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Ripensare_Creare_Condividere Ricerca Casi Studio Francesca Molteni Roberta Moretti a.a. 2011/2012

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Ripensare_Creare_CondividereRicerca Casi Studio

Francesca MolteniRoberta Moretti

a.a. 2011/2012

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INDEX

INTRO

SHARE SOME SUGAR

REPLATE

+ SPAZIO + TEMPO

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INTRO

Oggi appare sempre più chiaro il forte cambiamento dei mercati e delle leggi che li regolano in termini di produzione e consumo. Il modo di produrre e di usufruire di prodotti e servizi sta cambiando e sono sempre maggiori i movimenti

sociali che tendono alla creazione di beni di gruppo, in modo soprattutto autonomo.L’industria non è più la base della società, che al contrario sta guardando ad un organizzazione che passa da quella

gerarchizzata e verticale ad una orizzontale in cui anche la progettazione diventa condivisa e partecipata.Infatti, uno dei concetti più importanti e sempre più presenti nella società attuale, è proprio quello della condivisione,

della partecipazione dei cittadini nelle attività del loro ambiente quotidiano.Sono sempre più i casi in cui le persone in primis diventano attori principali nelle nostre città puntando a creare una

rete di comunicazione che coinvolga tutti gli abitanti.Proprio su questo concetto si basano siti web come Thingiverse, Maker Factory, Instructables, Quirky o Etsy che

producono e distribuiscono in modo libero, oggetti, informazioni e conoscenza. Altri esempi sono i più diffusi Wikipedia e YouTube che permettono a tutti di apprendere e di condividere informazioni.

Inoltre si stanno sviluppando molte organizzazioni e movimenti che, proprio nel campo del design, guardano alla progettazione non più come un’attività prettamente industriale, ma la applicano alla piccola scala diffondendola

socialmente. Esempio di questo sono i gruppi Resign e Contro Progetto.Nello specifico, Resign è un gruppo di lavoro che si basa sull’autoproduzione per l’ideazione di progetti unici ed innovativi. Oltre ai progetti interni il gruppo svolge varie attività collettive che rendono partecipi anche i cittadini,

creando con loro delle relazioni. Un esempio di questo è il progetto “Oggetti Liberi” grazie al quale vari oggetti in disuso od obsoleti sono stati

posizionati nelle strade cittadine e resi liberi, ognuno ha avuto la possibilità di modificare, migliorare e dare una nuova vita agli oggetti e di renderli fruibili per gli altri.

Un’altra attività interessante di questo gruppo è il “Designer a domicilio”, in questo modo i designer vengono chiamati direttamente a casa per rinnovare mobili ed oggetti che già si possiedono. Si riducono così gli sprechi e si

creano progetti ad hoc, sempre nuovi ed in linea con i committenti.Contro progetto, invece, è un gruppo di giovani che realizzano le loro idee grazie all’autoproduzione, sempre

utilizzando materiali di recupero. Oltre alla progettazione personale questo gruppo organizza workshop (es. the hub) che hanno come obiettivo la progettazione, con successiva realizzazione dei progetti, dello spazio pubblico e

collettivo e vengono svolti mantenendo come punto centrale il concetto di partecipazione.I casi, però, sono molteplici e si sviluppano non solo nel design e nella progettazione, ma anche nei vari modi di

collaborare all’interno della società.Altri esempi di questo cambiamento sono i movimenti di Urban Gardening o di Guerrilla Gardening, attività che

coinvolgono persone che spontaneamente decidono di mantenere orti e giardini in città.

In quest’ ottica sono stati scelti alcuni casi studio, dei progetti che si realizzano nelle nostre città, che sono vicini a noi, non solo come designer, ma soprattutto come persone e cittadini.

Casi studio semplici e spesso facilmente replicabili, che hanno però dei grandi risvolti sociali sia di aiuto e sostegno tra le persone sia di attenzione ambientale.

Il primo caso è Share Some Sugar, si tratta di un sito web dove è possibile cercare alcuni oggetti e prenderli in prestito dai proprio vicini che partecipano al progetto. Questo caso appare interessante proprio perché volge alla

creazione di una rete di relazioni tra i cittadini mettendoli in contatto gli uni con gli altri. Inoltre è un servizio comodo e utile che permette di risparmiare soldi e tempo evitando acquisti inutili.

Il secondo caso scelto è Replate. Si tratta di un movimento organizzato che prevede di lasciare gli avanzi di cibo accanto ai cestini della spazzatura, in modo che i senzatetto e chi ne ha bisogno possa prenderli.

In questo modo oltre ad evitare gli sprechi di cibo si svolge anche un’azione di utilità sociale. Questo caso è interessante perché si tratta di un movimento nato dall’osservazione di comportamenti di alcune persone ed è

successivamente diventato un’abitudine in molte città. I cittadini sono attivi nella società svolgendo anche un servizio utile. Anche in questo caso la rete che si crea, non solo tra i cittadini, ma anche tra le varie città che partecipano al

progetto, è un modo di comunicare e condividere esperienze.In ultimo, il caso di + spazio + tempo, un progetto sperimentale della città di Torino, che promuove iniziative di collaborazione, condivisione e progettazione partecipata, coinvolgendo tutti i cittadini in azioni mirate di

rinnovamento e miglioramento degli ambienti e dei servizi della città. Varie attività vengono svolte per le strade e nei quartieri rendendo più semplici e meno frenetici i ritmi di vita attraverso l’aiuto di tutti.

La collaborazione è la parola chiave anche di questo caso, è il filo rosso che collega i casi studio e rappresenta la drezione principale che sta prendendo non solo la progettazione ma nache l’organizzazione sociale.

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SHARE SOME SUGAR

Abstract

Questo progetto nasce dall’idea di creare una comunità nel vicinato per collegare le persone e definire una rete di relazioni tra di esse.

Share Some Sugar ti permette di prendere in prestito qualunque tipo di oggetto ti serva dai tuoi vicini, dagli abitanti della tua città, in modo da non dover comprare dei prodotti che useresti solo una volta così da risparmiare soldi e

tempo.Si deve rivalutare il concetto che “dare significa avere”, la condivisione è un ottimo modo per conoscere nuove

persone e vivere la città in un modo diverso.

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Descrizione

Il nome Share Some Sugar nasce dall’abitudine di chie-dere lo zucchero al vicino di casa quando ci si accorge che è finito proprio mentre stiamo facendo una torta. Questo progetto è nato dall’esperienza di una giovane ragazza che, 3 anni fa, cambiando casa e trovandosi sprovvista di alcuni oggetti domestici, ha pensato di chiedere in prestito ai suoi nuovi vicini alcuni attrezzi, utensili e attrezzature da giardino, per evitare di acqui-starli nuovi e utilizzarli soltanto una volta, spendendo così molti soldi. Da qui nasce l’idea di un sito internet, una piattaforma basata sull’approccio 2.0, in cui persone di uno stesso quartiere possono condividere e chiedere in prestito og-getti di ogni tipo. Grazie a questa piattaforma web è possibile mettere a disposizione dei propri vicini di casa i più disparati. Dal sito dunque sarà possibile vedere quale persona del proprio quartiere possiede un certo attrezzo e chieder-glielo in prestito direttamente on line. Gli oggetti si presentano divisi in categorie (sport, giar-dinaggio, cucina, pittura, bambini, ufficio, idraulica, ecc) così da facilitarne la ricerca. Inoltre ogni utente registrato al sito può vedere quanti soldi ha risparmiato prendendo in prestito un oggetto in-vece di acquistarlo e anche quanti soldi ha fatto rispar-miare agli altri prestando qualcosa di suo.Con un approccio simile a quello di e-Bay, gli utenti del sito possono inviare dei feedback riguardo i vari vicini in modo da creare una piccola storia sul loro profilo ed incentivare, o disincentivare, le loro richieste.Ovviamente questa iniziativa è totalmente gratuita ed appare interessante per capire i nuovi modi in cui i citta-dini, soprattutto nel vicinato, si stanno organizzando per la condivisione di oggetti e conoscenze.Il progetto si basa sul concetto che “dare significa ave-re” per creare delle nuove relazioni nel vicinato e nella città, proprio perché i cittadini dovrebbero essere una comunità.

Link

http://www.sharesomesugar.com/

http://vimeo.com/7507774

http://sierraclub.typepad.com/greenlife/2010/08/when-keara-schwartz-moved-into-her-new-apartment-she-needed-tools-and-gardening-equipment-but-she-would-have-used-many-of-t.html

http://www.soapboxmedia.com/innovationnews/1208share.aspx

http://www.nytimes.com/2010/09/26/weekinreview/26goodman.html?_r=2

http://www.azfamily.com/news/consumer/Sharing-is-a-life-lesson-that-is-saving-some-people-mo-ney-103686404.html

http://abclocal.go.com/kabc/story?section=news/consumer&id=7665643&status=ok

http://www.re-nest.com/re-nest/community/share-some-sugar-why-buy-when-you-can-borrow-116547?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A%20apartmenttherapy%2Fre-nest%20%28Re-Nest%29

Camponeschi C. (2010). “The enabling city”, creative commons, pp. 39

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REPLATE

v. (re.plate): To place unwanted leftovers, tipically in a doggie bag, on the top of the nearest trash can so that they don’t go waste.

Abstract

Replate è una possibile risposta al problema degli sprechi di cibo in città, come pure a quello dei senzatetto che spesso si trovano a rovistare nei cassonetti per cercare i cibo.

Infatti, lasciando gli avanzi di cibo accanto o sopra i cestini della spazzatura,chiusi in scatole, si eviterà che i più poveri li cerchino dentro di essi rischiando anche di prendere delle malattie e si offriranno dei cibi freschi a chi ne ha

bisogno. Si tratta di un movimento open-source che guarda alla riduzione degli sprechi in un modo propositivo, semplice e

comunitario.

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Descrizione

Questo movimento nasce dall’osservazione dei com-portamenti dei cittadini che, soprattutto sulla West Co-ast americana, erano soliti lasciare gli avanzi del pranzo sopra o accanto ai cestini della spazzatura in modo che chi ne avesse bisogno potessi prenderli.Da qui è nata la necessità di dare un nome a questo comportamento che è stato definito Replate.Creato da due designers di San Fransisco, Josh Kamler e Axel Albin, è un movimento completamente volonta-rio ed ovviamente senza scopo di lucro. I due designer hanno solo inventato nome, logo e creato un sito internet dove l’idea e la modalità di svolgimento viene spiega-ta con il preciso scopo di incrementare la diffusione del progetto.Da quel momento anche ristoranti e negozi, oltre che cittadini, hanno iniziato a lasciare scatole di cibo sopra o accanto ai cestini per renderlo fruibile per i bisognosi.Appare chiaro che ci sono molte limitazioni per questo tipo di progetto, come per esempio la pulizia e la pos-sibile contaminazione dei cibi, d’altra parte però questi alimenti posizionati in vista sono facilmente e rapida-mente individuati e mangiati. Questo diventa molto più chiaro proprio quando il movimento diventa un’abitudine cittadina, un comportamento collettivo. Inoltre si evita cosi che le persone rovistino direttamente nei cestini rischiando per altro di prendere malattie ed infezioni.Ultimamente si sta pensando di allargare il progetto fa-cendolo diventare un movimento accettato, divulgato e promosso dalle istituzioni cittadine.Questo è un esempio di movimento Open-source all’in-terno della città. Infatti è aperto a tutti e ognuno può far-ne parte con il minimo sforzo.Gli aspetti positivi del progetto sono molti, i più impor-tanti sono ovviamente la riduzione degli sprechi alimen-tari e della spazzatura come pure un sostegno a chi ne ha più bisogno.D’altra parte, si evidenzia così l’importanza e il bisogno di creare dei legami tra i cittadini o nel vicinato rendendo tutti più partecipi della vita e dell’evoluzione della pro-pria città.Oggi Replate è un movimento internazionale che viene messo in pratica in molte città, soprattutto americane, con buoni risultati.

Link

http://www.replate.org/

Camponeschi C. (2010). “The enabling city”, creative commons, pp. 33.

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+ SPAZIO + TEMPO

Abstract

Il movimento +spazio +tempo è un progetto sperimentale della città di Torino all’interno del quale, attraverso forme di collaborazione, condivisione e progettazione partecipata, vengono attuate azioni mirate, come per esempio

l’istituzione di un banca del tempo, volte al miglioramento della vita nella città.Grazie a questo progetto i servizi e le attività cittadine vengono gestite in modo da renderle accessibili in modo più

agevole, per migliorare la fruizione dei servizi e l’utilizzo del tempo libero.L’elemento nuovo è il diretto coinvolgimento dei cittadini nelle attività, sia nell’ideazione che nella loro realizzazione.

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Descrizione

Il progetto +spazio+tempo è un esperimento che viene realizzato nella città di Torino.Il progetto sviluppa delle attività nell’ambito della ge-stione degli orari, agevolando l’accessibilità di servizi di pubblica utilità e attività economiche anche in giorni e ore inconsuete; riguardo la conciliazione dei tempi di vita, con servizi adattati alle esigenze delle famiglie e delle donne che lavorano; servizi di volontariato civico e banche del tempo, promuovendo nuove forme di rela-zione fra soggetti dello stesso territorio basate sulla mu-tualità, lo scambio del tempo, la solidarietà, la reciproca valorizzazione. Ci sono inoltre servizi rivolti ai bambini, per permettere autonomia e sicurezza nell’uso del tempo e dello spazio; azioni nell’ambito delle tecnologie informatiche e tele-matiche per favorirne l’uso in termini di servizi utili e di in-cremento del tempo libero; azioni nel campo della mobi-lità, facilitando gli spostamenti nei diversi momenti della giornata, con particolare attenzione a giovani e anziani. Vengono proposte azioni nello spazio pubblico, per mi-gliorarne l’accessibilità e la “giocabilità”, per i bambini e per gli adulti; servizi di animazione, per impiegare lo spazio in attività educative, culturali, di incontro tra citta-dini protagonisti di quanto concerne la vita della propria comunità.Concretamente +spazio+tempo propone iniziative come la progettazione partecipata di nuovi ambienti per i gio-vani, con i giovani stessi; interventi collettivi per attrez-zare spazi pubblici per uso spontaneo; istituzione di una banca del tempo, in cui persone si scambiano tempo, competenze e capacità; avviamento di community gar-den, in cui gruppi di persone creano e curano gratuita-mente orti e giardini pubblici; promozione del servizio di ciclo-consegna, che prevede la consegna di documenti e piccoli pacchi utilizzando normali biciclette; riproget-tazione dei cortili nata dalla collaborazione dei bambi-ni con gli architetti; progettazione di percorsi a piedi “casa-scuola” in cui i bambini possono muoversi senza pericolo potendo contare su esercizi commerciali con-venzionati, definiti “luoghi amici”, in cui poter sostare per qualunque necessità; riprogettazione collettiva dell’arre-do urbano di una zona specifica della città, mediante l’inserimento di manufatti creati dai cittadini stessi.Per propria natura e filosofia, +spazio+tempo costruisce azioni attraverso l’interazione e la somma dei contributi dei soggetti che agiscono sul territorio. Soggetti istituzionali e non, associazioni, gruppi organiz-zati e singole persone: ognuno è fondamentale per fare sì che +spazio+tempo possa migliorare la qualità della vita di tutti. Il progetto è stato avviato nel febbraio 2008 nel quartiere San Paolo.

La sperimentazione continua a San Donato e in altre aree della Città. Il trasferimento della progettazione e del know-how di +spazio +tempo a San Donato si è articola-ta in: analisi territoriale (spazio pubblico, servizi, risorse, esigenze), definizione delle priorità di intervento, indivi-duazione degli stakeholders, avvio della progettazione partecipata.Il progetto +spazio+tempo guarda al territorio nella sua complessità per metterne a sistema le risorse e pro-muovere, progettare e accompagnare la costruzione di risposte sostenibili alle esigenze espresse. Per fare questo, mette a disposizione: un presidio territoriale, competenze e assistenza tecnica, una regia attenta a garantire dialogo costante fra enti locali e territorio, luo-ghi e metodi per la progettazione partecipata delle azio-ni, risorse economiche per lo start-up.

Link

http://www.piuspaziopiutempo.it/

http://www.ciclofficinatandem.it/

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