Rivista della Comunità di Vita Cristiana “Consolata” di ...ti, si era auspicato che nasces-sero...

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Rivista della Comunità di Vita Cristiana “Consolata” di Torino - Edizione del 12 dicembre 2004 - Numero 3 - Anno 2004 Associazione Comunità e Famiglia a Torino, un progetto che nasce Progetto S. Antonio Assemblea comunitaria del 13/14 novembre 2004

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Rivista della Comunità di Vita Cristiana “Consolata” di Torino - Edizione del 12 dicembre 2004 - Numero 3 - Anno 2004

Associazione Comunità e Famiglia a Torino, un progetto che nasce

Progetto S. Antonio

Assemblea comunitaria del 13/14 novembre 2004

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CVX Notizie - Rivista della Comunità di Vita Cristiana "Consolata" di Torino - Edizione del 12 dicembre 2004.

Gli articoli e gli avvisi pubblicati sono anche reperibili tramite internet all’indirizzohttp://www.cvx.it/cvxtorino

È possibile inviare articoli o altro materiale via posta elettronica all’indirizzo:[email protected].

Per contattare il consiglio comunitario della CVX Consolata rivolgersi a Carlo Zamiri(011.663.72.90 oppure 335.695.84.50).

URGENTEMENTE versare la quota CVX

Durante la giornata cittadina di ottobre è stato approvato il preventivo di spese per l'anno2004/2005.

La quota sociale proposta per il corrente anno è di 65 Euro, che permetterà di coprire lespese previste con un piccolo disavanzo. Si è voluto diminuirla rispetto all'anno scorso (70 Eu-ro) per aiutare chi avesse qualche difficoltà e sperando di riuscire a terminare la raccolta quo-te entro fine novembre.

Naturalmente chi volesse contribuire in modo più sostanzioso è libero di farlo.

Si invitano i gruppi che si trovano anche al di fuori della domenica cittadina a cominciare laraccolta delle quote e farle pervenire a Francesco Pecchio.

Si ricorda che il termine per il pagamento è già scaduto.

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Indice

4 La comunità, segno di speranzadi Antonella Marino

5 Assemblea comunitaria del 13/14 novembre 2004di Carlo Zamiri

8 Associazione Comunità e Famiglia a Torino, un progetto che nasce

di Stefano Daquino9 Commento al resoconto del bilancio CVX

per l’anno 2003-04 e al preventivo per l’anno 2004-05a cura del Consiglio Cittadino

10 Notizie dall’esecutivodi Fulvia Mogna

13 Suscipe Domine universam nostram libertatemdi Francesco Novelli

14 Notizie brevi14 Messa per studenti universitari

di Beppe Giordano s.j.14 Brevi dal Consiglio Nazionale dei Delegati

di Davide Ternullo

16 In cammino verso una fede autenticadi Alfonso Cinquemani e Davide Ternullo

19 Progetto S. Antoniodi Marco Tosalli

21 Santuario di S. Antonio, proposte 200522 Alla ricerca di una fede autentica

di Davide Ternullo

23 Commento al resoconto del bilancio CVX per l’anno 2003/2004 e al preventivo per l’anno 2004/2005

a cura del Consiglio Cittadino

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La comunità, segno di speranza

Con alle spalle un anno diincontri cittadini di CVX il cui fi-lo conduttore è stato "la comuni-tà e l’impegno sociale: comecamminare, dove andare (farsiprossimi ai più dimenticati dallasocietà, conoscere le esigenzedella giustizia sociale nel mon-do, dare con serietà ai poveri ri-pensando al superfluo, incontra-re i diversi da noi, partorire ilCristo nell’Apocalisse) non pote-va non colpire la mia attenzionein modo particolare una paginadi Alessandro Zanotelli nel libro“Leggere l’impero. Il potere tral’Apocalisse e l’Esodo” - ed.Co-op. “Il Seme” e La Meridiana,1996. Non voglio fare qui unarecensione del testo né tentaredi riassumere cose che non èpossibile riassumere. Voglio solocondividere un passaggio cheparla della comunità come se-gno di speranza, perché possia-mo farla nostra questa speranza.Dirò solo, per contestualizzarequesto estratto, che Zanotelliguarda le contraddizioni delNord del mondo, dell'imperoeconomico in cui viviamo oggi,con gli occhi di chi vive a Koro-gocho, perché (cito) “i poverinon sono oggetti di carità. NOI liabbiamo resi oggetti di carità.Sono i soggetti primari dell'evan-gelizzazione. Sono loro che ciannunciano chi è Dio.” Spiegan-do l'Apocalisse e commentandol'Esodo egli traccia una via: c'è lafine del mondo e c'è il camminoda fare per raggiungere la sal-

vezza. Uno strumento indispen-sabile è la comunità.

“Alla fine il grande messag-gio per noi oggi è essenzialmen-te uno: non abbiate paura! Nonè Dio questo impero! Ha un no-me d'uomo! Il cuore della profe-zia è questo impero che sembraessere invincibile, ma è mortale!È la statua che ha i piedi di argil-la. Come per Daniele, è suffi-ciente un nulla, un sassolino cherotola via spontaneamente (evi-dentemente è sospinto da Dio)andando a toccare i piedi dellastatua... e questo immenso im-pero di oro crolla. Ecco da dovenasce la speranza: non abbiatepaura, Dio è Dio, Babilonia è ca-duta. Ci sono voluti trecento an-ni prima che Roma cadesse, maper il profeta era già caduta, nonbisognava averne paura, biso-gnava resistere. Il timore delprofeta è che le comunità siadattino alla cultura dominante efiniscano per tacere. I cristiani,invece, non sono chiamati ad es-sere il termometro della società,ma il termostato. Ed è questoche hanno fatto le prime comu-nità. Alla fine hanno fatto crolla-re l’Impero con la loro resisten-za. Anche per noi oggi c’è que-sto invito alla speranza. Se c’èuna cosa di cui dobbiamo averepaura è di aver paura. La spe-ranza nasce dalla Parola. La Pa-rola diventa liberante al massi-mo, ci fa leggere, ci dà forza. Iovi ho dato la chiave di volta per

leggere, ma ora sta a voi. Nellacomunità ognuno deve chiedersicome sta vivendo e sperimen-tando la bestia, come può resi-stere la comunità. Il mio perso-nale invito è quello di costruirepiccole comunità cristiane. Nonsi può resistere senza una comu-nità che abbia al suo centro laParola che è quella leva che Ar-chimede chiedeva per sollevareil mondo, che ci permette diguardare con altri occhi la realtà.

(....)

È importante che dietro adogni piccola iniziativa ci sia unacomunità per ritrovarsi, leggerela Parola che porta all’analisi so-ciale (fondamentale per resiste-re) e alla resistenza mirata. Nonpotete resistere a tutto, impe-gnarvi su tutti i fronti, sul nu-cleare, sugli immigrati, sulla pa-ce, sul commercio, sull’informa-zione...è impossibile! Ogni co-munità dovrebbe assumersi unimpegno preciso (già questo si-stema ci impegna e ci fa correreda tutte le parti) per poi connet-tersi con le altre comunità.

(....)È dal basso che nascerà

qualche cosa di nuovo e tocca atutti noi farla nascere. Qui stal’importanza della Parola, dell’a-nalisi sociale e dell’impegno inpiccole comunità cristiane. Pic-cole comunità cristiane di diecio quindici persone che si ritro-vano una volta alla settimana oogni quindici giorni a fare insie-

di Antonella Marino

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me questo percorso. (....)Ognuno di noi deve dare il

suo contributo. (....) Non avverràniente se non nascerà dal basso,toccherà a voi ritrovare stili di vi-

ta più semplici, iniziare a condi-videre, iniziare processi nuovi,celebrare i Sacramenti senza chesiano grandi parate di mostra...Uscite da tutte la logiche di oggi,

ritrovate lo spirito del Vangelo,della semplicità e lì troverete an-che la vostra anima, la vostragioia di vivere, che abbiamoperso.”

Sono state tre mezze gior-nate fitte di discussioni, con-fronti, condivisioni. Tenterò difarne contemporaneamenteun breve resoconto (sicura-mente incompleto) e di espri-mere qualche considerazionea riguardo di quanto emerso.

Considerando l’assembleacomunitaria come uno stru-mento necessario ed impor-tantissimo di verifica, condivi-sione e discernimento del no-stro cammino, questa è statafatta a Torino, e non a Muri-sengo come usuale. Questonella speranza che, eliminan-do i possibili problemi logisti-ci, la partecipazione fosse co-spicua… obiettivo non centra-to, anzi: la vicinanza a casa ciha fatto rinunciare ad alcunimomenti importanti (come lasera del sabato) e nello stessotempo ha permesso una par-tecipazione parziale “mordi efuggi” ad alcuni momenti, adiscapito di altri.

Ad esempio, dei 41 pre-

senti al mattino della Domeni-ca, una dozzina non eranopiù presenti nel pomeriggioalla discussione sul progettocomunitario di Boves. Tutticon impegni improrogabili enon procrastinabili?

Per stimolare maggior-mente la partecipazione al-l’assemblea erano anche statespedite lettere personalizzatea coloro che non hanno ac-cesso alla posta elettronica,ma anche questo non ha datoil risultato sperato. Nel mo-mento di maggior presenzadel sabato eravamo in 35: unterzo dei convocati!

Struttura comunitariaCi siamo inizialmente con-

frontati sulla nostra percezio-ne della struttura comunitariae sulle nostre attese.

Gli interventi ci hanno ri-cordato quante diverse sensi-bilità e necessità convivano (osi scontrino) nella nostra co-munità.

E’ piaciuto molto e ripresovarie volte il paragone dellacomunità come una zattera,che ha cominciato il camminosu un nuovo fiume qualcheanno fa. Alcuni sono saliti, al-tri ne sono scesi dopo la par-tenza, di quelli rimasti alcuninon hanno remi, altri remanoin direzioni diverse… dove lazattera andrà, se si fermerà, senaufragherà dipende da noi.Le opinioni però sono moltovarie: chi pensa che si debbaaspettare coloro che sonoscesi, altri sostengono che sianecessario andare avanti e farsalire quelli che ci guardanodalla riva, alcuni che si deb-ba risalire la corrente…

Un merito unanimementericonosciuto alla nuova strut-tura comunitaria è che rendepossibile un dialogo ed unconfronto (solitamente assentio molto superficiali) tra diver-se generazioni. Nello stessotempo alcuni mezzi di comu-nicazione ed espressione uti-

Assemblea comunitaria del 13-14 novembre 2004di Carlo Zamiri

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lizzati durante le giornate ap-paiono ad alcuni troppo inno-vativi. Alcuni desidererebberoancora la vecchia lectio, doveci si poteva “ricaricare” spiri-tualmente per tutta la settima-na… Padre Giancarlo ci ha ri-cordato che uno dei cambia-menti degli ultimi anni è pro-prio il sorpassare il concettodi partecipazione “passiva”,da uditore, alle riunioni, perpassare ad una attiva, dove cigiochiamo anche nell’organiz-zazione delle stesse.

Una necessità evidenziatada molti è la presenza di piùpiccoli gruppi di tipo aposto-lico tematico, dove si possanon pregare o fare formazio-ne permanente (compito del-le assemblee cittadine) maconfrontarsi e condivideremaggiormente sugli aspettipratici della nostra vita. Que-sti gruppi, però, devono na-scere come aggregazionispontanee dettate da esigenzepratiche: crearli dall’alto nonavrebbe senso. Portando all’e-stremo questo ragionamentoalcuni sono arrivati a definirela scarsa utilità del ritrovo do-menicale mensile, chiedendodi diradare questi appunta-menti a due-tre volte l’anno.

Gli Esercizi Spirituali sonovisti come momento fondantee di comunione tra coloroche vi partecipano, da pro-porre anche a coloro che siavvicinano alla comunità. Perquesti non è stato definito an-cora un percorso specifico,

ma sembra per ora che valu-tare caso per caso le modalitàdi introduzione in comunitàsia la cosa migliore. Una ri-chiesta condivisa è comunqueaprire maggiormente le ri-unioni comunitarie ai membridei gruppi di formazione epossibilmente anche agliesterni.

La necessità di trovarsiuna sede (o anche solo unastanza che faccia da riferi-mento, con una bacheca degliavvisi) è sentita da più parti.Una proposta importante èanche di mettere mano aiportafogli ed assumere unapersona che possa aiutare ilconsiglio e la comunità nellevarie attività.

Identità dei gruppiDomenica mattina ci sia-

mo confrontati sull’identitàdei gruppi.

Quando è stata modificatala struttura comunitaria, infat-ti, si era auspicato che nasces-sero dei gruppi apostolici chesvolgessero la loro attività inparallelo alla comunità cittadi-na, che sarebbe stato il luogodella formazione permanente.

Ovviamente, alla lorocreazione, tali gruppi eranoformati solamente da membridella comunità. Durante iltempo, si sono sviluppati edhanno avuto storie non iden-tiche. Un paio di anni fa ci siera anche proposti di utiliz-zarli come porta di ingressoalla Comunità: gli interessati

sarebbero stati accolti nel lorointerno per potere fare unaaccoglienza più attenta rispet-to a quella possibile durantela giornata comunitaria. Inparallelo, alcuni vecchi gruppi(ex comunità) non si sonosciolti. Attualmente sono pre-senti: Tenerezza, Politico, Fa-miglie, Annunciazione, Specu-lum Justitiae e Cenacolo.

Facendo propria una esi-genza scaturita dal GruppoFamiglia, il Consiglio ha chie-sto alla Comunità di esprimer-si se i gruppi dovessero averetutti la stessa identità e se sìquale tra le seguenti:

- Il gruppo è strettamenteCVX: vi appartengono solopersone che hanno terminatola propria formazione di base;il gruppo in quanto tale parte-cipa attivamente e a pieno tito-lo alla vita comunitaria. Svolgeun proprio cammino formativoe apostolico secondo il propriocarisma ignaziano.

- Il gruppo è esplicita-mente un gruppo CVX, maaccoglie anche persone chenon hanno fatto formazione,purché abbiano fatto un’espli-cita scelta di fede e siano inte-ressate ad approfondire laspiritualità ignaziana e ad av-vicinarsi alla comunità. La co-munità stessa ed il gruppo sioccuperanno di offrire unaformazione in tal senso. Colo-ro che non si sentono chiama-ti ad aderire alla CVX lasce-ranno il gruppo. Il gruppo in

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quanto tale partecipa attiva-mente e a pieno titolo alla vi-ta comunitaria.

- Il gruppo è esplicitamen-te un gruppo CVX, ma acco-glie anche persone che nonhanno fatto formazione, pur-ché abbiano fatto un’esplicitascelta di fede e siano interes-sate ad approfondire la spiri-tualità ignaziana e ad avvici-narsi alla comunità. La comu-nità stessa ed il gruppo si oc-cuperanno di offrire una for-mazione in tal senso. Coloroche non si sentono chiamatiad aderire alla CVX sarannocomunque accolti nel gruppo.Il gruppo in quanto tale par-tecipa attivamente e a pienotitolo alla vita comunitaria.

- Il gruppo è originato dal-la CVX, ma accoglie e a con-divide il cammino con perso-ne esterne alla comunità, allequali non viene chiesto inte-resse per la CVX o futura ade-sione alla stessa. Svolge unproprio percorso formativo eapostolico prescindendo dal-l’appartenenza alla comunità,anche se molti suoi membri siradicano nella spiritualitàignaziana. La proposta speci-fica della nostra spiritualità sifa con discrezione nella misu-ra in cui di volta in volta sem-bra conveniente.

La conclusione cui è giun-ta l’assemblea è che, avendo igruppi strutture ed esigenzediverse, non possono venireinclusi in una unica categoria.

E’ sembrato che la terza op-zione fosse quella che piùpiaceva alla comunità, facen-do però attenzione al fattoche l’introduzione di più per-sone che non facciano la scel-ta di entrare in comunità por-terebbe ad un “annacqua-mento” dell’identità CVX delgruppo.

Questo fenomeno sarebbeda evitare, perché i gruppi so-no una delle maggiori ric-chezze della comunità. Nondeve comunque mai veniremeno lo spirito di accoglien-za, che la comunità cittadinaesplica principalmente tramitei gruppi stessi.

I gruppi sono comunquechiamati a discutere e discer-nere quale modello sia perloro più congeniale. I risultatidel discernimento verrannopresenti dai gruppi stessi inuna prossima riunione citta-dina.

Programmazione annualeDalle proposte raccolte il

Consiglio aveva esplicitatodue percorsi possibili perl’anno:

- Nell´anno dedicatoall´Eucarestia prendiamospunto dall´Enciclica del Papae riflettiamo sul significatodell´Eucarestia stessa. Analiz-ziamo i riti presenti nella cele-brazione eucaristica ed ap-profondiamo il rapporto tra lavita quotidiana, il lavoro, lesituazioni di vita di oggi el´Eucarestia. Per approfondire

alcune parti potremo utilizza-re la pubblicazione della Dio-cesi su questi argomenti

- Come incararnarenella nostra realtà completa,qui ed ora, gli elementi fon-damentali della identità CVXquali emergono dai principigenerali e dai documenti fon-dativi delle comunità cittadi-na, italiana e mondiale.

Con la volontà di unirsi alcammino della Diocesi e ditutta la Chiesa, che quest’an-no celebrano l’anno eucaristi-co, la scelta è ricaduta sul pri-mo argomento.

Progetto Boves

Rimandando all’articolospecifico sul progetto mi li-miterò a fare un paio di con-siderazioni su quanto emer-so domenica pomeriggio .

L’assemblea (e quindi lacomunità) ha deciso di conti-nuare il supporto al progetto.

Tutti i presenti sono statiinvitati ad esplicitare quantopotessero dedicarvi in termi-ni di tempo: la comunità si èdetta disposta a coprire i tur-ni cucina per 8 fine settima-na più uno di animazionebimbi.

In totale dodici personesi sono dette disponibili adedicare un weekend per ilprogetto.

Come sostegno da parte diuna comunità di 105 personenon mi sembra molto….

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Sul numero precedente diCVX Notizie abbiamo descrittoquali sono i principi alla basedella scelta, fatta da due fami-glie della Comunità di Vita Cri-stiana cittadina, di parteciparealla nascita dell’AssociazioneComunità e Famiglia (ACF) inTorino.

Grazie alla ricchezza spiri-tuale che la CVX ci ha offertoin tanti anni di partecipazione,abbiamo ben chiaro il fattoche il fine ultimo della nostraesistenza è “amare il Padre edi fratelli”. ACF è uno dei mezziche ci potrà aiutare a raggiun-gerlo.

Gli squilibri di cui soffre lanostra città sono collegati alprofondo squilibrio che è radi-cato nel cuore degli uomini.Molte persone, spinte dallapaura e dall’egoismo, cercanodi perseguire i propri interessipersonali, difendendosi e at-taccando per avere di più.Talvolta si investe la propriaintelligenza nel raggiungere fi-ni che dividono e distruggono.Molti uomini soffrono in sestessi una divisione dalla qualeprovengono tante delle discor-die presenti nella società con-temporanea.

Soltanto Dio, creatore del-l’uomo a sua immagine, dopoaverlo redento dal peccato,può offrire una risposta ade-

guata a tutti questi problemi.La ricerca di uno stile di vitamaggiormente orientato versoil Signore, anche nella concre-tezza delle cose quotidiane (ti-po di abitazione, qualità neirapporti di vicinato, accoglien-za nei confronti dei poveri, uti-lizzo del proprio denaro, etc.)pensiamo sia il primo passo dacompiere.

Dopo alcuni anni in giroper il mondo, finalmente stabi-li a Torino, vogliamo adottareun modo di vivere più coeren-te con la nostra fede. Deside-riamo uno stile di vita che cipermetta di essere di aiuto alprossimo non come singoli in-dividui, attraverso un apostola-to ritagliato fra le incombenzequotidiane, bensì insieme alnostro coniuge ed ai nostri fi-gli, attraverso una testimonian-za di vita famigliare il più vici-na possibile a quello delle pri-me comunità cristiane.

Stiamo quindi cercando unedificio in città ove realizzareun condominio solidale e altrefamiglie, appartenenti alla CVXtorinese, desiderose di condi-videre questo cammino.

Ciò che origina una comu-nità è la volontà di stare insie-me. Se in una scelta di vita co-munitaria non c’è questa vo-lontà, inevitabilmente ci si di-vide.

Tutti hanno il desiderio di

non essere soli, ma pochi han-no la volontà e ancor meno la“cultura” dello stare insieme.

Nel condomino solidale lavita viene condotta da ogni fa-miglia come meglio ritiene,con criteri comuni che ciascu-no realizza secondo le propriepossibilità.

Ogni famiglia ricercherà ilproprio auto-sostentamentocon una parità tra forze che sihanno ed impegni che si assu-mono.

Non ci sono norme o regoleimposte dall’esterno. C’è inve-ce il desiderio di seguire i cri-teri scelti dalla comunità, se-guendo la legge interiore delcuore, nel tentativo di favorirelo stare insieme. Ogni famigliadesidera ispirarsi ai valori dellasolidarietà e della sobrietà.

Alla base di questo progettovi sono alcuni criteri comuni,che sono il fondamento dellenumerose comunità che ACFha fondato in altre regioni ita-liane.

Il primo punto, fondamentodi tutto quanto, è lo sforzarsidi discernere pensieri, atteg-giamenti e parole, in modo dadistinguere quelli che unisco-no da quelli che dividono,quelli che mettono in relazio-ne da quelli che chiudono al-l’altro.

La preghiera personale e

Associazione Comunità e Famigliaa Torino, un progetto che nasce

di Stefano Daquino

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comunitaria, insieme alla siste-matica condivisione delle pro-prie riflessioni con gli altri, è ilprincipale strumento attraversocui fare questo tipo di discer-nimento.

Il secondo punto è il distac-co dai beni materiali, che nondevono costituire il fine ma so-lo un mezzo per servire meglioil Re Nostro Signore.

Ogni famiglia si ispira ai va-lori della solidarietà e della so-brietà. I beni immobili non so-no in proprietà, ma in uso.Ognuno produce secondo ilsuo carisma e le sue capacità econsuma secondo i propri bi-sogni, in una reciproca fiduciatotale.

La condivisione dei beni sirealizza attraverso l’apertura diuna cassa comune in cui tuttifanno confluire i propri guada-gni.

Ogni famiglia compila men-silmente un assegno in biancoattraverso cui riceve il denaronecessario al suo sostentamen-to, in assoluta libertà, consape-vole di utilizzare risorse chesono il frutto del lavoro di tut-ti. Nella cassa comune si mettequanto si riceve e da essa siprende quanto serve.

Le eccedenze degli introitisono versate all’associazioneComunità e Famiglia, con l’in-tento di dare ad altre personela possibilità materiale di ini-ziare progetti analoghi.

Normalmente si pretendeche gli altri rispettino la nostralibertà , ma non si pretende danoi stessi il rispetto di quellaaltrui.

All’interno del condominiosolidale fondamentale è il ri-spetto della libertà di tutti e diciascuno.

Ognuno deve proteggere lalibertà degli altri. La tolleranza

della diversità consiste nella po-sitiva accettazione dell’altro, ve-ro presupposto perché io stes-so viva.

Siamo consapevoli della dif-

ficoltà pratica di questo cam-mino.

Pensiamo, però, che intra-prenderlo con l’aiuto di tutta lacomunità cittadina possa ren-derlo meno difficile.

Pertanto famiglie che sianointeressate a conoscere meglioquesto progetto non esitino acontattarci.

Infine fateci sapere se veni-

te a conoscenza di istituzionipubbliche o private, o di entireligiosi che abbiamo inten-zione di valorizzare degli edifi-ci rendendoli disponibili aquesto progetto.

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Alcuni mi hanno domandato cosa fa esattamente l’Ese-cutivo nazionale. La domanda può avere motivazioni diffe-renti, da un interesse alla dimensione non strettamente lo-cale della nostra comunità ad una diffidenza, fondata opregiudiziale, verso le strutture organizzative, in particolareverso quelle “romane”.

In ogni caso merita una risposta, che cercherò di dare inmodo “empirico” e continuativo, cioè non ripetendo cosadice il nostro Statuto, ma riferendovi di volta in volta quelche si è fatto e quel che ci si propone di fare.

Chi siamo e come ci siamo organizzatiAnzitutto do qualche notizia sull’Esecutivo eletto nel-

l’Assemblea del 25 aprile di quest’anno. E’ composto da 10membri laici e dall’assistente nazionale, p. Gian GiacomoRotelli. Per chi li conosce, e il nome può quindi avere unsignificato, ricordo che, oltre a me, i membri laici sono:Umberto Bovani di Cuneo (che è stato riconfermato presi-dente nazionale), Marina Villa di Milano, Lorenzo Manaresidi Bologna, Lucia Brundi di Firenze, Leonardo Becchetti diRoma, Carmen Cecere di Napoli, Franco Iannucci di Gru-mo Nevano, Paola Schipani di Reggio Calabria e AlfonsoCinquemani di Palermo, che è stato eletto vicepresidente.

Nell’ambito dell’Esecutivo si sono ripartite le competen-ze secondo alcuni filoni:

area famiglia (formazione, iniziative, contatti fra le real-tà locali e altre realtà associative): i referenti sono LorenzoManaresi e Lucia Brundi

area giovani (formazione, accoglienza, contatti conLMS e MEG): i referenti sono Carmen Cecere e Paola Schi-pani

area comunicazione (newsletters, mailing list, sitoweb, “Cristiani nel mondo”, pubblicazioni varie): i referentisono Franco Iannucci e Marina Villa

area sociale (sensibilizzazione alle tematiche economi-co-sociali e alla finanza etica, collegamento tra i gruppi dicommercio equo-solidale, partecipazione a “Sentinelle delmattino”): i referenti siamo io e Leonardo Becchetti.

Inoltre Lucia Brundi ha avuto l’incarico di segretaria delComitato stesso, Leonardo Becchetti ha il compito di curare

i rapporti con le CVX estere (è membro neoeletto dell’Eu-roteam, l’organismo che collega le CVX europee); a me ètoccato il ruolo di tesoriera.

Chi desidera ricevere o dare informazioni o suggerimen-ti relativamente ad uno di questi ambiti può contattare di-rettamente uno dei referenti, utilizzando l’indirizzo di postaelettronica riportato nel sito della CVX italiana o chiedendoa me di fare da tramite.

L’Esecutivo si incontra in un week-end ogni due mesi;generalmente gli incontri sono a Roma, per la maggiore fa-cilità di spostamento e di sistemazione; però c’è in pro-gramma di farne alcuni nelle sedi delle varie comunità perfavorire un contatto più diretto con le realtà locali. A set-tembre siamo stati a Cagliari, la prossima “trasferta” è ipo-tizzata a Palermo per giugno 2005.

Temi affrontati Negli incontri di giugno e settembre abbiamo:- fatto una valutazione delle attività promosse per l’esta-

te; - raccolto le impressioni sull’andamento delle varie co-

munità;- organizzato il Consiglio dei delegati e messo le basi

per il convegno nazionale di aprile;- riesaminato la situazione dei debiti, il bilancio e la rac-

colta quote.Attività estiveAl Convegno di Genova erano state promosse tre inizia-

tive: il corso per famiglie a Selva di Val Gardena, il campoin Romania e gli Esercizi Spirituali per giovani a Bologna.

Per quanto riguarda l’esperienza del Corso per famiglieorganizzato a Selva di Val Gardena (tenuto da Umberto eMaria Grazia Bovani e due coppie di Bologna), la parteci-pazione è stata molto alta (esaurita la capienza della casa,anche se con una percentuale di membri CVX non elevata,nonostante la precedenza accordata). E’ già stata prenotatala casa la casa per il 2005 (dal 16 al 23 luglio).

I suggerimenti per il prossimo anno sono di:- privilegiare la parte spirituale rispetto a quella più pro-

priamente psicologica

Notizie dall’Esecutivodi Fulvia Mogna

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- preparare un programma più dettagliato dell’iniziativa- trovare il modo di coinvolgere più famiglie delle CVX.Per i campi in Romania organizzati dalla LMS non si dis-

poneva di riscontri diretti. Si ritiene opportuno verificare come in futuro la CVX

possa sostenere meglio l’iniziativa, a livello di comunità enon solo di singoli membri.

Gli Esercizi Spirituali per giovani organizzati a Villa SanGiuseppe (Bologna) hanno registrato una grande parteci-pazione (anche qui, però, senza molte presenze CVX). C’èda valutare se cercare di diffondere di più tale iniziativa trai giovani CVX pensandola in una formula di giusto equili-brio tra spiritualità ed operatività (anche se esperienze si-mili già si propongono a Selva di Val di Gardena, a Cala-scio e a S. Giacomo di Entraque).

Si è suggerito di pensare ad organizzare anche per ilSud una formula analoga al corso di esercizi spirituali pergiovani proposto da p. Gazzaniga s.j. a Selva d’inverno. Sipensa infine alla possibilità di organizzare un convegnogiovanile nel 2005 a fine estate (forse al Centro Schuster diMilano).

Vita delle comunitàResta vivo l’impegno del convegno di Genova a cercare

una maggiore collaborazione con gli altri movimenti igna-ziani non in vista di una formazione comune, bensì di unaprogrammazione comune di alcuni momenti formativi edesperienziali.

L’Esecutivo ha seguito e sostenuto la nomina di Pasqua-le Savio (membro “storico” della CVX) a Presidente dellaLega Missionaria Studenti.

Relativamente alle comunità locali, si ritiene opportunoandare a visitare le singole realtà, soprattutto là dove lapartecipazione a livello nazionale è scarsa, e di attivare fi-gure di riferimento da affiancare a quella del delegato cer-cando di individuare coloro che si occupano dei vari settoridi approfondimento stabiliti dal presente Esecutivo.

Si è stabilito inoltre di raccogliere tutta la documentazio-ne pregressa più significativa come materiale di base da cuitrarre spunto per scrivere eventuali presentazioni dellaCVX e fornire documentazione a chi si avvicina.

Si rileva da parte di tutti la necessità di formalizzare en-tro la fine del 2004 una carta di intenti e di elementi irri-nunciabili sia a livello organizzativo sia formativo per laCVX italiana oggi; tale documento di programmazione saràpoi presentato alle comunità locali.

Consiglio dei delegati e Convegno nazionaleSul consiglio dei delegati ampliato in forma seminariale

si riferisce in altri articoli. Il Convegno Nazionale si svolgerànella stessa sede, cioè presso il Centro Giovanni XXIII aFrascati, dal 22 al 25 aprile. Il titolo sarà “Una fede autenti-ca: abitare il cambiamento”, si rifletterà cioè sul cambia-mento più generale entro il quale noi tutti viviamo il nostrocambiamento personale, sempre nell’ottica di una fedeprofondamente intrecciata con le vicende personali e col-lettive.

Situazione economicaNel luglio 2003 è stato finalmente concluso un contratto

di locazione per l’immobile di via Serchio. La società affit-tuaria è una concessionaria auto. Il contratto prevede uncanone mensile di 15.000 euro lordi (rivalutati ogni annosecondo l’indice ISTAT). Siccome però la società locataria sifarà carico di tutte le spese di ristrutturazione dell’immobi-le, il canone è stato ridotto a 200 euro per i primi quattromesi e a 10.000 euro fino al 1 aprile 2009. Questa soluzio-ne è risultata particolarmente vantaggiosa in quanto la ri-strutturazione era proprio il punto critico: la CVX non ave-va fondi sufficienti per realizzarla e l’immobile era troppodegradato per trovare acquirenti o affittuari.

Ad oggi i lavori sono seguiti dall’economo della Compa-gnia di Gesù e pare che procedano bene.

Però i due anni in cui l’immobile è stato sfitto (e le tassesi dovevano ugualmente pagare) hanno creato un gravedeficit: dal bilancio al 30 settembre 2004 presentato ai dele-gati risultano debiti per 157.000 euro! Di questi la quota piùconsistente (circa 70.000 euro) è verso la Compagnia diGesù, che generosamente continua a far credito senza ap-plicare interessi.

Ultimo imprevisto a settembre (non compare ancora nelbilancio): una tassa arretrata di 42.000 euro per il passaggiodi destinazione dell’immobile; speriamo che sia veramentel’ultimo!

Con la ricomparsa della consistente entrata di via Ser-chio si è potuto fare un piano di rientro dei debiti: si speradi ritornare in pareggio nell’arco di quattro o cinque anni.

Parallelamente si è cercato di razionalizzare e ridimen-sionare le spese.

Relativamente alle quote associative, il preventivo per il2004 era di 14.000 euro; ne sono già stati riscossi circa11.000. Siamo ben al di sopra dei numeri di qualche annofa, tuttavia, col tempo, sarebbe bene valutare la possibilità

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di innalzare un poco la quota, che oggi è di 20 euro annua-li pro-capite. Se ne è parlato all’interno dell’Esecutivo, maalla fine abbiamo deciso di cercare prima di coinvolgeretutte le comunità a versare per intero le quote e di aumen-tarla eventualmente in un secondo tempo, per evitare digravare soltanto sui più solleciti.

Nel quadro che ho descritto l’entrata delle quote asso-ciative ha un peso quantitativo ridotto, ma è significativadal punto di vista del coinvolgimento nella vita comunita-ria: può essere un piccolo segno di quanto gli associati so-no disposti a farsi carico dei problemi della comunità e asentirli come propri.

In questo senso è stata sempre apprezzata la sollecitudinecon cui la comunità di Torino versa il suo contributo.

Temi da affrontareL’ordine del giorno del prossimo incontro prevede prin-

cipalmente:- organizzazione del Convegno nazionale: definizione

più dettagliata del tema; verifica sulla disponibilità dei rela-tori, scansione delle giornate;

- esame di una bozza di depliant di presentazione dellaCVX: riassumerebbe in una forma grafica possibilmente ef-ficace le caratteristiche della nostra spiritualità e gli aspettiorganizzativi della comunità;

- “Cristiani nel mondo”: la rivista è in crisi, perché datempo gli abbonamenti sono molto scarsi e perché si fatica

a raccogliere contributi dalle comunità. È da valutare anchel’ipotesi di affidare la stampa ad un’editrice di Bologna e distudiare forme diverse di distribuzione.

Vi terrò aggiornati!

Quadro comunità esistenti Infine do un quadro sintetico delle comunità in Italia.Al Consiglio Nazionale dei Delegati erano presenti le co-

munità di Chieri, Torino, Biella, Genova, Milano, Bergamo,Trieste, Bologna, Parma, Ferrara, Firenze, Roma, Carditel-lo,Grumo Nevano, Napoli, Villa di Briano, Reggio Calabria,Palermo.

Era rappresentata anche una neonata pre-comunità diSan Saba, di cui fanno parte circa 25 giovani universitari se-guiti da p. Rotelli.

Non erano presenti, ma sono vive e… attive le comunitàdi Cagliari, Cuneo, Trento, Padova, Parete, Sant’Arpino,Messina e Ragusa.

Da un po’ di tempo, invece, non si hanno notizie dellecomunità di Mantova, Caltanissetta, Massa Carrara e Lecce.La comunità di Città di Castello ha ufficializzato il suo scio-glimento.

Riguardo al processo di formazione di comunità a livellocittadino, Torino è la pioniera. Le comunità di Milano e Pa-lermo stanno attuando un processo di riorganizzazioneanalogo al nostro, ma sono ancora formalmente divise inpiù comunità (tre a Milano, otto a Palermo).

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Suscipe Domine universamnostram* libertatem, accipememoriam…..

*La preghiera di S. Ignazio èespressa al plurale per i coniugi.

Accipe memoriam …..ildono della memoria!

Sono sul treno, di ritorno dalmio paese del Sud e ho di fron-te una coppia di sposini, pen-so, in viaggio di nozze. Il pen-siero corre a 43 anni fa. Anchenoi, in questi giorni, sul treno,facilmente riconoscibili daicompagni di viaggio come no-velli sposi. Grazie Signore per ildono del matrimonio.

Al paese ho rivisto tanti luo-ghi pieni di ricordi: la scuolaelementare, la parrocchia, lapiazza. Non è stato difficile rin-graziare il Signore. Ricordi, ri-conoscenza, scoperta del pianodi Dio nella nostra vita. Così èstato nel passato, è nel presen-te, sarà nel futuro. Quantieventi non comprendiamo su-bito! Gli anni, aiutano dopo acapire il piano di Dio.

Legare la memoria a Dio èbello. Ci sono tanti valori nellamemoria, alcuni anche di pre-

gio, ma riferirsi a Dio, allaProvvidenza, al Suo Amore pernoi è un’altra cosa. È un eserci-zio utile. Ci rinforza, c’incorag-gia, ci rende saggi. Dà maggio-re valore agli eventi anzi dà lo-ro quello vero. Donare la me-moria è completare il dono del-la libertà, è legare il presente alpassato, è raccogliere i pani do-po il miracolo, è utilizzare finoin fondo con umiltà e ricono-scenza la Grazia dataci neglieventi.

La scuola, il matrimonio, illavoro; tutti campi in cui laProvvidenza ci ha lanciato, se-guito, aiutato. Ringraziamola,almeno dopo, considerato chenon sempre siamo stati pun-tualmente attenti, docili, rico-noscenti. Ristabilendo l’ equili-brio, ci rendiamo intelligentinel senso più profondo dellaparola.

Le occasioni non mancano:incontri, viaggi, pensieri, ricor-di. “Accipe memoriam” : il do-no degl’incontri, delle persone,specialmente di quelle che cihanno aiutato di più nella vitadello spirito. Il Signore le hapreparate a lungo e poi ce leha fatto incontrare. Ha prepara-

to anche noi a quell’incontro.Altrimenti l’incontro non sareb-be potuto avvenire nella suapienezza. Grazie Signore.

I ricordi però riguardano an-che cose spiacevoli. I nostri in-successi, le nostre lacune, i tortifatti e quelli subiti da personevicine e lontane. Nasce cosìun’altra opportunità. Il donodel perdono e dell’accettazio-ne. Perdonare a noi stessi glierrori, le mancanze. Perdonaregli altri per i torti che possonoaverci fatto. Si estinguono i ran-cori donando con generosità ilperdono, offrendo tutto al Si-gnore con profonda sincerità.Nei ricordi, accettando da Diocon umiltà le mancanze nostree degli altri si trova la possibili-tà di riavvicinamento, di perdo-no, di serenità, liberandoci dipesi forse anche inconsci e of-frendo tutto al Signore comepreghiera umile, lieta e genero-sa. Il dono a Dio della memoriadiventa così occasione di sere-nità, letizia e maggiore aperturaagli altri. Ricuperiamo così l’op-portunità di offrire un perdonoche forse al momento opportu-no non siamo stati in grado didare. “Accipe memoriam”.

Suscipe Domine universam nostram libertatemdi Francesco Novelli

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17 agosto 2004: benvenuta a Letizia, nipote diCiccillo Novelli.

Congratulazioni ed auguri a Luca Galeasso e Ce-cilia Blengino, che si sono sposati il 25 settembre 2004nella chiesa del SS. Nome di Maria a Torino.

Affidiamo al Signore la mamma di Marcella Bal-lerini, la mamma di Stefano Dacquino, la sorella diMarisa Fiorini, il marito di Celeste Vigo, la mamma diCarla Zuccari, la mamma di Laura Cantoni e il generodi Camilla Mortarino. Pregando per loro siamo vicinialle loro famiglie.

Notizie brevi

In accordo con la Pastorale Universitaria della Dio-cesi abbiamo iniziato, il Centro Pellegrino e la CVX Pel-legrino, una Messa da noi preparata nella Chiesa dei SS.Martiri ogni giorno festivo alle ore 18, particolarmenteindirizzata agli Studenti Universitari di Torino. I nostristudenti la sostengono con la loro presenza, preparando

le intenzioni dei fedeli, proclamando le letture e cantan-do. Ogni volta si trovano insieme nella sala del Crocifis-so alle ore 17 per provare o imparare nuovi canti, ac-compagnati da due chitarre.

C'é già una buona partecipazione e una collabora-zione con la FUCI. Si spera che tutto cresca in meglio.

Messa per studenti universitaridi Beppe Giordano s.j.

(Frascati 31 ottobre – 1° novembre 2004)

Il Consiglio Nazionale dei Delegati tenutosi recente-mente a Frascati è stata l’occasione per conoscere la vitadelle singole Comunità cittadine e per capire lungo qua-

le percorso l’Esecutivo Nazionale ci guiderà nei prossimianni. Alcuni brevi flash possono, forse, essere utili asentire spiritualmente più vicini i fratelli che sono…fisi-camente più lontani e a renderci edotti di ciò che avvie-ne a livello nazionale.

Brevi dal Consiglio Nazionale dei Delegati

di Davide Ternullo

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Le Comunità italianeL’impressione che ho ricavato ascoltando i contribu-

ti dalle varie Comunità è quella di una associazione incammino che, da un lato, è capace di prendere delle de-cisioni, di scegliere, attraverso il discernimento comuni-tario; e, dall’altro, cerca di spendersi per ciò che si mani-festa come più urgente e necessario.

In generale esistono un certo numero di Comunitàcittadine con una forte presenza giovanile (Napoli eprovincia, Reggio Calabria, ma anche Roma e alcune cit-tà del Nord-est). La maggior parte delle Comunità è co-stituita da adulti tra i 30 e i 60 anni, con una forte com-ponente familiare.

All’interno di alcune Comunità, il bisogno di vivere ladimensione della famiglia a livello comunitario ha con-dotto alla costituzione di gruppi di condivisione sul tema.In alcuni casi ci si è chiesti se non realizzare luoghi di vitacondivisa con altre famiglie; in altri casi (come a Bolognae Ferrara) si sono attivate esperienza in tal senso.

Le realtà nelle quali è presente un’unica Comunitàcittadina sono abbastanza diffuse anche se non in cittàdi dimensioni importanti. In alcune di queste ultime, pe-raltro, è stato avviata la costituzione della Comunità cit-tadina (Milano), o è fortemente sentita l’esigenza e ci siinterroga su come procedere (Palermo).

Molte Comunità operano attivamente, al servizio del-la Diocesi di appartenenza, nelle parrocchie, cercando dirispondere ai bisogni che si manifestano sul territorio (sia-no essi attività di doposcuola, corsi per fidanzati o acco-glienza e insegnamento dell’italiano agli stranieri).

L’Esecutivo NazionaleIl Presidente dell’Esecutivo Nazionale ha sottolinea-

to come l’orizzonte di riferimento nel quale la ComunitàItaliana camminerà nei prossimi tre anni è sintetizzatonella Relazione presentata all’Assemblea Nazionale del-l’aprile scorso (disponibile integralmente sul sito inter-net della CVX, www.cvx.it nella sezione documenti).

Il lavoro avviato dal nuovo Esecutivo ha comeobiettivo di fondo quello di mettere in luce “strumenti”in grado di individuare tre priorità: l’ESSENZIALE nellenostre comunità; l’IRRINUNCIABILE in una fedeltà; ilPERCORRIBILE per la nostra associazione.

La CVX Europea e MondialeUno dei componenti dell’Esecutivo Nazionale, Leo-

nardo Becchetti, ha raccontato l’esperienza e esposto lelinee di azione dell’Esecutivo Europeo di cui è membro.Ne è uscito un ritratto della CVX Europea (e Mondiale,di riflesso) ben sintetizzato da una delle espressioni pro-nunciate da Leonardo: “sinfonia di diversità irriducibiliad unum”.

Il tema che muove l’azione dell’Esecutivo Euro-peo è quello della comunicazione. In quest’ambito lemaggiori novità dei prossimi mesi potranno essererappresentate dalla creazione di newsletters e, in ge-nerale, dall’attivazione di strumenti sempre più in gra-do di agevolare il lavoro in rete delle Comunità deivari paesi.

Giornate Mondiali della Gioventù (16-21 ago-sto 2005)

Durante il Consiglio dei Delegati è stato anchepresentato il progetto “Magis – esperimenti ignaziani”.Questo progetto dovrebbe offrire ai partecipanti alleGiornate Mondiali della Gioventù l’opportunità di vi-vere una “settimana ignaziana”, precedente l’evento,nella quale prepararsi più profondamente alle GMG esperimentare percorsi di spiritualità ignaziana.

Le modalità di questa “settimana ignaziana” sonodettagliatamente descritte nelle pagine del sito internetdedicato (www.magis2005.de).

In sintesi, dall’8 al 13 agosto, i giovani, divisi ingruppi (detti “esperimenti”) di 30-50 persone di diver-sa nazionalità e, successivamente in sottogruppi di 10persone, svolgeranno un cammino differenziato a se-conda del gruppo (un pellegrinaggio, un servizio so-ciale o un’attività creativa) con tempi di preghiera e si-lenzio quotidiani. Nei giorni del 14 e 15 agosto si vi-vranno due grandi celebrazioni eucaristiche (di cuiuna presieduta dal P. Generale dei Gesuiti) e un festi-val dei giovani; il giorno successivo i partecipanti sisposteranno a Colonia per prendere parte alle GMG.

Il coordinamento del progetto “Magis – esperi-menti ignaziani” invita pertanto tutte le Comunità ita-liane a sollecitare adesioni alla “settimana ignaziana” edisponibilità a collaborare nell’organizzazione.

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di Alfonso Cinquemani e Davide Ternullo

In cammino verso una fede autentica

Appunti su Laboratorio – seminario; Fra-scati 29 – 31 Ottobre 2004

UNA FEDE IN EVOLUZIONEL’esperienza della fede è un'esperienzadifficile, un cammino non lineare, specieper gli adulti, anche per i più impegnatied attenti. Non viviamo la fede come undato pacifico.Infatti, quando ci confrontiamo con chi èattorno a noi facciamo fatica a dare unaragione della speranza che è in noi; c’èchi, pur avendo fede, vive un’apparte-nenza con riserva ai principi della nostrafede.Tutti, anche i più fedeli, durante il corsodella vita, ricevono un AGGUATO e en-trano in crisi.

Contro un errato luogo comune che lavorrebbe “tranquilla” e pacificata, l’etàadulta è invece una realtà di continuaevoluzione, di continue transizioni, di-pendenti dall’età, dai ruoli, dal lavoro,dalle precedenti scelte, dalla cultura incui siamo immersi.Se la fede deve accompagnare la vita, sevogliamo mantenere l'aspirazione a rea-lizzare una unità tra fede e vita, allora lafede stessa deve evolvere parallelamen-te.

La Scrittura e la tradizione della Chiesa cidicono di una fede in cammino ed inevoluzione (da Abramo a Luca ai misticidi ieri e di oggi).I Salmi, in particolare, ci presentano tuttii registri possibili della nostra fede (lode,gioia, dubbi, gratitudine, paura, ira…).Anche nei momenti di infedeltà persisteuna fede (Salmo 50) perché la fede è re-lazione con Dio anche nei risvolti negati-vi di questa relazione.Le infedeltà sono in un certo senso pas-

saggi obbligati per purificare noi stessi ela nostra visione di Dio.La ricerca dei tratti caratteristici di una fe-de “autentica” può essere effettuata conil criterio della vulnerabilità:LA FEDE PIÙ È VULNERABILE, PIÙÈ AUTENTICA.

“ABITARE” LA FEDE: UNIRE LA PRO-PRIA FEDE ALLA PROPRIA VITA

Lavoro di gruppo:Disegnare le “case” della fede che ho“abitato” - Condividere i disegni – Parolechiave che ricorrono:

- Famiglia - Gruppo, momenti critici- Momenti forti- Cambiamento - Vita di coppia, servizio- Luoghi

Rispetto alla fede tutti siamo in camminoe tutti siamo protagonisti di tappe SIMI-LI, di qualcosa che ci accomuna. Un’analisi, condotta negli anni ’70 dalsociologo Fowler, pastore metodista, haindividuato sei tappe. Le prime tre ri-guardano i primi anni della vita e sono:

- infanzia (fede “magica”)- crisi e separazione (rifiuto)- incontro personale (conversione).

Le altre tre sono le tappe che caratteriz-zano la vita adulta; non sono necessaria-mente sequenziali; possono coesistere inproporzioni variabili. Sono:la fase dell’appartenenza comunitaria(forma del NOI) nella quale ciascunofa proprio il modo di vivere la fede tipi-ca del gruppo. La persona aderisce ai ritiglobalmente perché ritenuti buoni. È lafede dei convertiti in cammino di ap-prendimento ed è caratterizzata da gran-de lealtà nei confronti del gruppo, fidu-cia, obbedienza, certezze.

fase della fede critica (forma dell’iorazionale) : il riferimento non è più ilgruppo;il riferimento a Dio è dentro disé, è interiorizzato, attraverso la rielabo-razione di fattori esterni ed interni. Tuttoè preceduto da una riflessione persona-le; in questa fase è possibile una rotturadei simboli. C’è una sofferta ricerca diautenticità; è una fede che passa più at-traverso la rielaborazione che attraverso igesti. Questa fase comporta spesso fortiemozioni: aggressività, risentimento, al-lergia all’autorità.fase della riappropriazione, riunifica-zione, rappacificazione (forma del-l’io relazionale): vengono recuperatele forme perdute con un significato nuo-vo. Vi è il passaggio dalla prima alla se-conda ingenuità (es. si può recitare l’An-gelo di Dio come si faceva da piccoli,ma con una partecipazione, un significa-to del tutto nuovi). Si è in comunionecon sé stessi e con gli altri. Si vive l’ap-partenenza alla comunità, ma si è dispo-nibili all’accoglienza, all’incontro di per-sone impegnate in cammini spirituali di-versi.

UNA FEDE FEDELEOccorre interrogarsi:Come coniugare una fede in evoluzionecon ciò che resta stabile?Come mi sento nella casa che attualmen-te abito?

Figli: problema economico sociale, scel-te di vita, accompagnamentoRapporti familiari estesi: anziani, nuoviarriviGli altri: autenticità della mia missioneI beni: uso del denaro, esigenze di libe-razioneVita nello spirito: a che punto è il cam-mino verso l’unificazione

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Ordine nella vita: tornare all’essenziale,semplificarla in una tensione verso la vi-ta interiore

Racconto della lotta di Giacobbe conl’angelo, archetipo della esperienza diIsraele con Dio. (Gen. 32, 23-32)

Una fede autentica è basata su due coor-dinate: VOCAZIONE E FEDELTÀCiò che distingue un credente da un noncredente è proprio il rappresentare lapropria vita come una chiamata; indicareche Qualcuno ci precede. La vocazione ci strappa da una conce-zione di vita affidata al caso (determini-smo), ma anche da una opposta conce-zione di una vita tutta affidata alle nostremani, (onnipotenza)È il riconoscere che Qualcuno ci ha pre-ceduti, custoditi.Ci fa approdare ad una fede vista comerelazione in cui le decisioni sono condi-vise.Una complicità tra due libertà: la nostrae quella di Dio, una decisione presa allaluce dello SpiritoSeguire il progetto di Dio significa quin-di operare un discernimento tra la Parolae le circostanze della nostra vita: non èobbedienza ad un progetto preconfezio-nato, è piuttosto adesione alla sua volon-tà che ci vuole tutti figli e liberi, in cam-mino nella costruzione del Regno.

Gesù ci ha rivelato che noi siamo chia-mati, preceduti, custoditi

Fedeltà suppone una decisione, una pro-messa espressa anche nella oscurità delmomento, ma fidando della fedeltà diDio.

La chiamata fondamentale alla fede si ar-ticola continuamente in chiamate parti-colari: è fedele allora chi è capace dimettersi continuamente in gioco, quan-do si presenti l’occasione di dare unasvolta alla propria vita.La decisone iniziale va recuperata in tutti

i suoi elementi autentici, ma alla luce dinuovi elementi che si presentano: talvol-ta è meglio avere il coraggio di metterein discussione la prima fedeltà piuttostoche essere tristemente perseveranti.Ogni transizione può essere dolorosa,può portare disagio, ma una fede maturaci aiuta ad affrontare le difficoltà delcambiamento ed a ritrovare il senso del-la vita.In questo è di grande aiuto una comuni-tà in quanto luogo in cui la crisi può es-sere narrata e, nella condivisione, supe-rata.Un esempio ci è dato da Madre Teresache non esitò a lasciare la propria con-gregazione quando si sentì chiamata aservire gli ultimi nelle strade delle città.

Si possono presentare casi in cui unanuova decisione comporti una separa-zione dalla comunione ecclesiale: il “di-giuno eucaristico” è una modalità tem-poranea che non vuole costituire giudi-zio sulla persona, ma sottolineare una si-tuazione di dissonanza con il Vangelo.

Grande importanza riveste allora la for-mazione in quanto aiuta a vincere le re-sistenze ed a recuperare il senso di ciòche si sta vivendo.È necessario creare spazi di condivisio-ne. Darsi tempi per un RACCONTO, per-ché il racconto è esso stesso VITA.Cos’è dunque questa fede fedele? È unafede che:

- ci aiuta a prendere coscienza delcambiamento;

- ci aiuta a vivere in maniera nondisagevole il cambiamento;

- ci aiuta a recuperare il significatodei cambiamenti;

- deve essere il luogo nel quale ci siracconta, perché nel racconto del cam-biamento si racconta la propria fede.

Occorre interrogarsi:che esperienza di Dio ho fatto?Che cosa ho visto del Signore?Che immagine ho di Dio?

UNA FEDE MATURAIl tentativo di dare della fede matura unadefinizione, sia pure provvisoria, indutti-va e non delimitativa, si è articolato intre momenti:1) un lavoro in piccoli gruppi in cuiognuno, in silenzio, doveva integrare suun cartellone la frase:“È matura nella fede una persona che:sa amarecresce costantemente nel tempo nella in-tensità della preghierasa che tutto dipende da Dio ed è coeren-te con i suoi insegnamentiama ed aiuta i poverilotta per la giustizianon teme desolazionemantiene la fede nei momenti difficili, sadiscerneresa darsi completamente, sa decidere e rideciderevive il mistero pasqualesa di essere piccolo e poveroè pieno di gioia e la manifestasa fare autocritica e testimonia senzapreoccuparsi delle criticheama la vita sempre, ama la Chiesaaccoglie tutti e dialoga con tuttiascolta e segue le indicazioni del Magi-steroriconosce non a parole ma nei fatti cheGesù è il solo Signore.”2) la proposta di Fratel Biemmi di alcune“parole chiave”:Passività – capacità di accogliere l’amoredi Dio che ci precedeApertura – capacità di accogliere il Diodella sorpresa evitare di costruire schemidefinitiviLibertà – essere sempre meno condizio-nati, riappropriarsi delle scelteGratuità – non strumentalizzare Dio perle paure e le insicurezzeAppartenenza – la mediazione delle co-munità ecclesiale; che accetta di dirsidentro una relazione di appartenenzacomunitaria Ritualità – esprimere gesti condivisie simbolici, sacramenti della incarna-zione;

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Profanità – sede della fede è la casa,non il tempio (es. il velo del tempiospezzato)Responsabilità – la fede incide sulle scel-te concrete della vita;3) un lavoro in piccoli gruppi per indivi-duare le parole proprie della spiritualitàignaziana che esprimono meglio i trattidi una fede matura.

LE PAROLE IGNAZIANE risultanti dallanostra condivisione:Memoria

MisericordiaSequela > Discernimento < IncarnazioneImpegno per la giustiziaOvvero:Accoglienza, Disponibilità, Discerni-mento, Impegno, Sentire con la Chie-sa, in tutto amare e servire, TrovareDio in ogni cosa, seguire Cristo più davicino.

L’AUGURIO FINALE: Invito al RACCONTOEducarsi a raccontare la propria fede, a

riconoscere l’intreccio della fede nellanostra storia personale.La fede cristiana è per sua natura narrati-va e non cognitivaIl racconto fa crescere la nostra identitàperché prendiamo atto di ciò che ci ca-ratterizza, ci costituisce.Dare una valenza narrativa alla nostraformazione: aiuta a capire sé stessiguarisce le nostre feritecostituisce il gruppoinsegna a vivere ed a morire.

“E’ matura nella fede una personache …

Parole chiave di Fr. Biemmi Parole ignaziane

sa amare Passività – capacità di accoglierel’amore di Dio che ci precede

Memoria

cresce costantemente nel temponella intensità della preghiera

Apertura – capacità di accogliereil Dio della sorpresa evitare diostruire schemi definitivi

Misericordia

sa che tutto dipende da Dio ed ècoerente con i suoi insegnamenti

Libertà – essere sempre menocondizionati, riappropriarsi dellescelte

Sequela � Discernimento�Incarnazione

ama ed aiuta i poveri Gratuità – non strumentalizzareDio per le paure e le insicurezze

Impegno per la giustizia

lotta per la giustizia Appartenenza – la mediazionedelle comunità ecclesiale; cheaccetta di dirsi dentro unarelazione di appartenenzacomunitaria

Sentire con la Chiesa

non teme desolazione Ritualità – esprimere gesticondivisi e simbolici, sacramentidella incarnazione

In tutto amare e servire

mantiene la fede nei momenti difficili Profanità – sede della fede è lacasa, non il tempio (es. il velo del tempio spezzato)

Trovare Dio in ogni cosa

sa discernere Responsabilità – la fede incidesulle scelte concrete della vita

Seguire Cristo più da vicino

sa darsi completamentesa decidere e rideciderevive il mistero pasqualesa di essere piccolo e poveroè pieno di gioia e la manifestasa fare autocritica e testimonia senza preoccuparsi delle criticheama la vita sempre, ama la Chiesaaccoglie tutti e dialoga con tuttiascolta e segue le indicazioni delMagisteroriconosce non a parole ma nei fattiche Gesù è il solo Signore

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Progetto S. Antoniodi Marco Tosalli

L’attività di collaborazione con il centro di spiritualitàdomestica S.Antonio, a Boves era stata avviata nell’autun-no 2003, con durata prevista di 2-3 anni, sulla base di unprocesso di discernimento conclusosi con una votazione.

Valutazione e consuntivo economicoDurante l’assemblea della CVX di Torino del 15 novem-

bre è stato riconsiderato il progetto partito un anno fa pervalutare se andare avanti e come.

Unanimemente si è concordato che, essendoci assuntiun impegno almeno biennale, la continuazione per il secon-do anno non era neppure da mettere in discussione. La va-lutazione dell’attività svolta sin ora è tuttavia doverosa emostra sia aspetti positivi che negativi.

Un buon punto di partenza può essere il giudizioespresso dai diretti interessati, cioè Grazia e Umberto Bova-ni che gestiscono il santuario e che in molte occasioni han-no mostrato di valutare positivamente il nostro intervento,grazie al quale è stato possibile sostituire i letti che eranoin pessime condizioni ed ultimare i lavori di ristrutturazio-ne ed arredo del piccolo edificio accanto al santuario.

Tale struttura, comunemente indicata come “casotto”,è attualmente abitata da una coppia che collabora alla ge-stione del santuario ed all’accoglienza degli ospiti.

Ci sono poi state altre forme di collaborazione, chehanno coinvolto alcuni di noi a vario titolo.

Positiva anche la raccolta di denaro:

Per quanto riguarda gli aspetti negativi, è inveceda rilevare che nell’attività di accoglienza degli ospiti nonabbiamo mantenuto gli impegni presi.

Infatti, per un certo numero di fine settimana, alcuni dinoi si erano impegnati ad essere presenti; in quasi tutti i ca-si non sono andati né hanno mandato qualcuno a sostituirlie, cosa più grave, talvolta neppure hanno avvertito.

Gruppo di coordinamentoPer quanto riguarda il gruppo di coordinamento, è stato

fatto notare che lo scorso anno non si è costituito un gruppocon tale scopo, ma alcuni volontari che si erano detti disponi-bili per collaborare nelle attività di sostegno al santuario si so-no trovati nella necessità costituirsi come gruppo di coordina-mento in mancanza di altri disponibili a farlo. Per il prossimoanno, pertanto, è stato costituito un piccolo gruppetto proprioa tale scopo. Del nuovo gruppo di coordinamento fanno parteMarco Tosalli, Fulvia Mogna e Gabriel Scordamaglia.

Considerazioni sulle modalità di collaborazioneSi è discusso sulle modalità di collaborazione con il san-

tuario: gli interventi hanno fatto emergere due diverse opinio-ni. Da una parte è stato osservato che anche le forme di colla-borazione più “manuali” e meno legate alla nostra specificità diessere CVX hanno un loro valore, prima di tutto di solidarietàcon una realtà che è di per sé molto vicina alla nostra spiritua-lità e anche in quanto occasione per entrare in relazione con

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Umberto e Grazia e con gli ospiti del santuario. Dall’altra èstato espresso rammarico per non riuscire a trovare occa-sioni di collaborazione in cui poter mettere a frutto esplici-tamente i doni anche spirituali propri del nostro essereCVX.

Su questo punto non è stato trovata un’intesa genera-le, né si è ritenuto necessario trovarla, anche in relazionealla considerazione che un impegno più coinvolgente nel-l’organizzazione degli incontri è comunque al di fuori dellanostra disponibilità di forze e trova un ostacolo rilevantenella lontananza di Torino da Boves.

Peraltro i corsi nella attuale formulazione sono fruttodi anni di esperienza di Umberto e Grazia e sono già mol-to apprezzati da chi partecipa, per cui non si vede la ne-cessità di interventi esterni che sarebbero certamente dis-pendiosi in termini di energie, forse con pochi frutti ag-giuntivi.

Alla luce di queste considerazioni, che forse sarannoda riprendere quando negli anni prossimi ci si orienteràverso un progetto apostolico differente, è stato confermatol’impegno verso le attività suggerite da Umberto durantel’incontro CVX di ottobre, come di seguito indicato.

Impegno per il prossimo annoL’impegno per il prossimo anno sarà concentrato su

tre attività: 1) animazione spirituale dei bambini; 2) aiuto in cucina; 3) sostegno economico.Durante gli incontri di spiritualità al santuario, tradi-

zionalmente è organizzato un servizio di baby-sitter per ibambini degli ospiti. Sino ad ora normalmente un paio dibaby-sitter si occupavano di intrattenere i bambini congiochi, disegni ed altre attività analoghe.

Un desidero espresso da Umberto e Grazia è di riusci-re a coinvolgere i bambini in una sorta di cammino forma-tivo, ovviamente da commisurare all’età, in parallelo aquanto fatto dai genitori.

Su questo ci siamo resi disponibili, rilevando peraltroche è un tipo di attività che manca per cui andremmo acoprire un bisogno al momento non soddisfatto e magarisarà occasione di mettere a frutto almeno in parte i doniche possiamo avere grazie al nostro essere CVX.

Per quanto riguarda l’aiuto in cucina, la situazione at-tuale vede la presenza di una cuoca che a pagamentoprovvede alla preparazione dei pasti e garantisce la suapresenza quando occorre.

Il problema però è che l’attuale cuoca tende a gestirel’aspetto della cucina esclusivamente come un’attività lavo-

rativa e non sente il desiderio di partecipare al clima di ac-coglienza, condivisione e convivialità con cui Umberto eGrazia cercano di caratterizzare l’ospitalità al santuario.Ciò che chiedono è sì la preparazione dei pasti, ma anchel’inserimento dei volontari in tale spirito.

Durante l’assemblea è stata lanciata la proposta di farsvolgere il servizio di aiuto in cucina ad alcune personeche la cooperativa Evvivere (presso cui lavorano alcunevolontarie della CVX di Torino) sta formando per inserirlein attività di catering.

Tali persone potrebbero essere pagate dalla CVX. Ovviamente questa eventualità è subordinata alla dis-

ponibilità di personale con le caratteristiche adatte a svol-gere tale attività e necessariamente dovrebbero essere af-fiancate dalla presenza di persone della CVX di Torino.

Infine, per quanto riguarda l’impegno economico, peril prossimo anno i soldi raccolti per il sostegno al progettosaranno finalizzati ai lavori di sostituzione degli infissi del-le parti comuni e della cappellina.

Ciò consentirà di riscaldare meglio e con minori spre-chi tutti quegli spazi che attualmente risultano, in inverno,troppo freddi, determinando notevoli sbalzi di temperaturanei passaggi tra le varie zone del santuario e foresteria.

Il preventivo dei lavori è di circa 4000 euro (esclusi ilavori relativi alla cappellina).

Per quanto riguarda le modalità di versamento, simanterrà la raccolta delle offerte durante le messa dellegiornate CVX. Chi ne avesse necessità (per bonifici o esi-genze specifiche) può inoltre contattare Marco Tosalli peraccordarsi.

Al termine dell’assemblea, per quantificare meglio lerisorse che come CVX dedicheremo al progetto, abbiamoutilizzato un cartellone sul quale i presenti sono stati invi-tati a formalizzare il proprio impegno sia in termini di gior-ni che (in forma anonima) di denaro.

A dire il vero la disponibilità di giorni è risultata piut-tosto scarsa:

Per l’animazione dei bambini si impegna la famigliaTosalli per un fine settimana.

Per la cucina si impegnano:Andrea Peluso per 1 fine settimanaFulvia Mogna per 2 fine settimanaCarla Daneo per 1 fine settimanaCarlo Zamiri per 1 fine settimanaFam. Icardi per 1 fine settimanaDavide Mosso per 1-3 luglioElisabetta PintorPer l’impegno economico, nell’arco di un anno, ci so-

no stati impegni per circa 6.100 euro.

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Santuario di S. Antonio,proposte 2005

SOSPESI NELL’AMOREdal 24 (sera) al 27 marzo, corso di riflessione pasquale per coppie.La relazione uomo-donna tra cadute e rinascite

ABITARE LA BELLEZZAWeekend di spiritualità per coppie,dal 13 (sera) al 15 maggio.Per una spiritualità del quotidiano: la casa

come “qui ed ora” tra spazio e tempo

VIVERE I LEGAMIcorso di dinamiche relazionali per TUTTI,dal 30 giugno (sera) al 3 luglioConflitti e risorse nelle relazioni di vita, con

P.Gianni Notari s.j. direttore Centro Pedro Arru-pe di Palermo.

A PRANZO CON BABETTEweekend di spiritualità per coppiedal 28 luglio (sera) al 31 luglioPer una spiritualità del quotidiano: il cibo e

le sue opportunità, in collaborazione con Paolae Lucio Martino dell’azienda agricola CascinaRosa in Valle Grana

NELL’INTIMITÀ DI UN’ATTESAdal 11 (sera) al 15 agosto e….dal 4 (sera) al

6 novembre (replica), weekend di spiritualitàper coppie.

Per una spiritualità del quotidiano: vita ordi-naria e preghiera

SCEGLIERE DI SCEGLIEREdal 25 (sera) al 28 agosto e…dal 7 (sera) al

9 ottobre (replica), weekend di spiritualità percoppie. Per una spiritualità del quotidiano: il di-scernimento come arte di decidersi

LO SPIRITO DELL’AFFETTIVITÀPercorso continuativo per coppie.Un sabato al mese dalle 15,15 alle 22.Primo appuntamento: sabato 12 novembre

2005.

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S A N T U A R I O D I S. A N T O N I OCentro di spiritualità domestica

[email protected]

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Laboratorio - seminario di for-mazione (Frascati 29-31 ottobre2004)

Dal 29 ottobre al 1° novembre2004 si è tenuto a Frascati il XXIIConsiglio Nazionale dei Delegatidella CVX Italiana.

Contestualmente al Consiglio,l’Esecutivo Nazionale ha proposto amembri e Delegati della CVX un la-boratorio-seminario sul tema dellaFormazione, dal titolo “In camminoverso una fede autentica”.

A guidare l’esperienza formati-va è stato chiamato Fratel EnzoBiemmi, un religioso dei Fratellidella Sacra Famiglia, da molto tem-po dedito allo studio della cateche-si per gli adulti.

Del ricco percorso propostodalla guida si riportano nelle pagineseguenti alcuni appunti che possonooffrire qualche stimolo alla riflessio-ne sul alcune questioni centrali dellanostra fede, sintetizzate dalle se-guenti domande: “Come evolve lafede nella vita di ciascuno? Quandouna fede può dirsi autentica? Quan-do una persona è matura nella fe-de?”.

In questa sede vorrei mettere incomune i frutti del momento forma-tivo vissuto e la consolazione cheessi hanno lasciato in me.

Una prima considerazione, ra-zionalmente persino scontata, mache, se vissuta nell’intimo, aiuta acamminare con speranza è la se-guente: per la maggior parte degli

adulti la vicenda di fede non è pa-cifica; è un’esperienza difficile enon lineare, perché segnata dall’e-tà, dai ruoli familiari e professiona-li, dalle relazioni, e, in definitiva,dalle fasi, dalle tappe, che la vitaadulta attraversa.

Credere è dunque un compitodifficile che si sviluppa attraverso uncammino itinerante e in costanteevoluzione. Nelle Sacre Scritture,questo cammino è raccontato in mo-do chiaro: i Salmi, ad esempio,esprimono compiutamente “l’auto-rizzazione di Dio a vivere tutti i re-gistri della nostra vita” (l’innamora-mento, la gioia, la rabbia, la ricono-scenza, via via fino all’allontanamen-to del Salmo 50).

Quando poi ci si interroga sulrapporto tra fede e vita, potrà persi-no sembrare immediato che la fedesi gioca dentro la vita e non attornoad essa; che, per questa ragione, lafede segue i percorsi e le tappe del-la vita in cui “abita”; e che, come lavita, anche la fede è vulnerabile poi-ché esposta ad “agguati”. Ma saperlomi aiuta a vivere una relazione colSingore pacificata e liberante.

Dicevo poc’anzi della fede che“abita” la vita. È naturale, allora,pensare alla CASA, come al luogodella quotidianità, della presenzacostante, dell’esserci. Disegnandole case della fede che ho abitato,mi sono ritrovato a fare memoriadel mio credere, ad osservarne ipassaggi nelle “case spirituali” nel-le quali ho “abitato”; e, infine, ad

interrogarmi su cosa ho visto, sucosa ho sperimentato della casadel Padre. E vi ho letto un trattocomune: quello della libertà, delleporte aperte, di un Amore che nonimbriglia e non incatena, che lascialiberi di entrare e di uscire; ben sa-pendo, però, che solo stando den-tro, permanendo nella Sua casa sipuò gustare fino in fondo questoAmore che ci lega a Lui.

La domanda conclusiva delpercorso formativo (“Quando unapersona è matura nella fede?”) egli otto “indici di maturità” di unafede (PASSIVITÀ, APERTURA, LI-BERTÀ, GRATUITÀ, APPARTENEN-ZA, RITUALITÀ, PROFANITÀ E RE-SPONSABILITÀ) mi hanno, poi, in-dotto ad una riflessione più orien-tata alla nostra Comunità; riflessio-ne che ha avuto ad oggetto le RE-LAZIONI.

Come testimoniano sia il Con-vegno dei tre Movimenti Ignazianidel dicembre 2004, sia la Relazionedel Triennio 2001-2004 dell’Esecu-tivo Nazionale (cui forse non ab-biamo dedicato sufficiente atten-zione), sia, infine, gli spunti di me-ditazione offerti da Umberto Bova-ni nella giornata cittadina delloscorso ottobre vissuta a Boves, leRELAZIONI rappresentano oggi ilcuore del nostro stare insieme co-me comunità. Ed allora, scopriredalle parole di Fratel Biemmi “l’ov-vio”, e cioè che la fede “è un rap-porto, una RELAZIONE con Dio” eche una fede matura - caratterizza-

Alla ricerca di una fede autenticadi Davide Ternullo

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Negli anni scorsi abbiamoconsigliato una quota personaledi 70 Euro, che calcolata per 100iscritti sull’annuario, prevedevaun incasso di 7000 Euro. Nell’an-

no 2003-04 sono stati effettiva-mente incassati nell’anno 5650Euro: la differenza con l’incassoteorico quote è 1350 Euro, chesono contabilizzati come contri-

buto ai membri CVX.Considerato che la situazione

attuale del conto prevede unconsuntivo positivo, principal-mente dovuto ai risparmi degli

Commento al resoconto del bilancioCVX per l’anno 2003-04 e al preventivoper l’anno 2004-05a cura del Consiglio Cittadino

ta, tra l’altro dall’APPARTENENZA -è una “fede che accetta di dirsidentro una RELAZIONE di apparte-nenza comunitaria” è per meun’esortazione a costruire nella no-stra Comunità relazioni sempre piùstabili e mature; a costruire, in al-tre parole, relazioni sempre più divita. Che queste relazioni siano es-

senziali perché capaci di dare sen-so alla comunità mi pare sia statoevidenziato con lucidità, qualcheanno fa, da P. Gianni Notari s.j. ilquale ha affermato che “non si ac-cede alla relazione con Dio fuoridalle relazioni umane e vicever-sa… Se non c’è relazione, il nostrostare insieme diventa una macchi-

na organizzativa al servizio di unmodo ideologico di procedere” (Incammino con Abramo, Cristianinel mondo 4/2002).

Chiedo, dunque, al Signoreche doni a ciascuno di noi e allanostra Comunità la gioia di vivererelazioni così autentiche da ren-derci persone…mature nella fede!

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anni precedenti, che al 9/04 con-sta di 3065 Euro, abbiamo consi-derato la possibilità di ridurre laquota annuale proposta da 70 a65 Euro, mantenendo un bilan-cio pressoché in pareggio (-250Euro), sempre che il numero dipersone che ha pagato l’annoscorso rimanga invariato. Eccospiegata la paradossale (anti-in-flazione) riduzione della quotaindividuale per l’anno 2004-05.

Per quanto riguarda le singolevoci di spesa:

1) rimane invariato il contri-buto di 20 Euro a persona per lacomunità nazionale (2000 Europer 100 persone);

2) abbiamo incrementato dicirca il 10% il contributo per So-ciale, SS. Martiri e Volvera, ed inpercentuale ancora minore, per lespese di baby-sitteraggio (servizioperaltro molto apprezzato dallefamiglie);

3) i rimborsi viaggi per chipartecipa ad incontri dell’Esecuti-vo nazionale od al consiglio dei

delegati sono stati aumentati dicirca il 20%, prevedendo unamaggiore attività e partecipazionea livello nazionale.

Confidiamo non tanto nellagenerosità di tutti i membri CVX,quanto nella semplice serietà epuntualità nel pagamento dellaquota annuale individuale.

Ricordiamo comunque chela cifra proposta può essere in-crementata o decrementata se-condo la propria coscienza edisponibilità.