Echi pompeiani a Miami

testo Teobaldo Fortunato foto Giò Barto

L’artista italiano Emanuele Viscuso ha ristrutturato la sua dimora, affacciata sulla laguna di Miami Beach, ispirandosi all’antichità classica e utilizzando carte da parati a trompe l’oeil di sua creazione.

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Quando nel 2001 Ema-nuele Viscuso, definito dal Miami Herald “l’ar-tista italiano contem-

poraneo più conosciuto e intervi-stato d’America”, vide per la prima volta questa dimora affacciata sulla laguna di Miami Beach, ne rimase folgorato. Al rientro in Italia, decise che avrebbe lasciato la sua casa milanese e che, come egli stesso racconta, “era giunto il momento di cambiare ancora”. Viscuso ci spiega che “la costruzione originale della villa è del 1948. Negli anni Novanta, la precedente proprietaria aveva aggiunto un secondo piano”. Negli ultimi quindici anni il novello padrone di casa l’ha modificata, operando una metamorfosi che l’ha trasformata in un autentico museo della propria arte. Villa Viscuso, assieme alle altre quattro ville confinanti, ha l’eccezionale privi-legio di sorgere in un piccolo golfo lussureggiante di palme che guarda verso ovest, con una spiaggetta sabbiosa proprio davanti, l’unica

in città sul versante della laguna. All’edificio, l’artista ha aggiunto un nuovo fronte realizzato mediante l’apposizione di un elegante pròtiro formato da otto colonne ioniche con sovrastante timpano, seguendo rigorosi moduli classici. Già nelle originali creazioni a trompe l’oeil nell’ingresso, si percepisce la cifra stilistica e l’impronta personalis-sima che Emanuele Viscuso ha

profuso. Riproducono, infatti, uno scaffale a tutta parete che evidenzia una preziosa collezione di cerami-che policrome antiche composta da fiaschette, piatti e vasi da farmacia, contenuta entro una delicatissima cornice a piccola scacchiera. Ai due lati del vano centrale che immet-te nella sala da pranzo, due esili tavolini d’appoggio sostengono una coppia di speculari abatjour che si

Le pareti del soggiorno, color rosso pompeiano, ospitano

dipinti a tecnica mista realizzati dal

padrone di casa.

La piscina, di forma rettangolare, si trova nei pressi del pontile che si

estende sulla laguna.

rispecchiano entro due identiche specchiere à l’ancienne. Il vano che precede la sala da pranzo inqua-

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dra un finto tempietto ionico, sempre creato dalla immagi-nifica inventiva dell’artista, un autentico virtuoso dei trompe l’oeil. In origine, le pareti della sala da pranzo erano tappezza-te da tessuti. Emanuele Viscu-so ci racconta che in fase di ristrutturazione, asportando il tessuto, si scoprì che in realtà

celava “un verde pompeiano interrotto qui e là da chiazze, lacerazioni e strappi di verni-ce causati dal tempo e dalla rimozione del tessuto che, in alcuni punti, aveva lievemente macchiato la parete sotto-stante coi suoi propri colori”. Ebbene, continua l’artista, “con una sola scartavetrata le

quattro pareti dell’ambiente erano divenute un fondo perfetto per un décor pompeiano nel colore e nell’antichità fornita dall’imperfe-

zione e dall’irregolarità cromatica delle pareti”. Fu così che decise di applicare colonne ioniche e un fregio romano. Al centro è stato

posto un tavolo ottagonale, un’al-tra sua opera ottenuta grazie a un paziente lavoro di découpage con delle sue carte marmorizzate. In tal

La texture della

pavimentazione aggiunge

fascino all’ambiente.

Lampo di genioSimulate la presenza di una porta grazie a decorazioni artistiche a trompe l’oeil.

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La perfetta simmetria nella disposizione degli elementi d’arredo richiama quella delle decorazioni a trompe l ’oeil a tema classico realizzate dal padrone di casa.

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modo è stato ricreato il fasto di un tavolo rinascimentale in marmo intarsiato. A fargli da contrap-punto, “non una credenza ma un antico mobile da farmacia prove-niente da Milano”. Adagiata su un tavolino, vi è la riproduzione di un bassorilievo di scuola fidiana,

Il tavolo ottagonale è stato disegnato e realizzato da Emanuele Viscuso usando per il top a découpage carte marmorizzate di sua produzione.

Inganna l’occhioE’ questa, dal francese, la tradu-zione letterale del termine “trompe l’oeil”. Questa tecnica, grazie allo studio della prospettiva e alla cura realistica dei dettagli, riesce infatti a creare effetti tridimensionali illusori che ingannano l’occhio dell’os-servatore. I trompe l’oeil parietali possono essere realizzati a pittorico da artisti e decoratori, oppure si possono ottenere ricorrendo all’uso di apposite carte da parati.

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opera di Luigi Viscuso, padre dello scultore e, a sua volta, insegnan-te di scultura nella seconda metà del Novecento. Attraversando un corridoio, oggi un’autentica galleria d’arte con le sculture del padrone di casa (noto per opere monumentali, come “Onda-ponte sull’immagina-rio” all’aeroporto internazionale di Milano Malpensa, o piccole come la spilla d’oro da lui disegnata per la Regina Elisabetta in visita ufficiale a Milano nel 2000), si giunge al salo-

ne principale. Si tratta di un’ampia sala ricavata dall’artista “chiudendo il grande terrazzo coperto risultan-te dalla costruzione del secondo piano, costruito dagli ex proprietari non sul fabbricato precedente ma al suo fianco, lasciando la par-te sottostante aperta su tre lati”. Chiudendo tale ambiente con grandi portefinestre a scorrimen-to e aggiungendo alcune pareti interne, spiega l’artista, “ho rica-vato un nuovo salone e due altre

camere con bagno. Il colore usato per il salone stavolta è il rosso, ma sempre d’ispirazione pompeiana”. Alle pareti fanno ritorno, quale leitmotiv decorativo, le colonne ioniche. Sui rispettivi capitelli, minute riproduzioni a trompe l’oeil delle Tre Grazie. I trompe l’oeil nella residenza affascinano e talora disorientano: Viscuso è riuscito a creare un mirabile gioco di reale e finzione che intriga il visitatore e gli ospiti. Le porte che conducono alle

In una delle stanze da letto per gli ospiti, carta da parati “Edera” e fotografie di antichi palazzi palermitani.

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Le soffittature della villa sono caratterizzate da rivestimenti in legno scuro.

due camere da letto laterali sono anch’esse decorate con i suoi trompe l’oeil, usan-do il motivo per il soffitto a cassettoni, mentre per i soprapporta sono stati utilizzati i suoi finti marmi intarsiati e un disegno che trae ispirazione dalla Ca-mera degli Sposi di Andrea Mantegna. Tra le colonne, alle pareti, il padrone di casa ha apposto suoi dipinti degli anni ’70 ispirati a mo-numenti architettonici. Al pianterreno, vi sono cinque camere da letto. Iniziamo il percorso dalla stanza “Ede-ra”, decorata con carta da

parati. Alle pareti, una serie di foto realizzate dall’artista con interni di palazzi storici della natia Palermo. La camera da letto “Library” ha le quattro pareti intera-mente decorate con uno dei suoi soggetti a trompe l’oeil più conosciuti e apprezzati: le antiche biblioteche con cui Viscuso ha personaliz-zato chilometri quadrati di case, alberghi, uffici e ristoranti in tutto il mondo. Nella “Ethnic Room” sono presenti i lavori realizzati da Viscuso e dal famoso fotografo colombiano Leo Matiz, che alla fine degli

anni Ottanta gli chiese una collabo-razione e gli regalò alcune sue foto scattate a Frida Kahlo a Città del Messico negli anni Quaranta. Le fo-tografie sono state, in seguito, rein-terpretate da Viscuso. La camera da letto padronale e lo studio dell’ar-tista si trovano al piano superiore; fanno parte del suo appartamento privato. La suite è completamente separata dal resto della casa e com-

Il baldacchino della camera padronale è stato ottenuto con una

zanzariera indiana impreziosita con carta intarsiata.

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Il bagno della villa esibisce un rivestimento in pregiate piastrelle di forma esagonale con piccoli elementi total black per un effetto di raffinata eleganza.

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Per info Per maggiori dettagli sulla casa, sull’arte e sul design di emanuele Viscusowww.viscuso.comemanueleviscuso@gmail.comTel. +13057104593

prende un grande terrazzo coperto da cui si gode un panorama moz-zafiato del giardino e della piscina con lo sfondo della baia. La camera è dominata da un letto con un finto baldacchino inventato dall’artista

usando una zanzariera indiana op-portunamente collegata al soffitto e decorata con alcune delle sue stampe marmorizzate. Annessa è la sala da bagno padronale, un altro piccolo museo, una sorta di gipso-

teca contemporanea. Se le atmosfe-re create negli interni rimandano ai fasti di una remota antichità, le palme lussureggianti del giardino, cui si accede dal salone, la piscina e l’idromassaggio sottolineano invece

Il fregio del timpano all ’ingresso della villa è ispirato a quelli presenti nelle antiche dimore pompeiane.

una “perfetta armonia da isola caraibica”. In questa villa, punto di riferimento per l’intellighènzia ita-liana a Miami, si susseguono vecchi amici e grandi personaggi interna-zionali. È qui che si sono stati piani-ficati eventi come il Sicilian Film Festival, creato da Viscuso a Miami nel 2006, o avvenimenti come quel-lo che egli stesso coordinò nel 2007 con la Nasa, portando ufficialmente la cucina italiana nello spazio.

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