40 Pag-Riassunto - I 5 Riti Tibetani - Riassunto Pg 40

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I Cinque Tibetani non sono per tutti. Intraprendete questo percorso solo se riuscite a credere nella “Fonte della Giovinezza” e che si può rallentare l’invecchiamento. Se accettate l’idea che l’impossibile è raggiungibile, otterrete un gran numero di benefici. Con i Cinque Tibetani si può raggiungere il benessere del corpo, della mente, dello spirito e il risveglio della forza vitale. Tutto ciò è raggiungibile solo però se sarete gentili con voi stessi e se vi concederete il giusto spazio e tempo. E’ una promessa che fate a voi stessi, i progressi non devono essere forzati, gioite di ogni piccolo miglioramento, solo così i risultati dureranno nel tempo. I Cinque Tibetani funzionano, non vi toglieranno quarant’anni ma possono aiutarvi a sembrare più giovani, a sentirsi molti anni in meno e a conquistare un maggior senso di benessere. Se li farete tutti i giorni si vedranno già i risultati in trenta giorni e i vostri amici cominceranno a farvi domande sul vostro aspetto più giovane e sano. I Cinque Tibetani sono anche una forma di meditazione fisica attiva, molto efficace per prendere coscienza di se stessi, del proprio corpo fino alla più piccola cellula, in modo particolarmente vivo. Eppure chi resta troppo condizionato dallo scopo finale rischia di perdere l’occasione di un’esperienza meditativa davvero profonda del Sé, all’interno del proprio corpo; infatti, mentre si affanna con sempre maggiore accanimento a inseguire la ricompensa che gli spetta una volta raggiunta la meta, si lascia sfuggire quel momento di piena libertà in cui ogni scopo appare privo di importanza. PERCHE' FUNZIONANO Nel corpo ci sono sette centri energetici principali che corrispondono alle sette ghiandole endocrine. Le funzioni corporee sono regolate dagli ormoni secreti proprio dalle ghiandole endocrine. Di recente si è scoperto che anche l’invecchiamento è regolato dall’ormone della morte che viene prodotto dalla ghiandola pituitaria all’inizio della pubertà. Sembra che l’ormone della morte interferisca con l’abilità delle cellule di utilizzare ormoni benefici come quello della crescita, quindi cellule e organi a poco a poco si deteriorano e muoiono. In realtà i sette centri energetici che chiamiamo chakras possono essere considerati come campi elettrici invisibili a occhio nudo. Ogni chakra ha il centro in una delle sette ghiandole endocrine (a secrezione interna) che hanno la funzione di stimolare la produzione di ormoni. Gli ormoni regolano le funzioni del corpo incluso il processo di invecchiamento. I sette chakras sono così localizzati : 1) le ghiandole della riproduzione 2) il pancreas 3) le ghiandole surrenali 4) il timo 5) la tiroide 6) la ghiandola pineale 7) la ghiandola pituitaria. Equilibrando i sette Centri Energetici probabilmente viene normalizzato anche lo squilibrio ormonale, perciò le cellule possono replicarsi e prosperare come quando eravamo giovani. Stimolando tutti i sistemi di regolazione del corpo, le ghiandole endocrine, il sistema circolatorio, i meridiani e così via si agisce sul livello biochimico degli enzimi e degli ormoni, influenzando fortemente la nostra sensazione di benessere e la nostra sfera emozionale. In una persona sana ogni centro energetico ruota a grande velocità, facendo in modo che l’energia vitale detta anche “prana” scorra verso l’alto attraverso il sistema endocrino. Se uno di questi centri rallenta, si blocca il flusso di energia vitale influendo così sullo stato di salute. Il modo più rapido per riattivare il normale movimento rotatorio dei centri energetici è fare regolarmente i Cinque Tibetani. Dato che questi esercizi stimolano in modo tanto efficace i diversi sistemi energetici, i risultati saranno subito percepibili a chi li pratica. Gli esercizi sono abbastanza dolci da poter essere eseguiti da chiunque e a qualunque età. Per vedere se funzionano provateli, offrite loro una possibilità di riuscita, investite un po’ di tempo e di energia e se perdete interesse verso di loro non aspettatevi di ottenere risultati straordinari. Siate consapevoli di essere una persona speciale che vede oltre le convenzioni e i preconcetti degli altri, in fin dei conti state solo amando voi stessi e quindi ogni cosa è possibile. LA STORIA Il libro sui Cinque Tibetani venne scritto negli anni Trenta. La versione originale “Eye of revelation” fu pubblicata nel 1939. Forse Peter Kelder prese spunto da Shangri-La di James Hilton, che nel libro di maggior successo Lost Horizon, lascia intuire che il segreto della forza e vitalità dei Lama Tibetani consiste in alcuni esercizi rituali. L’autore Peter Kelder, ispirandosi a questo,

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I Cinque Tibetani non sono per tutti. Intraprendete questo percorso solo se riuscite a credere nella “Fonte della Giovinezza” e che si può rallentare l’invecchiamento. Se accettate l’idea che l’impossibile è raggiungibile, otterrete un gran numero di benefici. Con i Cinque Tibetani si può raggiungere il benessere del corpo, della mente, dello spirito e il risveglio della forza vitale. Tutto ciò è raggiungibile solo però se sarete gentili con voi stessi e se vi concederete il giusto spazio e tempo. E’ una promessa che fate a voi stessi, i progressi non devono essere forzati, gioite di ogni piccolo miglioramento, solo così i risultati dureranno nel tempo.

I Cinque Tibetani funzionano, non vi toglieranno quarant’anni ma possono aiutarvi a sembrare più giovani, a sentirsi molti anni in meno e a conquistare un maggior senso di benessere. Se li farete tutti i giorni si vedranno già i risultati in trenta giorni e i vostri amici cominceranno a farvi domande sul vostro aspetto più giovane e sano.

I Cinque Tibetani sono anche una forma di meditazione fisica attiva, molto efficace per prendere coscienza di se stessi, del proprio corpo fino alla più piccola cellula, in modo particolarmente vivo. Eppure chi resta troppo condizionato dallo scopo finale rischia di perdere l’occasione di un’esperienza meditativa davvero profonda del Sé, all’interno del proprio corpo; infatti, mentre si affanna con sempre maggiore accanimento a inseguire la ricompensa che gli spetta una volta raggiunta la meta, si lascia sfuggire quel momento di piena libertà in cui ogni scopo appare privo di importanza.

PERCHE' FUNZIONANO

Nel corpo ci sono sette centri energetici principali che corrispondono alle sette ghiandole endocrine. Le funzioni corporee sono regolate dagli ormoni secreti proprio dalle ghiandole endocrine. Di recente si è scoperto che anche l’invecchiamento è regolato dall’ormone della morte che viene prodotto dalla ghiandola pituitaria all’inizio della pubertà. Sembra che l’ormone della morte interferisca con l’abilità delle cellule di utilizzare ormoni benefici come quello della crescita, quindi cellule e organi a poco a poco si deteriorano e muoiono. In realtà i sette centri energetici che chiamiamo chakras possono essere considerati come campi elettrici invisibili a occhio nudo. Ogni chakra ha il centro in una delle sette ghiandole endocrine (a secrezione interna) che hanno la funzione di stimolare la produzione di ormoni. Gli ormoni regolano le funzioni del corpo incluso il processo di invecchiamento. I sette chakras sono così localizzati : 1) le ghiandole della riproduzione 2) il pancreas 3) le ghiandole surrenali 4) il timo 5) la tiroide 6) la ghiandola pineale 7) la ghiandola pituitaria.

Equilibrando i sette Centri Energetici probabilmente viene normalizzato anche lo squilibrio ormonale, perciò le cellule possono replicarsi e prosperare come quando eravamo giovani. Stimolando tutti i sistemi di regolazione del corpo, le ghiandole endocrine, il sistema circolatorio, i meridiani e così via si agisce sul livello biochimico degli enzimi e degli ormoni, influenzando fortemente la nostra sensazione di benessere e la nostra sfera emozionale. In una persona sana ogni centro energetico ruota a grande velocità, facendo in modo che l’energia vitale detta anche “prana” scorra verso l’alto attraverso il sistema endocrino. Se uno di questi centri rallenta, si blocca il flusso di energia vitale influendo così sullo stato di salute. Il modo più rapido per riattivare il normale movimento rotatorio dei centri energetici è fare regolarmente i Cinque Tibetani. Dato che questi esercizi stimolano in modo tanto efficace i diversi sistemi energetici, i risultati saranno subito percepibili a chi li pratica. Gli esercizi sono abbastanza dolci da poter essere eseguiti da chiunque e a qualunque età.

Per vedere se funzionano provateli, offrite loro una possibilità di riuscita, investite un po’ di tempo e di energia e se perdete interesse verso di loro non aspettatevi di ottenere risultati straordinari.

Siate consapevoli di essere una persona speciale che vede oltre le convenzioni e i preconcetti degli altri, in fin dei conti state solo amando voi stessi e quindi ogni cosa è possibile.

LA STORIA

Il libro sui Cinque Tibetani venne scritto negli anni Trenta. La versione originale “Eye of revelation” fu pubblicata nel 1939. Forse Peter Kelder prese spunto da Shangri-La di James Hilton, che nel libro di maggior successo Lost Horizon, lascia intuire che il segreto della forza e vitalità dei Lama Tibetani consiste in alcuni esercizi rituali. L’autore Peter Kelder, ispirandosi a questo,

descrive la ricerca di quei riti e di come siano arrivati in Occidente. Con i Cinque Tibetani impareremo a conoscere i misteri che per tanto tempo sono stati celati negli antichi monasteri.

La storia narrata nel libro ha inizio un pomeriggio in cui l’autore, Peter Kelder, si sta rilassando su una panchina del parco, leggendo il giornale della sera. Un vecchio gentiluomo gli si siede vicino e lo impegna in una conversazione. L’uomo si presenta come il colonnello Bradford, un ufficiale dell’esercito inglese in pensione che ha prestato servizio anche nei corpi diplomatici della Corona. La sua carriera lo ha condotto fin nei più remoti angoli del globo, e il colonnello Bradford avvince

l’interesse di Kelder con i racconti delle sue avventure. I due si congedano con la promessa di rivedersi. In seguito si incontrano regolarmente, e alla fine stringono una solida amicizia. Una sera, mentre sono insieme, il colonnello gli annuncia una sorprendente decisione che ha preso. Quando egli era di stanza in India, alcuni anni prima, aveva udito una storia curiosa e indimenticabile che riguardava i lama di un monastero situato in qualche luogo remoto e selvaggio dell’Himalaya tibetano. In quel monastero, un’antica sapienza tramandata per migliaia di anni prometteva la soluzione di uno dei grandi misteri del mondo. Secondo la leggenda, i lama del monastero erano eredi del segreto della Fonte della Giovinezza.

Come tutti, il colonnello Bradford aveva cominciato ad invecchiare all’età di 40 anni, e da allora egli aveva perduto qualunque sembianza della gioventù. Più sentiva parlare di quella miracolosa Fonte della Giovinezza e più si convinceva che un tale luogo esistesse veramente. Egli cominciò a raccogliere informazioni sulle vie da seguire, sulle caratteristiche della zona, sul clima, e su qualunque altro dato che potesse aiutarlo ad individuare quella località. E, una volta iniziata la ricerca, il colonnello fu sempre più ossessionato dal suo desiderio di trovare questa Fonte della Giovinezza a tal punto che aveva deciso di ritornare in India e di cercare seriamente quel ritiro ed il suo segreto di duratura gioventù. Il colonnello Bradford mi chiese se volessi unirmi a lui in questo impegno. Kelder tentenna nell’indecisione, ma alla fine si arrende allo scetticismo, declinando con riluttanza l’invito. Il colonnello Bradford si dispose a compiere la sua missione da solo. Poi, passarono molti anni senza dare più notizie di sé. Infatti Kelder aveva quasi dimenticato il suo amico di un tempo e le idee di una Shangri-La tibetana, quando un giorno una lettera annunciò che il colonnello aveva raggiunto il suo obiettivo e stava per tornare. Poco tempo dopo, quando i due si ritrovarono, Kelder è testimone di una strabiliante trasformazione. Bradford, inaspettatamente, mostra le sembianze “che il colonnello deve aver avuto negli anni della sua giovinezza, molto tempo fa. Invece di un vecchio curvo e pallido con un bastone da passeggio, vide una figura alta, eretta. Aveva il volto florido e i capelli crescevano folti e neri con rare tracce di grigio”. Il colonnello Bradford si apprestò a raccontare al suo emozionato amico tutto ciò che era accaduto durante la sua prolungata assenza. Parlò di anni di lotte e di sforzi ricompensati infine dal successo – la scoperta di un remoto monastero tibetano i cui occupanti non invecchiavano mai. Nel monastero, non si vedeva da nessuna parte uomini o donne anziani. I lama, scherzando bonariamente, si riferivano al colonnello chiamandolo “l’Antico”, perché molto tempo era trascorso da quando avevano visto qualcuno che sembrasse vecchio come lui. Per loro, egli costituiva quasi una novità. “Per le prime settimane dopo il mio arrivo”, disse il colonnello, “mi sentii come un pesce fuor d’acqua”. Ogni cosa che vedevo era per me fonte di meraviglia, a volte potevo a stento credere ai miei occhi. Presto, la mia salute cominciò a migliorare. Riuscivo a dormire profondamente di notte, ed ogni mattina mi svegliavo sentendomi sempre più fresco ed energico. Di lì a poco, mi resi conto che il mio bastone da passeggio mi era necessario solo durante le escursioni sui monti”. Poi, una mattina il colonnello si imbatte in uno specchio, e per la prima volta in due anni vede la propria immagine riflessa. Con sua totale incredulità e sorpresa, l’immagine davanti ai suoi occhi è quella di un uomo molto più giovane. Il colonnello si rende conto di aver subito una trasformazione fisica : egli appare di ben quindici anni più giovane rispetto al giorno del suo arrivo. “Le parole non possono descrivere la gioia e l’esaltazione che provavo. Nelle settimane e nei mesi seguenti, il mio aspetto continuò a migliorare, ed il cambiamento divenne sempre più evidente per tutti coloro che mi conoscevano. In breve tempo, il mio soprannome onorario, “l’Antico”, non si udì più”. Quindi, il colonnello Bradford spiega esattamente in che modo ha ottenuto questo notevole ringiovanimento. “La prima cosa importante che mi venne insegnata al mio ingresso nel monastero”, disse il colonnello, “fu questa : il corpo ha sette centri di energia che potremmo chiamare vortici. Gli Indù li chiamano chakra. Essi sono dei potenti campi elettrici, invisibili ai nostri occhi, e tuttavia assolutamente reali. Questi sette vortici controllano le sette ghiandole a secrezione interna nel sistema endocrino, e le ghiandole endocrine, a loro volta, regolano tutte le funzioni del corpo, compreso il processo di invecchiamento…..”

In un corpo sano, ognuno di questi sette vortici ruota a grande velocità, consentendo all’energia vitale, chiamata anche prana ovvero energia eterica, di fluire verso l’alto attraverso il sistema endocrino. Ma se uno o più di questi vortici inizia a rallentare, il flusso di energia vitale risulta inibito o bloccato, e, ecco, questo potrebbe essere un altro modo per definire l’invecchiamento ed un precario stato di salute.

“Il modo più rapido per riacquistare la giovinezza, la salute e la vitalità consiste nel riavviare il normale movimento rotatorio di questi centri energetici. Ciò si può realizzare mediante cinque semplici esercizi. Ciascuno di essi è efficace di per sé, ma i migliori

risultati si ottengono con la pratica di tutti e cinque. In realtà, non si tratta di esercizi veri e propri. I lama li chiamano Riti ed anch’io mi riferirò ad essi con lo stesso termine”. Detto questo il colonnello descrive ed esegue davanti a Kelder cinque esercizi yoga che egli chiama “i Cinque Riti”. Egli raccomanda a Kelder di iniziare con l’esecuzione quotidiana di ogni Rito ripetuta per tre volte, e poi di aumentare gradualmente le ripetizioni fino ad arrivare a 21 al giorno. In seguito, egli spiega che i benefici apportati dai Riti saranno più accentuati per coloro che praticano la castità. Mentre egli avverte che esso non rappresenta un obiettivo realistico per la maggior parte delle persone, egli rivela un sesto rito che risulterà efficace per coloro che accettano questa sfida. Una volta avuta da Bradford la rivelazione dei Cinque Riti, Kelder iniziò a sperimentarli pieno di entusiasmo.

Entro tre mesi registrò risultati davvero ragguardevoli. Ansioso di condividere con altri la notizia della scoperta di Bradford, chiese al colonnello di tenere un corso. Il colonnello si dichiarò d’accordo, e il piccolo gruppo di studio che ne risultò venne soprannominato “Himalaya Club”. Il gruppo si riuniva regolarmente per praticare i Cinque Riti e discutere di argomenti come dieta e nutrizione. Effettivamente, i membri del club – tutti al di sopra dei 50 anni – entro breve tempo trassero giovamento dai poteri di ringiovanimento dei Cinque Riti. Il tal modo un gran numero di persone in tutti i paesi del mondo è stato reso partecipe della scoperta della Fonte della Giovinezza fatta da Bradford. I CINQUE RITI PRIMO RITO

Il primo rito ha lo scopo di accelerare la velocità dei vortici. Stare in piedi eretto e allargare le braccia in modo da portarle orizzontali al pavimento, estendendo tutte e cinque le dita nello spazio. Tenere i piedi paralleli e leggermente divaricati, mentre le ginocchia sono flesse. La vostra attenzione deve concentrarsi su un punto (o zona energetica) posto all’incirca tre o quattro dita al di sotto dell’ombellico. Restare in piedi, in un atteggiamento sciolto e rilassato. Ora lasciarsi guidare dall’idea di affondare nel terreno fino a nove metri di profondità, come se si volesse mettere radici. Adesso ruotare su se stesso finchè non si avverte un leggero capogiro. E’ molto importante ruotare da sinistra verso destra. Per cominciare effettuare il rito fino al punto in cui si avverte un leggero capogiro. Per attenuare la sensazione di vertigine prima di iniziare a ruotare mettere a fuoco un punto davanti a se. Non appena si inizia a girare, continuare a trattenere lo sguardo su quel punto il più a lungo possibile. In ultimo, si deve far sì che quel punto abbandoni il vostro campo visivo così da poter ruotare su te stesso con il resto del corpo. Allora, ruotare il capo molto velocemente, e rimettere a fuoco il punto non appena è possibile. Il punto di riferimento dà la possibilità di sentirsi meno disorientato e stordito. Per ritornare alla posizione di partenza aiutarsi come segue : mentre state ancora girando, avvicinare le palme delle mani al viso e concentrare lo sguardo sui pollici. In questo modo si è il centro del mondo e, quindi, al centro della tranquillità e delle forza. Per concludere la rotazione, restare in posizione eretta, con i piedi leggermente divaricati, e congiungere il palmo delle mani davanti al corpo (all’altezza dello sterno), guardando i pollici. Questo aiuterà a ritrovare l’equilibrio. AIUTA AD ALLEVIARE : Vene varicose – Osteoporosi – Emicranie BENEFICI PER LA SALUTE : intensifica la circolazione, e quindi può alleviare i problemi di vene varicose ; tonifica le braccia e ne allevia i dolori dell’osteoporosi ; aumenta il flusso energetico attraverso tutti i chakra, specialmente quelli situati alla sommità del capo, la fronte, il torace e le ginocchia, stimolando la rivitalizzazione delle cellule ; aiuta il flusso del fluido cerebro-spinale che contribuisce alla chiarezza mentale ed è di ausilio nella prevenzione delle emicranie. SOTTOPONETEVI AD UN CONTROLLO MEDICO : dal momento che la rotazione potrebbe aggravare certe condizioni di salute, chiedete sempre consiglio di un professionista se avete problemi di sclerosi multipla, il morbo di Parkinson o un disturbo

senile, la sindrome di Meniere, vertigini, se vi trovate in stato di gravidanza accompagnato da nausee, o state assumendo farmaci che possono causare stordimento. Se avete il cuore ingrossato, problemi di valvole cardiache, o avete sofferto di infarto durante gli ultimi tre mesi, non eseguite questo Rito senza l’esplicito consenso del vostro medico.

SECONDO RITO Sdraiarsi a terra supini (con la faccia in su) possibilmente su un tappeto. Distendere completamente le braccia lungo i fianchi e appoggiare i palmi delle mani sul pavimento, tenendo le dita unite. Sollevare il capo da terra piegando il mento sul petto e contemporaneamente sollevare le gambe in posizione verticale, tenendo le ginocchia tese e il bacino possibilmente a terra. Se siete in grado di farlo, estendete le gambe, senza piegare le ginocchia, all’indietro verso la testa. Riportare ora, lentamente, a terra sia il

capo che le gambe, tenendo sempre le ginocchia tese. Rilassate tutti i muscoli e ripetere il rito. L’errore più comune nell’esecuzione di questo esercizio consiste nel sollevare la parte inferiore della schiena contemporaneamente alle gambe, perché questo indebolisce la schiena. Dunque bisogna fare in modo che tutto il dorso aderisca

al pavimento, mentre si sollevano soltanto le gambe. In questo senso è utile far sì che l’impulso parta dai talloni, sollevandoli dal pavimento e flettendo i piedi “a martello”, con le dita rivolte verso la tibia. Questa posizione di partenza attiva i muscoli estensori delle gambe.

Respirazione Quando si sollevano le gambe e il capo inspirare profondamente ed espirare completamente quando si abbassano. Tra un’esecuzione e l’altra, quando si rilassano i muscoli, continuare a respirare mantenendo lo stesso ritmo. AIUTA AD ALLEVIARE : Artrite – Osteoporosi – Mestruazioni irregolari – Sintomi della menopausa – Problemi digestivi e intestinali – Dolori lombari – Rigidità delle gambe e del collo. BENEFICI PER LA SALUTE : ha un effetto ristoratore sulla ghiandola della tiroide, sulle

surrenali, sui reni, sugli organi del sistema digestivo, e sugli organi e ghiandole sessuali, compresi prostata e utero. E’ utile per il ciclo mestruale irregolare ed allevia alcuni dei sintomi della menopausa. Ha un effetto positivo sui problemi digestivi e intestinali. E’ ottimo per la circolazione e la respirazione, rendendo più tonici i muscoli cardiaci ed il diaframma, e regola il flusso linfatico. Il movimento inoltre rinforza l’addome, le gambe e le braccia ; allevia la tensione alla parte inferiore della schiena, diminuendo così il dolore ; ha un effetto benefico sulla rigidità delle gambe e del collo. Può essere di aiuto a coloro che soffrono di artrite lombare e cervicale, e per coloro che sono affetti da osteoporosi alle gambe, alle anche, al bacino e al collo. Accellera inoltre la rotazione dei chakra 5, 3, 2 e 1, nella gola, nelle aree superiore e inferiore dell’addome, e nel coccige. SOTTOPONETEVI AD UN CONTROLLO MEDICO : se soffrite di ernia iatale, di ernia, di ipertiroidismo, di sindrome di Meniere, di vertigine o di malattie accompagnate da crisi acute e periodiche, chiedete sempre il consiglio di un professionista per sapere se questo esercizio sia sicuro per voi. Se siete incinta, o avete subito un intervento chirurgico entro gli ultimi sei mesi, se soffrite di ipertensione e non assumete farmaci o di ipertiroidismo, o di una grave forma di artrite alla spina dorsale, o di alterazioni dei dischi intervertebrali, chiedete sempre al vostro medico il permesso per poter effettuare questo Rito. Se avete il cuore ingrossato, problemi di valvole cardiache, o avete sofferto di infarto durante gli ultimi tre mesi, non eseguite questo Rito senza l’esplicito consenso del vostro medico. TERZO RITO Inginocchiarsi sul pavimento con il corpo diritto e le mani appoggiate sui muscoli posteriori delle cosce. Il dorso dei piedi è sollevato da terra, flettendo le dita dei piedi e appoggiandole a terra. Facendo così si evita di inarcare la schiena all’altezza della regione lombare, punto debole e a rischio per la maggior parte di noi. Inoltre tendendo i muscoli dei glutei, si evita di indebolire la regione lombare. Inclinare in avanti il capo e il collo ripiegando il mento sul petto. Piegandosi all’indietro, inclinare dolcemente il capo, inarcando la spina dorsale. Tornare lentamente nella posizione iniziale e ripetere.

Respirazione Quando si inarca la spina dorsale fare un’ampia inspirazione ed espirare quando si torna in posizione eretta. Questo si può fare anche ad occhi chiusi. AIUTA AD ALLEVIARE : Artrite – Mestruazioni irregolari o difficoltose – Sintomi della menopausa – Problemi digestivi – Dolori alla schiena e al collo – Congestione da sinusite. BENEFICI PER LA SALUTE : come il Secondo Rito, anche il Terzo ringiovanisce la ghiandola della tiroide, le surrenali, i reni, tutti gli organi del sistema digestivo, ed anche gli organi e le ghiandole sessuali compresi prostata ed utero. Risulta particolarmente efficace per le donne in menopausa e per le donne mestruate che tendono ad avere dei cicli irregolari o difficoltosi. Tonifica e rafforza l’addome, rende tonico il diaframma, profonda la respirazione, e allevia la tensione muscolare nelle zone lombare e cervicale, diminuendo dolore e rigidità. Aiuta a liberare dalla congestione dovuta alla sinusite e allevia i sintomi dell’artrite cervicale e dorsale. L’effettuazione di questo movimento accelera la rotazione di tutti i chakra, specialmente il 5, il 3 ed il 2, nella gola e nella parte sia superiore che inferiore dell’addome, incrementando la generale sensazione di vitalità e di energia. SOTTOPONETEVI AD UN CONTROLLO MEDICO : se soffrite di ernia, di ernia iatale, di ipertensione senza controllo di farmaci, di alterazioni dei dischi intervertebrali, di ipertiroidismo, di sindrome di Meniere, di vertigine o di malattie accompagnate da crisi acute e periodiche, chiedete sempre il consiglio del vostro medico prima di effettuare questo Rito. Le donne incinte e coloro che hanno subito interventi chirurgici entro gli ultimi sei mesi dovrebbero anche richiedere il parere di un medico. Se avete il cuore ingrossato, problemi d valvole cardiache, o avete sofferto di infarto durante gli ultimi tre mesi, non eseguite questo Rito senza l’esplicito consenso del vostro medico.

QUARTO RITO Sedere a terra con le gambe distese divaricate di circa 30 centimetri . Appoggiare i palmi delle mani sul pavimento di fianco ai glutei mantenendo il busto eretto. Piegare il mento in avanti sul petto il più possibile, sollevare il corpo da terra piegando le ginocchia, mantenendo le braccia tese e tendendo ogni muscolo del corpo. Si deve in pratica formare un ponte, con il busto che rimane parallelo al pavimento mentre le braccia e la parte inferiore delle gambe formano una linea verticale. Tornare ora nella posizione iniziale rilassando i muscoli prima di ripetere la sequenza.

Respirazione Quando si solleva il corpo si inspira profondamente trattenendo il respiro quando si tendono i muscoli. Espirare quando si ritorna a terra.

AIUTA AD ALLEVIARE : Artrite – Osteoporosi – Mestruazioni irregolari o difficoltose – Sintomi della menopausa – Congestione da sinusite BENEFICI PER LA SALUTE : ha un effetto fortificante sulla ghiandola della tiroide, su tutti gli organi del sistema digestivo, ed anche gli organi e le ghiandole sessuali compresi prostata ed utero, sulla circolazione e sul flusso linfatico. Esso dà tono all’addome, al muscolo cardiaco e al diaframma, e rafforza addome, cosce, braccia e spalle. Se soffrite di congestione da sinusite, troverete che aiuta a liberare i dotti nasali. Se soffrite di artrite localizzata al collo, alla spalle, alle anche ed alle ginocchia troverete questo movimento particolarmente utile ad alleviare i sintomi. Lo stesso si può dire per quelle persone che soffrono di osteoporosi a carico di braccia, gambe e bacino. Rende anche più profonda la respirazione e accelera i principali chakra collegati alle aree della gola, del torace, dell’addome superiore e inferiore, e del coccige (chakra 5, 4, 3, 2 e 1). Questo movimento può inoltre influenzare positivamente i cicli mestruali o difficoltosi e i sintomi delle menopausa. SOTTOPONETEVI AD UN CONTROLLO MEDICO : Se vi è stata diagnosticata una delle seguenti malattie, questo Rito dovrebbe essere effettuato soltanto con l’approvazione del vostro medico : ernia, ernia iatale, ipertiroidismo, sindrome di Meniere, vertigine o malattie accompagnate da crisi acute e periodiche. Se siete in stato interessante, avete subito un intervento chirurgico entro gli ultimi sei mesi, se soffrite di ipertensione senza controllo mediante farmaci o di ipertiroidismo, o di una grave forma di artrite alla spina dorsale, o di alterazioni dei dischi intervertebrali, chiedete sempre al vostro medico il permesso per poter effettuare questo Rito. Se avete il cuore ingrossato, problemi di valvole cardiache, o avete sofferto di infarto durante gli ultimi tre mesi, non eseguite questo Rito senza l’esplicito consenso del vostro medico. QUINTO RITO Rivolti verso il pavimento, poggiare le mani sul pavimento con le braccia tese, flettendo le dita dei piedi. Tenere sia le mani che i piedi a una distanza di 60 cm . Si inizia con le braccia perpendicolari al pavimento inarcando la schiena. I glutei devono contrarsi, per ovviare alla debolezza del tratto inferiore della colonna vertebrale. Piegare lentamente la testa indietro il più possibile, poi sollevare e piegare il corpo all’altezza dei fianchi formando una V capovolta, contemporaneamente ripiegare il mento sul petto. Ritornare poi alla posizione iniziale e ripeterlo.

Respirazione Inspirare quando si solleva il corpo ed espirare completamente quando ci si abbassa. AIUTA AD ALLEVIARE : Artrite – Osteoporosi – Mestruazioni irregolari o difficoltose – Congestione da sinusite – Problemi digestivi e intestinali – Dolori alla schiena – Rigidità delle gambe e del collo. BENEFICI PER LA SALUTE : ha un effetto rinvigorente sulla ghiandola della tiroide, sulle surrenali, sui reni, su tutti gli organi e ghiandole sessuali compresi prostata e utero. Esso favorisce la circolazione e il flusso linfatico, il che ha un impatto positivo sul sistema immunitario, stimola una respirazione più profonda, energia e vitalità, ed accelera la rotazione di tutti i chakra. Tonifica l’addome, il muscolo cardiaco, e il diaframma, rinforza i muscoli addominali, delle gambe e delle braccia e aiuta ad alleviare i dolori lombari così come la rigidità delle gambe e del collo. E’ utile per alleviare i sintomi della menopausa e delle mestruazioni irregolari o difficoltose. Inoltre libera la cavità nasali, riduce i problemi digestivi e intestinali, aiuta coloro che soffrono di osteoporosi alle braccia ed alle gambe, e può apportare sollievo a chi soffre di artrite al bacino, alla schiena, alle spalle, alle mani e ai piedi. SOTTOPONETEVI AD UN CONTROLLO MEDICO : se soffrite di ernia, di ernia iatale, di ipertensione senza controllo di farmaci, di alterazioni dei dischi intervertebrali, di ipertiroidismo, di sindrome di Meniere, di vertigine o di malattie accompagnate da crisi acute e periodiche, chiedete sempre il consiglio del vostro medico prima di

effettuare questo Rito. Le donne incinte e coloro che hanno subito interventi chirurgici entro gli ultimi sei mesi dovrebbero anche richiedere il parere di un medico. Se avete il cuore ingrossato, problemi d valvole cardiache, o avete sofferto di infarto durante gli ultimi tre mesi, non eseguite questo Rito senza l’esplicito consenso del vostro medico. IL PUNTO DI VISTA DELLA MEDICINA Il dottor Bowen, che pratica da più di 15 anni, ha formulato una spiegazione molto precisa sul perché e sul modo in cui i Cinque Riti apportano questi benefici : “La somma totale degli input e degli output neurologici del corpo in un momento dato si chiama stato integrativo centrale. Pensate ad esso come a un conto corrente. I “depositi” provengono dai recettori meccanici, i nervi sensori specializzati delle articolazioni. La più alta densità di questi recettori meccanici si trova nell’area della testa e della parte superiore del collo, e quasi tutti i Riti comprendono un qualche tipo di flessione o estensione del collo. Questi nervi forniscono un flusso costante di informazioni sensorie al cervello. Il movimento dell’articolazione stimola i recettori meccanici, e ciò accresce l’attività nel cervelletto e nel talamo. Queste parti del cervello integrano tutte le informazioni in arrivo e regolano il sistema nervoso simpatico e quello parasimpatico, il quale

controlla le azioni involontarie, automatiche del corpo, come le funzioni di cuore, polmoni, intestino e ghiandole. Più “depositi” si fanno, migliore sarà l’equilibrio e più opzioni si avranno. La carenza di stimolazione, ad esempio quando una persona è confinata a letto per un lungo periodo di tempo, ha come risultato una diminuzione del “saldo del conto”.

Secondo il dottor Bowen, una delle cose che maggiormente contribuiscono al prematuro invecchiamento ed alle malattie croniche è la nostra vita sedentaria. La carenza di movimento provoca un rallentamento sensorio che influisce su ogni sistema corporeo. Quando i nervi sensori non ricevono alcun segnale, essi iniziano ad atrofizzarsi, e ciò porta ad una interruzione nelle altre funzioni. “I Riti funzionano stimolando i recettori meccanici e rafforzando lo stato integrativo centrale, che a sua volta influisce sul sistema immunitario, sulla digestione, sulla respirazione, sull’attività cardiovascolare e sull’evacuazione. Ecco perché la pratica dei Riti può diminuire la possibilità di contrarre l’influenza o il raffreddore, può ritardare il sorgere di malattie degenerative associate con l’invecchiamento, ed avere un effetto benefico su molti disturbi diversi, dall’artrite ai problemi di sinusite. Una circolazione migliore incrementa il flusso sanguigno, specialmente al volto, portando ossigeno fresco ed elementi nutritivi alla pelle e trasportando via i prodotti di scarto. Naturalmente, la pratica quotidiana dei Riti, che stimola il sistema nervoso, che a sua volta controlla il sistema circolatorio, contribuisce a un aspetto più giovane e migliore.

I vari medici interpellati ritengono che il miglioramento della circolazione prodotto dai Riti aiuti il corpo a liberarsi dalle tossine, prodotti di scarto e impurità che sono immagazzinati nel tessuto grasso, negli organi e nelle articolazioni. Altri focalizzano l’attenzione sul fatto che i Riti generano un migliore flusso di ossigeno verso il cervello, la qualcosa migliora la sua capacità di funzionamento. Molti sono convinti che la stimolazione dei chakra, o centri di energia, rappresenti di fatto una stimolazione del sistema endocrino.

“La collocazione dei chakra lungo la colonna vertebrale corrisponde a quella delle maggiori ghiandole endocrine”, spiega il dottor David Selman. “Queste ghiandole aiutano a mantenere l’equilibrio omeostatico della struttura chimica corporea e le sue funzioni automatiche. La tiroide e l’ipofisi, che sono legate alla produzione dell’ormone della crescita associato all’invecchiamento, fanno parte del sistema endocrino. Esse sono situate nell’area della testa e del collo, ed i Riti funzionano ottimamente impegnando quella zoza ed attivando quelle ghiandole. Negli studi scientifici, l’introduzione di piccole quantità di questo ormone della crescita ha dimostrato di rallentare il processo di invecchiamento.

Nel 1978, R. Keith Fallace, fisiologo dell’UCLA, dimostrò gli effetti diretti della meditazione sull’invecchiamento. Egli misurò tre parametri biologici : la pressione sanguigna, la vista e l’udito. Tutti e tre questi fattori migliorarono con la pratica continua, e Fallace affermò che in questi casi l’età biologica stava strutturalmente operando a rovescio. Coloro che avevano praticato le meditazione per meno di cinque anni avevano un’età media biologica che era funzionalmente inferiore di cinque anni rispetto all’indicazione della loro età cronologica. Ma in coloro che avevano praticato le meditazione per più di cinque anni fu rilevata un’età funzionale biologica fino a dodici anni più giovane. In altre parole, la meditazione praticata regolarmente abbassa la vostra età funzionale, rendendovi di fatto più giovani. Se gli esercizi sono praticati intensamente, dopo un tempo abbastanza lungo essi cominceranno a provocare cambiamenti ancora più importanti nel modo in cui l’energia circola in questa parte del corpo. La digestione migliorerà, e quindi il cibo verrà assimilato

più efficacemente, il che porterà a mangiare di meno. In seguito a ciò, la salute migliorerà e la vitalità sarà intensificata e quindi avrete un aspetto migliore, vi sentirete meglio e probabilmente più giovani.

L'EFFETTO PLACEBO

Una delle chiavi del successo di Bradford nel creare un corpo più giovane consiste nel vederlo come tale. Il fenomeno chiamato effetto placebo dimostra in modo molto evidente che le aspettative e convinzioni sono in grado di influire direttamente sullo stato fisico. Un placebo non è altro che una pillola di zucchero data a pazienti che credono di ricevere un farmaco benefico. Approssimativamente un terzo dei pazienti che ricevono un placebo sperimenta dei miglioramenti, proprio come se avessero assunto un farmaco attivo. E’ probabile che il reale miglioramento fisico venga creato nella mente del paziente e nella aspettativa di miglioramento. L’opera della psicoterapeutica Evelyn Silvers di Los Angeles, libera docente, dimostra quanto potente possa essere l’effetto placebo. Ella disse a soggetti che soffrivano di dolori cronici che il loro corpo ospitava una “farmacia interna”. Combinando insieme suggestione e visualizzazione guidata, ella incoraggiò i pazienti a stimolare la produzione di “farmaci” che sopprimessero il dolore.

Chiese loro di immaginare la costituzione di un’ampia riserva di endorfine (i soppressori naturali del dolore fisico), che essi potevano mentalmente iniettare per endovena. I risultati furono impressionanti. Utilizzando questa tecnica, molti pazienti riuscirono ad eliminare o ridurre il dolore cronico ed a disassuefarsi dagli antidolorifici. L'EFFICACIA DEI CINQUE TIBETANI SUI VARI DISTURBI DELLA VITA QUOTIDIANA L'EMICRANIA L’emicrania è una sindrome che oggi appare molto diffusa. Molti di coloro che soffrono di emicrania mi hanno riferito che, con l’esercizio quotidiano dei Cinque Tibetani, gli attacchi sono diventati più rari, oppure sono addirittura scomparsi dopo un certo periodo di pratica. Spesso l’emicrania è legata a un problema ormonale o a uno squilibrio del metabolismo, o anche a una reazione dell’organismo all’eccesso di stress. Come indicano i risultati dei test, grazie agli esercizi si ottiene una diminuzione degli stati di tensione, il fegato viene stimolato a svolgere un’azione più intensa di disintossicazione e risultano facilitate le funzioni intestinali. L'AUMENTO DI PESO L’aumento e il calo di peso sono spesso da ricondurre a un metabolismo troppo attivo o, viceversa, troppo pigro. In questo senso sono particolarmente importanti le attività della tiroide, delle ghiandole surrenali e del fegato. Ci vengono riferiti spesso casi di “scioglimento dei cuscinetti di grasso”. Inoltre si verifica un miglioramento della pelle, che diventa più soda, e questo avviene, secondo quanto ci è stato riferito da più parti, senza che si avvertano sensazioni di fame o stress psichico. Evidentemente gli esercizi favoriscono l’instaurarsi di un metabolismo equilibrato, stimolando la funzionalità del fegato e dell’intestino. Risultato: il corpo dispone di maggiore energia e lo stimolo della fame si normalizza. L'INSONNIA E I DISTURBI DEL SONNO Oggigiorno l’insonnia è molto diffusa. Questo problema spesso non viene preso sul serio, eppure è un chiaro segnale che il corpo non riesce a rigenerarsi durante il sonno. I sintomi legati alla mancanza di sonno scompaiono spesso dopo un breve periodo di regolare pratica degli esercizi. Ansia, stress e sovrecittazione sono indizi di un eccesso di energie, che intacca la capacità dell’organismo di rigenerarsi. Normalmente, durante il sonno tute le attività degli organi seguono un ritmo sensibilmente più lento rispetto allo stato di veglia. Il sonno dunque è il momento della rigenerazione: se questa non è più possibile, possono derivarne malattie gravi. D’altra parte si osserva spesso che la fase di rigenerazione, ossia le ore di sonno necessarie, si riduce vistosamente grazie all’esercizio regolare. ALLERGIE I Cinque Tibetani si rivelano particolarmente utili nei casi di allergia. A seconda della gravità del disturbo restano bloccati una parte consistente del circolo energetico e spesso anche i processi di integrazione cerebrale. La pratica quotidiana dei Cinque Tibetani si è rivelata estremamente efficace, in abbinamento con metodi come clisteri, disintossicazione, dieta, integratori vitaminici e/o minerali e agopuntura. Di solito le persone allergiche soffrono di astenia, apatia, malumore e persino depressione; con la pratica dei Cinque Tibetani, hanno invece a disposizione un mezzo efficace per interrompere questo circolo vizioso. DIFFICOLTA' DI APPRENDIMENTO DELLA LETTURA E DELL'ORTOGRAFIA (LEGASTENIA) Da qualche tempo abbiamo inserito i Cinque Tibetani nel mio programma per la legastenia, riportando grandi successi. Anche se all’inizio i bambini legastenici reagiscono in modo molto negativo all’introduzione di esercizi supplementari e ulteriori carichi di lavoro, ben presto si accorgono dell’effetto rivitalizzante degli esercizi. I bambini hanno una spiccata sensibilità per l’energia, ed è chiaro che si divertono a eseguire gli esercizi, che si possono cominciare a praticare fin dall’asilo o dalle elementari. Inoltre raccomando gli esercizi anche alle madri di questi bambini, spesso logorate dallo stress. A seconda dell’età del bambino suggeriamo di ripetere gli esercizi due o tre volte al mattino, prima di colazione, in modo da essere in forma per la scuola. Nei casi di particolare stanchezza, mancanza di concentrazione e scarsa disposizione allo studio, gli esercizi si possono eseguire ancora due o tre volte nel pomeriggio, prima di fare i compiti a casa. Questo stimola la capacità di concentrazione, per cui risulta

possibile sbrigare i compiti più in fretta.

I RITI E I CHAKRA Il Primo Rito (la rotazione) accelera specificamente la velocità di rotazione di tutti e sette i chakra. Il Secondo Rito sembra agire sui primi cinque chakra dalla radice alla gola. Il Terzo Rito stimola i chakra del cuore e della gola. Il Quarto Rito sembra che operi su tutti e sette i chakra, specialmente quando la testa, che contiene il sesto e il settimo chakra, viene allungata indietro e in basso. Il Quinto Rito sembra esercitare essenzialmente il chakra della radice, o sacrale, e i due chakra della testa. I RITI E I MERIDIANI

Se si considerano con attenzione i Cinque Tibetani, salta all’occhio il fatto che gli esercizi sollecitano quasi tutti i meridiani, attivando il flusso del Chi, come risulta dall’elenco seguente. Il Primo Tibetano attiva il meridiano della cintura (che abbraccia tutti i meridiani), oltre che del concepimento e delle articolazioni, producendo una sensazione generale di scioltezza a livello della colonna vertebrale. Il Secondo Tibetano attiva i meridiani della vescica e della cistifellea. Il Terzo Tibetano attiva i meridiani relativi a milza e pancreas, fegato, reni, organi genitali. Il Quarto e il Quinto Tibetano attivano i meridiani che riguardano la vescica, milza e pancreas, fegato, reni, organi genitali. L’invecchiamento comporta una diminuzione del Chi (o energia vitale) in senso quantitativo e qualitativo, con tutte le conseguenze immaginabili per la circolazione del sangue, il sistema ormonale e il sistema immunitario. E’ su questo piano che i Cinque Tibetani svolgono un’azione essenziale. Gli esami svolti prima e dopo l’esecuzione dei Tibetani con l’aiuto di apparecchiature per la misurazione all’infrarosso e della diagnostica delle biofunzioni rivelano un chiaro aumento dell’emanazione di calore dalla pelle (indice di una migliore circolazione sanguigna) oltre a un miglioramento dei valori misurati nei punti utilizzati per l’agopuntura (espressione dell’attivazione del Chi) sotto forma di valori dell’elettroagopuntura. Chi pratica regolarmente i Cinque Tibetani rafforza quindi in modo diretto l’equilibrio energetico dei meridiani. In modo indiretto, questo equilibrio energetico sul nesso muscolo-meridiano-organo esercita anche un effetto equilibratore sul sistema muscolare, sugli organi e sulle ghiandole e sulle emozioni ad essi legate secondo la medicina tradizionale cinese.

COME FARE I RITI Praticare i Riti in sequenza, dal Primo al Quinto. Eseguire i Cinque Riti ogni giorno. Naturalmente, vi saranno giorni in cui sarà semplicemente impossibile prendersi i 20-30 minuti necessari ad eseguire l’intera routine. Ma non prendete l’abitudine di saltarli per più di un giorno o non avrete mai l’occasione di scoprire i benefici che i Riti possono apportare alla vostra vita e alla vostra salute. Se siete ammalati, occupati o affaticati, è molto meglio eseguire ogni Rito per sole 3 volte piuttosto che non farlo affatto. Ci vogliono meno di cinque minuti per eseguire 3 ripetizioni di ogni Rito. Pensate a ciò come se doveste lavarvi il viso invece di fare una doccia completa. Non importa quanta fretta abbiate al mattino, c’è sempre tempo per lavarsi il viso. Se vi capita di saltare per più di un giorno, vi suggerisco di fare alcuni passi indietro nella routine. Effettuate un minore numero di ripetizioni di quelle che stavate facendo e recuperate la forma nel giro di una settimana. Non cercate mai di aggiungere delle ripetizioni extra per compensare quelle che avete perduto. Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che, sia che stiate ricominciando la routine dopo un intervallo di tempo, sia che stiate appena iniziando, è importante lavorare con gradualità per raggiungere le 21 ripetizioni di ogni Rito. Anche se siete fisicamente in grado di effettuare tutte e 21 le ripetizioni sin dall’inizio, seguite le istruzioni come vengono date. Aumentate gradualmente fino a completare il ciclo. Diversamente dalla ginnastica ritmica o da altre comuni forme di esercizio fisico, i Riti hanno a che fare con cose più sottili della semplice forza muscolare e dell’agilità. Rispettate il procedimento. Impegnatevi per la qualità piuttosto che per la quantità. La pratica regolare conforme alle istruzioni assicura il successo. Se fate questo, probabilmente non vi sentirete scoraggiati e scoprirete che non è difficile attenervi al vostro impegno giornaliero. Sarà meno probabile che soffriate di crampi o che sperimentiate reazioni spiacevoli come nausea o vertigini. Le 21 ripetizioni di ogni Rito sono tutto quel che serve. Semplicemente, non esiste alcuna ragione per aumentarle. Se volete, potete eseguire i Riti due volte al giorno, al risveglio ed alla sera, ma almeno due ore dopo aver mangiato. E’ meglio eseguire i Riti come prima cosa al mattino a stomaco vuoto. La mia raccomandazione è di svegliarvi una mezz’ora prima per avere abbastanza tempo per eseguire i Riti senza fretta. So che può essere duro, specialmente all’inizio, ma lo sforzo sarà ben ricompensato. Inizierete la vostra giornata pienamente svegli, rilassati ed energici, e qualcuno scoprirà di aver bisogno di meno ore di sonno. E’ importante indossare abiti comodi e confortevoli che non impediscano i movimenti. Felpe, pantaloncini e T-shirt, pigiama o perfino la vostra biancheria intima sono l’ideale. Io penso sia meglio stare a piedi nudi, ma se avete freddo ai piedi, potete indossare dei calzini. Come per ogni altra forma di esercizio, chi normalmente porta occhiali deve toglierli. I Riti hanno lo scopo di farvi rilassare, perciò è importante non opprimere la loro pratica con agitazioni e conflitti vari. Scegliete

il posto più confortevole, tranquillo e ragionevolmente privato possibile, con spazio sufficiente attorno a voi per allungarvi completamente. Se il pavimento non è rivestito sarebbe preferibile avere un tappeto da ginnastica o da yoga, o un pezzo di gommapiuma sottile, ovvero uno spesso scampolo di tappeto su cui sdraiarvi. Avvicinatevi agli esercizi in stato di concentrazione. Questo è il momento di prestare attenzione al vostro corpo, di imparare ad ascoltarlo. Sebbene io sia consapevole che alcuni la pensano in modo diverso, credo sia meglio non avere alcun tipo di musica in sottofondo. Essa non serve altro che a distrarre ulteriormente la mente dal corpo. Per l’esecuzione dei Riti l’ideale sarebbe un’atmosfera calma ma forse ciò, nella vostra vita, non sempre è possibile. Accettate, non tentate di ribellarvi, e non permettete al troppo sonno o alla confusione del vostro ambiente familiare di diventare delle scuse per non effettuare la pratica. Mentre praticate i Riti, cercate di non pensare alla vostra giornata, ai vostri obblighi, ed ai vostri interessi. Quando vi accorgete di essere preoccupati e di essere scivolati via dalla consapevolezza delle sensazioni del vostro corpo, focalizzate nuovamente l’attenzione ai movimenti che state facendo. Se in qualche modo siete simili a me, è probabile che dobbiate fare questo molte e molte volte. La concentrazione sulla respirazione può aiutarvi per una rinnovata concentrazione e vi aiuterà a rilassarvi. I Cinque Riti possono benissimo adattarsi alla vostra vita. Diversamente da molte altre tecniche e scuole di pensiero che ci sono giunte dall’Oriente, l’esecuzione dei Riti non vi costringerà a modificare il vostro stile di vita, la vostra visione del mondo, o la vostra religione. Nonostante il fatto che essi abbiano le loro radici in un’antica disciplina spirituale, essi possono essere effettuati unicamente come una forma di esercizio. I Riti rappresentano una preparazione ed un buon sostegno per coloro che sono interessati alla meditazione. E’ consigliabile prima eseguire i Riti, e poi meditare. Anche se non praticate la meditazione, potreste prendervi del tempo dopo i Riti per sedervi tranquillamente, rilassarvi e schiarire la mente. Non fate altro che sdraiarvi comodamente in posizione supina per 10 0 15 minuti dopo aver completato la routine. In quanto gioca un ruolo essenziale nella capacità del corpo di curarsi e di nutrirsi, il rilassamento non farà altro che accentuare i benefici dei Riti su di esso. L’essenziale è la respirazione. Se non si respira nel modo corretto, l’efficacia degli esercizi ne risulta intaccata. Nel momento in cui il corpo è disteso sul pavimento, è rilassato, svuotato del respiro, quindi deve inspirare per potersi muovere (nell’atto di sollevarsi e alzarsi). Nel momento in cui torna a stendersi, invece, deve espirare. Ogni volta che ci riavvicina alla terra, si espira; ogni volta che ci si allontana dalla terra, si inspira. CONSIGLI E’ necessario credere che è possibile arrestare o almeno minimizzare gli effetti del processo di invecchiamento, e bisogna credere che si è veramente in grado di farlo. Questa attitudine mentale rappresenta ciò che fa la differenza. “Se riuscite a vedervi giovani, nonostante la vostra età, anche gli altri vi vedranno così”. Ogni rito è importante quindi per funzionare devono essere fatti tutti. Se non si riesce a farli tutti si possono suddividere in due momenti : al mattino e alla sera. Se non si riesce proprio a fare uno dei riti, è consigliabile lasciar perdere, fare gli altri e dopo alcuni mesi riprovare a farlo. Non bisogna affaticarsi, ma arrivare gradualmente all’obiettivo. Ovviamente perché siano veramente efficaci i 5 riti devono essere fatti tutti i giorni. Al massimo si può tralasciare un giorno alla settimana. Non va sottovalutato l’atteggiamento mentale. Se sarete in grado di vedervi giovani, a prescindere dalla vostra età, anche gli altri vi vedranno così. I Cinque Tibetani se affrontati in modo improprio possono comportare anche dei rischi. In primo luogo bisogna tenere presente eventuali disturbi alla tiroide, nonché problemi nella regione cervicale e lombare (lordosi), che possono aggravarsi se gli esercizi non vengono eseguiti in modo corretto sul piano fisiologico. Che cosa significa corretto sul piano fisiologico? Significa innanzi tutto approccio adeguato alle proprie condizioni, attento controllo dell’esecuzione dell’esercizio, coscienza dei propri limiti.

ALIMENTAZIONE

Un’alimentazione corretta è determinata da un’esatta combinazione dei cibi. La giusta combinazione di cibo, la giusta quantità di cibo e il giusto metodo per alimentarsi si combinano insieme per produrre risultati meravigliosi. Se siete soprappeso, tutto ciò vi aiuterà a perdere il peso in eccesso. Se siete sottopeso, vi aiuterà a guadagnare i chili che vi mancano. La combinazione degli alimenti si riferisce al miscuglio di cibi diversi al momento di mangiare – come ad esempio prendere una forchettata di insalata mista, quindi una verdura al vapore, poi un boccone di cereali o di pane, seguito da un boccone di carne, una sorsata di succo di frutta o di altra bevanda, e poi ancora un po’ di insalata. La maggior parte delle persone ripete questo ciclo di costante alternanza fino ad aver ripulito il piatto. Quindi completa il pasto con uno o due dessert e magari un’altra bevanda. Mescolare tanti alimenti diversi causa dei problemi perché ogni qualità di cibo richiede tempi diversi per essere digerita completamente. L’alimento più concentrato, che solitamente è di tipo proteico, è quello che richiede più tempo per essere digerito, ed è anche il primo che viene elaborato dallo stomaco. La digestione delle proteine richiede ore di tempo. Se è presente del grasso in una

quantità superiore ad una minima percentuale, la digestione è ancora più lunga.

Cibi di rapida digeribilità, come frutta e verdure, devono rimanere nello stomaco, intrappolati, aspettando che vengano digeriti per primi gli alimenti più concentrati. Questo processo può richiedere fino a otto ore. Nell’attesa, la frutta, le verdure cotte e crude ed alcuni amidi subiscono una decomposizione e fermentazione. Mentre lo stomaco si sforza di digerire tutta questa massa, esso produce gas, acido, e perfino alcool, per non parlare dell’indigestione. La digestione completa deve attendere fino a che il cibo raggiunge l’intestino, dove sono necessari degli enzimi aggiuntivi per distruggere i cibi digeriti, e dei minerali per neutralizzare gli acidi. Quali problemi derivano da una scorretta combinazione degli alimenti ? La risposta specifica varia naturalmente da individuo ad individuo, ma in generale coloro che consumano insieme alimenti non compatibili tra loro soffriranno degli effetti negativi della fermentazione del cibo nello stomaco e sperimenteranno, come minimo, indigestione e/o bruciore di stomaco dopo i pasti. Altri problemi sono rappresentati da gas, flatulenza, iperacidità, dilatazione, fermentazione gastrica, ritenzione dei liquidi e torpore mentale con l’incapacità di concentrarsi per ore intere dopo aver mangiato. A causa di una scorretta combinazione degli alimenti, la digestione può essere ritardata da due ore a otto ore. Un’energia eccessiva è richiesta per il processo digestivo, e ciò crea stanchezza ed il bisogno di dormire e riposare più a lungo. Tutto ciò è causa di ipersensibilità, irritabilità, depressione, negatività, cinismo ed un accumulo di tossine nel flusso sanguigno e nel corpo. Oltre a ciò, l’accumulo di tossine dovuto a indigestione è causa di raffreddori e prepara il terreno a molte malattie e disturbi, indebolisce il sistema immunitario, è causa di prematuro invecchiamento, di perdita degli impulsi e delle capacità sessuali, e può indebolire le cellule spermatiche e gli ovuli. In breve, la scorretta combinazione degli alimenti può causare il deterioramento della salute fisica, mentale ed emotiva, abbreviando la durata della vita.

Le nove regole per la combinazione degli alimenti consigliate dall’Igiene Naturale

1) Non mangiate insieme nello stesso pasto una proteina concentrata e un amido concentrato. Le proteine possono essere regolarmente digerite quando lo stomaco produce una grande quantità di acido. L’acido distrugge però l’amilasi salivare, l’enzima necessario ad un’adeguata digestione degli amidi. Per questo proteine ed amidi non possono essere correttamente digeriti nello stesso tempo. Questo quindi significa niente “carne e patate”.

2) Non mangiate nello stesso pasto alimenti amidacei e alimenti acidi. (Come sopra).

3) Non consumate due proteine concentrate insieme nello stesso pasto. Diversi tipi di proteine esigono tempi di digestione diversi e modificazioni diverse di secrezioni digestive. Dal momento che il corpo lavora molto duramente per digerire anche un solo tipo di proteina, digerirne più di una lo affaticherebbe oltre misura e indebolirebbe troppo la sua energia.

4) Non consumate frutta acida insieme alle proteine. L’enzima pepsina, che è necessario alla digestione delle proteine, viene distrutto dalla maggior parte degli acidi, compresi quelli contenuti nella frutta. La pepsina rimane attiva unicamente in presenza di acido cloridrico.

5) Non consumate grassi insieme alle proteine. I grassi inibiscono il flusso dei succhi gastrici e interferiscono con la digestione delle proteine.

6) Non consumate insieme amidi e zuccheri. Quando combinate insieme gli amidi e gli zuccheri, il corpo inizia a digerire per primi gli zuccheri. Lo zucchero fermenta nello stomaco, creando acido che distrugge l’enzima amilasi salivare, necessario alla digestione dell’amido. Se soffrite di indigestione dovuta al consumo di frutta e cereali a colazione, ora ne conoscete la ragione e sapete come prevenire il problema. Consumate la frutta da sola e lasciate che il corpo digerisca gli zuccheri naturali per prevenire la fermentazione che è causata dalla mescolanza di zuccheri con amidi.

7) Non consumate insieme proteine e zuccheri. Anche gli zuccheri interferiscono con la digestione delle proteine, in quanto inibiscono la secrezione dei succhi gastrici. La fermentazione avviene perché gli zuccheri vengono digeriti dopo le proteine, e nel frattempo devono stare fermi nello stomaco aspettando che le proteine vengano digerite.

8) Non consumate meloni con nessun altro alimento. Il corpo digerisce molto rapidamente i meloni. Consumateli all’inizio di un pasto oppure da soli così che essi possano procedere velocemente attraverso il tratto digestivo.

9) Evitate latte e derivati, ma se dovete consumarli, non combinateli con alcun altro tipo di al imento. Soltanto i neonati possiedono quantità sufficienti dell’enzima rennina necessario alla digestione del latte. Gli igienisti, così come molti altri medici incoraggiano le persone ad eliminare il latte e i suoi derivati dalla dieta. L’assenza dell’enzima amilasi negli adulti rende il

latte indigeribile, causando per questo molte reazioni allergiche. Oltre a ciò, il latte non dovrebbe essere combinato con altri alimenti a causa del suo alto contenuto di proteine e di grassi.

La nutrizione sequenziale Contrariamente all’opinione popolare, il cibo non si mescola insieme nello stomaco, a meno che non sia stato ingerito in questo modo. Quando mangiate un solo alimento per volta, esso rimane stratificato nello stomaco, e viene digerito uno strato alla volta. Quando consumate un pasto in sequenza, essenzialmente voi state seguendo una dieta dissociata, in quanto ingerite un alimento alla volta.

Eccovi alcune indicazioni facili da seguire per una corretta nutrizione sequenziale :

Masticare a lungo il cibo fino a renderlo quasi liquido. Se possibile mangiare un solo tipo di alimento per pasto. Iniziate il vostro pasto con l’alimento più ricco di acqua e terminate con il meno ricco di acqua. Non bevete durante i pasti, la maggior parte delle bevande diluirà e trascinerà via gli enzimi provocando delle difficoltà digestive. Frutta e verdura sono molto compatibili tra loro nello stesso pasto, se le consumate nella corretta sequenza. Le verdure in insalata (senza condimento a base di olio) dovrebbero essere consumate prima della frutta, per assimilare al massimo i sali minerali. Evitate la frutta nei pasti contenenti alimenti cucinati, tranne il caso in cui consumate un solo pasto al giorno. In questo caso, mangiate la frutta prima degli alimenti cucinati. Se la frutta viene consumata dopo questi ultimi – di solito amidi, proteine o alimenti grassi – essa non lascerà lo stomaco prima che venga espulso l’alimento precedente, che richiede una lunga digestione. Se la frutta resta per ore nello stomaco dopo che avete consumato un cibo amidaceo, proteico o grasso, la fermentazione è garantita. Ciò provocherà una quantità di gas, gonfiore, acidità e indigestione. Se mangiate della frutta semiacida prima di un amido, di solito non si creano difficoltà. Gli acidi o la frutta acida non dovrebbero mai essere consumati dopo gli amidi. Non consumate mai zucchero, sciroppi, frutta fresca o secca dopo amidi, proteine o cibi grassi. Per chi si nutre in modo convenzionale, il pesce può essere consumato prima o dopo le patate perché viene digerito molto rapidamente. Le patate hanno un decimo della concentrazione dei cereali e vengono rapidamente digerite. Questa è una delle eccezioni, e in tal caso potete combinare in uno stesso pasto proteine e amidi.

COMMENTI

Dopo una pratica dei cinque riti durata più di un anno, ora sembro molto più giovane….. alcuni dicono che dimostro quindici anni di meno. Le mie caviglie deboli si sono rafforzate e il portamento è migliorato. Ho un corpo più flessibile e agile. La Mae Lemkuil , Oostburg, Wisconsin Dopo aver praticato i cinque riti per tre mesi, sono rimasto sorpreso da quello che mi hanno detto gli amici. Volevano sapere come mai sembravo tanto più giovane di prima. Alcuni sostengono addirittura che dimostro quindici anni di meno. Sono davvero elettrizzato dal fatto che la “Fonte della Giovinezza” esista veramente. Bernard Davis, Liberty , New York Dopo circa tre mesi di pratica dei cinque riti, in molti hanno cominciato a dirmi che sembravo molto più giovane e se mi guardo allo specchio non posso non essere d’accordo con loro. Quando mi hanno chiesto cosa stessi facendo, gli ho parlato del libro sulla “Fonte della Giovinezza” che in seguito hanno comprato. Dopo aver praticato i cinque riti per un certo periodo, sembrano più giovani anche loro. Charles Tepper, Brooklyn , New York Per un certo periodo i miei capelli si assottigliavano e cadevano. Ora stanno ricrescendo e diventando più folti. Henry Van Olst, Hawthorne , New Jersey

Mi sono dedicato intensamente per quasi quindici anni ai metodi di miglioramento personale, ma non mi sono mai sentito così bene come con i cinque riti.... Dopo la terza settimana, ho cominciato ad avvertire un aumento di vitalità e di energia sorprendenti. Veramente sbalorditivo e sensazionale ! Joe Alexander, Fayetteville, Arizona La mia memoria era diventata talmente scarsa che me ne vergognavo. Oggi, dopo una pratica quotidiana dei riti per due mesi,

mi sembra di aver riacquistato lucidità di mente e molta, molta più energia. Anche i miei amici si sono accorti del cambiamento. Sono davvero gratificata dal fatto che a sessantadue anni sto “ringiovanendo” invece di invecchiare. Adeline Neveu, Yakima , Washington

Mezzo addormentato, mi trascinavo in classe tutte le mattine. Da quando pratico i riti, mi sento lucido e attento, addirittura non vedo l’ora di studiare. Inoltre, mi ero allenato per un certo periodo con dei risultati mediocri. Da quando faccio i riti, noto un miglioramento sorprendente delle mie prestazioni e riesco a sollevare un peso maggiore. Non sono certo di condividere la spiegazione metafisica, ma sono sicuro che i cinque riti funzionano. Grazie ! Mark Perkins, Lansing, Minnesota Dieci giorni fa mi sono provata il vestito di mia sorella ma aveva la vita così stretta che addosso a me sembrava orribile. Ieri l’ho riprovato e mi stava benissimo. E’ difficile credere che le forme del mio corpo siano migliorate tanto in così breve tempo, ma è la verità. Inoltre ho molta più resistenza. Riesco a lavorare di più e a riprendermi molto meglio e più rapidamente dalla stanchezza Ruth O., Alpine, Texas

Una vertebra, l’anca e una rotula sono tornate a posto spontaneamente. Dopo anni di dipendenza dai chiropratici, potete immaginare quale sia la mia gioia. Bonita Z., Phoenix, Arizona

Dopo una pratica regolare dei riti per sei mesi, l’artrite alle ginocchia è sparita, e dire che provengo da una famiglia di artritici. Sono davvero contento di avere scoperto nel libro del colonnello, l’anno scorso. Fred Schmidt, Tavares , Florida

Per più di sei mesi ho sofferto di un forte dolore alle gambe. Dovevo prendere due pillole per recarmi al lavoro e due per tornare a casa. Dopo due settimane di esecuzione dei riti, il dolore è scomparso. Ora, a distanza di trenta giorni, posso lavorare e suonare giorno e notte senza pillole. I riti funzionano. Potete aggiungere il mio nome alla lista delle persone felici.

Wm. T. Spencer, D.C., St.Paul, Minnesota

Ho la prova che i cinque riti funzionano. Un paio di settimane dopo aver iniziato a praticarli l’ulcera si è rimarginata quasi del tutto. Harriette B. Phoenix, Arizona

I CHAKRA: CENTRI DI ENERGIA DEL NOSTRO CORPO

La dottrina dei sette chakra, i centri di energia del corpo umano, è una delle più antiche sviluppate sulla conoscenza e comprensione del nostro organismo e del suo funzionamento.

Anche se dottrina dei chakra affonda le proprie radici in un passato assai remoto, è stato dimostrato che essa esisteva in culture assai diverse tra loro. Le più antiche testimonianze risalgono al 3000 a .C. circa e sono collocabili nell’area geografica che oggi corrisponde a India, Nepal e Tibet. In Europa la testimonianza più antica risale alla dinastia dei Merovingi di Franconia (V-VI secolo d.C.) : i re merovingi, allo stesso modo dei lama tibetani di quell’epoca, si facevano praticare un “foro spirituale” nella calotta cranica, proprio in corrispondenza del chakra della corona. I sette chakra rappresentano i centri di energia del nostro corpo, i punti nei quali si concentra il flusso di energia. Ogni chakra ha la propria sfera di influenza, che si estende in egual misura sulla nostra struttura fisica e sulla nostra condizione mentale e psicologica. La traduzione della parola chakra può rendere un’immagine efficace di questi centri di energia : essa deriva dal sanscrito, la lingua sacra degli indù, e significa “ruota”, oppure “vortice di energia”.

Effettivamente paragonabili a vortici, mulinelli in un corso d’acqua, i chakra compiono un movimento circolare ininterrotto : un chakra è quindi un punto di energia più intensa. L’immagine del vortice esprime assai bene il carattere dinamico dei chakra.

Le sfere di influenza dei chakra

Nome del chakra Ghiandola Senso Elemento Colore

ormonale Chakra della radice Muladhara Surrenali Olfatto Terra Rosso Chakra sacrale (o sessuale) Svadhishthana

Gonadi Gusto Acqua Arancio

Chakra dell’ombelico (o plesso solare) Manipura

Pancreas Vista Fuoco Giallo

Chakra del cuore Anahata Timo Tatto Aria Verde Chakra della gola Vishudda Tiroide Udito Etere Blu Chakra della fronte (o Terzo occhio) Ajna

Ipofisi - - Violetto

Chakra della corona Sahasrara Epifisi - - Tutti i colori dell’iride

Verso il proprio sè

Nome del chakra Posizione nel corpo Sfera d’influenza a livello fisico

Sfera d’influenza a livello mentale e psicologico

Chakra della radice Muladhara Perineo, tra organi genitali e ano

Sistema nervoso centrale, spina dorsale, genitali

Forza interiore, sicurezza nella vita quotidiana

Chakra sacrale (o sessuale) Svadhishthana

Regione pubica Sistema dei fluidi, pressione sanguigna, genitali

Dedizione, sessualità, serenità

Chakra dell’ombelico (o plesso solare) Manipura

Sopra l’ombelico, vicino allo stomaco

Digestione, sistema nervoso vegetativo

Consapevolezza dell’Io, aspirazioni di potere

Chakra del cuore Anahata Sterno vicino al cuore, regione cardiaca

Circolazione sanguigna, cuore, sistema delle ghiandole linfatiche

Altruismo, calore umano, comprensione

Chakra della gola Vishudda Poco sotto la laringe Tiroide, crescita dello scheletro e organi interni

Comunicazione verbale, creatività, coscienza della propria individualità

Chakra della fronte (o Terzo occhio) Ajna

Tra le sopracciglia Controllo ghiandole ormonali

Intuizione, concentrazione spirituale, acume intellettuale

Chakra della corona Sahasrara Al centro della calotta cranica

Intero organismo Vasta conoscenza dei processi psichico- spirituali nella persona

BIBLIOGRAFIA

I 5 Tibetani Senza sforzo non si ottiene nulla. I riti tibetani promettono grandi cose: il risveglio della forza vitale che giace addormentata nell’intimo e il raggiungimento del benessere del corpo, della mente e dello spirito. In realtà questa è una promessa che fate a voi stessi e solo voi potete mantenerla. Siate gentili con voi stessi. Concedetevi spazio e tempo in abbondanza e gioite di ogni piccolo passo nel cammino che avete intrapreso. I progressi non sono mai forzati, avvengono liberamente. Benché possa sembrare una contraddizione, questo è il solo modo per ottenere risultati che durino nel tempo. Il libro di Peter Kelder è l’unica fonte scritta delle informazioni inestimabili che rivela: cinque antichi riti tibetani che possiedono la chiave per giovinezza, salute e vitalità durature. Per migliaia di anni questi riti apparentemente magici sono rimasti celati nella segretezza di monasteri himalayani isolati. I cinque riti vennero proposti all’attenzione del mondo occidentale per la prima volta quasi ottant'anni fa, nella prima edizione del libro di Peter Kelder. Da allora, il libro e la straordinaria portata di informazioni che contiene sono stati tralasciati e dimenticati.

"Sappiate che meritate di vedere esauditi i desideri a cui tenete maggiormente, compreso il desiderio di una giovinezza e vitalità rinnovate. Coloro che nel profondo se ne reputano indegni e immeritevoli sono proprio quelli che non prendono mai parte ai premi dell’esistenza. Quando avete un’alta opinione di voi stessi e sapete di essere degni del meglio che la vita può offrire, non state facendo altro che amare voi stessi. L’amore per la vostra persona vi mette in grado di sentirvi a vostro agio su chi e che cosa siete, accelerando in tal modo notevolmente il processo di rinnovamento. Chi detesta se stesso o si considera inadeguato, porta un peso che non può far altro che accelerare le devastazioni della vecchiaia e della malattia. Chi arricchisce se stesso col tesoro dell’amore di sé, rende possibile ogni cosa."

Per quanto ne sappiamo, il libro sui riti tibetani venne scritto negli anni Trenta. La versione originale Eye of revelation fu pubblicata nel 1939. Forse Peter Kelder trasse ispirazione da Shangri-La di Jarnes Hilton che quest’ultimo consegnò al mondo nei primi anni Trenta. Nel suo libro di maggior successo, Lost Horizon, Hilton lascia intendere che il segreto dell’eterna forza e vitalità dei Lama tibetani consista in alcuni esercizi rituali. Peter Keider riprende lo spunto e descrive la ricerca avventurosa di quei riti e di come essi siano pervenuti all’Occidente. Inoltre consiglia delle buonissime indicazioni alimentari da seguire (molto progressive dato i tempi!) riportando le diete che i Lama tibetani avevano in uso e descrivendo come sia facile anche per un occidentale cambiare stile alimentare. E sopratutto come sia difficile riaccostarsi ai vecchi metodi alimentari quando si provano questi. Parla anche di un sesto tibetano, un rito - esercizio anch'esso molto semplice, ma da eseguire solo se si è pienamente consapevoli. In altre parole sarebbe necessario abbracciare il celibato affinché l’energia riproduttiva venga re-incanalata e usata per scopi più elevati. "Far scorrere l’energia vitale verso l’alto è una cosa semplicissima, tuttavia nel corso dei secoli l’uomo ha di solito fallito i propri tentativi. In Occidente tutti gli ordini religiosi hanno provato a ottenere tale risultato senza peraltro riuscirvi, perché hanno tentato di dominare l’energia riproduttiva sopprimendola. Il modo giusto per dominare quello stimolo potente non è far svanire o sopprimere, ma trasmutare l’energia e con temporaneamente farla salire. In questo modo, non solo avrete scoperto l' Elisir di Lunga Vita, come lo chiamavano gli antichi, ma lo avrete anche messo in opera, cosa che gli antichi di rado erano in grado di fare". Sembra essere una contraddizione guidare l’energia sessuale nei chakra superiori (effetto

prodotto dal sesto esercizio) ed essere nel contempo sessualmente attivi, cioè portare energia nei chakra inferiori. Questo è l’avvertimento che si può leggere nel libro, che sostiene inoltre il dogma dell'inconciliabilità tra piacere sessuale e vera spiritualità. Non trascurando il periodo e la mentalità in cui è stato scritto il libro, ne il Paese in cui è stato per primo pubblicato, crediamo che l'autore abbia fatto una scelta "definitiva", piuttosto che lasciare alla coscienza e alla sensibilità di ognuno la scelta di questo esercizio. Non crediamo ci sia alcuna difficoltà ad applicare il sesto esercizio in tempi di astinenza sessuale e in seguito, dopo il ritorno alla sessualità corporea, a sospenderlo, cioè a continuare con gli abituali cinque tibetani. Si può praticare tranquillamente il sesto tibetano e non astenersi definitivamente dalla sessualità. Usiamo però l'accortezza di non essere sessualmente attivi alcune ore dopo l'esercizio. Interessante anche l'intuizione, ora confermata anche da studi medici, del collegamento tra il primo chakra e le corde vocali dell'uomo. Nel libro si afferma che se una voce maschile è alta e acuta, questo è un segnale di scarsa vitalità sessuale. Da ciò ne deriva che l’energia sarà molto scarsa nel primo chakra, e carente anche negli altri sei. Il rimedio proposto è assai semplice. Richiede solo forza di volontà. Abbassare il tono di voce. In tempi brevi, la vibrazione più bassa della voce accelera il vortice che si trova alla base della gola. Quest’ultimo, a sua volta, contribuirà ad aumentare il vortice del centro della sessualità che è l’accesso all’energia vitale. Cosa possiamo dire inoltre sui 5 tibetani, dopo averli praticati e discussi con insegnanti di yoga, medici, kinesiologi, e alcuni esperti riabilitativi. L'azione più evidente di questo sistema di esercizi è quello di stimolare l'energia vitale lungo l'asse principale dei 7 chakra. Soprattutto all'inizio, quando c'è molto desiderio di ottenere un risultato, la stimolazione dell'energia può risultare troppo forte. Spesso si sperimenta come un eccesso di calore nel busto e nel capo. Riteniamo perciò importante affrontare gli esercizi con estrema dolcezza e leggerezza. Il numero di ripetizioni che si rivela ottimale varia da persona a persona. Bisogna aumentare le ripetizioni con gradualità e secondo i propri ritmi. L'indicazione del libro di incrementare le ripetizioni di 2 alla settimana è soltanto un riferimento standard. Ogni persona è unica, e quindi saranno diversi i tempi di progressione così come la durata e l'intensità dell'esercizio. Consigliamo inoltre, se ci si accinge ad iniziare gli esercizi, l'affiancamento di una persona esperta, almeno all'inizio, che sappia indicarvi le giuste posizioni ed i tempi di recupero. Anche se nel libro sono molto dettagliate, si possono rischiare dei piccoli inconvenienti a livello fisico, se non si è debitamente preparati.

"L’unica differenza fra il vigore e la giovinezza, la vecchiaia e una salute malferma è il ritmo veloce a cui ruotano i vortici.

Normalizzate quel ritmo e il vecchio tornerà a essere come nuovo"

I riti tibetani per l'eterna giovinezza

Giampiero Cara

La storia dei cinque riti tibetani dell'"eterna giovinezza", meglio conosciuti semplicemente come "I 5 tibetani", è affascinante e misteriosa. Ebbe inizio negli anni Trenta, quando venne pubblicato il libro di Peter Kelder "I cinque riti del ringiovanimento". Era la storia di un colonnello inglese che, ormai anziano, andò in Tibet per scoprire il segreto della celebre fontana della giovinezza, custodito e tramandato per millenni da alcuni monaci tibetani in uno sperduto monastero sull'Himalaya. Dopo diversi anni, il colonnello Bradford (di lui si conosce solo il cognome) tornò nel suo paese e quasi nessuno lo riconobbe, perché ormai dimostrava quarant'anni di meno. Aveva scoperto il segreto dell'eterna giovinezza - racchiuso in cinque semplici esercizi, ossia i cinque riti tibetani - e accettò di rivelarlo a Kelder, l'autore del libro, affinche potesse diffonderlo in Occidente. In effetti, per decenni il libro di Kelder non ebbe grande diffusione. Ma alla metà degli anni Settanta, l'insegnante di yoga americano Christopher Killham si ritrovò per caso tra le mani una copia del misterioso testo. Dopo averlo letto con grande curiosità ed interesse, cominciò a sperimentare personalmente con i cinque semplici esercizi, o riti, di cui parlava, e quindi ad insegnarli ad altri. Il successo fu immediato. Da allora, sono ormai tantissime le persone che in tutto il mondo praticano i cinque tibetani, con risultati eccellenti. Il segreto è che agiscono sui sette chakra della medicina orientale, o centri energetici, del corpo umano, che corrispondono alle ghiandole endocrine della medicina occidentale, rafforzandoli e riequilibrandoli. La salute e bellezza dipendono dal loro perfetto funzionamento, quindi se si deteriorano ci si invecchia. Dunque i cinque tibetani, con la loro azione, pare siano in grado di riportare l'armonia nei chakras. I risultati? Secondo insegnanti e praticanti, nuova agilità, flessibilità e scioltezza di tutto il corpo, diminuzione dei dolori cronici, miglioramento delle funzioni digestive, renali, circolatorie, maggiore serenità, buonumore e miglioramento delle facoltà intellettuali. Ma anche un visibile miglioramento delle condizioni della pelle, della linea e, nei casi di disfunzione della tiroide, un riequilibrio del peso corporeo. "Questi esercizi provocano la stimolazione dei centri di energia, quindi aumentano la vitalità e tolgono la fatica", spiega il dottor Mario de Veredicis, medico chirurgo, naturopata, insegnante di yoga e shiatsu di Roma. "Danno agilità al corpo sciogliendo e tonificando la colonna vertebrale. Suggerisco a tutti di provarli e di verificare il loro effetto".

5 Tibetani Giampiero Cara

I cosiddetti "5 tibetani" costituiscono una serie di esercizi praticata per millenni in alcuni monasteri tibetani, in grado di mantenere le persone che la eseguono regolarmente sempre giovani nel corpo e nello spirito. Per sapere di più sulla storia misteriosa e affascinante di questi esercizi, nonché sui loro effetti, leggete l'articolo "I riti tibetani per l'eterna giovinezza" pubblicato in questo sito. Per metterli in pratica, invece, basta seguire le istruzioni che vi diamo qui, ricordando che ogni esercizio può essere ripetuto da una a ventuno volte, a seconda del proprio allenamento, e aumentando gradualmente le ripetizioni. Va bene qualsiasi momento della giornata, in una stanza aerata, a distanza di almeno due ore dai pasti. La serie di foto, a lato dell'articolo, raffigurano gli esercizi descritti nel testo: dal secondo tibetano (prime due immagini), al quinto tibetano (ultime due immagini). PRIMO RITO In piedi, braccia aperte, palme verso il basso. Cominciate a girare in senso orario, senza interruzioni, da un minimo di 6 giri (fino poi a 21). Quindi fermatevi, unite le palme di fronte al viso e fissate un punto davanti a voi, respirando. SECONDO RITO Supine, gambe distese e unite, braccia lungo i fianchi e palme a terra. Inspirando, alzate le gambe a formare un angolo retto col busto (o ancora di più, se ce la fate) ed insieme la testa, cercando di toccare il petto col mento. Espirando, portate giù gambe e testa. Ripetete evitando i movimenti bruschi. TERZO RITO In ginocchio, dita dei piedi puntate sul pavimento, palme sulla schiena, all'altezza dei fianchi, mento che tocca il petto. Inspirando, arcuate piano all'indietro la schiena, contraendo i glutei, e mandate indietro la testa fino a che potete. Espirando tornate nella posizione iniziale. QUARTO RITO Sedute, gambe allungate e leggermente divaricate, palme a terra vicino ai fianchi, mento sul petto. Inspirando, alzate il bacino piegando le ginocchia e poggiando le piante dei piedi a terra, la testa rilassata indietro. Il busto è parallelo al pavimento, mentre gambe e braccia sono perpendicolari ad esso. Inspirando, tornate a sedere come prima.

QUINTO RITO Prone a terra, palme ai lati del torace, dita dei piedi puntate sul pavimento. Espirando, allungate le braccia facendo salire il busto e, contraendo i glutei, cercate di staccare da terra le gambe, in modo da trovarvi con solo mani e piedi a terra, schiena arcuata e testa indietro. Da questa posizione, passate inspirando ad alzare i glutei e a portarli indietro, abbassando la testa, fino a formare una V capovolta. Espirando tornate nella posizione in cui solo mani e piedi toccano terra, e ripetete l'esercizio.

I "Cinque Tibetani" sono un gruppo di esercizi di genuina integrazione psico-fisica descritti nel libro omonimo, scritto da Peter Kelder ed edito in Italia dalle Edizioni Mediterranee. Distillando l'essenza di questi esercizi dal mosto della narrazione del libro, si osserva che essi, pur nati in oriente (ma sarà vero? In effetti ricordano molto alcune posizioni di yoga), presentati secondo una prospettiva di "flussi energetici", sono, in ogni caso, tra i più efficaci esercizi generali combinati di stretching, sforzo isometrico/isotonico e attivazione della respirazione che ci è dato a conoscere. Come movimenti di riscaldamento per qualsiasi attività fisica sono perfetti. Il nostro entusiasmo non è basato su "fuffa": sono anni che li pratichiamo regolarmente (e li inseriamo in tutti i corsi di educazione al movimento) e possiamo parlarne a ragion veduta. Esistono ormai numerosi testi addizionali con le più varie integrazioni, ma non sono affatto indispensabili. In ogni caso possono aiutare a trovare le proprie motivazioni nell'esecuzione costante.

Scopri le attività dello Spazio PMR: la "qualità della vita" attraverso il movimento.

1 Posizione: in piedi, a braccia larghe, palme rivolte verso il basso. Azione: ruotare su se stessi in senso orario, vale a dire il braccio sinistro ruota verso destra.

Se c'è capogiro, eseguire le rotazioni molto lentamente. Si fa presto l'abitudine e si eseguiranno le rotazioni sempre più velocemente, con naturalezza. Fissare sempre la punta di una mano aiuta a non avere capogiri, sia durante il movimento sia nella fase di arresto.

Hata Yoga: TADASANA (posizione della montagna, variante)

Hata Yoga: SHAVASANA

(posizione del cadavere)

2 Posizione base: distesa a terra, supina. Braccia lungo i fianchi. Azione: sollevare contemporaneamente le gambe fino alla verticale (piedi flessi a "martello") e la testa verso i petto. Spalle, schiena e bacino rimangono a contatto con il suolo. Inspirare durante la flessione ed espirare nella fase di distensione.

Se risulta difficile alzare e abbassare le gambe distese, si può piegare le ginocchia durante i movimenti, per impegnare meno i muscoli addominali.

Hata Yoga: posizione del pilastro,

variante

3 Posizione base: in ginocchio, mani appoggiate all'apice delle cosce, piedi con le dita flesse e in contatto con il suolo, testa appoggiata al mento. Azione: inarcare all'indietro testa, spalle e schiena. Inspirare quando si inarca ed espirare nel ritorno alla posizione base. Aprire la bocca nell'inarcamento aiuta respirare e a distendere i muscoli anteriori del collo.

Hata Yoga: USTRASANA

(posizione del cammello)

4 Posizione base: seduta, gambe distese e leggermente divaricate, tronco eretto e palmi appoggiati a terra. Azione: piegare le ginocchia, sollevare il bacino e rovesciare indietro la testa (bocca aperta!), inspirando. Tornare in posizione base.

Hata Yoga: PURVOTTANASANA (posizione dell'Est o

dello stiramento anteriore)

Hata Yoga: URDHVA MUKHA

SVANASANA (posizione del cane con la testa in su)

5 Posizione base: prona, il contatto con il suolo è dato dai piedi a dita flesse (vedi esercizio 2) e dai palmi rivolti in avanti. Testa rivolta all'indietro. Il bacino gli arti inferiori sfiorano il suolo senza toccarlo. Azione:spingere il suolo con le mani e sollevare il bacino, flettendo l'addome, inspirando. Espirare tornando alla posizione base.

Conviene eseguire il movimento (ma vale anche per tutti gli altri!) a piedi scalzi e su superficie non sdrucciolevole.

Un ringraziamento a Valentina,

modella paziente!

Consulente Yoga: Maestro Donato Zizzi

Hata Yoga: ADHO MUKHA SVANASANA

(posizione del cane con la testa in giù)

PRECISAZIONI IMPORTANTI

Respirazione All'opposto di quanto si fa di solito nei movimenti di esercizio fisico intenso (tipico il lavoro con i pesi e le macchine, in palestra), nei Tibetani si inspira quando si fa l'azione di contrazione e si espira in distensione (es. nel n. 2 si inspira quando si portano le gambe in verticale e si espira quando le si riabbassa a terra).

Progressione e ripetizioni La pratica dei Tibetani si inizia con 3 ripetizioni per ogni esercizio (cioè 3 rotazioni, 3 volte le gambe su e giù ecc.). Normalmente si può aggiungere 2 ripetizioni ad ogni esercizio ogni settimana, fino a un massimo di 21 ripetizioni. L'esecuzione completa degli esercizi in 3 ripetizioni prende meno di 5 minuti. La durata sale a circa 15 quando se ne fanno 21 in tutta tranquillità. Nulla vieta di rimanere anche più settimane con lo stesso numero di ripetizioni, finché non ci si sente perfettamente a proprio agio nell'incrementare il numero. E' importante la regolarità, non la quantità. Se si salta l'esecuzione per un giorno su tanti si può mantenere sempre lo stesso numero di ripetizioni. Se l'interruzione arriva a una settimana, diminuire di 2 o 4 le ripetizioni, come ci si sente. In caso di interruzioni superiori al mese il buon senso impone di ricominciare da 3.

Come eseguirli Le fotografie illustrano le posizioni di partenza e quelle "ideali" di arrivo. Se fisicamente non si riesce a raggiungere una o più posizioni, non è affatto tragico: l'importante è conservare l'attitudine mentale a raggiungere la posizione ed eseguire correttamente la respirazione. Anche se sono una splendida miscela di stretching e lavoro isometrico e isotonico, i Tibetani non vanno pensati come la nostra classica ginnastica: non è importante quello che si fa, ma l'attenzione e la presenza nell'esecuzione. Sono da considerare uno spazio che ci prendiamo per prestare attenzione a

noi stessi. Pensare "Inspiro energia e nutrimento, espiro tutto quello che non mi serve" aiuta a calmare la mente e a educarla a percepire la profonda saggezza ed efficacia di questi movimenti.

Quando eseguirli I Tibetani sono da praticare tutti i giorni. Non ha importanza quando, ogni orario della giornata va bene, meglio a stomaco non troppo impegnato. Al mattino danno una bella carica per la giornata, alla sera predispongono a un buon sonno. Se non si ha dimestichezza con l'esercizio fisico intenso o ci si sente "anziani" e "acciaccati", se si avverte fatica o disagio o non si ha abbastanza tempo, si può spezzare l'esecuzione in più momenti della giornata (es. due esercizi al mattino e tre alla sera...).

Energia ed equilibrio in 5 semplici esercizi yoga I 5 Tibetani sono semplici e potenti esercizi yoga che vivificano i plessi nervosi, gli organi e le ghiandole correlati, stimolando il flusso energetico attraverso i chakra ( le confluenze nel sistema energetico, equivalenti ai plessi, le confluenze dei nervi nel corpo umano). Questi esercizi riescono a tonificare e rafforzare tutti gruppi muscolari principali, ad aumentare notevolmente la forza fisica e la capacità di resistenza! L'effetto benefico dei 5 Tibetani è straordinario, e si rivelerà di grande valore per chiunque sia disposto a dedicargli qualche minuto della propria giornata. Quello che c’è da sapere prima di cominciare… Qual è il momento della giornata ideale per eseguire i Cinque Tibetani? Potete eseguire gli esercizi in qualsiasi momento, tuttavia per ottenere migliori risultati sarebbe opportuno effettuarli al mattino prima di fare colazione, o la sera prima di andare a letto. Fate qualche prova per scoprire il momento più adatto a voi, e se volete eseguiteli anche 2 volte al giorno. Quanto tempo si deve dedicare all'esecuzione dei Cinque Tibetani? Quando sarete esperti, l’esecuzione corretta dei 5 Tibetani vi occuperà solo 15 minuti al giorno. All’inizio calcolate di dedicare più tempo a questi esercizi, concentrandovi su quello che fate e particolarmente sulla respirazione. E’ meglio eseguire i Cinque Tibetani a stomaco vuoto? Assolutamente si, l’ideale è eseguirli almeno 3 ore dopo l’ultimo pasto. Infatti durante la digestione gran parte delle nostre energie è concentrata nell’apparato digerente e ciò può ostacolare lo scopo dei 5 Tibetani: attivare la circolazione in modo che il sangue fluisca liberamente e abbondantemente per tutto il corpo! Quante volte bisogna ripetere i Cinque Tibetani? Il numero di ripetizioni ideale per ciascun esercizio è di 21 volte: gli effetti desiderati in termini di energia saranno pienamente raggiunti con questa frequenza. Tuttavia all’inizio è possibile che troviate difficoltà a raggiungere le 21 ripetizioni; normalmente in un mese si riesce ad eseguire correttamente il programma completo, ma ovviamente dipende molto dallo stato di forma iniziale. Pertanto le prime volte potrete cominciare con 10-12 ripetizioni per poi procedere secondo il vostro ritmo ottimale. Chi può eseguire i Cinque Tibetani? I 5 Tibetani portano benessere e energia a tutti. Tuttavia se soffrite di particolari patologie di tipo muscolare, osseo o respiratorio è bene che il vostro medico curante approvi questo tipo di attività. E’ necessario un abbigliamento particolare? Per eseguire i Cinque Tibetani è importante disporre della massima libertà di movimento,

quindi indossate abiti comodi, senza cinture o elastici stretti e preferibilmente di cotone. Dove è opportuno eseguire gli esercizi? L’ideale sarebbe adibire uno spazio in casa esclusivamente alle vostre sedute. Se non è possibile, fate in modo che lo spazio prescelto sia pulito e ordinato. Eseguite i 5 Tibetani su un tappetino o su un materassino, e comunque su una superficie non dura. Di seguito troverete il link con le istruzioni per eseguire i 5 Tibetani; leggetele attentamente e possibilmente eseguite gli esercizi di fronte ad uno specchio, per verificare la correttezza delle posizioni. I Cinque Tibetani (primo esercizio)

FIG. A In posizione eretta, stendete le braccia di lato. Tenete le dita delle mani unite, i palmi distesi e rivolti verso il basso. Tenendo le braccia in questa posizione, girate completamente su voi stessi in senso orario. Ripetete il movimento per 21 volte senza interruzioni.

Esercizio per la respirazione (da ripetere al termine di ogni tibetano!)

Al termine dell’esercizio, unite i piedi e appoggiate le mani sui fianchi. Respirate profondamente inspirando col naso. Espirate attraverso la bocca formando una O con le labbra. Respirate un’altra volta prima di passare all'esercizio successivo. Avvertenze Le prime volte potreste provare un senso di vertigine. Siate prudenti e non esagerate. Questo esercizio rafforza il vestibolo, il delicato meccanismo di equilibrio che si trova nell’orecchio interno. Col tempo le vertigini scompariranno e il movimento vi risulterà più facile e fluido, anche ad alta velocità.

I Cinque Tibetani (secondo esercizio)

FIG. A Sdraiatevi sulla schiena su un tappetino. Le gambe sono completamente distese, le caviglie sono flesse e si toccano. Stendete le braccia lungo i fianchi con i palmi delle mani ben distesi a terra.

FIG. B Inspirate attraverso il naso, sollevate le gambe, formando col torso un angolo di poco inferiore a 90°, e alzate la testa spingendo il mento verso il petto. Espirate attraverso in naso o la bocca, riportando gambe e testa nella posizione di partenza. Ripetete il movimento 21 volte, inspirando quando sollevate le gambe, espirando quando le riportate a terra. Al termine dell’esercizio tornate in posizione eretta, a piedi uniti e con le mani sui fianchi. e ripetete l'esercizio per la respirazione.

I Cinque Tibetani (terzo esercizio)

FIG. A Inginocchiatevi, con le gambe leggermente divaricate e con la punta dei piedi appoggiata a terra. Le mani sono dietro le cosce, appena sotto le natiche, la spina dorsale è dritta e il mento è spinto verso il petto.

FIG. B Inspirate attraverso il naso e arcuate all’indietro la schiena. Spingete la schiena più dietro che potete. Le mani vi sosterranno mentre vi tendete all’indietro. Espirate col naso o con la bocca mentre tornate alla posizione di partenza. Ripetete 21 volte con un ritmo abbastanza veloce e regolare. Al termine dell’esercizio tornate in posizione eretta, a piedi uniti e con le mani sui fianchi. e ripetete l'esercizio per la respirazione.

I Cinque Tibetani (quarto esercizio)

FIG. A Sedetevi con la schiena dritta e con le gambe ben distese. Appoggiate i palmi delle mani a terra ai lati delle anche. La posizione della mani è molto importante! Spingete il mento verso il petto.

FIG. B Inspirando con naso, sollevate le anche e contemporaneamente piegate le ginocchia, appoggiando le piante a terra e portando indietro la testa. Vi troverete in una posizione in cui il tronco è parallelo al terreno e le braccia e le gambe sono perpendicolari. Espirate col naso o con la bocca mentre tornate alla posizione di partenza. Ripetete l’esercizio 21 volte con un ritmo abbastanza veloce e regolare. Avvertenze Fate in modo che i piedi non scivolino, devono rimanere nella stessa posizione durante tutto l’esercizio. Inoltre attenzione a non piegare le braccia, il movimento deve fare perno sulle spalle! Al termine dell’esercizio tornate in posizione eretta, a piedi uniti e con le mani sui fianchi e ripetete l'esercizio della respirazione.

I Cinque Tibetani (quinto esercizio)

FIG. A Cominciate questo esercizio da terra, sollevandovi sui palmi delle mani e sulla punta dei piedi. Le braccia e le gambe sono leggermente divaricate. Spingete la testa in alto e all’indietro.

FIG. B Tenendo gambe e braccia ben distese, inspirate attraverso il naso mentre sollevate il fondoschiena e spingete il mento verso il petto, formando col corpo un triangolo perfetto. Al termine dell’esercizio tornate in posizione eretta, a piedi uniti e con le mani sui fianchi e ripetete l'esercizio della respirazione.

Riepilogando: assicuratevi sempre di eseguire correttamente gli esercizi, siate cauti in caso di vertigini o dolori e non abbiate fretta di raggiungere le posizioni, non fate gli esercizi di fretta e curate la respirazione.

L’esercizio fisico migliore che l’uomo possa fare è quello di lunghe passeggiate all’aria aperta in mezzo alla natura. Purtroppo oggi viviamo in una società che raramente ci consente ciò. Pertanto dobbiamo ripiegare su esercizi semplici che ci aiutino a mantenere il nostro fisico in forma.

Tutti gli esercizi fisici coinvolgono sempre la respirazione. D’altra parte anche molti esercizi di respirazione comportano dei movimenti del corpo. Possiamo quindi dire che non si può fare una netta distinzione tra esercizi fisici e di respirazione.

Di seguito ne descriviamo alcuni che possono essere eseguiti anche da soli e che non richiedono molto tempo.

I cinque esercizi Tibetani

Un individuo sano può eseguire senza difficoltà i Cinque Tibetani già dopo un breve periodo di esercizio, godendo senza appannamenti di questo nuovo afflusso di energia. Ma quanti di noi, oggigiorno, possono definirsi sani se si considera la vasta diffusione di disturbi legati alla civilizzazione, come difetti del portamento o di postura, problemi respiratori, ecc.? L attenzione esplicitamente dedicata alle nostre condizioni di vita crea la premessa perché tutti coloro che vogliono eseguire questi esercizi possano farlo da soli con grande beneficio, dopo l'introduzione qui esposta.

Primo esercizio Si parte dalla posizione eretta, con i piedi paralleli e leggermente divaricati, mentre le ginocchia sono flesse. La vostra attenzione deve concentrarsi su un punto (o zona energetica) posto all'incirca tre o quattro dita al di sotto dell'ombelico.

Restate in piedi, in un atteggiamento sciolto e rilassato, ma in posizione eretta; ora lasciatevi guidare dall'idea di affondare nel terreno fino a nove metri di profondità, come se voleste mettere radici Durante l'inspirazione allargate le braccia come ali, estendendo tutt'e cinque le dita nello spazio.

Ora cominciate lentamente a girare su voi stessi, accelerando se volete fissando lo sguardo verso un punto ben preciso, all'altezza degli occhi.

Per finire, congiungete le mani all'altezza del petto e, con le ginocchia leggermente flesse, fissate un punto sulla parete all'altezza degli occhi. Ritrovate l'equilibrio concentrando la vostra attenzione sulla respirazione e sul punto al centro del corpo, tre o quattro dita sotto l'ombelico.

Girando su voi stessi potrete provare vertigini e senso di nausea, ma si tratta di un effetto previsto, poiché soltanto attraverso questa percezione del limite si può raggiungere la sicurezza che siamo in grado di ritrovare l'equilibrio grazie alla respirazione e alla concentrazione sul centro corporeo (vedi Nota 1).

Nota 1: Nel Qi Gong l'attenzione è rivolta anche ad altá due aspetti: la rotazione verso sinistra tende a rafforzare il cuore, mentre la rotazione verso destra rafforza il fegato. Provate entrambi i movimenti, cercando di avvertirne l'effetto dentro di voi.

Secondo esercizio Si parte distesi in posizione supina. L'attenzione è concentrata di nuovo sulla respirazione

e sul punto al centro del corpo, tre o quattro dita sotto l'ombelico (nel quale si dovrebbe

avvertire il flusso del respiro).

In coincidenza con l'inspirazione successiva, sollevate la testa contemporaneamente alle ginocchia, piegate in direzione del ventre. (Vantaggio: in questo modo si scarica la muscolatura della zona lombare.)

In coincidenza con l'inspirazione successiva, tendete verso il soffitto tutt'e due le gambe, tenendole leggermente divaricate. I piedi sono disposti « a martello », i polpacci e i talloni sono tesi con forza. Restate in questa posizione per tre o quattro cicli di inspirazione ed espirazione. Espirando, abbassate lentamente i polpacci. (Vantaggio: in questo modo si scarica la muscolatura della regione lombare.) Per concludere, abbassate di nuovo lentamente la testa e le cosce fino a toccare il pavimento.

Approfittate della pausa per inspirare ed espirare tre o quattro volte. Potete riprendere gli esercizi in coincidenza con l'inspirazione.

Importante: in tutti gli esercizi fate attenzione a sincronizzare il respiro con il movimento, coordinando quindi l'inizio del movimento e del respiro (senza mai trattenere il fiato). L'inizio della respirazione coincide con l'inizio del movimento! Per i principianti, la pausa deve avere una durata pari a quella dell'esercizio stesso.

Terzo esercizio

Inginocchiatevi con le gambe parallele e leggermente divaricate. I talloni sono sollevati, con i piedi disposti ad angolo retto rispetto al pavimento. Le mani sono posate sul basso ventre.

Restate in posizione eretta, accostando il mento al petto, in modo che i muscoli del collo siano tesi. Attenzione: evitate di curvare la schiena! Restate in questa posizione, respirando tre o quattro volte. (Vantaggio: consapevolezza e conoscenza del proprio respiro.)

In coincidenza con l'inspirazione successiva, portate le braccia al di sopra della testa, facendo una circonduzione all'indietro, e poi appoggiatele sulle cosce, al di sotto dei glutei, piegando la schiena ad arco.

Rilassate le spalle e lasciate fluire liberamente il respiro. Fate ricadere lentamente la testa all'indietro, rilassando la mascella inferiore e aprendo leggermente la bocca. Restate in questa posizione mentre respirate per tre o quattro volte.

Conclusione dell'esercizio: posizione fetale. Appoggiate i glutei sui talloni e la fronte sul pavimento, mentre le braccia e le spalle restano distese lungo le gambe, rilassate, con il palmo delle mani rivolto verso l'alto. Ai principianti si consiglia di restare in posizione fetale per un tempo pari a quello impiegato per l'esecuzione dell'esercizio precedente.

Quarto esercizio

Cominciate in posizione seduta, con le braccia lungo i fianchi, con le mani appoggiate ai lati delle natiche e rilassate, con le dita leggermente aperte. Abbassate di nuovo il mento, accostandolo al petto, per estendere i muscoli della zona cervicale.

Piegate le gambe, con i piedi paralleli e leggermente divaricati. Fatevi guidare di nuovo dall'idea di affondare nel terreno a nove metri di profondità per mettere radici.

In coincidenza con l'inspirazione successiva, sollevate pian piano il bacino da terra, allargate il torace, le spalle e divaricate leggermente le gambe, lasciando ricadere lentamente la testa all'indietro.

La mascella inferiore è sciolta e rilassata. Mantenete questa posizione, respirando tre o

quattro volte.

Tornate infine alla posizione di partenza. Per concludere, lasciate ricadere in avanti la parte superiore del corpo, fino ad appoggiarvi alle gambe sollevate e piegate. (Vantaggio: permette I’estensione dei muscoli della zona lombare.)

Quinto esercizio

Stendetevi bocconi, con le palme delle mani appoggiate sul pavimento all'altezza del petto. Portate di nuovo il mento verso il petto, in modo da stirare la muscolatura della zona cervicale. La fronte tocca il pavimento. (Vantaggio: permette l'estensione dei muscoli della regione cervicale.) Divaricate leggermente le gambe e flettete la punta dei piedi, in modo che questi siano disposti ad angolo retto rispetto alle gambe.

Ora sollevate lentamente la parte superiore del corpo, appoggiandovi alle braccia tese per assumere la posizione del cobra. Lasciate ricadere all'indietro la testa, rilassando la mascella inferiore e aprendo leggermente la bocca. Mantenete la posizione mentre respirate per tre o quattro volte.

A questo punto, con un movimento che parte dal centro del corpo, sollevate il fondoschiena verso l'alto, assumendo una posizione a V rovesciata, senza spostare braccia e gambe.

Tendete energicamente i talloni in direzione del pavimento e il mento verso il petto. Restate in questa posizione mentre respirate per tre o quattro volte.

Per concludere, tornate alla posizione del cobra. Esercizio di riequilibrio: posizione dormiente. (Vantaggio: questa posizione favorisce uno stiramento della zona lombare e consente una percezione intensa del proprio corpo.).

Restando bocconi, flettete una gamba, facendola scivolare verso la spalla. La testa e lo sguardo sono rivolti verso la gamba flessa e il braccio corrispondente leggermente piegato più in alto, mentre l'altro resta parallelo al corpo. Dopodiché cambiate lato, assumendo di nuovo la stessa posizione, ma dalla parte opposti.

Per tutti gli esercizi vale la regola che si possono ripetere, aumentandone sempre il numero, fino a raggiungere il numero di 21. Inoltre è importante la vecchia regola basilare: spesso si constata che meno è, meglio è. Ancora un suggerimento, se avete difficoltà a respirare in modo controllato e rilassato: ridere è l’esercizio più salutare per il diaframma.

Suggerimenti utili per la pratica degli esercizi Tibetani

Il Primo esercizio Tibetano

In base all’esperienza, il problema non è rappresentato tanto dalla rotazione, e quindi dall'esercizio in sé, quanto dalla conclusione dell'esercizio, che richiede quindi un complemento, per esempio nel modo seguente.

Per concludere la rotazione, restate in posizione eretta, con i piedi leggermente divaricati, e congiungete il palmo delle mani davanti al corpo (all'altezza dello sterno), guardandovi i pollici. Questo vi aiuterà a ritrovare l'equilibrio.

Il Secondo esercizio Tibetano

L'errore più comune nell'esecuzione di questo esercizio consiste nel sollevare la parte inferiore della schiena contemporaneamente alle gambe, perché questo indebolisce la schiena. Dunque bisogna fare in modo che tutto il dorso aderisca al pavimento, mentre si sollevano soltanto le gambe. In questo senso è utile far sì che l'impulso parta dai talloni, sollevandoli dal pavimento e flettendo i piedi « a martello », con le dita rivolte verso la tibia.

Questa posizione di partenza attiva i muscoli estensori delle gambe. Un ulteriore aiuto per sollevare le gambe è offerto dalle mani: mettendole sotto le natiche, riesce più facile portare le gambe in posizione verticale. Se poi soffrite di una grave forma di lordosi, è assolutamente necessario appoggiare a terra per prima cosa i piedi, e soltanto in seguito le gambe. In questo caso le gambe non devono mai restare tese nel riabbassarsi, ma occorre poggiare i piedi sul pavimento prima di lasciarle scivolare, fino a distenderle del tutto.

Il Terzo esercizio Tibetano

Quando state in ginocchio, dovete flettere la punta dei piedi appoggiandola a terra; l'illustrazione lo mostra chiaramente, ma molti di coloro che eseguono l'esercizio non ci badano, correndo così il rischio di inarcarsi all'altezza della regione lombare - senz'altro il punto più debole e più a rischio per la maggior parte di noi - anziché nel tratto superiore della colonna vertebrale. Tendendo i muscoli dei glutei, eviterete di indebolire la regione lombare.

Inoltre vi consigliamo una posizione delle mani diversa rispetto a quella illustrata in certi libri; per non aggravare la lordosi, è opportuno appoggiare le mani a destra e a sinistra sulla parte inferiore del bacino, con la punta delle dita rivolta verso il basso. Questa posizione prepara meglio al piegamento all'indietro, perché le scapole si avvicinano e il torace si allarga.

Sappiamo per esperienza che questo esercizio presenta particolari difficoltà per la necessità di flettere avanti e indietro il tratto cervicale della colonna vertebrale, e cioè proprio la regione in cui si avverte di più la tendenza a una dolorosa lordosi. Quindi occorre fare molta attenzione a estendere la regione cervicale, per darle sollievo, prima di chinare il capo in avanti. Dopodiché si abbassa un po’ la testa, a partire dal mento, prima di eseguire con molta prudenza il piegamento all'indietro, sempre lasciandovi guidare dal mento. (Per trovare il grado di inclinazione della testa che vi è più congeniale, eseguite il seguente test: piegate la testa all'indietro tenendo una mano appoggiata sulla nuca. Togliendo la mano, non dovreste piegare la testa più indietro di così.)

Il Quarto esercizio Tibetano

Per eseguire correttamente il Quarto esercizio Tibetano occorre partire con la colonna vertebrale perfettamente dritta e distesa. A questo serve la posizione delle mani, con le quali ci si dovrebbe sostenere per stare seduti senza sforzo in posizione eretta. Anche in questo caso la testa va piegata in avanti soltanto dopo l'estensione della regione cervicale. Per evitare di piegare le gambe prima ancora di aver sollevato dal pavimento il corpo, si deve cominciare alzando il bacino e spostandolo in avanti in direzione dei piedi. In seguito, durante l'espirazione, dovete portarvi di nuovo in posizione seduta, con le mani ai lati, raddrizzando la colonna vertebrale.

Il Quinto esercizio Tibetano

Il modo migliore per cominciare il Quinto esercizio Tibetano è partire dalla posizione prona, per mantenere la corretta distanza fra le mani e i piedi. Si appoggiano le mani sul pavimento all'altezza dello sterno, puntando i piedi sul pavimento, con le dita flesse, e ci si solleva durante l'espirazione, facendo leva sulle braccia con la forza della schiena. In questo caso i glutei devono contrarsi, per ovviare alla debolezza del tratto inferiore della

colonna vertebrale. Mentre inspirate, sollevate il fondoschiena per assumere la posizione della « V rovesciata », portando i glutei contemporaneamente verso l'alto e all'indietro. Questo movimento produce la tensione desiderata nella zona lombare.

L'esercizio dev'essere assolutamente eseguito a piedi nudi su una superficie non scivolosa (se possibile, su un pavimento di legno o di pietra). Infatti, eseguendo l'esercizio su un tappeto, il corpo sarà tanto impegnato a mantenere l'equilibrio, che l'energia necessaria per l'esecuzione si disperderà in fretta, oltre che nella direzione sbagliata.

Scoprire la delicatezza dei riti energetici:

Si possono accompagnare i Cinque Tibetani, con musica e affermazioni positive. Le affermazioni rappresentano un valido stimolo al pensiero positivo e sono di grande aiuto nel processo necessario per imparare « ad accostarsi a se stessi con amore ». Mi preme molto sottolineare che i riti non vanno intesi come una costrizione e che non si deve mettere in primo piano l'idea di raggiungere la perfezione. Crediamo che gli esercizi siano salutari quando si identificano con un momento di piacere e di gioia. L'esercizio suscita troppo spesso una sorta di fanatismo, perché noi occidentali abbiamo la tendenza a sviluppare subito un comportamento distorto, legato al senso del dovere o all'ansia del rendimento. Accostarsi agli esercizi in modo amorevole e rilassato porta allegria e gioia nel nostro cuore.

A proposito di affermazioni positive, ve ne suggeriamo un esempio.

Il Primo Tibetano

Ad ogni inspirazione ed espirazione: “Il mio corpo diventa sempre più leggero”

Il Secondo Tibetano

Inspirazione: “Vivo con la consapevolezza che mi giunge dal centro del mio essere”

Espirazione: “Agisco con la consapevolezza che mi giunge dal centro del mio essere”

Il Terzo Tibetano

Inspirazione:”Mi sto aprendo al mondo”.

Espirazione: “Presto ascolto ai segnali del mio corpo”.

Il Quarto Tibetano

Inspirazione: “Una coscienza infinita fluisce in ogni cellula del mio corpo”.

Espirazione: “Riconosco la saggezza del mio corpo”.

Il Quinto Tibetano

Inspirazione: “Forza ed energia infondono vitalità in ogni angolo del mio corpo”.

Espirazione: “Sono flessibile sul piano fisico e duttile sul piano spirituale”.

15.3.2. – Esercizi semplici

1° Esercizio

Un altro esercizio molto utile, praticabile sia la mattina che in qualunque altro momento della giornata e che non richiede nessuna attrezzatura, è il seguente.

Ci mettiamo in piedi in uno spazio comodo.

1° Esercizio degli occhi: stando in piedi, tendiamo in avanti il braccio destro (o sinistro) e con l’indice puntato in avanti muoviamo il braccio tracciando un otto orizzontale. Solo con gli occhi (senza muovere la faccia) seguiamo attentamente l’indice che descrive l’otto. Seguiamo per dieci volte l’indice che descrive l’otto orizzontale.

Poi con la testa fissa in avanti, guardiamo con la coda dell’occhio sia a sinistra che a destra per dieci volte.

Infine, con la testa rivolta in avanti e ben ferma, muoviamo gli occhi in su e poi in giù, per dieci volte, senza alzare o chinare la testa.

2° Esercizio del collo: stando dritti e fermi giriamo il più possibile il collo prima verso destra e poi verso sinistra, per dieci volte.

Quindi facciamo ruotare il collo liberamente, prima verso destra e poi verso sinistra per dieci volte.

3° Il respiro della tartaruga (per portare energia veloce al cervello): Inspiriamo attraverso il naso con una certa forza, buttando la testa all'indietro. Espiriamo dalla bocca, buttando la testa in avanti, emettendo il suono "ssc" (pronuncia come in "sci"). Ripetiamo rapidamente 10 volte. Alla fine facciamo una respirazione profonda, tratteniamo il respiro e ci rilassiamo.

4° Esercizio delle spalle: Ruotiamo le spalle, dieci volte in avanti e dieci volte indietro, con gli avambracci piegati e rivolti verso il cuore.

5° Esercizio delle torsioni: Con le braccia aperte in fuori (formando una croce con il corpo) eseguire dieci torsioni del busto verso destra e dieci verso sinistra

6° Esercizio delle anche: ondeggiare con le anche (come per il gioco dell’Ula Hop) dieci volte a destra e dieci volte a sinistra.

7° Esercizio delle flessioni: fare 50 flessioni, piegando un poco le ginocchia in avanti.

\ Al termine di questo esercizio, che dura circa 6-10 minuti, ci sentiremo caricati di energia e potremo affrontare la giornata con maggiore slancio e ottimismo.

Dovremmo eseguire questo esercizio costantemente, almeno una volta al giorno, la mattina prima di fare colazione. Se abbiamo voglia e tempo per eseguirlo due o tre volte al giorno, ci sentiremo sempre in forma.

2° Esercizio.

Serve a riattivare i Chakra.

1. Centro della Terra: inspirate tenendo la lingua arrotolata (respiro sita) mentre contraete l'ano. Espirate con contrazioni anali lente e ritmiche, recitando "LANG".

2. Centro del Sesso: inspirate dal naso, visualizzando il respiro che entra attraverso il Terzo Occhio. Visualizzate dolcemente il respiro che scende attraverso il passaggio frontale fino a raggiungere il Centro del Fuoco. Poi spingete l'aria in basso, attraverso i genitali. Mentre espirate, stringete il muscolo anale e visualizzate l'energia che risale la colonna vertebrale, recitando 'VANG".

3. Centro del Fuoco: fate una profonda inspirazione sita, riempiendo la regione dello stomaco. Con l'espirazione, contraete con forza lo stomaco, recitando "RANG". Cercate di pompare per 26 volte durante una espirazione.

4. Centro dell'Aria: inspirate dal naso. Quando il respiro raggiunge la zona del cuore, contraete ed espandete i muscoli del petto attorno al cuore, recitando "YANG".

5. Centro dell'Etere: inspirate dal naso. Quando il respiro raggiunge il centro della gola, bloccate il mento. Mentre trattenete il respiro, sollevate il mento, continuando a mantenere la tensione nella gola. Espirate recitando "HANG".

Centro della Luce: premete l'indice sul Terzo Occhio oppure appoggiate delicatamente l'indice e il medio sulle due palpebre. Inspirate attraverso il Terzo Occhio. Sentite l'energia che si muove attraverso il ponte psichico verso il Bindu. Con l'espirazione, recitando "ANG" proiettate di nuovo l'energia attraverso il Terzo Occhio, verso l'etere esterno.

BENEFICI DEI CINQUE TIBETANI

Primo Rito

Aiuta ad alleviare: Vene varicose, Osteoporosi, Emicranie

Benefici per la salute

Il Primo Rito intensifica la circolazione, e ciò a sua volta può aiutare ad alleviare i problemi di vene varicose; tonifica le braccia e ne allevia i dolori dell’osteoporosi; aumenta il flussi energetico attraverso tutti chakra, specialmente quelli situati alla sommità del capo, la fronte, il torace, stimolando la rivitalizzazione delle cellule. Aiuta il flusso del fluido cerebro-spinale che contribuisce alla chiarezza mentale ed è di ausilio nella prevenzione delle emicranie. L’esecuzione quotidiana del Primo Rito può innescare un processo di ringiovanimento in tutto il corpo.

Secondo Rito

Aiuta ad alleviare: Artrite, Mestruazioni irregolari, Sintomi della menopausa, Problemi digestivi e intestinali, Dolori lombari, Rigidità delle gambe e del collo.

Benefici per la salute

Il Secondo Rito ha un effetto ristoratore sulla ghiandola della tiroide, sulle surrenali, sui reni, sugli organi del sistema digestivo, e sugli organi e ghiandole sessuali, compreso prostata ed utero. E’ utile per il ciclo mestruale irregolare ed allevia alcuni dei sintomi della menopausa. Ha un effetto positivo sui problemi digestivi e intestinali. E’ ottimo per la circolazione e la respirazione, rendendo più tonici i muscoli cardiaci ed il diaframma, e regola il flusso linfatico. Il movimento inoltre rinforza l’addome, le gambe e le braccia. Allevia la tensione alla parte inferiore della schiena, diminuendone cosi il dolore; ha effetto benefico sulla rigidità delle gambe e del collo.

Accelera inoltre la rotazione dei chakra 1 – 2 – 3 – 5 .

Terzo Rito

Aiuta ad alleviare: Problemi digestivi, Dolori alla schiena e al collo, Congestione da sinusite.

Benefici per la salute

Anche il Terzo Rito ringiovanisce la ghiandola della tiroide, le surrenali, i reni, tutti gli organi del sistema digestivo, ed anche gli organi e le ghiandole sessuali compresi prostata ed utero. Risulta particolarmente efficace per le donne in menopausa e per le donne con mestruazioni irregolari o difficoltose. Tonifica e rafforza l’addome, rende tonico il diaframma, profonda la respirazione, e allevia la tensione muscolare nelle zone lombare e cervicale, diminuendo dolore e rigidità. Aiuta a liberare dalla congestione dovuta alla sinusite e allevia i sintomi dell’artrite cervicale e dorsale.

Accelera inoltre la rotazione dei chakra 2 – 3 – 5 .

Quarto rito

Aiuta ad alleviare: Artrite,Osteoporosi, Mestruazione irregolari, Congestione da sinusite

Benefici per la salute

Il Quarto Rito ha un effetto fortificante sulla ghiandola della tiroide, sul sistema digestivo, sugli organi e ghiandole sessuali compresa prostata e utero, sulla circolazione e sul flusso linfatico.

Dà tono all’addome, al muscolo cardiaco e al diaframma, e rafforza cosce, braccia e spalle.

Se soffrite di congestione da sinusite, troverete che aiuta a liberare i seni nasali.

Se soffrite di artrite localizzata al collo, alle spalle, alle anche ed alle ginocchia troverete questo movimento particolarmente utile ad alleviare i sintomi. Rende anche più profonda la respirazione e accelera i principali chakra collegati alle aree della gola, del torace, dell’addome superiore e inferiore, e del coccige. Chakra interessati 1-2-3-4-5

Quinto rito

Aiuta ad alleviare: Artrite, Osteoporosi, Mestruazione irregolari, Congestione da sinusite, Dolori alla schiena, Rigidità delle gambe e del collo.

Benefici per la salute

Il Quinto Rito ha un effetto rinvigorente sulla ghiandola della tiroide, sulle surrenali, sui reni, su tutti gli organi e ghiandole sessuali compresa prostata e utero. Favorisce la circolazione e il flusso linfatico, il che ha un impatto positivo sul sistema immunitario, stimola una respirazione profonda, dona energia e vitalità, ed accelera la rotazione di tutti i chakra. Tonifica l’addome, il muscolo cardiaco, il diaframma, rinforza i muscoli addominali, delle gambe e delle braccia e aiuta ad alleviare i dolori lombari, come la rigidità delle

gambe e delle braccia e del collo. Libera le cavità nasali, riduce i problemi digestivi e intestinali. Attiva energicamente tutti i Chakra

ESECUZIONE DEI CINQUE TIBETANI

Primo Rito

Mettetevi in piedi a braccia aperte sulla stessa linea delle spalle, cominciate a girare sul vostro asse, prima lentamente per poi prendere sempre maggiore velocità, ma sempre da sinistra verso destra, mai al contrario.

L’esercizio assicura una stimolazione equilibrata dei centri energetici.

Potreste provare un senso di vertigine, le prime volte. Siate prudenti e non esagerate. Questo esercizio rafforza il vestibolo, il delicato meccanismo di equilibrio che si trova nell’orecchio interno. Col tempo, le vertigini scompariranno e il movimento diventerà più facile e fluido, anche ad “alta velocità”.

Per concludere la rotazione, restare in posizione eretta, con i piedi leggermente divaricati, e congiungere il palmo delle mani davanti al corpo (all’altezza dello sterno), guardandovi i pollici. Questo aiuterà a ritrovare l’equilibrio.

Secondo Rito

Sdraiatevi con il dorso a terra, avendo cura di stendere, tra il pavimento e voi, una coperta ripiegata. Le mani devono essere appoggiate di lato al corpo, con le palme appoggiate al suolo. Sollevate le gambe ben tese in posizione verticale, alzando contemporaneamente la testa.

Inspirare quando si sollevano le gambe e la testa, espirare quando si abbassano. (Se si soffre di lordosi, è assolutamente necessario appoggiare a terra per prima cosa i piedi piegando le ginocchia, e soltanto in seguito alzare le gambe. In questo caso le gambe non devono mai restare tese nel riabbassarsi, ma occorre poggiare i piedi sul pavimento prima di lasciarle scivolare, fino a distenderle del tutto).

Variante - si può proseguire con le gambe oltre la testa, realizzando la posizione chiamata halasana, indicata contro una quantità di disturbi: Ipotensione, emorroidi, dolori di stomaco, colite, stitichezza, artrosi, disordini mestruali e obesità. Tonifica inoltre il fegato, stimola la circolazione, dona vitalità.

Terzo Rito

Inginocchiatevi sul pavimento tenendo il corpo eretto e appoggiate le mani sui muscoli

delle cosce. Le dita dei piedi devono essere piegate per darvi maggiore equilibrio.

Inclinate in avanti il capo e il collo e ripiegate il mento sul petto.

Inspirando piegate ora il capo all’indietro inarcando la spina dorsale, ritornate ora nella posizione iniziale espellendo l’aria dai polmoni attraverso la bocca. Molta prudenza per chi soffre di cervicale inclinando il capo….

Quarto Rito

Si esegue da seduti a terra con le gambe tese in avanti e mento premuto contro il petto, quindi appoggiate le palme delle mani per terra mantenendole vicine al corpo.

Facendo leva sulle mani e flettendo le ginocchia, sollevare il corpo da terra in modo che le gambe risultino parallele alle braccia.

Inspirare profondamente quando si solleva il corpo, espirare quando si scende a terra.

Quinto Rito

Il corpo deve essere rivolto al pavimento, sorretto dalle braccia e le dita dei piedi devono essere piegate.

Durante tutta l’esecuzione del rito mani e piedi devono trovarsi alla distanza di circa sessanta centimetri, le braccia e le gambe tese.

Sollevare i fianchi fino a formare una V capovolta.

Inspirare profondamente quando si solleva il corpo, espirare completamente quando si abbassa.

Il respiro di transizione ( da effettuare sempre dopo ogni rito ) Questo tipo di respiro va usato soltanto due volte, dopo ciascuno dei Cinque riti Tibetani ed è una parte fondamentale di questa pratica Yoga. In posizione eretta, con i piedi uniti e con le mani sui fianchi, inspirate profondamente attraverso il naso. Espirate attraverso la bocca formando una “ O “ con le labbra. Quando inspiriamo ( naso ) immaginiamo di riempire il nostro corpo di un senso di benessere, di luce divina; Quando espiriamo ( bocca ) immaginiamo di buttare fuori dal corpo le nostre tensioni, preoccupazioni tutto ciò che ci turba. Praticando la respirazione controllata acquisterete maggiore forza e vi sentirete più leggeri, come se ogni singola cellula del vostro corpo stesse danzando nella luce.

Ciò che appare impossibile diventa normale con la pratica

Considerazioni sui Cinque Riti Tibetani

Ci saranno inevitabilmente dei giorni in cui non sarete in grado di eseguire il programma completo; potrebbe capitarvi di essere ammalati o anche soltanto occupati più del solito. L’esecuzione di sole tre ripetizioni di ogni Rito, che richiede pochi minuti, è meglio di niente.

L’esecuzione dei Riti può avviare molti cambiamenti fisici. Inizialmente i Riti, stimolano la circolazione. Questo accelera il processo di guarigione e dà nuovo impulso al sistema immunitario. Una maggiore quantità di sangue viene pompata con meno battiti cardiaci, è ciò procura al cuore un grado inferiore di stress. Quando il flusso di sangue aumenta, ogni cellula del corpo riceve più ossigeno ed elementi nutritivi, ed i prodotti di scarto vengono eliminati con maggiore efficacia, e questa è una delle ragioni per avvicinarsi gradualmente al ventunesimo Rito.

Una volta iniziato, potreste notare che la vostra urina ha un colore più scuro oppure un odore più forte. Potreste notare anche un cambiamento nell’odore del corpo o qualche eruzione cutanea. Potreste contrarre una leggera infezione alle vie respiratorie superiori oppure dei dolori articolari. Tutti questi sintomi sono normali, temporanei, e perfino auspicabili. Essi costituiscono manifestazioni fisiche dei veleni e degli inquinanti che sono stati immagazzinati e che ora vengono espulsi dagli organi, dalle articolazioni e dalle membrane mucose.

La disintossicazione rappresenta la chiave per stare meglio. E’ utile anche bere più acqua del solito per purificare l’organismo. Consumate una quantità maggiore di frutta fresca, verdure e cereali integrali. Entro un breve lasso di tempo, dovreste iniziare a sentirvi più energetici e più in salute.

Il vostro sguardo sarà più brillante, la pelle più luminosa e gli arti più elastici.

Già eseguendo il primo esercizio si proverà un senso di benessere, perché la stimolazione del corpo energetico aiuta a liberarsi dalle energie negative. La maggior parte delle persone sono prigioniere del loro corpo emozionale, dove ristagnano vecchie ferite, rancori mai sopiti e sentimenti di vendetta. Se queste energie permangono, noi non abbiamo letteralmente la forza di vivere una vita equilibrata ed in armonia con l’ambiente che ci circonda.

Può apparire una speranza esagerata quella di modificare i nostri sentimenti in maniera

cosi semplice. La modificazione avviene attraverso una rotazione che accelera il campo

della nostra aura, cosi che la nostra coscienza si eleva automaticamente a ottave

superiori di frequenze.. Viene eliminata l’immobilità provocata da depressione e

indecisioni e siamo in grado di sentire forze nuove dai piani di coscienza che

raggiungeremo. Ruotare in senso orario rafforza il campo dell’aura, questo invia segnali

di forza all’esterno e forza vitale al corpo fisico. Il miglioramento della salute e la forza

vengono creati dalla percezione cellulare di nuovi piani di energia.

Le cellule cominciano a lavorare come se fossero parte di un corpo vibrante e giovanile.

Saper gestire il proprio tempo

Chi ritiene di non avere tempo per eseguire I Tibetani al mattino, non è in grado di valutare bene le priorità, poiché saper gestire il tempo significa saper gestire le priorità, e il tempo è vita.

I Cinque Tibetani rappresentano un metodo molto efficiente per rimettere in forma o rigenerare il proprio corpo con un afflusso di energia ottimale, senza richiedere un dispendio di tempo superiore ai dieci o venti minuti al mattino o alla sera. La straordinaria efficacia degli esercizi Tibetani serve ben poco, se non vengono praticati con regolarità e coerenza.

Osservazioni sul primo Rito

Il corpo umano come quello di tutte le creature viventi sulla terra, si trova in un campo di tensione tra il magnetismo terrestre e le forze cosmiche. Attraverso il chakra del cervello, l’energia cosmica fluisce nell’organismo e si unisce con l’energia della terra al centro del corpo. La forza che proviene dal cielo segue lo schema di movimento spirale che si raccoglie su se stessa in senso antiorario. La forza terrestre segue invece lo schema di movimento di una spirale che si dispiega in senso orario. Le due forze si incontrano al centro del corpo, caricandolo di energia elettromagnetica. La forza celeste, che si raccoglie in se stessa, e quella terrestre, che si espande, danno quindi origine ad una corrente oscillatoria elettromagnetica, che scorre attraverso la spina dorsale in senso verticale. Attraverso il movimento di rotazione verso destra (in senso orario) rafforziamo il flusso di energia dalla terra all’organismo, fortificando così il nostro “Io terreno” e mettendo radici in modo cosciente nella realtà, qui ed ora. Un movimento rotatorio in senso antiorario agisce al contrario nel senso di una “espansione” della coscienza nel cosmo. Un movimento del genere, in senso antiorario, si ritrova per esempio anche nella danza dei “dervisci rotanti”, che la eseguono per poter prendere contatto, in stato di trance, con le energie cosmiche. La rotazione in sé è utile soprattutto per coloro che sono molto tesi e conducono una vita piena di stress, che non sanno meditare perché non riescono a placare i moti mentali. Girare su se stessi esercita un influsso positivo su tutti questi problemi: il sangue circola meglio, il corpo diventa più rilassato e disteso, il cervello viene “lavato” acquistando cosi uno stato d’animo molto più sereno.

Osservazioni sul terzo rito

Esaminando con attenzione lo svolgimento degli esercizi dei Cinque Tibetani, si nota che ciascuno di essi sollecita in particolare il collo e la nuca. Esistono buoni motivi per farlo: dal punto di vista della medicina Tibetana, la flessibilità ovvero l’irrigidimento della regione cervicale sono segnali indicatori importanti del processo di invecchiamento. Il collo e la nuca rappresentano in un certo senso una “strettoia” naturale, e le strettoie hanno sempre la tendenza a ingorgarsi col passare del tempo, restano ostruite dalle scorie. Quando si accumula sulle spalle il “peso degli anni”, accade spesso che al capo riesca ad affluire soltanto un modesto rivoletto di energia. L’afflusso di sangue al cervello e anche il lavoro del sistema linfatico, responsabile dell’eliminazione delle tossine, registrano normalmente una diminuzione nel corso del processo di invecchiamento. E’ proprio a questo punto che entrano in gioco i delicati movimenti di estensione del collo e della nuca, che stimolano non soltanto la regione cervicale , ma anche la velocità del liquido cerebrospinale; e le sostanze contenute in questo liquido sono di grande importanza, poiché grazie ad un movimento di pompaggio riforniscono in particolare il cervello di principi nutritivi esenziali.

Suggerimenti per l’applicazione degli esercizi

Spesso gli esercizi vengono eseguiti nello spirito di una “prova ginnica”, invece si tratta di Riti energetici e questo conferisce ai Cinque Tibetani un carattere chiaramente spirituale e meditativo. Altro aspetto: in effetti le nostre reazioni individuali ai Cinque Tibetani sono molto diverse. Ci sono persone che reagiscono con esasperata sensibilità e altre invece che restano inerti. Coloro che non rilevano nessun cambiamento, hanno probabilmente gli organi responsabili dell’escrezione (reni, intestino e fegato) intasati dalle tossine, o l’organismo saturo di sostanze acide, il che influisce negativamente sul fluire dell’energia vitale nel corpo.

Talvolta si pecca anche di impazienza. Senza riguardo per il proprio benessere, si aumenta ogni settimana il numero degli esercizi per raggiungere il più presto possibile il traguardo delle 21 ripetizioni. Il numero di esercizi necessari perché una persona si senta bene, può anche limitarsi a 15; molte persone si fermano a 10. Se si supera il limite del proprio benessere personale, gli effetti positivi possono anche trasformarsi in effetti negativi: si instaurano stati di tensione, oppure si manifesta una sensazione di sovreccitazione. Tenete a mente questo concetto:

I Cinque Tibetani sono riti energetici, e non devono diventare uno sport competitivo.