Schirinzi al Torino Film Festival volantino

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spa gine Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Spagine Volantino/CINEMA Lecce, 25 novembre 2014 - annoII volantin o DEPOSIZIONE IN DUE ATTI un film di Carlo Michele Schirinzi al Torino Film Festival

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Grano vergine come prologo a due atti squarciati dalle parole di Artaud. Remoti visi si sfaldano dalle pareti della quattrocentesca Chiesa di Santo Stefano a Soleto mentre la violenza deborda dall’inquadratura, le loro palpebre spalancano l’intimità dell’ex molino Coratelli & Imparato di Corigliano d’Otranto con una soggettiva che annacqua le forme appiattendole in una preziosa sindone: un paesaggio perduto in una camera oscura dove l’occhio si eclissa tra vene ed arterie d’un corpo impossibilitato alla riesumazione.

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spaginePeriodico culturale dell’Associazione Fondo VerriSpagine Volantino/CINEMA Lecce, 25 novembre 2014 - anno II

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DEPOSIZIONE IN DUE ATTIun film di Carlo Michele Schirinzial Torino Film Festival

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“Grano vergine come prologo a due atti squarciati dalleparole di Artaud. Remoti visi si sfaldano dalle paretidella quattrocentesca Chiesa di Santo Stefano a So-leto mentre la violenza deborda dall’inquadratura, leloro palpebre spalancano l’intimità dell’ex molino Co-ratelli & Imparato di Corigliano d’Otranto con una sog-gettiva che annacqua le forme appiattendole in una

preziosa sindone: un paesaggio perduto in una camera oscuradove l’occhio si eclissa tra vene ed arterie d’un corpo impossibilitatoalla riesumazione”.É la sinossi che accompagna “Deposizione in due atti” film diCarlo Michele Schirinzi in concorso nella sezione “Italiana Corti”della trentaduesima edizione del Torino Film Festival che si terràdal 21 al 29 novembre.“Continua l’indagine sui luoghi abbandonati dalle civiltà, intaccatidalla Storia passata e che ora tentano inutilmente d’aggrapparsialla vita, come eroi morenti sospesi in uno stato di perenne attesa.I visi cicatrizzati degli affreschi, distanti e consapevoli, - leggo nellenote di regia - scandagliano gli spazi del molino costringendo l’oc-chio all’estenuante visione delle superfici malate, carezzandoleprima di violarle nel fondo delle loro arterie: lo stupro di tali luoghiè, nel mio fare, una patologia assidua, snaturata del suo concetto(perché “ripetizione è differenza senza concetto” - Deleuze). Non ilracconto della bellezza ancor meno quello della bruttezza: si provaa snidare l’armonia covata dal marcio. Ogni inquadratura è impos-sessarsi dell'impronta, è porre un’aureola alla dignità di questi luo-ghi/corpi che seducono con l’intimità di Vermeer e il caos diRauschenberg, la stratificazione di Kiefer e la crudeltà di Bacon…e la merda assume valore cromatico necessario in queste tele ab-bandonate”.

***Ho avuto la fortuna e l’onore, in fase di montaggio, di sbirciare equelle che qui riporto sono le impressioni scritte a caldo...

C’è il vento e quel verde... ah!, quel verde! Nello “scortico” c’è la vi-sione; il rinnovarsi è solo lì, nel segreto d’una spiga, il resto no, nonnasce.Non nasce più. Noi, in attesa, stringiamo denti e pugni, ma la speranza sfuoca,perde il punto, cerca… Cerca, inesorabile nel suo tentare il desi-

derio. Non ci rimane che lo sguardo e il rammarico nel dare forzaalla speranza dello schiaffo! Ci aiuta la musica, la trance che ac-compagna gli occhi…In movimento, vediamo - anzi non vediamo - l’incanto di ciò chenon c’è, di quel che manca… L’estetica del graffio di Carlo MicheleSchirinzi è nel preciso indagare. E cosa, se non l’indagare, può ac-costarsi - per nutrire meraviglia - al segreto di un affresco o a quellodi un muro… Ciò che è nascosto nel passato viene agli occhi, si fa traccia, ab-bandono, dimenticanza, ri-torna preso dal silenzio, con il respiroche muta in suono. Lo vedi l’affanno, il lesto e il lento delle mani, ilresto delle vite… Senti il Tempo, nell’inanellarsi della nenia.Quello remoto di monaci greci, pittori nella Chiesa di Santo Ste-fano a Soleto mai sazi d’estasi e quello prossimo, di mani presedal lavoro nel bianco ruggine del Molino Coratelli di Coriglianod’Otranto. L’allegoria del racconto sacro e il luogo del lavoro hannola stessa necessità: venga cura, accoglimento o tutto resti fermonell’oblio. No vie di mezzo! No stucchevoli parole! No il mea culpadi chi non osa… No, no, e ancora no!L’indagare non è documentare è portare gli occhi: guardo lì dovesono attratto e quello racconto, mostro – meglio - poetizzo, spoe-tizzo, scrivo, rimando a chi guarda… questo sembra suggerirci sot-totraccia Carlo Michele Schirinzi. Questo accogliamo quando di fronte a noi si muove poesia.

***Il film è realizzato per In-Cul.Tu.Re, progetto di ricerca vincitore delbando Smart Cities and Communities and Social Innovation, finan-ziato dal MIUR (D.D. 84/Ric del 2 marzo 2012), una produzioneKama soc. coop. a.r.l. con il patrocinio di Apulia Film Commission.La produzione esecutiva è di Gabriele Russo. Soggetto, regia, di-rettore della fotografia, operatore, filtri, montaggio, missaggio, colorcorrection sono di Carlo Michele Schirinzi. Musica originale: Ste-fano Urkuma De Santis. Le ricerche storico-artistiche sono a curadel progetto In-Cul.Tu.Re. La post produzione audio è di MarcoSaitta. DCP: Andrea Facchini. L’organizzazione generale è di SofiaGiammaruco e Gabriele Russo. Il backstage fotografico è di SofiaGiammaruco. La grafica è di Alberto Giammaruco. Le traduzionisono state curate da Elisa Tommasi. La durata è di 15’00”.

Mauro Marino

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Spagine Volantino/CINEMQ Lecce, 25 novembre 2014 - anno II

giovedì 27/11 ore 21:45, Cinema Reposi 1, proiezione ufficialesabato 29/11 ore 9:45, Cinema Reposi 1

www.torinofilmfest.org

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