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Novembre 2012 9 Energie rinnovabili Formati e colori del nuovo fotovoltaico Approntata la nuova strategia energetica nazionale Dal 2013 nuove classi di efficienza energetica per gli elettrodomestici Numero 60 Tel: +39 06 70.49.53.20 Fax: +39 06 70.49.04.7 www.reloaderitalia.it [email protected] La messa al bando dei sacchetti di plastica di nuovo in primo piano Da Symbola e Unioncamere il Rapporto GreenItaly 2012 Realacci: “Per uscire dalla crisi e trovare il suo spazio nel mondo che cambia l’Italia deve fare l’Italia.” 15 Ambiente e società Associazione RELOADER onlus 00185 Roma Viale Carlo Felice 89 19 Gli Special Gli Special Gli Special i i i S to rie di riciclo 13 Giochi di riciclo con i contenitori Una Rete di Scuole per l’Ambiente Il nuovo progetto di RELOADER per la SERR 2012 in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia Lampade fluorescenti compatte: come disfarsene Gli USA e il riciclo 3 RAE RAE RAE E E E In mostra a Rimini un cassonetto intelligente per i rifiuti elettronici FORUM RAEE Il CdC RAEE: raccolto ad oggi circa 1 milione di tonnellate di Rifiuti Elettrici ed Elettronici L’uomo e l’energia L’importanza di ragionare in “negajoules” di Luca Andreassi

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Novembre 2012

9

Energie rinnovabili

Formati e colori del nuovo fotovoltaico

Approntata la nuova strategia energetica nazionale

Dal 2013 nuove classi di efficienza energetica per gli elettrodomestici

Numero 60

Tel: +39 06 70.49.53.20    Fax: +39 06 70.49.04.7    www.reloaderitalia.it     [email protected] 

La messa al bando dei sacchetti di plastica di nuovo in primo piano

Da Symbola e Unioncamere il Rapporto GreenItaly 2012 Realacci: “Per uscire dalla crisi e trovare il suo spazio nel mondo che cambia  l’Italia deve fare l’Italia.” 

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Ambiente e società

Associazione RELOADER onlus  00185  Roma  ‐ Viale Carlo Felice 89     

19 Gli SpecialGli SpecialGli Specialiii

Storie di riciclo

13 Giochi di riciclo con i contenitori

Una Rete di Scuole per l’Ambiente Il  nuovo  progetto  di  RELOADER  per  la  SERR  2012  in  collaborazione  con  tre Scuole di Roma e Provincia 

Lampade fluorescenti compatte: come disfarsene

Gli USA e il riciclo

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RAERAERAEEEE

In mostra a Rimini un cassonetto intelligente per i rifiuti elettronici

FORUM RAEE Il CdC RAEE: raccolto ad oggi circa 1 milione di tonnellate di Rifiuti Elettrici ed Elettronici L’uomo e l’energia

L’importanza di ragionare in “negajoules”

di Luca Andreassi

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Anche quest’anno L’Associazione RELOA‐DER partecipa alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (che si svolgerà  in molti  Paesi  Europei  dal  17  al  25  novem‐bre), organizzando una  serie di eventi  in collaborazione con il Liceo Scientifico Ma‐jorana  di Roma  e  gli  Istituti  comprensivi Ilaria Alpi di  Ladispoli e Guido Pitocco di 

Castelnuovo di Porto.  In  prima  istanza l'iniziativa mira a costruire una prima ag‐gregazione  di  Scuole  del  territorio  della Provincia di Roma, la cui mission principa‐le è trovare percorsi didattici condivisi, al fine di trasferire agli allievi  le conoscenze in  materia  e  stimolare  comportamenti consapevoli volti alla riduzione dei rifiuti ‐ in particolare di quelli elettrici ed elettro‐nici ‐ al loro riciclo ed alla prevenzione del loro  indiscriminato  abbandono. Ulteriore scopo  dell’evento  è  che  gli  allievi  delle Scuole  elementari,  medie  e  superiori  si facciano  Ambasciatori,  presso  le  proprie famiglie  e  la  popolazione,  di  un  “forte” messaggio  di  tutela  dell'ambiente  nella dimensione  urbana.  L’evento  infatti  si svolgerà  con  la  collaborazione  attiva dei Comuni di Ladispoli e Castelnuovo di Por‐to, e si rivolgerà oltre che agli studenti e ai docenti, a tutta  la popolazione: alle fa‐miglie, ai professionisti, ai numerosi ope‐ratori della distribuzione, agli imprendito‐ri  e  agli  enti  locali. Questa  iniziativa  è  il naturale  prosieguo  del  progetto  “Un quartiere  per  l’ambiente,  l’esempio  viene dalle Scuole”, organizzato presso l’Istituto Majorana di Roma nell’ambito della SERR 

2011 e risultato candidato per il premio europeo. Gli eventi  in calendario nelle tre scuole saranno artico‐lati su  più sessioni. Una prima azione di informazio‐ne  e  divulgazione  consisterà  nello  svolgimento  di workshop  rivolti  agli  allievi, ma  aperti  al  pubblico, 

Una Rete di Scuole per l’Ambiente Il nuovo progetto di RELOADER per la SERR 2012

in collaborazione con tre Scuole di Roma e Provincia

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Gli USA e il riciclo L’EPA, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente statunitense, ha lanciato la campagna nazionale per il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici, mentre il riciclo delle lattine segna un incremento record

Il programma di gestione dei RAEE è stata presen‐tata  il  20  settembre  scorso  nel  corso  del  Vintage Tech Recyclers, una manifestazione  che  coinvolge le aziende che operano nel  riciclaggio dei  rifiuti e‐lettronici  e  che  si  svolge  ogni  anno  a  Romeoville nell’Illinois. Ogni anno negli Stati Uniti si producono fino a 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici e la quantità è  in crescita grazie anche alla costante uscita di nuovi modelli che condannano i vecchi alla spazzatura:  a milioni di  iPhone5  venduti  a  cascata sono seguiti milioni di pezzi da smaltire, oggetti an‐che relativamente nuovi e quindi pienamente riuti‐lizzabili attraverso  il riciclaggio dei  loro componen‐ti. “La quantità di rifiuti elettronici può solo crescere ‐  ha  detto  la  responsabile  dell’Agenzia  Lisa  P.  Ja‐ckson  ‐ va quindi  incrementata  l’attività di recupero e  riciclaggio  dei  materiali che possono essere utilizza‐ti per la costruzione di nuo‐vi  prodotti,  con  un  rispar‐mio di danaro e di emissio‐ni”.  Il  programma dell’Agenzia  incoraggia  i grandi produttori di  appa‐recchiature  elettroniche  a raccogliere i vecchi modelli e ad utilizzare i materiali di recupero.  Le  aziende  che aderiscono al progetto de‐vono  presentare  all’EPA  il loro programma di gestio‐ne  chiedendone  la  certifi‐cazione.  L'EPA  stima  che ogni anno negli Stati Uniti 

vengano 'consumati' 135 milioni di telefoni cellulari, pari  a  17.200  tonnellate.  La maggior  parte  finisce nelle discariche e si stima che solo il 10% oggi venga raccolto per  il  riutilizzo o  il  riciclaggio. La prima a‐zienda  ad  aderire  al  programma  dell'Agenzia  è  la Sprint, primo vettore wireless  statunitense che ha già  un  suo programma di  recupero  e  riciclaggio  e che ha già ritirato quest'anno 40 milioni di cellulari, promuovendo  anche  un  programma  di  incentivi 'buy back' ai propri clienti che acquistano nuovi mo‐delli di telefonini consegnando i vecchi. Si potrebbe dire  che  l’Europa  insegna  ancora … Ha  raggiunto intanto un  livello di boom  il  recupero delle  lattine giunto  a quota 65%,  secondo  le  statistiche diffuse dalla Aluminum Association, dal Can Manufacturers Institute e dall'Institute of Scrap Recycling. Rispet‐

to al 2010 si registra un  in‐cremento  del  7%  che  fa  sì che  le  lattine  in  alluminio siano  i  contenitori più  rici‐clati  al  mondo.  Entro  il 2015 l'obbiettivo negli Stati Uniti è quello di arrivare a una percentuale di riciclag‐gio  del  75%.  L'energia  ri‐sparmiata  con  le  lattine riciclate  nel  2011  è  equiva‐lente  secondo  le  statisti‐che a  17 milioni di barili di greggio,  lo  stesso  quanti‐tativo  necessario  per  pro‐durre  i 29 miliardi di botti‐glie  di  plastica  consumati ogni anno dagli americani. 

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aventi come tema la riduzione ed il recupero di imballaggi, materiali e RAEE. Ai workshop inter‐verranno  come  relatori gli  studenti del quinto anno  del  Majorana  che  hanno  partecipato all’evento 2011, esponendo i risultati delle ricer‐che  condotte  nell’ambito  dei  loro  percorsi  di‐dattici dello scorso anno. Una seconda serie di azioni avrà carattere comunicazionale, per pro‐muovere nel pubblico visioni adeguate e relativi comportamenti:  una  mostra  multimediale (video,  foto, manifesti,  creazioni di moda e di oggetti di arredo realizzati con materiali ricicla‐ti);  la distribuzione di  un opuscolo divulgativo su come ridurre i RAEE e come disfarsene. Gra‐zie al partner Biolù si potrà portare anche una dimostrazione  di  spesa  a  “impatto  zero”  con 

prodotti  e  imballaggi  biocompatibili.  La  terza azione  consiste  nell’allestimento  di  laboratori di recupero, riuso e trasformazione artistica dei rifiuti (carta, plastica, RAEE): gli studenti daran‐no una nuova vita ai  rifiuti,  la cui  raccolta sarà da  loro stessi promossa nel territorio. Per que‐sta  azione  è  previsto  un  premio  all’elaborato più originale.  La quarta  azione, di  carattere o‐perativo, consisterà in tre sessioni, una per ogni Scuola, di raccolta RAEE gratuita,  previo volan‐tinaggio promozionale degli studenti nel quar‐tiere Spinaceto e nelle due città che ospiteran‐no  gli  eventi.  Grazie  alla  partecipazione  del Consorzio ECOLAMP sarà possibile   promuove‐re in particolare la raccolta di lampadine e altre sorgenti luminose.           Marina Melissari 

Lampade fluorescenti compatte: come disfarsene In vista del bando delle lampadine a incandescenza ecco le indicazioni per il corretto smaltimento di quelle Lfc

La nuova Direttiva Europea RAEE esclude defini‐tivamente dai  rifiuti speciali  le  lampadine a  fila‐mento  incandescente  che  non  contengono  so‐stanze nocive e per questo spiega Giancarlo De‐zio,  direttore  generale  del  consorzio  Ecolight, 

possono  an‐dare nella dif‐f e r e n z i a t a . Non  è  così invece  per  le Lfc  a  rispar‐mio  energeti‐co  che,  aven‐do  all'interno seppure  in maniera  limi‐tata  una  so‐stanza perico‐

losa  come  il mercurio,  devono  essere  portate all'isola  ecologica  oppure,  al momento  dell'ac‐quisto di una nuova  lampadina, possono essere riconsegnate al negoziante. La legge vale anche per  i Led  che, “devono essere portati al rivendi‐tore  o  all'isola  ecologica”  ma,  avverte  Dezio “bisogna  fare  attenzione  perché  il  contenitore della  raccolta dei  Led  è diverso da quello per  le Lfc”.  Il  Led,  infatti,  “deve essere conferito  insie‐me all'elettronica di consumo" mentre le lampade fluorescenti  compatte  vanno  nel  gruppo  R5  dei RAEE.  Il non corretto smaltimento delle  lampadi‐ne a basso consumo presenta dei rischi: “Essendo fragile,  la  lampadina  compatta  fluorescente  po‐trebbe  rompersi,  disperdendo  nell'ambiente  il mercurio, un prodotto altamente nocivo. Per que‐sto è bene ricordare di non tenerle  in giacenza  in casa una volta esaurite” 

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Si  chiama  RAEE  Parking  ed  è  un  prototipo realizzato con l’obiettivo di aumentare la rac‐colta dei piccoli RAEE,  composti di materiali riciclabili  in quasi  il 95 % dei casi, fornendo ai cittadini un sistema di conferimento automa‐tico, capace anche di tracciare il singolo rifiu‐to. Il prototipo è stato sviluppato nell’ambito del  progetto  europeo  IDENTIS  WEEE (Identification  DEterminatioN  Traceability Integrated  System  for  WEEE),  è  promosso dal  consorzio  Ecolight,  dalla  multi  ‐  utility della  Regione  Emilia  Romagna  HERA  e  dal consorzio  spagnolo  Fundación  Ecolum,  ed  è  stato  presentato  in  anteprima  alla  sedicesi‐ma  edizione  di  Ecomondo,  la  Fiera  interna‐zionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile. Si tratta di un con‐tenitore scarrabile a conferimento controlla‐to, a cui si può accedere mediante una tesse‐ra di riconoscimento. L’utente dovrà indicare il tipo di RAEE da conferire e, all’apertura au‐tomatica  di  uno  sportello,  potrà  deporlo  su un  ripiano, cosicché  il RAEE potrà essere pe‐sato e censito dagli appositi apparecchi di cui è guarnita  la macchina. Tutti  i RAEE così rac‐colti saranno perfettamente tracciati e gesti‐ti  da  un  computer  centrale. Una  volta  che  i contenitori  interni saranno pieni, sarà  il com‐puter a registrare e ad  inviare a destinazione la  richiesta  di  svuotamento.  Viste  le  sue  di‐mensioni  (circa  7  metri  per  3),  il  RAEE Parking può essere posizionato in grandi spa‐

zi, come  i parcheggi, possibilmente  in prossi‐mità  di  grandi  centri  di  vendita.    «In questo modo ‐ sostiene Giancarlo Dezio di Ecolight  ‐ anche  il circuito della distribuzione può essere maggiormente coinvolto nella raccolta dei RA‐EE: per esempio,  il conferimento potrebbe es‐sere effettuato con una carta di riconoscimen‐to elettronica, magari affiliata allo stesso pun‐to  vendita,  innescando  scale  virtuose di accu‐mulo di punti oppure per accedere ad una par‐ticolare  scontistica.  Sono  solamente  possibili‐tà che,  in ogni caso, dovranno essere vagliate in un secondo momento».  Il RAEE Parking  al‐larga  la  ‘famiglia’  dei  cassonetti  intelligenti progettati  nell’ambito  di  IDENTIS WEEE,  af‐fiancandosi  al “RAEE mobile”  ‐ una  stazione itinerante condotta da un operatore, che da‐rà appuntamento ai cittadini  in  luoghi e orari predeterminati, per la raccolta di RAEE di tut‐te  le  taglie e  tipologie  ‐ e al cassonetto stra‐dale  dedicato  ai  piccoli  rifiuti  elettrici,  en‐trambi  promossi  da  Hera  ed  esposti  in  set‐tembre  a  Ravenna  in  occasione  dell’evento “Fare  i  conti  con  l’ambiente”.  Per  vedere all'opera  i nuovi contenitori bisognerà aspet‐tare gennaio 2013 quando saranno posiziona‐ti per circa due anni  in alcuni quartieri di Bo‐logna,  Ravenna,  Castenaso,  Lugo  in  Emilia Romagna, Saragozza  in Spagna e Bucarest  in Romania.    La  sperimentazione  durerà  due anni e  si  concluderà nel 2015  con  la  raccolta dei dati e una valutazione finale.                  RB 

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Promosso  quest'anno  da ASSORAEE  insieme  con  il  CDC RAEE  ‐ ANCI  ‐ ANIE  ‐ FEDERAMBIENTE  ‐ CONFCOMMER‐CIO  ‐ FEDERDISTRIBUZIONE e FISE Assoambiente,  Il con‐vegno “Verso  l’attuazione della nuova Direttiva: traguardi raggiunti e obiettivi futuri”  ha proposto momenti di rifles‐sione e confronto tra i protagonisti del sistema  di gestio‐ne RAEE, sui fattori di forza e le criticità analizzati dal pro‐prio punto di osservazione, così come sulle necessità e le sfide  rappresentate  dall’imminente  recepimento  della nuova Direttiva Europea. Ecco alcuni dati forniti dal Presi‐dente del Centro di Coordinamento RAEE Danilo Bonato: ammonta a quasi un milione di  tonnellate  il  totale dei  ri‐fiuti raccolti nei primi 4 anni di attività dal Sistema nazio‐nale di gestione dei RAEE; dal 2009 a oggi sono state trat‐

tate  circa  50 milioni  di  lampade  a  risparmio  energetico evitando la dispersione nell'ambiente di 365 tonnellate di polveri di mercurio  altamente nocive; nel passaggio  alla televisione digitale terrestre sono stati recuperati e tratta‐ti oltre 15 milioni di vecchi televisori ormai obsoleti. Anche sul  fronte dei cambiamenti climatici  la  raccolta dei RAEE ha dato  il  suo  contributo positivo. Con  il  solo  riciclo dei frigoriferi e dei climatizzatori “si stima siano state evitate ‐ continua Bonato  ‐ emissioni per ben 9 milioni di tonnellate equivalenti di CO2.  Infine  la presenza di un sistema multi  ‐ consortile coordinato dal CdC RAEE ha garantito un servizio omogeneo su tutto il territorio nazionale, con oltre 500.000 missioni di ritiro presso 3.400 centri di raccolta con un tasso di qualità del servizio ormai stabilizzato al 98%”. 

IDENTIS WEEE,  è un progetto  finanziato all’interno del programma “LIFE+ politica e  governance  ambientali”.  Prevede  un investimento di 3,5 milioni di euro e mira ad incrementare la raccolta dei rifiuti elet‐tronici,  in particolare quelli di piccole di‐mensioni,  introducendo  degli  innovati metodi  di  raccolta  che  garantiscano  an‐che una completa tracciabilità dei RAEE. 

RAEE  Parking  è  stato  progettato  come  uno  strumento alternativo  ai  centri  di  raccolta  comunali,  che  permetta  ai cittadini di  smaltire  in una  sola  volta piccoli  elettrodomestici, cellulari, lampadine a risparmio energetico, monitor e pile. 

In mostra a Rimini un cassonetto intelligente per i rifiuti elettronici

ECOMONDO - FORUM RAEE

Il CdC RAEE: raccolto ad oggi circa 1 milione di tonnellate di Rifiuti Elettrici ed Elettronici

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Iridescente e impermeabile come le ali delle farfalle

Si tratta di un nuovo materiale progettato proprio ispirandosi alle moltepli‐ci qualità delle ali dai colori cangianti delle farfalle. È stato sviluppato dai ricercatori della University of Pennsylvania  a Philadelphia, che hanno pub‐blicato la ricerca sulla rivista Advanced Functional Materials. Guidato dalla professoressa Shu Yang, per creare l'innovativo materiale il team ha utiliz‐zato principalmente  la  tecnologia  laser. Mediante  la  litografia olografica, sono riusciti a ricreare le proprietà riflettenti delle ali con un tipo di mate‐riale chiamato “photoresist, dalla struttura 3D e reticolata”. Hanno poi ap‐plicato un solvente, lavando via tutto il photoresist toccato dal laser. Han‐no così ottenuto una  struttura  tridimensionale  in grado di  influenzare  la luce che lo colpisce. Proprio come le ali di una farfalla. I ricercatori hanno, infine, utilizzato un prodotto per irruvidire la superficie e renderla resisten‐te all'acqua. L'obiettivo primario dei ricercatori, in realtà, era proprio quel‐lo di creare ‘rivestimenti idrofobi’ che contribuissero a migliorare i pannelli solari, mantenendoli puliti e asciutti e, quindi, più efficienti. Sono numero‐se le potenziali applicazioni: una versione a basso costo di questa tecnolo‐gia potrebbe essere utilizzata per coprire edifici ed abbellirli nello stesso tempo con un colore luminoso e molto decorativo. L'edificio "farfalla" sa‐rebbe collegato a un chip che potrebbe permettere al  proprietario di cam‐biare i colori e la trasparenza a seconda dei gusti. Poiché il materiale è resi‐stente all'acqua, non sarebbe nemmeno necessario pulirlo molto spesso. 

Raddoppiare l'efficienza con le celle solari al silicio nero Utilizzare  il nero per  raddoppiare  l'efficienza delle  celle solari. Ci avevano già pensato due anni fa i ricercatori del‐la Technical University di Monaco, che avevano proposto dei  ‘black wafer’  per  produrre  un  fotovoltaico  più  effi‐ciente. Oggi ci riprovano i ricercatori del Fraunhofer Insti‐tute  for  Telecommunications,  che  hanno  pensato  di sfruttare delle speciali celle solari al silicio nero, progetta‐te per assorbire la parte dello spettro solare oggi ancora inutilizzata. Le  celle  solari attualmente  convertono  i  tre quarti dell'energia contenuta nello spettro solare in ener‐gia elettrica, perdendo del  tutto  lo  'spettro  infrarosso'. Circa un quarto dello spettro del Sole è costituito da ra‐diazioni  infrarosse,  che  non  possono  essere  convertite mediante le normali celle solari. Per superare questo limi‐te  il  team  tedesco ha pensato di usare  il silicio nero, un materiale che assorbe quasi tutta la luce solare che colpi‐sce, compresa  la radiazione  infrarossa, e  la trasforma  in energia elettrica.  Il silicio nero è ottenuto dall'irradiazio‐ne del silicio standard con speciali  impulsi  laser a femto‐secondi,  come ha  spiegato  il Dott.  Stefan Kontermann, che ha diretto il gruppo di ricerca. “Questo ne modifica la superficie  e  integra  atomi  di  zolfo  nel  reticolo  del  silicio, rendendo  il materiale trattato nero. Lo abbiamo scoperto modificando la forma dell'impulso laser usato per irradiare il silicio. Abbiamo usato gli  impulsi  laser per modificare  lo zolfo integrato, al fine di massimizzare il numero di elettro‐ni  che possono  risalire,  riducendo al minimo  il numero di quelli che possono tornare indietro e dunque di disperder‐si”. Il progetto, chiamato Customized light pulses è stato uno dei vincitori di quest'anno del concorso  ‘365 Places in the Land of Ideas’.              (fonte: green.me.it) 

GsE, il nano-fiore fotovoltaico Strutture  hi‐tech  realizzate  da  un  team  di  ricercatori  della North Carolina State University a maggiore efficienza energeti‐ca delle batterie e delle celle solari. I nano‐fiori hanno petali di soli 20‐30 nanometri di spessore, ma a dispetto delle dimensio‐ni sono in grado di fornire una grande superficie in una piccola quantità di spazio, utile per immagazzinare l'energia nelle bat‐terie al litio o per assorbire la luce nei pannelli solari. Per crearli i ricercatori hanno utilizzato un materiale molto particolare,  il solfuro di germanio (noto come GeS). Quest'ultimo, simile alla grafite, per la sua struttura atomica ha la capacità di assorbire l'energia solare e convertirla  in energia utilizzabile. Ciò  lo ren‐de molto interessante per l'utilizzo nelle celle solari anche per‐ché è relativamente poco costoso e non è tossico, al contrario di molti dei materiali attualmente utilizzati. Per creare i fiori di GeS, i ricercatori hanno posto la sua polvere in un forno, fino a quando non ha iniziato a vaporizzare. Il vapore è stato poi fat‐to convogliare  in un'area più fredda del forno, dove la GeS ha depositato dell'aria  in un foglio stratificato di soli 20‐30 nano‐metri di spessore e lungo fino a 100 micrometri. Sono stati poi aggiunti  altri  strati  fino  a  creare  un motivo  floreale  simile  a quello di una margherita o di un garofano. “Per ottenere que‐sta struttura, è molto importante controllare il flusso del vapore di GeS, in modo che abbia il tempo di diffondersi in strati, piutto‐sto che aggregarsi in ciuffi” ‐ ha spiegato Linyou Cao, professo‐re  di  scienza  dei  materiali  e  ingegneria  presso  l'NC  State University e co‐autore di un articolo sulla ricerca, pubblicata su ACS Nano. “La vasta area di superficie in una piccola quantità di spazio, potrebbe aumentare significativamente  la capacità delle batterie al  litio, per esempio, poiché  la struttura più sottile con una superficie più grande può contenere più  ioni di  litio. Analo‐gamente,  questa  struttura  a  fiore  potrebbe  portare  ad  un  au‐mento della capacità dei  supercondensatori,  che  sono utilizzati anche per lo stoccaggio dell'energia”.         (fonte: green.me.it) 

Formati e colori del nuovo fotovoltaico

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L’Unione Europea ha stabilito dei nuovi para‐metri di valutazione per i cosiddetti “prodotti connessi all’energia”,  in altre parole gli elet‐trodomestici. Con  la finalità di fornire norme coerenti per migliorare le prestazioni ambien‐tali di  tali prodotti,  la nuova etichettatura  ri‐porterà  delle  diciture  differenti  rispetto  al passato. L’obiettivo non è solo di essere più precisi, ma  anche di unificare  la  legislazione in tutti i Paesi del Continente. Nell’elenco dei prodotti  che  dovranno  subire  questa  nuova etichettatura  non  ci  saranno  solo  prodotti come  gli  elettrodomestici,  ma  anche  quelli che trasferiscono o misurano l’energia intesa come  gas  o  combustibili  fossili,  come  ad  e‐sempio le caldaie, o altri prodotti che non uti‐lizzano energia ma hanno un impatto sui con‐sumi come docce,  rubinetti e  finestre. Un a‐spetto molto importante è che vengono abo‐lite le classi energetiche peggiori, quelle dalla E alla G. Ciò significa che i produttori di merci 

che  rientrano  in queste  classi non potranno più produrre nulla di così scarsamente ecolo‐gico e dovranno necessariamente migliorare dal  punto  di  vista  del  risparmio  energetico. “Introducendo  un  diverso modo  di  calcolare l’efficienza  dell’impianto,  la  normativa  alza l’asticella dell’efficienza minima dei prodotti e mette ordine nel settore, stabilendo che se un prodotto non è efficiente non può essere ven‐duto.  Così,  chi  è  in  grado di  fare un  apparec‐chio  efficiente  potrà  distinguersi  sul mercato ed  essere premiato.  E  anche  i  consumatori  a‐vranno  gli  strumenti  per  scegliere  al meglio”   ha  dichiarato Walter  Rebosio,  di Mitsubishi Electric. “L’obiettivo finale è dunque di non far più scegliere al consumatore finale tra un pro‐dotto a risparmio energetico ed uno sprecone, ma  tra uno con un alto  risparmio ed uno con un basso risparmio, in modo da ridurre i consu‐mi energetici  in ogni modo e, di conseguenza, le emissioni totali”.        (Fonte: Corriere della Sera) 

Dal 2013 nuove classi di efficienza energetica per gli elettrodomestici

Energie rinnovabiliEnergie rinnovabiliEnergie rinnovabili

Approntata la nuova strategia energetica nazionale Il  documento  è  disponibile  al  pubblico  sul  sito  del  Ministero  dello  Sviluppo Economico per consultazioni e osservazioni 

A oltre vent’anni dall’ultimo Pia‐no  energetico  nazionale  e dopo settimane  di  anticipazioni  che avevano reso ancora più febbrile l'attesa  degli  addetti  ai  lavori,  il Governo ha varato la nuova Stra‐tegia energetica nazionale (Sen), avviando una consultazione pub‐blica  per  permettere  a  cittadini, associazioni  e  imprese di dire  la propria. Lo ha comunicato, al ter‐mine  del  Consiglio  dei  Ministri del  16 ottobre  scorso,  il premier Mario Monti  in  persona,  sottoli‐neando  che  «è  la prima volta da 15 anni che  l'Italia cerca una  stra‐tegia complessiva».  E’  toccato  al Ministro Passera  illustrare  i  con‐tenuti  del  provvedimento  che mira a raggiungere e superare gli obiettivi  europei  del  "pacchetto 20‐20‐20"  (20% di energia da  rin‐novabili,  riduzione  del  20%  delle emissioni,  +20%  di  risparmio  e‐nergetico al 2020).  In sintesi, tra gli obiettivi dell'azione strategica  vi  sono:  la  riduzione  di  14 miliardi/anno  della  dipendenza energetica dall'estero; lo stanzia‐mento  di  180 miliardi  di  euro  di investimenti  da  qui  al  2020,  sia nella  green  e  white  economy (rinnovabili e efficienza energeti‐ca)  sia  nei  settori  tradizionali (reti  elettriche  e gas,  rigassifica‐tori,  stoccaggi,  sviluppo  idrocar‐buri); la riduzione di circa il 19% di emissioni di gas serra, superando gli  obiettivi  europei  per  l'Italia 

pari  al  18%  di  riduzione  rispetto alle emissioni del 2005. Obiettivo prioritario della Strategia è «far sì che  l’energia non  rappresenti più per  il  nostro  Paese  un  fattore strutturale di svantaggio competi‐tivo  e  di  appesantimento  del  bi‐lancio familiare».  Il Ministro   Pas‐sera ha tuttavia rimarcato anche gli  intenti ambientali del provve‐dimento,  che  individua  nel  2020 l'orizzonte  temporale  di  riferi‐mento.  Per  quanto  riguarda  le fonti  rinnovabili,  il  Ministero  si aspetta  che  diventino  la  prima fonte di energia elettrica al pari o superando  leggermente  il gas.  Il target  infatti  è  raggiungere  un 20% di incidenza sui consumi fina‐li lordi, e cioè sul totale in termini di elettricità, calore e trasporti. Il peso  dell'energia  verde  dovrà inoltre raggiungere almeno il 23% sui  consumi  primari  energetici, mentre  l’incidenza dei combusti‐bili fossili dovrà scendere dall’86 al 76%. Nel solo settore elettrico, infine, nel 2020  le rinnovabili do‐vrebbero  riuscire  a  diventare, grazie  agli  indirizzi  previsti  dalla Strategia, la prima fonte del Pae‐se,  al  pari  o  superando  legger‐mente  il  gas,  rappresentando  il circa  il  36  ‐  38%  dei  consumi (rispetto al 23% del 2010). A pro‐posito di incentivi alle rinnovabili, si prevede, nel medio‐lungo peri‐odo,  la  «graduale  riduzione degli incentivi ‐ con un previsto annulla‐

mento,  in particolare nel caso del fotovoltaico  ‐  e  la  completa  inte‐grazione con il mercato elettrico e con la rete». Il Governo ha inoltre ribadito  di  voler  puntare  sulle rinnovabili  termiche,  attraverso l'avvio, che dovrebbe essere  im‐minente, di un Conto energia de‐dicato, da affiancare al meccani‐smo dei Certificati bianchi e a mi‐sure  di  incentivazione  dedicate soprattutto  a  teleriscaldamento e  teleraffrescamento. Una parti‐colare attenzione, inoltre, è stata annunciata  per  il  recupero  e  la valorizzazione dei rifiuti. Per rag‐giungere  gli  obiettivi  in materia di  risparmio  energetico,  la  Stra‐tegia energetica nazionale indivi‐dua  una  serie  di  linee  program‐matiche:  1)  il  rafforzamento  di standard minimi  e  normative,  in particolare  per  quanto  riguarda l’edilizia ed il settore dei traspor‐ti; 2) l’estensione nel tempo delle detrazioni  fiscali,  prevalente‐mente  dedicate  al  settore  delle ristrutturazioni civili, che andran‐no corrette per renderle più effi‐caci  ed  efficienti  in  termini  di costo/beneficio; 3) l’introduzione 

di  incentivazione  diretta  per gli  interventi  della  Pubblica amministrazione,  impossibili‐tata ad accedere al meccani‐smo  delle  detrazioni  e  che deve  svolgere un  ruolo di  e‐sempio  e  guida  per  il  resto dell’economia;  4)  il  rafforza‐mento  degli  obiettivi  e  dei meccanismi  dei  Certificati bianchi,  prevalentemente dedicati  ai  settori  industriali dei servizi, ma rilevanti anche nei trasporti e nel residenzia‐

le, che avranno un ruolo fon‐damentale, date  le potenzia‐lità dell’ambito di  intervento e  l’efficienza di  costo  che  u‐no strumento di mercato co‐me questo dovrebbe garanti‐re;  5)  Per  affrancare  l'Italia dalla dipendenza delle impor‐tazioni di energia il documen‐to  di  Strategia  prevede  an‐che di sviluppare la produzio‐ne  nazionale  di  idrocarburi, «ritornando  sostanzialmente ai  livelli degli anni Novanta». 

L'obiettivo generale è quello di soddisfare  il  14% del  fabbi‐sogno totale di gas e petrolio con  la  produzione  interna, anche  attraverso  la  semplifi‐cazione  delle  procedure  di autorizzazione  alle  trivella‐zioni. Il governo, in particola‐re, prevede di  sostituire  l'at‐tuale  sistema  di  3  autorizza‐zioni distinte in un unico tito‐lo abilitativo,  in modo da ac‐celerare l'iter per l'avvio delle trivellazioni. 

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Storie di ricicloStorie di ricicloStorie di riciclo     

Giochi di riciclo con i contenitori 

La designer Antonietta Casini, ha  creato dei divertenti  origami  su  fogli  di  Carta  Frutta™. con pochi gesti ecco pronti fiorellini e farfalle multicolori e una  rondine  rossa: possono di‐ventare vivaci segnaposti, originali chiudipac‐chi o tutto ciò che suggerisce la fantasia. 

I  contenitori Tetra Pak  sono  interamente  riciclabili. Le tre componenti, carta (75%), polietilene (20%) e allumi‐nio (5%), sono  interamente riciclate  in una nuova carta e in un nuovo materiale plastico. Grazie all'accordo con il Comieco,  i  cartoni Tetra Pak opportunamente  sciac‐quati e schiacciati, possono essere conferiti insieme agli altri imballaggi.  

Sciacquare,  schiacciare, gettare.  I  tre gesti per una  corretta raccolta differenziata. Ma anche  ritagliare, piegare, colorare … La vita di un cartone per alimenti non si esaurisce necessa‐riamente  dopo  essere  stato  un  contenitore:  grazie  alla  sua peculiare composizione il cartone Tetra Pak è leggero, sicuro 

e  resistente, può essere maneggiato dai più piccoli e scatenare la creatività dei più grandi: basta un briciolo di fantasia e ma‐nualità per re‐inventare un oggetto.  TiRi‐ciclo.it è un sito che promuove idee e ide‐atori  di  creazioni  esclusive,  proponendo gli utilizzi più  svariati dei  cartoni per  ali‐menti e dei materiali ottenuti dal loro rici‐clo: la Carta Frutta™ [una carta avana par‐ticolarmente adatta per  la produzione di shopper  e  di  cancelleria]  e  l’EcoAllene [composto da polietilene e da una picco‐la percentuale di alluminio, è un materia‐le plastico e stampabile, impiegato nell'e‐dilizia ed  in bigiotteria]. Non resta a que‐sto punto che armarsi di forbici, spago e colla liquida e … provarci. 

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Ambiente e societ

Ambiente e societ

Ambiente e societ àà à     

La parola Green Economy è ormai diventata parte del  linguaggio quotidiano,  tuttavia  la tendenza è quella di associarla prettamente al Settore dell'energia ed  in particolare alle fonti  rinnovabili.  Il  rapporto  “GreenItaly 2012, l’economia verde sfida la crisi”, presen‐tato  lo  scorso  5  novembre  a  Roma  da Symbola  ‐ Fondazione per  le qualità  italiane e Unioncamere, mostra come  la Green Eco‐nomy sia in realtà una ‘filosofia’ che sta inte‐ressando  tutti  i  settori dell'economia  italia‐na e ne sottolinea  il  ruolo di  fattore chiave per uscire dalla crisi che l'Italia sta affrontan‐do. Con questo rapporto sono stati analizza‐ti  tutti gli aspetti che caratterizzano  la  ten‐denza  delle  nostre  imprese  ad  orientarsi verso un modello green e i risultati di questo approccio,  al  fine  di  tracciare  un  preciso quadro della  situazione del nostro Paese.  I dati  raccontano  di  un'Italia  dove  sta  final‐mente  iniziando  la  “rivoluzione  verde”,  in‐fatti dal 2009 al 2012  il 23,6% delle  imprese dei settori industriale e terziario hanno inve‐

stito in tecnologie e prodotti green.  Questa percentuale  ad  una  prima  considerazione non sembra molto  incoraggiante, tuttavia a supportarla  sono  i  dati  emersi  dallo  studio condotto tra  le  ‘vere’ nuove  imprese, ovve‐ro tutte le aziende nate da zero e non attra‐verso  fusioni,  cambi  nome  o  altro,  avviate nel primo semestre 2012. Di queste  il 14% ha già realizzato o realizzerà entro  il 2013  inve‐stimenti green. Si sta quindi diffondendo, in particolare tra i giovani, la cultura che ‘green è migliore’. Ma quali sono i reali vantaggi per un'impresa verde? Il rapporto spiega come a invogliare  al  cambiamento  non  sia  solo  la sensibilità  ambientale, ma  anche  il  vantag‐gio economico. I dati sulle propensioni all'e‐xport  e  all'innovazione  indicano  che  le  a‐ziende green sono più competitive sui mer‐cati  esteri  rispetto  a  quelle  tradizionali.  In merito  all'export  il  37,4% delle  imprese  che investono in tecnologie verdi è presente  sui mercati stranieri contro il 22,2% di quelle che non  fanno  questi  investimenti.  Per  quanto 

Da quando il provvedimento di messa al ban‐do degli shopper è stato approvato  in  Italia, nel lontano 2007, si è assistito ad una serie di proroghe  e  rinvii  che  hanno  fatto  letteral‐mente slittare la data di entrata  in vigore del relativo sistema sanzionatorio fino al gennaio 2014. A  causa di questi  ritardi  si  è  iniziato  a pensare  al  bando  degli  shopper  in  plastica tradizionale come la storia infinita di un prov‐vedimento  che,  nonostante  presti molta  at‐tenzione  alle  tematiche  ambientali,  non  è possibile o non si vuole applicare. A smentire questa  ipotesi è stato  l'intervento del Gover‐no che, mediante  il Dl. n. 79/2012, ha  fissato come data di entrata  in vigore delle sanzioni il 1 gennaio 2013. In altre parole dal prossimo anno  sarà  punibile  chiunque  immetterà  sul mercato  nazionale  shopper  che  non  rispon‐dono  ai  criteri  di  biodegradabilità  e  compo‐stabilità indicati dalla norma UNI EN 13432 del 2002,  o  che  non  sono  riutilizzabili.  Si  defini‐scono riutilizzabili tutti  i sacchetti che rispet‐tano  i  seguenti  parametri:  per  gli  shopper con maniglia esterna è necessario uno  spes‐sore  superiore  ai  200  micron,  se  destinati 

all'uso alimentare, e ai 100 micron per tutti gli altri usi; per quelli con maniglia interna invece lo spessore deve essere superiore ai  100 mi‐cron per  l'uso alimentare e ai 60 micron per gli altri usi. L'anticipo di un anno dell'applica‐zione delle sanzioni è una buona notizia per la  lotta contro  i sacchetti  inquinanti, tuttavia in merito alla questione non mancano notizie meno buone. Come per  esempio  il  secondo richiamo della Commissione Europea, in cui si rimprovera lo Stato Italiano per aver messo al bando  unilateralmente  gli  shopper  non  bio‐degradabili,  mentre  la  Direttiva  Europea  di riferimento non considera la biodegradabilità come requisito  indispensabile e quindi valido discrimine  per  la  commercializzazione  degli imballaggi,  tra  cui  vi  sono  i  sacchetti  della spesa.  Pertanto  l'Italia  avrebbe  bandito  un prodotto vendibile  in tutto  il resto d'Europa. Oltre a questo, la Commissione poi ci rimpro‐vera pure di non aver dato preliminare comu‐nicazione  del  provvedimento.  Insomma  sa‐remmo  stati  un  po'  birichini,  ma  a  questo punto speriamo che  invece di  rimbrottarci ci prendano, una volta tanto, ad esempio.    M T 

Da Symbola e Unioncamere

il Rapporto GreenItaly 2012

La messa al bando dei sacchetti La messa al bando dei sacchetti La messa al bando dei sacchetti di plastica di nuovo in primo piano di plastica di nuovo in primo piano di plastica di nuovo in primo piano

Realacci: “Per uscire dalla

crisi e trovare il suo spazio

nel mondo che cambia

l ’ I tal ia deve fare l ’ I tal ia.”

Mirko Turchetti 

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Ambiente e societ

Ambiente e societ

Ambiente e societ àà à

riguarda l'innovazione il 37,9% delle aziende che re‐alizzino eco‐investimenti ha introdotto nel 2011 del‐le innovazioni ai prodotti che realizzano o ai servizi che offrono, a fronte del 18,3% riferito a chi non  in‐veste  nella  green  economy.  Un  altro  aspetto  da non sottovalutare è rappresentato dall'impatto che questa  'rivoluzione  verde'  ha  sull'occupazione.  In‐fatti  il 38,2% delle assunzioni complessive program‐mate  (stagionali  inclusi)  dalle  imprese  italiane 

dell’industria e dei servizi per l’anno 2012 si devono alle aziende green. E non basta, perché  il 20% delle 358 mila imprese che hanno sostenuto investimenti verdi negli ultimi tre anni o  lo faranno quest’anno, prevede di assumere personale nell'anno corrente. Infine circa  il 30% delle assunzioni complessive non stagionali programmate per il 2012 è per figure pro‐fessionali legate alla sostenibilità. Una novità  intro‐dotta da questo rapporto è  l'analisi dei contratti di rete stipulati tra le aziende in una logica di network e di  integrazione di filiera. Dei 458 contratti di rete stipulati nel 2012, 87 sono stati stipulati per raggiun‐gere obiettivi green. Per concludere è stata analiz‐zata  la  diffusione  dell'approccio  strategico  green 

nei vari settori economici e la diffusione geografica delle  imprese  verdi  sul  territorio  nazionale.  L'ap‐proccio green è più diffuso nel  settore manifattu‐riero: il 27% di queste aziende fa investimenti green, contro le 21,7 % di quelle del settore terziario. Tra le imprese  della manifattura  spiccano  la  filiera  della gomma e della plastica,  la  lavorazione dei minerali non metalliferi,  quelle  della  carta  e  della  stampa, della meccanica, mezzi di trasporto, dell’elettronica e  strumentazione  di  precisione,  dove  la  quota  di imprese  che  realizzano  investimenti  green  va  ben oltre la media, con una punta record del 41% nel ca‐so del comparto chimico‐farmaceutico. Dal punto di vista geografico  invece la green economy è diffusa in modo pervasivo in tutto il Paese,  da Nord a Sud. La  classifica  regionale  per    numero  delle  imprese green sul totale è guidata dalla Lombardia, che con‐ta su 69 mila che investono nel green, seconda po‐sizione per il Veneto con quasi 34 mila imprese, ter‐za per il Lazio con 33 mila imprese. Seguono Emilia Romagna (quasi 30 mila  imprese green), Campania (oltre  26 mila),  Toscana  (oltre  24 mila),  Piemonte (oltre 23 mila), Sicilia (circa 22.500), Puglia (oltre 21 mila) e Marche (circa 10.500). “Per  far  ripartire  il Paese non basta  fronteggiare  la crisi  –  ha  concluso  il  Presidente  della  Fondazione Symbola  Ermete  Realacci  ‐  affrontare  i nostri mali antichi:  il debito pubblico,  l’illegalità  e  l’evasione  fi‐scale,  le  diseguaglianze  nella  distribuzione  della  ric‐chezza, il sud che perde contatto, una burocrazia spe‐so soffocante. Serve una visione in grado di mobilita‐re  le migliori energie per affrontare  le sfide del futu‐ro.  È  necessario  difendere  la  coesione  sociale,  non lasciando  indietro  nessuno  e  scommettere sull’innovazione,  sulla  conoscenza,  sull’identità  dei territori: su una green economy tricolore che incrocia la vocazione italiana alla qualità e si lega alla forza del made  in  Italy.  È  necessario  cambiare  partendo  dai talenti dell’Italia che c’è. Per uscire dalla crisi e trova‐re  il  suo  spazio  nel  mondo  che  cambia,  insomma,  l’Italia deve fare l’Italia”.  

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L’importanza di ragionare in “negajoules”

Ovvero  continuare  a  produrre  la  stessa quantità  di  beni  e  di  servizi  consumando meno energia, riducendo al contempo l'im‐patto ambientale e le spese economiche. E vale per tutti, nessuno escluso. Vale per  le Amministrazioni  Pubbliche,  per  le  piccole, medie e grandi  imprese e per  i comuni cit‐tadini.  L’efficienza  energetica,  infatti  e  fi‐nalmente, è oggi considerata  il più  impor‐tante,  rapido ed efficace strumento  indivi‐duato  dall’Unione  Europea  per  garantire competitività a livello globale, protezione e qualità dell’ambiente che ci circonda, ridu‐zione  della  dipendenza  dall’estero  per l’approvvigionamento di materie prime ed energia. Si stima che  l’Unione Europea riu‐scirebbe a risparmiare, con adeguati  inter‐venti,  almeno  il  20%  di  energia  rispetto all’attuale consumo, pari a circa 60 miliardi di  euro  all’anno:  una  famiglia  media  po‐trebbe così risparmiare, a seconda del pro‐prio consumo d’energia, da 200 a 1.000 eu‐ro  all’anno.  Tanto  enormi  sono questi po‐tenziali  risparmi da  introdurre un neologi‐smo, ovvero  i  ‘negajoules’  che  rappresen‐tano  il mancato consumo di energia grazie al  risparmio e che sono divenuti  la più  im‐portante  risorsa energetica  individuale. Ri‐tengo utile, però, calare queste affermazio‐ni  nei  vari  settori  della  società  per  capire opportunità  e  contraddizioni,  cosa  si  sta facendo e cosa no e molto  spesso cosa  si dovrebbe fare e cosa  invece ancora non si fa. Cominciamo dalle Amministrazioni Pub‐bliche. Intanto l'organizzazione e le regole. 

Mediamente  le Amministrazioni Pubbliche ricevono centinaia di bollette di consumi di energia elettrica e termica, spesso ignoran‐do di  cosa  si  tratti. Unica  risposta  a  tutte queste  carte?  Pagare.  Senza  riuscire  (e nemmeno  provare)  a  capire  bene  cosa  si stia  pagando.  A  volte  anche  a  fornitori dell'energia  elettrica  diversi!  Anche  per questo motivo  nel  1991  (più  di  venti  anni fa) una  legge  (la  10/91) ha  introdotto  la  fi‐gura dell'Energy Manager, che  i Comuni (e le Regioni, ovviamente) con consumi ener‐getici  superiori  a  1000  tonnellate  equiva‐lenti di petrolio l'anno sono obbligati a no‐minare.  Parliamo  di  consumi  relativi  a  co‐muni di medie dimensioni con una popola‐zione dai 20/30 mila abitanti in su. Una figu‐ra professionale questa, che insieme all'ob‐bligo per i Comuni aventi più di 50 mila abi‐tanti di redigere  il Piano Energetico Comu‐nale avrebbe dovuto consentire alle Ammi‐nistrazioni Pubbliche di  migliorare  l’efficienza  energetica  delle 

città  con possibili  riduzioni dei  consumi energetici del  10‐15%, ottenibili  attraver‐so  interventi  tecnicamente ed economi‐camente  realizzabili  in  molti  settori (abitazioni,  ospedali,  scuole,  industrie ecc.); 

ridurre l’emissione di inquinanti climalte‐ranti,  con  un  notevole  contributo  al  ri‐spetto degli  impegni presi dall’Italia con il Protocollo di Kyoto, mentre più diffici‐le  risulta  la  diminuzione  delle  emissioni nel settore dei trasporti; 

Gli speciali I N S E R T O N . 10/2012

Bisogna  cambiare prospettiva. E'  chiaro ormai  che dobbiamo iniziare a guardare l'energia ed i problemi connessi alla sua ge‐nerazione  in  maniera  total‐mente diversa dal passato.  Ci  abbiamo  messo  un  po'  di tempo,  infatti,  a  capire  che  il problema non è  tanto  trovare nuovi giacimenti di combustibi‐li  fossili  ma  aumentare  l'effi‐cienza energetica.  

 

Luca Andreassi Professore Associato

Università di Roma Tor Vergata Dipartimento di Ingegneria Meccanica

Assessore ai Rifiuti, Comune di Albano  

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L’uomo e l’energia

Képernyőfotó‐2011 ‐ koos.hu 

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di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili a livello urbano. 

Strumenti semplici e dal ritorno  immediato che pe‐rò  in questi venti anni hanno trovato solo pochissi‐me  applicazioni. Nonostante  i numeri parlino  chia‐ro. Per essere ancora più concreti, secondo uno stu‐dio ENEA; si valuta che una politica di  interventi sui costi energetici a  regime comporterebbe una  ridu‐zione del 20% di energia primaria, e una diminuzione della bolletta energetica di 420 milioni di euro/anno (‐23%).  E  a  beneficiarne,  inoltre,  sarebbe  anche  la nuova produzione attivata nel settore delle costru‐zioni che  lo studio  indica  in circa 20 miliardi di euro con  conseguente  creazione di valore aggiunto per 15 miliardi di euro, corrispondente a sua volta ad un incremento del PIL dello 0,6%. Numeri di per  sé e‐normi  in senso assoluto che  lo diventano ancora di più in tempo di crisi. Ed allora cominciamo col porci il primo perché (Non sarà purtroppo  l'unico). Perché  le Amministrazioni Comunali e Regionali, quasi scientificamente (penso sia l'avverbio giusto se solo il 30% delle Amministra‐zioni obbligate a predisporre  il Piano Energetico  lo hanno fatto) hanno ignorato indicazioni ed obblighi al  fine di consumare meno, spendere meno e, non ultimo, inquinare meno. Perché proprio loro che do‐vrebbero essere da esempio e traino per la popola‐zione,  come  recita  anche  una  Direttiva  Europea, hanno abdicato al proprio  ruolo? Difficile dare una risposta certa. E sicuramente non voglio cadere nel tranello  di  fare  di  tutta  l'erba  un  fascio:  Esistono Amministrazioni  illuminate,  energeticamente  avan‐zate e che hanno messo  in piedi  tutta una serie di iniziative all'avanguardia. Ma sono la stragrande mi‐noranza. Allora, perché? Per  la atavica ritrosia degli 

uffici pubblici ad adottare pratiche diverse da quelle consolidate negli anni, per  l'ottusità dei politici che individuano  interesse  negli  investimenti  (anche  se solo  in risorse umane) solo questi hanno un tempo di ritorno all'interno del loro mandato, per l'incapa‐cità di capire che  i politici devono fare  i politici ed  i tecnici i tecnici e che sono questi ultimi a dover indi‐care le soluzioni (tecniche) per rendere più efficien‐te il sistema, per la convinzione che ci siano sempre problemi caratterizzati da priorità ed urgenze diver‐se per cui l'efficientamento energetico può passare in secondo piano. Tante idiozie, mi si consenta il ter‐mine, che  impediscono di raggiungere quei risultati in  termini  economici  ed  ambientali di  cui  abbiamo bisogno e che abbiamo cercato di quantificare. Ed è sempre la stessa legge 10/91 che introduceva la figu‐ra  dell'energy manager  anche  per  le  aziende  che consumino più di 1000 tonnellate equivalenti di pe‐trolio l'anno. Quell'energy manager che, per sempli‐ficare, dovrebbe controllare  se nella  linea di distri‐buzione  dell’aria  compressa  ci  siano  dei  fori.  E  sì, perché un foro di 4 mm in una  linea a 7 bar di pres‐sione, significa una perdita di potenza di circa 4kW ovvero una perdita di oltre 2.500 euro  l’anno. Soldi che, se economizzati, anno dopo anno diventereb‐bero una buona  risorsa da poter  reinvestire. E' un esempio molto  intuitivo  che mi  piace  fare  ai miei studenti per  dimostrare  quanto  sia  ottusa  la  posi‐zione di molti capi di azienda (o comunque Decision takers)  i  quali  affermano  di  non  voler  investire  in materia di efficientamento energetico della propria azienda in quanto presenterebbero tempi di ritorno troppo lunghi. Ed allora bollette in cui si paga ener‐gia  reattiva perché  i condensatori  sono  sfasati,  tu‐bazioni di acqua calda o vapore non coibentate, for‐

Osservatorio sull’efficienza energetica ENI ‐ 30percento Anche  in  Italia,  l’efficienza  energetica  può  svolgere  un  ruolo  importante nell’affrontare la sfida dell’energia e dell’ambiente. Il grafico mostra l’energia primaria consumata  in  Italia  negli  ultimi  35  anni  e  una  stima  dell’energia  risparmiata. Quest’ultima ‐  indicata come “Negajoules” ‐ è calcolata sulla base dell’intensità ener‐getica del 1971 e rappresenta l’energia che di anno in anno evitiamo di consumare gra‐zie al fatto che dagli anni Settanta usiamo meno energia per unità di prodotto interno lordo. L’intensità energetica (il rapporto tra i consumi di energia primaria e il prodotto interno lordo) è il più classico indicatore sintetico di efficienza energetica di un Paese e  riflette  lo  stato delle  tecnologie utilizzate nonché  i  comportamenti energetici dei consumatori.  In  questo  senso  il  grafico  mostra  come  l’energia  risparmiata  grazie all’efficienza energetica sia già oggi una delle principali fonti per il nostro Paese, addi‐rittura equivalente  in termini di quantità all’intero consumo annuo di gas naturale.  Il risparmio totale di energia che l’Italia ha cumulato dal 1971 ad oggi equivale agli attuali consumi annui di petrolio dell’intero continente americano, quasi 11 miliardi di barili. Il processo di  riduzione dell’intensità energetica  in  Italia è  rallentato negli ultimi anni, soprattutto a causa dell’aumento dei consumi di energia di alcuni settori, ed è opinio‐

ne diffusa che ancora molto si possa fare nei prossimi anni. 

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ni di cottura che hanno perso  i  loro rivesti‐menti  isolanti,  linee ad aria compressa che sono  veri  e  proprio  colabrodo.  Tanto  per raccontare  le  situazioni  più  comuni.  Situa‐zioni,  che  solo  con  un  po'  di  attenzione comporterebbero un  risparmio energetico, economico  ed  ambientale  assai  significati‐vo. Anche qui, perché? Perché l'impostazio‐ne è stata per anni quella di garantire pro‐duzione o  servizi  considerando  la  spesa  e‐nergetica  una  tassa  inevitabile.  E  conside‐rando  le  eventuali  risorse  da  dedicare  a questo settore  investibili  in altri con ritorni immediati e maggiori. Anche qui, e  i pochi esempi  che ho  fatto  stanno a dimostrarlo, tutto assolutamente falso. Lo so, mi sto di‐

lungando ma  sono  quasi  alla  conclusione. Sono arrivato a noi ,ai cittadini. Anche qui le attenzioni sono molteplici ed i ritorni imme‐diati. E, ancora, un esempio molto gettona‐to coi miei studenti. Se adesso contempora‐neamente  in  Italia  spegnessimo  tutti  gli standby dei nostri elettrodomestici  e  stac‐cassimo i vari caricatori dei telefonini, rima‐sti  lì  senza  più  cellulare  attaccato,  rispar‐mieremmo una quantità di energia compa‐rabile con quella di una centrale termoelet‐trica. In realtà qui la situazione è più sempli‐ce e complessa allo stesso tempo. Semplice perché si tratta di mettere in atto tutta una serie di pratiche di buon  senso come  stac‐care  il  caricabatterie  del  telefono  dopo  a‐

verlo  caricato,  spegnere  completamente gli  elettrodomestici,  azionare  lavastoviglie e lavatrici nelle fasce orarie di maggior con‐venienza,  acquistare  elettrodomestici  a basso consumo energetico (quelli a tripla A per  intenderci). Complesso perché  si è,  fi‐nalmente dico  io,  iniziata ad effettuare    la procedura  di  certificazione  energetica  de‐gli edifici che prevede che  i nuovi edifici o quelli  completamente  ristrutturati  siano dotati  di  un  attestato  di  certificazione  e‐nergetica che li qualifica anche economica‐mente. Un  po'  come  avviene  per  gli  elet‐trodomestici.  E  dunque  forte  impulso  e slancio  a  case  con  pannelli  fotovoltaici  e solari termici, coibentazioni a cappotto, ri‐scaldamenti  a  pavimento,  ecc.  Bene,  no? Assolutamente sì, se non fosse per  la gran confusione che si è creata, nel Lazio siamo 

stati maestri,  sulla  figura  del  certificatore che sta portando, notizia di questi giorni, a tutta  una  serie  di  certificazioni  fasulle  o qualificazioni non corrette che rischia di va‐nificare tutto lo sforzo. Vedremo come va a finire. Insomma, le prospettive sono buone ma la strada è lunga e tortuosa. Mi piace conclu‐dere con una sorta di motto. Che vale per tutti. Dal cittadino all'azienda alla Pubblica Amministrazione.  Ognuno  deve  verificare che  tutti  i  sistemi  utilizzatori  di  energia all’interno dell’organizzazione (casa, azien‐da,  Comune)  siano  riforniti  di  tutta l’energia di cui necessitano, quando  la ne‐cessitano   e nella forma  in cui  la necessita‐no,  al  costo  più  basso  possibile  e  che l’energia  fornita venga utilizzata nella ma‐niera più efficiente possibile. 

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