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Risultanze della ricognizione sullo stato e le prospettive del decentramento amministrativo a Firenze rapporto finale - 30 giugno 2006 (provvedimento dirigenziale 2005/DD/12257 del 29/12/2005) versione aggiornata al 30 ottobre 2006 1

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Risultanze della ricognizione sullo stato e le

prospettive

del decentramento amministrativo a Firenze

rapporto finale - 30 giugno 2006

(provvedimento dirigenziale 2005/DD/12257 del 29/12/2005)

versione aggiornata al 30 ottobre 2006

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Indice

Premessa 3

1. Proposte di linee di azione per promuovere un decentramento efficace 5

Riquadro: le sei linee d’azione a breve e medio termine 7

2. Le ragioni delle linee proposte 8

3. Lo sfondo politico-istituzionale di un rinnovato impegno sui Quartieri 9

4. Quartieri e governo del territorio 10

5. Quartieri e “governance” locale 15

6. Le linee d’azione a breve e medio termine 16

7. Osservazioni propositive concernenti gli interventi di lungo termine 19

Riquadro: assunti per la costruzione di un modello fiorentino di

decentramento

21

8. Sugli assetti istituzionali: i nodi da sciogliere, le scelte aperte 22

9. Attività e competenze: la Società della Salute e i Quartieri 30

10. Le attività delle circoscrizioni: note per una riflessione sulle deleghe 39

i programmi decentrati nel bilancio comunale 49

area 2: politiche per l’ambiente 54

area 2: politiche sociali 58

area 1: politiche e interventi per i giovani 61

area 1: politiche per lo sport e il tempo libero 66

area 3: politiche per la cultura 69

area 4: funzioni conferite 72

area 4: Azienda comune e città metropolitana 73

la comunicazione scritta 76

11. Lo sportello del cittadino: i Quartieri nel sistema di comunicazione

istituzionale

78

Note conclusive 81

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Premessa

La ricognizione sullo stato e le prospettive del decentramento a Firenze oggetto del presente

rapporto è stata commissionata il 29 dicembre 2005 dall’Assessorato al Decentramento e alla

Partecipazione Democratica nell’intento di fornire elementi informativi a sostegno dei lavori,

allora progettati, del Gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento e più in

generale con l’ambizione di contribuire alla riflessione sulle possibilità di riconfigurare gli

assetti istituzionali nel contesto del consolidamento democratico dell’area metropolitana. Il

lavoro svolto dal gruppo di studio recepisce questa intenzione di visione prospettica ampia sul

destino del decentramento nella città, ancorando le sue proposte operative nell’osservazione

della pratica odierna, delle risorse immediatamente disponibili e degli sforzi urgenti per uno

sviluppo favorevole al decentramento.

Il presente rapporto si inserisce in un percorso di impegno civile che nasce, prima

dell’occasione di collaborazione alla progettazione dell’Assessorato, da una convinzione da

tempo maturata in questo gruppo di studio ed affermata in vari contesti istituzionali o

accademici. E che più precisamente si sviluppa da cinque assunti:

1) che solo un decentramento politico solido possa permettere oggi nelle grandi città

europee di ricucire un legame democratico ormai debole: il richiamo ad una maggiore

partecipazione dei cittadini alle decisioni locali, richiesta sia dalle norme che dalle

nostre aspirazioni culturali, rischia di portare a nuove disuguaglianze e nuove derive

funzionali se non si fonda su una quotidiana democrazia di prossimità che riavvicini

alla politica anche i cittadini poco “aggregati” e ricostituisca empatia tra cittadini e

istituzioni;

2) che una riflessione sistematica sul ruolo possibile dei quartieri nel contesto delle

trasformazioni profonde di alcune politiche pubbliche cruciali (in particolare del

governo del territorio e del sistema degli interventi sociali) sia necessaria per

consentire l’immediato aggiornamento del decentramento alle condizioni nuove di

definizione dell’azione pubblica locale, ed annullare il rischio di arretramento che

invece potrebbe scaturire dallo stallo ;

3) che soltanto strutture politico-amministrative di prossimità efficaci possano

permettere sia al discorso sulla partecipazione democratica di evitare ogni rischio di

involuzione convegnistica, sia alle sperimentazioni importanti di progettazione

partecipata, e più in generale di partecipazione diretta alla decisione nelle diverse aree

di politiche pubbliche, di uscire dall’episodico per trasformarsi in regolari procedure di

formazione della scelta e per contribuire ad una diffusione dell’interesse per la cosa

pubblica;

4) che un approfondimento del decentramento necessiti, sì, di riforme, ma innanzitutto di

un mutamento di culture e atteggiamenti in seno all’amministrazione locale, senza il

quale le stesse riforme possono essere inoperanti: si tratta, a partire da una serie di

4

piccole attribuzioni pubbliche di significato nuovo all’operato quotidiano dei Quartieri,

di dar peso a quanto di decisivo essi hanno fino ad oggi svolto, e possono svolgere se

sostenuti da una rinnovata attenzione pubblica. Le azioni volte ad una decisa

valorizzazione politica e culturale dei Quartieri che sono quindi proposte in questo

rapporto non sono accessori di più significative riforme istituzionali; condizionano

invece il successo di qualunque modifica d’assetto;

5) che Firenze, e i suoi quartieri, oggi siano in grado di affermarsi nel dibattito italiano sul

decentramento, partendo dalla riflessione locale e dalla sua tradizione, proponendo un

modello di decentramento originale, che ricavi suggerimenti puntuali dalle migliori

esperienze nazionali e straniere, ma che trovi radice in una tradizione locale che

associava strettamente decentramento e mobilitazione della popolazione per il bene

comune. Si tratta di una modalità di interpretazione del decentramento in parte

contrastante con quella affermatasi in città negli anni Novanta, che enfatizzava il ruolo

delle circoscrizioni come organi di razionalizzazione amministrativa; ma anche poco

praticata nelle grandi città italiane, dove più spesso i due indirizzi, decentramento e

partecipazione, sono approfonditi separatamente, lasciando alle singole circoscrizioni

la scelta di affermare con minore o maggiore forza la loro vocazione a stimolare la

partecipazione della cittadinanza.

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1. Proposta di linee di azione per promuovere un decentramento efficace

La questione del decentramento amministrativo è tassello importante del programma di

mandato del Sindaco di Firenze; lo è stato anche negli ultimi anni in non poche altre grandi

città italiane. Il cantiere del decentramento di Firenze deve essere oramai decisamente messo

in opera; l’evoluzione del contesto istituzionale (la creazione della Società della Salute,

l’insieme delle prospettive di ridisegno delle modalità di governance sull’area vasta) e le

difficoltà incontrate dai Quartieri per effettuare il loro lavoro sono condizioni sufficienti per

giustificare una intensificazione degli sforzi in questa direzione.

Sulla partecipazione diretta dei cittadini nelle decisioni locali le riflessioni e le esperienze sono

oramai tante e consolidate nelle varie realtà europee (anche con una certa standardizzazione

degli strumenti); sulle modalità di decentramento locale in atto nelle diverse realtà urbane

italiane e straniere, poche sono invece i bilanci operativi che possano arricchire la riflessione

locale offrendo uno spettro sufficiente di problemi e di soluzioni di natura ad orientare le

analisi e le scelte. Le note che seguono e i documenti che vi sono allegati intendono,

dall’analisi del contesto anche in chiave comparata, offrire alle istanze coinvolte (come il

Gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento), nel loro lavoro di

costruzione del “decentramento fiorentino”, scenari di riferimento di natura a chiarire il

dibattito e facilitare la decisione, con alcuni suggerimenti di linee di azione.

Queste linee costituiscono la trama di un possibile percorso per un consolidamento

istituzionale e culturale dei Quartieri, imperniato su azioni a breve e medio termine in vista

della definizione di un nuovo assetto organizzativo e rappresentativo dei medesimi. Le azioni

proposte e gli indirizzi suggeriti intendono agire su due fronti, che convergano verso la

definizione di un modello di decentramento specifico per la nostra città: la risoluzione delle

difficoltà attuali e la riflessione sui “decentramenti possibili”. E la partecipazione costituisce

nei due casi la questione centrale.

Alla base di questo “programma” l’ambizione è di costruire un consenso sulla questione del

decentramento.

Nella linea intrapresa con la costituzione del gruppo di lavoro sul decentramento (consiglio

comunale/quartieri), si propone di sostenere il processo di inclusione dei quartieri nella

riflessione in merito al loro futuro, anche dotandolo di una buona visibilità verso l’esterno.

Si propone un metodo di azione che, a partire delle problematiche e dei desideri emersi,

permetta di avanzare gradualmente e in modo il più possibile condiviso verso un modello di

decentramento che meglio risponda ai bisogni di servizi e di capacità di espressione della

società locale.

La situazione di Firenze, in cui i rapporti tra organi politici dei quartieri e tra dirigenza dei

quartieri sono piuttosto stretti, costituisce a nostro avviso un humus favorevole perché i

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quartieri diventino istanze propositive reali, anche “compatte”, e perché i cittadini siano

partecipi (e prima di tutto ben informati) nel processo di revisione.

Naturalmente questi principi d’azione devono essere sostenuti da una rivalutazione nei fatti

del ruolo dei quartieri. Significa riconoscere ai Quartieri una capacità gestionale, decisionale e

di ascolto che li renda realmente adatti ad ottenere “spazi” di piena autonomia e ad

interloquire con l’insieme degli attori del territorio.

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Le sei linee di azione a breve e medio termine

1. Riconoscere i quartieri come veri interlocutori in tutti i grandi progetti di sviluppo: • Azioni immediatamente attuabili: integrare i Quartieri e le loro azioni gestionali nei grandi progetti

di sviluppo della città (Piano Strategico, Piano Strutturale…).

2. Confrontarsi su alcuni problemi impellenti di definizione delle competenze e di organizzazione dei Quartieri

• Azioni a breve termine1: attivare, sotto il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”, tavoli politico-tecnici (che si avvalgano del supporto delle direzioni finanziarie e delle risorse umane) per chiarire le competenze attuali dei Quartieri. Aprire un tavolo specifico sulle modalità gestionali e contabili dell’amministrazione dei Quartieri.

• Azioni a medio termine: far evolvere i tavoli verso istanze propositive per individuare eventuali nuove competenze e assetto dei Quartieri.

3. Promuovere e controllare la qualità dei servizi erogati dal Quartiere • Azioni di attivazione immediata (ma con tempi di attuazione a priori lunghi): sostenere i Quartieri

nell’introduzione di strumenti di valutazione integrata e comunicabile come i bilanci sociali. Dare impulso e visibilità al rendiconto regolare del proprio operato da parte dei Consigli di Quartiere al Consiglio Comunale.

4. Rafforzare i Quartieri come luogo d’accesso all’insieme dei “servizi di prossimità” • Azioni a medio termine: attivare, con il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il

riordino del Decentramento”, un tavolo politico-tecnico che includa anche altre istituzioni e attori del territorio per sostenere il ruolo del Quartiere come luogo di accesso a tutti i “servizi di prossimità” (ovvero di tutti i servizi che rispondono a necessità minute e quotidiane) per la cittadinanza, anche nella modalità dello Sportello Unico del cittadino.

5. Recuperare i Quartieri alla funzione cruciale di luoghi e motori della partecipazione dei cittadini • Azioni a breve termine e medio termine: potenziare gli strumenti di comunicazione dei quartieri

(giornali di quartiere, integrazione e riqualificazione funzionale siti internet, collegamenti organici con Urp ...). All’interno dei tavoli di lavoro dovrà essere definito poi il rafforzamento in risorse umane e finanziarie dei Quartieri ai fini della comunicazione.

• Articolare sulla scala dei Quartieri le funzioni del “garante della comunicazione” ex lege Regione Toscana, 1/2005, mediante una specifica determinazione regolamentare da formulare sulla base di una apposita proposta del“gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”.

• Azioni a breve termine: definire, con il parere del “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”, modalità di sostegno informativo e organizzativo ai progetti partecipati di iniziativa del Quartiere.

6. Sostenere il ruolo attivo di Firenze e dei suoi Quartieri nel dibattito italiano sul decentramento • Azioni attivabili immediatamente: creazione di un “data-base” su internet, che informi sullo stato

dell’arte e sul futuro possibile del decentramento a Firenze • Azioni a breve termine: sostenere l’attivazione da parte dei Quartieri di momenti di confronto (tra

loro stessi, con i cittadini e con colleghi di altre città) sul tema del decentramento e della partecipazione, a conforto e integrazione delle riflessioni già raccolte in varie occasioni di analisi e discussione, che producano una “posizione” propositiva della città di Firenze in materia;

• Azioni a medio termine: promuovere in collaborazione con il “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento” un incontro tra comuni italiani in materia di decentramento, attivato e coordinato ad opera dell’Anci nazionale.

1 Per breve termine si intende una scadenza di uno, due mesi; per medio termine si intende una scadenza di tre, sei mesi; per lungo termine si intende una scadenza di un anno o più.

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2. Le ragioni delle linee di azione proposte

“Il Decentramento costituisce il primo strumento di Governo della città”. Cinque anni sono

passati dalla Delibera 110 del 2000, in cui il Consiglio Comunale faceva propria questa

asserzione e stabiliva alcune linee di indirizzo per un riordino efficace dei Quartieri. In questi

anni sono state effettuate dalla Direzione del Decentramento alcune proposte di revisione

delle deleghe, che ancora non hanno prodotto una analisi condivisa. Il Comune, negli anni

che ci separano da quella delibera, ha essenzialmente riflettuto sul potenziamento dei

Quartieri nella chiave delle deleghe di competenze ad essi ascrivibili.

Questione ovviamente centrale e assai avvertita da molti dei presidenti e dirigenti con cui

abbiamo interloquito in due incontri distinti per discutere del futuro dei Quartieri. Affrontarla

costituisce una condizione sine qua non della prosecuzione stessa dell’esperienza del

decentramento fiorentino.

Ma non è il solo problema. Vi è anche la questione dell’assetto politico degli organi di

quartiere, un vero e proprio “ibrido” tra un modello puramente partecipativo, eredità degli

anni Settanta, e un modello di decentramento decisionale, al quale tendeva invece l’ultima

riforma.

Pesa anche la farraginosità burocratica a cui sono sottoposti i Quartieri e che mal si adatta al

loro ruolo e quella duttilità amministrativa che, almeno nell’immaginario collettivo, dovrebbe

contraddistinguerli, e soprattutto è poco congruente all’«obiettivo di massima autonomia dei

Quartieri» che quella delibera del 2000 si proponeva.

Bisogna rilevare, inoltre, una cospicua difficoltà di comunicazione e di relazione tra

amministrazione centrale e amministrazione circoscrizionale.

Elementi che vanno a discapito non solo della qualità dei servizi erogati, ma della capacità dei

Quartieri di rispondere con efficacia e prontezza alle emergenze locali. Lo stesso controllo

degli organi centrali sull’operato effettivo dei Quartieri ne viene reso irrilevante.

Quelli appena richiamati sono tutti fattori endogeni che sollecitano gli organi comunali ad

avviare un “dialogo interno” e con i Quartieri sulla loro revisione funzionale, che può

svilupparsi in buona parte a partire dalle proposte già elaborate dalla Direzione del

decentramento.

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3. Lo sfondo politico-istituzionale di un rinnovato impegno sui Quartieri

Dare efficacia al decentramento significa adempiere a quanto previsto nel programma di

mandato del Sindaco: «…riformare l’assetto istituzionale, territoriale e amministrativo dei

quartieri in funzione dell’identità, dell’erogazione dei servizi e della partecipazione, operando

concretamente, per trasformarli in municipi. I quartieri, possono essere uno snodo essenziale

per attivare processi e strumenti di partecipazione che consentano ai cittadini di diventare

soggetti attivi nei processi di scelta degli interventi per la città e per fornire una risposta

concreta alla crescente domanda di protagonismo democratico».

Un simile e strategico intento pone Firenze al cuore del dibattito sul decentramento locale in

Italia. Già grandi comuni come Roma, Napoli e ora Venezia si sono mossi in questo senso,

ovvero della creazione dei detti “Municipi”. Ed è importante che Firenze, anche al di là del

ruolo che obiettivamente assume nel concerto dell’Anci, esprima in proposito una sua

strategia di indirizzo.

Il termine “Municipio” indica non altro che un quartiere, una circoscrizione con modalità

rappresentative che la fanno equiparabile a un mini-comune e con poteri rafforzati. Al di là

delle dichiarazioni d’occasione, le città che hanno optato per questo modello sono ancora in

fase di “cantiere”, di creazione per alcune, di aggiustamento per altre. Si tratta di un modello

in evoluzione la cui forma definitiva certo non può ignorare la prospettiva delle Città

Metropolitane, di cui si propone come una sorta di precondizione o di necessario corollario a

seconda dei casi e delle circostanze. Tuttavia, riqualificare i Quartieri nella chiave dei Municipi

ha significato, là dove la sperimentazione è stata appunto avviata, voler rispondere a bisogni,

domande e opportunità preminentemente locali. E, ad un tempo, adottare soluzioni coerenti

con i nuovi assetti istituzionali di “area vasta” e integrata che le politiche sociali più

innovative presuppongono. Nel caso fiorentino, ci si riferisce in particolar modo all’istituzione

della Società della Salute, che risponde alle politiche sociali e sanitarie che correlano visioni e

responsabilità locali e visioni e responsabilità regionali. É necessario chiarire il ruolo dei

Quartieri in questo senso, poiché almeno per quanto appurato nei nostri incontri, dirigenti e

presidenti circoscrizionali si sentono in parte esclusi dal relativo dibattito progettuale. Chiarire

il ruolo dei Quartieri significa qui vedere quale funzione essi possano assumere non solo come

articolazioni amministrative erogatrici di servizi, assistenze e presidii, ma anche come

propulsori di azioni complementari e integrative: in una chiave che correli decentramento,

sussidiarietà ed efficacia.

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4. Quartieri e governo del territorio

Per permettere agli “strumenti” e agli “atti di governo del territorio” (per restare alla

formulazione della normazione toscana in materia) di sintonizzarsi con le realtà locali e di

trovare efficace messa in opera, il ruolo dei Quartieri è semplicemente essenziale. Da una

loro accurata attivazione dipende la capacità del governo del territorio di produrre, a un

tempo, innovazione, regolazione sociale e prevenzione dei conflitti. Quartieri, dunque, come

luoghi della produzione e diffusione di un’informazione esaustiva sui fattori e gli intenti delle

opzioni municipali. Il che rende i Quartieri istanze ove scelte di vicinato e scelte urbane e

metropolitane trovano la loro più congrua argomentazione e conseguente correlazione. I

quartieri, anche e laddove necessario, possono fungere da “arene deliberative”. In tal senso

la congruità delle Utoe rispetto alle delimitazioni dei quartieri appare indispensabile. Per

realizzarla, nella riflessione preparatoria alla revisione de Piano Strutturale appare importante

che l’Assessorato al Decentramento ponga in discussione l’impianto analitico che ha portato

alla delimitazione delle Utoe nel Piano strutturale ad oggi adottato per proporre una

delimitazione che sancisca l’inserimento dei Quartieri nel sistema di governo del territorio

comunale. Dalla delimitazione delle Utoe dipende infatti la definizione di sotto-insiemi

territoriali coerenti ai quali si possano riferire tutti i settori dell’amministrazione locale per la

programmazione integrata e il monitoraggio dei servizi; tale esigenza si impone certamente

più di una ridefinizione sostanziale dei confini stessi dei quartieri che nel momento presente

potrebbe costituire un fattore di fragilità più che di consolidamento.

La legge regionale 1-2005 non indica criteri per la delimitazione delle Unità territoriali

organiche elementari, ne ricorda soltanto la funzione generica: “le unità territoriali organiche

elementari […] assicurano un’equilibrata distribuzione delle dotazioni necessarie alla qualità

dello sviluppo territoriale”.

Ad oggi, i criteri adottati per la definizione delle UTOE fiorentine sono “diversi”, come

dichiarato nella Relazione del Piano strutturale (pp.9 e 10).

1. autonomia : i problemi devono essere risolti in loco (ad esempio la richiesta ulteriore di servizi che discenderebbe da un ulteriore carico urbanistico), almeno quelli relativi “all’urbanizzazione primaria e secondaria”;

2. isolamento strutturale di una parte del territorio (che nasca dalla separatezza –semplice discontinuità insediativa senza barriere fisiche – o dalla separazione – ferrovia in particolare);

3. differenziazone strutturale o morfologica (distinzione “urbano” e “non urbano”); 4. differenziazione morfologico-funzionale all’interno degli insediamenti urbani continui (la città

storica è diversificata); 5. specificità delle tre aree di grandi attrezzature: Careggi, Cascine, Stazione-Fortezza-Belfiore-

Macelli-Foro Boario; 6. identità: il riferimento, evocativo più che operative, è alle piccole “100 città” 7. specificità di aree di programma, per le quali il Piano definisce indirizzi di trasformazione: quelle

legate alla ricostruzione delle relazioni con il fiume (Cascine-Argingrosso, Prato-Pignone, Duomo-Oltrarno, Bellariva-Gavinana) e alla riqualificazione mediante incoraggiamento della mobilità elementare (Viali).

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Tale molteplicità di criteri non consente una lettura decentrata del Piano, né quell’efficace

monitoraggio dello stato dei servizi che la partizione ideale e operativa del territorio in Utoe

deve invece in primo luogo consentire.

Sembra necessario che nella revisione del Piano regolatore, nella partizione in Utoe si

scindano i due livelli analitici che nella formula attuale vengono, nemmeno a convergere, ma

ad alternarsi: l’analisi delle conseguenze delle trasformazioni auspicate e l’analisi dei

meccanismi che sostengono l’”autonomia” delle varie parti che compongono la città, tra i

quali l’esistenza dei servizi e la leggibilità (riconoscibilità fisica, significato sociale).

Sembra d’altra parte contro-produttivo nella riflessione sulla capillarità dei servizi isolare

forzosamente alcune aree monofunzionali, quelle delle tre grandi attrezzature, creando con

ciò separazioni fittizie tra le aree confinanti, e distinzioni fittizie di livello dei servizi; come se

le Cascine non funzionassero da spazio verde per gli abitanti di Piazza Puccini, e come se le

scuole in costruzione nel Foro Boario non fossero destinate ai ragazzi del quartiere.

Sembra così auspicabile una lettura più classica e lineare, che si fondi esclusivamente sulle

identità storiche e sulle caratteristiche del tessuto.

L’utilità della partizione nel monitoraggio dei servizi richiede d’altra parte che vi sia congruità

tra limiti delle Utoe e limiti del Quartieri, ma anche tra limiti delle Utoe e unità di rilevazione

statistica, almeno di quelle fondamentali, le sezioni di censimento, sulla base delle quali

sarebbe auspicabile far convergere l’insieme delle rilevazioni locali. L’aggregazione delle

stesse sezioni di censimento in 72 aree elementari, utilizzata per la prima volta per

l’elaborazione dei dati del censimento del 1971, oggi riproposta aggiornata dall’Ufficio di

Statistica del Comune, può costituire la base di una programmazione socio-territoriale

unificata. Sia le sezioni di censimento che le aree elementari sono delimitate in conformità

con i confini di quartiere.

La strategia che ne viene suggerita consisterebbe nel ridefinire le Utoe come aggregati di

aree elementari: eliminando le Utoe monofunzionali e di programma, non considerando le

diverse distinzioni funzionali come criteri di delimitazione ma soltanto come criteri per la

definizione di regole diversificate all’interno di una Utoe, non assumendo sistematicamente le

“separazioni” introdotte dalle infrastrutture, in particolare dalla ferrovia, come ostacoli alla

coesione, ma ragionando in primo luogo sulle centralità percepite: che a Firenze sono sempre

piazze.

La soluzione più snella di revisione delle delimitazioni basilari del Piano Strutturale

sembrerebbe così poter partire dall’aggregazione e dalla suddivisione delle Utoe ad oggi

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utilizzate e rielaborarle, sulla base dei principi appena delineati badando alla congruità con i

limiti dei quartieri e delle aree elementari. Lavorando in tale direzione, si può delineare una

base interpretativa delle differenze locali più fedele alle affiliazioni tradizionali di rione,

organizzata in aree che ruotano attorno ad una piazza vissuta; una interpretazione che può

essere approfondita ed affinata mediante la consultazione degli organi decentrati, costituendo

un momento importante di collaborazione dei Quartieri alla definizione del Piano Strutturale2.

Non si può negare che simili configurazioni di Utoe, che meglio rispondono alle pratiche di

vita quotidiana e di appartenenza locale, continueranno però a dividere alcuni “insiemi

significativi”, e ciò proprio perché seguono la delimitazione dei quartieri. Ma sola la

realizzazione totale di alcuni “forti” indirizzi di riqualificazione potrà apportare elementi di

rottura degli equilibri di natura a rendere più utile che dannosa una revisione dei confini

geografici dei quartieri. Una ristrutturazione efficace della viabilità che ricostituisca un legame

effettivo tra il “Cento storico” e l’area dei “Viali”, facilitando la mobilità naturale, può ad

esempio giustificare una estensione dei confine del Quartiere 1. Tuttavia allargarlo oggi in

previsione di questa realizzazione indebolirebbe soltanto processi lenti e fragili di

identificazione con il Quartiere.

La consultazione dei Consigli di Quartiere per la definizione delle Utoe, in collaborazione

anche con l’Ufficio di Statistica del Comune, può comunque costituire una tappa iniziale

importante nel coinvolgimento degli organi decentrati nella stesura del nuovo Piano, vale a

dire nel riconoscimento dei Quartieri come interlocutori del governo del territorio.

In ogni caso, una precipua valorizzazione e una parallela articolazione del Garante della

comunicazione ex lege 1, può essere un’ulteriore e ottima leva in tale direzione. Le funzioni

del Garante della comunicazione potrebbero così essere articolate sulla scala dei Quartieri su

proposta del“gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento” mediante una

determinazione regolamentare.

2 Qualche esempio ad illustrazione del procedimento, che potrebbe radicarsi anche nelle numerose e ricche letture degli insediamenti già proposte negli allegati al Piano, portando comunque ad un numero di Utoe non dissimile da quello attuale; un numero adeguato a farne le sedi, sempre vicine e legate alla percezione tradizionale dei rioni, di una partecipazione vivace della popolazione nelle scelte di governo del territorio, ma anche in altri settori di politica pubblica: - Per il quartiere 4, ci si potrebbe orientare su aggregazioni di aree elementari che portino a ridisegnare Utoe corrispondenti a “Ugnano-Mantignano” e parte circostante di “Oltregreve”; Il Pignone da “Prato-Pignone” e l’Isolotto da “Cintoia-Isolotto”; Cintoia da “Cintoia-Isolotto” e parte di “Cascine Argingrosso” sulla riva sinistra; “Pisana”; “Soffiano” e parte confinante della “Collina Sud”. - Nel quartiere 1, le aree elementari potrebbero essere aggregate per ricostituire un numero limitato di Utoe nuove, traendo spunto dei lavori del gruppo di studio sul Sottosistema insediativi; Utoe che corrispondano a combinazioni delle attuali Utoe di questo tipo : 1. parte di “Duomo-Oltrarno” di qua d’Arno + parte di “Viali” entro i viali; 2. parte di “Duomo-Oltrarno” di là d’Arno (secondo lo schema analitico in Aree Urbane Omogenee proposte per il Sottosistema insediativo Centro Storico negli Allegati al Piano); 3. ”San Jacopino”; 4. parte di “Prato-Pignone” sulla riva destra, di “Fortezza” entro i viali, di “Cascine” sulla riva destra; 5. parte di “Collina Sud”, “San Gaggio”.

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5. Quartieri e governance locale

I Quartieri hanno comunque una relazione con la cittadinanza residente molto più intensa di

quanto dall’esterno non si evinca. Lo testimoniano attori politici e attori amministrativi che

nei Consigli operano. E’ un legame intenso: magari ricco di asperità ma c’è. Su di esso

occorre investire per valorizzare il ruolo dei quartieri tra partecipazione e governance locale.

Bisogna sostenere i quartieri in questa loro duplice valenza, da un lato dando ad essi gli

strumenti di ascolto e comunicazione con cui mettere in valore i rapporti già stabiliti con la

popolazione, d’altro lato conferendo ad essi certezza nelle aree di autonomia decisionale e

finanziaria. Naturalmente non è una “necessità” ma una via ottimale per dare senso e qualità

a quella che chiamiamo “governance urbana”. La quale richiede la soddisfazione di alcuni

requisiti minimi su entrambi i versanti appena richiamati e una ridefinizione delle funzioni di

“coordinamento” del Comune centrale più sul piano dell’endiadi standard and control

piuttosto che su quella command and control.

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6. Le linee d’azione a breve e medio termine

Preso atto del rinnovato impegno del Comune di Firenze nella questione del decentramento

coi lavori della Commissione Affari Istituzionali e con la costituzione del “gruppo di lavoro per

la riforma ed il riordino del Decentramento”, composto dall’Assessore ai rapporti con i

Quartieri che ne assumerà il coordinamento, 7 rappresentanti dei Consigli di Quartiere e 7

rappresentanti del Consiglio Comunale, si prevedono e si suggeriscono alcune azioni mirate a

una condivisione degli obiettivi tra Quartieri, Comune e cittadinanza urbana e ad una rapida

messa in opera di alcune “riforme urgenti”.

Queste azioni sono in parte già state proposte o deliberate in altri documenti: si tratta quindi

di dar loro un effettivo avvio.

Va ribadito che questa serie di azioni non ha che relativa importanza se non vi è da parte

dell’amministrazione centrale il riconoscimento dei quartieri come veri interlocutori in

tutti i grandi progetti di sviluppo, anche concertati, della Città. Non solo perché in un

futuro i quartieri potrebbero essere autorità amministrative di peso per la vita urbana e

metropolitana, ma perché già oggi sono erogatori dei servizi essenziali per la cittadinanza. In

questo senso è importante sostenere l’integrazione dei Quartieri nel tavolo del Piano

Strategico, del Piano Strutturale (se ancora “possibile”), della Società della Salute. Si tratta

così di non vanificare gli sforzi prodotti nei processi partecipativi. In effetti se i cittadini attivi

variamente organizzati possono sperare di ottenere ascolto da parte dell’amministrazione

centrale, per i cittadini singoli, talvolta in situazioni precarie o semplicemente più “fragili”

(come gli anziani) il quartiere, grazie al suo ruolo e al suo livello d’azione, rimane

l’interlocutore necessario. Si tratta, insomma, di conferire ad esso la necessaria credibilità

perché la voce della città non debba assumere solo le forme della protesta per immaginarsi

efficace.

Si auspica inoltre che si affronti la mancanza di comunicazione interna al comune, tra comune

e quartieri e tra quartieri stessi. In questo senso possiamo soltanto lanciare un “appello”,

oltre a prefigurare, a sostegno della riflessione in corso, possibili accorgimenti di natura

organizzativa, poiché il suo superamento (o, più realisticamente, il suo contenimento) riposa,

al di là dell’organizzazione di momenti di confronto, sulla buona volontà degli attori politici e

amministrativi in gioco. Che è fondamentale per garantire un’erogazione di servizi efficienti,

evitare sperperi, per l’immagine stessa della politica della nostra realtà amministrativa.

Si tratta infine di impegnarsi in un lavoro di sostegno ai quartieri che ha come primo obiettivo

il confronto su alcuni problemi impellenti sulla definizione delle competenze e sulla

organizzazione dei quartieri, per poi giungere a una conseguente modifica degli assetti

normativi. Per questo si proporrà al gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del

Decentramento di organizzare tavoli tematici (per aree: salute, verde,…) per realizzare o

emendare le proposte già formulate, in materia di revisione di deleghe e gestione dei servizi

di base, nel documento elaborato dalla Direzione del Decentramento nel 2002 (da

17

considerarsi come una base di riflessione certo non vincolante). Si considera necessario che

ai tavoli partecipino sia gli assessori che le direzioni centrali coinvolte e, da parte dei

Quartieri, i rispettivi presidenti e le diverse componenti politiche (almeno per una prima fase

finalizzata alla costruzione della condivisione politica, potendo evolvere verso tavoli di lavoro

puramente tecnici in una seconda fase). Inoltre dovranno essere presenti le direzioni delle

risorse finanziarie e dell’organizzazione e le p.o. amministrative di Quartiere, al fine di offrire

un primo supporto tecnico, capace di conferire argomenti di “fattibilità tecnica” alle diverse

opzioni.

In questo quadro sarà necessario coinvolgere la Società della Salute, qualora gli incontri già

previsti con i quartieri non offrano un chiarimento sufficiente del loro ruolo a venire.

Gli “accordi” raggiunti nei tavoli e le relative conseguenze in termini di risorse finanziarie e

umane, calcolate dalle direzioni delle risorse finanziarie e dell’organizzazione e dalle po

amministrative del quartiere, dovranno essere convalidate dal gruppo di lavoro e sottoposte a

delibera dei consigli di quartiere e del consiglio comunale, dandosi le garanzie di un’effettiva

realizzazione.

Consideriamo che dopo un primo momento necessario di confronto, poiché le questioni

affrontate oramai “premono”, i tavoli potrebbero evolvere verso strumenti di supporto tecnico

al gruppo di lavoro.

Si propone inoltre di aprire un confronto specifico in materia di gestione contabile dei

quartieri. É necessario a questo fine che organi politici e amministrativi di ogni quartiere

elaborino proposte in materia di semplificazione o adattamento alle loro necessità

(semplificazione, costituzione di micro-budget specifici per progetti partecipati, …). Un

confronto tra quartieri (eventualmente all’interno del gruppo di lavoro) permetterebbe poi di

costruire una proposta globale condivisa. Questa proposta dovrebbe essere discussa con la

direzione delle risorse finanziarie e l’assessore competente, per verificarne la fattibilità e

promuoverne la messa in opera.

Sembra poi importante che venga promossa la verifica della qualità dei servizi erogati dal

quartiere. Si tratta di richiedere ai quartieri che introducano metodi efficienti di gestione e di

valutazione dei loro servizi, come quelli legati alla formulazione di bilanci sociali. Questo

passo, che necessita dell’impegno dei singoli quartieri (e degli eventuali gestori

convenzionati) e del sostegno di competenze interne ed esterne, dovrà essere fortemente

assecondato dal Comune.

Sia per la formulazione di bilanci sociali di quartiere che per l’illustrazione dell’attività dei

quartieri in un bilancio sociale del Comune di Firenze, l’elaborazione di dati comunicabili

necessita di monitoraggi costanti come quelli consentiti dalle procedure di rilevazione

suggerite nelle schede allegate al presente rapporto.

Si può prevedere che, per la messa in atto di queste procedure indispensabili per offrire

leggibilità, interna ed esterna, all’azione dei Quartieri, il Comune faciliti l’instaurazione di un

rapporto tra l’Università di Firenze e Quartieri, con il conseguente trasferimento di

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conoscenze, ma anche con l’accoglienza di tirocinanti presso i Quartieri medesimi. In questo

quadro è indispensabile che vengano forniti ai Quartieri le basi cognitive relative al loro

territorio, come presupposto per monitorare sistematicamente la funzionalità delle loro azioni.

E che gli stessi quartieri acquisiscano le capacità di manutenzione di quelle stesse rispettive

basi. Valutazione e monitoraggio potranno poi costituire il fondamento su cui coniugare

attività di rendicontazione e coinvolgimento dei cittadini mediante la formazione e la

discussione di specifici e conseguenti bilanci sociali delle attività del Quartiere. Presupposto

antecedente, tuttavia, è una piena valorizzazione delle già vigenti norme in materia di

rendicontazione ad opera dei Consigli nelle loro relazioni sia con l’amministrazione comunale

sia con i propri amministrati.

Più generalmente è necessario promuovere i quartieri come porta d’accesso all’insieme

dei “servizi di prossimità”: in questo senso si potrà sostenere l’innovazione nelle

procedure di comunicazione tra quartieri (e cittadini) e l’amministrazione centrale, da un lato,

e gli altri attori istituzionali del territorio, dall’altro, promuovere la creazione di Sportelli del

cittadino nei quartieri. Affrontando anche il tema del collegamento tra gli URP del Comune e

delle singole direzioni. In questa chiave sembra importante che l’amministrazione comunale

ponga con decisione, laddove ancora possibile, la questione del pieno recepimento nella

sperimentazione della Società della salute degli indirizzi di integrazione e di coinvolgimento

della cittadinanza nei servizi per la salute, promossi in particolare con l’introduzione dei Piani

Integrati di Salute e con il Piano sanitario regionale, e che per essere sviluppati con efficacia

richiedono un’articolazione funzionale e territoriale adeguata dell’interfaccia con la

cittadinanza, come quella che si viene a delineare nelle esperienze toscane di distretto di

quartiere o di comunità.

Deve inoltre essere proseguito l’impegno nel riconoscimento da parte dell’amministrazione

comunale dei quartieri come propulsori della partecipazione dei cittadini. Questo

richiede la volontà degli organi centrali tanto di coinvolgere i Quartieri nella presa di decisioni,

come già detto in premessa, che di sostenerli nei processi partecipativi che hanno loro stessi

messi in atto.

Si tratta di promuovere progetti partecipativi affidati direttamente ai quartieri nella loro

gestione, nella presa decisionale e nella messa in opera (sempre nei limiti conferiti dallo

Statuto e nei limiti delle loro capacità tecniche). Il gruppo di lavoro potrebbe assumere come

centrale questa direzione di lavoro, considerando la possibilità di limitare questa pratica ad

alcuni progetti selezionati (eventualmente tramite bandi, conferendo ai quartieri un budget

specifico, …).

In genere è necessario ribadire la necessità di garantire ai quartieri le risorse

umane e finanziarie adeguate alle necessità per la loro “spesa corrente” in

comunicazione.

Sembra in effetti urgente che i quartieri possano potenziare la loro comunicazione con i

cittadini, anche con interventi di piccola entità. Si può prevedere un miglioramento dei siti

19

internet del quartiere preferibilmente concordando tra quartieri una serie di informazioni

“minime” da offrire. Si dovrà valutare inoltre la possibilità di costituire una redazione unica

nei giornalini di quartiere e altre economia di scala.

Sarà utile proporre inoltre ai quartieri che il sito internet di Firenze Insieme raccolga e

fornisca informazione (o rinvii a altre fonti d’informazione –eventualmente i siti dei quartieri),

regolarmente aggiornata, su tutti gli strumenti di partecipazione in vigore a livello di

quartiere e del comune, diventando così un portale unico per tutta la città.

Si ricorda il progetto di Legge Regionale sulla Partecipazione, la cui fase d’elaborazione

dovrebbe facilitare la riflessione interna al Comune di Firenze sulle pratiche partecipative.

E’ essenziale che sia sostenuto il ruolo attivo di Firenze e dei suoi quartieri nel

dibattito italiano sul decentramento. L’assessorato al Decentramento o il gruppo di lavoro

potrebbe mettere in opera una proposta già formulata nella delibera del CC 110 del 2000,

ovvero l’organizzazione di un incontro tra comuni italiani sulle esperienze di decentramento,

in collaborazione con l’ANCI. Nel contempo si considera attivabile sin da ora sul sito Firenze

Insieme (o altro) un data-base di informazioni sul “cantiere del decentramento fiorentino”

(rivolto tanto ai cittadini quanto al gruppo di lavoro) e che permetta di interagire con i

cittadini e di render conto dell’attività del gruppo di lavoro (agenda, rapporti, verbali, ...).

Si suggerisce che dall’Assessorato o dal gruppo di lavoro venga proposto ai quartieri di

confrontarsi tra loro e con altri municipi/circoscrizioni italiani sul tema, per presentare al

Sindaco e alla popolazione la loro visione del futuro dei quartieri (in materia di modello

amministrativo, di deleghe e di partecipazione). Questo in implementazione del percorso già

realizzato nel corso della discussione sul programma di mandato del Sindaco. Si proporrà ai

quartieri di coinvolgere anche la popolazione, raccogliendo proposte, aprendo al pubblico le

discussioni in materia, comunicando sulle esperienze in atto in altre realtà.

La finalità è naturalmente di sostenere il gruppo di lavoro nella revisione dello Statuto e del

Regolamento dei Quartieri.

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7. Osservazioni propositive concernenti gli interventi di lungo termine

La messa in atto del “Gruppo di Lavoro per la riforma e il riordino del Decentramento” sul

decentramento, che ha ora intrapreso un percorso impegnativo ed intenso, prospetta le

condizioni per una revisione importante del modello delle circoscrizioni fiorentine.

Le linee d’azione qui proposte si fondano in buona parte sull’idea che si possa già da ora

operare con efficacia nel senso di un rafforzamento, o meglio riconoscimento, dei quartieri

fiorentini. Si propone di conseguenza di sostenere i Quartieri, ovunque è reso possibile

dall’attuale configurazione normativa, nel loro affermarsi nell’attività quotidiana e nelle

relazioni con la cittadinanza e gli altri enti. Ma le stesse linee di azione appena individuate

includono la messa in cantiere di processi di revisione di più ampio respiro, come quelli

previsti in particolare nelle linee 2 e 4, che aprono momenti di confronto interno ed esterno

all’Amministrazione per un consolidamento normativo dei Quartieri, che si dovrà dispiegare

dal “Gruppo di lavoro” ai tavoli politico-tecnici.

Competenze, organizzazione, vocazione dei quartieri, formano il nucleo centrale delle scelte

che dovrà affrontare il Gruppo di lavoro, dalle quali sarà determinato il grado complessivo di

“riordino” e di “riforma” che caratterizzerà la revisione. In questo percorso, il confronto con le

altre esperienze italiane o straniere può, come si vedrà, offrire spunti analitici; è tuttavia

determinante partire dall’esperienza locale per enucleare in prima istanza i nodi da sciogliere

in priorità, ed orientarsi verso un modello specifico ed organico di decentramento fiorentino

che risponda alle necessità del contesto, alla cultura politico-organizzativa locale, accogliendo

i suggerimenti dalle esperienze altrui, ma evitando ogni deriva imitativa di comodo.

La ricognizione quantitativa e qualitativa sulla situazione attuale del decentramento, tenendo

presente anche la comparazione con altri casi significativi, suggerisce che la revisione debba

portare in profondità sia sulle competenze da attribuire ai quartieri che sulle loro relazioni con

l’organo centrale e sul loro apparato istituzionale. L’insieme di queste considerazioni verrà

successivamente argomentata o quantomeno giustificata dalla documentazione raccolta,

sinteticamente proposta anche negli appendici a questo rapporto. Presentiamole per ora a

grandi tratti.

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Assunti per la costruzione di un modello fiorentino di decentramento 1) La necessità di una revisione degli organi politici di quartiere non sembra eludibile, che si

prospetti un aumento delle deleghe, che se ne preveda invece un aggiustamento o addirittura una riduzione. La questione è quella dell’efficacia degli organi istituzionali, e in particolare del consiglio e delle sue commissioni, nell’indirizzo e nel controllo. Questa revisione dovrà semplicemente assumere i contorni adeguati alla revisione delle deleghe.

2) La configurazione delle attività dei quartieri, e del loro quadro di deleghe, è già entrata in fase

di ridefinizione: la pratica corrisponde solo in parte al quadro “teorico” di materie delegate, la costituzione della Società della Salute pone una vera sfida per il riposizionamento dei Quartieri. Qualunque revisione deve partire dal quadro attuale e dalle trasformazioni indotte dall’instaurazione della Società della salute, le cui attività concernono il terzo del bilancio attuale dei quartieri fiorentini.

3) Un rafforzamento degli organi è da considerarsi solo in caso di aumento importante delle

deleghe, ma soprattutto della capacità di spesa. Si tratterebbe in questo caso di accrescere la percentuale di spesa gestita dai Quartieri, superando il 7% attuale di spesa corrente a loro affidata per dirigersi verso percentuali ben maggiori (almeno il doppio, alla luce dei casi italiani e esteri analizzati). In caso di un progetto piuttosto diretto all’aggiustamento del sistema attuale del quadro di competenze, si preconizza piuttosto uno snellimento dell’apparato istituzionale (in particolare riguardo al numero delle commissioni).

4) Considerate le prospettive aperte dalla ridefinizione delle competenze indotta dallo sviluppo

della Società della Salute, quelle derivanti dall’impellente necessità di razionalizzazione della spesa pubblica e di contenimento della spesa in personale, il modello che proponiamo alla discussione si fonda piuttosto su un aggiustamento del quadro di competenze.

5) E’ comunque essenziale che la definizione delle deleghe risponda con efficacia ad alcune

necessità prioritarie di aggiornamento e razionalizzazione: a) i quartieri devono esser messi in grado, per le materie a loro affidate, di intervenire, svolgendo o meno direttamente gli interventi, nell’intero spettro di operazioni nelle quali si scompone l’azione comunale; b) nel contesto istituzionale che si è venuto ad arricchire dalla Società della salute, il quartiere deve vedere completate le sue deleghe sul sociale allargato e sui servizi ai cittadini; c) per realizzare la loro vocazione di luogo di accesso ai servizi, i quartieri devono avere le competenze e le risorse sufficienti per attivare sportelli per il cittadino/campagne di comunicazione/funzioni di consultazione della cittadinanza, e possono utilmente vedere allargate le loro competenze nella gestione dell’uso del suolo pubblico.

6) Il quadro di competenze dei quartieri deve essere in ogni modo largamente condiviso, leggibile

e sancito nel Regolamento del Decentramento o in altro documento unico, come in altre grandi città italiane, distinguendolo dagli strumenti di indirizzo politico (ovvero i Criteri direttivi e Indirizzi Programmatici).

7) E’ essenziale lavorare rapidamente anche alla revisione di alcuni processi organizzativi, per

sciogliere i maggiori freni all’efficacia oggi registrati, nella pratica contabile, nel coordinamento tra amministrazione centrale e amministrazione decentrata.

8) La revisione deve però assumere come principio qualificante del modello fiorentino, anche nel

panorama nazionale e internazionale, l’ambizione di riaffermare la vocazione dei quartieri come fulcro della partecipazione cittadina, volgendosi idealmente ai primi momenti di vita dei quartieri nella città.

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8. Sugli assetti istituzionali: i nodi da sciogliere, le scelte aperte E’ sufficiente richiamare l’articolo 17 del Testo Unico sugli Enti Locali per render conto dello

spettro di possibilità offerte per articolare una strategia di rivalutazione normativa dei

Quartieri oggi a disposizione dei comuni italiani con più di 300.000 abitanti; ma anche per

constatare che, alla lettera, l’ordinamento italiano propone un’interpretazione dei Quartieri

come organismi di partecipazione (oltre ché di consultazione e di gestione dei servizi di base

e di esercizio di funzioni delegate).

"Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" Articolo 17 Circoscrizioni di decentramento comunale 1. I comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti articolano il loro territorio per istituire le circoscrizioni di decentramento, quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione di servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal comune. 2. L'organizzazione e le funzioni delle circoscrizioni sono disciplinate dallo statuto comunale e da apposito regolamento. 3. I comuni con popolazione tra i 30.000 ed i 100.000 abitanti possono articolare il territorio comunale per istituire le circoscrizioni di decentramento secondo quanto previsto dal comma 2. 4. Gli organi delle circoscrizioni rappresentano le esigenze della popolazione delle circoscrizioni nell'ambito dell'unita' del comune e sono eletti nelle forme stabilite dallo statuto e dal regolamento. 5. Nei comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti lo statuto può prevedere particolari e più accentuate forme di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa e funzionale, determinando, altresì, anche con il rinvio alla normativa applicabile ai comuni aventi uguale popolazione, gli organi di tali forme di decentramento, lo status dei componenti e le relative modalità di elezione, nomina o designazione. Il consiglio comunale può deliberare, a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati, la revisione della delimitazione territoriale delle circoscrizioni esistenti e la conseguente istituzione delle nuove forme di autonomia ai sensi della normativa statutaria.

Al di là delle esperienze esemplari sviluppate in determinati quartieri di alcune altre grandi

città italiane, si deve notare che in genere la normazione del decentramento nelle città che ci

possono servire da riferimento analitico non è particolarmente aderente a questo concetto di

Quartiere; la partecipazione, quando si afferma come funzione centrale del Quartiere,

all’eccezione forse del caso di Bologna, è sostenuta dalla volontà degli amministratori del

Comune e dei Quartieri, dalle associazioni più ancora che dalla lettera delle norme comunali.

Una ricognizione operativa della concreta attività dei Quartieri nelle grandi città italiane è

comunque resa difficile dalla carenza di letteratura in materia nonché dalla scarsa leggibilità

dell’azione dei quartieri nei principali documenti illustrativi dell’attività dei comuni, per cui le

informazioni utili vanno in genere ricercate in rapporti tematici e appositamente aggregate

per evocare l’azione quotidiana e il peso dei quartieri nella vita locale.

Roma e Napoli sono le grandi città italiane che risultano più “avanzate” nel processo di

decentramento. Solo la prima vanta comunque una maturata esperienza in merito, poiché a

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Napoli le Municipalità si sono appena costituite, come anche in parte a Venezia. Guardare

all’esperienza romana offre alcuni suggerimenti utili di ingegneria istituzionale, ma permette

anche di delineare alcuni problemi chiave, a cui si scontra pure l’esperienza intensa di

decentramento della Capitale. Un approfondimento sul caso romano è proposto in appendice

a questo rapporto.

Pensando alla dimensione demografica del comune, però, per riflettere sulla praticabilità di

scelte specifiche analizzando gli esiti di alcune esperienze “altre”, dovremmo piuttosto

guardare all’esperienza di Bologna, Bari e Catania, tutte al di sopra dei 300.000 abitanti, ma

al di sotto dei 400.000 (anche Genova, che le segue immediatamente nella graduatoria

demografica, ha già 600.000 abitanti).

Di questo gruppo di città nessuna ha istituito per ora i “Municipi”, se intendiamo per questo

essenzialmente un’organizzazione istituzionale che riproduca a scala ridotta quella del

Comune (sindaco, giunta, consiglio) secondo la linea autorizzata dal comma 5 dell’articolo 17

del Testo Unico. Gli organi circoscrizionali sono in queste città, come a Firenze, il consiglio e il

suo presidente.

Il modello fiorentino attuale di assetto istituzionale dei Consigli di quartiere si può così

sintetizzare:

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Le disfunzionalità, assai pesanti, di questo modello, hanno già fatto oggetto di sicura

formalizzazione da parte di chi opera nei quartieri. Il quadro delle criticità è condiviso, si

articola nei diversi punti illustrati di seguito in alcuni brevi estratti delle interviste collettive

svolte con presidenti e dirigenti dei cinque Quartieri di Firenze. Le basi per la definizione di

soluzioni istituzionali, oggetto di riflessioni individuali ma non di confronto o ancor meno di

convergenza nel consesso di chi opera nei Quartieri, dovranno in buona parte essere costruite

in seno al Gruppo di Lavoro per la riforma e il riordino del Decentramento.

presidenti: Il quartiere istituzionalmente è qualcosa di ibrido, a partire dalla Presidenza. Non sottintendo che bisogna per forza cambiare. Il Presidente è presidente del Consiglio e allo stesso tempo guida il Collegio di Presidenza, che è fatto dai Presidenti delle Commissioni: quindi è rappresentante istituzionale e rappresentante esecutivo, di governo allo stesso tempo. Non c’è distinzione come tra Sindaco e Presidente del Consiglio comunale. Questo non va risolto per forza distinguendo le due funzioni, che ha altre implicazioni. Poi vi è il Presidente del Collegio di presidenza che è formato dai Presidenti delle commissioni consiliari; ne avevamo 6. Nel maggio 2005 è stata approvata una delibera molto discussa per portarle

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fino a 8. Molto discussa perché una commissione che si è voluta istituire è la commissione Regolamento e Garanzia, che bisognerà vedere poi come va questa esperienza. C’è una difficoltà a trovarne l’oggetto. presidente: L’ibrido di cui si parlava è il punto di partenza per riconsiderare qualsiasi riforma del decentramento: X parlava del presidente che contemporaneamente è rappresentante dell’assemblea elettiva e dell’esecutivo, considerando che comunque l’esecutivo è scelto tra gli eletti (è l’ultimo degli organi istituzionali che si comporta così). Noi siamo garanti per il consiglio e portatori di un programma di maggioranza. Il Collegio di presidenza è riconosciuto come un organo, ma ha un lavoro difficile: il presidente è tutelato (può richiedere il distacco dal lavoro, ha un’indennità, …), è il suo lavoro; i presidenti delle commissioni, come il vice presidente, hanno un tetto mensile di ore da dedicare al lavoro dell’esecutivo, ma riferito solo alle riunioni del collegio di presidenza (quindi non sono comprese le riunioni esterne, non istituzionali, dove non hanno nessuna forma di tutela, permessi). La materia di lavoro dei quartieri, ovvero servizi di base e altre deleghe, era già limitata per 6 commissioni. La struttura ha un costo notevole per poi gestire poco. Ci sono state due cose sbagliate: l’estensione della materia (creazione di una settima commissione permanente di maggioranza) senza che ci sia stato un corrispettivo ampliamento delle deleghe, anzi siamo in una fase di contenimento delle perdite di incidenza del lavoro di quartiere sulle cose reali; ed è stata creata la commissione Garanzia senza definirne le attribuzioni nella modifica generale, lasciandola alla libera interpretazione dei Quartieri. L’opposizione ha creduto che fosse un commissione di controllo. Abbiamo dovuto fare delle riunioni per far chiara la differenza tra competenza politica e tecnica, perché voleva mettere gli occhi sugli appalti. presidente: L’altro obbrobrio: la vice-presidenza delle commissioni è stata attribuita all’opposizione. - Noi si era già data. - Si, questo problema è più vecchio. Il presidente della commissione è un membro dell’esecutivo, quindi è come creare per un assessore comunale un vice-assessore dell’opposizione. E’ stato equiparato il lavoro delle commissioni di quartiere al lavoro delle commissioni consiliari comunali. C’è una confusione di fondo su che fanno le commissioni: dovrebbero essere istruttorie, raccogliere gli umori della gente, aperte a consulenze esterne e distinte dall’esecutivo, che fa sua la linea della maggioranza. presidenti: Ci sono almeno 7 commissioni talvolta 8 su 22 consiglieri (perché il presidente non partecipa salvo eccezioni, su invito), con un discreta dispersione degli oggetti, dei consiglieri. Inoltre nelle commissioni non si favorisce la partecipazione. Prima del ‘99 nelle commissioni oltre ai consiglieri veniva rappresentata la società civile: veniva fatta una forma di mediazione per cui l’associazione che si occupava di solidarietà, volontariato veniva invitata con il suo rappresentante nella commissione sicurezza sociale. Dal ‘99 sono formate esclusivamente da consiglieri e esperti delle forze politiche. - Non da me. Lo statuto dice che non lo puoi fare. - I gruppi politici non rappresentati possono inviare un uditore, per regolamento. - Ci può essere un gruppo consiliare mono-cellulare: a parte 4 o 5 formazioni (DS, Margherita, FI, Rifondazione), le altre forze politiche non riescono ad avere più di un consigliere quindi non riescono a seguire tutte le attività delle commissioni; c’è la regola di poter inserire nelle commissioni degli esperti di quel partito. - Non da noi, noi abbiamo la garanzia che i capigruppo possano partecipare a ogni commissione. - Con il gettone, molto contestato. dirigente: Si ha tendenza a riprodurre a ogni livello politico l’organizzazione del livello superiore: abbiamo una moltitudine di strutture politiche, che mimano una attività politica dei livelli superiori. E’ inutile riunire la commissione 2 volte per parlare di politiche culturali…alla fine in queste riunioni vanno a parlare di cose di gestione al quotidiano che spetterebbero al dirigente. Come immaginare i quartieri? Bisogna vedere prima di tutto che tipo di

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competenze gli si vuole dare; in base alla maggiore o minore ampiezza politica bisogna poi vederne le strutture stesse e limitare così l’ingerenza dei politici nell’attività del dirigente. dirigente: C’era una prassi per cui era il presidente che rappresentava politicamente il quartiere. Oggi sono tutti i presidenti che tendono a rappresentarlo... dirigente: Altra conseguenza della tendenza all’emulazione dei livelli istituzionali superiori nel quartiere, è un aumento incredibile dei costi: questo incontrarsi in continuazione, ... 80mila€ per le commissioni e 70mila€ per i presidenti... questi sono costi diretti che non incidono nel bilancio del quartiere. dirigente: quello che pesa sono anche i costi indiretti, legati alla presenza di nostro personale fuori dagli orari di ufficio. dirigente: noi abbiamo preteso che si facciano in orari di ufficio o altrimenti che si arrangino a verbalizzare, altrimenti dobbiamo fare appello a straordinari. dirigente: In questa situazione di incertezza, i politici più bravi, più avvertiti si sono presi il posto che le norme così vaghe gli davano l’opportunità di prendere. Parlo di presidenti perché sono gli unici che contano. Il consiglio ha poteri molto relativi, consultivi. Il collegio di presidenza: regna il mistero sulle sue reali competenze. L’unico organo che conta realmente sono i presidenti. Ma noi abbiamo tutto l’impedimento di tutti gli altri organi! La qualità politica dei politici di quartiere è inadeguata: non conoscono bene le leggi, le regole. Ben venga una codificazione maggiore delle competenze degli organi, ma anche di cose di tutti i giorni, che sono aggravi politici e screditamento tecnico. Faccio l’esempio del frazionamento del bilancio,frazionato in modo incredibile. O delle variazioni di bilancio che teoricamente dobbiamo far passare dal collegio e poi dal consiglio. I colleghi dirigenti delle altre direzioni le fanno loro. Per fare una variazione di bilancio di 100€, bisogna pagare i gettoni di tutti e ci sono anche i costi in personale! E’ una cosa che non serve a nessuno: il politico si può sentire anche frustrato e il dirigente è preso in giro dai colleghi del comune. ESTRATTI DAI FOCUS REALIZZATI CON PRESIDENTI E DIRIGENTI DEI QUARTIERI NELL’APRILE 2006

Come nelle altre grandi città italiane, la stessa attività politica dei Quartieri fiorentini è mal

descritta nei grandi documenti comunali. Da PEG e PDO si desumono questi dati frammentari

sui ritmi delle riunioni istituzionali:

Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Sedute di 2004 previsto 2005 2004

previsto 2005 2004

previsto 2005 2004

previsto 2005 2004

previsto 2005

Consiglio di Quartiere 30 30 17 16 17 21 23 25

Collegio di Presidenza 45 45 52 52

Commissioni 46 60 Commissioni e Collegio di Presidenza 88 96 Fonte: PEG e PDO dei Quartieri 2005 approvato con delibera GM 368/267 del 10/05/05

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L’uso delle funzioni di vigilanza e iniziativa ai sensi dell’art.48 dello Statuto di Firenze è poi

così documentato negli Atti del Consiglio comunale:

Mozioni (M), interpellanze (I) e interrogazioni (i) proposte dai Consigli di quartiere al Consiglio comunale

Nella presente legislatura:

al 22.5.2006 2005 2004

Proponente M I i M I i M I i Q1 1 1 2 Q2 0 Q3 0 Q4 0 Q5 0 0 1 1

Nella legislatura passata 2004 2003 2002 2001 2000 Proponente M I i M I i M I i M I i M I i Q1 2 8 1 11 Q2 0 Q3 2 2 Q4 0 Q5 2 5 7 4 16 0 0 0 Fonte: ATTI del Consiglio Comunale Archivio su Rete Civica del Comune di Firenze

Ai termini del regolamento, i consigli di quartiere definiscono i criteri e gli indirizzi per la

gestione dei servizi sul territorio e relazionano periodicamente in Consiglio Comunale sullo

stato di attuazione delle deleghe attribuite; non vi sono ad oggi relazioni disponibili.

Frammentaria è infine la pubblicizzazione delle delibere di quartiere sul sito del comune di

Firenze: per il 2006, si trovano solo quelle del quartiere1, per il 2005 e per il 2004, quelle del

quartiere 1 e del quartiere 5.

La normazione nazionale è determinante nel dimensionare l’impatto di alcune scelte di

assetto, mentre indica prospettive di potenziamento in una sola direzione, quella

dell’imitazione più o meno stretta del modello oggi in atto nei comuni, direzione correlata alla

ridefinizione complessiva degli enti locali nelle grandi aree urbane sotto l’egida della città

metropolitana. Vale a dire che il consolidamento della democrazia di prossimità viene

affidata, come lo fu quello della democrazia locale in generale dalla legge 142/90 in poi, al

rafforzamento della figura del capo dell’esecutivo che trova la sua legittimazione nell’elezione

diretta. Altri paesi hanno adottato strade diverse (come la Spagna dove è invece la guida

delle circoscrizioni da un assessore comunale preposto ad ognuna di esse a garantirne il

potere relazionale nei confronti dell’intera amministrazione comunale, nonché delle istituzioni

e organismi esterni).

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Il modello al quale porta l’applicazione delle disposizioni dgls. 267 del 2000 per gli enti

comunali alle circoscrizioni è il seguente:

La legislazione lascia spazio per altre direzioni di revisione degli assetti. Tale modello tuttavia,

oltre ad inserire le esperienze di decentramento nel movimento di ridefinizione degli enti

locali delle metropoli, replicando l’assetto degli organi del comune, porta ad una

configurazione dell’esecutivo corrispondente al concetto ormai popolare della rappresentanza

locale. Rispecchia l’intensità di relazioni dirette che si sono venute a creare tra cittadini e

presidenti dei Consigli di quartieri e l’effettiva concentrazione della visibilità su questa figura.

Le norme nazionali d’altra parte lasciano minore scelta sotto alcuni profili importanti nella

definizione del modello complessivo di assetto istituzionale del Quartiere: ci si riferisce in

particolar modo ai problemi di indennità di funzione, ma anche della presidenza della

Commissione Consiliare di Controllo e Garanzia. Lasciano pure una scelta reale sotto altri

profili altrettanto importanti: mettendo in atto nei Quartieri le disposizioni del Dlgs 267 del

2000, si potrebbe estendere il numero dei consiglieri dai 23 attuali a 30, vedi 40 per il

Quartiere 5; ma si può anche pensare ad una numerosità minore.

Art. 82 - Indennità

1. Il decreto di cui al comma 8 del presente articolo determina una indennità di funzione, nei limiti fissati dal presente articolo, per il sindaco, il presidente della provincia, il sindaco metropolitano, il presidente della comunità montana, i presidenti dei consigli circoscrizionali, i presidenti dei consigli comunali e provinciali, nonché i componenti degli organi esecutivi dei comuni e ove previste delle loro articolazioni, delle province, delle città metropolitane, delle comunità montane, delle unioni di comuni e dei consorzi fra enti locali. Tale indennità è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'aspettativa.

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2. I consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane hanno diritto a percepire, nei limiti fissati dal presente capo, un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni. In nessun caso l'ammontare percepito nell'ambito di un mese da un consigliere può superare l'importo pari ad un terzo dell'indennità massima prevista per il rispettivo sindaco o presidente in base al decreto di cui al comma 8.

La revisione degli organi, in questo contesto, per rispecchiare la volontà di porre l’enfasi sulle

funzioni del quartiere come luogo di accesso ai servizi e della partecipazione cittadina,

potrebbe assumere i principi della replica sostanziale del modello del “Comune”, ma facendo

del consiglio una piccola arena deliberativa aperta alla cittadinanza (non più un piccolo

parlamento).

Il modello del dgls 267 del 2000 potrebbe quindi essere riprodotto, con le seguenti specifiche:

- con un consiglio di quartiere di numerosità contenuta (ad esempio di 10-12 consiglieri), e

che per questo stesso motivo possa agilmente essere il più possibile aperto alla cittadinanza

attraverso le commissioni;

- con un numero di commissioni permanenti corrispondentemente limitato, nelle quali si

ripristini l’uso delle “commissioni aperte” mediante invito ad associazioni e professionisti,

scelti sulla base di un albo aggiornato dagli stessi quartieri; che possano essere completate

da commissioni ad hoc a seconda del quadro progettuale. Per l’albo, la rete di solidarietà può

costituire una prima base; esso dovrebbe comunque includere e distinguere gli erogatori di

servizi (associazioni, cooperative, ...) e le associazioni di tutela e promozione, articolate per

settore di competenza.

- con un presidente di quartiere eletto direttamente con funzioni di esecutivo, che potrebbe

essere aiutato da uno o più assessori (ricordiamo che a Napoli gli assessori di Quartiere sono

4, un numero equivalente a Roma).

Su questo ultimo punto principalmente, le ipotesi di assetto si intrecciano con le ipotesi sulle

deleghe.

30

9. Attività e competenze: la Società della Salute e i Quartieri

Dallo STATUTO della Società della Salute: ART.1

1. Il Comune di Firenze e l’Azienda Sanitaria di Firenze si costituiscono in consorzio pubblico, ai sensi degli artt. 31 e 113 bis del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, per l’esercizio associato delle funzioni di indirizzo, programmazione e governo delle attività socio-assistenziali, sociosanitarie, sanitarie territoriali e specialistiche di base di loro competenza, nonché per la gestione integrata dei relativi servizi nel territorio corrispondente alla zona socio-sanitaria del Comune di Firenze, secondo quanto stabilito nella Convenzione.

DISCIPLINA TRANSITORIA ART.42 2. (...) nella fase di sperimentazione l’attività del Consorzio riguarderà esclusivamente le

funzioni di governo del sistema sociale e sanitario e di orientamento della domanda. Il Consorzio, pertanto, con la sottoscrizione della Convenzione, subentra, con le modalità ivi previste all’art. 4, comma 3, al Comune di Firenze e all’Azienda Sanitaria di Firenze nelle funzioni di indirizzo, programmazione e governo delle attività socio-assistenziali, sociosanitarie, sanitarie territoriali e specialistiche di base di loro competenza nel territorio corrispondente alla zona socio-sanitaria del Comune di Firenze.

3. Durante la fase di sperimentazione, in deroga a quanto previsto dagli articoli precedenti, il Consorzio, attraverso il Direttore Tecnico, si rapporta con un Collegio dei Direttori (Comune/ASL) per concordare le strategie generali di organizzazione e attuazione dei programmi, la cui gestione resta in capo alle rispettive amministrazioni, così come il personale che resta inquadrato con le qualifiche possedute nei ruoli dei rispettivi enti di appartenenza.

4. Il periodo di sperimentazione, indirizzato alla lettura dei bisogni di salute, alla programmazione e al controllo, verrà sottoposto ad un periodico, congiunto monitoraggio e valutazione, d’intesa con le organizzazioni sindacali confederali, per assicurare al percorso la condivisione opportuna e necessaria, anche per quanto riguarda eventuali innovazioni organizzative.

La maggior parte dell’attività dei Quartieri fiorentini in materia di politiche sociali è

interessata dall’istituzione della Sds: nel 2005 circa l’88% delle spese correnti dei Quartieri

costituenti il Programma 06 (politiche sociali) sono comprese nel “budget virtuale”3 della Sds,

escludendo le spese in personale4. E’ incluso nel budget virtuale il servizio di segretariato

sociale, che non comporta spese correnti. Ne sono escluse invece le spese per attività di

socializzazione degli anziani, nonché per la rete di solidarietà (anche se integrate nella

programmazione del Piano Integrato della Salute).

Incluse le spese di personale, sarà ben il 33% del bilancio corrente dei Quartieri ad essere

“accorpato” nella Sds o piuttosto “ri-accentrato”.

3 Bilancio virtuale: bilancio della Sds al fine di mettere in opera le azione previste nel Piano Integrato della Salute (detto “virtuale” poiché i fondi non sono allocati dalla Sds bensì dagli enti consorziali). Per l’anno 2005, nel quadro della progressiva introduzione della Sds, il bilancio non è redatto dalla Sds ma dai singoli enti (in base ai programmi inclusi nel PDO/PEG e da comprendere nel bilancio virtuale). 4 nostra elaborazione in base a: PDO 2005 (delibera 368/267 del 10/05/05) e delibera 7/2005 della Giunta della Sds

31

A titolo esplicativo, riportiamo qui le spese 2004 del programma 06 nel Quartiere 2,

segnalando in grigio quelle comprese nel budget virtuale della Sds:

Capitolo Spesa Descrittivo

15275 6.000 € ACQUISTO BENI DI CONSUMO E MATERIE PRIME PER UFFICI SIAST

15370 47.200 € PRESTAZIONI DI SERVIZI PER ASSISTENZA E SERVIZI DIVERSI

15480 560.000 € CONTRIBUTI E ALTRI TRASFERIMENTI PER INTERVENTI DI ASSISTENZA E SERVIZI DIVERSI DA FINANZIARE CON L 1O

15481 50.000 € CONTRIBUTI E ALTRI TRASFERIMENTI PER INTERVENTI DI ASSISTENZA E SERVIZI DIVERSI

15490 54.500 € CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER SERVIZIO PREVENZIONE E RIABILITAZIONE

11445 178.000 € PRESTAZIONI DI SERVIZIO PER ASSISTENZA EXTRASCOLASTICA DOMICILIARE PER MINORI A RISCHIO DA FINANZIARE CON L 10

11446 20.000 € PRESTAZIONI DI SERVIZIO PER ASSISTENZA EXTRASCOLASTICA DOMICILIARE PER MINORI A RISCHIO

11450 146.000 € CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER MINORI DA FINANZIARE CON L 10

11451 50.000 € CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER MINORI

15280 2.000 € ACQUISTO BENI DI CONSUMO E MATERIE PRIME PER ATTIVITA' RIVOLTE AGLI ANZIANI

15340 140.000 € PRESTAZIONI DI SERVIZI PER SOGGIORNI VACANZA E TURISMO SOCIALE SERVIZIO DI BASE

15350 23.500 € PRESTAZIONI DI SERVIZI PER ATTIVITA' RIVOLTE AGLI ANZIANI SERVIZIO DI BASE

15470 29.700 € CONTRIBUTI, QUOTE ASSOCIATIVE ED ALTRI TRASFERIMENTI PER ATTIVITA' DEL TEMPO LIBERO E SOCIALMENTE UTILI RIVOLTE AGLI ANZIANI

15390 17.846 € PRESTAZIONI DI SERVIZI PER LA RETE DI SOLIDARIETA'

15475 12.300 € CONTRIBUTI ED ALTRI TRASFERIMENTI PER RETE DI SOLIDARIETA' 1.111.700 € TOTALE SPESE INCLUSE NEL BUDGET SdS 83% SPESE DEL Q2 INCLUSE IN BUDGET SdS/SPESE PROGRAMMA 06 DEL Q2

225.346 € TOTALE SPESE NON INCLUSE NEL BUDGET SdS

1.337.046 € TOTALE SPESE PROGRAMMA 06 QUARTIERE 2 “A regime il Consorzio assumerà anche la gestione dei relativi servizi che oggi restano in

capo al Comune di Firenze ed all’Azienda Sanitaria. (...)

SDS di Firenze: il ruolo dei Quartieri:

- Le funzioni socio-assistenziali fino ad oggi delegate, dal Consiglio Comunale, ai

Quartieri sono da ricondurre nella sfera programmatoria di competenza del Consorzio.

- Resta ai Quartieri, nella fase attuale di sperimentazione, la gestione dei servizi del

Distretto/Quartiere (SIAST).

- Nel nuovo assetto istituzionale i compiti di programmazione che venivano svolti dai

Quartieri in seno all’Articolazione di Zona, si ricompongono all’interno della Giunta

della SdS (nella quale sono presenti tutti i Presidenti di Quartiere) che attrae anche la

programmazione sanitaria territoriale”5

Nella prospettiva del passaggio dalla fase sperimentale, che limita l’azione della Sds al

governo del sistema socio-sanitario, al “regime normale”, che ne prevede anche la gestione

dei servizi (quindi il passaggio dei dipendenti comunali e dell’ASL del socio-sanitario sotto la

5 Carla De Ponti (Direttrice PO Giuridico Amministrativa e Affari Istituzionali Sds - Dir. Sicurezza Sociale), Intervento al Seminario “La Società della Salute: integrazione delle risorse per migliorare lo stato di salute della popolazione”, tenutosi il 2 marzo 2005, Sala Brunelleschi, Istituto degli Innocenti, Firenze (http://www.asf.toscana.it/download/sds/sds-fi.htm).

32

responsabilità del Consorzio), è evidente che sorgano numerose questioni in merito al ruolo

futuro dei quartieri.

L’avvento del “regime normale” dipende dalle indicazioni della Regione Toscana in merito alle

Sds: è stata per ora rinviata (deliberazione n26 luglio 2006, n.80) la scadenza temporale del

passaggio al regime normale: il termine per la valutazione della sperimentazione essendo

oggi fissato al 31 dicembre 2006 e quello della comunicazione degli esiti della

sperimentazione dalla Giunta e della relativa proposta di revisione normativa alla

commissione consiliare competente al 31 marzo 2007. Dipende altresì dal nuovo Atto di

indirizzo regionale (in corso di elaborazione) non solo la configurazione futura delle Sds, ma

come ricordato nella stessa recente deliberazione del Consiglio regionale, la revisione

dell’intero asseto organizzativo e di governo de servizi socio sanitari territoriali; l’atto porterà

in particolare sulla definizione del ruolo di governo delle Sds, anche alla luce delle esperienze

in atto.

Dirigenti e presidenti di Quartieri sono consapevoli dell’importanza dell’innovazione nel

definire le attività future de Quartieri ma denunciano anche la loro estraneità al processo in

atto.

dirigente: Nella Sds il servizio sociale non sarà accentrato. Riprenderà quelle che erano le SIAST. E’ finita l’esperienza dei distretti. Questo consorzio che ha funzioni centrali come andrà ad articolarsi sul territorio? dirigente: La sds avrà un direttore, altri due direttori, un coordinatore socio-sanitario e uno amministrativo ... non ci saranno più le funzioni svolte dal nostro direttore, dal nostro direttore della sicurezza sociale; sotto i due coordinatori ci saranno i coordinatori del territorio che saranno i manager del territorio ovvero gli attuali funzionari dei siast, e altri che deciderà la sds. Questo mitico staff di cui dovremmo far parte è da definire, può darsi che non ne facciamo poi parte. Il politico verrà sempre coinvolto. Ma dal punto di vista gestionale... La gestione sarà anche decentrata sul territorio, ma non attraverso di noi. dirigente: Quello che non capisco, è che nessuno ha detto, è come verrà fatta l’integrazione tra sds e l’azione sociale dei quartieri. presidente: Sulla Società della Salute, approfitto per fare un appello ai colleghi: dobbiamo affermare che il passaggio alla Sds deve consistere in una maggiore nostra consapevolezza nelle materie sanitarie ma non ci devono essere cessioni di interesse sul sociale. Il modello che è stato presentato ora di organizzazione funzionale ci mette in grave difficoltà. Non solo sul sociale non voglio perdere un passo, ma voglio aggiungere i tre passi che ci mancano sul sanitario. La metà del lavoro dei quartieri si esplica nel sociale. É l’unica materia delegata per intera. Tutto il sociale transita attraverso i servizi professionali dei quartieri. Detto questo c’è una ricchezza di cose, nelle quali interveniamo: le badanti, i minori, i campi rom... - Non è così per tutti. Sarà per mancanza di continuità amministrativa, ma da noi il Siast... c’è una correlazione politica, ma è molto più blanda. - Non c’è giorno che io non abbia un report su che succede - Anche da me ESTRATTI DAI FOCUS REALIZZATI CON PRESIDENTI E DIRIGENTI DEI QUARTIERI NELL’APRILE 2006

33

Gli elementi organizzativi per ora acquisiti possono essere così tratteggiati.

L’articolazione di zona (corrispondente a Firenze con il territorio comunale) della Conferenza

dei Sindaci (composta da tutti i Sindaci dei 33 comuni ricadenti nell’ambito territoriale

dell’Azienda Sanitaria e che detiene funzioni di indirizzo dell’attività socio-sanitaria) era

composta dall’Assessore alla Sicurezza Sociale e dai cinque Presidenti dei Consigli di

Quartiere. Era competente per gli indirizzi specifici dell’area territoriale di competenza e le

spettava, in particolare, la redazione delle linee-guida per la predisposizione annuale del

Piano Sociale di Zona (redatto dal Comune) e del Piano Educativo.

La Giunta della Sds si sostituisce all’articolazione zonale della Conferenza dei Sindaci (tranne

per la programmazione ospedaliera). Rispetto a quest’ultima, essa integra numerosi membri

supplementari (5 assessori e il Direttore dell’ASL).

L’integrazione tra le azioni socio-sanitarie del Comune e dell’Azienda Sanitaria sono oggetto

dell’ “Accordo di programma tra il Comune di Firenze e l’azienda Usl 10 di Firenze per la

realizzazione in forma integrata dell’attivita’ di integrazione socio-sanitaria”, approvato il 20

dicembre 2001 dalla Giunta Comunale.

L’accordo prevedeva un’integrazione decisionale/operativa secondo tre livelli di

responsabilità:

- un primo livello, a carattere istituzionale, assicurato dall’Assessore alle politiche socio-

sanitarie del Comune (nonché presidente dell’articolazione zonale della Conferenza dei

Sindaci) e dal Direttore Generale dell’USL 10: “è chiamato a garantire la strategia in

ordine agli obiettivi nonché l’effettiva integrazione delle risorse (umane e finanziarie) e

dei fattori produttivi, nell’erogazione dell’assistenza” (art. 5 dell’Accordo);

- un secondo livello, a carattere gestionale, assicurato dal Direttore della Direzione 18

Sicurezza sociale e Igiene Pubblica del Comune e dal Responsabile di Zona USL 10;

- un terzo livello, a carattere operativo, assicurato a livello di distretto/quartiere dal

Direttore del Distretto (per l’USL) e dal Dirigente del Quartiere e per azioni di area,

progetti o interventi specifici dai Responsabili delle UO o di procedimento6.

6 Art. 7: “Il livello operativo (tecnico-professionale) è quello di Quartiere/Distretto. Il personale sociale dipendente dalla Azienda USL, assegnato al distretto di competenza, ed il personale sociale dipendente dal Comune, assegnato al SIAST di competenza, operano in maniera

integrata nella struttura organizzativa di assistenza sociale di Distretto/Quartiere. La responsabilità della struttura organizzativa di assistenza

sociale di Distretto/Quartiere è attribuita ad un unico operatore, individuato d’intesa tra il Comune e l’USL, il quale risponde del suo operato sia

al direttore del distretto che al dirigente del quartiere . Gli apporti professionali degli operatori sociali all’interno delle articolazioni territoriali

saranno garantiti secondo le modalità previste dai protocolli di area di cui al precedente art. 6. La presa in carico professionale avviene da parte di un unico operatore il quale, una volta definito il piano di intervento, segue la situazione attivando tutte le risorse necessarie del Comune e

della Azienda USL. Nelle situazioni in cui occorre una valutazione multiprofessionale (SERT, UFMA-UFMI, UVG, GOM, GOIF ed altri eventuali), la

presa in carico deve essere proposta dagli operatori di riferimento alle équipe specifiche, delle quali l’operatore sociale costituisce la componente

sociale per quel caso. Il responsabile della struttura organizzativa di assistenza sociale di Distretto/Quartiere è componente dell’Ufficio di

Coordinamento distrettuale, ai sensi dell’art.56, comma 4 della legge regionale 22/2000.”

34

L’istituzione della Sds (luglio 2004) si presenta come un’effettiva razionalizzazione del

sistema d’integrazione socio-sanitaria tra Comune e Azienda. Anche per il carattere

sperimentale dell’assetto attuale, meno chiaro è l’impatto che la Sds avrà sul sistema

gestionale dei servizi (da cui anche i problemi sollevati durante il focus, cfr. sopra).

Gli organi statutari della Sds sono:

- la Giunta

- il Presidente

- l’Esecutivo

- il Direttore

- il Collegio dei revisori dei conti.

Tutti i membri sono in carica per cinque anni (salvo il membro eletto dell’Esecutivo, rinnovato

ogni anno, e i membri del collegio dei revisori, in carica per 3 anni).

La Giunta è composta da 11 membri per il Comune di Firenze e 1 membro per l’Azienda

Sanitaria:

- il rappresentante del Sindaco (Assessore alla Sanità)

- 5 Assessori con deleghe nelle materie di interesse dalla Sds (Decentramento,

Ambiente, Sport e Statistica, Istruzione e giovani, Accoglienza e Integrazione)

- i 5 Presidenti dei Consigli di Quartiere

- per l’Azienda Sanitaria, il suo direttore.

É esclusa la possibilità di delega.

Le “quote di partecipazione” alle decisioni (o per esprimersi più chiaramente, il valore del

voto espresso in percentuale, che non corrisponde poi all’apporto finanziario dei rispettivi

enti) sono del 51% per il Comune di Firenze e del 49% per l’Azienda Sanitaria.

Le delibere sono valide unicamente se il Direttore dell’Azienda è presente alla seduta e se il

delegato del Sindaco esprime parere favorevole.

Il Presidente del Consorzio Sds è il Sindaco o il suo delegato (l’Assessore alla Sanità). Lo

stesso ha inoltre, per statuto, funzioni di presidente dell’Esecutivo e della Giunta.

L’Esecutivo è composto da due membri di diritto (il Presidente e il Direttore dell’Azienda

Sanitaria) e da un membro eletto dalla Giunta (su indicazione della Conferenza dei Presidenti

di circoscrizione) tra i Presidenti dei Consigli di Quartiere (attualmente il Presidente del

Quartiere 3).

L’Esecutivo della Sds ha la responsabilità istituzionale che l’Accordo di programma attribuiva

al Presidente dell’articolazione di zona della Conferenza dei Sindaci e al Direttore Generale

35

dell’ASL (quindi l’Esecutivo include in questa responsabilità anche un “rappresentante” dei

Consigli di Quartiere).

Complessivamente, quindi i Quartieri sono rappresentati nei seguenti organi della Sds:

- nella Giunta, dai 5 Presidenti di Consigli di Quartiere

- nell’Esecutivo, dal “membro eletto” (uno dei Presidenti di Quartiere).

In base alle delibere della Sds pubblicate sul sito internet, dall’osservazione delle presenze

alle sedute degli organi, si desume che la mobilitazione delle rappresentanze dei Quartieri

nelle riunioni dell’Esecutivo è stata minore delle altre rappresentanze7: nell’Esecutivo le

delibere approvate nel 2006 (all’8 giugno) in assenza del “rappresentante dei quartieri” sono

18/39 (49%), nel 2005 il 34° %, a fronte di una presenza costante in questi due anni dei

rappresentanti dell’amministrazione centrale del Comune o dell’Azienda sanitaria.

La presenza dei “rappresentanti dei quartieri” alle sedute della Giunta della Sds è più

marcata. Sulle due sedute tenutesi nel 2006 (all’8 giugno 2006), che hanno prodotto due

delibere, si registra una presenza media dei presidenti di quartiere del 70%. Sulle 5 sedute

tenutesi dal 25 luglio alla fine del 2005, che hanno prodotto dieci delibere, dell’80%, a fronte

di una presenza minore dei rappresentanti dell’amministrazione centrale. Per l’insieme dei

periodi citati, nessuna delibera della Giunta è stata presa in assenza dei presidenti di

quartiere.

Inoltre i Quartieri fanno parte dello staff del direttore della Sds. Lo staff, sebbene sia stato già

riunito, non è al momento “formalizzato” (si tratterà anche qui probabilmente di definire un

regolamento interno).

Il “Comitato di partecipazione” (Organismo di partecipazione della Sds al pari della “Consulta

del terzo settore”) include 5 rappresentanti locali (uno per quartiere), nonché 10

rappresentanti di Associazioni che operano nel campo della salute (tutti non erogatori di

servizi). In via transitoria i rappresentanti locali sono i Presidenti delle Commissioni Servizi

sociali, nell’attesa di realizzare un percorso di “selezione” che coinvolga i Quartieri e le

associazioni del territorio.

É in corso l’elaborazione dei regolamenti interni degli organi della Sds volta a

precisare le modalità di voto, non sufficientemente precisate oggi nello Statuto (una

mancanza non troppo risentita per l’effettiva unanimità sinora espressa dai membri). Ciò

permetterà in particolare di “ripartire” (in modo non equipollente) il 51% attribuito al Comune

di Firenze tra i membri appartenenti a detto ente (che sono ben 11 nella Giunta) e di stabilire

alcuni tipi di decisioni per le quali saranno richieste maggioranze qualificate.

7 Ci è stato precisato dalla PO di supporto alla Sds che i “rappresentanti” dei Quartieri sono regolarmente convocati.

36

Il Direttore della Sds è nominato dall’Esecutivo, con incarico a tempo determinato. Il

Direttore è coadiuvato da uno staff di direzione composto da:

- dirigenti dei quartieri

- ufficio di coordinamento di zona

- direttori delle unità locali/distretti

- dirigenti della direzione sicurezza sociale del comune

- po siast

- rappresentante del volontariato

Il Collegio dei revisori è composto da tre membri nominati dalla Giunta. Due sono designati

dal Consiglio Comunale e uno dall’Azienda Sanitaria.

Lo strumento programmatorio della Sds è il Piano Integrato della Salute, che viene a

sostituirsi a (“assorbe”) il Piano Sociale di Zona e il Piano Operativo Zonale, ovvero agli

strumenti di programmazione socio-sanitaria rispettivamente del Comune e dell’Azienda

Sanitaria (zona Firenze)8.

Il Budget virtuale della Sds è distinto nelle seguenti aree:

- Anziani

- Disabili

- Minori

- Marginalità

- Supporto primario

- Immigrati

- Dipendenze

- Rom

- Attività trasversali

Le spese personale e direzioni di supporto sono distinte da dette aree di spesa.

8 Il PIS approvato nel 2005 è stato redatto da:

- Daniele Massa e Silvia Mannini, del Comune di Firenze, PO Supporto alla Programmazione Sds (Daniele Massa faceva parte della Segreteria tecnica dell’articolazione di zona della Conferenza dei Sindaci)

- Roberto Bocchieri, dell’Azienda Sanitaria, responsabile del Distretto 4

37

Si precisano qui le spese provenienti dai budget di quartiere comprese nel budget della Sds

(in base alla delibera della Giunta Sds 7/2005):

Area Codice ob.

Obiettivo Spese

X108 (B)

ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI DISABILI A CURA DEL SIAST 1

54.000 €

X203 (B)

ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI DISABILI A CURA DEL SIAST 2

54.500 €

X305 (B)

ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI DISABILI A CURA DEL SIAST 3

84.944 €

X407 ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI DISABILI A CURA DEL SIAST 4

553.000 €

Disabili

X504 (B)

ATTIVITA' SOCIOSANITARIE ASSISTENZA E SOSTEGNO A FAVORE DI ADULTI DISABILI A CURA DEL SIAST 5

153.505 €

X107 ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 1 371.862 €

X204 ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 2 394.000 €

X306 ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 3 352.000 €

X406 ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 4 446.000 €

Minori

X505 ATTIVITA' E PRESTAZIONI SVOLTE IN FAVORE DI MINORI DAL SIAST 5 609.500 € X108 (C)

SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE E DI DISAGIO SOCIALE SIAST 1

103.047 €

X203 (C)

SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE E DI DISAGIO SOCIALE SIAST 2

47.200 €

X305 (C)

SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE E DI DISAGIO SOCIALE SIAST 3

25.000 €

X405 (B)

SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE E DI DISAGIO SOCIALE SIAST 4

68.000 €

Marginalità

X504 (C)

SOSTEGNO IN FAVORE DI CITTADINI IN STATO DI EMARGINAZIONE E DI DISAGIO SOCIALE SIAST 5

191.370 €

X106 SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 1 0 €

X205 SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 2 0 €

X304 SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 3 0 €

X404 SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 4 0 €

X506 SEGRETARIATO SOCIALE DEL SIAST 5 0 € X108 (A)

ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 1

994.945 €

X203 (A)

ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 2

616.000 €

X305 (A)

ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 3

330.340 €

X405 (A)

ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 4

1.007.000 €

Supporto primario

X504 (A)

ASSISTENZA E SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE A MEZZO EROGAZIONE DI CONTRIBUTI A CURA DEL SIAST 5

1.103.308 €

X410 FAVORIRE L'INTEGRAZIONE SOCIOCULTURALE DI ROM E STRANIERI. Q4 51.000 € Rom

X502 MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI A FAVORE DELLA POPOLAZIONE ROM E GESTIONE DEL CAMPO DELL'OLMATELLO. Q5

364.500 €

TOTALE PARTECIPAZIONE PROVENIENTE DAI BUDGET DEI QUARTIERI (ESCLUSO PERSONALE) 7.975.020 €

Partecipazione proveniente dai budget decentrati/partecipazione totale del Comune 15,31%

TOTALE PARTECIPAZIONE DEL COMUNE DI FIRENZE AL BUDGET VIRTUALE (ESCLUSO PERSONALE) 52.075.157 €

TOTALE PARTECIPAZIONE, COMPRESO PERSONALE E DIREZIONE SUPPORTO, DEL COMUNE DI FIRENZE AL BUDGET VIRTUALE

64.373.728 €

Il contesto di innovazione che si viene così a delineare nel settore socio-sanitario è già in

quasi totalità delineato. Permangono alcuni aspetti sui quali si apre un piccolo margine di

38

definizione dei ruoli nei quali i Quartieri possono oggi intervenire, è il caso ad esempio dei

regolamenti interni degli organi della Sds.

In questo contesto, nella prospettiva di un consolidamento dei Quartieri secondo gli indirizzi

precedentemente delineati, i suggerimenti offerti dalle osservazioni precedenti sono

principalmente due:

- è essenziale che si instauri un presidio dei Quartieri nella Sds, che si può fondare su una

mobilitazione accentuata negli organi dove essi sono rappresentati, nonché su pratiche di

collaborazione intensa alla definizione dei documenti di indirizzo; sarebbe essenziale

affermare la necessità di un contributo fattivo dei Quartieri nella stessa stesura del Piano di

Indirizzo Sanitario che garantisca la rappresentazione delle istanze più locali;

- è importante che venga affrontato con sistematicità la questione della territorializzazione

dell’accesso ai servizi, in un’ottica che consenta di recepire, ma anche di valorizzare nel

nuovo contesto istituzionale, le esperienze fiorentine che, in armonia con le indicazioni del

Piano sanitario regionale, contribuiscono a promuovere il governo integrato dei servizi

territoriali e il coinvolgimento di nuovi soggetti per rispondere ai bisogni di salute

- la vocazione sociale dei Quartieri si deve “riposizionare” con chiarezza sul “sociale

allargato”, inserito nel programma della sds, ma non nel suo budget virtuale, e sulla

consultazione e partecipazione della cittadinanza nelle materie socio-sanitarie.

39

10. Le attività delle circoscrizioni: note per la riflessione sulle deleghe

Le “deleghe”, nel processo di revisione istituzionale, pongono in prima istanza un problema di

chiarificazione.

A Roma, le competenze dei municipi sono definite nello Statuto (il Regolamento del

Decentramento non è stato invece ancora aggiornato); a Napoli, dal Regolamento sul

Decentramento. A Firenze, il Regolamento precisa solo che ai consigli di quartiere sono

assegnate la gestione dei servizi di base e alla persona nonché funzioni supplementari,

tramite atti deliberativi. I criteri direttivi e indirizzi programmatici che danno indirizzi al lavoro

dei quartieri dovrebbero essere rinnovati a ogni legislatura entro sei mesi dal suo

insediamento. Manca una "carta", un codice, quindi la possibilità di una lettura chiara delle

competenze attribuite ai Quartieri, che deve invece essere costruita.

Sullo stesso stato di attuazione dei processi di delega successivamente iniziati, elencati nella

tabella allegata, si rende necessario un chiarimento a sostegno delle attività del Gruppo di

lavoro: per facilitarlo si è proceduto con la Direzione al Decentramento ad una prima

ricognizione presso le dirigenze dei cinque quartieri, i cui risultati sono presentati in allegato.

Nella revisione delle deleghe, per garantire efficacia all’innovazione, appare essenziale infatti

partire da una analisi delle deleghe attuali effettive e dei problemi nell’attività quotidiana dei

quartieri che possono sorgere dalle eventuali incompletezze di competenza su alcune materie.

Il quadro di deleghe ai Quartieri nelle nostre città di riferimento non è disomogeneo, come si

desume dal quadro comparato offerto di seguito. Questo stesso quadro sinottico offre alcuni

spunti comparati per la riflessione su possibili allargamenti di competenze; come ad esempio

per le questioni relative alla gestione del suolo pubblico, importante nel qualificare i quartieri

come gestori dei servizi di prossimità o per alcuni servizi scolastici. La presenza della Società

della salute delimita tuttavia in modo particolare la presenza possibile dei Quartieri fiorentini

nel socio-sanitario, stimolando, come già osservato, un rafforzamento nel sociale allargato (in

prima istanza le politiche per gli immigrati, i disabili) da concordare nella Società della Salute,

nonché una attenta collaborazione con gli altri attori pubblici coinvolti per la definizione di

un’adeguata articolazione territoriale dell’offerta di servizi e di informazione sui servizi di

salute. La comparazione sottolinea infine una speciale necessità di “razionalizzazione” delle

deleghe nel caso fiorentino (che ha già fatto oggetto di annotazioni propositive, ancora per

molte materie da considerare come prima base di discussione, nella Relazione 2001 della

Direzione del decentramento), che metta fina all’attuale illeggibilità sostanziale della

ripartizione di competenze per il cittadino. Infine, la codificazione delle deleghe dovrà

dedicare ampio spazio alla formalizzazione delle competenze dei quartieri nella consultazione

e nella promozione della partecipazione dei cittadini.

40

COMPETENZE MUNICIPI a:

ROMA NAPOLI BARI BOLOGNA CATANIA

SERVIZI SOCIALI

• Servizi sociali e di assistenza alla persona

• Assistenza domiciliare agli anziani

• Assistenza ai minori ed ai portatori di handicap

• Realizzazione di iniziative a carattere sociale, centri diurni a comunità alloggio

• Monitoraggio, prevenzione ed informazione sul disagio sociale

• Organizzazione e gestione di campi nomadi

• Istituzione e gestione dei Centri Sociali Anziani

• Soggiorni estivi per anziani e minori

• Gestione degli Uffici di cittadinanza

• Coordinamento degli organismi e programmi socio-assistenziali

• Assistenza domiciliare amministrativa

• Gestione amministrativa dei permessi di circolazione per i portatori di handicap

• Assegni sociali al nucleo e alla maternità

• Monitoraggio, prevenzione ed informazione sul disagio sociale

• Gestione dei Centri sociali Anziani

• Prestazioni di turismo sociale

• Formulazione di protocolli d’intesa per realizzare sportelli territoriali del Centro servizi sociali (min. Giustizia)

• Servizi sociali per anziani (assistenza economica, assistenza domiciliare, segretariato sociale, ricovero presso strutture)

• Gestione centri polivalenti e sociali per anziani, dei centri socio-assistenziali e socio-educativi

• Affido familiare • Interventi di contrasto alla devianza minorile, inserimento in strutture, sussidi, tutoraggio a minori

• Verifica intervento dei prestatori di servizi sulle strutture di accoglienza per minori e anziani

• Assistenza economica alle famiglie

• Soggiorni e assistenza economica per disabili

• Turismo sociale • Servizio trasporto disabili

• Servizi sociali e di assistenza alla persona

• Assistenza domiciliare

• Gestione dei centri diurni per anziani, nonché del ricovero in strutture

• Soggiorni estivi per anziani e minori

• Gestione dei centri per i giovani

• Servizi sociali e di assistenza alla persona

• Individuazione dell’utenza a cui assicurare l’assistenza domiciliare

• Organizzazione di Centri sociali

• Turismo sociale

PATRIMONIO VIARIO E IMMOBILIARIO

• Manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità secondaria

• Manutenzione ordinaria e straordinaria su immobili scolastici comunali

• Manutenzione ordinaria e straordinaria su immobili residenziali comunali

• Manutenzione ordinaria e straordinaria sui mercati rionali

• Realizzazione su sede stradale di parcheggi a raso

• Costruzione di strade e reti

• Manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità e delle piazze, salvo quelle a valenza metropolitana, compreso l’arredo urbano e illuminazione

• Manutenzione ordinaria e straordinaria su immobili scolastici comunali, aree verdi annesse e impianti sportivi

• Manutenzione ordinaria e straordinaria su immobili di ufficio delle Municipalità

• Manutenzione

• Manutenzione ordinaria e straordinaria (progettazione, gestione appalti pubblici e cantiere, liquidazione) di strade e marciapiedi, pubblica illuminazione, edifici scolastici, centri civici circoscrizionali e impianti sportivi

• Apertura di passi carrabili

• Rilascio autorizzazioni agli scavi stradali

• Manutenzione ordinaria degli impianti sportivi assegnati

• Piccoli lavori su asili nido

• Gestione, utilizzazione e manutenzione delle aree verdi, nonché proposte di localizzazione

• Funzioni propositive sulla collocazione di Uffici di interesse pubblico, di strade, di fognature e di impianti di illuminazione da costruire presso il territorio circoscrizionale

• Manutenzione

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fognanti di esclusivo interesse territoriale

• Apertura di cavi stradali e relativa vigilanza

• Apertura di passi carrabili

• Localizzazione di parcheggi interrati e decisione sulla sistemazione superficiale dell’area

• Segnaletica stradale (installazione e manutenzione)

• Disciplina del traffico stradale

• Certificati di inizio e fine lavori su edilizia privata

• Attestati sulla conservazione e manutenzione degli alloggi E.R.P.

• Gestione amministrativa ed economica degli immobili comunali territoriali

ordinaria e straordinaria del sistema di captazione delle acque superficiali

• Manutenzione ordinaria e straordinaria sui mercati rionali

• Manutenzione ordinaria e straordinaria dei cimiteri di interesse locale

• Disciplina del traffico stradale nelle strade non metropolitane

• Disciplina del traffico provvisoria (imprevisti)

• Segnaletica stradale (installazione e manutenzione)

• Affissioni e pubblicità

• Pareri sulla pianificazione pubblicitaria

ordinaria di centri civici, asili nido, centri sociali, biblioteche circoscrizionali

• Manutenzione ordinaria dei mercati rionali, di strade, piazze, impianti sportivi, impianti d'illuminazione, ricadenti nelle aree di esclusivo interesse circoscrizionale

EDILIZIA E GESTIONE DEL TERRITORIO

• Controllo sulle concessioni edilizie

• Repressione abusivismo edilizio

• Mobilità sulla viabilità secondaria

• Pareri sulle modifiche al servizio del trasporto pubblico

• Viabilità sulle strade locali (alcune proposte sono sottoposte al parere vincolante degli uffici centrali)

• Controllo sull’esecuzione dei contratti di servizio di igiene urbana, di trasporto pubblico e del contratto della Bari Multiservizi spa

• Funzioni propositive e di controllo in materia di nettezza urbana

• Ricezione delle comunicazioni dei cittadini utenti relative alle opere di manutenzione ordinaria del patrimonio edilizio privato

• Informazione, ricezione e prima istruzione relative alle pratiche inerenti opere di manutenzione straordinaria del patrimonio edilizio privato

COMMERCIO IN SEDE FISSA

• Ricezione comunicazioni su apertura, trasferimento ed ampliamento di superficie per esercizi di vicinato

• Rilascio, diniego, revoca

• Ricezione comunicazioni su apertura, trasferimento ed ampliamento di superficie per esercizi di vicinato

• Ricezione comunicazioni

• Ubicazione e spostamento

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autorizzazioni amministrative per l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento della superficie di medi esercizi di vendita

• Denuncia di inizio attività e rilascio autorizzazioni per specifiche attività

relative al subentro di medi esercizi di vendita

• Autorizzazioni di vendita per specifiche attività

• Istruttoria e concessione di incentivi per le attività di artigianato

• Controllo edilizio dei locali per attività artigianali

• Provvedimenti sanzionatori

MERCATI SALTUARI

• Istituzione • Ubicazione e spostamento

• Determinazione delle categorie ammesse in ciascuna area

• Definizione di criteri oggettivi per la regolamentazione dei posteggi

• Pareri sui mercati

• Istituzione • Ubicazione e spostamento

• Determinazione delle categorie ammesse in ciascuna area

• Definizione di criteri oggettivi per la regolamentazione dei posteggi

• Ubicazione e spostamento

• Determinazione delle categorie ammesse in ciascuna area

• Definizione di criteri oggettivi per la regolamentazione dei posteggi

SCUOLA • Funzionamento degli Asili Nido e delle Scuole dell’Infanzia

• Attività integrative per le scuole elementari

• Istituzione e localizzazione delle sedi per i soggiorni estivi

• Approvazione di programmi per iniziative a carattere culturale, turistico e ricreativo

• Istituzione di centri di attività parascolastiche

• Istituzione e affidamento di Centri Ricreativi Estivi

• Programmazione ed organizzazione, affidamento e gestione della refezione

• Programmazione ed organizzazione, affidamento e gestione del trasporto scolastico

• Campi scuola e scambi scolastici

• Funzionamento degli Asili Nido e delle Scuole dell’Infanzia

• Rilascio e revoca delle autorizzazioni per il funzionamento di asili nido privati

• Funzionamento delle scuole dell’obbligo

• Programmazione dei servizi di refezione e trasporto scolastici

• Attività scolastica integrativa

• Istituzione di centri di attività parascolastiche

• Istituzione e affidamento di Centri Ricreativi Estivi

• Gestione dei servizi per l’infanzia nel periodo estivo

• Offerta in servizi che partecipano all’attuazione del Piano di Offerta Formativa

• Gestione del trasporto alunni

• Fornitura materiale di cancelleria per gli alunni indigenti iscritti alle scuole dell’obbligo

• Funzionamento delle scuole per l’infanzia

• Contributi per servizi complementari delle scuole per l’infanzia (educatrici familiari, babysitter, ...)

• Trasporto individuale e collettivo

• Gestione della refezione scolastica (espletata tramite appalto)

• Funzionamento degli asili nido

• Servizi parascolastici per le scuole con bacino d’utenza circoscrizionale

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nazionali

CULTURA e SPORT

• Organizzazione e promozione di attività culturali e sportive

• Programmazione e realizzazione di spettacoli e manifestazioni

• Valorizzazione del patrimonio artistico del territorio

• Ricerca di sponsor per attività svolte, promosse od organizzate dal Municipio

• Istituzione e gestione di centri culturali polivalenti

• Concessione di centri sportivi comunali a rilevanza territoriale

• Istituzione e gestione di centri sportivi territoriali

• Rilascio di licenza per la gestione degli impianti sportivi

• Organizzazione e promozione di attività culturali e sportive

• Programmazione e realizzazione di spettacoli e manifestazioni culturali e sportive, iniziative di divulgazione

• Istituzione e gestione delle biblioteche comunali e centri culturali polivalenti

• Organizzazione e promozione di attività culturali e sportive

• Iniziative di sensibilizzazione alle tematiche ambientali e al patrimonio locale

• Istituzione e gestione delle biblioteche comunali e centri socio-culturali

• Utilizzazione e gestione degli impianti sportivi (escluso quelli di interesse cittadino)

• Agevolazioni per l’accesso all’attività sportiva

• Gestione delle biblioteche decentrate

• Gestione degli impianti sportivi, nonché controllo su concessioni e gestione delle tariffe

• Organizzazione e promozione di attività e manifestazioni culturali e sportive

• Organizzazione e promozione di attività culturali e sportive

• Programmazione e realizzazione di spettacoli e manifestazioni

• Iniziative di sensibilizzazione alle tematiche ambientali e al patrimonio locale

• Gestione delle biblioteche comunali e centri culturali polivalenti

• Concessione degli impianti sportivi

AMBIENTE • Individuazione, programmazione, progettazione, approvazione e realizzazione degli interventi relativi a verde di quartiere e di vicinato su aree non superiori a 20.000 mq

• verde di arredo urbano

• Concessione in uso a terzi che ne facciano richiesta, di aree non attrezzate a parco pubblico ed esenti da vincoli, di superficie inferiore a 10.000 mq.

• Manutenzione ordinaria e straordinaria del verde municipale

• Manutenzione delle aree verdi annesse agli Asili Nido ed istituti scolastici

• Manutenzione ordinaria e straordinaria del verde municipale di interesse locale

• Gestione (regolamentazione) e manutenzione (tramite associazioni) delle aree verdi

TRIBUTI

• Riscossione e recupero somme dovute per

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Occupazione di Suolo Pubblico (O.S.L.)

• Riscossione imposta sulla pubblicità per insegne ed installazioni di esercizi, attività

• produttive, agli studi professionali, alle associazioni ed enti localizzati nel territorio

• Ricezione delle dichiarazioni riguardanti TARI (ex TARSU) ed ICI

• Rilascio, revoca e diniego di autorizzazioni in materia di pubblicità

• Approvazione del piano delle affissioni municipali

• Controlli sulle affissioni e pubblicità e rimozione degli impianti abusivi

ANAGRAFE

• Rilascio di tutte le certificazioni in materia di Anagrafe e Stato Civile

• Rilascio delle carte di identità e dei libretti di lavoro

• Accettazione e registrazione dei cambi di domicilio

• Istruttoria, perfezionamento ed ogni adempimento per le iscrizioni nell’anagrafe della popolazione

• Adempimenti conseguenti al rigetto della domanda d’iscrizione anagrafica

• Richiesta d’iscrizione degli italiani provenienti dall’estero

• Cancellazione dei cittadini stranieri che emigrano all’estero

• Statistica

• Rilascio di tutte le certificazioni in materia di Anagrafe e Stato Civile

• Rilascio delle carte di identità

• Accettazione e registrazione dei cambi di domicilio

• Adempimenti conseguenti al rigetto della domanda d’iscrizione anagrafica

• Richiesta d’iscrizione degli italiani e stranieri provenienti dall’estero

• Cancellazione dei cittadini che emigrano all’estero

• Formazione aggiornamento e tenuta dei registri di stato civile

• Ricezione delle richieste di pubblicazione dei matrimoni

• Consegna dei libretti di

• Rilascio di tutte le certificazioni in materia di Anagrafe e Stato Civile

• Rilascio delle carte di identità e dei libretti di lavoro

• Accettazione e registrazione dei cambi di domicilio

• Formazione aggiornamento e tenuta dei registri di stato civile afferenti alla nascita, al matrimonio, alla cittadinanza e alla morte

• Ricezione delle richieste di pubblicazione dei matrimoni

• Celebrazioni di matrimoni con rito civile

• Rilascio di tutte le certificazioni in materia di Anagrafe e Stato Civile

45

relativa al flusso immigratorio della popolazione suddivisa per sesso

• Formazione aggiornamento e tenuta dei registri di stato civile afferenti alla nascita, al matrimonio, alla cittadinanza e alla morte

pensione • Richieste delle certificazioni elettorali e tessere elettorali

POLIZIA AMMINISTRATIVA

Rilascio autorizzazioni e attestazioni e applicazione sanzioni per: • licenze temporanee di esercizi pubblici per fiere, mercati e riunioni straordinarie

• licenze per pubbliche esposizioni di rarità, animali ed altri oggetti di curiosità o per dare audizioni all’aperto

• licenze per le sale pubbliche per biliardi o per altri giochi leciti, esercizi di rimessa, di autoveicoli o di vetture simili

• licenze di esercizio di arte tipografica, litografica e qualunque arte di stampa, di riproduzione meccanica o chimica in molteplici esemplari

• licenze temporanee agli stranieri per mestieri ambulanti

• registrazione per mestieri ambulanti

• licenze di iscrizione per portieri e custodi

• licenze per l’esercizio del mestiere di guida, interprete, corriere

• Ricezione delle richieste e consegna di autorizzazioni, licenze e attestazioni di polizia amministrativa

• Controllo e applicazione di sanzioni per alcuni esercizi

• Rilascio licenza per attività di agenzia

• Rilascio degli ampliamenti e potenziamenti degli impianti di carburante

• Controllo e comunicazione su autonoleggi e autorimesse

• Occupazione temporanea di suolo pubblico

• Concessioni di posteggio e autorizzazione commerciale per attività di vendita su aree pubbliche

• Ricezione ed istruttoria delle comunicazioni per l’apertura e l’ampliamento di superficie degli esercizi di vicinato

• Autorizzazione all’esercizio di attività commerciale ambulante (salvo su i mercati di rilevanza non circoscrizionale)

• Concessione posti neri mercati coperti e scoperti circoscrizionali

• Rilascio autorizzazioni di occupazione temporanea e permanente di suolo pubblico per attività di interesse circoscrizionale (e fatto salvo strutture per lo spettacolo, impianti per erogazione carburante, chioschi e edicole, sulle quali le circoscrizioni esprimono parere obbligatorio)

• Rilascio attestati afferenti alla natura giuridica delle strade

• Controlli e sanzioni in materia di concessioni di suolo pubblico

• Occupazione temporanea di suolo pubblico (istruttoria solo per alcuni casi)

• Occupazione temporanea di suolo pubblico

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POLIZIA URBANA • Reparto della

Polizia Municipale nella circoscrizione

Reparto della Polizia Municipale nella circoscrizione

• Reparto della Polizia Municipale nella circoscrizione

FONTI “Bilancio sociale del Municipio XI” 2004, tabella riepilogativa delle competenze statutarie dei Municipi

“Regolamento delle Municipalità”

“Regolamento del Decentramento” (in corsivo le deleghe da attribuirsi progressivamente) del Comune di Bari

Siti internet dei Quartieri del Comune di Bologna, “Programmi Obiettivo dei Quartieri per il Budget 2006” del Comune di Bologna

“Regolamento del Decentramento urbano” del Comune di Catania

Una delimitazione operativa dell’attività dei quartieri e del grado di funzionalità della attuale

ripartizione di competenze può articolarsi a partire da alcune osservazioni sul peso dei

quartieri nella messa in opera dei diversi programmi comunali.

Programmi in cui è articolata l’attività del Comune di Firenze (in blu quelli di competenza dei quartieri):

01 Sicurezza 02 Traffico, trasporti e vivibilità 03 Politiche per l'ambiente 04 Decentramento politiche per l'ambiente 05 Politiche sociali 06 Decentramento politiche sociali 07 Politiche per la casa e sull'uso del patrimonio immobiliare pubblico 08 Politiche per l'istruzione e per i giovani 09 Decentramento politiche per l'istruzione e per i giovani 10 Politiche per lo sport 11 Decentramento politiche per lo sport 12 Politiche per l'economia 13 Politiche per la cultura 14 Decentramento politiche per la cultura 15 Politiche per il turismo 16 Organi istituzionali e partecipazione dei cittadini 17 Funzioni conferite (anagrafe, stato civile, leva, statistica, uffici giudiziari) 18 Decentramento funzioni conferite (anagrafe, stato civile) 19 Politiche per i servizi e le società partecipate 20 L'azienda Comune 21 Decentramento azienda Comune 22 Urbanistica e gestione del territorio 23 Raccolta e smaltimento rifiuti

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Si presentano di seguito alcuni dati finanziari in merito all’attività dei Quartieri fiorentini. Rispettiamo l’articolazione per programmi introdotta dal Comune che permette la lettura finanziaria (seppur con qualche difficoltà, legata alla non omogeneità di alcune categorie e procedimenti analitici) dell’attività decentrata. Tra le spese per il decentramento sono comprese le spese sostenute dall’Ufficio al decentramento, distinte (per quanto possibile) da quelle afferenti l’attività dei quartieri. Tutte le spese (salvo ove indicato il contrario e salvo i dettagli sulle spese in personale distinte per quartieri -fonte: Servizio organizzazione-) sono impegni. L’attenzione principale è rivolta alle spese correnti. Le fonti:

- Bilancio consuntivo 2005 - Stato di attuazione dei programmi (delibera Giunta 295/2006)

- Bilancio consuntivo 2005 - estratti da infor - PEG -PDO 2005 (delibera Giunta 267/2005) - dettagli sulle spese in personale forniti dal Servizio organizzazione - ricognizioni effettuate dai quartieri sulla loro attività.

Appare evidente alla lettura del bilancio del comune la commistione tra ruoli dei Quartieri e delle Direzioni centrali, che si esplica anche attraverso l’inclusione di spese afferenti se non all’attività dei quartieri almeno al processo di decentramento in programmi centrali. E’ stata segnalata dai dirigenti inoltre la necessità di semplificare le procedure di spesa per i quartieri. Le ricognizioni fornite dai Quartieri sono a nostro avviso una prima base per elaborare strumenti analitici dell’attività dei quartieri. Infatti, seppur ancora imperfettamente codificate nella loro formulazione e quindi anche nei loro contenuti, permettono già di dedurre come debba essere impostata (rivisitata quella attuale) una scheda di ricognizione. Questo strumento potrebbe essere utile per la redazione di bilanci sociali.

48

AREA 1 - COESIONE E INCLUSIONE SOCIALE 05 Politiche sociali 06 Decentramento politiche sociali 08 Politiche per l'istruzione e per i giovani 09 Decentramento politiche per l'istruzione e per i giovani 10 Politiche per lo sport e il tempo libero 11 Decentramento politiche per lo sport e il tempo libero 24 Partecipazione democratica, stili di vita e consumo critico 01 Sicurezza AREA 2 - TRASFORMAZIONI URBANISTICHE, INFRASTRUTTURE E AMBIENTE 02 Traffico, trasporti e vivibilità 22 Urbanistica e gestione del territorio 07 Politiche per la casa e sull'uso del patrimonio immobiliare pubblico 23 Politiche per la raccolta e lo smaltimento rifiuti 03 Politiche per l'ambiente 04 Decentramento politiche per l'ambiente AREA 3 - LA CULTURA E LO SVILUPPO 13 Politiche per la cultura 14 Decentramento politiche per la cultura 27 Politiche per il turismo e per l'economia 28 Strategie di sviluppo e politiche del lavoro AREA 4 - AZIENDA COMUNE E CITTA’ METROPOLITANA 19 Politiche per i servizi pubblici e le società partecipate 25 Area Metropolitana 26 Organi istituzionali 17 Funzioni conferite (anagrafe, stato civile, leva, statistica, uffici giudiziari) 18 Decentramento funzioni conferite (anagrafe, stato civile) 20 L'azienda Comune 21 Decentramento azienda Comune

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I programmi decentrati nel bilancio comunale A dispetto di una spesa corrente relativamente ridotta (meno del 7% rispetto alla spesa corrente comunale), i Quartieri operano in numerosi ambiti (7 programmi di decentramento su 23). A titolo comparativo, i Municipi di Roma gestiscono il 26% della spesa corrente comunale (2004), i Quartieri di Bologna il 5,6% circa. Gli investimenti finanziati, su cui non ci addentriamo, di competenza dei Quartieri rappresentano circa il 4% degli investimenti Comunali (ma ben il 7,88% su gli interventi 1, 5 e 7 del titolo 2).

32.539.429,62 €

6,77%

447.904.827,00 €

93,23%

9.880.297,91 €

7,88%

115.461.244,64 €

92,12%

9.880.297,91 €

4,27%

221.698.237,54 €

95,73%

INVESTIMENTI DECENTRAMENTO - PROGRAMMI CENTRALI

impegno 2005

PROGRAMMI DECENTRATI

PROGRAMMI NON DECENTRATI

INVESTIMENTI INTERVENTI 1 - 5 -7 DECENTRAMENTO - PROGRAMMI CENTRALI

impegno 2005

50

56,43%

10,39%9,09%

24,09%

60,75%

13,82%

7,75%

17,67%

0,00%

10,00%

20,00%

30,00%

40,00%

50,00%

60,00%

70,00%

COESIONE E INCLUSIONE

SOCIALE

TRASFORMAZIONI

URBANISTICHE,

INFRASTRUTTURE E AMBIENTE

LA CULTURA E LO SVILUPPO AZIENDA COMUNE E CITTA’

METROPOLITANA

2004

2005

AREA PROGRAMMI SPESE (CORRENTI

E INVESTIMENTI) % SU AREA

% SU TOTALE

06 Decentramento delle politiche sociali 13.457.674 € 52.22% 31,73%

09 Decentramento politiche per l'istruzione e per i giovani 11.451.019 € 44.43% 26,99%

COESIONE E INCLUSIONE SOCIALE

11 Decentramento politiche per lo sport 862.399 € 3.35% 2,03%

TRASFORMAZIONI URBANISTICHE, INFRASTRUTTURE E AMBIENTE

04 Decentramento politiche per l'ambiente 5.863.998 € 100,00% 13,82%

LA CULTURA E LO SVILUPPO

14 Decentramento delle politiche per la cultura 3.287.308 € 100,00% 7,75%

18 Decentramento funzioni conferite (anagrafe, stato civile) 5.135 € 0.07% 0,01% AZIENDA

COMUNE E CITTA’ METROPOLITANA 21 Decentramento azienda Comune 7.492.196 € 99.93% 17,66%

TOTALE SPESE TITOLO I E II - CONS. 2005 PROGRAMMI DECENTRATI (+8,14% RISPETTO AL 2004)

42.419.728 € 100,00%

TOTALE SPESE TITOLO I E II - CONS. 2004 PROGRAMMI DECENTRATI 39.291.447 €

AREA PROGRAMMI SPESE CORRENTI % SU SPESA CORRENTE + INVESTIMENTO

06 Decentramento delle politiche sociali 13.302.674 € 98,85% 09 Decentramento politiche per l'istruzione e per i giovani 5.646.164 € 49,31%

COESIONE E INCLUSIONE SOCIALE 11 Decentramento politiche per lo sport 862.399 € 100,00% TRASFORMAZIONI URBANISTICHE, INFRASTRUTTURE E AMBIENTE

04 Decentramento politiche per l'ambiente 3.297.998 € 56,24%

LA CULTURA E LO SVILUPPO

14 Decentramento delle politiche per la cultura 3.287.308 € 100,00%

18 Decentramento funzioni conferite (anagrafe, stato civile) 5.135 € 100,00% AZIENDA COMUNE E CITTA’ METROPOLITANA 21 Decentramento azienda Comune 6.137.752 € 81,92%

TOTALE 32.539.430 € 76,71%

51

11

2

2

3 3

44

5

5

6

78

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

PROGRAMMI DECENTRATI PROGRAMMI NON DECENTRATI

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE PROGRAMMI DECENTRATI PROGRAMMI NON DECENTRATI

Intervento Impegno %/spesa corrente Impegno

%/spesa corrente

1 - Personale 12.113.264,19 € 37,23% 180.592.667,35 € 40,32%

2 - Acquisto beni 340.850,80 € 1,05% 6.270.305,95 € 1,40%

3 - Prestazioni di servizio 13.464.978,46 € 41,38% 165.038.644,79 € 36,85%

4 - Utilizzo beni terzi 572.752,82 € 1,76% 7.084.015,73 € 1,58%

5 - Trasferimenti 6.047.583,35 € 18,59% 44.436.202,51 € 9,92%

6 - Interessi - € 0,00% 29.818.860,04 € 6,66%

7 - Imposte - € 0,00% 13.145.463,00 € 2,93%

8 - Oneri straordinari - € 0,00% 1.518.667,63 € 0,34%

9 - Ammortamenti - € 0,00% - € 0,00%

10 - Fondo svalutazione - € 0,00% - € 0,00%

11 - Fondo di riserva - € 0,00% - € 0,00% totale TITOLO I 32.539.429,62 € 100,00% 447.904.827,00 € 100,00%

Le spese in personale imputati ai programmi decentrati non comprendono:

- spese in personale nei PAD, confluito nel programma 44 - spese in personale tecnico decentrato, confluito nel

programma 22

12.113.264,19 €

5,91%

192.705.931,54 €

94,09%

52

Stima delle spese per le attività decentrate (titolo 1 e investimenti) di ogni quartiere:

Q1 Q2 Q3

COESIONE E INLCUSIONE SOCIALE 6.768.333,34 € 70,04% 3.723.031,00 € 60,39% 3.073.291,89 € 55,85%

TRASFORMAZIONI URBANISTICHE, INFRASTRUTTURE E AMBIENTE 805.289,64 € 8,33% 618.800,96 € 10,04% 957.435,62 € 17,40%

LA CULTURA E LO SVILUPPO 597.709,06 € 6,19% 653.634,15 € 10,60% 366.751,39 € 6,67%

AZIENDA COMUNE E CITTA’ METROPOLITANA 1.491.693,05 € 15,44% 1.169.723,95 € 18,97% 1.105.076,48 € 20,08%

totale 9.663.025,09 € 100,00% 6.165.190,06 € 100,00% 5.502.555,38 € 100,00%

totale/popolazione residente al 01-2006* 143,90 € 69,85 € 134,52 €

Titolo 1/popolazione residente al 01-2006* 90,87 € 64,23 € 97,95 €

Q4 Q5 Ufficio centrale decentramento

COESIONE E INLCUSIONE SOCIALE 5.623.372,69 € 58,18% 6.188.511,48 € 59,20% 90.572,82 €

TRASFORMAZIONI URBANISTICHE, INFRASTRUTTURE E AMBIENTE 1.489.274,07 € 15,41% 1.872.254,91 € 17,91% 15.000,00 €

LA CULTURA E LO SVILUPPO 997.412,67 € 10,32% 645.293,52 € 6,17% 0,00 €

AZIENDA COMUNE E CITTA’ METROPOLITANA 1.554.788,77 € 16,09% 1.748.013,50 € 16,72% 2.713.151,08 €

totale 9.664.848,20 € 100,00% 10.454.073,41 € 100,00% 2.818.723,90 €

totale/popolazione residente al 01-2006* 145,29 € 100,97 € 7,69 €

Titolo 1/popolazione residente al 01-2006* 122,74 € 84,09 € 4,75 €

* fonte: Ufficio di Statistica del Comune di Firenze Le tabelle qui riportate costituiscono una stima delle spese afferenti all’attività dei quartieri secondo l’articolazione in Aree adottata dal Comune. Le spese correnti e in investimenti sono le spese in programmi decentrati come comprese nel bilancio consuntivo (impegni) del 2005, salvo per quanto riguarda i dati sulle spese in personale che sono invece provenienti dal Servizio organizzazione. Occorre puntualizzare una serie di considerazioni su questa tabella. In primo luogo il totale delle spese qui riportato è pari a 44.268.416,04 €, con una differenza di più di 1.800.000€ rispetto ai 42.419.728€ dell’impegno del consuntivo 2005 per i programmi decentrati. Questa differenza è imputabile a vari fattori:

- le spese in personale qui considerate provengono dai dati fornitici dal Servizio Organizzazione (non impegni, ma spese effettuate), al fine di poter articolare la spesa in personale secondo i quartieri

- le spese in personale degli Uffici tecnici dei Quartieri e dei Servizi Demografici (pari rispettivamente a 1.009.529,92€ e 1.163.047,80€ secondo i dati forniti dal Servizio Organizzazione e qui riportati secondo i Quartieri a cui la spesa è “attribuibile” -nell’Area Azienda Comune e Città Metropolitana-) non sono comprese nei programmi di decentramento

53

Le spese inserite nella colonna Ufficio centrale del Decentramento corrispondono alle spese in personale dell’Ufficio centrale nonché alle spese comprese nei programmi di decentramento non imputabili all’attività di un solo quartiere. E’ bene ricordare inoltre che queste spese non corrispondono alla spesa per centro di responsabilità. Infatti sono numerose le spese afferenti all’attività dei quartieri e comprese nei programmi di decentramento che sono sostenute o dall’Ufficio del Decentramento (ad esempio le spese telefoniche) o da altri centri di responsabilità. Sebbene quindi questi dati non siano che molto parzialmente codificati in modo confacente alla nostra analisi, permettono di mettere in evidenza alcune differenze tra quartieri e per prima la spesa pro capite per i programmi decentrati che va dai 69,58€ stimati per il Quartiere 2 ai 145,29€ stimati per il Quartiere 4 (rapporto ½).

SPESE TITOLO 1 E INVESTIMENTI AFFERENTI ALL’ATTIVITÀ DEI QUARTIERI

SPESE TITOLO 1 (per CENTRI DI RESPONSABILITA’ )

Personale (da Serv. Org.)

Titolo 1 (escluso personale) Impegno 2005

Investimenti Impegno 2005 Totale

Titolo 1 per Centro di responsabilità

A B C A+B+C D B-D (B-D)/B

Q1 2.523.345,24 € 3.578.638,22 € 3.561.041,63 € 9.663.025,09 € 3.416.910,31 € 161.727,91 € 4,52%

Q2 2.421.097,73 € 3.248.592,33 € 495.500,00 € 6.165.190,06 € 3.202.340,33 € 46.252,00 € 1,42%

Q3 1.901.384,78 € 2.105.170,60 € 1.496.000,00 € 5.502.555,38 € 2.054.752,20 € 50.418,40 € 2,39%

Q4 2.962.868,98 € 5.201.979,22 € 1.500.000,00 € 9.664.848,20 € 4.838.225,22 € 363.754,00 € 6,99%

Q5 3.063.102,57 € 5.643.254,22 € 1.747.716,62 € 10.454.073,41 € 5.108.378,58 € 534.875,64 € 9,48%

DIRIGENTE P.O. Cat. D Cat. C Cat. B Cat. A TOTALE TOTALE/10.000 RESIDENTI

N° N° N° Cat. D/TOTALE

N° Cat. C/TOTALE

N° Cat. B/TOTALE

N° Cat. A/TOTALE

N° N°

Q1 1 4 54 44,26% 31 25,41% 24 19,67% 8 6,56% 122 1,82

Q2 1 4 44 39,64% 26 23,42% 27 24,32% 9 8,11% 111 1,26

Q3 1 4 32 39,02% 12 14,63% 27 32,93% 6 7,32% 82 2,00

Q4 0 4 52 36,88% 25 17,73% 48 34,04% 12 8,51% 141 2,12

Q5 1 4 61 43,88% 20 14,39% 43 30,94% 10 7,19% 139 1,34

TOT 4 20 243 40,84% 114 19,16% 169 28,40% 45 7,56% 595 1,62

Popolazione residente al 31 Gennaio 2006 suddivisa per quartiere e sesso (dati utilizzati in questo capitolo e provenienti dall’Ufficio di statistica):

Quartiere Totale

1 67.149

2 88.266

3 40.904

4 66.522

5 103.538

Totale 366.379

54

AREA 2 POLITICHE PER L’AMBIENTE

PROGRAMMA CENTRALE: 03 PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 04

Il Programma 03 è costituito dalle attività della Direzione Ambientale:

- programmazione, pianificazione e monitoraggio dell’ambiente (verde, ma anche inquinamento, alcune piste ciclabili, salvaguardia idraulica, energia)

- manutenzione di alcune aree a verde e delle alberature - iniziative di sensibilizzazione

Il Programma 04 è costituito dall’attività dei Quartieri in materia di: - manutenzione del verde orizzontale - iniziative di sensibilizzazione.

La pulizia delle aree verdi è stata affidata nel 2005 dal Comune alla Quadrifoglio9. Superfice totale di verde di competenza della Direzione Ambiente 1.560.000 m2 circa Superfice totale di verde di competenza dei Quartieri 3.608.000 m2 circa É da considerarsi anche che la creazione dell’Azienda Speciale Parco di Firenze possa avere effetti sull’organizzazione stessa della Direzione. Si proponeva nella Relazione 2001:

- l’estensione della delega a tutto il verde (escluso il Parco delle Cascine) e, da valutare, agli elementi di arredo e manufatti;

- la realizzazione di una programmazione concertata tra direzioni centrali e quartieri, nonché Carte delle Relazioni.

Nella relazione del 2000 il direttore segnalava l’interesse di delegare ai quartieri i lavori di piccola manutenzione stradale. presidente: abbiamo una delega sul verde pubblico orizzontale e percentuale (80-82%), il resto è all’Assessorato Ambiente. - Passiamo tutto ai quartieri. dirigente: Nel ‘99 c’era una spinta politica forte al decentramento... questa spinta la vedo esaurita. Anche a livello di rapporto con le direzioni, considerano i funzionari dei quartieri come se fossero un’articolazione dell’amministrazione centrale. C’è anche una debolezza della nostra parte politica per affermare i limiti delle competenze dei quartieri e nei rapporti con l’amministrazione centrale. Ci sono assessori che si permettono di dire nelle riunioni che i quartieri andrebbero eliminati. Il lavoro sulla struttura viene se c’è un chiarimento sulle competenze. Per esempio sulle alberature c’è una delibera per il passaggio ai quartieri, ma non c’è mai stato passaggio delle competenze... queste cose lasciate indefinite perché magari il dirigente di riferimento non ha mai provveduto o l’assessore si è ritirato. dirigente: Avevamo sancito un accordo. Gestiamo le basi comuni per i bandi e ognuno poi ci mette le sue specificità! Il quartiere aveva profuso i suoi sforzi affinché nascesse una cooperativa sociale a cui erano passate le manutenzioni. In nome della razionalizzazione abbiamo trasmesso tutto a Quadrifoglio e lei fa una gara europea! Alcuni soggetti si sono legati in consorzi, ma gli altri sono troppo “deboli”. Ho cercato di obbligare Quadrifoglio a tutelarli. Il verde dei quartieri ha ottenuto un livello di costi di gestione molto migliori, ma ha perso in qualità.

9 Delibera di CC 2005/00528 del 11/07/2005 Direzione Risorse finanziarie - Indirizzi programmatici alla società Quadrifoglio S.p.A. - Allegati Integranti: "Per quanto attiene al servizio di pulizia delle aree verdi, trasferito a titolo sperimentale dal Comune di Firenze dal 1/01/05 a Quadrifoglio, e svolto da cooperative sociali di tipo B operanti nell’area fiorentina, invita ad organizzare il servizio guardando con attenzione alla valorizzazione di questa tipologia di impresa, al suo carattere sociale, alla sua evoluzione finalizzata a misurarsi con le dinamiche di mercato”.

55

Si può ipotizzare per un completamento della delega ai Quartieri degli spazi verdi (escludendo dei parchi urbani, ma includendo aree di verde storico, aree gioco, aree di arredo urbano, giardini recenti e aree speciali) un incremento minimo della spesa corrente dei quartieri di 600.000€, da sostenere con personale adeguato. Secondo questa previsione la delega imporrebbe nel 2006 un aumento del 18% delle spese correnti del programma 04, portandolo a circa 4.000.000 € di spesa corrente (ovvero dal 28,6% delle spese comunali in politiche ambientali al 33,6%). Aree verdi di competenza della Direzione Ambientale - PO Progettazione e Gestione Verde pubblico: Parchi urbani 933.458 m2

- Parco delle Cascine - Parco dell'Argingrosso

Verde storico 145.432 m2 - Giardino della Fortezza da Basso e Piazzale dei Caduti dell'Egeo - Aiuole Viale Stroozzi/Valfonda - Aiuole Viale Strozzi/Lager - Siepi Viale Strozzi lato Fortezza - Giardino del Bobolino - Giardino del Parnaso - Giardino dell'Orticoltura - Giardino delle Rose - Giardino Piazza Poggi - Piazzale Michelangelo e cinque paniere - Piazza Beccaria - Piazza Demidoff - Piazza Donatello - Piazza Indipendenza - Piazza della Libertà - Piazza San Marco - Piazza Santa Maria Novella

Aree giuochi 1.270 m2 - area giuochi giardino dell'Orticoltura - area giuochi Via Gran Bretagna - area giuochi Via Isonzo

Aree di arredo urbano 17.146 m2 - aiuola Porta Romana - aiuola Piazza Piave - aiuola Piaza Ravenna - aiuole Piazza Stazione - aiuole Piazza Ferrucci - area Viale Lavagnini - spartitraffico di Piazza della Libertà - spartitraffico di Piazza Donatello - spartitraffico di Via del Gignoro

Giardini di recente costruzione 190.777 m2 - Giardino Via del Mezzetta ( San Salvi ) - Giardino Via Vecchia di Pozzolatico ( ex Caprotti ) - Giardino di Via Gran Bretagna - Giardino Via Brenta/Isonzo ( Sorgane ) - Giardino PEEP Ugnano

Aree speciali 269.507 m2 - Vivaio delle Rose - Vivaio del Bobolino - Vivaio di Sollicciano - Vivaio del Pellegrino - Vivaio di Mantignano - Area degli Assi ( ex vivaio ) - Area ex inceneritore ( via del Boldrone )

Aree verdi di competenza dei Quartieri (Mq) Quartiere 1 382.000 Quartiere 2 446.000 Quartiere 3 640.000 Quartiere 4 1.120.000 Quartiere 5 1.020.000 Totale 3.608.000

56

8.679.189 €8.715.166 €8.898.935 €

3.475.316 €3.281.926 €

3.890.920 €

0 €

2.000.000 €

4.000.000 €

6.000.000 €

8.000.000 €

10.000.000 €

12.000.000 €

14.000.000 €

PREVISIONALE 2006IMPEGNO 2005IMPEGNO 2004

4

3

Programma

03 Programma 04 (DECENTRATO)

POLITICHE PER L’AMBIENTE

PREVISIONALE 2006 71,41% 28,59% 100,00% 12.154.505 €

IMPEGNO 2005 72,64% 27,36% 100,00% 11.997.092 €

IMPEGNO 2004 69,58% 30,42% 100,00% 12.789.855 €

57

1 - Personale

38,86%

3 - Prestazioni di servizio

57,81%

2 - Acquisto beni

0,87%

4 - Utilizzo beni terzi

0,18%

5 - Trasferimenti

2,29%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 03

1 - Personale

46,61%

3 - Prestazioni di servizio

50,06%

2 - Acquisto beni

2,55%

5 - Trasferimenti

0,78%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 04 PROGR TITOLO interventi Totale

4 1 1 - Personale 1.529.719,19 €

4 1 2 - Acquisto beni 83.775,17 €

4 1 3 - Prestazioni di servizio 1.642.785,90 €

4 1 4 - Utilizzo beni terzi 0 - €

4 1 5 - Trasferimenti 41.717,80 €

4 1 TOTALE 3.297.998,06 €

4 TITOLO interventi Totale

4 2 1 - Acquisizione di beni immobili 2.261.000,00 €

4 2 5 - Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico scientifiche 305.000,00 €

4 2 TOTALE 2.566.000,00 €

4 1+2 TOTALE 1+2 5.863.998,06 €

TITOLO 1 -interventi Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Personale 162.457,66 € 241.958,70 € 279.097,72 € 416.299,80 € 292.054,32 €

Acquisto beni 7.993,75 € 6.580,69 € 4.492,00 € 33.708,73 € 3.717,00 €

Prestazioni di servizio 259.838,23 € 209.293,77 € 222.595,90 € 421.974,27 € 529.082,00 €

Trasferimenti 0 € 30.967,80 € 250,00 € 0 € € 2500,00 €

TOTALE 430.289,64 € 488.800,96 € 506.435,62 € 871.982,80 € 827.353,32 €

TOTALE/ RESIDENTI 6,41 € 5,54 € 12,38 € 13,11 € 7,99 € TOTALE/ mq aree verdi attribuite 1,12 € 1,09 € 0,79 € 0,77 € 0,81 €

58

AREA 2 POLITICHE SOCIALI

PROGRAMMA CENTRALE: 05 PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 06

Per le politiche sociali si rimanda al paragrafo sulla Società della Salute. Si indicava nella Relazione 2001:

- per l’assistenza sociale: effettuare la delega del Servizio di Assistenza Domiciliare; realizzare una Carta delle Relazioni con la Direzione Sicurezza Sociale

Le politiche sociali decentrate comprendono azioni in ambito di assistenza sociale:

- interventi (assistenza sociale e contributi, talvolta servizi specifici -come i bagni pubblici-) mirati alla popolazione a rischio di marginalità (minori e famiglie) e ai disabili

e di “sicurezza sociale” o “sociale allargato” (poco più del 12% delle spese correnti del programma 06 escludendo del personale):

- interventi a sostegno della socializzazione degli anziani (centri anziani e organizzazione di attività, orti sociali)

- gestione dei campi nomadi e azioni di a favore della popolazione rom (Q4 e Q5) - rete di solidarietà e sostegno a volontariato in ambito sociale.

50.285.441 €45.892.593 €

53.296.762 €

13.523.263 €

13.302.674 €

14.093.353 €

0 €

10.000.000 €

20.000.000 €

30.000.000 €

40.000.000 €

50.000.000 €

60.000.000 €

70.000.000 €

80.000.000 €

PREVISIONALE 2006IMPEGNO 2005IMPEGNO 2004

6

5

05 06

(DECENTRATO) POLITICHE SOCIALI

PREVISIONALE 2006 78,81% 21,19% 100,00% 63.808.704 €

IMPEGNO 2005 71,78% 28,22% 100,00% 67.586.220 €

IMPEGNO 2004 79,09% 20,91% 100,00% 67.390.115 €

59

1 - Personale

12,98%

3 - Prestazioni di servizio

80,86%

2 - Acquisto beni

0,15%

4 - Utilizzo beni terzi

0,30%

5 - Trasferimenti

5,72%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 05

1 - Personale

28,88%

3 - Prestazioni di servizio

27,52%

2 - Acquisto beni

0,25%

5 - Trasferimenti

43,36%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 06

PROGR TITOLO interventi Totale

6 1 1 - Personale 3.841.228,89 €

6 1 2 - Acquisto beni 32.913,36 €

6 1 3 - Prestazioni di servizio 3.660.964,94 €

6 1 4 - Utilizzo beni terzi - €

6 1 5 - Trasferimenti 5.767.566,59 €

6 1 TOTALE 13.302.673,78 €

6 TITOLO interventi Totale

6 2 1 - Acquisizione di beni immobili 155.000,00 €

6 2 TOTALE 155.000,00 €

6 1+2 TOTALE 1+2 13.457.673,78 €

TITOLO 1 -interventi Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Personale 775.021,73 € 696.034,80 € 535.971,14 € 730.007,53 € 861.774,97 €

Acquisto beni 4.199,22 € 12.085,95 € 5.000,00 € 11.628,19 €

Prestazioni di servizio 519.518,02 € 418.000,76 € 373.977,44 € 1.271.557,96 € 1.077.910,76 €

Utilizzo beni terzi

Trasferimenti 1.256.245,76 € 983.400,00 € 547.871,85 € 1.348.000,00 € 1.632.048,98 €

TOTALE 2.554.984,73 € 2.109.521,51 € 1.462.820,43 € 3.361.193,68 € 3.571.734,71 €

TOTALE/ RESIDENTI 38,05 € 23,90 € 35,76 € 18,10 € 34,50 €

60

Qualche informazione sull’attività di sociale allargato dei quartieri (dalle Ricognizioni): Personale impiegato (per categoria economica): B3 B4 B5 B6 C3 C4 C5 D1 D3 D4 D5 Q1 1* 1 1 0,4 Q2 1 1 1 Q3 1 1 1 Q4 1 1 Q5 1,5 1,5

*tempo determinato 0,... esprime la percentuale di tempo del dipendente consacrata al sociale allargato 1 part time CENTRI ANZIANI N° Modalità di gestione 1 centro anziani ogni ... Q1 5 2927 over 65 residenti nel quartiere Q2 5 4956 over 65 residenti nel quartiere Q3 3 3883 over 65 residenti nel quartiere Q4 6 2808 over 65 residenti nel quartiere Q5 4

I centri anziani sono affidati alle associazioni di anziani

6672 over 65 residenti nel quartiere VACANZE ANZIANI Modalità di

gestione Utenti Utenti/1.000 over 65

residenti Q1 In affidamento 291 19,89 Q2 In affidamento 631 25,46 Q3 In affidamento 355 30,47 Q4 In affidamento 519 30,80 Q5 In affidamento 495 18,54 ORTI SOCIALI N° ORTI ORTI/1.000 over 65

residenti Q1 46 3,14 Q2 270 10.89 Q3 NO 0 Q4 283+ SAN LORENZO A

GREVE più di 16.80

Q5 VIA ACCADEMIA DEL CIMENTO

75

Altri servizi di rilievo Q1: Bagni pubblici di Via Sant’Agostino Q4 e Q5: Gestione dei campi nomadi Q5: Infoimmigrati Inoltre nelle ricognizioni si possono trovare dettagli sulle attività dei quartieri in materia di “sociale allargato”.

61

AREA 1

POLITICHE PER L’ISTRUZIONE e PER I GIOVANI PROGRAMMA CENTRALE: 08 PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 09

Il Programma 08 è costituito dall’attività della Direzione Istruzione, ovvero:

- attività di monitoraggio e programmazione - accreditamento dei servizi privati alla prima infanzia - interventi di istruzione (dall’infanzia all’educazione permanente degli adulti) - refezione e trasporti - manutenzione delle scuole

Rientrano nel programma 09: - centri giovani, corsi e laboratori per i giovani - centri estivi, ludoteche - attività integrative alla scuola, rivolte in particolare agli studenti in stato di disagio - manutenzione degli edifici scolastici (titolo 2).

Nella Relazione 2001, si rilevava:

- l’incertezza tra “servizi di base” e “funzioni delegate” (il PIA essendo stato introdotto nei “servizi di base”, ma potendo essere considerato “funzione delegata”)

- rischi di duplicazione tra servizi centrali per i giovani (Punto Giovani) e Centri Giovani - la necessità di attuare una efficiente e regolare collaborazione tra Assessorato alla

Pubblica Istruzione, Quartieri e Istituzioni Territoriali per la realizzazione di interventi in rete

- la necessità di verificare se è possibile delegare effettivamente il trasporto scolastico e gli asili nido.

Riguardo al primo punto, in effetti i Criteri direttivi e Indirizzi programmatici del 2002 distinguono, in materia di servizi educativi:

- servizi scolastici delegati: per la scuola dell’infanzia sono la definizione dell’orario, sovvenzione di corsi di aggiornamento per il personale, assegnazione di fondi per il “diritto allo studio” (acquisto materiale didattico); per la fascia della scuola materna: convenzionamento con scuole private, oltre a acquisto materiale didattico, sostegno ad attività didattiche sperimentali o supplementari

- servizi educativo-didattici servizi di base: realizzazione di attività formative in orario scolastico ed extra-scolastico per tutte le fasce di età (0-giovani e famiglie, nonché soggetti in situazione di handicap), nonché di attività per l’integrazione e la multiculturalità; definizione delle esigenze territoriali di iniziative per il diritto allo studio e promozione progetti.

E’ affidata ai Quartieri la manutenzione degli edifici scolastici (asili nido, materne, elementari e medie), che risulta effettivamente delegata (anche se permangono numerose spese in materia alla Direzione Centrale). Le spese in manutenzione degli edifici scolastici rappresentano ben il 30,97% delle spese correnti del programma 09 (il 36,24% delle spese in prestazioni di servizio). Sebbene il programma 09 includa i lavori di manutenzione agli edifici scolastici, il personale incluso nel programma è esclusivamente personale di “assistenza scolastica”. dirigente: (Consideriamo anche) il modello di Bologna: delega degli asili nidi e delle materne ai quartiere. C’è il problema della società della salute...non capisco come si andrà a finire.

62

89.855.123 €93.499.048 €94.327.558 €

5.790.570 €

5.646.164 €5.887.387 €

0 €

20.000.000 €

40.000.000 €

60.000.000 €

80.000.000 €

100.000.000 €

120.000.000 €

PREVISIONALE 2006IMPEGNO 2005IMPEGNO 2004

9

8

08 09

(DECENTRATO) POLITICHE PER L’ISTRUZIONE E PER I GIOVANI

PREVISIONALE 2006 93,95% 6,05% 100,00% 95.645.693 €

IMPEGNO 2005 94,31% 5,69% 100,00% 99.145.212 €

IMPEGNO 2004 94,13% 5,87% 100,00% 100.214.945 €

1 - Personale

51,02%

3 - Prestazioni di servizio

43,30%

2 - Acquisto beni

3,33%

7 - Imposte

0,13%

4 - Utilizzo beni terzi

0,37%

5 - Trasferimenti

1,85%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 08

63

1 - Personale

12,23%

3 - Prestazioni di servizio

85,48%

2 - Acquisto beni

0,41%

4 - Utilizzo beni terzi

1,06%

5 - Trasferimenti

0,83%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 09

PROGR TITOLO interventi Totale

9 1 1 - Personale 690.477,08 €

9 1 2 - Acquisto beni 22.936,31 €

9 1 3 - Prestazioni di servizio 4.826.222,29 €

9 1 4 - Utilizzo beni terzi 59.728,68 €

9 1 5 - Trasferimenti 46.800,00 €

9 1 TOTALE 5.646.164,36 €

9 TITOLO interventi Totale

9 2 1 - Acquisizione di beni immobili 5.432.841,63 €

9 2 5 - Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico scientifiche 95.572,82 €

9 2 6 - Incarichi professionali esterni 276.440,00 €

9 2 TOTALE 5.804.854,45 €

9 1+2 TOTALE 1+2 11.451.018,81 €

TITOLO 1 -interventi Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Personale 55.055,26 € 193.757,69 € 121.096,23 € - € 292.054,32 €

Acquisto beni 1.999,89 € 8.340,67 € 1.000,00 € 11.595,75 € - €

Prestazioni di servizio 893.189,11 € 877.149,72 € 597.703,39 € 1.190.759,23 € 1.267.420,84 €

Utilizzo beni terzi 59.728,68 € - € - € - € - €

Trasferimenti - € 42.800,00 € - € 1.500,00 € 2.500,00 €

TOTALE 1.009.972,94 € 1.122.048,08 € 719.799,62 € 1.203.854,98 € 1.561.975,16 €

TOTALE/ RESIDENTI 15,04 € 12,71 € 17,60 € 18,10 € 15,09 €

TOTALE/ RESIDENTI 0-14 142,93 € 114,79 € 148,90 € 160,43 € 133,16 €

Prestazioni di servizio (TITOLO 1 -INTERVENTO 3, dettagli:

- 1.748.872,18 manutenzione scuole (36,24%) - 1.326.337.08 centri estivi (27.48%) - circa 778.000 per attività educative scolastische e parascolastiche, diritto allo studio,

pia (16,00%) - il restante 20% per i giovani, le ludoteche e altre attività didattiche

64

Gli edifici scolastici e la loro manutenzione N° EDIFICI mq Spese in

manutenzione di edifici scolastici iscritte al programma 09 (TITOLO 1, intervento 3 - Prestazioni di servizio)

Q1 Asili Nido 6 5.510 Scuole Materne 14 6.650 Scuole Elementari 8 16.900 Scuole Medie 6 15.500 Q2 Asili Nido 9 7.190 Scuole Materne 16 34.900 Scuole Elementari 14 60.114 Scuole Medie 5 25.850 Q3 Asili Nido 6 2.500 Scuole Materne 12 6.550 Scuole Elementari 8 21.500 Scuole Medie 4 10.170 Q4 Asili Nido 9 5.000 Scuole Materne 15 12.000 Scuole Elementari 12 27.000 Scuole Medie 5 16.600 Q5 Asili Nido 10 6.600 Scuole Materne 20 10.000 Scuole Elementari 14 54.000 Scuole Medie 7 33.000

200 377.534 1.748.872,18 € ovvero 4,63 €/mq

Alcuni dettagli sui servizi forniti (dal Bilancio sociale del Comune di Firenze): CENTRI ESTIVI Modalità di

gestione Frequentanti Frequentanti/

residenti 0-14 (in %)

Spese dirette Entrate da rette

Q1 In affidamento 641 9 245.360,00 141.990,00 Q2 In affidamento 869 9 264.506,00 194.914,15 Q3 In affidamento 543 11 195.427,00 116.807,70 Q4 In affidamento 651 9 269.970,00 138.374,20 Q5 In afidamento 1136 10 407.838,00 251.302,25 totale 736.656,25 €

LUDOTECHE e STRUTTURE NON SCOLASTICHE PER L’INFANZIA (dalle ricognizioni) Modalità di

gestione Personale Spese correnti

(escluso personale)

di cui prestazioni di servizio

Via Faenza Diretta 2 +1 trasversale

Via Palazzuolo Diretta 2 P.zza Annunziata Diretta 3

Q1

Spazio Infanzia Nidiaci

In affidamento

93.607,88 € 90.192,65 €

Q2 Viale de Amicis Diretta 5 7.500,00 € 2.900,00 € Q3 Chiusa

Carozza di Hans Diretta 6 Mondolfiera In affidamento Albero di Alice In affidamento Spazio gioco 0-3 In affidamento Fattoria dei ragazzi Diretta 2

Q4

Spazio insieme In affidamento

306.593,00 € 298.973,00 €

Castello dei Balocchi

Diretta 4 Q5

La Prua In affidamento

29.000,00 € 29.000,00 €

65

CENTRI GIOVANI: Modalità di

gestione Personale Spese correnti

(escluso personale)

di cui prestazioni di servizio

Q1 SALA GIALLAVia F.Fontana 22

In affidamento

NIDIACI Via Ardiglione 30/a

In affidamento

JAVA Via Fiesolana 2

Gestita dalla Direzione Sociale

189.680,00 € 172.500,00 €

Q2 Via Faentina In affidamento Via Rocca Tedalda In affidamento

178.400,00 € 145.400,00 €

Q3 Gavinuppia via Gran Bretagna

diretta 2 52.000,00 € 40.000,00€

Q4 Il Kantiere In affidamento Sonoria Nido In affidamento Operatori di strada In affidamento

260.730,00 € 260.430,00 €

Q5 L’ISOLA In affidamento GALILEO 1 In affidamento GALILEO 2 In affidamento

155.000,00 € 155.000,00 €

ALTRE STRUTTURE E SERVIZI SEGNALATI: Q4:“Centro di documentazione Catia Franci” - In affidamento – Attività: corsi di aggiornamento per insegnanti, servizio di consulenza e sostegno multimediale per docenti e alunni, supporto per le ricerche e i corsi di aggiornamento mediante l’utilizzo di Internet, documentazione e pubblicizzazione di esperienze didattiche attraverso la produzione di materiali multimediali e non. Risorse finanziarie: Da Bilancio Comunale: €. 28.018,00 - Servizi

66

AREA 1 POLITICHE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO

PROGRAMMA CENTRALE: 10 PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 11

Nel Programma 10 ricadono le attività della Direzione Servizi Sportivi e del Tempo Libero. Si tratta di attività di:

- programmazione - promozione di discipline sportive e organizzazione di grandi manifestazioni (calcio

storico) - gestione, concessione e manutenzione di impianti

Il Programma 11 raccoglie l’attività dei Quartieri in materia di:

- organizzazione di corsi, in particolare per attività motoria di base, e manifestazioni Le spese di manutenzione degli impianti sportivi assegnati sono comprese nel programma Decentramento dell’Azienda Comune. Ciò spiega anche la composizione della spesa del Programma 11, a maggioranza costituita da spese di personale. Nella Relazione del 2001, si indicava:

- è chiara l’attribuzione di competenze: - la manutenzione degli impianti, delegata con delibera del 1993 ai Quartieri, è sempre

realizzata dalla Direzione Sport (tramite personale esterno) e in maniera non programmata; è necessario dare attuazione alla delega suddetta negli impianti a gestione diretta dei quartieri (solo 4 nel 2001).

In effetti, come indicato nei Criteri direttivi e indirizzi programmatici, per “acclarata scarsità di risorse disponibili” non è stato possibile dare completa attuazione alla delega in materia di manutenzione degli impianti ai Quartieri. Tutti gli investimenti per la manutenzione sono oggi realizzati dalla Direzione centrale. Le spese in prestazioni di servizio comprese nel programma sono spese per attività e corsi (e non spese relative alla manutenzione o gestione degli impianti). Si deve tener conto che le spese di manutenzione degli impianti in concessione sono generalmente a carico del beneficiario della concessione. Le spese in personale comprendono il personale “impianti sportivi” e “servizi sportivi”. Nel PDO 2005 (del. 368/267) della Direzione Servizi Sportivi e il Tempo Libero, gli interventi di manutenzione programmati previsti per il 2005 erano 3 e costituivano (escludendone le spese in personale) meno del 5% del budget corrente della Direzione (circa 400.000 €). Le spese correnti previste per il 2005 per le piscine comunali erano di 725.000 € circa (8,6% della spesa corrente), mentre per gli impianti sportivi (compreso impianti di rilevanza comunale) erano circa 1.500.000 € (18% circa della spesa corrente). Non è desumibile dal PDO la spesa corrente di manutenzione per gli impianti di effettiva rilevanza comunale (come lo Stadio Comunale o la Piscina Costoli), né per quelli a gestione diretta dei Quartieri.

67

10.674.028 €

8.496.583 €8.835.530 €

898.050 €

857.502 €956.798 €

0 €

2.000.000 €

4.000.000 €

6.000.000 €

8.000.000 €

10.000.000 €

12.000.000 €

14.000.000 €

PREVISIONALE 2006IMPEGNO 2005IMPEGNO 2004

11

10

10 11

(DECENTRATO) POLITICHE PER LO SPORT E IL TEMPO LIBERO

PREVISIONALE 2006 92,24% 7,76% 100,00% 11.572.078 €

IMPEGNO 2005 90,83% 9,17% 100,00% 9.354.085 €

IMPEGNO 2004 90,23% 9,77% 100,00% 9.792.328 €

1 - Personale

31,34%

3 - Prestazioni di servizio

62,17%2 - Acquisto beni

1,52%

4 - Utilizzo beni terzi

0,02%

5 - Trasferimenti

4,95%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 10

1 - Personale

62,21%

3 - Prestazioni di servizio

29,55%

2 - Acquisto beni

2,81%

5 - Trasferimenti

5,44%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 11

68

PROGR TITOLO interventi Totale

11 1 1 - Personale 533.421,01 €

11 1 2 - Acquisto beni 24.070,32 €

11 1 3 - Prestazioni di servizio 253.404,51 €

11 1 4 - Utilizzo beni terzi - €

11 1 5 - Trasferimenti 51.502,68 €

11 1 TOTALE 862.398,52 €

11 TITOLO interventi Totale

11 2 TOTALE 0,00 €

11 1+2 TOTALE 1+2 862.398,52 €

TITOLO 1 -interventi Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Personale 40.810,88 € 51.429,41 € 81.350,72 € 134.822,05 € 191.992,36 €

Acquisto beni 1.474,48 € 6.719,68 € 982,12 € 8.297,49 € 6.596,55 €

Prestazioni di servizio 9.198,68 € 55.465,64 € 12.839,00 € 24.204,49 € 151.696,70 €

Utilizzo beni terzi - € - € - € - € - €

Trasferimenti 10.850,00 € 12.346,68 € 15.500,00 € 11.000,00 € 1.806,00 €

TOTALE 62.334,04 € 125.961,41 € 110.671,84 € 178.324,03 € 352.091,61 €

TOTALE/ RESIDENTI 0,93 € 1,43 € 2,71 € 2,68 € 3,40 € Dettagli sui servizi (da Ricognizioni): Q1 Q2 Q3 Q4 Q5 concessi

one diretta concessi

one diretta concessi

one diretta concessi

one diretta concessi

one diretta

Calcio 3 8 Calcetto 5 7 2 2 3 Palestre non scolastiche

3 2 1 1

Piscine 2 Campo bocce 2 1 Alcuni quartieri hanno ampiamente dettagliato nelle ricognizioni le attività sportive organizzate.

69

AREA 3

POLITICHE PER LA CULTURA PROGRAMMA CENTRALE: 13 PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 14

Le politiche culturali del Comune di Firenze sono comprese nei programmi 13 (Direzione Cultura) e 14 (Quartieri). Alla Direzione cultura spettano essenzialmente compiti di:

- Programmazione e coordinamento - Conservazione e valorizzazione del patrimonio - Gestione archivio storico, SDIAF e biblioteche più rilevanti, strutture museali e non

Ai Quartieri spettano: - gestione delle biblioteche - organizzazione di corsi e laboratori - gestione di strutture (non museali)

Entrambi erogano contributi ad enti ed associazioni per la promozione culturale sul territorio. Relativamente alle competenze dei Quartieri in materia, nella Relazione del 2001 si rilevava:

- la chiara attribuzione di competenze in materia di pubblica lettura - la necessità di una programmazione più concertata tra Direzione centrale e Quartieri

sulle iniziative culturali, da realizzarsi tramite la Conferenza di Programmazione dei Servizi e una Carta delle Relazioni.

La necessità di coordinamento tra Quartieri e Amministrazione centrale è stata ribadita ad esempio nella programmazione 2005 della Direzione Cultura, in merito alla attribuzione di contributi ad enti ed associazioni (sarebbero stati “coinvolti” nel progetto di coordinamento 290.000€ di trasferimenti per la Direzione cultura e circa 90.000€ per i Quartieri). Permane il problema segnalato durante i focus (vedi riquadro sotto), della programmazione delle iniziative culturali, nelle strutture teatrali in particolare. Il PDO 2005 della Direzione Cultura incorporava nell’attività “utilizzazione strutture comunali” (ZL21) i seguenti teatri:

- Limonaia di Villa Strozzi - Teatro 13

Le spese incorse nella gestione e manutenzione di detti spazi sono di difficile reperibilità nei documenti economici a disposizione. Gli interventi di adeguamento tecnico per il nulla osta provinciale del Teatro 13 sono inclusi nel budget investimenti 2005 della Direzione Cultura (110.000€). Detti immobili non rientrano nella lista degli immobili di cui i Quartieri hanno piena disponibilità “Centri civici, Biblioteche di quartiere, Centri Giovani e Anziani, Laboratori di Quartiere, Centri di aggregazione sociale”. dirigente: C’è una struttura di livello cittadino, come questa, è ovvio che un quartiere non è in grado per risorse e per scelte politiche, e non è giusto che il quartiere abbia a organizzare un programma di rilevanza ultra-cittadina. Ma il paradosso è che comunque, siccome a livello centrale o non hanno soldi, o non hanno tempo, il presidente riesce ad accaparrarsela... Questo è il tipico esempio di funzione delegata: la struttura sarebbe del Comune, ma potrei concederla ai Quartieri per certe programmazioni. Invece ora la struttura la gestisce il quartiere, le responsabilità sono nostre, poi magari l’assessore chiama e dice ho bisogno della struttura domani per questo, vieni ad aprire, fai questo fai quello... Se si riesce a stabilire dei buoni rapporti si riesce a fare delle cose buone!

Riteniamo inoltre importante la partecipazione dei Quartieri alla definizione di tutti i documenti programmatori nel settore (Piano strategico per la Cultura, definizione degli interventi che possono collegarsi ad iniziative come quelle dei Distretti culturali).

70

15.286.595 €16.085.012 €15.959.475 €

3.533.962 €3.287.308 €3.572.494 €

0 €

5.000.000 €

10.000.000 €

15.000.000 €

20.000.000 €

25.000.000 €

PREVISIONALE 2006IMPEGNO 2005IMPEGNO 2004

14

13

13 14

(DECENTRATO) POLITICHE PER LA CULTURA

PREVISIONALE 2006 81,22% 18,78% 100,00% 18.820.557 €

IMPEGNO 2005 83,03% 16,97% 100,00% 19.372.320 €

IMPEGNO 2004 81,71% 18,29% 100,00% 19.531.969 €

1 - Personale

22,83%

3 - Prestazioni di servizio

26,06%

2 - Acquisto beni

0,60%

4 - Utilizzo beni terzi

1,03%

5 - Trasferimenti

49,49%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 13

1 - Personale

69,18%

3 - Prestazioni di servizio

20,91%

2 - Acquisto beni

2,83%

4 - Utilizzo beni terzi

3,49%

5 - Trasferimenti

3,59%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 14

71

PROGR TITOLO interventi Totale

14 1 1 - Personale 2.274.128,98 €

14 1 2 - Acquisto beni 92.979,76 €

14 1 3 - Prestazioni di servizio 687.530,82 €

14 1 4 - Utilizzo beni terzi 114.620,50 €

14 1 5 - Trasferimenti 118.048,00 €

14 1 TOTALE 3.287.308,06 €

14 TITOLO interventi Totale

14 2 TOTALE - €

14 1+2 TOTALE 1+2 3.287.308,06 €

TITOLO 1 -interventi Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Personale 485.116,96 € 374.116,81 € 281.000,08 € 682.537,51 € 424.850,35 €

Acquisto beni 12.600,00 € 23.299,79 € 4.492,00 € 16.200,00 € 9.414,37 €

Prestazioni di servizio 28.377,60 € 197.767,55 € 59.751,31 € 199.655,56 € 201.978,80 €

Utilizzo beni terzi 26.114,50 € 4.752,00 € - € 83.754,00 € - €

Trasferimenti 45.500,00 € 53.698,00 € 9.800,00 € - € 9.050,00 €

TOTALE 597.709,06 € 653.634,15 € 355.043,39 € 982.147,07 € 645.293,52 €

TOTALE/ RESIDENTI 8,90 € 7,41 € 8,68 € 14,76 € 6,23 €

BIBLIOTECHE (da Ricognizioni) N° Biblioteche Modalità di gestione Dipendenti Spese per personale biblioteche (da Serv. Organ.)

- comprese nei totali indicati nella tabella sopra - Q1 3 12 339.875.88 €

Q2 2 12 235.394,12 € Q3 1 + 1 punto lettura 7 137.290,77 € Q4 2 13 275.513,24 € Q5 1

diretta

5 211.933,46 €

72

AREA 4

FUNZIONI CONFERITE PROGRAMMA CENTRALE: 17 PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO: 18

Non presentiamo qui una comparazione tra spese centrali e decentrate, poiché le spese dei quartieri in materia è totalmente irrisoria e limitata ad alcuni acquisti di beni. Segnaliamo tuttavia che per il programma 18 non sono iscritte spese di personale. Queste spese (retribuzione e contributi per “personale dei servizi demografici del decentramento”) confluiscono nel programma 44, il quale non è iscritto nella lista dei programmi del documento Stato di attuazione del Bilancio 2005. Includiamo qui queste spese. TITOLO 1 -interventi Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Personale 372.804,24 € 213.253,26 € 133.906,37 € 195.271,31 € 247.812,62 €

Acquisto beni - € - € - € 3.276,76 € 1.395,00 €

Prestazioni di servizio - € - € - € - € 463,00 €

Utilizzo beni terzi - € - € - € - € - €

Trasferimenti - € - € - € - € - €

TITOLO 1 372.804,24 € 213.253,26 € 133.906,37 € 198.548,07 € 249.670,62 €

TITOLO 2 - € - € - € - € - €

73

AREA 4 L’AZIENDA COMUNE E LA CITTA’ METROPOLITANA

PROGRAMMA CENTRALE- funzioni conferite: 20 PROGRAMMA DI DECENTRAMENTO - funzioni conferite: 21

Il programma 21 (decentramento- azienda comune) comprende:

- manutenzione immobili assegnati - supporto agli organi politici e attività amministrativa, giuridica e contabile

Il Programma 20 (azienda comune) comprende: - manutenzione degli immobili comunali - spese per concumi (telefono, acqua, ...) - attività amministrativa, giuridica e contabile.

Nella Relazione del 2001, si indicava riguardo alla manutenzione di beni immobili:

- “a fronte di competenze pressoché complete riguardo alla manutenzione degli immobili assegnati, il budget del quartiere risulta di gran lunga inferiore rispetto a quelli della Direzione ambiente e Direzione Servizi tecnici”

- la necessità di realizzare una Carta delle Relazioni tra servizi e attribuire il personale specializzato ai quartieri, come previsto con delibera CC 35/1998.

Nel PDO 2005 della Direzione dei Servizi tecnici, l’attività risulta ricompresa in due programmi (02 e 22). Dall’osservazione delle spese risultano importanti interferenze tra le competenze dei Quartieri e quelle dell’Amministrazione Centrale. Tra le spese correnti iscritte nel PDO dei Servizi tecnici (programma 22), quelle in manutenzione degli asili nido e degli edifici scolastici risultano rispettivamente di 166.000 € e di 500.000 € circa per il 2004 (assestato). A titolo comparativo le spese del Quartiere 3 per le stesse funzioni sono rispettivamente di 35.000 € e 220.000 € e del Q1 58.000€ e 220.000€. Gli investimenti effettuati dalla direzione in materia sono cospicui: solo per l’impiantistica e messa in sicurezza nelle scuole dell’obbligo si prevedevano per il 2005 più di 550.000 € (di cui 63.000 € in incarichi professionali esterni). Nonostante i quartieri non siano stati dotati di periti elettro-tecnici, la Direzione conta 15 operatori specializzati in questo campo. La maggior parte degli investimenti per la manutenzione straordinaria delle scuole è in carico della Direzione Servizi Tecnici. Le spese in personale tecnico dei quartieri non sono incluse nel programma 18, ma nel programma 22 della Direzione Servizi tecnici e ricadente nell’Area 2 (Trasformazioni urbanistiche). Includiamo (segnalandole) queste spese nella tabella relativa di dettaglio sui singoli quartieri. Le spese per manutenzioni incluse nel programma 21 ammontano a più di 950.000 €, ovvero poco meno del 40% delle spese correnti in prestazione di servizi e circa 15,5% del totale delle spese correnti. Tra le spese di manutenzione sono incluse spese di manutenzione degli edifici scolastici (circa 190.000 €). Le spese per fitti e consumi sono poco meno del 16% delle spese correnti.

74

366.881.183 €

136.243.828 €140.228.711 €

6.603.956 €

7.187.725 €6.137.752 €

0 €

50.000.000 €

100.000.000 €

150.000.000 €

200.000.000 €

250.000.000 €

300.000.000 €

350.000.000 €

400.000.000 €

PREVISIONALE 2006IMPEGNO 2005IMPEGNO 2004

21

20

20 21 (DECENTRATO)

AZIENDA COMUNE

PREVISIONALE 2006 98,23% 1,77% 100,00% 373.485.139 €

IMPEGNO 2005 95,69% 4,31% 100,00% 142.381.580 €

IMPEGNO 2004 95,12% 4,88% 100,00% 147.416.436 €

2 - Acquisto beni

1,51%

4 - Utilizzo beni terzi

1,39%

3 - Prestazioni di servizio

16,40%

5 - Trasferimenti

0,40%

6 - Interessi

21,45%

7 - Imposte

7,91%

8 - Oneri straordinari

1,08%

1 - Personale

49,85%

COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 20

75

1 - Personale

52,86%

5 - Trasferimenti

0,36%

3 - Prestazioni di servizio

39,00%

4 - Utilizzo beni terzi

6,49%

2 - Acquisto beni

1,30% COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE - PROGRAMMA 21 PROGR TITOLO interventi Totale

21 1 1 - Personale 3.244.289,04 €

21 1 2 - Acquisto beni 79.504,12 €

21 1 3 - Prestazioni di servizio 2.393.607,00 €

21 1 4 - Utilizzo beni terzi 398.403,64 €

21 1 5 - Trasferimenti 21.948,28 €

21 1 TOTALE 6.137.752,08 €

21 TITOLO interventi Totale

21 2 1 - Acquisizione di beni immobili 185.000,00 €

21 2 5 - Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico scientifiche 1.154.443,46 €

21 2 6 - Incarichi professionali esterni 15.000,00 €

21 2 TOTALE 1.354.443,46 €

21 1+2 TOTALE 1+2 7.492.195,54 € TITOLO 1 -interventi Q1 Q2 Q3 Q4 Q5

Personale 452.943,96 € 471.434,08 € 313.919,26 € 546.692,28 € 481.684,87 €

Pers. ufficio tecnico (P.22) 179.134,55 € 179.112,98 € 155.043,26 € 257.238,50 € 239.000,63 €

Acquisto beni 11.366,20 € 22.844,04 € 8.246,30 € 9.157,10 € 23.624,97 €

Prestazioni di servizio 420.280,85 € 279.836,31 € 227.763,29 € 542.708,07 € 285.377,15 €

Utilizzo beni terzi - € - € 828,00 € - € 397.575,64 €

Trasferimenti 10.163,25 € 3.243,28 € 370,00 € 444,75 € 1.103,00 €

TOTALE 1.073.888,81 € 956.470,69 € 706.170,11 € 1.356.240,70 € 1.428.366,26 €

TOTALE/ RESIDENTI 15,99 € 10,84 € 17,26 € 20,39 € 13,80 €

TITOLO 1 -interventi Direzione centrale

Personale 1.054.153,40 €

Acquisto beni 4.265,51 €

Prestazioni di servizio 637.641,33 €

Utilizzo beni terzi - €

Trasferimenti 6.624,00 €

TOTALE 1.702.684,24 €

TOTALE/ RESIDENTI 4,65 €

Le spese titolo 1 -Utilizzo beni terzi sono spese di fitto e spese condominiali delle sedi civiche dei quartieri.

76

LA COMUNICAZIONE SCRITTA (dalle Ricognizioni)

Q1 Esistente (si/no) Frequenza uscita Copie per numero

Giornale di Quartiere SI MENSILE (da giugno 2005) Circa n.36.000

Pubblicazioni periodiche ulteriori su attività dei Quartieri

NO

Pubblicazioni da parte dei Quartieri su altri periodici

SI semestrale

Opuscolo informativo (una tantum) su attività dei Quartieri

Q2 Esistente (si/no) Frequenza uscita

Copie per numero

Giornale di Quartiere No nel 2005

Pubblicazioni periodiche ulteriori su attività dei Quartieri

Pubblicazioni da parte dei Quartieri su altri periodici

si Mensile

Opuscolo informativo (una tantum) su attività dei Quartieri

si 5 in un anno 2.000 x 5

Q3 Esistente (si/no) Frequenza uscita

Copie per numero

Giornale di Quartiere SI MENSILE 20.000

Pubblicazioni periodiche ulteriori su attività dei Quartieri

DEPLIANTS NEWSLETTER INFORMATICA

QUINDICINALE QUINDICINALE

2.000 MAILING LIST

Pubblicazioni da parte dei Quartieri su altri periodici

SI MENSILE

STAGE SI TRIMESTRALE Obiettivo: Realizzazione progetti obiettivo relativi a specifiche esigenze sul territorio (indagini customer sat.)

SITO WEB SI AGGIORNAMENTI E INTEGRAZIONI SETTIMANALI

Comunicazione interna ed esterna

CIRCUITO INFORMATIVO SI: 12 BACHECHE PORTANTI collocate in PUNTI DI MASSIMA AGGREGAZIONE

DISTRIBUZIONE 15% DEL MATERIALE INFORMATIVO

Diffusione capillare alle informazioni

RASSEGNA STAMPA SI GIORNALIERA Archiviazione pubblicazione su quotidiani

Q4 Esistente (si/no) Frequenza uscita

Copie per numero

Giornale di Quartiere si Mensile (per 11 volte) 29.000

Pubblicazioni periodiche ulteriori su attività dei Quartieri

Pubblicazioni da parte dei Quartieri su altri periodici

Opuscolo informativo (una tantum) su attività dei Quartieri

Q5 Esistente (si/no) Frequenza uscita

Copie per numero

Giornale di Quartiere 51 Mensile 50.000

77

Pubblicazioni periodiche ulteriori su attività dei Quartieri

Pubblicazioni da parte dei Quartieri su altri periodici

Opuscolo informativo (una tantum) su attività dei Quartieri

78

11. Lo Sportello del cittadino; i Quartieri nel sistema di comunicazione istituzionale Affermare la vocazione dei quartieri a garantire i servizi di prossimità significa dotarli delle

competenze adeguate ad erogarli con efficacia oppure ad aiutare il cittadino ad accedervi con

facilità. L’idea di uno sportello unico per i servizi di base affidati ai quartieri non a caso

accompagna le poche esperienze italiane di municipalità. Si tratta di uno strumento

importante per offrire visibilità ai Quartieri, rendendo più agevole un’attività di informazione

che a Firenze già in buona parte espletano, che può essere messo in cantiere sviluppandosi in

relazione alla ridefinizione delle competenze. Si tratta in breve di formalizzare il ruolo dei

Quartieri come interlocutore tra Amministrazioni e cittadini localizzando nella loro sede un

servizio decisivo per la popolazione.

Non essendovi definizione giuridica dei “servizi di base”, l’attenzione può accentrarsi su quei

servizi che più si ritengono consoni ai bisogni essenziali e a garantire la qualità della vita

quotidiana delle famiglie che risiedono nel quartiere, i servizi “di prossimità” .

L’attivazione di uno “sportello” rientra nella logica già marcata grazie alla presenza in sedi

fisiche uniche degli URP decentrati, dei PAD, nonché dei Centri Sociali. Nella relazione 2001

della Direzione al Decentramento, si considerava già auspicabile “elaborare un progetto

compiuto (funzioni e compiti, logistica e risorse) per la realizzazione di Sportelli polifunzionali

per il cittadino, esplorando i vari front-offices esistenti, che non abbiano specifica

specializzazione, con la collaborazione delle Direzioni interessate e in primo luogo con l’Ufficio

del Sindaco”.

Si può ipotizzare un rafforzamento del Quartiere come luogo di accesso ai servizi per i

cittadini, da intendersi come:

- accesso all’informazione

- presentazione di richieste di erogazione di contributi, di autorizzazioni amministrative,

di iscrizioni per vari servizi.

In quest’ultimo senso, ad esempio, già in molte città è possibile richiedere attraverso le

circoscrizioni autorizzazioni in materia di uso del suolo pubblico (Roma, Napoli, ma anche

Torino, dove non vi è delega alle circoscrizioni in questa materia). Per questo è necessario

attivare una concertazione non solo di tutte le direzioni che abbiano servizi front-office di

interesse “basilare” o preminentemente “territoriale”, ma anche con enti esterni al Comune,

come ad esempio la Firenze Parcheggi (nel caso delle autorizzazioni per circolazione e

parcheggio handicappati). Non si tratta in questi casi di attribuire sempre personale al

quartiere, ma di assicurare almeno la presenza regolare di rappresentanti delle entità che

gestiscono i servizi.

79

Esempio di Torino (circoscrizione 2): UFFICIO OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO: dal lunedì al giovedì ore 8.30- 16.00 venerdì 8.30 - 13.00 COMPETENZE I Cittadini possono rivolgersi all'Ufficio per avere informazioni e presentare relative domande in merito a:

- Autorizzazione stagionale - occupazione suolo pubblico (spazi antistanti gli esercizi commerciali) - dehors (spazi di ristoro all'aperto) - tavolini - esposizioni vasi ornamentali e/o pini e addobbi natalizi - passi carrai (cartello di divieto di sosta) - piccole riparazioni - esposizione merce fuori negozio - esposizione conservatore gelati

Esempio di Bologna Sportello del Cittadino a Bologna SERVIZI ANAGRAFICI OFFERTI

• Rilascio certificati anagrafici • Prenotazione per certificazione storica e relativa consegna • Autenticazione firme • Autenticazione di copie • Autenticazione di foto • Dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà • Rilascio carte d'identità (per residenti a Bologna o altro Comune italiano) • Rilascio licenze di pesca • Pratiche di cambio residenza • Pratiche cambio indirizzo (per alcune tipologie solo apertura, per altre tipologie anche

definizione in tempo reale) • Pratica cambio di indirizzo su patenti e libretti di circolazione (viene svolta

contestualmente alle pratiche di immigrazione e cambio indirizzo anagrafico) • Pratiche di variazioni anagrafiche • Pratiche di iscrizione alla popolazione temporanea • Pratiche pensioni invalidità civile • Consegna libretti e decreti di pensioni del Tesoro • Servizio a domicilio (quando è necessaria la presenza dell'interessato e lo stesso è impossibilitato a

muoversi il servizio viene svolto a domicilio ad esempio autentiche di firme, carte d'identità, ecc..)

RILASCIO INFORMAZIONI DALLA BANCA DATI DELL’UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO E DAL SITO WEB DELLA RETE CIVICA IPERBOLE

• Rilascio informazioni attraverso l'utilizzo di City Lights con ricerca e stampa scheda informativa • Aggiornamento e redazione schede informative per inserimento in banca dati • Rilascio informazioni su: concorsi, leggi, regolamenti, collegamenti con altri enti • Informazioni su corsi di formazione • Informazioni su iniziative varie

COMPETENZE INERENTI AL SERVIZIO SCUOLA

• Iscrizione nidi d'infanzia • Iscrizione alla scuola dell'infanzia

80

• Iscrizione ai servizi integrativi scuola elementare e media (refezione, orario anticipato e posticipato, trasporto collettivo e individuale).

• Iscrizione al Servizio "Estate in città" per i 3 - 5 anni • Richiesta di revisione quota mensa • Richiesta contributo mensa • Informazioni generali

COMPETENZE INERENTI AL SERVIZIO ATTIVITÀ PRODUTTIVE E ASSETTO DEL TERRITORIO

• Concessioni occupazioni suolo per cantiere edile, trasloco, potatura alberi e passo carraio (superiore a 6 ore)

• Concessione per l'occupazione di suolo pubblico o privato gravato da servitù di uso pubblico con dehors, anche in deroga

• Concessione per l'occupazione di suolo pubblico con tavoli e sedie, pedane, delimitazioni e recinzioni, ombrelloni a copertura, anche in deroga, piante ornamentali e fiori in vaso (dehors), tavoli per raccolta firme, allestimento prodotti senza vendita

• Nullaosta per manifestazioni sportive su aree verdi • Autorizzazione trattenimenti temporanei a carattere locale con eventuale concessione di

suolo pubblico • Autorizzazione alla deroga delle norma in materia di orari e cantieri edili , stradali o dei

limiti di emissione sonora • Licenza di agibilità alle strutture temporanee allestite in occasione di manifestazioni • Comunicazione di saldi e vendite promozionali • Comunicazione vendite sottocosto • Comunicazione occupazioni suolo inferiori alle 6 ore

DISTRIBUZIONE MODULI PER L'ACCESSO AI BANDI

• Assegnazione e concessione in uso impianti sportivi (distribuzione moduli, accoglimento e protocollazione domande)

• Casa, Libere Forme Associative, Concorsi, ecc.. (informazioni e distribuzione moduli) • Partecipazione alle Commissioni del Quartiere (distribuzione moduli, accoglimento e protocollazione

domande)

Accesso agli Atti della Pubblica Amministrazione (file rtf, 72 kb)

E’ auspicabile realizzare prioritariamente anche nei cinque quartieri fiorentini uno Sportello

unico rivolto al cittadino dove ottenere informazioni (anche non tutti i giorni), inoltrare e

ritirare richieste e documenti, relativi in particolare a bisogni e pratiche basilari,

efficacemente associato alla rete telematica.

Si tratta, in una conformazione minima, di aumentare l’accesso ai servizi alla persona e

facilitare le autorizzazioni amministrative, la cui richiesta possa essere inoltrata in sede

decentrata e qui ritirata. In una conformazione più decentrata, che sarà possibile solo in caso

di aumento delle deleghe e di attribuzione di personale competente presso i Quartieri, si

potrebbe auspicare alcune istruttorie amministrative in sede decentrata.

Nella configurazione attuale, ogni quartiere beneficia dei seguenti punti decentrati dei

principali enti erogatori:

81

- i Punti Anagrafici decentrati, del Comune

- gli UURRPP, del Comune

- i Distretti sanitari, dell’ASL

- i Centri per l’impiego, della Provincia

Il Quartiere permette l’accesso ad alcuni servizi dipendenti dal Comune e dall’ASL attraverso:

- i Centri sociali

Nel primo caso (configurazione adeguata anche allo stato attuale delle deleghe), si prevede in

particolare:

a) di completare il quadro delle autorizzazioni/richieste di prestazioni e servizi già in parte

accessibili tramite i Quartieri. L’istruttoria e rilascio rimarrebbero all’ente competente, mentre

il servizio di richiesta e di consegna potrebbe essere svolto dai Quartieri. Un buon uso della

rete telematica potrebbe rendere il servizio rapido.

b) rafforzare i Centri Sociali come luogo d’accesso ai servizi per persone fragilizzate:

- servizio di richiesta e consegna di alcune notificazioni amministrative dipendenti dall’ASL:

valutazione di non autosufficienza, invalidità civile, ... da concordare nel quadro della Società

della Salute.

- servizio di richiesta e consegna di alcune autorizzazioni dipendenti da altri enti:

contrassegno per sosta e circolazione per portatori di handicap, nonché concessione spazi

sosta, dipendente da Firenze Parcheggi.

c) attivare uno Sportello del Territorio (URP/PAD/Centro Sociale-Distretto)

Si ritiene che gli URP attuali, oltre ai servizi ora erogati (informazione, accesso alla

modulistica), potrebbero rafforzare le loro capacità attivandosi come punti di accesso ai

servizi che concernono le famiglie.

d) completare i servizi anagrafici decentrati (richieste di pubblicazione di matrimoni, iscrizioni

senza fissa dimora...).

82

Note conclusive

La ricognizione sullo stato e le prospettive del decentramento a Firenze è stata effettuata nel

primo semestre del 2006.

Si è proceduto all’analisi di documenti pubblici elaborati dai quartieri, dall’amministrazione

centrale del comune, nonché dagli altri organi coinvolti nei processi di revisione degli assetti

istituzionali nell’area metropolitana. Questa fase del lavoro ha già fatto emergere una carenza

cruciale di leggiblità dell’attività dei quartieri (per i cittadini, per l’amministrazione) che ne

pregiudica gravemente il consolidamento. Si sono di conseguenza formulate alcune proposte,

in collaborazione con la Direzione Area Metropolitana e Decentramento, per l’avvio di processi

di registrazione comunicabile dell’attività dei Quartieri, sotto il profilo finanziario, delle risorse

umane utilizzate, e dei servizi forniti. Le schede di rilevazione allegate, alle quali le

amministrazioni dei cinque quartieri hanno offerto una prima risposta, formano una (prima)

tappa nella messa in atto di quel monitoraggio (e comunicazione) dell’attività svolta,

indispensabile per permettere l’avvio di innovazioni democratiche ormai necessarie come

quelle del bilancio sociale (nonché per dar concretezza ai principi di trasparenza dell’azione

politico-amministrativa), indispensabili anche per nutrire con elementi di informazione

sufficienti l‘intero processo di revisione del decentramento, che la stessa costituzione del

“Gruppo di Lavoro” sancisce come priorità comunale.

Si è proceduto poi ad una serie, impegnativa ma ricca di contenuto informativo, di interviste,

individuali e collettive, con gli attori coinvolti, in particolare con i Presidenti dei Consigli di

Quartiere e con i responsabili delle relative amministrazioni.

L’insieme delle osservazioni emerse, dalla lettura dei documenti e dai contatti con chi opera

nei quartieri, ha portato, alla fine di giugno 2006, alla formulazione di una serie di proposte di

azioni, a breve e medio termine e di considerazioni operative destinate ad orientare il lavoro

di revisione a più lungo termine, illustrate nelle pagine precedenti (e di nuovo riassunte nelle

tabelle seguenti); proposte in buona parte diverse da quanto prefigurato all’inizio dei lavori

sulla base di precedenti osservazioni e analisi della situazione del decentramento e della

partecipazione a Firenze.

I Quartieri sono oggi le cerniere decisive ma fragili della comunicazione tra cittadini e

istituzioni, sono le porte d’accesso ad una serie di servizi alle famiglie e le loro sedi sono i

luoghi visibili nei quali si impersona l’amministrazione, in particolare per la popolazione meno

mobile e meno ricca di possibilità alternative di accesso all’informazione. Una revisione

sostanziale del loro ruolo può appoggiarsi utilmente sul capitale acquisito di abitudini e di

relazioni territorializzate. Nella ricerca empirica sulle dimensioni ideali dei governi locali,

l’unica osservazione ricorrente e convalidata nei diversi contesti geografici e istituzionali

concerne l’impatto negativo sui meccanismi identificativi, su un periodo di tempo più o meno

lungo, delle riconfigurazioni “di frontiera”. Nel contesto fiorentino attuale, sembra più

83

opportuno concentrare l’innovazione su modifiche funzionali che su una riconfigurazione di

limiti che da nessun attore istituzionale intervistato è stata citata come priorità.

Fondamentale appare invece l’assunzione di una delimitazione omogenea degli ambiti di

programmazione e di pianificazione, che può trovare una sua prima espressione nel Piano

strutturale.

Nella stesura di questa configurazione di proposte operative, destinate al Gruppo di lavoro

per la riforma ed il riordino del Decentramento, si è sempre tenuto in considerazione la

necessità di inserirsi in un processo di razionalizzazione e di contenimento della spesa

pubblica. Si consigliano d’altra parte modalità di innovazione che associno al Gruppo di lavoro

un ampia cerchia di amministratori e cittadini qualificati organizzati in specifici Tavoli. Gli

“accordi” raggiunti nei Tavoli, e le relative conseguenze in termini di risorse finanziarie e

umane calcolate dalle direzioni delle risorse finanziarie e dell’organizzazione e dalle po

amministrative del quartiere, potranno essere convalidate dal gruppo di lavoro e sottoposte a

delibera dei consigli di quartiere e del consiglio comunale, acquistando così le garanzie di

un’effettiva realizzazione.

L’evoluzione del contesto nei cinque mesi successivi alla prima consegna di questo rapporto

confermano le osservazioni allora già formulate sui tempi da adottare nel processo di

innovazione.

Ulteriori pressioni richiedono un’accelerazione; di alcuni interventi in particolare. Il

prolungamento della fase di sperimentazione della Società della Salute definisce una nuova

scadenza molto ravvicinata (al più tardi marzo 2007) per imporre nel dibattito sul riassetto

dei servizi per la salute una territorializzazione conforme alla vocazione dei quartieri di porta

d’accesso ai servizi di prossimità. L’avvio del Gruppo di Lavoro ha istituzionalizzato il

movimento verso il consolidamento del decentramento a Firenze, e non può incentrarsi in

esclusiva troppo a lungo sul riordino delle competenze a rischio di indebolire il processo in

corso. La revisione del Piano strutturale fiorentino, la trasformazione urbana in atto, le

innovazioni registrate nella regione in materia di governo del territorio, e in particolare di

comunicazione e partecipazione nel governo del territorio, premono perché Firenze proponga

un suo modello di integrazione tra decentramento e pianificazione territoriale.

Per offrire un primo segnale di risposta a queste pressioni e per dar concretezza al processo

di consolidamento, nell’attesa di una sua integrazione in un movimento più ampio di

strutturazione dell’area metropolitana, è necessario che al Gruppo di lavoro possano

rapidamente affiancarsi dei Tavoli tecnici ai quali partecipino sia gli assessori che le direzioni

centrali coinvolte e, da parte dei Quartieri, i rispettivi presidenti e le diverse componenti

politiche; e che si svolgano, nella direzione prefigurata nelle pagine precedenti, alcune azioni

di immediata realizzazione e dal significato simbolico e concreto decisivo, di natura a mutare

la figura del Quartiere nella cultura politico-amministrativa locale.

84

Le sei linee di azione a breve e medio termine

1. Riconoscere i quartieri come veri interlocutori in tutti i grandi progetti di sviluppo: • Azioni immediatamente attuabili: integrare i Quartieri e le loro azioni gestionali nei grandi progetti

di sviluppo della città (Piano Strategico, Piano Strutturale…).

2. Confrontarsi su alcuni problemi impellenti di definizione delle competenze e di organizzazione dei Quartieri

• Azioni a breve termine10: attivare, sotto il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”, tavoli politico-tecnici (che si avvalgano del supporto delle direzioni finanziarie e delle risorse umane) per chiarire le competenze attuali dei Quartieri. Aprire un tavolo specifico sulle modalità gestionali e contabili dell’amministrazione dei Quartieri.

• Azioni a medio termine: far evolvere i tavoli verso istanze propositive per individuare eventuali nuove competenze e assetto dei Quartieri.

3. Promuovere e controllare la qualità dei servizi erogati dal Quartiere • Azioni di attivazione immediata (ma con tempi di attuazione a priori lunghi): sostenere i Quartieri

nell’introduzione di strumenti di valutazione integrata e comunicabile come i bilanci sociali. Dare impulso e visibilità al rendiconto regolare del proprio operato da parte dei Consigli di Quartiere al Consiglio Comunale.

4. Rafforzare i Quartieri come luogo d’accesso all’insieme dei “servizi di prossimità” • Azioni a medio termine: attivare, con il coordinamento del “gruppo di lavoro per la riforma ed il

riordino del Decentramento”, un tavolo politico-tecnico che includa anche altre istituzioni e attori del territorio per sostenere il ruolo del Quartiere come luogo di accesso a tutti i “servizi di prossimità” (ovvero di tutti i servizi che rispondono a necessità minute e quotidiane) per la cittadinanza, anche nella modalità dello Sportello Unico del cittadino.

5. Recuperare i Quartieri alla funzione cruciale di luoghi e motori della partecipazione dei cittadini • Azioni a breve termine e medio termine: potenziare gli strumenti di comunicazione dei quartieri

(giornali di quartiere, integrazione e riqualificazione funzionale siti internet, collegamenti organici con Urp ...). All’interno dei tavoli di lavoro dovrà essere definito poi il rafforzamento in risorse umane e finanziarie dei Quartieri ai fini della comunicazione.

• Articolare sulla scala dei Quartieri le funzioni del “garante della comunicazione” ex lege regione Toscana, 1/2005, mediante una specifica determinazione regolamentare da formulare sulla base di una apposita proposta del“gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”.

• Azioni a breve termine: definire, con il parere del “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento”, modalità di sostegno informativo e organizzativo ai progetti partecipati di iniziativa del Quartiere.

6. Sostenere il ruolo attivo di Firenze e dei suoi Quartieri nel dibattito italiano sul decentramento • Azioni attivabili immediatamente: creazione di un “data-base” su internet, che informi sullo stato

dell’arte e sul futuro possibile del decentramento a Firenze • Azioni a breve termine: sostenere l’attivazione da parte dei Quartieri di momenti di confronto (tra

loro stessi, con i cittadini e con colleghi di altre città) sul tema del decentramento e della partecipazione, a conforto e integrazione delle riflessioni già raccolte in varie occasioni di analisi e discussione, che producano una “posizione” propositiva della città di Firenze in materia;

• Azioni a medio termine: promuovere in collaborazione con il “gruppo di lavoro per la riforma ed il riordino del Decentramento” un incontro tra comuni italiani in materia di decentramento, attivato e coordinato ad opera dell’Anci nazionale.

10

Per breve termine si intende una scadenza di uno, due mesi; per medio termine si intende una scadenza di tre, sei mesi; per lungo termine si intende una scadenza di un anno o più.

85

Assunti per la costruzione di un modello fiorentino di decentramento - La necessità di una revisione degli organi politici di quartiere non sembra eludibile, che si prospetti un aumento delle deleghe, che se ne preveda invece un aggiustamento o addirittura una riduzione. La questione è quella dell’efficacia degli organi istituzionali, e in particolare del consiglio e delle sue commissioni, nell’indirizzo e nel controllo. Questa revisione dovrà semplicemente assumere i contorni adeguati alla revisione delle deleghe. - La configurazione delle attività dei quartieri, e del loro quadro di deleghe, è già entrata in fase di ridefinizione: la pratica corrisponde solo in parte al quadro “teorico” di materie delegate, la costituzione della Società della Salute pone una vera sfida per il riposizionamento dei Quartieri. Qualunque revisione deve partire dal quadro attuale e dalle trasformazioni indotte dall’instaurazione della Società della salute, le cui attività concernono il terzo del bilancio attuale dei quartieri fiorentini. - Un rafforzamento degli organi è da considerarsi solo in caso di aumento importante delle deleghe, ma soprattutto della capacità di spesa. Si tratterebbe in questo caso di accrescere la percentuale di spesa gestita dai Quartieri, superando il 7% attuale di spesa corrente a loro affidata per dirigersi verso percentuali ben maggiori (almeno il doppio, alla luce dei casi italiani e esteri analizzati). In caso di un progetto piuttosto diretto all’aggiustamento del sistema attuale del quadro di competenze, si preconizza piuttosto uno snellimento dell’apparato istituzionale (in particolare riguardo al numero delle commissioni). - Considerate le prospettive aperte dalla ridefinizione delle competenze indotta dallo sviluppo della Società della Salute, quelle derivanti dall’impellente necessità di razionalizzazione della spesa pubblica e di contenimento della spesa in personale, il modello che proponiamo alla discussione si fonda piuttosto su un aggiustamento del quadro di competenze. - E’ comunque essenziale che la definizione delle deleghe risponda con efficacia ad alcune necessità prioritarie di aggiornamento e razionalizzazione: a) i quartieri devono esser messi in grado, per le materie a loro affidate, di intervenire, svolgendo o meno direttamente gli interventi, nell’intero spettro di operazioni nelle quali si scompone l’azione comunale; b) nel contesto istituzionale che si è venuto ad arricchire dalla Società della salute, il quartiere deve vedere completate le sue deleghe sul sociale allargato e sui servizi ai cittadini; c) per realizzare la loro vocazione di luogo di accesso ai servizi, i quartieri devono avere le competenze e le risorse sufficienti per attivare sportelli per il cittadino/campagne di comunicazione/funzioni di consultazione della cittadinanza, e possono utilmente vedere allargate le loro competenze nella gestione dell’uso del suolo pubblico. - Il quadro di competenze dei quartieri deve essere in ogni modo largamente condiviso, leggibile e sancito nel Regolamento del Decentramento o in altro documento unico, come in altre grandi città italiane, distinguendolo dagli strumenti di indirizzo politico (ovvero i Criteri direttivi e Indirizzi Programmatici). - E’ essenziale lavorare rapidamente anche alla revisione di alcuni processi organizzativi, per sciogliere i maggiori freni all’efficacia oggi registrati, nella pratica contabile, nel coordinamento tra amministrazione centrale e amministrazione decentrata. - La revisione deve però assumere come principio qualificante del modello fiorentino, anche nel panorama nazionale e internazionale, l’ambizione di riaffermare la vocazione dei quartieri come fulcro della partecipazione cittadina, volgendosi idealmente ai primi momenti di vita dei quartieri nella città.