Riassunto SLOMAN

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Di J. Sloman Riassunto da A. Cestaro Riassunto da A. Cestaro

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Di J. Sloman

Riassunto da A. CestaroRiassunto da A. Cestaro

IN GOD WE TRUST

IL PROBLEMA ECONOMICO

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Di che cosa si occupa l’economia?

L’economia ha molto a che vedere con il denaro ma nonostante il denaro svolga un ruolo importante nella nostra vita, l’economia è più di un mero studio della moneta. I seguenti temi sono tipicamente economici

La produzione di beni e servizi Il consumo di beni e servizi

Il problema economico fondamentale è la scarsità dovuta al fatto che i desideri umani sono in sostanza infiniti mentre le risorse sono un insieme finito.Le risorse o fattori di produzione sono di tre tipi

Risorse umane: lavoro Risorse naturali: terra e materie prime Risorse derivate: capitale

Definizione di scarsità: “L’eccesso dei desideri umani rispetto a quanto può essere effettivamente prodotto.

DOMANDA E OFFERTA

L’economia studia i fenomeni del consumo e della produzione. Tali fenomeni generano la Domanda e L’Offerta che insieme alla loro interazione costituiscono il nucleo della scienza economica.La domanda e l’offerta sono legati al problema della scarsità in quanto la società deve tendere a rendere la domanda e l’offerta equilibrate in base alle risorse.

MACROECONOMIA La macroeconomia studia la determinazione della produzione nazionale e la sua crescita nel tempo. Si occupa anche dei problemi della recessione, della disoccupazione, dell’inflazione, dell’equilibrio delle transazioni internazionali dell’instabilità ciclica, nonché delle politiche adottate a livello statale per far fronte a tali problemi.Se la domanda aggregata e troppo elevata ne derivano:

L’inflazione, aumento generalizzato del livello dei prezzi Disavanzi di parte corrente della bilancia dei pagamenti, dovuti per lo più dovuti all’eccesso

delle importazioni sulle esportazioniSe la domanda aggregata e troppo bassa rispetto all’offerta:

Recessione, riduzione della produzione Disoccupazione, se le imprese dovranno produrre meno impiegheranno un minor numero

d’addetti

La politica macroeconomica cerca di influire sulle condizioni per il raggiungimento dell’equilibrio tra la domanda e l’offerta, la politica della domanda cerca di influenzare il livello di spesa nell’economia, la politica dell’offerta influenza direttamente il livello di produzione.

MICROECONIMIALa scarsità delle risorse induce a compiere delle scelte. Ogni società si trova ad effettuare tre tipi di scelte:

1. QUALI beni e servizi devono essere prodotti e in quali quantità2. COME devono essere prodotti tali beni3. PER CHI devono essere prodotti tali beni

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Scelte e costo-opportunitàQualsiasi scelta comporta il sacrificio delle altre alternative possibili. Il sacrificio della migliore alternativa disponibile prende il nome di costo-opportunità. Scelte razionali Si tratta semplicemente di confrontare i costi e i benefici di una data attività. Costi e benefici marginaliLe scelte razionali comportano il confronto di costi marginali e benefici marginali, distinti dai costi e benefici totali di un’attivitàConseguenze sociali delle scelteLa microeconomia non studia soltanto le scelte ma anche le loro conseguenze.

RIEPILOGO

Il problema economico fondamentale è la scarsità. Si pone quindi il problema di allocare nel modo più efficiente possibile le risorse

L’economia si divide in macro economia e microeconomia la prima studia i problemi economici nel loro complesso la seconda si occupa del comportamento dei singoli e del problema del cosa, come e per chi produrre

Confronto tra costi e benefici permette di effettuare scelte razionali La frontiera delle possibilità economiche mostra le possibili combinazioni di beni che paese

può produrre in un dato periodo utilizzando al massimo le proprie risorse se la produzione è sulla curva.

Il flusso circolare del reddito costituisce un diagramma che descrive le relazioni principali tra famiglie e imprese di una stessa economia.

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MERCATI DOMANDA E OFFERTA

Tutte le economie devono affrontare il problema della scarsità. Si differenziano però dal modo adottato per risolverlo, una differenza fondamentale tra le diverse economie è il grado di controllo pubblico sull’attività economica.

L’ECONOMIA TOTALMENTE PIANIFICATA (decide lo stato) L’ECONOMIA DI MERCATO (non c’e’ intervento pubblico)

ECONOMIA PIANIFICATA

Sistema economico socialista o comunista (terra e capitale di proprietà collettiva) lo stato pianifica l’allocazione delle risorse a tre livelli

1. Pianifica l’allocazione delle risorse tra consumo attuale e investimento per il futuro (sacrificando parte delle risorse destinate al consumo a favore di investimenti per il futuro)

2. Livello microeconomico il governo pianifica l’output di ciascuna industria, tecniche usate, lavoro, risorse necessarie alla produzione (analisi input output in modo da far coincidere la domanda pianificata all’offerta pianificata.

3. Lo stato pianifica la distribuzione dell’output tra i consumatori.

Pro e contro delle economie pianificate.Nei casi storici dei sistemi con economie pianificate lo stato aveva una visione globale dell’economia e poteva dirigere le risorse nazionali in base agli specifici obbiettivi del paese, dirigere ingenti risorse verso gli investimenti generava elevati tassi di crescita, evitava elevati tassi di disoccupazione e il reddito globale veniva distribuito più equamente. Purtroppo questi obbiettivi potevano essere raggiunti solo con elevati costi sociali ed economici per le seguenti ragioni.

Piani troppo complicati per la grande articolazione dell’economia, costosi e che richiedono una burocrazia mastodontica.

Uso inefficiente delle risorse in assenza di un sistema dei prezzi (fissati dallo stato) Difficoltà ad incentivare la produzione senza compromettere la qualità Riduzione della libertà individuale Imposizione di piani impopolari Produzione pianificata e libertà di spesa possono causare problemi di eccesso o scarsità di

offerta.

ECONOMIA DI MERCATO

Libere scelte individuali L’economia di mercato si realizza in un sistema capitalistico dove terra e capitale sono di proprietà privata. In cui le imprese cercheranno di massimizzare i loro guadagni e i singoli cittadini cercheranno di utilizzare i propri redditi nel modo migliore e di massimizzare i loro salari.

Il meccanismo dei prezzi. Funziona in questo modo, i prezzi aumentano in situazioni di scarsità diminuiscono in situazioni di abbondanza.

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Se la domanda eccede l’offerta la scarsità che ne deriva causerà un aumento del prezzo che agirà quale incentivo alle imprese per una maggiore produzione del bene e scoraggerà i consumatori ad aumentare ulteriormente le richieste.Se l’offerta eccederà la domanda ne deriverà surplus e quindi calo del prezzo disincentivo per i produttori e incentivo per i consumatori. L’effetto di variazione delle domanda e dell’offerta.

L’interdipendenza dei mercati. All’aumentare della richiesta di un dato bene ne aumenterà anche la produzione ne deriva che anche i mercati collegati e le imprese interessate alla produzione di input si troveranno in una situazione di aumento della richiesta a loro volta aumenteranno i prezzi i mercati dei beni influenzano dunque i mercati dei fattori.

LA DOMANDA

Legge della domanda Quando il prezzo di un bene aumenta la quantità domandata diminuisce.

In seguito ad un aumento del prezzo gli individui si sentiranno più poveri, il potere d’acquisto del loro reddito, il cosiddetto reddito reale è diminuito (effetto di reddito)

Poiché quel bene risulta più costoso decideranno di sostituirlo con un altro (effetto di sostituzione

Analogamente quando il prezzo di un bene diminuisce la quantità domandata di solito aumenta.L’ampiezza dell’effetto di reddito dipende in larga parte dalla quota di reddito che il consumatore destina all’acquisto del bene. L’ampiezza dell’effetto di sostituzione dipende dalla quantità e dal grado di sostituibilità dei beni sostituti.

Quantità domandata quantità che i consumatori sono disposti a, e in grado di, acquistare a un dato prezzo in un dato periodo di tempo

La curva di domanda RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA FUNZIONE DI DOMANDA può riferirsi a singoli o alla domanda di mercato (la somma della domanda dei singoli)

Figura 1 esempio di curva di domanda

Il prezzo però non è il solo elemento che determina la quantità domandata di un bene Altri fattori sono

Gusti Numero e prezzo dei beni sostituti

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Numero e prezzo dei beni complementari Reddito (crescita di richiesta all’aumento del reddito per i beni normali e diminuzione della

richiesta per i beni detti inferiori) Distribuzione del reddito Aspettative di variazione dei prezzi in futuro

Spostamenti della curva o movimenti lungo la curva si distinguono rispettivamente variazione della funzione di domanda e variazione della quantità domandata.

L’OFFERTA

Quando il prezzo aumenta aumenterà anche la quantità offerta tale relazione è fondata su tre elementi:

Quando le imprese aumentano la loro offerta da un certo livello di produzione in poi i costi cresceranno sempre più rapidamente.

Quanto maggiore è il prezzo di un bene tanto più redditizia sarà la sua produzione Se il prezzo di un bene rimane alto per molto tempo nuovi produttori saranno indotti ad

entrare nel mercato per iniziare la produzione facendo aumentare l’offerta totale.

La curva di offerta rappresentazione grafica della curva di offerta segue le caratteristiche dalla curva di domanda

Figura 2 curva di offerta

Come per la domanda anche l’offerta è determinata anche da altri fattori quali: I costi di produzione

La variazione del prezzo degli input Il cambiamento della tecnologia I cambiamenti organizzativi Le politiche industriali del governo

La redditività dei prodotti alternativi La redditività dei prodotti congiunti Natura, shock stocastici e altri eventi imprevedibili Gli obbiettivi dei produttori (massimizzazione dei profitti o delle vendite)

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Aspettative di variazioni future dei prezzi.

Gli spostamenti della curva chiamati variazione della funzione di offerta si hanno quando varia una delle determinanti l’offertaGli spostamenti lungo la curva detti variazioni della quantità offerta si ha se c’è una variazione di prezzo.

LA DETERMINAZIONE DEL PREZZO

Solo un prezzo come si è visto è sostenibile il c.d. prezzo di equilibrio ossia quando l’offerta eguaglia la domanda determinando il c.d. mercato di equilibrio.

Sovrapponendo la curva di domanda di un dato bene e la curva di offerta si troverà un punto di intersezione tra le due, questo punto si dice punto di equilibrio

Ad una variazione della quantità domandata o della quantità offerta ci saranno degli spostamenti delle curve che determineranno un nuovo punto di equilibrio.

ECONOMIA DI MERCATO

Il fatto che un economia di mercato funzioni autonomamente è uno dei suoi maggiori vantaggi in quanto non necessita di una burocrazia complicata, la concorrenza tra le imprese mantiene bassi i prezzi e incentiva l’efficienze sia dei produttori sia dei lavoratori che vorranno massimizzare i loro profitti. Tuttavia le imprese non raggiungono la massima efficienza nell’allocazione delle risorse scarse e i governi reputano spesso necessario intervenire in fase correttiva.Problemi dell’economia di mercato sono:

Spesso la concorrenza e limitata (lobby e poche grandi imprese che dominano il mercato) La prassi di alcune imprese possono essere socialmente indesiderabili Un economia di mercato può generare instabilità macroeconomiche. Obiezione morale (egoismo, avidità, materialismo)

Per queste ragioni non esistendo un tipo di economia perfetto si ricorre all’economia mista sia nei sistemi in cui prevale l’economia di mercato sia in quelli in cui prevale l’economia pianificataNelle economie miste il governo può influire su:

Prezzi relativi dei beni e degli input (imposte o sussidi) Redditi relativi La struttura della produzione e del consumo attraverso leggi oppure attraverso la fornitura

diretta di alcuni beni e servizi.

ECONOMIA E SCELTA RAZIONALE

Il comportamento del consumatore è descritto della scelta tra le alternative possibili ciò tra le dotazioni di cui è in grado di disporre a seconda dei piani di acquisto che realizza. Interpretazione positiva o descrittiva – teoria come una descrizione di ciò che farebbe un consumatore perfettamente razionale preoccupato solo delle conseguenze delle proprie azioni. Interpretazione normativa o prescrittiva – alternativa: le conclusioni alla quali arriva la teoria del consumatore ci dicono come si dovrebbero comportare, un consumatore che abbia come unico obbiettivo la massimizzazione della soddisfazione derivante dalle conseguenze delle sue azioni.

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L’INSIEME DELLE ALTERNATIVE POSSIBILI ED IL VINCOLO DI BILANCIO

Punto fondamentale decidere quali e quanti beni produrre, le possibilità del consumatore sono abitualmente dette paniere (alternative di consumo) Esistono vincoli fisici dovuti alla quantità che è possibile produrre e vincoli economici, il consumatore potrà consumare solo quanto già possiede o è in grado di acquistare dato quanto già possiede, cioè dato il suo reddito (vincolo di bilancio)

x

b retta di bilancio, i punti sulla retta o al di e sotto di essa sono utilizzabili dal consumatoren i punti al di sopra non sono raggiungibilie2

Bene 1

Le alternative possibili si trovano al di sotto della retta di bilancio o su di essa movimenti della curva indicano un aumento del reddito se la curva si sposta totalmente verso l’alto mentre variazioni dei prezzi di uno dei due beni sono indicati da uno spostamento sulla sola asse delle x o delle y

Una volta descritto l’insieme delle alternative possibili dobbiamo capire come egli scelga tra le alternative.per rappresentare in modo adeguato la scelta possibile del consumatore i panieri disponibili devono avere determinate caratteristiche quali

Completezza il consumatore deve ordinare le possibili alternative. Ogni paniere deve in qualche modo essere preferito all’altro

Transitività il consumatore deve essere in grado di considerare un alternativa tanto buona quanto un altra e così via

Monotonicità se due panieri contengono una quantità uguale di alcuni beni e diversa di altri il consumatore sceglierà sempre quello con quantità maggiore

Saggio marginale di sostituzione

La curva di indifferenza ci dice quale quantità di un bene compensa la rinuncia ad un’unità all’altro, nel caso di beni detti perfetti sostituti una quantità di un bene (elevata) sarà in grado di sostituire completamente l’altro, ci sono poi i beni c.d. perfetti complementi nel caso di questi ultimi il consumatore trae beneficio dall’acquisto di in bene solo se ha a disposizione una quantità data dell’altro. L’ottimo del consumatore il punto di ottimo del consumatore si troverà sulla retta di bilancio, mai al di sotto di essa e sul punto che interseca la curva di indifferenza più lontana (che ha in comune con la retta di bilancio un solo punto.Se ci sono variazioni di reddito e i prezzi rimangono costanti ci saranno spostamenti del solo vincolo di bilancio sarà quindi possibile raggiungere curve di indifferenza più lontane e quindi ci sarà (per i beni c.d. normali) un aumento della quantità domandata (per i beni c.d. inferiori una diminuzione) Rappresentando in graficamente l’espansione del reddito (curva di Engel) –al variare del reddito del bene x a fronte di prezzi costanti la quantità domandata aumenterà – (la curva di Engel sarà crescente per i beni normali decrescente per quelli inferiori)

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Variazioni di prezzo di un dato bene Si avrà effetto di reddito e effetto di sostituzione

1. ALL’AUMENTARE DEL PREZZO DI UN BENE IL REDDITO REALE SI RIDUCE2. IL CONSUMATORE COMPENSERÀ CON L’ACQUISTO DI UN ALTRO BENE

DOMANDA DI MERCATO DOMANDA INVERSA E SURPLUS DEI CONSUMATORI

La domanda individuale ci dice per ciascun prezzo di un determinato bene quale sarà la quantità domandata da parte di ciascun consumatore, la domanda di mercato sintetizza le informazioni contenute in più domande individuali indicando quale sia la somma delle quantità domandate da tutti i consumatori per ciascun livello del prezzo del bene considerato.

La funzione di domanda inversa ci dice qual’è il prezzo che deve prevalere sul mercato perché si venduta una certa quantità del bene in oggetto.La nozione di surplus dei consumatori infine ci dice qual’è il prezzo che deve prevalere perché ci sia una certa domanda del bene il surplus dei consumatori sarà dunque calcolato come l’area che sta sotto la curva di domanda inversa ed è delimitata dalla curva di domanda stessa e dal prezzo di mercato Il surplus dei consumatori è un importante strumento per valutare il benessere dei consumatori per la partecipazione al mercato per un dato prezzo.

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ELASTICITÀ E AGGIUSTAMENTO DEI MERCATI

Elasticità sensibilità della domanda ad un aumento del prezzo.Elasticità della domanda rispetto al prezzo Variazione della domanda in termini percentuali dovuta ad una variazione percentuale unitaria del prezzo

Nel caso di una curva meno elastica si verifica un aumento relativamente elevato del prezzo ed un calo modesto della quantità domandata, nel caso di una curva più elastica si verifica solo un moderato incremento del prezzo ma un calo drastico della quantità domandata

nell’esempio la curva blu è più elastica mentre quella rossa e’ meno elastica (un esempio di variazione in cui il bene avrà una curva poco elastica sono le variazioni del prezzo della benzina)l’unico modo per misurare l’elasticità della domanda è una misura percentuale in quanto quantità e prezzo sono misurati con unità di misura diverse e inoltre:

risolve il problema della scelta tra unità di misurarappresenta l’unico modo sensato per decidere quanto è grande una variazione di prezzo

le curve di domanda sono sempre inclinate negativamente (+ prezzo – domanda e viceversa) per cui dividendo un valore positivo con uno negativo otterremo sempre un valore negativo però per individuare l’elasticità dobbiamo considerare il valore assoluto (-3 = variazione del 3%)

ELASTICA (elasticità maggiore di 1) ANELASTICA (0 o meno di 1) ELASTICITÀ UNITARIA (quantità e prezzo variano nella stessa proporzione)

Determinanti dell’elasticità della domanda

1. numero e quantità dei beni sostituti e loro grado di sostituibilità2. quota di reddito spesa nel bene3. L’orizzonte temporale (maggiore è il lasso di tempo maggiore sarà l’elasticità)

L’elasticità della domanda e spesa totale

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La spesa totale per l’acquisto di un bene è semplicemente data da prezzo per quantità acquistata.

ELASTICITÀ DELL’OFFERTA RISPETTO AL PREZZO

Al variare del prezzo ci sarà non solo una variazione della quantità domandata ma anche della quantità offerta. (elasticità dell’offerta rispetto al prezzo).L’effetto su prezzo e quantità di uno spostamento della curva di domanda dipenderà dall’elasticità della funzione di offerta rispetto al prezzo (maggiore elasticità = maggiore quantità offerta all’aumentare del prezzo) Aumento del prezzo del 10% aumento della quantità del 25% = elasticità dell’offerta rispetto al prezzo 25 % (q) / 10% (p) = 2,5 (elasticità).

Determinanti dell’elasticità dell’offerta

Ampiezza dell’aumento dei costi in seguito all’incremento della produzione: minore è il costo marginale più le imprese saranno incentivate a produrre.Orizzonte temporale

1. Brevissimo periodo: difficilmente le imprese riusciranno ad aumentare la produzione subito per l’aumento dell’offerta ricorreranno alle scorte disponibili.

2. Breve periodo: dopo un certo periodo alcuni input potranno essere aumentati (es. materie prime) altri rimarranno fissi (es. macchinari) aumento della quantità solo in una data misura.

3. Lungo periodo: tutti gli input potranno essere aumentati e altre imprese potranno entrare sul mercato.

I MERCATI E L’AGGIUSTAMENTO NEL TEMPO

Maggiore è il lasso di tempo considerato maggiore sarà l’elasticità della domanda e dell’offerta.

La speculazione: in una situazione di domanda e di offerta instabili i prezzi cambiano continuamente a volte salgono a volte scendono. La variabilità dei prezzi condizionerà il comportamento degli acquirenti e dei venditori. Un aspettativa di aumento dei prezzi indurrà le persone a comprare subito un aspettativa di riduzione dei prezzi le indurrà a posticipare i loro acquisti. Analogamente una prospettiva di riduzione dei prezzi indurrà a vendere subito mentre un aspettativa di aumento dei prezzi le indurrà ad attendere. Questo comportamento è chiamato speculazione.

Speculazione stabilizzante: la speculazione avrà effetti stabilizzanti sulle fluttuazioni quando i venditori/compratori sono convinti che la variazione di prezzo sia solo temporanea. (es. prodotti agricoli – vendite in stagione e fuori stagione)

Speculazione destabilizzante: la speculazione tenderà ad avere effetti destabilizzanti quando venditori / compratori credono che ad una variazione del prezzo ne seguirà un altra dello stesso segno.

Le scorte come modo per ridurre l’incertezza. Un modo per ridurre l’incertezza è un accorta politica delle scorte si pone però il problema del costo della detenzione di scorte.

MERTCATI CON PREZZI CONTROLLATI

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Al prezzo di equilibrio non ci sarà ne eccesso di domanda ne eccesso di offerta, il prezzo di equilibrio però potrebbe non essere desiderabile lo stato quindi potrebbe fissare un prezzo.Lo staso fissa un prezzo minimo (elevato) lo stato fissa un prezzo al di sotto del quale non si potrà scendere per varie ragioni:

Per proteggere i redditi dei produttori Per creare surplus in previsioni di scarsità future Nel caso dei salari, per proteggere i redditi dei lavoratori

Lo stato fissa un prezzo massimo (basso) Lo stato in tempi di carestia può fissare un prezzo massimo, ad esempio di beni essenziali per permettere a tutti di acquistarli. In questo modo però potrebbero verificarsi i seguenti problemi.

Allocazione non controllata può generare code o liste gestite dalle imprese. Le imprese potrebbero favorire alcuni clienti

Uno dei problemi principali generati da un prezzo massimo più basso rispetto al prezzo di equilibri è che incoraggia la formazione del MERCATO NERO in cui a prezzi molto più alti si possono acquistare i prodotti razionati nel mercato legale

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PRODUZIONE COSTI RICAVI E PROFITTI

Costi di breve periodo

Il minimo costo che bisogna sostenere per produrre un certo livello di output dipenderà dalla quantità di input usati e dal prezzo che l’impresa deve pagare per acquistarli.

Variazioni della produzione nel breve e nel lungo periodo Esistono fattori di produzione fissi e variabili un fattore fisso è un input che non può essere variato nel periodo di tempo considerato un fattore variabile può invece variare entro il tempo considerato la differenza tra questi due fattori ci consente di distinguere il breve dal lungo periodo.Nel breve periodo solo alcuni fattori sono variabili ed almeno un fattore di produzione è fisso la produzione può essere variata solo usando più fattori variabili.Nel lungo periodo tutti i fattori di produzione sono variabiliLa durata del breve periodo non è quindi fissa ma divergerà tra impresa e impresa.

La funzione di produzione relazione tecnica che lega tra loro input e output, si indica con q = q (x¹, x², x³) dove q è appunto l’output e gli x rappresentano i fattori produttiviLa legge della produttività marginale decrescente nel breve periodo la produzione è soggetta a tale legge che dice “quando quantità crescenti di un fattore variabile sono combinate con quantità date di un fattore fisso, a un certo punto ogni unità aggiuntiva del fattore variabile produrrà un minore output addizionale dell’unità precedente.

Funzione di produzione nel lungo periodo considerando il lungo periodo in cui tutti i fattori sono variabili è possibile calcolare la quantità dei due fattori che faranno in modo di produrre una data quantità di output (sistema degli isoquanti) all’aumentare o diminuire di un fattore bisognerà diminuire o aumentare l’altro per arrivare allo stesso livello di produzione.

Costi e input i costi di produzione di un azienda dipendono ovviamente dalla quantità di input utilizzati, Più precisamente dipendono da:

dalla produttività dei fattori, tanto maggiore è tale produttività tanto minore è la quantità di input necessaria per la produzione quindi minori costi

dal prezzo dei fattori maggiore è il loro prezzo maggiori saranno i costi di produzione.

Nel breve periodo i costi sostenuti per acquistare i fattori fissi non variano con l’output prodotto (rendita della terra – costo della fabbrica) Il costo totale dei fattori variabili varia con l’output prodotto (costo materie prime)Costo totale è dunque la somma tra costo fisso e costo variabile.

Costo medio e costo marginaleSe produrre 100 unità di un bene costa 2000 euro il costo medio sarà 20 euro per unità (2000/100) il costo marginale è l’incremento di costo che si sostiene per produrre un’unità in più, non ci sono costi marginali fissi, poiché, non ci sono costi fissi aggiuntivi quando aumenta la produzione.

Costi di lungo periodo

La produzione nel lungo periodo: la scala di produzione.Nel lungo periodo tutti i fattori di produzione sono variabili possiamo quindi distinguere tre situazioni possibili:

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RENDIMENTI COSTANTI DI SCALA. Dato un aumento percentuale di tutti gli input produce un aumento percentuale uguale degli output.

RENDIMENTI CRESCENTI DI SCALA. Dato un aumento percentuale degli input produce in aumento più che proporzionale degli output.

RENDIMENTI DECRESCENTI DI SCALA. Dato un aumento percentuale degli input produce un aumento meno che proporzionale degli output.

Un impresa gode di economie di scala se i costi medi di produzione diminuiscono all’aumentare della quantità prodotta si avranno quindi rendimenti crescenti di scala. Come si arriva a ciò

1. specializzazione e divisione del lavoro. Riducono l’addestramento e rendono i lavoratori più efficienti.

2. indivisibilità. Alcuni fattori di produzione (es. i macchinari) non variano all’aumentare della produzione anzi se sono grandi si avrà un ottimizzazione.

3. principio del contenitore. Qualsiasi bene capitale che contenga qualcosa sarà tanto meno costoso quanto maggiore è la sua dimensione.

4. maggiore efficienza dei macchinari grandi.5. prodotti congiunti. La produzione di larga scala potrebbe generare prodotti di scarto

in quantità sufficiente alla produzione di prodotti congiunti.6. produzione a stadi successivi grandi industri potranno eseguire diversi stadi della

produzione al loro interno.

Quando le imprese superano una data dimensione i costi unitari potrebbero però anche aumentare:1. problemi gestionali (complessità) 2. scarsa motivazione sul lavoro (catene di montaggio) 3. relazioni tra lavoratori e datori di lavoro (difficoltà, scioperi ecc.) 4. la produzione a catena se bloccata in un qualche punto può destabilizzare l’intera azienda.

Le dimensioni dell’industria potrebbero generare anche economie esterne di scala in cui un impresa qualunque sia la sua dimensione beneficia della dimensione dell’intera industria oppure diseconomie di scala (scarsità)

I costi medi di lungo periodo nel lungo periodo tutti i costi sono variabili, le curve di costo medio di lungo periodo possono avere forme diverse a secondo che l’impresa presenti economie di scala (curva decrescente) diseconomie di scala (curva crescente) oppure nessuna delle due, costi costanti, (curva orizzontale).Si ipotizza che all’aumentare della produzione le aziende abbiano un periodo di economia di scala passato tale periodo tutte le economie saranno sfruttate e ci sarà un periodo in cui la curva diventerà una retta orizzontale successivamente l’impresa diventerà talmente grande che inizieranno a manifestarsi diseconomie di scala.

Le curve di costo di lungo periodo in pratica le imprese spesso godono di economie di scala. Alcune presentano curve sempre decrescenti altre presentano economie di scala fino ad un certo livello poi si assestano su rendimenti costanti di scala, non ci sono tuttavia dati sufficiente per giustificare l’esistenza di diseconomie di scala di tipo tecnico ma le diseconomie di scala dovute a problemi gestionali non sono da escludere.

Ripartizione temporale più precisa1. brevissimo periodo tutti i fattori sono costanti la produzione è fissa.2. breve periodo almeno un fattore è fisso

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3. lungo periodo tutti i fattori sono variabili4. lunghissimo periodo tutti i fattori sono variabili e la loro qualità e la loro produttività può

essere variata.

RICAVI

Il profitto totale è dato dalla differenza tra i ricavi totali e i costi totali.

Ricavo totale è dato dalle entrate che un impresa ottiene in un dato periodo di tempo in seguito alla vendita di una data quantità di prodotto Ricavo medio è l’ammontare che l’impresa ottiene per una unità vendutaRicavo marginale è l’incremento di ricavo ottenuta dalla vendita di un’unità aggiuntiva in un dato periodo di tempo.

I ricavi dell’impresa quando il prezzo è dato:Se un impresa è molto piccola dovrà accettare rispetto alle dimensioni del mercato dovrà accettare il prezzo come un dato a tale prezzo essa sarà in grado di vendere quanto più output è in grado di produrre.Nel caso di curva di domanda orizzontale il ricavo marginale sarà uguale al ricavo medio.Ricavo totale. Il prezzo è costante all’aumentare della quantità il ricavo totale aumenterà a un tasso costante.

I ricavi dell’impresa quando il prezzo è influenzato dal suo prodotto:Le tre funzioni di ricavo avranno forme diverse quando il prezzo varia al variare dell’output dell’impresa.Se un impresa ha una quota di mercato relativamente grande fronteggerà una domanda di mercato decrescente. Ciò significa che se l’impresa intende vendere di più deve accettare una riduzione del prezzo, deve accettare una riduzione della quantità venduta.

Ricavo medio. Ricavo medio uguaglia il prezzo nel caso in cui quest’ultimo debba essere ridotto per incrementare le vendite anche il ricavo medio diminuirà all’aumentare dell’output.Ricavo marginale. Quando un impresa ha una curva di domanda decrescente, il ricavo marginale sarà inferiore al ricavo medio, e potrà anche essere negativo (perché il prezzo va ridotto non solo sulle unità aggiuntive che si spera di vendere, ma su tutte le unità di prodotto che l’impresa avrebbe comunque venduto a un prezzo superiore ed è quindi in relazione anche con l’elasticità della domanda) Ricavo totale il ricavo totale è dato dal prezzo per la quantità ma a differenza delle imprese price takers la curva RT non è retta ma è una curva che sarà dapprima crescente e poi decrescente.

IL PROFITTO

Il profitto totale è uguale al ricavo total meno il costo totale, per definizione i profitti di un impresa saranno massimizzati quando vi è la massima differenza tra il ricavo totale e il costo totale. Un altro modo per individuare il punto di profitto massimo consiste nel trovare la produzione per la quale il ricavo marginale sia uguale al costo marginale. Una volta identificata questa produzione il livello di profitto massimo si può identificare calcolando il profitto medio e moltiplicandolo poi per la quantità prodotta.

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Il profitto normale è il livello di profitto minimo per il quale risulta conveniente continuare a mantenere il capitale investito in un’impresa esso viene considerato come parte dei costi dell’azienda. Nel breve periodo un azienda chiude se non è in grado di coprire i suoi costi variabili, nel lungo periodo chiude se non è in grado di coprire tutti i costi.

FORME DI MERCATO

IL GRADO DI CONCORRENZA

Distinguiamo le forme di mercato in base al grado di concorrenza 1. CONCORRENZA PERFETTA2. CONCORRENZA MONOPOLISTICA3. OLIGOPOLIO 4. MONOPOLIO

Nella concorrenza perfetta ci sono un numero elevato di imprese che competono tra loro e ciascun impresa e così piccola rispetto alle dimensioni dell’industria da non avere alcun potere di prezzo. Nel monopolio c’è una sola impresa e non subisce alcuna concorrenza, situazioni intermedie sono quelle della concorrenza monopolistica e dell’oligopolio.Per distinguere le forme di mercato bisogna sapere:

Il grado di libertà con cui nuovo imprese possono entrare nell’industria La natura del prodotto Il grado di controllo sul prezzo da parte delle imprese

Concorrenza perfetta.

Modello: Esiste un numero elevato di imprese nell’industria Tutte le imprese producono un prodotto identico (gli acquirenti non distinguono tra marche) Acquirenti e venditori hanno una conoscenza perfetta del mercato Esiste una completa libertà di entrata e di uscita nell’industria da parte di nuove imprese.

(solo nel lungo periodo)

PREZZOIl prezzo è determinato dall’intersezione tra domanda e offerta di mercato, essendo le imprese price taker a tale prezzo potranno vendere quanto desiderano.

QuantitàL’impresa massimizza il profitto quando il costo marginale eguaglia il ricavo marginale, poichè il prezzo non è influenzato dall’output dell’impresa il ricavo marginale è uguale al prezzo.

Profitto.Se la curva di costo medio risulta al di sotto della curva di ricavo medio l’impresa otterrà extra profitti giustificabili solo nel breve periodo (nel lungo entreranno altre imprese)

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L’equilibrio di lungo periodo dell’impresaC’è impossibilità di raggiungere extra profitti nel lungo periodo perché altre imprese in presenza di tali extra profitti entreranno nell’industria.

Le economie di scala sono incompatibili con la concorrenza perfetta in quanto se un’imprese riesce a diventare così grande da sfruttare economie di scala sarà in grado di praticare prezzi inferiori e quindi costringerà le più piccole ad uscire dal mercato, la c.perfetta è un bene per i consumatori, si, le imprese producono al costo medio minimo e ottengono solo profitti normali e quindi il prezzo ottenuto sarà il più basso possibili inoltre incoraggia le imprese a investire in tecnologia (sopravvivono solo le migliori)

IL MONOPOLIO

BARRIERE ALL’ENTRATA

Economie di scala. Se il costo medio di un produttore si abbassa all’aumentare dell’offerta è possibile che non più di un produttore possa restare sul mercato specialmente in mercati di dimensioni ridotte.

Differenziazione del prodotto e fedeltà alla marca. Il prodotto è chiaramente diverso da quelli esistenti (es. Gilette-polaroid)

Costi inferiori per un impresa esistente. Sviluppo di conoscenze e tecnologie che la favoriscono.

Altri esempi. Proprietà di fattori di produzione (de eers) “ delle reti di vendita Protezione legale (brevetti, dazi, licenze, diritti d’autore)

Prezzo ed output di equilibrio.La domanda in monopolio tende ad essere meno elastica ad ogni livello di prezzo in quanto i consumatori non hanno alternative, il monopolista è in grado di influenzare il prezzo Il profitto tenderà ad essere tanto maggiore quanto minore è l’elasticità della curva di domanda l’elasticità effettiva è dipenderà dal grado di sostituibilità del prodotto.

CONCORRENZA POTENZIALE –concorrenza potenziale o potenziale monopolio? La teoria dei mercati contenibili.

Se un monopolio è protetto da elevate barriere all’entrata sarà in grado di ottenere extra-profitti anche nel lungo periodo senza temere concorrenza. Se un altro soggetto avesse la possibilità di acquistare l’impresa del monopolista, questa si comporterebbe in maniera più simile a un impresa concorrenziale.Mercati perfettamente contenibili un mercato è perfettamente contenibile quando i costi di entrata e uscita da parte di potenziali rivali con la stessa tecnologia del monopolista sono nulli, l’entrata può avvenire molto rapidamente. Quando si presenta l’occasione di ottenere extra-profitti nuove imprese entreranno sul mercato, la sola minaccia assicura che l’impresa operante manterrà bassi i prezzi e produrrà nel modo più efficiente.Mercati contenibili e monopoli naturali (per il caso visto sopra) sembra incongruente ma il problema sta nelle economie di scala e nelle dimensioni del mercato, per operare con una scala minima efficiente l’impresa monopolista deve avere una dimensione sufficientemente grande rispetto al mercato da non poter lasciare spazio a nuove imprese.

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importanza dell’uscita senza costi. Per creare una nuova impresa sono necessari spese ingenti di impianti e macchinari, il capitale impegnato diventa un costo fisso. Costi di uscitaIl capitale investito non può essere trasferito ad altri usi costi fissi irrecuperabili

Scoraggia ad entrare (troppo rischio)

il capitale investito può essere destinato ad altri usi Costi di uscita nulli (molto bassi)

incoraggia ad entrare

il benessere sociale in casi di mercati contenibile aumenta, tanto più il mercato è contenibile tanto più le imprese saranno costrette ad operare in condizioni simili a quelle della concorrenza perfetta.

CONCORRENZA MONOPOLISTICA

Posizione intermedia propria della maggior parte dei mercati.

Modello si basa sulle seguenti ipotesi (Chamberlin) .

Numero elevato di imprese, quota piccola di mercato ognuna, non c’è interazione strategica tra di esse.

Libertà di entrata nell’industria. Ciascuna impresa produce un prodotto differenziato rispetto ai concorrenti, può aumentare il

prezzo senza perdere tutta la domanda.

Equilibrio dell’impresa Analogo alla concorrenza perfetta l’impresa otterrà extra profitti solo nel breve periodo, nel lungo altre imprese entreranno nell’impresa fino all’ottenimento dei soli profitti normali.

Concorrenza non di prezzo L’impresa in concorrenza monopolistica dovrà anche decidere su altre variabili quali la varietà del prodotto o la pubblicità la Concorrenza non di prezzo ha due caratteristiche principali Sviluppo del prodotto (si deve vendere facilmente ed essere ben differenziato e assente di sostituti)Pubblicità persuadere all’acquistoDi difficile previsione i maggiori costi dovuti allo sviluppo e alla pubblicità.

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OLIGOPOLIO

Esistono diversi tipi di oligopolio distinti da due caratteristiche fondamentali.

Indipendenza strategica tra le imprese. Sono strategicamente indipendenti il profitto di ciascuna impresa dipenderà non solo dalle proprie scelte ma anche da quelle altruinessuna impresa può permettersi di ignorare leazioni e reazioni delle altra

barriere all’entrata in oligopolio ci sono ma variano da industria a industria.

Concorrenza e collusione.

Gli oligopolisti possono essere mossi da due esigenze contrastanti.

1. da un lato voler eliminare l’interdipendenza strategica con le rivali colludendo comportandosi di conseguenza congiuntamente come un monopolista.

2. dall’altro ciascun oligopolista concorrerà per raggiungere maggiore potere di mercato

politiche incompatibili, tanto maggiore è la concorrenza tanto minori saranno i profitti totali dell’industria.

Collusione. Le imprese colludono e si accordano sui prezzi riducendo il grado di incertezza nell’industria (es. OPEC) riducendo il rischio di una guerra dei prezzi e di una drastica riduzione del profitto dell’intera industria.noti come CARTELLI le imprese potranno competere solo con concorrenza non di prezzo per ottenere più quote di mercato.In molti paesi sono illegali, sono considerati metodi per aumentare i profitti delle imprese a danno dei consumatori.

Collusione tacita.Si ha quando le imprese fissano lo stesso prezzo del leader (leadership di prezzo) oppure fissano lo stesso prezzo di un impresa che ritengono più affidabile, e può variare nel tempo (leadership di prezzo dell’impresa barometro).

Fattori che favoriscono la collusione ci sono poche imprese e si conoscono a vicenda non ci sono segreti riguardo a costi e tecniche di produzione. Le imprese hanno tecniche e costi medi simili. Le imprese producono beni simili C’è un impresa dominante Ci sono barriere all’entrata Il mercato è stabile Non ci sono leggi contrarie alle pratiche collusive.

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Anche in presenza di un accordo le imprese saranno tentate di “tradire” per ottenere maggiore profitti ma dovrà chiedersi quanto sarà possibile ottenere senza innescare una reazione e quale sarà la possibile fine di una guerra di prezzo.

Anche in assenza di un accordo i prezzi in oligopolio potrebbero restare stabili, questo perché le imprese si trovano ad affrontare una curva di domanda c.d. a gomito in cui un aumento del prezzo provocherà un grande calo delle vendite perché le altre imprese non lo seguiranno mentre una diminuzione del prezzo non produrrà un grande aumento delle vendite perché le altre imprese faranno altrettanto.

DISCRIMINAZIONI DI PREZZO.

Ne esistono di tre tipi1. discriminazione di primo grado : perfetta. Per ogni unità venduta viene applicato il prezzo

che il consumatore e disposto a pagare (l’impresa si appropria del surplus del consumatore) 2. discriminazione di secondo grado : prezzi diversi per quantitativo acquistato.3. discriminazione di terzo grado : gli acquirenti possono essere divisi per caratteristica

esogenea osservabile.

Due condizioni1. l’impresa deve essere in grado di fissare il prezzo2. che acquista a un prezzo inferiore non deve essere in grado di rivendere a un prezzo

più elevato ad altri.

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FALLIMENTI DEL MERCATO E INTERVENTO PUBBLICO

Obbiettivi principali : efficienza sociale, equità

Equità l’idea che lo stato abbia il dovere di redistribuire il reddito dai ricchi ai poveri attraverso il sistema fiscale e i trasferimenti pubblici.

Efficienza sociale se i benefici marginali sociali di produrre qualsiasi bene eccedono i corrispondenti costi marginali sociali allora è socialmente efficiente produrre quel bene in quantità maggiore, se i benefici marginali sono uguali il livello di produzione e socialmente ottimale.

Esternalità e beni pubblici.

Esternalità = effetti collaterali su terzi dovuti alla produzione di un bene. Positive o negative.

Possono essere esternalità di consumo o di produzione sia positive che negative.

ESTERNALITÀ NEGATIVE = nelle economie di mercato non si riesce ad esempio ad impedire che le risorse naturali vengano utilizzate e inquinate.ESTERNALITÀ POSITIVE = ad es. formazione professionale, sviluppo, ricerca.

Nel caso di esternalità positive la quantità prodotta e consumata sarà troppo passa rispetto all’ottimo sociale, nel caso di esternalità negative la quantità prodotta e consumata sarà troppo alta.

BENI PUBBLICI (hanno la caratteristica della non rivalità, possono essere utilizzati da tutti) I beni pubblici hanno benefici marginali sociali di gran lunga superiori ai corrispondenti benefici privati, questa loro caratteristica li rende socialmente desiderabili ma non profittevoli dal punto di vista privato.Altra caratteristica la non escludibilità fa si che gli individui abbiano comunque dei vantaggi indipendentemente dal loro contributo o meno alla realizzazione dell’opera (c.d. free-rider)

Quando i beni hanno queste caratteristiche il libero mercato non li produce e spetta quindi allo stato o privati sussidiati le produrranno, tutti i beni prodotti dal settore pubblico rientrano in questa categoria ma possono essere anche forniti da privati. (es. ospedali e istruzione)

PERDITA DI BENESSERE SOCIALE DOVUTA AL MONOPOLIO.Per analizzare la perdita di benessere associata al monopolio usiamo i concetti di surplus del consumatore dato dal beneficio complessivo derivante dal consumo di un dato bene al netto della speso totale e il surplus del produttore dato dal profitto; i profitti di monopolio sono maggiori dei profitti di concorrenza perfetta mentre il surplus netto del consumatore sarà molto minore. Il benessere sociale in monopolio è inferiore rispetto al caso della concorrenza perfetta. La monopolizzazione dell’industria causa una perdita di benessere perché il guadagno del produttore è inferiore alla perdita del consumatore.

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ALTRI FALLIMENTI DEL MERCATO.

Ignoranza e incertezza dovuti a errori di calcolo o previsioni sbagliate dell’andamento del mercato.Immobilità dei fattori produttivi dovuti a reazioni tardive dell’andamento del mercato o problemi gestionali.

Protezione degli interessi individuali.Non sempre gli individui prendono personalmente le decisioni legate al lavoro spesso si affidano alla professionalità di altri, in alcuni casi lo stato prende decisioni economiche per proteggere coloro che dipendono da decisioni altrui.Problema principale-agente si presenta quando un individuo deve assolutamente affidarsi ad un altro per un dato lavoro. C’è il problema dell’informazione asimmetrica delle parti in quanto l’agente grazie alle sue conoscenze può perseguire i suoi interessi privati. Cosa fare per ovviare al problema?

Il principale deve avere qualche strumento di controllo. L’agente deve essere incentivato ad agire per il bene dell’impresa.

Decisioni economiche inappropriate. Lo stato potrebbe intervenire qualora ritenesse che gli individui debbano essere protetti dagli esiti indesiderati delle proprie decisioni economiche, quando c’è basso consumo di prodotti o servizi da cui trarrebbero benefici sussidiando la produzione o viceversa dichiarando illegali o tassando prodotti che potrebbero arrecare danno alla salute.

Non è obbiettivo dell’economia formulare giudizi sull’importanza relativa dei diversi obbiettivi sociali, tali obbiettivi devono essere identificati in modo chiaro dalle autorità politiche e devono essere quantificati in modo da determinarne l’impatto delle diverse politiche economiche.

INTERVENTO PUBBLICO TASSE E SUSSIDI

Lo strumento di politica preferito da molti economisti è costituito da tasse e sussidi. Per correggere le esternalità lo stato dovrebbe imporre una tassa uguale alla differenza tra costo marginale sociale e costo marginale privato (noto come tassa di Pigou) Per correggere il monopolio, se l’aspetto del monopolio che lo stato intende correggere sono gli extra profitti allora può imporre una tassa in somma fissa che provoca un aumento dei costi fissi e non influisce sulla quantità prodotta.Vantaggi di tasse e sussidi. Vengono prediletti perché sono compatibili con un economia di mercato e costringono le imprese a internalizzare i costi sociali delle proprie attività, inoltre sono flessibili e rapidamente aggiustabili, hanno inoltre il pregio di indurre comportamenti desiderabili nel lungo periodo. Svantaggi di tasse e sussidi. Impossibilità di imporre tasse e sussidi diversi è impossibile imporre a ciascuna impresa un aliquota specifica Difficoltà di determinare tasse e sussidi (è ad es. impossibile fissare in modo equo la tassa sull’inquinamento)

Leggi che vietano o che regolamentano situazioni o comportamenti non desiderabili

VANTAGGI Solitamente semplici di facile comprensione e facili da amministrare

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Se si ritiene che il pericolo di un dato comportamento sia troppo elevato è più sicuro vietarlo che ricorrere alla tassazione.

Si può ricorrere a un piano di emergenza Le leggi possono vietare la vendita di prodotti non sicuri

SVANTAGGILe restrizioni tendono ad essere un arma debole senza un meccanismo efficace di controllo al contrario nel caso di tasse tanto maggiore sarà l’incentivo a trovare rimedi alla diminuzione del costo sociale per ridurre la tasse da pagare.

Istituzioni preposte alla regolamentazione Per regolare alcuni settori si può ricorrere all’istituzioni di organi preposti (ad es. autorità per l’energia elettrica o antitrust) che hanno il vantaggio di applicare il caso per caso con la soluzione più appropriata ma hanno lo svantaggio che le indagini possono essere lunghe e costose, pochi casi esaminati.

ALTRE FORME DI INTERVENTO PUBBLICO

Quando il fallimento del mercato è dovuto ad un asimmetria di informazioni lo stato può effettuare direttamente la fornitura di servizi o di beni per correggere tale distorsione.Per approvare la fornitura di un nuovo bene pubblico dovrà esserci una seria analisi costi benefici e venire approvati solo se i benefici sono superiori ai costi sociali. Inoltre in altri casi lo stato potrebbe decidere di fornire dei beni che non sono beni pubblici puri per giustizia sociale, forti esternalità positive o nel caso di ignoranza o di individui dipendenti da decisioni altrui.

Effetti negativi dell’intervento pubblico.Eccessi di domanda o di offerta intervenendo fissando i prezzi a livelli diversi da quello di equilibrio.Scarsa informazione lo stato non conosce tutti i costi e i benefici delle sue politicheBurocrazia e inefficienza troppi costi amministrativi.Mancanza di incentivi di mercato l’intervento pubblico diminuisce la forza di mercato. Variazioni di politica pubblica possono danneggiare l’economia se troppo frequenti. Assenza di libertà individuale

Vantaggi del libero mercato Aggiustamenti automatici senza burocraziaVantaggi dinamici del capitalismo possibilità di elevati profitti incoraggia a investire in tecnologie.

Anche in presenza di monopolio o oligopolio le imprese possono comportarsi in modo simile ai modelli di concorrenza se elevati profitti faranno in modo che nuove imprese si affaccino sul mercato o alla minaccia di concorrenza dall’estero.

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MACROECONOMIA

Crescita economicaIl governo cerca di raggiungere un alto tasso di crescita economica nel lungo periodo in modo che non sia soli un fenomeno temporaneo.

DisoccupazioneI governi cercano anche di assicurare che il tasso di disoccupazione sia il più basso possibile, la disoccupazione rappresenta uno spreco di risorse umane e i sussidi di disoccupazione costituiscono un costo rilevante.

InflazioneCon inflazione si intende un aumento generale dei prezzi nell’economia. Mantenere l’inflazione bassa e stabile, perché in un contesto di questo tipo sarà più facile per gli operatori prendere una decisione.

Bilancia dei pagamentiLa bilancia dei pagamenti di un paese registra tutte le transazioni avvenute in un dato periodo tra i residenti e il resto del mondo. Le attività includono le entrate ottenute da altri paesi : esportazioni,investimenti, interessi o dividendi. Le passività includono tutti i pagamenti effettuati ad altri paesi: importazioni, investimenti diretti all’estero, interessi e dividenti pagati a non residenti.Le passività danno luogo all’uscita di valuta estera. Se un paese spende più valuta estera di quanta non ne riceva

Deficit della bilancia dei pagamenti la disponibilità di valuta Estera si è ridotta soluzione prendere in prestito dall’esteroOppure attingendo alle scorte.

Diminuzione del tasso di cambio, il tasso di cambio E il “prezzo” al quale una moneta viene scambiataCon un altra. Se non si fa nulla per correggere il Disavanzo della bil.dei pag. il tasso di cambio varia Sul mercato : tale deprezzamento rappresenta un problemaPerché fa aumentare il prezzo delle importazioni e può Generare inflazione inoltre fluttuazioni continue causanoIncertezza.

lo stato può cercare di controllare alcune variabili per raggiungere gli obbiettivi di una crescita economica alta e sostenibile, bassa disoccupazione, bassa inflazione ed equilibrio della bilancia dei pagamenti.

IL FLUSSO CIRCOLARE DEL REDDITO

Il perseguimento di uno dei 4 obbiettivi identificati può compromettere il raggiungimento di almeno 1 degli altri è pertanto importante capire la relazione tra i 4 obbiettivi. Un modo in cui gli obbiettivi sono legati tra loro è attraverso la loro relazione con la domanda aggregata quest’ultima rappresenta la spesa totale per l’acquisto dei beni e servizi effettuata da un economia in un dato periodo e si compone di : consumo delle famiglie, investimenti delle imprese,

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spesa pubblica ed importazioni. Dal reddito ristretto delle famiglie alle imprese e viceversa ci sono prelievi e immissioni rappresentate in seguito:

i prelievi Risparmio netto (A): reddito che le famiglie decidono di non spendere oggi, ma di

conservare in vista di consumo futuro. Imposte nette(B): pagando le imposte si toglie denaro dal flusso ristretto. Importazioni(C): spendono parte del reddito per acquistare beni e servizi importati.

Le immissioni Investimenti (D): spesa delle imprese per acquisire impianti o per costituire scorte Spesa pubblica(E): spesa dello stato in beni o servizi prodotti dalle imprese.(es. strade,

ospedali e scuole) Esportazioni(F): non residenti acquistano e immettono moneta.

Un economia è quindi in equilibrio quando le decisioni di prelievo coincidono con le decisioni di immissione

A+B+C =D+E+FEsistono legami indiretti tra risparmio e investimento, imposte e spesa pubblica, importazioni ed esportazioni, che passano rispettivamente attraverso le istituzioni finanziarie il governo centrale o gli enti locali e l’estero, un punto importante è che le decisioni di risparmio e di investimento sono prese da individui diversi, che possono decidere di risparmiare o di investire una quantità diversa di risorse.

Il flusso circolare del reddito e i quattro obbiettivi macroeconomici.

Se le immissioni non eguagliano i prelievi cosa succede? Il livello di spesa aumenta ci sarà un aumento della domanda aggregata farà aumentare le vendite delle imprese e quindi le incentiverà a produrre di più la produzione totale dell’economia aumenterà. Le imprese pagheranno più salari, profitti, rendite e interessi quindi il reddito nazionale aumenterà Effetti dell’aumento della domanda aggregata sugli obbiettivi:

Crescita economica, aumento del reddito nazionale Disoccupazione diminuirà, le imprese assumeranno L’inflazione tenderà ad aumentare le imprese ricorreranno all’aumento dei prezzi. La bilancia dei pagamenti tenderà al deficit (aumento delle importazioni)

In caso di immissioni inferiori ai prelievi da luogo all’esatto contrario di quanto appena visto.Quando le immissioni non uguagliano i prelievi si crea uno stato di disequilibrio dal quale inizia un processo di aggiustamento che riporta l’economia in una situazioni di equilibrio.

Il reddito di un economiaPuò essere individuata secondo il criterio della territorialità in tal caso si ottiene il prodotto interno lordo (PIL) oppure seguendo il criterio della nazionalità il prodotto nazionale lordo (PNL) Il prodotto nazionale o reddito dell’economia è dato dal valore di tutti i beni e servizi finali prodotti

dall’economia considerata, in un dato periodo di tempo

Solo i prodotti finali vanno presi in considerazione nel misurare il prodotto dell’economia, al fine di evitare il doppio conteggio.

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CRESCITA ECONOMICA E CICLO ECONOMICO

La differenza Tra crescita effettivaE crescita potenziale

La crescita effettiva viene misurata dal tasso di crescita percentuale annuo del reddito nazionale: tasso di crescita della produzione effettivaCrescita potenziale viene misurata dal tasso di crescita massimo a cui l’economia può crescere quindi il tasso di crescita del prodotto potenziale Due fattori aumento delle risorse naturali (lavoro,capitale)

Aumento dell’efficienza con la quale questeRisorse vengono utilizzate

La crescita economica nelle fasi del ciclo economico.

Nonostante la crescita del prodotto potenziale vari in una certa misura nel corso degli anni essa tenderà comunque ad essere molto più stabile della crescita del prodotto effettivo. La crescita effettiva al contrario tenderà a fluttuare. Le fasi del ciclo economico sono quattro:

1. la ripresa 2. l’espansione 3. il rallentamento4. la recessione

nella realtà il ciclo economico sono molto irregolari, in due sensi , la durata delle fasi e la loro dimensioneLe cause della crescita effettiva nel breve periodo la domanda aggregata e la produzione effettiva si muovono nella stessa direzione, un boom è associato a un rapido aumento della domanda aggregata, una recessione, al contrario viene associata a una riduzione della domanda aggregata. Invece nel lungo periodo due sono le determinanti della crescita effettiva:

la crescita della domanda aggregata che determina se il prodotto potenziale verrà realizzato la crescita del prodotto potenziale

le cause della crescita potenziale due sono le principali determinanti del prodotto potenziale: le risorse disponibili la loro produttività

l’aumento delle risorsecapitale il prodotto di un economia dipende dal suo stock di capitale, un aumento farà aumentare la produzionedeterminanti del tasso di investimento : il grado di fiducia degli operatori sull’andamento futuro della domanda per i loro prodotti, redditività dell’impresa, regime fiscale, tasso di crescita dell’economia e tassi di interesse. Nel lungo periodo, l’investimento aumenta nella misura in cui aumenta il risparmio che è necessario per finanziare quell’investimento. L’investimento aumenta nella misura in cui c’è un parallelo aumento della domanda aggregata. Lavoro aumento della popolazione attiva (aumento del prodotto potenziale)

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Terra e altre materie prime la terra e disponibile in quantità fissa l’ulteriore disponibilità di terreni in un economia sviluppata può contribuire solo in modo trascurabile al prodotto nazionale la possibilità di scoprire nuove materie prime genera solo crescita di breve periodo. Il problema della produttività marginale decrescente se aumenta l’offerta di un solo fattore produttivo mentre gli altri rimangono fissi, si manifesterà la legge della produttività marginale decrescente relativa al fattore variabile

Aumento della produttività Del fattore variabile

Spostamento della curva della produttività marginale del capitale.Il progresso tecnologico può dar luogo a una spostamento verso nord-est della produttività marginale del capitale. Gran parte dell’investimento in nuovo macchine non è diretto solo all’acquisto di un numero maggiore di macchine, ma di macchine tecnologicamente più avanzate e più produttive. Analogamente in seguito allo sviluppo di nuove abilità dei lavoratori, migliore sistema di introduzione e formazione, la produttività del lavoro è anch’essa aumentata nel tempo.

Le politiche a favore della crescita.Classificate in due grandi categorie:

1. politiche della domanda cercano di generare una domanda aggregata sufficiente ad assicurare che le imprese desiderino investire e che il prodotto potenziale venga effettivamente raggiunto

2. politiche dell’offerta cercano di aumentare l’offerta aggregata aumentando il prodotto potenziale : misure di incentivo alla ricerca e sviluppo, all’innovazione e alla formazione professionale.

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DISOCCUPAZIONE

La definizione usata per il numero dei disoccupati è la persone in età lavorativa che sono senza lavoro ma che vorrebbero lavorare agli attuali salari e stipendi di mercato, la forza lavoro viene definita come segue: le persone occupate più le persone disoccupate.Disoccupazione e mercato del lavoro Cause della disoccupazione sono raggruppate in due grandi categorie, quelle che danno luogo alla disoccupazione di equilibrio e quelle che danno luogo alla disoccupazione di disequilibrio.La curva di offerta di lavoro Dl mostra il numero di lavoratori disposti ad accettare un lavoro per un dato salario, relativamente anelastica, poiché la dimensione della forza lavoro non può cambiare molto. La curva di domanda di lavoro Sl è decrescente quanto maggiore è il salario tanto più le imprese cercheranno di risparmiare sul numero dei lavoratori

Disoccupazione di equilibrios Sl Nalario we E D

Dl

lenumero di lavoratori

il mercato del lavoro è in equilibrio dove domanda e offerta di lavoro sono ugualise c’è un eccesso di offerta di lavoro si ha disoccupazione di disequilibrio, perchè succeda questo devono valere due condizioni:

l’offerta di lavoro deve essere maggiore della domanda di lavoro deve esserci rigidità dei salari, ovvero se il salario è a un livello maggiore non deve scendere

immediatamente

la consistenza totale della forza lavoro, la differenza orizzontale tra la curva N e la curva dell’offerta di lavoro Sl rappresenta quel numero di lavoratori che cercano lavoro e che però non desiderano accettare un lavoro ai salari disponibili. D-E rappresenta la disoccupazione di equilibrio denominata anche livello naturale della disoccupazione.

TIPI DI DISOCCUPAZIONE DI DISEQUILIBRIODisoccupazione da salario reale si verifica quando i sindacati usano il loro potere monopolistico per ottenere salari maggiori al livello di equilibrio di lungo periodo.Disoccupazione da carenza di domanda associata alla recessione economica disoccupazione ciclica che si muove a seconda del ciclo economico.

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Crescita dell’offerta di lavoro l’offerta di lavoro aumenta senza un corrispondente aumento della domanda di lavoro.

DISOCCUPAZIONE DI EQUILIBRIODisoccupazione frizionale quando le persone che lascino un lavoro volontariamente o involontariamente rimangono disoccupate in attesa di un nuovo impiego. (il problema qui e l’informazione imperfetta)Disoccupazione strutturale quando la struttura dell’economia cambia, in alcuni settori l’occupazione cresce in altri diminuisce, dovuto da due fattori : variazione strutturale della domanda o variazione tecnologica.Disoccupazione stagionale

INFLAZIONE

Il tasso di inflazione misura l’aumento percentuale annuo del livello medio dei prezzi, l’ISTAT pubblica ogni mese un indice dei prezzi al dettaglio e il tasso di inflazione viene calcolato come la percentuale di incremento dell’indice rispetto ai dodici mesi precedenti.

Le cause dell’inflazione.L’inflazione da domanda è causata da aumenti continui della domanda aggregata, le imprese risponderanno a tale aumento in parte alzando i prezzi e in parte aumentando la produzione, l’eventuale aumento dei prezzi dipende da quanto aumentano i costi all’aumentare della produzione. Quanto è minore la capacità produttiva inutilizzata, tanto più le imprese reagiscono ad un aumento della domanda aumentando i prezzi , l’inflazione da domanda è tipicamente associata a una ripresa economica.Inflazione da costi è associata a continui aumenti dei costi necessari alla produzione, tali aumenti si verificano quando i costi di produzione aumentano indipendentemente dalla domanda aggregata. Se le imprese registrano un aumento dei costi di produzione risponderanno in parte aumentano i prezzi e quindi scaricando l’onere dell’aumento sui consumatori e in parte riducendo la produzione.Gli aumenti dei costi possono derivare da fonti diverse.

Inflazione da salari i sindacati ottengono aumenti indipendentemente dalla domanda di lavoro

Inflazione da profitti le imprese usano il loro potere monopolistico per aumentare i loro profitti indipendentemente dalla domanda aggregata.

Inflazione importata si verifica quando il prezzo delle importazioni aumenta indipendentemente dalla domanda aggregata.

In tutti questi casi l’inflazione si presenta perchè uno o più gruppi esercitano un certo grado di potere economico quindi se tale potere è concentrato nelle mani di pochi gruppi maggiore sarà il rischio.

Inflazione strutturale.Un rapido cambiamento strutturale dell’economia può causare sia un aumento della disoccupazione sia un aumento dell’inflazione.Aspettative e inflazione.Nel prendere le loro decisioni, i lavoratori e le imprese tengono conto del tasso di inflazione atteso.

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In questo modo rendono in qualche modo reale l’inflazione attesa (aumento dei salari e aumento dei prezzi).

Inflazione e tasso di interesse.Considerando il tasso di inflazione possiamo distinguere tra tasso di interesse nominale e tasso di interesse realeIl tasso di interesse nominale è il tasso di interesse in termini monetari: se prendo a prestito euro oggi e tra un anno devo restituirne 1,1 allora il tasso di interesse è pari al 10% Il tasso di interesse reale è il tasso di interesse misurato in termini di beni che posso acquistare, quindi detratto dal tasso di inflazione.

Tasso di interesse reale = tasso di interesse nominale – tasso di inflazione

Spesso il tasso di inflazione che conta è quello relativo al futuro quindi si ha l’equazione di Fisher che per un dato tasso atteso di interesse reale, illustra una relazione positiva tra inflazione attesa e tasso di interesse nominale.

LA DETERMINAZIONE DEL REDDITO NAZIONALE E IL RUOLO DELLA POLITICA FISCALE

La legge di Say Secondo la legge di Say l’offerta aggregata crea da se la propria domanda, un eccesso di offerta sia sui mercati dei beni finali che su quelli delle risorse produttive può essere eliminato con una riduzione di prezzo così come è noto dal processo di aggiustamento dei mercati di concorrenza perfetta. La flessibilità dei prezzi è assicurata solo se tutti i mercati esistenti sono perfettamente concorrenziali.

Il principio della domanda effettiva I Keinesiani sostengono che, dal momento che i mercati non sono perfettamente concorrenziali la legge di Say non è valida. Secondo il loro unto di vista l’ipotesi di mercati dei beni di concorrenza imperfetta è più coerente con la realtà economica in quanto le imprese variando la quantità prodotta possono influire sul prezzo di mercato.Le due ipotesi fondamentali da cui prende forma l’analisi keinesiana sono :

1. il mercato dei beni è in concorrenza imperfetta 2. le imprese tengono i prezzi fissi.

Principio della domanda effettiva. È la domanda aggregata a determinare il livello di prodotto di equilibrio dell’economia.

Mentre nella visione liberista si verifica sui mercati un aggiustamento dell’equilibrio basato sulla variazione dei prezzi, nella visione keynesiana l’aggiustamento dell’equilibrio si realizza mediante la variazione della quantità prodotta.

LA FUNZIONE DEL CONSUMOInnovazione teorica di Keynes riguarda la funzione del consumo. Quale variabile è la principale determinante del consumo di un economia?

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Mentre per i liberisti è il tasso di interesse, Keynes ritiene che sia l’output totale prodotto dall’economia.Secondo i liberisti il tasso di interesse è il principale parametro che influenza il costo del denaro e quindi una sua riduzione stimola le famiglie ad aumentare i consumi attraverso il ricorso all’indebitamento inoltre una riduzione della remunerazione del risparmio stimola le famiglie a risparmiare di meno e a consumare di più.Keynes ha una visione differente: le famiglie decidono quanto consumare (ovvero quanto consumare) sulla base del proprio reddito corrente.

MOLTIPLICATORE KEYNESIANO Variazioni esogene della domanda possono produrre variazioni più che proporzionali del reddito nazionale

Dato un livello (variazione) di domanda aggregata esogena, il livello (variazione) del reddito di equilibrio risulta più che proporzionale nella misura stabilita dal coefficiente a patto che vi siano sufficienti risorse produttive inutilizzate.

Seguendo l’ipostazione Keynesiana, un economia può ben trovarsi in un equilibrio di sotto occupazione, l’economia non raggiunge spontaneamente la piena occupazione, per insufficienza della domanda. Il settore pubblico ha, conseguentemente, un ruolo importante, spingere l’economia a occupare interamente le risorse produttive disponibili, sostenendo la domanda aggregata esogena. In tal modo per via del principio del moltiplicatore, si determina un aumento più che proporzionale del reddito dell’economia Conclusioni

l’economia non riesce a occupare spontaneamente tutte le risorse produttive disponibili, a causa dell’insufficienza della domanda;

lo stato ha un ruolo molto importante nel sostenere la domanda aggregata esogena e quindi mediante il principio del moltiplicatore, nello spingere l’economia a occupare più risorse produttive.

PREZZI VARIABILI

Se al livello di reddito di pieno impiego la domanda aggregata eccede l’offerta e quindi il reddito di equilibrio assume un valore maggiore del reddito di pieno impiego, ci sarà un problema di eccesso di domanda. Tale situazione genera uno scarto inflazionistico. Secondo Keynes per eliminare questa inflazione lo scarto deve essere colmato riducendo la domanda.

Implicazioni di politica economica i keynesiani sono a favore di una politica economica attiva per il controllo della domanda; aumentare la domanda aggregata per eliminare la sotto occupazione delle risorse, ridurre la domanda aggregata per eliminare lo scarto inflazionistico.

Il modello keynesiano implica che possano generarsi inflazione o disoccupazione ma non tutte e due contemporaneamente. Nella realtà è invece possibile osservare la presenza contemporanea di inflazione e disoccupazione per due motivi.Ci sono tipi di inflazione e disoccupazione non generati da eccessi di domanda o di offerta (es. inflazione da costi e inflazione da aspettative, disoccupazione frizionale e strutturale) e che non tutte le imprese operano allo stesso livello di attività, ciò potrebbe essere dovuto a politiche aziendali diverse circa il livello di capacità produttiva e l’ammontare delle scorte.

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L’ANALISI KEYNESIANA DELLE FLUTTUAZIONI CICLICHE

I Keynesiani attribuiscono la responsabilità delle fluttuazioni nella produzione e nella disoccupazione alle fluttuazioni della domanda aggregata. Sostenendo un economia più stabile favorisce un ambiente migliore per gli investimenti e la crescita sia delle singole imprese che dell’economia nel suo complesso.

Uno dei fattori principali che contribuiscono alle fasi alterne del ciclo economico è l’instabilità degli investimenti.I tassi di crescita variano molto più del livello della produzione ad es. se la crescita economica è del 1 % nel 2000 e del 2% nel 2001 allora nel 2001 l’output è salito del 2% ma la crescita è del 100% Variazioni degli investimenti tendono ad essere molto più accentuate di quelle del reddito nazionale questa posizione rappresenta la proposizione centrale della teoria dell’acceleratore

Variazioni delle scorte.Le imprese tengono scorte di prodotti finiti, l’entità di queste scorte tende a variare nel corso del ciclo economico, tali variazioni di scorte a loro volta contribuiscono alla variazione della produzione.

Determinanti dell’andamento del ciclo economico.Ritardi ci vuole tempo perchè le variazioni di prelievi e di immissioni nel flusso circolare del reddito si riflettano su variazioni del reddito nazionale, della produzione e dell’occupazione.Effetto cumulativo quando l’economia inizia a riprendersi le aspettative sono maggiormente improntate all’ottimismo, analogamente in recessione si diffonde il pessimismo l’effetto è cumulativoIl moltiplicatore e l’acceleratore interagiscono tra loro, aumento del reddito aumento degli investimenti (acceleratore) questo aumenta la domanda e ciò aumenta il reddito (moltiplicatore)

Fine di espansioni e recessioni, i punti di svolta.Massimi e minimi quando viene raggiunta la piena occupazione e un numero sempre maggiore di imprese opera alla massima capacità produttiva verrà raggiunto il tetto massimo del livello della produzione, c’è un limite minimo che le famiglie vorranno mantenere durante una recessione e ci sarà anche un livello minimo di investimento.

Effetto eco i beni durevoli vengono rimpiazzati

L’acceleratore perché gli investimenti continuino ad aumentare, la domanda dei consumatori deve aumentare a un tasso sempre maggiore, se ciò non avviene gli investimenti diminuiranno e il boom finirà

Shock stocastici la politica nazionale e internazionale, eventi sociali o naturali posso influire sul comportamento delle imprese.

Politica economica nel corso di un boom il governo desidererà controllare l’inflazione e il disavanzo della bilancia dei pagamenti, durante una recessione vorrà combattere la disoccupazione e la scarsa crescita. Queste politiche se efficaci provocheranno una svolta nel ciclo economico.

I Keynesiani sostengono che il governo dovrebbe tentare di ridurre le fluttuazioni cicliche ricorrendo a politiche attive di stabilizzazione.

Ruolo della politica fiscale.

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La politica fiscale si avvale della spesa pubblica e/o dell’imposizione fiscale allo scopo di influenzare la domanda aggregata. Obbiettivi.

Prevenire disequilibri rilevanti nell’economia Mitigare le fluttuazioni dovute al ciclo economico

In caso di successo queste politiche di stabilizzazione permettono il c.d. fine tuning consentono di evitare eccessi di domanda e di offerta impedendo che la domanda aggregata si discosti dal suo sentiero di lungo periodo.

Avanzi e disavanzi Si ha un disavanzo di bilancio quando in un periodo la spesa pubblica eccede le entrate fiscali al netto dei trasferimenti. Si ha invece un avanzo nel caso contrario. L’ammontare del disavanzo rappresenta il c.d. fabbisogno finanziario del settore pubblico, si può finanziare tale disavanzo di bilancio o creando nuova moneta oppure indebitandosi emettendo titoli del debito pubblico lo stato nei periodi seguenti dovrà pagare gli interessi sul debito contratto.Importante distinzione Il disavanzo primario è la differenza tra spesa pubblica e tasse mentre il disavanzo totale è dato dal disavanzo totale più il pagamento degli interessi.

L’uso della politica fiscaleStabilizzatori fiscali automatici.In una certa misura la spesa pubblica e le imprese fungono da stabilizzatori automatici dell’economia (con un sistema di imposte proporzionali o progressive) Politica fiscale discrezionaleSe c’è disequilibrio di fondo nell’economia o forti fluttuazioni, gli stabilizzatori automatici non saranno sufficienti. Lo stato può decidere di variare il livello della spesa pubblica o le aliquote di imposta, questa pratica prende il nome di Politica fiscale discrezionale

EFFICACIA DELLA POLITICA FISCALEL’efficacia della politica economica dipende da un insieme di fattori.

La precisione delle previsioni La misura in cui variazioni della spesa pubblica e delle imposte influenzano i prelievi e le

immissioni del flusso circolare del reddito La misura in cui variazioni di altri tipi di prelievi e immissioni nel flusso circolare

influenzano il reddito nazionale Se la politica fiscale ha effetti notevolmente ritardati, sarà molto meno efficace. Misura in cui la politica fiscale ha effetti collaterali indesiderati .

Previsione degli effetti di variazioni della spesa pubblica.Un aumento della spesa pubblica pari a x euro può far aumentare le immissioni in misura inferiore a x euro, ciò può accadere se l’aumento della spesa pubblica sostituisce in parte la spesa privata.Politica fiscale discrezionale: il problema del timingLa politica fiscale può avere effetti ritardati nel tempo. Se tali ritardi sono abbastanza lunghi, la politica fiscale può anche essere destabilizzante.

Tipi possibili di ritardi : Ritardo di percezione Ritardo tra percezione e azione Ritardo tra azione ed effetti della politica economica

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Ritardo tra variazioni della spesa pubblica e delle imposte e conseguenti variazioni del reddito nazionale, dei prezzi e dell’occupazione

Il consumo può rispondere lentamente alle variazioni delle imposteEffetti collaterali della politica fiscale discrezionaleInflazione da costiBenessere e giustizia distributiva introdurre tagli alla spesa pubblica per ridurre l’inflazione può pesare sulle fasce di popolazione più deboli.Incentivi disincentivano l’impegno individuale

MONETA E POLITICA MONETARIA

La moneta non è solo la componente circolante (banconote) ma la componente più importante dell’offerta di moneta non è il circolante ma i depositi presso le banche e le altre istituzioni finanziarie

Funzioni della monetaLA MONETA COME MEZZO DI SCAMBIO nell’economia moderna industrializzata è indispensabile un mezzo di scambio accettato da tutti per l’acquisto di beni servizi e per i fattori produttivi

LA MONETA COME RISERVA DI VALORE permette di conservare la ricchezza nel caso in cui i prezzi rimangano stabili (potere di acquisto)

LA MONETA COME UNITÀ DI CONTO usata per esprimere il valore dei beni e per misurarli nel tempo

LA MONETA COME MEZZO PER TRASFERIRE IL VALORE NEL TEMPO spesso si concorda oggi il prezzo di beni che verranno acquistati in futuro.

Il ruolo chiave delle banche nel sistema monetario.Le banche più importanti per il funzionamento dell’economia e per l’attuazione della politica monetaria sono le banche commerciali che si rivolgono ad un pubblico indistinto senza alcun limite minimo di operazioni svolte.L’altra categoria di banche è quella delle banche di affari (es. mediobanca o Merryl Lynch) che agiscono come procuratori di affari, le banche di affari sono note anche come banche specializzate nella vendita all’ingrosso in quanto svolgono operazioni di grande importo a partire da un certo valore minimo.

PASSIVITÀ I depositi dei clienti presso le banche rappresentano passività per queste istituzioni, significa che i clienti hanno il diritto di riavere tali depositi ogni qual volta lo desiderano Ne esistono 4 tipi

1. depositi a vista – tutti i depositi che possono essere prelevati dai clienti in ogni momento (interesso molto basso)

2. depositi vincolati – rimborsabili, ma soltanto con un certo preavviso (tasso di interesse maggiore dei depositi vincolati)

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3. certificati di deposito – emessi dalle banche a favore dei loro clienti per depositi di un certo importo a scadenza fissa (esiste un certo mercato secondario, possono essere rivenduti prima della scadenza.

4. pronti contro termine – per supplire a carenze momentanee di fondi le banche vendono parte delle loro attività ad altre banche per poi ricomprarle a una data prefissata (sono di fatto un prestito che la banca prende usando le sue attività come garanzia) può offrire anche ai sui clienti di effettuare operazioni di pronti contro termine.

Attività

Le attività delle banche sono date dai loro crediti nei confronti di terzi

Tre categorie

1) circolante e conto presso la banca centrale le banche tengono parte delle loro attività in contanti per soddisfare le richieste quotidiane dei loro clienti, in più tengono saldi operativi presso la banca centrale che hanno la funzione di “ conti correnti delle banche “ inoltre le banche devono depositare presso la banca centrale una quota delle loro attività che funge da riserva di liquidità; contanti e saldi attivi con la banca centrale non danno interesse per questo gran parte delle attività delle banche sono sotto forma di prestiti.

2) Prestiti a breve termine prestiti monetari, fidi o pronti contro termine a) Prestiti monetari sono concessi principalmente ad altre istituzioni finanziarie e consistono di

i) Moneta di cui può essere chiesta la restituzione con un anticipo di 24 oreii) Moneta prestata per brevi periodiiii) Certificati di deposito conclusi con altre banche

b) Repo accordo di riacquisto, viene stipulato un accordi di vendita e riacquisto, le attività temporaneamente detenute dalla banca che concede il prestito sono denominate Repo

3) Prestiti a lungo termine consistono soprattutto di prestiti a clienti – tre tipi – a) Scadenza fissab) Scopertic) Mutui

Le banche inoltre realizzano anche investimenti

Redditività e liquidità

Redditività i profitti si ottengono prestando moneta a un tasso di interesse maggiore del tasso pagato per la raccolta e raccogliendo commissioni.

Liquidità il grado di liquidità di un attività viene misurato con la facilità con cui essa può essere convertita in moneta senza sostenere costi.

Le banche devono essere sempre in grado di consentire alla propria clientela il prelievo del proprio denaro quindi devono mantenere una quantità sufficiente di attività liquide.Il rapporto tra attività liquide e attività totali prende il nome di tasso di liquidità.

LA BANCA CENTRALE La banca centrale assolve due compiti vitali dell’economia, il primo è costituito dall’esercizio della vigilanza sul sistema bancario, il secondo è provvedere all’offerta di moneta e condurre la politica monetaria.

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Si è affermato in Europa il modello tedesco di indipendenza dalle banca centrale dal governo. Su questo principio di indipendenza è stata istituita anche la Banca Centrale Europea (BCE) che stabilisce la politica monetaria per i paesi membri dell’unione monetaria Europea da sola senza alcun intervento, e determina il tasso di interesse comune per tutti questi paesi

La banca centrale svolge inoltre diverse funzioni Emette banconote Agisce come banca per il governo e per le banche nazionali e per le banche centrali

estere. È agente del tesoro nell’emissione di titoli del debito pubblico Vigila sull’attività delle banche e delle altre istituzioni finanziarie Fornisce la liquidità necessaria alle banche (come prestatore di ultima istanza) Attua la politica monetaria e del tasso di cambio

o Politica monetaria = emissione ed acquisto di titoli del Tesoro e dei pronti contro termine

o Politica del tasso di cambio = gestisce le riserve valutarie

OFFERTA DI MONETAL’offerta di moneta è una variabile di scelta della banca centrale La baso monetaria è formata dal circolante (è nota come base monetaria in senso stretto) c’è poi la base monetaria in senso ampio che include anche i depositi a vista.La misura dell’offerta di moneta usata è la cosiddetta moneta in senso ampio (M3) che include tutti i tipi di deposito

La moltiplicazione della moneta: le banche vogliono raggiungere un alto livello di redditività mantenendo al tempo stesso un livello di liquidità sufficiente, per moltiplicazione della moneta si intende il processo per il quale dato un livello di liquidità presso la banca centrale si potrà dare in prestito il rimanente questo rientrerà nei depositi bancari formando nuovi depositi e così via.In pratica però la moltiplicazione della moneta non è semplice in quanto ci sono 4 notevoli complicazioni :

1. il tasso di liquidità delle banche può variare2. i clienti possono non domandare tutto il credito offerto.3. può essere difficile calcolare il tasso di liquidità4. parte del contante può uscire dal sistema bancario

cosa fa aumentare l’offerta di moneta?1. le banche decidono di ridurre il tasso di liquidità 2. afflusso di fondi dall’estero 3. disavanzo del settore pubblico

relazione tra offerta di moneta e tasso di interesse.L’offerta di moneta è direttamente proporzionale al tasso di interesse e risponde all’offerta di moneta (da una situazione di equilibrio , aumenta la domanda di credito il tasso di interesse aumenta)

LA DOMANDA DI MONETA

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Quanta moneta un economia decide di tenere invece di spenderla nell’acquisto di beni, servizi o di attività finanziarieTre moventi:

movente transazionale (moneta come mezzo di scambio) movente precauzionale (per mettersi al riparo da circostanze impreviste) movente speculativo

relazione tra domanda di moneta e tasso di interesse. Saldo monetario attivo: la moneta trattenuta per movente transazionale e precauzionale è nota come saldo monetario attivo in quanto detenuta come mezzo di scambio, determinante principale del saldo attivo è il livello del reddito nazionale, maggiore è il reddito nazionale più elevata è la domanda di moneta.Saldo monetario inattivo: la moneta tenuta con movente speculativo è nota come saldo monetario inattivo.

Quanto maggiore è il guadagno potenziale di un attività non monetaria, tanto minore sarà la domanda di moneta, il prezzo di un attività è inversamente correlato al suo tasso di interesse. La domanda di moneta a scopo speculativo è inversamente legata al tasso di interesse. La domanda speculativa di moneta ha quindi due determinanti la prima è il tasso di interesse di varie attività finanziarie, maggiore è il tasso di interesse maggiore sarà il costo opportunità di detenere moneta e minore sarà la domanda speculativa di moneta. La seconda è rappresentata dalle aspettative degli individui, se essi credono che il prezzo delle azioni subirà un rapido aumento decideranno di comprare al contrario se pensano che il prezzo crollerà le venderanno, la domanda speculativa di moneta dipende anche dalle aspettative relative al tasso di cambio.

L’EQUILIBRIO L’equilibrio sul mercato delle valute. I tassi di cambio vengono determinati in base alla domanda e all’offerta di valute, se la domanda eccede l’offerta il tasso di cambio diminuisce e si deprezza, se la domanda è superiore all’offerta il tasso di cambio aumenta, variazioni dell’offerta di moneta influiranno sulla domanda e sull’offerta di valuta e quindi influiranno anche sui tassi di cambio.

Effetto complessivo di variazioni dell’offerta di moneta. Un aumento dell’offerta di moneta farà diminuire il tasso di interesseIl calo del tasso di interesse farà aumentare l’investimento Il calo del tasso di interesse interno e il conseguente deflusso di moneta dal paese porta ad un deprezzamento del tasso di cambio In seguito al deprezzamento del tasso di cambio le nostre esportazioni diventano meno care mentre le importazioni risulteranno più careL’aumento dell’investimento e delle esportazioni aumenta le immissioni nel flusso circolare del reddito, quindi la domanda aggregata dell’economia; il calo delle importazioni riduce i prelievi e quindi riduce l’offerta aggregata: effetto; aumento della produzione nazionale e probabilmente aumento dell’inflazione.

LA POLITICA MONETARIALA POLITICA MONETARIAIl controllo dell’inflazione è un obbiettivo primario per la politica monetaria e negli anni recenti molte banche centrali dei paesi industrializzati hanno adottato politiche finalizzate a mantenere il tasso di inflazione entro un certo livello prefissato.La BCE è indipendente dai governi degli stati dell’area Euro e per la BCE lo scopo principale della politica monetaria è non superare un target per il tasso di inflazione, che non deve essere superiore al 2%.

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La BCE adotta una strategia di monetary targeting fissa cioè un tasso di crescita dello stock di moneta (M3) in grado di assicurare un tasso di inflazione pari al 2%.Il controllo dell’offerta di moneta nel medio e nel lungo periodo.I vari stati generalmente vorranno evitare un aumento eccessivo dell’offerta di moneta nel lungo periodo. Se l’offerta di moneta cresce in modo molto rapido è probabile che l’inflazione sia elevata. Per fare questo però il governo dovrà preoccuparsi di non incorrere in un elevato fabbisogno finanziario (finanziato con titoli del debito pubblico).Le misure di politica monetaria di breve periodo La banca centrale potrebbe voler cambiare gli obbiettivi della sua politica utilizzando principalmente tre categorie di strumenti

1. controllo dell’offerta di moneta (comportano una variazione della liquidità del sistema bancario)

a. operazioni di mercato aperto; sono vendite o acquisti di titoli del debito pubblico da parte della banca centrale sul mercato.

i. Aumento della scadenza di titoli del debito pubblico, la banca centrale acquista titoli del debito pubblico di breve periodo e vende quelli a lunga scadenza

ii. Taglio dei prestiti alle banche da parte della banca centraleiii. Riserva obbligatoria, rappresenta un ammontare di denaro congelato che non

può essere utilizzato senza il consenso della banca centrale, sono fondi illiquidi. La variazione del coefficiente di riserva obbligatoria rappresenta un modo di variare la liquidità delle banche

2. controllo dei tassi di interesse, oggi l’approccio più comune di politica monetaria, la banca centrale annuncia una variazione dei tassi di interesse e la realizza mediante variazioni del tasso di sconto o di quello su operazioni di pronti contro termine.

3. strumenti di razionamento del credito, (ormai quasi inutilizzato) la banca centrale poteva chiedere di ridurre i prestiti di un certo ammontare.

EFFICACIA DELLA POLITICA MONETARIA

Il controllo dell’offerta di moneta nel medio e nel lungo periodo.Un governo impegnato a ridurre la crescita dell’offerta di moneta troverà tale compito molto difficile se non riduce prima l’entità del disavanzo pubblico.Quanto meno efficacie è il governo nel controllo del suo bilancio, tanto più denaro dovrà prendere a prestito emettendo nuovi titoli del debito pubblico.

Il controllo dell’offerta di moneta nel breve periodo.Per controllare l’offerta di moneta, i governi, soprattutto negli anni sessanta, hanno fatto ricorso a varie forme di razionamento del credito. Tuttavia il problema del razionamento del credito può diventare serio per i seguenti motivi. Con il razionamento del credito si genera liquidità che le banche razionate non possono dare a

prestito La banche potrebbero resistere al razionamento I controlli sul credito possono avere effetti dannosi su certe industrie

L’efficacia di variazioni dei tassi di interesse.Rappresentano lo strumento preferito per controllare la massa monetaria, la loro gestione però presenta alcune difficoltà

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1. se la domanda è poco sensibile (anelastica) a variazione del tasso di interesse ogni tentativo di ridurla richiederà forti aumenti del tasso di interesse, elevati tassi di interesse possono provocare i seguenti problemi

a. scoraggiare l’investimentob. si aggiungono ai costi di produzione c. sono impopolarid. incentivano afflussi di capitale dall’estero e. scoraggia la sottoscrizione di nuovi mutui ma è difficile ridurre i mutui già stipulati

2. se la domanda è instabile, dipende quindi da altri fattori, per definire la politica monetaria è necessario che l’autorità competente sia in grado di prevedere la curva di domanda di moneta, purtroppo la curva di domanda può spostarsi improvvisamente principalmente per le aspettative degli individui e la speculazione

a. se gli individui si aspettano che i tassi di interesse aumentino, domanderanno monetab. se gli individui si aspettano che il tasso di cambio si apprezzi domanderanno moneta

quando è ancora relativamente bassoc. se gli individui si aspettano un aumento dell’inflazione anticiperanno i consumi.

È molto difficile per la banca centrale prevedere in che direzione si muoveranno le aspettative.

L’uso della politica monetaria.

La sua efficacia è debole soprattutto quando non tiene conto delle aspettative delle imprese e dei consumatori. Se tuttavia la banca centrale riesce ad attuare una politica monetaria restrittiva in modo fermo e duraturo potrebbe essere in grado di ridurre il credito e la domanda aggregata, anche se con notevoli ritardi e imprecisioni.Una politica monetaria espansiva è ancor meno efficacie.Nonostante questi problemi, le variazioni dei tassi di interesse possono anche essere efficaci. Dopo tutto tali variazioni possono essere effettuate in modo molto rapido, senza ritardi che accompagnano inevitabilmente la politica fiscale.

IL MODELLO IS-LM

Il tasso di interesse influenza come abbiamo visto in precedenza tutti e tre i mercati (beni, moneta e obbligazioni), per rappresentare l’equilibrio esistente tra questi tre mercati è necessario utilizzare la c.d. “legge di Walras” e un apparato analitico denominato modello Is-LM.La legge di Walras ci dice che se la nostra economia è formata da n mercati e se è assicurato l’equilibrio tra domanda e offerta in n-1 mercati allore ne consegue automaticamente l’equilibrio anche nell’n-esimo mercato.Dato che abbiamo descritto l’economia come composta da tre mercati: beni, moneta, obbligazioni, allora basterà che 2 di essi siano in equilibrio per assicurare che anche il terzo lo sia.Dobbiamo allora delineare l’equilibrio tra domanda e offerta sul mercato dei beni (curva IS) e su quello delle moneta (curva LM) per un economia chiusa, priva cioè di rapporti economici con l’estero.

Il mercato dei beni e la curva ISLa curva IS rappresenta il luogo dei punti di equilibrio sul mercato dei beni, ogni punto della curva IS individua una coppia di tasso di interesse e reddito di equilibrio per cui gli investimenti sono

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uguali ai risparmi, la curva IS è inclinata negativamente a causa della correlazione negativa esistente fra investimenti –che essendo una componente della domanda, determinano il livello di equilibrio del reddito- e tasso di interesse, la sua inclinazione è determinata dalla sensibilità degli investimenti al tasso di interesse e dal valore del moltiplicatore. La posizione della curva IS è anche determinata dalle componenti esogene della domanda aggregata: consumo di sussistenza, investimenti autonomi spesa pubblica, quest’ultima può essere oggetto di interventi di politica fiscale.

Il mercato della moneta e la curva LM La curva LM rappresenta il luogo dei punti di equilibrio sul mercato della moneta nello spazio ogni punto della LM individua una coppia di tasso di interesse e reddito di equilibrio per cui l’offerta di moneta è uguale alla domanda di moneta.La domanda di moneta dipende secondo una relazione diretta dal livello del reddito e secondo una relazione inversa dal tasso di interesse.La curva LM è inclinata positivamente perché data l’offerta di moneta ogni incremento di reddito, che causa un aumento della domanda di moneta a scopo transazionale, deve essere accompagnato da un corrispondente aumento del tasso di interesse per soddisfare la condizione di equilibrio sul mercato della moneta. La sua inclinazione è determinata dalla sensibilità della domanda di moneta a scopo speculativo al tasso di interesse e dalla domanda di moneta a scopo transazionale e precauzionale al livello del reddito. La posizione della curva LM è anche influenzata dall’offerta di moneta decisa dalla banca centrale, quest’ultima può mutare l’offerta di moneta attraverso l’uso di appositi strumenti di politica monetaria.

Equilibrio e disequilibrio macroeconomico Condizione necessaria e sufficiente perché vi sia equilibrio in tutti i mercati della nostra economia, situazione di equilibrio macroeconomico generale è che ci sia una combinazione di reddito e tasso di interesse tale per cui i mercati dei beni e della moneta siano simultaneamente in equilibrio. Per individuare graficamente l’equilibrio macroeconomico dobbiamo trovare un punto nello spazio che appartenga sia alla IS sia alla LM in altre parole dobbiamo trovare il punto di intersezione tra le due curve, le funzioni IS e LM sono il luogo dei punti di equilibrio rispettivamente del mercato dei beni e della moneta. Il punto di intersezione delle due curve ci dice che esiste una combinazione di reddito e tasso di interesse in grado di assicurare contemporaneamente l’equilibrio sul mercato dei beni e dunque anche delle obbligazioni.Il reddito offerto aumenta quando c’è eccesso di domanda di beni e diminuisce quando c’è eccesso di offerta di beni attraverso le reazioni delle imprese alle variazioni involontarie delle scorte. Il tasso di interesse aumenta quando c’è eccesso di domanda di moneta e diminuisce quando c’è eccesso di offerta di moneta. Gli aggiustamenti del reddito richiedono tempo, a causa della difficoltà di adeguamento delle strutture produttive, gli aggiustamenti del tasso di interesse sono molto più rapidi, visto che si possono attuare mediante la semplice compravendita di attività finanziarie) per questo motivo possiamo ipotizzare che il processo di avvicinamento all’equilibrio avvenga in due tempi: istantaneamente il sistema economico da qualsiasi posizione di venga a trovare si posiziona sulla LM attraverso un aumento (o diminuzione) istantaneo del tasso di interesse, in un secondo momento il sistema si muove, lungo la LM, verso l’intersezione con la curva IS e l’equilibrio macroeconomico; tale equilibrio può tuttavia non coincidere con la piena occupazione dei fattori produttivi, per questo motivo è possibile allora che l’operatore pubblico intervenga attraverso appropriate politiche economiche che spostano l’equilibrio al fine di raggiungere l’obbiettivo di reddito richiesto.

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il punto di equilibrio è dato graficamente dall’intersezione tra le due curve IS blu e la curva LM rossa

POLITICHE FISCALI E MONETARIE

Iniziamo l’analisi dalla curva Is e dal mercato dei beni, affrontiamo dunque il tema della politica fiscale, attraverso la quale il governo agisce sulla domanda aggregata. Con una politica fiscale espansiva (incremento della spesa pubblica) il reddito cresce ma non raggiunge la quantità obbiettivo e il tasso di interesse diviene più alto del livello precedente. Ciò si verifica per il c.d. effetto spiazzamento e consiste nel fatto che un incremento di spesa pubblica non ottiene l’effetto moltiplicativo sul reddito di equilibrio perché, in parte, spiazza gli investimenti privati (cioè ne prende il posto) a causa dell’incremento del tasso di interesse. L’effetto spiazzamento produce dunque una diminuzione dell’effetto moltiplicatore generato da un aumento della domanda aggregata esogena, a causa della dipendenza degli investimenti dal tasso di interesse e dalla dipendenza della domanda di moneta dal reddito e dal tasso di interesse.Quando il governo vuole ridurre il reddito di equilibrio (ad es. per un aumento dell’inflazione) metterà in opera una politica fiscale restrittiva riducendo l’ammontare di spesa pubblica. Uno strumento simile (ma di segno opposto) alla modifica della spesa pubblica è la modifica dell’imposizione fiscale. Un aumento della spesa pubblica è infatti equivalente a una riduzione delle imposte.

l’effetto di spiazzamento sarà tanto maggiore quanto più la curva IS è piatta (cioè quanto più gli investimenti dipendono dal tasso di interesse e tanto più forte è l’effetto moltiplicativo) e quanto più la curva LM è inclinata (cioè quanto meno la domanda di moneta è sensibile al tasso di interesse e quanto più è sensibile al livello di reddito ) di converso tanto più inclinata è IS e tanto più piatta è la LM tanto più l’effetto spiazzamento sarà contenuto e la politica fiscale efficacie.

Politica monetaria e trappola della liquiditàSul mercato della moneta (curva LM) esiste una sola variabile esogena e cioè l’offerta di moneta, l’offerta di moneta costituisce la variabile su cui agisce la banca centrale.Ci sono tre modi diversi con cui la banca centrale può far assorbire dal mercato una maggiore quantità di moneta:

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1. diminuire il coefficiente di riserva obbligatoria (dando alle banche la possibilità di dare maggiori prestiti)

2. può intervenire attraverso operazioni di mercato aperto in cui si comporta come un operatore finanziario privato qualsiasi che compra e vende attività finanziarie.

3. può diminuire il c.d. tasso di sconto che è il tasso a cui essa compra, per un valore inferiore a quello nominale, i crediti delle banche commerciali.

L’effetto di una qualsiasi di queste 3 azioni (oppure di una loro combinazione) sarà quello di aumentare l’offerta di moneta, dunque di spostare la LM verso destra e di ridurre conseguentemente il valore di equilibrio del tasso di interesse.

Coordinamento della politica monetaria e fiscaleNel momento in cui l’aumento del reddito produce una crescita della domanda di moneta, questa viene soddisfatta da un aumento dell’offerta di moneta; in questo modo non vi è incremento del tasso di interesse dovuto alla vendita forzata di obbligazioni e quindi non c’è effetto negativo sugli investimenti, l’effetto spiazzamento viene dunque neutralizzato una politica monetaria espansiva che, per questo motivo, viene spesso definita accomodante.La trappola della liquidità illustra una situazione in cui il tasso di interesse è così basso (al limite pari a 0) che gli operatori sono disposti a detenere in forma liquida qualsiasi quantità di moneta.Graficamente tale situazione è rappresentata da una LM orizzontale

La visone keynesianaIl modello Keynesiano trova una sua raffigurazione all’interno dello schema IS-LM allorchè gli investimenti siano relativamente insensibili al tasso di interesse, nel caso dei trappola della liquidità.In questo caso la politica monetaria è totalmente inefficace, e l’unica possibilità di intervento sul reddito di equilibrio è attraverso una politica fiscale che influisca sulla domanda aggregata (ottenuta attraverso variazioni della spesa pubblica). Secondo la visione Keynesiana lo strumento principale di intervento dell’operatore pubblico nell’economia è rappresentato dalla politica fiscale.

La visione monetaristaIl caso opposto è quello monetarista in cui si assume che la domanda di moneta sia totalmente insensibile al tasso di interesse, mentre gli investimenti siano molto sensibili al tasso di interesse.In una situazione di questo tipo qualsiasi spostamento della IS non produce alcun mutamento del reddito di equilibrio ma solo sul tasso di interesse. In particolare ogni manovra fiscale espansiva (restrittiva) provocherà soltanto l’innalzamento (abbassamento) del tasso di interesse. Si può dunque parlare di un effetto spiazzamento completo. Secondo questa visione, non è quindi desiderabile che l’operatore pubblico influenzi la domanda aggregata.

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COMMERCIO INTERNAZIONALE

I vantaggi del libero scambio.

Ogni paese dovrebbe specializzarsi nella produzione di beni per i quali ha un vantaggio comparato

La legge dei vantaggi comparati.Ogni paese differisce dagli altri per la capacità di produrre e offrire i diversi beni, ciò equivale a dire che il costo di produzione di una determinata quantità di un dato bene varia da paese a paese. Alla base del commercio internazionale stanno queste differenze nei costi opportunità È bene distinguere tra vantaggio assoluto e vantaggio comparato.

Vantaggio assoluto un paese ha un vantaggio assoluto nella produzione di un bene rispetto ad un altro paese quando può produrlo utilizzando meno risorse di quest’ultimo. I costi complessivi di produzione, per qualsiasi livello di produzione, vengono minimizzati se ogni paese si specializza nella produzione del bene di cui ha il vantaggio assoluto.

Vantaggio comparato se in due paesi i costi-opportunità della produzione di due beni sono diversi, allora entrambi possono trarre beneficio dal reciproco scambio se ciascuno si specializza nella produzione (e quindi nell’esportazione) dei beni i cui costi-opportunità sono minori rispetto all’altro paese.

I benefici del commercio dovuti ai vantaggio comparati. I benefici del commercio di prodotti di cui si hanno costi-opportunità differenti possono essere diversi tra i due paesi in quanto il rapporto di scambio effettivo dipende dal prezzo relativo dei beni che si determina dopo lo scambio.Limiti alla specializzazione e al commercio internazionaleNella pratica è probabile che i paesi si trovino a fronteggiare costi-opportunità crescenti.All’aumentare del grado di specializzazione dovranno utilizzare risorse che potrebbero essere meglio utilizzate nella produzione di altri beni per questo i paesi non si specializzano unicamente nella produzione di un tipo di beni in quanto i problemi legati alla specializzazione conducono alla scomparsa del vantaggio comparato iniziale.

La ragioni di scambio

Cambio nominale x prezzo medio delle esportazioni (tra valuta estera e valuta nazionale) (in valuta nazionale)

prezzo medio delle importazioni(in valuta estera)

le variazioni della ragione di scambio sono determinate da varazioni della domanda e dell’offerta di esportazioni e importazioni e da variazioni del tasso di cambio.

Altri vantaggi del commercio internazionale. Costi decrescenti: sfruttare economie di scala e scambiare con altri paesi Differenze nella domanda: diverse condizioni di domanda nei due paesi

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Aumento della concorrenza: stimola le imprese interne. Il commercio internazionale come “motore della crescita” Vantaggi sociali, politici e culturali di legami commerciali tra paesi

ARGOMENTI CONTRO IL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Strumenti per limitare il commercio internazionale Tariffe (o dazi doganali) tasse sulle importazioni (in percentuale sul valore) utilizzate per

limitare le importazioni o per aumentare il gettito fiscale o ancora per impedire la concorrenza sleale

Contingentamenti, limiti alla quantità importabile imposte dai governi o negoziate tra i paesi Misure di controllo del tasso di cambio, limitazioni della quantità di valuta a disposizione

degli importatori. Licenze di importazione, rilasciati dal governo Embarghi, divieti di importazione o esportazione in certi paesi Tasse sulle esportazioni Sussidi concessi a produttori nazionali o a esportatori per finanziare il c.d. dumping,

comportamento aggressivo per aumentare le esportazioni. Barriere amministrative poste per limitare di fatto le importazioni Politiche di approvvigionamento il governo le può fornire ai produttori nazionali.

Argomenti a favore delle restrizioni al commercio

Il problema delle industrie nascenti. Se non ci fossero misure di protezione, queste industrie nascenti potrebbero non sopravvivere alla concorrenza dall’estero.

Provenire il dumping e altre pratiche scorrette nel commercio internazionale Prevenire la formazione di un monopolio straniero. La concorrenza dall’estero può eliminare

dal mercato i produttori interni. Ridurre la necessità di beni dal potenziale dinamico limitato (poca crescita) Diffondere il rischio di fluttuazioni sui mercati. Specializzazione elevata è particolarmente

soggetta alle fluttuazioni del mercato mondiale Ridurre l’influenza del commercio sui gusti dei consumatori Evitare le importazioni di beni nocivi Correggere le esternalità Sfruttare un potere di monopolio Proteggere le industrie in declino è possibile ricorrere a temporanee misure restrittive per

proteggere industrie in crisi ed evitare disoccupazione

Le considerazioni non economiche alla base delle restrizioni al libero scambioUn paese può rinunciare ai vantaggi economici associati al libero scambio per raggiungere un obbiettivo non economico

Mantenere un certo livello di autosufficienza Non intrattenere rapporti di scambio con paesi con un altro regime politico Preservare le proprie tradizioni Mantenere una struttura economica diversificata

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Problemi legati al protezionismo Provoca un innalzamento dei prezzi e una restrizione della scelta dei beni disponibili

1. protezionismo come “second best” il protezionismo ha effetti collaterali indesiderati, può esistere una forma più diretta di intervento che non dà origini a effetti collaterali negativi, in tal caso il protezionismo si presenta come una soluzione di sencond best

2. l’effetto del moltiplicatore diminuzione delle importazioni farà calare il livello di domanda aggregata in altri paesi che a sua volta provocherà una diminuzione della domanda aggregata per le esportazioni

3. ritorsioni una escalation nell’uso di tariffe e barriere può condurre a una vera e propria guerra commerciale, in cui i paesi riducono al massimo le loro importazioni. Alla fine tutti ci perdono

4. il protezionismo può consentire a talune imprese di rimanere inefficienti.5. burocrazia , valutare ogni singolo caso può dar luogo a elevati costi amministrativi.

L’ATTEGGIAMENTO MONDIALE NEI CONFRONTI DEGLI SCAMBI E DEL PROTEZIONISMO

Nel 1947 venne creato il GATT, un accordo il cui scopo era eliminare le restrizioni al commercio internazionale. In una serie di otto incontri successivi detti round, i paesi membri hanno negoziato riduzioni dei dazi e di altre restrizioni al libero scambio. L’Uruguay Round (1986-93) ha condotto a significative riduzioni nelle restrizioni del commercio, sia tariffarie che non tariffarie. Nel 1995 al GATT è subentrata l’Organizzazione mondiale per il commercio.

Le regioni del libero scambio Se un gruppo di paesi desidera rimuovere le barriere al libero scambio per intrattenere rapporti di scambio reciproci più liberi può rimuovere le barriere interne al gruppo nei seguenti modi.

Aree di libero scambio quando i paesi membri eliminano le tariffe e le quote nell’ambito dei rapporti commerciali reciproci, mantenendo le restrizioni di ogni membro nei confronti dei paesi non membri

Unioni doganali come le aree di libero scambio ma le restrizioni ai non membri sono comuni

Mercati comuni nei paesi membri vi è un solo mercato ha le seguenti caratteristicheo Un sistema comune di leggi e regolamenti che governano la

produzione l’occupazione e il commercioo Libera circolazione dei lavoratori, dei capitali, dei materiali e

di beni e servizio L’assenza di un trattamento di favore nei confronti delle

industrie nazionali da parte del settore pubblico

La definizione di mercato comune è talvolta estesa per comprendere le seguenti caratteristiche di un unione economica e monetaria

Tassi di cambio fissi tra i paesi membri Politiche macroeconomiche comuni

La creazione di un unione doganale ha due effetti diretti

1. LA CREAZIONE DI COMMERCIO la domanda di un bene da parte dei consumatori ora viene soddisfatta da un produttore con bassi costi

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2. DEVIAZIONE DI COMMERCIO il consumo di un dato bene viene soddisfatto da un produttore di un paese membro dell’unione con alti costi piuttosto che da un produttore di un paese estero con bassi costi

Un accordo commerciale può produrre vantaggi di lungo periodo se permette di sfruttare maggiormente le economie di scala sia interne che esterne e il maggior potere contrattuale dei paesi aderenti nei confronti del resto del mondo, e se favorisce la diffusione delle tecnologie. D’altro canto può indurre a maggiore collusione tra le imprese, a diseconomie di scala, e a un aumento dei costi amministrativi.

L’unione europea

La CEE istituita con il trattato di Roma nel 1957 operativa dal 1958 era solamente una unione doganale ciononostante lo scopo finale restava la creazione di un mercato comune perfetto.

L’unione europea è chiaramente un unione doganale ma per altri versi è stato anche un mercato comune, per molti anni vi sono stati e vi sono tuttora alcune manovre comuni di politica economica

Politica agricola comune Politica regionale Politica antitrust Armonizzazione fiscale (IVA) Politica sociale

I benefici legati alla creazione del mercato comune unico sono: la creazione di commercio, i risparmi nei costi amministrativi, lo sfruttamento delle economie di scala, la maggiore concorrenza sui mercati, e un aumento della diffusione dell’informazione e dell’innovazione tecnica.Gli svantaggi sono rappresentati dai costi elevati derivanti dalla trasformazione della struttura industriale, dal deflusso di capitali e del lavoro qualificato dalla periferia al centro dell’unione, dall’elevato potere di mercato che potrebbero esercitare le grandi imprese europee.

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Bilancia dei pagamenti e tassi di cambio

la bilancia dei pagamenti registra i flussi di moneta tra i residenti nel paese e il resto del mondo, le entrate di moneta dall’estero (crediti) le uscite di moneta dal paese (debiti) si divide in tre parti fondamentali il conto delle partite correnti, il conto capitale, il conto finanziario.

Il conto delle partite correnti.Il conto delle partite correnti registra i pagamenti per le importazioni e le esportazioni di beni e servizi, i redditi e i trasferimenti netti di moneta in entrata e in uscita da un paese.

1. il conto delle partite visibili registra le importazioni e le esportazioni (saldo della bilancia delle partite visibili)

2. il conto delle partite invisibili (saldo della bilancia delle partite invisibili o bilancia dei servizi) il saldo complessivo di queste due da il saldo della bilancia commerciale

3. flussi di reddito netti. Salari interessi e profitti4. trasferimenti unilaterali netti (doni internazionali quali contributi dello stato all’UE ecc.)

il saldo delle partite correnti e dato dalla somma delle quattro categorie

il conto dei movimenti di capitale registra i flussi di fondi, nel paese e verso i paesi esteri collegati all’acquisto o alla vendita di beni capitali e i trasferimenti unilaterali in conto capitale effettuati da soggetti pubblici o privati. Include anche trasferimenti di proprietà di attività intangibili, quali brevetti o avviamenti di attività commerciali.

il conto dei movimenti finanziati registra i flussi di capitale investito o depositato presso banche o altre istituzioni finanziarie in entrata e in uscita dal paese, il sistema utilizzato dal fondo monetario internazionale questi movimenti sono ora inclusi nel conto dei movimenti finanziari tre principali sezioni

1. investimenti, prevalentemente investimenti a lungo terminea. investimenti diretti, impresa straniera che investe in una italiana e viceversab. investimenti di portafoglio. Variazione del possesso di azioni

2. altri afflussi finanziari. Vari tipi di movimenti monetari di breve periodo tra il nostro paese e il resto del mondo

3. variazioni delle riserve monetarie (della banca centrale)

il saldo della bilancia dei pagamenti di ottiene sommando tutti i saldi dei conti visti, in quanto sono possibili errori per correggerli viene introdotta una apposita voce che garantisce un esatto pareggio tra i conti

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Tassi di cambio

Il tasso di cambio rappresenta il rapporto con cui due monete vengono scambiate sul mercato delle valute.Gli operatori sul mercato dei cambi causano aggiustamenti dei tassi a seguito degli ordini che ricevono per i quali riscuotono una commissione. Il tasso di cambio può aumentare rispetto a certe monete e diminuire rispetto ad altre, pertanto per dedurre il suo andamento complessivo è opportuno guardare a una media ponderata dei suoi tassi di cambio rispetto a tutte le altre valute, nota come tasso di cambio multilaterale o tassi di cambio effettivo.

La determinazione del tasso di cambio sui mercatiIl tasso di cambio viene determinato dalle interazioni tra domanda e offerta.nella pratica il procedimento con cui viene raggiunto l’equilibrio è estremamente rapido, i tassi di cambio variano continuamente in modo da eguagliare la domanda.

Spostamenti della curva di domanda e di offerta di valutaQualsiasi spostamento della curva di domanda o di offerta di valuta provocherà variazioni del tasso di cambio (diminuzione = deprezzamento) (aumento = apprezzamento)

Cause del deprezzamento diminuzione del tasso di interesse nazionale (portano denaro all’estero) tasso di inflazione nazionale maggiore rispetto ai paesi esteri (meno competitività delle

esportazioni) aumento del reddito nazionale rispetto ai paesi stranieri (la domanda di importazioni

aumenta) migliori prospettive di investimento all’estero speculazione sulla diminuzione del tasso di cambio

tasso di cambio e bilancia dei pagamenti senza intervento pubblico.Se vige un regime di cambi flessibili la bilancia dei pagamenti raggiungerà automaticamente il pareggioUn tasso di cambio flessibile garantisce l’uguaglianza tra la domanda e l’offerta di valuta nazionale, dal momento che i crediti eguagliano i debiti, assicura anche il pareggio della bilancia dei pagamenti.

Tasso di cambio e bilancia dei pagamenti con intervento pubblico

Riduzione delle fluttuazioni di breve periodo Le forme di intervento per garantirlo:

l’uso delle riserve della banca centrale prestiti esteri aumento dei tassi di interesse

mantenimento del tasso di cambio fisso nel lungo periodo deflazione: il governo riduce la domanda aggregata utilizzando politiche fiscali o monetarie o entrambe politiche dal lato dell’offerta: lo stato incoraggia la competitività delle industrie nazionali.Controlli sulle importazioni e/o accordi sui cambi per limitare il deflusso di moneta.

Vantaggi di un regime di cambi fissi .

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La maggior parte degli uomini d’affari preferisce un regime di cambi fissi perchè? Certezza. (commercio molto meno rischioso) Speculazione ridotta ai minimi termini Inattuabilità di politiche macroeconomiche irresponsabili.

Svantaggi di un regime di cambi fissiLa politica dei tassi di cambio può essere in contrasto con gli interessi degli imprenditori nazionali o dell’economia mondiale.Politiche restrittive conducono a una recessione mondialeProblemi di liquidità internazionaleIncapacità di aggiustamento in seguito a eventuali shockSpeculazione

Vantaggi di un regime di cambi flessibili Correzione automaticaAssenza di problemi di liquidità internazionale e di gestione delle riserveIndipendenza degli eventi legati alle altre economieI governi sono liberi di scegliere le proprie politiche economiche

Svantaggi di un regime di cambi flessibiliTassi di cambio instabiliSpeculazioneIncertezza sul commercio e sugli investimentiMancanza di disciplina da parte delle economie nazionali

L’EURO €

Il trattato di Maastricht concluso nel 1992 definisce tutti i dettagli del percorso verso la moneta unica.

Vantaggi di un’unione monetariaEliminazione dei costi di conversione delle valuteAumento della trasparenza sui prezziEliminazione dell’incertezza nel tasso di cambioAumento degli investimentiMinori tassi di inflazione e di interesse

La GLOBALIZZAZIONEIl grado elevato di interdipendenza che caratterizza le moderne economie ha portato al fenomeno della globalizzazione, che si serve prevalentemente di due veicoli, il commercio e i flussi finanziari. Un modo per evitare che i problemi che affliggono un paese si propaghino come un epidemia nel resto del mondo è dato dall’armonizzazione delle politiche economiche.Il problema del debito nei paesi in via di sviluppo ha origine nel 1973 dopo il primo shock petrolifero e si aggrava alla fine degli anni settanta (dopo il secondo). Esistono due strategie per affrontare tale problema: la prima è costituita dalla rinegoziazione delle condizioni di rimborso, la seconda dalla cancellazione del debito.

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