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COMPETENZE E PRATICHE PEDAGOGICHE Per un insegnamento centrato sullapprendimento

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COMPETENZE E PRATICHE PEDAGOGICHE

Per un insegnamento centrato sull’apprendimento

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L’INSEGNANTE COME EDUCATORE

•  L’insegnante è un teorico-pratico dell’azione educativa. Egli esercita il suo sapere pratico per aiutare qualcun altro a crescere, nella convinzione che nessuno sia condannato all’esclusione.

•  Nello stesso tempo è convinto che l’educazione non è fabbricazione: il rispetto del bambino.

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LE QUESTIONI PER L’INSEGNANTE

•  Sapere che cosa si vuol fare, ovvero che tipo di soggetto si vuole contribuire a formare (progetto etico)

•  Sapere dove si vuole andare (obiettivi di apprendimento) •  Saper inventare situazioni didattiche pertinenti

Precondizioni: consapevolezza del progetto etico , padronanza del funzionamento cognitivo del soggetto e dell’oggetto di apprendimento (saperi)

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COMPETENZA Origine del termine

•  In origine il termine “competenza” era limitato all’ambito giuridico . •  In pedagogia il termine “competenza” è stato inizialmente

utilizzato con riferimento a tre campi: la valutazione dei risultati nelle scuole professionali e la gestione delle risorse umane nell’azienda.

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CHE COS’E’ LA COMPETENZA

•  In generale la competenza è la capacità di realizzare con efficacia un compito o un insieme di compiti.

•  Dunque la competenza è una disposizione a

fare e non semplicemente a conoscere o a certi stati mentali.

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PERCHE’ LA COMPETENZA

1. Esigenza pedagogica: compito della scuola non è insegnare ma far apprendere.

2. Vincoli politico-istituzionali: documenti

della Comunità Europea, Indicazioni Nazionali

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PERCHE’ L’APPROCCIO PER COMPETENZE

•  Supera la “psicologia delle doti” (non si nasce con le competenze ma si può apprenderle).

•  Mette al centro il transfert, cioè il saper utilizzare una conoscenza in un contesto nuovo.

•  Evita la parcellizzazione dei compiti e la perdita di senso delle attività scolastiche per gli allievi.

•  Orienta la scuola verso verso situazioni di apprendimento attive.

•  Contribuisce a ridurre la selezione e gli abbandoni.

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LA COMPETENZA COME COMPORTAMENTO

•  La competenza come comportamento: la competenza è un comportamento, ovvero l’abilità a svolgere una serie di compiti specifici. Il comportamento non è concepito come un atto finalizzato ma come la risposta a una situazione. Di qui un’inevitabile frammentazione degli obiettivi

•  Fonti: pedagogia per obiettivi (Mager), comportamentismo (Skinner)

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LA COMPETENZA COME STRUTTURA GENERATIVA

•  La competenza consiste in una serie di regole che reggono i comportamenti. Le regole non sono né

osservabili né accessibili alla coscienza del soggetto •  La competenza è una capacità generale di adattarsi ad ogni situazione, anche sconosciuta, e di

decidere lo scopo da raggiungere Fonti: Noam Chomsky, René Descartes.

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LA COMPETENZA COME FUNZIONE

•  La competenza è un insieme di atti osservabili raggruppati in un’azione utile. Il comportamento non è solo la risposta a uno stimolo ma un’azione funzionale a un risultato. La competenza funzione comprende conoscenze, saper fare, atteggiamenti

•  In area francofona si parla di sapere – saper fare – saper essere.

•  In area anglofona si parla di conoscenze (Knowledges), abilità (skills), competenze (competences). • Fonti: filosofia della mente, cognitivismo funzionalista (Anderson, Gagné, ecc.)

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COMPETENZA FUNZIONE COME CAPACITA’ DI APPLICARE CONOSCENZE

•  La competenza è un sistema di conoscenze, concettuali e procedurali organizzate in schemi operativi che permettono, rispetto a una famiglia di situazioni, l’identificazione di un compito problema e la sua risoluzione attraverso un’azione efficace” (Pierre Gillet)

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OLTRE LA COMPETENZA FUNZIONE: LA COMPETENZA COME SAPERE

PRATICO

•  Competenza è la capacità di un soggetto di far agire tutte o una parte delle proprie risorse cognitive o affettive per far fronte a un insieme di situazioni complesse

(Philippe Perrenoud).

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LA COMPETENZA: NON SOLO FUNZIONE MA SAPERE E VOLER COMPRENDERE E

AGIRE

•  Per trasferire una competenza in situazioni nuove è necessario che il soggetto assuma il progetto di farne uso per risolvere un problema. E’ necessaria l’intenzionalità dell’allievo, il suo dar senso alla situazione.

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I TRE LIVELLI DI COMPETENZA (Fonte: Bernard Rey, Vincent Carette, Anne Defrance, Sabine Kahn, Les

compétences à l’école, de Boeck, Bruxelles, 2003.

1. Competenza elementare o procedura: saper eseguire un’azione in risposta a uno stimolo e a seguito di esercitazioni 2. Competenza elementare con interpretazione: saper scegliere, tra le procedure conosciute, quelle utili in una situazione o un compito non conosciuti 3. Competenza complessa: Saper scegliere, tra tra le procedure conosciute, quelle utili in una situazione o in un compito non conosciuti e complessi

Le competenze autentiche (richieste nelle Indicazioni Nazionali) sono quelle di livello 2 e 3.Esse implicano la capacità di saper mobilitare il sapere in situazioni nuove.

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I TRE LIVELLI DI COMPETENZA (FONTE: modello nazionale di certificazione delle competenze a 16 anni)

•  Livello di base: Lo studente svolge compiti semplici in situazioni note, mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali e di saper applicare regole e procedure fondamentali.

•  Livello intermedio: Lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in

situazioni note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.

•  Livello avanzato: Lo studente svolge compiti e problemi complessi in

situazioni anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Es. proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere autonomamente decisioni consapevoli.

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SCUOLA PRIMARIA: I SAPERI

“La scuola primaria mira all’acquisizione degli apprendimenti di base, come primo esercizio dei diritti costituzionali. Ai bambini e alle bambine che la frequentano offre l’opportunità di sviluppare le dimensioni cognitive, affettive, sociali, corporee, etiche e religiose, e di acquisire i saperi irrinunciabili. Si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti caratteristici di ciascuna disciplina, permette di esercitare differenti stili cognitivi, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico”.

(Indicazioni Nazionali per il curricolo)

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SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO: I SAPERI

•  Dalle Indicazioni Nazionali 2013: “Nella scuola secondaria di primo grado si realizza l’accesso alle discipline come punti di vista sulla realtà e come modalità di conoscenza, interpretazione e rappresentazione del mondo. La valorizzazione delle discipline avviene pienamente quando si evitano due rischi: sul piano culturale quello della frammentazione dei saperi; sul piano didattico quello dell’impostazione trasmissiva”.

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COMPETENZA E SAPERI

•  La scuola è il luogo della trasmissione/elaborazione dei saperi.

•  Il sapere è una competenza se non viene pensato come un insieme di oggetti ma come un campo di problemi la cui soluzione si evolve continuamente.

•  Saperi e concettualizzazione: conoscere un concetto non è solo possederne la definizione o le procedure di utilizzo ma padroneggiare il suo potere operativo.

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QUALE COMPETENZA PROMUOVERE A SCUOLA

•  La competenza da promuovere a scuola rinvia sia al possesso di strumenti cognitivi (operazioni mentali connesse ai saperi) che alla capacità di saperli contestualizzare interpretando una situazione (sapere pratico).

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PER UNA DIDATTICA DELLE COMPETENZE:

LA MOTIVAZIONE

•  Dar senso ai saperi: la motivazione come oggetto di lavoro per l’insegnante.

•  Mobilitare gli allievi in situazioni in cui possono sentirsi

coinvolti. •  Il desiderio di apprendere emerge ogni volta che

l’insegnante riesce a mettere in relazione il sapere con la storia e la vita degli uomini.

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DAL DIRE AL FARE:ORGANIZZARE LE ATTIVITA’

•  Le idee pedagogiche si realizzano nell’organizzazione materiale della classe/sezione.

•  Il metodo espositivo ha un’efficacia limitata e selettiva (è

produttivo in modo accidentale e solo per un numero ristretto di allievi).

•  L’allievo apprende mettendosi realmente in azione:

- lavorando su materiali - a partire da consegne - per far emergere conoscenze, ovvero strumenti

cognitivi

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METODI E DISPOSITIVI DIDATTICI

•  didattica per progetti: l’insegnante mobilita gli allievi (a gruppi o individualmente) su un progetto pratico o intellettuale (preparare uno spettacolo, scrivere un testo, preparare un’esposizione, ecc.).

•  didattica per problemi (situazione-problema): l’insegnante propone agli allievi un’attività in forma di problema. Gli allievi non sono in grado di risolverlo allo stato attuale delle loro conoscenze. E’ loro possibile comprendere il problema e risolverlo attraverso un ulteriore sforzo di comprensione.

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DIDATTICA PER PROBLEMI

•  Anche in assenza di specifici ostacoli cognitivi, c’è

pedagogia del problema quando il sapere viene introdotto in modo che gli allievi percepiscano la sua natura problematica (non una semplice collazione di dati e nozioni ma il punto d’arrivo di un lavoro di ricerca).

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VALUTAZIONE: ASSEGNARE UN VALORE O VALORIZZARE?

•  Valutare è dare una lettura orientata della realtà. •  La valutazione non è un momento specifico ma

permea tutta l’attività a scuola. •  Le due dimensioni della valutazione: 1. formulare

giudizi per selezionare (paradigma della selezione); 2. condurre ogni alunno a progredire nella direzione di un suo possibile livello di eccellenza (paradigma della valutazione).

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VALUTAZIONE

•  Valutare non significa escludere la soggettività dell’insegnante. E’un’interpretazione ragionata a partire da dati quantitativi e/o qualitativi. La soggettività agisce così in modo trasparente e regolato.

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VALUTARE LE COMPETENZE

•  La valutazione delle competenze è parte integrante del percorso didattico, perciò è per sua natura formativa (v. Indicazioni Nazionali).

•  Autovalutazione: l’allievo entra nella situazione del valutatore di se stesso. Egli assume una sguardo auto-osservativo, dunque si esercita in un’attività metacognitiva.

•  La valutazione evita di parcellizzare le competenze per permettere di valutare anche quelle complesse.

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LE ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE

•  Costruire i referenziali delle competenze attese tenendo conto delle Indicazioni Nazionali e della successiva programmazione.

•  Costruire gli indicatori che testimoniano la presenza dei criteri desiderati

•  Valutazione interpretazione (delle competenze acquisite dal bambino, dell’efficacia degli interventi didattici)

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PER APPROFONDIRE

Sul sito

http://www.enricobottero.com pagina “Strumenti per la formazione”

si possono leggere documenti sul concetto di competenza, sulle situazioni di apprendimento, ecc.

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BIBLIOGRAFIA

•  Philippe Meirieu, L’école, mode d’emploi, ESF, Paris, 2009. •  Daniela Maccario, A scuola di competenze. Verso un nuovo modello

didattico, SEI, Torino, 2012. •  Bernard Rey, Ripensare le competenze trasversali, Franco Angeli,

Milano, 2003. •  Philippe Perrenoud, Costruire competenze a partire dalla scuola,

Anicia, Roma, 2010 (tit. orig. Construire des compétences dès l’école, ESF, Paris, 2000).

•  Bernard Rey, Vincent Carette, Anne Defrance, Sabine Kahn, Les compétences à l’école, de Boeck, Bruxelles, 2003.

•  Enrico Bottero, Il sapere didattico, Clueb, Bologna, 2003 (parte 2, cap. IV).

•  Enrico Bottero, Il metodo di insegnamento, Franco Angeli, Milano, 2007.