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REGUIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA

LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELL’IMMOBILE DI VIA CARDUCCI, 6 A TRIESTE

PROGETTO DEFINITIVO

1071_Eer001_Relazione impianto elettrico e speciali pag. 1 di 12

INDICE

1 PREMESSA ...................................................................................................................................................... 2

2 NORME DI RIFERIMENTO ........................................................................................................................... 2

2.1 LEGISLAZIONE ..................................................................................................................................... 2

2.2 NORME UNI ........................................................................................................................................... 2

2.3 NORME CEI ............................................................................................................................................ 3

3 QUADRI ........................................................................................................................................................... 6

3.1 QUADRO GENERALE ........................................................................................................................... 6

3.2 QUADRI DI DISTRIBUZIONE .............................................................................................................. 6

4 DISTRIBUZIONE LINEE DI ALIMENTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI ........................... 6

5 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE ................................................................................................................. 9

5.1 ILLUMINAZIONE ZONE COMUNI ...................................................................................................... 9

5.2 ILLUMINAZIONE LOCALI TECNICI ARCHIVI ................................................................................. 9

5.3 ILLUMINAZIONE BAGNI ..................................................................................................................... 9

5.4 ILLUMINAZIONE UFFICI ................................................................................................................... 10

5.5 ILLUMINAZIONE ESTERNA ............................................................................................................. 10

6 IMPIANTO DI FORZA MOTRICE UTILIZZATORI ................................................................................... 10

7 CABLAGGIO STRUTTURATO ................................................................................................................... 10

8 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA ............................................................................................................. 10

9 ALIMENTAZIONE SUSSIDIARIA SOCCORRITORE ............................................................................... 11

10 IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDIO ................................................................................................ 11

11 IMPIANTO DI GESTIONE DI DIFFUSIONE SONORA ............................................................................. 12

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PROGETTO DEFINITIVO

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1 PREMESSA

Lo stabile verrà alimentato direttamente in Bassa Tensione (BT) dal contatore posto nel piano interrato. Il quadro Generale dell’intero stabile si troverà entro 3m dalla fornitura della energia elettrica. Come concordato in questa fase non è stato previsto nessun tipo di alimentazione ausiliaria per le utenze. Per l’impianto di illuminazione di sicurezza verranno utilizzati gli stessi corpi illuminanti dell’illuminazione ordinaria. L’alimentazione in assenza di tensione verrà garantita da un soccorritore posto nel piano terra. Tutti gli impianti che dovranno funzionare in situazione di emergenza, o comunque in assenza di tensione (impianti rivelazione incendi, impianto Evac) saranno autoalimentati.

2 NORME DI RIFERIMENTO

2.1 LEGISLAZIONE

• D.M. 22 febbraio 2006. Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici.

• D.P.R. 1 agosto 2011 n.151. Regolamento di semplificazione dei procedimenti di prevenzione incendi. • DPR 22 Ottobre 2001, n.462. Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di

installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi.

• Circolare ISPESL 2 Aprile 2002 n.17. Applicazione del DPR 22 Ottobre 2001 n.462 "Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra e di impianti elettrici pericolosi".

• D.M. 22 gennaio 2008 n.37: Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 - quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici.

• D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

• D.Lgs 3 agosto 2009, n.106: Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

2.2 NORME UNI

• UNI EN 54-1. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Parte 1: Introduzione. • UNI EN 54-2. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio – Parte 2: Centrale di controllo e di

segnalazione. • UNI EN 54-3. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Parte 3: Dispositivi sonori di allarme

incendio. • UNI EN 54-4. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Parte 4: Apparecchiatura di

alimentazione. • UNI EN 54-5. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Rivelatori di calore Parte 5:

Rivelatori puntiformi. • UNI EN 54-6. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Rivelatori di calore Parte 6:

Rivelatori velocimetrici di tipo puntiforme senza elemento statico. • UNI EN 54-7. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Rivelatori di calore Parte 7:

Rivelatori di fumo – Rivelatori funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione.

• UNI EN 54-8. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Parte 8: Rivelatori di calore a soglia di temperatura elevata.

• UNI EN 54-9. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Parte 9: Prove di sensibilità su focolari tipo.

• UNI EN 54-10. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio - Parte 10: Rivelatori di fiamma – Rivelatori puntiformi.

• UNI EN 54-11. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio - Parte 11: Punti di allarme manuali.

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• UNI EN 54-12. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Rivelatori di fumo – Parte 12 - Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso.

• UNI EN 54-13. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 13: Valutazione della compatibilità dei componenti di un sistema.

• UNI CEN/TS 54-14:2004. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio. Parte 14: Linee guida per la pianificazione, la progettazione, l'installazione, la messa in servizio, l'esercizio e la manutenzione.

• UNI EN 54-16. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 16: Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale.

• UNI EN 54-17. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Parte 17: Isolatori di corto circuito. • UNI EN 54-18. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 18: Dispositivi di

ingresso/uscita. • UNI EN 54-20. Sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio – Parte 20: Rivelatori di fumo ad

aspirazione. • UNI EN 54-21. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio - Parte 21: Apparecchiature di

trasmissione allarme e di segnalazione remota di guasto e avvertimento. • UNI EN 54-24. Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio. Parte 24: Componenti di sistemi di

allarme vocale – Altoparlanti. • UNI 10819:1999 - Luce e illuminazione - Impianti di illuminazione esterna - Requisiti per la limitazione

della dispersione verso l'alto del flusso luminoso. • UNI EN 1838:2000. Applicazione dell'illuminotecnica - Illuminazione di emergenza. • UNI EN 12464-1:2004. Luce e illuminazione – Illuminazione posti di lavoro – Parte 1: posti di lavoro

interni. • UNI 9795:2010. Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio.

Progettazione, installazione ed esercizio. • UNI 11224:2011. Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi. • UNI EN 81-1:2010. Regole di sicurezza per la costruzione e l’installazione degli ascensori - Parte 1:

ascensori elettrici. • UNI 9494:2007. Evacuatori di fumo e calore. Caratteristiche, dimensionamento e prove. • UNI ISO 7240-19. Sistemi fissi di rivelazione e di segnalazione di allarme – Parte 19: Progettazione,

installazione, messa in servizio, manutenzione ed esercizio dei sistemi di allarme vocale per scopi d’emergenza.

2.3 NORME CEI

• Norma CEI 0-2. Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici. • Norma CEI 0-10. Guida alla manutenzione degli impianti elettrici. • Norma CEI 0-13. Protezione contro i contatti elettrici - Aspetti comuni per gli impianti e le

apparecchiature. • Guida CEI 0-14 “DPR 22 Ottobre 2001, n. 462. Guida all’applicazione del DPR 462/01 relativo alla

semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”.

• Norma CEI 3-18. Segni grafici per schemi. Produzione e conversione dell’energia elettrica. • Norma CEI 3-23. Segni grafici per schemi. Schemi e piani di installazione architettonici e topografici. • Norma CEI 11-17. Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica – Linee in

cavo. • Norme CEI EN 60076 (CEI 14-4). Trasformatori di potenza. • Norma CEI EN 61439-1 2010-01. Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa

tensione (quadri BT). Parte 1: Regole generali. • Norma CEI EN 61439-2 2010-01. Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa

tensione (quadri BT). Parte 2: Quadri di potenza. • Norma CEI 17-13/1 (CEI EN 60439-1). Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa

tensione (quadri BT). Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS)

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• Norma CEI 17-13/2. Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2: prescrizioni particolari per i condotti sbarre.

• Norma CEI 17-13/3. Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 3: prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso. Quadri di distribuzione (ASD).

• Norme CEI Comitato 20. Cavi per energia. • Norme CEI-UNEL. • Norme CEI 20-22. Prove di incendio su cavi elettrici. • Norme CEI 20-35. Prove su cavi elettrici e ottici in condizioni di incendio. • Norma CEI 20-36. Prova di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di incendio. Integrità del

circuito. • Norma CEI EN 50200 (CEI 20-36/4-0). Metodo di prova per la resistenza al fuoco di piccoli cavi non

protetti per l’uso in circuiti di emergenza. • Norme CEI 20-37. Metodi di prova comuni per cavi in condizione di incendio - Prove sui gas emessi

durante la combustione dei materiali prelevati dai cavi. • Norma CEI 20-38. Cavi senza alogeni isolati in gomma, non propaganti l’incendio, per tensioni nominali

U0/U non superiori a 0,6/1 kV. • Norma CEI 20-38/2. Cavi isolati con gomma non propaganti l'incendio e a basso sviluppo di fumi e gas

tossici e corrosivi. Parte 2 - Tensione nominale Uo /U superiore a 0,6/1 kV. • Nomra CEI 20-45. Cavi isolati con mescola elastomerica, resistenti al fuoco, non propaganti l'incendio,

senza alogeni (LSOH) con tensione nominale U0/U di 0,6/1 kV. • Norma CEI EN 60898-1 (CEI 23-3/1). Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per

impianti domestici e similari. Parte 1: Interruttori automatici per funzionamento in corrente alternata. • Norma CEI EN 60898-2 (CEI 23-3/2). Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per

impianti domestici e similari. Parte 2: Interruttori per funzionamento in corrente alternata e in corrente continua.

• Norma CEI EN 60947-2 (CEI 17-5). Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici. • Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di

gas. Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi. • Norma CEI EN 60079-14(CEI31-33). Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di

gas. Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere).

• Norma CEI EN 60079-17 (CEI 31-34). Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 17: Verifica e manutenzione degli Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere).

• Norma CEI 31-35. Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas. Guida all'applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili.

• Norma CEI EN 60598-1 (CEI 34-21). Apparecchi di illuminazione. Parte 1: Prescrizioni generali e prove. • Norma CEI EN 60598-2-22 (CEI 34-22). Apparecchi di illuminazione. Parte 2-22: Prescrizioni particolari

– Apparecchi di emergenza. • Norma CEI EN 60598-2-1 (CEI 34-23). Apparecchi di illuminazione. Parte 2: Prescrizioni particolari –

Apparecchi fissi per uso generale. • Norma CEI EN 60598-2-2 (CEI 34-31). Apparecchi di illuminazione. Parte 2: Prescrizioni particolari –

Sezione 2: Apparecchi di illuminazione da incasso. • Norma CEI EN 50171. Sistemi centralizzati per alimentazione dei servizi di sicurezza. • Norma CEI EN 50172 (CEI 34-111). Sistemi di illuminazione di emergenza. • Norma CEI UNI 11222 (CEI 34-132). Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici Procedure per la

verifica periodica, la manutenzione, la revisione e il collaudo. • Norma CEI 64-2. Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione. Prescrizioni specifiche per la

presenza di polveri infiammabili e sostanze esplosive. • Norma CEI 64-7. Impianti elettrici di illuminazione pubblica. • Norma CEI 64-8. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente

alternata e a 1500 V in corrente continua.

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• Norma CEI 64-11. Impianti elettrici nei mobili. • Norma CEI 64-14. Guida degli alle verifiche impianti elettrici utilizzatori. • Norma CEI 64-50. Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l'integrazione degli impianti elettrici

utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri generali.

• Norma CEI 81-3. Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico.

• Norma CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1). Protezione contro i fulmini. Principi generali. • Norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2). Protezione contro i fulmini. Valutazione del rischio. • Norma CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3). Protezione contro i fulmini. Danno materiale alle strutture e

pericolo per le persone. • Norma CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4). Protezione contro i fulmini. Impianti elettrici ed elettronici nelle

strutture. • Norma CEI 64-100/1 Edilizia residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli

impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni. Parte 1: Montanti degli edifici. • Norma CEI 106-12. Guida pratica ai metodi e criteri di riduzione dei campi magnetici prodotti dalle

cabine elettriche MT/BT. • Norma CEI CLC/TS 61643-12. Limitatori di sovratensioni di bassa tensione. Parte 12: Limitatori di

sovratensioni connessi a sistemi di bassa tensione – Scelta e principi di applicazione. • Norma CEI 12-43 (CEI EN 50083-1). Impianti di distribuzione via cavo per segnali televisivi e sonori. • Guida CEI 46-136. Guida alle Norme per la scelta e la posa dei cavi per impianti di comunicazione. • Norma CEI 79-2. Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione. Norme particolari per

le apparecchiature. • Norma CEI 79-3. Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione. Norme particolari per

gli impianti antieffrazione, antintrusione. • Norma CEI 79-10. Impianti di allarme. Impianti di sorveglianza CCTV da utilizzare nelle applicazioni di

sicurezza. Parte 7: guide di applicazione. • Norma CEI da 79-30 a 79-39. Sistemi di allarme ed impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e

antiaggressione. • Norma CEI EN 60849 (CEI 100-55). Sistemi elettroacustici applicati ai servizi di emergenza. • Norma CEI EN 50174-1 (CEI 306-3). Tecnologia dell'informazione. Installazione del cablaggio. Parte 1:

Specifiche ed assicurazione della qualità. • Norma CEI EN 50310 (CEI 306-4). Applicazione della connessione equipotenziale e della messa a terra in

edifici contenenti apparecchiature per la tecnologia dell’informazione. • Norma CEI EN 50174-2 (CEI 306-5). Tecnologia dell'informazione. Installazione del cablaggio. Parte 2:

Pianificazione e criteri di installazione all'interno degli edifici . • Norma CEI EN 50173-1 (CEI 306-6). Tecnologia dell'informazione. Sistemi di cablaggio generico. Parte

1: Requisiti generali e uffici. • Norma CEI EN 50346 (CEI 306-7). Tecnologia dell'informazione. Installazione del cablaggio. Prove del

cablaggio installato. • Norma CEI 306-10. Sistemi di cablaggio strutturato. Guida alla realizzazione e alle Norme Tecniche. • Norma CEI EN 50173-2 (CEI 306-13). Tecnologia dell'informazione. Sistemi di cablaggio strutturato.

Parte 2: Locali per ufficio. • Norma CEI CLC/TS 61643-12 (CEI 37-11). Limitatori di sovratensioni di bassa tensione. Parte 12:

Limitatori di sovratensioni connessi a sistemi di bassa tensione – Scelta e principi di applicazione. • Norma CEI CLC/TS 61643-22 (CEI 37-10). Limitatori di sovratensioni di bassa tensione. Parte 22:

Limitatori di sovratensioni connessi alle reti di telecomunicazione e di trasmissione dei segnali. Scelta e principi applicativi.

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3 QUADRI

L’impianto sarà realizzato cercando di mantenere la struttura principale di quello esistente, in modo da esser il meno invasivo possibile. I quadri elettrici saranno rifatti (tranne quelli già in possesso della documentazione tecnica e/o comunque per i quali è possibile il rilascio della dichiarazione di rispondenza, a seguito di verifica dell’impianto), studiando in modo oculato la gestione per il risparmio energetico, la continuità di servizio e la stabilità e selettività delle singole utenze. Per gli impianti dove sarà necessario la verifica e la stesura della dichiarazione di rispondenza, si è scelto questa soluzione, come concordato con la committenza, in quanto gli impianti risultano in buono stato e dopo una verifica dell’impianto sarà possibile rilasciare la dichiarazione di rispondenza (nel seguente appalto nella parte economica si è tenuto conto di queste lavorazioni).

3.1 QUADRO GENERALE

Il quadro generale di bassa tensione sarà del tipo a scomparti modulari, completamente segregati (CEI 17-13/1), comprendente i sistemi di sbarre, gli interruttori di arrivo e gli interruttori di partenza verso i quadri secondari. L’accesso al quadro elettrico sarà possibile dal fronte, dove troveranno posto le apparecchiature. L’accesso ai terminali di collegamento dei cavi, sarà possibile dal retro. La struttura metallica sarà trattata e verniciata. Sul fronte del quadro dovrà essere indicato, a mezzo serigrafia o sistema adesivo tipo 3M, lo schema generale. La conformazione del quadro sarà tale da permettere eventuali futuri ampliamenti. Tutti gli interruttori montati saranno di tipo tetrapolare con relè elettronici; pertanto dovranno essere uniformati anche quelli di taglia inferiore alla serie minima che monta relè di tale tipo.

3.2 QUADRI DI DISTRIBUZIONE

I quadri di distribuzione sono i quadri secondari di zona dedicati alla protezione e distribuzione dei circuiti terminali luce/FM. Tutti i quadri di distribuzione saranno di tipo ad armadio, con scomparto risalita cavi e dovranno avere un grado di protezione IP 2X a portelle aperte e IP4X a portelle chiuse. La struttura sarà costituita da una carpenteria metallica autoportante in pannelli di lamiera d'acciaio presso piegata. L'involucro sarà munito di portella anteriore di protezione con finestra in vetro infrangibile. La suddetta portella dovrà essere dotata di serratura per impedire l'accesso al personale non autorizzato. Le dimensioni saranno adeguate alle apparecchiature che dovranno contenere con una riserva di spazio minima del 20%; anche la morsettiera sarà dimensionata con una riserva del 20%. Tutti i quadri dovranno essere costruiti in accordo con la norma CEI EN 61439-1 e certificati di tipo AS o ANS. E' prevista la selettività di impianto per quanto riguarda le protezioni magnetotermiche e per quelle differenziali. La selettività risulterà totale in tutti i casi in cui un eventuale intervento non selettivo determinasse inammissibili fuori servizio. E’ previsto che gli interruttori di potenza siano dimensionati con un potere di interruzione nominale di servizio (Ics) adeguato ai valori di corto circuito stabiliti. Sui quadri di distribuzione secondari la protezione delle utenze terminali è sempre assicurata da interruttori magnetotermici differenziali.

4 DISTRIBUZIONE LINEE DI ALIMENTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI

Le linee di alimentazione vengono sostituite con delle nuove descritte negli elaborati planimetrici ed unifilari, tranne le linee di alimentazione degli impianti che non sono oggetto di questo intervento di ristrutturazione, come le linee di alimentazione e segnale dell’impianto TVCC e tutti gli impianti con dichiarazione esistente o soggetti al rilascio della dichiarazione di rispondenza. Tutti i punti di comando e di utilizzazione, nelle zone soggette ad intervento, vengono sostituiti con dei nuovi.

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La distribuzione principale verrà eseguita utilizzando un canale in lamiera zincata posta nel piano interrato. Quest’ultima alimenterà tutte le linee principale di distribuzione. La salita e la discesa per i vari piani sarà eseguita tramite una canala metallica verticale in corrispondenza dei quadri generali di piano. La distribuzione per i piani verrà fatta con due canale metalliche (lato destro corridoio e lato sinistro corridoio) all’interno di una veletta di copertura eseguita appositamente sotto il controsoffitto esistente. In questo modo la distribuzione potrà essere eseguita in modo ordinato e la manutenzione sarà molto semplice.

Le linee di alimentazione sono state dimensionate secondo le norme CEI 64-8/4.

Per la protezione da sovraccarico si utilizza la seguente:

Ib ≤ In ≤ Iz

If ≤ 1,45 Iz

Dove

Ib = Corrente di impiego del circuito

In = Corrente nominale del dispositivo di protezione

Iz = Portata in regime permanente della conduttura If = Corrente di funzionamento del dispositivo di protezione

Per il corto circuito:

IccMax ≤ P.d.i.

I²t ≤ K²S²

Dove

IccMax = Corrente di cortocircuito massima

P.d.I. = Potere di interruzione apparecchiatura di protezione

I²t = Integrale di Joule della corrente di cortocircuito presunta

(valore letto sulle curve delle apparecchiature di protezione)

K = Coefficiente della conduttura utilizzata

115 per cavi isolati in PVC

135 per cavi isolati in gomma naturale e butilica

143 per cavi isolati in gomma etilenpropilenica e polietilene reticolato

S = Sezione della conduttura

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La valutazione delle potenze assorbite dalle singole utenze dei vari servizi è stata effettuata secondo i criteri seguenti. Sulla base delle caratteristiche delle lampade e dei reattori dei singoli corpi illuminanti scelti in progetto, a seconda dei diversi ambienti.

Impianto prese forza motrice

La potenza assorbita totale è stata determinata sulla base delle seguenti potenze di dimensionamento (Pdim) per presa o gruppi presa:

Prese di servizio con interruttore di protezione (gruppi 1000 VA prese)

Prese trifasi interbloccate 2000 VA

Prese monofasi interbloccate 1500 VA

Prese generiche 300 VA

La linea elettrica di BT è suddivisa in due livelli:

livello distribuzione PRINCIPALE (primaria): è la distribuzione elettrica che parte direttamente dal punto consegna energia o montanti fino ai quadri di zona/piano;

livello distribuzione TERMINALE (secondaria): è la distribuzione elettrica che ha origine dai quadri di zona/piano ed è dedicata alle utenze distribuite in campo.

Distribuzione principale

Servizio Ku Kc

Montante luce 0.8÷1 0.8÷1

Montante FM normale 0.6÷1 0.8÷1

Distribuzione terminale

Servizio Ku Kc

Impianti luce 0.8÷1 0.8÷1

Impianti FM normale 0,4÷0.8 0,6÷1

Le zone dell’impianto soggette all’intervento, sono locali ordinari, in quanto uffici e/o magazzini. Come da pratiche dei vigili del fuoco, l’unico locale considerato “MARCIO” (maggior rischio in caso di incendio) si trova al piano terra identificato come archivio con un impianto di spegnimento in caso di incendio. Negli ambienti a maggior rischio in caso d'incendio si possono installare solo i componenti elettrici strettamente necessari, ad eccezione delle condutture che possono anche transitare nell'ambiente; il combustibile costituente gli impianti deve, infatti, essere limitato allo stretto necessario per rendere minima la possibilità di innesco e propagazione dell'incendio e quello presente deve possedere idonee caratteristiche di reazione al fuoco. In questi ambienti la distribuzione verrà eseguita con tubazioni a vista.

IMPIANTO BUILDING AUTOMATION

L’impianto di illuminazione sarà gestito da un sistema di controllo centralizzato. I corpi illuminanti saranno a tecnologia Led. L’illuminazione sarà dimmerata autonomamente con sensori di luminosità, che parzializzeranno

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l’efficienza luminosa, in modo da tener costante l’illuminamento medio. Saranno utilizzati corpi illuminanti adatti per l’utilizzo continuo, dei posti di lavoro con uso di videoterminali. Le accensioni saranno gestite da sensori di presenza, ma comunque sarà predisposto un punto di comando manuale all’interno di ogni stanza, che possa anche “forzare” la dimmerazione a piacere, in modo tale da soddisfare tutte le esigenze degli occupanti. I sensori di presenza saranno esterni ai corpi illuminanti, e saranno dotati di un sistema che permette la regolazione e calibrazione di ogni singola stanza tramite un telecomando. I sensori di presenza saranno del tipo a doppia tecnologia, per permettere di aver un funzionamento efficiente, e non creare disservizi e sprechi. Il tutto sarà gestito da un impianto di supervisione e controllo direttamente da postazione presidiata. Tutti gli attuatori saranno installati nei quadri di appartenenza e le linee saranno in partenza da questi ultimi. Verranno suddivise le alimentazioni, dei corpi illuminanti, in linee ordinarie e privilegiate. L’impianto di forza motrice (prese, allacciamenti macchinari) non sarà gestito da un impianto domotico.

5 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE

Viene riportato il valore di illuminamento medio (Em) assunto sul piano di lavoro dei vari locali che compongono il complesso secondo la norma UNI 12464-1. In tabella sono riportati anche l’indice di resa cromatica (Ra) e il limite del grado di abbagliamento (UGRL) per i vari ambienti. La tipologia ed il posizionamento dei corpi illuminanti è scelto in maniera tale da garantire tali limiti minimi.

LOCALE Em [lx] Ra UGRL

Sale conferenze 500 80 19

Uffici e studi 500 80 19

Centrali tecnologiche 150 80 25

Servizi WC 150 40 25

Corridoi comuni 100 40 28

Scale 150 40 25

5.1 ILLUMINAZIONE ZONE COMUNI

In tali zone verranno utilizzati apparecchi di illuminazione a tecnologia LED. Verranno riutilizzati i corpi illuminanti esistenti, verrà cambiato solo il tubo fluorescente (neon) con quello a Led. Le accensioni saranno gestite in modo centralizzato e calibrato agli orari di lavoro di ogni singola zona. Potrà essere gestito piano per piano e zona per zona, l’orario e l’accensione saranno modificabili a disposizione delle esigenze lavorative. L’illuminazione delle scale verrà effettuata con una Led Strip (striscia Led) posizionata all’interno di una veletta che verrà eseguita seguendo il perimetro e l’andamento di ogni corpo scala.

5.2 ILLUMINAZIONE LOCALI TECNICI ARCHIVI

Queste zone avranno un illuminazione del tipo tradizionale, non saranno del tipo dimmerato. Le accensioni saranno localizzate per permettere al massimo un risparmio energetico oculato. Nei locali tecnici i corpi illuminanti saranno del tipo industriale con grado di protezione IP54. Tutte le alimentazioni in questi locali saranno effettuate con condutture del tipo rigido a vista come indicato nelle planimetrie di progetto.

5.3 ILLUMINAZIONE BAGNI

Nella zona bagni l’illuminazione verrà eseguita con corpi illuminanti con tecnologia Led. Le accensioni verranno controllate da sensori di presenza a timer in modo da non avere sprechi di energia in assenza di persone all’interno del locale.

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5.4 ILLUMINAZIONE UFFICI

L’impianto di illuminazione sarà gestito da un sistema di controllo centralizzato. In generale i corpi illuminanti installati negli uffici saranno dotati di alimentatori elettronici dimmerabili DALI gestiti da getaway collegati al sistema di supervisione. I corpi illuminanti saranno a tecnologia Led. L’illuminazione sarà dimmerata autonomamente con sensori di luminosità, che parzializzeranno l’efficienza luminosa, in modo da tener costante l’illuminamento medio. Saranno utilizzati corpi illuminanti adatti per l’utilizzo continuo, dei posti di lavoro con uso di videoterminali. Le accensioni saranno gestite da sensori di presenza, ma comunque sarà predisposto un punto di comando manuale all’interno di ogni stanza, che possa anche “forzare” la dimmerazione a piacere, in modo tale da soddisfare tutte le esigenze degli occupanti. I sensori di presenza saranno esterni ai corpi illuminanti, e saranno dotati di un sistema che permette la regolazione e calibrazione di ogni singola stanza. I sensori di presenza saranno del tipo a doppia tecnologia, per permettere di aver un funzionamento efficiente, e non creare disservizi e sprechi. Il tutto sarà gestito da un impianto di supervisione e controllo direttamente da postazione presidiata.

5.5 ILLUMINAZIONE ESTERNA

L’illuminazione esterna verrà assicurata da corpi illuminanti indipendenti (come indicato nelle planimetrie) con accensione da supervisione. Verranno installati nuovi corpi illuminanti a LED per l’illuminazione della galleria d’ingresso, il portone d’ingresso, le volte sotto gli ingressi dei vani scala ed il parcheggio.

Per l’illuminazione della galleria d’ingresso, verranno utilizzati corpi illuminanti lineari led, in modo da illuminare la parte superiore della galleria ed avere un illuminamento indiretto sul piano carrabile. Sopra il portone d’ingresso esistono tre schermi in materiale semitrasparente, dovranno essere rimossi ed installati al loro interno delle strisce led sul perimetro di ognuno, per ottenere un effetto ad illuminazione diffusa. Le volte di ingresso delle scale A e B saranno illuminati con luce diretta con proiettori a tecnologia LED. Per l’illuminazione del parcheggio interno, verranno installati dei proiettori led che dovranno illuminare l’intero parcheggio, ma non dovranno creare disturbo e abbagliamento alla viabilità.

6 IMPIANTO DI FORZA MOTRICE UTILIZZATORI

Le linee di alimentazione delle prese per gli utilizzatori all’interno degli uffici verranno eseguite all’interno di canali a battiscopa. Per ogni postazione di lavoro verrà previsto un gruppo prese contenente ognuno due prese del Tipo UNEL Universali, due prese del tipo Bipasso e due prese del tipo RJ45 (dati/telefono). Questa soluzione permette di avere una uniformità all’interno di ogni locale e nello stesso tempo di poter allacciare qualsiasi utilizzatore, senza uso di adattatori.

7 CABLAGGIO STRUTTURATO

L’impianto comprende la sola stesura del cavo entro vie di cavo predisposte (comprese in questo appalto). La fornitura del cavo, prese dati, intestazione cavo e quant’altro sia necessario, non è onere di questo appalto.

8 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

In assenza dell’energia da rete ordinaria l’illuminazione sarà garantita dal sistema di illuminazione di emergenza che assicurerà l'illuminamento minimo necessario a mettere in evidenza i percorsi utili al raggiungimento dei varchi di esodo dall'edificio. Il sistema sarà costituito da corpi illuminanti facenti parte dell'impianto di illuminazione generale che in assenza rete saranno alimentati tramite soccorritore senza interruzione. In conformità al D.M. del 22 febbraio 2006 il sistema di illuminazione di sicurezza è dimensionato in modo da assicurare lungo le vie di uscita un livello di illuminamento medio non inferiore a 5 lux su un piano orizzontale ad 1 m di altezza dal piano calpestio. In conformità a quanto stabilito dalle norma CEI 34-111 (EN 50172 art. 5.2) e la UNI EN 1838, l’illuminazione di sicurezza interverrà non solo al mancare dell’alimentazione esterna, ma anche in caso di intervento di un qualunque dispositivo di protezione dei circuiti di illuminazione ordinaria, che metterà fuori

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tensione e quindi al buio una parte dell’impianto. Oltre al sistema centralizzato, per l’indicazione delle vie di esodo e la segnalazione delle uscite di sicurezza, sarà realizzato un sistema con lampade, corredate di pittogrammi unificati, dotate di complesso autonomo di emergenza. L’alimentazione sarà derivata dai circuiti ordinari locali.

9 ALIMENTAZIONE SUSSIDIARIA SOCCORRITORE Per l’alimentazione dell’illuminazione di emergenza, sarà previsto un alimentazione sussidiaria che alimenterà i corpi illuminanti utilizzati per l’illuminazione ordinaria (nei locali dove non sono previsti i corpi illuminanti autonomi di emergenza). Il soccorritore dovrà essere composto da moduli di potenza (da 5.000 VA) uguali tra loro, intercambiabili e parallelabili internamente al cabinet inverter. Analogamente anche le batterie dovranno essere contenute in “cassetti” uguali e intercambiabili, contenenti n.5 batterie da 12 V, inseriti in appositi cabinet dedicati. Potrà essere configurabile come sistema N+X ridondante in potenza con moduli contenuti nello stesso cabinet da 5.000 VA per funzionamento monofase o 6 x 5.000 VA per funzionamento trifase. Potrà essere facilmente configurabile dall’utente, in fase di installazione, per gestire un’alimentazione d’ingresso sia trifase che monofase ed altresì essere configurabile in uscita con distribuzione sia trifase che monofase. Il soccorritore dovrà essere in grado di gestire permanentemente il 120% del carico prescritto per la durata nominale ed essere in grado di avviare a pieno carico un sistema precedentemente spento. Potenza nominale 40 kVA, tipologia VFI, tecnologia PWM ad alta frequenza, neutro passante, autonomia, 60 minuti al 100 % del carico. In caso di uscita monofase l’architettura modulare dovrà essere del tipo parallelo distribuito, in cui tutti i moduli di potenza presenti (da 5.000 VA) si ripartiscono il carico, offrendo la continuità totale all’alimentazione dei carichi anche in caso di guasto; infatti la potenza nominale erogabile dalla somma dei moduli funzionanti sarà sempre a disposizione dell’utilizzatore, che potrà operare a carico ridotto o, in caso di configurazione ridondante, a carico normale. In caso di uscita trifase l’architettura modulare del tipo parallelo distribuito sarà valida nel caso in cui siano presenti uno o più moduli per ciascuna fase; infatti la potenza nominale erogabile dalla somma dei moduli funzionanti per ogni fase sarà sempre a disposizione dell’utilizzatore, che potrà operare a carico ridotto o, in caso di configurazione ridondante, a carico normale. Dovrà essere dotato di un display alfanumerico a cristalli liquidi (LCD), retroilluminato, con almeno 20 caratteri disposti su almeno 4 righe. Una serie di appositi pulsanti, situati in prossimità del display, dovranno consentire all’utente di: -visualizzare i dati di funzionamento; -impostare i parametri di funzionamento: -selezionare la lingua nella quale vengono espressi i messaggi. Il soccorritore dovrà possedere la marcatura CE in accordo con le Direttive 73/23, 93/68, 89/336, 92/31, 93/68 ed essere progettato e realizzato in conformità alle norme EN62040-1, EN62040-2, EN62040-3 EN 50171.

10 IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDIO

E’ prevista l’installazione di un impianto di rivelazione e segnalazione incendi in tutti i locali dell’edificio, ad eccezione dei servizi igienici, in accordo con quanto previsto nel progetto antincendio. L’impianto è progettato in conformità alla norma UNI 9795:2013. La gestione intelligente di tipo analogico permetterà una costante supervisione dell’impianto relativamente alla manutenzione, agli eventuali allarmi intempestivi, ai test automatici verso il campo, al controllo della sensibilità dei rivelatori, ecc. I rilevatori saranno del tipo ottico; essi saranno singolarmente indirizzati ed interfaccianti direttamente con la centrale. All’interno dei controsoffitti, saranno installate camere di analisi per rilevare la diffusione di un incendio (solo in alcune zone dove non c’è la convenienza economica, nel controsoffitto verranno installati rivelatori puntiformi, come da planimetrie allegate). In ciascuna zona saranno installati i pulsanti di segnalazione manuale di allarme antincendio a rottura di vetro in modo tale che almeno uno di essi possa essere raggiunto da ogni parte della zona stessa. Alcuni dei punti di segnalazione manuale saranno installati lungo le vie di esodo. In ogni caso essi sono previsti in corrispondenza di tutte le uscite di sicurezza. La segnalazione di allarme incendio avverrà con targhe ottico/acustiche ed attraverso l’impianto di diffusione sonora di emergenza. La zona sorvegliata sarà suddivisa in 8 sezioni, ogni piano una, in modo che a seguito di un intervento di un rivelatore sia possibile identificare immediatamente la zona di appartenenza. Essendo l’impianto di rivelazione d'incendio di tipo ad indirizzamento, ogni rivelatore è definito come unità a se stante e pertanto la sua

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localizzazione sarà immediata. Verranno creati 8 Loop (uno per piano) e ad esso dovranno essere collegati tutti gli apparati, indirizzandoli distintamente.

11 IMPIANTO DI GESTIONE DI DIFFUSIONE SONORA

Tutta le aree dell’edificio saranno raggiunte da un impianto di diffusione di messaggi di sicurezza per evacuazione (EVAC). L’impianto sarà realizzato in conformità alle prescrizioni contenute nella norma CEI 100-55 (EN 60849) “Sistemi elettroacustici applicati ai servizi di emergenza”. Il sistema dovrà gestire la diffusione di messaggi di allarme, preregistrati e non, per assicurare una segnalazione efficace ed organizzata delle emergenze, tale da non creare panico negli occupanti e consentire una evacuazione controllata in caso di incendio o di altra situazione di emergenza che lo richieda. Lo scopo del sistema è primariamente quello di facilitare l'evacuazione dello stabile, ma sarà possibile il suo impiego anche per inviare messaggi di tipo generico. In caso di incendio, verranno inviati in modo automatico messaggi preregistrati multilingue, di tipo sintetizzato, oppure messaggi in viva voce tramite la postazione microfonica posizionata in guardiola. Il messaggio in viva voce, avrà sempre la priorità sui messaggi preregistrati e quindi con una attivazione manuale di messaggio il sistema interromperà l'esecuzione del programma automatico, che potrà riprendere successivamente. Il progetto prevede un sistema digitale con linee di diffusori a tensione costante 100 V, ciascuna linea sarà monitorata in accordo alla norma EN 60849 tramite un terminale di linea (End of Line). La centrale sarà installata nel locale sicurezza al piano interrato, sarà alimentata da sorgente di sicurezza e sarà interfacciata con la centrale di rivelazione incendi in modo da attivare in automatico i messaggi preregistrati per l’allarme e le indicazioni di evacuazione in caso di incendio e da inviare una segnalazione di guasto alla centrale di rilevazione incendi in caso di indisponibilità del sistema. Nel locale sicurezza sarà installata la console digitale con microfono controllato e diagnosticato per l’invio di messaggi di allarme. Un’ulteriore base per l’invio di messaggi di allarme è prevista in guardiola al piano terra. Altre basi non controllate potranno essere installate in corrispondenza delle reception per l’invio di comunicazioni generiche. L’impianto risulterà suddiviso in più zone distinte in funzione della diversa destinazione degli ambienti e della dislocazione degli stessi. Ciascuna zona risulterà servita da due linee incrociate in modo che eventuali avarie abbiano limitate conseguenze sull’efficacia del sistema. Il sistema prevede una ridondanza di amplificatori del tipo N+1.