Corso dsa cts lanciano
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CTS-LANCIANO
Alcuni dati sui DSA
(Disturbo Specifico di Apprendimento)
Aspetti giuridici, clinici , didattici e metodologici.
Presentato dal Docente
D’Eramo Massimiliano
Alcuni dati
( fonte: Ministero dell’Istruzione, 2012)
• Il 5% degli studenti sarebbe affetto da DSA con
una prevalenza della dislessia sugli altri disturbi.
• Il fenomeno appare in crescita, anche grazie
alla maggiore attenzione che vi viene posta.
• Nel 2010 erano 65 mila gli studenti diagnosticati
• Nel 2012 sono saliti a 90 mila con un aumento
del 37 % e un’ incidenza maggiore nella scuola
media con 11 mila ragazzi in più.
Gli effetti
• Incremento dei rischi di abbandono scolastico:
reiezione, dispersione.
• Eccessiva tendenza a individuare DSA alle
prime difficoltà del bambino.
• Confusione tra DSA e BES.
• Ipermedicalizzazione del trattamento
• Uso eccessivo di strumenti dispensativi e/o
compensativi
La Legge 170/2010 sui DSA
Art.1:
«La presente legge riconosce la dislessia, la
disgrafia, la disortografia e la discalculia quali
disturbi specifici dell’apprendimento, che si
manifestano in presenza di abilità cognitive
adeguate, in assenza di patologie
neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono
costituire una limitazione importante per alcune
attività della vita quotidiana.»
Riconoscere i segnali per agevolare una diagnosi
precoce
Si tratta di disturbi caratterizzati da cambiamenti significativi nella
manifestazione dei sintomi in relazione all’età (espressività del
disturbo) come la tipologia degli errori nei disturbi della lettura, etc.
Clinici e ricercatori concordano nel ritenere che le anomalie di
apprendimento sono “dominio-specifiche”, nel senso che
l’elaborazione di alcune informazioni è compromessa. Molto spesso
però verifichiamo la
presenza di associazioni di deficit e vengono riferite relazioni
significative tra domini differenti come disprassia e disgrafia in
comorbilità.
Vi sono dislessie che compaiono intorno ai 7-8 anni, altre intorno agli 8-9
anni, altre ancora intorno agli 11-12 anni a seconda del tipo di
compito cui l’allievo è sottoposto.
UNICITA’ DEI DSA
I DSA si caratterizzano per la lentezza
nell’elaborazione dello stimolo e per un
tempo più lungo di apprendimento
I PRIMI INDICATORI A SCUOLA
• Prestazioni deludenti nella lettura: lentezza, inversione di fonemi, sostituzione oppure omissione di gruppi consonantici, difficoltà mnemoniche, difficoltà di elaborazione di testi
narrativi.
• Nella scrittura: illeggibile, troppo compressa o troppo distesa, errori ortografici, morfosintassi poco evoluta.
• Nel calcolo: difficoltà nella memorizzazione di procedure, nello svolgimento ordinato di tutti i passaggi, trascrizione dei simboli errata, scarsa cura dei parametri spaziali ad es. nell’incolonnamento dei numeri…
• Nelle materie umanistiche e scientifiche: difficoltà a memorizzare termini specifici e a Riprodurre sequenze, disorganizzazione spazio-temporale nel riferire eventi, difficoltà di generalizzazione e di transfer cognitivo.
• Nella lettura della musica e nello studio delle lingue straniere: si verificano le stesse difficoltà enunciate in riferimento al codice letto-scritto.
• Nell’organizzazione : difficoltà visuo-spaziali, scarso orientamento temporale, incapacità di ottimizzare tempi e spazi, di economizzare procedure.
• Nel comportamento: goffaggine, scarse abilità prattognosiche, iperattività, labilità attentiva, agitazione, ansia, scarsa autostima, aggressività/frustrazione, tratti depressivi,passività…
Dal punto di vista emotivo-affettivo
dell’alunno • Agitazione
• Iperattività
• Aggressività
• Frustrazione
• Comportamento ansiogeno
• Tendenze depressive
• Scarsa reattività
• Debole spirito di iniziativa
• Inibizione
• Scarso sviluppo dell’autostima
• Fragilità emotiva
• Comportamento oppositivo-provocatorio
Dopo la diagnosi
• Modificare la didattica tenendo conto dei dati forniti dai servizi sanitari.
• Usare strategie mirate ES: Se è necessario scrivere alla lavagna, possibilmente in stampatello maiuscolo, assicurarsi che non sia cancellato quanto è scritto fino a che tutti gli alunni non abbiano copiato.
• Considerare quanto il ragazzo è a conoscenza del suo disturbo al fine di inviargli messaggi convergenti.
L’intervento pedagogico con i DSA
• Instaurare la fiducia in sé e negli altri;
• Favorire l’espressività;
• Accrescere l’autostima;
• Prevenire il ritardo o la reiezione scolastici;
• Fornire stimoli intellettuali e culturali calibrati sul soggetto;
• Incentivare la motivazione e l’impegno;
• Offrire modelli alternativi di comportamenti adeguati;
• Sviluppare le abilità metacognitive;
• Garantire aiuto e sostegno alla famiglia;
• Coordinare il lavoro svolto in rete con tutte le altre figure professionali ruotanti sul caso.
La Legge 170/2010
• Art.5:
«Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a
fruire di appositi strumenti compensativi e
dispensativi di flessibilità
didattica…».
Gli strumenti compensativi • I più noti ed efficaci sono:
• La sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto
• Il registratore, che consente all’alunno di non scrivere gli appunti della lezione e di studiare senza leggere totalmente il testo
• I programmi di video scrittura con correttore automatico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione ortografica degli errori
• La calcolatrice
• Altri strumenti quali tabelle, formulari, diagrammi di flusso, mappe mentali e concettuali, etc.
Le misure dispensative
Dal testo legislativo:
• In fase di verifica e di
valutazione lo studente
con
dislessia può usufruire di
tempi aggiuntivi per
l’espletamento delle prove
o di verifiche con minori
richieste.
• Lo studente può essere
dispensato:
dalla lettura a voce alta
in classe;
nei casi gravi, dallo
studio delle lingue
straniere.
Un esempio di intervento
compensativo e dispensativo • Riferimenti visivi (immagini)
• Presenza di un “lettore”
• Vocabolario (per consultare anche come si scrive una determinata parola)
• Dizionario dei sinonimi e contrari
• Software didattici come C-maps o la LIM
• Esonero dalla lettura a voce alta
• Dettatura più lenta ed enfatizzata
• Uso del registratore per completare il lavoro grazie a una quota di tempo aggiuntivo
• Dettatura individualizzata se finalizzata alla verifica ortografica
• Utilizzo di un vademecum delle regole
• Creazione di schemi
• Test oggettivi di profitto…
Un approccio eco-sistemico e olistico
La definizione degli obiettivi e
l’utilizzo degli strumenti
compensativi e dispensativi
devono essere condivisi con lo
studente e tra gli insegnanti; la
famiglia; gli Specialisti.
Non trascurare che è anche lo
studente a poter indicare agli
insegnanti, ai genitori, ai tecnici
ciò che gli serve, ciò che lo aiuta,
ciò che gli facilita l’app. e lo
studio.
• Scuola
• Extra Scuola
• Terapie riabilitative
(psicomotricità, logopedia…)
• Famiglia
• Sostegno psicopedagocico
Come comportarsi con la classe che lamenta
trattamenti
diversi, visti come privilegi, nei confronti dei DSA ?
• Spiegare alla classe cosa sono
i DSA parlandone in modo
scientifico e facendo esempi
(che non riguardino i
presenti).
• Far capire che questi alunni
hanno bisogno di strumenti
compensativi per seguire meglio
la programmazione della classe
(come un miope ha bisogno degli
occhiali).
• Pensare a un progetto più ampio
di co-educazione e
sensibilizzazione.
• Una didattica per i DSA è
proficua per tutti gli allievi.
Dall’integrazione all’inclusione…
• L’inclusione è un diritto
fondamentale ed è in relazione
con il concetto di appartenenza”.
• Tutte le persone, con o senza
disagi o disabilità, devono essere
messe in condizione di poter
agire e interagire alla pari.
• Un’educazione inclusiva
permette alla scuola di divenire
di qualità: ciascuno é benvenuto,
può imparare con i propri tempi
e soprattutto può partecipare.
• Scopo dell’inclusione è quello di
rendere possibile, per ogni
individuo, una crescita e uno
sviluppo pieno e totale nel
rispetto delle proprie possibilità,
per questo la questione riguarda
tutti.
Perché una didattica inclusiva
• Le scelte didattiche e i cambiamenti metodologici di
gestione, utili per aiutare l’alunno con DSA, si rivelano
altrettanto utili a tutti gli allievi, perché rendono:
• più efficace la pratica didattica
• più consapevole il metodo di studio
• più duraturi e profondi gli apprendimenti
Scuola dell’Infanzia
Attività e strategie
• Area graficosimbolica
Pre-grafismi-Forme grafiche
ricostruite mediante atti diversi e
di complessità crescente che
portano alla raffigurazione di
un’immagine mentale, percepite
e ricreate attraverso la fantasia
• Area linguisticoespressiva
Esercizi linguistici, operazioni
metafonologiche in forma ludica,
gioco delle rime, giochi
metalinguistici
• Area logicomatematica
Incastri, travasi, figure logiche
Regoli(ultimo anno) esercizi
percettivi ( le qualità degli oggetti
sono indipendenti dal numero)
Seriazioni e classificazioni,
confronto di quantità
• Area psicomotoria
Percorsi ludico-motori articolati in
sequenze di difficoltà crescente.
Giochi per l’orientamento visuo-
spaziale. Esperienze percettive
con verbalizzazione successiva
dell’esperienza.
Scuola primaria
Attività e strategie
Apprendimenti graduali e personalizzati
Scomposizione e composizione delle parole in suoni.
Flessibilità nelle proposte didattiche
Finalizzazione delle attività.
Anticipazione della meta.
Maggior tempo da dedicare allo stampato e poi al corsivo.
Processi di consapevolezza fonologica a livello della struttura di sillaba e parola, secondo gradi gerarchici di competenza.
Composizione di parole bisillabiche, trisillabiche…
Associazioni grafema/fonema mediante lettere e immagini.
Raggruppamento di immagini il cui nome comincia o finisce con lo
stesso suono.
Presentare le consonanti secondo affinità grafiche per poi evidenziarne le differenze( P-B; D-R; L-F; M-N; O-U e cosi via; Q e H per ultime).
Dare indicazioni sul movimento della mano e correggere la prensione Consentire l’uso della tavola pitagorica e del taccuino delle regole
Cruciverba didattici
Scuola secondaria
• All’inizio della scuola secondaria il problema può essere“mascherato” da: demotivazione allo studio;
• comportamenti di reattività;
• atteggiamenti di sfiducia.
• Gli indicatori comportamentali
possono essere i primi elementi
osservabili. Il problema può
manifestarsi attraverso:
• parziale comprensione dei testi;
• difficoltà nell’acquisizione dei
termini specifici;
• difficoltà nel prendere appunti,
organizzare il diario, completare le
attività nei tempi richiesti, ad
organizzare lo studio.
L’incidenza dei disturbi specifici di
apprendimento nella scuola superiore
L’evoluzione del disturbo (Littyinen, 1998):
• E’ stato appurato che solo il 20% dei ragazzi con dislessia ottiene il
recupero cioè la valutazione dei parametri di lettura alla scuola
secondaria di secondo grado non mostrerà più differenze rispetto ai
normolettori.
• Per il 45% degli stessi si potrà parlare di persistenza cioè restano
compromessi tutti i parametri di lettura, sia di materiale significativo sia
di materiale aspecifico. (M. Roberto, F. Pianta, G. Stella; 2005).
• Quindi, nonostante negli anni ci sia un miglioramento dell'abilità di
lettura sia in termini di velocità sia di accuratezza, dobbiamo sempre
tenere presente che tale disturbo permane nel tempo.
IL TEST IPDA
Questionario osservativo per l’ Identificazione
precoce delle difficoltà di
apprendimento, ed. Erickson, Trento, 2011
• Si compone di 43 item suddivisi in due sezioni principali:
1. abilità generali
2. abilità specifiche
• Si divide in tre fasi: 1) Screening attraverso l’utilizzo di un questionario osservativo da parte degli insegnanti.
• 2) Approfondimento mediante una batteria di prove che valutano in modo più approfondito i prerequisiti.
• 3) Intervento di potenziamento didatticoeducativo
PRCR-2
Prove di Prerequisito per la
Diagnosi delle Difficoltà, Giunti
O.S., Firenze, 2009
• Valutano le difficoltà di lettura e scrittura
nei bambini della scuola dell'infanzia e dei primi due anni della scuola primaria, senza escludere l'utilizzo fino alla quinta classe per casi di particolare problematicità.
• La somministrazione può essere individuale e collettiva.
Bibliografia minima di riferimento
Booth T., Ainscow M., L’index per l’inclusione. Promuovere l’apprendimento e la partecipazione nella scuola, Erickson, Trento, 2008
Cornoldi C. , Le difficoltà di apprendimento a scuola, Il Mulino, Bologna, 2007
De Beni R., Motivazione e apprendimento, Bologna, Il Mulino, 2000
Esposito A.,, Chiappetta Cajola L., I disturbi specifici di apprendimento Aspetti giuridici, clinici, psicologici e didattico-metodologici , Anicia, Roma, 2012
Galati D., Prospettive sulle emozioni e teorie del soggetto, Bollati Boringhieri, Torino, 2002
Ianes D., La speciale normalità, Erickson, Trento, 2006
Milito D., Disturbi specifici di Apprendimento e successo scolastico, Anicia, Roma, 2012
Milito D., Processi e strumenti per una didattica inclusiva, Anicia, Roma, 2013
Bibliografia
Pellerey M., Dirigere il proprio apprendimento. Autodeterminazione e autoregolazione nei processi di apprendimento, La Scuola, Brescia, 2006
Penge R., Riccio M., Aureli T., Camaioni L., Levi G., Comunicazione referenziale e strategie
metacognitive in soggetti con DSA, “ Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza” fascicolo: 1, volume: 68, anno: 2001
Roberto M., Pianta F., Stella G., L'incidenza dei disturbi specifici di lettura nella scuola media superiore: uno studio comparativo, in "Dislessia Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa",vol. 2, n. 2 , maggio 2005, pp. 135-145.
Stella G., Tintoni C, Indagine e rilevazione sulle abilità di lettura nelle scuole secondarie di secondo grado, in "Dislessia Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa", voi. 4, n. 3 (ottobre 2007): pp. 271-285.
Stella G., Gallo D., Dislessia, scelte scolastiche e formative, Omega edizioni, Torino, 2004
Stenico G., Etica del prendersi cura. La sfida educativa tra normalità e disagio, Ceis, Modena, 2002
Riflessione del maestro
"[Secondo la nostra consuetudine] il compito dell'educazione consiste nel dire agli altri ciò che ci è stato detto. Vorrei che ogni precettore correggesse questo metodo e che, sin dall'inizio, secondo le reali possibilità dell'allievo affidatogli, cominciasse a metterlo alla prova facendogli apprezzare da solo le cose, inducendolo a sceglierle e a discernerle autonomamente, ora aprendogli la via, ora lasciando che se la apra da solo. Non vorrei che il precettore parlasse soltanto lui ma che, a sua volta, ascoltasse il discepolo. Socrate, e dopo di lui Arcesilao, avevano l'abitudine di far parlare prima i discepoli e solo dopo parlare loro. «L'autorità dei maestri - diceva Cicerone - nuoce spesso a coloro che vogliono imparare."
(Michel de Montaigne, 1533-1592).