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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2 Lanciano Vasto Chieti RASSEGNA STAMPA Giovedì 15 settembre 2016 www.asl2abruzzo.it facebook.com/asl2abruzzo (clicca su MI PIACE per ricevere gli aggiornamenti) twitter.com/asl2abruzzo

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Regione Abruzzo Azienda Sanitaria Locale n. 2

Lanciano Vasto Chieti

RASSEGNA STAMPA Giovedì 15 settembre 2016

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La pillola amara I soldi sono finiti, la cassa e’ a secco. Neppure un euro per comprare le medicine, le siringhe, le garze, niente di niente. Bloccati gli interventi chirurgici ma anche le attività diagnostiche, tutto fermo da due giorni all’ospedale di Ortona. I 40 milioni di debiti e forse anche di più producono i primi effetti.

D’Alfonso e Paolucci

L’allarme viene lanciato dal responsabile della farmacia interna Rocco Ciampoli con una lettera (foto sotto) inviata il 12 settembre scorso al direttore sanitario dell’ospedale Bernabeo e della Asl di Chieti, Lanciano e Vasto e a tutti i direttori delle unità operative:

“Mi corre l’obbligo di avvertire tutte le unità operative e i servizi del nostro presidio ospedaliero che la farmacia non è in grado, suo malgrado, di effettuare la corretta e necessaria programmazione degli ordinativi alle ditte fornitrici causa la totale mancanza di soldi a nostra disposizione”.

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E conclude invitando tutti a verificare la disponibilità di farmaci prima di avviare qualsiasi intervento chirurgico, diagnostico o terapeutico. Insomma, il caos. Lo stop agli interventi e alle cure. E chissà fino a quando.

Questo avviene nella Asl di Chieti che si sta preparando a imbarcarsi nel project financing Maltauro per la realizzazione del nuovo ospedale, progetto che costerà 900 milioni di euro. E avviene nella totale indifferenza dei responsabili e degli amministratori regionali.

Il manager Pasquale Flacco

Ps: in questa Regione la salute dei cittadini e’ ancora drammaticamente affidata alla sorte. E la sorte, negli ultimi tempi, non si è dimostrata per niente amica dei malati.

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File al Cup di Chieti per cambiare medico Gigliola Edmondo

File al Cup dell’ospedale di Chieti per cambiare medico. Rabbia e proteste degli assistiti che lamentano disservizi.

Lunghe code al Cup, il centro unico di prenotazione, dell’ospedale di Chieti dove i millecinquecento assistiti del medico di base Marcello La Rovere, devono decidere il suo sostituto , visto che per raggiunti limiti di età, deve andare in pensione. Il dottor La Rovere dal 12 settembre , seppur a malincuore, avendo compiuto 70 anni , non può più esercitare la professione.Solo quaranta nuclei familiari ogni giorno possono ottenere l’autorizzazione e quindi al Cup del vecchio “Santissima Annunziata” si formano lunghe code e i pazienti è il caso di dire, in fila per ore, perdono la pazienza e si lamentano. Numerose telefonate sono arrivate alla redazione di Rete8 di utenti che ci hanno manifestato la loro rabbia lamentando disservizi, lentezza burocratica, cattiva organizzazione.

Un pensionato di Chieti ci ha detto ” Sono tre giorni che torno inutilmente qui. Insomma ore perse in fila ad aspettare. Come diceva Dante ” a chi più sa più spiace perder tempo” o , se vogliamo ricordare un proverbio più pratico e meno aulico, ” il tempo è denaro”; sta di fatto

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che i pazienti alle prese con questa ” odissea” chiedono che il problema venga risolto. Lo sportello ” scelta e revoca” ieri ,in mattinata , come indicava un foglio affisso in ospedale, avrebbe servito dal numero 501 al 520 ma, per il pomeriggio, i numeri non erano stati specificati. Lo sportello è aperto cinque giorni su sette ,con due rientri pomeridiani il martedì e giovedì, necessitano circa 100 giorni per poter ottemperare al cambio del medico di base. Chiedo a nome di tante altre persone alla Regione e alla Asl di intervenire tempestivamente”.

Il dirigente del Distretto , il dottor Emidio Mastrovecchio, che abbiamo incontrato nel suo studio, ci ha assicurato che entro una settimana il problema verrà risolto ed ha invitato gli utenti ad avere pazienza e ad evitare psicosi. Le procedure per il cambio del medico richiedono dei tempi tecnici che non è possibile velocizzare poichè al Cup soltanto due sportelli sono abilitati ad interagire con il terminale della Regione. Per emergenze che riguardano ricette mediche ed impegnative ci si

può rivolgere ai distretti sanitari di base . A chi lamenta lunghe file per il pagamento dei ticket sanitari o per le prenotazioni di visite mediche ed esami diagnostici la Asl ricorda che è possibile recarsi nelle farmacie autorizzate oppure presso il proprio medico curante, evitando così lunghe code.

Il servizio del Tg8:

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SAN SALVO Giovedì, 15 settembre 2016

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Martedì, 13 settembre 2016

L'ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA' CONFERMA L'IMMINENTE USCITA DAL COMMISSARIAMENTO, ''NOSTRA PRIORITA' SARA' LA RIDUZIONE DELLE TASSE''

OSPEDALE CHIETI: PAOLUCCI, ''PROJECT FINANCING BUON AFFARE PER LA REGIONE'' - AbruzzoWeb

di Filippo Tronca L'AQUILA - "ll project financing per realizzare il nuovo policlinico di Chieti-Pescara è per noi una scelta obbligata, ed è la più conveniente, tenuto conto che lavoriamo a renderla sostenibile finanziariamente trattando sui margini dei privati". Torna a prendere posizione, l'assessore alla sanità Silvio Paolucci, sul project financing per la realizzazione delle nuovo ospedale di secondo livello, il top dei top nella sua classificazione del piano ospedaliero. Lo fa a margine del Consiglio regionale, confermando anche che oramai l'uscita dal commissariamento della sanità della Regione Abruzzo è cosa fatta e si attende isolo la delibera del prossimo conslgio dei ministri utile.

Rivela poi che ancora non c'è una data fisata per la chiura del punto nascita di Sulmona (L'Aquila), che dovrebe seguire la sorte di quelli di Ortona (Chieti), Penne (Pescara) e Atri (Teramo) Per quanto riguiarda la delicata partita del nuvo ospedale di Chieti la Regione intende seguire il modello della "finanza di progetto", che prevede il coinvolgimento dei soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nell'accollo totale o parziale dei costi di opere pubbliche, o opere di pubblica utilità, in vista di entrate economiche future con cui i privati si rifanno dell'investimento iniziale con un margine di profitto. In questo caso protagonista è il raggruppamento di imprese costituto da Maltauro spa,Finanza e Progetti spa e A.B.C. Nocivelli spa, che si è impegnata a costruzione del nuovo Ospedale di Chieti, dotato di sono 437 posti letto più 61 di day ospital, investendo 278 milioni di euro: 143 milioni per la costruzione, 36,5 milioni per le spese tecniche e di progettazione, 22,2 milioni per "costi di proposta, sviluppo e assicurazioni", più Iva ovviamente, interessi e costi finanziari connessi. La cifra è poi scesa a 250 milioni. Il privato come previsto dallo schema del project financing, si rifarà dell'investimento affittando alla Regione l'ospedale al costo di 11 milioni di euro l'anno per i prossimi trentanni, e guadagnando un margine con la gestione dei servizi di lavanderia, ristorazione, manutenzione del verde e delle sale operatorie. La Asl Lanciano-Vasto-Chieti concluderà entro la fine di settembre l'istruttoria sulla nuova proposta dei privati, più volte rimodulata. Pesa anche il parere legale negativo dagli avvocati Marco Cerritelli e Valentina Perrone dello studio legale associato McDermott Will&Emery, autori della super consulenza da 39 mila euro chiesta dalla Asl, secondo cui il nuovo Codice degli appalti preclude la possibilità di prevedere l'affidamento in concessione di servizi ulteriori e diversi rispetto a quelli strettamente connessi alla gestione dell'opera i cui lavori di costruzione sono oggetto del medesimo contratto di concessione, mettendo in discussione l'impianto stesso della proposta. Paolucci invita però a non sparare cifre a caso, riferendosi in particolare a Mauro Febbo di Forza Italia, che brandendo i documenti a lui consegnati dal direttore della Asl teatina Pasquale Flacco, ha rivelato che "il costo complessivo, che comprende non solo il manufatto ma anche una serie di servizi come lavanderia vigilanza, macchinari, manutenzione e fornitura medicinali ecc... scende da 3 miliardi e 268 milioni 2 miliardi e 303 milioni di euro, con un 'risparmio' per la Regione di circa un miliardo di euro”. Insinuando insomma che sui costi dell'operazione le cifre sono assai ballerine, e poco chiare. "In queste cifre - replica però Paolucci - vengono computate le spese per i servizi necessari al futuro ospedale nei prossimi trentanni, che comunque andranno garantiti anche senza project financing. E' un approccio errato e che genera solo confusione, in realtà i margini di guadagno dei privati sono ancora tutti da definire, - assicura Paolucci - e non a caso ancora nulla è stato deliberato. Possiamo assicurare che stiamo lavorando per far si che questo investimento rappresenti un buon affare per la regione e i cittadini abruzzesi".

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E a chi osserva che per la Regione sarebbe conveniente effettuare direttamente l'investimento, realizzando un ospedale di sua proprietà, invece di impegnarsi a pagare un affitto da 11 milioni peri i prossimo trent'anni, Paolucci ricorda che "l'Abruzzo ha bisogno di un nuovo ospedale nell'area di Chieti Pescara, di secondo livello, e non ha nessun possibilità di accendere un mutuo di 250 milioni. Per questo concordo a pieno con il presidente D'Alfonso csul fatto che la via del project financing è ad oggi a più sensata". L'alternativa, conclude Paolucci "sarebbe quella di dirottare sul nuovo ospedale di Chieti Pescara i fondi governativi già stanziati per i nuovi ospedali di ospedali di Sulmona, Avezzano, Giulianova, Lanciano, Vasto e Penne, in totale 250 milioni. Ma questa ovviamente è un'ipotesi inverosimile". "USCITA DAL COMMISSARIAMENTO IMMINENTE E POI GIU' LE TASSE" "Nessun ritardo, ma tutto secondo le tempistiche: il prossimo Consiglio dei ministri utile, anche quello di giovedi prossimo, essendo decorsi i 45 giorni dalla delibera di giunta del 26 luglio, potrà approvare la delibera di cessazione dello stato di commissariamento della sanità abruzzese". A confermarlo è sempre l'assessore Paolucci, che annuncia come prioritario a seguito della fine del commissariamento l'abbassamento del carico fiscale, aumentato proprio d'imperio per ridurre il deficit sanitario. In Abruzzo infatti l'addizionale regionale Irpef è all’1,73 per cento invece dell’1,23 per cento delle regioni non commissariate per i deficit dei conti della sanità. Passaggio propedeutico all'attesa delibera del consiglio dei ministri sarà il parere del 26 luglio da parte della Conferenza Stato Regioni convocato giovedi 15 settembre alle ore 15 a Roma , in via della Stamperia a Roma, sulla delibera di giunta regionale del 26 luglio, con cui è stata adottato il Piano di riqualificazione del Sistema Sanitario Abruzzese 2016-2018, già approvato con Decreto Commissariale 55 del 10 giugno, il primo adempimento della prevista procedura che porterà all'uscita dal commissariamento del sistema sanitario abruzzese. A quel punto il Consiglio dei ministri, in teoria anche il giorno stesso, potrà decretare la fine del commissariamento. L'atteso epilogo di un percorso cominciato nel marzo 2007, a partire da 4 miliardi di euro di debito, e passato da tre Giunte regionali, due di centrosinistra (Del Turco e D’Alfonso) e una in mezzo di centrodestra (Chiodi), infinite polemiche e inchieste giudiziarie anche clamorose. "La conseguenza - spiega - sarà la riconquista dell'ente Regione di ampi margini di autonomia sulla programmazione sanitaria. E la priorità per noi è la possibilità di abbassare la tassazione, tenuto conto che non è stata toccata al rialzo in questi due anni, ma non sarà una sfida banale, ricordiamo infatti che i trasferimenti dello Stato per la spesa sanitaria a livello regionale sono diminuiti, e dovrà essere necessario ovviamente quadrare comunque i conti". Una cosa è certa, aggiunge Paolucci, con l'uscita dal commissariamento "si alzerà l'asticella della sfida, ognuno in consiglio regionale dovrà tener conto di un carico di responsabilità maggiore, non si potranno più delegare le scelte anche difficili in materia sanitaria ad un commissario". Infine Paolucci replica all'opposizione che continua a chiedere che venga rispettato l’ordine del giorno sulla sanità approvato a luglio in cui la maggioranza di centrosinistra è andata sotto, e che chiedeva di ritirare e modificare profondamente il Piano di riqualificazione del sistema sanitario abruzzese 2016-2018. " Diciamolo chiaramente - sbotta Paolucci - di ordini del giorno se fanno tanti, dal parlamento nazionale a quelli regionali, ma non c'è affatto il vincolo per l'esecutivo di rispettarli. Noi ci assumiamo la responsabilità di andare avanti e la verità è che se fosse stato per le opposizioni non saremmo mai usciti dal commissariamento, hanno solo fatto bagarre e demagogia, rischiando di farci perdere credibilità".

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CHIETI Giovedì, 15 settembre 2016

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A Chieti il 12° Corso della Società Oftalmologi Universitari

Gigliola Edmondo

Da oggi a sabato al rettorato di Chieti oculisti di fama internazionale a confronto in occasione del 12° congresso del SOU.

Da oggi pomeriggio al 17 settembre l’ Auditorium del Rettorato dell’Università degli studi “ Gabriele d’Annunzio” di Chieti – Pescara, che si trova nel Campus universitario di Chieti, ospita un evento scientifico di livello internazionale organizzato dalla SOU, la Società degli Oftalmologi Universitari presieduta dal professor Leonardo Mastropasqua, direttore della clinica oftalmologica dell’Università d’Annunzio, centro di eccellenza in Oftalmologia e Centro Nazionale di Alta Tecnologia. I lavori del Congresso consentiranno agli oltre 400 medici oculisti italiani ed europei che hanno confermato la propria partecipazione, un confronto diretto e stimolante sulle tematiche di settore più innovative e sull’alta tecnologia e robotica. Nel presentare l’evento scientifico il professor Leonardo Mastropasqua ha detto “quest’anno il Corso SOU si svolgerà nella sede della nostra Università, all’interno dell’Auditorium del Campus di Chieti. Rispettando la tradizione del Corso, che pone da sempre al centro del programma lo specialista in formazione, abbiamo voluto nello stesso tempo proporre una formula innovativa. Durante i tre giorni di Corso, per ogni sessione tematica sono previsti dei topics specifici su contenuti di grande attualità che i Medici Specializzandi, coadiuvati dai Tutor Universitari, illustreranno in modo da stimolare una proficua discussione interattiva. Saranno invece i Docenti a presentare, nell’ambito di ognuna delle sei sessioni principali del Corso, dei Focus Pratici su una tematica specifica per fornire ai discenti informazioni esaustive, insieme ad efficaci tricks and pearls che andranno ad arricchire il bagaglio di conoscenze utili per la professione futura. Tutte le Scuole di Specializzazione sono coinvolte e la partecipazione di tutti renderà, come ogni anno, il Corso SOU una occasione formativa unica e da ricordare. Mi auguro che questi giorni possano rappresentare per tutti Noi, Allievi e Maestri, un momento di crescita culturale e di confronto costruttivo”.

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CRONACHE Giovedì, 15 settembre 2016

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Mercoledì, 14 settembre 2016

Violentata in ospedale: giudice, no a risarcimento da Asl E' malata di sclerosi multipla. Legale, sentenza inaccettabile (ANSA) - MILANO, 14 SET - Era in ospedale affetta da sclerosi multipla e, una notte di 20 anni fa, fu violentata in ospedale da un infermiere che è stato condannato in via definitiva per violenza sessuale con l'aggravante di esser stata compiuta nell'esercizio di un pubblico servizio, in quanto, appunto, infermiere professionale. La donna, però, ora si è vista respingere dal giudice civile de L'Aquila una richiesta di risarcimento nei confronti dell'Asl di Avezzano-Sulmona-L'Aquila. Così è venuta meno anche la domanda di manleva sollevata dall'Asl nei confronti della propria assicurazione. "In questo modo la mia assistita non vedrà un euro - spiega il suo avvocato, Danilo Buongiorno del Foro di Milano - Il risarcimento disposto dal giudice a carico dell'imputato non ci sarà mai, perché nullatenente ed è anche contumace nel processo". Per il giudice la responsabilità dell'Asl va esclusa (anche se non vi è un difetto di legittimazione passiva) perché "la condotta" dell'infermiere "esulava completamente dalle mansioni a lui affidate", e le finalità perseguite dall'uomo erano "contrastanti" con quelle dell'Ente. Motivazioni definite "assolutamente inaccettabili" dall'avvocato Buongiorno, pronto a impugnare la sentenza anche perché "si creerebbe un precedente pericoloso".(ANSA). RT 14-SET-16 16:29

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L’AQUILA Giovedì, 15 settembre 2016

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Giovedì, 15 settembre 2016

Visite e occhiali gratuiti per chi li ha persi nel sisma Ad Arquata iniziativa Unione ciechi insieme a ottica aquilana (ANSA) - L'AQUILA, 15 SET - Le sezioni provinciali dell'Unione Italiana dei Ciechi (Uic) e degli Ipovedenti de L'Aquila e Ascoli Piceno, in collaborazione con l'U.N.I.Vo.C. ( Unione Nazionale Volontari Pro Ciechi) L'Aquila e l'ottica aquilana Genitti hanno organizzato visite oculistiche gratuite per le popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma del 24 agosto. I controlli oculistici si sono svolti nelle tendopoli di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e della frazione Pescara del Tronto con l'Unità Mobile Oftalmica. Data la grande affluenza, non potendo accontentare tutti in soli due giorni, gli oculisti saranno nuovamente nella zona colpita dal terremoto lunedì 19 settembre e, se necessario, nei giorni successivi. Le visite hanno lo scopo di ottenere informazioni necessarie a realizzare nuovi occhiali da vista per quanti li hanno persi nella notte del terremoto. L'ottica Genitti dell'Aquila li realizzerà gratuitamente. Gli occhiali saranno consegnati alle persone interessate direttamente dai rappresentanti delle associazioni.Sul posto si recheranno per l'Uici dell'Aquila il presidente Antonio Rotondi, per l'UniVoC dell'Aquila il presidente Lucio Gennarini e il consigliere Francesco Di Battista, per l'Uici di Ascoli Piceno il presidente Cristiano Vittorio insieme al consigliere Mirko Fava e la collaboratrice Etta Cesari, già coordinatrice del progetto. (ANSA). SAS/RST 15-SET-16 08:31

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Giovedì, 15 settembre 2016

++ Manovra: Renzi, aumentano soldi sanità, no a tassa fumo ++ (ANSA) - ROMA, 15 SET - "I fondi alla sanità nel 2017 continueranno a crescere. Certo il ministro della Sanità chiede dieci e magari otterrà uno, ma non è che ha avuto un taglio: voleva dieci e ha avuto uno. I soldi per la sanità aumenteranno e non ci sarà nessun intervento sui pacchetti di sigarette". Lo dice il premier Matteo Renzi a Uno Mattina. "Se ci saranno tagli - sottolinea - non sarà sul passato ma sulle richieste dei ministeri". (ANSA). MAT 15-SET-16 08:55

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Giovedì, 15 settembre 2016

Medici sbagliano spesso nel prevedere tempo rimasto a malati In media errore è di 3 mesi, e non dipende da esperienza dottore (ANSA) - ROMA, 15 SET - Due, tre, sei mesi, un anno: quando si tratta di fare previsioni su quando tempo rimane da vivere ad un malato terminale, i medici sbagliano spesso. In media di 86 giorni per difetto, e 93 giorni per eccesso, più o meno 3 mesi. E questo sia che si tratti di professionisti più vecchi e dunque più esperti, o più giovani, come hanno accertato i ricercatori dell'University college di Londra dopo aver rivisto più di 4600 appunti e annotazioni mediche, in uno studio segnalato dal quotidiano inglese The Independent. A questo punto, spiegano i ricercatori, è bene capire se è possibile formare meglio i medici per fare previsioni migliori, al fine di offrire cure palliative più tempestive. ''Dare la terapia più appropriata nelle fasi terminali di una malattia dipende spesso dalla previsione accurata dei medici'', rileva Paddy Stone, uno dei ricercatori. E sapere quanto tempo rimane può aiutare pazienti e familiari a fare scelte più consapevoli sulle terapie. ''Essere più vecchio o esperto non necessariamente rende un medico più bravo nel fare previsioni - continua - Ora vogliamo vedere se è possibile identificare come e perchè alcuni dottori sono più bravi di altri nel prevedere la sopravvivenza, e capire se questa abilità possa essere insegnata''. (ANSA). Y85-NAN 15-SET-16 09:44

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Mercoledì, 14 settembre 2016

Siglato Patto medici-avvocati per tutela diritti salute Accordo Ordine Medici e Consiglio Forense (ANSA) - ROMA, 14 SET - Lo avevano annunciato il 22 gennaio scorso: oggi, neppure 8 mesi dopo il primo incontro tra il presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani, e il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, il Patto tra Medici e Avvocati per la tutela dei diritti di Salute e' stato firmato. E' stato sottoscritto dai due Presidenti a Roma, nella Sede del CNF in Via del Governo Vecchio, il Protocollo d'Intesa tra la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e il Consiglio Nazionale Forense: 10 articoli che stabiliscono, sin nelle virgole, finalità, modalità e tempi di attuazione, obblighi delle parti, articolazione dei progetti. Per l'evento è stato richiesto il Patrocinio dei rispettivi Ministeri vigilanti, quello della Salute e quello della Giustizia. Le due Professioni hanno infatti un pilastro in comune: la nostra Costituzione, che tutela, all'articolo 32, il diritto alla Salute e, all'articolo 24, il diritto alla Difesa. "A partire da questi principi fondamentali, dalle nostre Leggi Istitutive, dai nostri Codici Deontologici non poteva che nascere naturale, spontaneo un percorso comune - afferma il Presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani. - Con la sigla di questo Protocollo, che dà il via a una serie di iniziative congiunte, contribuiremo a rinsaldare la fiducia dei cittadini nelle nostre Istituzioni. Siamo convinti che Avvocati e Medici debbano sempre più valorizzare il senso dell'esercizio delle loro Professioni, affermandone l'autonomia e la libertà nel rigoroso rispetto dei principi normativi e deontologici". Tra le iniziative previste, spiegano in una nota, il confronto e lo scambio di dati, documenti, informazioni, studi e ricerche; il monitoraggio permanente sulla normativa e la giurisprudenza italiane ed europee in materia di Diritto alla Salute e di Difesa; la diffusione di buone pratiche di correttezza deontologica; un progetto formativo per gli alunni della scuola primaria e secondaria, in collaborazione anche con il Miur e le altre istituzioni coinvolte. (ANSA). BR 14-SET-16 19:20

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Mercoledì, 14 settembre 2016

Diabete: test Dna prevede quanto si dimagrisce con chirurgia (ANSA) - MONACO, 14 SET - Un test sul Dna potra' prevedere quanto si può dimagrire con la chirurgia bariatrica. Lo dimostra uno studio presentato al Congresso dell'Associazione europea per lo studio sul diabete (Easd) da giovani ricercatori della Società Italiana di Diabetologia (Sid). Il Bypass gastrico è un intervento di chirurgia bariatrica sempre più utilizzato nel trattamento dell'obesità grave. Sebbene questo intervento determini una netta riduzione del peso, alcuni pazienti perdono tuttavia meno peso del previsto. Poiché questo non dipende da errori chirurgici, e' importante riuscire ad individuare chi non risponderà bene alla chirurgia già prima dell'intervento. Lo studio, spiega Edoardo Vitolo, Dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell'Università di Pisa, ''ha avuto lo scopo di valutare l'influenza della presenza di alcune varianti genetiche sui risultati (in termini di perdita di peso) di un intervento di bypass gastrico''. Sono stati arruolati 100 pazienti affetti da obesità grave, che sono stati seguiti per 1 anno dopo l'intervento. In questo modo, spiega Vitolo, ''siamo riusciti ad individuare una variante nel gene della grelina ed una nel gene CD40L che si associano rispettivamente ad una maggiore o minore perdita di peso dopo l'intervento. Questo studio – conclude – rappresenta dunque un primo passo per l'individuazione di marcatori che consentano di prevedere quali pazienti risponderanno meglio alla chirurgica bariatrica e potrebbe portare ad evitare l'intervento nei soggetti destinati a rispondere meno''. Tali ricerche ''si inseriscono nel più ampio campo della farmacogenetica, ovvero di quel settore della genetica che si occupa del controllo genetico della risposta a trattamenti farmacologici'', commenta Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Diabetologia. Si tratta di uno studio ''rilevante - conclude - in quanto apre la possibilità di applicare la medicina di precisione grazie alla selezione delle persone obese che maggiormente beneficeranno della chirurgia bariatrica''. (ANSA). CR 14-SET-16 12:32

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Mercoledì, 14 settembre 2016

Bufera sull’Aifa: dai super compensi a Pani che non si recuperano al contributo (50mila euro) al meeting di Cl. Interrogazione al Senato

Supercompensi e contributi. Si scatena la bufera sui vertici dell’Aifa. A dar fuoco alle polveri, politicamente, è un'interrogazione del senatore Lucio Barani (Ala) che denuncia le presunte «coperture» per evitare di far restituire dal dg Luca Pani una somma pari a 647mila euro come extra compenso percepito rispetto allo stipendio di 240mila euro l'anno (il tetto massimo nel pubblico impiego) per il ruolo di consulente all'Ema per conto dell'Aifa. Ma non solo: nell'interrogazione c'è anche un'altra denuncia: i presunti 50mila euro di contributo versati dall'Aifa al XXXVII meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, di cui il presidente Aifa, Mario Melazzini, fa parte. Tutto questo, mentre Pani è ormai sotto scaccco e molto difficilmente potrà essere confermato alla scadenza del mandato, il prossimo novembre. Col peso del fallimento delle delibere sul payback miliardario bloccato 2013-2015.

Il contenuto dell'interrogazione di Barani, riassunta anche da AdnKronos. L'interrogazione sui vertici dell'Aifa firmata da Lucio Barani (Alleanza liberalpopolare autonomie), è rivolta ai ministri dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e della Salute, Beatrice Lorenzin. Tra i nodi, la gestione del superamento del tetto del compenso per il direttore generale, Luca Pani, e un contributo «da 50.000 euro disposto a favore del XXXVII meeting di Rimini di Comunione e liberazione» disposto «su richiesta del presidente del consiglio di amministrazione Aifa», Mario Melazzini. «Per quanto risulta all'interrogante – si afferma nell'interrogazione - in data 29 aprile 2016 il Consiglio di amministrazione dell'Aifa, a seguito di una segnalazione del Collegio dei revisori dei conti e di 2 pareri emessi dalla Ragioneria generale dello Stato, risalenti rispettivamente al 10 luglio 2015 e al 23 marzo 2016, avrebbe rilevato il superamento del tetto dei 240.000 euro da corrispondere al direttore generale» per «il triennio 2012-2015, ponendo nel bilancio 2015 la somma di 647.000 euro a debito verso l'erario, con contestuali note di debito al direttore generale, dottor Luca Pani».

Dal meeting di Cl al blocco della restituzione E ancora: «Considerato altresì che, a quanto risulta all'interrogante, con determina n. 1023 del 26 luglio 2016 il direttore generale, su richiesta del presidente del Consiglio di amministrazione, dottor Mario Melazzini, avrebbe disposto un contributo di 50.000 euro a favore del XXXVII meeting di Rimini di Comunione e liberazione, movimento al quale Melazzini aderisce; lo stesso Melazzini avrebbe ostacolato di fatto per mesi la restituzione dei 647.000 euro da parte del dottor Pani, coinvolgendo surrettiziamente nella decisione prima l'ufficio legale dell'Agenzia, poi, con nota del 2 agosto 2016, il capo di gabinetto del ministero della Salute, dottor Giuseppe Chinè, al solo fine di bloccare la delibera di restituzione dell'ingente somma, già assunta all'unanimità, seduta stante, dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 29 aprile 2016».

Cacciato il direttore solerte Ma non basta. Prosegue Barani: «Il 29 agosto 2016 il direttore dell'area amministrativa, Giovanni Torre avrebbe provveduto a notificare al dottor Pani la nota di debito di 647.000 euro, intimandogli la restituzione della somma entro il termine tassativo di 15 giorni, pena la riscossione forzata dell'importo; con nota del 31 agosto 2016, il presidente Melazzini avrebbe provveduto a contestare l'operato del dottor Torre, giudicando intempestiva la notifica della nota di debito al dottor Pani, nonostante questa fosse stata trasmessa 4 mesi dopo la delibera votata all'unanimità dal consiglio di amministrazione, invocando nuovamente l'intervento del capo di gabinetto del Ministero della salute, dottor Giuseppe Chinè». E ancora: «In data 1 settembre 2016, il dottor Torre sarebbe stato allontanato dall'Agenzia, mediante revoca unilaterale da parte dell'Aifa del comando triennale disposto dall'istituto di provenienza (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia)».

Barani domanda... Ecco così che Barani pone una serie di domande-richieste al Governo. «Si chiede di sapere: se i ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti, se non ravvedano dei profili di illegittimità relativamente all'operato del direttore generale dell'Aifa e del presidente del Consiglio di amministrazione dell'ente e se non ravvedano nei loro comportamenti profili inerenti a propri interessi privati in atti d'ufficio, tali da indurre a richiederne le immediate dimissioni». Inoltre «se, nella loro qualità di organi deputati alla vigilanza sull'Aifa, siano al corrente del finanziamento, pari a 50.000 euro, al meeting di Comunione e liberazione e come considerino tale elargizione; se e quali misure ritengano di dover assumere relativamente all'allontanamento del dottor Torre dall'Aifa; se siano a conoscenza di quali rapporti intercorrano, relativamente ai fatti esposti, tra il capo di gabinetto del ministero della Salute, il direttore dell'Aifa e il presidente del Consiglio di amministrazione del medesimo ente». Infine «se il ministro della Salute - conclude l'interrogazione - non ritenga opportuno dimettersi dall'incarico ricoperto, considerata, secondo l'interrogante, l'inadempienza nell'esercitare l'attività istituzionale di vigilanza e controllo sull'operato dell'Aifa».

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Fecondazione: Censis, coppie sentono peso discriminazione 76% ritiene che all'estero chi ha problemi sia avvantaggiato (ANSA) - ROMA, 14 SET - "Il 76% delle coppie che accede alla procreazione assistita ritiene che chi vive in Italia è più svantaggiato rispetto a chi vive all'estero, perché lì le coppie hanno più modo di trovare soluzioni ai loro problemi di fertilità". Lo ha riferito Ketty Vaccaro, responsabile settore Welfare del Censis, durante l'Audizione in Commissione Sanità del Senato, nell'ambito dell'istruttoria legislativa sui disegni di legge in materia di procreazione medicalmente assistita. "Diversi livelli di qualità e diverse possibilità di accesso alle prestazioni tra le regioni, sono per le coppie italiane, - ha aggiunto Vaccaro - una differenze non tollerabile. Solo su carta le possibilità sono uguali per tutti, di fatto permangono grandi differenze". I dati riportano i risultati di una ricerca Censis presentata a maggio e condotta attraverso la somministrazione di un questionario a 361 coppie che stavano effettuando la Pma in 23 centri rappresentativi di un campione nazionale. Dall'analisi emerge che "scarsa attenzione agli aspetti comunicativi e relazionali, costo alto nei centri privati e liste d'attesa troppo lunghe per il pubblico sono i principali elementi di difficoltà segnalati". Quanto, nello specifico, agli aspetti comunicativi, ha sottolineato Vaccaro, "le coppie che aspirano a diventare genitori non si sentono soddisfatte: la quota più elevata si definisce 'abbastanza informato', come se ci fosse un bisogno informativo che non trova piena soddisfazione. Tanto che il 52% utilizza internet per colmare la lacuna". Confrontando i dati Censis 2016 con quelli del 2008, ha ricordato l'esperta, aumenta di 2 anni l'età dei partner uomini che accedono alle tecniche e di 1,5 quella delle donne: si attestano rispettivamente a 39,8 e 36,7 anni. Aumenta anche il tempo della presa di coscienza del problema: "passano almeno due anni dai primi tentativi a procreare che non sortiscono effetti al momento in cui si va dal medico, mentre in precedenza le donne si allarmavano prima". (ANSA). YQX 14-SET-16 16:21

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Linfoma, un paziente su 4 smette di lavorare Vita a ostacoli durante e dopo la malattia (ANSA) - ROMA, 14 SET - Una vita ad ostacoli, anche dopo la guarigione. Il linfoma porta più di 1 paziente su 4 a smettere di lavorare e un significativo peggioramento del proprio stile di vita in più di 1 caso su 3. Disturbi che continuano a insidiare i pazienti anche dopo la guarigione in oltre la metà dei casi. È quanto emerge dall'indagine 'Oltre il linfoma', presentata oggi a Milano dall'Associazione nazionale Linfovita in occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma, che si celebra domani. ''Ansia, sbalzi d'umore, stanchezza, perdita del lavoro e mancanza di un sostegno psicologico sono le principali difficoltà - commenta Davide Petruzzelli, presidente di Linfovita onlus - degli italiani che vivono un linfoma''. Il 30% lamenta l'assenza di un adeguato supporto psicologico, il 25% la carenza di supporto nella gestione degli effetti collaterali e di un supporto dietetico nutrizionale (19%). Inoltre, il 17% segnala l'assenza di adeguate informazioni e di orientamento. In occasione della Giornata sul linfoma, parte oggi la campagna nazionale 'Non bruciare il tempo, mettilo a fuoco-Uno scatto contro il linfoma', promossa dall'Istituto Italiano di Fotografia e Roche, e il coinvolgimento dei Centri ematologici italiani. Pazienti, famigliari, amici, medici e personale sanitario potranno inviare entro il 31 dicembre 2016 una frase o una fotografia sul tema del valore del tempo, che racconti, per parole o immagini, quello che si farebbe se si scoprisse inaspettatamente di avere 3 ore di tempo in più. (ANSA). Y85-NAN 14-SET-16 17:31

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Tre adulti su 4 non sanno che obesità aumenta rischio cancro Studio Gb, a conoscenza solo di legame tumore intestino e fegato (ANSA) - ROMA, 14 SET - Tre adulti su quattro non sanno che essere in sovrappeso o obesi aumenta la possibilità di sviluppare il cancro. E' il dato emerso dal sondaggio online condotto dall'associazione britannica Cancer Research UK, pubblicato sul British medical journal e segnalato anche dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sul suo sito. Pur essendo ormai noto che l'essere in sovrappeso possa portare al diabete o malattie cardiache, molto più scarsa è la consapevolezza del rischio di manifestare il cancro. Il 75% degli adulti non è infatti a conoscenza del legame che c'è tra obesità e tumori in generale. Dal sondaggio è emerso che c'è una discreta percezione comune sul legame fra obesità e possibilità di manifestare tumori all'intestino, fegato e pancreas, ma non altrettanto, ad esempio, per il cancro del seno, dell'utero o delle ovaie. L'obesità invece è responsabile di oltre 18mila casi di tumore all'anno, sottolinea lo studio, ed è la seconda causa più comune di cancro prevenibile dopo il fumo. I casi di tumore al seno sono aumentati del 65% negli ultimi 25 anni, come conseguenza di una serie di possibili cause, tra cui l'invecchiamento della popolazione e l'obesità. Per ogni aumento dell'indice di massa corporea (che è il rapporto tra peso e quadrato dell'altezza) di 5 chili, il rischio di sviluppare il cancro aumenta infatti di 1,6 volte. L'associazione sollecita il governo ad agire per frenare l'epidemia di obesità, limitando ad esempio la pubblicità di cibo spazzatura rivolta ai bambini, e invita i medici a fare prevenzione promuovendo stili di vita corretti.(ANSA). Y85 14-SET-16 11:21

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Sanità: sos carceri, 1 detenuto su 3 è tossicodipendente 5000 hanno Hiv, 31.500 epatite. Metà inconsapevoli malattia (ANSA) - ROMA, 14 SET - E' sos salute nelle carceri dove il 27-30% dei detenuti (tra 15 e 18mila unità) è tossicodipendente, mentre 5.000 sono positivi all'Hiv, circa 6.500 sono portatori attivi del virus dell'epatite B e circa 25.000 di quello dell'epatite C (HCV). Malattie, queste, che la metà dei detenuti è inconsapevole di avere. E' quanto è emerso nel corso del Congresso Simspe-Onlus 'Agorà Penitenziaria', che si è aperto oggi all'Istituto Superiore di Sanità. Nonostante - hanno sottolineato gli esperti intervenuti - le tante campagne d'informazione e riduzione del danno in merito alle tossicodipendenze, anche specifiche, la percentuale di detenuti conosciuti come tali è stabile nell'ultimo decennio. "Prima e dopo la detenzione i tossicodipendenti dichiaratisi tali, vengono seguiti dai SER.D. e dalle Comunità di recupero, mi dicono con risorse sempre in diminuzione - spiega il Sergio Babudieri, associato di Malattie Infettive-Università degli di Sassari. Purtroppo, i giovani che si avvicinano al consumo di sostanze lo fanno in assoluta maggioranza con la Cannabis, che oggi è spessissimo potenziata con sostanze di sintesi chimica. Ne consegue, che poi il passaggio agli allucinogeni piuttosto che alla cocaina/eroina avviene più facilmente; questo significa che a differenza del passato, quando in carcere trattare la dipendenza da oppiacei era facilmente monitorabile con la gestione dei farmaci sostitutivi, quali Metatodone e Buprenorfina, questi nuovi TD scivolano rapidamente in situazioni psichiatriche anche gravi ed incontrollabili". Babudieri rileva che "le persone detenute con doppia infezione HIV/HCV sono nella quasi totalità tossicodipendenti endovena da eroina/cocaina, di età intermedia tra i 40-50 anni, nei quali il buon controllo con i farmaci dell'infezione da HIV, ha lasciato lo spazio a più rapide progressioni della malattia epatica verso la cirrosi epatica, l'insufficienza d'organo spesso associata anche a quella renale, ed all'Epatocarcinoma. Tali situazioni di malattia epatica avanzata nei detenuti coinfetti, sono scarsamente controllabili anche con i nuovi farmaci ed esitano sempre più spesso verso la morte". (ANSA). NAN 14-SET-16 21:02

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ANSA/ Legge contro sprechi, obiettivo recupero 1 tonnellata cibo Martina, nei rifiuti spesa per 12 mld.Ora donazioni più semplici (di Alessandra Moneti) (ANSA) - ROMA, 14 SET - L'Italia sprecona anche in tempi di crisi economica, con un carrello della spesa del valore di 12 miliardi di euro che ogni anno finisce nella spazzatura, prova a girare pagina. Entra in vigore da oggi la legge contro gli sprechi che renderà più semplice donare cibi in eccedenza o farmaci mal etichettati agli indigenti. Anche nei ristoranti sarà 'sdoganata' la family bag e diventerà una consuetudine chiedere a fine pasto una sportina - proposta spesso in versioni di design e con materiale ecologico - per consumare a casa vino e pietanze ordinate in eccesso. Soddisfazione è stata espressa dal presidente del consiglio Matteo Renzi che, parlando oggi agli studenti del nuovo Polo scolastico Mondovì Piazza (Cuneo), ha sintetizzato: "vuol dire che non bisogna buttare via". "Obiettivo del provvedimento - ha sottolineato il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina - è recuperare una tonnellate di alimenti l'anno, con priorità della destinazione agli indigenti. Si tratta - ha commentato su Facebook - di una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015, la dimostrazione che si può passare dalle parole ai fatti, proprio come ci siamo impegnati a fare con la Carta di Milano. Nel nostro Paese sprechiamo ancora troppo, ma adesso abbiamo uno strumento in più per ridurre questi numeri e avvicinarci all'obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo all'anno, donandole a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi". La legge, ha precisato la prima firmataria Maria Chiara Gadda (Pd), è pensata per aumentare la consapevolezza dei consumatori su quanto viene buttato al macero. Per questo, semplifica le procedure burocratiche per le donazioni da parte di enti pubblici e esercizi privati, quindi anche bar, mense e ristoranti, oltre che supermercati e aziende agricole. Distinguendo la data di scadenza (oltre la quale il cibo non è più commestibile) dalla data entro cui è preferibile consumare il cibo, la norma specifica che i prodotti con indicato "da consumarsi preferibilmente", potranno essere donati fino a 30 giorni dopo la data indicata. Quanto ai farmaci permette che possano essere donati quelli 'mal etichettati', qualora l'errore di etichettatura non riguardi scadenza e possibili effetti avversi. Prevede infine agevolazioni fiscali per chi dona, campagne informative antispreco nelle scuole e istituisce il Fondo nazionale per la ricerca scientifica finalizzata alla limitazione degli sprechi. (ANSA) MON 14-SET-16 17:34

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