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Il quadro di riferimento Crescente fabbisogno energetico mondiale Esaurimento delle risorse naturali (combustibili fossili, metalli, ecc.) Riscaldamento globale a causa dell’incremento dell’effetto serra provocato dalle emissioni di gas climalteranti (CO e CO2, CH4, NOx, SOx, COV, ecc.) Inefficienza delle reti di distribuzione Instabilità geopolitica delle aree di produzione di combustibili fossili Crescente uso di risorse energetiche da fonti rinnovabili (Fotovoltaico, solare

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Il quadro di riferimento

Crescente fabbisogno energetico mondiale Esaurimento delle risorse naturali (combustibili fossili, metalli, ecc.) Riscaldamento globale a causa dell’incremento dell’effetto serra provocato dalle emissioni di gas climalteranti (CO e CO2, CH4, NOx, SOx, COV, ecc.) Inefficienza delle reti di distribuzione Instabilità geopolitica delle aree di produzione di combustibili fossiliCrescente uso di risorse energetiche da fonti rinnovabili (Fotovoltaico, solare termico, geotermico, biomasse, ecc.)Crescente livello di sensibilizzazione dei cittadini sui temi dello Sviluppo Sostenibile

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Crescente fabbisogno energetico mondiale Attualmente la maggior parte dell'energia elettrica utilizzata nel

mondo viene generata a partire da fonti primarie di origine fossile (gas naturale, petrolio, carbone) e le stesse sono predominanti per altri usi energetici, quali autotrazione e il riscaldamento

Sin dall'inizio della Rivoluzione industriale, il consumo di energia nel mondo è cresciuto ad un ritmo sostenuto

Negli ultimi quarant'anni, l'utilizzo assoluto dei combustibili fossili è aumentato con continuità e la loro quota percentuale dell'energia fornita è aumentata.

Il ventesimo secolo ha visto un rapido incremento, di circa venti volte, nell'utilizzo dei combustibili fossili. Tra il 1980 e il 2004, la crescita mondiale della loro produzione-consumo è stata del 2% annuo circa

I consumi dei Paesi industrializzati sono diminuiti notevolmente dal 2008 al 2009, mentre in direzione opposta si muovono i Paesi emergenti e in via di sviluppo (tra cui in testa Cina, India, Arabia Saudita e Brasile), che continuano ad accrescere i loro consumi di petrolio, senza mostrare alcuna flessione.

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Elaborazioni eni su dati IEA (IEA – International Energy

Agency)

Stime del 2006 fatte dall'agenzia americana EIA (US Energy Information Administration)

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Fabbisogno energetico in Italia È in costante aumento la spesa energetica per i cittadini e le

aziende. Elettricità e riscaldamento, benzina o gasolio, incidono sempre di più sul bilancio delle famiglie

L’Italia è un paese un Paese che importa il 97% del petrolio, gas e carbone utilizzati e che non dispone di significativi giacimenti

Secondo i dati pubblicati ufficialmente da Terna nel 2011 nel rapporto i “Dati statistici sull’energia elettrica in Italia, anno 2010” risulta che il nostro Paese nel 2010 ha aumentato il consumo di energia elettrica del 3,2% rispetto al 2009, per un consumo totale di 330,5 miliardi di kWh

Nel 2010 il fabbisogno italiano di energia elettrica è stato coperto per l’86,6% con la produzione nazionale, e per il restante 13,4% con il saldo tra le importazioni e le esportazioni (in diminuzione dell'1,8% sul 2009).

Crescita di consumi nell’Industria (+6,1%) e meno marcata nel Terziario (+1,5%). Modesta crescita nel Domestico (+0,9%), in calo l'Agricoltura (-0,7%).

Nel bilancio degli usi energetici finali aumenta il peso del gas, per il ruolo che ha sia nei consumi civili (riscaldamento, usi domestici, ecc.) che in quelli per la produzione di energia elettrica.

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Esaurimento dei combustibili fossili Tutti si chiedono “quando finirà il petrolio”, ma

la vera domanda è “quando inizierà a costare troppo?”, e la risposta è certa: sta cominciando proprio ora.

La domanda più pertinente è ancora diversa:”fino a quando l’umanità vorrà pagare un così alto prezzo ambientale per bruciare combustibili fossili?”

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Nel 2011 l’aumento dei prezzi delle materie prime ha portato la spesa per la fattura energetica italiana (ossia l’acquisto di materie prime dall’estero) a 63 miliardi di euro (10 in più rispetto al 2010, con 35 miliardi di sola bolletta per il greggio)

Attualmente si stima che la produzione globale di petrolio ammonti a 87 milioni di barili di petrolio al giorno (valore corrispondente all'incirca al consumo, dal momento che, con il petrolio a più di 120$ a barile, soltanto pochi paesi come la Cina, l'Iran e gli USA stanno accumulando riserve importanti)

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Riscaldamento globale

I cambiamenti climatici in atto sono un dato di fatto ormai riconosciuto

Secondo l’IPCC senza ulteriori interventi per la riduzione dei gas climalteranti la temperatura della terra (già aumentata di 0,75°C rispetto al 1850) aumenterà in questo secolo tra 2 e 4°C

Tra le probabili conseguenze è previsto l’innalzamento dei mari (tra 18 e 59 cm), l’aumento di fenomeni meteo-climatici estremi , alterazione degli ecosistemi e pesanti conseguenze economiche e sociali

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Inefficienza delle reti di distribuzione le attuali reti elettriche sono ancora basate su un modello

unidirezionale e passivo, in cui un numero piccolo di grandi centrali elettriche genera tutta l’energia elettrica che viene poi trasmessa ad un numero elevato di utenti sparsi sul territorio, spesso anche a notevoli distanze dalle centrali.

Gli svantaggi di un tale sistema sono svariati e vanno dalle elevate perdite subite lungo il collegamento dalle grosse centrali alle utenze, all’impossibilità di gestire efficacemente flussi di energia per convogliarli dove necessari, alla difficoltà di agire tempestivamente in caso di black-out di grandi dimensioni

impossibilità di sfruttare al pieno fonti di energia pulite quali quelle fotovoltaiche o eoliche, a causa della loro natura intermittente che mal si sposa con la necessità di stabilità delle reti tradizionali.

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Le Smart Grid, reti ‘intelligenti’

Una ‘smart grid’ è una internet per l’energia. Non si parla più di un flusso unidirezionale di energia da poche, grandi centrali verso tutte le utenze, ma di una rete estesa in cui ogni nodo può rappresentare sia un produttore che un consumatore, a seconda che in un certo istante esso immetta energia nella rete (ad esempio, una casa con tetto fotovoltaico durante una giornata di sole) o la prelevi.

In questa visione, la rete deve essere in grado di sostenere una completa penetrazione di piccole fonti di generazione, passando da un sistema centralizzato di produzione elettrica ad uno distribuito.

L’implementazione di una smart grid porterebbe ad una serie di vantaggi nel campo dell’efficienza energetica:

1.essendo una smart grid progettata in modo da non risentire della presenza di sistemi di generazione intermittenti, è possibile ottenere una diffusione illimitata di fonti energetiche pulite e rinnovabili.

2.passando ad un sistema di generazione distribuito, si riducono fortemente le perdite di trasmissione.

3.l’energia elettrica è, in buona parte, prodotta lì dove viene consumata. 4.Un sistema distribuito di generazione basato su un numero elevato di

microgeneratori porta con se altri vantaggi nel campo dell’efficienza.

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Instabilità geopolitica delle aree di produzione di combustibili fossili

Il mercato dei combustibili fossili è nelle mani di un piccolo numero di produttori, alcuni dei quali localizzati in aree politicamente instabili, fattore che crea periodicamente turbolenze nella produzione e rifornimento dei paesi importatori (ad esempio crisi petrolifera del 1973)

Ai giorni nostri la passata guerra civile in Libia e le tensioni con l’Iran sono paradigmatici dei problemi che le suddette instabilità possono causare nella compravendita di combustibili fossili, petrolio greggio in primis

Nei Paesi in via di sviluppo dove sono allocati ricchi giacimenti di materie prime, le popolazioni locali sono spesso in conflitto con le imprese petrolifere straniere che estraggono e lavorano prodotti petroliferi senza considerare l’impatto ambientale e sociale delle attività estrattive (ad esempio la devastazione che le attività della Royal Dutch Shell, conosciuta in Italia semplicemente come Shell, hanno causato e causano nel delta del Niger)

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Crescente uso di risorse energetiche da fonti rinnovabili (la situazione italiana)

La spinta delle fonti rinnovabili sta cambiando lo scenario energetico italiano. La prima grande novità è quella di una generazione sempre più distribuita: oltre 400mila impianti di grande e piccola taglia

Nel 2011 in Italia la produzione da energie pulite ha superato il 26% di contributo per i consumi elettrici e il 14% di quelli complessivi.

Quest’anno, la crescita degli impianti installati sul territorio italiano è impressionante. Sono 7.986 i Comuni dove si trova almeno un impianto, con una progressione costante nel tempo: erano 6.993 nel 2010, 3.190 nel 2008.

nel 2011 ha raggiunto il 26,6% dei consumi elettrici complessivi italiani (eravamo al 23% nel 2010), e il 14% dei consumi energetici finali (eravamo all’8% nel 2000). In un anno la produzione è passata da 76,9 TWh a 84,1, secondo i dati del GSE, e malgrado il contributo dell’idroelettrico sia sceso (da 51 TWh a 47), perché intanto sono cresciute tutte le altre fonti

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LA CRESCITA DEI COMUNI RINNOVABILI

ANNO

SOLARE TERMICO

SOLARE FOTOVOLTAICO

EOLICO

MINI IDROELETTRICO

BIOMASSA

GEOTERMIA

TOTALE

2006 108 74 118 40 32 5 356

2007 268 287 136 76 73 9 1.262

2008 390 2.103 157 114 306 28 3.190

2009 2.996 5.025 248 698 604 73 5.591

2010 4.064 6.311 297 799 788 181 6.993

2011 4.384 7.273 374 946 1.136 290 7.661

2012 6.256 7.708 450 1.021 1.140 334 7.896

Rapporto “Comuni Rinnovabili 2012” di Legambiente

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Crescente uso di risorse energetiche da fonti rinnovabili (la situazione italiana) La crescita delle fonti rinnovabili sta già producendo risultati che vanno

sottolineati: Si riduce la produzione da termoelettrico, ossia quella degli impianti più

inquinanti, che in un quadro di consumi fermi vede ogni anno diminuire il proprio spazio proprio per il contributo crescente delle rinnovabili

Diminuiscono le importazioni dall’estero di fonti fossili, in particolare di petrolio e gas

Si riducono le emissioni di CO2, con vantaggi per il clima, ma anche economici perché l’Italia (secondo i calcoli del Kyoto Club) ha accumulato un debito per il mancato rispetto degli obiettivi di Kyoto che la produzione di elettricità verde ha ridotto di 590 milioni di euro.

Comincia ad abbassarsi il costo dell’energia nel mercato elettrico, proprio perché la produzione di questi impianti - e in particolare quelli fotovoltaici che producono energia di giorno, al picco della domanda - permette di tagliare fuori l’offerta delle centrali più costose.

Crescono gli occupati nelle fonti rinnovabili, in un periodo di crisi economica si sono creati oltre 100mila nuovi posti di lavoro e le prospettive sono rilevanti. Potrebbe arrivare nel 2020 a 250mila gli occupati nelle energie pulite e a 600mila nel comparto dell’efficienza e riqualificazione in edilizia.

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Politiche, normative e governance internazionali

LE AZIONI DI RISPOSTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI VENGONO SUDDIVISE IN DUE GRANDI CATEGORIE:

1. MITIGAZIONE: RIDUZIONE DELLA CONCENTRAZIONE DI GAS AD EFFETTO SERRA NELL’ATMOSFERA CHE PUO’ ESSERE RAGGIUNTA PER DUE VIE:

A. LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONIB. L’AUMENTO DEGLI ASSORBIMENTI

2. ADATTAMENTO, OVVERO CAMBIAMENTO DEL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO IN RISPOSTA ALLA VARIAZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI

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Politiche, normative e governance internazionali

La riduzione delle emissioni nette puo’ essere implementata attraverso tre meccanismi non mutualmente esclusivi:

- Tassazione delle emissioni o dei processi che le generano ed investimento (da parte della pubblica amministrazione) nelle attivita` e nei settori ritenuti di interesse (o incentivi fiscali)

- Mercato dei diritti di emissione

- standard / regole

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Politiche, normative e governance internazionali

PERCHE’ I MECCANISMI DI MERCATO? IL MECCANISMO DI MERCATO ALLOCA AUTOMATICAMENTE GLI

INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI LADDOVE I COSTI PER OTTENERLE SONO PIÙ BASSI

CREA VALORE

D’ALTRO CANTO, PERO’,

1. NON E’ IN GRADO DI SUPERARE ALCUNE BARRIERE ECONOMICHE

2. GOVERNANCE DI DOMANDA ED OFFERTA DIFFICILMENTE GESTIBILE

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UNIONE EUROPEA Direttiva EU Emission Trading Scheme 2003/87/EC

Istituisce lo schema dello scambio di emissioni a livello europeo Direttiva 2004/101/EC “Linking Directive”

Collega il sistema EU ETS al Protocollo di Kyoto permettendo l’utilizzo di crediti derivanti da progetti CDM e JI

Pacchetto Clima “20-20-20” (Consiglio Europeo del 12 Dicembre 2008) Emissioni di gas serra: riduzione del 20% entro il 2020 Generazione energia: 20% da fonti rinnovabili Efficienza energetica: aumento 20%

ITALIA Decreto Legislativo 4/4/2006 n. 216

Attua a livello nazionale le direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, recepisce standard del Protocollo di Kyoto

Decreto Legislativo n. 51/2008 Modifica e integra il decreto legislativo n. 216/2006: promuove anche un più ampio utilizzo

dei meccanismi flessibili di CDM e di JI

PROTOCOLLO DI KYOTOratificato dall’EU il 31 maggio 2002 ed entrato in vigore il 16 Febbraio 2005

Riferimenti giuridici

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Ratificato da 177 paesi

40 paesi si sono impegnati a limitare e/o ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra (CO2, CH4, N2O, HFC, PFC, SF6) nel periodo dal 2008 al 2012 (I commitment period) Il Protocollo assegna ai paesi industrializzati una quantità determinata di diritti di emissione dei gas a effetto serra in proporzione al target vincolante ratificato

Questo “tetto di emissione” è definito come percentuale delle emissioni di ciascun paese nel 1990

Il Protocollo di Kyoto

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Bologna sostenibileIl ‘patto dei sindaci’

L’adesione al Patto dei sindaci ha indotto all’elaborazione del PAES (Piano d'azione per l'energia sostenibile): è un documento che definisce le politiche energetiche che il Comune di Bologna intende adottare per raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni di CO2. Si tratta di • una relazione che descrive il contesto di riferimento• un inventario delle emissioni• definizione degli obiettivi e gli ambiti di azione del nuovo piano• un documento analitico, descrittivo del profilo energetico della città, che individua le azioni per migliorare le performance in questo campo cruciale.L'obiettivo del nuovo Piano è anche quello di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili e di ridurre i consumi.Il Piano sarà discusso pubblicamente attraverso un processo partecipato prima della sua definitiva approvazione.

Il Comune di Bologna ha aderito al “Patto dei Sindaci”, lanciato dalla Commissione Europea impegnandosi nella realizzazione di azioni concrete per la riduzione della CO2.

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Bologna provincia sostenibile MicroKyoto Imprese

In una fase di difficoltà economica come quella attuale, il contenimento dei costi energetici per il sistema delle imprese può diventare una leva per potenziare la competitività imprenditoriale e per rilanciare l'economia puntando su investimenti in settori emergenti, come quelli legati alle energie alternative e al risparmio energetico.

Sulla base di queste premesse è stato sviluppato il progetto "MicroKyoto Imprese", che coinvolge il sistema economico produttivo per contribuire al raggiungimento, a partire dal livello "locale", degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto.

Il "metodo MicroKyoto" si basa sulla realizzazione di azioni quantificabili di riduzione di anidride carbonica (CO2), sulla raccolta dei dati e sulla stima delle emissioni risparmiate attraverso sistemi di calcolo trasparenti e verificabili. L'adesione al progetto prevede in tutti i casi l'impegno a fornire i dati sulle azioni realizzate e a monitorare costantemente i risultati ottenuti.

Il Progetto MicroKyoto Imprese ha tra le sue finalità anche quella di aumentare la competitività del sistema produttivo, sostenendo le imprese che si impegnano in un percorso volto al risparmio energetico e alla sostenibilità come motori di sviluppo locale.

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