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riassunto del libro di storia del 900

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GIOVANNI VITOLO

GIOVANNI VITOLO

MEDIOEVO: I caratteri originali di unet di transizioneINTRODUZIONE

Il Medioevo: dalla polemica alla mitizzazione

Lidea del Medioevo nasce con lUmanesimo (XIV-XV secolo) quanto intellettuali e artisti presero consapevolezza di star vivendo unepoca di grandi trasformazioni dal punto di vista culturale, morale ed estetico. Lorgoglio di vivere in questa epoca di cambiamento determin una variet di atteggiamenti nei confronti dellepoca precedente che fu da molti definita come media tempestas, media aetas, medium aevum.

Gli umanisti francesi e tedeschi non considerarono mai negativamente i secoli del Medioevo proprio perch in quel periodo erano nate le fondamenta delle loro nazioni; i riformisti protestanti tedeschi evidenziarono invece come la Chiesa di Roma in quel periodo si era nettamente allontanata dai principi evangelici.

La discussione sul Medioevo comunque assunse i caratteri pi forti nel corso del Settecento quando gli illuministi criticavano alcuni aspetti delle istituzioni politiche e sociali, considerate come residui della barbarie dellet medioevale.

Lo spirito polemico aliment una ricca ricerca storica; molti furono gli eruditi che individuarono nel Medioevo caratteri basilari anche del mondo moderno e molti furono gli studiosi che compirono studi interessanti; alcuni furono:

Giambattista Vico: il filosofo napoletano nel testo Scienza nuova identific nel Medioevo unepoca caratterizzata da una mentalit precisa e da peculiari istituzioni sociali e politiche;

Ludovico Antonio Muratori: lo storico modenese trov un collegamento tra il pensiero illuministico con la cultura medioevale individuando in Italia una certa continuit nella tradizione culturale;

Francois-Marie Aoruet Voltaire: il pensatore francese propose uninterpretazione laica della storia poich secondo lui uno storico doveva prima di tutto indicare lapporto dato dagli uomini nelle varie epoche storiche; William Robertson: il pastore protestante inglese oltre che cogliere le grandi trasformazioni della societ dopo il Mille ebbe un vivissimo senso della continuit storica.Fu durante il Settecento che in Germania si superarono le polemiche sul Medioevo poich:

per filosofi e letterati fu unepoca di serenit spirituale;

per i cristiani fu il periodo in cui oper la forza creatrice dellEuropa;

per gli storici del diritto e delleconomia fu let durante la quale si organizz leconomia tedesca.

Anche in Italia si diede vita a un interessante dibattito storiografico sul Medioevo; il dibattito si concentr sul rapporto tra latinit e germanesimo e sul ruolo svolto dal papato in quei secoli:

Machiavelli pensava che lunificazione dItalia non era stata resa possibile dalla presenza del papato;

Pietro Giannone e gli storici neo-ghibellini nel Settecento ripresero la teoria di Machiavelli caratterizzando negativamente loperato del papato che in un certo senso ostacol ogni tentativo di unificazione anche chiamando nel territori potenze straniere; ci furono anche storici neo-guelfi (Manzoni, Balbo, Capponi) i quali al contrario videro nelloperato del papato medioevale aspetti positivi in quanto aveva custodito il patrimonio di Roma e la cultura latina.Benedetto Croce fu un esponente degli storici cattolici-liberali (neo-guelfi); secondo lui lunit dItalia non era mai esistita ma erano esistiti i papi che avevano contrastato gli stranieri e appoggiato le leghe nazionali e i Comuni.

Si pu dire infine che il Medioevo nel corso del Settecento fu certamente rivalutato oltre che in Germania e in Italia anche in Francia e Inghilterra i cui pensatori evidenziarono il carattere legato al sentimento, allirrazionale e alla fede di quellepoca.

Il Medioevo nella storiografia europea dellOtto-Novecento

La storiografia dellOttocento registr notevoli progressi sul piano della ricerca scientifica e metodologica. Verso la met del secolo prese sempre pi vigore la corrente del Positivismo che voleva pervenire a una visione oggettiva della storia che poteva essere data soli dagli storici, studiosi specializzati e non pensatori o letterati.

Il tedesco Leopold Ranke fece suo questo pensiero eliminando ogni interferenze romantica dallo studio storiografico che doveva essere oggettivo per ricostruire i fatti come si erano davvero svolti; lo studioso inoltre fu il primo a dire che una fonte pi attendibile quanto pi vicina agli eventi in modo che il cronista non possa essere condizionato sapendo gli eventi della storia futura.

Sempre negli stessi anni in Germania si svilupparono le ricerche nellambito della storia del diritto e delleconomia; per il settore economico si cerc di individuare le forme dellattivit economica e la loro successione nel tempo.

Con Karl Marx e il suo materialismo storico si arriv a una teorizzazione dello sviluppo delle attivit economiche; egli individu quattro modi fondamentali di produzione dei beni economici (asiatico, schiavistico, feudale e capitalistico-borghese) ai quali corrispondono altrettanti tipi di rapporti tra le classi sociali; per il Medioevo fu di certo la produzione di tipo feudale a caratterizzare leconomia.

Le teorie di Marx rinnovarono la storiografia italiana in quanto gli storici le accolsero in modo pi o meno integrale; Croce parl di Scuola economico-giuridica avendo individuato nei suoi esponenti linteresse comune per i problemi della storia delle istituzioni (feudalesimo, Comuni).

Questa corrente di pensiero si divise in tre filoni:

il filone fiorentino, aperto alladozione di schemi sociologici. Salvemini fece uno studio sulla lotta tra proprietari terrieri e popolano nella Firenze del Duecento;

il filone pisano, ostile a ricostruzioni sistematiche di tipo economistico e incline a vedere nei processi storici linterazione dei fattori diversi. Volpe fece studi sui Comuni e sulle eresie;

il filone cattolico, con Rodolico coniug linteresse marxista per la storia dei ceti pi umili con la sua sensibilit di origine cattolica.

Oltre allorientamento crociano e positivistico si ebbe anche un altro orientamento storico riguardante la medievalistica italiana, quello filosofico.

LIrrazionalismo medievale fu considerato espressione della crisi di valori che caratterizz anche la societ del primo dopoguerra. Un testo simbolo di questa corrente di pensiero LAutunno del Medioevo di Johan Huizinga del 1919; lo scrittore descrive la societ alla fine del Medioevo come una civilt al tramonto durante la quale gli uomini cercarono rifugio nei riti e nelle cerimonie.

Il belga Henri Pirenne sempre nei primi decenni del Novecento tent di collegare lambito di ricerca storico con quello filosofico; con i suoi studi cerc di dimostrare come la nascita dellEuropa fosse da collegare anche con lespansione del mondo islamico che ruppe lunit del Mediterraneo realizzata dai Romani.

La storiografia delle Annales

Una corrente storiografica molto importante e influente in tutta Europa stata quella delle Annales, trae il nome da una rivista fondata nel 1929 da due professori universitari francesi (Marc Bloch e Lucien Febvre).

La rivista aveva lo scopo di promuovere un rinnovamento della ricerca storica attraverso la collaborazione di cultori delle scienze umane (economisti, sociologi, antropologi, ecc..).

Bloch era un medievista e in un suo studio si occup della potenza che aveva la psicologia collettiva; Bloch si occup della diffusa credenza secondo la quale il tocco del re poteva anche guarire un malato; si interesso di come fattori culturali e sociali potessero condizionare la scelta di determinati sistemi agrari, comp studi sul folkore, sulla religione, sulla coscienza collettiva, sulle abitudini alimentari, sulla geografia linguistica, ecc.

Dal 1956 la direzione della rivista fu affidata a Fernand Braudel; nella sua opera Civilt e imperi del Mediterraneo nellet di Filippo II egli distingue nello svolgimento della storia tre parti:

tempo geografico: quello di lunga durata, rapporto uomo/ambiente

tempo sociale: quello delle strutture economiche, sociali e politiche

tempo degli eventi: quella degli eventi, pi superficiale ma ricca di umanit.

Unit e articolazione del Medioevo

Tra il 1993 e il 1998 lEuropean Science Foundation ha promosso un progetto al quale hanno partecipato numerosi storici e studiosi per delineare un quadro completo che ci aiuti a capire il passaggio dallAntichit al Medioevo.

Alla fine si voluta lanciare una provocazione: il mondo romano non finito ma durante il III e il IX secolo si trasformato in seguito allarrivo di nuovi popoli.

Secondo Paolo Delogu la tesi di spingere lAntichit fino allepoca carolingia improponibile poich nel corso del VII secolo la societ e tutte le sue strutture (sociali, culturali, politiche, religiose ed economiche) erano molto cambiate facendo pensare pi a un processo di completa riorganizzazione piuttosto che di trasformazione. (Il libro segue questa ipotesi)

Tra la fine dellAntichit e linizio dellEt moderna ci fu unet intermedia dotata per di caratteri originali, con elementi propri che si vennero formando nellarco di diversi secoli.

La storiografia italiana tradizionalmente colloca tra la fine dellImpero romano dOccidente e linizio della modernit quattro periodi:

I periodo: TARDA ANTICHITA, dal IV al VII secolo

Il mondo romano lentamente si trasforma e perde le sue componenti caratteristiche: unit politica, integrazione economica, alto livello di urbanizzazione e acculturazione.

In questo periodo avvenne la definizione completa del Cristianesimo che cominci a organizzarsi in modo pi compiuto dal punto di vista dottrinale e organizzativo e lEuropa fu devastata dalle invasioni di Visigoti, Unni, Avati, Bulgari e Slavi.

II periodo: ALTO MEDIOEVO, dallVIII allXI secolo

Gli europei vivono in condizioni di precariet e insicurezza a causa delle invasioni di Normanni, Ungari e Saraceni; in questi secoli nacquero i rapporti feudali e i sovrani carolingi (seguiti dagli imperatori tedeschi) tentarono di riunire le tradizioni romane, cristiane e germaniche.

III periodo: PIENO MEDIOEVO, dallXI al XIII secolo

Periodo che vede la piena realizzazione degli ideali medievali in tutti i settori: vita sociale, religiosa, politica, economica, artistica, culturale.

IV periodo: TARDO MEDIOEVO, dal XIV al XV secolo

Furono i secoli della crisi demografica ed economica.

Ci furono molti processi di trasformazione con la nascita di nuovi modelli culturali, nuovi valori religiosi e morali; gli ideali di papato e impero entrano in crisi.

Il 1492 segna uno spartiacque simbolico in quanto le frontiere del mondo conosciuto si allargarono e fecero scoprire nuove terre, nuove culture e nuovi modi di rapportarsi con la realt.

I caratteri originali della civilt medioevale

I caratteri del Medioevo furono ben definiti e godettero di continuit per tutti i periodi sopra elencati.

Il Medioevo fu unepoca profondamente religiosa.

Alla Chiesa era affidato il compito di diffondere il messaggio di Cristo; se da una parte si prodig per levangelizzazione, la solidariet e la carit dallaltro non evit che si verificasse la compenetrazione tra autorit politica e religiosa.

Durante il Medioevo potere politico e religioso si sostengono a vicenda e questa collaborazione tocc il suo apice durante let carolingia. La collaborazione e la compenetrazione tra le due autorit per non si mantenne stabile nel tempo provocando conflitti e tensioni che sfociarono nella lotta per le investiture, in scontri violenti e nella crisi morale della Chiesa.

Il Medioevo fu caratterizzato anche dallo spirito comunitario delle societ germaniche. I Germani era un popoli dalla cultura militare, era un popolo di seminomadi che non conosceva la rigida divisione sociale dei Romani e neanche la propriet fondiaria visto che tutto veniva diviso tra i clan. Pian piano questo spirito comunitario si affievol. Tutto il Medioevo segnato dalla presenza di uno spirito comunitario secondo il quale venivano anche regolate le attivit di semina, raccolto, allevamento, ecc. Inoltre durante questepoca nacquero:

- i quartieri, luogo di solidariet di vicinato e articolazione amministrativa;

- le parrocchie, luoghi dove poter partecipare attivamente alle iniziative religiose;

- le confraternite, organizzazioni religiose con finalit di mutuo soccorso tra gli aderenti;

- le arti e le corporazioni, organizzazioni di coloro che svolgevano lo stesso mestiere;

riti religiosi, manifestazioni pubbliche (bandiere, gonfaloni, stemmi), eventi o oggetti per creare uno spirito di appartenenza.

La realt del Medioevo era ricca di simboli.

Il mondo medioevale fu un mondo prevalentemente rurale.La maggior parte delle persone traeva dalla terra i beni per la propria sussistenza e viveva seguendo regole dettate dalla consuetudine.

Nelle campagne spadroneggiavano i nobili che gestivano i loro feudi, e le persone che vi risiedevano, secondo le loro priorit.

Durante il Medioevo fu scarsa lincidenza dello Stato.La vita della societ era regolata da strutture locali; lo Stato assicurava servizi minimi poich la societ medievale espresse una vitalit crescente che le permise di creare equilibri sempre diversi e dinamici e di funzionare anche senza lintervento significativo di uno Stato.Componenti sociali, politici, religiosi ed economici si combinarono spesso dando vita e situazioni diverse.

Tra il XIV e il XV secolo la societ ha fatto un grande sforzo per darsi un ordinamento pi stabile attraverso la creazione di istituzioni politiche ed ecclesiastiche in grado di poter operare in territori pi vasti e diversificati.

Questo lungo e lento processo ha portato allEt moderna.CAPITOLO 1: 1)La Trasformazione del mondo antico e linizio del Medioevo

Il mondo ellenistico-romano e la diffusione del Cristianesimo

1.1. Nomadi e sedentari

Nella fascia temperata dellemisfero settentrionale alcuni popoli ebbero una storia simile a quella dei romani; furono popoli rozzi che diedero vita a civilt rurali e vengono identificati dagli storici come popoli Indoeuropei.

Un grande organismo di questo tipo fu quello della Persia che nel 331 a.C. fu conquistata da Alessandro Magno e verso il III secolo a.C. dai Parti(anche se conserv impronte ellenistiche): cavalieri-pastori nomadi che rapidamente si abituarono alla vita sedentaria e crearono un grande impero(ad occidente comprendeva anche le valli del Tigri e dellEufrate; ad oriente una zona pi arida e montuosa) che fu in lotta con quello romano per il dominio della Siria, dellArmenia e della Mesopotamia. La contesa divenne pi aspra con lascesa al trono nel 224 d.C. della dinastia dei Sasanidi(dal fondatore Sasan). Limpero dei Parti fu contrastato da popolazioni di razza mongola, provenienti dalle steppe dellAsia centrale, quali i Sarmati, gli Unni Bianchi(o Eftaliti)e i Turchi.

Un altro grande impero travolto da questi popoli indoeuropei, pi precisamente dagli Unni bianchi, fu quello dellIndia settentrionale nel 470 d.C. Successivamente tale impero si svilupp in una fiorente civilt agricola e raggiunse il massimo splendore sotto la dinastia Gupta (IV-V sec.). Anche lIndia(il re Kamishka mand unambasceria a Traiano)si configura come una grande civilt agricola, creata dagli Ariani, un popolo indoeuropeo di pastori ed allevatori, che si erano trasformati in contadini.

A partire gi da due millenni a.C. in Cina inizi a formarsi una grande civilt agricola nella pianura alluvionale dellHwang Ho(il Fiume Giallo, che prende il nome dalla terra fertile che trasporta) che riusc a superare molte difficolt legate allostilit delle famiglie aristocratiche, alle continue minacce degli Unni. Dopo scontri tra nomadi e sedentari, la situazione si stabilizz nel 246 a.C. quando venne creato un vasto impero ad opera di Shig Hwang-ti, detto il Cesare Cinese. Di tale impero resta la testimonianza della Grande Muraglia che per migliaia di KM difendeva i confini dellimpero. Il consolidamento della frontiera continu con gli imperatori della dinastia Han(202 a.C.):vennero realizzate strade militari, fortificazioni ed insediamenti-accampamenti contadini-soldati lungo i confini, cos come i Romani avrebbero fatto con le guarnigioni di limitanei lungo il corso di fiumi come il Reno e il Danubio (collocati lungo il limes, confine). Anche in Cina tra II e III secolo d.C. un periodo di aspre lotte sociali mentre ricominciano le incursioni devastatrici degli Unni dalla Mongolia. Il risultato fu la divisione dellimpero in tre regni e poi, una volta riprese nel 316 le grandi invasioni, la sua riduzione alle sole province meridionali sotto la dinastia Chi, mentre nelle fertili pianure settentrionali gli invasori crearono numerose dominazioni politiche.

I nomadi delle steppe asiatiche non si limitarono a spostarsi verso est (Persia, India e Cina) ma invasero anche lEuropa centrale, basti pensare ai Celti che erano presenti nella Germania renana e si spinsero nelle regioni balcaniche, in Gallia fino al nord Italia dove furono poi fermati dai Romani; ma poi finirono col fondersi con le popolazioni latine, in quello che Giovani Tabacco ha definito il connubio latino-celtico, volto a contenere le pressioni che i Germani, popolazione di lingua indoeuropea stanziati gi nel secondo millennio a.C. nelle regioni dellEuropea settentrionale e centrale.

Al tempo di Traiano erano schierate lungo il Danubio dieci legioni. Lopera difensiva

Che per somiglia di pi alla Muraglia cinese fu il vallo di Adriano, di 118 km, fatto costruire dallimperatore Adriano tra il 122 e il 127 d.C. in Britannia che cos fu tagliata in 2 parti.

1.2. Il mondo delle citt

Il limes separava due realt molto diverse tra loro: da un lato cera il mondo urbanizzato e organizzato dei Romani e dallaltro il mondo delle foreste e delle valli fluviali dellEuropa centrale e settentrionale abitato da popolazioni nomadi che avevano una struttura molto semplice.

Il merito dei Romani non fu tanto quello di aver creato le citt ma piuttosto quello di aver esteso il modello urbano e la cultura ellenica a tutte le aree sotto il suo dominio.

Questo fu possibile grazie ai numerosi scambi commerciali tra le zone del Mediterraneo e le altre aree romanizzate che favorivano anche scambi sociali e culturali.

La citt romana aveva una struttura precisa, inizialmente non avevano mura difensive che furono costruite solo dopo le prime minacce di invasioni; altre zone della citt erano:

- lurbs: il centro cittadino dove si svolgevano tutte le funzioni amministrative, politiche e commerciali,

- la civitas: territorio dove cerano le abitazioni sia dei contadini che le grandi ville,

- il suburbio: la zona intermedia tra il nucleo cittadino e la campagna dove si trovavano gli impianti artigianali, gli anfiteatri, le necropoli e ville lussuose,

- la campagna: organizzata in un reticolo razionale di campi di forma geometrica.

La societ romana era caratterizza tata dalla presenza di una classe aristocratica che conducevano un agiato stile di vita grazie alle risorse che provenivano dalla costruzione dei grandi latifondi coltivati dagli schiavi.

Tali uomini praticavano la filantropia, si esercitavano in dibattiti sulla letteratura e sulla filosofia infatti in ogni villa signorile si potevano trovare testi greci e latini(l unico esempio di biblioteca privata la Villa dei papiri di Ercolano, sommersa dalleruzione del Vesuvio del 79 d.C.). Che i libri fossero importanti nello stile di vita aristocratico-borghese dimostrato dal personaggio di Trimalcione nel Satyricon di Petronio il quale, per fare sfoggio di cultura, dichiara di avere una biblioteca greca ed una latina. Luciano scrisse un trattato dal titolo Contro un ignorante che si compra molti libri e Seneca ammon i bibliofili semianalfabeti, per i quali i libri non erano strumenti di lavoro, ma ornamento delle sale da pranzo.

1.3. La diffusione del Cristianesimo

Tra il I e il II secolo si verific un interessante fenomeno: la diffusione della scrittura anche tra le classi meno abbienti; questo fenomeno fu accompagnato dallarrivo di nuove dottrine orientali come lo Stoicismo e il Neoplatonismo che fecero entrare in crisi le religioni ufficiali basate sul politeismo.

Tali dottrine cercavano di dare una risposta ai problemi relativi alla morte e al dolore cercando delle reali soluzioni nellimpegno morale e in una concreta religiosit interiore.

Verso il IV secolo tra le molte dottrine di questo tipo assunse una rilevanza particolare il Cristianesimo; questa dottrina inizialmente si era diffusa tra il comunit giudaiche, successivamente (sotto il dominio di Costantino) si allarg anche tra il popolo romano.

Il Cristianesimo incontr il favore anche dei ceti dirigenti romani perch la sua organizzazione poggiava su una stabile gerarchia sacerdotale formata da presbiteri, vescovi e diaconi.

La diffusione del Cristianesimo fuori dalla Palestina fu merito delloperato apostolico di Paolo di Tarso, chiamato anche l apostolo delle genti poich visit, diventando un punto di riferimento, molte comunit cristiane sparse per tutto limpero.

Fulcro dellevangelizzazione furono per le citt e ci comport che le campagne rimasero isolate e legate ai culti tradizionali mentre la classe sacerdotale stringeva sempre pi stretti legami con le elit cittadine dalle quali venivano pure scelti i vescovi.

Tale fenomeno cre le basi per la nascita di un connubio tra autorit religiosa e politica che provoc un veloce allontanamento dagli ideali della Chiesa primitiva che invece si basava sulla carit e sulla semplicit di vita.

1.4. La crisi del III secolo e le persecuzioni contro i cristiani

Il percorso di affermazione del Cristianesimo non fu per facile ma dovette affrontare la difficile prova delle persecuzioni; lintolleranza pi che religiosa era politica poich i cristiani venivano identificati con gli ebrei i quali pi volte avevano manifestato intolleranza verso limpero.

Le ostilit divennero maggiori tra il II e il III secolo in concomitanza con una profonda crisi dellimpero originatasi dallenorme crescita delle citt e dal corrispettivo spopolamento delle campagne. Questo fenomeno caus una forte riduzione della produzione agricola che costrinse lo stato ad acquistare frumento dallEgitto ma tali spese risultarono essere troppo gravose per limpero che vide aumentare spesa pubblica e inflazione che a loro volta causarono una svalutazione della moneta e laumento dei prezzi. A ci seguirono carestie ed epidemie e limpero sembrava cadere proprio per questo si decise di accentuare lintervento dello Stato in ogni settore della vita: politico, economico e sacrale.

Lautorit imperiale divenne fondamentale per ristabilire unit, stabilit e pace e in questo periodo si susseguirono imperatori dalle grandi personalit, uno di questi fu Diocleziano il quale attu un progetto politico e sociale di grande portata infatti:

- leg i contadini alla terra e gli artigiani alle loro attivit

- fiss prezzi e salari

- riform la costituzione.

La riforma costituzionale di Diocleziano divise in due parti lautorit imperiale tra 2 Augusti e 2 Cesari che avrebbero dovuto succedere ai due Augusti.

Il primo Augusto (Diocleziano) manteneva la sua importanza sacrale mentre gli altri 3 avevano mansioni e poteri riguardanti i bisogno quotidiani e ordinari dellimpero.

Naturalmente i cristiani furono restii a venerare gli imperatori come dei a causa della loro fede monoteista furono considerati come una minaccia per lunit e la pace e subirono le gravi conseguenze delle persecuzioni a partire dal 303.

Le cose cominciarono a cambiare con il successore di Diocleziano Costantino che le cose cambiarono poich cap che il Cristianesimo poteva diventare un elemento unificante. Sotto il suo regno la religione cristiana si diffuse in tutto limpero e con leditto di Milano Costantino riconobbe alle chiese cristiane libert di culto anche se dovette fronteggiare in seguito molte controversie dottrinali che serpeggiavano tra le diverse comunit.

1.5. Lorganizzazione della Chiesa e la definizione della dottrina cristiana

Per prima cosa la Chiesa sent lesigenza di dare basi solide al proprio sistema organizzativo e lo fece modellando lordinamento ecclesiastico su quello amministrativo.

Furono create le diocesi che inizialmente coincidevano con i territori dei municipi romani e a capo di ognuna fu nominato un vescovo; successivamente tra tutti i vescovi di una stessa provincia assunse maggiore rilievo quello della metropoli pi grande della provincia cos nacquero le Chiese metropolite come Efeso, Tessalonica, Corinto e Milano.

I vescovi metropoliti consacravano i vescovi, seguivano le cause giuridiche di appello e presidiavano ai sinodi provinciali; alcune sedi pi importanti come quelle di Antiochia, Alessandria e Gerusalemme divennero patriarcati mentre Roma si autoproclam Sede apostolica di tutta la Chiesa poich Pietro vi aveva subito il martirio e poich era capitale dellimpero.

Un altro problema fu quello di definire in maniera precisa la dottrina della Chiesa su cui doveva basarsi tutto il suo credo; allepoca cerano molti dibattiti su questioni riguardanti il Vangelo, le lettere di Paolo e gli scritti dei Padri della Chiesa, i vescovi discutevano animatamente di problemi dottrinali ma presto si diffuse molta intolleranza tra i sostenitori di due differenti concezioni religiose in seno alla Chiesa.

La prima aveva un carattere propriamente escatologico nel senso che la vita di ogni cristiano era proiettata tutto verso la parusia (il ritorno di Cristo) con il conseguente e netto rifiuto per tutte le cose del mondo anche a costo del martirio e di gesta eroiche atte a dare viva testimonianza della propria fede.

La seconda concezione era pi moderata e fu quella che ebbe maggiore diffusione. Alla base di tale tendenza cerano:

- una grande comprensione per le debolezze umane,

- il progetto di unistituzionalizzazione delle comunit cristiane con una gerarchia sacerdotale e formule di fede ben definite.

Formulare ununica dottrina di fede non fu per facile e gener gravi scontri allinterno della Chiesa che si trov costretta:

- a ridurre limportanza delle tendenze troppo rigoriste

- a respingere ogni concezione dualistica della fede (Gnosticismo e Manicheismo).

Lo Gnosticismo affermava il dualismo tra un Dio perfetto e irraggiungibile e il mondo materiale mentre il Manicheismo si fondava sulla contrapposizione tra il bene e il male, tra il mondo spirituale e quello materiale.

La Chiesa volle basare la sua fede su un tipo di spiritualit monoteista ma trov comunque molte difficolt quando dovette definire la natura del monoteismo in rapporto al problema dellincarnazione di Dio in Cristo.

1.6. LArianesimo e la nascita delleresia

LArianesimo nacque nel IV secolo quando il prete Ario di Alessandria diffuse una sua dottrina di fede la quale sosteneva che Cristo non aveva lo stesso grado di divinit del Padre.

Poich tale dottrina si stava diffondendo velocemente e la Chiesa non era ancora dotata di un organismo capace di prendere decisioni importanti limperatore Costantino convoc per il 325 a Nicea un Concilio ecumenico.

A tale concilio parteciparono 300 vescovi proveniente per la maggior parte dalle province orientali e le decisioni che furono prese valsero per tutte le comunit cristiane; in tale occasione la dottrina di Ario fu condannata allunanimit ma non tanto per motivi dottrinali ma per lo stesso volere di Costantino che non voleva assolutamente mettere a rischio quellunit religiosa che si era gi creata in Asia e che si stava diffondendo nel resto dellimpero.

Quello legato alleresia ariana fu per solo un primo episodio di un fenomeno che continu a lungo nel tempo visto che le eresie ( dottrine opposte alle verit della Chiesa) si svilupparono parallelamente alla nuova ideologia cristiana che identificava nellimperatore il garante della fede ortodossa.

LArianesimo fu per il momento sconfitto ance se si riafferm prepotentemente durante il Medioevo tra le popolazioni germaniche che ne accolsero nella loro cultura socio-politica gli aspetti basilari.

A quello di Nicea seguirono diversi concili ecumenici che invece di trovare idee comuni e univoche provocarono sempre pi gravi lacerazioni allinterno delle comunit cristiane che furono assunte anche come finte giustificazioni per rivolte allinterno delle province romane.

Tale fu lepisodio legato al Donatismo, una contestazione religiosa nata in seno alla provincia africana che nascondeva per una contestazione etnico-sociale contro limpero.

Proprio nel V secolo i Siria e in Egitto oltre alle tendenze separatiste sorsero diatribe in riferimento al rapporto tra lumanit e la divinit di Cristo.

Le tensioni religiose ebbero come argomento di scontro anche la figura di Maria; i Nestoriani, ad esempio, la chiamavano solo Madre di Cristo e non Madre di Dio poich erano convinti della separazione tra la natura umana di Cristo e quella divina di Dio. Una soluzione a questo problema fu trovata a Calcedonia nel 451 quando si dichiar Cristo vero Dio e vero uomo, dotato di due nature distinte ma inseparabili.

1.7. Le origini del monachesimo

Mentre si svolgevano questi dibattiti e lapparato ecclesiastico delle Chiesa si andava consolidando prima in Oriente e poi in Occidente si speriment un altro modo di vivere gli ideali cristiani che si basava sul totale distacco dalla societ.

Questa pratica al suo primo apparire sembr marginale ma col passare dei secoli invece divent una vera e propria forza che plasm la Chiesa: il monachesimo.

Il fenomeno delleremitismo non nacque nel mondo ellenico-romano ma alcuni episodi di tal genere si erano gi verificati in India dove i monaci buddisti vivevano girovagando e chiedendo al prossimo le risorse per il loro sostentamento.

Scopo degli eremiti era quello di poter giungere ad avere un incontro con Dio dopo un percorso di ascesi e penitenza.

Nel mondo greco esperienze di isolamento furono condotte dai filosofi e nel mondo giudaico dalle comunit degli Esseni e dai Terapeuti.

Il monachesimo cristiano nacque in Egitto nel III secolo ma nella sua maturit espresse in sintesi la maggior parte delle esperienze precedenti.

In un primo momento il monachesimo si diffuse soprattutto tra le classi sociali pi basse; questi uomini nutrivano una completa sfiducia per tutti i ragionamenti intellettuali e decidevano di fuggire da ogni forma di civilt rifugiandosi in luoghi solitari come caverne, tombe abbandonate e deserti, alcuni arrivarono alle scelte estreme di vivere stabilmente sulla cima di un albero (dendrtai) o in cima a una colonna (stiliti).

A questa forma di esperienza estrema di ascesi si affiancarono presto nuove esperienze come quelle delle colonie di eremiti che vivevano non lontani gli uni dagli altri; successivamente nacque la prima forma di cenobitismo grazie a Pacomio che fond a Gerusalemme un monastero dove chi avesse voluto avrebbe potuto condurre una vita ascetica caratterizzata dalla moderazione, dalla preghiera e dal lavoro.

Il vescovo di Cesarea, Basilio, ebbe inoltre una forte influenza sulla costituzione del monachesimo visto che promosse la fondazione di vari monasteri ma soprattutto perch scrisse delle Regole con lintento di dare un ordinamento stabile alle comunit cenobitiche; un esempio la nuova figura dellabate che aveva il compito di guidare tutta la comunit e dare lesempio agli altri monaci.

1.8. La diffusione del monachesimo in Italia e nel resto dOccidente

Le esperienza cenobitiche risultarono pi adeguate ad essere accettate e assorbite dalla civilt ricca e aristocratica dellimpero romano; in Occidente arrivarono velocemente le notizie delle nobili gesta degli eremiti e molti membri dellaristocrazia organizzarono dei vero e propri pellegrinaggi per andare a vedere questi uomini di persona e alcuni di loro spesso le nobildonne- fondarono comunit latine in Palestina.

Ben presto dei monasteri furono costruiti anche in Occidente, una figura chiave per questa svolta fu Gerolamo il quale dopo aver studiato a Roma si fece battezzare e pass molto tempo da eremita in Siria. Ritornato a Roma divenne una guida per molte donne che conducevano uno stile di vita ascetico allinterno delle loro case.

Dopo queste prime esperienze anche a Roma e in altre parti dellimpero furono costruiti monasteri e anche altri esponenti importanti esponenti della Chiesa appoggiarono tale fenomeno come Ambrogio di Milano e Paolino di Nola.

Unultima, ma importante, esperienza di monachesimo in Italia quella di Cassiodoro, collaboratore del re ostrogoto Teodorico che nel 540 si ritir in Calabria dove fond un monastero che non fu per un luogo di ascesi bens un centro di cultura dove si svolgeva unattivit si studio per cercare di conciliare cultura sacra e profana. Il suo obiettivo era quello di salvare lantica cultura romana trapiantandola nei monasteri ma tale progetto non era realizzabile e non continu dopo la morte di Cassiodoro.

In Gallia il monachesimo si diffuse grazie alloperato di Martino, vescovo di Tours che riusc a conciliare gli ideali monastici con il suo ruolo pastorale di vescovo.

1.9. Il monachesimo benedettino

Il monachesimo benedettino costituisce il punto darrivo di tutte le esperienze di monachesimo in Occidente.

San Benedetto fond il monastero di Montecassino e ne scrisse la Regola che ebbe il merito di accogliere il meglio delle esperienze sia orientali che occidentali; elementi della sua Regola erano gi presenti in altre Regole monastiche ma la regola benedettina quella che ha saputo dare una sintesi pi completa. Questa si basava:

- sul lavoro manuale come elemento qualificante per la vita del monaco

- su uno stile di vita incentrato sulla carit e la fraternit

- su una grande moderazione della vita

- su un equilibrio tra la vita attiva e la vita contemplativa: da qui la famosa Regola ORA ET LABORA.

CAPITOLO 2

loccidente romano-germanico2.1. Il mito della razza pura

Una razza pura senza mescolanze, che non assomiglia che a se stessa: cos Tacito descriveva il popolo dei Germani e su queste affermazioni si basato il nazionalismo tedesco nato nel tardo Settecento.

Studi recenti hanno per dimostrato che una comunit germanica originaria e omogenea culturalmente e linguisticamente non mai esistita poich i popoli germanici sono il risultato di numerosi rimescolamenti tra popolazioni indigene di origine indoeuropea.

Allinterno delle popolazioni germaniche si possono individuare tre gruppi:

- quello settentrionale in Scandinavia e Dalmazia

- quello orientale tra lOrder e la Vistola

- quello occidentale nellattuale Germania e est del Reno.

I primi contatti con i Romani avvennero quando i Cimbri e i Teutoni dalla Danimarca cercarono di occupare territori in Spagna, Gallia e Italia dove per furono sconfitti da Mario.

Cesare, conquistando la Gallia, rese definitivi i contatti tra le trib germaniche e i Romani che si fronteggiavano sul versante del fiume Reno; si deve precisare che le trib germaniche non vivevano nella barbarie e non mancarono tra le due popolazioni scambi commerciali ma anche culturali e sociali.

Proprio per chiarire meglio lidentit di queste popolazioni utile unanalisi del De bello gallico scritto da Cesare nel 51 a.C.; dalla lettura di tale testo si possono delineare le caratteristiche etnologiche di questo popolo che, ad esempio, aveva un rapporto assai mobile con lambiente, che credeva al primato delle virt guerresche e che si procurava il sostentamento soprattutto con la caccia e lallevamento.

Lagricoltura occupava infatti un ruolo marginale e venivano applicate pratiche primitive di coltivazione come la pratica del debbio che consisteva nel ripulire il suolo con il fuoco, metodo che senza pratiche di concimazione rendeva presto improduttivo il terreno e costringeva le trib a continui spostamenti.

Le trib germaniche erano organizzate in clan, non cerano propriet private e lunica gerarchia esistente era quella dei duces che erano dei capi militari appartenenti a delle stirpi detentrici di poteri magico-sacrali.

Si credeva che il valore militare di trasmettesse in maniera ereditaria perci gli appartenenti a questi clan avevano molti poteri (anche se sempre sottoposti al controllo degli anziani) sia durante i periodi di guerra sia durante i periodi pacifici ma ci per non li rendeva superiori agli alti uomini liberi.

Dei cambiamenti in questa struttura iniziarono a manifestarsi dopo i primi contatti con i Romani che in un cero senso trasmisero il loro modello sociale fondato su rigide gerarchie sociali; fu cos che nacquero le prime elit di guerrieri e monarchie tribali a carattere militare.

2.2. La pressione sui confini dellimpero

A partire dal I secolo i Germani divennero un elemento essenziale per limpero romano che reclutava delle intere legioni da utilizzare nelle operazioni difensive dei territori periferici resi sempre meno sicuri a causa delle continue incursioni dei popoli germanici.

Dopo appena due secoli, nel III secolo, la presenza dei Germani era prevalente nelle schiere dellesercito e alcuni membri erano riusciti pure ad avere importanti funzioni ai vertici dellesercito.

Limpero romano riusc a superare il momento critico dello spopolamento e della poca sicurezza dei territori periferici accogliendo in tali territori le trib dei Franchi, degli Alamanni e dei Burgundi. Nei progetti dei Romani a questo accoglimento doveva poi seguire la conversione al Cristianesimo di queste popolazioni e in effetti presto si raggiunse un equilibrio tra i due mondi.

Tale equilibrio fu per messo in crisi dallarrivo di una nuova minaccia: larrivo degli Unni dalle steppe orientali.

Gli Unni erano dei cavalieri nomadi non organizzati per in un vero e proprio esercito; questi travolsero Alani, Ostrogoti e Visigoti che ottennero dai Romani il permesso di stanziarsi in Tracia (lattuale Romania).

Lo stanziamento dei Visigoti in Tracia per gener molti problemi poich la popolazione indigena si ribell a questa decisione e anche perch i Visigoti praticarono razzie nelle citt per procurarsi viveri che pretendeva gli fossero inviati da Roma.

Fu cos che inizi una guerra che si concluse nel 378 con la clamorosa sconfitta romana ad Adrianopoli dove mor lo stesso imperatore Valente.

Questo episodio ebbe un forte impatto sullopinione pubblica del tempo tanto che alcuni studiosi lo definiscono come linizio della fine dellimpero.

2.3. La divisione definitiva dellimpero

Le fratture allinterno dellimpero, soprattutto tra la parte occidentale e la parte orientale, divennero sempre pi marcate; limperatore Teodosio tra il 392 e il 395 riusc a ripristinare una labile forma di unit che per si concluse definitivamente alla sua morte quando limpero venne diviso tra i due suoi giovani figli Onorio e Arcadio.

A Onorio, posto sotto la guida del generale vandalo Stilicone, spett la parte occidentale con capitale Milano mentre ad Arcadio, posto sotto la guida del goto Rufino, fu assegnata la parte orientale con capitale Costantinopoli.

Teodosio scelse due tutori germanici perch voleva dare un preciso segno di apertura verso tali popolazioni e di accoglimento allinterno delle strutture politiche e militari di membri germanici.

In Occidente questa politica, inizialmente osteggiata dalle famiglie aristocratiche, col tempo port dei frutti individuabili nella convergenza tra le famiglie senatorie e le gerarchie militari grazie alla politica conciliante di Stilicone.

Stilicone era contrario a una politica basata sulla forza ma il suo ruolo era molto delicato e lo divenne ancor di pi quando negli ambienti di corte riprese una certa ostilit verso i barbari.

Una situazione molto delicata si cre anche in Oriente a causa della ripresa da parte degli Unni delle incursioni a danno dei Visigoti e di altri popolazione germaniche che erano stanziati nelle zone periferiche dellimpero e diventavano sempre pi inquieti e pericolosi.

Costantinopoli incoraggi gli Unni nel tentativo di liberarsi una volta per tutte della minaccia dei Germani; alla fine del 406 avvenne un altro episodio chiave per la storia di Roma: il superamento del confine del Reno da parte di Valdali, Alani e Svevi che si diressero verso la Gallia e la Spagna.

Questo episodio caus una caduta del prestigio di Stilicone il quale perse molti consensi e fu ucciso da un gruppo di nazionalisti romani.

Dopo la sua morte i Visigoti, guidati da Alarico, riuscirono a penetrare in Italia e il 24 agosto 410 arrivarono a Roma e la saccheggiarono per tre giorni.

Il saccheggio di Roma ebbe profondi effetti psicologici sulla popolazione perch Roma era stata da sempre considerata una citt inviolabile e sacra e il suo saccheggio segnava quasi la fine dellimpero che per i pagani era stata causata dallavvento del Cristianesimo e dallapertura verso i barbari.

Sicuramente il superamento del Reno e il sacco di Roma costituiscono due momenti fondamentali che diedero inizio a un percorso tutto in discesa per lOccidente che perse autorit e territori.

Nel 411 Alarico mor e i Visigoti risalirono la penisola stanziandosi come federati in Aquitania; anche gli altri popoli germanici come Vandali, Alani e Svevi, ebbero riconosciuto il titoli di federati e si stanziarono in territori imperiali.

I proprietari romani dovettero applicare listituto dellhospitalitas che prevedeva lobbligo per i proprietari di cedere ai federati un terzo dei loro possedimenti; questi erano ormai autonomi, avevano delle leggi proprie e sottostavano solo allautorit del loro re.

I popoli germanici erano ormai liberi e senza controllo tanto che i Vandali guidati dal re Genserico si spostarono prima i Africa, poi cominciarono a razziare le isole del mediterraneo arrivando a saccheggiare Roma nel 455.

Verso la met del V secolo dal fronte della Britannia entrarono nei territori imperiali anche gli Angli, i Sassoni e gli Juti costringendo le popolazioni del luogo a spostarsi in altri territori.

2.4. Il tramonto dellimpero romano dOccidente

Col passare degli anni lautorit della parte occidentale dellimpero aveva perso sempre pi importanza riuscendo a controllare solo le province ad esso confinanti (Provenza, Rezia, Norico e Dalmazia).

Nel 425 Costantinopoli favor lascesa del giovane Valentiniano III che, sotto la guida della madre Galla Placida (sorella di Onorio), avrebbe svolto una funzione di protettorato della penisola.

Durante questo periodo i Romani capirono che era stato un errore osteggiare il progetto di collaborazione e integrazione tra i barbari e i Romani pensato da Stilicone poich queste popolazioni erano ormai indispensabili per la sopravvivenza dellimpero. Fu per questi motivi che, grazie anche allaiuto del generale Ezio (di origine romana ma cresciuto tra gli Unni), si decise di intraprendere una nuova politica di convergenza tra Romani e barbari.

I Germani furono ben presto molto utili per contrastare proprio lavanzata degli Unni guidati da Attila verso la Gallia; fu proprio Ezio che nel 451 riusc a fermarli sui Campi Catalaunici, presso Troyes capeggiando un esercito di barbari!

Nel 452 Attila riusc comunque a invadere lItalia entrando dal Friuli, distrusse la citt di Aquileia e fortunatamente si arrest sul Mincio forse perch gli and incontr il papa Leone I ma anche perch Attila cap che andando avanti avrebbe potuto causare un intervento di Costantinopoli che avrebbe potuto danneggiarlo invadendo altri suoi domini.

Nel 454 Ezio venne ucciso da Valentiniano in quale a sua volta fu assassinato lanno successivo dai seguaci di Ezio; questa situazione cre un vuoto ai vertici dello Stato e una gran confusione visto che si successero in maniera rapida e poco incisiva

diversi imperatori che avevano il sostegno delle forze romano- barbariche.

Tra questi imperatori si distinse lo sciro Odoacre, fu lui ad aver deposto nel 476 il giovane imperatore Romolo Augustolo, a rimandare a Costantinopoli le insegne imperiali dichiarando che il suo progetto era quello di governare i territori dellimpero dOccidente non come imperatore ma come patrizio dellimperatore dOriente.

In questo periodo laristocrazia senatoria romana cap che appoggiare Odoacre era la cosa migliore perch vedevano in lui il personaggio giusto per garantire linserimento non traumatico dei Germani nella struttura sociale romana unendo cos le loro doti militari al loro potere politico-sociale.

2.5. Il sogno di Teodorico

Nel 489 limperatore dOriente Zenone, preoccupato per il progetti espansionistici di Odoacre, invi in Italia il re ostrogoto Teodorico il quale era stato educato alla corte bizantina insieme a tutto il suo popolo formato per la maggior parte da guerrieri.

Laristocrazia e i membri della classe episcopale voltarono subito le spalle a Odoacre perch in Teodorico oltre che linviati imperiale videro un uomo forte capace di stabilire ordine ed equilibrio.

Un intero popolo si stanzi in Italia e anche questa volta i proprietari romani dovettero cedere parte dei loro territori ma questa volta la pratica dellhospitalitas non fu avvertita come qualcosa di traumatico visto che negli anni precedenti cera stato un forte calo demografico che aveva fatto aumentare la disponibilit di terre.

Teodorico volle istaurare rapporti pacifici sia con i Romani che con la Chiesa, la sua non fu una dominazione infatti port avanti un progetto di coesistenza tra le due comunit che avevano distinti ordinamenti giuridici.

Teodorico era re per la sua gente e prefetto dItalia per i Romani il che comportava che fosse al vertice delle strutture politiche e amministrative; i Romani furono esclusi dallesercito e potevano vivere seguendo le norme del diritto romano mentre i Goti potevano portare le armi e governavano i distretti in cui era stato diviso il territorio.

Teodorico oltre a mantenere gli ordinamenti giuridici distinti, rimise in vigore una legge romana che vietava i matrimoni tra Romani e barbari e sostenne la religione Ariana professata dal suo popolo.

Dal punto di vista politico il Senato rimase un presidio della romanit mentre gli aristocratici Goti entrarono a far parte del consiglio del re; gli Ostrogoti vissero soprattutto nella Pianura Padana in abitazioni rurali mantenendo le loro tradizioni e la loro cultura bellicosa.

Teodorico non fece nulla per agevolare un processo di integrazione tra il suo popolo e i Romani perch era consapevole che tra i due popoli esistevano troppe differenze perci si sarebbe dovuto aspettare che i Goti si elevassero al livello dei Romani e che i Romani si aprissero di pi alla cultura dei Goti; naturalmente oper sempre in modo che la cultura germanica non venisse mai soffocata di fronte a quella latina.

Il sogno di Teodorico fu quello di essere custode della libert e propagatore del nome romano ma alla fine si verificarono eventi che non ne permisero la piena realizzazione.

Teodorico infatti aveva stretto alleanze matrimoniali con molti popoli germanici come Vandali, Franchi e Visigoti ma ben presto dovette fare i conti con il re dei Franchi Clodoveo che port avanti una politica estera molto aggressiva.

Contemporaneamente il papato strinse nuovi rapporti con limpero dOriente, questa nuova alleanza fece s che laristocrazia guard con rinnovata fiducia allimperatore e con diffidenza Teodorico che non aveva mai rinunciato a professare la religione ariana.

Teodorico divenne molto diffidente e arriv al punto di far incarcerare lo stesso pontefice Giovanni I; questo re mor nel 526 e con la sua morte inizi la parabola discendente della storia degli Ostrogoti in Italia che toccher il suo punto massimo nel 535 con larrivo in Italia di Giustiniano.

2.6. Gli altri regni romano-barbarici

Prima di giungere in Italia Giustiniano (tra il 533 e il 534) sconfisse definitivamente i Vandali.

Questo popolo si era stanziato in Africa ma i rapporti con gli indigeni non erano mai stati buoni poich:

- le confische erano state brutali e senza rispettare i principi dellhospitalitas,

- avevano effettuato persecuzioni ai danni dei cristiani ed effettuato pesanti sconfitte ai danni della Chiesa.

La spinta delle trib berbere resero questo popolo ( gi privato della figura del suo re Genserico) pi debole e fu cos che Giustiniano li sconfisse facilmente.

Dal disfacimento dellimpero romano dOccidente nacquero due solidi organismi politici: il regno dei Visigoti e quello dei Franchi che furono guidati da sovrani capaci di creare una convergenza di interessi sia con laristocrazia romana che con la Chiesa.

I Visigoti dopo aver saccheggiato Roma, si stanziarono in Aquitania e da l cercarono di espandersi in Provenza e nella penisola iberica; il loro progetto espansionistico fu per fermato dai Franchi i quali li sconfissero a Voill nel 507.

I Visigoti furono respinti definitivamente nel territorio iberico e tutti i loro territori passarono in mano dei Franchi. In Spagna i Visigoti usufruirono dellhospitalitas nella misura di due terzi e non di un terzo ma nonostante ci laristocrazia non gli fu ostile ma anzi si cre un solido connubio tra le due parti.

Grazie a tale unione si pot attuare anche un unico ordinamento giuridico (caso unico nellOccidente di quel tempo) e fondare una monarchia sul modello di quella romana anche se i Goti preferivano sempre una successione elettiva e non dinastica cosa che a volte provoc problemi e contrasti tra le due popolazioni.

La storia dei Visigoti in Spagna segn un periodo di collaborazione e integrazione ma tale periodo di stabilit fu interrotto nel 711 con linvasione degli Arabi.

2.7. Il regno dei Franchi

In origine il popolo dei Franchi non era unito e coeso ma esistevano tanti piccoli aggregati lungo il bacino del Reno che furono inglobati a partire dal 482da Clodoveo, iniziatore della dinastia dei Merovingi.

Clodoveo pian piano allontan i Romani dalla Gallia, tolse lAquitania ai Visigoti, riusc a espandersi a danno di altri popoli germanici e di piccoli gruppi etnici; solo Teodorico riusc in parte a contrastarlo ma dopo la sua morte anche la Provenza e i territori oltre il fiume Reno furono conquistati dai Franchi.

I punti di forza dei Franchi erano:

- il dinamismo militare

- la collaborazione con laristocrazia gallo-romana

- la coesione con la Chiesa.

Clodoveo cap subito quanto poteva essere importante lappoggio della Chiesa cos favor una veloce conversione dal politeismo al Cattolicesimo; questa scelta cancello ogni diffidenza verso Clodoveo e il suo popolo e acceler sia il processo di formazione di uno Stato basato sul modello romano sia lintegrazione fra aristocrazia romana e gota e poi fra i due popoli.

I capi dei clan franchi impararono a gestire i grandi possedimenti fondiari e li utilizzarono non solo per scopi rurali ma anche per costruire monasteri e chiese mentre gli appartenenti allaristocrazia gallo-romana pian piano assimil gli elementi culturali e gli stili di vita dei Franchi.

Anche i vescovi, scelti dal re tra i laici, mutarono il loro modo di pensare ma non mancarono esempi di alta spiritualit come fu Gregorio di Tours.

Lo stato dei Franchi si svilupp forte e coeso e lordinamento pubblico fu organizzato in distretti governati dai conti.

Alla morte di Clodoveo il regno fu diviso tra i suoi 4 figli, si crearono cos:

- la Neustria tra la Loira e la Senna

- lAustrasia nel cuore della Germania

- lAquitaniadalle tradizioni gallico-romane

- la Borgognaantico regno dei Burgundi.

Queste quattro regioni oltre ad avere caratteristiche geografiche diverse presentarono ben presto molte differenze anche dal punto di vista politico, etnico e storico.

Questa sparizione territoriale provoc lotte per la successione, fren il dinamismo espansivo del regno e cre molta instabilit.

Solo nellVIII secolo con Pipino il Breve il popolo Franco riacquist un ruolo strategico.

2.8. Uno sguardo di insieme sul mondo romano-germanico

Il mondo romano-germanico alla fine delle invasioni del IV-V secolo presenta degli elementi comuni.

La societ gerarchizzata dei Romani si afferm maggiormente e si diffuse anche tra laristocrazie militari germaniche mentre tra i ceti bassi, soprattutto tra i contadini, e nelle zone poco romanizzate si afferm il tipo di societ egualitario dei Germani.

Ladesione alle strutture sociali dei Romani fa ben capire come i popoli barbari non avessero lo scopo di portare nuovi modelli organizzativi e di imporre la loro cultura e non di fecero problemi a mettersi a servizio dei Romani per sedare altri popoli barbari.

Un altro elemento che accomuna i vari regni nati durante le invasioni germaniche il ruolo di primo piano che svolsero i vescovi sia come protettori della popolazione latina ma anche come forza di conservazione della cultura ellenistico-romana. I vescovi esercitarono il loro potere in seno alle citt che per si erano molto impoverite a causa della crisi demografica e sociale del III secolo.

Le citt che riuscirono a sopravvivere furono quelle che avevano la funzione di sede vescovile essendo punto di riferimento per la popolazione latina che doveva trovare il modo per convivere con le popolazioni germaniche.

un fatto riscontrabile che dove si stabil un rapporto pacifico di collaborazione tra i due popoli e la conversione al Cattolicesimo dei Germani si pot realizzare la formazione di regni stabili mentre dove questo non si verific la differenza di fede (Cattolica e ariana) caus fratture tali da rendere instabili anche le strutture politiche.

Furono proprio i vescovi le figure chiave a cui le monarchie germaniche fecero riferimento per attingere agli strumenti culturali indispensabili per poter creare dei nuovi assetti politici stabili.

Col passare degli anni la fusione tra i due popoli fu automatica e molti elementi sociali dei popoli Germanici andarono persi a favore del modello gerarchico della societ romana che riusc a resistere e a mantenere il suo potere.

Le monarchie germaniche riuscirono comunque a rafforzare il proprio poter ed ebbero particolare attenzione nel far mettere per iscritto le loro consuetudini che prima venivano trasmesse solo oralmente per dare valenza al diritto del proprio popolo.

CAPITOLO 3

LOriente romano-bizantino e slavo

3.1. Le ragioni di un destino diverso

Mentre lOccidente non riusc a resistere alle pressioni esterne degli altri popoli e and incontr a un destino di fusione tra le civilt germaniche e quella romano-cristiana, lOriente mostr una maggiore capacit di resistenza maturata grazie a un forte attaccamento alle tradizioni e a unottima capacit di adattamento al mutare di situazioni politiche e sociali.

Le origini romane, come la sua cultura, non furono mai dimenticate infatti Sia gli imperatori che i sudditi fino al Medioevo vollero tenere lappellativo romani.

Uno dei motivi principali che caus unevoluzione cos diversa delle sorti dellimpero dOriente fu il fatto che in Oriente non cera stata la concentrazione delle terre nelle ani dei latifondisti; le citt inoltre erano pi popolose e numerose ma soprattutto erano pi dinamiche dal punto di vista commerciale visto che i traffici nel Mediterraneo favorirono molti scambi e lo sviluppo del ceto mercantile.

La classe aristocratica non fu pi una casta chiusa e inaccessibile visto che chiunque poteva entrare a farne parte dopo aver ottenuto prestigio nella pubblica amministrazione, o nelle professioni o nelle attivit economiche.

Lassenza di unaristocrazia chiusa, gerarchica e opprimente favor inoltre una situazione pi ottimale e libera per il governo imperiale che applicava le riforme in un clima sereno.

Altri elementi differenti furono: il controllo dello Stato sulle Chiesa, la formazione di un esercito addestrato e il rafforzamento della flotta.

3.2. La crescita impetuosa di Costantinopoli

L11 maggio 330 limperatore Costantino nomin Costantinopoli nuova capitale dellimpero; la citt sul Bosforo conobbe un rapido sviluppo che presto la mise in concorrenza con Roma che invece viveva una fase di declino.

Costantinopoli acquist il pieno titolo il ruolo di capitale perch fu dotata di tutte le strutture e di tutti i servizi che cerano anche a Roma:

- Costanzo II (337-361) istitu il senato,

- fu creata lannona per la distribuzione del grano alla popolazione,

- furono allestiti i giochi nel circo,

- fu costruito un ippodromo collegato al palazzo imperiale.

La figura dellimperatore fu sempre pi sacralizzata e fu identificato con il difensore della dottrina cristiana; egli appariva al popolo a scadenze fisse e la sua figura era circondata da un alone di mistero.

Gli uomini di chiesa orientali furono gli artefici di questo nuovo ruolo dellimperatore che divenne anche arbitro delle contese riguardanti le dottrine di fede, a lungo andare fin con presiedere i concili ecumenici, nominare i vescovi delle pi importanti sedi vescovili dellOriente e la stessa cerimonia di incoronazione si allontan dalla tradizione romana assumendo invece sempre pi una valenza religiosa.

Tutti questi fattori favorirono una progressiva divaricazione tra Oriente e Occidente; una tappa iniziale di questa frattura fu la divisione dellimpero tra Onorio e Arcadio nel 395 ma fu la questione barbarica a segnare un punto di non ritorno in quanto in quanto lOccidente vide un inserimento dei Germani nellesercito e nelle strutture dirigenti di Stato e Chiesa in Oriente ci fu una chiusura netta verso i barbari ai quali fu negato laccesso a qualsiasi alta carica sia civile, che militare, che ecclesiale.

3.3. Giustiniano e la ripresa delliniziativa imperiale

Sia Zenone che Anastasio I (491-518) risolsero il problema delle invasione dei Germani orientali verso loccidente ma dovettero affrontare due gravi problemi interni:

1. le continue rivolte del popolo suddito degli Isauri

2. i contrasti di origine religiosa che continuavano nonostante i vari pronunciamenti dei concili ecumenici.

Il problema degli Isauri fu risolto con la deportazione di massa mentre i problemi religiosi continuarono a creare molti problemi come ribellioni a Costantinopoli e tensioni con la Chiesa di Roma.

Quando Giustiniano sal al potere (527-565) ide il progetto di riunire nuovamente sotto il potere di un unico imperatore Oriente e Occidente ma per far ci era fondamentale ricucire i rapporti compromessi con il papa.

Questa riconciliazione fu per ostacolata dalla questione dei Monofisiti, i quali erano sostenuti dalla moglie Teodora; Giustiniano fu convinto a concedere a questi delle libert dottrinali e, su loro richiesta, tra il 543-544 eman leditto dei Tre capitoli con il quale condannava gli scritti di tre teologi nestoriani che invece erano stati approvati al Concilio di Calcedonia.

Questo provoc la rottura con la Chiesa romana guidata dal papa Vigilio, proprio mentre era in corso la guerra con i Goti in Italia; il papa si rifiut di ratificare leditto e Giustiniano nel 546 lo fece rapire e portare a Costantinopoli dove fu costretto a piegarsi alle decisioni dellimperatore creando cos un vero scisma tra la Chiesa orientale e quella occidentale.

Giustiniano mentre era ancora impegnato nella campagna militare in Italia volse i suoi interessi verso la Spagna dei Visigoti; loccasione per intervenire gli fu presentata dallo stesso re visigoto e filo-cattolico Atanagildo, il quale chiese aiuto a Giustiniano per sconfiggere il vecchio re filo ariano Agila.

Lesercito bizantino non ebbe perci difficolt a conquistare la parte costiera a sud della penisola fatto molto importante perch con questo ultimo pezzo di costa il Mediterraneo tornava ad essere un lago romano con ampi riflessi nei commerci internazionali.

La restaurazione dellimpero universale infatti aveva come obiettivo quello di fare di Costantinopoli un collegamento tra tre continenti ma per fare ci erano necessarie molte risorse finanziarie che limperatore reper potenziando lapparato amministrativo e i poteri dei funzionari e cercando invece di limitare i poteri e le ambizioni dellaristocrazia che stava cominciando a mostrare interesse verso la creazione di grandi latifondi comera avvenuto in Occidente.

Sempre per iniziativa di Giustiniano nacque il Corpus iuris civilis con il quale si riorganizz il grande patrimonio giuridico dei romani.

3.4. Dallimpero universale allimpero bizantino

Giustiniano regn per circa 40 anni, egli impieg questo tempo per restaurare il vecchio impero sul piano politico, militare e ideale ma alla fine non riusc a coronare il suo sogno ma al contrario si cap bene che nessuno mai sarebbe riuscito a farlo perch troppe e troppo forti erano le forze, sia interne che esterne, che separavano le due parti.

I problemi interni riguardavano diversi aspetti; prima di tutto cera la questione religiosa caratterizzata dalle numerose tensioni che limperatore non era riuscito a sedare e che al contrario alimentavano tendenze separatiste nelle province.

Inoltre la crescita della capitale aveva fatto aumentare in maniera abnorme il numero della plebe che veniva alimentata dallo Stato; ben presto si presentarono problemi legati alla fame di questa immensa popolazione che degener in rivolte e sfiducia verso limperatore.

Per quanto riguarda invece la politica estera le conquiste di Italia e Spagna andarono perse subito dopo la morte di Giustiniano mentre la situazione dei Balcani, che lo stesso Giustiniano non riusc a risolvere, divent molto problematica a causa delle pressioni sul fronte orientale di Slavi, Avari e Persiani.

Il sogno di Giustiniano perci non resistette dopo la sua morte; dopo il 565 limpero ridimension i suoi interessi al Medio Oriente e al Nord Africa e assunse sempre di pi una fisionomia greco-orientale.

Le leggi furono scritte in greco e i successori di Giustiniano cominciarono a farsi chiamare con lappellativo di basileus e non pi con i titoli latini di imperator, caesar e augustus.

3.5. Linsediamento di Slavi, Avari e Bulgari nei Balcani

Nel corso del VI secolo gli Slavi penetrarono nei Balcani; questo popolo arriv dai Carpazi (tra lodierna Polonia, Boemia, Ucraina), non ci fu una comunit slava originaria poich la loro civilt si form man mano che assimilavano altri popoli.

Nel IV secolo avevano comunque raggiunto unidentit linguistica e culturale che per si perse nuovamente quando lespansione si allarg a vaste aree causando delle divisioni tra Slavi meridionali, occidentali e orientali.

Questi tre gruppi gi nel X secolo erano ormai talmente diversi che si deve parlare di nazioni con affinit linguistiche ma con identit profondamente diverse poich ogni gruppo etnico aveva sentito linfluenza e assimilato caratteristiche culturali delle civilt dei popoli con i quali erano venuti a contatto come ad esempio Bisanzio e la Chiesa bizantina, la Chiesa di Roma e limpero romano-germanico di Carlo Magno.

Gli Slavi meridionali si insediarono nei territori bizantini dei Balcani; gi durante il regno di Giustiniano avevano compiuto molte incursioni ma alla fine del IV secolo assediarono la citt di Tessalonica e di Costantinopoli.

Gli Slavi riuscirono cos a prendere il controllo di vaste aree balcaniche che nellarco di circa un secolo persero le loro caratteristiche greco-latine e assunsero un aspetto rurale.

Alla fine del VII secolo i Bizantini cercarono di recuperare i territori balcanici dove oltre agli Slavi erano penetrati (in Dacia e nella Mesia) i Bulgari; nei Balcani Slavi e Bulgari trovarono il modo di coesistere e le due civilt si assimilarono tanto che costituirono una formazione politico bulgaro-slava che nel 681 fu riconosciuta da Bisanzio che con questa nuova entit stipul un trattato di pace.

Nelle altre zone balcaniche ( Tracia, Macedonia, Tessaglia, Epiro) si cerc di recuperare i territori perduti alternando massacri a pressioni diplomatiche e progetti di acculturazione ed evangelizzazione.

Levangelizzazione cre unaltra spaccatura tra gli Slavi e cio tra quelli che aderirono al Cristianesimo di Bisanzio (Slavia ortodossa) e quelli che invece aderirono al Cristianesimo di Roma (Slavia romana).

La cristianizzazione fu operata da due missionari bizantini conoscitori della lingua slava: Cirillo e Metodio che oltre allevangelizzazione favorirono la creazione di una lingua liturgica slava che presto avrebbe dato origine anche a una lingua letteraria.

3.6. La riorganizzazione dellimpero bizantino e la ripresa della guerra con i Persiani

Dopo la morte di Giustiniano la sopravvivenza di Bisanzio fu resa possibile dalla riorganizzazione dellimpero attuata dallimperatore Maurizio (582-602) e dal suo successore Eraclio (610-641).

Maurizio cerc di fronteggiare le minacce nei Balcani, per fare questo ebbe bisogno di tutte le truppe e perci decise di affidare alle province occidentali (Italia e Africa) la propria difesa affidandole a un governatore militare, detto esarca ai quali vennero assegnati anche compiti amministrativi.

Nel 602 Maurizio venne deposto e ucciso dal sottoufficiale Foca; questo evento caus gravi problemi interni in quanto alluccisione dellimperatore seguirono persecuzioni per chiunque avesse appoggiato il governo precedente ed esterni in quanto tutto limpero mostr le sue debolezze di fronte ai popoli che pressavano sui confini e specialmente ai Persiani.

Furono proprio i Persiani che, presentandosi come protettori delle minoranze religiose perseguitate, approfittarono della situazione per occupare le province orientali, conquistarono infatti importanti citt come Antiochia, Gerusalemme e Alessandria dEgitto.

Nel 610 Eraclio riusc a deporre Foca e avviare una profonda riforma militare e amministrativa e cerc di riappropriarsi del potere nelle province orientali dellAsia Minore che furono divise in circoscrizioni territoriali (i temi) con a capo uno stratega.

Sempre Eraclio ebbe lidea di legare gli uomini alle terre che difendevano motivandoli appunto con il possesso di tali terre in questo modo oltre ad essere soldati erano pure colonizzatori e piccoli proprietari fondiari. Questo intervento, e qui sta la novit, interess oltre che i soldati anche ex mercenari, ex schiavi, contadini e immigrati che fuggivano dalle loro terre a causa dellavanzata persiana.

Tra il 626 e il 630 Eraclio riusc a sconfiggere definitivamente i suoi nemici grazie allappoggio della Chiesa, alla ritrovata identit patriottica, civica e religiosa, alla sua audacia e alla sua astuzia.

Mentre infatti i Persiani, con il loro numeroso esercito formato da Slavi ed Avari, stavano attaccando Costantinopoli (citt per capace di resistere a lunghi e pesanti assedi) Eraclio con il suo esercito si diresse nel cuore dellimpero persiano, la capitale Ctesifonte, e la conquist facilmente in quanto era rimasta sguarnita delle sue difese.

A questo punto Eraclio impose un trattato di pace che prevedeva:

- la restituzione di tutti i territori occupati (Armenia, Mesopotamia, Egitto, Siria, Palestina),

- il pagamento di unindennit di guerra,

- la restituzione delle reliquie rubate dai Persiani a Gerusalemme.

Ristabilito lequilibrio esterno Eraclio rivolse la sua attenzione ai problemi interni che riguardavano le questioni religiose e soprattutto le tensioni con i monofisiti che rappresentavano una buona parte della popolazione della Siria e della Palestina. Grazie allaiuto del patriarca Sergio, nel 638 fu elaborata una formula teologica di compromesso tra le soluzioni del Concilio di Calcedonia e le idee dei monofisiti; tale formula affermava lesistenza di Cristo nelle due nature (umana e divina) come detto a Calcedonia ma le presentava unite da una sola volont (Monotelismo).

Questa teoria, essenzialmente eretica, fu approvata anche dal pontefice romano Onorio ma i pontefici successivi capirono la vera natura di tale teoria e la osteggiarono; uno di questi pontefici fu Martino I che per volere di Costante II, nel 653, fu arrestato e deportato a Costantinopoli dove poi mor.

Nel 680 Costantino IV trov un accordo con il papa Agatone; si decise di tenere due sinodi (uno a Roma e uno a Costantinopoli) per decidere definitivamente sulla questione del Monotelismo.

Alla fine dei sinodi il Monotelismo fu nuovamente condannato a favore delle dottrine elaborate nel 451 a Calcedonia.

Lostilit dei monofisiti cost per cara ad Eraclio, questi infatti delusi dallimperatore, confidando nella loro tolleranza religiosa, accolsero con favore gli Arabi che conquistarono la Siria e la Palestina nel 638 e lEgitto nel 640.

3.7. La funzione storica di Bisanzio

Eraclio fu uno dei pi grandi imperatori bizantini, purtroppo non riusc a contenere linarrestabile avanzata araba che segn la perdita di moltissimi territori; alla fine dellVIII secolo del grande impero bizantino restavano solo i territori dellattuale Turchia, la Tracia orientale e i territori italiani scampati alla conquista longobarda.

Passata la fase critica (tra il IX e il X secolo), anche se con i confini molto ridimensionati, limpero bizantino trov le energie per riprendere una politica estera nei Balcani e in Italia; i bizantini civilizzarono anche gli Slavi e proprio da questa bizantinizzazione si formata la cristianit slavo-ortodossa che ha influenzato la cultura dellEuropa orientale.

CAPITOLO 4

LItalia tra Bizantini e Longobardi

4.1. La guerra greco-gotica

Nel 535 Giustiniano avvi la riconquista dellItalia ; protagonista della prima fase di questa guerra contro i Goti fu il generale Belisario che riusc a ricacciare oltre il Po i Goti.

Nel 542 il re goto Totila tent di formare un grande esercito arruolando anche contadini e schiavi ma anche in questo caso i Bizantini, comandati dal generale Naserte, riuscirono ad avere la meglio uccidendo sia Totila nel 552 che il suo successore Teia.

Alcuni reduci dei Goti resistettero fino al 555 arroccandosi suo monti dellAppennino ma non riuscirono comunque a fermare i Bizantini che ottennero il controllo sulla penisola.

Giustiniano avvi un riassett amministrativo, ogni genere di legge attuata da Totila in poi fu annullata mentre restarono valide quelle emanate durante il regno di Teodorico.

Le terre estorte dai Goti ritornarono ai vecchi proprietari, i beni delle chiese ariane passarono a quella cattolica; lItalia fu divisa in distretti affidati per il settore amministrativo a un iudex e per quello militare a un dux.Si mise in piedi un organizzato apparato amministrativo e si ridussero le spese pubbliche riducendo le risorse destinate ai soldati e ai poveri; questa scelta per risult essere sbagliata in quanto favor il diffondersi di un sentimento di delusione tra le truppe e di abbandono tra il popolo.

4.2. I Longobardi e la rottura dellunit politica dellItalia

I Longobardi erano un popolo originario della Scandinavia, nel 568, guidati da loro re Alboino, giunsero in Italia passando dal Friuli; la loro fu una vera dominazione straniera perch il loro arrivo non fu concordato con limperatore n venne attuato il principio dellospitalit.

Questo popolo non aveva avuto rapporti significativi con la civilt latina e perci i loro usi tradizionali erano molto radicati e la societ era ancora legata a un ordinamento di tipo tribale.

Il re era eletto dallaristocrazia e aveva un potere militare che esercitava nei momenti di necessit, lesercito era costituito da gruppi di guerrieri autonomi i quali sottostavano alle fare: famiglie con antenato comune guidate dai duchi.

I duchi non seguivano un piano unitario ma prendevano decisioni in piena autonomia spostandosi dove ritenevano pi opportuno; il duca che si spinse pi a sud fu Zottone che arriv a conquistare Benevento nel 571.

La maggior parte della popolazione longobarda per si stanzi a nord occupando i territori dellItalia padana, del Piemonte, del Friuli, del Trentino e della Toscana.

I Bizantini riuscirono a mantenere buona parte della Romagna, della Pentapoli; una striscia di terra che collegava Perugia, Ravenna, la Pentapoli e Roma, le isole (Sicilia, Sardegna e Corsica), il litorale veneto, lIstria, la Puglia centromeridionale e parte della Calabria.

Dopo la morte di Alboino nel 572 e del suo successore Clefi nel 574 lo spirito diniziativa dei duchi prese il sopravvento e fino al 584 ci fu un periodo di anarchia militare durante il quale non vennero eletti re e si compirono moltissimi atti vandalici, requisizioni di propriet e di beni e limposizione forzata a tutta la popolazione latina della tradizione giuridica dei nuovi dominatori.

Con la venuta dei Longobardi si assistette a un nuovo sconvolgimento dellordinamento territoriale; le circoscrizioni amministrative ed ecclesiali furono sconvolte per vari motivi, sia perch i duchi non si posero il problema di ritagliare i propri domini in aderenza con i vecchi domini sia perch molti vescovadi restarono scoperti a causa della fuga in Oriente di molti ecclesiali.

I Longobardi mostrarono subito ostilit verso la Chiesa cattolica; questi si erano infatti da poco convertiti dal politeismo al Cristianesimo ariano e non mostrarono nessun rispetto per il clero a cui vennero sottratti beni e territori.

I Longobardi si stanziarono in siti gi abitati e cio nelle citt romane che comunque si trovavano gi in uno stato di forte degrado gi dal IV secolo; non si deve infatti pensare che la causa del degrado fu larrivo di questo popolo visto che anche citt sotto il dominio bizantino come Roma vissero questa fase di decadimento.

4.3. Gregorio Magno e levoluzione politica dei Longobardi

I Longobardi capirono ben presto quanto importante fosse un cambiamento; divenendo proprietari terrieri e dovendo sempre temere un attacco bizantino sentirono il bisogno di un ordinamento statale e politico pi stabile e per realizzare questo obiettivo finirono per imitare il modello romano.

Al re furono conferiti maggiori poteri e questo, per poterli mantenere, cerc lappoggio dellepiscopato cattolico e della popolazione romana.

Un primo passo verso questa direzione fu compiuto da Autari che nel 584 ripristin lautorit regia; la prima cosa che fece fu costituire un insieme di beni della Corona requisendo met delle terre dei duchi; per limitare il potere dei duchi istitu la figura dei gastaldi che inizialmente avevano il compito di gestire i beni imperiali.

Ad Autari successe Agilulfo (590-616) che govern durante il pontificato di Gregorio Magno (590-604) un papa dai rigidi usi monastici che per primo assunse lappellativo di servus servorum Dei (servo dei servi di Dio) ancora oggi titolo ufficiale dei Papi.

Gregorio Magno aveva una personalit molto forte e decisa e divenne presto un punto di riferimento per tutti i vescovi occidentali; la Chiesa romana infatti era debole a causa dalla lontananza dal potere imperiale ma Gregorio volle cercare di ridarle autorit addirittura staccandosi dallimpero e facendo riacquistare al papato il ruolo di guida universale della Chiesa.

Per attuare questo suo progetto Gregorio si interess di tutti i problemi (sia spirituali, organizzativi e politici) che affliggevano lOccidente e per far questo cominci un intenso scambio epistolare sia con i vescovi che con i laici, scrisse opere di edificazione religiosa e di ammaestramento al clero.

Per dare unimpronta unitaria a tutta la Chiesa occidentale Gregorio Magno riordin la liturgia romana, introducendo anche i canti che da lui hanno preso il nome (gregoriani), organizz unintensa missione di evangelizzazione a livello europeo tra i pagani e gli ariani (Visigoti e Longobardi) che ebbe come risultato pi importante il battesimo del re inglese Etelberto.

Tra le sue attivit ci furono anche quelle legate alla difesa di Roma sostituendosi allautorit imperiale; non mancarono infatti le occasioni durante le quali salv la citt dagli attacchi dei duchi longobardi facendo appello sia al suo prestigio che alle sue risorse finanziarie.

La Chiesa possedeva molte risorse finanziarie che provenivano dallo sfruttamento di immensi patrimoni fondiari che Gregorio riorganizz e utilizz per assistere la popolazione romana e sostenere le attivit missionarie in tutta Europa.

4.4. La fine del regno longobardo

Solo un anno prima della sua morte, nel 603, Gregorio Magno riusc ad assistere al battesimo con rito cattolico dellerede di Agiulfo, Adaloaldo.

Questo fu possibile perch la regina Teodolinda era cattolica e cerc di far diffondere tra il suo popolo questa religione anche se al battesimo non segu una conversione di massa come si sperava.

I duchi restarono sempre molto legati ai loro riti tradizionali e ci comport la creazione di due schieramenti, quello filo-cattolico e quello nazionalista, e lalternarsi al trono di re cattolici e ariani.

Al cattolico Adaloaldo per esempio segu lariano Rotari (636-652) il quale fece mettere per iscritto le antiche leggi longobarde (editto di Rotari) e riprese con forza loffensiva contro i Bizantini conquistando i territori liguri.

Uno tra i pi importanti sovrani longobardi fu per il cattolico Liutprando (712-744); durante il suo regno i Longobardi si convertirono definitivamente al cattolicesimo, si super la divisione etnica tra Longobardi e Romani e si oper unapertura dellordinamento giuridico.

Questa forte coesione interna e i contrasti tra la Chiesa di Roma e Costantinopoli favorirono la decisione di Liutprando di conquistare tutta la penisola italiana; i Longobardi invasero la Pentapoli e lEsarcato giungendo fino alle porte di Roma qui per papa Gregorio II gli and incontro e lo convinse a desistere dai suoi propositi e fare un passo indietro.

Liutpando accett ma invece di riconsegnare le terre ai Bizantini nel 728 le consegn alla Chiesa romana dando inizio al potere temporale dei papi.

Con Liutprando e poi con Astolfo (749-756) tutti gli uomini liberi e dotati di reddito rientravano nella tradizione militare nel senso che tutti, sia Longobardi che Romani, dovevano prestare servizio militare.

Si realizz anche un avvicinamento tra mondo longobardo e Chiesa cattolica infatti quasi tutti i vescovi erano scelti tra laristocrazia longobarda che, per avere le simpatie della Chiesa, fondava e proteggeva monasteri ed elargiva cospicue donazioni. Una piena convergenza tra potere regio ed episcopato per non si realizz mai a causa della ferma decisione della Chiesa di Roma di mantenere il proprio carattere universale non volendo perci entrare a far parte e subire linfluenza del regno nazionale dei Longobardi.

Fu questo uno dei motivo che fecero incrinare i rapporti tra queste due entit sotto il regno di Astolfo e di Desiderio (756-774); Desiderio aveva attuato un progetto espansionistico di grande portata e poich la Chiesa non aveva le forze per contrastarlo chiam in suo aiuto il popolo dei Franchi guidati prima da Pipino il Breve (754-756) e poi da Carlo Magno.

La scelta di chiamare in aiuto i Franchi fu una mossa politica; i re Franchi non erano certo pi religiosi dei Longobardi ma i sovrani longobardi fecero lerrore gravissimo di intralciare i disegni politici della Chiesa cosa che imped qualsiasi tipo di conciliazione.

4.5. LItalia bizantina

Dopo linvasione longobarda dellItalia molti proprietari romani e membri del clero si rifugiarono nei territori rimasti sotto il controllo dei Bizantini e anche in questi territori il ceto dominante sub molte trasformazioni.

I modelli culturali pian piano si avvicinarono a quelli dellaristocrazia longobarda che, a sua volta, non pot fare a meno di subire, a partire dal VII secolo, le influenze della civilt bizantina.

Il problema cruciale a cui dovettero trovare una soluzione gli occupanti dei territori bizantini fu quello della difesa; il governo centrale non aveva le risorse militari da inviare in Italia perci laristocrazia che prima aveva potuto condurre una vita agiata e oziosa si trov costretta ad assumersi obblighi militari e a contribuire economicamente al sostentamento dellesercito.

I Bizantini avevano perso molti territori e quelli che erano rimasti sotto il loro controllo data la loro distanza avevano molte difficolt di comunicazione; ben presto sorsero sentimenti regionalistici e i militati inviati da Bisanzio strinsero rapporti con laristocrazia del luogo creando una nuova classe di proprietari.

Questa nuova classe sociale strinse rapporti con la Chiesa che affidava a membri laici del ceto dirigente latino la gestione dei suoi immensi patrimoni fondiari stringendo con essi rapporti di tipo clientelare.

4.6. Le origini dello Stato della Chiesa

Alla fine dellVIII secolo a Roma si ebbero importanti sviluppi politici e sociali infatti ebbe fine la dominazione bizantina e si instaur il dominio pontificio che si rafforz con lappoggio dei Franchi.

Questo cambiamento fu reso possibile grazie alloperato dei molti pontefici che si impegnarono a estendere il loro potere su tutto il Lazio stringendo saldi legami clientelari con laristocrazia sia romana che bizantina.

Il senato di Roma divenne il luogo dove si riuniva laristocrazia cittadina fedele al papa; questi uomini davano al pontefice un sostegno politico-militare e si facevano carico dellorganizzazione burocratica del nuovo Stato nascente.

Nel 754 il papa Stefano II soppresse la carica del duca bizantino a Roma, ormai solo formale, e istitu quella di patrizio dei Romani (patricius Romanorum) che affid per la prima volta a Pipino il Breve.

A Roma lautorit militare prevalse su quella civile e anche i membri del ceto dei proprietari fondiari furono inquadrati nellesercito a seconda del loro prestigio sociale.

Le nuove famiglie aristocratiche cercarono di consolidare sempre di pi il loro potere attraverso il controllo delle cariche vescovili che venivano assegnate ai membri di queste famiglie e che acquisivano perci un valore politico.

CAPITOLO 5

Il mondo arabo e il Mediterraneo

5.1. Il pi grande impero del Medioevo

Durante il VII secolo nella distesa desertica dellArabia si verificarono i primi eventi che avrebbero portato alla nascita della nuova religione dellIslam.

LIslam fu anche unideologia capace di saper creare una forte coesione tra i popoli nomadi del deserto che in poco tempo poterono lanciarsi alla conquista di innumerevoli territori creando un vasto impero che si estese dalla Spagna allAsia.

Lavanzata araba in Europa ha avuto una grande importanza e questo fu notato per la prima volta dallo storico Henri Pirenne il quale nella sua tesi afferma che durante le invasioni dei Germani le citt romane avevano mantenuto i loro caratteri fondamentali (centri di scambio, attiva vita politica) e il Mediterraneo aveva continuato ad essere un fattore di unit tra i popoli.

Le cose cambiarono del tutto con larrivo degli Arabi infatti il Mediterraneo non fu pi unito e in Occidente si assistette alla scomparsa delle citt, al ritorno di uneconomia prevalentemente agraria.

Alcuni studiosi hanno contestato la tesi di Pirenne; Paolo Delogu ha osservato che a determinare la crisi dellurbanesimo e dei commerci non fu larrivo degli arabi ma in generale lacuirsi di una crisi gi in atti da tempo; Alphons Dopsch ha inoltre chiarito che i traffici commerciali nel Mediterraneo non cessarono affatto.

La tesi di Pirenne ritenuta comunque ancora valida anche perch dei dati restano certi come il fatto che gli Arabi misero in crisi limpero bizantino, crearono un vuoto politico nel Mediterraneo centro occidentale che favor un maggior dinamismo del papato e dei Franchi che si allearono per dare allOccidente una nuova sistemazione politica.

5.2. LArabia prima di Maometto

La penisola arabica costituisce un vasto territorio tra lAfrica e lAsia dal clima caldo e secco; verso il 1000 a.C.

La parte centro-settentrionale di questa zona desertica era abitata dai beduini e dai fellahin; i beduini erano un popolo di nomadi dediti al commercio e alle razzie mentre i fellahin erano delle trib sedentarie di contadini.

Nella zona meridionale vivevano gruppi con un livello culturale pi alto; in questa zona, favorita dalle piogge monsoniche e dalla collocazione tra loceano Indiano e il Mediterraneo, fiorirono nel primo millennio a.C. dei regni molto ricchi e prosperi come quello di Saba.

Nella zona settentrionale, pi a contatto con la Siria e lEgitto, sorsero dei regnio come quello dei Nabatei che risentirono maggiormente dellinfluenza egiziana, greca e romana.

La maggior parte della popolazione araba era per costituita dai Beduini, un popolo che aveva i suoi valori nel coraggio, nella fierezza, nella sopportazione dei sacrifici e delle difficolt.

Questo popolo di nomadi era organizzato in trib, ognuna con un antenato comune; tutti i membri di una trib si aiutavano e accettavano le decisioni del capo elettivo affiancato da un consiglio e da un giudice.

Le donne erano considerate come beni delle famiglie e venivano cedute al marito tramite il pagamento di una dote.

La religione prevalente tra queste trib era il politeismo, si adoravano infatti divinit personificazioni di pianeti, divinit varie e spiriti; le trib del Nord per veneravano anche una divinit suprema, Allah (il Dio); non mancavano comunque comunit ebraiche e cristiane.

Il punto di forza della penisola arabica fu la sua collocazione geografica infatti proprio dai territori della penisola dovevano passare le merci provenienti dallIndia e dirette verso il Mediterraneo.

Tutto il territorio era segnato dalle piste carovaniere che avevano come tappe le citt pi ricche dellArabia; tra queste assunse sempre pi importanza la Mecca, un centro che gi nel V secolo aveva una rilevanza per le sue sorgenti, i suoi traffici commerciali e la sua vitalit politica grazie alle attivit della trib dei Quraish.

Questa trib aveva preso il controllo della citt, costruito un santuario detto Kaaba per la sua forma a cubo dove avevano riunito tutte le divinit arabe; la citt divenne cos un centro religioso ma anche politico in quanto tutti i membri delle famiglie pi ricche e importanti si riunivano in un senato.

La Mecca divenne una piccola repubblica oligarchica di tipo mercantile e qui nacque Maometto tra il 569 e il 571.

5.3. Maometto e la nascita dellIslam

Maometto era il nipote del custode della sorgente Zemzem, rimasto orfano fu allevato da uno zio e poi spos una ricca vedova e raggiunse una buona posizione economica che gli permise di dedicarsi alla riflessione religiosa.

Secondo la storia islamica nel 610 Maometto ebbe lapparizione dellarcangelo Gabriele il quale gli annunci che lui era lapostolo di Allah; nel 613 cominci la sua missione evangelizzatrice; il suo messaggio puntava a far riconoscere Allah come unico e vero dio al quale tutti dovevano essere sottomessi e nel dovere si aiutare i poveri.

Inizialmente i dirigenti quraishiti non diedero eccessiva importanza a questa nuova dottrina ma quando Maometto cominci apertamente ad attaccare e prendere le distanze dal politeismo dicendo ai credenti di pregare rivolti verso Gerusalemme cominciarono le ostilit in quanto si temeva di perdere tutte le entrate legate ai pellegrinaggi alla Kaaba.

Maometto intanto continuava la sua opera ma nel 622 cap di non poter pi rimanere a La Mecca e il 24 settembre giunse nella citt della famiglia materna Yathrib che cambi il suo nome in Medina (citt del profeta).

Questa data molto importante perch per i musulmani segna linizio di una nuova era; negli anni successivi loriginalit della religione islamica si evidenzi nettamente insieme al suo scopo di radicarsi nella tradizione araba; Maometto apport molte novit:

-nel 624 prese la decisione di sostituire La Mecca a Gerusalemme come punto di orientamento della preghiera,

- sottoline il carattere esclusivistico della fede islamica: lunica vera fede,

-istitu il digiuno nel mese di ramadan in ricordo della rivelazione che aveva ricevuto nella notte tra il 26 e il 27 ramadan.5.4. Il Corano e i pilastri della fede islamica

Il Corano il libro sacro per i musulmani nel quale nel 632 (circa venti anni dopo la morte del profeta) venne fissato il pensiero di Maometto da coloro che gli erano stati pi vicini e avevano vissuto mettendo in pratica i suoi insegnamenti.

Nel Corano sono presenti numerosissime norme sia sulla pratica religiosa sia sulla vita sociale dei musulmani; facendo uno studio serio del testo si possono tuttavia estrapolare quelli fondamentali che costituiscono i pilastri della religione musulmana.

Il primo pilastro quello della doppia professione di fede (shahada): Non c altro dio che Allah e Maometto il suo inviato.