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Oggi, a velocità di crociera. Domani, verso una ripresa più vigorosa? Intervento di Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia, a nome delle Associazioni artigiane lombarde. Oggi, a velocità di crociera. “Finalmente si smette di cadere”. Questo ci dicono i dati che evidenziano un assestamento della produzione artigiana nella nostra regione, con numeri non ancora in crescita ma non più negativi. L’artigianato manifatturiero lombardo nel 2014 ha infatti avuto una variazione media positiva dello 0.9%. Un risultato che trova conferma anche nei dati sulla dinamica della produzione delle imprese distinte per dimensione; in generale sono proprie le imprese di media e piccola dimensione a registrare variazioni positive, lasciandosi dietro le imprese più grandi. La produzione dell’artigianato manifatturiero rimane nettamente inferiore ai livelli pre-crisi, però da cinque trimestri ha iniziato la sua lenta ripresa, a velocità di crociera, con valori sempre sopra lo zero. Altro segnale positivo è la ripresa del commercio estero, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e alcune crisi geo politiche, prima tra tutte quella ucraina. Sul fronte occupazione l’analisi congiunturale rileva una situazione sfavorevole, con un saldo fortemente negativo dato da ingressi in brusca discesa e uscite in salita. Riprende anche la cassa integrazione, ma non quella dell’artigianato. Questi risultati vanno comunque letti tenendo conto della stagionalità e delle riforme in atto che interessano il mercato del lavoro.

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Oggi, a velocità di crociera.Domani, verso una ripresa più vigorosa?

Intervento di Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Lombardia, a nome delle Associazioni artigiane lombarde.

Oggi, a velocità di crociera.

“Finalmente si smette di cadere”. Questo ci dicono i dati che evidenziano un assestamento della produzione artigiana nella nostra regione, con numeri non ancora in crescita ma non più negativi.

L’artigianato manifatturiero lombardo nel 2014 ha infatti avuto una variazione media positiva dello 0.9%. Un risultato che trova conferma anche nei dati sulla dinamica della produzione delle imprese distinte per dimensione; in generale sono proprie le imprese di media e piccola dimensione a registrare variazioni positive, lasciandosi dietro le imprese più grandi. La produzione dell’artigianato manifatturiero rimane nettamente inferiore ai livelli pre-crisi, però da cinque trimestri ha iniziato la sua lenta ripresa, a velocità di crociera, con valori sempre sopra lo zero.

Altro segnale positivo è la ripresa del commercio estero, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e alcune crisi geo politiche, prima tra tutte quella ucraina.

Sul fronte occupazione l’analisi congiunturale rileva una situazione sfavorevole, con un saldo fortemente negativo dato da ingressi in brusca discesa e uscite in salita. Riprende anche la cassa integrazione, ma non quella dell’artigianato. Questi risultati vanno comunque letti tenendo conto della stagionalità e delle riforme in atto che interessano il mercato del lavoro.

L’elemento interessante attiene alle aspettative degli imprenditori, che, pur mantenendosi ancora a livelli di grande cautela, risultano su tutti i fronti in miglioramento rispetto al trimestre precedente, sia per quanto riguarda l’andamento futuro della domanda interna ed esterna, che i livelli dell’occupazione e della produzione. Tutto ciò è in linea con il “sentiment” generale del paese e degli operatori che, in queste settimane, sembrano aver rallentato, se non proprio messo alle spalle, il pessimismo. Vi sono aspettative di ripresa dell’economia italiana e dell’eurozona grazie ad una serie di fattori entrati in scena nel nuovo anno: il quantitative easing (Q. E.), con il suo impatto sui tassi di cambio dell’euro, a cui si aggiungono il forte calo del prezzo del petrolio e l’attesa di un miglioramento del commercio internazionale. Sulla base di queste premesse si leggono stime positive: + 2.1% del Pil. Fosse anche solo la metà. Sabato anche all’incontro “Le idee di Expo 2015. Verso la Carta di Milano” si è respirato un clima positivo, si è detto che il 2015 sarà “un anno felix”.

Domani, verso una ripresa più vigorosa?

In termini generali è chiaro che questa crisi sia diversa rispetto a quelle passate; è opinione ormai condivisa che siamo in una fase di transizione verso un nuovo scenario economico radicalmente mutato rispetto al passato.

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Se ragioniamo a partire dall’inizio della crisi ciò che constatiamo è un rallentamento della locomotiva lombarda:

Il numero delle imprese manifatturiere e dell’edilizia è fortemente diminuito (dal 2009 al 2014 meno 13.656 imprese). Un calo non compensato dalla bassa crescita delle imprese dei servizi (+ 1.891)

L’occupazione è in forte calo (-58.663 unità in meno fra il 2008 e il 2013)

Si è allargato il divario fra un segmento di imprese che è ormai in grado di reggere la sfida del mercato e un altro, ampio, che stenta a reggere la pressione internazionale.

Le imprese che hanno avuto la capacità di competere sono in massima parte quelle che hanno incorporato nella produzione significativi elementi di terziarizzazione: la ricerca e l’uso creativo di nuove tecnologie, nuovi modelli organizzativi, una centralità del cliente. Imprese che sono state in grado di variare, adattare, differenziare, spesso personalizzare la propria offerta, attente ai processi culturali in atto, capaci di individuare e rispondere a domande sofisticate di nuove piccole e grandi nicchie di mercato.

Nella nostra regione la manifattura era e deve restare centrale. La Lombardia deve fare la Lombardia: questo è il futuro. Ciò non significa conservare: bisogna invece favorire la transizione delle imprese manifatturiere piccole e micro verso la manifattura avanzata; bisogna lavorare per un nuovo artigianato aiutando queste imprese a incorporare gli elementi terziari oggi indispensabili.

Quali linee strategiche per il prossimo futuro?

Oggi più che mai è assolutamente importante individuare una direzione e provare a mettere in campo le strategie per percorrerla, proseguendo il positivo lavoro di collaborazione tra Regione Lombardia e i soggetti sociali.

Una Legge Regionale sul “Valore Artigiano” Seguiamo con interesse ed attenzione il percorso avviato da Regione Lombardia sulla definizione di un progetto di legge sul “valore artigiano”. Se è vero che “ il futuro è artigiano”, è altrettanto vero che sarà del “nuovo artigiano”, cioè di chi saprà coniugare esperienza e tradizione con le nuove tecnologie, con la cultura della comunità, con nuovi modelli organizzativi più “in rete”. Gli aspetti su cui lavorare sono molti: adeguati strumenti finanziari a supporto della crescita competitiva, sostegno ai processi di ricerca ed internazionalizzazione anche attraverso l’accesso ai finanziamenti comunitari, riqualificazione dei processi formativi favorendo un dialogo continuo tra scuola e impresa, sostegno alle diverse forme aggregative tra imprese. Bisogna proseguire nel percorso avviato con determinazione e noi daremo il nostro attivo contributo.

Una strategia condivisa per facilitare l’accesso alle risorse dei programmi comunitari Un secondo punto attiene alla necessità di mettere in campo una strategia condivisa tra Regione Lombardia e associazioni datoriali per guidare le imprese nell’accesso alle risorse dei programmi comunitari. Dobbiamo anzitutto riconoscere ed apprezzare l’ascolto e il coinvolgimento che c’è stato nella definizione dei Por 2014-2020. Il prossimo passo, a nostro avviso, riguarda proprio la facilitazione dell’accesso alle risorse dei programmi a gestione diretta della Commissione (ad esempio COSME E HORIZON)

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La costruzione di un nuovo Accordo di Programma tra Regione e UnioncamereIl terzo aspetto, solo apparentemente più di metodo, riguarda la necessità di proseguire la collaborazione in atto, basata sulla definizione di “Accordi di Programma” fra Regione Lombardia e sistema camerale lombardo. E’ infatti indispensabile focalizzare gli obiettivi su specifiche politiche e non frammentare le ormai poche risorse disponibili. Crediamo sia necessario un nuovo Accordo di Programma e anche per questo siamo disponibili a dare il nostro apporto costruttivo.

Un progetto per le aree di Expo dopo l’evento Occorre infine valorizzare al meglio l’opportunità di Expo per il nostro territorio e per il sistema produttivo, in una prospettiva di lungo periodo. Abbiamo avuto modo di rimarcare in più occasioni la scarsa percezione della ricaduta di questo evento sulle imprese lombarde e in particolare sulle micro e piccole imprese. Ci sarebbe voluta un’azione più incisiva della Regione. In queste settimane è all’ordine del giorno la questione del destino delle aree Expo post evento. Noi crediamo che, nella scelta che si andrà a compiere, il tema dell’evoluzione, del futuro del sistema produttivo lombardo debba essere centrale. Noi pensiamo che dentro un ampio progetto contenitore ci sia lo spazio anche per una “Silicon Valley” lombarda o meglio, forse, per una “Manifacturing Valley”. Spazi per laboratori di ricerca applicata, per scuole artigiane di nuova generazione e insieme per la presenza di micro e piccole imprese artigiane che operano nella manifattura avanzata nei diversi settori; spazi che favoriscano condivisione, collaborazione, contaminazione, voglia di innovazione. E’ un’opzione su cui serve lavorare per coglierne appieno la sostenibilità. E’ chiaro che si tratta, più che di raccogliere l’esistente, di fare qualcosa di ambizioso per sostenere e costruire l’artigianato del futuro.

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