumatori dei vantaggi legati al tasso di cambio. Dopo che il Consiglio degli Stati ha rifiutato di raddoppiare il limite di franchigia da 5 a 10 franchi, il Sorvegliante dei prezzi chiede di aumentarlo a 8 franchi.

Costi-utilitàAnche se la richiesta del Sorvegliante dei prezzi è giustificata, sarebbe sba-gliato aumentare il limite di franchigia. E ciò per varie ragioni. Da un canto, vi è un semplice rapporto costi-utilità: il limite di franchigia è stato intro-dotto per motivi legati alla riscos-sione dell’imposta, in quanto l’onere dell’Amministrazione per la riscos-sione dell’IVA non deve superare l’im-porto riscosso. D’altro canto, vi sono motivi pratici: nel traffico turistico si intendono evitare le colonne che si creerebbero se i viaggiatori dovessero dichiarare alla dogana anche le merci in piccole quantità. Infine, anche gli altri Paesi hanno introdotto, per gli stessi motivi, un limite di franchigia,

che però, nella maggioranza dei casi, è inferiore a quello svizzero.

Violazione della neutralità concorrenzialeUn altro motivo contro un aumento del limite di franchigia è la violazione della neutralità concorrenziale. La riscossione dell’IVA non deve condurre a una disparità di trattamento tra imprese svizzere ed estere. L’imposta va riscossa allo stesso modo, indipen-dentemente dalla provenienza della merce. Per tale motivo, il principio della neutralità concorrenziale della riscossione è ancorato nella legge sull’IVA. Già oggi il limite di franchigia

penalizza fiscalmente le imprese sviz-zere: le merci provenienti dall’estero e con un valore inferiore a 300 franchi, nel traffico turistico, oppure a 62 o 200 franchi, nella vendita per corri-spondenza (a seconda dell’aliquota), sono esenti dall’IVA, mentre le merci svizzere soggiacciono a tale imposta. Poiché all’esportazione dalla Germania ogni euro pagato può essere sgravato dall’imposta, grazie al turismo degli acquisti i consumatori svizzeri pos-sono, nei limiti di franchigia ammessi, beneficiare di beni in assoluta esenzione da imposta. Aumentando il limite di franchigia, la disparità di trattamento sarebbe ancora maggiore. Tale limite non intende favorire gli acquisti all’estero esenti da imposta e un aumento non servirebbe a contra-stare i prezzi elevati nel nostro Paese. Per ridurli servono altri strumenti.

Opinione

«La pressione sui prezzi da parte dei concorrenti esteri è enorme.»

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«Porre le basi per la carriera professionale»

al. Signor Marguet, dopo quasi sei mesi di attività come comandante dei corsi del CFL, quali sono le sue prime esperienze?La nuova formazione di guardia di confine è complessa sia per gli aspi-ranti sia per gli istruttori e per tutti gli altri che s’impegnano in tale ambito. L’avvio risulta quindi impegnativo e vi sono diverse novità, ma sono comun-que soddisfatto. Fortunatamente sono assistito da istruttori motivati e com-petenti. Senza lavoro di gruppo non funziona niente, ciò vale anche per la mia attività lavorativa in seno al CFL. Sinceramente mi sto tuttora ambien-tando, ma grazie alle esperienze fatte come istruttore non devo cominciare da zero. Ritengo che l’ambiente d’ap-prendimento sia motivante. Mi rendo conto che le persone in formazione hanno obiettivi precisi e sono disposte a impegnarsi.

Di recente la formazione di guar-dia di confine è stata ristruttu-rata. Quali sono le novità?Uno degli elementi chiave della «Nuova formazione 2010» si fonda sulla riduzione della durata da cin-que a tre anni. Ora si tratta di una formazione modulare con metodi d’insegnamento e d’apprendimento moderni. In tal modo intendiamo offrire contenuti formativi orientati alle esigenze degli aspiranti nonché possibilità d’impiego con prospettive di carriera. Se del caso, vi è inoltre la possibilità di iniziare la forma-zione ogni semestre. Infine, deside-riamo rafforzare, anche a livello di formazione, la collaborazione con autorità partner svizzere ed estere al fine di sfruttare le sinergie e trarre vantaggio dalle esperienze.

Qual è l’obiettivo della formazione di base della durata di un anno? L’obiettivo è di trasmettere agli aspi-ranti, combinando teoria e pratica, le abilità e le conoscenze necessarie per il servizio quotidiano. In tale con-testo vengono impiegati nuovi metodi d’insegnamento e d’apprendimento, come ad esempio il «learning mana-gement system». Durante il periodo pratico (finalizzato a migliorare le competenze operative) gli aspiranti vengono assistiti da coach alla for-mazione del Cgcf, mentre durante i moduli teorici da istruttori del Cgcf. Conclusi i moduli, superati gli esami professionali e in adempimento delle condizioni del regolamento di promo-zione, gli aspiranti vengono ammessi all’esame professionale federale per «guardia di confine con attestato professionale federale», che consta di una prova pratica.

30 anni fa, ovvero il 15 ottobre 1981, è stato inaugurato il Centro di formazione di Liestal (CFL) dell’AFD. Da allora generazioni di doganieri e guardie di confine vi hanno imparato il proprio mestiere. Per poter fornire prestazioni di servizio professionali ed efficienti, la dogana deve disporre di personale ben formato. È proprio il CFL che pone tali basi. Dalla metà del 2011 Dominique Marguet è il responsabile della formazione delle guardie di confine. Nell’intervista rilasciata a Forum D. Marguet spiega in che modo intende preparare al meglio gli aspiranti in vista dei compiti impegnativi nell’attività quotidiana al confine.

Cgcf: formazione

Dominique MarguetLa guardia di confine celibe viene da Wetzikon nel Cantone di Zurigo e possiede una base solida. La sua car-riera professionale è iniziata nel 1999 in qualità di guardia di confine. Fino al 2006 ha lavorato presso i valichi di confine a Kreuzlingen. Dal novembre 2006, per due anni, è stato attivo come istruttore dei corsi per guardie di con-fine presso il CFL. Nel gennaio del 2009 è stato nominato sostituto del coman-dante dei corsi e a metà del 2010 ha

ripreso ad interim i compiti del coman-dante poiché questi era passato a una nuova funzione. Il 1° luglio 2011 è stato scelto come nuovo comandante dei corsi per guardie di confine.

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Come mai ci sono moduli anche nel secondo e terzo anno?Dato che sono abbastanza ampie, è difficile acquisire tutte le necessarie conoscenze e competenze in un anno. Ulteriori moduli consentono quindi agli aspiranti di approfondire quanto appreso. Nel contempo vengono anche introdotte novità. Le guardie di confine sono attive prevalentemente nella rete ferroviaria, negli aeroporti o svolgono impieghi mobili.

E in seguito?Solo dopo aver superato i due moduli del secondo e del terzo anno di

servizio, la formazione di guardia di confine è ritenuta conclusa. A questo punto non rimane più alcun osta-colo per una carriera di quadro o di specialista. Ciononostante vi saranno sempre ulteriori formazioni e perfezio-namenti. Il processo di apprendimento non è mai concluso, occorre sempre essere aggiornati.

Come responsabile dei corsi, qual è il Suo obiettivo di formazione? Porre le basi per l’ulteriore attività professionale degli aspiranti, per far sì che le basi teoriche vengano applicate nel servizio quotidiano e

che i circa 150 disposti legislativi (la cui esecuzione compete alla dogana) vengano applicati in modo giusto ed equilibrato. Intendiamo promuovere il senso di responsabilità e l’intrapren-denza. In sintesi: vogliamo contribuire a un’attività professionale delle guar-die di confine adeguata e conforme alle esigenze attuali.I nostri aspiranti hanno trovato la giusta via e dimostrato già durante la formazione di avere il «fiuto giusto». Infatti, nel mese di ottobre hanno trovato circa 90 grammi di hascisc e marijuana (nascosti in un pacchetto di sigarette) in un veicolo immatricolato in Spagna.

«Mi rendo conto che le per-sone in formazione hanno obiettivi precisi e sono disposte a impegnarsi.»

Nathan Guyénot, 34 anni, aspirante guardia di confine, corso A 2011«L’alternanza dei compiti è un aspetto della formazione che apprezzo in modo particolare. Grazie alla molte-plicità dei compiti di una guardia di confine non c’è rischio che subentri la routine. Un ulteriore punto impor-tante è costituito dal fatto che ci sono diverse possibilità di specializzazione, il che apre prospettive di sviluppo e di carriera.»

Melanie Pesenti, 29 anni, aspirante guardia di confine, corso A 2011«La formazione di guardia di confine mi consente di ampliare le conoscenze in diversi ambiti. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. La molteplicità dei compiti rende la professione affasci-nante e interessante. L’impegnativa formazione comprende attività doga-nali, diritto, criminalistica, sorveglianza e via di seguito. In tal modo non ci si annoia mai.»

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Controlli nell’era della biometria

al. Sono tanti i motivi che inducono una persona a lasciare il proprio Paese. La crescente mobilità e l’inter-connessione hanno ripercussioni sulla situazione nell’ambito della migra-zione. L’impatto degli eventi in altri Paesi, anche lontani, incide prima o poi anche sul nostro Paese; lo dimo-strano le ondate migratorie dopo le rivolte popolari nel Nord Africa.

Stazione di confine ChiassoBinario 13, stazione di Chiasso, una serata qualsiasi del mese di ottobre:

Presso i centri di identificazione di Chiasso e di Ginevra, il Cgcf e la polizia dispongono di mezzi tecnici moderni per verificare l’identità delle persone. In tal modo i controlli possono essere effettuati con maggiore efficacia. Forum D. illustra l’applicazione di tali mezzi con un esempio tratto dall’ambito della migrazione.

«Centro di identificazione»

le guardie di confine dell’ufficio di servizio Chiasso-Stazione sono som-merse di lavoro. In un treno regionale proveniente dall’Italia un passeg-gero non è in grado di legittimare la propria identità. «Asilo» è l’unica cosa che dice. Le guardie lo portano nell’ufficio di servizio. Dapprima, per motivi di sicurezza personale, il passeggero viene perquisito. Dopo di che vengono registrati gli effetti per-sonali (che non sono molti). Mancano i documenti che potrebbero rivelare la sua identità o provenienza. Circa il

75 per cento dei richiedenti l’asilo non porta con sé documenti di identità ufficiali al momento della presenta-zione della domanda d’asilo. Ciono-nostante, le guardie devono saper rispondere a domande del tipo: chi è? Da dove viene? Ha già presentato una domanda d’asilo altrove? In questi casi la dogana può, conformemente alla legge sulle dogane, verificare l’identità di persone, anche mediante il rilevamento di dati biometrici.

Centro di identificazioneA tale scopo, da quest’autunno il Cgcf dispone di due centri di iden-tificazione: uno a Ginevra e uno a Chiasso. Il Centro di Chiasso è parte integrante del Centro di competenza flussi migratori. Finalizzato a svolgere in modo efficiente i compiti di migra-zione, esso è gestito congiuntamente dal Cgcf e dalla polizia cantonale ticinese. Le guardie di confine e i poli-ziotti cantonali del Centro di identifi-cazione dispongono di mezzi tecnici all’avanguardia, ovvero il sistema d’identificazione per la verifica di dati

Finalizzato a svolgere in modo efficiente i compiti di migrazione.

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11Forum D. | Dossier

AFIS e di dati Eurodac «LiveScan» nonché la piattaforma di sistema eneXs collegata a un dispositivo auto-matizzato per la presa di fotografie.Ma torniamo al nostro passeggero. Le sue impronte digitali vengono rilevate mediante «LiveScan» e confrontate con quelle memorizzate nelle banche dati AFIS ed Eurodac. Se la persona figura in Eurodac viene applicato l’accordo di Dublino, nel senso che il trattamento della domanda d’asilo spetta al Paese in cui il passeggero ha depositato la sua prima domanda. Ciò per evitare che una persona dopo una decisione d’asilo negativa possa nuovamente presentare una

domanda d’asilo in un altro Stato aderente alla Convenzione di Dublino. Nel contempo viene avviata la ricerca in AFIS (vedi riquadro). Visto che il nostro giovane passeggero non risulta registrato da nessuna parte, le guardie lo accompagnano al Centro di registrazione dell’Ufficio federale della migrazione.

Vantaggi del Centro di identificazioneGrazie all’identificazione di persone e alla registrazione nei vari sistemi d’informazione, il Centro di identifi-cazione di Chiasso effettua i controlli in maniera più efficiente. Il supporto

tecnico per la verifica dei documenti biometrici è garantito da eneXs. Non è sempre facile fare un confronto tra fotografia e persona, soprattutto in sua presenza. Talvolta vengono presentati documenti non apparte-nenti alla persona o pagine dei dati anagrafici manipolate. Un raffronto automatico della fotografia del pas-saporto con i dati del chip e con un rilievo fotografico sul posto forniscono certezza.

AFISDal 1984 il sistema automatico d’identificazione delle impronte digitali (AFIS) è gestito dall’Ufficio federale di polizia. L’AFIS permette di registrare e analizzare le caratteristiche biometriche delle impronte digitali e delle impronte palmari nonché gli indizi rilevati sui luoghi dei reati per stabilire l’identità di persone.

EurodacCreata nel 2000, la banca dati europea Eurodac serve alla registrazione delle impronte digitali e contiene le impronte digitali dei richiedenti l’asilo e delle persone entrate illegalmente. Essa consente di intercettare domande d’asilo multi-ple in diversi Paesi europei.

eneXsQuesta piattaforma di sistema del Cgcf supporta il controllo di persone e di documenti mediante una consultazione integrata dei sistemi d’informazione e attraverso il confronto biometrico delle impronte digitali e delle immagini facciali dei documenti biometrici.

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12 Forum D. | Dossier

«Un mezzo efficace per la lotta al contrabbando»

sw. Signor Gasser, perché è nato il CSA AFD?Beat Gasser: Negli ultimi anni, le possibilità tecnologiche di raccolta e diffusione delle informazioni si sono sviluppate in modo rapidissimo. La conseguenza è il noto sovraccarico da informazioni. Per svolgere i suoi compiti, l’AFD necessita di un’enorme quantità di informazioni. Saperle selezionare è perciò più importante che mai. Infatti solo così è possibile lavorare in modo più efficiente e inci-sivo. La sfida consiste nel filtrare il più velocemente possibile le informazioni salienti e farle pervenire alle istanze competenti, il che permette a queste ultime di acquisire le basi necessarie per la pianificazione e la presa di decisioni.

Héribert Wider: Si tratta anche di individuare i nessi e trarre le oppor-tune conclusioni. Questo non sarebbe fattibile valutando le informazioni in modo isolato e anzi potrebbe, in

Dal 1° gennaio 2011 è operativo il nuovo Centro di situazione e analisi dell’AFD (CSA AFD). Nel nuovo centro di competenza collaborano a stretto contatto tre unità organizzative dell’AFD: la sezione Operazioni del Cgcf, l’Ufficio centrale antifrode doganale e il servizio Analisi dei rischi. L’attività del centro si focalizza sulla lotta alla criminalità doganale, la quale richiede un intenso scambio di informazioni. Héribert Wider, Beat Gasser e Markus Zeller, capi dei tre servizi responsabili, spiegano ai lettori di Forum D. perché d’ora in poi i contrabban-dieri non avranno vita facile.

Centro di situazione e analisi dell’AFD

talune circostanze, condurre a inter-pretazioni errate. Per questo motivo, la direzione dell’AFD ha deciso di istituire un centro di competenza che analizza e prepara centralmente le informazioni importanti dal punto di vista del rischio e della situazione nonché le mette a disposizione delle unità organizzative dell’AFD per la loro attività di controllo.

Qual è il contributo del nuovo centro di competenza, in parti-colare nella lotta alla criminalità doganale? Sarà un ostacolo in più per i contrabbandieri?Markus Zeller: Per contrastare la criminalità doganale svizzera e tran-sfrontaliera, all’AFD serve un’analisi della situazione completa, fondata sugli indicatori di rischio. Essa deve prevedere gli sviluppi futuri ed essere costantemente aggiornata. Lo scopo è precorrere le tendenze dei contrab-bandieri e reagire di conseguenza. Perciò il flusso delle informazioni

all’interno della dogana deve circolare il più velocemente possibile ed essere di elevata qualità.

Héribert Wider: Con il nuovo CSA AFD e il neocostituito processo di informazione dell’AFD vogliamo garantire la rapidità del flusso infor-mativo. Ovviamente lo scambio delle informazioni a tutti i livelli esisteva anche prima, ma ora viene gestito soprattutto a livello operativo.

In cosa consiste il lavoro quotidiano del CSA AFD? Beat Gasser: Di principio il CSA AFD elabora informazioni su situazioni di rischio che possono interessare il servizio civile e il Cgcf, oppure diversi generi di traffico o parti estese del territorio doganale svizzero. Ogni giorno si tiene una riunione per la cernita delle informazioni, alla quale partecipano i rispettivi responsabili delle tre unità organizzative del CSA AFD. Si procede quindi a una prima

Héribert Wider, capo della sezione Opera-

zioni del Cgcf

Beat Gasser, capo dell’Ufficio centrale

antifrode doganale

Markus Zeller, capo del servizio Analisi dei

rischi

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13Forum D. | Dossier

Il CSA AFD elabora informazioni su situazioni di rischio che possono interessare il servizio civile e il Cgcf o diversi generi di traffico. I controlli svolti dal

servizio civile e dal Cgcf si basano proprio su questi profili rischio.

valutazione congiunta del materiale raccolto. Ai responsabili spetta un compito tutt’altro che facile, perché devono decidere in pochissimo tempo se un’informazione è rilevante o meno ai fini della lotta al contrabbando. I dati raccolti vengono quindi resi disponibili, sotto forma di prodotti, alle unità organizzative dell’AFD nonché alle organizzazioni partner coinvolte o interessate.

Markus Zeller: Facciamo la distinzione tra i risultati delle analisi e gli indica-tori di rischio concreti, che possono essere integrati direttamente nella pianificazione dei controlli. Inoltre vi sono note rischio che sensibilizzano gli uffici riguardo a determinati rischi. Il

CSA AFD fornisce altresì informazioni su determinate tendenze, che potreb-bero tornare utili all’acquisizione di informazioni per una successiva analisi approfondita.

In che modo il CSA AFD rappre-senta un valore aggiunto per la dogana svizzera?Beat Gasser: Usando una metafora, l’attività del centro è come la ruota centrale di un ingranaggio. Come ufficio di coordinamento, il CSA AFD assicura il flusso delle informazioni e supporta l’attività di controllo del Cgcf e del servizio civile con dati concreti sul rischio e sulla situazione. Insomma: il nuovo centro di competenza è al servizio di tutta l’AFD.

Il CSA AFD è operativo da quasi un anno. Può azzardare un primo bilancio? Markus Zeller: Ci siamo posti obiettivi ambiziosi, perciò siamo ancora molto

lontani dall’averli raggiunti. Siamo coscienti delle grandi aspettative, comunque va detto che la realizza-zione del centro non è un progetto a breve termine, bensì un investi-mento per il futuro. Sicuramente un importante traguardo che abbiamo raggiunto nei primi sei mesi è la creazione di un processo di informa-zione unitario per il servizio civile, che il Direttore generale delle dogane ha recentemente posto in vigore. Adesso bisogna applicarlo, capirlo e interio-rizzarlo.

Cosa si aspetta dal CSA AFD e come vede il futuro? Héribert Wider: Per gestire in modo efficiente la trasmissione delle informazioni e l’attività di selezione, prossimamente sarà attivata un’ap-plicazione informatica specifica, che facilita la consegna delle informazioni ai collaboratori. Partiamo dal presup-posto che in futuro il volume dei dati

«Lo scopo è precorrere le tendenze dei contrabban-dieri e reagire di conse-guenza.»

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aumenterà e, di conseguenza, si dif-fonderà la mentalità secondo cui tutti i detentori di informazioni sono parte integrante del centro. Solo con la collaborazione di tutti il CSA AFD sarà in grado di soddisfare le aspettative a medio termine. I collaboratori divente-ranno, per così dire, «le antenne» del centro.

Markus Zeller: Siamo convinti di aver creato un mezzo efficace per contra-stare ancora meglio il contrabbando. L’obiettivo è chiaro e stiamo lavorando per conseguirlo. Confidiamo di stabi-lire una proficua e intensa collabora-zione con tutte le unità organizzative dell’AFD nonché con i partner esterni nazionali e internazionali.

Molteplicità di compiti

Presso il CSA AFD, che ha sede presso la DGD di Berna, lavorano collaboratori del servizio Analisi dei rischi, della sezione Operazioni del Cgcf e dell’Ufficio centrale anti-frode doganale. Oltre a una prima valutazione e all’analisi, lo scambio di informazioni con tutti gli uffici dell’AFD e le organizzazioni partner esterne costituisce una delle attività principali del centro. A questo pro-posito, nei mesi a venire sarà data priorità all’ampliamento e al consoli-damento di questi contatti.

A medio termine, il CSA AFD si prefigge di:

– diventare l’interlocutore centrale dell’AFD per i partner nazionali ed internazionali;

– coadiuvare l’attività di controllo dell’AFD attraverso la messa a disposizione mirata di informa-zioni inerenti al rischio e alla situazione;

– preparare una situazione intercon-nessa in materia di rischi dell’AFD;

– coordinare gli interventi interna-zionali che prevedono la parteci-pazione dell’AFD;

– garantire il supporto in ambito informativo e di conduzione nelle situazioni straordinarie.

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15Forum D. | Dossier

Nell’ambito dell’operazione Frontex «Focal Point Air», le guardie di frontiera svolgono controlli alle frontiere esterne di aeroporti fortemente frequentati dello spazio Schengen. Frontex assume il coordinamento degli Stati coinvolti e si fa carico delle spese dell’operazione. In Svizzera la polizia cantonale e il Cgcf lavorano a stretto contatto nell’ambito dell’impiego di colleghi esteri (cosid-detto «hosting»). Il coordinamento a livello nazionale e internazionale di tutte le operazioni Frontex a cui parte-cipa la Svizzera spetta al Cgcf.

Scambio di informazioni relative alla situazioneL’obiettivo dell’operazione «Focal Point Air» è quello di migliorare la collabo-razione tra gli aeroporti scambiandosi, tra collaboratori e quadri, le procedure tecniche e tattiche al fine di lottare

«Focal Point Air»: contro la migrazione illegale

Quest’anno per la prima volta la polizia cantonale di Zurigo e il Cgcf hanno partecipato all’ope-razione «Focal Point Air». Da maggio a ottobre, presso gli aeroporti di Zurigo e Ginevra, cinque guardie di frontiera estere hanno offerto il loro supporto nei controlli alle frontiere esterne di Schengen. In cambio la Svizzera ha inviato tre collaboratori in aeroporti ubicati in Germania, Spagna e Italia per due mesi. Di Jürg Von Gunten, capo del servizio Impieghi internazionali Cgcf

contro la migrazione illegale, nonché importanti informazioni relative alla situazione e ai nuovi sviluppi. Queste confluiscono contemporaneamente nell’analisi della situazione di Frontex. I colleghi esteri sottostanno durante il loro periodo d’impiego alle autorità svizzere. Essi non dispongono però di alcuna competenza nazionale sovrana e il loro impiego non comprende un mandato di ispezione.

Specialisti in materia di documentiDa agosto a ottobre 2011 (comples-sivamente durante nove settimane), all’aeroporto di Zurigo sotto il comando della polizia cantonale hanno lavorato tre colleghi esteri (uno dalla Slovacchia,

uno dall’Ungheria e uno dalla Germa-nia). Le guardie di frontiera indossa-vano l’uniforme ed erano riconoscibili dalla fascia Frontex sul braccio. Tra maggio e ottobre (complessivamente durante sei settimane), all’aeroporto di Ginevra hanno lavorato due colleghi esteri provenienti uno dalla Lettonia e l’altro dalla Polonia. Per tutti i parte-cipanti gli impieghi sono stati un suc-cesso. Oltre a ospitare colleghi esteri, nel 2011 la Svizzera ha inviato tre sue guardie di confine all’estero durante due mesi: una in Germania, una in Spagna e una in Italia. In questo caso si trattava di specialisti in materia di documenti. Le prime esperienze anche in questo caso si sono rivelate molto positive. Per l’anno prossimo sono pianificati sia «hosting» in Svizzera sia invii all’estero di guardie di confine e di membri della polizia cantonale di Zurigo.

Frontex

Per tutti i partecipanti gli impieghi sono stati un successo.

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16 Forum D. | Dossier

Mulhouse e le stazioni di confine di BasileaA Basilea ci sono tre stazioni: la stazione centrale FFS e altre due di confine. Nella Grossbasel (sulla sponda occidentale del Reno), la Elsässerbahnhof offre collegamenti verso la Francia e gli Stati del Bene-lux. Presso la Badischer Bahnhof nella Kleinbasel (a est del fiume), vi sono invece collegamenti diretti a lunga distanza verso la Germania del Nord come pure treni regionali per la Wiesental o il treno diesel per Sciaf-fusa che percorre il territorio tedesco. Con l’ampliamento dei collegamenti ad alta velocità, da dicembre anche la stazione di Mulhouse acquista importanza. Oltre ai treni in direzione della capitale francese, vi passano ora quelli diretti per Marsiglia e Montpellier. I viaggiatori provenienti dall’Alsazia possono così raggiun-gere il Mediterraneo in meno di cinque ore.

Guardie di confine svizzere e doganieri francesi pronti per il nuovo TGV

Nell’ambito di una formazione comune, i doganieri francesi e i collaboratori della regione guardie di confine di Basilea si sono preparati per l’introduzione del nuovo treno ad alta velocità e a due piani «Euro Duplex Rhin-Rhône». Esso circolerà sulla linea veloce Mulhouse-Digione collegando Zurigo a Parigi. Di Patrick Gantenbein, responsabile dell’informazione della regione guardie di confine I

In ottobre le guardie di confine di Basilea e Berna, insieme ai loro colleghi francesi di Mulhouse, hanno potuto familiarizzarsi con il nuovo TGV a due piani, che da dicembre 2011 collegherà Zurigo a Parigi (Gare de Lyon) via Basilea. Grazie alla colla-borazione da parte di SNCF, i doga-nieri e le guardie di confine hanno perlustrato per diverse ore il nuovo modello di treno, sotto la guida esperta di vari tecnici delle ferrovie francesi. Scopo della formazione era prendere dimestichezza con il nuovo convoglio nonché identificare poten-ziali nascondigli per il contrabbando. Nel traffico ferroviario vengono infatti sequestrati di continuo droghe o documenti falsi.

Dall’ansa del Reno alle sponde della Senna in sole tre oreIl moderno treno entrerà in funzione con il nuovo orario delle ferrovie a dicembre. Esso utilizzerà la nuova linea veloce verso ovest Mulhouse-Besançon-Digione, e quindi i

viaggiatori svizzeri non dovranno più passare da Strasburgo. Il risparmio in termini di tempo è di mezz’ora.Il nuovo TGV ha una capacità di oltre 500 passeggeri. Quando i collabo-ratori del posto guardie di confine di Basel-Bahn salgono sul treno a Mulhouse per effettuare un controllo doganale, hanno a disposizione

solo 18 minuti di tempo prima di arrivare a Basilea. In questo tratto il treno non può circolare alla velocità massima di 320 km/h, bensì solo a 130 km/h. Nella città renana il treno non si ferma nel settore francese della stazione, bensì direttamente nella stazione centrale FFS. Dopo una sosta di pochi minuti, prosegue in direzione di Zurigo.

Traffico turistico

«»

Nel traffico ferroviario ven-gono infatti sequestrati di continuo droghe o documenti falsi.

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17Forum D. | Dossier

Sgominata banda di contrabbandieri

Poiché le importazioni di carne in Svizzera al di fuori del contingente doganale soggiacciono a dazi elevati, il contrabbando in questo settore è par-ticolarmente florido. Così dev’essere stato anche per due coniugi, che nel Sud della Germania avevano iscritto nel registro di commercio un nego-zio di alimentari. La coppia forniva regolarmente carne contrabbandata di manzo, agnello e volatile ad alcune macellerie di Basilea, Bienne, Friburgo, Losanna e Ginevra. Per non saltare all’occhio, l’uomo aveva registrato il domicilio a Basilea e immatricolato in Svizzera l’automobile e il furgone di sua proprietà. Durante le loro «escur-sioni», i due giungevano nel nostro Paese attraverso valichi di confine non occupati. Per verificare la presenza di eventuali guardie di confine, l'uomo si faceva precedere in macchina dalla moglie o dalla figlia. Se la situazione al confine era favorevole, le donne avvisavano l’uomo, che arrivava di lì a poco alla guida di un’altra auto carica di merce da contrabbandare.

Nell’agosto 2011, in collaborazione con la formazione speciale dell'AFD, le Sezioni antifrode doganale di Basilea, Losanna, Stoccarda e Belfort hanno sgominato una banda di contrabbandieri durante un’operazione trinazionale, che ha portato al sequestro di 28 tonnellate di carne contrabbandata. I tributi sottratti ammon-tano a oltre 450 000 franchi. La carne era destinata a diverse macellerie della Svizzera tedesca e romanda. I mandanti del contrabbando, organizzato in modo professionale, erano due coniugi del Sud della Germania. Di Paul Zuber, capo della Sezione antifrode doganale di Basilea

Indagini condotte in tre PaesiNell’agosto 2011, la Sezione antifrode doganale di Basilea è intervenuta bloccando i contrabbandieri presso un acquirente di Basilea. Nel vano piedi e nel portabagagli dell’auto sono stati scoperti e quindi sequestrati 360 chilogrammi di carne, oltretutto non refrigerata. Nel contempo sono state ordinate perquisizioni presso altri acquirenti in Svizzera, ma anche in Germania nel luogo di domicilio degli imputati e in Francia presso i forni-tori. Sulla base dell’accordo antifrode con l’UE, due ispettori antifrode di Basilea hanno potuto partecipare alle perquisizioni dei colleghi di Stoccarda. L’inchiesta, coordinata a livello trina-zionale, ha permesso di raccogliere importanti prove materiali. Inoltre è stata sequestrata e poi consegnata alla polizia una pistola carica, rinve-nuta nella cassaforte del macellaio di Basilea. Cinque persone sono state arrestate provvisoriamente per pericolo di collusione e di fuga. La carcerazione preventiva, disposta dal giudice dei provvedimenti coercitivi nei confronti dei due imputati principali e del macellaio basilese, ha consentito alla Sezione antifrode doganale di Basilea di concludere l’inchiesta penale doga-nale nel giro di due settimane.

Infrazioni anche al diritto sulle derrate alimentariDalle indagini è emerso che, negli ultimi due anni, la coppia ha con-trabbandato complessivamente 28 tonnellate di carne. Per tale quantità sono dovuti tributi per oltre 450 000 franchi. Gli imputati principali sono solidalmente responsabili per tale importo, mentre gli acquirenti per i tributi relativi alle partite di carne rilevata. Inoltre sono esigibili una pena pecuniaria e una multa elevata. Ma non è tutto: poiché il trasporto della carne avveniva senza i dispositivi di refrigerazione prescritti dalla legge, è stata anche violata la legislazione sulle derrate alimentari. Il redditizio commercio illegale di carne è stato bloccato, almeno per ora.

Paul Zuber

Lotta contro la frode doganale

La coppia forniva regolar-mente carne contrabban-data di manzo, agnello e volatile ad alcune macellerie di Basilea, Bienne, Friburgo, Losanna e Ginevra.

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18 Forum D. | Dossier

Svizzera-Stati Uniti: effetti del franco forte

I grafici mostrano il livello delle espor-tazioni e delle importazioni nominali (agosto 2008 = 100) nonché l’evolu-zione del corso di cambio tra il franco e il dollaro durante lo stesso periodo. La curva delle esportazioni della Sviz-zera verso gli Stati Uniti mostra che per un periodo prolungato il costante ribasso del dollaro non ha effetti, vale a dire che le esportazioni verso gli Stati Uniti oscillano, ma solo in una fascia contenuta. Soltanto nel terzo trimestre del 2011 le esportazioni scendono in modo rilevante. Sino a fine 2010 anche le importazioni si

Negli ultimi mesi il tema del franco forte ha conquistato la ribalta dei media ed era all’ordine del giorno negli ambiti politici ed economici. Secondo la teoria economica, una moneta nazionale in rialzo riduce i costi delle importazioni e rincara quelli delle esportazioni. Di conseguenza, se le altre condizioni permangono immutate, le importazioni dovrebbero aumentare e le esportazioni diminuire. È possibile verificare tale teoria basandosi su dati del commercio esterno tra la Svizzera e gli Stati Uniti nel periodo agosto 2008–settembre 2011?Di Matthias Pfammatter, Statistica del commercio esterno AFD

sono evolute praticamente in maniera indipendente dal tasso di cambio. In seguito sono tendenzialmente aumentate, conformandosi almeno per alcuni mesi alla summenzionata teoria. In conclusione non è dunque così facile confermare tale teoria. Ciò perché altri fattori indipendenti dal corso di cambio (prezzi) influenzano la domanda. Tra gli esempi vi sono le innovazioni tecniche, la fidelizzazione del consumatore (relazioni d’affari tradizionali, esigenze qualitative dei prodotti di partenza, impossibilità di

sostituire in tempi brevi il fornitore), la moda, i prodotti di nicchia che dif-ficilmente seguono l’evoluzione dei prezzi, la saturazione del mercato e la fedeltà alla marca. Anche la situa-zione congiunturale del partner com-merciale, che influisce sulla domanda principalmente a livello delle espor-tazioni, svolge un ruolo importante. Infine l’adattamento della domanda sulla scorta dell’evoluzione del corso di cambio non dovrebbe verificarsi che in un secondo tempo, ossia dopo molti mesi o addirittura anni.

Commercio esterno

Valore all’esportazione in CHF, indicizzato

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esportazioni Corso del cambino CHF / $ (scala a destra)

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importazioni Corso del cambino CHF / $ (scala a destra)

Valore all’importazione in CHF, indicizzato

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20 Forum D. | Dossier

Regole d’origine modernizzate e semplificate

wp. In cosa consiste la Conven-zione d’origine?Per poter far circolare prodotti industriali in franchigia di dazio nella cosiddetta zona di cumulo paneuro-mediterranea, tutti i Paesi contraenti1 devono essere legati da ALS con regole d’origine identiche. In futuro la Convenzione sostituirà i protocolli d’origine dei pertinenti ALS. Oltre ai Paesi membri della zona di cumulo paneuromediterranea, sono ora Parti contraenti anche i Paesi dei Balcani occidentali2.

1 UE, AELS, Turchia, Egitto, Algeria, Israele,

Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia,

Cisgiordania e Striscia di Gaza, Isole Feroe

2 Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia,

Macedonia, Montenegro e Serbia

A metà anno, la Svizzera è stata una delle prime Parti contraenti a concludere a Bruxelles l’Accordo paneuromediterraneo sulle regole d’origine. La cosiddetta «Convenzione d’origine» sostituirà i protocolli d’origine paneuromediterranei contenuti nei singoli accordi di libero scam-bio (ALS) della Svizzera/AELS. La Convenzione consente l’adesione dei Paesi dei Balcani occiden-tali alla zona di cumulo paneuromediterranea e risponde in particolare a un’esigenza dell’econo-mia svizzera di esportazione. A tal proposito abbiamo intervistato Ralf Aeschbacher del servizio Accordi di libero scambio della DGD.

Perché è stata creata?Eventuali modifiche del protocollo d’origine paneuromediterraneo sono laboriose poiché implicano l’adegua-mento di ogni singolo protocollo/ALS. Qualora le Parti contraenti dovessero fissare delle modifiche, in futuro sarà sufficiente adeguare le regole d’ori-gine della Convenzione. In tal modo le modifiche si applicano automatica-mente ai rispettivi ALS, semplificando la procedura di adeguamento e accelerando la loro attuazione.

Origine

Come mai in quell’occasione le regole d’origine non sono state rielaborate, visto che sono considerate obsolete?Le regole d’origine non sono state oggetto di revisione per accelerare i tempi di attuazione della Conven-zione. Ciò va a beneficio dell’econo-mia svizzera, in particolare in vista delle nuove possibilità di cumulo con i Paesi dei Balcani occidentali. Le regole d’origine esistono ormai da 40 anni ed effettivamente non rispettano più la situazione economica attuale, né rispecchiano la posizione europea conforme ai principi del liberismo economico. Contestualmente all’at-tuazione della Convenzione, viene quindi portata avanti anche la revi-sione. In questo contesto la Svizzera/AELS svolge un ruolo importante: si adopera per lo snellimento del proto-collo, la soppressione di moduli quali il certificato di circolazione delle merci EUR.1 nonché per la semplificazione e la liberalizzazione delle disposizioni in materia di origine.

Quali cambiamenti comporta la Convenzione?Benché la Convenzione sia già stata firmata da alcune Parti contraenti, tra cui anche la Svizzera, per il momento non vi sono cambiamenti né per la dogana né per l’economia elvetica. Verosimilmente la Conven-zione entrerà in vigore a inizio 2012. Inoltre, le regole d’origine in essa contenute sono identiche a quelle del protocollo d’origine paneurome-diterraneo. Sarà tuttavia possibile effettuare il cumulo con i Paesi dei

Ralf Aeschbacher

«Per poter far circolare pro-dotti industriali in franchi-gia di dazio nella cosiddetta zona di cumulo paneuro-mediterranea, tutti i Paesi contraenti ddevono essere legati da ALS con regole d’origine identiche.»

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21Forum D. | Dossier

Balcani occidentali. Vengono quindi create condizioni di parità tra l’eco-nomia svizzera di esportazione e i concorrenti nell’UE. Ciò consente, ad esempio, di esportare in Macedonia semilavorati con statuto dell’origine e consegnarli in franchigia di dazio sul mercato dell’UE dopo la loro ultimazione senza perdere lo statuto dell’origine. Questo risponde a un’esigenza che l’economia svizzera aveva espresso da tempo.

A partire da quando la Conven-zione avrà effetto per la Svizzera?La Convenzione come tale entrerà in vigore nel momento in cui almeno due Parti contraenti l’avranno firmata e ratificata. È quindi prevedibile che

gli Stati membri dell’AELS e dell’UE saranno i primi. In una fase succes-siva si tratterà di adeguare progressi-vamente i 15 ALS della Svizzera/AELS. Il protocollo d’origine paneurome-diterraneo di oltre 170 pagine sarà ridotto a 1–2 pagine con un rinvio alla Convenzione.

Quali sono le ripercussioni sulla dogana?L’attuazione della Convenzione non avrà alcuna ripercussione sull’attività doganale quotidiana. In quanto rap-presentante della dogana, il servizio Accordi di libero scambio della DGD collaborerà con il comitato doganale e il comitato misto al fine di adeguare i rispettivi ALS.

E sull’economia? Per ora non vi sono ripercussioni nemmeno sull’economia svizzera, ma non appena la Convenzione sarà fis-sata negli ALS con l’UE e con i Paesi dei Balcani occidentali, le imprese nazionali potranno beneficiare del cumulo diagonale con tali Paesi.

Euro-Med

EFTA

Pan-Euro

Egypt

Algeria

Jordan

IsraelTurkey European Community (27)

LiechtensteinIceland

NorwaySwitzerland

West Bank/ Gaza Strip

Faroe

Syria

Tunisia

Lebanon

Marocco

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22 Forum D. | Dossier

Progetti per la dogana di domani

wp. Grazie alla sua esperienza e al suo know-how, Marcel Frei (54 anni, di San Gallo) fornisce un importante contributo alla Commissione euro-pea. In effetti, nel 2004 era responsa-bile dell’introduzione in Svizzera del «nuovo sistema di transito compu-terizzato» (NCTS), il quale consente da alcuni anni il disbrigo elettronico in Svizzera di tutte le procedure doganali correlate al transito. Già allora Frei collaborava a stretto con-tatto con le autorità dell’UE, e sono proprio state queste ultime ad avviare NCTS con l’obiettivo di semplificare, accelerare e rendere più sicuro il regime di transito. Grazie all’attività pluriennale quale capo del Centro di servizio alla clientela della dogana svizzera, Frei conosce a fondo le esigenze degli uffici doganali e delle imprese. In tal modo il suo approc-cio pratico e la prossimità al cliente gli facilitano l’attività in seno alla Commissione europea. Marcel Frei ribadisce che «proprio nei progetti particolarmente complessi a livello tecnico è importante tenere presente la facilità d’impiego. Al giorno d’oggi l’uniformazione e la semplificazione di processi nonché l’interconnes-sione tra le amministrazioni doganali rappresentano una grande sfida. In questo contesto è necessario sfrut-tare il potenziale per aumentare ulte-riormente l’efficienza della gestione doganale nel traffico transfrontaliero delle merci. Infatti, ciò costituisce un importante elemento competitivo nella concorrenza globale». È altresì di grande importanza rendere più sicuro il traffico delle merci commer-ciabili. Attualmente vengono elabo-rati progetti a livello mondiale volti a

Dall’inizio del 2011 il perito doganale svizzero Marcel Frei lavora a Bruxelles presso la Direzione generale Fiscalità e Unione doganale (TAXUD) della Commissione europea. In questo contesto collabora a diversi progetti doganali dell’UE che potrebbero essere importanti anche per la Svizzera. La sua partecipazione fa sì che il nostro Paese stia al passo con gli sviluppi in materia doganale dell’UE.

risolvere il conflitto tra l’agevolazione commerciale e la sicurezza.

Una collaborazione intesa a ridurre i costi«Stiamo lavorando a progetti doganali di domani che influenze-ranno sensibilmente l’ambiente della dogana e le condizioni quadro per il commercio internazionale. Assume quindi rilievo il fatto che la Svizzera sia costantemente aggiornata per quanto riguarda gli sviluppi in corso e vi possa influire», afferma il doga-niere svizzero. Uno di questi progetti è il «Globally Networked Customs» (GNC) dell’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD), finalizzato a collegare in rete a livello internazio-nale le amministrazioni doganali. Tale collaborazione permetterebbe di ridurre il dispendio e quindi anche i costi sia per la dogana sia per l’e-conomia. Condividendo ad esempio le informazioni per procedure di ricerca o analisi dei rischi, le ammi-nistrazioni doganali hanno a dispo-sizione maggiori informazioni. Dopo l’approvazione, a metà 2011, da parte dell’OMD per l’ulteriore modo di procedere, per l’anno prossimo è previsto uno studio di fattibilità per il quale Marcel Frei collaborerà nel gruppo di lavoro responsabile dei processi aziendali. Frei è convinto che il progetto GNC verrà attuato, occorre soltanto avere un po’ di pazienza.

Semplificare, accelerare…Marcel Frei è anche coinvolto nel progetto «Single Window». Per poter ottenere autorizzazioni per l’impor-tazione o l’esportazione di merci,

Affari internazionali

spesso sono necessari numerosi permessi da vari uffici in diversi Paesi. Visto che oggigiorno tale procedura risulta abbastanza difficile, il pro-getto «Single Window» prevede la creazione di un portale unico all’interno dell’UE nel quale gli opera-tori economici e i cittadini possono procurarsi in un’unica volta autoriz-zazioni per l’importazione o l’espor-tazione di merci. Ne trae vantaggio anche la dogana poiché le autoriz-zazioni potrebbero essere verificate elettronicamente in un unico posto. I diversi sistemi informatici dei Paesi costituiscono comunque un ostacolo. Per questo motivo anche qui vale il principio: uniformare, semplificare, accelerare e ridurre i costi.

Il progetto «Self assessments» va addirittura oltre, e si prefigge di sopprimere, per imprese partico-larmente affidabili, l’imposizione all’importazione convenzionale. In tal modo le ditte che soddisfano i criteri di sicurezza, solvibilità e via di seguito dovrebbero dichiarare alla dogana le proprie importazioni di merci solo periodicamente (come la dichia-razione d’imposta), mediante ad esempio una dichiarazione collettiva di tutte le importazioni a fine anno anziché ogni volta e singolarmente all’atto dell’importazione. Da tale soppressione ci si attende tra l’altro una riduzione del dispendio dell’im-

«Proprio nei progetti par-ticolarmente complessi a livello tecnico è importante tenere presente la facilità d'impiego.»

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posizione sia per le imprese sia per la dogana.

Altri progettiOltre a «Globally Networked Customs» e «Single Window» Marcel Frei parteciperà anche ad altri progetti, quali il «Business Project Management Notation» che pre-vede uno standard strutturale dei processi aziendali doganali uniforme

in tutti i Paesi europei. Il progetto «Pipeline interface/coordinated border management» ha invece lo scopo di identificare ed eliminare le lacune nella catena della creazione di valore aggiunto delle imprese e della dogana. Infine, Frei lavorerà di tanto in tanto anche per l’helpdesk del sistema di controllo esportazione, importazione e transito nonché per quello di spedizione dove si tratta

di rispondere a richieste dei clienti particolarmente complesse.L’impiego di Frei presso la Commis-sione europea è limitato a due anni con l’opzione di prolungamento. Dopo ritornerà in Svizzera e potrà nuovamente dare il suo importante contributo alla dogana. Nel frat-tempo, tiene aggiornati i colleghi della dogana svizzera da Bruxelles.

Marcel Frei

TAXUDAll’interno della Commissione europea (l’organo esecutivo dell’UE), la Direzione generale TAXUD è responsabile delle imposte dirette e indirette nonché dell’unione doganale. TAXUD, con a capo il tedesco Walter Deffa, comprende circa 500 collaboratori ed è composta di cinque divisioni principali incentrate sui seguenti ambiti: risorse; politica doganale, diritto e tariffa; security safety e coordinazione internazionale; imposte indirette; imposte dirette. Marcel Frei lavora nella seconda di queste divisioni e si occupa del settore inerente alla politica doganale e alla dogana elettronica.

Ulteriori informazioni su TAXUD: http://ec.europa.eu/taxation_customs

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24 Forum D. | Dossier

Sfruttare le sinergie in ambito di riscossione dell’imposta

sw. Signor Dietrich, cosa significa concretamente l’integrazione nell’AFD di una parte della RFA?L’attuale legge, entrata in vigore negli anni Trenta del secolo scorso, viene totalmente rivista. A tale scopo sono previste una legge sull’imposizione delle bevande spiritose, concernente la riscossione dell’imposta, e una legge sul mercato dell’alcol (vigilanza statale sul commercio di alcol). Con quest’ultima si intende tra l’altro introdurre limitazioni del commercio come prescrizioni di tutela della gio-ventù e sulla pubblicità. La RFA non sarà più un istituto autonomo, mentre Alcosuisse, quale centro di profitto della RFA che si occupa dell’acqui-sto e della vendita di etanolo, sarà privatizzato. I rimanenti compiti, che non concernono la prevenzione o la politica agricola, vengono trasferiti all’AFD.

Dopo la revisione totale della legge sull’alcol, che avverrà presumibilmente nel 2014, le parti rimanenti della Regìa federale degli alcool (RFA) saranno integrate nell’AFD. Questo è quanto deciso dal Consiglio federale nel mese di settembre. Cosa significa ciò per le due amministrazioni e quali sono gli ostacoli da superare a livello organizzativo? Lo abbiamo chiesto al Direttore generale delle dogane Rudolf Dietrich.

Revisione totale della legge sull’alcol

Quali sono gli elementi favorevoli al trasferimento delle componenti della RFA alla dogana? Oggigiorno, l’87 per cento delle bevande spiritose assoggettate all’im-posta viene importato. La riscossione dell’imposta compete quindi già ora alla dogana. L’imposta sulle bevande spiritose è un’imposta di consumo. In Svizzera, essa come pure la tassa d’incentivazione vengono riscosse dall’AFD anche sul territorio nazio-nale, poiché la dogana è responsabile della sorveglianza del traffico delle merci. Risulta quindi ovvio trasferire alla dogana anche la riscossione dell’imposta sulle bevande spiritose all’interno del Paese.

Ciò significa che l’AFD dovrà svolgere compiti supplementari?Esatto. Ma oltre ai nuovi compiti, arriverà anche personale competente che possiede l’esperienza necessa-ria. Tra i nuovi compiti rientrano la riscossione dell’imposta sulle bevande spiritose in Svizzera e la vigilanza sui mercati. In questo ambito l’AFD ha già fatto esperienze paragonabili nel settore dei metalli preziosi. Secondo il capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF) è importante che la nuova unità organizzativa continui a occuparsi dell’esecuzione della poli-tica in materia di alcol e di vigilanza del mercato dell’alcol all’interno dell’AFD.

Per quando è prevista l’attuazione?L’attuazione avverrà solo con l’entrata in vigore della nuova legge, presumi-bilmente nel 2014. Ovviamente deve essere pianificata in modo accurato e

realizzata sulla base di un progetto. È molto probabile che vi saranno alcune questioni non semplici da risolvere, poiché finora la RFA non faceva parte dell’Amministrazione federale, ma era un ente autonomo con personalità giuridica propria. Tra i direttori degli uffici e i sostituti sono già stati avviati i primi colloqui, tra l’altro in merito al settore dell’informatica. Si tratta ora di presentare un mandato di progetto comune. Gli organi di progetto sono formati da rappresentanti della RFA e dell’AFD e per quanto riguarda la gestione vi farà parte anche il DFF.

Cosa significa questa riorganiz-zazione per i collaboratori che passeranno dalla RFA all’AFD e per Lei quale Direttore generale delle dogane? Nonostante la questione sia oggetto di discussione già da diversi anni, non è mai stata al centro dei miei obiettivi. Tuttavia, sono convinto che con tale integrazione potremo sfruttare le sinergie in ambito di riscossione dell’imposta e di conse-guenza sgravare il sistema generale. Sono consapevole del fatto che tali cambiamenti toccano in particolar modo il personale. All’interno della dogana abbiamo già fatto diverse esperienze di questo genere, visto che nei numerosi progetti di riorganizza-zione erano spesso coinvolti numerosi collaboratori. Attuare i progetti in modo socialmente sopportabile era ed è tuttora di grande importanza per me, e posso dire che finora ci siamo sempre riusciti. Mi impegnerò affinché ciò avvenga anche nell’am-bito dell’integrazione della RFA nella dogana.

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Compito per nulla facile

È noto che l’industria della contraf-fazione non si attiene a condizioni di lavoro dignitose e che, in molti casi, è coinvolta nel crimine organiz-zato. Malgrado tale consapevolezza, la richiesta di contraffazioni è alta e, secondo le statistiche ufficiali, la tendenza è al rialzo. Molti consu-matori sono confrontati con questo tema solo quando è troppo tardi: ossia quando la loro ordinazione online viene trattenuta dalla dogana e ricevono una lettera di diffida dal

La contraffazione e la pirateria sono pericolose, rischiose e sempre illegali. Grazie alle disposi-zioni di legge entrate in vigore il 1° luglio 2008 e alle regolari campagne supportate dalla dogana e da altri membri di STOP PIRACY (la piattaforma svizzera di lotta alla contraffazione e alla pirateria), il consumatore è a conoscenza degli aspetti legali inerenti all’acquisto di un prodotto contraffatto.

titolare del marchio unitamente a una richiesta di risarcimento. Se un’offerta è allettante, purtroppo i consumatori reagiscono immediatamente. Non riflettono sul fatto che più è basso il prezzo più bisognerebbe essere scet-tici e controllare se la merce è davvero originale. A tal riguardo la dogana e le imprese di marca, sotto l’egida di STOP PIRACY, devono affrontare un compito per nulla facile.

Perché i prodotti di marca sono attrattivi? I sondaggi dei consumatori confermano ogni volta che le carat-teristiche che distinguono le marche sono soprattutto l’inconfondibilità, l’emozionalità, la qualità e il gran pre-gio. Inoltre i consumatori prediligono le marche poiché sono innovative e affidabili. Tali valori aggiunti possono essere forniti dalle imprese di marca ai loro clienti solo grazie a costanti ed eccellenti prestazioni e a grandi inve-stimenti nella ricerca e nello sviluppo.

E la dogana? Nel giro di alcuni secondi il collaboratore di turno deve decidere se controllare o meno i passeggeri, se aprire i colli o liberarli, se confi-scare o meno la merce sulla scorta di una domanda di un’impresa di marca e dell’analisi dei rischi. Al fine di prendere le decisioni giuste, oltre a conoscenze e competenze, occorre

essere dotati di intelligenza, intuizione e coraggio. Sembra che ciò riesca bene alla dogana: nel 2010, ad esem-pio, nel traffico turistico vi è stato solo un caso in cui la merce sequestrata ha dovuto essere rispedita al cliente dato che si trattava di un originale.Come procedere? Le reti sociali in Internet sono un fenomeno che ha modificato tutti i generi di comuni-cazione. La possibilità di divulgare informazioni rapidamente e su larga scala ha un’incredibile attrattiva e ha potere. Dopo anni di ricerche, pro-fessori dell’università di Harvard (Stati Uniti) sono giunti alla conclusione che le reti sociali, sia offline sia online, sono determinanti per capire qualsiasi cosa: dal comportamento elettorale alla diffusione di malattie. Gli autori del suddetto studio sono dell’avviso che può essere impagabile scovare i punti nodali delle reti sociali. Lo studio mostra che i pensieri sono contagiosi, sia nel bene che nel male. Essi richia-mano l’attenzione sull’importanza di essere vigili nei confronti di influssi errati e di tutelarsi da disposizioni sbagliate che potrebbero far prendere vie improduttive.

È risaputo che i pionieri si contrad-distinguono sempre per il fatto che pensano al di fuori di schemi tracciati. Quando si tratta di lottare contro la contraffazione e la pirateria, STOP PIRACY è una piattaforma pionieri-stica poiché sia il settore privato sia quello pubblico siedono allo stesso tavolo. Ora non mi rimane altro che ringraziare la dogana e auspicare di mirare tutti insieme sui punti nodali importanti per STOP PIRACY.

Ospite di Forum D.: Anastasia Li-Treyer, presidente di «STOP PIRACY»

«E la dogana? Nel giro di alcuni secondi il collabora-tore di turno deve decidere se controllare o meno i passeggeri, se aprire i colli o liberarli.»

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In breve

Incontro con i media inerente al progetto «Transito» A metà agosto, il sindaco di Weil am Rhein, Wolfgang Dietz, ha invitato alcuni rappresentanti dei media tedeschi e svizzeri presso l’impianto a controlli nazionali abbinati di Basel/Weil am Rhein-Autobahn. Scopo dell’incontro era aggiornare i presenti sul progetto «Transito», con il quale si intende migliorare la situazione del traffico congestionato in autostrada. In tale ambito, è necessario ottimiz-zare le procedure in materia di traffico all’interno dell’impianto doganale, ridurre i tempi d’attesa degli autocarri e velocizzare così il flusso di questi

ultimi. Giornalmente, attraverso questo passaggio del confine, entrano in Svizzera oltre 1600 mezzi pesanti, mentre altri 2200 lasciano il nostro Paese in direzione della Germania. Roman Hofer, perito doganale, Dire-zione delle dogane di Basilea

Nuovo ufficio doganale di Basel St. JakobI cambiamenti nell’area logistica ed economica della Svizzera nord-occidentale, la modernizzazione delle procedure doganali e le nuove esigenze dei clienti hanno spinto la dogana a riorganizzare interamente la struttura doganale di questa regione.

Oltre all’apertura del nuovo ufficio di Pratteln, il 1° luglio 2011 i rimanenti centri doganali nelle retrovie a Basilea sono stati riuniti nell’ufficio di Basel St. Jakob. A quest’ultimo compete ora il disbrigo di tutte le formalità doganali nel traffico transfrontaliero delle merci per via ferroviaria e per via d’acqua. La buona collaborazione tra la dogana e le sue ditte partner costituisce un importante fattore di localizzazione per la Svizzera nord-occidentale, centro nevralgico della logistica, e il Cantone di Basilea Città. L’ufficio doganale di Basel St. Jakob è ubicato in diversi punti della città, mentre la sede principale si trova presso Güterbahnhof Wolf. Della nuova organizzazione fanno parte anche la suddivisione di Rheinhäfen a Basel-Kleinhüningen, un ufficio antifrode presso la Umschlagbahnhof Basel/Weil e un proprio gruppo doganale presso il polo fieristico della città.

Frontex: più competenze e nomina del responsabile dei diritti umanipd. L’Agenzia europea per le frontiere esterne Frontex ha nuove compe-tenze. Infatti, come deciso dal Parla-mento europeo lo scorso settembre,

L’incarico di dirigere l’ufficio di Basel St. Jakob è affidato all’ispettore doganale Manfred Bruni (il 2° da destra). È coadiuvato dal suo

sostituto Philippe Comment (il 1° da destra) e dai capidivisione Yvonne Durrer ed Herbert Truttmann.

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Frontex può ora richiedere proprie guardie di confine ed equipaggiarsi autonomamente, acquistando ad esempio veicoli ed elicotteri. L’Agenzia dovrebbe così diventare più indipen-dente dai suoi Stati membri. Inoltre, un responsabile dei diritti umani dovrà seguire le missioni Frontex e garantire il rispetto dei diritti fondamentali.

Cgcf e fedpol a Berlino«La nostra polizia federale compie 60 anni!»: con queste parole sabato 20 agosto 2011 sono state invitate a Berlino le autorità partner della polizia federale tedesca provenienti dai Paesi limitrofi. La festa per i cittadini e i collaboratori si è tenuta nel luogo più simbolico del Paese, ovvero sul viale che collega la Porta di Brandeburgo con la Colonna della Vittoria. I circa 230 000 partecipanti all’evento, tra berlinesi e turisti, sono sicuramente rimasti colpiti da quanto organizzato. La polizia federale tedesca, la «Berli-ner Landespolizei» e i partner di coo-perazione nazionale, come la «Bunde-sanstalt Technisches Hilfswerk THW» (Agenzia federale soccorso tecnico), hanno presentato vari settori specifici e mezzi ausiliari. Il culmine dell’evento è stato sicuramente il lancio con il paracadute da parte di membri della leggendaria unità speciale «GSG 9» che, partendo da una grande altezza, sono atterrati esattamente davanti alla Porta di Brandeburgo. La colla-borazione internazionale in materia doganale e di confine con la Germa-

nia rappresenta per la Svizzera una componente molto importante. Sia per il Cgcf sia per fedpol è stato un grande piacere partecipare all’anniver-sario della polizia federale tedesca con un proprio stand informativo.

Operazione contro i medicamenti che possono uccidereChi acquista medicamenti in Internet mette in pericolo la propria salute e spesso si rende punibile. Prevenire i raggiri illegali e lottare contro di essi sono anche due degli obiettivi principali di «Pangea IV», un’opera-zione internazionale di una settimana per contrastare la contraffazione farmaceutica online, cui hanno preso parte autorità in ambito farmaceutico, doganale e di polizia. Molte auto-rità internazionali, tra cui l’Interpol, l’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) e il Forum permanente per la lotta al crimine farmaceutico («Permanent Forum on International Pharmaceutical Crime», PFIPC), hanno coordinato l’operazione durata dal 20 al 29 settembre. Hanno parteci-pato 81 Stati tra cui anche la Svizzera (Swissmedic, AFD, La Posta e SWITCH,

l’ufficio di registrazione per gli indirizzi Internet svizzeri). Nell’ambito dell’ope-razione, a livello mondiale le autorità di controllo hanno ispezionato oltre 45 000 colli in circa 400 centri postali e aeroporti nonché sequestrato quasi 8000 invii. Inoltre sono state chiuse circa 13 500 pagine web, sono state effettuate 36 perquisizioni domiciliari e arrestate 55 persone sospette. Nel centro di distribuzione postale di Zurigo-Mülligen, l’AFD ha controllato 350 colli sospetti e ha sequestrato circa 50 invii.

Il museo delle dogane alle Cantine di Gandria aderisce alla IACM In occasione della conferenza dell’as-sociazione internazionale dei musei delle dogane («International Associa-

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in assoluto che un ministro delle finanze ha seguito i collaboratori del Cgcf e del servizio civile in questo modo. La sera del 7 ottobre 2011 il colonnello Mauro Antonini, coman-dante delle guardie di confine della regione Ticino, ha accolto la signora Widmer-Schlumpf presso la centrale d’intervento Sud del Cgcf. In seguito la consigliera federale ha seguito diverse squadre del Cgcf nel loro

lavoro presso la stazione di confine di Chiasso. In tarda serata ha preso parte a un impiego mobile del Cgcf nell’area di confine durato fino alle prime ore del mattino. Nell’ambito di questi controlli mobili, la consigliera federale si è in particolare interessata ai mezzi disponibili, alle possibilità di lottare contro la criminalità transfron-taliera nonché al modo di affrontare eventuali ondate migratorie. Il giorno

tion of Customs Museums», IACM) tenutasi il dal 22 al 23 settembre 2011 a Praga, la Svizzera è stata accolta all’unanimità quale membro ufficiale. L’associazione è una comu-nità internazionale per musei doganali nazionali e ha l’obiettivo di conservare l'eredità della dogana in un mondo che cambia rapidamente. La IACM è stata fondata nel 1993 in Danimarca. Gli Stati membri si incontrano ogni anno al fine di decidere ricerche e progetti comuni e scambiare informa-zioni. La conferenza di quest’anno era incentrata sulla sicurezza nei musei. Con l’adesione della Svizzera la IACM conta 23 Stati membri, tra cui gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda, la Gran Breta-gna e tutti gli Stati vicini alla Svizzera.

Eccezionale turno di notte presso il confine in TicinoLa consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf ha effettuato una visita di lavoro presso il con-fine in Ticino. È stata la prima volta

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29Forum Z. | Dossiers

successivo, prima di visitare il Cen-tro competenza flussi migratori di Chiasso, diretto congiuntamente dal Cgcf e dalla polizia cantonale ticinese, la ministra ha assistito allo sdogana-mento di merci commerciabili presso l’ispettorato doganale di Chiasso-Strada. Al termine della sua visita di lavoro, la consigliera federale si è detta favorevolmente impressionata e soddisfatta. Infine ha espresso lodi ai suoi collaboratori per l’impegno profuso quotidianamente al confine.

Rivista l’ordinanza sulla statistica del commercio esternoL’AFD allestisce, cura e pubblica la sta-tistica del commercio esterno svizzero, sulla base di dati statistici, tabelle, grafici e informazioni concernenti le importazioni e le esportazioni della Svizzera secondo i Paesi, le merci, i mezzi di trasporto e via di seguito. Il Consiglio federale ha posto in vigore il 12 ottobre una modifica dell’ordi-nanza sulla statistica del commercio esterno, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2012. Si tratta dell’allegato A dell’Accordo del 26 ottobre 2004 tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea sulla cooperazione nel settore statistico. Tra le principali modifiche vi sono, tra l’altro, il rileva-mento di due Paesi all’importazione (Paese di spedizione e d’origine) e della valuta di fatturazione nonché le nuove esigenze in materia di qualità.

24a conferenza del Comitato con-giunto UE-EFTA «Transito comune» Il 26 ottobre 2011 si è tenuta a Losanna una conferenza internazio-nale, alla quale hanno partecipato rappresentanti di spicco e specialisti delle amministrazioni doganali di Paesi membri dell’UE e dell’EFTA. Al centro dei lavori, gli sviluppi della procedura di transito comune e la semplifica-zione delle formalità nel traffico delle merci. L’incontro, che ha cadenza annuale, si tiene ogni due anni in uno degli Stati dell’EFTA. Quest’anno è stata la volta della Svizzera. Nell’e-vento, giunto alla 24a edizione e presieduto dal Direttore generale delle dogane Rudolf Dietrich, è stata data priorità ai negoziati di adesione

di Croazia e Turchia. Oltre ai progetti futuri si è anche discusso dell’appli-cazione degli accordi con questi due Paesi nella prassi e delle conseguenze del nuovo codice doganale comunita-rio sul traffico delle merci tra gli Stati dell’EFTA e quelli dell’UE. Roman Brühwiler, perito doganale, DGD

La Posta semplifica le imposizioni all’importazionepd. La Posta adeguerà i prezzi per i compiti doganali a partire dal 1° marzo 2012. Il nuovo modello dei prezzi è stato deciso dalla Posta e dal Sorvegliante dei prezzi. In particolare esso comporta uno sgravio in caso di importazione diretta di beni (il cui valore è contenuto) provenienti dai Paesi vicini. L’adeguamento mira a prezzi più conformi al principio della causalità nonché alla soppressione

di differenze di prezzo tra i canali di spedizione, sulla cui scelta spesso il consumatore non ha alcun influsso.Grazie al nuovo modello vengono soppressi l’attuale differenza di prezzi tra il trasporto e l’imposizione da parte di Swiss Post GLS o della Posta e la distinzione tra invii commerciali e privati. In futuro gli emolumenti per l’imposizione verranno definiti mediante criteri, come ad esempio il Paese di provenienza e il valore della merce nell’invio. Inoltre dal 1° ottobre 2011 Swiss Post GLS, specializzata in invii a clienti commerciali, non impone gli invii all’importazione il cui dazio e l’IVA non superano i cinque franchi. Con il Sorvegliante dei prezzi, la Posta ha inoltre concordato supple-menti definiti per servizi aggiuntivi. Si applica la formula: prezzo di base + 3% del valore della merce = prezzo dell’imposizione (max. fr. 70).

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30 Forum D. | Dossier

Consiglio della dogana «Spesso faccio acquisti all’estero tramite Internet. Mi dà fastidio il fatto che oltre al prezzo effettivo della merce vengono fatturati anche costi e tributi. Vorrei sapere come è composto l’importo totale, quale corso di cambio viene applicato e in che modo l’AFD calcola i tributi (dazio e imposta sul valore aggiunto)» R.V. di Z.

In linea di massima ogni importazione di merci deve essere dichiarata e imposta. Dalla ristrutturazione del traffico postale effettuata tre anni fa, non solo le ditte di corriere ma anche la Posta dichiara all’importazione i propri invii presso l’AFD. Esse allestiscono la dichiarazione doganale nella quale le merci vengono imposte e tassate e si occupano altresì dell’imposizione doganale e dell’imposizione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).Gli invii vengono imposti sulla base della dichiarazione doganale allestita dal mittente all’estero e dei documenti allegati.Le aziende devono inoltre dichiarare correttamente il valore in franchi svizzeri. La legge stabilisce che, all’atto dell’imposi-zione all’importazione, il prezzo o il valore in valuta estera deve essere convertito in franchi al corso di cambio (vendita) in vigore in borsa alla vigilia della nascita del debito fiscale.I tributi doganali si calcolano in base al peso lordo dell’invio. L’aliquota ammonta a circa 1 franco al chilogrammo. Alcol, tabacchi manufatti, derrate alimentari, tessili e via di seguito soggiacciono a tributi più elevati.L’IVA costituisce l’8 o il 2,5 per cento (p. es. per derrate alimentari, bevande analcoliche, libri, riviste o medicamenti) del prezzo d’acquisto senza imposta straniera, sempre che essa sia indicata. Sono altresì compresi tributi doganali e tasse per prestazioni di servizi delle aziende, come il trasporto nonché il disbrigo dell’importazione e della consegna del pacco. Le aziende riscuotono detti tributi al momento della consegna dell’invio contro rimborso. L’AFD non ha alcun influsso sull’am-montare di questi costi.Per le importazioni nel traffico postale vige un limite di franchigia: gli importi del dazio e dell’IVA fino a 5 franchi non ven-gono riscossi.Per poter semplificare l’imposizione e tenere possibilmente bassi i costi all’importazione, dalla primavera 2011 la maggior parte delle imprese utilizza la nuova e semplificata procedura doganale per piccoli invii.

?Lo sapevate che…?… il valore delle esportazioni svizzere verso la Cina tra il 2009 e il 2010 è balzato da 5,4 a 7,1 miliardi di

franchi e, nel giro di un anno, il Regno di Mezzo ha guadagnato tre posti in classifica, diventando il sesto partner

commerciale più importante del nostro Paese?

… nel 2010 la Svizzera ha importato 4 160 941 occhiali da sole?

… circa il 40 per cento degli occhiali da sole importati proveniva dalla

Cina, seguita dalla Germania con il 19 per cento, dall’Italia con il 13

per cento e dalla Francia con il 9 per cento?

… nell’ultimo anno il traffico di transito attraverso la Svizzera ha raggiunto 44 141 000 tonnellate e le merci

in questo genere di traffico non sono destinate alla Svizzera, ma passano dal nostro Paese soprattutto per motivi

logistici?

Fonte: Statistica del commercio esterno, AFD; per altri dati vedi www.ezv.admin.ch Temi Statistica del commercio esterno svizzero Cifra del mese

Illustrazione di Enrico Chavez, collaboratore scientifico presso la divisione Statistica del commercio esterno e questioni economiche

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31Forum D. | Panorama

SpiritoRegione guardie di confine III – A La Drossa/Zernez (GR) le guardie di confine hanno controllato un camper proveniente dall’Ungheria e scoperto, nella toilette e nella doppia parete dell’armadio, 597 litri di «bevande spiritose» o superalcolici (48 di whisky e 549 di acquavite/liquore) destinati, secondo le indicazioni del conducente, a un matrimonio in Ungheria. La situazione è stata ben poco «spiritosa» per l’uomo, che ha dovuto versare una prestazione di garanzia di 11 000 franchi e contro il quale è stata avviata una procedura penale doganale.

Il prezzo del fumoRegione guardie di confine II – Dopo il secondo conflitto mondiale, nella Germania mutilata dalla guerra e col-

Rivista

pita dall’inflazione rinacque il baratto. Come merce di scambio venivano usate le sigarette (in tedesco è stato coniato il termine «Zigaret-tenwährung», letteralmente «valuta della sigaretta»), in quanto si trattava di una merce rara, richiesta e protetta dall’inflazione, dato che la gente ne consumava sempre una parte. Una sigaretta valeva all’incirca dieci «Rei-chsmark». Il valore delle 204 stecche di sigarette scoperte dal Cgcf e dalla polizia cantonale sangallese nel treno notturno internazionale «Wiener Walzer» ammonta a ben 15 000 franchi. La merce è stata scoperta nel bagaglio di due cittadini cinesi che si sono legittimati con passaporti di Hong Kong contraffatti e che, inoltre, hanno vissuto illegalmente in Svizzera per anni.

L’oste ingegnosoSezione antifrode doganale del I circondario – Un tempo le locande erano i pilastri dei centri abitati, ma rappresentavano anche la spina nel fianco delle autorità locali, in quanto erano spesso ritrovo di criminali. For-tunatamente le cose sono cambiate, anche se vi sono sempre delle ecce-zioni. Per circa due anni il gestore di

un ristorante ha infatti contrabban-dato 5,5 tonnellate di derrate ali-mentari, liquori e prodotti per la casa dalla Germania in Svizzera. L’uomo non ha agito da solo, ma si è fatto aiutare da un complice. Dopo che l’ispettorato delle derrate alimentari di Basilea-Città ha scoperto, in occa-sione di un controllo del ristorante, prodotti di origine estera, la Sezione antifrode doganale di Basilea ha avviato una procedura d’inchiesta nei confronti dell’oste. L’uomo aveva acquistato la merce da due ditte in Germania, che conosceva dalla sua precedente attività di gestore di un altro ristorante, e in seguito l’aveva contrabbandata in Svizzera. Tuttavia, l’ingegnoso oste non ha risparmiato nulla: egli deve infatti versare a posteriori i tributi nonché aspettarsi una multa salata.

Animali vivi a bordoSezione antifrode doganale del II circondario – Sarebbe stato interes-sante sapere cosa hanno pensato i doganieri all’aeroporto di Zurigo quando hanno aperto la valigia di un cittadino svizzero di ritorno dalla Repubblica dominicana. L’uomo por-tava con sé ben 261 tarantole vive!

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Gli animali erano stati chiusi singo-larmente in sacchetti di plastica e poi in scatole di cartone. Dieci di loro non sono sopravvissuti al trasporto. I ragni sono di una specie in via di estinzione («Brachypelma smithi», note come tarantole dalle zampe rosse del Messico) protetta dalla Convenzione di Washington sulla protezione delle specie. Dall’inchie-sta svolta dagli inquirenti doganali è emerso che il corriere aveva ritirato gli animali nella Repubblica domi-nicana per ordine di un allevatore e commerciante svizzero di ragni. In occasione della perquisizione presso il destinatario sono state scoperte altre 665 tarantole nonché 72 centopiedi carnivori («Scolopendra»), importati illegalmente in Svizzera. Le tarantole sono state confiscate dall’Ufficio federale di veterinaria. Il corriere e il destinatario dell’invio sono stati accusati di infrazione alla legislazione sulla conservazione della specie e a quella sull’IVA, e devono aspettarsi una multa salata.

Viaggio finito al confineRegione guardie di confine I – Secondo il «World Travel and Tourism Council» (WTTC, Consiglio mondiale dei viaggi e del turismo), il turismo è uno dei settori più importanti al mondo, con una cifra d’affari di oltre 5,8 miliardi di dollari. I motivi per viaggiare sono molti, e già Goethe aveva affermato che non si viaggia per arrivare, ma per aver viaggiato.

Lo scopo delle quattro persone fermate a Basilea/Weil am Rhein in uscita dalla Svizzera era sicuramente il «turismo del crimine». Durante un controllo congiunto, i doganieri tede-schi e le guardie di confine svizzere hanno scoperto nel veicolo merci per un valore di circa 24 000 franchi. Tra l’altro, hanno trovato dodici compu-ter portatili, diversi cosmetici, tessili nonché gioielli e orologi usati. Le quattro persone, residenti in Ger-mania, non disponevano di alcuna quietanza per la merce. Doganieri e guardie di confine hanno però trovato vari attrezzi usati per com-mettere furti nei negozi.

Nuovo recordRegione guardie di confine I – Insieme al caffè, il khat («Catha edulis») è il prodotto maggiormente esportato dall’Etiopia, e il relativo volume delle esportazioni corrisponde a circa 72 tonnellate all’anno. Tra gli effetti collaterali di questa pianta, molto diffusa nel Corno d’Africa, vi sono gli stati di euforia o la riduzione di attitudine lavorativa, con conse-guenti problemi di carattere econo-mico e sociale nei Paesi interessati. Anche in Svizzera il khat (vietato dal 1° luglio 1992) può causare problemi, soprattutto quando se ne trasportano 330 chilogrammi e si viene controllati dalle guardie di confine. È quanto accaduto a un trentunenne francese alla guida di un furgone nella regione tra Schönenbuch e Allschwil nel Can-

tone di Basilea-Campagna. La droga era distribuita in diverse dozzine di scatole di cartone e sacchi di iuta. Nel 2010 nella regione di Basilea il Cgcf ha sequestrato circa 710 chilogrammi di khat, contro i 500 chilogrammi dell’anno precedente.

VerduraSezione antifrode doganale del II circondario – Riscossioni posticipate per un importo di oltre 1,5 milioni di franchi, accusa per frode doga-nale contro dieci persone, diverse perquisizioni domiciliari in Svizzera e all’estero nonché 25 raccoglitori pieni di mezzi di prova: questi sono alcuni elementi dell’inchiesta svolta dalla Sezione antifrode doganale del II circondario con la collaborazione di autorità doganali estere tra inizio 2005 e metà giugno 2008. In circa 116 casi, importatori svizzeri hanno contrabbandato approssimativa-mente 700 tonnellate di verdura,

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facendosi rilasciare fatture fittizie dai propri fornitori all’estero. La desi-gnazione e la quantità della merce indicate sulle fatture non corrispon-devano agli invii di verdura dichiarati. È stato ad esempio dichiarato cavolo cinese ma importata insalata. Ciò per evitare di pagare gli elevati dazi che sono previsti nei periodi di produ-zione svizzera di un determinato tipo di verdura al fine di proteggere la produzione indigena.

BonsaiSezione antifrode doganale del II circondario – Il termine giapponese «bonsai», che significa «albero coltivato in vaso», indica l’arte, proveniente dall’Estremo Oriente, di creare un’armonia in forma miniatu-rizzata tra la natura vivente e l’uomo. Due commercianti in piante hanno importato direttamente dalla Corea un intero container di bonsai, senza tener conto delle prescrizioni fitosani-tarie volte a impedire l’importazione di parassiti dall’Estremo Oriente, ritenute probabilmente troppo rigide. L’invio conteneva inoltre 67 piante non riportate nei documenti di trasporto o indicate con una desi-gnazione errata. E questo perché l’importazione in Svizzera delle piante

in questione è vietata. In questa occa-sione il Servizio fitosanitario federale ha operato in stretta collaborazione con la Sezione antifrode doganale del circondario di Sciaffusa. Le piante vietate sono state sequestrate e dalle inchieste svolte in seguito è emerso che gli importatori avevano inten-zione di creare una collezione com-pleta di bonsai esotici, senza tuttavia tener conto delle disposizioni legali e degli importanti rischi per le specie indigene. A tal fine, avevano corretto verso il basso le indicazioni dei valori, falsificato documenti, nascosto merci, scelto percorsi complicati, allestito falsi certificati e contato sul fatto che le autorità di controllo si fidassero della documentazione presentata. Il valore delle merci ascende a 42 000 franchi.

Nel buio della notteRegione guardie di confine VIII – Tre uomini provenienti dall’Inghilterra volevano sfruttare l’oscurità della notte per passare il confine e portare la loro refurtiva ad Abbévillers in Francia. La merce, gioielli e posate d’argento, era nascosta nel loro veicolo. Ma non hanno fatto i conti con le vigili guardie di confine, che si sono subito insospettite nel vedere i tre uomini. I ladri sono stati fermati e consegnati alla polizia cantonale competente.

Esportazione senza importazioneSezione antifrode doganale del IV circondario – Una coppia residente a Lugano ha regolarmente chiesto la restituzione dell’IVA italiana in occa-sione dell’esportazione di gioielli di valore e orologi costosi, presentando gli appositi giustificativi TAX FREE. Essi hanno tuttavia «dimenticato» di dichiarare la merce per l’importazione in Svizzera. Nel quadro dell’assistenza amministrativa spontanea, le autorità doganali italiane hanno informato la Sezione antifrode doganale di Lugano in merito al sospetto di elusione dell’IVA svizzera. Grazie alle perquisizioni domiciliari e agli interrogatori effettuati nell’ambito della procedura d’inchiesta è stato scoperto un contrabbando professio-nale durato oltre cinque anni. L’im-portante quantità di gioielli e orologi costosi aveva un valore complessivo di circa dieci milioni di franchi ed era destinata all’uso personale nonché a una persona residente nella zona di Milano e con un secondo domicilio in Ticino. Gli inquirenti doganali hanno chiesto il pagamento posticipato dell’IVA sottratta, pari a 750 000 franchi, nonché confiscato valori patrimoniali per un importo di 1,2 milioni di franchi al fine di garantire la multa.

Senso dell’orientamentoRegione guardie di confine IV – Fino ad alcuni anni fa, il senso dell’o-rientamento era molto importante quando si era in viaggio. Oggi ci sono i navigatori. Tuttavia, anche questi apparecchi possono «far perdere

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Spesso l’apparenza inganna. E lo sanno bene i collaboratori dell’AFD. Normalissimi oggetti sono infatti utilizzati come nascondigli dai contrabbandieri e talvolta servono addirittura a camuffare armi. Da sempre, i trafficanti di droga e di armi riescono a trovare nuove e insolite idee per contrabbandare la loro merce. Forum D. presenta man mano alcuni di questi oggetti.

l’orientamento». È quello che proba-bilmente è successo a un cittadino polacco che portava con sé, oltre a quattro computer portatili, quattro cellulari e quattro apparecchi fotogra-

fici, ben otto navigatori. Al momento dell’uscita dalla Svizzera, nessuno di questi apparecchi è stato però in grado di segnalargli il controllo mobile svolto dalle guardie di confine

presso il valico non occupato di Ponte Tresa. Gli apparecchi elettronici rubati erano in parte nascosti nel sedile del conducente.

Sembra essere una normale lampada tascabile

In realtà è un’arma da fuoco con silenziatore

Trucchi dei contrabbandieri: l’apparenza inganna

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… immancabilmente mi vengono in mente episodi quotidiani e autobio-grafici. Dal 1929 la Guardia Svizzera Pontificia sorveglia il confine tra Italia e Vaticano. Da giovane anch’io ho prestato questo servizio. Oggi passo questo confine tantissime volte al giorno, non so neanch’io quante! E molto spesso mi capita di dialogare con connazionali che non cono-scono la speciale situazione di diritto doganale del Vaticano. Ogni anno passo decine di volte la dogana di altri Stati incontrando dei doganieri, soprattutto all’aeroporto di Zurigo

Quando penso alla dogana…

la possibilità di offrire qui un con-tributo molto speciale. La dogana è un luogo d’incontro tra le persone, ed è di enorme valore, soprattutto quando è caratterizzato dal rispetto delle culture e delle persone. Ci capita spesso di avere a che fare con gente che si avvicina ai luoghi sacri atteggiandosi in modo incivile. Ma se riusciamo ad accoglierle in modo fermo, corretto e cordiale, allora avremo trasmesso un’immagine migliore della Chiesa e della Svizzera. Noi siamo il biglietto da visita del Vaticano.

Come fra i diversi Stati, in cui vi sono confini da rispettare, anche a livello umano è indispensabile tributare reciproco rispetto. In un mondo in cui, per pochi soldi, è possibile varcare facilmente confini fisici o virtuali, cresce il pericolo per l’indi-viduo di cadere in false credenze, di dimenticarsi del lato umano, che resta fondamentale in ogni relazione. Maleducazione, cattive maniere, impudicizia, aggressività e violenza sono in aumento.

Che si tratti di doganieri o guardie di confine: ciò che conta alla dogana è il collaboratore, la persona! Chi vi presta servizio influenza cosa per-cepisce e sente il viaggiatore, cosa crede di trovare al di là del confine, come sono le persone che vi abitano. Chi lavora al confine non è respon-sabile solo della sicurezza, ma anche dell’aspetto umano al di là della dogana.

Daniel Anrig, comandante della Guardia Svizzera Pontificia

e di Fiumicino. Ma mi sono rimasti impressi anche altri confini, soprat-tutto da giovane, durante i miei viaggi nell’Europa dell’Est… In poche parole, quando penso alla dogana, penso ai confini, confini tra Stati.

I confini hanno sempre avuto, e hanno tuttora, un ruolo rilevante per le guardie svizzere pontificie. Non solo secoli fa, in cui avevano un’importanza enorme, ma anche nei decenni passati. Quando uno di noi si reca in Vaticano per servire il Pontefice, attraversa diversi confini: geografici, politici, religiosi, culturali, economici e professionali.

Nell’era della mobilità, di Internet e delle telecomunicazioni, le abitudini di vita delle giovani guardie svizzere a Roma sono cambiate radicalmente. Solo 20 anni fa sentivo di rado, per telefono, la mia ragazza e mia madre, 70 anni fa a nessuno veniva in mente di tornare in patria per un matrimonio o un funerale di un caro amico, mentre 120 anni fa le giovani guardie apprendevano le notizie della propria famiglia, anche quelle importanti, a distanza di settimane!

Come tanti altri giovani di oggi, anche le giovani guardie pontifi-cie fanno fatica a concentrarsi sul presente, lavoro o vita che sia. Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo. Per dare il meglio di noi stessi dobbiamo impegnarci ogni giorno al massimo, lì dove lavoriamo e viviamo. Le ore trascorse davanti ai mezzi di teleco-municazione o nelle reti virtuali non bastano a far diventare un giorno qualunque un’esperienza unica.

In veste di guardie che lavorano al confine e di cittadini che attraver-sano confini giornalmente, abbiamo

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ab. Un tempo, l’unico collegamento diretto fra Samnaun e la Bassa Enga-dina attraverso i passi era garantito solo in estate. Nel resto dell’anno la strada verso il mondo esterno non passava per il territorio svizzero, bensì per il Comune austriaco di Spiss in direzione di Hinterrauth nel Tirolo, per poi continuare verso Pfunds. Questa situazione ha portato gli abi-tanti di Samnaun a tessere particolari relazioni con i loro vicini tirolesi e a condurre un commercio vivace su una strada per carri trainati da buoi.

Proficui affari con il bestiame giovane del TiroloNell’Alto Medioevo Samnaun faceva parte, insieme alla Bassa Engadina, della Contea di Venosta. Entrambe le regioni erano governate da conti, e in seguito da principi tirolesi e duchi austriaci. Nel contempo, anche la diocesi di Coira godeva di diritti

… nell’enclave doganale di Samnaun/Tschlin

Quella di Samnaun è la valle laterale più a sud dell’Engadina. Avvolte in un paesaggio montano imponente tra i 1700 e i 1840 metri di altitudine, si trovano le cinque frazioni di Samnaun, vale a dire Compatsch, Laret, Plan, Ravaisch e Samnaun-Dorf. Dal 1892 questa località gode dello sta-tuto speciale di enclave doganale svizzera.

di sovranità e di proprietà. Con il riscatto del 1652 la Bassa Engadina, e quindi anche Samnaun, acquista l’in-dipendenza statale ottenendo altresì un’aliquota doganale di favore per i beni di prima necessità. I contadini di Samnaun sviluppano così un mercato redditizio. Iniziano infatti a com-prare bestiame giovane nel Tirolo, lo allevano per uno-due anni, per poi rivenderlo in Austria ricavando grandi utili. Il vantaggio principale di tale procedimento è l’assenza di tributi doganali. Questi proficui affari vengono tuttavia interrotti nel 1848, con la definizione di nuovi confini doganali.

Enclave doganaleLe autorità comunali di Samnaun chiedono per la prima volta l’esclu-sione dal territorio doganale svizzero nel 1888, con un secondo tentativo quattro anni più tardi. Il 29 aprile 1892 il Consiglio federale soddisfa infine la richiesta, con la seguente motivazione: l’alta valle è in grado di condurre un commercio quasi esclusivamente con l’Austria poiché, visti i cattivi collegamenti, le spese di trasporto per l’acquisto di merci dalla Svizzera sono troppo elevate. Nel 1919 lo statuto di enclave doganale è in pericolo. L’AFD ritiene infatti che, dopo la costruzione di strade car-rozzabili che raggiungono la località engadinese, lo statuto preferenziale di questa valle non è più giustificato e va quindi soppresso. Gli abitanti di Samnaun e addirittura il Cantone di Grigioni tuttavia si oppongono, poiché ritengono di essere tuttora svantaggiati rispetto al resto del

Paese. Con i nuovi collegamenti verso la Svizzera il traffico delle merci con il Tirolo diminuisce, e così anche gli introiti doganali. La questione della soppressione di tale statuto speciale viene rilanciata nel 1946, e ancora una volta il Consiglio federale decide a favore di Samnaun. Nel frattempo, infatti, gli abitanti della valle hanno trovato una risorsa importante nel turismo, che beneficia anche della posizione e dello statuto speciale di questa località.

La questione ritorna sul tavolo delle discussioni con l’introduzione dell’IVA svizzera il 1° gennaio 1995. Grazie a una perizia richiesta dal Comune al Politecnico federale di Zurigo che illustra le ripercussioni negative sull’economia e sul mercato del lavoro in questa regione povera di strutture, e in considerazione di un possibile spostamento del turismo interessato a prodotti esenti da dazio verso Livigno, lo statuto di enclave doganale viene mantenuto. Per non dover investire milioni di franchi nella costruzione di nuovi impianti doga-nali, all’Amministrazione federale delle contribuzioni viene versato un importo forfetario dei proventi pari a 5-6 milioni di franchi derivanti dalle tasse sui prodotti in franchigia. In questo modo anche la Confedera-zione beneficia del particolare statuto doganale di Samnaun/Tschlin. Al contrario, nella vicina zona franca italiana di Livigno non viene riscossa l’IVA.

In viaggio…

Oggi i contrabbandieri utilizzano le piste da sci.

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Disposizioni doganaliGrazie allo statuto speciale, a Sam-naun/Tschlin possono essere conse-gnate in franchigia merci dall’estero. I prodotti importati nel territorio doga-nale svizzero vanno invece sdoganati. Chi acquista merci a Samnaun non deve versare, fino a un determinato importo, alcun dazio né IVA. I forni-tori possono chiedere la restituzione dell’IVA per le merci consegnate a Samnaun. Il Comune riscuote tuttavia proprie tasse, ma di molto inferiori a quelle svizzere. Una querela nei confronti di queste ultime è stata respinta dal Tribunale federale.

Contrabbando nelle montagneUn tempo i vicini di Paznaun con-trabbandavano per necessità,

dopo le due guerre mondiali erano praticamente costretti a farlo. Le vie più utilizzate erano quelle da Samnaun verso l’Engadina e la Valle di Paznaun. Spesso i contadini correvano grandi rischi, mettendo anche a repentaglio la propria vita, soprattutto a causa delle valanghe. Oggi i contrabbandieri utilizzano le piste da sci, ma attenzione: i guardie di confine sono in agguato e hanno un fiuto infallibile.

Fonti: Bündner Monatsblatt 1972–1974, «Das Samnaun als Zollausschluss-Gebiet»; «Aus der Geschichte der Talschaft Sam-naun», Arthur S. Jenal; Marketing und Verkauf, 3 (1975), n. 9, «Die

Bündner Gemeinde Samnauns ist seit 1892 Zollausschlussgebiet», Werner Catrina.

Samnaun nel 1832, Fonte: Comune di Samnaun

Confine tra Austria e Svizzera

© Jolanta Kulis, kunst-galerie-24.de

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Tuc tuc«Attualmente ci troviamo in viaggio in Nepal. Proseguiremo per l’India, dove compreremo un risciò moto-rizzato, più precisamente un tuc tuc, con il quale vorremmo tornare in Svizzera. Ci siamo informati presso l’ufficio cantonale della circolazione stradale e abbiamo alcune domande da porvi: a quanto ammontano le spese doganali per quel che riguarda l’importazione di un risciò? Vi sono particolari disposizioni d’importa-zione?»

Trasloco con pony«Nel giro di due anni desidero tra-sferirmi in Svizzera con due pony e un cagnolino. Ho esaminato le vostre informazioni e ho una domanda al riguardo. I pony (madre e figlio) ser-vono alle mie esigenze private. Per il figlio non dispongo di alcun contratto d’acquisto, poiché di fatto ho com-prato solo la madre che era gravida ma l’allevatore l’ignorava. Come devo fare per provarlo? A quanto ammon-tano i tributi doganali? Non mi è chiaro come funziona con il contin-gente. I pony non sono destinati né al macello né all’allevamento. Desidero impiegarli per lavorare in montagna, devono cioè trasportare o tirare pic-coli carichi.»

Tuc tuc, baite alpestri bernesi e uova di formica fritte

Ogni giorno l’AFD riceve decine di richieste da parte di cittadini svizzeri e stranieri. Forum D. ne ha raccolto una serie curiosa, secondo il motto «non c’è nulla che non esista». Di Roman Dörr, perito doganale, ufficio doganale di Pratteln

Viaggio in autobus«Il nostro ufficio ha in previsione una gita all’Europapark di Rust con un autobus di 14 posti. Per viaggiare in Germania con questo tipo di veicolo vi sono disposizioni particolari o è equiparato a un’automobile?»

Tedesco«Mio suocero, cittadino tedesco, vorrebbe portare in Germania il mio veicolo tedesco come detentore tede-sco e, prima, dichiararlo alla dogana tedesca. Cortesemente, mi potreste spiegare la procedura in tedesco?»

Abiti«Se all’estero acquisto ad esempio scarpe o abiti che indosso subito, devo calcolare l’importo come facente parte del valore complessivo di 300 franchi per persona anche se gli abiti sono stati indossati prima di varcare il confine?»

Sull’alpe«A causa dell’incapacità lavorativa, percepisco da un’assicurazione tedesca una rendita, sufficiente per vivere. Ho sentito dire che un citta-dino tedesco che desidera trasferirsi in Svizzera deve avere un lavoro. La cosa concernerebbe anche me, malgrado possa provare di percepire una rendita? A quale ufficio devo rivolgermi per sapere cosa devo fare per trasferire il mio domicilio per-manente in Svizzera? Inoltre vi sarei molto grato se mi poteste dare un consiglio su come trovare una baita in cui abitare, su un alpe nel Berner-land. Ho già cercato in Internet, ma ho trovato solo offerenti commerciali e case molto care. Cerco una piccola

baita senza riscaldamento, che non viene più usata per l’azienda alpe-stre. L’unica cosa che deve avere è una via d’accesso che mi consenta di raggiungerla in automobile.»

Ratti«Desidero acquistare tre ratti in Germania. Al momento dell’impor-tazione vi sono delle disposizioni particolari da osservare?»

Richieste alla dogana (parte 3)

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vacanze importo, ad esempio, 500 sigarette (invece delle 200 autoriz-zate). Alla dogana dell’aeroporto vengo scoperto e devo pagare una multa di circa 300 franchi. Il fatto viene registrato da qualche parte? E cosa succede se alcune settimane dopo ci riprovo e vengo nuovamente colto in flagrante? Devo nuovamente pagare 300 franchi o in questo caso la multa è più elevata? Se sì, di quanto circa? Se la cosa si ripete più volte, la pena sarà più severa? Prima o poi scatta un procedimento penale?»

Condizioni speciali«Prossimamente importerò in Sviz-zera una BMW serie 5. Alla dogana dovrò pagare il 4 per cento di impo-sta sugli autoveicoli e l’8 per cento di IVA, ossia circa 9900 franchi. Dovrò pagare in contanti o alla dogana c’è una banca? Posso già versare una parte del denaro? Quanto? Dove? In veste di impiegato di banca bene-ficio di condizioni speciali? Vorrei evitare di trasportare 9000 franchi in contanti.»

Stoviglie«Come devo comportarmi per impor-tare stoviglie per posta, al fine di evitare di incorrere in una pena e di essere incolpato di contrabbando?»

Mummia«Desideriamo esportare temporanea-mente in Germania una mummia del sedicesimo secolo al fine di restau-rarla. Dato che si tratta di un bene culturale, non sappiamo quali docu-menti doganali dobbiamo presentare. La mummia fa parte della nostra col-lezione antropologica e verrà esposta in un’esposizione speciale a Zurigo. Essa sarà trasportata con un autovei-colo a Hildesheim e poi riportata in Svizzera.»

Giro in moto«Io e il mio collega intendiamo fare un giro in moto in Francia. A partire da che età si può varcare un confine nazionale?»

Forti fumatori«In estate io e mia moglie partiremo in crociera da Amburgo. Siamo forti fumatori e intendiamo portare con noi dalla Svizzera, per uso proprio, 800 sigarette (ciascuno) della nostra marca preferita. Dato che non vorremmo essere considerati dei contrabbandieri, siamo disposti a farci carico delle necessarie formalità e costi. Come dobbiamo procedere all’uscita dalla Svizzera e all’entrata in Germania? Non invieremo le siga-rette in precedenza, ma intendiamo portarle con noi.»

Trekking con cammello«In primavera volerò da Ginevra a Sharm el Sheikh per un trekking con cammello nel deserto del Sinai. Sono autorizzato a portare un paio di pacchi di provviste contenenti carne secca, pane nero (pumpernickel) e spicchi di mela essiccati per me e il mio cammello? Esiste un elenco attuale di derrate autorizzate?»

Uova di formica fritte«Per il consumo privato desidero importare le seguenti merci dal Mes-sico: 500 grammi di uova di formica fritte e 500 grammi di cavallette fritte. Del trasporto se ne può occu-pare una ditta di corriere o è possibile importare la merce direttamente in una valigia? È necessaria un’autoriz-zazione specifica?»

Limite di franchigia secondo il valore«Ho una domanda relativa al limite di franchigia secondo il valore e sulla sua frequenza. L’articolo 67 lettera a dell’ordinanza sulle dogane (RS 631.01) disciplina: Alla stessa persona sono concessi una sola volta al giorno: a. le quantità ammesse in franchigia e il limite di franchigia secondo il valore di cui agli articoli 64, 65 e 66 capoverso 1. Cosa signi-fica una volta al giorno? Una volta per giorno dell’anno civile o una volta ogni 24 ore?»

Contrabbando di sigarette«Ho una domanda relativa alle disposizioni d’importazione e alle relative conseguenze legali in caso di non ottemperanza della seguente situazione fittizia: poniamo che dalle

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Simboli nell’AFDStoria

Sin dalla sua fondazione nel 1848, l’AFD fa uso di simboli. Essi raffigurano l’Amministrazione e le sue divisioni sotto forma di immagini o descrizioni, e fungono così da segno distintivo. In questa e nelle prossime due edizioni di Forum D. pubblichiamo articoli dedicati ai loghi e alle bandiere dell’AFD nonché all’emblema del Cgcf.

al. Il termine «logo» deriva dal greco logos, che significa parola, pensiero, discorso e ragione, ma designa anche il marchio di un’impresa. Oggigiorno si parla solitamente di «corporate design», che indica l’immagine glo-bale di un’impresa o di un’organiz-zazione e rappresenta un elemento costitutivo della sua identità («cor-porate identity»). Come logo l’AFD utilizza da sempre la croce svizzera.L’impiego della croce greca bianca continua come stemma della Svizzera risale ai tempi della battaglia di Laupen nel 1339. In quell’occasione

i Bernesi, per farsi riconoscere, por-tavano sui loro indumenti due strisce di stoffa cucite perpendicolarmente. La croce bianca su sfondo rosso viene introdotta dal generale Niklaus Franz von Bachmann nel 1800 e nel 1815 come vessillo delle proprie truppe. Nel 1815, la Dieta federale adotta la croce scorciata, isoscele e attorniata dagli stemmi cantonali come motivo del sigillo federale, apponendola per la prima volta sul Patto federale. Nel 1840 la Dieta decide poi di utilizzarla come vessillo delle truppe. Nel 1852 si stabilisce la dimensione dei vessilli

Logo dell’AFD nel 1853 Logo dell’AFD nel 1858

Logo dell’AFD nel 1914 Logo dell’AFD nel 1931 Logo dell’AFD nel 1958

Logo dell’AFD nel 1852

e, nel 1889, alla croce quadrata ven-gono assegnate le proporzioni attuali. Il Consiglio federale precisa infatti che i quattro bracci di uguale lun-ghezza della croce dritta e scorciata devono essere di un sesto più lunghi che larghi. La bandiera svizzera assurge quindi a bandiera nazionale e la croce svizzera a emblema di Stato per distinguere in modo inequivoca-bile l’Amministrazione federale. Da questo momento, la croce è uni-formemente impiegata, a volte con piccole varianti nella presentazione grafica.

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Nel 1958 l’AFD inserisce per la prima volta un proprio logo nelle sue pub-blicazioni, che si discosta da quello utilizzato fino a quel momento presso l’Amministrazione federale. Tuttavia, alla base figura sempre la croce svizzera.A metà degli anni Ottanta, nell’Am-ministrazione federale si decide di abbandonare il design sino ad allora uniforme e di forte impatto. Circa 70 unità amministrative della Con-federazione creano così, in modo indipendente e non coordinato, un proprio logo o corporate design. Il 26 gennaio 1983, in occasione della prima giornata delle dogane, l’AFD introduce un nuovo simbolo, volto

Logo dell’AFD nel 1996

Logo dell’AFD nel 2003

Logo dell’AFD, Corporate Design della Confederazione 2007

Logo dell’AFD nel 1983

Logo dell’AFD nel 1989

Simboli

Il termine «simbolo» deriva dal greco symbolon, che significa connessione. Deve la sua origine a oggetti che venivano utilizzati come segni di riconoscimento fra due parti (contraenti) e riassemblati durante gli incontri. A seconda del loro uso, i simboli vengono deno-minati anche emblemi, pittogrammi o icone.

a rappresentare l’occhio vigile della dogana e l’atteggiamento liberale della Svizzera nei confronti del com-mercio mondiale. Nel 1988 l’AFD decide di creare un nuovo simbolo. Delle circa 40 varianti formulate, sei vengono sottoposte al giudizio dei collaboratori. Fra le tre migliori ne viene infine selezionata una, che diventa dal 7 giugno 1989 il nuovo simbolo dell’AFD.Quando gli viene assegnato il DFF nel 1996, il consigliere federale Kaspar Villiger commissiona la creazione di una nuova identità visiva. Anche qui si decide di rappresentare l’AFD verso l’esterno attraverso un simbolo moderno e dinamico.

Vista la compresenza di nume-rosi loghi nell’Amministrazione, il Consiglio federale decide di creare un’identità visiva unitaria. Il 1° gen-naio 2007 fa il suo ingresso il nuovo Corporate Design della Confedera-zione.L’immagine unitaria mira a rafforzare la comune identità dell’Amministra-zione federale, a promuovere un senso di fiducia nello Stato nonché a contribuire alla credibilità e alla sicurezza dei servizi pubblici.

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Rassegna stampa / Mondo doganale

Criminalità: offensiva di Polizia e Guardie(…) Accanto alla questione della presenza degli asilanti a Chiasso e alla recente serie di furti registrata a Sessa, un tema ha fatto soprattutto discutere: quello dell’abbandono del presidio ai valichi 24 ore su 24 da parte delle guardie di confine. «La popolazione non si sente più sicura» ha detto qualcuno. Il commandante della Regione IV Mauro Antonini ha però fatto presente che un presidio dinamico, con controlli di retro valico, dà più risultati. «Non è vero che non siamo più ai valichi – ha poi puntua-lizzato – ci siamo in un’altra forma. Anche con misure tecniche. Occorre impiegare gli uomini in maniera giudiziosa, anche per una questione di risorse». La videosorveglianza aiuta in questo senso: «Permette di intervenire in maniera mirata». (…) «Come guar-die di confine abbiamo principalmente compiti doganali, legati dunque alla criminalità transfrontaliera». Corriere del Ticino, 10/11

Einnahmen von 585 Millionen nur in Thayngen«In welcher Verfassung sich die Wirtschaft befindet, merken wir in der Regel sofort: Der Zoll ist ein sehr guter Indikator», (…) erklärt Zollinspektor Kurt Wyss im Interview. Der Zollkreis II, mit Direktionssitz in Schaffhausen, umfasst die Kantone Zürich, Uri, Schwyz, Glarus, Zug, Schaffhausen, Appenzell-Ausserrhoden, Appenzell-Innerrhoden, St. Gallen, Graubünden mit Ausnahme des Bezirks Moësa, und Thurgau sowie die aargaui-schen Bezirke Baden und Zurzach. Der ganze Zollkreis hat 2010 total 1,277 Milliarden Franken eingenom-men. Im vergangenen Jahr, hat das Zollinspektorat allein in Thayngen 585 Millionen Franken an den Bund abgeliefert. Schaffhauser Nachrichten, 9/11

Les achats à l’étranger engorgent les douanes Les déclarations ont doublé par rapport à 2010. En raison du franc fort, les Suisses font du Shopping surtout aux Etats-Unis. Nombreuses sont les per-sonnes qui profitent du cours avanta-geux du dollar et de l’euro pour faire leurs emplettes à l’étranger, constate «20minuten». C’est aux Etats-Unis que les Suisses sont les plus dépen-siers, confirme Peter Kaufmann, de la douane de l’aéroport de Zurich. «D’énormes files d’attente se forment après l’arrivée d’avions en provenance du territoire américain. Les voyageurs achètent toujours plus et dépassent souvent la limite des 300 francs.» Une augumentation de 60 % dans la décla-ration de marchandises est enregistrée cet été a Kloten. 20 minutes, 8/11

Vague de faux passeports au TessinA Chiasso, la saisie de faux papiers d’identité a augumenté de 66 % en un mois. Le taux de requérants d’asile ne faiblit toujours pas. 9h du matin, à la gare de Chiasso, ville frontière au sud du Tessin. Un homme est arrêté au sortir du train en provenance de Milan. Son passeport bulgare, pourtant muni de tampons et visas officiels indiens, est un faux. Orini-gaire du Bangladesh, l’homme a payé 3000 euros pour la contrefaçon. (…) Pour débusquer les contrefaçons, ces gardes-frontières se tiennent parti-culièrement à jour sur les nouveaux détails techniques des passeports de tous les pays. Ils sont les leaders suisses dans la qualité du contrôle des passeports. Une vérification qui ne se fait pas uniquement à la douane avec des machines spécialisées, mais aussi dans le train, où les gardes-frontières doivent êtra capables de repérer en quelques secondes un faux passeport avec les moyens du bord.

Mauro Antonini

Kurt Wyss

Peter Kaufmann

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43Forum D. | Panorama

«C’est d’abord l’instinct et les capa-cités personnelles du garde-frontière à remarquer des attitudes louches qui permettent le contrôle» explique Davide Bassi. L’hebdo, 8/11

Die schnüffelnden Hunde der Grenzwache Für Drogenschmuggler und Kriminelle sind sie ein Albtraum: Die Dienst-hunde des Grenzwachtkorps Basel zeigen an der OHA ihr Können. Die Welt scheint grenzenlos. Menschen und Waren werden immer bewegli-cher und vernetzter. Distanz scheint heute kein Hindernis mehr zu sein. Was Reisende als angenehm emp-finden, birgt aber auch Risiken. So

Mondo doganale

La dogana cinese sequestra un grande quantitativo di avorioAl confine con la Cina, la dogana vietnamita ha sequestrato più di una tonnellata di avorio, chiamato anche «oro bianco». Stando a quanto affermato da un agente dell’autorità doganale della provincia nordo-rientale Quang Ninh, 221 pezzi di avorio (provenienti probabilmente da zanne di elefanti) sono stati scoperti a bordo di una nave che si trovava su un fiume di confine. Tre persone sospette, tra cui due cinesi, sono state arrestate. La Conven-zione di Washington sul commercio delle specie minacciate (CITES), vieta il commercio internazionale di avorio dal 1989. In Vietnam il commer-cio dell’oro bianco è ufficialmente bandito dal 1992. Il Vietnam è uno dei pochi Paesi in cui vivono ancora elefanti asiatici selvaggi, anche se in numero esiguo. Solo alcuni decenni fa il loro numero complessivo ammontava a circa 2000 esemplari (compresi quelli in cattività), mentre secondo le stime del 2009 vi sono soltanto 150 elefanti.

Fonte: www.welt.de, 10/11

Davide Bassi

Cane antidroga del Cgcf

ist auch die grenzüberschreitende Kriminalität flexibler und mobi-ler geworden. Drogen, Waffen, Geldwäscherei, Menschenhandel und Dokumentenfälschungen sind Stichworte. So stellte die Grenzwa-che Basel zum Beispiel pro Woche sechs Widerhandlungen gegen das Betäubungsmittelgesetz fest. Dabei kommen auch Drogensuchhunde zum Einsatz. Welche Aufgaben die Schutzhunde und ihre Führer dabei erfüllen, ist an der OHA zu sehen. Berner Oberländer, 8/11

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44 Forum D. | Dossier

Colofone

Forum D. – Editore: Amministrazione federale delle dogane (AFD); pubblicazione: tre volte all’anno in tedesco, francese e italiano; tiratura: 8500 esemplari; redazione: Walter Pavel (wp), Stefanie Widmer (sw), Attila Lardori (al), Linda Bütler (lb); indirizzo della redazione: Amministrazione federale delle dogane, Direzione generale delle dogane, Comunicazione/Media, Monbijoustrasse 40, 3003 Berna; telefono: 031 322 67 43; www.ezv.admin.ch; [email protected]; riproduzione solo con l’indicazione della fonte.

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Impianto mobile a raggi X per il controllo dei bagagli (MOGRA)

Grazie al MOGRA i collaboratori della dogana effettuano controlli approfonditi di bagagli o colli, senza doverli perquisire manualmente

uno a uno. L’impianto agevola i controlli e li rende molto più efficienti. In tal modo i collaboratori possono trovare oggetti nascosti, come

in questo caso armi proibite in una valigia che non destava sospetti.