Replay - Anno 3 - Numero 65 - 11/2/2012

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LBG magazine Replay - Anno 3 - Numero 65 - 11/2/2012 Sono tutti contro Lotito Mega Poster di Miro Klose Estero: Quanto si simula?

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Il magazine di Laziali bella gente

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LBG magazine

Replay - Anno 3 - Numero 65 - 11/2/2012

Sono tutti contro Lotito

Mega Poster di Miro Klose

Estero: Quanto si simula?

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Noi felici pochiNoi felici pochiNoi felici pochiNoi felici pochi

Gianluca Palamidessi

I l tam tam corre da giorni sulle radio priva-te romane e i forum biancocelesti. «Boicottiamo il voto regionale». La furia degli ultrà contro il presidente della Lazio Claudio Lotito, ribattezzato "Lotirchio" e accusato di voler distruggere la società ormai terzultima in classifica, irrompe nel-la campagna elettorale. E rischia di far per-dere consensi a Renata Polverini, la candi-

data del Pdl che annovera fra i suoi alleati più fede-li quel Francesco Storace che ai tempi

dell´acquisto della squadra da parte dell´imprenditore specializzato in pulizie governa-va la Regione e ne sponsorizzò l´ascesa. «La destra ce l´ha messo e adesso la destra ce lo tolga dai piedi», si sono sfogati ancora ieri i tifosi della Lazio. «In tutta la regione siamo 80mila. Se ci mettiamo d´accordo e sulla scheda elettorale scri-viamo "Lotito vattene", oppure "Lotito non è il mio presidente", forse capiranno che con noi non si scherza». Sono arrabbiatissimi, gli "aquilotti". Da qui l´idea di annullare la scheda con scritte eloquenti. Minacce destinate a restare solo nell´etere? «La rabbia è tale che tutti vogliono ve-dere risultati concreti, non si accontenteranno delle promesse. E devono arrivare prima delle ele-zioni, sennò saranno guai», sorride Scarcelli. La Polverini è avvertita. Bastava ascoltare Claudio, uno dei tifosi intervenuto ieri su RadioIncontro: «Lotito rischia di rovinare la campagna della de-stra, si sa che è stato portato da quella parte lì». Sarà per questo che, domenica sera, ci ha provato Alemanno a correre ai ripari: «Esprimo grande pre-occupazione per questo ennesimo risultato negati-vo della Lazio», ha dichiarato a sorpresa - con una nota timbrata Campidoglio - dopo la sconfitta con-tro il Catania. «Mi pare incredibile che nel giro di pochi mesi questa squadra sia passata dai successi di coppa alla zona retrocessione. Pur nel rispetto dei diversi ruoli, invito tutti coloro che hanno re-sponsabilità nella vita della squadra ad impegnarsi al massimo per allontanare lo spettro della retro-cessione». In gioco, per il sindaco di Roma, c´è la partita elettorale.

Tutto il mondo contro Lotito Claudio Lotito

È alla gestione della Lazio dal 2003. Questo è il suo 9° anno alla guida della Lazio

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RubricheRubricheRubricheRubriche 3/NOI FELICI POCHI di Gianluca Palamidessidi Gianluca Palamidessidi Gianluca Palamidessidi Gianluca Palamidessi 7/IL CORSIVO di Matteo Maranidi Matteo Maranidi Matteo Maranidi Matteo Marani

Lazio Lazio Lazio Lazio 10/Brocchi festeggia la Lazio Lazionews.euLazionews.euLazionews.euLazionews.eu

11/Infermeria, Lazio a pezzi Lazionews.euLazionews.euLazionews.euLazionews.eu

12/WINNER LAZIO Tre grandi partite per tre grandi prestazioni dei bianco-celesti. Peccato col Genoa per la sconfitta, ma grandi pre-stazioni con Chievo e Milan

14/Chievo 0-3 Lazio Grande Lazio trascinata da Lulic, Hernanes e Klose. Ma non solo La Lazio siamo noiLa Lazio siamo noiLa Lazio siamo noiLa Lazio siamo noi

15/Klose ed Hernanes. I ge-melli del gol Curiosità. Quando segna Her-nanes segna Klose e vicever-

sa La Lazio siamo noiLa Lazio siamo noiLa Lazio siamo noiLa Lazio siamo noi

16/Lazio 2-0 Milan Grande prestazione, e grande vittoria Il Messaggero Il Messaggero Il Messaggero Il Messaggero

17/Genoa 3-2 Lazio Sconfitta a testa alta e 4° po-to mantenuto Il MessaggeroIl MessaggeroIl MessaggeroIl Messaggero

ItaliaItaliaItaliaItalia 18/Il Catania non si arrende Con la Roma vuole i 3 punti Il Corriere dello SportIl Corriere dello SportIl Corriere dello SportIl Corriere dello Sport

19/“A Torino solo lamentele” Prima della sfida col Milan Il Corriere dello SportIl Corriere dello SportIl Corriere dello SportIl Corriere dello Sport

20/IL POSTER DI MIRO K. 11 Trovate tutte le indicazioni per scaricare il poster di Miro-slav Klose realizzato da Pa-laSSL con il famoso Palaef-fect! Gianluca PalamidessiGianluca PalamidessiGianluca PalamidessiGianluca Palamidessi

22/ROMA E FIORENTINA Grande Roma con l’Inter e grande Fiorentina con

l’Udinese per un punteggio di 3-2 Corriere della SeraCorriere della SeraCorriere della SeraCorriere della Sera

24/Roma 4-0 Inter Corriere della Sera Corriere della Sera Corriere della Sera Corriere della Sera

25/Tutto il resto della A Corriere della SeraCorriere della SeraCorriere della SeraCorriere della Sera

28/CALCIO MALATO Nostra inchiesta con l’aiuto della Gazza sulle frequenti simulazioni che accadono all’estero e non solo… La Gazzetta dello SportLa Gazzetta dello SportLa Gazzetta dello SportLa Gazzetta dello Sport

Replay è un magazine a cura di Gianluca Pa-lamidessi, direttore di LAZIALI BELLA GENTELAZIALI BELLA GENTELAZIALI BELLA GENTELAZIALI BELLA GENTE. net, e vicedirettore della pagina face book LAZIALI BELLA GENTE LAZIALI BELLA GENTE LAZIALI BELLA GENTE LAZIALI BELLA GENTE Facebook. Si ringrazia-no la Gazzetta dello Sport, Il corriere dello Sport, Radiosei, GS e la Lazio siamo noi. it Noi.it. Inoltre un rin-graziamento alla fon-dazione Sandri

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Il corsivoIl corsivoIl corsivoIl corsivo

Matteo Marani

I l tam tam corre da giorni sulle radio private ro-mane e i forum biancocelesti. «Boicottiamo il voto regionale». La furia degli ultrà contro il presidente della Lazio Claudio Lotito, ribattez-zato "Lotirchio" e accusato di voler distruggere la società ormai terzultima in classifica, irrompe nella campagna elettorale. E rischia di far perde-re consensi a Renata Polverini, la candidata del Pdl che annovera fra i suoi alleati più fedeli quel

Francesco Storace che ai tempi dell´acquisto della squa-dra da parte dell´imprenditore specializzato in pulizie governava la Regione e ne sponsorizzò l´ascesa. «La destra ce l´ha messo e adesso la destra ce lo tolga dai piedi», si sono sfogati ancora ieri i tifosi della Lazio. «In tutta la regione siamo 80mila. Se ci mettiamo d´accordo e sulla scheda elettorale scriviamo "Lotito vattene", op-pure "Lotito non è il mio presidente", forse capiranno che con noi non si scherza». Sono arrabbiatissimi, gli "aquilotti". A farne le spese, venerdì scorso, lo stesso Storace, accu-sato in diretta da un ascoltatore su RadioRadio: «Sei tu che ti sei inventato Lotito e tu lo devi convincere ad andare». A poco è servita la difesa accorata del leader della Destra: «Nel 2004 la Lazio stava fallendo e noi ci siamo limitati a confermare alla Banca di Roma che lui, come imprenditore, vantava crediti nei confronti della Regione». Per gli "aquilotti" è lui il colpevole. «Sciacallaggio politico in vista delle elezioni», s´è offeso il patron biancoceleste. A certificare la tentazione della ritorsione da consegnare al segreto dell´urna è Francesco Scarcelli, conduttore del

filo diretto con i tifosi "La Lazio siamo noi", nonché autore e interprete di Non mollare mai, l´inno biancoce-leste cantato ogni domenica allo stadio: «Per cercare di far abdicare Lotito gli ultrà le stanno provando tutte, ma ultimamente il leitmotiv più gettonato è il boicottaggio del voto. Il ragionamento è questo: siccome si sa che Lotito ha preso la Lazio grazie alla destra, ora la destra deve mandarlo via». Da qui l´idea di annullare la scheda con scritte eloquenti. Minacce destinate a restare solo nell´etere? «La rabbia è tale che tutti vogliono vedere risultati concreti, non si accontenteranno delle promesse. E devono arrivare pri-ma delle elezioni, sennò saranno guai», sorride Scarcelli. La Polverini è avvertita. Bastava ascoltare Claudio, uno dei tifosi intervenuto ieri su RadioIncontro: «Lotito ri-schia di rovinare la campagna della destra, si sa che è stato portato da quella parte lì». Sarà per questo che, domenica sera, ci ha provato Ale-manno a correre ai ripari: «Esprimo grande preoccupa-zione per questo ennesimo risultato negativo della La-zio», ha dichiarato a sorpresa - con una nota timbrata Campidoglio - dopo la sconfitta contro il Catania. «Mi pare incredibile che nel giro di pochi mesi questa squa-dra sia passata dai successi di coppa alla zona retrocessio-ne. Pur nel rispetto dei diversi ruoli, invito tutti coloro che hanno responsabilità nella vita della squadra ad impegnarsi al massimo per allontanare lo spettro della retrocessione». In gioco, per il sindaco di Roma, c´è la partita elettorale.

Il calcio si veste di bianco

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Lazionews.eu

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T rentasei anni e non sen-tirli. Questo è Christian Brocchi, il centrocampi-sta biancoceleste che oggi festeggia il suo 36esimo compleanno. Ormai è da tanto, trop-po tempo che è lontano dal terreno di gioco a

causa di un infortunio e non vede l’ora di scendere in campo, di tornare a essere utile alla causa. In occasione di questa ricorrenza, Brocchi è stato contattato da Sky Sport 24 e ha rilasciato alcune dichiarazioni: «Oggi ho una giornata di controlli, per vedere a che punto sono. Purtroppo non potrò esserci contro la mia ex squadra, ma in generale mi dispiace non poter dare una mano alla squa-dra.Meritiamo maggiore considerazione non solo nei confronti della Roma ma anche di altre squadre. Noi comunque dobbiamo conti-nuare a far bene e a farci valere in campo, poi tanto lo dice la storia quale delle due e’ la pri-ma squadra della capitale. Stiamo facendo un grande campionato, ci sono state partite in cui non abbiamo raccolto quanto meritato e altre magari in cui siamo stati fortunati».

Brocchi festeggia la Lazio

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Infermeria, tornano i pezzi

Lazionews.eu

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L a Lazio si trova in piena emer-genza da molte settimane. Mr Reja si trova in difficoltà a causa dei mancati acquisti e alle prese con un organico falcidiato dagli infortuni. Il problema principale all’inizio riguardava il centro-campo a causa degli infortuni di lunga data di MAURI, BROC-

CHI e CANA. Purtroppo anche l’attacco, complici la partenza di CISSE e SCULLI, si ritrova povero di valide alternative. ROCCHI ne avrà per almeno 15 giorni, il nuovo arrivato ALFARO non è ancora pronto, rimane quindi solo KLOSE a dover mettersi sulle spalle l’intero attacco biancocele-ste. Fortunamente dall’infermeria sembra che KO-ZAK risulti clinicamente guarito dalla pubalgia. Ci vorrà ancora qualche giorno di allenamento e di cure prima di rivederlo almeno in panchina. La sua ultima apparizione risale al 14 Novembre, data in cui segnò il goal qualificazione ai sedicesimi di Europa League contro lo Sporting Lisbona. Il suo rientro è previsto, salvo complicazioni, per il 16 Febbraio contro l’Atlético Madrid. Reja e i tifosi sperano…

Buone notizie arrivano dalla Clinica Paideia, dove oggi Andrè Diassi è sottoposto alle visite mediche. Infatti, per il centrale brasiliano non ci sarebbe nes-suna lesione e si spera quindi di recuperarlo a breve. I tempi per il suo ritorno in campo verranno però sta-biliti solo domani verso l’ora di pranzo; tuttavia, il

giocatore salterà sicuramente la sfida di giovedì con-tro il Cesena.

Intanto, la Lazio torna ad allenarsi domani, ma non al Centro Sportivo di Formello. Infatti, la sede bianco-celeste è ancora inagibile dopo la nevicata che si è abbattuta sul paese a Nord si Roma. Resta ignoto il luogo dove si ritroverà la squadra.

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LazioLazioLazioLazio Campionato

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A Verona grandissima prestazione della Lazio. 3 punti d’oro e grande ri-torno alla vittoria, contro il Chievo. Do-po tre giorni vittoria contro Lotito della squadra contro il Milan. Grandioso Hernanes e Reja, ma tutti dal primo all’ultimo. Peccato per Genoa, sconfit-ta per 3-2. La Lazio torna al successo ed è meritato.

di ANTONIO MAGLIE

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Grandissima Lazio col Chie-vo, 3 gol e tutti a casa

La Lazio siamo noi LazioLazioLazioLazio

ilano è stata fatale, due volte in quattro giorni. Du-e sconfitte c o n t r o Inter e Mi-lan, in campiona-to e in C o p p a

Italia. La Lazio cerca il riscatto anche se la mente di molti è ad un mercato che fa fatica a sbloccarsi: Cisse verso Londra, Honda in bilico e tanti rumors. Il cal-ciomercato è agli sgoccioli, Reja pretende rinforzi perchè il centrocampo è ridotto all'osso e da due mesi giocano sempre gli stessi e gli impegni vanno intensi-ficandosi: la società ci prova ma per ora non sono arrivati i risultati sperati. Il tecnico goriziano allora, contro il Chievo, chiede gli straordinari a Ledesma, Gonzalez e Lulic che formano il terzetto di centro-campo davanti a Konko, Biava, Dias e Radu. Herna-nes si muove alle spalle di Rocchi e Klose. La Lazio parte bene e prende subito in mano il pallino del gio-co, con Ledesma a impostare ma soprattutto Gonza-lez e Lulic a sprintare e mettere in difficoltà la difesa clivense. Al 4' Hernanes imbecca proprio il bosniaco che, però, solo davanti a Sorrentino si fa ipnotizzare. I biancocelesti sono vivi anche se la qualità del gioco offerto non è proprio altissima. Hernanes ripiega spesso a centrocampo e dà una mano in fase di co-struzione, così Ledesma può anche dedicarsi a conte-nere. Al 21' ancora Lulic si trova in area di rigore, il numero 19 gestisce bene e fa da sponda per Rocchi il cui tiro diventa un assist per Hernanes che da due passi mette dentro. Una volta trova il vantaggio i biancocelesti provano ad amministrare ma il Chievo si fa vivo due volte in maniera pericolosa: prima con Luciano che al 22' spara alto da buona posizione e poi con Pellissier che al 29' chiama Marchetti ad una bel-la parata. Reja si arrabbia con Rocchi perchè lo vor-rebbe più partecipe alla fase di ripiegamento ma la

Lazio controlla abbastanza bene le sporadiche offen-sive gialloblu. La partita non è bella, i biancocelesti non creano grandi occasioni e solo un tiro di Herna-nes al 42' chiama Sorretino alla parata a terra. La ri-presa parte senza cambi. L'avvio è vibrante perchè le squadre sono lunghissime e quindi le occasioni fioc-cano da una parte e dall'altra ma è Lulic, sempre lui, a sfiorare il gol in due occasioni: prima liberato da Klo-se tira centralmente, poi una volta rubata palla a Ce-sar calcia alto da posizione invitante. Il Chievo, però, non sta a guardare e su un cross di Jokic, Dias rischia l'autogol ma Marchetti è ben posizionato. La Lazio gioca con sicurezza a centrocampo e in avanti Rocchi si muove molto, favorito anche dal lavoro di Klose che si abbassa e aiuta il centrocampo. Al 64' Reja to-glie Hernanes e inserisce Matuzalem per dare geome-trie e sostanza alla mediana. Cinque minuti dopo Lulic unisce tutto quello c'è di bello e di brutto in un'azione offensiva: parte dai 25 metri, salta due di-fensori, poi anche Sorrentino ma a porta sguarnita centra la traversa. Passano 60" e dall'altra parte è Thereau a sprecare da buona posizione ma è bravo Marchetti a chiuedere lo specchio al francese. La par-tita è aperta perchè le squadra non pensano a difen-dersi ma i biancocelesti provano a raddoppiare men-tre il Chievo a trovare il pari. Reja all'80' toglie Roc-chi e inserisce Cisse, il francese ci prova di testa ma Sorrentino non ha problemi. Poco dopo Cisse lancia Klose che dipinge una meraviglia: parte in velocità, brucia Andreolli e di esterno destro batte Sorrentino. Il tedesco non è sazio e qualche secondo dopo servito da Gonzalez fulmina Sorrentino con un tiro secco e angolato. Miro vola a quota 11 (i gol sarebbero 12 se la Lega gli avesse assegnato quello contro l'Udinese) in campionato e trascina la Lazio ad una vittoria che la rilancia anche complice gli scivoloni di Udinese, In-ter, Napoli e al mezzo passo falso della Roma. Reja può sorridere e adesso aspetta buone notizie dalle ultime ore di mercato anche perchè mercoledì all'O-limpico arriva il Milan e stavolta i tifosi vorrebbero esultare.

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Klose ed Hernanes. I gemelli del gol non perdonano mai

H ernanes apre la strada a Klo-se: se segna il Profeta, segna anche Miro. E’ successo cin-que volte: contro Cesena, Fiorentina, Roma, Atalanta e Chievo. Hernanes apre le danze e Klose chiude i giochi, è accaduto di nuovo ieri, si trascinano a vicenda. Sono la

premiata ditta del gol, si divertono così. Cisse ha de-luso, per fortuna della Lazio si è messo a segnare Her-nanes e il tedesco s’è confermato goleador di razza. Il brasiliano è carico, ha segnato la terza rete del 2012, aveva centrato il bersaglio contro l’Atalanta, contro l’Hellas Verona in Coppa Italia (i veronesi lo ispira-no...) e ha messo la firma sul tabellino al Bentegodi: «Quando sei convinto di una cosa non c’è bisogno di trovare il gol per avere conferme, Cinque volte in gol nella stessa partita: è successo con Cesena, Fiorenti-na, Roma, Atalanta e Chievo occorre mantenere la fiducia in se stessi, nei propri mezzi e il risultato è una conseguenza. Siamo tranquilli, sappiamo giocare a pallone e vinceremo», aveva profetizzato a fine primo tempo ai microfoni di Sky. E’ stato un buonissimo profeta e ha regalato chicche di filosofia. I NUMERI I NUMERI I NUMERI I NUMERI - Hernanes ha realizzato la quinta rete in

questa serie A e ogni volta che ha segnato la Lazio ha vinto. Sta viaggiando su ottimi ritmi e c’è ancora mezza stagione a disposizione. Sogna di superare il primato di reti dell’anno scorso, vuole andare avanti in Europa League, vuole centrare la qualificazione in Champions. Hernanes, come Klose, ha tanti sogni. Uno di questi riguarda il Brasile: spera di essere con-vocato come fuori quota alle Olimpiadi di Londra 2012, per riuscirci deve continuare a far bene, deve stupire il più possibile. Ora c’è da pensare al Milan, si giocherà mercoledì sera, sarà una grandissima partita, un grandissimo appuntamento. Hernanes ieri si è beccato un giallo, è entrato in diffida, deve stare at-tento. In passato veniva ammonito pochissimo, quest’anno sta giocando con più personalità, ha im-parato a farsi valere nei contrasti, non tira mai la gamba indietro. E’ cresciuto nelle due fasi di gioco, prima pensava solo ad attaccare, da quando è arrivato in Italia, grazie agli insegnamenti di Reja, ha capito che deve dare una mano anche in fase di copertura. Il calcio italiano è più fisico rispetto a quello brasiliano, non è stato facile ambientarsi subito, ma ci è riuscito. Hernanes non è soltanto un uomo di fantasia, sta completando la sua trasformazione: migliora come goleador ed è diventato un lottatore, un gladiatore ed è destinato a crescere ancora molto. Lui e Klose sono estro e potenza, precisione e classe. E’ nata una nuo-va coppia, bella e vincente. Brasiliana-tedesca.

La Lazio siamo noi

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La Lazio fa il colpaccio col Milan. 2-0 e zona Europa

Il Messaggero LazioLazioLazioLazio

Rocchi più Hernanes, la Lazio centra l'impresa di battere il Milan e soprattutto quella di andare oltre l'emergenza infortuni, l'aria di contestazione allo sta-dio e il clima di nervosismo di Formello, dove ieri è andato in scena un duro confronto sul tema «mercato fallito» tra squadra - Rocchi, Ledesma e Klose - Loti-to, Tare e Reja. Il tecnico, a fine partita, ha ammesso: «Un po' d'amarezza c'è stata, ma è inutile parlarne, devo andare avanti coi giocatori che ho».

Una vittoria che quasi sorprende. «Abbiamo dimo-strato di non essere Klose-dipendenti - ha detto Reja a caldo - Abbiamo battuto il Milan con una grande prestazione soprattutto in difesa. Bisogna fare un monumento a questi ragazzi. Gonzalez e Lulic hanno davvero sciorinato una gara perfetta». L'unica via che Reja poteva imboccare per sconfiggere il Milan. Ma certe partite non si vincono solo con la tattica: «In questa squadra ci sono gli uomini, non è solo tattica. Abbiamo voluto vincere la gara, abbiamo saputo at-tendere a abbiamo colpito, mostrando una grande capacità di leggere le partite».

Basterà a nascondere l'emergenza? «Il centrocampo è un po' sguarnito ma abbiamo preso Candreva. È chiaro che ci si aspettava un po' tutti qualcosa in più dal mercato, ma non siamo riusciti a centrare gli o-biettivi. Peccato, questo era l'anno giusto per sfrutta-re i problemi delle altre. Adesso spero che reggeremo fisicamente». Hernanes dopo il gol (Eidon)

Hernanes è stato protagonistaassoluto e non solo per il gol segnato. «La squadra aveva bisogno di questa vittoria - ha detto il brasiliano a fine match - Manca-va un successo importante e siamo riusciti a ottener-lo». Il Profeta è uscito a due minuti dalla fine per una distorsione alla caviglia, Dias invece per un problema muscolare da verificare oggi: l'emergenza si allarga e il mercato non è stato d'aiuto. «Speravamo anche noi che arrivassero rinforzi - ha ammesso Hernanes - Ma sappiamo che la società ha fatto il massimo per porta-re qualcuno.

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Sconfitta col cappello in giù. Genoa 3-2 Lazio, brutto ko

L azio sconfitta a Genova 3-2. Il ko arriva al termine di una gara an-che sfortunata e ricca di errori individuali. Decidono gli episodi e una formazione, quella laziale, troppo rimaneggiata. Tornano così le polemiche per il mancato arrivo di giocatori nel mercato di gennaio. Rossoblù in vantaggio

con Palacio e la doppietta di Jankovic. Il rigore di Le-desma riapre la partita. Espulso Diakite. Al 45° della ripresa Gonzalez per il 3-2. Ma finisce così. La Lazio frena. La trasferta di Genova spegne l'entusiasmo della vittoria all'Olimpico contro il Milan. Lotito però non ci sta: «Il campo era impraticabile, non si doveva giocare». Gli risponde Preziosi:«Campo ghiacciato? C'era per tutte e due le squadre». Reja non si presenta in sala stampa. Lo fa Tare che pole-mizza con la Roma: «Due pesi e due misure tra noi. Abbiamo chiesto il rinvio fino all'ultimo. Inutilmen-te». Al 6° Sculli si appoggia a Rocchi, che cade in area. L'arbitro lascia correre, ma l'ingenuità di Sculli pote-va determinare un calcio di rigore. Ammonito Con-stant. Conclusione da lontano di Ledesma, bloccata

senza incertezze da Frey. Al 10° incredibile gol di Pala-cio, che tenta un cross e invece la palla scavalca Mar-chetti sul secondo palo. Genoa in vantaggio. La ma-gia dell'attaccante non frena la Lazio: percussione di Klose, apertura su Gonzalez che taglia con una con-clusione sul secondo palo fuori di poco. La Lazio ha avuto subito la possibilità del pareggio. Problemi per Rocchi, che fa segno alla panchina: ha un dolore alla coscia destra. Pronto Candreva, che entra al 15°. Fa-scia di capitano a Ledesma. Al 20° la Lazio spinge soprattutto con Lulic a sinistra. Partita vivace e aper-tissima. Al 25° Marchetti esce a vuoto, Jankovic lo punisce: 2-0. Al 40° angolo e gran colpo di testa di Klose: bravo Frey. Altro angolo, testa di Lulic fuori di poco. Lazio vicinissima al gol.

Al 1° st, Jankovic: 3-0. Il Genoa batte, palla avanti, Garrido scivola, Jankovic è solo e incrocia: Marchetti battuto. Al 7° fallo di Mesto su Lulic: rigore per la Lazio. Batte Ledesma: 3-1. La Lazio riapre la partita e ci crede. Al 17° esce Garrido, entra Rozzi subito am-monito. Zoppica Stankevicius, si scalda Biava che entra al 21° senza riscaldamento. Al 36° espulso Diaki-te per proteste. Al 40° botta di Gilardino, para Mar-chetti. Al 45° Gonzalez: 3-2 su assist di Klose. Ultimi 4 minuti, inutile il forcing biancoceleste.

Il Messaggero

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Il Catania non si arrende: “Con la Roma per vincere”

Corriere dello Sport CataniaCataniaCataniaCatania

Sarà una partita totalmente diver-sa da quella interrotta a gennaio: ciò che è successo non fa testo. Semmai, mi piacerebbe vedere lo stesso atteggiamento, sul piano della determinazione, e la grande attenzione anche in fase di non possesso palla di quella sera". Vin-cenzo Montella e il suo Catania si preparano a tornare in campo. Domani sera al Massimino, va in scena l'insolito recupero della gara contro la Roma, sospesa il 14 gen-naio scorso al 20' del ripresa per impraticabilità di campo. "È vero, la Roma è abituata a partire subito forte - dice Montella - ma noi sia-

mo pronti. Non credo che in 30 minuti si possa accu-sare il peso della stanchezza: anzi, nella settimana-tipo spesso il mercoledì è il giorno di maggior carico, per cui si tratta del momento migliore per giocare una mini-partita ad altissima intensità. Le mie scelte saranno condizionate dalle squalifiche, dall'indispo-nibilità dei nuovi e dagli infortuni: anche la Roma sarà priva di due giocatori importanti, specialmente sui calci piazzati, come Totti e De Rossi, ma non avrei barattato queste assenze con le nostre".

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Allegri mette pepe su Juve-Milan: “Si lamentano solo”

"Ibrahimovic ha pagato un pò per tutti". Così Massi-miliano Allegri ha così commentato i tre turni di squalifica a Ibrahimovic. "Purtroppo Ibra ha com-messo un gesto non bellissimo, è andato in difesa di Nocerino perchè lo ha visto piccolino... - ha osserva-to con il sorriso l'allenatore del Milan alla vigilia della sfida di coppa Italia con la Juventus -. In partita capi-tano episodi simili e non sempre sono puniti. Dome-nica Zlatan ha pagato per tutti, ora aspettiamo l'ap-pello". LA JUVELA JUVELA JUVELA JUVE - Il testa a testa in campionato fra Milan e Juventus è caratterizzato anche dalle polemiche arbi-trali sollevate dal dg bianconero Beppe Marot-ta. "Non so cosa creano le dichiarazioni di Marotta, ma io e il Milan abbiamo uno stile diverso", ha com-mentato Massimiliano Allegri. "Si parla tanto di aiu-tare gli arbitri - ha aggiunto l'allenatore del Milan alla vigilia della sfida di Coppa Italia proprio contro la Juventus - e invece alla prima decisione sfavorevole si solleva un polverone". CALMI E CONCENTRATICALMI E CONCENTRATICALMI E CONCENTRATICALMI E CONCENTRATI - La sconfitta contro la Lazio e il pareggio con il Napoli non bastano per parlare di Milan in crisi secondo Massimiliano Allegri. "In que-sto momento dobbiamo stare calmi e concentrati su ciò che dobbiamo fare in campo senza - ha spiegato l'allenatore rossonero - farci distrarre da quanto si dice fuori da Milanello". "Non è un momento di cri-si - ha assicurato Allegri alla vigilia della semifinale di andata di Coppa Italia contro la Juventus - ci sono mancati alcuni risultati ma domenica anche la Juven-tus ha pareggiato in casa e quindi siamo in linea". L'allenatore rossonero ha inoltre reso merito ai bian-coneri di Conte. "Quella squadra ha carattere, tutti i giocatori mostrano voglia e questa è la prima prero-gativa per vincere qualcosa di importante - ha osser-vato -. Se dopo venti turni non ha mai perso significa che la Juventus ha ottime qualità. Domani sarà im-portante vincere o quanto meno fare bene per non compromettere il passaggio in finale. Vogliamo an-dare in fondo alla Coppa Italia".

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Corriere dello Sport MilanMilanMilanMilan

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Vittoria dei Giallorossi coll’Inter e gran-de Fiorentina con l’Udinese, le altre deludono

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L’Inter non c’è più e vola la Roma. 4-0, che botta alla A!

Corriere della Sera

RomaRomaRomaRoma

erviva una rea-zione d’orgoglio dopo la sconfit-ta di Cagliari, è arrivata una vera e propria lezione di cal-cio. Contro l’Inter dell’ex Ranieri, la Ro-ma di Luis Enri-que gioca una delle migliori partite stagiona-li e vince senza alcuna preoccu-pazione: 4-0 grazie alla dop-

pietta di Borini, salito a quota 5 in campionato, e ai gol di Juan e del redivivo Bojan. Grande prestazione di De Rossi, che resta in campo 90 minuti. Mercoledì a Catania il recupero della gara sospesa il 14 gennaio.

PRIMO TEMPO PRIMO TEMPO PRIMO TEMPO PRIMO TEMPO - La Roma parte fortissimo. Al 4’ Ga-go pesca in profondità Borini, il cui tiro da buona posizione termina a lato. Al 12’ doppia occasione per i giallorossi: Totti libera in area Lamela con un colpo di tacco, il tiro dell’argentino è respinto con il piede

da Julio Cesar; sulla prosecuzione dell’azione palla a Pjanic che tira da dentro l’area, il portiere nerazzurro devia in angolo. Sul corner seguente arriva il vantag-gio con un colpo di testa di Juan - al suo secondo gol consecutivo - che prende il tempo a tutti e batte Julio Cesar. L’Inter reagisce, al 15’, con un tiro di Milito parato a terra da Stekelenburg. Il ritmo cala ma è sempre la Roma a comandare il gioco: al 32’ un colpo di testa di Lamela su cross di Josè Angel termina alto sopra la traversa. Al 41’ il raddoppio romanista: gran-dissimo lancio di Pjanic in profondità per Borini che mette a sedere Samuel e con il destro batte ancora Julio Cesar.

SECONDO TEMPO SECONDO TEMPO SECONDO TEMPO SECONDO TEMPO - Al primo affondo del secondo tempo la Roma va a segno: al 3’ lancio lungo di Juan, Borini scatta sul filo del fuorigioco e solissimo in area con il destro supera Julio Cesar. E’ 3-0 e doppietta personale. La partita in pratica finisce qui perché l’Inter non si fa mai vedere dalle parti di Stekelen-burg e la Roma non fa nessuna fatica ad amministrare il risultato. Se c’è anzi una squadra che meriterebbe di segnare ancora è proprio la Roma, che con Pjanic, Lamela e Borini «rischia» più volte il quarto gol. Che arriva nel finale con Bojan Krkic, entrato al posto di Lamela, che si porta dietro tutta la difesa dell’Inter e con un diagonale di destro fissa il risultato sul 4-0.

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La Fiorentina si riprende, Ju-ve e Milan pari come Napoli

ChievoChievoChievoChievo----Parma 1Parma 1Parma 1Parma 1----2222 Il Parma passa 2-1, grazie a un incredibile autogol di Luciano, su un Chievo che rimedia il secondo ko di fila in casa dopo quello con la Lazio. Dopo un primo tempo equilibrato e avaro di emozioni su un campo molto duro, gli emiliani passano alla prima azione della seconda frazione. Bel lancio in verticale di Mari-ga per Giovinco, gran controllo in area e palla alle spalle di Sorrentino. Per Giovinco nona rete in cam-pionato. Il pari del Chievo dopo appena quattro mi-nuti: Zaccardo per due volte non riesce a respingere e Thereau è lesto a battere a rete. Al 24' la squadra di Donadoni torna avanti: punizione di Giovinco dalla destra, Luciano interviene ma invece di rinviare infi-la il proprio portiere Sorrentino all'angolino. FiorentinaFiorentinaFiorentinaFiorentina----Udinese 3Udinese 3Udinese 3Udinese 3----2222 La Fiorentina coglie la seconda vittoria di fila e ferma l'Udinese, che si fa rimontare e perde l'occasione di portarsi in piena zona scudetto. Al 14' Udinese in vantaggio con Di Natale, che arriva a quota 16: pallo-netto dal limite, Boruc è battuto. Il pari dei viola al 39' su rigore, concesso per fallo di mano di Benatia su lungo cross di Lazzari: gol di Jovetic dagli 11 metri. All'11' della ripresa il vantaggio della Fiorentina: cross dalla sinistra, la difesa dell'Udinese si perde Cassano che sbuca da dietro e di testa supera Handa-novic. Al 38' secondo rigore di giornata per la squa-dra di Delio Rossi: è ancora Benatia a commettere fallo su Jovetic, appena entrato in area. Il montene-grino non fallisce e arriva a quota 12. Torje, appena entrato, realizza al 45' la rete del 3-2 che riaccende, inutilmente, le speranze per i bianconeri di Guido-lin. JuventusJuventusJuventusJuventus----Siena 0Siena 0Siena 0Siena 0----0000 La Juve colleziona angoli e palle gol, soprattuto nella ripresa, ma non va oltre il pari con il Siena e spreca l'occasione di staccare il Milan. Per la squadra di San-nino ottimo pareggio dopo quattro sconfitte di fila fuori casa. Pressione fin dall'inizio della Juve, che però è molto imprecisa negli ultimi passaggi. Il Siena soffre ma nella prima mezz'ora non va quasi mai in

difficoltà. Il più pericoloso è Lichtsteiner: al 34' pas-saggio perfetto di Pirlo per lo svizzero che gira al volo, Pegolo è bravissimo a deviare in angolo. Nella ripresa la Juve continua a fare gioco, il Siena appare un po' stanco. Al 13' bella punizione di Pirlo, Pegolo toglie la palla dall'incrocio dei pali. Il portiere del Siena è il protagonista. Conte tenta la carta Borriello al posto di un evanescente Vucinic. Buono però l'atteggia-mento del Siena, che non pensa solo a difendersi. L'ultimo cambio è Quagliarella per Matri. LecceLecceLecceLecce----Bologna 0Bologna 0Bologna 0Bologna 0----0000 Il Lecce manca l'occasione di avvicinare la zona sal-vezza. Il Bologna esce indenne dal Via del Mare senza rischiare molto. MilanMilanMilanMilan----Napoli 0Napoli 0Napoli 0Napoli 0----0000 Milan ancora in difficoltà dopo il ko con la Lazio. La squadra di Allegri perde anche Ibra, troppo nervoso ed espulso (rischia di saltare il big match con la Juve), mentre il Napoli strappa un buon punto. In avvio gioca meglio il Napoli, che ha una buona opportunità con Cavani (girata alta), dopo una conclusione cen-trale di Seedorf. Al 22' Lavezzi, solo in area, perde il tempo per il tiro e poi conclude debolmente invece di servire Cavani. Da parte del Milan solo fiammate. Nella ripresa il Milan riparte con Amelia in porta al posto di Abbiati. Incredibile l'errore di Robinho al 3': il brasiliano entra solo in area e da ottima posizione spara a lato. Il Milan resta in dieci al 19': Ibrahimovic colpisce con uno schiaffo Aronica, De Sanctis prote-sta con il guardalinee e viene ammonito, poi però l'arbitro estrae il rosso per lo svedese. Al 25' Cavani, partito in posizione regolare, non riesce a schiacciare sull'ottima pennellata di Lavezzi. Nel finale fuori an-che Allegri per proteste. NovaraNovaraNovaraNovara----Cagliari 0Cagliari 0Cagliari 0Cagliari 0----0000 Poche emozioni al Piola. Continua il lungo digiuno di vittorie dei piemontesi, sempre più lontani dalla zona salvezza: per Mondonico un solo punto in due partite in casa contro il Chievo e i rossoblù. La parti-ta la fa il Cagliari che però soffre per l'assenza di Cos-

La Repubblica

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-su, il Novara prova di rimessa ma non riesce quasi mai a pungere. PalermoPalermoPalermoPalermo----Atalanta 2Atalanta 2Atalanta 2Atalanta 2----1111 Terza vittoria nelle ultime quattro partite per il Paler-mo di Mutti, che regola l'Atalanta. La svolta al 26', quando Miccoli entra in area e salta Consigli che sba-glia il tempo dell'uscita e gli frana addosso: rigore e rosso per il portiere nerazzurro. Entra Frezzolini per Tiribocchi e lo stesso Miccoli dal dischetto va in gol (10° in campionato per il capitano rosanero). Ancora Miccoli sfiora il raddoppio al 37' con una bella girata, ma è da applausi anche la risposta di Frezzolini. Il Palermo continua a premere e ottiene il 2-0 con Sil-vestre ma la rete viene annullata per un fuorigioco che però non c'è. Rocambolesco il 2-0 al 4' della ri-presa: doppio Frezzolini su Miccoli e Budan, poi è lo stesso attaccante croato a spingere in rete. La squadra di Colantuono torna in partita all'11': bella discesa di Gabbiadini che entra in area, cross a rimorchio per Maxi Moralez e gol del 2-1. RomaRomaRomaRoma----Inter 4Inter 4Inter 4Inter 4----0000 La Roma riparte dopo il pari con il Bologna e il brut-to ko di Cagliari e travolge l'Inter. Per la squadra di Ranieri invece nuova battuta d'arresto: un solo pun-to nelle ultime tre partite. Al 13' il terzo gol stagionale di Juan: destro di Totti, salta Juan che incrocia di te-sta e batte Julio Cesar. Al 40' il raddoppio di Borini, che parte in posizione regolare, entra in area, frena per portarsi il pallone sul destro e batte ancora il por-tiere brasiliano. La Roma dilaga: al 3' della ripresa la difesa nerazzurra si addormenta e Borini scatta bene, resiste al tentativo di recupero di Lucio e con fred-dezza supera ancora il portiere dell'Inter. Al 45' splen-dida azione personale di Bojan per il 4-0 finale. GenoaGenoaGenoaGenoa----Lazio 3Lazio 3Lazio 3Lazio 3----2222 Il Genoa ferma la Lazio, reduce dalle due vittorie contro Chievo e Milan, ma come col Napoli, dopo aver condotto fino al 3-0, conquista i tre punti col brivido finale. Reja è ancora sfortunato (la Lazio pro-testerà per le condizioni del terreno, duro e ghiaccia-to): manca anche Hernanes, che si blocca nel riscal-

damento, mentre Rocchi si fa male al 16' (sostituito da Candreva). Sblocca Palacio dopo 10' con una ma-gia: corner dalla sinistra, l'argentino arpiona il pallo-ne, ne esce un pallonetto che beffa Marchetti sul se-condo palo. La reazione della Lazio è immediata: Klo-se supera tre uomini e serve Gonzalez che a botta sicura sfiora subito il pari. Poi al 25' il raddoppio: cross dalla sinistra di Sculli, Marchetti esce a vuoto e Jankovic lo batte dalla destra. Il 3-0 dopo appena 15 secondi della ripresa: Garrido scivola, Jankovic anti-cipa Stankevicius e supera Marchetti sul palo lungo. Rigore per la Lazio all'8': Lulic entra in area, Mesto lo atterra. Ledesma trasforma. I biancocelesti restano in dieci negli ultimi minuti (rosso a Diakitè per prote-ste) ma non mollano e al 45' Gonzalez, servito da Klo-se, sigla il gol del 3-2.

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EsteroEsteroEsteroEstero Curiosità

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Sempre più nei campi di Spagna, In-ghilterra, Germania di meno, Italia, le simulazioni sono frequenti. Anche troppo, dato che per Pepe è nuovo un record di queste. Ben 5 nelle ulti-me 3 gare.

La Gazzetta dello Sport

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L’Inter non c’è più e vola la Roma. 4-0, che botta alla A!

La Gazzetta dello Sport EsteroEsteroEsteroEstero

Come sempre, cinque annotazioni sul taccuino di Replay, la rubrica estera di Gazzetta.it: storie, tendenze e curiosità sul cal-cio internazionale, da usare come spunti per riflettere e discute-re. Una finestra sul mondo. Questa settimana, ci occupiamo delle cattive abitudini che si stanno impossessando dei calciato-ri dentro e fuori dall'Europa. Senza demonizzare nessuno e sen-za generalizzare, ci limitiamo a rilevare le cose che rovinano lo spettacolo a noi innamorati del pallone.

ALLARME ROSSOALLARME ROSSOALLARME ROSSOALLARME ROSSO — In "Febbre a 90", Nick Hornby sostiene che, per un tifoso, la partita perfetta debba prevedere almeno un'espulsione nella squadra avversaria. Sarà, è questione di gu-sti. I cartellini rossi, però, alterano i valori in campo e l'equili-brio di un match: andrebbero limitati al massimo ed estrattti solo quando il gioco si fa troppo duro (e non, per esempio, quando il portiere commette fallo da rigore). Purtroppo, sempre più di frequente, l'arbitro non può fare a meno di cacciar via chi si comporta male: in questa stagione, nella Liga spagnola fiocca-no i rossi per le risse che si accendono nei finali di gara. E poi ci sono i tristissimi comportamenti da bulletto (o da "capobranco", come scrive Paolo Condò sulla prima pagina del-la Gazzetta dello Sport di oggi) come quelli che Ibrahimovic (serie A) e Cissé (Premier League) ci hanno mostrato nel weekend: atteggiamenti dannosi per la propria squadra e dise-ducativi per i più giovani, soprattutto quando non vengono censurati a dovere dai dirigenti dei club. I momenti di nervosi-smo sono umani e capitano a tutti, ma un professionista non può permettersi di fare sempre tutto ciò che gli passa per la te-sta. .

ACTOR STUDIOACTOR STUDIOACTOR STUDIOACTOR STUDIO — Se alle risse e ai "buffetti" un vero sportivo deve essere contrario, quando si passa alle sceneggiate da cine-ma deve essere addirittura disgustato. Adam Johnson del Man-chester City e Danny Welbeck del Manchester Utd sono giova-ni campioni e vestiranno la maglia della nazionale inglese per molto tempo: ebbene, sappiano che il prototipo del calciatore britannico è colui che resiste alle botte e cade solo se proprio non riesce più a stare in piedi, non chi va a cercare apposta il contatto per lucrare un rigore. C'è chi simula per ottenere un penalty a favore e chi lo fa per evitarne uno contro: è la nuova frontiera di Pepe del Real Madrid, al quale Mourinho farebbe bene a dire due parole. Contro il Getafe, dopo aver commesso

un fallo di mano in area, si è buttato a terra fingendo che il pal-lone l'avesse colpito in altre parti del corpo. E l'ha fatta franca. Per la cronaca, il primo a dirgli di rialzarsi e porre fine a quella recita è stato Iker Casillas, portiere campione del mondo anche in fair-play.

PATRIA E PORTAFOGLIPATRIA E PORTAFOGLIPATRIA E PORTAFOGLIPATRIA E PORTAFOGLI — In questi giorni, sta facendo discutere anche il comportamento dei nazionali senegalesi. Che la Coppa d'Africa sia una tremenda seccatura per i club europei è un dato di fatto, visto che arriva a metà stagione e priva le squadre di tanti giocatori di valore per un mese. Ma questo non è un buon motivo per non giocarla al massimo delle proprie possibilità, approfittando invece dell'eliminazione al primo turno per rien-trare anticipatamente da chi paga lo stipendio. In Senegal non hanno gradito il rendimento di Moussa Sow, capocannoniere della scorsa Ligue 1 con 25 reti e accusato di non aver reso al massimo in Coppa d'Africa per raggiungere al più presto il Fe-nerbahçe, che se ne è assicurato le prestazioni. E beffardi devo-no essere sembrati anche i gol di Demba Ba e Papiss Demba Cis-se in Newcastle-Aston Villa: le due stelle senegalesi hanno fatto centro alla prima gara di Premier League dopo l'eliminazione della loro nazionale dal torneo continentale, in cui sono rimasti a secco entrambi. Gli avversari nel girone erano Zambia, Guinea Equatoriale e Libia, tecnicamente inferiori (almeno sulla carta) al Senegal, sconfitto in tre partite su tre. Lo scarso impegno non è dimostrabile e senza prove non è giusto accusare nessuno, ma provate a spiegarlo ai tifosi senegalesi...

OBBLIGO DI FIRMAOBBLIGO DI FIRMAOBBLIGO DI FIRMAOBBLIGO DI FIRMA— Altro malcostume che va consolidandosi è il braccio di ferro tra giocatore e club d'appartenenza su que-stioni di calciomercato, che sempre più spesso si traduce con l'isolamento del tesserato, confinato all'allenamento solitario. Due casi opposti: Amauri e Tevez. L'ex juventino non rientrava più nei piani della società e rifiutava i trasferimenti (è un suo diritto, peraltro), mentre l'argentino chiede di essere ceduto da almeno un anno solare. E si è reso protagonista, dopo il gran rifiuto all'ordine di entrare in campo ricevuto a Monaco da Mancini, di una noiosissima, interminabile telenovela. Che ha riempito le pagine dei giornali e si è conclusa con un nulla di fatto, ovvero con la permanenza di Tevez al Manchester City. La guerra tra giocatore e City ha portato ai veti incrociati per il passaggio a Milan o Psg. Così, anziché ammirare la classe di un 27enne fuoriclasse nel pieno della carriera, lo vediamo in Ar-

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un fallo di mano in area, si è buttato a terra fingendo che il pal-lone l'avesse colpito in altre parti del corpo. E l'ha fatta franca. Per la cronaca, il primo a dirgli di rialzarsi e porre fine a quella recita è stato Iker Casillas, portiere campione del mondo anche

In questi giorni, sta facendo discutere anche il comportamento dei nazionali senegalesi. Che la Coppa d'Africa sia una tremenda seccatura per i club europei è un dato di fatto, visto che arriva a metà stagione e priva le squadre di tanti giocatori di valore per un mese. Ma questo non è un buon motivo per non giocarla al massimo delle proprie possibilità, approfittando invece dell'eliminazione al primo turno per rien-trare anticipatamente da chi paga lo stipendio. In Senegal non hanno gradito il rendimento di Moussa Sow, capocannoniere della scorsa Ligue 1 con 25 reti e accusato di non aver reso al massimo in Coppa d'Africa per raggiungere al più presto il Fe-nerbahçe, che se ne è assicurato le prestazioni. E beffardi devo-no essere sembrati anche i gol di Demba Ba e Papiss Demba Cis-

Aston Villa: le due stelle senegalesi hanno fatto centro alla prima gara di Premier League dopo l'eliminazione della loro nazionale dal torneo continentale, in cui sono rimasti a secco entrambi. Gli avversari nel girone erano Zambia, Guinea Equatoriale e Libia, tecnicamente inferiori (almeno sulla carta) al Senegal, sconfitto in tre partite su tre. Lo scarso impegno non è dimostrabile e senza prove non è giusto accusare nessuno, ma

Altro malcostume che va consolidandosi è il braccio di ferro tra giocatore e club d'appartenenza su que-stioni di calciomercato, che sempre più spesso si traduce con l'isolamento del tesserato, confinato all'allenamento solitario. Due casi opposti: Amauri e Tevez. L'ex juventino non rientrava più nei piani della società e rifiutava i trasferimenti (è un suo diritto, peraltro), mentre l'argentino chiede di essere ceduto da almeno un anno solare. E si è reso protagonista, dopo il gran rifiuto all'ordine di entrare in campo ricevuto a Monaco da Mancini, di una noiosissima, interminabile telenovela. Che ha riempito le pagine dei giornali e si è conclusa con un nulla di fatto, ovvero con la permanenza di Tevez al Manchester City. La guerra tra giocatore e City ha portato ai veti incrociati per il passaggio a Milan o Psg. Così, anziché ammirare la classe di un 27enne fuoriclasse nel pieno della carriera, lo vediamo in Ar-

gentina, fuori rosa, abbracciato a Martin Palermo alla festa di addio al calcio (l'ennesima...) del "Loco". Mah.

A GRANDE RICHIESTAA GRANDE RICHIESTAA GRANDE RICHIESTAA GRANDE RICHIESTA — Da ultimo, vi segnaliamo un altro tor-mentone del momento: il cartellino a richiesta, ossia il tentativo di indurre l'arbitro ad ammonire o espellere un giocatore. Ro-berto Mancini è stato fortemente criticato per aver chiesto un provvedimento disciplinare nei confronti di Glen Johnson del Liverpool, ma la sua protesta non è l'unica modalità ammirata (si fa per dire) di recente. Nella questione Ibra-Aronica, ad e-sempio, c'è una fila di giocatori del Napoli che circondano arbi-tro e guardalinee per accertarsi che abbiano visto la manata del-lo svedese e ne decidano l'espulsione (sacrosanta, sia chiaro, come deve essere chiaro che non lo fanno solo i giocatori del Napoli). Per non parlare di chi accentua i colpetti ricevuti dagli avversari in contrasti di gioco, movimenti leggeri e involontari, cadendo a terra e rotolando come se fosse stato colpito da un fulmine in faccia. Capofila del settore è naturalmente Pepe: ri-cordatevi cosa ha fatto nel Clasico di Copa del Rey al Bernabeu, prima di pestare proditoriamente la mano di Messi. In questo, per una volta, il Barça ha fatto scuola negativamente: per fare due nomi, Sergio Busquets e Daniel Alves, che dal punto di vi-sta tecnico sono campioni meravigliosi, hanno la tendenza a esagerare le conseguenze dei contatti fisici subiti. Se la eliminas-sero, li applaudiremmo con più calore.

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