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Cattedra di Medicina del lavoro Dipartimento di Medicina Interna Università degli Studi di Modena Servizio di Sorveglianza Sanitaria Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena Rischio biologico nelle strutture sanitarie Il problema La Normativa Valutazione del rischio Sorveglianza sanitaria Informazione e Formazione Policy Procedura Aziendale Infortunio a Rischio Biologico

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Rischio biologico nelle strutture sanitarie

Il problemaLa Normativa

Valutazione del rischioSorveglianza sanitaria

Informazione e FormazionePolicy

Procedura Aziendale Infortunio a Rischio Biologico

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0 2 4 6 8 10Rumore

VibrazioniIlluminazione

MicroclimaRadiazioni

Sostanze chimicheAgenti biologiciCarichi pesanti

Condizioni di sicurezza

Fattori di rischio legati all’ambiente fisicoPercezione del rischio nell’ambiente ospedaliero da parte di esperti di 10

Paesi europei(European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions, Dublin, 1995)

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Percezione del rischio da parte di diversi organismi 10 Paesi europei(European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions, Dublin, 1995)

I 5 principali rischi e fattori di rischio dell’ambiente ospedaliero

0 20 40 60 80 100%

Turni di lavoro

Stress

Sostanze chimiche

Carico muscolo-scheletrico

Agenti biologici

Aziende

Sindacati

Organizzazioni statali

Altri

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Rischi degli Operatori SanitariPubblicazioni recensite dall’archivio di riferimento Medline (National Library of Medicine, Bethesda) nei periodi 1966-1974, 1975-1979, 1980-1984, 1985-89 e negli anni dal 1990 al 1996 con le parole chiaveoccupational disease o occupational risk + health care worker(s) (n = 4993).

0

50

100

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350

400

*media/anno

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Rischi degli Operatori SanitariPubblicazioni recensite dall’archivio di riferimento Medline negli anni dal 1990 al 1996 con le parole chiave occupational disease o occupational risk + health careworker(s) (n = 1978).

Distribuzione di 1433 pubblicazioni selezionate e classificate in base al rischio200

0

20

40

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80

100

120

140

160

180

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996

Rischi da organizzazione del lavoro

Rischio biologicoRischio allergico

Rischio ergonomicoRischio chimicoRischio fisico

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Rischi degli Operatori SanitariPubblicazioni recensite dall’archivio di riferimento Medline negli anni dal 1990 al 1996 con le parole chiave occupational disease o occupational risk + health careworker(s) (n = 1978).

Distribuzione di 1433 pubblicazioni selezionate e classificate in base al rischio

Rischi da organizzazione

Rischio biologico

64%

Rischio allergico

11%

del lavoro 9%

Rischio ergonomico9%

Rischio chimico6%

Rischio fisico1%

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Rischio biologico degli Operatori SanitariPubblicazioni recensite dall’archivio di riferimento Medline negli anni dal 1990 al 1996 con le parole chiave occupational disease o occupational risk + health careworker(s).

Distribuzione di 910 pubblicazioni selezionate e classificate in base al rischio biologico

Altre infezioni

HIV47%

HBV

15%HCV

7%

TB 11%

14%

HIV + HBV/HCV/TB

6%

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Normativa in tema di sicurezza e tutela della salute degli operatori sanitari prima del decreto legislativo

626/94

norme generali per la sicurezza e igiene del lavoro (DPR 303/56)norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (DPR 547/55)accertamenti di medicina preventiva (art. 24, DPR 384/90)vaccinazioni (varie normative)utilizzo di formaldeide (CM 56/83)utilizzo di ossido di etilene (CM 57/83)utilizzo di anestetici volatili (CM 5/89)

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Applicazione dei decreti legislativi 626/94 e 242/96 nelle strutture sanitarie

norme generali (titolo I), luoghi (titolo II) e attrezzature di lavoro (titolo III), dispositivi di protezione personale (titolo IV)movimentazione manuale dei carichi (titolo V)uso di attrezzature munite di videoterminali (titolo VI)protezione da agenti cancerogeni (titolo VII)protezione da agenti biologici (titolo VIII)

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Gli Attori del decreto legislativo 626/94 nelle Aziende sanitarie

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ll Direttore Generale

ll Direttore Sanitario ll DirettoreAmministrativo

Il Servizio di Prevenzione e Protezione

Il Medico Competente

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Attività del Medico Competente

In collaborazione con:Datore di lavoro e Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

Attività dipertinenza esclusiva del Medico Competente

Valutazionedel rischio

FormazioneInformazio

Sorveglianza Sanitaria

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Il titolo VIII del decreto legislativo 626/94 (Biological Agents

90/679/EC) Campo di Applicazione (Capo I, Art. 73)

Le norme del presente titolo si applicano a tutte le attività lavorativenelle quali vi è rischio di esposizione ad agenti biologici (comma 1)

Esempi di attività lavorative che possono comportare la presenza di agenti biologici (allegato IX)– Attività nei servizi sanitari, comprese le unità di isolamento e post-mortem– Attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi i laboratori di

diagnosi microbiologica– Attività in impianti si smaltimento rifiuti e raccolta di rifiuti speciali

potenzialmente infetti

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Il titolo VIII del decreto legislativo 626/94 (Biological Agents

90/679/EC) Definizioni (Capo I, Art. 74)

Agente biologico: qualsiasi microorganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni (comma 1, lettera a)Microorganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico (comma 1, lettera b)Coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi unicellulari (comma 1, lettera c)

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Il titolo VIII del decreto legislativo 626/94 (Biological Agents 90/679/EC)

Classificazione degli agenti biologici (Capo I, Art. 75)

Probabilità di causare danno nell’uomo

Probabilità di diffusione nelle

comunità

Disponibilità di misure preventive e terapeutiche

1 +2 +/++ + +3 ++/+++ ++ +4 +++ +++ -

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Il titolo VIII del decreto legislativo 626/94 (Biological Agents 90/679/EC)

Esempi di classificazione degli agenti biologici (Allegato XI)

Probabilità di causare danno nell’uomo

Probabilità di diffusione nelle

comunità

Disponibilità di misure preventive e terapeutiche

2: Clostridium tetani, Staphylococcus aureus; Virus dell’epatite A, Virus della poliomielite; Necator americanus3: Brucella melitensis, Mycobacterium tuberculosis, Salmonella typhi; Virus dell’epatite B, Virus dell’epatite C, Virus dell’AIDS, Agenti non classificati associati con la malattia di Creutzfeldt-Jacob4: Virus Ebola

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Il titolo VIII del decreto legislativo 626/94 (Biological Agents

90/679/EC) Misure specifiche per le strutture sanitarie e veterinarie (Capo I, Art. 81)

Valutazione del rischio– presenza di agenti biologici nell’organismo di pazienti e nei campioni

biologici

Misure di prevenzione– applicazione di procedure per manipolare, decontaminare e eliminare i

materiali e i rifiuti contaminati

Misure di contenimento– per i servizi di isolamento a potenziale contaminamento di agenti dei

gruppi 3 e 4 sono previste particolari misure di contenimento (allegato XII)

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Il titolo VIII del decreto legislativo 626/94 (Biological Agents

90/679/EC) Sorveglianza sanitaria (Capo I, Art. 86)

I lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti a sorveglianza sanitaria (comma 1)– accertamenti preventivi e periodici– allontanemento temporaneo– messa a disposizione di vaccini efficaci– informare i lavoratori– informare il datore di lavoro dell’insorgenza di anomalie

imputabili all’agente e conseguente rivalutazione del rischio

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Il titolo VIII del decreto legislativo 626/94 (Biological Agents

90/679/EC) Registro degli esposti e degli eventi accidentali (Capo I, Art. 87)

I lavoratori addetti ad attività comportanti uso di agenti del gruppo 3 o 4 sono iscritti in un registro in cui sono riportati, per ciascuno di essi, l’attività svolta, l’agente utilizzato e gli eventuali casi di esposizione individuale (comma 1)Il datore di lavoro istituisce e aggiorna il registro di cui al comma 1 e ne cura la tenuta tramite il medico competente. Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il rappresentante per la sicurezza hanno accesso a detto registro (comma 2)

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Boston Medical Center (university teachinghospital, medical school, dental school): Policy 2000

1. Identification and reporting of infected providers2. Self-reporting policies for infected providers3. Categorization of exposure-prone procedures by risk4. Educational programs for infected providers5. Programs to monitor infected persons for safety compliance6. Protective measures to prevent transmission in procedures7. Limitations on practice for infected persons8. Informed consent by patients for infected providers9. Disclosure of exposures to patients who are exposed to blood10. Testing policies for providers who expose a patient to blood11. Disclosure of provider test results to exposed patients12. Reasonable accommodation policies for infected providers

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Rischio biologico: Epatiti e sindrome HIVDefinizioni e valutazione delle situazioni a rischio

•Cattedra e Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro dell’Università di Modena e Reggio Emilia

Con la collaborazione della dottssaDott.ssa Luciana Verni

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Rischio biologico: definizione delle situazioni a rischio

Il rischio di infezione da patogeni a trasmissione ematica in ambiente sanitario è un fenomeno ben conosciuto e riconducibile a 3 modalità:– nosocomiale propriamente detta (dall’ambiente ai pazienti

oppure crociata tra i pazienti)– occupazionale (da paziente infetto ad operatore)– da operatore infetto a paziente

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Infortunio a rischio biologico: definizione

Infortunio sul lavoro: evento dannoso per la salute avvenuto per causa violenta in occasione di lavoroLe infezioni professionalmente trasmesse sono da considerarsi infortunio sul lavoroGli infortuni sono considerati a rischio biologico quando: – la tipologia dell’incidente è a rischio (puntura o taglio con aghi, bisturi o altro

presidio contaminato con materiali organici a rischio)– avviene la contaminazione di mucose (nasale, orale e congiuntivale) o cute non

integra con sangue o qualsiasi altro materiale biologico visibilmente contaminato da sangue

– Il materiale biologico proviene da paziente con infezione accertata da HBV, HCV, HIV oppure da paziente fonte a rischio ma di cui non è nota la sierologia o che sia risultato negativo ad un test effettuato più di tre mesi prima

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Rischio biologico: Epatiti virali e sindrome da HIV

Gli operatori sanitari sono a rischio di esposizione occupazionale a patogeni a trasmissione ematica, inclusi il virus dell’epatite B (HBV), epatite C (HCV), e il virus dell’immunodeficienza umana (HIV)Il rischio di contrarre una specifica infezione per gli operatori sanitari dipende:– dalla incidenza delle malattie infettive nella popolazione assistita– dal tipo di trasmissibilità del microrganismo– dal tipo e dalla frequenza di esposizione – dal rischio definito per singola esposizione

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Rischio biologico: epatiti virali e sindrome da HIV

La maggior parte delle esposizioni non determina una infezioneIn seguito a specifiche esposizioni, il rischio di infezione può variare a seconda dei seguenti fattori:– il patogeno coinvolto – il tipo di esposizione – la quantità di sangue coinvolta durante l’esposizione– la quantità di virus presente nel sangue del paziente infetto

al tempo dell’esposizione

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Personale a rischio

Personale sanitario maggiormente coinvolto negli infortuni a rischio biologico :– personale infermieristico– personale di laboratorio– medici– odontoiatri– ausiliari– personale addetto all’assistenza al letto del malato

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Situazioni a rischioProcedure invasive a rischio: penetrazione chirurgica in tessuti, cavità o organi, o la sutura di ferite traumatiche maggiori effettuate in sala operatoria o sala parto, pronto soccorso o ambulatorio sia medico che chirurgico; La cateterizzazione cardiaca e procedure angiograficheIl parto naturale o cesareo o altre operazioni ostetriche durante le quali possono verificarsi sanguinamentiLa manipolazione, la sutura o la rimozione di ogni tessuto oraleo periorale, inclusi i denti, manovre durante le quali si verifica il sanguinamento o esiste il rischio di sanguinamento

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Rischio biologico: epatite BL’esposizione è a rischio solo per i lavoratori non immuni all’ HBVIl tasso di trasmissione di HBV in operatori sanitari non vaccinati varia dal 6 al 30% dopo una singola esposizione a puntura con ago con paziente HBV infetto (CDC1997 b)

Se un lavoratore non vaccinato è esposto all’HBV, la profilassi post esposizione con immunoglobuline e l’esecuzione del ciclo vaccinale contro l’epatite B, risulta efficace nel 90% nel prevenire l’infezione da HBV (CDC 1997 b)

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Rischio biologico: epatite BDecremento delle infezioni da quando nel 1982 è diventato disponibile il vaccino anti HBVDecremento del 90% nel numero di casi di infezione da HBV in operatori sanitari dal 1985 al 1996. Il declino è dovuto alla campagna di vaccinazione degli operatori sanitari e all’adozione di precauzioni universali ed altre misure richieste dal “Occupational Safety and Health Administration” (OSHA)La copertura vaccinale tra gli operatori sanitari è del 73% nelle aree del Nord Italia e del 51% nel sud (documento n° 109 “linee guida per diagnosi, la terapia ed il controllo delle epatiti” Roma, 22 luglio 1998)

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Rischio biologico: epatite B e Precauzioni Universali (DMS, 1990)

Le “Precauzioni Universali” stabiliscono che ogni paziente deve essere considerato come potenzialmente infetto e pertanto le stesse misure vanno applicate e tutti i pazientiLe misure da applicare per la prevenzione delle infezioni trasmesse per via ematica, incluso l’HBV in tutti i contesti pubblici e privatiTutti gli operatori sanitari dovrebbero, nel rispetto della normativa vigente, essere sottoposti a vaccinazione contro l’epatite B quanto prima possibile e, comunque, al momento dell’assunzione

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Rischio biologico: epatite CStudi prospettici su operatori sanitari esposti ad HCV dopo infortunio a rischio biologico (puntura con ago o imbrattamento con sangue su cute lesa) hanno trovato che l’incidenza di siero conversione per HCV era attorno al 1,8% (intervallo tra lo 0% e il 7%) per ferita. (CDC 1998 b)

Allo stato attuale non esiste un vaccino efficace per prevenire l’infezione da HCV; non è raccomandata neppure una terapia antivirale o con immunoglobuline come profilassi post-esposizione

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Rischio biologico da epatite C: Gruppi a rischio

I gruppi a rischio sono:– persone che fanno uso di droghe iniettive– pazienti in emodialisi– personale sanitario– rapporti sessuali con persone infette– sangue destinato a trasfusioni donato prima del 1992– bambini nati da madre infetta

Su tali gruppi dovrebbe essere eseguito routinariamente la determinazione dell’HCV

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Rischio biologico da epatite CLa trasmissione nosocomiale di HCV è possibile se le tecniche dicontrollo dell’infezione o le procedure di disinfezione non sonoadeguate Gli operatori sanitari e gli operatori addetti all’emergenza (medici e paramedici) e operatori del settore pubblico (vigili del fuoco, addetti all’assistenza dei disabili, forze dell’ordine) che hanno una esposizione a sangue in ambito lavorativo sono a rischio di infettarsi con HCVLa prevalenza di HCV tra gli operatori sanitari inclusi ortopedici, chirurghi, odontoiatri non è maggiore rispetto alla popolazione generale, con un tasso del 1-2%, ed è 10 volte più bassa rispetto all’infezione da HBVTra gli operatori infetti con HCV, all’anamnesi si rilevava un pregresso infortunio a rischio biologico

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Situazioni a rischio: Epatite C

Il rischio di trasmissione dell’infezione da paziente a operatore è clinicamente rilevante se sono soddisfatte contemporaneamente le seguenti condizioni:– procedure a rischio (exposure-prone)– ruolo di primo operatore nell’esecuzione

dell’intervento– positività per il paziente per anti HCV, HCV-

RNA

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Attività associate ad infortunio a rischio biologico

Circa il 38% di punture percutaneeavvengono durante l’uso dei dispositivi e il 42% avvengono o prima o dopo l’uso (EPINet 1999)

Le attività lavorative che espongono ad un rischio maggiore di infortunio a rischio biologico sono:– reincappucciamento di aghi– trasferimento di fluidi organici in più contenitori– errate procedure di inserimento di aghi, siringhe, provette

negli appositi contenitori rigidi

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Attività associate ad infortunio a rischio biologico

Diversi studi hanno dimostrato che percentuali varianti dal 10% al 25% degli infortuni a rischio biologico avvenivano durante il reincappucciamento di aghi usati (Ruben et al. 1983; Krasinski et al. 1987; McCormick and Maki 1981; Yassi and McGill 1991)

Inoltre se aghi o oggetti taglienti vengono lasciati incustoditi nell’area di lavoro o vengono smaltiti in contenitori non adatti ne può esitare un infortunio a rischio biologico

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Epatite C e precauzioni riguardanti gli operatori sanitari

In emodialisi deve essere fatto uno sforzo maggiore nella formazione del personale sanitarioLe precauzioni nei centri di emodialisi sono più restrittive rispetto alle precauzioni standard. Le precauzioni standard richiedono adesempio l’uso di guanti solo se si manipola sangue, secrezioni, fluidi organici. In emodialisi l’uso di guanti è richiesto anche quando si viene a contatto con il paziente e quando si manipola l’attrezzatura di dialisiL’appropriato uso di precauzioni nei centri di emodialisi dovrebbe prevenire la trasmissione di HCV tra i pazienti emodializzati e la trasmissione da paziente ad operatore sanitarioL’isolamento dei pazienti HCV positivi allo stato attuale non è necessario né raccomandato

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Epatite C e precauzioni riguardanti gli operatori sanitari

Gli operatori sanitari dovrebbero essere informati sui rischi e formati sugli interventi da adottare per prevenire le infezioni trasmesse con il sangueDovrebbe essere implementato l’uso di dispositivi di protezione e l’adeguamento a protocolli standardizzatiI protocolli devono essere ben visibili e posti in luoghi accessibili a tutti. Devono contenere il follow up che l’operatore deve eseguire in caso di esposizione percutanea o mucosale a sangue o fluidi contenenti sangue

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Procedura da seguire in caso di infortunio a rischio biologico (1)

Immediatamente dopo un infortunio a rischio biologico si deve:– lavare la ferita e la cute con sapone o acqua – lavare naso, bocca, cute dopo imbrattamento/schizzi di

sangue sul viso– irrigare gli occhi con acqua pulita, salina o sterile dopo

schizzi di sangue nel occhio

Non esistono evidenze scientifiche che l’uso di antisettici o spremere la ferita per fare uscire sangue riducano il rischio di trasmissione da agenti patogeni trasmessi con il sangue

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Procedure da seguire in caso di infortunio a rischio biologico (2)Successivamente ad un infortunio a rischio

biologico il lavoratore deve:– informare il servizio responsabile della gestione degli infortuni

a rischio biologico dell’avvenuta esposizione (a rapida informazione è essenziale in quanto, in alcuni casi, è raccomandato il trattamento post-esposizione e questo deve essere iniziato il prima possibile)

– Discutere con l’infettivologo i possibili rischi di acquisire l’epatite B e C e la necessità di un trattamento post-esposizione

– Iniziare, se necessario, il ciclo vaccinale contro l’epatite B. Il vaccino è sicuro ed efficace nel prevenire l’infezione da HBV

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Dispositivi associati a infortuni a rischio biologico (puntura con ago)

Gli operatori sanitari utilizzano diversi tipi di aghi e diversi dispositivi taglienti per provvedere alle cure del pazienteSolo pochi aghi o dispositivi taglienti sono associati alla maggioranza degli infortuni (International Health Care Worker safety Center 1997; EPINet 1999)

Il 62% degli infortuni erano dovuti a puntura con ago, soprattutto aghi ipodermici attaccati a siringhe (29%) e punture con aghi di tipo butterfly (13%) (5000 infortuni riportati tra il giugno 1995 e il luglio 1999)

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Regolamentazione: OSHALe linee guida dell’OSHA si applicano a tutti gli esposti a sangue o altro materiale potenzialmente infetto. Esse riguardano:– piani di controllo scritti e ben esposti per minimizzare o eliminare

l’esposizione a patogeni trasmessi con il sangue– compliance per quanto riguarda le precauzioni universali (trattare

tutti i materiali come se fossero materiali infetti da patogeni)– utilizzare i dispositivi di protezione individuale– proibire il reincappucciamento, rimozione di aghi contaminati o altri

oggetti taglienti seguendo soltanto procedure standardizzate– offrire la vaccinazione contro l’epatite B a lavoratori esposti

occupazionalmente a patogeni trasmessi con il sangue– predisporre corsi di informazione e formazione per i lavoratori– in caso di infortunio a rischio biologico proporre eventualmente la

profilassi post-esposizione e seguire il dipendente per il follow up

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Regolamentazione: FDA

Le linee della Food Drug Administration si occupano in particolare della sicurezza dei dispositivi di protezione:– i dispositivi devono essere catalogati, etichettati e devono

possedere i requisiti di buona pratica– per qualsiasi nuovo dispositivo messo in commercio si deve

dimostrare che il nuovo dispositivo è sostanzialmente equivalente ai dispositivi legalmente registrati

– deve essere documentata la sicurezza e l’efficacia del nuovo dispositivo sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari

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Caratteristiche desiderabili dei dispositivi

Sono disponibili una varietà e un numero sempre crescente di dispositivi di protezione, ma molti di questi dispositivi hanno solo un limitato uso nella pratica clinicaQuesti dispositivi dovrebbero essere progettati per soddisfare criteri di sicurezza dell’operatore sanitario e per soddisfare i seguenti requisiti:– deve essere sicuro ed affidabile– deve essere accettato dall’operatore– non deve avere effetti avversi per il paziente

Se un operatore utilizza dispositivi con sistemi di sicurezza, deve seguire precise linee guida per potere validare lo strumento

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Caratteristiche desiderabili dei dispositivi

Le caratteristiche desiderabili di un dispositivo dovrebbero essere:– il dispositivo dovrebbe essere senza punte– il dispositivo di sicurezza deve essere parte integrante del

dispositivo– il dispositivo deve preferibilmente lavorare passivamente. Se è

richiesta attivazione da parte dell’operatore, il dispositivo deve essere impugnato con una sola mano e l’altra deve rimanere lontano dal raggio di azione del dispositivo

– il dispositivo deve essere semplice da usare e pratico– sicuro ed efficace per il paziente– il dispositivo di sicurezza non può essere disattivato

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Raccomandazioni per il datore di lavoro

Al fine di proteggere i lavoratori dagli infortuni a rischio biologico, il datore di lavoro dovrebbe garantire un luogo di lavoro sicuro, dispositivi con meccanismi di sicurezza e programmi di sicurezza efficacigarantire la privacyIl datore di lavoro dovrebbe adottare le seguenti azioni per implementare un programma che riduca gli infortuni a rischio biologico– eliminare l’uso di dispositivi appuntiti quando sono disponibili

alternative sicure ed efficaci– utilizzare dispositivi con meccanismo di sicurezza– fornire linee guida o procedure agli operatori sanitari– istituire corsi di formazione/informazione

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Raccomandazioni per gli operatori sanitari (formazione)

Eliminare i dispositivi appuntiti quando sono disponibili alternative sicure ed efficaciAiutare il datore di lavoro nella scelta del dispositivo con meccanismo di sicurezza e preferire l’utilizzo di tali dispositiviEvitare di reincappucciare gli aghiOrganizzare il piano e la zona di lavoro prima di utilizzare dispositivi taglienti o appuntitiRiporre aghi o oggetti taglienti negli appositi contenitori rigidiDenunciare tutti gli infortuni a rischio biologico in maniera tale da iniziare immediatamente un appropriato follow upPartecipare ai corsi di formazione/informazione messi a disposizione dal datore di lavoro

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La prevenzione si basa sulla valutazione del rischio da TB individuale e collettivo (CDC, 1994*)1. Valutazione del rischio di trasmissione

nosocomiale della TB2. Definizione di protocolli mirati alla

riduzione dell’esposizione a persone infette3. Attivazione di un programma di

sorveglianza sanitaria4. Attuazione di interventi strutturali5. Uso di dispositivi di protezione individuale

* Actions recommended are consistent with general standard of good infection control (Tuberculosis in the workplace, National Academy of Sciences, 2001)

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Valutazione del rischio da TBFattori che influiscono sulla dose aumentando la contagiosità• Presenza di lesioni cavitarie• Dimostrazione nell’espettorato di bacilli acido-alcol resistenti• Diagnosi tardiva• Ritardo nell’attuazione del trattamento• Sospensione prematura del trattamento

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Valutazione del rischio da TBFattori legati alla suscettibilità individuale che influiscono

sull’effetto/risposta• Condizioni morbose (diabete, infezione HIV, neoplasie, silicosi,

patologia infettiva intestinale, magrezza patologica)• Fattori non controllabili (età e immunodepressione genetica)• Uso di farmaci immunosopressivi

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Programma di sorveglianza sanitaria per il rischio da TB1. Screening con PPD di tutti i nuovi assunti in fase

preassuntiva2. Screening con PPD con periodicità annuale degli

operatori dei reparti a maggiore rischio3. Screening con PPD degli operatori potenzialmente infetti

dopo un contatto con un paziente contagioso

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Screening con periodicità annuale degli operatori dei reparti a maggiore rischio:cutipositività nel triennio 1998-2000

28Controlli

26• Anatomia patologica

63• Microbiologia

42• Malattie infettive

74• Tisiologia

52Esposti% PPD+

Dati riferiti a 97 operatori su 141 (16 cutipositivi tra i 42 vaccinati con BCG)

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Screening degli operatori potenzialmente infetti dopo un contatto con un paziente contagioso: cuticonversioni nel quadriennio 1998-2001

0/5• Chirurgia, 20012/8• DH Prenatale, 2001

14/29• Medicina 3, 200117/28• Ortopedia, 20018/21• Cardiologia, 200021/32• Ortopedia, 2000

126/53• Chirurgia toracica, 200010/22• DH Ematologia, 20003/13• Medicina 2, 20006/10• Pronto soccorso, 2000

115/23• Ortopedia, 20001/4• Anatomia patologica, 20001/2• Medicina 3, 1999

111/20• Pronto soccorso, 1998

cuticonversioniN screening/operatori espostiReparto, anno

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Screening degli operatori potenzialmente infetti dopo il contatto con una paziente contagiosa affetta da MDR-TB

05/5• Servizi pulizia

19/9• Pediatria

215/15• Sala Parto

128/29• Nido

134/36• Ostetricia

cuticonversioniN screening/operatori espostiReparto

Dati aggiornati al 13 febbraio 2002

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Valutazione del rischio da TB (CDC, 1994) nel Policlinico di Modena

AltoSì (1)> popolazione generale 52% vs 16%

>6 ~150 (1996-2000)

16%

IntermedioNo= popolazione generale

>6

Basso= popolazione generale

<6

Molto bassoTB solo ambulatorio

0

Minimo00

Classificazione del rischio

N casi TB negli operatori

Tasso cuticonversione

N ricoveri TB/anno

N casi popolazione generale

Dati tratti da S. Martinelli, Tesi di laurea in Medicina, a.a. 2000-01 e da A. Franchi, Tesi di Specializzazione in Medicina del lavoro, a.a. 1998-99 – Relatore G Franco

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Prevenzione del rischio da TB

Valutazione del rischio

Piano di prevenzione

Attuazione del piano

Politica della QualitàMissione aziendale

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Piano di prevenzione (CDC, 1994 – Ministero della Sanità, 1998)

Misure di controllo Rischio Minimo RischioMolto Basso Rischio Basso Rischio Intermedio Rischio Alto

Valutazione rischio di base r r r r rProfilo TB nella comunità a a a a aSorveglianza del presidio c c c c cAnalisi test PPD operatori no o a 6-12 m 3 mRevisione cartelle casi di TB no o a 6-12 m 3 mOsservazione misure di controllo no no a 6-12 m 3 mValutazione interventi di bonifica o o a 6-12 m 3 mProgramma di controllo scritto r r r r rRivalutazione del rischio a a a 6-12 m 3 m

rProtocollo identificazione casi TB r r r r rrProtocollo diagnosi TB no r r r

Protocollo trasmissione dati laboratorio no r r rProtocollo trattamento casi TB no r r r rIsolamento pazienti con TB no no r r rDispositivi di protezione individuale no o r r rProtocollo per aerosol o altre manovre o o r r rEducazione/addestramento operatori r r r r rCounseling operatori r r r r rProtocollo per screening malattia r r r r rTest tubercolinico iniziale o r r r rEsecuzione periodica test no o a 6-12 m 3 mProtocollo gestione infetti r r r r rProtocollo gestione casi TB attiva r r r r rProtocollo indagini epidemiologiche r r r r rNotifica tempestiva dei casi r r r r r

r

r = raccomandato, a = annuale, c = continua, o = opzionale