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mission e programma

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  • 1. COMUNITA' EDUCATIVA PER MINORI PIERLUIGI MATTEI

2. VILLA ALBA la mission: Promuovere e tutelare la dignit della persona; Offrire lopportunit, i luoghi, le occasioni per esprimere i propri bisogni e i propri problemi, ma anche per concretizzare le proprie abilit e le proprie risorse evolutive, potenzialmente intatte o residuali che siano, in progetto per la migliore autonomia possibile; rispettare lindividualit di ogni persona, differenziando i percorsi educativi e terapeutici di ciascuno; promuovere e sostenere la capacit delle persone di riconoscersi come autori/attori responsabili del proprio progetto di vita. 3. La metodologia che caratterizza i nostri percorsi educativi e terapeutici si fonda sui concetti di centralit e responsabilit della persona come essere sociale, sempre in relazione con altre personeche costituiscono il suo contesto di vita.Base teorica di riferimento, gli approcci psico-sociali (teorie umanistiche,cognitive, sistemiche) che, partendo da una prospettiva antropologica, attribuiscono un ruolo attivo alla persona, considerandola responsabile, portatrice di intenzioni e scopi, capace di attribuire significato al proprio e altrui agire e di monitorare linterazione tra s e gli altri nella definizione del proprio progetto esistenziale. 4. Nella comunit educativa per minori, don Pierluigi MATTEI, vogliamo dare risposta ai bisogni di tutti quei minori che necessitano di superare situazioni di disagio/disturbo sociale e psicologico attraverso limpiego nella relazione di efficaci strumenti professionali. La Comunit pu accogliere fino ad un massimo di 10 minori, pi due posti di pronta accoglienza, di entrambi i sessi e di et compresa tra i 10 ed i 18 anni 5. La comunita educativa per minori Pierluigi MATTEI.Ubicazione dei servizi I servizi educativi relativi allarea minori si svolgono allinterno della struttura sita in localit Pitigliano (GR), strada statale Maremmana Ovest, La struttura inserita in un ampio parco. E' dotata di due piscine (di cui una piccola per bambini). E' distribuita su due piani: piano terra: portineria, uffici educatori, archivio, n. 6 bagni, di cui uno per persone diversamente abili, due camere da letto riservate a persone diversamente abili o ai casi di pronta accoglienza, dispensa alimentare, un ripostiglio per materiale pulizie, cucina, due sale da pranzo, lavanderia con stireria e guardaroba, ripostigli, zona ricreativa, biblioteca e sala studio per i ragazzi. E' presente una palestra. La Struttura dispone di due sale riservate agli incontri protetti. primo piano: n. 10 camere da letto singole, completamente arredate, con relativi bagni completi e un balcone, uno studio attrezzato per i ragazzi con biblioteca, una camera relax; un ripostiglio per materiale pulizie e un guardaroba a muro. Sono presenti n.2 camere con bagno riservate agli educatori. La struttura rispetta i requisiti dettati dal Decreto del Presidente della Giunta Regionale 26 marzo 2008, n. 15/R (Toscana) 6. SERVIZI OFFERTI La comunit educativa per Minori Pierluigi MATTEI una struttura che offre un servizio residenziale di protezione in favore di minori in stato di disagio familiare o che vivono in una situazione di mancanza di tutela nella propria famiglia tale per cui il servizio pubblico, il Tribunale e/o le forze dellOrdine ravvedano la necessit di un allontanamento, con unaccoglienza basata su un progetto pedagogico/educativo personalizzato. La Comunit un servizio per minori compresi in una fascia 10 - 18 anni, ma comunque disponibile a valutare la possibilit daccoglienza di bambini al di sotto dei 10 anni in base a specifiche richieste provenienti dai Servizi. Viene garantita l'attuazione dei due tipi di percorsi che caratterizzano lingresso dei ragazzi in Comunit: 1. Il percorso di natura penale, (provvedimento di collocamento in comunit in alternativa alla detenzione, MAP, Collocamento per affidamento in prova ai Servizi Sociali); 2. Il percorso di natura civile, che prevede lallontanamento del minore dal contesto familiare originario, laffidamento temporaneo ai Servizi Sociali e la prescrizione di un programma da 7. Il Progetto Educativo: principi e finalit generali Condizione imprescindibile di questo progetto educativo il riconoscimento delle esigenze e dei bisogni dei minoriI principi che orienteranno i nostri interventi sono pertanto: Accogliere Personalizzare Responsabilizzare Autonomizzare Sviluppare capacit di empowerment 8. In particolare circa lo sviluppo delle capacit di empowermentUna delle finalit sar quella di promuovere e incrementare, nei nostri giovani ospiti, il processo diempowerment tenendo conto che, questa dimensione fortemente correlata con la possibilit delle persone di partecipare attivamente alla dimensione della comunit in cui sono inserite, percependosi in grado di gestire la propria vita e gli eventi che si verificano. Le tre componenti del processo di empowerment che ci proponiamo di sviluppare sono: il senso di auto-efficacia percepita: incremento del senso di s come capace di poter influenzare il proprio destino e realizzare i propri obiettivi; le strategie di coping: formulazione e messa a punto di strategie per fronteggiare le difficolt e per conseguire con successo i propri obiettivi, mettendo a frutto le risorse disponibili; la comprensione dei contesti umani: comprensione critica e realistica dei fattori che influenzano la vita umana. 9. Gli obiettivi:Accogliere, osservare e valutare Costruire competenze, abilit, risorseCostruire processi di autonomia 10. Gli strumenti di lavoro La relazione educativa Rendere educativa la quotidianit O st rie pr udi nta la ep o, rsi vo ar al ro a r lo si alz rela La po r up ge di ionion raz plo Es sLeducatore di riferimento A ni madel ez i one ne d i azio one r e plo zazi s tur E riz i e cul valo ient b ame 11. Il personale educativo: ruoli e funzioni Lquipe della Comunit composta da un numero di educatori tale da garantire, nei momenti di presenza dei minori presso la Comunit e durante le attivit esterne, un rapporto numerico in linea con le normative regionali vigenti. Nelle ore di riposo notturno garantita la presenza di almeno un educatore e di un ulteriore educatore reperibile. In ogni caso, la comunit simpegna a una composizione qualitativa e quantitativa di verificabile efficacia comprendente la presenza di un responsabile nominalmente indicato. Il responsabile pu delegare al vice e ad altri operatori tutte quelle funzioni che permettano di raggiungere il miglior grado di condivisione allinterno dellequipe, sulla base di un principio di attivazione che volutamente vuole coinvolgere tutto il personale nella conduzione materiale della vita quotidiana, nel costante monitoraggio degli avvenimenti e nella rivisitazione continua dei progetti per adeguarli allevoluzione della persona e del gruppo.Nel rispetto dei ruoli e delle gerarchie, la Comunit molto punta sulla sapienza e lesperienza umana di tutti gli adulti competenti che vi lavorano e li chiama a metterla in gioco in ogni occasione, nella dialettica costante tra colleghi. Tutti gli educatori sono chiamati a collaborare perch ogni aspetto della vita quotidiana diventi occasione pedagogicamente fondata a disposizione dei ragazzi. Le competenze particolari, gli interessi, le reti personali di collegamento al territorio di ciascun educatore troveranno spazio attraverso lassegnazione di compiti, progetti, attivit che ne valorizzino lespressione.La struttura usufruisce inoltre di tutti i servizi trasversali offerti ed attivati dal Territorio e/o erogati da Professionisti esterni e/o volontari: Servizio di medicina di base e servizio infermieristico; Servizi di mediazione culturale Servizio di mediazione familiare Servizi di supporto scolastico Servizi di inclusione lavorativa Servizi di counseling individuale o di gruppo 12. FUNZIONI SPECIFICHE:ns po es Il R unit om cdi e Mri to aL'E ddi ile abuca tor eli ra tu ul cVol ont ari Supervisore PedagogistaAssistenza e supervisione legale Me dico bas di e 13. Il lavoro in comunit e il rapporto con i servizi invianti Diamo molta importanza e riserviamo unattenzione particolare a ogni nuovo inserimento. La costruzione dellinserimento, realizzata in stretta collaborazione con i servizi territoriali, e le modalit con cui vengono inseriti i ragazzi sono, a nostro parere, il primo fondamentale passo, per costruire con lui un rapporto basato sul rispetto,sulla fiducia e sul riconoscimento dei suoi bisogni essenziali. Le richieste di inserimento sono pertanto valutate con estrema attenzione non tanto con lobiettivo di escludere chi appare come troppo difficile da gestire in comunit, ma per capire quale sia la strategia di inserimento pi consona per ciascun ragazzo 14. La Comunit impegnata a collaborare con i Servizi territoriali: nellarmonizzare ogni intervento educativo con il Progetto quadro; nel sostenere e tutelare i suoi ospiti nei rapporti con la famiglia dorigine; nel concorrere alla valutazione dellesperienza delle persone ospitate; nel dirigere il proprio cammino educativo verso un ritorno nella famiglia dorigine o nellaccoglienza in una famiglia affidataria o adottiva, o quando queste soluzioni non siano opportune o praticabili, nel concorrere con i Servizi competenti alla realizzazione di un percorso di accompagnamento verso lacquisizione degli indispensabili fondamenti per la realizzazione di una autonomia abitativa e familiare. 15. La permanenza in comunit La fase di accoglienza ha una durata media di 60 giorni dallingresso in Comunit. Il ragazzo viene accolto dallquipe educativa. Questa fase finalizzata a offrire, da un lato, al ragazzo lopportunit di sperimentare concretamente le dinamiche della vita in comune e di inserirsi gradualmente allinterno del gruppo dei coetanei; dallaltro, a dare agli educatori la possibilit di conoscerlo, di individuare le sue risorse e le sue difficolt per poter poi cocostruire con lui il P.E I. Durante questa fase lquipe, valutando le caratteristiche, i problemi e le risorse di ogni singolo ragazzo,sceglie insieme al ragazzo loperatore di riferimento, che ha il compito poi di seguirlo individualmente nel processo di crescita e di sviluppo, nonch di fornirgli una presenza stabile a cui rivolgersi per esprimere i vissuti personali rispetto a s e al proprio percorso attuale e futuro. Loperatore di riferimento NON sostituisce in alcun modo la cura che Alcomunque deve poter ricevere indistintamente verifica con educatori e con i termine del periodo di accoglienza, si effettua una da tutti gli il ragazzo presenti. Servizi territorialiinvianti e si iniziano e delineare gli obiettivi del Progetto Educativo Individualizzato. 16. La stesura del Progetto Educativo Individualizzato vede come co-autori il minore e tutte le persone significative che lo circondano: vogliamo sottolineare, infatti, la dimensione di condivisione e di accordo che sottintesa alla costruzione del percorso in comunit. Il progetto, firmato dal minore quando possibile, dalleducatore di riferimento e dal servizio inviante, concepito come un contratto in cui le parti condividono obiettivi e percorsi, si assumono impegni, stabiliscono tempi e criteri per le verifiche. I servizi di riferimento vengono informati del progetto e, per quanto possibile, almeno in parte, collaborano alla sua stesura. La metodologia con cui viene elaborato il progetto quello della mediazione, con cui si cerca di costruire un percorso educativo realistico e adatto alle caratteristiche del minore e alle sue risorse. Il lavoro centrato sulla contrattazione e sulla co-costruzione del progetto che il ragazzo chiamato a condividere e sottoscrivere ed, eventualmente, a rinegoziare attraverso lassunzione di impegni responsabilizzanti idonei a orientare lo sviluppo delle sue capacit auto-regolative e a incrementare la sua percezione di autoefficacia. Allinterno del progetto sono previsti interventi e attivit finalizzate a valorizzare il pi possibile le risorse e le competenze dei singoli ragazzi, potenziando la loro capacit di affrontare i problemi, di entrare in relazione con gli altri e di costruire percorsi funzionali alla crescita. Allinterno del progetto vengono esplicitate anche le modalit di coinvolgimento del minore e di tutte le figure di riferimento coinvolte (comunit, servizi, familiari, etc.), al fine di attivare il piano delle risorse del minore sia a livello familiare che socio-ambientale. Ogni mese vengono effettuate delle verifiche, che sono un momento di riflessione in cui vengono discussi tutti i punti del progetto; come per ogni contratto, possibile che vi siano state delle inadempienze, che non siano stati raggiunti degli obiettivi, o che gli strumenti concordati si dimostrino inadeguati: in tal caso il progetto, laddove necessario, viene modificato poich la trascrizione di un percorso che si trasforma, adeguandosi sempre alla realt della persona con cui viene co-costruito. 17. Il PEI steso in forma di documento contiene i seguenti aspetti: Risorse presenti o da consolidare Obiettivi da raggiungere Tempi previsti Azioni e strumenti necessari Criteri di valutazione del raggiungimento dei risultati Problemi da affrontare Impegni e responsabilit dellquipe della comunit, del servizio inviante e del ragazzo 18. La formazione continua degli operatori e il funzionamento dellequipe La Comunit considera la preparazione, lo studio e la formazione permanente requisiti irrinunciabili per chi, in generale, operi con e per bambini e adolescenti e per coloro che, in particolare, convivano con persone provenienti da situazioni familiari complesse che necessitano di una sensibilit relazionale assiduamente rinnovata e alimentata. La professionalit di ciascun adulto accogliente o educatore, composta e connotata da un sapere che deve condurre, produrre e tradursi in un quotidiano sentire e agire educativo, ha necessit di avere spazi e tempi stabili e continuativi per la sua crescita e la sua verifica, quindi lorganizzazione della vita familiare prevede tempi per la riflessione e la progettazione individuale e comune, spazi per la valutazione, lo studio e la stesura di appunti, note, osservazioni e memorie educative. Tutti gli educatori della Comunit assolvono agli obblighi di formazione permanente in misura non inferiore a quanto prescritto, in tale materia, dai contratti collettivi nazionali di lavoro. In questo ambito, L'Ente gestore Villa ALBA Programma periodiche attivit di formazione (anche in collaborazione con altri enti o associazioni) tali da garantire la realizzazione e la verifica degli orientamenti pedagogici generali e degli obiettivi educativi specifici; Mette a disposizione degli educatori propri consulenti per particolari aspetti legali, sanitari, pedagogici, scolastici; Garantisce il coordinamento e la verifica costante del lavoro educativo Attua a tutti i suoi educatori una supervisione a frequenza variabile, volta a prevenire forme di burn out, anche attraverso professionisti specificatamente convenzionati 19. Il lavoro in comunit e il rapporto con i servizi invianti Diamo molta importanza e riserviamo unattenzione particolare a ogni nuovo inserimento. La costruzione dellinserimento, realizzata in stretta collaborazione con i servizi territoriali, e le modalit con cui vengono inseriti i ragazzi sono, a nostro parere, il primo fondamentale passo, per costruire con lui un rapporto basato sul rispetto,sulla fiducia e sul riconoscimento dei suoi bisogni essenziali. Le richieste di inserimento sono pertanto valutate con estrema attenzione non tanto con lobiettivo di escludere chi appare come troppo difficile da gestire in comunit, ma per capire quale sia la strategia di inserimento pi consona per ciascun ragazzo 20. Il lavoro in comunit e il rapporto con i servizi invianti Diamo molta importanza e riserviamo unattenzione particolare a ogni nuovo inserimento. La costruzione dellinserimento, realizzata in stretta collaborazione con i servizi territoriali, e le modalit con cui vengono inseriti i ragazzi sono, a nostro parere, il primo fondamentale passo, per costruire con lui un rapporto basato sul rispetto,sulla fiducia e sul riconoscimento dei suoi bisogni essenziali. Le richieste di inserimento sono pertanto valutate con estrema attenzione non tanto con lobiettivo di escludere chi appare come troppo difficile da gestire in comunit, ma per capire quale sia la strategia di inserimento pi consona per ciascun ragazzo 21. LA GIORNATA TIPO La giornata in Comunit sostanzialmente organizzata in modo funzionale alla vita quotidiana dei ragazzi. Nei giorni feriali la vita di Comunit scandita come segue: Ore 7.00/8.00 sveglia-colazione. Ore 8.00/8.30 attivit strutturate di formazione interne ed esterne e frequenza di laboratori interni condotti da formatori professionisti in specifiche aree (ristorazione, agricoltura biologica,giardinaggio) Ore 12.00/13.30 preparazione e pranzo Ore 13.30/15.00 sistemazione sala da pranzo e tempo libero Ore 15.00/16.00 organizzazione attivit pomeridiane Ore 16.00/19.00 sport, volontariato, acquisti, compiti, ripresa attivit di formazione Ore 19.00/21.00 igiene personale, cena e riordino sala da pranzo. Ore 21.00/23.00 attivit di relax, giochi, TV Ore 23.00 riposo Il week end dedicato ad attivit comunitarie, in stretta interazione e collaborazione con le iniziative del Territorio. I ragazzi potranno inoltre uscire in autonomia, previo accordo con il servizio inviante, frequentando le proprie compagnie, ma sempre comunicando i luoghi e accordandosi per gli orari di rientro. Non verranno comunque autorizzati rientri in orari 22. INSERIMENTO SOCIO LAVORATIVOIl progetto con valenza sperimentale e nasce dall'impegno della nascente Comunit Pierluigi Mattei, dell'Impresa Sociale Villa Alba con sede a Pitigliano (GR) e dell'Associazione Nazionale ed Internazionale CAD Sociale (Centro di Ascolto e di Prevenzione del disagio). Ha come target di riferimento adolescenti e giovani in stato di disagio, con particolare attenzione ai minori in et adolescenziale, a tutti quei giovani che imperversano in condizioni di emarginazione e di marginalit, anche legata all'assenza di punti di riferimento. Si occupa di attuare azioni, finalizzate al recupero della dimensione psico socio pedagogica, anche in raccordo con i Servizi, attraverso una progettazione educativa individualizzata che valorizzi le risorse individuali nel contesto Sociale di riferimento 23. Il progetto si propone di: 1. sperimentare un modello di alternanza tra lavoro e formazione teso a favorire lorientamento alla scelta professionale e la prima acquisizione di elementi di professionalit; 2. elaborare un progetto individuale rispondente alle potenzialit e allorientamento di ciascun ragazzo/a; 3. sviluppare lintegrazione tra formazione professionale e accompagnamento educativo. 4. operare al fine di raccordare centri di formazione, strutture comunali, mondo delle imprese, associazioni no profit per potenziare lefficacia delle azioni rivolte ad adolescenti in difficolt personali ed ambientali. Lintervento si caratterizzer per la sua valenza sperimentale e sar un punto di raccordo tra le diverse competenze e tra gli specifici contributi messi in campo dai vari Soggetti coinvolti. Ci consentir lattuazione di un percorso, ad un tempo educativo, di avviamento professionale e di concreta esperienza di lavoro nellimpresa. Per la tutela del percorso in cui ogni adolescente impegnato fondamentale importanza assume la relazione educativa quale fattore di protezione e sostegno verso la realizzazione del proprio progetto. 24. Metodologia La metodologia adottata corrisponde ad un dispositivo di intervento personalizzato e flessibile che sia in grado di: 3. progettare percorsi formativi individualizzati differenziando gli obiettivi; 4. programmare uscite dal progetto in qualunque momento in base al raggiungimento degli obiettivi; 5. individualizzare metodiche formative ed educative secondo le esigenze di ciascuno; 6. estendere lintervento di sostegno e di orientamento ad adolescenti anche nella fase successiva alla conclusione del percorso formalizzato; 7. prevedere la possibilit di accedere al percorso di tirocinio e avviamento al lavoro per consolidare e implementare le competenze professionali nella prospettiva di un inserimento lavorativo anche all'interno dell'Impresa 25. Tempi e fasi dell'intervento Il percorso si articola in due fasi:OrientamentoFormazioneAccoglienzaFormazione in stageBilancio di competenzeLa formazione internaOrientamento al ruolo professionale. In aulaNei laboratori