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1 RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA relativa alla realizzazione di un allevamento suinicolo stabulato, a ciclo chiuso, per l’ingrasso dei suini nati da 100 scrofe. Giommetti Luca Committenza: Soc.tà Giommetti s.r.l.”. Ubicazione : Romania, sul comune di Galati, in località “Schela”,

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RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

relativa alla realizzazione di un allevamento suinicolo stabulato, a ciclo chiuso, per

l’ingrasso dei suini nati da 100 scrofe.

Giommetti Luca

Committenza: Soc.tà Giommetti s.r.l.”.

Ubicazione: Romania, sul comune di Galati, in località “Schela”,

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ALLEVAMENTO SUINICOLO A CICLO CHIUSO

Generalità

Questa relazione accompagna ed integra la documentazione progettuale di un alle-

vamento suinicolo stabulato, a ciclo chiuso, per l’ingrasso sino al peso max di 130 ± 160 kg.

dei suini nati da 100 scrofe. L’impianto zootecnico dovrebbe essere realizzato in Romania,

sul comune di Galati, in località “Schela”, dalla Soc.tà “Tenute Giommetti s.r.l.”.

Premessa

Si ritiene opportuno riportare che le scelte progettuali adottate sono state fortemente

influenzate dalle seguenti condizioni:

- il clima della zona dell’allevamento, di tipo continentale con estati calde-umide ed

inverni molto freddi con punte di gelo oltre i – 30°C;

- il basso costo della manodopera ed il mediocre grado di preparazione tecnica dei fu-

turi operatori manuali;

- il contenuto valore delle materie prime, in particolare della paglia.

PARTE GENERALE

Il ciclo produttivo da realizzare

L’allevamento è impostato su 100 scrofe selezionate tipo “Large White” oppure

“Landrace” o “Duroc” e comunque sulla base delle richieste di mercato e, più ancora, delle

indicazioni veterinarie. Dette scrofe, per attivare il ciclo, verranno acquistate, ogni mese per

5 mesi, a gruppi di 20, sino al totale di 100 capi.

Il ciclo è dimensionato sui seguenti dati produttivi ritenuti raggiungibili e riguardanti

ogni singola scrofa:

- durata del ciclo estrale 21 gg. - durata gestazione 115 ± 2 giorni

- numero medio parti annuo 2,2÷2,3 - suinetti anno per scrofa n. 20

- rapporto parti- fecondate 85% - mortalità adulti 1,5%

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Il progetto, per il dimensionamento planimetrico e la distribuzione, considera quindi

l’effettive presenze delle scrofe, dei “magroni” e dei suini nei diversi reparti durante le varie

fasi, sulla base dei seguenti dati:

Scrofa

La scrofa è posta nella porcilaia di fecondazione (mediamente il calore si manifesta

8÷9 gg. dalla fine dell’allattamento) e, dopo la fecondazione, è trasferita in box multipli per

ulteriori 21÷22 gg., in attesa della conferma della gravidanza. La permanenza in questo re-

parto è quindi, mediamente di 30 gg.

La scrofa transita poi al reparto gestazione ove rimarrà 88 gg. in box multipli. Circa

5 gg. prima del parto, viene portata alla specifica sala. Qui vi rimane per ulteriori 33 gg. in

modo dI consentire in 28 gg. dalla nascita, lo svezzamento precoce dei “lattoni”.

Schematicamente il ciclo di allevamento della scrofa, da una gravidanza

all’altra, si realizza in tre specifici reparti o porcilaie nel tempo di 151 gg.

Ciclo delle tre porcilaie per le scrofe

Verri

Nella fecondazione naturale, un verro è in grado di soddisfare le esigenze di 25 scro-

fe . Questo, usualmente, vive in un box singolo di circa 9 mq. posto in adiacenza al reparto

calore delle scrofe.

Lattoni - Magroni - Suini

I lattoni appena svezzati e del peso di 5÷7 kg. vengono portati al reparto post svez-

zamento sino al raggiungimento del peso medio di 25÷30 kg e cioè dopo un periodo di 57

gg. considerando un accrescimento medio di 500 gr/die.

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Da ricordare che dal momento del parto, per i primi 60 giorni di vita, si concentra la

mortalità dell’intero allevamento, pari mediamente, al 10÷12% dei nati.

Gli ex lattoni divenuti magroni, passano poi alla fase di pre-ingrasso nell’apposito

reparto ove permangono circa 70÷80 gg. per raggiungere il peso di 60 kg ( sempre preve-

dendo un incremento medio giornaliero 500 gr.).

Nel reparto ingrasso infine, i suini stabulano sino al raggiungimento del peso di ma-

cellazione e quindi, tenuto conto dell’aumentato accrescimento medio giornaliero a 800 gr.,

circa 75÷85 gg. se portati a 130 kg.

Rimonta

La rimonta, cioè la sostituzione interna all’allevamento, delle fattrici giunte a fine

carriera produttiva (circa 4 anni si età), interessa mediamente il 25% delle scrofe allevate.

Le scrofette hanno generalmente il primo parto a 10÷12 mesi (peso 100÷130 kg/cd) e, con

la rimonta interna, vengono portate nel reparto gestazione 2÷3 mesi prima dell’atto feconda-

tivo.

Vuoto sanitario ed igiene

In tutti i reparti a fine occupazione, si deve prevedere il vuoto sanitario per la disinfe-

zione dei locali tra l’immissione di un gruppo e l’altro di animali. Per eseguire

quest’operazione bisogna prevedere un lasso di tempo di circa 7 gg..

Grande importanza per il successo dell’allevamento, riveste l’igiene dei locali, dei

macchinari, degli alimenti, dei capi di abbigliamento degli operatori, che devono essere tut-

ti, oggetto di continua pulizia.

Un cenno particolare poi è riservato alla lotta contro le mosche ed i ratti. Questa deve

essere eseguita sotto l’attenta guida di un veterinario, ma a puro titolo informativo si rico r-

dano alcuni accorgimenti:

- Lotta alle mosche

Nell’opportuno periodo stagionale, distribuire attorno all’allevamento ed a distanza

l’una dall’altra di 20÷30 ml., delle trappole ad acqua contenente specifici attrattivi proteici.

Nel contempo spargere sulle concimaie, dei prodotti larvicidi.

All’interno delle porcilaie porre, non raggiungibili dagli animali, trappole chimiche

con granuli d’insetticida intrisi di zucchero, griglie elettriche vicino alle fonti di luce e, più

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importante, rimuovere spesso le lettiere (possibilmente ogni settimana) per interrompere il

ciclo delle larve.

- Lotta ai ratti

Questa è molto più complessa di quella delle mosche, ma si possono sicuramente

raccomandare questi semplici accorgimenti:

evitare zone di ristagni idrici vicino all’allevamento che attirano oltre che i topi e ratti, an-

che gli insetti;

evitare lo stoccaggio anche provvisorio sui piazzali, di materiali organici, mangimi, derra-

te alimentari e comunque appetibili ai roditori;

eliminazione di ogni forma di passaggio facilitato tra l’interno e l’esterno dei fabbricati o

anche tra i locali mediante sigillatura delle fessure, dei fori sulle pareti, delle canaline pas-

sacavi ecc.;

chiusura dei pozzetti di ispezione degli impianti fognari e sifonatura degli scarichi;

protezione dei macchinari o degli strumenti momentaneamente inutilizzati che devono es-

sere puliti onde evitare di divenire oggetto di infestazione;

Più di ogni altra cosa, è comunque raccomandabile una corretta informazione e sen-

sibilizzazione del personale sull’adozione di comportamenti che favoriscono l’igiene am-

bientale e personale.

Dimensione del ciclo produttivo

Definiti i criteri e parametri sopra riportati, la Committenza ha quantificato la dimen-

sione dell’insediamento, con una base di 100 scrofe e l’ingrasso sino al peso di 130 kg ed

oltre dei suini prodotti.

Su questa partenza e considerando quanto richiamato in premessa, la scelta del tipo di

allevamento da realizzare, è caduta su uno “stabulato con lettiera permanente”.

I vantaggi di tale preferenza sono vari, ma quello principale è che si evita la produ-

zione di liquami. Questi sono estremamente difficili non solo da rimuovere dalle stalle in

occasione dei periodi invernali ove le temperature scendono sino a – 35°C,

ma anche da

smaltire evitando le varie forme d’inquinamento. Di contro, abbiamo la produzione di leta-

me che è invece estremamente positiva ed economicamente vantaggiosa per i possibili uti-

lizzi, non ultimi quelli energetici (biomasse).

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Ciò stabilito, sulla base degli elementi tecnici descritti, è stato possibile definire i tipi

e la capacità delle porcilaie o reparti da realizzare come illustrato da successiva tabella.

Reparto Formula calcolo Posti

Parto ed allatt. (scrofe + lattoni) 100 scrofe x 2,25 parti x 33gg : 365gg + 20% 26

Calore-fecond. (scrofe + verri) 100 scrofe x 2,25 parti x 30gg : 365gg + 10% 20

Gestazione (scrofe) 100 scrofe x 2,25 parti x 88gg : 365gg + 10% 60

Post svezzamento (magroni) 100 scrofe x 2,25 parti x 57gg x 10 latt: 365gg 360

Pre ingrasso (suinetti) 100 scrofe x 2,25 parti x 80gg x 10 latt: 365gg 490

Ingrasso (suini) 100 scrofe x 2,25 parti x 85gg x 10 latt: 365gg 525

Rimonta (scrofe) 0,2 x 100 scrofe x 2,25 parti x 180 gg : 365gg + 15% 25

I reparti per motivi funzionali ed igienici, sono raggruppati in due complessi prossimi

tra loro: il primo comprende i reparti calore, fecondazione, gestazione e rimonta (porcilaie

n° 1 e 2), il reparto parto ed allattamento (porcilaia n° 3) ed il reparto post svezzamento

(porcilaia n° 4); il secondo complesso i reparti pre ingrasso ed ingrasso (porcilaia n° 5).

Il tutto come rappresentato dalla fig. 01 allegata.

Generalità sui materiali e sulle caratteristiche costruttive degli edifici

Strutture portanti

Premesso che le strutture dovranno essere conformi alle norme antisismiche della zo-

na, risulterà conveniente realizzare i vari edifici impiegando elementi prefabbricati in ce-

mento armato vibrato sicuramente reperibili in loco. In dettaglio plinti di fondazione, colo n-

ne, architravi, capriate a veletta e travi del tetto potranno essere assemblate e montate per

creare l’intelaiatura portante. In cantiere saranno invece eseguiti gli scavi, le fondazioni di

collegamento, le muratura portanti di tamponamento ed i divisori.

Particolare attenzione è richiesta per determinare la corretta inclinazione dei tetti i

quali dovranno permettere lo scivolamento delle nevi con riguardo nel contempo, ai pro-

blemi d’aerazione, coibentazione e condizionamento termico degli ambienti interni. Inoltre

l’inclinazione dovrà opportuna anche per il funzionamento dell’impianto foto-voltaico pro-

posto.

Suggerisco che tale pendenza non potrà in ogni caso, essere inferiore a 30° pari ad

un’inclinazione del 55%..

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Non va dimenticato poi che le capriate della copertura, dovranno essere dimensionate

per sostenere, oltre il tetto, anche il peso accessorio di cavi d’acciaio zincato posti lungo

l’asse longitudinale. Detti cavi sopporteranno a loro volta i pesi degl’impianti

d’alimentazione, elettrici, idrici, di ventilazione e condizionamento, dei carrelli di trasporto

della paglia, del telo scorrevole con funzione d’isolante termico invernale e quanto altro.

Completeranno le strutture portanti, le murature perimetrali di laterizi forati pesanti

od altro materiale reperibile in loco, atermici e antisismici, dello spessore di circa cm 30.

Nelle porcilaie infine, le pareti saranno intonacate a cemento puro sino ad un’altezza di ml.

1,50 per garantire una opportuna impermeabilità e la possibilità di lavaggio.

Opere di completamento

Le opere di completamento sono numerose e ciascuna con proprie peculiarità le qua-

li, necessariamente, non potranno essere riportate tutte in questa relazione, ma dovranno es-

sere definite di volta in volta, in cantiere. Di seguito sono elencati i principali lavori con al-

cune puntualizzazioni.

- Scavi di sbancamento e di fondazione

Da eseguire dietro indicazioni del geologo e dell’ingegnere. Al getto delle fondazioni

ricordarsi di inserire le tubazioni per lo scolo delle zone di r iposo.

- Pavimentazione

I vari pavimenti vanno eseguiti su una sottostante massicciata di 30 cm formata da

ciottoli di fiume o di cava. Dopo sarà eseguito un massetto di 6 cm. in calcestruzzo armato

da rete metallica Ǿ 6 quadrangolare cm 10x10 ed infine il pavimento in battuto di cemento

di 4 cm. di spessore misto, nei box, a specifica resina polimerica per facilitare lo scorrimen-

to della lettiera. Il pavimento dei vari box, dovrà poi essere delimitato da adeguati giunti di

dilatazione in corrispondenza delle recinzioni divisorie. Importante infine eseguire agli in-

gressi delle porcilaia, le vaschette di disinfezione per tutto ciò che vi può transitare sopra.

- Divisioni interne dei box

Le divisioni presenti, salvo i divisori in muratura dei locali, riguardanti le varie tipo-

logie dei box, saranno dell’altezza max. di ml. 1,20 e costituite da:

per le testate e le zone di riposo, da tubolari d’acciaio zincato a caldo del diametro di 3/4”

con traversini di 1/2”. I divisori tra le zone di riposo dovranno avere la possibilità di rota-

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zione di 90° per delimitare la zona d’alimentazione e rinchiudervi i suini durante le opera-

zioni di rimozione delle lettiere e di pulizia;

per la divisione dei vari box, riguardo la zona d’alimentazione, da muratura di laterizi fo-

rati dello spess. di cm 8 irrobustiti da telai di ferro ed interamente intonacati a cemento

puro. Detti muretti faranno da supporto ai truogoli, tazzette d’abbeveraggio, abbeveratoi,

impianti idrici ed eventuale sostegno dello stesso impianto d’alimentazione.

- Infissi

Per l’elevato grado di umidità degli ambienti, si suggerisce, quando possibile, usare

materiali resistenti alla ruggine come il P.V.C. specie per le finestrature o, quanto meno,

lamiera zincata a caldo e verniciata. Gli infissi previsti si suddividono in:

portelloni d’accesso alle zone di riposo ad ante od a scorrimento, che saranno in lamiera

zincata intelaiata;

porte di accesso alle corsie, anch’esse in lamiera zincata intelaiata;

cancelletti d’entrata ed uscita dai box, dai paddock, dai guazzatoi ecc., in tubolari d’acciaio

zincati a caldo. L’uscita dai box verso i paddock dovrà essere protetta anche da una speciale

“tendina” in p.v.c. d’adeguata spessore (mm 6) per riparo dai venti ;

finestre tipo wasistas con comando d’apertura settoriale manuale od a motore, in quantità

tale da garantire nei box un rapporto tra superficie pavimentata e superficie f inestrata, non

inferiore a 1 a 15.

- Impianti

Gli impianti, tutti fuori traccia e da far progettare da specifici tecnici in base alle ne-

cessità dell’allevamento, sono rispettivamente:

elettrico

- eseguito con adeguata protezione di isolamento in PVC rigido-pesante auto estinguente,

scarico a terra ecc., il tutto in esecuzione stagna, atto a fornire una illuminazione interna di

almeno 30 lux.. Dovrà essere prevista anche un minimo di illuminazione esterna.

L’impianto sarà poi integrato da quello antifulmine.

Idrico

- eseguito con tubi di polipropilene del tipo atossico alimentati da serbatoi di riserva, ap-

poggiati sulle capriate. L’impianto dovrà far funzionare le tazzette di abbeveraggio, le prese

d’acqua dei vari locali, i servizi igienici ecc. e verrà sostenuto da serbatoi con autoclave.

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Alimentazione asciutta

- mediante impianto con motore elettrico, catena di trascinamento e canale in lamiera

per la distribuzione dei mangimi. I particolari, i dettagli esecutivi e le necessità strut-

turali saranno forniti dalla Ditta costruttrice. Il mangime perverrà ai truogoli dei vari

box che potranno essere costruiti in opera in cemento armato od acquistati già esegui-

ti in metallo. Importante per la pulizia dei truogoli è che il fondo di questi sia in leg-

gera pendenza per consentire lo scolo delle acque di lavaggio.

Condi zionamento termico ed aerazione per insufflazione

- Questo impianto dovrà essere oggetto di attenta ed accurata progettazione da parte di un

tecnico specializzato. I parametri principali da tenere in considerazione sono comunque:

temperatura interna, umidità relativa, velocità max aria, ventilazione minima invernale ed

estiva. Nel dimensionamento degli impianti incide molto la volumetria degli ambienti, sia

per il riscaldamento che per il raffreddamento. Per questo si propone l’apposizione orizzon-

tale di un telo plastico tra capriata e capriata che in modo automatico, possa venire steso o

retratto. In tal modo si modificherà la volumetria da condizionare termicamente.

Impianto foto-voltaico e relative centraline

- da eseguire solo dietro specifica progettazione e direzione dei lavori.

Locali adiacenti

Costruiti in adiacenza alle varie porcilaie sono previsti dei vani destinati a:

ambiente di miscelazione e preparazione degli alimenti provenienti dai silos in vetroresina

esterni, caricamento degli stessi mangimi sull’impianto di distribuzione, alloggiamento

dei motori di funzionamento ecc.;

ambiente per centrale foto-voltaico, impianto elettrico, quadro di controllo e comandi ;

ambiente per centrale impianto di ventilazione e condizionamento termico;

ambienti destinati a deposito presidi sanitari, spogliatoi e servizi igienici;

Tali vani verranno realizzati con i materiali edili e modalità architettoniche adottati

per la costruzione delle stesse porcilaie. Il loro numero e la loro dimensione verranno dettate

dalle necessità che i progettisti dei vari impianti proporranno in sede esecutiva.

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Paddock

I recinti esterni non sono essenziali per l’allevamento, ma estremamente utili ed op-

portuni nelle regioni con climi caldi. Possono avere maggiore o minore estensione (no r-

malmente una volta e mezzo la superficie del box) ed essere più o meno accessoriati di tet-

toie di ombreggiamento, vasche di lavaggio dette guazzatoi , pavimentazioni in cemento od

in terra, recinzioni metalliche o di minor costo (legno) ecc.. Il livello di completezza incide

notevolmente sul costo del paddock.

Quello riportato nella proposta progettuale è dotato di ogni accessorio con un certo

risparmio solo nella costruzione dei guazzatoi (uno ogni due box con uso alternato) e nella

parziale pavimentazione in cemento (fig. n° 02).

Fognature e cisterne liquami

A parte le fognature riguardanti le acque piovane e chiare provenienti dai tetti, acque

di lavaggio esterne, bagni ecc. che potranno scaricare direttamente in fossi a cielo aperto de-

limitanti la proprietà, importanti sono le fognature che raccolgono le urine ed le acque nere

delle porcilaie. Schematicamente queste fognature iniziano all’interno delle porcilaie ove vi

sono de pozzetti prefabbricati in cemento armato con chiusino fessurato, ciascuno dei quali

raccoglie le urine e le acque provenienti per la pendenza del pavimento, dai due box adia-

centi tra loro.

Ogni pozzetto riverse poi su un corrispondente tombino esterno, posto a profondità

adeguata per impedire il congelamento dei liquami nei periodi invernali . Ogni tombino è

collegato da una fognatura che, con progressiva pendenza, permettere la percolazione dei li-

quami sino alla cisterna.

Le cisterne sono costruite adiacenti alle concimaie per raccogliere anche le loro per-

colazioni. Saranno realizzate in cemento armato a tenuta e la loro capacità è di non facile

determinazione per la variabilità dei dati.

Mediamente un quintale di carne allevata, produce due litri di urine al giorno a cui

vanno però, aggiunte le acque di lavaggio che variano notevolmente secondo gli impianti e

gli operatori. Comunque buona parte di questi liquidi sono trattenuti dalla lettiera di paglia,

un'altra parte evapora ed il resto percola gradualmente nella cisterna.

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Concimaie

Le concimaie proposte sono del tipo a platea in calcestruzzo armato, delimitate da

muretti di contenimento. Il loro dimensionamento si basa su un periodo di stoccaggio del le-

tame di 6 mesi ed una altezza max del cumulo di 2 ml.; il tutto a norme U.E.

Per la loro realizzazione, la soluzione più economica è quella di utilizzare gli elemen-

ti prefabbricati in c.a.v. normalmente impiegati per la costruzione dei silo -mais, ancorati ad

una platea in calcestruzzo, armata con rete metallica. Detta platea, opportunamente inclinata

verso la mezzeria, farà convogliare il percolato del letame in un apposito pozzetto provvisto

di griglia, collegato con tubazione interrata, alla limitrofa cisterna dei liquami.

Fienili

Si propone per la realizzazione dei fienili, di utilizzare delle strutture leggere in mate-

riale metallico, di basso costo e facile montaggio che poggino su colonne metalliche e co-

prano una superficie provvista di una semplice massicciata di pietrame.

Si ricorda per il dimensionamento del fabbricato, che un metro cubo di volume viene

occupato da circa 100 kg di paglia se questa è predisposta in balle parallelepipedi e da 80 kg

se la paglia è confezionata in “rotoballe”.

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PARTE SPECIALE

Descrizione delle singole porcilaie che compongono l’allevamento a ciclo chiuso di 100

scrofe sito a Schela, distretto di Galati in Romania.

Complesso scrofe, verri e lattoni

Porcilaia n. 01

(Calore e fecondazione)

La prima porcilaia da realizzare per iniziare il ciclo produttivo, è quella ove alloggia-

re le scrofe in calore e farle fecondare.

Detta porcilaia è costituita da una corsia centrale rialzata di servizio ed eventuale a-

limentazione, a cui si accede attraversando cunetta di disinfezione, delimitata da due file di

box a; ciascuna comprendente 2 box multipli per scrofe e 2 per verri per un totale di 4 box

multipli per complessive 20 scrofe e 4 individuali per 4 verri. Ciascun box, è suddiviso da

un gradino di 10 cm in due zone:

la zona di alimentazione con pavimentazione inclinata del 6÷7% lunga ml. 2,00 compreso

il truogolo (largo 40 cm e fronte scrofa 70 cm) , è servito da impianto di alimentazione

automatico che può essere con mangimi asciutti od umidi, tazzette di abbeveraggio, grep-

pia e carrello porta paglia;

la zona di riposo con lettiera permanente in paglia, di mq. 13,44 di superficie.

I box sono suddivisi tra loro da divisori, in parte mobili per la zona di riposo in modo

tale che è possibile eseguire meccanicamente la rimozione settimanale , massimo bisettima-

nale, della lettiera.

Più in dettaglio gli stessi animali spargono la paglia presa dalla greppia nella zona di

alimentazione, (consumo previsto giornaliero 15 kg). Per effetto congiunto della pendenza

del pavimento, delle urine e del calpestio dei suini, la paglia scivola accumulandosi nella

zona di riposo unendosi alle feci. Al momento della rimozione, tramite i divisori mobili, si

rinchiudono le scrofe nella zona d’alimentazione oppure negli adiacenti paddock esterni.

Una volta liberata la zona di riposo, dalle grandi porte poste alle testate della porcilaia, en-

tra una trattrice con pala la quale trascina all’esterno la lettiera sino ad accumularla nella vi-

cina concimaia. Le urine, unitamente ad eventuali acque scorreranno per merito della legge-

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ra pendenza del pavimento della zona riposo (1%), in una fognatura esterna sfociante suc-

cessivamente nel pozzetto di raccolta della stessa letamaia.

La dimensione dell’edificio di pianta rettangolare, tamponato con muratura perime-

trale dello spessore di cm 30, misura internamente ml.12,60 x 12,70 per una superficie co-

perta di mq. 160.

Internamente la porcilaia è divisa per tutta la sua lunghezza, da una corsia di servizio

e, per necessità, di alimentazione, larga ml. 2,10 idonea al passaggio di un mezzo meccani-

co con rimorchio. Lateralmente alla corsia, scorrono le due file di box, ciascuno dei quali è

accessibile per mezzo di uno specifico cancelletto.

Ogni box misura, al netto delle murature e recinzioni, mq. 21,84 così ripartiti:

- zona alimentazione, compreso truogoli, di ml. 2,00 x 4,20 = mq. 8,40

- zona riposo di ml. 3,20 x 4,20 = mq 13,44

La capacità d’allevamento, per i parametri europei, deve essere commisurata alla s u-

perficie della sola zona di riposo ed in base a questi, i box destinati alle scrofe devono desti-

nare a ciascuna di queste una superficie di mq/cp di 2,00÷2,50. Nel ns. caso il parametro è

di mq. 2,69.

I box per verri sono similari a quelle per scrofe, ma sono destinati ad un singolo capo.

L’altezza in gronda dell’edificio è di ml. 3,00 per permettere che l’altezza utile della

corsia sopraelevata di servizio dall’ostacolo offerto delle capriate, sia di almeno ml. 2,50 e

consentire il transito di una trattrice con cabina.

Per quanto attiene agli impianti, oltre a quanto già detto in precedenza, si precisa che

quello elettrico dovrà fornire una illuminazione interna di almeno 30 lux.. ed un minimo di

illuminazione esterna.

Quello idrico alimenterà le tazzette di abbeveraggio con un consumo giornaliero

previsto di acqua, di circa lt. 300. Dovranno essere previste inoltre, almeno due prese

d’acqua nell’intero locale.

L’impianto di condizionamento termico ed aerazione per insufflazione. dovrà at-

tenersi quanto meno ai seguenti parametri: temperatura interna compresa tra i 16÷18 gradi

centigradi, umidità relativa 65÷75%, velocità max aria 0,3÷3,51 ml/s., ventilazione minima

invernale 25 mc/h, minima estiva 300÷400, per capo allevato.

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Si raccomanda infine che la temperatura interna della porcilaia, non superari d’estate

i 27°C per non incorrere in fenomeni di disappetenza alimentare, determinare minore fertili-

tà dei riproduttori maschie e femmine e alterazioni dei periodi di estro delle fattrici.

Paddock

I paddock, peraltro già descritti per caratteristiche nella parte generale, occupano una

superficie complessiva di mq. 266 così suddivisa: sup. pavimentata mq. 160 – sup. in terra

mq. 106 – sup. tettoia mq. 106 – sup. guazzatoio mq 72 – sviluppo recinti ml 144

Porcilaia n. 02

(Gestazione)

La porcilaia di gestazione, ove le scrofe gravide permangono circa 88 gg., come ca-

ratteristiche costruttive, distributive, impiantistica e funzionamento, è del tutto uguale alla

porcilaia n. 01 (calore- fecondazione) tant’è che è da essa separata solo per motivi di quiete

sessuale, da un semplice muro.

Si riportano quindi gli elementi e dati di dimensionamento intervenuti nella progetta-

zione: capacità n. 60 scrofe + 25 di quota di rimonta per un totale di n° 85. Queste trovano

allocazione in gruppi di 6 capi su 14 box suddivisi in due file da una corsia di servizio che

termina con una porta la quale immette, attraversando una cunetta di disinfezione, in una

tettoia di servizio.

Ciascun box misura ml. 4,90 x 5,20 per mq. 25,48 e l’intera porcilaia internamente

ml 34,60 x 12,60 per complessivi mq. 436. Lo spazio di competenza della zona di riposo per

ciascuna scrofa è di mq. 2,60.

Giornalmente vi sarà un fabbisogno di 45 kg di paglia e lt. 550 di acqua.

Le altre caratteristiche, come peraltro già detto, sono praticamente le stesse della por-

cilaia n° 01 e comunque rappresentate in fig. n° 03.

Paddock

I paddock, occupano una superficie complessiva di mq. 702 così suddivisa:

sup. pavimentata mq. 421 – sup. in terra mq. 281 – sup. tettoia mq. 281 – sup. guazzato-

io mq 146 – sviluppo recinti ml 246,20.

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Porcilaia n. 03

(Parto ed allattamento)

Si tratta della porcilaia più impegnativa da progettare, realizzare e gestire perché deve

ospitare contemporaneamente due categorie di animali caratterizzate da esigenze molto di-

verse, le scrofe ed i lattoni,. Oltre alla tranquillità ed una elevata igiene dei locali, ai suinetti

deve essere assicurata una temperatura dell’aria molto più elevata rispetto alle scrofe . Subito

dopo la nascita, il lattone abbisogna di temperature dell’ordine di + 34÷35°C mentre le

scrofe di solo 18÷20°C.

Per poter soddisfare queste esigenze, si è scelto la soluzione dei box prefabbricati ove

le scrofe partoriscono ed allattano sino allo svezzamento i lattoni (permanenza media

gg.33). Questi box smontabili e di facile pulizia (vedi fig. n° 04) sono costituiti da telai me-

tallici zincati con pareti di separazione e pavimento fessurato , generalmente in tondino me-

tallico o di plastica. Le luci del fessurato per i lattoni non devono superare i 10 mm me ntre

quelle per le scrofe possono giungere ai 15÷20 mm. Il box, è diviso in tre settori, uno per la

scrofa munito di piccola mangiatoia e gli altri per il movimento dei lattoni, dove si trova il

“nido”. Il nido è la porzione di box riscaldato da lampade a raggi infrarossi ove si raccolgo-

no i lattoni.

Per quanto riguarda lo smaltimento dei liquami, si è ritenuto conveniente adottare il

metodo chiamato “vacuum system”. I vari box del tipo cosiddetto “flat-deck”, sono appog-

giati sopra delle fosse con canale di raccolta centrale che confluisce in un grosso pozzetto

dotato di una saracinesca di chiusura verso la tubazione di scarico esterna. Le pareti delle

fosse sono munite di due barre idrogetto per rimuovere periodicamente le incrostazioni di

sterco (fig. n° 04). Quando il pozzetto, il canale di raccolta ed una parte delle fosse si sono

riempiti di liquami, viene aperta la saracinesca e la pressione determinata dal peso e dal

movimento della massa liquida verso la fognatura esterna, trasporterà in questa anche il de-

posito solido formatosi (fig. n° 04).

Il metodo offre svariati vantaggi tra cui: facile realizzazione con la sola attenzione di

rispettare le pendenze previste, ridotta diluizione dei liquami, assenza di correnti d’aria

fredda sotto i box e, principalmente, la possibilità di rimozione dei rifiuti anche quanto la

temperatura esterna è estremamente rigida (- 35°C).

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La dimensione dell’edificio tamponato con muratura perimetrale dello spessore di cm

30, misura internamente ml.7,80 x 27,50 pari ad una superficie coperta di mq. 214,50 ed è

suddiviso da una corsia centrale d’accesso e servizio in due reparti rispettivamente di 12 e

14 box parto allattamento, per complessivi 26 box. Questi sono allineati e posti “testa a testa

e divisi da una corsia centrale di alimentazione.

Si rammenta che l’illuminazione non deve essere troppo intensa, l’umidità relat iva

non superare il 70% e la velocità per il ricambio di aria essere compresa tra gli 0,2÷0,7 ml/s.

I fabbisogni alimentari giornalieri si attestano mediamente in q.li 1,5 di mangimi per

cui la distribuzione può essere prevista anche manuale e liquida. Gli assorbimenti idrici as-

sommano a circa lt./die 200, mentre la produzione di rifiuti liquidi e solidi, a circa lt/die.

150.

Infine si ricorda l’estrema necessità di igiene per cui sono previste, ad ogni ingresso,

cunette di transito contenti liquidi disinfettanti.

Porcilaia n. 04

(Post svezzamento)

Direttamente collegata con la porcilaia numero 3 da cui è separata da un muro diviso-

rio, si trova la porcilaia post svezzamento. Questa si compone di una corsia a servizio di una

fila di 5 box per alloggiarvi in ciascuno 72 “magroni” per un totale di 360 capi.

Anche questa porcilaia, come sistema di pulizia e rimozione dei rifiuti, adotta la le t-

tiera in paglia ed i box sono similari a quelli già descritti con qualche differenza. Il “ma-

groncello” cioè il lattone svezzato di oltre un mese e del perso di circa 7÷8 kg viene portato

al peso di 30÷35 kg nei successivi 57 gg., ma poiché teme ancora il freddo, la superficie di

ciascun box è suddivisa in 3 porzioni (fig. n° 05): una nicchia di ml 3,60 x 2,40 con pavi-

mento quasi orizzontale (pendenza 1%) senza lettiera, protetta per l’intera dimensione da un

pannello orizzontale sospeso ed innalzabile, che può determinare un ambiente termicamente

più confortevole specie se coadiuvato da una lampada a raggi infrarossi. In questa nicchia lo

spazio disponibile per ogni capo è di mq. 0,27.

Una seconda zona detta di alimentazione, dotata di mangiatoie laterali ed abbeveratoi

e con pavimento inclinato dell’ 7%. Questa termina infine, con un gradino di 10 cm, nella

zona di riposo ove si raccoglie la lettiera.

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Ogni box e diviso dal successivo da un muretto in muratura intonacata a cemento che

supporta mangiatoie per una lunghezza complessiva di ml 7,60 (cm 10 a capo) per consenti-

re un fronte di alimentazione sufficiente per ciascun magrone e tre abbeveratoi (uno ogni 24

capi).

La porcilaia occupa una superficie interna di ml 18,40 x 10,70 pari a mq. 197 e ne-

cessità di una temperatura costante di 16÷22°C, umidità tra il 60÷70%, velocità dell’aria per

il ricambio 0,15÷0,8 ml/s.. Anche per questa porcilaia, la distribuzione della paglia è in par-

te eseguita a mano con un assorbimento previsto di 1 q.le giornaliero. Il consumo dei man-

gimi è molto variabile ma, mediamente, dovrebbe essere di 110÷130 kg, mentre quello

dell’acqua in circa 500 lt..

Paddock

Anche questa porcilaia è provvista di paddock, i quali si estendono per una superficie

complessiva di mq. 180 così suddivisa:

sup. pavimentata mq. 112 – sup. in terra mq. 74 – sup. tettoia mq. 74 – sup. guazzatoio

mq 51 - sviluppi recinti ml 80,50

Annessi al complesso scrofe, verri e lattoni

Fognature e cisterna liquami

Rispetto a quanto riportato nella parte generale, non vi è molto da aggiungere concet-

tualmente.

Le fognature riguardanti le acque piovane e chiare provenienti dai tetti, acque di l a-

vaggio esterne, bagni ecc. potranno scaricare direttamente in fossi a cielo aperto delimitanti

la proprietà.

Per le fognature che raccolgono le urine ed acque nere della porcilaia vale quanto ri-

portato: pozzetti prefabbricati in c.a. nel numero di uno ogni due box, raccoglieranno le u-

rine e le acque provenienti dagli stessi per poi riversare i liquami su di un corrispondente

tombino esterno ad esso collegato e collegato alla fognatura principale posta a profondità

adeguata e progressiva per permettere sia la percolazione sino alla cisterna principale ed im-

pedire il congelamento dei liquami nei periodi i nvernali.

Questo sistema di fognature vale per tutte le porcilaie del complesso, eccezion fatta

come peraltro già illustrato, per quella n° 03 (parto e svezzamento). Lo smaltimento dei l i-

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quami provenienti dalla porcilaia n° 03 non crea particolari difficoltà, tranne quella di a p-

profondire di qualche decina di centimetri la posa delle fognature che portano alla cisterna e

la dimensione della cisterna stessa.

La cisterna liquami, in cemento armato a tenuta avrà le seguenti dimensioni tenuto

conto che un quintale di carne allevata emette due litri di urine al giorno e le nostre 4 porci-

laie, contenendo costantemente q.li 350 di carne. Quindi vengono prodotte urine nella quan-

tità giornaliera di 0,7 mc. arrotondabili a 1 mc. con le acque di lavaggio.

Come già ricordato, buona parte di questi liquidi però, sono trattenuti dalla lettiera di

paglia ed una parte anche evaporano.

Viene quindi proposto con un minimo di approssimazione, la realizzazione di una ci-

sterna della capacità di 12 mc. munita di pompa elettrica con agitatore per aspirare il liqua-

me e riversalo sopra il letame della concimaia.

Concimaia

La concimaia prevista e di quelle a platea di calcestruzzo delimitata da muretti di

contenimento. Il suo dimensionamento si è basato sui seguenti dati:

stoccaggio letame mesi 6 – altezza max cumulo a norme U.E. 2 ml. – consumo paglia 1,6

q.li/die - produzione deiezioni solide 22 q.li/die – quantità di letame prodotto in 6 mesi q.li

4.248 pari a circa 450 mc.

La superficie consigliata della concimaia è di mq. 240.

Fienile

In considerazione che è previsto un consumo di paglia di kg/die 160 , si deduce che il

fienile dovrà avere una capacità di stoccaggio di circa 600 q.li di paglia.

Si propone una struttura di basso costo in materiale metallico, su semplice massicc ia-

ta di pietrame, delle dimensioni di ml. 10 x 14 x 5 per una cubatura minima utile di mc. 600

per paglia in balle parallelepipedi o di mc. 720 per paglia in rotoballe.

.

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Complesso ingrasso suini

Porcilaia n. 05

(Pre ingrasso ed ingrasso)

La porcilaia è costituita da una corsia centrale di servizio a delimitazione di due file

di 21 box ciascuna, per un totale di 42.

Di questi, 16 sono destinati ad accogliere n. 490 magroni del peso di circa 30 kg pro-

venienti gradualmente dal primo complesso, per portarli in circa 80 gg., al peso di kg. 60.

Ogni box è quindi atto per contenere circa 32 capi.

I rimanenti 26 box ricevono progressivamente dai limitrofi box, ciascuno sino ad un

max di 20 capi per complessivi 520, i suini di 60 kg. per ingrassarli, anch’essi in circa 80

gg., sino al peso di 130 kg.

Tra i due tipi di box non vi sono differenze costruttive.

Ciascun box è suddiviso da un gradino di 10 cm., in due zone:

la zona di alimentazione con pavimentazione inclinata del 6÷7%, provvista di due file di

truogoli con impianto di alimentazione asciutta automatico, tazzette di abbeveraggio,

greppia e carrello porta paglia;

la zona di riposo con lettiera permanente in paglia.

I box sono suddivisi tra loro da divisori, in parte mobili per la zona di riposo in modo

tale che è possibile eseguire meccanicamente la rimozione settimanale della lettiera.

Più in dettaglio gli stessi animali spargono la paglia presa dalla greppia nella zona di

alimentazione, come peraltro descritto per le precedenti porcilaie essendo adottato il mede-

simo principio di pulizia.

La dimensione dell’edificio di pianta rettangolare, tamponato con muratura perime-

trale dello spessore di cm 30, misura internamente ml.16,60 x 85,10 per una superficie co-

perta di mq. 1.413 a cui si deve aggiungere un adiacente annesso della lunghezza di ulteriori

8 ml..

Internamente la porcilaia è divisa per tutta la sua lunghezza, da una corsia di servizio

ed eventuale alimentazione, larga ml. 2,10 idonea al passaggio di un mezzo meccanico con

rimorchio. Lateralmente alla corsia, scorrono le due file di box, ciascuno dei quali è access i-

bile per mezzo di uno specifico cancelletto.

Ogni box misura, al netto delle murature e recinzioni, mq. 28,60 così ripartiti:

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- zona alimentazione di ml. 3,95 x 4,00 = mq. 15,80

- zona riposo di ml. 3,20 x 4,00 = mq. 12,80

La capacità d’allevamento, per i parametri europei, deve essere commisurata alla s u-

perficie della sola zona di riposo ed in base a questi, i box destinati ai suini sino ai 60 kg

possono con tenerne un max di 32 ciascuno (mq/cp 0,40) mentre quelli sino a 130 kg un

max di 21 (mq/cp 0,60). Il numero totale dei box presenti è 42.

Anche in questo caso, l’altezza in gronda dell’edificio è di ml. 3,00 per consentire il

transito di un mezzo cabinato sulla corsia di servizio che è sopraelevata ed deve avere dalle

capriate, almeno una altezza di ml 2,50.

Per quanto attiene agli impianti, oltre a quanto già detto in precedenza, si precisa che

quello elettrico dovrà fornire una illuminazione interna di 30 lux.. ed un minimo di illumi-

nazione esterna.

Quello idrico dovrà alimentare le tazzette di abbeveraggio con un assorbimento

giornaliero previsto di acqua di circa mc. 6 . Dovranno essere previste inoltre, ogni sei box,

una presa d’acqua..

L’impianto di condizionamento termico ed aerazione per insufflazione. dovrà at-

tenersi quanto meno ai seguenti parametri:. principali da tenere in considerazione sono c o-

munque: temperatura interna compresa tra i 12÷26 gradi centigradi, umidità relativa 50 ÷

80%, velocità max aria 1 ml., ventilazione minima invernale 20 mc/h per quintale allevato

pari ad un ricambio totale orario di mc. 14.400, ventilazione minima estiva 350 mc/h per

quintale allevato pari ad un ricambio totale orario di mc. 252.000.

Annesso al complesso pre ingrasso ed ingrasso suini

Fognature e cisterna liquami

La fognature riguardanti le acque piovane e chiare provenienti dai tetti, acque di l a-

vaggio esterne, bagni ecc. che potranno scaricare direttamente in fossi a cielo aperto delimi-

tanti la proprietà.

Per le fognature che raccolgono le urine ed acque nere della porcilaia vale lo stesso

schema descritto per il complesso precedente perché uguale.

La cisterna liquami sarà costruita in cemento armato a tenuta e riceverà anche le pe r-

colazione provenienti dall’adiacente concimaia. Le sue dimensioni, contenendo la nostra

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porcilaia, costantemente q.li 720 di carne e producendo giornalmente 1,5 mc arrotondati a 2

mc aggiungendo le acque di lavaggio, avrà una capacità di 20 mc. e sarà, anch’essa, munita

di pompa elettrica con agitatore per aspirare il liquame e riversalo sopra il letame della con-

cimaia.

Concimaia

La concimaia prevista è la solita a platea di calcestruzzo, delimitata da muretti di

contenimento. Il suo dimensionamento si è basato sui seguenti dati:

stoccaggio letame mesi 6 – altezza max cumulo a norme U.E. 2 ml. – consumo paglia 4

q.li/die – produzione deiezioni solide 44 q.li/die – Quantità di letame prodotto in 6 mesi q.li

8.640 pari a circa 900 mc.

La superficie consigliata della concimaia è di mq. 460.

Fienile

In considerazione che è previsto un consumo di paglia di kg/die 0,4 a capo per un to-

tale giornaliero di 4 q.li , si deduce che il fienile dovrà avere una capacità di stoccaggio di

circa 1.500 q.li di paglia. La cubatura utile necessaria è di mc. 1.500 con paglia raccolta in

balle parallelepipedi che aumenta di circa il 20% se la paglia è in rotoballe.

Si propone una struttura di basso costo in materiale metallico, su semplice massiccia-

ta di pietrame delle dimensioni di ml. 10 x 34 x 5.

CONSIDERAZIONE FINALE

Si fa presente che, sino alla redazione e consegna dei progetti architettonici

dell’allevamento, la presente relazione potrà essere oggetto di eventuali correzioni ed inte-

grazioni che comunque non dovrebbero modificarne sostanzialmente i contenuti.

Variazioni sostanziali potrebbero invece intervenire se l’informazioni sul clima della

zona interessata dall’allevamento, fosse diverso da quello indicato in premessa.

Dicembre 2013

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APPENDICE

Strutture ed edifici di completamento dell’intero allevamento

Con la riserva di integrare successivamente il prossimo elenco, sommariamente sono

necessari per completare la funzionalità dell’intero allevamento, le seguenti opere e struttu-

re:

recinzione dell’intero lotto con rete metallica zincata romboidale alta almeno ml. 2,00 e

sovrastanti 3 ordini di filo di ferro spinato;

illuminazione esterna del lotto e delle porcilaie;

impianto di adeguate piantagioni di alberi di alto fusto sia a foglia caduca che sempreve r-

di, in prossimità delle porcilaie;

inghiaiatura e/o asfaltatura di gran parte del lotto;

rimessa macchine agricole per il rimessaggio di almeno due trattrice con pala elevatrice

della potenza di 60 cv , “scalmana” o motobenna per rimozione letame, idropulitrici a

pressione ed a vapore con carrello, carrelli porta letame, camions per il trasporto dei suini

e delle derrate, molino frangi tutto ed altra attrezzatura minore;

abitazione per il responsabile con a piano terra, locali per cucina e pranzo personale , ser-

vizi igienici, uffici;

pesa dei mezzi con gabbiotto in muratura;

porcilaia per la quarantena di capi malati dell’allevamento ed in tal caso sarà di dimensio-

ni minime oppure per suini acquistati all’esterno ed allora avrà maggiore capacità;

locale inceneritore per carcasse suini morti.