REALITy London Film Festival - ctedizioni.it · Film Festival, assieme all’attesissimo remake di...

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85 la capitale inglese acclama il cinema di Luca Guadagnino e Matteo Garrone London Film Festival originale di Dario Argento, ha incanta- to la critica di mezzo mondo. Un rifaci- mento preventivamente criticato dallo stesso maestro dell’horror italiano, ab- bondantemente riletto dal regista di Io sono l’Amore e dallo sceneggiatore americano David Kajganich. Ambien- tato nella Berlino del 1977, il remake è suddiviso in sei capitoli e in un epilogo. Celebre la storia, che vede un’ambizio- sa e giovane ballerina (Dakota John- son) approdare in una scuola di danza diretta dall’acclamata Madame Blanc (Tilda Swinton), potente e temibile stre- ga. Ben 35 anni dopo averlo visto per la prima volta, appena 12enne, in un ci- nema di Palermo, Luca Guadagnino è riuscito a realizzare Suspiria, ossessione horror a lungo cullata e ora diventata realtà, dopo anni di aspettative. Per contestualizzare ulteriormente la pelli- cola, il regista si è soffermato a lungo sul contesto politico dell’epoca, agita- to dalle rivoluzioni femministe e dal di- I l BFI London Film Festival spegne 62 candeline e celebra la cinema- tografia italica con ben 7 film tra lungometraggi e cortometraggi. Tra i titoli, dopo i passaggi ad alcuni festival europei tra cui Venezia, Cannes e Ber- lino, figura Figlia mia di Laura Bispuri, Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, presentato in concorso al Festival di Cannes (dove ha conquistato il premio per la migliore sceneggiatura), Laura Luchetti con Fiore gemello, ambienta- to in un meridione italiano bellissimo e pieno di insidie. A Londra anche Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis, mentre Roberto Minervini era presente con il docufilm, You Gonna Do When the World’s On Fire?. Nella sezione cortometraggi Diego Mar- con ha presentato Monelle. Dopo il successo strepitoso della Palma d’Oro come miglior protagonista a Marcello Fonte, Dogman di Matteo Garrone ha avuto una standing ovation al London Film Festival, assieme all’attesissimo remake di Suspiria firmato Luca Gua- dagnino. Suspiria, ben 41 anni dopo l’uscita in sala (nel 1977) del capolavoro misteriosi, cosicché si susseguono una serie di omicidi ed eventi paranormali. Il talento di Guadagnino si manifesta in particolar modo nelle uniche sequen- ze davvero horror: una danza macabra con tanto di smembramento di corpi, visioni notturne e un finale davvero im- pressionante con un bagno di sangue. Non da meno il film di Matteo Gar- rone, presentato anch’esso al festival di Londra dopo il trionfo di Marcello Fonte acclamato miglior protagonista maschile all’ultimo festival di Cannes. Dogman è un viaggio di umanità e vio- lenza ispirato liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa e noto come il delitto del canaro del- la Magliana. Un viaggio doloroso nel- la psiche di un uomo qualunque, un invisibile come tanti che, ad un certo punto, si ribella non per vendetta ma per volontà di riscatto. Nell’estrema periferia di Roma un uomo, Marcello (Marcello Fonte), è titolare di un mo- destissimo negozio di toelettatura per cani. È’ gentile, innamorato della figlia e degli animali di cui si prende cura, va fiero della propria condizione e di es- sere benvoluto dalla piccola comunità cui appartiene. Anche se in verità, per arrotondare, spaccia occasionalmen- rottamento di un aereo della Lufthansa da parte di un commando palestinese. Erano gli anni della banda Baader- Meinhof, a cui Guadagnino cede gra- tuitamente spazio e tempo con conti- nui lanci radio, articoli di giornali, spez- zoni televisivi. Una sottotrama tutt’altro che secondaria, perché direttamente legata ad una delle ballerine protago- niste, da intrecciare al passato di Dako- ta Johnson (Susie Bannion) e alla storia del Dr. Jozef Klemperer, interpretato dall’inesistente Lutz Ebersdorf. È infat- ti Tilda Swinton, straordinaria trasformi- sta, ad indossarne abiti e volto invec- chiato, doppiando la sua partecipa- zione al film in quanto coprotagonista nei panni della direttrice Blanc. Il film di Guadagnino rende più volte omaggio alla grande coreografa Pina Bausch, con tanta danza contemporanea ed un rapporto saffico mai esplicitato tra le sue protagoniste. L’accademia sa- rebbe controllata da una congrega di streghe intenzionate a evocare Mater Suspirium, un’antica divinità dai poteri te cocaina e tra i clienti ha Simoncino (Edoardo Pesce), un ex pugile la cui prepotenza tiene in ostaggio l’inte- ro quartiere. Il rapporto con questo energumeno è di tale sudditanza che Marcello ne diviene il riluttante com- plice in alcuni reati di cui è l’unico a pagare le conseguenze. Quando si rende conto di come aver soppor- tato angherie e umiliazioni sia stato 84 vano, decide di riappropriarsi della propria dignità. Attori straordinari e una fotografia meravigliosa sono le carte vincenti di un film costruito per sottrazione ma costellato di dettagli pieni di significato. A metà tra favola nera e western suburbano, Dogman è un›opera in cui la convivenza di neore- alismo e astrazione offre suggestioni inedite e potenti. Andrea Cianferoni CINEMA 20 ° REALITY Michelle Rodriguez con i fans Luca Guadagnino Dakota Johnson con Tilda Swinton La premiere di Colette Il Principe William d'Inghilterra Edgar Wright e Terry Gilliam Ralph Fiennes Nicole Kidman Marcello Fonte con Matteo Garrone Keira Knightley and Dominic West Timothee Chalamet sul red carpet

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    la capitale inglese acclama il cinema di Luca Guadagnino e Matteo Garrone

    London Film Festival

    originale di Dario Argento, ha incanta-to la critica di mezzo mondo. Un rifaci-mento preventivamente criticato dallo stesso maestro dell’horror italiano, ab-bondantemente riletto dal regista di Io sono l’Amore e dallo sceneggiatore americano David Kajganich. Ambien-tato nella Berlino del 1977, il remake è suddiviso in sei capitoli e in un epilogo. Celebre la storia, che vede un’ambizio-sa e giovane ballerina (Dakota John-son) approdare in una scuola di danza diretta dall’acclamata Madame Blanc (Tilda Swinton), potente e temibile stre-ga. Ben 35 anni dopo averlo visto per la

    prima volta, appena 12enne, in un ci-nema di Palermo, Luca Guadagnino è riuscito a realizzare Suspiria, ossessione horror a lungo cullata e ora diventata realtà, dopo anni di aspettative. Per contestualizzare ulteriormente la pelli-cola, il regista si è soffermato a lungo sul contesto politico dell’epoca, agita-to dalle rivoluzioni femministe e dal di-

    Il BFI London Film Festival spegne 62 candeline e celebra la cinema-tografia italica con ben 7 film tra lungometraggi e cortometraggi. Tra i titoli, dopo i passaggi ad alcuni festival europei tra cui Venezia, Cannes e Ber-lino, figura Figlia mia di Laura Bispuri, Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, presentato in concorso al Festival di Cannes (dove ha conquistato il premio per la migliore sceneggiatura), Laura Luchetti con Fiore gemello, ambienta-to in un meridione italiano bellissimo e pieno di insidie. A Londra anche Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis, mentre Roberto Minervini era presente con il docufilm, You Gonna Do When the World’s On Fire?. Nella sezione cortometraggi Diego Mar-con ha presentato Monelle. Dopo il successo strepitoso della Palma d’Oro come miglior protagonista a Marcello Fonte, Dogman di Matteo Garrone ha avuto una standing ovation al London Film Festival, assieme all’attesissimo remake di Suspiria firmato Luca Gua-dagnino. Suspiria, ben 41 anni dopo l’uscita in sala (nel 1977) del capolavoro

    misteriosi, cosicché si susseguono una serie di omicidi ed eventi paranormali. Il talento di Guadagnino si manifesta in particolar modo nelle uniche sequen-ze davvero horror: una danza macabra con tanto di smembramento di corpi, visioni notturne e un finale davvero im-pressionante con un bagno di sangue. Non da meno il film di Matteo Gar-rone, presentato anch’esso al festival di Londra dopo il trionfo di Marcello Fonte acclamato miglior protagonista maschile all’ultimo festival di Cannes. Dogman è un viaggio di umanità e vio-lenza ispirato liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa e noto come il delitto del canaro del-la Magliana. Un viaggio doloroso nel-la psiche di un uomo qualunque, un invisibile come tanti che, ad un certo punto, si ribella non per vendetta ma per volontà di riscatto. Nell’estrema periferia di Roma un uomo, Marcello (Marcello Fonte), è titolare di un mo-destissimo negozio di toelettatura per cani. È’ gentile, innamorato della figlia e degli animali di cui si prende cura, va fiero della propria condizione e di es-sere benvoluto dalla piccola comunità cui appartiene. Anche se in verità, per arrotondare, spaccia occasionalmen-

    rottamento di un aereo della Lufthansa da parte di un commando palestinese. Erano gli anni della banda Baader-Meinhof, a cui Guadagnino cede gra-tuitamente spazio e tempo con conti-nui lanci radio, articoli di giornali, spez-zoni televisivi. Una sottotrama tutt’altro che secondaria, perché direttamente legata ad una delle ballerine protago-niste, da intrecciare al passato di Dako-ta Johnson (Susie Bannion) e alla storia del Dr. Jozef Klemperer, interpretato dall’inesistente Lutz Ebersdorf. È infat-ti Tilda Swinton, straordinaria trasformi-sta, ad indossarne abiti e volto invec-chiato, doppiando la sua partecipa-zione al film in quanto coprotagonista nei panni della direttrice Blanc. Il film di Guadagnino rende più volte omaggio alla grande coreografa Pina Bausch, con tanta danza contemporanea ed un rapporto saffico mai esplicitato tra le sue protagoniste. L’accademia sa-rebbe controllata da una congrega di streghe intenzionate a evocare Mater Suspirium, un’antica divinità dai poteri

    te cocaina e tra i clienti ha Simoncino (Edoardo Pesce), un ex pugile la cui prepotenza tiene in ostaggio l’inte-ro quartiere. Il rapporto con questo energumeno è di tale sudditanza che Marcello ne diviene il riluttante com-plice in alcuni reati di cui è l’unico a pagare le conseguenze. Quando si rende conto di come aver soppor-tato angherie e umiliazioni sia stato

    84

    vano, decide di riappropriarsi della propria dignità. Attori straordinari e una fotografia meravigliosa sono le carte vincenti di un film costruito per sottrazione ma costellato di dettagli pieni di significato. A metà tra favola nera e western suburbano, Dogman è un›opera in cui la convivenza di neore-alismo e astrazione offre suggestioni inedite e potenti.

    Andrea Cianferoni

    cINEMA20°REALITy

    Michelle Rodriguez con i fans

    Luca Guadagnino

    Dakota Johnson con Tilda Swinton

    La premiere di Colette

    Il Principe William d'Inghilterra

    Edgar Wright e Terry Gilliam

    Ralph Fiennes

    Nicole Kidman

    Marcello Fonte con Matteo Garrone

    Keira Knightley and Dominic West

    Timothee Chalamet sul red carpet