RECENSIONE - CRYSIS 2veramente bene, e il mio preferito: Il Fucile Gauss. Il gioco offre più...

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Periodico d’informazione i.i.s. ettore majorana avezzano Anno 10 n.3 ISTITUTO di ISTRUZIONE SUPERIORE ISTITUTO TECNICO settore TECNOLOGICO - LICEO SCIENTIFICO SCIENZE APPLICATE “Ettore Majorana”

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di fuoco ecc. L'AI è ben sviluppata, non tanto nelragionamento che per quanto possa essere ben svi-luppato non è nulla di particolare, ma per le differen-ze che ci sono ad esempio tra Soldati e Alieni. Dauna parte avremo i primi che usano tattiche e cerca-no di non dividersi, mentre dall' altra i secondi cheusano la pura forza bruta. Particolarmente buonisono i movimenti degli alieni quando saltano suimuri o sulle strutture, che a me sono piaciuti molto.Vi è un gran numero di armi che potremo utilizzare,e ci sarà anche la possibilità di modificarli con mirini,laser, silenziatori, lancia granate e Co. Tra le armipiù belle troviamo lo Scar che è stato realizzatoveramente bene, e il mio preferito: Il Fucile Gauss.Il gioco offre più livelli di difficoltà, che possono met-tere a dura prova il giocatore se non utilizza le tecni-che più adatte. Sparsi per il gioco inoltre potremo tro-vare Souvenir o altri collezionabili, che servono adaumentare la longevità del titolo.Grafica

La Grafica è, in una parola EPICA.La Città è stata riprodotta benissimo, con fogli di cara-ta volanti, muri crollati, macchie sull' asfalto, macchi-ne aperte con lampeggianti accesi, insomma l'am-bientazione è curata nel minimo dettaglio, con addirit-tura il pulviscolo dopo le esplosioni. Ambientazionimai ripetitive e che lasciano sempre a bocca aperta.Le luci sono dinamiche, e con l'avanzare del gioco econ lo scorrere del tempo si ha quasi il senso che siaun movimento reale quello del sole, per come leombre si deformano e si allungano anche con altrefonti di luce. Le texture sono davvero ben fatte, contoni molto azzeccati anche per quanto riguarda armie ambientazioni, e i nemici, sopratutto gli alieni, dannoun senso di viscido con quel Rosa shocking. I poligo-ni sono molto curati, di qualunque di essi si tratti, mala nota davvero stupefacente è l'animazione dei voltiche, devo dire, non avevo mai visto così ben realizza-ta prima. Davvero ben fatte anche le esplosioni e ladistruzione ambientale, che danno un tono molto rea-listico all' ambiente in quanto non è statico come inaltri FPS. La grafica quindi in generale è sui massimilivelli, e anche se non raggiunge il predecessorecome numero di poligoni (Crysis era ambientato nellagiungle) o come texture per il Porting, è sicuramentela migliore grafica presente sul mercato oggi.

Sonoro

Il gioco è completamente tradotto nella nostra lin-gua, con dialoghi abbastanza belli e doppiaggioniente male. I suoni delle armi sono riprodotti inmaniera piuttosto bella, e anche i rumori deglialieni sono ben fatti per quel senso metallico che

trasmettono. Davvero eccelse le musiche, chesono state composte dal noto Hans Zimmer, creato-re di varie colonne sonore tra cui film e videogiochi.

Longevità

Il gioco come longevità si attesta sulle 10/12 ore,sempre a seconda della difficoltà con a cui sigioca e dalla praticità che si ha con questo gene-re videoludico. Ne sono rimasto piacevolmentesorpreso, in quanto avevo il timore di ritrovarmi trale mani un gioco alla Call Of Duty con 5 ore digioco, che sinceramente mi sembrano una bellapresa in giro.

Multiplayer

Il gioco ha una componente Multiplayer. Essa èstata molto ben sviluppata rispetto al predecesso-re, ed ha assunto delle caratteristiche tipiche delperioso. Ci sono i livelli, armi sbloccabili con punticosì come potenziamenti, piastrine collezionabiligrazie ad azioni particolari (Correre di più duranteun round, o resistere più tempo in vita ad esem-pio), eccetera. Il gameplay di base resta quellodella Campagna. Avremo sempre le stesse abilità,e ci saranno anche le Killstreak, ovvero dopo unaserie di uccisioni avremo la possibilità di fare unazione speciale, come ad esempio attivare il radarper visualizzare i nemici, chiamare un attaccoorbitale, o cose di questo genere. Ci sarannoparecchie mappe e più modalità di gioco, dalle piùclassiche (Deathmatch, Cattura la bandiera) allepiù innovative come Assalto, in cui una piccolasquadrà sarà equipaggiata con la Nanotuta anchese con armi meno potenti, mentre il resto dei gio-catori saranno dei semplici marine: lo scopo diquesta modalità è quella di Catturare informazioni(Nanotuta) o impedire che queste vengano cattu-rate (Soldati).

VOTO FINALE: 9,5Con un ottima trama e in gameplay che varia dal classico FPS, gra-fica ai massimi livelli e una componente Multiplayer davvero diver-tente, Crysis 2 non può che porsi sull' olimpo degli Sparatutto inprima. Davvero un grosso "Grazie" alla Crytek.

Bove Fabrizio, 2°Q

Periodico d’informazione

i.i.s. ettore majorana avezzano

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n.3

ISTITUTO di ISTRUZIONE SUPERIOREISTITUTO TECNICO settore TECNOLOGICO - LICEO SCIENTIFICO SCIENZE APPLICATE

“Ettore Majorana”

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QUESTO

NUMERO

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RECENSIONE - CRYSIS 2Piattaforma: PS3, Xbox 360 e PC

Data di Uscita: 25 marzo 2011Casa di Sviluppo: Crytek

Genere: Sparatutto in Prima Persona (FPS)Modalità di Gioco: Giocatore Singolo, Multiplayer

Fascia di età: PEGI 16+

Be The Weapon

Nel 2007 la Crytek, società di sviluppo Tedescagia nota per il suo Far Cry (annata 2004), avevacercato di ammaliare i PC Gamer con il suoCrysis, FPS che sfruttava il nuovo e potentissimoCryengine 2. In parte c'era riuscita, ma non com-pletamente, infatti Crysis aveva come punto fortela Grafica che, d’altro canto, è rimasta la miglioremai vista fino ad oggi, ma il Gameplay e la tramaerano stati lasciati un po’ a se stessi, e questo,combinato con i Requisiti di Sistema mostruosi,avevano fatto si che il titolo non diventassel'Opera D'arte che si sarebbe voluto realizzare.Oggi la Crytek ritenta di creare un gioco Epico, eci riesce in pieno. Scopriamo perchè.Trama

La storia è ambientata 3 anni dopo il primo capi-tolo. Il gioco inizierà dopo un filmato introduttivo,in cui si spiega che a New York è esploso unvirus alieno che stà mietendo la popolazione.Noi impersoneremo Alcatraz, un soldato di unasquadra speciale che ha il compito di recuperaree portare al sicuro il Dottor Nathan Gould, che haimportanti informazioni sul virus; purtroppo (o perfortuna) il piano non va in porto, dato che lanostra nave viene abbattuta da una delle navicel-le degli alieni e i nostri compagni uccisi. Il prota-gonista, ormai più morto che vivo, verrà soccorsoda un uomo (che si rivelerà essere poi Prophet, ilcapo della squadra Raptor del primo episodio) inuna tuta particolare, detta Nanotuta. Una voltasveglio nel rifugio di Prophet, lo troveremo mortoper un colpo di pistola e la sua nanotuta che cicalza a pennello.Verremo in seguito contattati dal Dott. Gould che

ci incontrerà per un breefing.Il nostro scopo sarà, in fine, trovare un modoper fermare la minaccia aliena.

Gameplay

Il Gameplay di Crysis 2 è quello del classicoFPS: spara spara, abbassati, ricarica, sparaspara... o forse no?No, dato che in questo gioco avremo laNanotuta: cosa avrà mai di tanto particolare unatuta fantascientifica? Ma naturalmente Forzapotenziata, Invisibilità, Super Corsa, SuperSalti, Super Corazza, insomma diventeremoarmi di distruzione di massa.I poteri della tuta danno una grande variazioneal Gameplay, in quanto avremo modo di sce-gliere più tattiche, tenendo sempre d'occhio ilcontatore dell' energia, in quanto la tuta consu-ma dell' energia che si ricarica con il tempo.Potremo attuare le tattiche più variegate, adesempio potremo evitare tutti i nemici cheabbiamo paura di affrontare con l'invisibilità (piùpropriamente detta Occultamento), o sganciareuna torretta fissa e maciullare i nemici, o anco-ra pugnalare in maniera silenziosa tutti, o anco-ra assaltare di granata, o ancora attaccare dall'altro con il mitra... insomma, si può attraversarela stessa zona in decine e decine di modi diver-si, e la scelta stà solo al giocatore.Il gioco si sviluppa con non un vero e prioprioFree Roaming come il capitolo precedente, maneanche con uno schema chiuso come i variCOD (che, tra parentesi,disprezzo abbastanza).In sostanza, avremo un percorso prestabilito daseguire, ma molte metodologie per raggiunger-lo: ad esempio, per arrivare ad un entrata dellametropolitana potremo passare in una cortafognatura, saltare da un tetto all' altro e così via.Inoltre una volta ucciso il primo alieno, avremomodo di acquisire delle abilità speciali, con delleparticelle che raccoglieremo detteNanocatalizzatori, come ad esempio aumentare ladurata dell' Occultamento, aumentare la precisione

Editoriale pag. 3

Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica pag. 4

Ufficio stampa 5

Il movimento nella sua poliedricità 7

Produzione dell’ acciao e illustrazione dellaprova di durezza 8

Luce del sole, foglie e pannelli solari 8

Analisi qualitativa elementare: Saggi per via secca 10

Analisi di un’ amara dolcezza 10

Il motore a benzina 11

La terra e il globo parallelo 12

Il patrimonio storico 13

Il P.I.C.: il p.c. in un piccolo chip 14

I robot a scuola 14

Fluido non newtoniano 15

Conferenze 15

Peter Pan e l’I.I.S.ola che non c’è 16

“Una partita per un’amica” 8° Memorial Patrizia Di Salvatore 17

Un giorno da volontari 18

Noi dell’ITIS “Tutti uniti per un sorriso” 19

Una giornata alla RAI 19

I giovani e Ignazio Silone 20

Pasolini e la civiltà del suo tempo 20

Un calendario senza modelle 21

Ma quanto camminava S.Francesco! pag. 22

Recensione - Crysis 2 pag. 23

Il giornalino è on-line sul sito della scuola all’indirizzo: www.itisavezzano.it

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EDITORIALE

Eccoci arrivati alla fine. Quest’anno scolasticoè stato pieno, stancante e al tempo stessoentusiasmante! E noi della redazione abbiamocercato di trasmettere tutto questo dalle pagi-ne del nostro giornale, provando a immedesi-marci nei pensieri e negli stati d’animo deglistudenti dell’ istituto.Così, al termine imminente delle lezioni, volgeal termine anche il nostro compito, con l’ ulti-mo numero di quest’anno 2010\2011.È stato un anno colmo di tutto: un anno diriforme, che nel bene o del male hanno travol-to la scuola e quindi, irrimediabilmente anchele nostre abitudini.Un anno di cambiamenti, dei quali noi alunni cisiamo spesso lamentatati, ma che alla fineabbiamo vissuto e accettato.Un anno ricco di novità, noiose o divertenti.Un anno pieno di sudore e soddisfazioni. Dipreoccupazioni, di studio e di piccole irrespon-sabilità.Un nuovo anno e una nuova settimana scien-tifica, della quale parleremo ampiamente inquesto numero, proprio perché, come tutte levolte, ha scatenato lo spirito di iniziativa, dipartecipazione e di conoscenza nell’interascuola. Alunni e professori si sono impegnati

in questo progetto con lo scopo di fare, dellanostra settimana scientifica, un motivo in piùper far conoscere ed apprezzare la nostrascuola all’interno e all’esterno. Soprattutto,però, è stato un motivo per i nostri alunni dimettersi alla prova, sia sul fronte scolastico,mostrando nei laboratori le conoscenze chele materie scientifiche offrono, sia sul frontedisciplinare, emotivo, e personale.È stato un anno nel quale si sono ripetuti,come vuole la tradizione, alcuni essenziali etanto attesi appuntamenti; come quello dellospettacolo del laboratorio teatrale e dellapartita di calcio in ricordo della professoressaPatrizia Di Salvatore.È stato un anno sospirato, sopportato e gioi-to; sempre tutti insieme.E speriamo di aver fatto pervenire a voi let-tori i sentimenti e le passioni che ci hannoanimato in questi nove mesi.È stato un anno lungo e , nello stessotempo,troppo presto terminato, in cui abbia-mo impiegato noi stessi.È stato un anno pieno di noi.

Buone vacanze e arrivederci al prossimoanno.

La redazione

MA QUANTO CAMMINAVASAN FRANCESCO!

Siamo tornati ormai da un po’ di tempo, ma non si èancora affievolita la gioia che abbiamo provato nelcompiere una delle esperienze più belle e coinvol-genti che ci sia capitato di vivere. Vi starete sicurochiedendo… «cosa avete fatto di così entusiasman-te?» Beh! iniziamo dal principio. Il giorno 27 Aprile,mentre tutta Avezzano festeggiava la Madonna diPietraquaria, un gruppo di noi, ragazzi dell’IIS E.Majorana, accompagnati dalle proff. Ornella Marottae Maria Cristina Tatti, è partito per intraprendere unviaggio sui passi di San Francesco. Si tratta delCammino di Francesco che si snoda attraverso iquattro santuari francescani che circondano lapiana di Rieti. Il nostro punto di partenza, è stato ilsantuario di Poggio Bustone, luogo dove si fermòsan Francesco dopo la sua “fuga”da Assisi. Il viag-gio per raggiungere Poggio Bustone è stato stan-cante, ma, arrivati al santuario, osservando il pano-rama, ascoltando i rumori della natura e respirandoaria pulita, ci siamo subito ripresi. Quella sera dopoaver partecipato alla messa abbiamo ricevuto dallemani del frate il tau che abbiamo portato al collo pertutto il cammino. La mattina seguente abbiamocominciato a camminare. Passando per boschi epiccoli borghi siamo arrivati al santuario de LaForesta e dopo una breve visita ed un fugace pran-zo siamo ripartiti per arrivare a Rieti dove abbiamocenato e trascorso la notte. Nei giorni successiviabbiamo percorso molti chilometri continuando a

“passeggiare” (si fa per dire!), tra boschi, pianure,prati e piccoli paese fino a raggiungere i santuari diFonte Colombo ed infine quello di Greccio. A FonteColombo ci ha accolto un giovane e simpatico frate ciha anche accompagnati nella visita al santuario e ciha narrato gli avvenimenti che hanno segnato la vitadi Francesco in quel posto; il cammino si è conclusoa Greccio dove Francesco per la prima volta volle farrivivere la natività. Durante il cammino tra noi si è sta-bilito un “clima” molto bello: ci siamo divertiti tantissi-mo, tra scherzi e battute, ma non solo: abbiamo trat-tato temi importanti come per esempio quello del per-dono e abbiamo fatto anche momenti di riflessione“collettiva”. La cosa che ci ha più colpito, che ci haintrigato e motivato è stata la vita del santo.Francesco lo conoscevamo dalla letteratura, dallecose che un po’ si sanno; invece ascoltare da vicinospiegazioni, fatti, narrazioni su questo personaggio èstato come dare un volto preciso ad una immagineprima un po’ sfocata. E poi pensare al fatto che que-sta figura straordinaria per la Chiesa e per l’umanitàintera abbia percorso quei sentieri prima di noi,senza le nostre comodità, senza scarponi e felpe, ci“aiutava” nei momenti di stanchezza estrema, ci inco-raggiava ad andare avanti...Di questo viaggio non cisono rimaste solo le foto, ma anche pensieri, sensa-zioni, emozioni, incontri che saranno un mattoncinodella nostra storia e faranno ormai parte della nostrapersonalità. Angela Leone, 3°Q

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Gran parte di questo numero del giornalino è dedicato alle attività dellaSettimana della Cultura Scientifica e Tecnologica che ormai rappresenta unevento che caratterizza la nostra scuola. Per tutti noi è un modo diverso di“fare scuola” : ci coinvolge, ci rende più piacevole lo studio, non è un’attivitàmonotona e ... consente anche di lavorare divertendoci!

Educare alla scienza ealla tecnologiaLa velocità con la quale la tecnologiarende disponibili i suoi prodotti èimpressionante, è come se si autoa-limentasse. Di conseguenza lanostra vita sembra facilitata e ralle-grata ed ogni problema sembraavere una soluzione. Indubbiamenteè così e, affascinati da tanta capaci-tà, finiamo per dimenticare che sem-pre l’operato umano deve esseresorretto da una sana riflessione criti-ca. È nelle aule scolastiche che varealizzata l’educazione alla scienza ealla tecnologia. Il pensiero scientificova coltivato e praticato perché non-ostante viviamo immersi nella tecno-logia c’è un costante rischio di unanalfabetismo della ragione dovutoal facile ricorso all’empirismo, allamagia, al fatalismo che rischia diconfondere soprattutto i giovani,poco disposti al costante lavoro del-l’apprendimento perché ammaliatidagli ingannevoli messaggi mediati-ci. L’altro fine di questa azione edu-cativa è la capacità di coniugare lostudio e la promozione di competen-ze tecniche con la capacità di indivi-duare l’impatto che l’azione dell’uo-mo ha sul suo ambiente e sui rappor-ti sociali. Ogni volta che si puntano iriflettori sulle straordinarie scopertescientifiche, e le conseguenti appli-cazioni tecnologiche che l’uomo ècapace di realizzare, non dobbiamoconsentire che l’entusiasmo, cheprima di tutti cattura i giovani, ottene-bri le coscienze. Il nostro ruolo èanche quello di insegnare a non per-mettere che la tecnologia diventistrumento di discriminazione, ma adassicurare che possa rappresentareuna opportunità per migliorare la vitadi tutti e delle generazioni future.

che provenivano da quella civiltà contadina chePasolini amava e in cui affondava le radici la suapoesia e che purtroppo, piano piano, andavascomparendo. Nella elaborazione poetica, artisti-ca ed umana di Pier Paolo Pasolini vengono indi-cati comunemente due nodi fondamentali: il Friulie Roma. Queste due realtà hanno infatti fornitoallo scrittore, seppur in modo diverso, le coordina-te poetiche, ed umane, che lo hanno poi seguitonell'intero percorso artistico di una vita, nel rim-pianto continuo della civiltà contadina, rurale earcaica conosciuta a Casarsa in Friuli, e che eglicercava di ritrovare nelle borgate romane daldopoguerra agli anni del potere capitalistico. Loscrittore cerca di ricucire i pezzi di una umanitàche vede gradualmente sparire e diventare sem-pre più feroce. La nuova epoca,caratterizzata dal-l’euforia e dalla positività del boom economicaoappare minacciosa all’orizzonte e sembra chel’uomo non vi sia più: l’addio di Pasolini è a un’e-poca dell’uomo. Concia, Giovannone, Iacomini, Lentola, Santoni, 5°M

bravi! A Pescara si è tenuto nel mese di febbraioil seminario conclusivo “2011 Anno europeo delleattività di volontariato - L'Europa dell'Istruzioneverso il 2020” e noi della III Q insieme ai ragazzidella III B, vi abbiamo partecipato in quanto vin-citori del concorso. La proposta di partecipare aquesta attività ci ha subito catturati e interessa-ti: abbiamo prima discusso tanto tra noi sia sullatematica da affrontare che sulla forma da farprendere alle nostre idee. Tanti i punti di vistaemersi; abbiamo potuto riflettere su quantodiverse siano le forme di povertà e su quantoqueste siano così tanto vicine a noi, sebbene avolte non ce ne accorgiamo. Le sintesi trovatehanno preso corpo nel video della III B e nellefoto realizzate dalla III Q. Bene! I lavori dei vin-citori sono stati inseriti nel calendario 2011.Essere premiati è stato molto bello; è statoimportante, sia perché significava che le nostreidee e la forma in cui avevano preso corpo erastata apprezzata, sia perché andare per la pre-miazione al Seminario a Pescara ci ha dato lapossibilità di confrontarci con altri ragazzi chehanno dato altre letture al tema in concorso. Leattività svolte per partecipare a questo concorsoci hanno fatto maturare e pensare un po’ di più acosa possiamo fare nel nostro piccolo, ogni gior-no, magari cambiando anche un po’ stile di vita,per contribuire a creare un mondo più solidale edesprimere la nostra personale lotta contro lapovertà e l’esclusione sociale.

Giulia Colizza, 3°Q

UN CALENDARIO SENZAMODELLE

Nel 2011 per vincere la povertà con il volontariato.Così la copertina del calendario realizzato con ilcontributo delle scuole che hanno partecipato alconcorso EUROPEin@SPOT sull’anno europeocontro la povertà e l’esclusione sociale; e tra lescuole partecipanti anche alcune classi dellanostra scuola: III B e III Q. Abbiamo partecipato alconcorso e siamo stati anche premiati. Ma che

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UFFICIO STAMPAI GIOVANI E IGNAZIO SILONEQuesto eral ’argomentodel concorsoal quale laR e g i o n eAbruzzo qual-che mese fa ciinvitava a par-tecipare alloscopo di ono-rare la memo-ria di IgnazioSilone e diavvicinare legiovani gene-razioni allasua operaricca di profi-cui messaggidi vita. In par-ticolare civeniva chiestodi commentare la seguente frase: “ L’Arte è unfiore selvaggio,ama la libertà ”. In molti abbiamopartecipato perché Silone, forse poco studiato ascuola, è abbastanza conosciuto dalle giovanigenerazioni e amato per il suo spirito libero, perla sua esigenza fondamentale e irrinunciabile perla libertà, che lo ha portato a battersi ogni voltache essa sembrava in pericolo o, addirittura,venisse soppressa. Una nostra compagna,Sonia Fracassi, frequentante il terzo anno delloScientifico Tecnologico, è risultata vincitrice delpremio di 520.00 euro assegnatole dalla giuria il9 aprile durante la cerimonia di premiazionepresso il Museo Ignazio Silone di Pescina. Soniaha colto il senso della frase “ L’Arte è un fioreselvaggio,ama la libertà ” esaminando nel pro-fondo la vita e l’opera di Silone, risalendo ad unmomento in cui, come lo stesso autore afferma-va in una lettera a Biemmel del 2 settembre1937, a causa di una forte crisi, aveva perso lavoglia di vivere. L’arte ha aiutato Silone a nonsoccombere, come un salvagente buttato addos-so a un naufrago che sta per affogare, come chiriscopre la vita nella bellezza delle piccole cose,quelle che prima non vedeva perché era troppoimpegnato a cercare la felicità altrove. L’arte l’hasalvato, gli ha permesso di vivere ancora e loscrivere è diventato la sua unica fonte di vita; maperché allora l’arte è un fiore selvaggio? I fiori

selvaggi non sono né piantati, né annaffiati danessuno; spuntano dove vogliono, su un terreno

erto e roccio-so o anche suun pratoverde e rigo-glioso. Sonos e l v a g g i ,hanno la lorolibertà, quellacapacità dipoter sceglie-re doven a s c e r esenza chenessuno glie-lo imponga.Per questomotivo è chia-ro che l’arte,essendo unfiore selvag-gio, ami lalibertà, quel

diritto che sta a capo di tutto e che dovrebbe esse-re il diritto primario di ogni essere vivente: la liber-tà di poter scegliere!

La Redazione

PASOLINI E LA CIVILTA’DEL SUO TEMPO

Un progetto sulla figura e l'opera del grandepoeta, scrittore, regista Pier Paolo Pasolini, consi-derato internazionalmente uno dei più grandi intel-lettuali europei del Novecento. Ma perché fare unprogetto proprio su di lui? Quando la nostra inse-gnante di lettere ce l’ha proposto, ad essere sin-ceri, siamo rimasti un po’ sconcertati perché que-sto autore non lo conoscevamo per niente.L’Associazione Culturale “Harmonia Novissima”promotrice del progetto ci ha proposto la visione dialcuni filmati, più che altro saggi e documentari,testimonianze degli anni in cui si andava forman-do la personalità e la crescita artistica di Pasolini,da molti suoi contemporanei considerato il mag-gior poeta italiano della seconda metà del secoloperché, secondo un giudizio di Alberto Moravia“Pasolini ha scritto più cose e più importanti deglialtri”. Pier Paolo Pasolini si è trovato a vivere inun periodo particolare della storia d’Italia: dopodue guerre e la difficile ricostruzione, la rivoluzio-ne industriale attirava nelle città milioni di uomini

Durante la Settimana della Cultura Scientica eTecnologica la redazione del giornalino d’Istituto si èorganizzata in Ufficio stampa. La Biblioteca , appo-sitamente adibita a questo ufficio, è stato il punto dipartenza dei percorsi di visita e anche di ritorno, perla compilazione, da parte degli alunni, dei questio-nari di gradimento sulle attività. I compiti dei redatto-ri sono stati diversi e specifici: accoglienza dei visi-

tatori, registrazione (con foto) dei partecipanti, indi-cazioni sui percorsi di visita, inviati speciali alle con-ferenze, interviste agli alunni che svolgevano attivi-tà nei laboratori, rielaborazione dei questionari digradimento sui vari progetti. Dai dati raccolti si evin-

ce che i consensi sulla “ nostra settimana” aumen-tano sempre più, infatti quasi tutte le scuole che cihanno fatto visita gli altri anni, quest’anno sono tor-nate, e non solo…. Abbiamo notato, infatti, comemolte scolaresche, guidate dai loro insegnanti, arri-vino già “documentate” ossia avendo già operatouna scelta sul percorso di visita. Le classi chehanno visitato i laboratori sono state circa cinquan-

ta, appartenenti a Scuole Medie esuperiori di Avezzano e di tutta laMarsica: Scuole Elementari: SanBenedetto; Don Bosco Avezzano;Gandin Avezzano; Tagliacozzo;Collarmele. Scuole Medie:VivenzaAvezzano; Corradini Avezzano;Collarmele; Trasacco; Collelongo;Magliano; Scuole Superiori:IstitutoCommerciale Galilei; Istituto perGeometri; Istituto per l’Agricoltura,Liceo Socio-Psico-Pedagogico;Liceo Scientifico. I laboratori apertisono stati in tutto trentatrè, due deiquali hanno avuto come protagoni-sti i piccoli ospiti della scuola ele-mentare di San Benedetto e dellaGandin di Avezzano. Nei due gior-ni di apertura pomeridiana, giovedì25 e venerdì 26 marzo l’afflussodei visitatori, costituito soprattuttoda genitori, parenti e amici degli

studenti impegnati nelle attività è stimato intornoalle 400 unità. Nei grafici che seguono sono sinte-tizzati i risultati dell’indagine condotta tramite unquestionario distribuito ai visitatori.

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NOI DELL’ITIS “TUTTIUNITI PER UN SORRISO”

Ancora uno spettacolo all’insegna della solidarie-tà. Questa volta però a salire sul palcosceniconon sono stati gli studenti, ma l’ormai nota e sti-mata compagnia “Mò ce penzem’ nù”, una piace-vole aggregazione fra le diverse componenti delnostro istituto, in particolare personale ATA, assi-stenti tecnici e collaboratori scolastici. Il gruppo,giunto ormai al quarto anno di attività, ha presen-tato martedì 31 maggio e mercoledì 1 giugno,presso la sala della Chiesa della dello Spiritosanto, la commedia “Sci beneditt st’ badant”. Iltema è attuale e molto diffuso ai nostri giorni: glianziani e la loro collocazione nella famiglia enella società. Gli attori hanno saputo renderedivertenti, con le loro scenette, anche le situazio-ni più difficili allestendo uno spettacolo piacevolee movimentato, interpretando i personaggi consemplicità e spontaneità, colorando la loroespressione con il dialetto tipico delle nostreparti. Ogni anno attendiamo con ansia la messain scena di questo spettacolo, perché sin dall’ini-zio già sappiamo che ci farà “sbellicare” dallerisate, ma soprattutto ci piace vedere trasforma-ti, in una veste insolita, persone che ogni giornostanno a contatto con noi: ci sorvegliano al cam-bio dell’ora, ci aprono il bagno, ci sgridano quan-do sostiamo sui corridoi, quando vogliamo entra-re o uscire dagli ingressi sbagliati e quandovogliamo usare fuori orario il distributore. Masappiamo anche che sono persone speciali eche si mettono in gioco, non senza sacrifici, perla buona riuscita dello spettacolo, ma non

s o l o … … . . l afinalità dell’ini-ziativa è infatti,anche questavolta, devolverein beneficenzale offerte rac-colte, in favoredei bambini chesi trovano in dif-ficoltà. Ancorauna volta….“Noi dell’ITIS….tuttiuniti per un sor-riso”.La Redazione

UNA GIORNATA ALLA RAI

Il 13 maggio 2011, alla classe 4A e ad altri 15alunni della nostra scuola è stata data la possibi-lità di partecipare alla trasmissione televisiva“GEO & GEO”. Un’opportunità da cogliere alvolo, che ha reso entusiasti tutti ed è stata bene

accetta. I ragazzi della 4A hanno pensato a ralle-grare tutta la compagnia…. Al suono della trom-ba di Carlo Piacente abbiamo percorso a piedi lestrade di Roma; in piazza San Piero, tutti incoro, abbiamo cantato l’inno di Mameli, per l’or-goglio degli italiani, visto che eravamo “circonda-ti” da molti stranieri di tutte le nazionalità, chescattavano in continuazione foto e ci facevanocomplimenti per la felicità e l’entusiasmo che sta-vamo portando per le vie della capitale. Dopo ilpranzo nei giardini di castel Sant’Angelo, abbia-mo avuto la fortuna di poter assistere all’arrivodelle “Mille Miglia”, la corsa d’auto d’epoca piùantica d’Italia. Subito dopo ci siamo avviati versolo studio della RAI. Immaginavamo il mondodella Tv in un certo modo, ma dopo questa espe-rienza, la realtà che abbiamo vissuto ha cambia-to sicuramente i nostri pensieri… Stando davantia quel piccolo schermo, non ci rendiamo conto diquanto lavoro di preparazione vi sia dietro, quan-te prove prima di una diretta per fare in modoche tutto vada bene. Dopo la puntata svoltasi nelprimo pomeriggio, c’è stata gentilmente offertauna cena nella mensa dell’azienda RAI dove cisiamo rimpinzati ben bene; dopodiché abbiamoeffettuato due registrazioni, che andranno inonda nel corso di questa estate. Nel cuore dellanotte siamo ripartiti, lasciandoci alle spalle que-sta meravigliosa giornata trascorsa all’insegnadel divertimento tra scherzi, sorrisi, ma soprattut-to proiettati…in un altro mondo. Cogliamo l’occa-sione per ringraziare la nostra professoressaGiovanna Pietrosante, senza la quale non sisarebbe realizzato il nostro piccolo sogno di farparte del mondo dello spettacolo. Anche se lamatematica non è il nostro forte, si è fidata di noie per questo gliene saremo sempre grati…graziemille prof !!!

Gli alunni della 4°A

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Fig.1

Fig.2

Fig.3Fig.4

Fig.5

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IL MOVIMENTO NELLASUA POLIEDRICITA'

Che cos'è e da che cosa ha origine il "movimen-to"? Questo è l'impulso che ha portato le classidella 3°, 4°, 5° R, coordinati dalla professoressa dieducazione fisica Balsorio Concetta, a cimentarsi

in questo spettacolo o per meglio dire, tentativo di"varietà"! Nel susseguirsi dei preparativi abbiamodeciso di effettuare delle scelte sulle diverseinquadrature e descrivere per il "movimento nellasua poliedricità", lungi dal fossilizzarci in un'unicaprospettiva. Nostro obiettivo è stato quello dimostrare le varie sfaccettature con cui si mostra ilmovimento, non soltanto nella danza (bachata esalsa), ma anche nei canti, con i movimenti dia-frammatico e toracico, in simbiosi con i muscolidel corpo e con l'acrobatica, nel puro manifestarsidell'abilità motoria. In un ibrido di teoria e pratica,balli e canti, poesia ed adrenalina, quello chesembrava essere il nodo gordiano dell'unilaterali-tà del movimento, si è teatralmente scioltomostrando tutti i suoi aspetti! Lo spettacolo si è svolto secondo un filo logico.Partendo dalla teoria abbiamo trattato del movi-mento sotto l'aspetto fisiologico e corporale, dopo-diché abbiamo affrontato le sue più antiche origi-ni, dalla semplice voluttà della danza alle risposteche gli antichi davano a stimoli esterni, quali adesempio i rumori della natura, eccetera. Abbiamoin seguito sostenuto liricamente il movimento conuna poesia di Charles Baudelaire, "Il serpente chedanza" che tratta per l'appunto della sinuosità diuna donna nel suo idillico movimento. Quindiabbiamo seguitato con una bachata, "Amamemas", mostrando il lato sensuale ed affascinante

che il movimento riesce a scaturire. Esplorando ilcorpo abbiamo trattato di come un'infinità dimovimenti interni e per la maggior parte imper-cettibili influenzino il canto, dal muscolo involon-tario del diaframma, ai muscoli della laringe, cheservono per impostare la voce e a tutti i muscoliche fanno da supplemento al risultato canoro.

Sicché sono stati eseguitidei brani cantati e suonati,prima "Fly me to the moon",standard jazz, e dopo,accompagnato da uno iera-tico ballo di tre burattini cheprendono vita dal movimen-to, la canzone "Gioco dibimba" delle Orme. Con unesplosione di passi, sen-sualità, divertimento, lasalsa si incaglia quasi pre-potente con la sua teatralevivacità, sulle note di "Abre

que voy" seguita dall'altrettanta carica della can-zone "Sway" di Michael Buble. Continua il trenodi adrenalina con il saggio di acrobatica, unavera deflagrazione di movimento, di coordina-mento, che unisce la danza artistica agli esercizidi educazione fisica ai moderni movimenti dellabreak dance. Questo spettacolo termina con lacanzone "Domani", vista come un augurio pernoi giovani per un futuro più vivibile, in cui sare-mo noi a lottare per la nostra affermazione e peri nostri sogni. Questo spettacolo ha rappresenta-to per noi alunni un modo migliore per apprezza-re il movimento, per conoscerlo al meglio ed èstato anche un espediente per renderci ancor piùuniti nella strada che la scuola delinea.Conoscendo il movimento nella sua poliedricità,abbiamo conosciuto ancor meglio il nostro latoartistico e conseguentemente abbiamo appro-fondito la conoscenza della nostra personalità!

3° , 4° , 5° R

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Lo sviluppo sociale ha portato benessere allamaggior parte degli individui: costosi telefoni cel-lulari, rinomati punti di ritrovo; la società tendeperò ad emarginare chi tutto questo non può per-metterselo.Negli angoli delle strade un cartone spesso nonè un rifiuto lasciato lì, magari involontariamente,ma una “dimora” di uno dei tanti “ostracizzati”dalla società.Essi,i clochard, i “barboni”, vivono alla nostraombra elemosi-nando dove possi-bile per poter vive-re la giornata.Spesso non lidegniamo nean-che di uno sguardoe li temiamo, maqueste persone,nel loro saccopieno di stracci ebriciole, nascondo-no esperienze eproblemi di chi unavita ha visto strap-parsela…Con la nostraavventura, coordi-nati dal prof.Sandro Di Rocco,abbiamo continua-to la tradizione delnostro istituto partecipando ad una nuova attivitàdi volontariato, un atto svolto con passione edumiltà, da noi ragazzi delle 4° e delle 5°, pressola caritas di Colle Oppio a Roma.Quella mattina, come consuetudine, ci siamoincontrati fuori dell’istituto in attesa che arrivasseil mezzo che ci avrebbe portato a Roma.Dopo esserci conosciuti e aver fatto l’appello,siamo partiti verso un mondo a noi sconosciuto.Al momento del nostro arrivo a noi si mostravauna terra arida e buia, una distesa di povertà chenon pensavamo potesse essere affrontata daibarboni con tanta dignità.Una volta arrivati a destinazione, ci siamo riuniti

in mensa dove, dopo le varie presentazioni, adognuno di noi è stato assegnato il proprio compi-to: chi avrebbe dovuto regolare l’accettazione, chidedicarsi alla cucina e chi alla pulizia della sala.Ci siamo immediatamente divisi ed ognuno hapreso la propria postazione in base al compitoassegnatoci.Nell’ambiente in cui ci trovavamo, per noi insolito,si respirava un’aria di complicità, a differenza diciò che pensavo, perché tutti i volontari erano feli-ci di aiutare i clochard che a loro volta erano con-tenti di essere aiutati.

Nella mensa, a finegiornata, abbiamocontato circa 400 bar-boni, come di con-sueto accade ognigiorno. Una delletante cose che mi hastupito è stata quelladi vedere molta genteche dall’aspetto sem-brava non aver biso-gno di una mano, diun pasto; invece hocapito che in essi esi-stevano molte tristirealtà al di fuori di ciòche i loro abiti davanoa vedere.Dopo aver svoltoognuno il proprioincarico e dopo averchiuso la mensa,

abbiamo, tutti insieme, ripulito il cortile di acco-glienza abbiamo espresso il nostro ringraziamen-to al personale per l’opportunità di vivere questagrande esperienza.Siamo arrivati ad Avezzano nel pomeriggio, tuttimolto stanchi ma altrettanto contenti e soddisfatti.Ci ha molto commosso il gesto di una persona,assiduo frequentatore della mensa di Colle Oppio,che ha voluto esprimere la sua gratitudine conuna semplice poesia a chi come noi ha volutoessere “volontario” anche solo per un giorno.

Cristian De Felice

UN GIORNO DA VOLONTARI

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PRODUZIONE DELL’AC-CIAIO E ILLUSTRAZIONE

DELLA PROVA DI DUREZZANella nostra settimana scientifica abbiamo trat-tato i seguenti argomenti:-Prova di durezza:

Per durezza si intende la resistenza di un corpoalla penetrazione da parte di un altro corpo chia-mato penetratore.Le prove di durezza più diffuse prevedono l’appli-cazione di un carico mediante un penetratore cherilascia un’impronta le cui dimensioni servono adeterminare la durezza.Le prove più diffuse sono:-Prova Brinell (HB)-Prova Vickers (HV)-Prova Rockwell (HRC – HRB)-Tempra o tempera:La tempra consiste in un trattamento termico chemodifica le proprietà del materiale. Questo pro-cesso consiste nel portare ad elevate temperatu-re i materiali in esame (facendo riferimento alleapposite tabelle) e successivamente raffreddarlirapidamente in acqua o acqua emulsionata. Inbase alla velocità di raffreddamento si determinala variazione della durezza.-Produzione dell’acciaio:L’acciaio è una lega composta che si classifica inbase al tenore di carbonio e alla composizionechimica. Essa si ottiene dal ciclo integrale conl’affinazione della ghisa nell’altoforno. Nel mondosi producono ogni anno oltre un miliardo di ton-nellate di acciaio lavorato tramite diversi proces-si di produzione industriale quali ad esempiolaminazioni, forgiature, trattamenti termici estampaggi. La preparazione è stata impegnativain quanto abbiamo dovuto studiare gli argomentirelativi alla prova di durezza, di conseguenzaanche i trattamenti termici e la produzione del-l’acciaio. Per iniziare sono state fatte delle accu-rate ricerche sui libri di testo e su internet al finedi ampliare le nostre conoscenze in tale campo eper essere pronti a soddisfare le curiosità deivisitatori. Dopo aver raccolto tutto il materialedidattico occorrente, abbiamo riassunto, sempli-ficato e riportato il tutto su cartelloni successiva-mente affissi nell’aula assegnataci. Infine sonostate realizzate brochure e calendari, da noi per-

sonalizzati, con le immagini e le informazioni suinostri argomenti, da regalare ai visitatori. Questaesperienza ci è servita perché abbiamo imparatoad usare i diversi macchinari ,come il fornetto perla tempra e il durometro, ma soprattutto perché cisiamo relazionati con altre persone. Speriamo chea chi ci ha visitato sia rimasto un ricordo positivodel nostro lavoro.

3° M

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LUCE DEL SOLE, FOGLIEE PANNELLI SOLARI

La nostra attività è stata costruita intorno ad un’i-dea molto semplice, ma fondamentale: l’energiadel sole è indispensabile per tutti gli organismiviventi. Così abbiamo sviluppato un percorso cheha seguito due vie. Prima di tutto abbiamo volutospiegare come viene utilizzata la luce del soledagli organismi viventi e illustrato, quindi, il ruolodei produttori, principalmente le piante. Essedevono la loro “ fortuna “ alla presenza, nelle cel-lule delle foglie, di una molecola speciale: la cloro-filla. Questo pigmento riesce a catturare l’energiadel sole e a trasferirla ad un composto organico, ilglucosio, che la foglia sintetizza utilizzando acquaed anidride carbonica. E’ lo zucchero glucosio lamolecola dalla quale tutti gli organismi ricavanol’energia necessaria per le proprie funzioni vitali.Gli esseri viventi che non sono in grado di costruir-sela o, come invece fanno i produttori, la assumo-no con il cibo, o direttamente, mangiando le pian-te ( gli erbivori) o nutrendosi di animali che a lorovolta hanno mangiato l’erba ( i carnivori). Si stabi-lisce così una relazione di “ mangiare ed esseremangiati “ che viene chiamata catena alimentare;che inizia sempre dai produttori. Anche l’uomodeve nutrirsi, in quanto non è autotrofo, e quindi

“UNA PARTITA PER UN’ AMICA”8° MEMORIALPATRIZIA DI SALVATORE

Anche se super impegnati nel profondere tutte leloro energie in vista dell’approssimarsi della con-clusione dell’anno scolastico, gli studenti dell’ITIS“E. Majorana” hanno voluto rispettare uno degliappuntamenti più attesi dell’anno: la “Partita perun’amica”. Lo Stadio dei Marsi era gremito da unpubblico numeroso e gioioso, venuto ad incitare ledue squadre che si sono affrontate in campo,ossia degli alunni dell’ITIS e del Liceo Classico. Lamanifestazione, giunta ormai alla sua 8a edizioneè in ricordo dell’indimenticabile professoressaPatrizia Di Salvatore, scomparsa prematuramentedieci anni fa, insegnante dell’ITIS E. Majorana, sti-mata e molto amata. Gli alunni, pur incitando concori, slogan e battute le rispettive squadre, hannodimostrato grande spirito di sportività e amicizia, inlinea con l’iniziativa di solidarietà che vede devol-vere, come è ormai consuetudine, le offerte deglialunni alla missione di Blinist, in Albania, per veni-

re incontro ai giovani di questo paese in difficoltà,per sostenerli nei loro studi. La partita si è svoltain due tempi, ma già dal primo tempo la nostrasquadra si era assicurata tre goal. La squadra delLiceo Classico, però, non si è persa d’animo edha continuato a battersi con determinazionefacendoci anche sussultare per aver sfiorato piùvolte il goal non riuscendo, però, ad invertire ilrisultato dell’incontro terminato 5 a 0 per la squa-dra dell’ITIS. I marcatori sono stati: Albertazzi,Aloisi, Di Giovanni e De Meis. Hanno arbitratoAmorosi, Olivieri e, da parte del Liceo Classico, DiPasquale. L’incontro è stato preceduta da un brevesaggio di danza estrapolato dal progetto presenta-to dagli alunni del corso R dello ScientificoTecnologico durante la Settimana Scientifica, coor-dinati dalla prof.ssa Balsorio Concetta; i provettiballerini hanno voluto sottolineare l’importanza nel-l’uomo e nella sua storia, de “Il Movimento nellasua poliedricità”, questo infatti era il titolo dello“spettacolo nello spettacolo” molto apprezzato eapplaudito dal pubblico. Oltre ai DirigentiScolastici delle due scuole coinvolte, professores-sa Anna Amanzi per l’ITIS Majorana e professorIlio Leonio per il Liceo Classico, ha avuto parteattiva nella realizzazione della manifestazione ilsignor Pierluigi Salucci, consorte della compiantaprofessoressa Di Salvatore, che ha offerto i trofeialle squadre dei giocatori, i premi e le targhe ricor-do alle due scuole.

La Redazione

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dipende da altri organismi per la sua sopravviven-za.Questo ci ha fatto capire che Homo sapiensnon è un essere più importante degli altri come anoi piace credere, ma è quello più intelligente equindi capace di modificare l’ambiente, nel qualevive, a suo piacimento. Questa capacità si starivelando un’arma a doppio taglio: si rischia dialterare così profondamente gli equilibri tra i tanticomponenti della biosfera che si mette a rischio lasopravvivenza della specie umana.Semplicemente l’uomo dipende dalle piante,dovrebbe ricordarselo più spesso! E’ per questoche l’Onu ha decretato che il 2011 è l’anno inter-nazionale della foreste: è urgente sensibilizzaretutti per salvaguardare gli organismi dai qualidipende la vita di tutti, anche la nostra. Poiché ilsole, così generosamente e gratuitamente ci rifor-nisce di tanta energia l’uomo ha imparato ad utiliz-zarla anche attraverso la tecnologia: ha scopertoun metodo per trasformarla direttamente in ener-gia elettrica. Infatti nei pannelli solari c’è un mate-riale, il silicio che, unito adaltri elementi, quando è col-pito dalla luce del sole pro-duce un trasferimento dielettroni da un atomo ad unaltro generando una corren-te elettrica. Quanto è impor-tante questa scoperta?Potrebbe aiutarci a diminuirel’uso di combustibili fossili(metano, carbone, petrolio esuoi derivati) il cui utilizzo cirende dipendenti dai paesiproduttori e soprattutto cirestituisce scarti che inqui-nano l’aria, l’acqua e ilsuolo. Abbiamo cercato di

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sensibilizzare i visitatori e di farli riflettere su que-sti temi perché non possiamo aspettarci che inostri problemi li risolvano i “ potenti della terra ”;ognuno di noi, con i piccoli gesti quotidiani, puòfare tanto. Una “ casa ecologica ” non è un’uto-pia, è il risultato di attenzioni, scelte giuste e azio-ni semplici. Il messaggio è stato anche quello dinon dimenticarci di chi vive in zone molto lonta-ne, ma non per questo con meno diritti di noi.Abbiamo realizzato un simpatico plastico di unaipotetica città per far comprendere cos’è l’im-pronta ecologica: è lo spazio di cui necessitanogli abitanti di una comunità per produrre tutto ciòdi cui hanno bisogno e per assorbire i rifiuti pro-dotti. Tutta la superficie terrestre produttivadovrebbe sostenere la vita di tutti gli uomini eanche degli altri esseri viventi, così, con opportu-ni calcoli è stato stabilito che ad ogni personaspettano circa 2 ha di terreno; però questa equaripartizione è ben lungi dal realizzarsi; pensateche ogni italiano utilizza di 3,1 ha per soddisfarele sue esigenze, non tutte primarie. Se tutti con-sumassero quanto noi ci vorrebbero altri 2 piane-ti come la terra! E invece, poiché la terra è unaed unica, se qualcuno consuma troppo, qualcunaltro potrebbe non essere in grado neanche disoddisfare i bisogni primari. Il nostro modo di uti-lizzare le risorse lascia un’ impronta troppo gran-de e profonda, come quella di un pesante gigan-te che cammina su soffice neve: dovremmoimparare a muoverci in punta di piedi, calpestan-do, delicatamente, un giardino che non è solonostro.

2°Q

come i parchi nazionali hanno preso vita; questi patri-moni, per tutta l’umanità, sono di fondamentaleimportanza per la salvaguardia della flora e dellafauna, vanto per il centro Italia e per l’impronta che nericopre l’Abruzzo a livello mondiale. MassimilianoGentile e Giuseppe Buttari della Croce Verde hannoillustrato, nella stessa mattinata, la conferenza ”GPSe cartografia nell’ambito della protezione civile”. Il ter-ritorio inesorabilmente muta le sue caratteristiche ecosì le cartografie applicate allo sviluppo dei sistemiGPS aiutano non solo la vita con i navigatori satellita-ri, ma anche la protezione civile nelle missioni di soc-corso. Interessantissimo l’argomento trattato nellaconferenza di venerdì 25 marzo “Robot a scuola”,proposta da Emanuele Micheli della Scuola diRobotica, che già collabora con il nostro istituto ad unprogetto, appunto di robotica, che è una delle scien-ze più in evoluzione in assoluto e che, con il suo ausi-lio, permette lo sviluppo di tutti gli altri campi di studio.A chiudere meritatamente questo “giro” di conferenzesulla scienza c’è la società Telespazio che sabato 26marzo nella persona di Livio Mastroddi, spiega aduna platea attenta e interessata costituita soprattuttoda studenti di elettronica e telecomunicazioni, qualisono gli scopi del Centro Spaziale Marsicano. Ciauguriamo che le conferenze di questa settimanascientifica, che ci hanno presentato i vari aspetti deitemi più attuali e discussi dei nostri tempi, possanorappresentare veramente una opportunità per miglio-rare la vita di tutti noi e delle generazioni future.Lucci Gianluca e De Felice Cristian 4M

PETER PAN E L’I.I.S.OLACHE NON C’E’

A conclusione dell’attività del Laboratorio Teatraleorganizzato nell’ambito del POF, anche per il corren-te anno scolastico, gli studenti del nostro Istitutohanno realizzato uno spettacolo dal titolo “Peter Pane l’IISola che non c’è’. La rappresentazione ha avutoluogo presso il Castello Orsini di Avezzano nei giorni11 e 12 Maggio I ragazzi hanno preso spunto dallastoria di questo personaggio bizzarro, Peter Pan, rivi-sitando con una connotazione del tutto originale epersonale i diversi aspetti umani che ruotano intornoall’eterno fanciullo, all’adolescente che non vuole cre-scere; hanno creato tante e diverse situazioni, diver-tenti ma anche riflessive, mettendo in evidenza atteg-giamenti tipici degli adolescenti o di chi vorrebberestare sempre un po’ bambino, rifiutandosi di cresce-re per non assumersi le responsabilità proprie degliadulti. Gli “attori” hanno fatto di tutto per interpretare i

personaggi al meglio considerandone sentimenti ecomportamenti. Inoltre è da sottolineare l’impegno chehanno portato avanti per tutti i sette mesi, caratterizza-ti da incontri settimanali, rivolti alla costruzione dellospettacolo e alle prove. Ma tutti i ragazzi al termine del-l’attività, hanno ammesso che il divertimento in questimesi è stato davvero tanto; inoltre nel gruppo si èinstaurato un rapporto di amicizia, unità e armonia bel-lissimo. Lo spettacolo ha riscosso molta approvazioneda parte del pubblico, soprattutto nella serata dell’11maggio quando anche il nostro dirigente scolastico, laProf.ssa Anna Amanzi ha elogiato i ragazzi del labo-ratorio teatrale incitandoli a trasmettere lo stesso impe-gno e la stessa determinazione anche nello studio.Unringraziamento particolare va ad Antonio Silvagni eStefania Evandro dell’associazione teatrale “LANCIA-VICCHIO” che hanno seguito i ragazzi con grande pro-fessionalità, impegno e soprattutto pazienza! Quest’anno tredici dei diciannove attori sono saliti sul palco-scenico per la prima volta e molti di loro dicono di avercominciato questa attività extrascolastica solo pergioco. Davvero non pensavano potesse piacere lorocosì tanto questa esperienza nuova e bellissima cheinsegna a confrontarsi con se stessi, con le propriecapacità e soprattutto con gli altri…il pubblico che assi-ste allo spettacolo e al quale tutti gli attori voglionodare il meglio. I ragazzi del laboratorio teatrale invita-no tutti coloro che vogliano affrontare questa bellissi-ma esperienza, a farlo insieme a loro! Saranno felici diaccogliervi nel il prossimo anno scolastico!!! Sperandoche lo spettacolo sia piaciuto, i ragazzi del laboratoriomandano un caloroso augurio di promozione a tutti glistudenti del nostro istituto ed in particolare ai ragazzidell’ultimo anno che dovranno affrontare gli esami dimaturità. Tra questi vogliono ricordare i loro quattrocompagni che li lasceranno, ovvero Daniele Serra,Francesco Di Marco, Augusto Taccone e SimonaAntidormi. A loro l’affetto di tutto il laboratorio teatrale,ricordando che andando via ci mancheranno tanto, mavederli diplomati ci renderà felicissimi. Buone vacan-ze a tutti !!Gli alunni del Laboratorio Teatrale

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ANALISI QUALITATIVAELEMENTARE: SAGGI

PER VIA SECCA

Gli alunni della IV S nell’ambito delle attivitàdella settimana scientifica, si sono cimentaticon “L’ analisi qualitativa elementare tramitesaggi per via secca”. La prova comprendeva la realizzazione dialcuni saggi per il riconoscimento dellesostanze; uno di questi è stato effettuato conparticolari tubicini, nel cui fondo veniva intro-dotta la sostanza incognita da analizzare esecondo il comportamento che questa mostra-va, dopo essere stata scaldata su un partico-lare fornellino, si poteva risalire al tipo disostanza.Un altro saggio che ha suscitato meravigliadava come risultato delle perle e, secondo ilcolore di queste, si arrivava a capire l’elemen-to contenuto nella sostanza. Molto semplice edivertente è risultato un esperimento chiama-to “saggio alla fiamma”: si basava sul concet-to che i sali di molti elementi hanno la proprie-tà di impartire colorazioni caratteristiche allafiamma non luminosa di un “becco bunsen”(particolare fornellino). Le colorazioni sonodovute all’emissione di radiazioni luminose,causate da transizioni elettroniche.Nel saggio con i tubicini, il comportamentodelle sostanze può essere assai variegato:alcune restano inalterate, altre subiscono uncambiamento reversibile del colore, altre fon-dono o sublimano, altre, infine, si decompon-gono con sviluppo di gas o vapore.Un’altra esperienza permetteva di riconoscere

lo ione borato. Il boro impartisce alla fiammauna particolare colorazione verde, ma questoaccade solo quando viene trattato con acidosolforico concentrato.La scuola è stata visitata da studenti di tantialtri istituti, rimasti meravigliati di fronte alnostro allestimento laboratoriale.

4°S

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ANALISI DI UN’ AMARADOLCEZZA

Il titolo da dare alla nostra esperienza, non è statosemplice da trovare, almeno come non è statosemplice scegliere su cosa incentrarla. Un giornoin laboratorio, abbiamo coinvolto la prof a coordi-narci e, insieme a lei, abbiamo scelto il tema datrattare.Fin da subito ci eravamo proposti di trattare qual-cosa che fosse un po’ diverso dal solito, che fossedi buon approccio a tutti, che non fosse noioso.Così abbiamo ristretto il campo a 2 o 3 argomentiche facevano parte della quotidianità di ognuno dinoi, e… tutto convergeva su un alimento fantasti-co, inimitabile, insuperabile: il cioccolato. Il proget-to ha entusiasmato tutti fin dal primo momento,anche se ci siamo resi conto che conciliare cioc-colato e chimica non sarebbe stato semplice, mal’impegno, la voglia, e, sinceramente, anche lacuriosità, ci hanno spinto ad andare avanti, nonsenza difficoltà, per smascherare fino all’ultimopregi e difetti di questo alimento, tanto amato daadulti e bambini. Siamo partiti un po’ in ritardorispetto alle altre classi, infatti la mattina dell’iniziodella settimana scientifica, si sentiva nell’aria dellaboratorio 310 una certa tensione, una certa foganella preparazione dell’attività. Ovunque c’eranoragazzi che studiavano, si organizzavano, attac-cavano cartelloni, si sistemavano il camice, prepa-ravano latte, burro di cacao e zucchero. Già, per-ché la parte finale del nostro percorso prevedevadegli assaggi, e questo ha richiesto forse piùimpegno della parte teorica. Di continuo si prepa-ravano cioccolata calda e cioccolatini e si tagliava-no dolci di tutti i tipi a base di cacao. Abbiamo cer-cato di abbracciare un po’ tutti i campi, quindi nonci siamo occupati solo di analisi chimiche sulcacao, ma anche della fase di produzione, dell’im-

FLUIDO NON NEWTONIANOE’ un esperimento che mette in gioco chimica efisica. La sostanza è un miscuglio omogeneo diacqua e amido di mais. Quello che abbiamoosservato nell’esperienza è un comportamentoanomalo ovvero che contrasta la legge della fisicache espresse Newton riguardo ad un fluido: “ Unfluido indipendentemente dalla forza di taglio ocondizioni non standard ha una propria viscosità”La viscosità di un fluido è la resistenza alle pres-sioni fatte sullo stesso; essa varia in alcuni casiparticolari, per il resto tutti i fluidi seguono le leggidella fluidodinamicaTutti i fluidi sono sostanze allo stato aeriforme oallo stato liquido. Molti fluidi non sono newtoniani:si possono fare esempi come il dentifricio o il san-gue o vernici particolari che si utilizzano nel pittu-rare le case.Questi tipi di sostanze non sono tutte uguali infat-ti i fluidi non newtoniani si dividono in due classi:-dilatanti: sono quelli la cui viscosità aumentaall’aumentare della forza di taglio,-pseudoplastici: la viscosità diminuisce all’aumen-tare delle pressioni applicate sulla sostanza.

3°R

CONFERENZEAnche quest’anno le conferenze che si sono tenu-te durante la settimana scientifica, sviluppando latrattazione di temi attuali che contraddistinguonola nostra società, hanno contribuito a trasmettereuna cultura scientifica il cui fine sia la capacità diconiugare lo studio e la promozione di competen-ze tecniche con la capacità di individuare l’impat-to che l’azione dell’uomo ha sul suo ambiente esui rapporti sociali.Molte di queste conferenze si sono avvalse della

preziosa collaborazione di rappresentanti di Entio persone provenienti da un mondo che concre-tizza le realtà su cui la conferenza voleva infor-marci.Gli alunni hanno dimostrato un considerevoleinteresse verso queste particolari tematiche.A dare il via è stata la conferenza “Ambiente eterritorio. Il risparmio energetico e lo svilupposostenibile” che si è tenuta lunedì 21 marzo alleore 9.00 e si è avvalsa della collaborazionedell’Amministratore della Provincia Germano DiCesare. L’argomento di fondo è stato la tutela delpatrimonio naturale che fin troppe volte vieneabbandonato a se stesso e destinato alla com-pleta devastazione. Il testimone è passato, alleore 11.00, a Germano Contesabile, funzionariodell’Aciam che ha fatto luce sull’argomento delriciclo e della raccolta differenziata prendendo inesame il territorio avezzanese. All’indomani laprima conferenza ha visto la partecipazione di unaltro amministratore provinciale AgostinoOcchiuzzi, il quale, ha discusso, tra l’altro, di unargomento poco trattato:ha svelato il lato del webche tutti noi, forse, trascuriamo, la sedentarietà,che esso ha infingardamente istaurato nellanostra vita. L’indomani, nella mattinata di marte-dì 22 marzo alle ore 11.00, una nuova conferen-za apre i battenti : “Le energie alternative risol-veranno il problema energetico ?” Gli alunni delleclassi 5°M e 5°S hanno collaborato con il relato-re, professor Rodolfo D’Alessandro Tavani perdivulgare la conoscenza del progetto delle ener-gie alternative spiegandone i punti favorevoli ealtrettanto dettagliatamente i lati negativi.Mercoledì 23 gli argomenti facevano leva sull’in-teresse giovanile per lo sport e le nuove tecno-logie:” I giovani e lo sport”, conferenza diretta daAlesandro Scafati, amministratore della provinciadell’Aquila, ha annunciato i benefici, già noti, chelo sport dà al corpo, ma soprattutto i grandi aiutipsicologici che può dare ad un giovane. A segui-re Felice Russo, rappresentante della Micron, haparlato di alcuni prodotti delle multinazionali,spiegando che il lavoro della sede Avezzanese èfondamentale per la commercializzazione delletecnologie delle altre sedi più grandi, a livellomondiale. Giovedi 24 marzo i battenti sono stati aperti dallaconferenza “La storia di un’idea. La nascita deiParchi Nazionali in Italia e nel mondo”. DanieleValfré dell’ Associazione Altura Abruzzo narra di

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piantistica, della storia, della botanica e degli effet-ti sull’organismo. Il tragitto iniziava dalla storia delcacao e continuava con la botanica, il tutto eraesposto in tanti cartelloni colorati con grandiimmagini che rendevano più comprensibili le spie-gazioni dei ragazzi. Si continuava con i molteplicieffetti benefici del cacao sul corpo umano e lasomiglianza molecolare con alcuni tipi di droghe.Subito dopo c’era la parte dell’impianto di produ-zione illustrato, oltre che con un cartellone, anchecon un plastico che riproduceva un ipoteticoimpianto di produzione di tavolette di cioccolato apartire dai semi di cacao fermentati ed essiccati.Le analisi erano illustrate in 3 fasi: nei cartelloni iprincipi e la parte teorica, sul banco da lavoro lesoluzioni ed i campioni analizzati, ed infine laguida all’analisi sensoriale del cioccolato, cheforse era quella che più incuriosiva i visitatori.Nell’altra parte del laboratorio, seguiva la produ-zione del cioccolato. Bagnomaria ed ingredientiriempivano il bancone, e anche qui cartelloni illu-stravano “ricette”e differenze tra i vari tipi di cioc-colato. La parte finale, come già detto, era quelladegli assaggi, dove i più piccoli restavano più sod-disfatti e gli adulti si complimentavano. Quasi tuttihanno trovato interessante il nostro laboratorio,soprattutto perché siamo riusciti nel nostro inten-to, quello di comprendere qualità, difetti e “segre-ti” di una cosa che tutti consumiamo, di cui tuttiparliamo, ma di cui ben pochi conoscono le carat-teristiche. Crediamo che si ricorderanno bene dinoi periti chimici del 2011 e frasi come: “ce l’aveteun po’ di cioccolata” resteranno impresse nellanostra memoria strappandoci un sorriso neimomenti di malinconia.

5°S

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IL MOTORE A BENZINA

Durante la settimana scientifica, la nostra classe,la 5M, si è impegnata nella realizzazione del pro-getto denominato " Il motore a benzina: modalitàdi funzionamento".La scelta di questo tipo di attività è legata al fattoche il motore in generale rappresenta una dellepiù importanti espressioni dello sfruttamento del-l'energia meccanica.Lo scopo del lavoro è stato quello di trovare ilmodo di poter esporre e far vedere praticamenteil funzionamento del motore a benzina, dal movi-mento dei pistoni alle quattro fasi; particolaritàche normalmente non si riescono a vedere poi-ché il tutto avviene all’interno del monoblocco delmotore stesso. Pertanto il lavoro della classe è stato svolto repe-rendo presso un’autodemolizione il motore di unaFord Fiesta 1300cc, in evidente stato di abban-dono, nel suo smontaggio e pulizia delle variecomponenti, infine nel successivo riassemblag-gio dopo le opportune modifiche necessarie alloscopo della dimostrazione prevista. E’ stato necessario effettuare lo smontaggio delmotore in quanto esso, non più in uso da diversianni, andava ripulito dalla ruggine e per far vede-re il funzionamento al suo interno bisognava rea-lizzare due fessure nelle camere di scoppio alfine di permettere la visibilità del movimento deipistoni durante le dimostrazioni. In particolare la realizzazione degli intagli sullecamere del monoblocco in ghisa, ci ha portato acontatto con una tecnologia del tutto nuova e ilcui sviluppo è in fase di rapida crescita. Infatti pereffettuare questi intagli abbiamo utilizzato la tec-nica del taglio ad acqua. Solo in questo modo si sarebbero potute evitarele possibili deformazione delle camere di scoppioche si sarebbero avute con l’utilizzo di altri siste-mi di taglio del metallo come l’uso del disco tran-ciatore o della fiamma ossidrica. Questa tecnologia è diffusissima in moltissimicampi (dall'edilizia al settore navale) e consistenel sottoporre la superficie da tagliare a un gettod'acqua a pressione di 4000 bar e a velocità di3000 km/h. Una volta realizzati gli intagli presso un’aziendadel Nucleo Industriale di Avezzano, che si è pre-

IL PIC: IL PC IN UN PICCOLO CHIP

Parlando di questo argomento con i nostri pro-fessori, noi alunni della classe 4° A siamo rimastimolto sorpresi di scoprire quello che poteva fareil piccolo Pic 16F84A (Microcontrollore program-

mabile ) che, una volta programmato, potevaeffettuare conteggi , oppure, come lo abbiamoutilizzato noi, far accendere delle lampadine opiccoli led in sequenze stabilite nel programma .La nostra esperienza presentata durante la set-timana scientifica è consistita in un “gioco di lucicon 8 lampadine da 12 v”Le nostre luci erano montate su uno scatolato dilegno con il circuito elettrico di fianco .I nostri giochi di luce, scritti attraverso il pro-gramma del Pic, erano fatti apposta per far risal-tare all’occhio del visitatore il nostro omaggioverso il 150° anno dell’Unità d’Italia perché all’e-stremità dello scatolato avevamo posizionato trelampadine da un lato e tre dall’altro con i coloridella nostra bandiera (verde, bianco e rosso).Forse anche per questo motivo questa esperien-za ha raccolto molti consensi positivi dalle classidelle altre scuole che sono venute a farci visita ;ma la cosa ancor più bella è stato rendere parte-cipi gli ospiti facendoli “giocare” con il piccolocomputer .

4°A

I ROBOT A SCUOLAIl progetto avviato con la scuola di robotica diGenova, finanziato dalla fondazione Micron,della durata di tre anni e l’inserimento dello stes-

so come area di progetto della classe 3B, ha por-tato alla realizzazione di piccoli robot su baseLego presentati durante la Settimana della CulturaScientifica e Tecnologica.. Lo scopo era quello disottolineare quanto siano divenuti importanti irobot in un mondo in cui la tecnologia è alla basadi tutto e quanto lo saranno di più negli anni futu-ri.Grazie agli incontri con l’ingegnere EmanueleMicheli sono stati realizzati e programmati attra-verso un linguaggio iconico varie tipologie dirobot, in grado di svolgere azioni e movimenti inmaniera del tutto autonoma. L’intervento “umano”consiste infatti nella fase di programmazione, pre-ceduta da quella di assemblaggio. Tra le varietipologie di robot troviamo un umanoide, che imitai movimenti dell’uomo: un “robogator” , ovvero uncoccodrillo-robot che grazie a un sensore ad ultra-suoni rileva la presenza di oggetti posti dinanzi adesso. Altri robot sono stati programmati per segui-re un percorso stradale realizzato dalla scuolaelementare di S. Benedetto dei Marsi ( classe4°A), unendo così la robotica all’educazione stra-dale. Per sfruttare altri sensori, tra cui quello tatti-le e quello di colore, sono state implementate altremacchine. La sintesi delle fasi di assemblaggio èstata riportata su dei cartelloni in cui sono staterappresentate le immagini più significative dellarealizzazione dei robot. La classe ha mostrato ungrande interesse fin dal primo incontro con l’inge-gner Emanuele Micheli, tenutosi a Gennaio e ciòha portato ad ottenere nel giro di breve tempo otti-mi risultati, sottolineati dall’apprezzamento deinumerosi visitatori. Portando avanti questo pro-getto per i prossimi due anni sarà possibile studia-re altri linguaggi di programmazione per realizza-re robot ancora più complessi e sofisticati.

3°B

Page 12: RECENSIONE - CRYSIS 2veramente bene, e il mio preferito: Il Fucile Gauss. Il gioco offre più livelli di difficoltà, che possono met-tere a dura prova il giocatore se non utilizza

stata gentilmente ad aiutarci, siamo passati allafase di verniciatura delle varie componenti del

motore. La fase successiva è consistita nel lubrificare levarie parti e nel rimontare tutti gli elementi. Contemporaneamente abbiamo realizzato ilbasamento di supporto del motore servendoci diun banco non più utilizzato che è stato tagliato,rinforzato e risaldato allo scopo di renderlo stabi-le. Abbiamo poi provato ad utilizzare diversimotori elettrici, per poter realizzare il movimentodel motore ma questi purtroppo non riuscivano afar muovere i pistoni poiché dotati di poca poten-za, per cui alla fine abbiamo scelto di utilizzareun motore elettrico trovato nella scuola alimenta-to a 380 V. Questo infatti aveva la potenza giustaa far muovere il motore (1,1 KW), ma purtropposviluppava un numero di giri troppo alto (2850giri/minuto) per permettere una corretta visionedel funzionamento dei pistoni. Per risolvere que-sto problema abbiamo utilizzato un riduttore avite senza fine e ruota a denti elicoidali reperitopresso un impianto non più utilizzato, in modo daridurre notevolmente il numero di giri trasmessodal motore elettrico all’albero motore del motorea benzina. La realizzazione della trasmissione del moto dalriduttore al motore a benzina è stata effettuataattraverso l’utilizzo di un pignone di una bici mon-tato sull’albero del riduttore e di una corona den-tata montata sull’albero del motore; il tutto colle-gato con una catena di una moto. Grazie al ridut-tore e ai rapporti della bici, siamo riusciti a ridur-re il numero di giri dell’albero del motore a benzi-na fino circa 25 giri/minuto. Per completare illavoro e far vedere più nel dettaglio come vienemontato un motore e cosa avviene al suo internodurante il funzionamento,abbiamo realizzato unvideo, la cui animazione ha permesso di spiega-

Pag.12 Pag.13

re il montaggio dei componenti nei minimi partico-lari. Un' altra animazione è stata utilizzata per illu-strare come si muovono i pistoni e come avvengo-no le quattro fasi all'interno dei cilindri. Anchedurante la realizzazione delle fessure sulle came-re da scoppio del monoblocco in ghisa, abbiamogirato un video con il quale è stato dimostratocome avviene un taglio ad acqua. Durante lo svol-gimento di tutto il lavoro abbiamo scattato anchedelle foto che sono state utilizzate per realizzarela cartellonistica con la quale abbiamo illustrato levarie fasi del lavoro. I cartelloni sono stati disposticon un ordine ben preciso in base allo svolgimen-to di tutte le fasi, illustrando il cambiamento cheha subito il motore dal momento in cui era statoreperito fino all’assemblaggio ed alla realizzazio-ne del nuovo macchinario.

5°M

LA TERRA E IL GLOBOPARALLELO

“La luna e le stelle non sono sopra di noi, è laTerra ad essere sotto i nostri piedi”Questo proverbio del Marocco è la sintesi dellasettimana scientifica del IIIQ che con lo studio delmappamondo “parallelo” (è un globo terrestreorientato come la terra nello spazio) ha avuto lapossibilità di vedere in “diretta” quello che avvienesulla sfera terrestre: possiamo vedere, nelmomento dell’osservazione, dove il sole sta sor-gendo e dove sta tramontando, dove è giorno edove è notte, quale polo è illuminato e quale no. Inrealtà, posizionare il globo in modo che il suo assesia parallelo a quello reale non è proprio una cosafacile perché non possiamo guardare la terra inte-ra visto che …. ci siamo sopra.Bisogna trovare un riferimento che sia esterno alpianeta: esso è il sole.

La sua posizione rispetto a noi cambia continua-mente, ma noi la possiamo stabilire ”misurando”l’inclinazione dei suoi raggi rispetto al piano dell’o-

rizzonte. Abbiamo infatti imparato ad “acchiappa-re” i raggi e a misurare con precisione l’altezza delsole sull’orizzonte usando lo “gnomone” cosìabbiamo potuto disegnare il meridiano del luogo,posizionando, appunto, lo gnomone perpendicola-re al piano dell’orizzonte e aspettando che l’ombraproiettata sia la più corta: essa coincide con ilmeridiano passante per il luogo e ci indica il sud eil nord. Ciò avviene nel momento della culminazio-ne del sole, più o meno intorno alle ore 12 indica-te da un orologio. Ed infine bisogna disporre ilglobo in modo che la nostra città si trovi nel puntopiù alto di esso, perché dal nostro punto di vista,siamo nel punto “più alto” del Pianeta: abbiamotutta la Terra sotto di noi. A questo punto possia-mo osservare, in diretta, ciò che sta accadendo,dal punto di vista astronomico, sul pianeta Terra.Poiché lo svolgimento della settimana scientifica ècoinciso con i giorni dell’equinozio di primavera èstato possibile verificare, per esempio, che all’e-quatore, a mezzogiorno, uno gnomone non produ-ce ombra.

3°Q

IL PATRIMONIO STORICOIl patrimonio storico, artistico, ambientale, etno-demo-antropologico è uno di quei beni e ancheuna delle risorse più importanti per il nostro futu-ro; la mancata consapevolezza di questo ci portaa non riconoscere la preziosa eredità tramandata-ci. Abbiamo scelto di trattare questo argomentodurante la settimana scientifica. La cronacarecente sul crollo della Domus dei gladiatori,aPompei, il restauro del Colosseo, il terremotodell’Aquila, e i fenomeni franosi sul nostro territo-rio ci hanno fatto riflettere su quanto noi non

conosciamo i nostri beni. Partendo da ciò abbia-mo fatto alcune riflessioni: la tutela, la conserva-zione e la trasmissione ai posteri del nostro patri-monio come si concilia con i complessi equilibrieconomici e politici attuali? Nel bilancio Italiano,per questa voce, viene impegnato solo lo 0,21%.Che succederà domani del bene comune? Edinfine, che cosa fa la scuola per aiutare l’integra-zione dei bambini, dei ragazzi, dei giovani nel-l’ambiente reale, cioè naturale e storico?Partendo da queste considerazioni abbiamo svolto illavoro suddividendolo in:1. Il nostro percorso legislativo;2.Tutela-valorizzazione-fruizone e definizione deibeni ovvero il funzionamento del “sistema beni”in Italia;3. Analisi concreta del patrimonio in numeri, conrielaborazione in grafici statistici (del Ministerodei Beni) sia per i beni ambientali che culturali;infine, alcuni aspetti del dopo sisma dell’Aquila4.Analisi tra arte e sponsor e differenza tra spon-sor e pubblicità per comprendere quale meccani-smo c’è dietro alcuni recenti eventi ed i concettipiù tecnici del restauro (per esempio: il caso del-l’imprenditore Della Valle e del Colosseo, oppu-re del Cenacolo Leonardesco)5.Verifica della situazione locale: Alba Fucens,caso di un parco archeologico dove la condizio-ne del vincolo è causa di contrasti con le esigen-ze moderne degli abitanti; Celano con la presen-za dello storico Castello come monumento, maanche contenitore delle testimonianze storicheed il moderno “Musè” sorto in prossimità dellalocalità Paludi di Celano. Alla fine ci siamo resiconto che la cultura non è un’emergenza, lodiventa se la si considera un peso morto e nonun’opportunità di sviluppo.

3°Q

Page 13: RECENSIONE - CRYSIS 2veramente bene, e il mio preferito: Il Fucile Gauss. Il gioco offre più livelli di difficoltà, che possono met-tere a dura prova il giocatore se non utilizza

stata gentilmente ad aiutarci, siamo passati allafase di verniciatura delle varie componenti del

motore. La fase successiva è consistita nel lubrificare levarie parti e nel rimontare tutti gli elementi. Contemporaneamente abbiamo realizzato ilbasamento di supporto del motore servendoci diun banco non più utilizzato che è stato tagliato,rinforzato e risaldato allo scopo di renderlo stabi-le. Abbiamo poi provato ad utilizzare diversimotori elettrici, per poter realizzare il movimentodel motore ma questi purtroppo non riuscivano afar muovere i pistoni poiché dotati di poca poten-za, per cui alla fine abbiamo scelto di utilizzareun motore elettrico trovato nella scuola alimenta-to a 380 V. Questo infatti aveva la potenza giustaa far muovere il motore (1,1 KW), ma purtropposviluppava un numero di giri troppo alto (2850giri/minuto) per permettere una corretta visionedel funzionamento dei pistoni. Per risolvere que-sto problema abbiamo utilizzato un riduttore avite senza fine e ruota a denti elicoidali reperitopresso un impianto non più utilizzato, in modo daridurre notevolmente il numero di giri trasmessodal motore elettrico all’albero motore del motorea benzina. La realizzazione della trasmissione del moto dalriduttore al motore a benzina è stata effettuataattraverso l’utilizzo di un pignone di una bici mon-tato sull’albero del riduttore e di una corona den-tata montata sull’albero del motore; il tutto colle-gato con una catena di una moto. Grazie al ridut-tore e ai rapporti della bici, siamo riusciti a ridur-re il numero di giri dell’albero del motore a benzi-na fino circa 25 giri/minuto. Per completare illavoro e far vedere più nel dettaglio come vienemontato un motore e cosa avviene al suo internodurante il funzionamento,abbiamo realizzato unvideo, la cui animazione ha permesso di spiega-

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re il montaggio dei componenti nei minimi partico-lari. Un' altra animazione è stata utilizzata per illu-strare come si muovono i pistoni e come avvengo-no le quattro fasi all'interno dei cilindri. Anchedurante la realizzazione delle fessure sulle came-re da scoppio del monoblocco in ghisa, abbiamogirato un video con il quale è stato dimostratocome avviene un taglio ad acqua. Durante lo svol-gimento di tutto il lavoro abbiamo scattato anchedelle foto che sono state utilizzate per realizzarela cartellonistica con la quale abbiamo illustrato levarie fasi del lavoro. I cartelloni sono stati disposticon un ordine ben preciso in base allo svolgimen-to di tutte le fasi, illustrando il cambiamento cheha subito il motore dal momento in cui era statoreperito fino all’assemblaggio ed alla realizzazio-ne del nuovo macchinario.

5°M

LA TERRA E IL GLOBOPARALLELO

“La luna e le stelle non sono sopra di noi, è laTerra ad essere sotto i nostri piedi”Questo proverbio del Marocco è la sintesi dellasettimana scientifica del IIIQ che con lo studio delmappamondo “parallelo” (è un globo terrestreorientato come la terra nello spazio) ha avuto lapossibilità di vedere in “diretta” quello che avvienesulla sfera terrestre: possiamo vedere, nelmomento dell’osservazione, dove il sole sta sor-gendo e dove sta tramontando, dove è giorno edove è notte, quale polo è illuminato e quale no. Inrealtà, posizionare il globo in modo che il suo assesia parallelo a quello reale non è proprio una cosafacile perché non possiamo guardare la terra inte-ra visto che …. ci siamo sopra.Bisogna trovare un riferimento che sia esterno alpianeta: esso è il sole.

La sua posizione rispetto a noi cambia continua-mente, ma noi la possiamo stabilire ”misurando”l’inclinazione dei suoi raggi rispetto al piano dell’o-

rizzonte. Abbiamo infatti imparato ad “acchiappa-re” i raggi e a misurare con precisione l’altezza delsole sull’orizzonte usando lo “gnomone” cosìabbiamo potuto disegnare il meridiano del luogo,posizionando, appunto, lo gnomone perpendicola-re al piano dell’orizzonte e aspettando che l’ombraproiettata sia la più corta: essa coincide con ilmeridiano passante per il luogo e ci indica il sud eil nord. Ciò avviene nel momento della culminazio-ne del sole, più o meno intorno alle ore 12 indica-te da un orologio. Ed infine bisogna disporre ilglobo in modo che la nostra città si trovi nel puntopiù alto di esso, perché dal nostro punto di vista,siamo nel punto “più alto” del Pianeta: abbiamotutta la Terra sotto di noi. A questo punto possia-mo osservare, in diretta, ciò che sta accadendo,dal punto di vista astronomico, sul pianeta Terra.Poiché lo svolgimento della settimana scientifica ècoinciso con i giorni dell’equinozio di primavera èstato possibile verificare, per esempio, che all’e-quatore, a mezzogiorno, uno gnomone non produ-ce ombra.

3°Q

IL PATRIMONIO STORICOIl patrimonio storico, artistico, ambientale, etno-demo-antropologico è uno di quei beni e ancheuna delle risorse più importanti per il nostro futu-ro; la mancata consapevolezza di questo ci portaa non riconoscere la preziosa eredità tramandata-ci. Abbiamo scelto di trattare questo argomentodurante la settimana scientifica. La cronacarecente sul crollo della Domus dei gladiatori,aPompei, il restauro del Colosseo, il terremotodell’Aquila, e i fenomeni franosi sul nostro territo-rio ci hanno fatto riflettere su quanto noi non

conosciamo i nostri beni. Partendo da ciò abbia-mo fatto alcune riflessioni: la tutela, la conserva-zione e la trasmissione ai posteri del nostro patri-monio come si concilia con i complessi equilibrieconomici e politici attuali? Nel bilancio Italiano,per questa voce, viene impegnato solo lo 0,21%.Che succederà domani del bene comune? Edinfine, che cosa fa la scuola per aiutare l’integra-zione dei bambini, dei ragazzi, dei giovani nel-l’ambiente reale, cioè naturale e storico?Partendo da queste considerazioni abbiamo svolto illavoro suddividendolo in:1. Il nostro percorso legislativo;2.Tutela-valorizzazione-fruizone e definizione deibeni ovvero il funzionamento del “sistema beni”in Italia;3. Analisi concreta del patrimonio in numeri, conrielaborazione in grafici statistici (del Ministerodei Beni) sia per i beni ambientali che culturali;infine, alcuni aspetti del dopo sisma dell’Aquila4.Analisi tra arte e sponsor e differenza tra spon-sor e pubblicità per comprendere quale meccani-smo c’è dietro alcuni recenti eventi ed i concettipiù tecnici del restauro (per esempio: il caso del-l’imprenditore Della Valle e del Colosseo, oppu-re del Cenacolo Leonardesco)5.Verifica della situazione locale: Alba Fucens,caso di un parco archeologico dove la condizio-ne del vincolo è causa di contrasti con le esigen-ze moderne degli abitanti; Celano con la presen-za dello storico Castello come monumento, maanche contenitore delle testimonianze storicheed il moderno “Musè” sorto in prossimità dellalocalità Paludi di Celano. Alla fine ci siamo resiconto che la cultura non è un’emergenza, lodiventa se la si considera un peso morto e nonun’opportunità di sviluppo.

3°Q

Page 14: RECENSIONE - CRYSIS 2veramente bene, e il mio preferito: Il Fucile Gauss. Il gioco offre più livelli di difficoltà, che possono met-tere a dura prova il giocatore se non utilizza

piantistica, della storia, della botanica e degli effet-ti sull’organismo. Il tragitto iniziava dalla storia delcacao e continuava con la botanica, il tutto eraesposto in tanti cartelloni colorati con grandiimmagini che rendevano più comprensibili le spie-gazioni dei ragazzi. Si continuava con i molteplicieffetti benefici del cacao sul corpo umano e lasomiglianza molecolare con alcuni tipi di droghe.Subito dopo c’era la parte dell’impianto di produ-zione illustrato, oltre che con un cartellone, anchecon un plastico che riproduceva un ipoteticoimpianto di produzione di tavolette di cioccolato apartire dai semi di cacao fermentati ed essiccati.Le analisi erano illustrate in 3 fasi: nei cartelloni iprincipi e la parte teorica, sul banco da lavoro lesoluzioni ed i campioni analizzati, ed infine laguida all’analisi sensoriale del cioccolato, cheforse era quella che più incuriosiva i visitatori.Nell’altra parte del laboratorio, seguiva la produ-zione del cioccolato. Bagnomaria ed ingredientiriempivano il bancone, e anche qui cartelloni illu-stravano “ricette”e differenze tra i vari tipi di cioc-colato. La parte finale, come già detto, era quelladegli assaggi, dove i più piccoli restavano più sod-disfatti e gli adulti si complimentavano. Quasi tuttihanno trovato interessante il nostro laboratorio,soprattutto perché siamo riusciti nel nostro inten-to, quello di comprendere qualità, difetti e “segre-ti” di una cosa che tutti consumiamo, di cui tuttiparliamo, ma di cui ben pochi conoscono le carat-teristiche. Crediamo che si ricorderanno bene dinoi periti chimici del 2011 e frasi come: “ce l’aveteun po’ di cioccolata” resteranno impresse nellanostra memoria strappandoci un sorriso neimomenti di malinconia.

5°S

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IL MOTORE A BENZINA

Durante la settimana scientifica, la nostra classe,la 5M, si è impegnata nella realizzazione del pro-getto denominato " Il motore a benzina: modalitàdi funzionamento".La scelta di questo tipo di attività è legata al fattoche il motore in generale rappresenta una dellepiù importanti espressioni dello sfruttamento del-l'energia meccanica.Lo scopo del lavoro è stato quello di trovare ilmodo di poter esporre e far vedere praticamenteil funzionamento del motore a benzina, dal movi-mento dei pistoni alle quattro fasi; particolaritàche normalmente non si riescono a vedere poi-ché il tutto avviene all’interno del monoblocco delmotore stesso. Pertanto il lavoro della classe è stato svolto repe-rendo presso un’autodemolizione il motore di unaFord Fiesta 1300cc, in evidente stato di abban-dono, nel suo smontaggio e pulizia delle variecomponenti, infine nel successivo riassemblag-gio dopo le opportune modifiche necessarie alloscopo della dimostrazione prevista. E’ stato necessario effettuare lo smontaggio delmotore in quanto esso, non più in uso da diversianni, andava ripulito dalla ruggine e per far vede-re il funzionamento al suo interno bisognava rea-lizzare due fessure nelle camere di scoppio alfine di permettere la visibilità del movimento deipistoni durante le dimostrazioni. In particolare la realizzazione degli intagli sullecamere del monoblocco in ghisa, ci ha portato acontatto con una tecnologia del tutto nuova e ilcui sviluppo è in fase di rapida crescita. Infatti pereffettuare questi intagli abbiamo utilizzato la tec-nica del taglio ad acqua. Solo in questo modo si sarebbero potute evitarele possibili deformazione delle camere di scoppioche si sarebbero avute con l’utilizzo di altri siste-mi di taglio del metallo come l’uso del disco tran-ciatore o della fiamma ossidrica. Questa tecnologia è diffusissima in moltissimicampi (dall'edilizia al settore navale) e consistenel sottoporre la superficie da tagliare a un gettod'acqua a pressione di 4000 bar e a velocità di3000 km/h. Una volta realizzati gli intagli presso un’aziendadel Nucleo Industriale di Avezzano, che si è pre-

IL PIC: IL PC IN UN PICCOLO CHIP

Parlando di questo argomento con i nostri pro-fessori, noi alunni della classe 4° A siamo rimastimolto sorpresi di scoprire quello che poteva fareil piccolo Pic 16F84A (Microcontrollore program-

mabile ) che, una volta programmato, potevaeffettuare conteggi , oppure, come lo abbiamoutilizzato noi, far accendere delle lampadine opiccoli led in sequenze stabilite nel programma .La nostra esperienza presentata durante la set-timana scientifica è consistita in un “gioco di lucicon 8 lampadine da 12 v”Le nostre luci erano montate su uno scatolato dilegno con il circuito elettrico di fianco .I nostri giochi di luce, scritti attraverso il pro-gramma del Pic, erano fatti apposta per far risal-tare all’occhio del visitatore il nostro omaggioverso il 150° anno dell’Unità d’Italia perché all’e-stremità dello scatolato avevamo posizionato trelampadine da un lato e tre dall’altro con i coloridella nostra bandiera (verde, bianco e rosso).Forse anche per questo motivo questa esperien-za ha raccolto molti consensi positivi dalle classidelle altre scuole che sono venute a farci visita ;ma la cosa ancor più bella è stato rendere parte-cipi gli ospiti facendoli “giocare” con il piccolocomputer .

4°A

I ROBOT A SCUOLAIl progetto avviato con la scuola di robotica diGenova, finanziato dalla fondazione Micron,della durata di tre anni e l’inserimento dello stes-

so come area di progetto della classe 3B, ha por-tato alla realizzazione di piccoli robot su baseLego presentati durante la Settimana della CulturaScientifica e Tecnologica.. Lo scopo era quello disottolineare quanto siano divenuti importanti irobot in un mondo in cui la tecnologia è alla basadi tutto e quanto lo saranno di più negli anni futu-ri.Grazie agli incontri con l’ingegnere EmanueleMicheli sono stati realizzati e programmati attra-verso un linguaggio iconico varie tipologie dirobot, in grado di svolgere azioni e movimenti inmaniera del tutto autonoma. L’intervento “umano”consiste infatti nella fase di programmazione, pre-ceduta da quella di assemblaggio. Tra le varietipologie di robot troviamo un umanoide, che imitai movimenti dell’uomo: un “robogator” , ovvero uncoccodrillo-robot che grazie a un sensore ad ultra-suoni rileva la presenza di oggetti posti dinanzi adesso. Altri robot sono stati programmati per segui-re un percorso stradale realizzato dalla scuolaelementare di S. Benedetto dei Marsi ( classe4°A), unendo così la robotica all’educazione stra-dale. Per sfruttare altri sensori, tra cui quello tatti-le e quello di colore, sono state implementate altremacchine. La sintesi delle fasi di assemblaggio èstata riportata su dei cartelloni in cui sono staterappresentate le immagini più significative dellarealizzazione dei robot. La classe ha mostrato ungrande interesse fin dal primo incontro con l’inge-gner Emanuele Micheli, tenutosi a Gennaio e ciòha portato ad ottenere nel giro di breve tempo otti-mi risultati, sottolineati dall’apprezzamento deinumerosi visitatori. Portando avanti questo pro-getto per i prossimi due anni sarà possibile studia-re altri linguaggi di programmazione per realizza-re robot ancora più complessi e sofisticati.

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Page 15: RECENSIONE - CRYSIS 2veramente bene, e il mio preferito: Il Fucile Gauss. Il gioco offre più livelli di difficoltà, che possono met-tere a dura prova il giocatore se non utilizza

ANALISI QUALITATIVAELEMENTARE: SAGGI

PER VIA SECCA

Gli alunni della IV S nell’ambito delle attivitàdella settimana scientifica, si sono cimentaticon “L’ analisi qualitativa elementare tramitesaggi per via secca”. La prova comprendeva la realizzazione dialcuni saggi per il riconoscimento dellesostanze; uno di questi è stato effettuato conparticolari tubicini, nel cui fondo veniva intro-dotta la sostanza incognita da analizzare esecondo il comportamento che questa mostra-va, dopo essere stata scaldata su un partico-lare fornellino, si poteva risalire al tipo disostanza.Un altro saggio che ha suscitato meravigliadava come risultato delle perle e, secondo ilcolore di queste, si arrivava a capire l’elemen-to contenuto nella sostanza. Molto semplice edivertente è risultato un esperimento chiama-to “saggio alla fiamma”: si basava sul concet-to che i sali di molti elementi hanno la proprie-tà di impartire colorazioni caratteristiche allafiamma non luminosa di un “becco bunsen”(particolare fornellino). Le colorazioni sonodovute all’emissione di radiazioni luminose,causate da transizioni elettroniche.Nel saggio con i tubicini, il comportamentodelle sostanze può essere assai variegato:alcune restano inalterate, altre subiscono uncambiamento reversibile del colore, altre fon-dono o sublimano, altre, infine, si decompon-gono con sviluppo di gas o vapore.Un’altra esperienza permetteva di riconoscere

lo ione borato. Il boro impartisce alla fiammauna particolare colorazione verde, ma questoaccade solo quando viene trattato con acidosolforico concentrato.La scuola è stata visitata da studenti di tantialtri istituti, rimasti meravigliati di fronte alnostro allestimento laboratoriale.

4°S

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ANALISI DI UN’ AMARADOLCEZZA

Il titolo da dare alla nostra esperienza, non è statosemplice da trovare, almeno come non è statosemplice scegliere su cosa incentrarla. Un giornoin laboratorio, abbiamo coinvolto la prof a coordi-narci e, insieme a lei, abbiamo scelto il tema datrattare.Fin da subito ci eravamo proposti di trattare qual-cosa che fosse un po’ diverso dal solito, che fossedi buon approccio a tutti, che non fosse noioso.Così abbiamo ristretto il campo a 2 o 3 argomentiche facevano parte della quotidianità di ognuno dinoi, e… tutto convergeva su un alimento fantasti-co, inimitabile, insuperabile: il cioccolato. Il proget-to ha entusiasmato tutti fin dal primo momento,anche se ci siamo resi conto che conciliare cioc-colato e chimica non sarebbe stato semplice, mal’impegno, la voglia, e, sinceramente, anche lacuriosità, ci hanno spinto ad andare avanti, nonsenza difficoltà, per smascherare fino all’ultimopregi e difetti di questo alimento, tanto amato daadulti e bambini. Siamo partiti un po’ in ritardorispetto alle altre classi, infatti la mattina dell’iniziodella settimana scientifica, si sentiva nell’aria dellaboratorio 310 una certa tensione, una certa foganella preparazione dell’attività. Ovunque c’eranoragazzi che studiavano, si organizzavano, attac-cavano cartelloni, si sistemavano il camice, prepa-ravano latte, burro di cacao e zucchero. Già, per-ché la parte finale del nostro percorso prevedevadegli assaggi, e questo ha richiesto forse piùimpegno della parte teorica. Di continuo si prepa-ravano cioccolata calda e cioccolatini e si tagliava-no dolci di tutti i tipi a base di cacao. Abbiamo cer-cato di abbracciare un po’ tutti i campi, quindi nonci siamo occupati solo di analisi chimiche sulcacao, ma anche della fase di produzione, dell’im-

FLUIDO NON NEWTONIANOE’ un esperimento che mette in gioco chimica efisica. La sostanza è un miscuglio omogeneo diacqua e amido di mais. Quello che abbiamoosservato nell’esperienza è un comportamentoanomalo ovvero che contrasta la legge della fisicache espresse Newton riguardo ad un fluido: “ Unfluido indipendentemente dalla forza di taglio ocondizioni non standard ha una propria viscosità”La viscosità di un fluido è la resistenza alle pres-sioni fatte sullo stesso; essa varia in alcuni casiparticolari, per il resto tutti i fluidi seguono le leggidella fluidodinamicaTutti i fluidi sono sostanze allo stato aeriforme oallo stato liquido. Molti fluidi non sono newtoniani:si possono fare esempi come il dentifricio o il san-gue o vernici particolari che si utilizzano nel pittu-rare le case.Questi tipi di sostanze non sono tutte uguali infat-ti i fluidi non newtoniani si dividono in due classi:-dilatanti: sono quelli la cui viscosità aumentaall’aumentare della forza di taglio,-pseudoplastici: la viscosità diminuisce all’aumen-tare delle pressioni applicate sulla sostanza.

3°R

CONFERENZEAnche quest’anno le conferenze che si sono tenu-te durante la settimana scientifica, sviluppando latrattazione di temi attuali che contraddistinguonola nostra società, hanno contribuito a trasmettereuna cultura scientifica il cui fine sia la capacità diconiugare lo studio e la promozione di competen-ze tecniche con la capacità di individuare l’impat-to che l’azione dell’uomo ha sul suo ambiente esui rapporti sociali.Molte di queste conferenze si sono avvalse della

preziosa collaborazione di rappresentanti di Entio persone provenienti da un mondo che concre-tizza le realtà su cui la conferenza voleva infor-marci.Gli alunni hanno dimostrato un considerevoleinteresse verso queste particolari tematiche.A dare il via è stata la conferenza “Ambiente eterritorio. Il risparmio energetico e lo svilupposostenibile” che si è tenuta lunedì 21 marzo alleore 9.00 e si è avvalsa della collaborazionedell’Amministratore della Provincia Germano DiCesare. L’argomento di fondo è stato la tutela delpatrimonio naturale che fin troppe volte vieneabbandonato a se stesso e destinato alla com-pleta devastazione. Il testimone è passato, alleore 11.00, a Germano Contesabile, funzionariodell’Aciam che ha fatto luce sull’argomento delriciclo e della raccolta differenziata prendendo inesame il territorio avezzanese. All’indomani laprima conferenza ha visto la partecipazione di unaltro amministratore provinciale AgostinoOcchiuzzi, il quale, ha discusso, tra l’altro, di unargomento poco trattato:ha svelato il lato del webche tutti noi, forse, trascuriamo, la sedentarietà,che esso ha infingardamente istaurato nellanostra vita. L’indomani, nella mattinata di marte-dì 22 marzo alle ore 11.00, una nuova conferen-za apre i battenti : “Le energie alternative risol-veranno il problema energetico ?” Gli alunni delleclassi 5°M e 5°S hanno collaborato con il relato-re, professor Rodolfo D’Alessandro Tavani perdivulgare la conoscenza del progetto delle ener-gie alternative spiegandone i punti favorevoli ealtrettanto dettagliatamente i lati negativi.Mercoledì 23 gli argomenti facevano leva sull’in-teresse giovanile per lo sport e le nuove tecno-logie:” I giovani e lo sport”, conferenza diretta daAlesandro Scafati, amministratore della provinciadell’Aquila, ha annunciato i benefici, già noti, chelo sport dà al corpo, ma soprattutto i grandi aiutipsicologici che può dare ad un giovane. A segui-re Felice Russo, rappresentante della Micron, haparlato di alcuni prodotti delle multinazionali,spiegando che il lavoro della sede Avezzanese èfondamentale per la commercializzazione delletecnologie delle altre sedi più grandi, a livellomondiale. Giovedi 24 marzo i battenti sono stati aperti dallaconferenza “La storia di un’idea. La nascita deiParchi Nazionali in Italia e nel mondo”. DanieleValfré dell’ Associazione Altura Abruzzo narra di

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dipende da altri organismi per la sua sopravviven-za.Questo ci ha fatto capire che Homo sapiensnon è un essere più importante degli altri come anoi piace credere, ma è quello più intelligente equindi capace di modificare l’ambiente, nel qualevive, a suo piacimento. Questa capacità si starivelando un’arma a doppio taglio: si rischia dialterare così profondamente gli equilibri tra i tanticomponenti della biosfera che si mette a rischio lasopravvivenza della specie umana.Semplicemente l’uomo dipende dalle piante,dovrebbe ricordarselo più spesso! E’ per questoche l’Onu ha decretato che il 2011 è l’anno inter-nazionale della foreste: è urgente sensibilizzaretutti per salvaguardare gli organismi dai qualidipende la vita di tutti, anche la nostra. Poiché ilsole, così generosamente e gratuitamente ci rifor-nisce di tanta energia l’uomo ha imparato ad utiliz-zarla anche attraverso la tecnologia: ha scopertoun metodo per trasformarla direttamente in ener-gia elettrica. Infatti nei pannelli solari c’è un mate-riale, il silicio che, unito adaltri elementi, quando è col-pito dalla luce del sole pro-duce un trasferimento dielettroni da un atomo ad unaltro generando una corren-te elettrica. Quanto è impor-tante questa scoperta?Potrebbe aiutarci a diminuirel’uso di combustibili fossili(metano, carbone, petrolio esuoi derivati) il cui utilizzo cirende dipendenti dai paesiproduttori e soprattutto cirestituisce scarti che inqui-nano l’aria, l’acqua e ilsuolo. Abbiamo cercato di

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sensibilizzare i visitatori e di farli riflettere su que-sti temi perché non possiamo aspettarci che inostri problemi li risolvano i “ potenti della terra ”;ognuno di noi, con i piccoli gesti quotidiani, puòfare tanto. Una “ casa ecologica ” non è un’uto-pia, è il risultato di attenzioni, scelte giuste e azio-ni semplici. Il messaggio è stato anche quello dinon dimenticarci di chi vive in zone molto lonta-ne, ma non per questo con meno diritti di noi.Abbiamo realizzato un simpatico plastico di unaipotetica città per far comprendere cos’è l’im-pronta ecologica: è lo spazio di cui necessitanogli abitanti di una comunità per produrre tutto ciòdi cui hanno bisogno e per assorbire i rifiuti pro-dotti. Tutta la superficie terrestre produttivadovrebbe sostenere la vita di tutti gli uomini eanche degli altri esseri viventi, così, con opportu-ni calcoli è stato stabilito che ad ogni personaspettano circa 2 ha di terreno; però questa equaripartizione è ben lungi dal realizzarsi; pensateche ogni italiano utilizza di 3,1 ha per soddisfarele sue esigenze, non tutte primarie. Se tutti con-sumassero quanto noi ci vorrebbero altri 2 piane-ti come la terra! E invece, poiché la terra è unaed unica, se qualcuno consuma troppo, qualcunaltro potrebbe non essere in grado neanche disoddisfare i bisogni primari. Il nostro modo di uti-lizzare le risorse lascia un’ impronta troppo gran-de e profonda, come quella di un pesante gigan-te che cammina su soffice neve: dovremmoimparare a muoverci in punta di piedi, calpestan-do, delicatamente, un giardino che non è solonostro.

2°Q

come i parchi nazionali hanno preso vita; questi patri-moni, per tutta l’umanità, sono di fondamentaleimportanza per la salvaguardia della flora e dellafauna, vanto per il centro Italia e per l’impronta che nericopre l’Abruzzo a livello mondiale. MassimilianoGentile e Giuseppe Buttari della Croce Verde hannoillustrato, nella stessa mattinata, la conferenza ”GPSe cartografia nell’ambito della protezione civile”. Il ter-ritorio inesorabilmente muta le sue caratteristiche ecosì le cartografie applicate allo sviluppo dei sistemiGPS aiutano non solo la vita con i navigatori satellita-ri, ma anche la protezione civile nelle missioni di soc-corso. Interessantissimo l’argomento trattato nellaconferenza di venerdì 25 marzo “Robot a scuola”,proposta da Emanuele Micheli della Scuola diRobotica, che già collabora con il nostro istituto ad unprogetto, appunto di robotica, che è una delle scien-ze più in evoluzione in assoluto e che, con il suo ausi-lio, permette lo sviluppo di tutti gli altri campi di studio.A chiudere meritatamente questo “giro” di conferenzesulla scienza c’è la società Telespazio che sabato 26marzo nella persona di Livio Mastroddi, spiega aduna platea attenta e interessata costituita soprattuttoda studenti di elettronica e telecomunicazioni, qualisono gli scopi del Centro Spaziale Marsicano. Ciauguriamo che le conferenze di questa settimanascientifica, che ci hanno presentato i vari aspetti deitemi più attuali e discussi dei nostri tempi, possanorappresentare veramente una opportunità per miglio-rare la vita di tutti noi e delle generazioni future.Lucci Gianluca e De Felice Cristian 4M

PETER PAN E L’I.I.S.OLACHE NON C’E’

A conclusione dell’attività del Laboratorio Teatraleorganizzato nell’ambito del POF, anche per il corren-te anno scolastico, gli studenti del nostro Istitutohanno realizzato uno spettacolo dal titolo “Peter Pane l’IISola che non c’è’. La rappresentazione ha avutoluogo presso il Castello Orsini di Avezzano nei giorni11 e 12 Maggio I ragazzi hanno preso spunto dallastoria di questo personaggio bizzarro, Peter Pan, rivi-sitando con una connotazione del tutto originale epersonale i diversi aspetti umani che ruotano intornoall’eterno fanciullo, all’adolescente che non vuole cre-scere; hanno creato tante e diverse situazioni, diver-tenti ma anche riflessive, mettendo in evidenza atteg-giamenti tipici degli adolescenti o di chi vorrebberestare sempre un po’ bambino, rifiutandosi di cresce-re per non assumersi le responsabilità proprie degliadulti. Gli “attori” hanno fatto di tutto per interpretare i

personaggi al meglio considerandone sentimenti ecomportamenti. Inoltre è da sottolineare l’impegno chehanno portato avanti per tutti i sette mesi, caratterizza-ti da incontri settimanali, rivolti alla costruzione dellospettacolo e alle prove. Ma tutti i ragazzi al termine del-l’attività, hanno ammesso che il divertimento in questimesi è stato davvero tanto; inoltre nel gruppo si èinstaurato un rapporto di amicizia, unità e armonia bel-lissimo. Lo spettacolo ha riscosso molta approvazioneda parte del pubblico, soprattutto nella serata dell’11maggio quando anche il nostro dirigente scolastico, laProf.ssa Anna Amanzi ha elogiato i ragazzi del labo-ratorio teatrale incitandoli a trasmettere lo stesso impe-gno e la stessa determinazione anche nello studio.Unringraziamento particolare va ad Antonio Silvagni eStefania Evandro dell’associazione teatrale “LANCIA-VICCHIO” che hanno seguito i ragazzi con grande pro-fessionalità, impegno e soprattutto pazienza! Quest’anno tredici dei diciannove attori sono saliti sul palco-scenico per la prima volta e molti di loro dicono di avercominciato questa attività extrascolastica solo pergioco. Davvero non pensavano potesse piacere lorocosì tanto questa esperienza nuova e bellissima cheinsegna a confrontarsi con se stessi, con le propriecapacità e soprattutto con gli altri…il pubblico che assi-ste allo spettacolo e al quale tutti gli attori voglionodare il meglio. I ragazzi del laboratorio teatrale invita-no tutti coloro che vogliano affrontare questa bellissi-ma esperienza, a farlo insieme a loro! Saranno felici diaccogliervi nel il prossimo anno scolastico!!! Sperandoche lo spettacolo sia piaciuto, i ragazzi del laboratoriomandano un caloroso augurio di promozione a tutti glistudenti del nostro istituto ed in particolare ai ragazzidell’ultimo anno che dovranno affrontare gli esami dimaturità. Tra questi vogliono ricordare i loro quattrocompagni che li lasceranno, ovvero Daniele Serra,Francesco Di Marco, Augusto Taccone e SimonaAntidormi. A loro l’affetto di tutto il laboratorio teatrale,ricordando che andando via ci mancheranno tanto, mavederli diplomati ci renderà felicissimi. Buone vacan-ze a tutti !!Gli alunni del Laboratorio Teatrale

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PRODUZIONE DELL’AC-CIAIO E ILLUSTRAZIONE

DELLA PROVA DI DUREZZANella nostra settimana scientifica abbiamo trat-tato i seguenti argomenti:-Prova di durezza:

Per durezza si intende la resistenza di un corpoalla penetrazione da parte di un altro corpo chia-mato penetratore.Le prove di durezza più diffuse prevedono l’appli-cazione di un carico mediante un penetratore cherilascia un’impronta le cui dimensioni servono adeterminare la durezza.Le prove più diffuse sono:-Prova Brinell (HB)-Prova Vickers (HV)-Prova Rockwell (HRC – HRB)-Tempra o tempera:La tempra consiste in un trattamento termico chemodifica le proprietà del materiale. Questo pro-cesso consiste nel portare ad elevate temperatu-re i materiali in esame (facendo riferimento alleapposite tabelle) e successivamente raffreddarlirapidamente in acqua o acqua emulsionata. Inbase alla velocità di raffreddamento si determinala variazione della durezza.-Produzione dell’acciaio:L’acciaio è una lega composta che si classifica inbase al tenore di carbonio e alla composizionechimica. Essa si ottiene dal ciclo integrale conl’affinazione della ghisa nell’altoforno. Nel mondosi producono ogni anno oltre un miliardo di ton-nellate di acciaio lavorato tramite diversi proces-si di produzione industriale quali ad esempiolaminazioni, forgiature, trattamenti termici estampaggi. La preparazione è stata impegnativain quanto abbiamo dovuto studiare gli argomentirelativi alla prova di durezza, di conseguenzaanche i trattamenti termici e la produzione del-l’acciaio. Per iniziare sono state fatte delle accu-rate ricerche sui libri di testo e su internet al finedi ampliare le nostre conoscenze in tale campo eper essere pronti a soddisfare le curiosità deivisitatori. Dopo aver raccolto tutto il materialedidattico occorrente, abbiamo riassunto, sempli-ficato e riportato il tutto su cartelloni successiva-mente affissi nell’aula assegnataci. Infine sonostate realizzate brochure e calendari, da noi per-

sonalizzati, con le immagini e le informazioni suinostri argomenti, da regalare ai visitatori. Questaesperienza ci è servita perché abbiamo imparatoad usare i diversi macchinari ,come il fornetto perla tempra e il durometro, ma soprattutto perché cisiamo relazionati con altre persone. Speriamo chea chi ci ha visitato sia rimasto un ricordo positivodel nostro lavoro.

3° M

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LUCE DEL SOLE, FOGLIEE PANNELLI SOLARI

La nostra attività è stata costruita intorno ad un’i-dea molto semplice, ma fondamentale: l’energiadel sole è indispensabile per tutti gli organismiviventi. Così abbiamo sviluppato un percorso cheha seguito due vie. Prima di tutto abbiamo volutospiegare come viene utilizzata la luce del soledagli organismi viventi e illustrato, quindi, il ruolodei produttori, principalmente le piante. Essedevono la loro “ fortuna “ alla presenza, nelle cel-lule delle foglie, di una molecola speciale: la cloro-filla. Questo pigmento riesce a catturare l’energiadel sole e a trasferirla ad un composto organico, ilglucosio, che la foglia sintetizza utilizzando acquaed anidride carbonica. E’ lo zucchero glucosio lamolecola dalla quale tutti gli organismi ricavanol’energia necessaria per le proprie funzioni vitali.Gli esseri viventi che non sono in grado di costruir-sela o, come invece fanno i produttori, la assumo-no con il cibo, o direttamente, mangiando le pian-te ( gli erbivori) o nutrendosi di animali che a lorovolta hanno mangiato l’erba ( i carnivori). Si stabi-lisce così una relazione di “ mangiare ed esseremangiati “ che viene chiamata catena alimentare;che inizia sempre dai produttori. Anche l’uomodeve nutrirsi, in quanto non è autotrofo, e quindi

“UNA PARTITA PER UN’ AMICA”8° MEMORIALPATRIZIA DI SALVATORE

Anche se super impegnati nel profondere tutte leloro energie in vista dell’approssimarsi della con-clusione dell’anno scolastico, gli studenti dell’ITIS“E. Majorana” hanno voluto rispettare uno degliappuntamenti più attesi dell’anno: la “Partita perun’amica”. Lo Stadio dei Marsi era gremito da unpubblico numeroso e gioioso, venuto ad incitare ledue squadre che si sono affrontate in campo,ossia degli alunni dell’ITIS e del Liceo Classico. Lamanifestazione, giunta ormai alla sua 8a edizioneè in ricordo dell’indimenticabile professoressaPatrizia Di Salvatore, scomparsa prematuramentedieci anni fa, insegnante dell’ITIS E. Majorana, sti-mata e molto amata. Gli alunni, pur incitando concori, slogan e battute le rispettive squadre, hannodimostrato grande spirito di sportività e amicizia, inlinea con l’iniziativa di solidarietà che vede devol-vere, come è ormai consuetudine, le offerte deglialunni alla missione di Blinist, in Albania, per veni-

re incontro ai giovani di questo paese in difficoltà,per sostenerli nei loro studi. La partita si è svoltain due tempi, ma già dal primo tempo la nostrasquadra si era assicurata tre goal. La squadra delLiceo Classico, però, non si è persa d’animo edha continuato a battersi con determinazionefacendoci anche sussultare per aver sfiorato piùvolte il goal non riuscendo, però, ad invertire ilrisultato dell’incontro terminato 5 a 0 per la squa-dra dell’ITIS. I marcatori sono stati: Albertazzi,Aloisi, Di Giovanni e De Meis. Hanno arbitratoAmorosi, Olivieri e, da parte del Liceo Classico, DiPasquale. L’incontro è stato preceduta da un brevesaggio di danza estrapolato dal progetto presenta-to dagli alunni del corso R dello ScientificoTecnologico durante la Settimana Scientifica, coor-dinati dalla prof.ssa Balsorio Concetta; i provettiballerini hanno voluto sottolineare l’importanza nel-l’uomo e nella sua storia, de “Il Movimento nellasua poliedricità”, questo infatti era il titolo dello“spettacolo nello spettacolo” molto apprezzato eapplaudito dal pubblico. Oltre ai DirigentiScolastici delle due scuole coinvolte, professores-sa Anna Amanzi per l’ITIS Majorana e professorIlio Leonio per il Liceo Classico, ha avuto parteattiva nella realizzazione della manifestazione ilsignor Pierluigi Salucci, consorte della compiantaprofessoressa Di Salvatore, che ha offerto i trofeialle squadre dei giocatori, i premi e le targhe ricor-do alle due scuole.

La Redazione

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IL MOVIMENTO NELLASUA POLIEDRICITA'

Che cos'è e da che cosa ha origine il "movimen-to"? Questo è l'impulso che ha portato le classidella 3°, 4°, 5° R, coordinati dalla professoressa dieducazione fisica Balsorio Concetta, a cimentarsi

in questo spettacolo o per meglio dire, tentativo di"varietà"! Nel susseguirsi dei preparativi abbiamodeciso di effettuare delle scelte sulle diverseinquadrature e descrivere per il "movimento nellasua poliedricità", lungi dal fossilizzarci in un'unicaprospettiva. Nostro obiettivo è stato quello dimostrare le varie sfaccettature con cui si mostra ilmovimento, non soltanto nella danza (bachata esalsa), ma anche nei canti, con i movimenti dia-frammatico e toracico, in simbiosi con i muscolidel corpo e con l'acrobatica, nel puro manifestarsidell'abilità motoria. In un ibrido di teoria e pratica,balli e canti, poesia ed adrenalina, quello chesembrava essere il nodo gordiano dell'unilaterali-tà del movimento, si è teatralmente scioltomostrando tutti i suoi aspetti! Lo spettacolo si è svolto secondo un filo logico.Partendo dalla teoria abbiamo trattato del movi-mento sotto l'aspetto fisiologico e corporale, dopo-diché abbiamo affrontato le sue più antiche origi-ni, dalla semplice voluttà della danza alle risposteche gli antichi davano a stimoli esterni, quali adesempio i rumori della natura, eccetera. Abbiamoin seguito sostenuto liricamente il movimento conuna poesia di Charles Baudelaire, "Il serpente chedanza" che tratta per l'appunto della sinuosità diuna donna nel suo idillico movimento. Quindiabbiamo seguitato con una bachata, "Amamemas", mostrando il lato sensuale ed affascinante

che il movimento riesce a scaturire. Esplorando ilcorpo abbiamo trattato di come un'infinità dimovimenti interni e per la maggior parte imper-cettibili influenzino il canto, dal muscolo involon-tario del diaframma, ai muscoli della laringe, cheservono per impostare la voce e a tutti i muscoliche fanno da supplemento al risultato canoro.

Sicché sono stati eseguitidei brani cantati e suonati,prima "Fly me to the moon",standard jazz, e dopo,accompagnato da uno iera-tico ballo di tre burattini cheprendono vita dal movimen-to, la canzone "Gioco dibimba" delle Orme. Con unesplosione di passi, sen-sualità, divertimento, lasalsa si incaglia quasi pre-potente con la sua teatralevivacità, sulle note di "Abre

que voy" seguita dall'altrettanta carica della can-zone "Sway" di Michael Buble. Continua il trenodi adrenalina con il saggio di acrobatica, unavera deflagrazione di movimento, di coordina-mento, che unisce la danza artistica agli esercizidi educazione fisica ai moderni movimenti dellabreak dance. Questo spettacolo termina con lacanzone "Domani", vista come un augurio pernoi giovani per un futuro più vivibile, in cui sare-mo noi a lottare per la nostra affermazione e peri nostri sogni. Questo spettacolo ha rappresenta-to per noi alunni un modo migliore per apprezza-re il movimento, per conoscerlo al meglio ed èstato anche un espediente per renderci ancor piùuniti nella strada che la scuola delinea.Conoscendo il movimento nella sua poliedricità,abbiamo conosciuto ancor meglio il nostro latoartistico e conseguentemente abbiamo appro-fondito la conoscenza della nostra personalità!

3° , 4° , 5° R

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Lo sviluppo sociale ha portato benessere allamaggior parte degli individui: costosi telefoni cel-lulari, rinomati punti di ritrovo; la società tendeperò ad emarginare chi tutto questo non può per-metterselo.Negli angoli delle strade un cartone spesso nonè un rifiuto lasciato lì, magari involontariamente,ma una “dimora” di uno dei tanti “ostracizzati”dalla società.Essi,i clochard, i “barboni”, vivono alla nostraombra elemosi-nando dove possi-bile per poter vive-re la giornata.Spesso non lidegniamo nean-che di uno sguardoe li temiamo, maqueste persone,nel loro saccopieno di stracci ebriciole, nascondo-no esperienze eproblemi di chi unavita ha visto strap-parsela…Con la nostraavventura, coordi-nati dal prof.Sandro Di Rocco,abbiamo continua-to la tradizione delnostro istituto partecipando ad una nuova attivitàdi volontariato, un atto svolto con passione edumiltà, da noi ragazzi delle 4° e delle 5°, pressola caritas di Colle Oppio a Roma.Quella mattina, come consuetudine, ci siamoincontrati fuori dell’istituto in attesa che arrivasseil mezzo che ci avrebbe portato a Roma.Dopo esserci conosciuti e aver fatto l’appello,siamo partiti verso un mondo a noi sconosciuto.Al momento del nostro arrivo a noi si mostravauna terra arida e buia, una distesa di povertà chenon pensavamo potesse essere affrontata daibarboni con tanta dignità.Una volta arrivati a destinazione, ci siamo riuniti

in mensa dove, dopo le varie presentazioni, adognuno di noi è stato assegnato il proprio compi-to: chi avrebbe dovuto regolare l’accettazione, chidedicarsi alla cucina e chi alla pulizia della sala.Ci siamo immediatamente divisi ed ognuno hapreso la propria postazione in base al compitoassegnatoci.Nell’ambiente in cui ci trovavamo, per noi insolito,si respirava un’aria di complicità, a differenza diciò che pensavo, perché tutti i volontari erano feli-ci di aiutare i clochard che a loro volta erano con-tenti di essere aiutati.

Nella mensa, a finegiornata, abbiamocontato circa 400 bar-boni, come di con-sueto accade ognigiorno. Una delletante cose che mi hastupito è stata quelladi vedere molta genteche dall’aspetto sem-brava non aver biso-gno di una mano, diun pasto; invece hocapito che in essi esi-stevano molte tristirealtà al di fuori di ciòche i loro abiti davanoa vedere.Dopo aver svoltoognuno il proprioincarico e dopo averchiuso la mensa,

abbiamo, tutti insieme, ripulito il cortile di acco-glienza abbiamo espresso il nostro ringraziamen-to al personale per l’opportunità di vivere questagrande esperienza.Siamo arrivati ad Avezzano nel pomeriggio, tuttimolto stanchi ma altrettanto contenti e soddisfatti.Ci ha molto commosso il gesto di una persona,assiduo frequentatore della mensa di Colle Oppio,che ha voluto esprimere la sua gratitudine conuna semplice poesia a chi come noi ha volutoessere “volontario” anche solo per un giorno.

Cristian De Felice

UN GIORNO DA VOLONTARI

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NOI DELL’ITIS “TUTTIUNITI PER UN SORRISO”

Ancora uno spettacolo all’insegna della solidarie-tà. Questa volta però a salire sul palcosceniconon sono stati gli studenti, ma l’ormai nota e sti-mata compagnia “Mò ce penzem’ nù”, una piace-vole aggregazione fra le diverse componenti delnostro istituto, in particolare personale ATA, assi-stenti tecnici e collaboratori scolastici. Il gruppo,giunto ormai al quarto anno di attività, ha presen-tato martedì 31 maggio e mercoledì 1 giugno,presso la sala della Chiesa della dello Spiritosanto, la commedia “Sci beneditt st’ badant”. Iltema è attuale e molto diffuso ai nostri giorni: glianziani e la loro collocazione nella famiglia enella società. Gli attori hanno saputo renderedivertenti, con le loro scenette, anche le situazio-ni più difficili allestendo uno spettacolo piacevolee movimentato, interpretando i personaggi consemplicità e spontaneità, colorando la loroespressione con il dialetto tipico delle nostreparti. Ogni anno attendiamo con ansia la messain scena di questo spettacolo, perché sin dall’ini-zio già sappiamo che ci farà “sbellicare” dallerisate, ma soprattutto ci piace vedere trasforma-ti, in una veste insolita, persone che ogni giornostanno a contatto con noi: ci sorvegliano al cam-bio dell’ora, ci aprono il bagno, ci sgridano quan-do sostiamo sui corridoi, quando vogliamo entra-re o uscire dagli ingressi sbagliati e quandovogliamo usare fuori orario il distributore. Masappiamo anche che sono persone speciali eche si mettono in gioco, non senza sacrifici, perla buona riuscita dello spettacolo, ma non

s o l o … … . . l afinalità dell’ini-ziativa è infatti,anche questavolta, devolverein beneficenzale offerte rac-colte, in favoredei bambini chesi trovano in dif-ficoltà. Ancorauna volta….“Noi dell’ITIS….tuttiuniti per un sor-riso”.La Redazione

UNA GIORNATA ALLA RAI

Il 13 maggio 2011, alla classe 4A e ad altri 15alunni della nostra scuola è stata data la possibi-lità di partecipare alla trasmissione televisiva“GEO & GEO”. Un’opportunità da cogliere alvolo, che ha reso entusiasti tutti ed è stata bene

accetta. I ragazzi della 4A hanno pensato a ralle-grare tutta la compagnia…. Al suono della trom-ba di Carlo Piacente abbiamo percorso a piedi lestrade di Roma; in piazza San Piero, tutti incoro, abbiamo cantato l’inno di Mameli, per l’or-goglio degli italiani, visto che eravamo “circonda-ti” da molti stranieri di tutte le nazionalità, chescattavano in continuazione foto e ci facevanocomplimenti per la felicità e l’entusiasmo che sta-vamo portando per le vie della capitale. Dopo ilpranzo nei giardini di castel Sant’Angelo, abbia-mo avuto la fortuna di poter assistere all’arrivodelle “Mille Miglia”, la corsa d’auto d’epoca piùantica d’Italia. Subito dopo ci siamo avviati versolo studio della RAI. Immaginavamo il mondodella Tv in un certo modo, ma dopo questa espe-rienza, la realtà che abbiamo vissuto ha cambia-to sicuramente i nostri pensieri… Stando davantia quel piccolo schermo, non ci rendiamo conto diquanto lavoro di preparazione vi sia dietro, quan-te prove prima di una diretta per fare in modoche tutto vada bene. Dopo la puntata svoltasi nelprimo pomeriggio, c’è stata gentilmente offertauna cena nella mensa dell’azienda RAI dove cisiamo rimpinzati ben bene; dopodiché abbiamoeffettuato due registrazioni, che andranno inonda nel corso di questa estate. Nel cuore dellanotte siamo ripartiti, lasciandoci alle spalle que-sta meravigliosa giornata trascorsa all’insegnadel divertimento tra scherzi, sorrisi, ma soprattut-to proiettati…in un altro mondo. Cogliamo l’occa-sione per ringraziare la nostra professoressaGiovanna Pietrosante, senza la quale non sisarebbe realizzato il nostro piccolo sogno di farparte del mondo dello spettacolo. Anche se lamatematica non è il nostro forte, si è fidata di noie per questo gliene saremo sempre grati…graziemille prof !!!

Gli alunni della 4°A

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Fig.1

Fig.2

Fig.3Fig.4

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UFFICIO STAMPAI GIOVANI E IGNAZIO SILONEQuesto eral ’argomentodel concorsoal quale laR e g i o n eAbruzzo qual-che mese fa ciinvitava a par-tecipare alloscopo di ono-rare la memo-ria di IgnazioSilone e diavvicinare legiovani gene-razioni allasua operaricca di profi-cui messaggidi vita. In par-ticolare civeniva chiestodi commentare la seguente frase: “ L’Arte è unfiore selvaggio,ama la libertà ”. In molti abbiamopartecipato perché Silone, forse poco studiato ascuola, è abbastanza conosciuto dalle giovanigenerazioni e amato per il suo spirito libero, perla sua esigenza fondamentale e irrinunciabile perla libertà, che lo ha portato a battersi ogni voltache essa sembrava in pericolo o, addirittura,venisse soppressa. Una nostra compagna,Sonia Fracassi, frequentante il terzo anno delloScientifico Tecnologico, è risultata vincitrice delpremio di 520.00 euro assegnatole dalla giuria il9 aprile durante la cerimonia di premiazionepresso il Museo Ignazio Silone di Pescina. Soniaha colto il senso della frase “ L’Arte è un fioreselvaggio,ama la libertà ” esaminando nel pro-fondo la vita e l’opera di Silone, risalendo ad unmomento in cui, come lo stesso autore afferma-va in una lettera a Biemmel del 2 settembre1937, a causa di una forte crisi, aveva perso lavoglia di vivere. L’arte ha aiutato Silone a nonsoccombere, come un salvagente buttato addos-so a un naufrago che sta per affogare, come chiriscopre la vita nella bellezza delle piccole cose,quelle che prima non vedeva perché era troppoimpegnato a cercare la felicità altrove. L’arte l’hasalvato, gli ha permesso di vivere ancora e loscrivere è diventato la sua unica fonte di vita; maperché allora l’arte è un fiore selvaggio? I fiori

selvaggi non sono né piantati, né annaffiati danessuno; spuntano dove vogliono, su un terreno

erto e roccio-so o anche suun pratoverde e rigo-glioso. Sonos e l v a g g i ,hanno la lorolibertà, quellacapacità dipoter sceglie-re doven a s c e r esenza chenessuno glie-lo imponga.Per questomotivo è chia-ro che l’arte,essendo unfiore selvag-gio, ami lalibertà, quel

diritto che sta a capo di tutto e che dovrebbe esse-re il diritto primario di ogni essere vivente: la liber-tà di poter scegliere!

La Redazione

PASOLINI E LA CIVILTA’DEL SUO TEMPO

Un progetto sulla figura e l'opera del grandepoeta, scrittore, regista Pier Paolo Pasolini, consi-derato internazionalmente uno dei più grandi intel-lettuali europei del Novecento. Ma perché fare unprogetto proprio su di lui? Quando la nostra inse-gnante di lettere ce l’ha proposto, ad essere sin-ceri, siamo rimasti un po’ sconcertati perché que-sto autore non lo conoscevamo per niente.L’Associazione Culturale “Harmonia Novissima”promotrice del progetto ci ha proposto la visione dialcuni filmati, più che altro saggi e documentari,testimonianze degli anni in cui si andava forman-do la personalità e la crescita artistica di Pasolini,da molti suoi contemporanei considerato il mag-gior poeta italiano della seconda metà del secoloperché, secondo un giudizio di Alberto Moravia“Pasolini ha scritto più cose e più importanti deglialtri”. Pier Paolo Pasolini si è trovato a vivere inun periodo particolare della storia d’Italia: dopodue guerre e la difficile ricostruzione, la rivoluzio-ne industriale attirava nelle città milioni di uomini

Durante la Settimana della Cultura Scientica eTecnologica la redazione del giornalino d’Istituto si èorganizzata in Ufficio stampa. La Biblioteca , appo-sitamente adibita a questo ufficio, è stato il punto dipartenza dei percorsi di visita e anche di ritorno, perla compilazione, da parte degli alunni, dei questio-nari di gradimento sulle attività. I compiti dei redatto-ri sono stati diversi e specifici: accoglienza dei visi-

tatori, registrazione (con foto) dei partecipanti, indi-cazioni sui percorsi di visita, inviati speciali alle con-ferenze, interviste agli alunni che svolgevano attivi-tà nei laboratori, rielaborazione dei questionari digradimento sui vari progetti. Dai dati raccolti si evin-

ce che i consensi sulla “ nostra settimana” aumen-tano sempre più, infatti quasi tutte le scuole che cihanno fatto visita gli altri anni, quest’anno sono tor-nate, e non solo…. Abbiamo notato, infatti, comemolte scolaresche, guidate dai loro insegnanti, arri-vino già “documentate” ossia avendo già operatouna scelta sul percorso di visita. Le classi chehanno visitato i laboratori sono state circa cinquan-

ta, appartenenti a Scuole Medie esuperiori di Avezzano e di tutta laMarsica: Scuole Elementari: SanBenedetto; Don Bosco Avezzano;Gandin Avezzano; Tagliacozzo;Collarmele. Scuole Medie:VivenzaAvezzano; Corradini Avezzano;Collarmele; Trasacco; Collelongo;Magliano; Scuole Superiori:IstitutoCommerciale Galilei; Istituto perGeometri; Istituto per l’Agricoltura,Liceo Socio-Psico-Pedagogico;Liceo Scientifico. I laboratori apertisono stati in tutto trentatrè, due deiquali hanno avuto come protagoni-sti i piccoli ospiti della scuola ele-mentare di San Benedetto e dellaGandin di Avezzano. Nei due gior-ni di apertura pomeridiana, giovedì25 e venerdì 26 marzo l’afflussodei visitatori, costituito soprattuttoda genitori, parenti e amici degli

studenti impegnati nelle attività è stimato intornoalle 400 unità. Nei grafici che seguono sono sinte-tizzati i risultati dell’indagine condotta tramite unquestionario distribuito ai visitatori.

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Gran parte di questo numero del giornalino è dedicato alle attività dellaSettimana della Cultura Scientifica e Tecnologica che ormai rappresenta unevento che caratterizza la nostra scuola. Per tutti noi è un modo diverso di“fare scuola” : ci coinvolge, ci rende più piacevole lo studio, non è un’attivitàmonotona e ... consente anche di lavorare divertendoci!

Educare alla scienza ealla tecnologiaLa velocità con la quale la tecnologiarende disponibili i suoi prodotti èimpressionante, è come se si autoa-limentasse. Di conseguenza lanostra vita sembra facilitata e ralle-grata ed ogni problema sembraavere una soluzione. Indubbiamenteè così e, affascinati da tanta capaci-tà, finiamo per dimenticare che sem-pre l’operato umano deve esseresorretto da una sana riflessione criti-ca. È nelle aule scolastiche che varealizzata l’educazione alla scienza ealla tecnologia. Il pensiero scientificova coltivato e praticato perché non-ostante viviamo immersi nella tecno-logia c’è un costante rischio di unanalfabetismo della ragione dovutoal facile ricorso all’empirismo, allamagia, al fatalismo che rischia diconfondere soprattutto i giovani,poco disposti al costante lavoro del-l’apprendimento perché ammaliatidagli ingannevoli messaggi mediati-ci. L’altro fine di questa azione edu-cativa è la capacità di coniugare lostudio e la promozione di competen-ze tecniche con la capacità di indivi-duare l’impatto che l’azione dell’uo-mo ha sul suo ambiente e sui rappor-ti sociali. Ogni volta che si puntano iriflettori sulle straordinarie scopertescientifiche, e le conseguenti appli-cazioni tecnologiche che l’uomo ècapace di realizzare, non dobbiamoconsentire che l’entusiasmo, cheprima di tutti cattura i giovani, ottene-bri le coscienze. Il nostro ruolo èanche quello di insegnare a non per-mettere che la tecnologia diventistrumento di discriminazione, ma adassicurare che possa rappresentareuna opportunità per migliorare la vitadi tutti e delle generazioni future.

che provenivano da quella civiltà contadina chePasolini amava e in cui affondava le radici la suapoesia e che purtroppo, piano piano, andavascomparendo. Nella elaborazione poetica, artisti-ca ed umana di Pier Paolo Pasolini vengono indi-cati comunemente due nodi fondamentali: il Friulie Roma. Queste due realtà hanno infatti fornitoallo scrittore, seppur in modo diverso, le coordina-te poetiche, ed umane, che lo hanno poi seguitonell'intero percorso artistico di una vita, nel rim-pianto continuo della civiltà contadina, rurale earcaica conosciuta a Casarsa in Friuli, e che eglicercava di ritrovare nelle borgate romane daldopoguerra agli anni del potere capitalistico. Loscrittore cerca di ricucire i pezzi di una umanitàche vede gradualmente sparire e diventare sem-pre più feroce. La nuova epoca,caratterizzata dal-l’euforia e dalla positività del boom economicaoappare minacciosa all’orizzonte e sembra chel’uomo non vi sia più: l’addio di Pasolini è a un’e-poca dell’uomo. Concia, Giovannone, Iacomini, Lentola, Santoni, 5°M

bravi! A Pescara si è tenuto nel mese di febbraioil seminario conclusivo “2011 Anno europeo delleattività di volontariato - L'Europa dell'Istruzioneverso il 2020” e noi della III Q insieme ai ragazzidella III B, vi abbiamo partecipato in quanto vin-citori del concorso. La proposta di partecipare aquesta attività ci ha subito catturati e interessa-ti: abbiamo prima discusso tanto tra noi sia sullatematica da affrontare che sulla forma da farprendere alle nostre idee. Tanti i punti di vistaemersi; abbiamo potuto riflettere su quantodiverse siano le forme di povertà e su quantoqueste siano così tanto vicine a noi, sebbene avolte non ce ne accorgiamo. Le sintesi trovatehanno preso corpo nel video della III B e nellefoto realizzate dalla III Q. Bene! I lavori dei vin-citori sono stati inseriti nel calendario 2011.Essere premiati è stato molto bello; è statoimportante, sia perché significava che le nostreidee e la forma in cui avevano preso corpo erastata apprezzata, sia perché andare per la pre-miazione al Seminario a Pescara ci ha dato lapossibilità di confrontarci con altri ragazzi chehanno dato altre letture al tema in concorso. Leattività svolte per partecipare a questo concorsoci hanno fatto maturare e pensare un po’ di più acosa possiamo fare nel nostro piccolo, ogni gior-no, magari cambiando anche un po’ stile di vita,per contribuire a creare un mondo più solidale edesprimere la nostra personale lotta contro lapovertà e l’esclusione sociale.

Giulia Colizza, 3°Q

UN CALENDARIO SENZAMODELLE

Nel 2011 per vincere la povertà con il volontariato.Così la copertina del calendario realizzato con ilcontributo delle scuole che hanno partecipato alconcorso EUROPEin@SPOT sull’anno europeocontro la povertà e l’esclusione sociale; e tra lescuole partecipanti anche alcune classi dellanostra scuola: III B e III Q. Abbiamo partecipato alconcorso e siamo stati anche premiati. Ma che

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EDITORIALE

Eccoci arrivati alla fine. Quest’anno scolasticoè stato pieno, stancante e al tempo stessoentusiasmante! E noi della redazione abbiamocercato di trasmettere tutto questo dalle pagi-ne del nostro giornale, provando a immedesi-marci nei pensieri e negli stati d’animo deglistudenti dell’ istituto.Così, al termine imminente delle lezioni, volgeal termine anche il nostro compito, con l’ ulti-mo numero di quest’anno 2010\2011.È stato un anno colmo di tutto: un anno diriforme, che nel bene o del male hanno travol-to la scuola e quindi, irrimediabilmente anchele nostre abitudini.Un anno di cambiamenti, dei quali noi alunni cisiamo spesso lamentatati, ma che alla fineabbiamo vissuto e accettato.Un anno ricco di novità, noiose o divertenti.Un anno pieno di sudore e soddisfazioni. Dipreoccupazioni, di studio e di piccole irrespon-sabilità.Un nuovo anno e una nuova settimana scien-tifica, della quale parleremo ampiamente inquesto numero, proprio perché, come tutte levolte, ha scatenato lo spirito di iniziativa, dipartecipazione e di conoscenza nell’interascuola. Alunni e professori si sono impegnati

in questo progetto con lo scopo di fare, dellanostra settimana scientifica, un motivo in piùper far conoscere ed apprezzare la nostrascuola all’interno e all’esterno. Soprattutto,però, è stato un motivo per i nostri alunni dimettersi alla prova, sia sul fronte scolastico,mostrando nei laboratori le conoscenze chele materie scientifiche offrono, sia sul frontedisciplinare, emotivo, e personale.È stato un anno nel quale si sono ripetuti,come vuole la tradizione, alcuni essenziali etanto attesi appuntamenti; come quello dellospettacolo del laboratorio teatrale e dellapartita di calcio in ricordo della professoressaPatrizia Di Salvatore.È stato un anno sospirato, sopportato e gioi-to; sempre tutti insieme.E speriamo di aver fatto pervenire a voi let-tori i sentimenti e le passioni che ci hannoanimato in questi nove mesi.È stato un anno lungo e , nello stessotempo,troppo presto terminato, in cui abbia-mo impiegato noi stessi.È stato un anno pieno di noi.

Buone vacanze e arrivederci al prossimoanno.

La redazione

MA QUANTO CAMMINAVASAN FRANCESCO!

Siamo tornati ormai da un po’ di tempo, ma non si èancora affievolita la gioia che abbiamo provato nelcompiere una delle esperienze più belle e coinvol-genti che ci sia capitato di vivere. Vi starete sicurochiedendo… «cosa avete fatto di così entusiasman-te?» Beh! iniziamo dal principio. Il giorno 27 Aprile,mentre tutta Avezzano festeggiava la Madonna diPietraquaria, un gruppo di noi, ragazzi dell’IIS E.Majorana, accompagnati dalle proff. Ornella Marottae Maria Cristina Tatti, è partito per intraprendere unviaggio sui passi di San Francesco. Si tratta delCammino di Francesco che si snoda attraverso iquattro santuari francescani che circondano lapiana di Rieti. Il nostro punto di partenza, è stato ilsantuario di Poggio Bustone, luogo dove si fermòsan Francesco dopo la sua “fuga”da Assisi. Il viag-gio per raggiungere Poggio Bustone è stato stan-cante, ma, arrivati al santuario, osservando il pano-rama, ascoltando i rumori della natura e respirandoaria pulita, ci siamo subito ripresi. Quella sera dopoaver partecipato alla messa abbiamo ricevuto dallemani del frate il tau che abbiamo portato al collo pertutto il cammino. La mattina seguente abbiamocominciato a camminare. Passando per boschi epiccoli borghi siamo arrivati al santuario de LaForesta e dopo una breve visita ed un fugace pran-zo siamo ripartiti per arrivare a Rieti dove abbiamocenato e trascorso la notte. Nei giorni successiviabbiamo percorso molti chilometri continuando a

“passeggiare” (si fa per dire!), tra boschi, pianure,prati e piccoli paese fino a raggiungere i santuari diFonte Colombo ed infine quello di Greccio. A FonteColombo ci ha accolto un giovane e simpatico frate ciha anche accompagnati nella visita al santuario e ciha narrato gli avvenimenti che hanno segnato la vitadi Francesco in quel posto; il cammino si è conclusoa Greccio dove Francesco per la prima volta volle farrivivere la natività. Durante il cammino tra noi si è sta-bilito un “clima” molto bello: ci siamo divertiti tantissi-mo, tra scherzi e battute, ma non solo: abbiamo trat-tato temi importanti come per esempio quello del per-dono e abbiamo fatto anche momenti di riflessione“collettiva”. La cosa che ci ha più colpito, che ci haintrigato e motivato è stata la vita del santo.Francesco lo conoscevamo dalla letteratura, dallecose che un po’ si sanno; invece ascoltare da vicinospiegazioni, fatti, narrazioni su questo personaggio èstato come dare un volto preciso ad una immagineprima un po’ sfocata. E poi pensare al fatto che que-sta figura straordinaria per la Chiesa e per l’umanitàintera abbia percorso quei sentieri prima di noi,senza le nostre comodità, senza scarponi e felpe, ci“aiutava” nei momenti di stanchezza estrema, ci inco-raggiava ad andare avanti...Di questo viaggio non cisono rimaste solo le foto, ma anche pensieri, sensa-zioni, emozioni, incontri che saranno un mattoncinodella nostra storia e faranno ormai parte della nostrapersonalità. Angela Leone, 3°Q

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IN

QUESTO

NUMERO

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RECENSIONE - CRYSIS 2Piattaforma: PS3, Xbox 360 e PC

Data di Uscita: 25 marzo 2011Casa di Sviluppo: Crytek

Genere: Sparatutto in Prima Persona (FPS)Modalità di Gioco: Giocatore Singolo, Multiplayer

Fascia di età: PEGI 16+

Be The Weapon

Nel 2007 la Crytek, società di sviluppo Tedescagia nota per il suo Far Cry (annata 2004), avevacercato di ammaliare i PC Gamer con il suoCrysis, FPS che sfruttava il nuovo e potentissimoCryengine 2. In parte c'era riuscita, ma non com-pletamente, infatti Crysis aveva come punto fortela Grafica che, d’altro canto, è rimasta la miglioremai vista fino ad oggi, ma il Gameplay e la tramaerano stati lasciati un po’ a se stessi, e questo,combinato con i Requisiti di Sistema mostruosi,avevano fatto si che il titolo non diventassel'Opera D'arte che si sarebbe voluto realizzare.Oggi la Crytek ritenta di creare un gioco Epico, eci riesce in pieno. Scopriamo perchè.Trama

La storia è ambientata 3 anni dopo il primo capi-tolo. Il gioco inizierà dopo un filmato introduttivo,in cui si spiega che a New York è esploso unvirus alieno che stà mietendo la popolazione.Noi impersoneremo Alcatraz, un soldato di unasquadra speciale che ha il compito di recuperaree portare al sicuro il Dottor Nathan Gould, che haimportanti informazioni sul virus; purtroppo (o perfortuna) il piano non va in porto, dato che lanostra nave viene abbattuta da una delle navicel-le degli alieni e i nostri compagni uccisi. Il prota-gonista, ormai più morto che vivo, verrà soccorsoda un uomo (che si rivelerà essere poi Prophet, ilcapo della squadra Raptor del primo episodio) inuna tuta particolare, detta Nanotuta. Una voltasveglio nel rifugio di Prophet, lo troveremo mortoper un colpo di pistola e la sua nanotuta che cicalza a pennello.Verremo in seguito contattati dal Dott. Gould che

ci incontrerà per un breefing.Il nostro scopo sarà, in fine, trovare un modoper fermare la minaccia aliena.

Gameplay

Il Gameplay di Crysis 2 è quello del classicoFPS: spara spara, abbassati, ricarica, sparaspara... o forse no?No, dato che in questo gioco avremo laNanotuta: cosa avrà mai di tanto particolare unatuta fantascientifica? Ma naturalmente Forzapotenziata, Invisibilità, Super Corsa, SuperSalti, Super Corazza, insomma diventeremoarmi di distruzione di massa.I poteri della tuta danno una grande variazioneal Gameplay, in quanto avremo modo di sce-gliere più tattiche, tenendo sempre d'occhio ilcontatore dell' energia, in quanto la tuta consu-ma dell' energia che si ricarica con il tempo.Potremo attuare le tattiche più variegate, adesempio potremo evitare tutti i nemici cheabbiamo paura di affrontare con l'invisibilità (piùpropriamente detta Occultamento), o sganciareuna torretta fissa e maciullare i nemici, o anco-ra pugnalare in maniera silenziosa tutti, o anco-ra assaltare di granata, o ancora attaccare dall'altro con il mitra... insomma, si può attraversarela stessa zona in decine e decine di modi diver-si, e la scelta stà solo al giocatore.Il gioco si sviluppa con non un vero e prioprioFree Roaming come il capitolo precedente, maneanche con uno schema chiuso come i variCOD (che, tra parentesi,disprezzo abbastanza).In sostanza, avremo un percorso prestabilito daseguire, ma molte metodologie per raggiunger-lo: ad esempio, per arrivare ad un entrata dellametropolitana potremo passare in una cortafognatura, saltare da un tetto all' altro e così via.Inoltre una volta ucciso il primo alieno, avremomodo di acquisire delle abilità speciali, con delleparticelle che raccoglieremo detteNanocatalizzatori, come ad esempio aumentare ladurata dell' Occultamento, aumentare la precisione

Editoriale pag. 3

Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica pag. 4

Ufficio stampa 5

Il movimento nella sua poliedricità 7

Produzione dell’ acciao e illustrazione dellaprova di durezza 8

Luce del sole, foglie e pannelli solari 8

Analisi qualitativa elementare: Saggi per via secca 10

Analisi di un’ amara dolcezza 10

Il motore a benzina 11

La terra e il globo parallelo 12

Il patrimonio storico 13

Il P.I.C.: il p.c. in un piccolo chip 14

I robot a scuola 14

Fluido non newtoniano 15

Conferenze 15

Peter Pan e l’I.I.S.ola che non c’è 16

“Una partita per un’amica” 8° Memorial Patrizia Di Salvatore 17

Un giorno da volontari 18

Noi dell’ITIS “Tutti uniti per un sorriso” 19

Una giornata alla RAI 19

I giovani e Ignazio Silone 20

Pasolini e la civiltà del suo tempo 20

Un calendario senza modelle 21

Ma quanto camminava S.Francesco! pag. 22

Recensione - Crysis 2 pag. 23

Il giornalino è on-line sul sito della scuola all’indirizzo: www.itisavezzano.it

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di fuoco ecc. L'AI è ben sviluppata, non tanto nelragionamento che per quanto possa essere ben svi-luppato non è nulla di particolare, ma per le differen-ze che ci sono ad esempio tra Soldati e Alieni. Dauna parte avremo i primi che usano tattiche e cerca-no di non dividersi, mentre dall' altra i secondi cheusano la pura forza bruta. Particolarmente buonisono i movimenti degli alieni quando saltano suimuri o sulle strutture, che a me sono piaciuti molto.Vi è un gran numero di armi che potremo utilizzare,e ci sarà anche la possibilità di modificarli con mirini,laser, silenziatori, lancia granate e Co. Tra le armipiù belle troviamo lo Scar che è stato realizzatoveramente bene, e il mio preferito: Il Fucile Gauss.Il gioco offre più livelli di difficoltà, che possono met-tere a dura prova il giocatore se non utilizza le tecni-che più adatte. Sparsi per il gioco inoltre potremo tro-vare Souvenir o altri collezionabili, che servono adaumentare la longevità del titolo.Grafica

La Grafica è, in una parola EPICA.La Città è stata riprodotta benissimo, con fogli di cara-ta volanti, muri crollati, macchie sull' asfalto, macchi-ne aperte con lampeggianti accesi, insomma l'am-bientazione è curata nel minimo dettaglio, con addirit-tura il pulviscolo dopo le esplosioni. Ambientazionimai ripetitive e che lasciano sempre a bocca aperta.Le luci sono dinamiche, e con l'avanzare del gioco econ lo scorrere del tempo si ha quasi il senso che siaun movimento reale quello del sole, per come leombre si deformano e si allungano anche con altrefonti di luce. Le texture sono davvero ben fatte, contoni molto azzeccati anche per quanto riguarda armie ambientazioni, e i nemici, sopratutto gli alieni, dannoun senso di viscido con quel Rosa shocking. I poligo-ni sono molto curati, di qualunque di essi si tratti, mala nota davvero stupefacente è l'animazione dei voltiche, devo dire, non avevo mai visto così ben realizza-ta prima. Davvero ben fatte anche le esplosioni e ladistruzione ambientale, che danno un tono molto rea-listico all' ambiente in quanto non è statico come inaltri FPS. La grafica quindi in generale è sui massimilivelli, e anche se non raggiunge il predecessorecome numero di poligoni (Crysis era ambientato nellagiungle) o come texture per il Porting, è sicuramentela migliore grafica presente sul mercato oggi.

Sonoro

Il gioco è completamente tradotto nella nostra lin-gua, con dialoghi abbastanza belli e doppiaggioniente male. I suoni delle armi sono riprodotti inmaniera piuttosto bella, e anche i rumori deglialieni sono ben fatti per quel senso metallico che

trasmettono. Davvero eccelse le musiche, chesono state composte dal noto Hans Zimmer, creato-re di varie colonne sonore tra cui film e videogiochi.

Longevità

Il gioco come longevità si attesta sulle 10/12 ore,sempre a seconda della difficoltà con a cui sigioca e dalla praticità che si ha con questo gene-re videoludico. Ne sono rimasto piacevolmentesorpreso, in quanto avevo il timore di ritrovarmi trale mani un gioco alla Call Of Duty con 5 ore digioco, che sinceramente mi sembrano una bellapresa in giro.

Multiplayer

Il gioco ha una componente Multiplayer. Essa èstata molto ben sviluppata rispetto al predecesso-re, ed ha assunto delle caratteristiche tipiche delperioso. Ci sono i livelli, armi sbloccabili con punticosì come potenziamenti, piastrine collezionabiligrazie ad azioni particolari (Correre di più duranteun round, o resistere più tempo in vita ad esem-pio), eccetera. Il gameplay di base resta quellodella Campagna. Avremo sempre le stesse abilità,e ci saranno anche le Killstreak, ovvero dopo unaserie di uccisioni avremo la possibilità di fare unazione speciale, come ad esempio attivare il radarper visualizzare i nemici, chiamare un attaccoorbitale, o cose di questo genere. Ci sarannoparecchie mappe e più modalità di gioco, dalle piùclassiche (Deathmatch, Cattura la bandiera) allepiù innovative come Assalto, in cui una piccolasquadrà sarà equipaggiata con la Nanotuta anchese con armi meno potenti, mentre il resto dei gio-catori saranno dei semplici marine: lo scopo diquesta modalità è quella di Catturare informazioni(Nanotuta) o impedire che queste vengano cattu-rate (Soldati).

VOTO FINALE: 9,5Con un ottima trama e in gameplay che varia dal classico FPS, gra-fica ai massimi livelli e una componente Multiplayer davvero diver-tente, Crysis 2 non può che porsi sull' olimpo degli Sparatutto inprima. Davvero un grosso "Grazie" alla Crytek.

Bove Fabrizio, 2°Q

Periodico d’informazione

i.i.s. ettore majorana avezzano

An

no

10

n.3

ISTITUTO di ISTRUZIONE SUPERIOREISTITUTO TECNICO settore TECNOLOGICO - LICEO SCIENTIFICO SCIENZE APPLICATE

“Ettore Majorana”