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IL CORAGGIO DI ESSERE PROTAGONISTI Passione, Autogoverno, Autonomia Sintesi della tesi congressuale presentata da Franco Panizza - candidato alla Segreteria politica Simone Marchiori - candidato alla vice Segreteria politica **** I L PERCHÉ DI UNA SCELTA Prima di entrare nel merito dei valori, degli obiettivi e dei contenuti politici della nostra tesi, pensiamo sia importante prendere atto che questo congresso è molto diverso e molto più sfidante rispetto ad altri che abbiamo celebrato nel recente passato . Le ragioni che lo rendono così straordinario, così carico di responsabilità e di significati sono legate al fatto che mai, prima d’ora, la nostra Autonomia è stata così minacciata , sottoposta ad una aggressione che non ha precedenti. Questa consapevolezza deve guidare ogni nostra scelta e ogni nostra presa di posizione. In un momento di grande frammentazione politica e di crescenti fibrillazioni, riteniamo, inoltre, che ci sia la necessità di una guida sicura e autorevole che garantisca l'unità del Partito, ma che sia anche in grado di portarne avanti l'apertura e il rinnovamento. Da questi presupposti nasce la nostra candidatura: siamo convinti, infatti, che mai come oggi sia importante rinnovare, ma senza rottamare e aprendo invece il Partito, premiando al contempo chi nel Partito ci ha creduto e vi è cresciuto, abbinando esperienza a nuove idee e rinnovamento. Il vero rinnovamento non è nel rottamare chi c'era prima, ma nell’aiutare a crescere le risorse interne, ragionando sulle idee, confrontandosi sulle visioni, discutendo, anche animatamente, ma avendo alla fine il coraggio di decidere e di scegliere insieme. **** L A RESPONSABILITÀ DI ESSERE ALLA GUIDA DELL AUTONOMIA Avere espresso, come autonomisti, il Presidente della Provincia significa che dei destini del Trentino dobbiamo farcene carico direttamente , assumendoci le maggiori responsabilità nelle scelte di governo. Se fossimo all’opposizione il nostro compito sarebbe sicuramente più facile, ma altrettanto sicuramente meno incisivo ed efficace. Sarebbe sufficiente far sentire la nostra voce, fare le nostre battaglie, far capire a chi governa che esistiamo e che abbiamo qualcosa di importante da dire e da fare. Anche quando eravamo in maggioranza, ma con posizioni decisamente più marginali, essendo il più piccolo dei tre partiti del Centro Sinistra Autonomista, situazione che ha caratterizzato le ultime due legislature, avevamo qualche spazio di manovra in più e soprattutto non dovevamo farci carico della complessità dei problemi. Oggi non è più così e le responsabilità che ci ricadono sulle spalle sono elevatissime e non possiamo scaricarle sulle spalle altrui. Il passo in avanti, decisivo, che abbiamo compiuto in questa legislatura è stato quello di esprimere il presidente Rossi, il Presidente del Trentino. A volte abbiamo l’impressione che questo passaggio non sia stato sufficientemente capito e interiorizzato nel suo profondo e cruciale significato dalla base del Partito. Esprimere , con un’elezione diretta, la principale carica della nostra Autonomia è un grande onore, impensabile fino a qualche anno fa, ma è anche un grande onere, che

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IL CORAGGIO DI ESSERE PROTAGONISTI Passione, Autogoverno, Autonomia

Sintesi della tesi congressuale presentata da Franco Panizza - candidato alla Segreteria politica

Simone Marchiori - candidato alla vice Segreteria politica

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IL PERCHÉ DI UNA SCELTA Prima di entrare nel merito dei valori, degli obiettivi e dei contenuti politici della nostra tesi, pensiamo sia importante prendere atto che questo congresso è molto diverso e molto più sfidante rispetto ad altri che abbiamo celebrato nel recente passato. Le ragioni che lo rendono così straordinario, così carico di responsabilità e di significati sono legate al fatto che mai, prima d’ora, la nostra Autonomia è stata così minacciata, sottoposta ad una aggressione che non ha precedenti. Questa consapevolezza deve guidare ogni nostra scelta e ogni nostra presa di posizione.

In un momento di grande frammentazione politica e di crescenti fibrillazioni, riteniamo, inoltre, che ci sia la necessità di una guida sicura e autorevole che garantisca l'unità del Partito, ma che sia anche in grado di portarne avanti l'apertura e il rinnovamento.

Da questi presupposti nasce la nostra candidatura: siamo convinti, infatti, che mai come oggi sia importante rinnovare, ma senza rottamare e aprendo invece il Partito, premiando al contempo chi nel Partito ci ha creduto e vi è cresciuto, abbinando esperienza a nuove idee e rinnovamento.

Il vero rinnovamento non è nel rottamare chi c'era prima, ma nell’aiutare a crescere le risorse interne, ragionando sulle idee, confrontandosi sulle visioni, discutendo, anche animatamente, ma avendo alla fine il coraggio di decidere e di scegliere insieme.

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LA RESPONSABILITÀ DI ESSERE ALLA GUIDA DELL’AUTONOMIA Avere espresso, come autonomisti, il Presidente della Provincia significa che dei destini del Trentino dobbiamo farcene carico direttamente, assumendoci le maggiori responsabilità nelle scelte di governo. Se fossimo all’opposizione il nostro compito sarebbe sicuramente più facile, ma altrettanto sicuramente meno incisivo ed efficace. Sarebbe sufficiente far sentire la nostra voce, fare le nostre battaglie, far capire a chi governa che esistiamo e che abbiamo qualcosa di importante da dire e da fare.

Anche quando eravamo in maggioranza, ma con posizioni decisamente più marginali, essendo il più piccolo dei tre partiti del Centro Sinistra Autonomista, situazione che ha caratterizzato le ultime due legislature, avevamo qualche spazio di manovra in più e soprattutto non dovevamo farci carico della complessità dei problemi. Oggi non è più così e le responsabilità che ci ricadono sulle spalle sono elevatissime e non possiamo scaricarle sulle spalle altrui. Il passo in avanti, decisivo, che abbiamo compiuto in questa legislatura è stato quello di esprimere il presidente Rossi, il Presidente del Trentino. A volte abbiamo l’impressione che questo passaggio non sia stato sufficientemente capito e interiorizzato nel suo profondo e cruciale significato dalla base del Partito.

Esprimere, con un’elezione diretta, la principale carica della nostra Autonomia è un grande onore, impensabile fino a qualche anno fa, ma è anche un grande onere, che

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dobbiamo saperci assumere e sostenere politicamente e amministrativamente. E questo vuol dire che i nostri interessi , quell i del nostro Parti to, devono avvicinarsi quasi a coincidere con quell i del Trentino, della sua Autonomia, dei problemi del suo oggi e del suo domani.

Accettare la sf ida di esprimere i l Presidente della Provincia, cioè accettare di essere Autonomisti non solo nelle intenzioni, pur nobil i , ma anche nei fatt i , con la loro problematicità, è i l passaggio che i l nostro Parti to deve saper compiere, pena i l r inunciare al la sua missione più alta e impegnativa: essere in grado di gestire l ’autonomia, con quello che ciò comporta in termini di valori (saper disegnare la rotta), in termini di capacità (saper governare la nave), in termini di responsabil i tà (non anteporre gl i interessi di bottega a quell i più generali del Trentino).

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UN PARTITO ALL’ALTEZZA DELLE SFIDE Per poter essere davvero un partito di governo, all’altezza delle sfide e delle aspettative dei trentini, senza tuttavia rinnegare la nostra storia ed identità, dobbiamo innanzitutto partire dal nostro interno.

Siamo convinti, infatti, che il Partito debba adeguare le sue strutture ed i suoi strumenti al mutare del contesto globale. Non possiamo negare la rivoluzione digitale che ha modificato ogni nostro modo di pensare e di vedere la realtà e, soprattutto, non possiamo permetterci di non riuscire a comunicare con quella fascia di popolazione, soprattutto i giovani, che ormai traggono ogni loro informazione dalle nuove tecnologie.

Dobbiamo, insomma, adeguare la nostra immagine e la nostra comunicazione ai tempi moderni, puntando a colmare quel distacco che ormai esiste fra cittadini e politica. Autonomia è partecipazione e dobbiamo essere noi i primi a coinvolgere e mantenere coinvolti i trentini nell’amministrazione della cosa pubblica, nell’autogoverno della nostra terra. Anche se le forme comunicative cambiano ed è più difficile far arrivare il nostro messaggio, non possiamo permetterci di perdere questo tratto distintivo che marca la differenza fra noi e molte altre realtà italiane.

Tutto ciò presuppone un’attenzione particolare anche al coinvolgimento di nuove persone all’interno del nostro Partito: non solo giovani leve da far crescere al nostro interno, ma anche tutti coloro che considerano l’Autonomia il bene primario e imprescindibile per la nostra terra e hanno voglia di mettersi a disposizione e di portare avanti i nostri ideali e la nostra azione di governo. Rinneghiamo il modello del “Partito leggero”, che sembra avere molti seguaci in altre realtà: il nostro, che è un Partito di popolo, deve basarsi sulle persone, sul contatto diretto con loro e sul loro coinvolgimento.

Per questo motivo crediamo che sia necessaria una revisione completa del nostro statuto, per dare nuovo slancio alle sezioni che per noi rappresentano i veri pilastri del Partito. Dobbiamo riuscire a far sentire i l Popolo Autonomista un tutt ’uno con i l proprio Parti to.

Governare una Provincia come la nostra, assimilabile per competenze ad un piccolo Stato, va fatto con la preparazione di leader capaci, attraverso una base motivata e vitale, dalla quale raccogliere spunti, richieste, necessità ed anche critiche. Quella che dobbiamo creare è una squadra capace e coesa.

Non siamo e non vogliamo essere un Partito che vede un uomo solo al comando. Vogliamo far tesoro delle molte risorse politiche che sono cresciute forti in questi anni.

Di pari passo, però, vanno snelliti e rivisti tutti gli altri organismi interni, cercando di metterli sempre più in relazione: è attraverso una fitta rete di scambi e proposte, di pareri e di giudizi che si cresce. I

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vertici devono essere in contatto con tesserati e simpatizzanti e viceversa per far sì che vi sia una comunicazione costante fra tutti i livelli. Importanza particolare va riservata ai due movimenti, giovanile e femminile, che rappresentano la risorsa più importante per il Partito. Il primo come vivaio in cui si forma la classe dirigente del Partito, il secondo come palestra per riconoscere e valorizzare l’apporto positivo che le donne possono e devono dare alla vita del Partito e nell’impegno istituzionale.

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COSTRUIAMO OGGI IL NOSTRO FUTURO

E’ evidente che tutto questo richiede un grande sforzo in termini di capacità di elaborazione politica, di organizzazione interna, di presidio dei temi più generali trovando soluzioni che non accontentino solo le istanze interne al nostro Partito, ma anche quelle del Trentino, della nostra terra, con le sue varietà nei modi di essere e di agire. Questa è la sf ida che dobbiamo vincere per essere davvero Autonomisti , nel senso più nobile e autentico. Autonomisti in grado di guardare a testa alta la nostra gente, tutta la nostra gente, con la consapevolezza che essere all’altezza della difficilissima situazione in cui ci troviamo richiede un impegno straordinario e una generosità altrettanto straordinaria. Per dare risposta ai bisogni dell’oggi e ancor più a quelli del domani non possiamo ricorrere agli slogan o alle frasi ad effetto. Dobbiamo metterci in gioco e gestire la complessità del mondo reale, con le sue contraddizioni e le sue inadeguatezze.

La nostra tesi congressuale, che abbiamo condiviso con moltissimi iscritti, vogliamo specificarlo, non ha nessuna pretesa di rappresentare un programma di governo. Abbiamo trattato le tematiche in maniera generale perché siamo convinti che le soluzioni non possano derivare dall’elaborazione di poche persone, ma da un percorso di condivisione e approfondimento che coinvolga quante più persone possibili, sia esterne che interne al Partito.

Era questo il modo di agire che ha caratterizzato l’iniziativa di “Trentino Coraggioso”, è questo il modo di agire che sta caratterizzando i cinque tavoli di lavoro nati proprio da quell’incontro, è questo il metodo di lavoro che dovrà caratterizzare il “nuovo” PATT che secondo noi dovrà uscire dal prossimo congresso.

Un PATT orgoglioso della propria storia, ma aperto al confronto con gli altri territori. Un PATT al passo con i tempi, che sa imparare da chi fa meglio, ma sa anche far tesoro degli sbagli altrui. Un PATT che si apre al confronto e all’elaborazione politica anche di chi, pur non appartenendo al Partito, decide di lavorare assieme a noi per far crescere la nostra terra. Non dobbiamo, infatti, avere paura di confrontarci. Dobbiamo, semmai, avere la capacità di raccogliere le soluzioni migliori e adattarle alla nostra realtà.

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UNITI PER FAR CRESCERE IL TRENTINO Ciò che intendiamo raggiungere con il nuovo percorso che il PATT vuole intraprendere con il prossimo Congresso, è costruire un Trentino che sappia rinnovarsi senza rinnegare i l passato, conciliando competizione e solidarietà, senza la paura del confronto.

Un Trentino (e un’economia) non dipendente (o meno dipendente) dalle risorse pubbliche.

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Un Trentino capace di esaltare i suoi tratt i caratterist ici , dalla coesione sociale al valore del lavoro, dalla cooperazione alle nuove tecnologie.

Un Trentino in grado di conquistare un’autonomia piena, compiuta, aderente alle aspettative di tutti.

Un Trentino aperto al confronto globale, ma, nel contempo, in grado di al imentare la sua special i tà, la sua unicità, la sua irripetibil i tà.

Questo è il contributo che la nostra tesi congressuale intende offrire al programma politico del PATT.

Ci rendiamo conto che è una sfida diff ici le, ma abbiamo tutte le carte in regola per poterla affrontare e vincere.

L'alta responsabil i tà che ci è stata aff idata ce lo impone e di questo dobbiamo rendere conto non solo al Parti to, ma soprattutto al Trentino.

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I RISULTATI DEL GOVERNO AUTONOMISTA

Anche leggendo le altre tesi congressuali, abbiamo la netta impressione che non tutti siano coscienti dei risultati che, pur in un momento di grandissima difficoltà, il Governo a guida autonomista ha saputo portare a casa. Qualcuno addirittura ne mette in discussione la coerenza con le battaglie storiche degli autonomisti.

Proviamo, in estrema sintesi, ad elencare alcuni dei risultati ottenuti.

Finalmente dopo anni di contenziosi, siamo riusciti a stabilizzare, grazie all’accordo firmato dal PATT e dalla SVP con il partito del Presidente del Consiglio, i rapporti finanziari con lo Stato e a blindare e addirittura a valorizzare la nostra Autonomia speciale anche nella nuova riforma costituzionale. Se non vi fosse stato l’accordo promosso dagli autonomisti, oggi la nostra Autonomia sarebbe compromessa. Non solo, ma siamo riusciti a far sì che il Presidente Renzi, una volta trovato l’accordo, lo comunicasse a Vienna dimostrando così la natura internazionale della nostra specialità.

Parliamo poi della nuova normativa sugli appalti per suddividere le opere e assegnarle alle imprese locali; dei 200 milioni di sgravi fiscali per le imprese e dell’introduzione, novità assoluta, del credito d’imposta che per il solo 2015 ha fruttato alle imprese 26 milioni di detrazioni. Per non parlare della riduzione dell’IRAP molto più forte del resto d’Italia, degli incentivi per attrarre nuove imprese in Trentino, dell’esenzione dall’addizionale IRPEF per i redditi sotti i 20.000 euro, dell’eliminazione dell’IMIS sulla prima casa, della rimodulazione delle aliquote IRAP e della riduzione IMIS sui fabbricati che comporterà 40 milioni di benefici fiscali. Ma parliamo ancora della riforma delle Comunità di Valle, della riduzione del turn over nel lavoro pubblico, degli interventi per 164 milioni di euro a favore delle famiglie, del trilinguismo nelle scuole finalmente operativo, di una riforma urbanistica radicale che semplifica tutte le procedure, della riforma della dirigenza finalizzata a premiare il merito, dell’investimento sulla banda larga per raggiungere anche le periferie più lontane.

E citiamo, infine, il rapporto di totale sintonia, mai così forte, con Bolzano; la presidenza dell’Euregio per i prossimi due anni in capo ad un autonomista e che vede il Trentino come sede della Giunta dell’Euregio, il potenziamento dell’ufficio comune a Bruxelles.

Per finire, il rinnovo della concessione dell’A22 che porterà 3,5 miliardi di investimenti.

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Queste non sono battagl ie storiche degli autonomisti?

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IL RAPPORTO CON IL GOVERNO PROVINCIALE

Sempre leggendo le altre tesi congressuali, rileviamo l’osservazione che il Partito sarebbe attualmente troppo appiattito sul Governo provinciale, dimenticando che le nostre Giunte provinciale e regionale sono guidate da un autonomista, già Segretario politico del nostro Partito.

Partiamo innanzitutto dai dati che vedono il nostro Partito determinante in ogni scelta degli ultimi anni: non ha ceduto sul seggio senatoriale di Trento e sulle primarie; ha vinto queste ultime e ha raddoppiato i consensi alle ultime elezioni; ha recuperato un rapporto di piena parità con la SVP ed ha sottoscritto, per la prima volta nella storia, un accordo politico, predisposto dal PATT, con SVP, UAL e Union Valdôtaine; ha ottenuto l’adesione come osservatore al PPE, il maggior partito europeo; il Presidente Renzi ha perfino citato il PATT come modello di efficacia politica territoriale nel suo discorso di insediamento al Senato.

E’ cresciuta nel Partito una classe dirigente in buona parte nuova, finalmente anche con diverse donne, fortemente impegnata negli enti locali. Siamo l’unico partito ad aver avviato una forte operazione di coinvolgimento e di elaborazione di idee e progetti: il “Trentino Coraggioso” con i cinque tavoli tematici che hanno visto partecipare, oltre alla classe dirigente del Partito, alcuni fra i migliori esperti anche a livello nazionale.

Non dobbiamo certamente essere autoreferenziali ma, al contrario, più orgogliosi di quanto abbiamo ottenuto.

Non ha alcun senso che il Partito si contrapponga al proprio Presidente autonomista: certamente dobbiamo portare avanti le nostre iniziative, dobbiamo sostenerlo, anche in maniera critica, nei rapporti con gli altri partiti della coalizione, ma non avrebbe alcun senso che il Partito e il Presidente Rossi viaggiassero su binari diversi. Rossi non offusca l’immagine del Partito, ma al contrario la legittima e la rafforza e le ultime elezioni lo hanno dimostrato.

Questa è la scelta vera che dovremo fare al prossimo congresso e da qui si giudicherà la maturità del nostro Parti to. Questa è la responsabil i tà che ognuno di noi deve assumersi, evitando di compiere gl i errori del passato, quando, a furia di attaccare il nostro presidente Andreotti, l’elettorato ci bocciò e premiò Dellai e la Margherita.

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IN CONCLUSIONE Percepiamo una domanda di grande politica, una politica che sia progetto, che abbia l'ambizione di ripensare il Trentino e il suo sviluppo, che pensi in grande, una politica che non abbia paura di perdere qualcosa, e che accetti il rischio di mettere in discussione tutto ciò che possiamo migliorare.

Il Partito non è un fine ma uno strumento, e questo strumento deve saper intercettare la complessità dei problemi, tradurli in atti concreti a favore delle nostre comunità.

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L'Autonomia è nelle nostre solide radici , ma anche nel nostro sguardo lungo. Per un Trentino moderno, capace di sfruttare la sua unicità per vincere le impegnative sfide che ci attendono.

Vogliamo rinunciare a questa sfida che ci hanno affidato i trentini con il loro voto? Vogliamo tornare ad essere buoni gregari, ma pur sempre gregari, e lasciare ad altri il compito di guidare e di rappresentare la nostra Autonomia con il nostro patrimonio di valori secolari? Se è pur vero che l’avere un presidente autonomista ci costringe a qualche compromesso con la coalizione, possiamo pensare che quando avremo un presidente non autonomista ed espressione di un partito nazionale sarà più facile portare avanti i nostri obiettivi? Pensiamo veramente che distinguere il nostro Partito rispetto al suo presidente sia una mossa che ci rafforza? Noi crediamo di no.

Il PATT è cultura di governo, orgoglio della tradizione, capacità di costruire i l futuro della nostra meravigl iosa terra.

Insieme, con una squadra forte e unita, ci r iusciremo.

Trento, gennaio 2016

Franco Panizza Simone Marchiori