Ripensare Le Competenze Trasversali I Pp
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Didattica generaleBerta Martini
Educatore sociale e territoriale (III anno)Esperto nei processi formativi (III anno)
II semestre: 24 febbraio 2010‐05 maggio 2010
Testi
• B. Rey, Ripensare le competenze trasversali, Franco Angeli, Milano, 2003.
• M. Pellerey, Dirigere il proprio apprendimento, La scuola, Brescia, 2006.
Programma delle lezioniSettimana Argomento
1a 24‐25 febbraio Ripensare le competenze trasversali
2a 03‐04 marzo Ripensare le competenze trasversali
3a 10‐11 marzo Ripensare le competenze trasversali
4a 17‐18 marzo Ripensare le competenze trasversali
5a 24‐25 marzo Ripensare le competenze trasversali
6a 31 marzo Dirigere il proprio apprendimento
7a 14‐15 aprile Dirigere il proprio apprendimento
8a 21‐22 aprile Dirigere il proprio apprendimento
9a 28‐29 aprile Sintesi e prova formativa
Ripensare le competenze trasversali
• Posizione problema• La nozione di competenza e la nozione di trasversalità
• Il problema del trasferimento. Esistono apprendimenti trasversali?
• Le competenze metodologiche sono trasversali?
• Dalle competenze trasversali alle intenzioni trasversali.
Posizione del problema
All’inizio degli anni Novanta...Interrogarsi su ciò che fa sì che un soggetto sia in
grado di produrre delle parole o degli atti che sono ininterrottamente adattati alla singolarità delle situazioni; come spiegare l’attitudine umana a rispondere all’imprevisto?
Spiegare per quali ragioni in pedagogia si era passati dalla nozione di obiettivo a quella di competenza.
Spiegare la differenza tra la nozione di competenza in àmbito professionale e in àmbito scolastico.
Fecondità della nozione di competenza trasversale in ordine all’insegnamento da parte del maestro unico.
Subire la suggestione del sogno di Decrolydell’inizio del XX secolo: la realtà, per interessare gli allievi deve essere studiata globalmente. Problema dell’utilità sociale dei saperi.
Quali sono le ragioni che giustificano una riflessione sulla trasversalità delle competenze?
Posizione del problema
Nel mondo del lavoroLa nozione di competenza si è imposta
belle imprese in opposizione alla nozione di qualificazione. La distanza tra qualificazione ed efficacia nel lavoro ha fatto sì che si valorizzassero, anziché le qualificazioni, le abilità personali che permettono ad un individuo di rispondere a situazioni inedite e in continua trasformazione.
Nella scuolaIn àmbito scolastico il problema è di
costruire le competenze: definire come e in che cosa rendere il soggetttocompetente. Ciò rimanda al problema di definirle e di individuarne gli indicatori.
Le accomuna la capacità di adattamento che implica nel soggetto
Quando si parla di competenza scolastica e di competenza in riferimento alla formazione professionale o degli adulti si ha a che fare con lo stesso concetto o con concetti diversi?
Posizione del problema
Lo scopo di Chomsky è essenzialmente quello di criticare la teoria comportamentista di apprendimento del linguaggio.
1. Egli immagina che nel soggetto esista un sistema di regole che egli chiama competenza linguistica e che preesiste all’esperienza: l’essere umano possiede la struttura che gli permette di apprendere qualsiasi lingua naturale.
2. Chomsky mette l’accento sull’aspetto generativo dell’uso del linguaggio: abbiamo reazioni inventive agli stimoli esterni.
Tuttavia il suo modello non può essere trasposto alle altre competenze. Inoltre non dice nulla su come sviluppare le competenze.
In che cosa la nozione di competenza proposta da Chomsky è insoddisfacente?
Posizione del problema
Il ricorso alla nozione di intenzione è un tentativo per risolvere il problema pedagogico della labilità nel trasferimento di competenze da una situazione all’altra.
L’idea di una disposizione psicologica, innata o acquisita che si metterebbe in azione in risposta ad uno stimolo a ad un’informazione esterna, si rivela falsa.
In ogni competenza troviamo due aspetti: 1. la padronanza di procedure più o meno
automatizzate; 2. la capacità di afferrare la situazione in una
visione che la costituisca come tale e le dia senso. E’ questa costruzione della situazione che richiama l’uso di tale o talaltra procedura posseduta dall’individuo.
Poiché il discorso pedagogico tende a interpretare la competenza come possesso di procedure automatizzate, ho preferito utilizzare la nozione di intenzione, in riferimento alla nozione di intenzionalità.
Quali sono le ragioni per le quali sostituisce il concetto di competenza con quello di intenzione trasversale?
Posizione del problema
L’idea di competenze trasversali appare come una specie di equivalente pedagogico dell’idea filosofica dell’unità del sapere, una sorta di principio unificatore al quale dobbiamo rinunciare.
Una competenza non è totalmente indipendente dalla situazione nella quale si esercita. Ciò che interviene in modo decisivo è il modo in cui il soggetto vede la situazione, il senso che gli attribuisce e i caratteri che egli fa emergere da questa situazione.
La ricerca didattica in futuro dovrebbe concentrarsi su come l’allievo impara ad interpretare le situazioni in modo da utilizzare in modo consapevole le operazioni alle quali è stato addestrato.
In che modo le conclusioni a cui giunge il testo hanno influito sul suo modo di intendere le pratiche educative e formative? Quali sono state, da allora, le direzioni di ricerca intraprese?