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RHUS TOXICODENDRON
OLTRE IL TIFO
Dermatite
Ormai da tempo si conosce la capacità del rhus toxicodendron di indurre dermatite da contatto.
In letteratura sono riportati numerosi casi di dermatite, la quale può essere facilmente confusa con una forma di cellulite o di orticaria.
Occorre anche tenere presente la possibilità di una ipersensibilità crociata con altre piante o frutti, come ad esempio il mango, mediante una delle componenti più importanti del rhus, ossia l’urushiol.
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Dermatite sistemica da contatto
Sebbene in molti casi l’eritema multiforme sia considerato un fenomeno legato alla risposta linfocitaria anti-HSV (herpes simplex virus), sono stati descritti numerosi casi cutanei simili, indotti dal contatto con il rhus.
Questo a spet to è d i notevo le impor t anza immunologica, in quanto dimostra l’azione sistemica della pianta, qualora sia somministrata per via orale. Per tale motivo, è stato coniato il termine di “dermatite da contatto sistemica”.
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Uno studio
È stato osservato un gruppo di 42 persone (24 maschi e 18 femmine), che aveva ingerito il rhus.
Tutti svilupparono lesioni cutanee diffuse, anche se con caratteristiche diverse: 50% eruzioni maculo-papulari, 29% eritrodermia, 14% lesioni vescicolo-bollose e 7% altre forme.
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In Corea
Il rhus è usato per le malattie gastrointestinali.
Tutti i pazienti sviluppano prurito, localizzato o generalizzato, cui possono associarsi disturbi del tratto gastrointestinale, brividi, febbre e cefalea.
In molti casi si instaura leucocitosi, con neutrofilia, talvolta associate a effetti tossici sul fegato e i reni.
I più comuni reperti istopatologici sono: dilatazione vascolare, infiltrato linfoistiocitario periva scolare e stravaso di globuli rossi nella parte superiore del derma.
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Urushiol
La principale componente allergenica della pianta, presente in tutte le specie di toxicodendron.
Secondo l’opinione corrente, l’applicazione epicutanea della pianta permette alla molecola di agire come aptene, il quale, legandosi a un vettore proteico, diventa un vero e proprio antigene/allergene, che viene presentato ai linfociti specifici, da cui dipende la risposta a livello cutaneo.
Tale reazione dipende dalla interazione dell’antigene con le cellule dendritiche cutanee, le quali migrano successivamente nei linfonodi, dove presentano ai linfociti l’allergene processato.
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Tossicità acuta
sintomi gastrointestinali, quali gastroenterite e prurito anale;
raramente disturbi renali, quali glomerulo nefrite proliferativa, arterite e nefropatia membranosa.
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Comparazione tra tossicità e sperimentazione
sintomi gastrointestinali, quali gastroenterite (297, 327, 336, 339, 340, 341) e prurito anale (432);
raramente disturbi renali (445), quali glomerulo nefrite proliferativa, arterite e nefropatia membranosa;
dermatite pruriginosa, localizzata (377, 403, 453, 454, 455, 456, 457, 467, 639, 640, 641, 642, 776, 782) e generalizzata (787); eritema multiforme (100, 102, 110, 113, 119, 123, 131, 132, 782).
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HAHNEMANN (1814) (Trattamento del tifo, in Lesser writings)
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Questa febbre ha due fasi principali. Nel primo periodo (che è tanto più breve, quanto più grave è la malattia) c’è una accresciuta, piena e attuale sensazione dei dolori normalmente presenti, con intollerabile cattivo umore, senso di calore nel corpo, soprattutto alla testa, sensazione secca o secchezza vera e propria della bocca, che provoca sete costante, senso di contusione agli arti, irrequietezza, etc.; ma, nel secondo periodo, quello del delirio (una metastasi di tutta la malattia verso gli organi mentali), nessuna malattia è espressa da tutti questi sintomi – il paziente è caldo, non desidera bere, non sa se prendere questo o quello, non riconosce le persone, o le ingiuria, formula domande irrilevanti, parla senza senso a occhi aperti, fa stupidaggini, vorrebbe correre fuori, piange ad alta voce o geme, senza essere in grado di dire perché, ha raucedine alla gola, l’espressione è contratta, gli occhi strabici, gioca con le mani, si comporta come un pazzo, elimina involontariamente le feci, etc. Nel primo periodo dei dolori e della coscienza, due sostanze vegetali sono utili e generalmente sufficienti a rimuovere la malattia all’inizio – la bryonia alba e il rhus toxicodendron.
BRYONIA
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Se, ad esempio, il paziente si lamenta di vertigini, dolori lancinanti (strappanti-laceranti) alla testa, gola, torace, addome, etc., che sono avvertiti particolarmente con il movimento della parte – in aggiunta gli altri sintomi, le emorragie, il vomito, il calore, la sete, l’irrequietezza notturna, etc., gli somministriamo su un poco di zucchero una goccia della boccetta n. 12, al mattino, di preferenza rispetto a ogni altro momento, perché la febbre tende ad aumentare verso la notte. Il miglioramento si verifica in 4-24 ore, tempo per il quale non diamo altre medicine, fino a che dura il miglioramento stesso; poiché, nessuno dei farmaci qui raccomandati deve essere usato più spesso di una volta (nella dose di una goccia) – raramente possono essere somministrati, con vantaggio, una seconda volta.
RHUS TOXICODENDRON
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Se, ora, la correzione prodotta da una singola dose di bryonia termina nel corso due, tre o quattro giorni, ossia, se il paziente si lamenta poi di dolori lancinanti in una o un’altra parte del corpo, mentre sta fermo; se la prostrazione e l’anoressia sono più forti, se c’è una tosse molesta o una tale debolezza di certe zone, come per una incombente paralisi, daremo una singola dose della tintura di rhus toxicodendron, preparata allo stesso modo descritto sopra e diluita allo stesso grado, così che una goccia della tintura, ottenuta da una dracma della polvere delle foglie con dieci dracme di alcool, è aggiunta a una boccetta contenente sei dracme di forte alcool e mescolata da energici scuotimenti, e da questa una goccia è aggiunta a una seconda boccetta e così via, fino a che l’ultimo dei dodici flaconi sia stato impregnato con una goccia del n. 11, e come tutte i precedenti è stato scosso energicamente, proprio come si era proceduto nel preparare la tintura diluita di bryonia.
HYOSCYAMUS
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Tutta la malattia sarà rimossa, generalmente, da una sola goccia della seconda o della prima medicina (quando una o l’altra siano indicate, senza aggiungere altro). Ma rhus è utile più frequentemente di bryonia e, quindi, può essere usato più frequentemente per primo e da solo. Se, tuttavia, la malattia passa nello stadio sopra descritto, quello del delirio e della follia, allora hyoscyamus niger incontra tutte le indicazioni del caso.
OSSIDO NITROSO
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Ma talvolta insorge un terzo stadio, una sorta di letargia del comune sensorio interno, una sorta di mezza paralisi degli organi mentali. Il paziente rimane sdraiato indolente, senza dormire o parlare; a mala pena risponde a quanto riusciamo a indurgli a fare, sembra ascoltare senza capire ciò che gli viene detto o senza permettere che ciò lo impressioni (sussurra le poche parole irrilevanti che dice); sembra che non senta quasi nulla e sembra essere quasi del tutto immobile, se non proprio paralizzato. In questo caso è utile un rimedio che, precedentemente si impiegava a forti dosi, per scopi non molto chiaramente definiti, ossia lo spirito dolce di nitro…una goccia di questo deve essere agitata in un’oncia di acqua e somministrata con un cucchiaino, da consumare nelle 24 ore. In pochi giorni, questa fase passa in uno stato di salute e attività”.
SALMONELLOSI
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Aerobi gram+ non capsulati
antropozoonosi Typhi, cholera suis, enteritidis
Tenue e colon
Lamina propria
Batteri intraepiteliali
batteriemia
Ascessi metastatici
Via alimentare
TIFO ADDOMINALE
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Febbre, preceduta da brividi
Dolore addominale
(iperperistalsi)
Diarrea (3-5 giorni) Talvolta muco misto a sangue
Confusione mentale
Appendicite, colecistite acuta
batteriemia
Anoressia, epato-splenomegalia
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BROUARDEL, THOINOT (Ileotifo, in: Nuovo Trattato di Medicina e Terapia)
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Periodo di invasione o iniziale: febbre con brivido, a insorgenza per lo più graduale. Cefalea, con ottundimento più o meno spiccato dell’intelligenza, abbattimento, prostrazione, vertigini nella stazione eretta, abbagliamenti, tintinnii e ronzii alle orecchie. Rachialgia. Epistassi. Bocca impaginata, amara, con lingua suburrale: in breve si hanno i noti segni di imbarazzo gastrico, talvolta con nausee e vomiti. Il ventre è meteorico e la pressione suscita dolore soprattutto nella fossa iliaca, dove provoca gorgoglio. Talvolta si ha stitichezza, che però ben tosto cede il posto alla diarrea. La milza è tumefatta. Esiste per lo più tosse e all’ascoltazione si percepiscono dei sibili e dei ronchi sparsi qua e là o diffusi a tutto l’ambito polmonare. La temperatura si eleva gradatamente. Esiste insonnia.
BROUARDEL, THOINOT (Ileotifo, in: Nuovo Trattato di Medicina e
Terapia)
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Secondo periodo o periodo di stato: il rialzo della temperatura è continuo, la cefalea diminuisce, ma si accentuano altri sintomi nervosi. Insorgono stupore, aspetto caratteristico, prostrazione, sussulti tendinei e soprattutto delirio. La mucosa labiale e linguale diventa fuligginosa. Il dimagramento progredisce. Il meteorismo si accentua, come la diarrea, che diviene più abbondante, fetida e talvolta involontaria. La pelle è secca e, proprio in questo periodo, si presenta roseola e sudamina.
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RHUS (dal II volume, 3° edizione, 1833)
Si osserva una curiosa azione (che si trova in pochissime altre medicine, e mai in grado così elevato), ovvero i sintomi e i disturbi più accentuati sono esaltati quando il corpo o gli arti sono fermi, tanto maggiori quanto minore è il movimento. Esaminando attentamente i sintomi di bryonia, noteremo, d’altro canto, una forte somiglianza con quelli di rhus, ma anche contrasti evidenti. Come colpisce l’aggravamento dei sintomi, quasi identici a quelli osservati dal rhus durante il movimento del corpo, nel caso di bryonia, e il loro miglioramento evitando qualsiasi movimento - esattamente l’opposto di quanto produce rhus!La durata d’azione di forti dosi di rhus oltrepassa le sei settimane, proporzionalmente minore con le dosi più piccole. A causa di questa lunga durata d’azione, anche il preliminare aggravamento omeopatico dei sintomi ha una più lunga durata, rispetto a molti altri farmaci vegetali; in tal modo, anche con l’uso delle dosi minime, osserviamo un miglioramento non prima di un lasso di 24 ore dall’assunzione della medicina. Dunque, come con ogni altra medicina, ma soprattutto nella selezione di questa, la regola omeopatica deve essere strettamente seguita. Gli effetti nocivi di una selezione sbagliata sono rimossi, spesso, da bryonia, talvolta da sulphur, e altre volte da camphora o dal caffè crudo, in accordo ai sintomi prodotti di conseguenza. La molteplice esperienza degli ultimi anni mi ha insegnato che il rhus è il più efficace e specifico rimedio per i frequenti effetti fatali di distorsioni, sforzi scoordinati dei muscoli e contusioni. Una singola olfazione di un globulo, della grandezza di un seme di mostarda, impregnato con la 30° potenza, agisce come una magica cura.
Rhus e tifo
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23. Confusione della testa (immediatamente) 38. Confusione della testa (immediatamente)
3. Violente vertigini sdraiandosi, con paura di stare per morire (dopo 10 ore) 39. La testa è confusa e come intossicata, al mattino (dopo 12 ore)
95. Aspetto malato, profilo scavato, cerchi blu intorno gli occhi (dopo 18 ore) 97. Il viso è distorto e tirato di traverso; il lato sx è come più corto per la
contrazione, il dx come allungato (dopo 22 ore) 156. Scampanellio nell’orecchio dx, camminando (dopo 1,5 ore)
157. Due violenti schiocchi nell’orecchio sx a brevi intervalli, come se la membrana timpanica fosse esplosa, sdraiandosi per dormire, durante il sonno
pomeridiano, tanto da cominciare a tremare ogni volta, ma subito si riaddormentava (dopo 4 ore)
167. Epistassi di notte (dopo 4 ore) 174. Epistassi al mattino (dopo 40 ore)
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339. Un dolore lancinante nello scrobiculus cordis (dopo 1/4 ora) 341. Pinzettamento nello scrobiculus cordis e poi, velocemente, nell’ipogastrio, su
un piccolo punto (dopo 3 ore) 336. Una oppressione nello stomaco, verso sera, come se fosse tirato tutto insieme
nella regione dello scrobiculus cordis (dopo 6 ore) 340. Semplice lancinazione nello scrobiculus cordis, a livello dell’ipocondrio
(dopo 10 ore) 289. Completa perdita dell’appetito per tutti i cibi; niente ha un buon sapore, nè
alimenti solidi o liquidi, e nemmeno il tabacco (dopo 16 ore) 281. Una particolare pesantezza nell’addome, che sembra essere vuoto per la
fame, sedendo (dopo 24 ore) 297. Nausea nello stomaco e malessere nel torace, che divenne peggiore
piegandosi (dopo 26 ore) 327. Nausea al mattino, dopo essersi levato, con una specie di ansia, che
scomparve all’aperto, gradualmente (dopo 27 ore) 418. Sette evacuazioni diarroiche, con feci gialle a striature bianche, senza dolore
nell’intestino (dopo 20 ore)
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372. Dolori spasmodici (spasmi) nel lato dx dell’addome, con umore lamentoso, timido, scontento, la mattina, con lieve brivido (dopo 24 ore)
374. Colica associata a dolore tagliente, lacerante e pinzettante, che coinvolge tutto l’intestino, senza grande manifestazione di flatulenza e senza distensione
dell’addome; peggiore con il movimento, ma che migliora gradualmente da fermo (dopo 24 ore)
413. Feci schiumose, gialle, sottili, che vengono espulse velocemente, senza alcun odore, nè precedute da dolore nell’addome; le prime porzioni passano
involontariamente, come nella paralisi dello sfintere anale (dopo 24 ore) 419. Tre o quattro evacuazioni quasi acquose, senza molta aria (dopo 24 ore) 428. Dopo una evacuazione di feci soffici, emorroidi ulcerate che protrudono;
emorroidi sanguinanti (dopo 24 ore) 410. Diarrea per diverse volte in un’ora, per 60 ore (dopo 30 ore)
384. Gorgoglio e rumore nell’addome, con spinte verso il pube (dopo 36 ore) 422. Diarrea, ogni volta preceduta da pinzettamento (dopo 40 ore)
414. Feci giallo-biancastre, formate, ma molto soffici (dopo 45 ore) 427. Frequente stimolo a evacuare, ma fuoriescono solo poche feci (dopo 68
ore)
materiale didattico riservato
889. Brividi (immediatamente) 890. Brividi al dorso (immediatamente)
906. Brividi ai piedi e tra le scapole; e poi calore nel lato sx e nel braccio sx (immediatamente)
930. Sudorazione diffusa, anche al viso (dopo 1/4 ora) 814. Alzandosi, al mattino, barcolla e non riesce a stare diritta (dopo 20 ore)
900. Febbre serotina, con diarrea; brividi alle 8 p.m.; poi, nel letto, calore secco con molta sete, per diverse ore, con dolore tagliente nell’intestino, come da
coltelli, e diarrea durante il calore, per alcune ore; poi sonno; al mattino, ancora diarrea (dopo 24 ore)
901. Febbre serotina con diarrea (come un secondo parossismo); la sera, dopo le 6, brividi per un’ora (senza sete), per tutti gli arti; successivamente calore secco,
e poi ancora calore con sudorazione profusa, entrambe per 3 ore, senza sete; diarrea di muco, solo con violento dolore tagliente nell’addome, seguito da
tenesmo e accompagnato a cefalea, una pressione da entrambe le tempie verso il centro, e accumulo di sangue e calore alla testa (dopo 48 ore)
materiale didattico riservato
952. Tristezza, che gli fa preferire la completa solitudine (dopo 10 ore) 955. Timido, ansioso e tremante (dal 10° al 27° giorno)
959. Più nel pomeriggio che al mattino, vera ansietà cardiaca; non riusciva a dormire per metà notte, a causa di una grande angoscia, ed era sempre così
ansiosa che sudava (dopo 12 giorni) 27. Rilassatezza della mente, per molti giorni; egli non riusciva a collegare i
pensieri ed era quasi intorpidito 898. Brividi e calore di sera; sentiva il viso molto caldo, e anche le guance erano pallide e fredde al tatto, ma il respiro divenne molto caldo fuori dalla
bocca - per due pomeriggi di seguito 916. Senso di calore e calore percettibile esternamente, con vasi sanguigni
distesi, debolezza tale da doversi poggiare dietro, sedendo, sete intensa, e di frequente anche notturna; il giorno seguente, brividi nella parte superiore del
corpo, soprattutto alle braccia
Materia medica sperimentale Rhus toxicodendron
materiale didattico riservato 27
Confusione
10. Assenza di pensieri dopo mangiato, camminando (dopo 28 ore)
23. Confusione della testa (immediatamente)
27. Rilassatezza della mente, per molti giorni; egli non riusciva a collegare i pensieri ed era quasi intorpidito
38. Confusione della testa (immediatamente)
39. La testa è confusa e come intossicata, al mattino (dopo 12 ore)
materiale didattico riservato
Volto in generale
88. Un formicolio sul cuoio capelluto (dopo 72 ore)
95. Aspetto malato, profilo scavato, cerchi blu intorno gli occhi (dopo 18 ore)
96. Naso appuntito, per 3 giorni (riferito all’aspetto defedato degli altri sintomi: N.d.T.)
97. Il viso è distorto e tirato di traverso; il lato sx è come più corto per la contrazione, il dx come allungato (dopo 22 ore)
materiale didattico riservato
Angioedema
100. Grande gonfiore del viso: la testa è due volte più grande; una forma di erisipela flemmonosa pustolare, che lo obbliga a letto per 4 settimane (Van Mons)
102. Grande gonfiore della testa, del volto e delle palpebre, tanto da non riuscire ad aprirle per più di 24 ore (Dufresnoy)
110. Viso e mani così gonfi, da non poter aprire gli occhi per 8 giorni; il viso non aveva un aspetto umano
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Angioedema
113. Gonfiore delle labbra e del naso, poi gonfiore e pallore del viso; il terzo giorno il gonfiore facciale aumentava, con dolore bruciante, le palpebre chiuse dal gonfiore, gli occhi acquosi; il 4° e il 5° giorno il volto era tempestato di vescicole piene di liquido giallo, che si apriva e lasciava uscire poco fluido; il gonfiore del volto durava 8 giorni, e sotto il mento più a lungo; desquamava come la crusca (Annalen der Heilkunde)
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Occhi
114. Stiramento e lacerazione nella regione sopracciliare, e nelle ossa della guancia
119. La palpebra superiore dx sembra essere gonfia e tirare, ciò che scompare all’aperto (dopo 26 ore)
122. Prurito all’angolo esterno dx (dopo 27 ore)
123. Un gonfiore rosso duro sulla palpebra inferiore sx, verso l’angolo interno, con dolenzia, per 6 giorni (dopo 48 ore)
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Occhi
131. Grande gonfiore delle palpebre (4° giorno)
132. Gli occhi si chiusero per il grande gonfiore, e divennero infiammati (4° giorno)
146. Bruciore sulla superficie interna delle palpebre inferiori (dopo 2 ore)
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Orecchio
156. Scampane l l io ne l l ’orecchio dx , camminando (dopo 1,5 ore)
157. Due violenti schiocchi nell’orecchio sx a brevi intervalli, come se la membrana timpanica fosse esplosa, sdraiandosi per dormire, durante il sonno pomeridiano, tanto da cominciare a tremare ogni volta, ma subito si riaddormentava (dopo 4 ore)
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Naso
167. Epistassi di notte (dopo 4 ore)
173. Forte bruciore sotto la narice sx, tanto che il respiro sembra uscire bollente, ciò che scompare all’aperto
171. La punta del naso è rossa, e dolente al tatto, come se fosse in suppurazione (dopo 8 giorni)
172. Eruzione crostosa vicino l’ala sx del naso e sotto (dopo 48 ore)
174. Epistassi al mattino (dopo 40 ore)
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Labbra e bocca
177. Una eruzione herpetiforme intorno alla bocca e al naso, talvolta con contrazione e dolore bruciante e pruriginoso (dopo 24 ore)
184. Un conglomerato di brufoli, dapprima ripieni di materiale acquoso fluido, non lontano da entrambi gli angoli delle labbra, al bordo di quello inferiore, brucianti come per il sale per se, e con una sensazione di dolore al tatto (dopo 10 ore)
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Mascelle
191. Un dolore all’articolazione mascellare, presso l’orecchio, crampoide, da fermo e muovendo la parte, alleviato da una forte pressione esterna e con l’applicazione di cose calde
192. Dolore nell’articolazione mascellare, come da contusione o come se dovesse rompersi, muovendola (dopo 1 ora)
193. Dolore nell’articolazione mascellare, come se dovesse lussarsi, durante uno sbadiglio spasmodico, la sera (dopo 1 ora)
194. Scricchiolio nell’articolazione, muovendo la mandibola qua e là (dopo 12 ore)
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Bocca
203. Di notte (verso le 10) odontalgia contrattiva, irradiata fino alla testa; era migliorata poggiando una mano fredda all’esterno
222. Vacillamento degli incisivi inferiori; non riusciva a mordere con essi
224. Si raccoglie sal iva nella bocca; deve costantemente sputare fuori
226. La saliva fuoriesce dalla bocca mentre, sedendo, nel pomeriggio, dorme
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Gola
245. Senso di gonfiore nella gola, associato a dolore contusivo, per se e parlando, ma, deglutendo, un dolore pressivo come se fosse gonfia, con una puntura, come se qualcosa di acuminato vi fosse infisso (dopo 3 ore)
249. Nella tonsilla sx una sensazione come di ruvidezza ed escoriazione, deglutendo (dopo 6 ore)
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Anoressia
265. Avversione per la carne e la zuppa di carne, per molti giorni
277. Completa anoressia per molti giorni
280. Anoressia nel palato e nella gola, con senso di vuoto allo stomaco e, nello stesso tempo, fame vorace, che scompare dopo essersi seduto per un po’
289. Completa perdita dell’appetito per tutti i cibi; niente ha un buon sapore, nè alimenti solidi o liquidi, e nemmeno il tabacco (dopo 16 ore)
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In relazione al cibo
302. Una eruttazione di aria molto violenta, la sera, immediatamente seguita da singhiozzo (dopo 36 ore)
303. Eruttazione dallo stomaco, che sembra passare al lato dx del torace, come se lì si calmasse
307. Odontalgia (tirante) in un dente non cariato, subito dopo la cena (dopo 30 ore)
314. Immediatamente dopo mangiato, straordinaria sonnolenza; non riusciva a trattenersi dal dormire
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Scrobiculus cordis
336. Una oppressione nello stomaco, verso sera, come se fosse tirato tutto insieme nella regione dello scrobiculus cordis (dopo 6 ore)
340. Semplice lancinazione nello scrobiculus cordis, a livello dell’ipocondrio (dopo 10 ore)
341. Pinzettamento nello scrobiculus cordis e poi, velocemente, nell’ipogastrio, su un piccolo punto (dopo 3 ore)
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Pinze addominali
358. Pinzettamento nell’addome, sedendo, con oppressione che risale (dopo 25 ore)
359. Un pinzettamento nel lato dx, sotto le coste, che subito irradiava verso la regione ombelicale, come se avesse vermi, sedendo (dopo 2 ore e 3/4)
360. (Nel pomeriggio) camminando all’aperto, pinzettamento nell’addome, con movimento di aria, che non è facilmente eliminata (dopo 25 ore)
362. Durante una evacuazione naturale, straordinario pinzettamento dell’addome (dopo 25 ore)
Intorno l’ombelico
365. Una lancinazione dall’ombelico alla regione cardiaca, come se una fitta sfrecciasse in alto, ripetuta a ogni battito (dopo 2 ore e 3/4)
367. Stiramento irradiato in basso, dalla regione ombelicale, verso il pube (dopo 27 ore)
369. Una visibile contrazione nel mezzo dell’addome, sopra l’ombelico, tanto che l’addome risultava disteso sopra e sotto tale striscia contratta, con sensazione dura e rigida (dopo 3 ore)
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Addome
384. Gorgoglio e rumore nell’addome, con spinte verso il pube (dopo 36 ore)
385. Pienezza e fermentazione nell’addome, con fame: tutto scompare dopo mangiato (dopo 26 ore)
387. Facile eliminazione di molta aria, che sembra essere prodotta solo nel retto (dopo 1 ora)
392. Al mattino, immediatamente dopo alzato, stirando il corpo, l’addome è dolente, come ulcerato, e i tegumenti addominali sembrano essere troppo corti (dopo 24 ore)
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Feci
408. Evacuazioni frequenti e rapide, estremamente fetide, dapprima molto consistenti, poi acquose e miste a sangue, con grande dolore pinzettante e scavante nell’ipogastrio (dopo 1 ora e fino a 3 ore)
410. Diarrea per diverse volte in un’ora, per 60 ore (dopo 30 ore)
422. Diarrea, ogni volta preceduta da pinzettamento (dopo 40 ore)
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Genitali
453. Gonfiore timpanico dei genitali, specialmente dello scroto, con molto prurito (2° giorno)
454. Un arrossamento rosso scarlatto giù dallo scroto, senza gonfiore, fino a diventare striato nel mezzo delle cosce (11° giorno)
455. Lo scroto divenne sempre più gonfio e duro, con prurito intollerabile, specialmente verso il perineo (4° giorno)
456. Lo scroto dava una sensazione come di pelle di maiale spessa (11° giorno)
materiale didattico riservato
Feci
413. Feci schiumose, gialle, sottili, che vengono espulse velocemente, senza alcun odore, nè precedute da dolore nell’addome; le prime porzioni passano involontariamente, come nella paralisi dello sfintere anale (dopo 24 ore)
414. Feci giallo-biancastre, formate, ma molto soffici (dopo 45 ore)
418. Sette evacuazioni diarroiche, con feci gialle a striature bianche, senza dolore nell’intestino (dopo 20 ore)
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Rinite
482. Starnuti frequenti, molto violenti, quasi spasmodici
483. Forti starnuti (dopo 4 ore)
487. Raucedine nella gola, che provoca tosse corta (dopo 3 ore)
4 8 8 . M u c o n a s a l e s c o r r e a p r o f u s i o n e involontariamente, come nella coriza più severa, sebbene non l’avesse, al mattino, alzandosi dal letto
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Dolori vari
579. Dolore nel sacro, come da contusione, quando poggia su esso o siede; non sente nulla muovendosi
597. Lancinazione bruciante sotto l’ascella sx, sul braccio
603. Una violenta fitta sul braccio dx, come se venisse da fuori
619. Lacerazione contrattiva nell’articolazione del gomito e del polso, anche da fermo, che migliora con il movimento (dopo 5, 6 ore)
651. Lacerazione in tutte le articolazioni delle dita
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Crampi e altro
688. Sensazione di freddo alla tibia sx
710. Crampo al polpaccio dopo mezzanotte, stando a letto e quando siede dopo aver camminato; scompare piegando il ginocchio
711. Crampo nel polpaccio sedendo, che scompare i m m e d i a t a m e n t e a l z a n d o s i e m u ove n d o s i (immediatamente)
734. Spasmodica contrazione sul lato interno della pianta del piede, che migliora stendendolo e flettendolo (dopo 64 ore)
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Importante
782. Eruzione pruriginosa, bruciante violentemente e molto dolente, che apparve soprattutto allo scroto, prepuzio, palpebre e occhi, provocando gonfiore nelle stesse parti contemporaneamente, e consistente di piccole vesciche giallastre, coalescenti qua e là: essudavano fluido; anche quelle singole sulle braccia e sui lombi, dopo qualche giorno, assumevano la grandezza di una lenticchia, e si aprivano per il grattamento del paziente. Molte di queste pustole più grandi o le ulcere suppuravano lentamente, avevano un’areola rossa, divennero più larghe e guarirono più lentamente (in 3° settimana), mentre le più piccole, confluenti, seccavano più rapidamente, e in pochi giorni eliminavano la crosta. Questa eruzione insorse senza un preliminare vomito, nausea o febbre, in un uomo in salute di 40 anni, il quale, 4 e 20 ore prima aveva strappato una pianta di rhus tox in giardino, era stato poi molto a contatto con essa, per cui un dito aveva una piccola ferita (Wichmann)
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Varie
825. Sbadigli così violenti e spasmodici, che provocano dolore nell’articolazione mascellare, che è a rischio di lussazione, al mattino, e in tutti i momenti
834. Violento dolore intestinale di notte (dopo 5 giorni)
839. Insonnia prima di mezzanotte, con o senza sudorazione
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Freddo
877. Suscettibilità all’aria fredda (dopo 4 ore)
881. Mani e piedi eccessivamente freddi tutto il giorno
884. È molto sensibile all’aria fredda; la pelle è come se fosse dolente, sebbene non dispiaccia il freddo
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Febbre tifoidea
900. Febbre serotina, con diarrea; brividi alle 8 p.m.; poi, nel letto, calore secco con molta sete, per diverse ore, con dolore tagliente nell’intestino, come da coltelli, e diarrea durante il calore, per alcune ore; poi sonno; al mattino, ancora diarrea (dopo 24 ore)
901. Febbre serotina con diarrea (come un secondo parossismo); la sera, dopo le 6, brividi per un’ora (senza sete), per tutti gli arti; successivamente calore secco, e poi ancora calore con sudorazione profusa, entrambe per 3 ore, senza sete; diarrea di muco, solo con violento dolore tagliente nell’addome, seguito da tenesmo e accompagnato a cefalea, una pressione da entrambe le tempie verso il centro, e accumulo di sangue e calore alla testa (dopo 48 ore)
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Sudore
903. Febbre: verso mezzogiorno è colpito da un freddo febbrile agli arti, con violenta cefalea e vertigini (alleviate poco cominciando a camminare); ancora una volta brividi verso sera, deve sdraiarsi; non riesce a dormire la notte, giace con vertigini continue e costante sudorazione (dopo 48 ore)
930. Sudorazione diffusa, anche al viso (dopo 1/4 ora)
932. Sudorazione al mattino, ogni giorno
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Mente
952. Tristezza, che gli fa preferire la completa solitudine (dopo 10 ore)
955. Timido, ansioso e tremante (dal 10° al 27° giorno)
959. Più nel pomeriggio che al mattino, vera ansietà cardiaca; non riusciva a dormire per metà notte, a causa di una grande angoscia, ed era sempre così ansiosa che sudava (dopo 12 giorni)
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