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RifIuTiaMo l o SprEcO. no n SprEcHiaMo i R ifIut i Dimmi quanti rifiuti produci e ti dirò chi sei: la carta a pagina 2 mostra la dif- ferenza tra Paesi industrializzati e in via di sviluppo. La percentuale di frazione organica (colonnina in verde chiaro) non deve trarre in inganno: è più alta nelle aree meno sviluppate perché minore è la produzione di rifiuti solidi legati al consumi- smo. Il livello di virtuosità nella raccolta differenziata (colonnina in grigio-azzurro scuro) non corrisponde a un comportamento altrettanto virtuoso nel consumo alimentare. In realtà lo spreco avviene lungo tutta la filiera, cioè durante il viaggio che i prodotti compiono per arrivare sulla nostra tavola (viaggio che può essere molto lungo, come si vede nella carta di pagina 3, riferita ai prodotti del settore primario). Nel corso dei vari passaggi, una quantità di cibo che permetterebbe di sfamare due terzi della popolazione mondiale diventa rifiuto, alimentando il paradosso per cui un miliardo di persone sono denutrite o malnutrite e altrettante sono obese o sovrappeso. Anche se alcune “perdite” come quelle derivanti dall’andamento climatico non possono essere evitate, molto si può fare. A livello globale, è fondamentale accorciare la filiera e utilizzare in modo più efficiente i terreni, gestendo meglio le risorse idriche e riducendo l’uso di prodotti chimici e fitofamaci. A livello individuale, imparare una corretta educa- zione alimentare, consumando prodotti di stagione, facendo una spesa più oculata e riutilizzando gli avanzi. 1 2014-2015 InsErto Ca rToG raFico Al lEgato Al la GuiD a 2014-2015

Transcript of Ri˜I˚Ti˛M˝ l˙ SpˆEˇO. n˙˘ SpˆEˇHi˛M˝ Ri˜I˚t€¦ · 62% Malaysia 18% Mal i 20%...

  • Rif IuTiaMo lo SprEcO . non SprEcHiaMo i RifIuti

    Dimmi quanti rifiuti produci e ti dirò chi sei: la carta a pagina 2 mostra la dif-

    ferenza tra Paesi industrializzati e in via di sviluppo. La percentuale

    di frazione organica (colonnina in verde chiaro) non deve trarre

    in inganno: è più alta nelle aree meno sviluppate perché

    minore è la produzione di rifiuti solidi legati al consumi-

    smo. Il livello di virtuosità nella raccolta differenziata

    (colonnina in grigio-azzurro scuro) non corrisponde a

    un comportamento altrettanto virtuoso nel consumo

    alimentare. In realtà lo spreco avviene lungo tutta la

    filiera, cioè durante il viaggio che i prodotti compiono per arrivare sulla nostra tavola (viaggio che può essere molto

    lungo, come si vede nella carta di pagina 3, riferita ai prodotti del settore primario). Nel corso dei vari passaggi, una

    quantità di cibo che permetterebbe di sfamare due terzi della popolazione mondiale diventa rifiuto, alimentando il

    paradosso per cui un miliardo di persone sono denutrite o malnutrite e altrettante sono obese o sovrappeso. Anche

    se alcune “perdite” come quelle derivanti dall’andamento climatico non possono essere evitate, molto si può fare.

    A livello globale, è fondamentale accorciare la filiera e utilizzare in modo più efficiente i terreni, gestendo meglio le

    risorse idriche e riducendo l’uso di prodotti chimici e fitofamaci. A livello individuale, imparare una corretta educa-

    zione alimentare, consumando prodotti di stagione, facendo una spesa più oculata e riutilizzando gli avanzi.

    12014-2015

    Ins Erto CarToGra F i co AllEgato Alla GuiDa 2014-2015

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    (Fonte: WTO, International Trade Statistics, 2013)

    102

    32014-2015

    FLUSSI COMMERCIALI DI PRODOTTIDEL SETTORE PRIMARIO

  • salv iamo l’ acqua

    Gli studiosi hanno recentemente introdotto il concetto di “impronta idrica” di una nazione,

    cioè la somma del consumo delle fonti interne e di tutte quelle merci importate — dai

    cibi ai prodotti industriali — che richiedono l’uso dell’acqua. Come si osserva dalle tabelle a pagina 5, l’acqua è

    importante quanto l’energia nella produzione dei beni. Basti pensare che per fare il pieno di benzina si consumano

    mille litri d’acqua mentre per costruire un’automobile se ne utilizzano 150 000.

    Nordamerica

    Sudamerica

    Europacentro-occidentale

    Europaorientale e Russia

    Nordafrica

    Africa subsahariana

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    * Importo massimo teorico di risorse idriche disponibili perun paese in un dato anno pro capite, considerando il �ussomedio annuo di umi e laghi interni e limitro, il �usso diricarica delle falde acquifere, nonchè l’a�usso e il de�ussodi acqua assicurato da trattati internazionali.(Fonte: FAO AQUASTAT database)

    Nordamerica

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    Nordamerica

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    Nordamerica

    Sudamerica

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    * Importo massimo teorico di risorse idriche disponibili perun paese in un dato anno pro capite, considerando il �ussomedio annuo di umi e laghi interni e limitro, il �usso diricarica delle falde acquifere, nonchè l’a�usso e il de�ussodi acqua assicurato da trattati internazionali.(Fonte: FAO AQUASTAT database)

    Gli studiosi hanno recentemente introdotto il concetto di “impronta idrica” di una nazione,

    cioè la somma del consumo delle fonti interne e di tutte quelle merci importate

    42014-2015

  • A livello mondiale è però l’agricoltura ad assorbire la maggiore quantità in termini assoluti, seguita a lunga distanza

    dall’industria e dall’uso domestico. Il WWF ha calcolato che l’“impronta” dell’Italia è tra le più alte al mondo:

    siamo il terzo Paese importatore di acqua “virtuale” o nascosta nei cibi “stranieri” con 62 miliardi di metri cubi

    l’anno. Occorre quindi risparmiare. Come? Scegliendo cibi e prodotti dal basso costo idrico: più verdure di stagione,

    meno carne e più acqua del rubinetto!

    Nei Paesi occidentali e in Sudamerica sono presenti consistenti risorse idriche. Qui la percentuale di prelievo annuo

    è relativamente bassa rispetto ai Paesi africani, dove a fronte di scarse risorse il prelievo incide notevolmente. Una

    disparità geografica che si scontra con due dati essenziali, validi a ogni latitudine: il fabbisogno idrico giornaliero

    pro capite è di 2-4 litri, ma per produrre il cibo che una persona mangia ogni giorno sono necessari da 2000 a 5000

    litri di acqua.

    Lavare le mani

    Fare la doccia

    Fare il bagno

    Lavare i denti

    Usare la lavastoviglie

    Usare la lavatrice

    1 litro

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    circa 150 000 litri

    PER PRODURRE SERVONO

    1 kg di carta riciclata

    1 sacchetto di plastica

    1 kg di carta nuova

    1 maglione

    1 pieno di benzina

    1 automobile

    Lavare le mani

    Fare la doccia

    Fare il bagno

    Lavare i denti

    Usare la lavastoviglie

    Usare la lavatrice

    1 litro

    20 litri

    150 litri

    2 litri

    20 litri

    55 litri

    USO DOMESTICO

    Agricoltura

    Industria

    Uso domestico

    70%

    20%

    10%

    USO DELL’ACQUA DOLCE NEL MONDO

    VARI UTILIZZI DELL’ACQUA

    2 litri

    da 10 a 20 litri

    100 litri

    200 litri

    1000 litri

    circa 150 000 litri

    PER PRODURRE SERVONO

    1 kg di carta riciclata

    1 sacchetto di plastica

    1 kg di carta nuova

    1 maglione

    1 pieno di benzina

    1 automobile

    Lavare le mani

    Fare la doccia

    Fare il bagno

    Lavare i denti

    Usare la lavastoviglie

    Usare la lavatrice

    1 litro

    20 litri

    150 litri

    2 litri

    20 litri

    55 litri

    USO DOMESTICO

    Agricoltura

    Industria

    Uso domestico

    70%

    20%

    10%

    USO DELL’ACQUA DOLCE NEL MONDO

    VARI UTILIZZI DELL’ACQUA

    2 litri

    da 10 a 20 litri

    100 litri

    200 litri

    1000 litri

    circa 150 000 litri

    PER PRODURRE SERVONO

    1 kg di carta riciclata

    1 sacchetto di plastica

    1 kg di carta nuova

    1 maglione

    1 pieno di benzina

    1 automobile

    CONSUMO DI ACQUA PER LA PRODUZIONE DI ALCUNI BENI

    Cioccolato 1 kg 17196 litrii

    Carne di manzo 1 kg 15 415 litri

    Bio-diesel 1 litro 11397 litri

    Carne ovina 1 kg 10412 litri

    Carne di maiale 1 kg 5988 litri

    Burro 1 kg 5553 litri

    Carne di pollo 1 kg 4325 litri

    Formaggio 1 kg 3178 litri

    Olive 1 kg 3025 litri

    Riso 1 kg 2497 litri

    Cotone gomitolo da 250 g 2495 litri

    Pasta 1 kg 1849 litri

    Pane 1 kg 1608 litri

    Pizza 1 unit 1239 litri

    Mela 1 kg 822 litri

    Banana 1 kg 790 litri

    Patate 1 kg 287 litri

    Latte 1 bicchiere 255 litri

    Cavolo 1 kg 237 litri

    Pomodoro 1 kg 214 litri

    Uovo 1 196 litri

    Vino 1 bicchiere 109 litri

    Birra 1 bicchiere 74 litri

    Tè 1 tazza 27 litri

    (Fonte: Global Food Security Programme, Food Waste within global food systems)

    52014-2015

  • Lo spreco al imentare : dove e come

    La cartina qui sotto mette in evidenza che lo spreco alimentare è un fenomeno che interessa

    sia i Paesi poveri sia quelli ricchi. Nei primi generalmente non è intenzionale, ma si verifi ca per la carenza

    di infrastrutture e di commercializzazione; nei secondi avviene soprattutto nella parte fi nale della fi liera alimentare: la

    distribuzione al dettaglio, che scarta grosse quantità di alimenti per rincorrere standard di qualità che danno troppa importanza

    all’apparenza, e i consumatori, che buttano il cibo a causa di acquisti eccessivi, modalità di conservazione inappropriate e pasti

    troppo abbondanti. In termini assoluti lo spreco alimentare è molto più elevato nelle regioni ricche: Europa, Nordamerica e Asia

    industrializzata. Per quanto riguarda i prodotti, i più a rischio sono quelli freschi come frutta, verdura, latte e carne. L’Italia non

    fa eccezione: fi niscono nel bidone il 35% di uova, latte e carne, il 19% del pane, il 16% di frutta e verdura.

    (Fonte: FAO, Food wastage footprint: Impacts on natural resources, 2013)

    sia i Paesi poveri sia quelli ricchi. Nei primi generalmente non è intenzionale, ma si verifi ca per la carenza

    62014-2015

  • Frutta e verdura fresche

    Latte

    Frutta e verdura conservate

    Carne, pollame e pesce

    Prodotti cerealicoli

    Oli e grassi

    Altri cibi

    05 05 10 15 20 25 30

    Cibo mangiato

    Cibo perduto

    (Fonte: UNEP, The Environmental Food Crisis)

    6%7%

    9%

    14%

    14%23%

    28%

    Asia industrializzata

    Asia sud e sud-orientale

    Nordamerica e Oceania

    Europa

    Africa subsahariana

    Nordafrica e Asia centro-occidentale

    Sudamerica

    2%8%4%

    3%

    44%

    20%

    19%

    Cereali

    Radici e tuberi

    Frutta e verdura

    Semi oleaginosi e legumi

    Carne

    Latte

    Pesce

    18%

    4%

    5%

    10%

    17%

    46%

    Organico

    Carta

    Vetro

    Metallo

    Altri

    Plastica

    (Fonte: WRI/UNEP, Reducing Food Loss and Waste, 2013) (Fonte: The World Bank, What a Waste: A Global Review of Solid Waste Management, 2012)

    COMPOSIZIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

    Progetto Sapere Coop 2014-2015 a cura di ANCC – Coop Realizzazione a cura di Iniziative Speciali di De Agostini Libri S.p.A., C.so della Vittoria 91, 28100 Novara – Stampato in ItaliaCartografi a: Area cartografi a di De Agostini Libri - Illustrazioni: Santo Pappalardo© 2014 Coop Italia. Tutti i diritti riservati – www.e-coop.it; www.progettieducativicoop.it – © 2014 De Agostini Libri S.p.A. - Novara – www.deagostini.it

    PERDITE E SCARTI DI CIBOPER AREA GEOGRAFICA

    PERDITE E SCARTI DI CIBOPER TIPOLOGIA

    PERDITE ALIMENTARI PER ALCUNI PRODOTTI

    (100% = 1,3 miliardi di tonnellate)

    (Quantità mangiata/perduta in milioni di tonnellate)

    Dolcificanti

    72014-2015