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«Sicurezza sul lavoro: Modulo illuminazione» arch. Laura BLASO 1

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«Sicurezza sul lavoro: Modulo illuminazione»

arch. Laura BLASO

1

Attività

Luce

Spazio fisico

Soggetto

OBIETTIVI GENERALI:

Garantire le esigenze di:

- Sicurezza

- Prestazione visiva

- Benessere

COMFORT VISIVO

ELEMENTI CHE INFLUENZANO LA PROGETTAZIONE DELL’AMBIENTE LUMINOSO

Condizione di soddisfazione delle esigenze di ordine visivo espresse dall’utente

DETERMINATO ESSENZIALMENTE DA:

GRADO DI PRESTAZIONE VISIVA

GRADEVOLEZZA DELL’AMBIENTE

COMFORT VISIVO

PRESTAZIONE VISIVA

Velocità e accuratezza nello svolgimento di un compito visivo

compito visivo

Leggere e scrivere Osservare caratteristiche generali e dettagli di oggetti

osservazione di dettagli e oggetti in relazione allo svolgimento di una determinata attività

CARATTERISTICHE DEL COMPITO VISIVO

• contrasto • tempo di esposizione al compito • angolo sotteso • nitidezza dell’immagine • ………..

CAPACITA’ VISIVE DEL SOGGETTO

• acuità visiva • età • percezione delle profondità • percezione dei colori • …………

CARATTERISTICHE DELL’ILLUMINAZIONE

CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE

• campo visivo • vincoli dimensionali • vincoli di postura • ………….

CARATTERISTICHE SOGGETTIVE

• stato d’animo • stato di salute • ……….

PRESTAZIONE VISIVA

• rapporti di luminanza nel campo visivo • resa del contrasto • abbagliamento • caratteristiche spettrali delle sorgenti • di luce • …………………..

GRADEVOLEZZA DELL’AMBIENTE

LUCE

(NATURALE ED ARTIFICIALE)

AMBIENTE

(CARATTERISTICHE DELLO SPAZIO E

DELLE SUPERFICI)

SOGGETTO

(ATTITUDINI, PREFERENZE - ASPETTI

PSICOLOGICI)

Interazione di:

NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO IN AMBITO NAZIONALE

PER L’ILLUMINAZIONE DI AMBIENTI INTERNI

UNI EN 12665: 2004: Luce e illuminazione. Termini fondamentali e criteri per i requisiti illuminotecnici

UNI EN 12464/1: 2011: Luce e illuminazione. Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni

UNI 10530: 1997: Principi di ergonomia della visione. Sistemi di lavoro e illuminazione

UNI 10840: 2007: Locali scolastici. Criteri generali per l’illuminazione artificiale e naturale

UNI EN 1838: 2000: Illuminazione d’emergenza

UNI EN ISO 9241/6: 2001: Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT). Parte 6: Guida sull’ambiente di lavoro

Decreto Legislativo 19/9/94 n°626: Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

Decreto Legislativo 19/3/96 n°242: Modifiche ed integrazioni al D.L. 19-9-94, n°626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

Decreto Legislativo 09/04/2008 n°81: Attuazione dell’art. 1 della Legge 3 agosto 2007 n°123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

<< art. 10. (Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro) 1. A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentono un’illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. 2. Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo d’illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. 3. I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell’illuminazione artificiale, devono disporre di un’illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità. 4. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.>>

DECRETO LEGISLATIVO 19 Marzo 1996, n°242

TITOLO II : LUOGHI DI LAVORI

art. 50. 1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative che comportano l’uso di attrezzature munite di videoterminali art. 52. 1. Il datore di lavoro, all’atto della valutazione del rischio [...] analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: a) ai rischi per la vista e per gli occhi b) ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale

DECRETO LEGISLATIVO

19 Settembre 1994, n°626

TITOLO VI: USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEO TERMINALI

Gli obblighi previsti dal presente allegato si applicano al fine di realizzare gli obiettivi del TITOLO VI e qualora gli elementi esistano sul posto di lavoro e non contrastino con le esigenze o caratteristiche intrinseche della mansione. 1) ATTREZZATURE Schermo: “...la brillanza e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere facilmente regolabili da parte dell’utilizzatore e facilmente adattabili alle condizioni ambientali.” Tastiere: “...la tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi.” Piano di lavoro: “... il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere di dimensioni sufficienti e permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale necessario.”

ALLEGATO VII: PRESCRIZIONI MINIME

DECRETO LEGISLATIVO

19 Settembre 1994, n°626

2) AMBIENTE [...] b) Illuminazione L’illuminazione generale ovvero l’illuminazione specifica (lampade di lavoro) devono garantire un’illuminazione sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l’ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell’utilizzatore. Fastidiosi abbagliamenti e riflessi sullo schermo o su altre attrezzature devono essere evitati strutturando l’arredamento del locale e del posto di lavoro in funzione dell’ubicazione delle fonti di luce artificiale e delle loro caratteristiche tecniche. c) Riflessi ed abbagliamenti I posti di lavoro devono essere sistemati in modo che le fonti luminose quali le finestre e le altre aperture, le pareti trasparenti e traslucide, nonché le attrezzature e le pareti di colore chiaro, non producano riflessi sullo schermo. Le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.

ALLEGATO VII: PRESCRIZIONI MINIME

DECRETO LEGISLATIVO

19 Settembre 1994, n°626

TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008

Al fine di limitare i rischi da esposizione alle radiazioni, nel 2006 la Comunità Europea ha redatto una Direttiva (2006/25/CE) recepita nel 2008 a livello nazionale con il Testo Unico Decreto Legislativo 81/2008, entrato in vigore lo scorso 26/04/2010 Il Testo Unico definisce i metodi di valutazione e i valori limite per la sicurezza e la salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi fisici associati alle Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA) Con il termine Radiazioni Ottiche Artificiali si intendono le radiazioni elettromagnetiche comprese tra 100 nm e 1 mm; a lunghezze d’onda inferiori si hanno le radiazioni ionizzanti, mentre per lunghezze d’onda superiori a 1 mm si parla comunemente di campi elettromagnetici.

Principali effetti dannosi sull’apparato visivo e sulla pelle

Regione spettrale Occhio

Ultravioletto C

(da 100 nm a 280 nm)

Ultravioletto B

(da 280 nm a 315 nm)

Ultravioletto A

(da 315 nm a 400 nm)Cataratta fotochimica

Visibile

(da 400 nm a 780 nm)

Lesione fotochimica e

termica della retina

Infrarosso A

(da 780 nm a 1400 nm)

Cataratta

bruciatura della retina

Infrarosso B

(da 1400 nm a 3000 nm)

Cataratta

bruciatura della cornea

Infrarosso C

(da 3000 nm a 1 mm)Bruciatura della cornea

Pelle

Fotocheratite

Fotocongiuntivite

Eritema

(Scottatura della pelle)Tumori cutanei

Processo accelerato di invecchiamento

della pelle

Bruciatura della pelle

Reazione di

fotosensibilità

TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008

SPETTRO ELETTROMAGNETICO

Immagine tratta da Wavelab

TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008

Principali campi di applicazione delle ROA (sorgenti incoerenti)

Riscaldatori radianti

Forni di fusione metalli e vetro

Cementerie

Lampade per riscaldamento a incandescenza

Dispositivi militari per la visione notturna

Sorgenti di illuminazione artificiale (lampade ad alogenuri metallici, al mercurio, sistemi LED, ...)

Lampade per uso medico (fototerapia neonatale e dermatologica) / estetico

Luce pulsata - IPL (Intense Pulsed Light) -

Saldatura

Sterilizzazione

Essiccazione inchiostri, vernici

Fotoincisione

Controlli difetti di fabbricazione

Lampade per uso medico (es: fototerapia dermatologica) e/o estetico (abbronzatura) e/o di laboratorio

Luce pulsata - IPL

Saldatura ad arco / al laser

IR

VISIBILE

UV

* Alcune delle sorgenti di cui sopra emettono non solo nella banda di riferimento, ma anche in quelle vicine

ESEMPI DI SORGENTI NON COERENTI *

TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008

Le quattro classi di rischio individuate dalla norma:

CEI EN 62471-2010: “Sicurezza fotobiologica delle lampade e dei sistemi di lampada”

Gruppo Stima del rischio

Esente Nessun rischio fotobiologico

Gruppo 1 Nessun rischio fotobiologico nelle normali condizioni di impiego

Gruppo 2 Non presenta rischio in condizioni di riflesso naturale di avversione alla luce o effetti termici

Gruppo 3 Pericoloso anche per esposizioni momentanee

TESTO UNICO DECRETO LEGISLATIVO 81/2008

Nota: nuovo documento IEC/TR 62778:2012: che definisce la modalità di applicazione della CEI EN 62471 alle sorgenti di luce e agli apparecchi di illuminazione, individuando i metodi di

valutazione per la soglia RG1 e RG 2 (tratto da ASSIL T.S. 08/2013 : «Il rischio fotobiologico nell’illuminazione stradale»)

Elenco di sorgenti luminose primarie e secondarie che non

necessitano di ulteriori verifiche o valutazioni da parte del datore di lavoro

[ASSIL]

Sorgente luminosa Condizioni di utilizzo

Apparecchio di illuminazione a soffitto con

lampade a fluorescenza con schermo diffusore

Tutte

Apparecchio di illuminazione con lampade a

fluorescenza compatte

Tutte

Proiettori con lampade a fluorescenza compatte Tutte

Apparecchi per la cattura di insetti che usano

lampade UVA

Tutte

Apparecchio di illuminazione a soffitto con

lampade spot ad alogeni

Tutte

Lampade a filamento di tungsteno per

illuminazione di aree di lavoro (incluse le

lampade daylight)

Tutte

Apparecchi di illuminazione a soffitto con

lampade ad incandescenza

Tutte

Indicatori LED Tutte

Indicatori di posizione, freno, retromarcia e

retronebbia di veicoli

Tutte

Illuminazione stradale Tutte

Apparecchio di illuminazione a soffitto con

lampade a fluorescenza senza schermo

diffusore

Ambienti con illuminamento inferiore ai 600 lux

Proiettori per lampade a vapori di alogenuri e

mercurio alta pressione

Se utilizzati con schermo frontale intatto e se non

in linea con la vista.

Tutti i prodotti classificati nel gruppo esente

(CEI EN 62471)

Se non in linea con la vista (potrebbero essere

non sicuri se lo schermo è rimosso)

Fari di veicoli (abbaglianti e anabbaglianti) Se la visione prolungata all’interno dei fasci

luminosi è evitata

TESTO UNICO

DECRETO

LEGISLATIVO

81/2008

La norma recepisce la normativa

europea EN 12464/1: 2011 (giugno) e sostituisce la norma europea EN 12464/1: 2004 (che a sua volta sostituiva la norma nazionale UNI 10380: 1994)

La norma specifica i requisiti illuminotecnici per i posti di lavoro in interni, che corrispondono alle esigenze di comfort visivi e di prestazione visiva

Sono considerati tutti i compiti visivi abituali, inclusi quelli che comportano l’utilizzo di attrezzature munite di videoterminali

Articolazione della Norma

Sezione 1 Scopo e campo di applicazione

Sezione 2 Riferimenti normativi

Sezione 3 Termini e definizioni

Sezione 4 Criteri di progettazione illuminotecnica

Sezione 5 Elenco dei requisiti illuminotecnici

Sezione 6 Procedimenti di verifica

Appendice A e B

Bibliografia

Indice di interni (zone), compiti e attività

UNI EN 12464/1: 2011 (luglio) - Luce e illuminazione. Illuminazione dei posti di

lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

I principali parametri che caratterizzano l’ambiente luminoso sono:

distribuzione delle luminanze

illuminamento

direzione della luce

variabilità della luce

resa dei colori e colore apparente della luce

abbagliamento

sfarfallamento

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

UNI EN 12464/1: 2011 (luglio) - Luce e illuminazione. Illuminazione dei posti di

lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

La distribuzione delle luminanze nel campo visivo influenza il livello di adattamento degli occhi, la visibilità del compito e il comfort visivo.

Occorre evitare:

luminanze troppo elevate che possono provocare abbagliamento

contrasti di luminanza troppo elevati che comportano affaticamento a causa delle costanti variazioni di adattamento oculare

luminanze troppo basse e contrasti di luminanza troppo bassi che possono produrre un ambiente di lavoro monotono e non stimolante

Intervalli consigliati per i fattori di riflessione

DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE

Superficie del locale Fattori di riflessione

Soffitto da 0,7 a 0,9

Parete da 0,5 a 0,8

Fattore di riflessione del piano di lavoro non è più prescritto. Nota relativa ai fattori di riflessione degli oggetti principali (arredi, macchinari, superfici delle scrivanie)

che dovrebbe essere compreso tra 0,2 e 0,7

Pavimento da 0,2 a 0,4

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

UNI EN 12464/1: 2011 (luglio) - Luce e illuminazione. Illuminazione dei posti di

lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

ILLUMINAMENTO

In funzione del tipo di ambiente, attività e compito vengono definiti i valori dell’illuminamento medio mantenuto (Em) da garantire.

ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO

Valore al di sotto del quale l’illuminamento medio su una specifica superficie, non può mai scendere. Si tratta dell’illuminamento medio nel momento in cui dovrebbe essere eseguita la manutenzione

E m

E di progetto = E m

MF

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

FATTORE DI MANUTENZIONE

La CIE 97 (2005 2^ edizione) definisce il MF nel seguente modo:

MF = LLMF x LSF x LMF x RSMF dove: MF: fattore di manutenzione, LLMF: la diminuzione del flusso luminoso della sorgente nel tempo, LSF: fattore di sopravvivenza della lampada (tiene conto di quante lampade sono ancora in funzione dopo tot ore di funzionamento), LMF: diminuzione del flusso luminoso dell’apparecchio in funzione delle ore di funzionamento dello stesso, RSMF: la diminuzione delle caratteristiche di riflessione delle superfici del locale per effetto dello sporcamento.

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Un fattore di circa 1,5 rappresenta la più piccola differenza significativa nell’effetto soggettivo dell’illuminamento; assumendo pari a 20 lx il valore minimo di illuminamento è stata definita la seguente scala di illuminamenti:

20 – 30 – 50 – 75 – 100 – 150 – 200 – 300 – 500 – 750 – 1000 – 1500 – 2000 – 3000 - 5000

Tale scala è utilizzabile indicativamente per definire il valore di E m

N.B. Nelle zone occupate in continuazione, l’illuminamento medio mantenuto Em non deve essere inferiore a 200 lx

ILLUMINAMENTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

I valori dell’illuminamento medio mantenuto (Em) si riferiscono a condizioni visive abituali e tengono conto dei seguenti fattori:

- aspetti psico-fisiologici

- requisiti dei compiti visivi

- ergonomia della visione

- esperienza pratica

- sicurezza

- economia

ILLUMINAMENTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Se le condizioni di visibilità differiscono da quelle abituali è opportuno variare il valore dell’illuminamento, aumentandolo nel caso di: • compito visivo critico • errori onerosi da correggere • massima importanza alla accuratezza o all’alta produttività • capacità visive del soggetto inferiori al normale • dettagli del compito visivo di piccole dimensioni o con basso contrasto di luminanza • compito visivo da svolgere per tempi prolungati diminuendolo nel caso di: •dettagli del compito visivo di grandi dimensioni o con contrasto particolarmente elevato •compito visivo da svolgere per tempi ridotti

ILLUMINAMENTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Per le postazioni di lavoro dove i compiti visivi non sono noti si procede alla scelta di una delle due opzioni: 1. L’intera area è considerata sede del compito visivo

2. L’intera area è illuminata con una uniformità U0 ≥ 0.4 con un livello di

illuminamento previsto dal progettista. Nota: Se il compito visivo diventa noto successivamente, bisognerà procedere alla riprogettazione dell’impianto per garantire l’illuminamento prescritto

ILLUMINAMENTO DEL COMPITO VISIVO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

L’illuminamento delle zone immediatamente circostanti (0,5 m attorno area del compito visivo) deve essere correlato all’illuminamento della zona del compito e deve concorrere a fornire una distribuzione delle luminanze equilibrate nel compito visivo, al fine di evitare affaticamento visivo e abbagliamento molesto.

Rapporti tra illuminamenti nelle zone immediatamente circostanti e nelle zone del compito

U0 dell’are compito visivo è indicata nelle tabelle relative ai requisiti illuminotecnici, mentre per le zone immediatamente circostanti l’ U0 è 0,4 e per le zone di sfondo l’ U0 scende a 0,1

ILLUMINAMENTO DELL’AREA IMMEDIATAMENTE CORCOSTANTE

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Per le principali superfici di ambienti chiusi che rientrano nel campo visivo dell’osservatore. Em per pareti > 50 lx con U0 ≥ 0,10 Em per soffitto > 30 lx con U0 ≥ 0,10 Per ambienti con caratteristiche geometriche particolari e /o complesse in cui non sia possibile rispettare questi valori, è ammesso un valore ridotto di Em (esempio ambienti molto elevati con apparecchi molti distanti dal soffitto) Per ambienti in cui sono svolte attività quali uffici, ospedali, aule scolastiche, il valore diventa: Em per pareti > 75 lx con U0 ≥ 0,10 Em per pareti > 50 lx con U0 ≥ 0,10

ILLUMINAMENTO DELLE PARETI DEL SOFFITTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Area del compito visivo

Area immediatamente

circostante (0,5 m attorno compito visivo)

Area di sfondo (fascia di area di almeno 3m attorno all’area immediatamente circonstante, che deve essere illuminata con un valore Em pari ad 1/3 dell’ Em previsto per l’area immediatamente circostante

ILLUMINAMENTO AREA DI SFONDO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

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L’illuminamento medio cilindrico è dato dalla media degli illuminamenti verticali che ruotano attorno al punto di calcolo.

Questo illuminamento non deve essere minore di 50 lx in un piano sopra il pavimento (1,2 m per persone sedute e 1,6m per persone in piedi).

In luoghi dove la comunicazione visiva è fondamentale (uffici, aule, ecc.) l’illuminamento medio cilindrico deve essere aumentato ad un valore non inferiore a 150 lx. In ogni caso l’U0 non deve essere minore di 0,1

Il modellato è il rapporto tra luce diffusa e luce direzionale. In particolare il rapporto tra illuminamenti cilindrici e illuminamento orizzontale, sugli stessi punti della griglia di calcolo, definiscono il modellato (esempio: in un ambiente con distribuzione uniforme degli apparecchi o soffitto luminoso, il valore di modellato è compreso tra 0,3 e 0,6).

ILLUMINAMENTO CILINDRO E MODELLATO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Si definiscono il numero minimo di punti di calcolo e le dimensioni della griglia per le aree dei

vari compiti visivi. Le griglie di calcolo hanno le seguenti caratteristiche (cfr. UNI EN 12193):

rapporto tra lunghezza e larghezza delle celle è compreso tra 0,5 e 2,

i punti di calcolo sono da considerarsi nel baricentro delle celle

La dimensione massima della cella si calcola nel seguente modo:

p = 0,2 x 5 log10 (d)

Dove:

« p » è la dimensione della cella (valore massimo di 10 m)

« d » è la lunghezza del lato maggiore dell’area di calcolo (se il rapporto lato maggiore/lato minore < 2) oppure è la dimensione minore.

Il numero «n» di punti di calcolo nella direzione della dimensione «d» è dato dal più vicino numero intero superiore al rapporto n = d/p (dove p = d/n).

Allo stesso modo si calcolano i punti di calcolo relativi all’altro lato.

Il rapporto tra i due lati della cella devono essere il più vicino possibile a 1. Le griglie di calcolo devono escludere 0,5 m dalle pareti tranne quando l’area del compito visivo è posizionata vicino alla parete.

GRIGLIA DI CALCOLO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

UNI EN 12464/1: 2011 (luglio) - Luce e illuminazione. Illuminazione dei posti di

lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

GRIGLIA DI CALCOLO (Appendice A – tabella A.1 della UNI EN 12464-1:2011)

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

L’abbagliamento è la sensazione visiva prodotta da superfici che determinano elevati gradienti di luminanza all’interno del campo visivo e può essere percepito come abbagliamento molesto o debilitante. L’abbagliamento prodotto dalla riflessione delle superfici speculari è detto abbagliamento da riflessione o abbagliamento velante.

ABBAGLIAMENTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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dove:

Lb è la luminanza di sfondo [cd/m2]

L è la luminanza, delle parti luminose di ogni apparecchio di illuminazione nella direzione dell’occhio dell’osservatore [cd/m2]

w è l’angolo solido, delle parti luminose di ogni apparecchio di illuminazione, nella direzione dell’occhio dell’osservatore [sr]

p è l’indice di posizione di Guth, per ogni apparecchi di illuminazione rispetto agli occhi dell’osservatore

L’abbagliamento molesto, direttamente prodotto dagli apparecchi di illuminazione, deve essere valutato utilizzando il metodo tabellare CIE dell’Indice Unificato di Abbagliamento UGR (Unified Glare Rating).

Il valore limite di UGR è definito in funzione del tipo di ambiente, attività e compito.

= 2

2

10

25 , 0 log 8

p

L

L UGR

b

w

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ABBAGLIAMENTO MOLESTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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Campo di valori di UGR in funzione delle applicazioni

UGR < 13 Abbagliamento inesistente o irrilevante

13 < UGR < 16 Applicazioni anche molto impegnative

16 < UGR < 19 Uffici

19 < UGR < 22 Applicazioni industriali

22 < UGR < 25 Lavorazioni grossolane; magazzini

25 < UGR < 28 Ambienti di transito; applicazioni con scarse esigenze

28 < UGR Abbagliamento elevato

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ABBAGLIAMENTO MOLESTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Le sorgenti di elevata luminosità possono causare abbagliamento ed alterare la visione degli oggetti. Questo fenomeno deve essere evitato, per esempio, con un’adeguata schermatura delle lampade o la copertura delle finestre mediante tende con schermi idonei. L’angolo minimo di schermatura deve essere in funzione delle luminanze specifiche delle sorgenti luminose.

Angoli di schermatura minimi per le specifiche luminanze delle sorgenti

Nota: i valori non si applicano ad apparecchi di illuminazione indiretta o montati al di sotto del normale livello della visione

a

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SCHERMATURA CONTRO L’ABBAGLIAMENTOTO

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

riflessioni velanti e abbagliamento riflesso

Si possono ridurre attraverso:

- sistemazione adeguata degli apparecchi di illuminazione e dei posti di lavoro

- finitura della superficie (superfici opache)

- riduzione della luminanza degli apparecchi di illuminazione

- aumento dell’area luminosa dell’apparecchio di illuminazione

- pareti e soffitti chiari

illuminazione direzionale dei compiti visivi

ULTERIORI PARAMETRI DA CONSIDERARE

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Il colore apparente (cromaticità) della luce emessa da una sorgente luminosa è definita dalla sua temperatura di colore correlata (TCP).

Gruppi di apparenza di colore delle sorgenti luminose

La scelta dipende dal livello di illuminamento, dai colori dell’ambiente e dell’arredo, dal clima e dal tipo di applicazione

Apparenza del colore Temperatura correlata del colore TCP

[K]

Calda < 3300

Intermedia da 3300 a 5300

Fredda > 5300

COLORE APPARENTE DELLA LUCE

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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Per soddisfare le esigenze di prestazione visiva e gradevolezza dell’ambiente è importante che nell’ambiente i colori delle superfici e degli oggetti siano resi in modo naturale e corretto.

Per fornire un’indicazione obiettiva delle proprietà di resa del colore di una sorgente luminosa è introdotto l’indice generale di resa del colore Ra. Il valore massimo di Ra è 100.

Le sorgenti luminose con un indice di resa del colore minore di 80 non dovrebbero essere utilizzate in interni dove le persone lavorano e permangono per periodi lunghi.

RESA DEL COLORE

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

UNI EN 12464/1: 2011 (luglio) - Luce e illuminazione. Illuminazione dei posti di

lavoro Parte 1 – Posti di lavoro in interni

Per evitare sfarfallamento ed effetti stroboscopici:

sorgenti a incandescenza in corrente continua

sorgenti a scarica ad alta frequenza (30 kHz)

Lo sfarfallamento può provocare una diminuzione nella prestazione visiva e dar luogo a effetti fisiologici (cefalee). Gli effetti stroboscopici possono comportare condizioni di pericolo nella percezione del movimento di macchinari dotati di moto rotatorio o alternativo.

SFARFALLAMENTO ED EFFETTI STROBOSCOPICI

CRITERI DI PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA

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Il risparmio energetico è un obiettivo da perseguire, senza compromettere gli aspetti visivi di un impianto di illuminazione. Il progetto deve prevedere un’attenta valutazione dei sistemi di illuminazione, dei dispositivi ci controllo e del contributo della luce naturale.

Un’accensione automatica o manuale e/o un dispositivo di regolazione della luce possono essere utilizzati per assicurare una integrazione appropriata tra l’illuminazione artificiale e quella naturale.

La norma rimanda in maniera specifica alla EN 15193:2007 per il calcolo del fabbisogno di energia elettrica degli impianti di illuminazione artificiale (dell’indicatore energetico LENI [kWh/m2year]).

EFFICIENZA ENERGETICA

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Le attrezzature munite di videoterminali possono produrre delle riflessioni che causano abbagliamento debilitante e abbagliamento molesto. È necessario scegliere, posizionare e disporre gli apparecchi di illuminazione per evitare le riflessioni di luminosità elevata.

Limiti della luminanza media degli apparecchi che producono riflessi sui video

L’ILLUMINAZIONE DELLE POSTAZIONI DI LAVORO CON ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI

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La luce è fondamentale per la salute ed il benessere delle persone, in quanto influenza:

- l’umore,

- l’attenzione,

- il benessere.

La luce può regolare anche i ritmi circadiani ed influenzare lo stato psicofisico e psicologico delle persone (grazie agli illuminamenti ed al colore apparente della luce).

Le persone posso essere stimolate, migliorando il loro benessere, grazie alla variazione nel tempo, dell’illuminazione con illuminamenti più alti, distribuzione delle luminanze ed una più ampia gamma di variazione di temperatura di colore.

VARIABILITA’ DELLA LUCE

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I requisiti sono riferiti a differenti tipologie di ambienti, il cui elenco dettagliato è riportato in fondo alla norma, classificati in generale in:

zone di circolazione e spazi comuni all’interno di edifici attività industriali e artigianali uffici vendita al dettaglio luoghi pubblici edifici scolastici edifici di cura trasporti e stazioni ferroviarie

In tabella sono riportati, a titolo di esempio, i valori limite per alcune tipologie di ambiente, compito o attività.

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Nella verifica di un progetto di illuminazione, i punti di misurazione devono coincidere con quelli di progettazione o con griglie utilizzate. Gli stessi punti di misurazione devono essere utilizzati per le verifiche successive.

La verifica degli illuminamenti riguardanti specifici compiti deve essere effettuata con misure sul piano del compito medesimo.

L’illuminamento medio e l’uniformità dell’illuminamento devono essere calcolati e non devono essere minori dei valori indicati dalla normativa

Nota:

Per la verifica degli illuminamenti si dovrebbe prendere in considerazione la taratura dei luxmetri utilizzati, la conformità delle caratteristiche di lampade e degli apparecchi di illuminazione ai dati fotometrici dichiarati, i risultati del confronto dei dati di progetto, come i fattori di riflessione delle superfici, ecc., con i valori reali

ILLUMINAMENTO

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PROCEDIMENTI DI VERIFICA

Il fabbricante degli apparecchi deve fornire i dati ufficiali dell’UGR, ottenuti con il metodo di tabulazione previsto dalla Pubblicazione CIE 117, in relazione allo schema degli apparecchi di illuminazione.

I fabbricanti di apparecchi che pubblicano le tabelle UGR, calcolati con rapporti interdistanza /altezza diversi da quelli previsti dalla Pubblicazione CIE 117, devono dichiarare il valore di tale rapporto.

Deve essere verificata la conformità al progetto della configurazione di installazione degli apparecchi di illuminazione e la finitura delle superfici.

L’installazione deve essere realizzata secondo i criteri di progetto.

INDICE UNIFICATO DI ABBAGLIAMENTO (UGR)

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PROCEDIMENTI DI VERIFICA

Nel progetto deve essere indicato l’indice di resa del colore Ra delle sorgenti luminose dichiarato dal fabbricante

Le sorgenti devono essere verificate rispetto alle specifiche di progetto.

Le sorgenti devono essere come specificate nel progetto.

INDICE DI RESA DEL COLORE

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PROCEDIMENTI DI VERIFICA

La luminanza media delle parti luminose dell’apparecchio di illuminazione deve essere calcolata e/o misurata nei piani C ad intervalli di 15° partendo dal piano C 0°, considerando di ciascun piano gli angoli di elevazione di 65°, 75° e 85°.

Il fabbricante dell’apparecchio deve fornire i dati riferendoli al massimo valore del rapporto di emissione (sorgente luminosa/apparecchio di illuminazione).

LUMINANZA DELL’APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE

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PROCEDIMENTI DI VERIFICA

in sede di progetto consente di tenere conto dei fattori soggettivi, del compito visivo e dell’ambiente nella definizione dell’illuminamento medio mantenuto (E m)

introduce l’indice UGR per il controllo dell’abbagliamento molesto prodotto dagli apparecchi di illuminazione

in sede di collaudo definisce le caratteristiche degli strumenti e le procedure di verifica in campo

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CONCLUSIONI