RASSEGNA STAMPA del 01/03/2010 · Sommario Rassegna Stampa dal 26-02-2010 al 01-03-2010 L'Adige: Il...
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RASSEGNA STAMPAdel
01/03/2010
Sommario Rassegna Stampa dal 26-02-2010 al 01-03-2010
L'Adige: Il Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA» ................................................. 1
L'Adige: Il Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA» ................................................. 2
L'Adige: MONZA - La colata nera di petrolio fuoriuscita dalla Lombarda Petroli invadendo prima il fiume Lambro ... 3
L'Adige: Dall'inviato RENZO M ......................................................................................................................................... 4
L'Adige: Tre tragedie con nove vittime ............................................................................................................................... 5
L'Arena: Si rinnova l'accordo sulla Protezione civile ........................................................................................................ 6
L'Arena: Riunioni tutti i mesi e corsi .................................................................................................................................. 7
L'Arena: Onda nera nel Po, ora indaga anche la procura di Rovigo ................................................................................ 8
L'Arena: Le Penne nere festeggiano novant'anni ............................................................................................................... 9
L'Arena.it: Tre milioni e 11 interventi per prevenire le emergenze ................................................................................. 10
L'Arena.it: La speculazione edilizia dietro al disastro del Po ......................................................................................... 11
Corriere del Veneto (Ed. Padova): Ore 22, la macchia oleosa entra in Veneto E saltano le barriere .......................... 12
Corriere del Veneto (Ed. Padova): Macchia oleosa in Canal Grande Per i tecnici è colpa dell'acqua alta ................. 13
Corriere del Veneto (Ed. Treviso): Veneto, scatta l'allarme Po ..................................................................................... 14
Corriere del Veneto (Ed. Treviso): Panne assorbenti e fotoelettriche Pronta la barriera di Occhiobello .................... 15
Corriere del Veneto (Ed. Treviso): L'impresa di Polesella e la delusione dei curiosi «Mi sono perso Guido» ............ 16
Corriere del Veneto (Ed. Venezia): Bionde tra le gardenie, maxi sequestro ................................................................. 17
Corriere del Veneto (Ed. Venezia): Bertolaso sul Po: «Salveremo Delta e mare» ........................................................ 18
Corriere del Veneto (Ed. Venezia): Bertolaso: «Il Delta è salvo». Ma la procura indaga ............................................ 19
Corriere del Veneto (Ed. Vicenza): Fiato sospeso per il terremoto in Cile Il console: «Buio sulla sorte dei veneti»... 20
Corriere del Veneto.it: Due barriere sul Po non reggono Nuova difesa a Polesella ...................................................... 21
Corriere del Veneto.it: Onda nera, stato di emergenza sul Po ........................................................................................ 23
Corriere del Veneto.it: «Acqua nei parametri, no a restrizioni per la pesca» ................................................................ 24
Corriere del Veneto.it: Bertolaso: «Il fiume Po è salvo» Ma la procura apre una inchiesta ......................................... 25
Corriere delle Alpi: Le porte blindate a difesa delle case................................................................................................ 26
Corriere delle Alpi: Marea nera, Bertolaso rassicura ..................................................................................................... 27
Corriere delle Alpi: La costa devastata dal maremoto: strage di pescatori .................................................................... 28
L'Eco di Bergamo: Fiumi puliti e sicuri, 400 volontari al lavoro.................................................................................... 29
L'Eco di Bergamo: Disastro Lambro-Po Il governo accusa «Attentato alla salute» ...................................................... 30
L'Eco di Bergamo: Po, fermata la massa oleosa ............................................................................................................. 31
L'Eco di Bergamo: Disastro Lambro-Po: «Emergenza finita»........................................................................................ 32
Il Gazzettino (Padova): Il commissario "riconosce" la Protezione civile locale............................................................. 33
Il Gazzettino (Pordenone): Paola Treppo ....................................................................................................................... 34
Il Gazzettino (Rovigo): (I.B.) La Regione ha stanziato 28mila euro per la Protezione civile lendinarese, che.............. 35
Il Gazzettino (Rovigo): La marea nera che dalla Lombardia sta scendendo lungo il Po vede già in allarme la ........... 36
Il Gazzettino (Rovigo): Porto Tolle è in allerta, è tutto pronto per ogni necessità, ma non siamo ancor... ................... 37
Il Gazzettino (Rovigo): Comuni allertati per il servizio di autobotti. Possibilità di acque torbide dai rubinetti per l... 38
Il Gazzettino (Rovigo): È appesa a un filo la speranza di salvare il Delta dall'onda nera che sta inquinando ............. 39
Il Gazzettino (Rovigo): LA SPERANZA È appesa a un filo la speranza di salvare il Delta dall'onda... ........................ 40
Il Gazzettino (Rovigo): È atterato a Polesella il capo della protezione civile Guido Bertolaso per sincerarsi che le ... 41
Il Gazzettino (Rovigo): Nell'estremo Delta si è corso contro il tempo per proteggere il più possibile la....................... 42
Il Gazzettino (Rovigo): Le barriere non reggono, la corrente è troppo forte.................................................................. 43
Il Gazzettino (Rovigo): Prime chiazze nel Delta.............................................................................................................. 44
Il Gazzettino (Rovigo): IL VERTICE Il dato più preoccupante per la situazione del Po è ade... ................................... 45
Il Gazzettino (Udine): Protezione civile, trecento volontari dal Papa ............................................................................ 46
Il Gazzettino (Udine): CERVIGNANO - Torna a nuova vita la caserma che per lunghi anni ha ospitato il nucleo ...... 47
Il Gazzettino (Venezia): Ma quanta indignazione per questo assurdo commissariamento............................................. 48
Giornale di Brescia: Bertolaso: L'onda nera adesso non fa più paura .......................................................................... 49
Giornale di Brescia: Onda nera: Bertolaso tranquillizza ............................................................................................... 50
Giornale di Brescia: Fermata l'onda nera del Lambro, ma resta l'allerta ...................................................................... 51
Giornale di Brescia: Fiumi puliti, volontari al lavoro lungo il Mella.............................................................................. 52
Giornale di Brescia: Sulla Francia la tempesta Xynthia: 45 morti ................................................................................. 53
Giornale di Treviglio: Protezione civile, quattro nuovi volontari ................................................................................... 54
Il Giornale di Vicenza: Disastro ambientale che ricorderemo a lungo ........................................................................... 55
Il Giornale di Vicenza: Protezione civile Cc In campo 9600 ore .................................................................................... 56
Il Giornale di Vicenza: La barriera sul Po ha retto ma l'onda lambisce il Veneto ......................................................... 57
Il Giornale di Vicenza: La Protezione civile cerca giovani volontari ............................................................................. 58
Il Giornale di Vicenza: Associazioni in campo per ripulire il lago di Fimon.................................................................. 59
Il Giornale di Vicenza.it: La «barriera» sul Po ha retto ma l'onda lambisce il Veneto .................................................. 60
Il Giorno (Brianza): Danni per 2,5 milioni e la Regione denuncia ................................................................................. 61
Il Giorno (Brianza): Protezione civile, alla prova 300 volontari .................................................................................... 62
Il Giorno (Brianza): Emergenza, il peggio è passato ma si lavora sempre al depuratore .............................................. 63
Il Giorno (Como): Protezione civile all'opera per ripulire fiumi e torrenti ..................................................................... 64
Il Giorno (Como): Esondazioni: il Caldone ora è più sicuro........................................................................................... 65
Il Giorno (Legnano): Protezione civile Il gruppo castanese muove i primi passi ........................................................... 66
Il Giorno (Lodi): L'inchiesta sul disastro approda in Procura ........................................................................................ 67
Il Giorno (Milano): Volontari a scuola di Protezione civile ............................................................................................ 68
Il Giorno (Milano): di GIULIA BONEZZI MILANO UNA CATENA di ritardi, silenzi, comu... ..................................... 69
Il Giorno (Milano): Po, fermata l'onda nera «Il delta e il mare sono salvi» ................................................................... 70
Il Giorno (Milano): In volo sul Lambro malato E la Protezione civile schiera tremila volontari................................... 71
Il Giorno (Milano): Il ministero dell'Ambiente e la Protezione civile hanno istituito un gruppo di lavoro per va... ...... 72
Il Giorno (Milano): Marea nera nel Po, guerra sui ritardi «Dovevano fermarla in Lombardia»................................... 73
Il Giorno (Sondrio): Le tute gialle hanno una cabina di regia ........................................................................................ 74
Il Giorno (Sondrio): «D'ora in poi avremo più possibilità di farci ascoltare» ................................................................ 75
Il Giorno (Sondrio): IL COMITATO riunisce i 31 gruppi comunali di Protezione civile, che contano .......................... 76
Il Mattino di Padova: l'onda nera dal po verso il mare - m. antonietta filippini............................................................. 77
Il Mattino di Padova: non sappiamo quanti sono morti .................................................................................................. 78
Il Messaggero Veneto: nuove divise per il gruppo protezione civile ............................................................................... 79
Il Messaggero Veneto: protezione civile: volontari del fvg in visita al papa................................................................... 80
Il Messaggero Veneto: sottoscritta la convenzione con la protezione civile dell'ana...................................................... 81
Il Messaggero Veneto: comune e protezione civile incontro per la nuova sede .............................................................. 82
Il Messaggero Veneto: nasce la task-force per la difesa degli argini .............................................................................. 83
Il Messaggero Veneto: i sindaci: è un'invasione di nutrie ............................................................................................... 84
Il Messaggero Veneto: l'ex ambulatorio ospiterà la protezione civile ............................................................................. 85
Il Messaggero Veneto: alle spalle anni di indagini per la mappa del rischio ................................................................. 86
Il Messaggero Veneto: viabilità e banda larga: priorità negli investimenti .................................................................... 87
Il Messaggero Veneto: volontari pc, 3.800 ore di interventi............................................................................................ 88
Il Messaggero Veneto: bertolaso tranquillizza sulle acque del po................................................................................... 89
Il Messaggero Veneto: la nuova viabilità funziona .......................................................................................................... 90
Il Messaggero Veneto: la protezione civile premia la penna nera ivan asquini .............................................................. 91
Il Messaggero Veneto: protezione civile nell'ex base militare ......................................................................................... 92
Il Messaggero Veneto: si deve convivere in modo più sicuro con l'ambiente .................................................................. 93
Il Messaggero Veneto: una tempesta sconvolge l'europa: 52 morti ................................................................................ 95
Il Piccolo di Trieste: volontari in visita alla sede della protezione civile regionale ........................................................ 96
Il Piccolo di Trieste: l'onda nera di gasolio ha ormai raggiunto il po ............................................................................. 97
Il Piccolo di Trieste: coste a rischio: 2,5 milioni anti-mareggiate................................................................................... 98
Il Piccolo di Trieste: nessun collegamento con le scosse che hanno colpito okinawa e haiti .......................................... 99
Il Piccolo di Trieste: po, la marea nera non arriverà al mare ....................................................................................... 100
Il Piccolo di Trieste: in cile più di 700 morti, non si sa quanti dispersi......................................................................... 101
La Provincia Pavese: Emergenze, nasce l'unità di crisi per fronteggiarle .................................................................... 102
La Provincia Pavese: Lambro, finito il momento nero................................................................................................... 103
La Provincia Pavese: Protezione civile il Comune aiuta ............................................................................................... 104
La Provincia Pavese: Crolla una cascina, traffico in tilt ............................................................................................... 105
La Provincia Pavese: Emergenza Lambro la pioggia non aiuta Scoppia la polemica .................................................. 106
La Provincia Pavese: L'onda nera del Lambro bloccata sul Po .................................................................................... 107
La Provincia Pavese: Scosse anche violente si susseguiranno per mesi ........................................................................ 108
La Provincia Pavese: La massa oleosa del Lambro in raffineria .................................................................................. 109
La Provincia Pavese: Siamo invasi dal liquame delle fogne .......................................................................................... 110
La Provincia di Como: L'onda nera avanza verso l'Adriatico....................................................................................... 111
La Provincia di Como: «Onda nera, emergenza finita». Ma è protesta ........................................................................ 112
La Provincia di Cremona: «Eviteremo il disastro e pensiamo al futuro»..................................................................... 113
La Provincia di Cremona: «Bonificare costerà tanto» ................................................................................................. 114
La Provincia di Cremona: «Eviteremo il disastro e pensiamo al futuro»..................................................................... 115
La Provincia di Cremona: Il ministro Prestigiacomo ................................................................................................... 116
La Provincia di Cremona: Protezione civile, esercitazione Oggi i volontari sul fiume ................................................ 117
La Provincia di Cremona: Barriera per l'oasi Gerole Casalmaggiore parte civile per danni ambientali? ................. 118
La Provincia di Cremona: Spunta la pista degli ecoterroristi ...................................................................................... 119
La Provincia di Cremona: Bertolaso rassicura ‘L'inquinamento non arriverà al delta' .............................................. 120
La Provincia di Cremona: Le barriere ‘tengono' Si tenta il drenaggio ........................................................................ 121
La Provincia di Cremona: L'onda nera invade Cremona ............................................................................................. 122
La Provincia di Cremona: Po, ora la bonifica .............................................................................................................. 123
La Provincia di Cremona: Bertolaso tranquillizza Altro allarme sul Lambro.............................................................. 124
La Provincia di Cremona: Argini, Protezione civile in azione...................................................................................... 125
La Provincia di Cremona: Il ponte ‘liberato' dai detriti ............................................................................................... 126
La Provincia di Cremona: «Il Comune informi sulla qualità dell'acqua» .................................................................... 127
La Provincia di Cremona: Rinforzata la fase dell'aspirazione ..................................................................................... 128
La Provincia di Cremona: Per il recupero 20 milioni dalla Regione Lombardia ........................................................ 129
La Provincia di Cremona: Scende l'onda nera, una domenica diversa ........................................................................ 130
La Provincia di Cremona: Superati i settecento morti .................................................................................................. 131
La Provincia di Lecco: Volontari a raccolta per la pulizia dei corsi d'acqua ............................................................... 132
La Provincia di Lecco: Azzerato il gruppo di protezione civile ..................................................................................... 133
La Provincia di Lecco: Volontari all'opera per i "Fiumi sicuri" ................................................................................... 134
La Provincia di Lecco: La convenzione con gli Alpini Tanti volontari attendono lumi ................................................ 135
La Provincia di Lecco: Dal torrente ripescate lavatrici e televisori.............................................................................. 136
La Provincia di Lecco: «Fiumi sicuri» coinvolge le associazioni ................................................................................. 137
La Provincia di Sondrio: Coordinamento di Protezione civile, è stato eletto il direttivo del comitato ........................ 138
La Provincia di Sondrio: Baruffi esce allo scoperto: «Sulla sicurezza degli alvei tranquillizzo i cittadini»................ 139
La Provincia di Varese: La diga ha tenuto: «In Adriatico non arriverà una goccia d'olio» ........................................ 140
Il Secolo XIX: Onda nera verso il delta del Po«Un attentato all'ambiente».................................................................. 141
Il Secolo XIX: La chiazza avanza: trema la "capitale" delle vongole ............................................................................ 142
Il Secolo XIX: In portogallo massima allerta per l'ondata di piena del fiume duero .................................................... 143
Settegiorni (Magenta): La Prociv nasce in primavera................................................................................................... 144
Settegiorni (Magenta): Finanziamento per la Prociv .................................................................................................... 145
Settegiorni (Magenta): Scuola evacuata a tempo di record: tre minuti! ....................................................................... 146
La Tribuna di Treviso: Lezione di Protezione civile ..................................................................................................... 147
La Tribuna di Treviso: In prima linea dopo l'alluvione I premiati della protezione civile .......................................... 148
La Tribuna di Treviso: Il Veneto denuncia: Tragedia sfiorata ..................................................................................... 149
La Tribuna di Treviso: La diga ha tenuto: bloccata la chiazza .................................................................................... 150
La Tribuna di Treviso: Dall'Aquila ad Haiti: otto i disastri ......................................................................................... 151
Varesenews: Petrolio nel Po, Bertolaso: "Situazione non irreparabile"........................................................................ 152
Varesenews: G8: Protezione civile, e' costato 184 mln .................................................................................................. 153
Varesenews: Violentissimo terremoto: tsunami nel Pacifico.......................................................................................... 154
Varesenews: Bertolaso: su acque Po non ci sono dati allarmanti.................................................................................. 155
Varesenews: Si scava tra le scosse, oltre 300 i morti ..................................................................................................... 156
Varesenews: Ancora uno sversamento nel Lambro ........................................................................................................ 157
Vivimilano.it: Scaricati altri veleni nel Lambro: «Sciacallaggio»................................................................................. 158
Adige, L'""
Data: 27/02/2010
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Il Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA»
Il Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA». La Commissione Ambiente della Camera
ha stralciato l'articolo istitutivo della società pubblica che si sarebbe occupata di progettazione e realizzazione di
interventi strutturali ed infrastrutturali. Sulla retromarcia ha pesato l'inchiesta avviata dalla Procura di Firenze, su presunte
irregolarità nella gestione degli appalti per il G8 alla Maddalena. L'articolo 16, concernente attività di supporto
strumentale al Dipartimento della protezione civile, è stato cancellato. Scompare quindi la contestata società in-house, a
totale partecipazione pubblica e con capitale sociale iniziale di un milione di euro, che si sarebbe occupata delle attività
strumentali del Dipartimento, con competenze in materia di «progettazione, scelta del contraente, direzione lavori,
vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, e acquisizione di forniture o servizi rientranti negli ambiti di
competenza del Dipartimento della protezione civile, ivi compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza, nel
rispetto della vigente normativa anche comunitaria». Stralciata anche la norma che consentiva alla SpA, qualora affidasse
a terzi lavori, forniture e servizi, di derogare alle norme del Codice Appalti, ai principi comunitari in materia di parità di
trattamento, trasparenza, concorrenza e non discriminazione, e di procedere, in casi di assoluta eccezionalità
dell'emergenza, ad affidamenti diretti in materia di appalti pubblici. Cancellate anche le disposizioni per accelerare le
nomine dei Commissari straordinari per gli interventi particolarmente urgenti, relativi alla produzione, trasmissione e
distribuzione dell'energia.
27/02/2010
Data:
27-02-2010 L'AdigeIl Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA»
Argomento: Pag.NORD 1
Adige, L'""
Data: 27/02/2010
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Il Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA»
Il Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA». La Commissione Ambiente della Camera
ha stralciato l'articolo istitutivo della società pubblica che si sarebbe occupata di progettazione e realizzazione di
interventi strutturali ed infrastrutturali. Sulla retromarcia ha pesato l'inchiesta avviata dalla Procura di Firenze, su presunte
irregolarità nella gestione degli appalti per il G8 alla Maddalena. L'articolo 16, concernente attività di supporto
strumentale al Dipartimento della protezione civile, è stato cancellato. Scompare quindi la contestata società in-house, a
totale partecipazione pubblica e con capitale sociale iniziale di un milione di euro, che si sarebbe occupata delle attività
strumentali del Dipartimento, con competenze in materia di «progettazione, scelta del contraente, direzione lavori,
vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, e acquisizione di forniture o servizi rientranti negli ambiti di
competenza del Dipartimento della protezione civile, ivi compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza, nel
rispetto della vigente normativa anche comunitaria». Stralciata anche la norma che consentiva alla SpA, qualora affidasse
a terzi lavori, forniture e servizi, di derogare alle norme del Codice Appalti, ai principi comunitari in materia di parità di
trattamento, trasparenza, concorrenza e non discriminazione, e di procedere, in casi di assoluta eccezionalità
dell'emergenza, ad affidamenti diretti in materia di appalti pubblici. Cancellate anche le disposizioni per accelerare le
nomine dei Commissari straordinari per gli interventi particolarmente urgenti, relativi alla produzione, trasmissione e
distribuzione dell'energia.
27/02/2010
Data:
27-02-2010 L'AdigeIl Governo fa dietrofront sull'istituzione della «Protezione Civile Servizi SpA»
Argomento: Pag.NORD 2
Adige, L'""
Data: 27/02/2010
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MONZA - La colata nera di petrolio fuoriuscita dalla Lombarda Petroli invadendo prima il fiume Lambro quindi il Po,
trasportata dalla corrente, ora galleggia inesorabilmente verso l'Adriatico
MONZA - La colata nera di petrolio fuoriuscita dalla Lombarda Petroli invadendo prima il fiume Lambro quindi il Po,
trasportata dalla corrente, ora galleggia inesorabilmente verso l'Adriatico. Ieri il fiume nero ha raggiunto il Polesine; parte
del liquame è stato trattenuto lungo i 400 metri dello sbarramento di Isola Serafini, nel piacentino, dove si trova la
centrale Enel Green Power ma in molte zone, da Cremona a Piacenza, è stato emesso il divieto di pesca ed anche quello di
navigazione. La Confagricoltura lancia poi un ulteriore grido d'allarme, quello che il fiume nero nel suo cammino si sia
infiltrato nelle tante rogge e nei canali che servono per irrigare i campi. Inoltre in Brianza minaccia pioggia e le
precipitazioni potrebbero provocare la fuoriuscita del petrolio che si è raccolto nel depuratore di Monza. Il responsabile
della Protezione Civile Guido Bertolaso ha però rassicurato tutti. «Credo che nelle prossime 24 ore la gran parte di questa
massa sarà recuperata - ha detto Bertolaso - e poi, seguendo il corso del fiume, prima che arrivi all'altezza di Ferrara e
ovviamente prima ancora che arrivi sul Delta saremo in grado di recuperare tutto il resto». Se il petrolio è rimasto in
superficie, come pare, la bonifica potrebbe richiedere una settimana. «Credo che non ci sia una situazione irreparabile - ha
aggiunto Bertolaso - Si può intervenire come già si è fatto, sono state realizzate diverse barriere lungo il Lambro e adesso
qui a Piacenza ci sono tre barriere che sono state messe in piedi». Sul fronte delle indagini infine (il reato ipotizzato è
disastro ambientale), è stato affidato alla Guardia di Finanza il compito di accertare la quantità di idrocarburi contenuta
nei depositi della Lombarda Petroli al momento del sabotaggio e quanto ne sia rimasto. Solo così sarà possibile stabilire
quanto petrolio si è riversato nel Lambro e poi nel Po. Tante le ipotesi sui motivi per i quali «mani esperte», come le ha
definite il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia, hanno aperto i rubinetti delle cisterne. «Per far fuoriuscire il
gasolio dai serbatoi non basta aprire i rubinetti. In questo caso bisognava essere degli esperti: sono state messe in
pressione le pompe che vengono utilizzate per riempire le autocisterne». Non una cosa da tutti insomma ed un fatto
gravissimo per il quale il Governo, già probabilmente lunedì al Consiglio dei Ministri, potrebbe decidere lo stato di
emergenza «con somme ingenti» ha detto il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. E proprio il ministero si
costituirà parte civile. In Aula alla Camera, il sottosegretario Roberto Menia ha spiegato che la marea nera non è stata
subito visibile in quanto il gasolio «non è arrivato direttamente dai serbatoi al Lambro ma ha invece raggiunto le acque
attraverso le fognature: dunque, diverso tempo dopo rispetto all'apertura dei serbatoi». Un altro obiettivo è tirare le somme
della quantità di massa oleosa che ha sconvolto tutto l'ambiente padano: tre milioni e mezzo di litri (3.500 metri cubi) di
cui 600 mila ora sull'asta del Po. Sono «50-70 le ore» che separano la chiazza oleosa dal mare. Altro fronte di intervento è
l'acqua potabile. «Al momento - tranquillizza Menia - non è stato ravvisato un rischio concreto per la sanità pubblica e la
Regione Lombardia provvederà ad una accurata comunicazione agli utenti».
26/02/2010
Data:
27-02-2010 L'AdigeMONZA - La colata nera di petrolio fuoriuscita dalla Lombarda Petroli
invadendo prima il fiume Lambro quindi il Po, trasportata dalla corrente,ora galleggia inesorabilmente verso
Argomento: Pag.NORD 3
Adige, L'""
Data: 01/03/2010
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Dall'inviato RENZO M
Dall'inviato RENZO M. GROSSELLI PICENZA (L'AQUILA) - In due giorni di lavoro, fatti però di 24 ore totali di
applicazione, i valsuganotti della ditta Tomaselli di Strigno (con l'aiuto di un gruppo di Nuvola del Basso Trentino) hanno
messo in piedi la struttura in legno della chiesetta di Picenza, a pochi chilometri dall'Aquila. La gente del Comune, che
aveva cinque chiese tra capoluogo e frazioni, deve al momento assistere alle proprie funzioni religiose, compresi i
funerali, in un tendone della Protezione civile. Ma a Pasqua, grazie alla solidarietà di Ala, Avio, Brentonico e Mori,
Ronzo Chienis dei Nuvola della zona, presieduti da Giuliano Mattei e di alcuni uomini della Protezione civile trentina, la
chiesetta sarà completata. L'idea è dell'assessore Lia Beltrami. Il vicensidaco di Picenza Giuseppe Calvisi: «Stanno
andando benissimo, sono qui da due giorni e la chiesetta è già in piedi. Da noi 60 famiglie hanno perso la casa, nella
frazione di Barisciano sono state altre 110. Ora c'è un villaggio in legno fatto dalla Protezione civile nazionale, 10 casette
donate dal Piemonte». E le chiese? «Ne avevamo 5, tutte ferite. Compresa S. Valentino che noi avevamo ristrutturato, che
sta in mezzo al bosco ed era stata fatta dai cavalieri di Malta». Ecco il senso, quindi, dell'intervento trentino. Come
chiamerete la chiesetta in legno? «Ci stiamo pensando, interpelleremo la popolazione, come abbiamo fatto per
l'ubicazione del villaggio di casette in legno. Era molto attesa la chiesetta perché sinora i funerali (gli anziani morti dopo il
sisma, anche per lo shock, sono stati molti) li abbiamo tenuti sotto un tendone». La struttura costerà complessivamente
circa 60.000 euro. Andrea Tomaselli è l'architetto, di Strigno, che ha progettato l'opera oggi realizzata dalla ditta
Costruzioni Tomaselli che ha qui sette uomini, aiutati da altrettanti uomini dei Nuvola di Ala, Avio, Brentonico, Mori e
anche da qualche pompiere di Strigno. Saranno i Nuvola, alla fine, a pensare al completamento della chiesa. «Per Pasqua -
ci dice uno di loro - tutto dovrà essere finito». Ed il vicesindaco afferma con orgoglio che in luglio la chiesa ospiterà un
matrimonio: «Finalmente inizierà la rinascita». L'azienda Nerobutto di Tezze ha donato la Via Crucis e penserà ai cappotti
esterni. La nuova chiesetta abbisognerà per essere realizzata di 35 metri cubi di legname (tecnologia tedesca). L'architetto
Tomaselli che l'ha progettata è lo stesso che per la Provincia ha progettato l'asilo di Onna mentre la ditta Tomaselli è la
stessa che ha realizzato qui, nella zona terremotata dell'Abruzzo, la chiesa di Cansatessa. «Questa è la quarta volta che
veniamo giù. - ci dice un signore dei Nuvola di Ala. A 69 anni, oggi sono 12 ore che lavoro. Ad agosto, settembre, ottobre
e dicembre, eravamo stati a Paganica e a S. Demetrio». A pochi chilometri da qui c'è Onna, con le sue 94 casette in legno
e la grande chiesa, l'asilo, dono dei trentini. Qui una chiesa, altrove un altro villaggio, poi un'altra chiesetta, una grande
scuola... Il lavoro e la solidarietà trentina hanno lasciato, davvero, un segno. Pur sapendo che questo ha voluto dire una
boccata di ossigeno per le nostre imprese, la nostra economia, c'è di che stare bene nel cuore. «Meritate una medaglia,
trentini» dice un anziano signore di Onna. No, non proprio. Ma vi vogliamo bene.
01/03/2010
Data:
01-03-2010 L'AdigeDall'inviato RENZO M
Argomento: Pag.NORD 4
Adige, L'""
Data: 01/03/2010
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L'allarme
Tre tragedie con nove vittime
ALTA FASSA Il 26 dicembre 2009 la tragedia che ha sconvolto la val di Fassa e l'intera Protezione civile del Trentino.
Quattro uomini del soccorso alpino Alta Fassa, uccisi da una valanga in val Lasties mentre erano alla ricerca di due turisti
friuliani dispersi dal pomeriggio. Sono Diego Perathoner, 42 anni, di Canazei; Erwin Riz, 33 anni, di Campitello di Fassa;
Alex Dantone, 39 anni, di Alba di Canazei; Luca Prinoth, 45 anni, di Campitello. In sette, alle 18, avevano risposto alla
chiamata e, ormai sceso il buio, hanno imboccato un canalino che scende in val Lasties: un costone di neve li ha travolti.
Si sono salvati Sergio Valentini e Roberto Platter, entrambi di Canazei, e Martin Riz di Campitello. Il giorno dopo sono
stati recuperati i corpi di Fabio Baron, 30 anni, di Udine e dell'amico Diego Andreatta, 31 anni, nato a Palmanova ma
residente ad Udine, vittime a loro volta di una valanga. MONTE BALDO Il 6 febbraio 2010 una valanga staccatasi in
località Prai, sul monte Baldo, ha travolto tre ragazzi di Malcesine che stavano sciando fuoripista. Per Matteo Barzoni, 20
anni, e Luca Carletto, 17 anni, non c'è stato nulla da fare. PAGANELLA Il 20 febbraio in Paganella, vicino al rifugio
Dosso Larici, un poliziotto marchigiano, Paolo Vincenzetti, di 29 anni, è morto sotto una massa di neve mentre cercava di
recuperare la tavola da snowboard persa il giorno prima.
01/03/2010
Data:
01-03-2010 L'AdigeTre tragedie con nove vittime
Argomento: Pag.NORD 5
Venerdì 26 Febbraio 2010 PROVINCIA
VIGASIO. Nuova convenzione con il Comune
Si rinnova l'accordosulla Protezione civileDomani alle 11 in municipio verrà sottoscritta la nuova convenzione tra il Comune e la Protezione civile. Il sindaco
Daniela Contri consegnerà a Fabio Ronca, presidente con Alessandro Praga dell'associazione di volontariato della
Protezione Civile Vigasio 2003 un riconoscimento per la tempestività e la professionalità dimostrate in anni di servizio a
favore della comunità. Per l'occasione verrà tracciato un bilancio per sottolineare il percorso di crescita svolto
dall'associazione.
Un'altra società giorni fa è stata al centro di una cerimonia. È stato tagliato il nastro inaugurale per la conclusione dei
lavori di ampliamento del bocciodromo e lo scoprimento della targa di intitolazione della struttura sportiva al compianto
presidente Feliciano Pighi detto Padre. La società è oggi portata avanti con dedizione e professionalità dal figlio Franco
insieme ad Aldo Baron, entrambi vice del presidente Busato. La So.Fa. Rossignoli ha chiuso il 2009 con 13 primi, 10
secondi e 20 terzi.
Data: Estratto da pagina:
26-02-2010 35L'ArenaSi rinnova l'accordo sulla Protezione civile
Argomento: Pag.NORD 6
Venerdì 26 Febbraio 2010 PROVINCIA
Riunionitutti i mesie corsiPer quanto riguarda la gestione del settore protezione civile è stata programmata l'attività di coordinamento degli otto
distretti, che prevede due riunioni ciascuno cui dovranno partecipare ogni volta i sindaci dei 98 comuni veronesi. Saranno
convocate le Consulte di tutte le 35 associazioni iscritte all'Albo regionale di protezione civile, che saranno itineranti nei
comuni per meglio coinvolgere i volontari.
Definiti anche i corsi di formazione per cui si sta stilando il calendario che entro giugno andrà in giunta.
Per diffondere e valorizzare le tematiche di protezione civile si redigerà un giornalino che sarà distribuito entro giugno a
tutti volontari e agli enti che fanno parte del sistema di protezione civile: Comune, Prefettura, Vigili del fuoco, forze
dell'ordine, Suem 18, Arpav, Regione Veneto, Servizi forestali, Genio Civile. In definizione, considerando la risposta dei
bandi regionali, la cifra da investire (200mila euro) in attrezzature da dare in comodato d'uso ai gruppi. B.B.
Data: Estratto da pagina:
26-02-2010 33L'ArenaRiunioni tutti i mesi e corsi
Argomento: Pag.NORD 7
Domenica 28 Febbraio 2010 NAZIONALE
INQUINAMENTO. L'Emilia chiederà i danni
Onda nera nel Po,ora indaga anchela procura di RovigoBertolaso: emergenza superata Coldiretti: ecosistema a rischio
ROMA
È allarme degli ambientalisti sul disastro ecologico dei fiumi Lambro e Po, nonostante le rassicurazioni arrivate ieri dal
capo della Protezione civile Guido Bertolaso che, visitando il Po, ha dichiarato che le analisi delle acque sono nella norma
e la pellicola oleosa che copre il fiume non è pericolosa. Ma il disastro ambientale che ha interessato i due fiumi, invasi da
martedì da un'onda di petrolio fuoriuscito dalla raffineria di Villasanta vicino Monza, allarma gli ambientalisti, che ieri
hanno dato vita a proteste, mentre la Procura di Rovigo ha aperto un'indagine.
Ieri pomeriggio un nuovo allarme, poi in parte rientrato, ha interessato il Lambro, in Brianza, per un altro sversamento di
sostanza non identificata. Si esclude, comunque, che siano idrocarburi.
La Procura di Rovigo ha intanto aperto un fascicolo sullo sversamento di idrocarburi finito dal Lambro nel Po. Il sostituto
pm Manuela Fasolato vuole verificare se e quanto il passaggio della macchia oleosa lungo il Po possa aver danneggiato
l'ecosistema fluviale e in particolare l'ultimo tratto del delta. La Regione Emilia-Romagna invece «sta svalutando la
possibilità di costituirsi parte civile per chiedere i danni». Lo ha annunciato il presidente Vasco Errani.
L'emergenza sembra comunque finita: le analisi delle acque sono rassicuranti, il filtro della centrale idroelettrica di Isola
Serafini, nel Piacentino, è stato determinante e la pellicola oleosa che copre il Po non è pericolosa. Il capo della
Protezione Civile Guido Bertolaso ha visitato il fiume, e la diagnosi è stata tutto sommato positiva: il paziente già da
domani, a suo dire, potrebbe essere dichiarato guarito. Più che «guarito», sarebbe però meglio dire «fuori pericolo».
Perché, scongiurata la sciagura ambientale, il gasolio che galleggia sul Po mescolandosi con l'acqua, anche se non
particolarmente pericoloso, non è certo un sintomo di buona salute. Tanto che la Lipu lancia un allarme per la
sopravvivenza di anatre e gabbiani sul delta e la Coldiretti è allarmata per la «gravità di un episodio che mette in pericolo
un intero ecosistema». Per l'Istituto di Ricerca Sulle Acque (Irsa) del Cnr, inoltre, l'impatto dello sversamento
sull'Adriatico sarà comunque «inevitabile».
Data: Estratto da pagina:
28-02-2010 6L'ArenaOnda nera nel Po, ora indaga anche la procura di Rovigo
Argomento: Pag.NORD 8
Lunedì 01 Marzo 2010 CRONACA
ADUNATA DEGLI ALPINI. Da venerdì a domenica le manifestazioni in occasione del compleanno della sezione
veronese. Tra canti, assemblea generale e stand
Mostra fotografica alla casa del Mutilato. Sabato la messa nella basilica di San Zeno sarà celebrata dal vescovo Zenti
Compiono novant'anni, ma l'impegno e l'entusiasmo sono rimasti gli stessi. È un traguardo importante quello che
festeggiano in questi giorni gli alpini veronesi: il 90° anniversario della fondazione della sezione Verona 1920/2010.
In occasione di questo anniversario, ci sono una serie di iniziative per ricordare al meglio i primi 90 anni di storia.
I festeggiamenti cominciano venerdì 5 marzo, alle 16.30 con l'inaugurazione mostra "Gli Alpini a Verona" nella sala del
Palazzo del Mutilato, in via del Mutilato 8. La mostra resta aperta fino a domenica con orario 10/12.30 e 15.30/18.30, ed è
allestita in collaborazione con il Museo Storico Nazionale degli Alpini di Trento. Sempre venerdì alle 17 c'è l'incontro con
i volontari della Protezione Civile nell'auditorium del Palazzo della Gran Guardia. Alle 20.30 sempre all'auditorium Gran
Guardia serata con il coro Ana di Milano, dirige il maestro Massimo Marchesotti.
Il giorno dopo, dalle 8, al teatro K2 assemblea annuale dei delegati della sezione, a seguire la sfilata verso la basilica di
San Zeno dove, alle ore 11, il vescovo Giuseppe Zenti, celebrerà una messa solenne per tutti gli alpini, accompagna il rito
il coro sezionale Ana di San Zeno diretto dal maestro Renato Amedeo Buselli. Alle 12.30 sfilamento per le vie cittadine
per raggiungere la Targa del VI Alpini in piazza Bra per gli onori ai caduti. Saranno presenti autorità civili e militari e
rappresentanti della sede nazionale. Tutti i capigruppo, con i loro gagliardetti, saranno presenti anche con i loro sindaci
alpini.
Domenica 7 marzo con inizio alle 10 alzabandiera in Piazza Bra la nostra Protezione Civile sarà schierata con tutti i mezzi
e il nucleo cinofili darà dimostrazioni pratiche. Saranno inoltre collocati dei punti di informazione che illustreranno
l'attività svolta dalla sezione nello sport, la Protezione Civile, dal gruppo Giovani e dal gruppo Storico oltre che uno
spazio riservato alle 14 Zone in cui è divisa la sezione.
Nello stand della sezione si potranno trovare volumi e gadget alpini. La mattinata sarà allietata dalla musica e dal
carosello della Fanfara storica Alpina della Sezione di Vicenza in divisa storica e diretta da Luca Busato, lo spettacolo si
ripete nel pomeriggio.
Durante l'anno sono previste altre iniziative.
Data: Estratto da pagina:
01-03-2010 12L'ArenaLe Penne nere festeggiano novant'anni
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Home Provincia
PROTEZIONE CIVILE. Tutti i progetti del 2010 - 2011 per il territorio della provincia scaligera
Si comincia con le provinciali 38 a Campagnola e 8 Del Baldo
26/02/2010 e-mail print
Il problema delle frane è molto serio in Val d'Alpone Tre milioni 154mila euro per 11 opere sono stati stanziati dalla
Provincia nel bilancio 2010-2011 per i dissesti idrogeologici e altri 200mila per la protezione civile. Lo fa sapere
l'assessore Giuliano Zigiotto dopo la riunione d'inizio anno coi tecnici dell' Unità operativa dissesti idrogeologici in cui è
stato definito il Piano dettagliato degli obiettivi del 2010. Comprende la gestione dei compiti e delle funzioni interenti
protezione civile, dissesti idrogeologici e ufficio politiche montane. «La Provincia», dice, «ha previsto questa cifra nel
Piano delle opere per i dissesti idrogeologici più altri 200mila annuali per eventuali urgenze». Sono opere in parte iniziate,
in parte in via di progettazione ed altre per cui è prevista quella preliminare.
«Investendo tale cifra la Provincia dà il segnale preciso di voler salvaguardare il territorio», fa notare Zigiotto. «Rispetto
agli altri capitoli di spesa, tutti diminuiti in percentuale, questo è l'unico in cui l'impegno è aumentato rispetto agli anni
precedenti. All'indomani di tanti problemi verificatisi in Italia, visto anche quanto accaduto a Brentino Belluno dove il Rio
Secco è tracimato, ci pare importante rilevare che non stiamo investendo solo in sistemazioni di danni ed emergenze, ma
anche in importanti opere di prevenzione».
Ecco la scaletta di marcia: «Sono in esecuzione i lavori per sistemare il piano viabile della sp 38 a Campagnola di Soave
(181mila), mentre il progetto per consolidare i tratti successivi e precedenti (secondo stralcio) è in progettazione definitiva
(150mila). In fase esecutiva sono invece i progetti per stabilizzare il materiale detritico sulla sp8 Del Baldo, a Dosso
Struzzenà di Ferrara (500mila) e per realizzare, urgentemente, protezioni dalla caduta di massi sulla provinciale 11 della
Val D'Adige a Preabocco di Brentino Belluno (228.204,56), dove anche durante queste festività sono state segnalate
cadute detritiche. Tali lavori saranno affidati entro l'estate e andranno eseguiti entro fine anno».
Sono invece in progettazione definitiva (da concludersi nel 2010) opere per mettere in sicurezza vari siti a San Giovanni
Ilarione (400mila), la stabilizzazione di detriti con posa di reti paramassi e micro-pali sulle varie provinciali (650mila) e la
sistemazione del piano viabile della panoramica provinciale 37 a Colognola ai Colli (100mila). Programmate per
quest'anno le progettazioni preliminari di opere a protezione dalla caduta di massi a Selva di Progno (300mila), interventi
per sistemare e consolidare la provinciale 17 al chilometro 7+700 a Roncà interessata da frane (400mila), consolidamento
dei versanti rocciosi della provinciale 57 Dell'Altipiano tra Peri e Fosse (245mila). B. B.
Data:
26-02-2010 L'Arena.itTre milioni e 11 interventi per prevenire le emergenze
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ECOMAFIE. Si fa l'ipotesi di un «sabotaggio» mirato a realizzare qualche lucroso affare
L'onda nera avanza: in arrivo una task force. Monza intanto indaga sul grande progetto Ecocity. Stop a pesca e
navigazione nel Polesine
26/02/2010 e-mail print
La macchia di idrocarburi che dal Lambro ha raggiunto il Po e minaccia di finire nell'Adriatico ROMA
Cinque imbarcazioni capaci di risalire il Po e di intercettare la massa oleosa. È l'ultima misura, annunciata dal
Sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, alla Camera, durante un'informativa urgente del governo sull'emergenza
provocata dall'onda nera. I migliaia di metri cubi di idrocarburi scaturiti dall'ex raffineria Lombarda Petroli della Brianza
hanno percorso tutto il fiume Lambro, sfociando nel Po nel Piacentino, martedì arriveranno in quella di Parma e, nel giro
di qualche giorno, raggiungeranno l'Adriatico. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dopo aver sorvolato la
zona colpita, ieri ha confermato che «la movimentazione lungo il Po ci sarà ancora per 70 ore», poi la chiazza si getterà
nell'Adriatico. E se lunedì il Consiglio dei ministri adotterà lo stato d'emergenza per le regioni attraversate dai fiumi
inquinati, la Prestigiacomo ha lanciato un appello «alla magistratura per accertare responsabilità per fatti che non possono
essere tollerati, un vero attentato all'ambiente e alla salute dei cittadini».
La procura di Monza ha già aperto un fascicolo per disastro ambientale e inquinamento delle acque. L'ipotesi è quella di
sabotaggio: ecoterroristi che avrebbero sversato la marea nera nelle acque. Secondo indiscrezioni, potrebbe esserci un
caso di speculazione edilizia sull'area della vecchia raffineria. Originari del Foggiano, i fratelli Addamiano, creatori di
«Ecocity, il più grande progetto multifunzionale della Brianza», mercoledì erano irreperibili. Irreperibile anche Enzo
Tagliabue, proprietario dell'ex raffineria. Il primo punto da appurare riguarda la quantità di idrocarburi nelle cisterne: la
Lombarda Petroli aveva autocertificato meno di 5 milioni, tetto che consente di semplificare le procedure di sicurezza, ma
si sa che ce n'era molto di più.
Intanto da oggi i 23 sindaci del Polesine vieteranno pesca e navigazione lungo il Po, una decisione presa al termine di un
incontro a Rovigo cui hanno partecipato i primi cittadini dei Comuni polesani rivieraschi. «Il disastro ambientale causato
sul Lambro diventato una "superpetroliera" lo pagheremo a lungo», ha affermato il governatore del Veneto Giancarlo
Galan, rilevando che «in Lombardia è accaduto qualcosa che non sarebbe dovuto mai accadere».
Protezione civile, Esercito, Agenzia interregionale per il fiume Po, enti locali e autorità di governo sono tutti al lavoro per
tentare di bloccare l'onda. Costituità un'unità di crisi a Piacenza, che vedrà coinvolti gli uffici di Protezione Civile di
Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, oltre ad Aipo e Autorità di Bacino del Po.
Data:
26-02-2010 L'Arena.itLa speculazione edilizia dietro al disastro del Po
Argomento: Pag.NORD 11
27 feb 2010 PadovaN.C.
In serata a Calto si vede l'onda nera
ROVIGO La corrente del Po spazza via le barriere di contenimento di Calto e Guarda Veneta e, ora più che mai, la marea
nera sembra minacciare il Delta. Le squadre della Protezione civile hanno lavorato fino a tarda sera, ieri, per posizionare
gli sbarramenti di neoprene necessari a creare bacini utili agli skimmer, macchinari in grado di separare la frazione oleosa
dall'acqua, per lavorare al meglio.
A Calto, tecnici e volontari hanno lavorato per tutto il giorno per posare il serpentone di galleggianti zavorrati, lungo ben
seicento metri. Ma la forza dell'acqua ha avuto la meglio sulla forza di volontà, e alle 22 l'onda nera di idrocarburi è
passata senza trovare ostacoli alla propria corsa. Che la situazione non fosse facile, era stato evidente fin dal pomeriggio:
«Stiamo cercando di fare fronte alla situazione assicurava il coordinatore della squadra, Francesco Pullini noi non
siamomoltissimi, tanto che a darci una mano è sceso anche un team di volontari provenienti da Montecchio Maggiore,
contattato dalla Regione».
Non è andata meglio aGuarda Veneta, dove l'impegno non è stato meno intenso. Dopo un lungo lavoro di sbanco della
golena, resosi necessario per agevolare il passaggio dei mezzi pesanti di soccorso, le squadre hanno iniziato la posa. Già il
primo tentativo era andato storto, verso le 17,15 di ieri, per il cedimento di una fune e per l'insufficienza dei moduli di
neoprene a disposizione. Proprio per questo è stato inviato un Tir in extremis dal deposito di Malcontenta, per la consegna
del materiale mancante. Arrivato l'autoarticolato, gli operatori hanno ricominciato di buona lena sotto la luce delle
fotoelettriche, riuscendo finalmente a congiungere le due rive, distanti duecento metri l'una dall'altra. Ma la gioia è durata
poco: dopo una decina di minuti la struttura ha ceduto, spazzata via dal turbinio delle acque.
«Abbiamo impiegato i migliori materiali, usati addirittura in mare aperto, manon è servito osserva l'ingegnere Mariano
Carraro coordinatore dell'unità di crisi regionale della Protezione civile . Questo però non piega la nostra fiducia
nell'ottenimento del risultato».
Data:
27-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Padova)Ore 22, la macchia oleosa entra in Veneto E saltano le barriere
Argomento: Pag.NORD 12
28 feb 2010 PadovaMartino Galliolo Nicola Chiarini
ROVIGO «La situazione è sotto controllo e dalle analisi delle Arpa non emergono parametri fuori norma: non dovrebbero
essere, dunque, necessarie restrizioni alla pesca nel Delta o nell'uso dell'acqua potabile». Guido Bertolaso continua a
perseguire la linea della rassicurazione, anche al termine del vertice che lo ha visto protagonista ieri mattina in Prefettura
a Rovigo, un incontro con gli amministratori locali e i responsabili dei corpi di sicurezza nel territorio durato quasi due
ore. Nonostante questo, la procura rodigina, e non solo, sospetta di trovarsi comunque davanti a un disastro ambientale,
tanto da avere aperto un fascicolo sulla vicenda. A occuparsene è il sostituto procuratore Manuela Fasolato, che ha già
affidato consulenze per accertare le responsabilità dell'accaduto e il grado di inquinamento del fiume. Massimo riserbo
sulle ipotesi di reato, che per ora comunque dovrebbero essere contro ignoti e riguardare reati contro l'ambiente.
In ogni modo, ieri la macchina della Protezione civile si è rimessa in moto, ben determinata a cancellare la «nox
horribilis» precedente, quando la violenza del fiume ha piegato non solo le volontà degli uomini, ma soprattutto le
barriere di Calto e Guarda Veneta, lasciando strada aperta alla prima ondata di idrocarburi. Sulla base anche delle
indicazioni emerse dalla riunione in Prefettura, i volontari hanno realizzato uno sbarramento a Polesella, posando oltre
duecento metri di neoprene affiancati a uno strato di «salsicciotti» assorbenti, legando il tutto ai piloni di sostegno del
ponte che collega il centro polesano a Ro Ferrarese. In parallelo, i lavori stanno procedendo anche a Papozze dove,
sull'incile del Po di Goro, verranno poste altre panne. «Il monitoraggio è costante ribadisce Bertolaso in queste ore sono
impegnati anche mezzi aerei della Guardia costiera e dei Vigili del fuoco che stanno realizzando rilievi fotogrammetrici
tra Isola Serafini, vicino Piacenza, e il Delta stesso. Finora abbiamo notato solo sporadiche chiazze superficiali, che non
riteniamo pericolose». Concetti che il sottosegretario ha ribadito successivamente anche a Ferrara dove è giunto alle 13
per fare il punto sulla gestione dell'acqua potabile.
Data:
28-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Padova)Macchia oleosa in Canal Grande Per i tecnici è colpa dell'acqua alta
Argomento: Pag.NORD 13
26 feb 2010 Treviso
Il passaggio slitta a domani. Protezione civile in campo con navi e barriere. Bertolaso sul fiume
«Onda nera», vietate pesca e navigazione in tutti i comuni
ROVIGO L'onda nera è ormai alle porte del Veneto e lo confermano i primi provvedimenti varati ieri dal prefetto di
Rovigo, Aldo Adinolfi, che ha disposto il divieto di pesca e di navigazione lungo il Po. «Un'azione puramente
precauzionale sottolinea non ci sono, per ora, parametri che facciano temere situazioni di pericolo. La situazione è seria,
ma pienamente sotto controllo». Decisioni assunte in raccordo con il sottosegretario alla Protezione civile, Guido
Bertolaso. Vedi
Data: Estratto da pagina:
26-02-2010 3Corriere del Veneto (Ed. Treviso)Veneto, scatta l'allarme Po
Argomento: Pag.NORD 14
26 feb 2010 TrevisoN.C.
Sindaci invitati a predisporre le autobotti. Piano «b» per Corbola
ROVIGO La macchina della Protezione civile è entrata in funzione e il primo gruppo è già sceso in campo, nell'area tra
Melara e Occhiobello. Proprio qui a ridosso del ponte di Pontelagoscuro, che separa il Veneto dall'Emilia Romagna, verrà
collocato il primo sbarramento di panne assorbenti, posto in maniera obliqua rispetto alle rive: un'opzione che, secondo i
tecnici, dovrebbe offrire risultati migliori rispetto alla collocazione trasversale prescelta nel Piacentino.
In totale in Polesine ne verranno realizzati quattro, grazie alla disponibilità di un chilometro di salsicciotti messi a
disposizione dalla Capitaneria di porto di Chioggia, cui si dovrebbero aggiungere altri duemila metri, già richiesti al
ministero dell'Ambiente dal gruppo di gestione dell'emergenza.
Ciascun elemento della panna, della dimensione di due metri per due, costa circa 250 euro: il conto che i veneti devono
pagare per il sabotaggio della raffineria «Lombarda Petroli» di Villasanta di Monza è, dunque, assai salato.
Data:
26-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Treviso)Panne assorbenti e fotoelettriche Pronta la barriera di Occhiobello
Argomento: Pag.NORD 15
28 feb 2010 TrevisoN.C.
Posizionati gli sbarramenti
POLESELLA (ROVIGO) La giornata assolata e gli argini pieni di gente apparentemente spensierata, facevano pensare a
una scampagnata primaverile. I tanti mezzi di Protezione civile e Vigili del fuoco, però, riportavano anche il più distratto
degli osservatori alla realtà. A Polesella, infatti, ieri era in corso una delle operazioni più delicate nella gestione
dell'emergenza inquinamento sul Po, con la costruzione in extremis di uno sbarramento, dopo il fallimento di quelli da
realizzare a Calto e Guarda Veneta, inghiottiti dalla corrente vorticosa. Le squadre hanno iniziato a lavorare alle prime ore
del mattino, sempre accompagnate dallo sguardo dei curiosi. A metà pomeriggio la struttura è finalmente chiusa e la
soddisfazione tra i volontari è percepibile. Atterra un elicottero dei Carabinieri, poco dopo un altro della Protezione civile:
sono loro che dall'alto avvertono i tecnici sull'evoluzione della situazione.
Quando si aprono le porte del velivolo qualcuno è deluso. «Speravo ci fosse Bertolaso» dice Paolo, accompagnato dalla
figlia. E aggiunge, aggiustandosi gli occhiali: «Vabbè vado via». Rilancia un ragazzo lì vicino: «Pensa che io me lo sono
perso quando è arrivato davvero, stamattina: ero andato a casa a mangiare. Che sfiga!».
Data:
28-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Treviso)L'impresa di Polesella e la delusione dei curiosi «Mi sono perso Guido»
Argomento: Pag.NORD 16
27 feb 2010 VeneziaMa.Gal.
VENEZIA Sigarette di contrabbando nascoste nelle gardenie: le piante andranno come ornamento nelle scuole e nei
cimiteri veneziani. E il camion che le trasportava ai vigili del fuoco e alla protezione civile di Venezia. Nel doppio fondo
dei vasi i contrabbandieri hanno nascosto oltre sei tonnellate di bionde, ma la Guardia di finanza ha fermato al porto di
Venezia il Tir con targa bulgara appena sbarcato da un traghetto proveniente dalla Grecia con all'interno 11 mila piante
dirette in Olanda, il paese dei t. E' vero che anche le piante hanno un mercato globalizzato ma la cosa ha fatto insospettire
i finanzieri del tenente colonnello Antonio Magro. Nel camion c'erano 6,2 tonnellate di sigarette di contrabbando della
«Capital», tutti pacchetti destinati al mercato di Napoli. Il camionista bulgaro, T.L.E., è stato arrestato e il suo carico
messo sotto sequestro. Le undicimila piantine di gardenia verranno distribuite nelle scuole e nei cimiteri di Mestre e
Venezia. Lo ha deciso la procura veneziana che ha disposto anche che il camion venga messo in dotazione a vigili del
fuoco e protezione civile.
Data:
27-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Venezia)Bionde tra le gardenie, maxi sequestro
Argomento: Pag.NORD 17
27 feb 2010 VeneziaNicola Chiarini
Il sottosegretario: «Neanche una goccio d'olio in Adriatico». Il vicegovernatore Manzato: «Stato di emergenza»
ROVIGO «Non credo arriverà una sola goccia di olio nell'Adriatico». Guido Bertolaso si dice convinto che il grosso
dell'emergenza Po sia stato lasciato alle spalle, ostentando tranquillità a un Polesine che pare tutt'altro che tranquillo per
come sta evolvendo la situazione. Mail sottosegretario alla Protezione civile non vuole lasciare spazi a dubbi, a botta
calda dopo un briefing in prefettura aMilano, dove si è recato disdicendo in extremis un vertice fissato per le 13 di ieri a
Rovigo. E rimarca quanto la sua tesi non sia ispirata da semplice ottimismo, ma confortata dai rilievi fatti dalle Agenzie
regionali per la protezione ambientale (Arpa). «Per le acque del Po, secondo le analisi, non ci sono dati allarmanti: tutti i
parametri sono nella norma». Esiti che conforterebbero il buon lavoro di contenimento della marea nera svolto in
provincia di Piacenza, dove è stata collocata l'unità di crisi generale per la gestione dell'emergenza ambientale. «Questi
dati confermanol'efficacia delle azioni messe in atto sostiene ancora Bertolaso cruciale la funzione della diga
dell'impianto idroelettrico di Isola Serafini che che ha saputo arrestare meglio di qualsiasi altro intervento l'arrivo della
massa oleosa».
Campionamenti dell'Arpav Un'addetta dell'Agenzia regionale per l'ambiente preleva i campioni d'acqua sulla riva del Po
per verificare la presenza di idrocarburi. La chiazza è entrata in Veneto ieri notte I pescatori del Delta del Po, però,
chiedono garanzie precise, al di là delle parole rassicuranti. Per questo i lavoratori delle cooperative hanno deciso di
mettere nero su bianco un documento da consegnare proprio a Bertolaso, chiedendo la previsione di un capitolo specifico
nel decreto di dichiarazione dello stato di emergenza, a sostegno del comparto ittico. Le promesse e l'ottimismo non
paiono davvero bastare a questi lavoratori e lo hanno rimarcato, con chiarezza, nel corso diun partecipato incontro in
Provincia con le delegazioni della giunta, guidata dalla presidente Tiziana Virgili, e della Protezione civile regionale,
rappresentata da Mariano Carraro. «Rischiamo danni che ci penalizzeranno per i prossimi dieci anni dice un portavoce dei
pescatori finita l'emergenza si spegneranno i riflettori e noi ci troveremo da soli, magari con le cozze e le vongole che
sanno di gasolio». Chiede lo stato di emergenza il vicegovernatore del Veneto Franco Manzato: «Rischiamo danni ingenti
al turismo - dice - dato che è impensabile presentarsi sul mercato con questa opmbra»
Data:
27-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Venezia)Bertolaso sul Po: «Salveremo Delta e mare»
Argomento: Pag.NORD 18
28 feb 2010 Venezia
Il sottosegretario: «Analisi nella norma». Ma a Rovigo il pm Fasolato apre un fascicolo
Qui sopra, il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso in Prefettura a Rovigo Ai lati, volontari al lavoro
sulle rive del Po per cercare di fermare l'onda nera (
Data:
28-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Venezia)Bertolaso: «Il Delta è salvo». Ma la procura indaga
Argomento: Pag.NORD 19
28 feb 2010 VicenzaAl.A.
Il diplomatico Rozzi Marin: «Non ho notizie della mia famiglia»
VENEZIA I telefoni sono rimasti in silenzio per tutta la giornata.
Il disastro del Cile Nella foto una delle prime immagine del sisma devastante che ha colpito il Paese dell'America Latina.
Il console preoccupato: non ho notizie di molti italiani che vivono lì È impossibile contattare il centralino di via Salvador
Allende 537 nell'area di San Joaquin a Santiago. La sede dell'associazione degli «empresarios venetos en Chile» è rimasta
senza elettricità ed è completamente isolata. Come tutto il resto della città, ha fatto sapere interrompendo le normali
trasmissioni televisive il ministro delle Telecomunicazioni cilene. E infatti a Camisano vicentino, nello studio
dell'avvocato Aldo Rozzi Marin, rappresentante degli imprenditori cileni di origine veneta, la tensione è palpabile. Mentre
la televisione cilena continua a trasmettere le immagini del disastroso terremoto costato la vita, per ora, a circa
centocinquanta persone, l'avvocato, nato in Cile da genitori vicentini e poi tornato in Italia per diventare nel 2003 console
del Cile in Veneto, cerca di contattare i suoi genitori e i numerosi amici rimasti a Santiago, a Valparaiso e a Concepcion,
le aree più colpite dal sisma. «Sono almeno un migliaio le famiglie di origine veneta che vivono nella regione di Santiago
spiega Rozzi Marin anche se apparentemente non ci sono vittime venete vorrei sapere che cosa è accaduto alla mia
famiglia e ai miei amici. Sono estremamente preoccupato». L'epicentro del terremoto, infatti, si colloca a poco meno di
novanta chilometri da Concepcion nella regione del Biobio, una delle aree più industrializzate del Cile e con la quale la
Regione Veneto, anche per via della massiccia presenza di imprenditori veronesi e vicentini, ha stretto negli anni scorsi
una serie di accordi commerciali. «Mi attiverò in prima persona perché il Veneto apra il prima possibile dei canali per
organizzare gli aiuti necessari dice il consigliere regionale Raffaele Zanon che per primo ha messo piede in Cile con una
delegazione ufficiale della Regione sono stato contattato da alcuni cileni che vivono a Padova molto preoccupati per le
loro famiglie, ma non siamo riusciti a sapere nulla».
Data:
28-02-2010 Corriere del Veneto (Ed. Vicenza)Fiato sospeso per il terremoto in Cile Il console: «Buio sulla sorte dei veneti»
Argomento: Pag.NORD 20
e manzato chiede lo stato di emergenza
Due barriere sul Po non reggono
Nuova difesa a Polesella
Gli sbarramenti di Calto e Guarda Veneta spazzati dalla corrente. Cresce il pericolo d'inquinamento, altri due sbarramenti
prima del Delta ROVIGO � Tra le 22 e le 23 di venerdì la corrente del Po ha spazzato via le barriere di contenimento di
Calto e Guarda Veneta e, ora più che mai, la marea nera sembra minacciare il Delta. Attorno alle 10 del mattino l'onda,
che viaggia con una media di tre chilometri all'ora, si trova all'altezza dei comuni di Gaiba e di Stienta, in provincia di
Rovigo. E' attesa per le 12 a Pontelagoscuro, al confine tra la regione Veneto e l'Emilia Romagna. Visto il fallimento delle
barriere di Calto e Guarda Veneta, la Protezione civile sta allestendo una barriera a Polesella dove la piena è attesa nel
primo pomeriggio. Uno sbarramento era già stato messo in atto a Chiesa di Papozze, poco prima che il Po si ramifichi nel
Delta.
DIFFICOLTA' - Le squadre della Protezione civile hanno lavorato fino a tarda sera per posizionare gli sbarramenti di
neoprene necessari a creare bacini utili agli skimmer, macchinari in grado di separare la frazione oleosa dall�acqua, per
lavorare al meglio. A Calto, tecnici e volontari hanno lavorato per tutto il giorno per posare il serpentone di galleggianti
zavorrati, lungo ben seicento metri. Ma la forza dell�acqua ha avuto la meglio sulla forza di volontà, e l�onda di
idrocarburi è passata senza trovare ostacoli alla propria corsa. Che la situazione non fosse facile, era stato evidente fin dal
pomeriggio: «Stiamo cercando di fare fronte alla situazione � assicurava il coordinatore della squadra, Francesco Pullini �
noi non siamo moltissimi, tanto che a darci una mano è sceso anche un team di volontari provenienti da Montecchio
Maggiore, contattato dalla Regione».
Non è andata meglio a Guarda Veneta, dove l�impegno non è stato meno intenso. Dopo un lungo lavoro di sbanco della
golena, resosi necessario per agevolare il passaggio dei mezzi pesanti di soccorso, le squadre hanno iniziato la posa. Già il
primo tentativo era andato storto, verso le 17.15, per il cedimento di una fune e per l�insufficienza dei moduli di neoprene
a disposizione. Proprio per questo è stato inviato un tir in extremis dal deposito di Malcontenta, per la consegna del
materiale mancante. Arrivato l�autoarticolato, gli operatori hanno ricominciato di buona lena sotto la luce delle
fotoelettriche, riuscendo finalmente a congiungere le due rive, distanti duecento metri l�una dall�altra. Ma la gioia è durata
poco: dopo una decina di minuti la struttura ha ceduto, spazzata via dal turbinio delle acque. «Abbiamo impiegato i
migliori materiali, ma non è servito, impiegati addirittura in mare aperto � osserva l�ingegnere Mariano Carraro
coordinatore dell�unità di crisi regionale della Protezione civile � questo però non piega la nostra fiducia nell�ottenimento
del risultato».
TERZO MURO - Insomma, perse due battaglie, Carraro ancora conta di vincere la guerra contro il mostro nero che sta
ferendo il Po. «Al di là del fatto che l�onda è molto diluita, anche grazie ai successi ottenuti nel piacentino � spiega �
abbiamo già pronte le contromisure: proseguono i lavori per la barriera di Chiesa di Papozze e provvederemo alla posa di
panne di contenimento per chiudere gli imbocchi dei rami minori del fiume, in modo da poterci concentrare sul Po di
Venezia. A questo va aggiunto che abbiamo già pronte sulle foci due navi speciali, giunte direttamente da Messina per
intervenire in caso di necessità». Nel frattempo gli skimmer lavoreranno comunque, garantendo la pulizia di 80 metri cubi
d�acqua l�ora. Certo, poca cosa rispetto alla portata del fiume in questa fase. «La corrente viaggia a 3,3 chilometri orari
con una portata tra gli 0,8 e 0,9 metri cubi al secondo � rileva Francesco Bianchini, responsabile dell�ufficio volontariato
della Protezione civile veneta � sono condizioni di lavoro molto difficili». Una lettura confermata dal direttore del
consorzio di bonifica Delta Po Adige, Lino Tosini: «Il fiume è evidentemente in piena e questo sta rendendo ancora più
difficile il contenimento dell�inquinamento da idrocarburi».
BERTOLASO - Intanto, in Veneto dovrebbe arrivare anche il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso,
atteso per le 10,30 di sabato. Nel cuore della giornata Bertolaso si era detto convinto che nemmeno una goccia di olio
avrebbe intaccato il Delta del Po. «La notizia fondamentale è che la massa oleosa di fatto l�abbiamo fermata a Isola
Serafini e adesso ci sono gli skimmer che stanno recuperando la massa a monte della barriera della diga dell�Enel».
Queste le parole scambiate da Guido Bertolaso coi giornalisti a Piacenza. «Credo che al massimo - ha aggiunto - sia
sfuggito da questa barriera tra il 5 e il 10 per cento della massa complessiva, quindi questo è un dato molto significativo».
STATO DI EMERGENZA - Al netto delle rassicurazioni, la politica veneta mette le mani avanti. «Siamo di fronte a un
fatto gravissimo, sia a livello ambientale sia per il sistema turistico del Veneto: l�allarme sul rischio che l�onda di
idrocarburi arrivi nel territorio regionale è altissimo». Lo sottolinea il vicepresidente del veneto e assessore al turismo
Data:
27-02-2010 Corriere del Veneto.itDue barriere sul Po non reggono Nuova difesa a Polesella
Argomento: Pag.NORD 21
Franco Manzato. «Il rischio che la chiazza oleosa raggiunga il Delta del Po per riversarsi poi nel nostro mare - sottolinea -
ci spinge a chiedere lo stato di emergenza». L�assessore veneto è convinto che «i danni che questo disastro epocale
potrebbero causare al turismo del Veneto sono elevatissimi». I litorali della regione si preparano ad aprire la stagione e i
turisti si stanno attivando con le prenotazioni per soggiornare sulle nostre spiagge: «è impensabile - secondo Manzato -
che ci si possa presentare sul mercato con questa ombra». Per l�assessore veneto, «è indispensabile che si arrivi ad un
accordo tempestivo e efficace con la Lombardia affinchè si riesca a bloccare definitivamente il corso dell�onda. La
Lombardia ha fallito, ma ora si deve lavorare in sinergia».
L'ECOSISTEMA DEL DELTA - Ma gli idrocarburi presenti nel Lambro e nel Po possono inquinare le falde acquifere?
«Al momento non risulta», la risposta ancora Bertolaso da Piacenza. «Le Arpa di Emilia, Lombardia e Veneto tengono la
situazione sotto controllo facendo continue analisi delle acque - ha aggiunto - Mi riferiranno, ma finora non ho avuto
segnali allarmanti e questa è un�altra buona notizia». Il capo della Protezione civile ha pure reso noto che sono stati
individuati siti di stoccaggio del materiale inquinante. «Ne abbiamo individuati alcuni giovedì sera - a Ravenna, Cremona
e Piacenza - e questo ci ha consentito durante la notte e questa mattina di portare via quello che è stato aspirato». Quanto
al danno subito dall�ecosistema fluviale, il sottosegretario ha sottolineato che questo «avrà avuto sicuramente qualche
problema, soprattutto lungo il Lambro, sul Po è interessata soprattutto l�area di Piacenza. Ho detto fin da giovedì che le
autorità piacentine sono quelle che si sono sobbarcate il peso maggiore di questa situazione, ma è ovvio che poi si farà
tutta quella bonifica che serve per scongiurare più gravi conseguenze».
Nicola Chiarini
Data:
27-02-2010 Corriere del Veneto.itDue barriere sul Po non reggono Nuova difesa a Polesella
Argomento: Pag.NORD 22
disastro ambientale
Bertolaso sul fiume. Divieto di pesca e navigazione, corsa contro il tempo per limitare i danni ROVIGO� L�onda nera è
ormai alle porte del Veneto e lo confermano i primi provvedimenti varati giovedì dal prefetto di Rovigo, Aldo Adinolfi,
che ha disposto il divieto di pesca e di navigazione lungo il Po. «Un�azione puramente precauzionale � sottolinea � non ci
sono, per ora, parametri che facciano temere situazioni di pericolo. La situazione è seria, ma pienamente sotto controllo».
Decisioni assunte in raccordo con il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, che da Piacenza ieri ha
coordinato il tavolo interregionale di intervento tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
La Protezione civile Ma il lavoro è stato febbrile non solo nella città emiliana. Rovigo, infatti, è divenuta la testa della
gestione dell�emergenza, tanto che in Prefettura si è insediato il gruppo di coordinamento operativo guidato dall�ingegner
Mariano Carraro, capo della Protezione civile del Veneto. Giovedì mattina il primo briefing, che si replica oggi a ridosso
dall�arrivo in Polesine della marea di nafta e olio confluita nel Po dal Lambro. Salvo rallentamenti della corrente, l�ondata
dovrebbe varcare il confine di Melara tra venerdì sera e sabato mattina per raggiungere le foci del Delta, al massimo, per
la notte di domenica. Proprio per questo motivo giovedì pomeriggio il prefetto Adinolfi ha convocato i 23 sindaci dei
Comuni affacciati sulle sponde del grande fiume, per cercare di organizzare le operazioni. E i primi cittadini, soprattutto
quelli del Delta, hanno mostrato la loro preoccupazione per le ripercussioni che il disastro ambientale potrebbe avere sulla
pesca. «In Emilia Romagna e in Lombardia stanno lavorando sodo e noi non saremo da meno � assicura il sindaco di Porto
Tolle, Silvano Finotti� spero solo che il piano di contenimento della marea ottenga i risultati sperati».
La pesca Il timore di Finotti e di diversi altri amministratori è che la chiazza, pur indebolita nella discesa dal Piacentino
al Ferrarese, possa superare i quattro sbarramenti di panne assorbenti predisposti per il Polesine: Pontelagoscuro,
Castelnovo Bariano, Guarda Veneta e Corbola. Se il mostro di gasolio uscisse indenne da quest�ultima tagliola l�epilogo
potrebbe essere drammatico non solo per l�ecosistema, ma per la pesca che è direttamente collegata. E sono più di 1500 i
cittadini a vivere soprattutto della coltura dei molluschi. L�allarme preoccupa anche i pescatori di Chioggia. «Uno
sversamento di idrocarburi nel sistema delle valli sarebbe drammatico � continua Finotti � siamo pronti anche a bloccare i
rami secondari del Po con le bettoline, per cercare di arginare in extremis il pericolo». In continuo contatto con le
cooperative dei pescatori è Claudio Bellan, assessore provinciale per il settore. «Purtroppo mi giungono già segnali di
forte preoccupazione� racconta� il contraccolpo sulle vendite si farebbe già sentire ora: anche se non vi è alcuna
contaminazione sui prodotti, i consumatori fanno l�equazione tra il sistema del Po e l�inquinamento». L�impegno di tutti è
massimo: il disastro ecologico non può tramutarsi anche in disastro economico.
Coordinamento interregionale Ragion per cui i vertici del Parco del Delta del Po hanno preso carta e penna per chiedere
al ministro dell�Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e al presidente della Regione, Giancarlo Galan, di dichiarare lo stato
d�emergenza. «Auspichiamo � spiega la vicepresidente dell�ente, Maria Cristina Mazzucco � che vengano adottate tutte le
procedure idonee ad arginare il fenomeno, prima che il Po raggiunga il Delta. In caso contrario, non solo risulterebbe
impossibile effettuare qualsiasi tipo di intervento ma i danni arrecati a flora, fauna e attività produttive sarebbero
inimmaginabili». Sulla base della richiesta avanzata dalle Regioni, nel prossimo Consiglio dei Ministri verrà adottata la
dichiarazione dello stato di emergenza per le regioni attraversate dai corsi d�acqua che hanno sofferto la grave forma di
inquinamento da idrocarburi, Veneto compreso. E� stata decisa la costituzione di una struttura di coordinamento che vedrà
coinvolti il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e gli uffici di Protezione Civile delle regioni Lombardia,
Emilia-Romagna e Veneto, oltre ad Aipo e Autorità di Bacino del Po. Una posizione sottoscritta da Legambiente Veneto
che in questi giorni avvierà il primo corso di formazione per diventare volontari di Protezione civile specializzati nella
pulizia di coste e spiagge da sversamento di idrocarburi. L�iniziativa si terrà fino a domenica al Palaplip di Mestre, per
essere ripetuta dal 5 al 7 marzo a Rovigo, nella sede del Centro servizi per il volontariato (Csv).
Nicola Chiarini
Data:
26-02-2010 Corriere del Veneto.itOnda nera, stato di emergenza sul Po
Argomento: Pag.NORD 23
emergenza inquinamento
Bertolaso a Rovigo: «Acqua nei parametri, nessuna restrizione per la pesca»
Vertice in prefettura con il capo della Protezione civile: «Monitoraggio costante». Nuova barriera in allestimento a
Polesella ROVIGO � «La situazione è sotto controllo e dalle analisi delle Arpa non emergono parametri fuori norma: non
dovrebbero essere, dunque, necessarie restrizioni alla pesca nel Delta o nell�uso dell�acqua potabile». Lancia un
messaggio tranquillizzante Guido Bertolaso, al termine del vertice in Prefettura a Rovigo con gli amministratori locali e i
responsabili dei corpi di sicurezza nel territorio. «Il monitoraggio è costante � assicura il sottosegretario alla Protezione
civile � in queste ore sono impegnati anche mezzi aerei della guardia costiera e dei vigili del fuoco che stanno realizzando
rilievi fotogrammetrici tra Isola Serafini, vicino Piacenza, e il Delta stesso. Finora abbiamo notato solo sporadiche chiazze
superficiali, che non riteniamo pericolose». Bertolaso ha poi ripreso l�elicottero per trasferirsi a Ferrara dove, per le 13,
era prevista una riunione nella prefettura della città emiliana per fare il punto della situazione, in particolare rispetto al
prelievo di acque per usi alimentare e sanitario. «Ma ribadisco che non dovrebbero esserci difficoltà», rimarca Bertolaso.
Nel pomeriggio, sempre a Rovigo, i collaboratori del sottosegretario si riuniranno con rappresentanze dell�Ente Parco del
Delta del Po e delle associazioni ambientaliste. «Sono realtà coinvolte a pieno titolo nella regia che gestisce l�emergenza».
fotogallery 7 foto - inserisci il link alla galleryLA BARRIERA DI POLESELLA - La marea nera sul Po sta marciando
verso il Delta alla velocità di 3,3 chilometri orari. A Polesella è stata allestita la prima barriera di contenimento degli
idrocarburi, dopo il fallimento delle operazioni a Calto e il cedimento dello sbarramento di Guarda Veneta, spazzato via
nella tarda serata di venerdì dalla furia della corrente. Sempre in giornata dovrebbero essere posate le panne sugli
imbocchi dei rami minori del Delta, in modo da contenere la massa di idrocarburi (circa 60mila litri, si presume) nel Po di
Venezia, il ramo principale. In caso di necessità sono già pronte alla foci due barche attrezzate per il pronto intervento
nell�emergenza ambientale, inviate direttamente da Messina.
Nicola Chiarini
Data:
27-02-2010 Corriere del Veneto.it«Acqua nei parametri, no a restrizioni per la pesca»
Argomento: Pag.NORD 24
emergenza inquinamento
Bertolaso: «Il fiume Po è salvo»
Ma la procura apre un'inchiesta
Rovigo, il capo della Protezione civile: «Monitoraggio costante, i valori dell'acqua sono nella norma». Nuova barriera
allestita a Polesella ROVIGO � I tecnici della Protezione civile hanno completato lo sbarramento a Polesella per
contenere l�ondata di gasolio che, confluita dal Lambro, sta correndo con le acque del Po verso il Delta. In parallelo
stanno procedendo i lavori a Chiesa di Papozze per la realizzazione di una seconda struttura di contenimento. Le squadre
hanno iniziato a lavorare alle prime ore di sabato, posando oltre duecento metri di neoprene affiancati a uno strato di
«salsicciotti» assorbenti, legando il tutto ai piloni di sostegno del ponte che collega il centro polesano a Ro Ferrarese. Un
doppio strato che ha il compito di bloccare la pellicola superficiale di idrocarburi e trattenere la frazione oleosa più
grossolana, prima che lo skimmer provveda a una pulizia più radicale e allo stoccaggio delle sostanze tossiche in
un�autocisterna, posta sull�argine e collegata a un tubo. A lavoro concluso tra le squadre c�è fiducia sul buon esito delle
operazioni, in attesa dell�ondata più grossa, prevista in nottata. «Verso le quattro � precisa Diego Prudenziato, coordinatore
del gruppo di Protezione civile del comprensorio dell�Eridano � le chiazze si sono molto frammentate, dunque non
dobbiamo immaginare l�arrivo di un�unica grossa massa». Altrettanto fiduciosi sono a Papozze. «Le operazioni stanno
proseguendo nel rispetto dei tempi», sostiene il comandante della polizia municipale, Natale Giani. Sempre in giornata
dovrebbero essere posate le panne sugli imbocchi dei rami minori del Delta, in modo da contenere la massa di idrocarburi
(circa 60mila litri, si presume) nel Po di Venezia, il ramo principale. In caso di necessità sono già pronte alla foci due
barche attrezzate per il pronto intervento nell�emergenza ambientale, inviate direttamente da Messina.
fotogallery 7 foto - inserisci il link alla galleryBERTOLASO A ROVIGO - Ad assistere i lavori quattro elicotteri che
controllano l�evolversi della situazione dall�alto, raccordandosi con le squadre a terra. «Il monitoraggio è costante �
assicura Guido Bertolaso, sottosegretario alla Protezione civile � in queste ore sono impegnati anche mezzi aerei della
Guardia costiera e dei Vigili del fuoco che stanno realizzando rilievi fotogrammetrici tra Isola Serafini, vicino Piacenza, e
il Delta stesso. Finora abbiamo notato solo sporadiche chiazze superficiali, che non riteniamo pericolose». Intanto la
Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo sulla vicenda. A occuparsene è il sostituto procuratore Manuela Fasolato, che ha
già affidato consulenze per accertare le responsabilità dell'accaduto e il grado di inquinamento del fiume. Massimo riserbo
sulle ipotesi di reato, che per ora comunque dovrebbero essere contro ignoti e riguardare reati contro l'ambiente.
Nicola Chiarini
Data:
28-02-2010 Corriere del Veneto.itBertolaso: «Il fiume Po è salvo» Ma la procura apre una inchiesta
Argomento: Pag.NORD 25
Cancia. Indicazioni dalla Regione
BORCA. In relazione ai problemi causati alle abitazioni di Cancia dalla frana che scende dall'Antelao, in municipio è
arrivata nei giorni scorsi un'indicazione operativa di massima da parte della Protezione civile della Regione. Le case che
sono posizionate sulla traiettoria della colata detritica, dovranno infatti dotarsi di porte blindate. Se la frana dovesse
scendere di nuovo, il piano di protezione civile prevede che i cittadini saranno tempestivamente avvisati dal suono di una
sirena. A monte del canalone di Salvella verrà infatti posizionato un sensore che, al primo movimento, darà l'allarme. I
cittadini avranno quindi il tempo per mettersi al riparo ed abbandonare le loro case o per spostarsi ai piani superiori delle
abitazioni. Le finestre dovranno essere immediatamente chiuse e le porte blindate, per garantire maggiore solidità agli
edifici. Anche se la cosa non è stata specificata in maniera inequivocabile, gli adeguamenti contenuti nell'informativa
dovrebbero essere a carico della Regione stessa. (a.s.)
Data:
26-02-2010 Corriere delle AlpiLe porte blindate a difesa delle case
Argomento: Pag.NORD 26
Tiene la barriera a monte del delta del Po, si riducono i rischi
M. ANTONIETTA FILIPPINI
FERRARA. Ancora oggi e domani, dice il capo della protezione civile Bertolaso e poi l'onda nera del petrolio avràlasciato il Po. Spaventati, ieri hanno manifestato i pescatori della sacca di Goro, dove ci sono allevamenti divongole e cozze. Una paura che accomuna i chioggiotti. Se il petrolio arrivasse all'Adriatico, oltre al Parco naturale Delta del Po e alle spiagge marine, per il gioco delle correnti,
l'inquinamento tornerebbe indietro nelle valli di pesca. Bertolaso, ieri a Rovigo e a Ferrara (ha poi sorvolato il Po fino a
Piacenza), ha escluso che l'inquinamento coinvolgerà l'Adriatico. Un sospiro di sollievo per l'acquedotto di Ferrara, che
pesca nel Po a una profondità di 3,5 metri e serve 300mila persone. A Pontelagoscuro, odore di idrocarburi, ma i prelievi
davano 0,8 milligrammi per litro, sotto il limite per la potabilizzazione.
Non tutto è stato recuperato - bene ha funzionato la diga della centrale di Isola Serafini - dello sversamento doloso nel
fiume Lambro di 3,5 milioni di litri di idrocarburi dalla Padana petroli a Monza. Ieri le macchie olese hanno attraversato il
Po nel Mantovano e hanno raggiunto il tratto finale che segna il confine tra Rovigo e Ferrara. Il tentativo di porre una
barriera tra Felonica (Mantova) e Calto (Rovigo) è fallito per la forte corrente. Dopo ore e ore di tentativi, si è deciso di
ritentare tra Ro Ferrarese e Polesella dove sono in azione i battelli-idrovore Pellicano, detti anche spazzini. Intanto non si
placano le polemiche. Una catena umana di 300 persone con Legambiente ha abbracciato simbolicamente il Lambro,
un'iniziativa condivisa dal regista Ermanno Olmi. Il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, si costituirà
parte civile e chiede la bonifica delle sponde su cui si sono depositate macchie oleose. Dopo Monza, anche la procura di
Rovigo ha aperto un'inchiesta. Bertolaso domani incontrerà i presidenti di Emilia e Veneto, Errani e Galan.
Data:
28-02-2010 Corriere delle AlpiMarea nera, Bertolaso rassicura
Argomento: Pag.NORD 27
CONSTITUCION. A Constitucion, tra le principali località balneari del centro-sud del Cile, lo tsunami ha colpito e
sconvolto senza pietà: qui il terremoto ha fatto 350 morti, per effetto delle scosse ma soprattutto per il maremoto. La
cittadina di pescatori, a circa 350 chilometri a sud-ovest di Santiago e a nord di Concepcion, è stata devastata. Sono
immagini terribili quelle che si parano davanti agli occhi: case distrutte dal maremoto, barche e pescherecci arenati sulla
terraferma e sulle strade, automobili ribaltate. Fango dappertutto. Non c'è acqua, non c'è luce e manca il cibo. E alcuni,
denunciano le autorità, hanno saccheggiato negozi e supermercati. Anche in altre località, come a Talcahuano, e su interi
tratti della costa del centro-sud del Cile, gli effetti del dopo tsunami sono drammatici: si contano centinaia di case
trascinate dal mare, con onde gigantesche che hanno spinto verso l'entroterra tutto quanto trovavano, cancellando le
stradine e i percorsi turistici, che non torneranno mai ad essere come prima. In tutta l'area il terrore di una nuova onda di
maremoto rimane altissimo. Anche ieri c'è stato un allarme a Valparaiso, 120 km a ovest di Santiago, ma era una voce
falsa, sottolineano le autorità. La gente non ci ha creduto. E tantissimi abitanti della città, appena si è diffusa la voce, sono
fuggiti verso le colline adiacenti con ogni mezzo. Nell'isolotto Robinson Crusoe, nell'arcipelago Juan Fernandez, dove
abitano 500 persone, le onde del dopo sisma hanno trascinato con sè un centinaio di case, la scuola e numerosi
pescherecci. Sono morte undici persone, i dispersi sono 18. Anche Cobquecura, località nella regione di Bio Bio, è stata
distrutta: il 95% delle abitazioni è rasa al suolo.
Perché l'allerta tsunami sia efficace è fondamentale la tempestività. E nel caso del Cile, che ha determinato il successivo
maremoto in vaste aree del Pacifico con onde che hanno investito le coste di vari Paesi, fino alle Hawaii ed al Giappone, il
sistema ha funzionato, evitando danni peggiori. Il giudizio è dell'esperto del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr)
Nevio Zitellini, che avverte: «Resta tuttavia il problema dell'allerta per i maremoti locali, ovvero più vicini».
Lo tsunami ha raggiunto le coste del Giappone tagliando il Pacifico come in occasione del devastante terremoto del 1960
a Valdivia, sempre in Cile: questa volta l'onda anomala non si abbatte con la potenza di un'altezza di 3 metri sulle coste
del Sol Levante, ma si ferma a quota 1,2 nel porto di Kuji, in base alle rilevazioni della Japan metereological agency. Il
risultato fa tirare un respiro di sollievo: nessun danno di rilievo e nessun ferito contro le 140 vittime, dispersi compresi,
del 1960. Anche perché più di 300.000 persone avevano lasciato le case.
Data:
01-03-2010 Corriere delle AlpiLa costa devastata dal maremoto: strage di pescatori
Argomento: Pag.NORD 28
None
Venerdì 26 Febbraio 2010 PROVINCIA, e-mail print
Oltre 400 volontari domani dovranno rimboccarsi le maniche per ripulire fiumi e torrenti della nostra provincia.
Anche quest'anno, infatti, scatta la giornata dedicata alla prevenzione del dissesto idrogeologico inserita nell'ambito
dell'iniziativa di bonifica ambientale denominata «Fiumi sicuri». I volontari, appartenenti a diverse associazioni iscritte
alla sezione provinciale dell'albo del volontariato di protezione civile (il Gruppo comunale di Villa di Serio, il Gva di
Alzano , il Gruppo comunale di Nembro, i nuclei Ana coordinati dall'Ana sezionale di Bergamo, la squadra antincendio
di Rovetta, la squadra Aib di Valgandino, il gruppo comunale di Chignolo e quello di Zogno, il gruppo volontari
antincendio boschivo Botta di Sedrina, i volontari del soccorso, l'Aib di San Pellegrino Terme, il Geam di Mapello),
domani, dunque, provvederanno a ripulire e a mettere in sicurezza i corsi d'acqua.
Dalle 7 del mattino, ora prevista per l'inizio dei lavori, alle 12.30 circa, i volontari si daranno da fare per eliminare
ramaglie e alberi secchi che impediscono il normale deflusso idrico in caso di eventi idrometeorologici locali di
particolare intensità e recupereranno i rifiuti che vengono abbandonati lungo le rive. L'obiettivo? Garantire una maggiore
tutela del nostro territorio, diminuendo il rischio idrogeologico e mettendo in sicurezza e ripristinando i corsi d'acqua nei
comuni di Alzano e Villa di Serio (fiume Serio), a Villa d'Ogna (torrente Ogna), a Cerete (torrente Cula), a Pontida e
Ambivere (torrente Dordo), a Terno d'Isola, Chignolo d'Isola e Mapello (torrente Buliga), a Zogno e San Pellegrino
Terme (fiume Brembo) e a San Paolo d'Argon (torrente Seniga).
A individuare le realtà dove organizzare i cantieri per gli interventi di prevenzione sono stati la Provincia, il servizio di
Protezione civile, la Sede territoriale di Bergamo della Regione e le amministrazioni locali coinvolte, a seguito di una
serie di sopralluoghi. A garantire il supporto sanitario interveranno l'associazione Mas, la Croce Blu di Gromo, Ana e Cri,
che saranno coordinati dal 118. Tutti i volontari – come spiegato ieri nella sede della Provincia in via Tasso, alla presenza
dell'assessore alla Protezione civile Fausto Carrara – saranno dotati di dispositivi di prevenzione e saranno coordinati dai
funzionari provinciali e regionali che guideranno l'operazione. Un progetto che vede proprio in Bergamo la provincia
pioniere: «L'operazione "Fiumi sicuri" – ha spiegato Claudio Merati, dirigente dello Ster – è nata a Bergamo nel 2004.
Dopo la sottoscrizione del protocollo la Regione ha fatto diventare il progetto bergamasco un modello di riferimento per
le altre province. L'iniziativa, nata in una zona vulnerabile come la Bergamasca, è diventata nel tempo di grande rilevanza
per la tutela del territorio: «Tutela che però – ha ricordato l'assessore Carrara nel corso della presentazione
dell'operazione, avvenuta alla presenza di alcuni amministratori dei Comuni coinvolti – non è fine a se stessa ma è anche
una tutela dei cittadini che vivono su questo territorio. Lo spirito di questa iniziativa è quello di essere di supporto alle
amministrazioni comunali, andando dunque a riconfermare e, speriamo anche ad accrescere, la collaborazione instaurata.
Vogliamo dunque continuare a credere nella validità di questa iniziativa, andando nella direzione di un'ulteriore
potenziamento delle attività, magari coinvolgendo gli studenti delle scuole».
Desirée Cividini
Data: Estratto da pagina:
26-02-2010 32L'Eco di BergamoFiumi puliti e sicuri, 400 volontari al lavoro
Argomento: Pag.NORD 29
Disastro Lambro-Po
Il governo accusa
«Attentato alla salute»
«In azione mani esperte: sversati 3.500 metri cubi di idrocarburi»
Il ministro Prestigiacomo: stiamo valutando lo stato d'emergenza
None
Venerdì 26 Febbraio 2010 GENERALI, e-mail print
Un «attentato alla salute dei cittadini e all'ambiente». Un fatto gravissimo per il quale il governo, già probabilmente
lunedì al Consiglio dei ministri, potrebbe decidere lo stato di emergenza «con somme ingenti». Il ministro dell'Ambiente,
Stefania Prestigiacomo, con il sottosegretario, Roberto Menia, e il presidente della Regione Lombardia, Roberto
Formigoni, ha sorvolato le zone del disastro del fiume Lambro e quelle del Po colpite dalla marea nera e ha parlato di un
«fatto gravissimo», chiedendo il rapido accertamento delle responsabilità da parte dei magistrati. E il ministero
dell'Ambiente si costituirà parte civile.
Intanto il governo, in Aula alla Camera, con il sottosegretario Menia, traccia la cronistoria dell'evento e fornisce elementi
nuovi sulla portata di questo «atto doloso estremamente grave», perpetrato da «mani esperte», spiegando che la marea
nera non è stata subito visibile in quanto il gasolio «non è arrivato direttamente dai serbatoi al Lambro, ma ha raggiunto le
acque attraverso le fognature: dunque, diverso tempo dopo rispetto all'apertura dei serbatoi».
«situazione non irreparabile»Intanto si tirano le somme della quantità di massa oleosa che ha sconvolto tutto l'ambiente padano: tre milioni e mezzo di
litri (3.500 metri cubi), di cui seicentomila ora sull'asta del Po. Ma il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ritiene
che «non ci sia una situazione irreparabile». «Si può intervenire come già si è fatto. Sono state realizzate diverse barriere
lungo il Lambro e adesso qui a Piacenza – ha detto Bertolaso in un vertice in prefettura –: ci sono tre barriere che sono
state messe in piedi. Di fatto quella di Isola Serafini è la migliore, perché è una diga permanente ed è quella che può
controllare meglio delle altre questa massa oleosa che si sta spostando». E si sta pensando anche di individuare altri siti
per sbarrare eventuali dilavamenti degli argini in seguito alle precipitazioni previste, ha riferito Menia. Sul fronte
operativo, la Protezione civile giudica adeguate le strumentazioni a disposizione per combattere l'onda nera nel Lambro e
nel Po.
E in arrivo anche una task force di cinque navi-antinquinamento messe a disposizione dal ministero dell'Ambiente in
grado di risalire il fiume e di intercettare la massa oleosa.
la chiazza verso il mareSì, perché adesso l'emergenza si chiama Delta del Po e conseguentemente Adriatico. Sono «cinquanta-settanta le ore» che
separano la chiazza oleosa dal mare. Altro fronte di intervento è l'acqua potabile. «Al momento – tranquillizza Menia –
non è stato ravvisato un rischio concreto per la sanità pubblica e la Regione Lombardia, competente in materia,
provvederà a un'accurata e periodica comunicazione alle diverse fasce di utenti in ordine all'evoluzione del fenomeno e
degli eventuali rischi per la popolazione e per le coltivazioni agricole».
Per quanto riguarda l'evoluzione dei primi minuti del disastro questo, riferisce Menia, «è accaduto tra le tre e le quattro di
notte tra lunedì 22 e martedì 23 febbraio». «Per far fuoriuscire il gasolio dai serbatoi non basta aprire i rubinetti. In questo
caso bisognava essere degli esperti: sono state messe in pressione le pompe che vengono utilizzate, ad esempio, per
riempire le autocisterne. E questa operazione non può essere compiuta da uno che non sia un esperto».
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26-02-2010 7L'Eco di BergamoDisastro Lambro-Po Il governo accusa «Attentato alla salute»
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Sabato 27 Febbraio 2010 GENERALI, e-mail print
PIACENZAIl baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Il grosso dell'onda nera arrivato dal Lambro è
stato bloccato lì, nel Po di Piacenza, e non raggiungerà il mare e prima ancora il delta, dove l'ecosistema è tanto
affascinante quanto delicato.
«La massa oleosa di fatto l'abbiamo fermata a Isola Serafini e adesso ci sono gli skimmer che stanno recuperando la
massa a monte della barriera della diga dell'Enel – ha detto già ieri mattina Guido Bertolaso a Piacenza – Credo che al
massimo sia sfuggito da questa barriera tra il cinque e il 10 per cento della massa complessiva». Rassicurando anche sulla
qualità dell'acqua: «Sono stati fatti prelievi proprio qui, a Piacenza, a diversi livelli di profondità del fiume e le analisi
sono buone. Comunque nell'ambito dei parametri previsti anche come utilizzo di potabilizzazione».
Nel pomeriggio, poi, in Prefettura a Milano, è stato ancora più netto: Non credo che arriverà in Adriatico neppure una
goccia d'olio e questo credo che sia l'obiettivo principale.
L'olio più leggero è passato a chiazze, portando una brutta visione e forti miasmi nel Parmense, nel Reggiano, ieri sera
anche nel Ferrarese, ma il peggio è stato sventato, facendo tirare il classico sospiro di sollievo a amministratori,
agricoltori, operatori del turismo e magari anche a quei milioni di italiani che hanno a cuore l'ambiente. Il rischio è stato
grande: «Se l'inquinamento del Lambro fosse avvenuto tra 30 giorni, quando in agricoltura inizieranno le irrigazioni, si
sarebbero contati milioni di danni al sistema del made in Italy», ha fatto notare il presidente nazionale dell'Unione
consorzi di bonifica, Massimo Gargano.
E secondo le associazioni degli ambientalisti, il danno c'è stato e resterà. Per limitarlo, due navi specializzate della Marina
Militare, che si trovavano in Adriatico, si sono dirette verso il porto di Ravenna, pronte per un eventuale concorso
nell'attività di antinquinamento. Sono i pattugliatori d'altura Cassiopea e Sirio, equipaggiati per il monitoraggio e la
raccolta dati sull'inquinamento marino, e per operazioni antinquinamento con recupero di sversamenti oleosi. Poi «a valle
di Isola Serafini, tra la provincia di Mantova e quella di Rovigo, saranno realizzate altre due barriere con delle navi
anti-inquinamento in grado di recuperare quel 5-10% che è sfuggito», ha spiegato Bertolaso.
«Abbiamo già raccolto 250.000 litri di gasolio», ha annunciato il capo della Protezione civile dell'Emilia-Romagna
Demetrio Egidi. Sono operativi nel tratto del Po fra Isola Serafini e il delta i mezzi del ministero dell'Ambiente che, con
tre sbarramenti, cercheranno di intercettare le quantità residue degli idrocarburi. Il ministro dell'Ambiente Stefania
Prestigiacomo ha disposto un'indagine interna per chiarire il declassamento del rischio della Lombarda Petroli, l'industria
da cui è partito il disastro. «I conti non tornano nel declassamento nelle categorie di rischio previste dalla direttiva
Seveso», ha spiegato.
Durissimo Roberto Formigoni: la Regione Lombardia denuncerà all'autorità giudiziaria la Lombarda Petroli. Secondo il
presidente si è trattato di un atto «non solo doloso, ma di ecoterrorismo e di odio nei confronti della nostra gente e del
territorio. L'Arpa su incarico della Regione sta mettendo a punto la denuncia alla Procura di Monza per gravi
inadempienze. Ci sono state mani esperte, molto esperte, che hanno voluto arrecare danno».
Secondo Formigoni la Lombarda Petroli «ha la responsabilità di non aver dato subito l'allarme per quel che stava
succedendo, e perché non poteva tenere quella quantità di gasolio e oli combustibili».
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27-02-2010 7L'Eco di BergamoPo, fermata la massa oleosa
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Domenica 28 Febbraio 2010 SOCIETA, e-mail print
Tecnici della Protezione civile a bordo di imbarcazioni speciali al lavoro ieri sul Po Ansa FERRARAL'emergenza sembra
finita: le analisi delle acque sono rassicuranti, il filtro della centrale idroelettrica di Isola Serafini è stato determinante e la
pellicola oleosa che copre il Po non è pericolosa. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha visitato il Po, e la
diagnosi è stata tutto sommato positiva: il paziente è ancora in convalescenza, ma già da domani potrebbe essere
dichiarato guarito.
Anzi, più che «guarito», sarebbe però meglio dire «fuori pericolo». Scongiurata la sciagura ambientale, il gasolio che
galleggia sul Po mescolandosi con l'acqua, anche se non è particolarmente pericoloso, non è certo un sintomo di buona
salute. E se Bertolaso ha assicurato che la situazione è sotto controllo, il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco
Errani, che lo ha incontrato in un vertice in prefettura a Ferrara, ha invocato che la bonifica parta immediatamente,
insieme alla fine della situazione di emergenza.
Le preoccupazioni maggiori sono a questo punto per il Delta del Po, dove la pellicola oleosa è ormai arrivata: un
ecosistema affascinante, fragilissimo, quasi incantato. E che sarà inevitabilmente offeso dallo sversamento nel fiume
Lambro che è finito nel Po: «Ma in questa zona – ha assicurato Bertolaso – la pesca e l'allevamento non dovrebbero subire
alcuna conseguenza». Senza contare, poi, che gli effetti – come ha sottolineato l'Istituto di ricerca sulle acque del
Consiglio nazionale delle ricerche – si faranno inevitabilmente sentire sull'Adriatico.
Il sottosegretario ha incontrato volontari e istituzioni locali prima a Rovigo poi a Ferrara, le due Province interessate dalla
foce del Grande fiume. Poi ha risalito il Po in elicottero fino a Piacenza. «La situazione – ha detto – è sotto controllo, le
analisi delle acque sono state fatte in superficie, a un metro e a due metri, e sono tutte nella norma per quanto riguarda la
presenza di idrocarburi. Non abbiamo ragioni per temere che nei prossimi giorni queste analisi siano destinate a
peggiorare».
Domani Bertolaso incontrerà Errani e Giancarlo Galan, governatore uscente del Veneto, e l'obiettivo è quello di dichiarare
chiusa la fase di emergenza. Nessun problema nemmeno per l'acquedotto di Ferrara, che attinge, con un impianto di
potabilizzazione, proprio alle acque del Po. Adesso si cercherà, attraverso altre barriere, dopo che le prime sono state
spazzate via dalla corrente, di limitare l'accesso degli idrocarburi al Delta.
Fra la gente del Delta, però, regna soprattutto la rabbia per un gesto criminale che rischia di mettere in crisi uno degli
ambienti umidi più belli del mondo. La Regione Emilia Romagna ha già annunciato che si costituirà parte civile se la
magistratura accerterà delle responsabilità. Anche la Procura di Rovigo, intanto, ha aperto un fascicolo per indagare sui
possibili danni.
Data: Estratto da pagina:
28-02-2010 11L'Eco di BergamoDisastro Lambro-Po: «Emergenza finita»
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Il commissario "riconosce"
la Protezione civile locale
Domenica 28 Febbraio 2010, Tra i provvedimenti rimasti in stand-by a causa della caduta del governo Meneghello a Bovolenta, si contava fino aqualche giorno fa il riconoscimento ufficiale, dopo 15 anni di servizio, della locale Protezione civile.Un pro forma per regolarizzare un'attività per la quale il gruppo di volontari risulta già iscritto nell'albo delleassociazioni comunali, nonché in quello della protezione civile provinciale. Manca però l'iscrizione all'alboregionale e nazionale, possibile solo dopo la formalizzazione in consiglio del gruppo.Da ormai un mese la delibera era in attesa di approvazione, dopo essere saltata assieme al consiglio “premonitore”del golpe, in cui era venuto a mancare il numero legale.Ci ha così pensato il commissario prefettizio Alessandro Sallusto, incaricato di reggere le sorti della macchinacomunale fino a prossime elezioni, a portare a termine la formalizzazione.«Ho avuto inoltre modo di conoscere il gruppo di volontari – dichiara Sallusto – e di comprendere l'importanteruolo che ricoprono in un paese a così elevato rischio idrogeologico. Mi sono quindi impegnato affinché siano al piùpresto dotati di equipaggiamento e materiale idonei agli interventi di emergenza che devono garantire e di cui, horiscontrato, risultano carenti».Il gruppo, che attualmente conta ventuno soci tutti operativi, nasce alla fine del 1994, con i primi incontri nonancora ufficiali a ottobre dello stesso anno. In occasione dell'anniversario per i 15 anni di attività, è prevista perquest'anno un'importante esercitazione del distretto del Piovese proprio a Bovolenta. Una simulazione conaccampamento dal venerdì sera a domenica di rischio idraulico probabilmente in zona Punta e Paltana, con lamessa in sicurezza dei prodotti cerealicoli dell'azienda lì insediata e prove di evacuazione alle scuole.
Data:
28-02-2010 Il Gazzettino (Padova)Il commissario "riconosce" la Protezione civile locale
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Sabato 27 Febbraio 2010, Due milioni e mezzo di euro per mettere in sicurezza gli argini che difendono le zone costiere del Friulidall'invasione dall'acqua. Li ha stanziati la Regione per la tutela delle aree abitate dei paesi di Lignano, Aquileia,Grado e Marano. L'erogazione del fondo arriva al termine di una complessa e dettagliata indagine eseguita dallaProtezione civile su tutta la zona esposta a un possibile rischio di “ingressione marina”, finalizzata a mettere in attoazioni di difesa delle persone, abitazioni, infrastrutture e attività produttive.A presentare il documento agli amministratori locali dei tre Municipi, ieri, nella sede di Palmanova, è stato ildirettore della Protezione civile Fvg, Guglielmo Berlasso, insieme all'assessore regionale Riccardo Riccardi. PerLignano la somma è di un milione per gli argini della Litoranea Veneta; per Grado lo stanziamento è di 800milaeuro per la “diga” e per le aree di Boscat e Fossalon; ad Aquileia, invece, saranno investiti 350mila euro, al pari diMarano dove si procederà con interventi in zona “Saline” e a difesa dell'abitato.L'avvio delle opere sarà veloce: il primo cantiere si aprirà tra 30 giorni e, a seguire, gli altri tre. Si interverrà inuna parte delle zone che, in base allo studio, sono state giudicate a maggiore rischio in caso di evento meteo-marinoestremo, che rappresentano globalmente il 23% di tutto il complesso degli argini. I sindaci di Lignano, Marano,Aquileia e l'assessore alla Protezione civile di Grado hanno ringraziato Riccardi e riconosciuto l'importanza dellavoro di prevenzione che la Regione ha messo in atto: «Andando a investire, adesso, sulle situazioni di maggiorecriticità, eviteremo in futuro di trovarci in condizioni di emergenza che potrebbero richiedere sforzi economici benmaggiori».A minacciare la buona tenuta degli argini sono diversi fattori: la presenza di vegetazione infestante, la presenzasempre più massiccia e allarmante di nidi di nutrie e anche di tassi, l'erosione e la cattiva conservazione dei colmi.L'intervento tiene conto che in futuro il livello delle acque marine salirà.
Data:
27-02-2010 Il Gazzettino (Pordenone)Paola Treppo
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Venerdì 26 Febbraio 2010, (I.B.) La Regione ha stanziato 28mila euro per la Protezione civile lendinarese, che serviranno per comprare unnuovo mezzo e materiale per affrontare situazioni di dissesto idrogeologico. Lo hanno comunicato Flavio Rizzi e ilsindaco Alessandro Ferlin, rispettivamente coordinatore e presidente del gruppo di Protezione civile di Lendinara.Sono 27.960 euro i fondi che l'ente regionale erogherà per coprire l'80% della spesa prevista dal progetto dipotenziamento delle dotazioni di soccorso presentato dal gruppo lendinarese; la spesa restante, di circa 8mila euro,dovrà essere sostenuta dal Comune. «Acquisteremo un Ducato a 6 posti come mezzo da utilizzare per glispostamenti delle squadre, dotato di rimorchio, gancio traino per attaccare un carrello, luci blu d'emergenza e unverricello sul davanti, che può essere utilizzato per trarre d'impaccio un'auto impantanata o per risolvere difficoltàdel mezzo stesso - ha spiegato Rizzi -. Con il resto della somma ci attrezzeremo con materiale utile per il tipo diinterventi correlati ai rischi del nostro territorio, ovvero per fronteggiare casi di dissesto idrogeologico, come adesempio sabbia, sacchi e pale».Lo scopo è avere una dotazione completa per poter servire meglio il territorio, e con il Ducato, ha sottolineatoFerlin, si completa la dotazione di mezzi del gruppo attrezzandolo anche per il trasporto di persone. Il gruppo diPc lendinarese, ha concluso Rizzi, guarda ora all'organizzazione di simulazioni con i gruppi di San Bellino,Castelguglielmo e Bagnolo Po in primavera e di una nuova edizione della manifestazione “Auxilia” in settembre.
Data:
26-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)(I.B.) La Regione ha stanziato 28mila euro per la Protezione civile
lendinarese, che serviranno per ...
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Venerdì 26 Febbraio 2010, La marea nera che dalla Lombardia sta scendendo lungo il Po vede già in allarme la protezione civile diOcchiobello, capogruppo del distretto Altpolesano Ro6.«A oggi è impossibile prevedere l'entità del danno sul nostro territorio - affermano i responsabili - ma si ha lacertezza che non vi saranno problemi per la distribuzione di acqua potabile per la popolazione, in quanto la stessaviene prelevata attraverso pozzi nelle falde acquifere e non nel fiume. I cittadini possono quindi stare tranquilli.Verranno comunque diramati con tempestività tutti gli aggiornamenti necessari. Il Comune di Occhiobello ha giàattivato lo stato di allerta per la protezione civile e predisposto tutte le attività possibili nelle sue competenze, perlimitare le problematiche. Per informazioni importanti, è disponibile il numero verde della protezione civile diOcchiobello, 800912363».Anche per quanto riguarda il passaggio in zona ponte a Santa Maria Maddalena, dove sulla sponda ferrarese èpresente la centrale di potabilizzazione e prelievo di Pontelagoscuro, i tecnici sono al lavoro, ma anche in questocaso non ci sono rischi per l'acqua potabile. Oltre a un'attività continua di monitoraggio sulla composizionechimica delle acque del Po, quella che viene potabilizzata è prelevata ad una profondità di 4 metri rispetto al livellodel fiume e per loro natura le sostanze idrocarburiche si accumulano in superficie (di qui gli odori cheaccompagneranno le vicinanze del fiume nei prossimi giorni).Intanto la Regione Emilia Romagna ha proclamato mercoledì lo stato di emergenza. Per far sì che a valle arrivinomeno sostanze possibili, sono state programmate sei barriere atte a trattenere la maggior parte di sostanze tossichepossibili, una in Lombardia e cinque in Emilia Romagna, oltre alle quattro in Polesine.
Data:
26-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)La marea nera che dalla Lombardia sta scendendo lungo il Po vede già in
allarme la protezione c...
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Venerdì 26 Febbraio 2010, «Porto Tolle è in allerta, è tutto pronto per ogni necessità, ma non siamo ancora in stato di allarme».Lo fa sapere l'assessore delegato alla Protezione civile Gianluca Fattorini, che nelle prime ore del pomeriggio diieri ha ricevuto un fax dal Dipartimento provinciale con la richiesta di tenere pronto tutto il gruppo, per ognievenienza.La macchia oleosa partita dal Lambro, ora confluita nel Po a seguito dello sversamento nel fiume di idrocarburidall'industria a rischio Lombarda Petroli di Villasanta (Milano Brianza), potrebbe raggiungere il Delta entro lamattinata di domani.Il condizionale è di dovere perché nel frattempo tutte le squadre dei vigili del fuoco, dell'Aipo, Arpa e di Protezionecivile dei comuni interessati lungo l'asse hanno attrezzato numerose barriere-filtro.Ieri mattina, intanto, il sindaco Silvano Finotti ha partecipato al vertice convocato in prefettura. Per ora nessunacomunicazione dalla Capitaneria di porto di Chioggia per la centrale Enel di Polesine Camerini. Le turbine nonsono in funzione e quindi per parte sua, non sussisterebbe alcun problema.Preoccupato il mondo della pesca e dell'agricoltura, con gli operatori turistici di Barricata e Boccasette e ivallicoltori che attendono a pronunciarsi e chiedono di essere prontamente informati dal sindaco e dai loro delegatiche questa mattina alle 11.15 parteciperanno all'incontro urgente organizzato in Provincia dalla presidenteTiziana Virgili.
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26-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)Porto Tolle è in allerta, è tutto pronto per ogni necessità, ma non siamo
ancor...
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Sabato 27 Febbraio 2010, Comuni allertati per il servizio di autobotti. Possibilità di acque torbide dai rubinetti per le manovre adottatedall'azienda sulle reti finalizzate a consentire il massimo afflusso di acqua dagli impianti alimentati da altre fonti.Ma anche un monitoraggio costante che prevede il controllo delle acque del Po in corrispondenza delle opere dipresa e che potrebbe in alcuni casi provocare una temporanea interruzione dell'erogazione.Sono le misure e i disagi annunciati dal direttore di Polesine Acque, Roberto Segala per i Comuni di Gavello,Papozze, Villanova Marchesana, Corbola, Ariano, Porto Tolle, Crespino, Guarda, Taglio di Po, Porto Viro e Adriaderivanti dall'emergenza per lo sversamento di idrocarburi nel Po. Viene anche chiesto ai Comuni di invitare icittadini a prelevare dai rubinetti scorte di acqua per fronteggiare eventuali seppur brevi sospensionidell'erogazione.Più tranquilla la situazione a Occhiobello dove il sindaco Daniele Chiarioni e l'assessore alla Protezione civileDavide Diegoli hanno assicurato che la potabilità dell'acqua non corre pericoli. In un primo momento proprio sullasponda di Santa Maria Maddalena di Occhiobello dovevano essere posizionate le panne assorbenti dirottate poisulla zona di Calto. «I danni sull'ecosistema saranno inevitabili - ha spiegato Chiarioni - ma la potabilità dell'acquatra Occhiobello, Gurzone e parte di Santa Maria Maddalena, serviti da pozzi che pescano in falda, è assicurata. Larestante parte di Santa Maria Maddalena riceve acqua da Pontelagoscuro che però attinge in profondità e correrischi minimi».Intanto a Calto e a Felonica Po sulla sponda mantovana si sono posizionati i nuclei d'intervento della Protezionecivile che stanno sistemando le barriere assorbenti tra l'attracco fluviale di Calto e Felonica. Tra i mezzi allertatioltre ai natanti della Protezione civile e della polizia municipale, sono all'opera anche i sommozzatori dei vigili delfuoco.
Data:
27-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)Comuni allertati per il servizio di autobotti. Possibilità di acque torbide dai
rubinetti per l...
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Sabato 27 Febbraio 2010, È appesa a un filo la speranza di salvare il Delta dall'onda nera che sta inquinando l'ecosistema del Po. Il filo diquella corrente del fiume che già ieri prima del tramonto lambiva le sponde polesane nel primo punto diposizionamento delle barriere assorbenti a Calto, barriere che dovrebbero contribuire ad abbassare il quantitativodi idrocarburi in sospensione che sta scendendo a valle e che stamane raggiungerà Crespino e Canalnovo dovepesca la prima delle tre pompe degli acquedotti che potabilizzano l'acqua del Po.Ma è anche il filo del discorso fatto ieri dal sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso che ha assicuratoche il 90 per cento della massa oleosa sversata nel Lambro e arrivata nel Po è stata già bloccata dallo sbarramentodi Isola Serafini tra Piacenza e Parma.Non resta che fidarsi. La tecnica è semplice: lo sbarramento è stato chiuso, la parte oleosa che galleggia è statafermata dalle paratie mobili mentre il corso del fiume scivola sotto a queste. Potenti aspiratori stanno succhiandogli idrocarburi e avviandoli alle cisterne per lo stoccaggio e lo smaltimento. A detta di Bertolaso solo un decimo, forse un ventesimo dello sversamento passerà oltre questo crivelloimprovvisato ma pare efficace. Quel che scenderà a valle verrà poi assorbito in massima parte dalle barrieremobili predisposte dalle unità di protezione civile locali e dai vigili de fuoco. Una base operativa è visibile sullagrande curva del fiume davanti all'abitato di Guarda. Da metà giornata ieri gli addetti stavano sistemando lebarriere ma la corrente del fiume in quel punto largo da sponda a sponda oltre mezzo chilometro, è intensa.Un'iniziativa al limite dell'impresa. Intanto ieri si è vissuta la seconda giornata di attesa ed emozioni tra prefetturae Provincia. In mattinata sindaci, enti e istituzioni preposte si sono ritrovate in prefettura chiamate dal prefettoAldo Adinolfi. L'annuncio dell'arrivo di Bertolaso ha tenuto tutti in apprensione. «Atterrerà al Censer dove c'èl'elisuperficie»; «No, è ancora a Parma per il sopralluogo e l'elicottero non può volare per il maltempo»; «Forsearriva per le 13»; «Niente da fare. Il sottosegretario deve tornare a Milano per summit con l'unità di crisi».E ormai l'una passata quando il prefetto convoca tutti e annuncia il cambio di programma. «Purtroppo vi ho fattoattendere inutilmente - spiega - Domani alle 9.30 (oggi, ndr) ci ritroveremo per fare nuovamente il punto dellasituazione. Per quel che è nelle nostre possibilità siamo pronti ad affrontare questa emergenza. A Calto sono giàoperative le prime barriere. Idem a Guarda e Papozze. Forse sarà necessario sistemarne anche a Porto Tolle.Stanno arrivando altre due navi in appoggio agli skimmer che si preparano ad entrare in funzione».
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27-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)È appesa a un filo la speranza di salvare il Delta dall'onda nera che sta
inquinando l'ecosiste...
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Sabato 27 Febbraio 2010, LA SPERANZAÈ appesa a un filo la speranza di salvare il Delta dall'onda nera che sta inquinando l'ecosistema del Po. Il filo diquella corrente del fiume che già ieri prima del tramonto lambiva le sponde polesane nel primo punto diposizionamento delle barriere assorbenti a Calto. Ma è anche il filo del discorso fatto ieri dal sottosegretario allaProtezione civile Guido Bertolaso che ha assicurato che il 90 per cento della massa oleosa arrivata nel Po è stata giàbloccata dallo sbarramento di Isola Serafini tra Piacenza e Parma. Nel Delta sono pronte ad entrare in funzionealtre due navi in appoggio agli skimmer.
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27-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)LA SPERANZA È appesa a un filo la speranza di salvare il Delta dall'onda...
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Domenica 28 Febbraio 2010, È atterato a Polesella il capo della protezione civile Guido Bertolaso per sincerarsi che le operazioni dicontenimento dell'onda nera procedessero senza problemi. Qui ha incontrato i volontari della protezione civile e leautorità comunali. Bertolaso, in questa visita lampo, ha ribadito che la situazione è sotto controllo con circa il 95%dell'onda nera di idrocarburi fermata a monte. La protezione civile dell'Unione dei Comuni dell'Eridano si è messaall'opera sotto il ponte sul fiume Po nel momento in cui le barriere posizionate a Guarda Veneta sono statespazzate via dalla corrente molto forte. Si è quindi deciso di posizionarle a Polesella sfruttando, logisticamente, ipiloni del ponte sul grande fiume. Oltre alle barriere sono stati messi in acqua dei salsicciotti assorbenti; inprossimità del ponte sono stati posizionati un mezzo per aspirare l'acqua e separarla dall'olio ed un'autobotte perle sostanze inquinanti. «In giro c'è qualche chiazza ma siamo ottimisti sul fatto che la quantità in arrivo dovrebbeessere minima – spiega l'assessore e volontario della protezione civile Giorgio Demetri. La protezione civile, salvoulteriori situazioni di emergenza, dovrebbe rimanere in stato d'allerta sino alla giornata di lunedì.Nel po resta il divieto assoluto di pesca, di navigazione e di prelevamento di acqua in modo diretto, fino a diversedisposizioni. Confermate invece le rassicurazioni per quanto riguarda l'acqua potabile dal momento che, aOcchiobello, l'adduzione avviene direttamente dalla falda e non dal fiume Po. Per quanto concerne Santa MariaMaddalena invece, essendo «l'acqua potabile fornita dalla condotta proveniente da Hera Ferrara che pesca nelfiume Po, qualora si dovessero verificare problemi con la potabilizzazione, la condotta verrà chiusa e la frazionesarà alimentata dall'acqua proveniente delle falde. In quel caso è possibile che vi sia in rete una riduzione dipressione». Per maggiore sicurezza, comunque, le autorità ferraresi hanno disposto l'innalzamento di una paratiadi protezione davanti ai punti di prelievo di Hera a Pontelagoscuro.Manuela FuriniValentina Merlini
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28-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)È atterato a Polesella il capo della protezione civile Guido Bertolaso per
sincerarsi che le op...
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Domenica 28 Febbraio 2010, Nell'estremo Delta si è corso contro il tempo per proteggere il più possibile la fragilità ambientale. Grazie ad unasinergia di enti, mai possibile in passato, (Ente Parco, Consorzio di Bonifica Delta del Po, Provincia, Comune diPorto Tolle, Pescatori, gruppi di Protezione civile di Porto Tolle e del Delta, Aipo e Regione) coordinati dallaProtezione civile regionale con la direzione tecnica dell'ingegnere Giancarlo Mantovani e la collaborazione delperito Marco Gottardi si è lavorato alacremente con tre pontoni e diversi altri natanti messi a disposizione daalcune cooperative pescatori per stendere circa 800 metri di «panne» (barriere galleggianti - salsicciottiassorbenti).Sono state bloccate le diramazioni, in entrata, nei rami del Po di Goro, Maistra, Gnocca e Tolle, i canali dicollegamento tra il fiume le sacche e le lagune e le due Buse di Scirocco e di Tramontana. Tutto è stato terminato innottata, prima dell'arrivo dell'onda inquinante. La sorveglianza delle barriere galleggianti è assicurata dallaProtezione civile e da squadre di pescatori.«L'incontro in Prefettura con il sottosegretario Bertolaso - commenta il sindaco di Porto Tolle, Silvano Finotti - ciha rassicurati, ma manteniamo alta l'attenzione. Obiettivo principale è salvaguardare l'attività di pesca nellelagune. Considerati i primi campionamenti non si ravvisa la necessità di impedire la pesca». Pure la vice presidentedell'Ente Parco, Maria Cristina Mazzucco si è fatta parte attiva con azioni concrete collaborando con l'Unità diprogetto della Protezione civile regionale, seguendo personalmente le operazioni. Le direttrici del Parco veneto,Emanuela Finesso e del Parco emiliano-romagnolo, Lucilla Previati, convocate da Francesco Puma, responsabiledell'Autorità di bacino presso la Prefettura di Rovigo hanno concordato che il Parco veneto, farà un programmaper azioni di monitoraggio degli ambienti di maggiore importanza .
Data:
28-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)Nell'estremo Delta si è corso contro il tempo per proteggere il più possibile la
fragilit&...
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Le barriere non reggono,
la corrente è troppo forte
Misure di protezione dei canali per salvaguardare
le lagune, pesca vietata solo lungo il grande fiume
Domenica 28 Febbraio 2010, Le operazioni di salvataggio del Po non sono andate tutte per il verso giusto in Polesine. Le barriere che avrebberodovuto bloccare il passaggio della sostanza oleosa sono state messe ko dalla corrente del fiume. Nessuno, tra laProtezione civile e gli altri corpi di sicurezza, prevedeva una tale forza prorompente. A Calto gli uomini diBertolaso e i vigili del fuoco non sono riusciti ad installare le barriere, mentre a Guarda Veneta hanno resistitoall'urto solo 10 minuti. Solo a Polesella hanno tenuto, grazie ai tiranti annodati al ponte. Gli skimmer,imbarcazioni con a bordo una strumentazione specifica per smaltire il materiale inquinante, erano posizionati aCalto e Guarda Veneta, ma non hanno fatto grossi sforzi di drenaggio visto che il grosso del materiale era statofermato a Isola Serafini nel piacentino. All'arrivo di Bertolaso e della notizia di cessata emergenza, si è volutocomunque proteggere le ramificazioni terminali del Po. Come ha spiegato l'assessore provinciale alla ProtezioneCivile Claudio Bellan gli sbarramenti sono stati organizzati in tutti i rami, dal Po di Maistra, a quello di Gnocca edi Goro per salvaguardare la laguna. Qui si può continuare a pescare, mentre direttamente sul Po è stato vietato atitolo precauzionale con un'ordinanza del prefetto. Il sindaco di Porto Tolle Silvano Finotti ha attivato già ieri i suoi uomini della Protezione civile per completarel'opera di protezione dei canali entro la serata. «Ho chiesto personalmente a Bertolaso se esiste il pericolomanifestato dagli ambientalisti – ha detto Finotti – che venga contaminato il plancton e compromessa la filieraalimentare, ma ha assicurato che il materiale inquinante non arriverà nel delta. Se così fosse del resto nepagheremmo le conseguenze in termini di turismo perché ce lo ritroveremmo sulle spiagge».Per quanto riguarda l'acqua ad uso alimentare e sanitario, il presidente di Polesine Acque Giuliano Ferraccioli,presente alla riunione in prefettura e costantemente in contatto con i tecnici dell'Arpav e dell'Ulss, non hamanifestato timori per la distribuzione, anche perché «le analisi rilevano una diminuzione progressiva diidrocarburi tanto da rientrare nella norma già da ieri. Noi stiamo fornendo acqua potabile – ha garantito – masiamo in allerta per lo stato di stress che potrebbero subire gli impianti e i filtri a carbone attivo. Solo se il livellosarà alto potrò verificarsi l'ipotesi di un'interruzione del servizio, ma saremo in grado di informare la cittadinanzaattraverso i Comuni».Federica Broglio
Data:
28-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)Le barriere non reggono, la corrente è troppo forte
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Nessuna interdizione - per ora - alla raccolta dei mitili nelle lagune
Domenica 28 Febbraio 2010, Nessuna interdizione, per ora, sarà opposta alla raccolta dei mitili nel Delta del Po veneto «perchè non c'è nessunapossibilità che il liquido inquinante raggiunga il mare e le lagune e quindi non sussiste nessuna insidia perl'ecosistema deltizio».È quanto emerso dal summit di ieri mattina in prefettura dove si è atteso l'arrivo del capo della Protezione Civilenazionale Guido Bertolaso che ha rassicurato gli operatori di settore, i sindaci e gli assessori delegati, nel frattemposopraggiunti.L'onda nera è stata arrestata quasi completamente all'altezza di Isola Serafini dove in queste ore si sta procedendoa stoccare e smaltire le migliaia di tonnellate di idrocarburi raccolti. Nella tarda mattinata di ieri si sono avvistatele prime chiazze giunte nel Delta del Po, ma Bertolaso ha rassicurato che non giungeranno a mare e tanto menonegli specchi lagunari, e che comunque si tratta di uno strato filmico superficiale calcolato in quel 5-10% disostanze che avrebbero potuto raggiungere le nostre acque a causa della tracimazione (dovuta al forte moto ondosodi questi giorni) alle panne e alle paratie posizionate più a monte.Gli elicotteri e i mezzi della Guardia Costiera e della Protezione civile continuano a monitorare alle varieprofondità con l'ausilio di nuove tecnologie, come i raggi infrarossi. Nella giornata di ieri e fino a lunedì resteràvalida l'interdizione alla navigazione e alla pesca nelle acque del Po per non ostacolare le manovre della Protezionecivile impegnata per la chiusura di tutti i rami che si immettono nelle lagune, con il posizionamento delle panne. Inattesa di nuove disposizioni resta ancora valida l'ordinanza emessa dal prefetto di Rovigo Adinolfi che ha dispostola chiusura della conca di Volta Grimana e il monitoraggio continuo delle acque con Aipo e Arpav e dellederivazioni di acqua potabile a Polesine Acque con l'interruzione immediata del servizio in caso di inquinamento emessa in atto di meccanismi di protezione delle prese d'acqua e chiusura delle prese idrauliche a servizio delleattività di acquacoltura, risaie, coltivazioni e piscicoltura.
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28-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)Prime chiazze nel Delta
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Domenica 28 Febbraio 2010, IL VERTICEIl dato più preoccupante per la situazione del Po è adesso la presenza «di alcune chiazze superficiali sporadiche chenon sono assolutamente pericolose per l'ambiente». Lo ha assicurato il capo della Protezione civile, GuidoBertolaso, al termine di un vertice in Prefettura a Rovigo. L'obiettivo della Protezione civile ora è quello diintercettare e aspirare queste chiazze. Intanto la Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per accertare responsabilità sullo sversamento, titolare è ilsostituto Manuela Fasolato.
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28-02-2010 Il Gazzettino (Rovigo)IL VERTICE Il dato più preoccupante per la situazione del Po è ade...
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Venerdì 26 Febbraio 2010, TRIESTE - Ci saranno anche i volontari di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, accompagnati dall'assessoreregionale Riccardo Riccardi, coordinatore nazionale degli assessori alla Protezione civile delle Regioni e delleProvince autonome italiane, all'incontro con Papa Benedetto XVI del prossimo 6 marzo a Roma.Nella sua visita alle zone colpite dal sisma in Abruzzo, lo scorso 28 aprile, il Pontefice espresse infatti il desiderio diincontrare le rappresentanze del volontariato italiano, il personale della Protezione civile, i Vigili del fuoco, leForze dell'ordine e le Forze armate impegnate nell'opera di soccorso alle popolazioni terremotate. Sabato 6 marzo,pertanto, l'assessore Riccardi e circa 300 volontari di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia saranno presenti aRoma, nella "Sala Paolo VI" (l'ex Aula Nervi), all'udienza con il Papa, promossa dalla Santa Sede e daldipartimento nazionale di Protezione civile. Si prevede che complessivamente parteciperanno all'incontro quasisettemila volontari. La Protezione civile regionale intervenne nell'immediato in Abruzzo, inviando una colonna di soccorsi con 153volontari già nelle prime ore del 6 aprile 2009, seguita da una successiva con ulteriori 270 volontari. Nel complesso,la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia ha operato in Abruzzo con oltre 1.800 volontari e 80 tecnici.
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26-02-2010 Il Gazzettino (Udine)Protezione civile, trecento volontari dal Papa
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Venerdì 26 Febbraio 2010, CERVIGNANO - Torna a nuova vita la caserma che per lunghi anni ha ospitato il nucleo dei vigili del fuoco distanza a Cervignano, nella quale già da qualche tempo hanno trovato sede il gruppo comunale della Protezionecivile e la Croce Rossa Italiana.Una sede che, tenuto conto degli anni trascorsi e delle diverse esigenze, aveva bisogno quantomeno di essere“rivisitata”. Cosa che sarà fatta nel corso dell'anno avendo la giunta comunale approvato pochi giorni or sono ilprogetto definitivo–esecutivo redatto dal capo settore tecnico e gestione del territorio, architetto Marcello DeMarchi.L'opera di ristrutturazione della caserma costerà centomila euro, assegnati dalla direzione regionale dellaProtezione civile, dei quali 73.500 per lavori a base d'asta, 8.500 per oneri relativi alla sicurezza, e la restante parteper Iva e imprevisti. Resta comunque da sistemare in un momento successivo, si spera breve, il capannone dovevengono parcheggiati i mezzi, che ha bisogno di un intervento contro le avverse condizioni atmosferiche.E' stato l'assessore ai lavori pubblici, Gigi Savino, ad illustrare le caratteristiche dell'edificio riguardanti, a parteun'uscita di sicurezza, l'impianto di riscaldamento e quello elettrico. A tal proposito saranno utilizzati sul tettopannelli fotovoltaici per seguire un indirizzo virtuoso volto ad usufruire nei pubblici edifici dell'energia cosiddettapulita, anche in considerazione del costo di manutenzione in ribasso.«In tal modo – il commento dell'assessore – potremo dare una sede confortevole e dignitosa a due tra le massimeassociazioni che svolgono la loro attività a beneficio della collettività». Ovviamente soddisfatto il personale dellaProtezione civile per la decisione dell'amministrazione comunale che va incontro alle richieste dei volontari,sempre benemeriti per la loro opera.A.L.
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26-02-2010 Il Gazzettino (Udine)CERVIGNANO - Torna a nuova vita la caserma che per lunghi anni ha
ospitato il nucleo dei vigili del ...
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Ma quanta indignazione per
questo assurdo commissariamento
Sabato 27 Febbraio 2010, Le sconvolgenti e squallide notizie di questi giorni relative all'inchiesta sulla Protezione Civile, che coinvolgepesantemente anche il Lido di Venezia, non può che far aumentare ancora di più l'indignazione per ilcommissariamento in atto nell'isola. L'ordinanza del 2009 del Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi,orgogliosamente rivendicata dal Sindaco Cacciari, concede infatti al Commissario della Protezione Civile ampipoteri non solo per la realizzazione del Palazzo del Cinema (opera contestata sia per il luogo scelto conl'abbattimento di circa 130 alberi e sia per l'operazione finanziaria di vendita dell'Ospedale al Mare ad una societàimmobiliare per il reperimento di gran parte dei fondi), ma anche per diversi interventi privati di “valorizzazione”di pesante impatto, realizzati per lo più da questa stessa impresa acquirente anche di vari altri immobili ecomplessi (dal Forte di Malamocco ai due più importanti alberghi con relative spiagge). Tale assurdocommissariamento (dove sta anche qui l'emergenza e l'urgenza?) scavalca non soltanto il necessario dibattito nellesedi istituzionali (Municipalità e Consiglio Comunale) ma anche le autorizzazioni di rito, comprese quelle dellaCommissione di Salvaguardia istituita ai sensi della Legge Speciale per Venezia. Con la scusa di accelerare leprocedure, si esulano i normali controlli, sveltendo ma rischiando arbìtrii e illeciti, come stigmatizzato anche dallotesso Presidente della Repubblica.Cristina RomieriA.V.I. Venezia
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27-02-2010 Il Gazzettino (Venezia)Ma quanta indignazione per questo assurdo commissariamento
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Edizione: 27/02/2010 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Bertolaso: «L'onda nera adesso non fa più paura» È stata bloccata e non arriverà al mare. Interviene anche la Marina militare PIACENZAIl baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Il grosso dell'onda nera arrivato dalLambro è stato bloccato lì, nel Po di Piacenza, e non raggiungerà il mare e prima ancora il Delta, dove l'ecosistemaè tanto affascinante quanto delicato.«La massa oleosa di fatto l'abbiamo fermata a Isola Serafini e adesso ci sono gli "skimmer" che stannorecuperando la massa a monte della barriera della diga dell'Enel - ha detto già nella mattina Guido Bertolaso aPiacenza - Credo che al massimo sia sfuggito da questa barriera tra il 5 e il 10 per cento della massa complessiva».Rassicurando anche sulla qualità dell'acqua: «Sono stati fatti prelievi proprio qui, a Piacenza, a diversi livelli diprofondità del fiume e le analisi sono buone. Comunque nell'ambito dei parametri previsti anche come utilizzo dipotabilizzazione».L'olio più leggero è passato a chiazze, portando una brutta visione e forti miasmi nel Parmense, nel Reggiano, inserata anche nel Ferrarese, ma il peggio è stato sventato, facendo tirare il classico sospiro di sollievo aamministratori, agricoltori, operatori del turismo e magari anche a quei milioni di italiani che hanno a cuorel'ambiente.Evitato un rischio gravissimoSono i pattugliatori d'altura Cassiopea e Sirio, equipaggiati per il monitoraggio e la raccolta datisull'inquinamento marino, e per operazioni antinquinamento con recupero di sversamenti oleosi. «Poi a valle diIsola Serafini, tra la provincia di Mantova e quella di Rovigo, saranno realizzate altre due barriere con delle navianti-inquinamento in grado di recuperare quel 5-10% che è sfuggito», ha spiegato Bertolaso.«Abbiamo già raccolto 250.000 litri di gasolio», ha annunciato il capo della Protezione civile. Il rischio è statogrande: «Se l'inquinamento del Lambro fosse avvenuto tra 30 giorni, quando in agricoltura inizieranno leirrigazioni, si sarebbero contati milioni di danni al sistema del made in Italy», ha fatto notare il presidentenazionale dell'Unione consorzi di bonifica, Massimo Gargano. E secondo le associazioni degli ambientalisti, ildanno c'è stato e resterà. Per limitarlo, due navi specializzate della Marina Militare, che si trovavano in Adriatico,si sono dirette verso il porto di Ravenna, pronte per un eventuale concorso nell'attività di antinquinamentoProtezione civile dell'Emilia-Romagna Demetrio Egidi. Sono operativi nel tratto del Po fra Isola Serafini e il delta imezzi del Ministero dell'ambiente che, con tre sbarramenti, cercheranno di intercettare le quantità residue degliidrocarburi.Formigoni: denunceremo l'aziendaIl ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, ha disposto un'indagine interna per chiarire il declassamento delrischio della Lombarda Petroli, l'industria da cui è partito il disastro. «I conti non tornano nel declassamento nellecategorie di rischio previste dalla Direttiva Seveso», ha spiegato.Durissimo Roberto Formigoni: la Lombardia denuncerà all'autorità giudiziaria la Lombarda Petroli. Secondo ilpresidente si è trattato di un atto «non solo doloso, ma di ecoterrorismo e di odio nei confronti della nostra gente edel territorio. L'Arpa su incarico della Regione sta mettendo a punto la denuncia alla Procura di Monza per graviinadempienze. Ci sono state mani esperte, molto esperte, che hanno voluto arrecare danno».Secondo Formigoni la Lombarda Petroli «ha la responsabilità di non aver dato subito l'allarme per quel che stavasuccedendo, e perché non poteva tenere quella quantità di gasolio e oli combustibili».
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27-02-2010 Giornale di BresciaBertolaso: L'onda nera adesso non fa più paura
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Edizione: 28/02/2010 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero Onda nera: Bertolaso tranquillizza Le analisi eseguite nelle acque del Po sono nella norma. Monitorato l'ecosistema del Delta La Procura di Rovigoapre un fascicolo. Misteriose chiazze: nuovo allarme per il Lambro Militari al lavoro a Monticelli d'Ongina (Piacenza). Le analisi dell'acqua nel Po sono nella norma, ora si tratta difermare la pellicola oleosa PARMA L'emergenza sembra finita: le analisi delle acque sono rassicuranti, il filtrodella centrale idroelettrica di Isola Serafini è stato determinante e la pellicola oleosa che copre il Po non èpericolosa. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso ha visitato il Po, e la diagnosi è stata tutto sommatopositiva: il paziente è ancora in convalescenza, ma già da domani potrebbe essere dichiarato guarito. Fuori pericolo ma non guaritoPiù che «guarito», sarebbe però meglio dire «fuori pericolo». Scongiurata la sciagura ambientale, il gasolio chegalleggia sul Po mescolandosi con l'acqua, anche se non è particolarmente pericoloso non è certo un sintomo dibuona salute. E se Bertolaso ha assicurato che la situazione è sotto controllo, il presidente della RegioneEmilia-Romagna Vasco Errani, che lo ha incontrato in un vertice in prefettura a Ferrara, ha invocato che labonifica parta immediatamente, insieme alla fine della situazione di emergenza. Le preoccupazioni maggiori sono aquesto punto per il Delta del Po, dove la pellicola oleosa è ormai arrivata: un ecosistema affascinante, fragilissimo,quasi incantato. E che sarà inevitabilmente offeso dallo sversamento nel fiume Lambro che è finito nel Po: «Ma inquesta zona - ha assicurato Bertolaso - la pesca e l'allevamento non dovrebbero subire alcuna conseguenza». Senzacontare, poi, che gli effetti - come ha sottolineato l'Istituto di ricerca sulle acque del Cnr - si farannoinevitabilmente sentire sull'Adriatico. Rabbia tra la gente del Delta«La situazione - ha detto Bertolaso - è sotto controllo, le analisi delle acque sono state fatte in superficie, ad unmetro e a due metri, e sono tutte nella norma per la presenza di idrocarburi. Non abbiamo ragioni per temere chenei prossimi giorni queste analisi siano destinate a peggiorare». Fra la gente del Delta, però, regna soprattutto la rabbia, per un gesto criminale che rischia di mettere in crisi unodegli ambienti umidi più belli del mondo. La Regione Emilia-Romagna ha già annunciato che si costituirà partecivile se la magistratura accerterà delle responsabilità. Anche la Procura di Rovigo, intanto, ha aperto un fascicoloper indagare sui possibili danni. Ieri intanto è di nuovo scattato l'allarme sul fiume Lambro dove sono state segnalate macchie di liquido nonancora identificato. Sono immediatamente intervenuti i tecnici provinciali e quelli della Protezione civile. La nuovaondata di sostanza non identificata è partita da Triuggio, pochi chilometri da Monza. L'allarme è partito dalle guardie ecologiche del Parco della Valle del Lambro, che erano al lavoro per controllarelo stato del fiume dopo lo sversamento del petrolio. «Abbiamo immediatamente avvertito la Polizia provinciale e laProtezione civile», ha detto il presidente del Parco Valle Lambro, Emiliano Ronzoni. Villasanta, dove ha sede la raffineria da cui è fuoriuscito il petrolio martedì, e Triuggio, si trovano a pochichilometri di distanza.«La prima ipotesi che abbiamo fatto è che si tratti di materiale di scarico di tintoria da qualche azienda di tessutidella zona», ha detto il presidente del Parco Valle Lambro, Emiliano Ronzoni che si è subito recato sul posto. La macchia galleggiante sul fiume Lambro è stata notata verso le 17.30. Le guardie ecologiche del Parco hannoprovveduto a prelevare subito campioni per analizzare la sostanza. I tecnici della Protezione civile e i Vigili delfuoco hanno cominciato le operazioni per bloccare il flusso trasportato dalla corrente. Il tratto di fiume interessatoa questo nuovo sversamento si trova più a monte rispetto a quello coinvolto nella fuoriuscita del petrolio.
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28-02-2010 Giornale di BresciaOnda nera: Bertolaso tranquillizza
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Edizione: 01/03/2010 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Fermata l'onda nera del Lambro, ma resta l'allerta La Protezione civile: evitato il disastro sul Po. Timori e polemiche in Veneto. Formigoni: stanzieremo 20 milioni Il governatore Formigoni in visita al Parco del Lambro VENEZIALa Protezione civile è sicura di aver fermatol'«onda nera» e un possibile disastro ambientale di grandi proporzioni, ma per i governatori di Veneto eLombardia il rischio di danni ingenti per l'inquinamento partito dal Lambro e sceso fino alla foce del Po esiste ed èquantificabile.Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha annunciato che la Regione stanzierà 20 milioni di euro per ilrecupero del Lambro colpito dal petrolio uscito dalle cisterne della raffineria «Lombarda Petroli» di Villasanta. Ilgovernatore Giancarlo Galan ha invece reso noto che oggi darà disposizione affinché la Regione del Veneto sicostituisca parte civile «per i danni che ha causato o causerà il gravissimo inquinamento in corso lungo il fiumePo». Analoga intenzione è già stata annunciata dal presidente dell'Emilia Romagna, Vasco Errani.Poi c'è un «indigeno», il presidente del Consorzio di sviluppo di Rovigo Angelo Zanellato, che abita proprio aPolesine Camerini, alla foce del grande fiume, e fissa preoccupato le acque che danno lavoro solo con pesca eacquacoltura a più di 4.000 persone: «La situazione alla foce è preoccupante - afferma - il problema è più grandedi quello che si vuol far credere». Per il direttore del Servizio rischi naturali della Protezione civile nazionaleNicola Dell'Acqua, che in giornata ha monitorato le acque del Po dall'alto, in elicottero, «rispetto a come potevaessere, la situazione non è assolutamente allarmante».A vista, riferisce Dell'Acqua, «c'è un velo sottile sull'acqua» e qualche macchia sporadica che viaggia al centro delPo verso la foce, ma «come Protezione civile abbiamo fermato l'onda di catrame, poteva avvenire quello che èsuccesso sul Danubio, ma lo abbiamo evitato». Secondo Zanellato, «gli sbarramenti sul ramo del Po di Tolle e sulramo del Po di Gnocca sono stati inefficaci: fra poco pioverà ed è annunciato vento di scirocco, ci sarà unostagnamento dell'acqua nelle lagune, un problema gravissimo per la nostra pesca», il rischio è che l'inquinamentosedimenti.«Come mai - chiede - c'è disparità di giudizio fra quanto sostiene il Cnr e quanto dice Bertolaso, perchéquest'ultimo dice che non ci sono problemi? L'Istituto di ricerca sulle acque del Cnr dice invece che ci sarà unimpatto inevitabile in Adriatico, da valutare a emergenza superata».
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01-03-2010 Giornale di BresciaFermata l'onda nera del Lambro, ma resta l'allerta
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Edizione: 01/03/2010 testata: Giornale di Brescia sezione:città e provincia Fiumi puliti, volontari al lavoro lungo il Mella Oltre 400 volontari della Protezione civile hanno dato vita all'edizione 2010 di «Operazione fiumi sicuri:prevenzione del rischio idrogeologico». Successo garantito grazie alle tante braccia e all'organizzazioneprovinciale. Ben 12 i «cantieri» su cui hanno operato le squadre di volontari che hanno bonificato, riqualificato emesso in sicurezza gli alvei di torrenti e fiumi, recuperando rifiuti e razionalizzando la vegetazione: dal Mella alChiese fino ai torrenti Rino a Rezzato e Pianzole a Sulzano. A coordinare le operazioni l'assessore provinciale allaProtezione civile, Fabio Mandelli, che ha visitato 5 siti di lavoro (Sulzano, Manerbio, Calcinato, Gavardo eBrescia).
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01-03-2010 Giornale di BresciaFiumi puliti, volontari al lavoro lungo il Mella
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Edizione: 01/03/2010 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Sulla Francia la tempesta Xynthia: 45 morti Allagamenti e venti furiosi, sconvolte la Vandea e la Charente. Altre vittime in Germania e Belgio Gli effetti della tempesta Xynthia, abbattutasi sul centro Europa PARIGILo tsunami francese si chiama Xynthia.Il paese, colto forse impreparato e nel cuore della mobilitazione per le vacanze scolastiche d'inverno, è statotravolto in pieno dalla tempesta che ha investito l'Europa. Le conseguenze sono state devastanti: 45 morti (52 intutta Europa), la Vandea spazzata dal mare, case allagate in pochi minuti. La Protezione civile procede con isoccorsi e teme che il bilancio si aggravi.Da sabato sera era scattato lo stato di allerta, da giorni si sapeva che Xynthia si stava avvicinando, ma intanto tuttisono andati a dormire come sempre sulla costa atlantica francese, nei piccoli comuni sul mare come La Faute oL'Aguillon. E molti altri stavano arrivando, per le vacanze d'inverno con i bambini.Sono stati i rumori a svegliare quelli che si sono salvati dall'invasione delle acque spinte dalla forza del mare inVandea e nella Charente Maritime, le due regioni più esposte alla furia dell'Atlantico. Le piccole, tipiche case a duepiani, sono state invase d'acqua in pochi minuti. Mezz'ora, hanno riferito testimoni, «e l'acqua era arrivata alprimo piano». Qualcuno si è rifugiato addirittura sul tetto, dove ha aspettato ore l'intervento dei pompieri, a voltein elicottero. Subissati dalle chiamate, i vigili del fuoco hanno contato 25.000 interventi dall'inizio della tempesta.Trenta morti, il tributo più pesante all'ondata di maltempo, è stato pagato dalla Vandea, dove la gente è mortaannegata. Impressionante l'operazione di ricognizione su alcune spiagge dove, con il ritirarsi delle acque,apparivano i cadaveri. Tanti, anche in Charente Maritime o nei Pirenei, i decessi causati dalla caduta di alberi, dalcrollo di tetti, dagli oggetti che le raffiche di vento hanno trasformato in proiettili. I trasporti sono nel caos, molti ivoli annullati, i treni soppressi, le strade interrotte. I disagi sono estremi per il milione di case che è rimasto senza elettricità, anche se la tempesta, ha annunciatoMeteo France a fine pomeriggio, si sta spostando verso il centro Europa. Il presidente, Nicolas Sarkozy, saràquesta mattina in Vandea, dopo aver spedito subito ieri il ministro dei Trasporti, Dominique Bussereau, ed averesortato il governo ad «agire subito». Per Francois Fillon, primo ministro che ha convocato una riunionedomenicale d'emergenza a Matignon, si tratta per la Francia di una «catastrofe nazionale». Xynthia, annunciatada impressionanti raffiche a 150 km orari, è la tempesta più grave in Francia dopo quella della fine di dicembre del1999, con 92 vittime. Prima di investire il territorio francese, Xynthia ha seminato vittime in Spagna (tre nel nord)e in Portogallo (un bambino annegato sul litorale). Ora si sta spostando verso Belgio, Olanda e Germania, dove giàsi contano le prime vittime: due tedeschi (un automobilista e una ragazza che faceva jogging, colpiti dalla caduta dialberi). Identica dinamica per la prima vittima in Belgio, un uomo che si trovava nel suo giardino a una quarantinadi chilometri da Bruxelles.
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01-03-2010 Giornale di BresciaSulla Francia la tempesta Xynthia: 45 morti
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Coccaglio - Il sindaco conferisce gli attestati a quattro nuovi volontari del gruppo della Protezione civile. Dopo ilminuto di silenzio in onore di Franco Buffoli , anima della società sportiva coccagliese, scomparso poche settimanefa, il primo cittadino, Franco Claretti , durante il Consiglio comunale che si è tenuto mercoledi, 24 marzo, haconferito le targhe di riconoscimento ai quattro nuovi volontari della Protezione civile di Coccaglio, per aversuperato l'esame. Vincenzo Lucchetta , Ettore Frialdi , Giovanna Grasselli e Fabiana Soldi sono le new entryche da mercoledì entreranno ufficialmente a far parte del gruppo dei diciotto volontari della Protezione civile delpaese. «Auguro buon lavoro ai nuovi volontari» ha commentato il sindaco. Articolo pubblicato il 26/02/10
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26-02-2010 Giornale di TreviglioProtezione civile, quattro nuovi volontari
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Giornale di Vicenza, Il"" Data: 26/02/2010 Indietro «Disastro ambientaleche ricorderemo a lungo» Venerdì 26 Febbraio 2010 REGIONE, e-mail print VENEZIA. «Il disastro ambientale causato sul fiume Lambro diventato una “superpetroliera” lo pagheremo alungo». Lo afferma il governatore veneto Giancarlo Galan, rilevando che «in Lomabrdia è accaduto qualcosa chenon sarebbe dovuto mai accadere». «È vero - si consola Galan - che la nostra Protezione Civile, parlo di quella delVeneto, è la migliore d'Italia ed è per questo motivo che si è deciso di diventare subito operativi. Infatti, dueimbarcazioni skimmer verranno utilizzate proprio per raccogliere il materiale inquinante che si sta dirigendoverso il Veneto».Galan ieri mattina ha anche informaro che «si è tenuta la riunione operativa alla prefettura di Rovigo, che ha vistonaturalmente la presenza dei dirigenti regionali della Protezione Civile. In quella sede sono state assunte decisioniche hanno portato all'invio di due imbarcazioni skimmer verso la zona del disastro ambientale, e pertanto lesuddette imbarcazioni hanno raggiunto il Po di levante per poi attraversare la conca di navigazione di VoltaGrimana, così da trovarsi già nelle acque del Po».«Si è deciso inoltre di deporre i soliti sbarramenti che si usano in casi del genere e questo nei pressi delle seguentilocalità: Castelnovo Bariano, Pontelagoscuro, Guarda Veneta, Corbola. Al momento il nostro ing. MarianoCarraro - spiegava ieri mattina il governatore - ha raggiunto Piacenza per partecipare ad un incontro di lavoroassieme al sottosegretario Guido Bertolaso. Continuo ad essere molto preoccupato ed anche molto arrabbiato, sesolo si tien conto che il gasolio e il petrolio sversati nel Lambro e quindi nel Po assommano, così pare, ad un totalepari a quello del carico di sei petroliere. Ditemi voi - ha concluso il governatore del Veneto - se non c'è di che esserepreoccupati».
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26-02-2010 15Il Giornale di VicenzaDisastro ambientale che ricorderemo a lungo
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Giornale di Vicenza, Il"" Data: 27/02/2010 Indietro VOLONTARIATO. I piani dell'Arma in congedo del Bassanese Protezione civile CcIn campo 9600 ore Sabato 27 Febbraio 2010 BASSANO, e-mail print Il gruppo protezione civile dei carabinieri Quaranta volontari a disposizione, 22 unità cinofile operative e quasidiecimila ore di lavoro tra interventi d'emergenza, addestramenti, formazione e ricerca di persone scomparse. Sichiude con un attivo di 9600 ore di servizio il bilancio 2010 del Nucleo di protezione civile dell'Associazionenazionale carabinieri Bassano, che ripercorre dodici mesi di impegno sul territorio ma anche fuori zona. Nel corsodell'anno appena trascorso infatti i volontari sono stati chiamati anche nelle regioni d'Italia colpite da gravicalamità, come il tragico terremoto dell'Abruzzo e la nevicata eccezionale di Milano. «All'Aquila siamo rimastiattivi, con vari contingenti, per sette settimane - spiega il responsabile del sodalizio Leonardo Bordignon - e per untotale di 3000 ore. Siamo arrivati sul posto il 9 aprile dello scorso anno, ossia tre giorni dopo il sisma e siamo staticoinvolti in operazioni di ricerca con le nostre unità cinofile e di supporto alle forze dell'ordine nella sorveglianzadei campi».Il Nucleo bassanese dell'Anc è intervenuto anche a Milano e a Bassano, durante le ultime nevicate, è statocontattato per spalare neve e rendere accessibili l'ingresso dell'ospedale San Bassiano e i parcheggi per disabili.Massiccio poi l'impegno sul fronte della ricerca di persone scomparse. «Negli ultimi tre anni - riferisce Bordignon - sono state 22 le uscite di questo tipo. Il nostro gruppo può infatticontare su 18 uomini attivi nella sezione logistica e su 22 unità cinofile (cani con i rispettivi padroni, ndr),addestrate per la ricerca in superficie sia sul manto nevoso sia su terreno normale».«Questo significa - prosegue il portavoce dell'associazione - che non possiamo intervenire per recuperare personesepolte sotto le valanghe. Ci stiamo però preparando per poter intervenire anche sotto le macerie e stiamopensando di inviare i nostri volontari a un corso nazionale per il salvataggio fluviale e per la ricerca di cadaveri».Il nucleo bassanese, che coordina anche gli altri quattro raggruppamenti di Protezione civile Anc della Provincia,mira inoltre a formarsi per poter ampliare il suo raggio d'azione e dare così il proprio contributo anche in caso diemergenze all'estero. Il gruppo dei volontari, formati da ex carabinieri ma anche da semplici simpatizzanti, sta giàseguendo un percorso di formazione sulla psicologia delle emergenze. Un progetto curato da una psicologa e messoa punto per istruire i volontari sulla gestione dello stress emotivo. Proseguiranno infine nei prossimi mesi lenormali attività di addestramento con i cani in Valle Santa Felicita, i corsi estivi di orienteering, le uscite notturnee le visite nelle scuole. C.Z.
Data: Estratto da pagina:
27-02-2010 39Il Giornale di VicenzaProtezione civile Cc In campo 9600 ore
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Giornale di Vicenza, Il"" Data: 27/02/2010 Indietro DISASTRO AMBIENTALE. Con una serie di interventi in Emilia Romagna sono stati recuperati 250.000 litri digasolio La «barriera» sul Po ha rettoma l'onda lambisce il Veneto Bloccata nel Piacentino gran parte degli idrocarburi finiti in Lambro Macchie oleose nel Rodigino Venezia: «Statod'emergenza» Sabato 27 Febbraio 2010 NAZIONALE, e-mail print Il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso a Piacenza, dove è stata bloccata l'onda ... PIACENZAIl baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Il grosso dell'onda nera arrivato dal Lambro è statobloccato lì, nel Po di Piacenza, e non raggiungerà il mare e prima ancora il delta, dove l'ecosistema è tantoaffascinante quanto delicato. «La massa oleosa di fatto l'abbiamo fermata a Isola Serafini e adesso ci sono gli skimmer che stanno recuperandola massa a monte della barriera della diga dell'Enel», ha detto ieri mattina Guido Bertolaso a Piacenza. «Credo cheal massimo sia sfuggito da questa barriera tra il cinque e il 10 per cento della massa complessiva». Bertolaso harassicurato anche sulla qualità dell'acqua: «Sono stati fatti prelievi proprio qui, a Piacenza, a diversi livelli diprofondità del fiume e le analisi sono buone. Comunque nell'ambito dei parametri previsti anche come utilizzo dipotabilizzazione». Due navi specializzate della Marina Militare si trovavano in Adriatico, si sono dirette verso il porto di Ravenna,pronte per un eventuale concorso nell'attività di antinquinamento. «Abbiamo già raccolto 250.000 litri di gasolio»,ha annunciato il capo della Protezione civile dell'Emilia-Romagna Demetrio Egidi. Il ministro dell'AmbienteStefania Prestigiacomo, ha disposto un'indagine interna per chiarire il declassamento del rischio dellaLombardaPetroli, l'industria da cui è partito il disastro. «I conti non tornano nel declassamento nelle categorie dirischio previste dalla Direttiva Seveso», ha spiegato. Durissimo Roberto Formigoni: la Regione Lombardiadenuncerà all'autorità giudiziaria la Lombarda Petroli. Secondo il presidente si è trattato di un atto «non solodoloso, ma di ecoterrorismo e di odio nei confronti della nostra gente e del territorio. L'Arpa su incarico dellaRegione sta mettendo a punto la denuncia alla Procura di Monza. Secondo Formigoni la Lombarda Petroli «nonpoteva tenere quella quantità di oli combustibili».Intanto a Calto (Rovigo) nel tratto veneto del Po sono comparse le prime sporadiche macchie oleose. Sul posto ilbraccio meccanico di una gru sta srotolando decine e decine di metri di barriere che lentamente vengono calatenelle acque del Po. Lungo l'argine del Po in terra veneta sono presenti vigili del fuoco e la Protezione Civile. Cisono anche i sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia e gli uomini del Nucleo soccorso alpino fluviale. Massima attenzione anche a Guarda Veneta, un altro punto dove sono state dislocate le barriere. «Sono stato dapoco avvisato telefonicamente - ha detto il presidente della regione Veneto, Giancarlo Galan - dall'ing. MarianoCarraro, capo della nostra Protezione civile, che è in corso di allestimento l'operazione di tutela ambientale aseguito della quale si stanno disponendo in questo momento tre sbarramenti: a Calto, Guarda Veneta e Papozze». Franco Manzato, vice governatore della Regione Veneto e assessore all'agricoltura, ha annunciato che la Regionefarà richiesta dello stato di emergenza.
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27-02-2010 4Il Giornale di VicenzaLa barriera sul Po ha retto ma l'onda lambisce il Veneto
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Giornale di Vicenza, Il"" Data: 28/02/2010 Indietro SAREGO. L'associazione conta 16 iscritti La Protezione civile cerca giovani volontari Domenica 28 Febbraio 2010 PROVINCIA, e-mail print Cercasi giovani alla Protezione civile. Fa affidamento su di loro il presidente del gruppo, Mario Nicoletti, peralzare il livello di specializzazione della sezione comunale che fa parte della più vasta organizzazione con a capoGuido Bertolaso. «Per essere chiamati in Abruzzo o nei luoghi dove si verifica un'emergenza - afferma Nicoletti - occorre l'iscrizioneall'albo provinciale e nazionale e noi non l'abbiamo ancora. Per ottenerla serve che il gruppo sia formato dapersone che abbiano frequentato non soltanto il corso base di 30 ore, ma ricevuto un addestramento specialisticoche, data la nostra età media, è più adatto a un giovane». L'età che sale non è però l'unica magagna lamentatadalla Protezione civile locale che ad oggi conta sedici iscritti, ma quando era partita, dieci anni fa, ne registravaoltre venti. Il gruppo, che coopera con quello di Montebello, ha in dotazione un fuoristrada ma manca di una sedepropria. «Prima condividevamo quella degli Alpini - precisa il presidente - ma per un problema legato a una convezionenon possiamo più usarla». Eppure i volontari che lo compongono si occupano della perlustrazione e del controllodel territorio comunale, sono stati chiamati per la sistemazione degli argini del Guà durante la piena e al radunoregionale di Lonigo sono loro che guidano i gruppi all'interno dell'Ippodromo. «A Sarego siamo pronti a dare unamano in caso di calamità e ci muoviamo su ordine del sindaco come per la consegna calendari porta a porta». M.G.
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28-02-2010 32Il Giornale di VicenzaLa Protezione civile cerca giovani volontari
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Giornale di Vicenza, Il"" Data: 28/02/2010 Indietro Associazioni in campo per ripulire il lago di Fimon Domenica 28 Febbraio 2010 SPECIALI, e-mail print L'assessore provinciale alle risorse idriche Paolo Pellizzari Ci saranno i volontari della Protezione civile, dei gruppialpini, degli scout, della Pro loco, dei donatori di sangue, dell'Aido, delle associazione Valli e Lago di Fimon e Valdei Mulini, del gruppo cacciatori, della Lega Navale, dell'associazione Neve e Roccia, di Bici da Trodi team, delgruppo ciclisti del Tormeno, del moto club vecchie glorie e delle realtà di S.Agostino. La giornata ecologica al Lago di Fimon che si terrà stamattina sarà l'occasione per riavvicinare un'area di pregiodel territorio alla sua comunità. Organizzata dal Bacino di pesca zona B in collaborazione con la Lega navaleitaliana e con il patrocinio della Provincia di Vicenza, il consorzio di bonifica Alta pianura veneta e il Comune diArcugnano. «Sarà un momento importante di conoscenza -sottolinea l'assessore provinciale alle risorse idriche Paolo Pellizzari-delle iniziative da noi attivate per riqualificare in tutte le sue componenti :ambientali, turistiche, ittiche earcheologiche questo antichissimo ed importante sistema che è Fimon. Ma soprattutto ci sono stati e sono in attouna serie di lavori che, oltre a definire le origini storiche, affrontano anche il problema di un futuro legato allostato di ossigenazione delle acque e alla presenza di vegetazione e fauna intrusiva». Pensiero e azione dal momentoche anche stavolta sarà notevole la quantità di materiale che verrà rimosso. Al riguardo due persone messe adisposizione dal Comune per lo smistamento dei rifiuti raccolti af di assicurare uno smistamento intelligente.
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28-02-2010 14Il Giornale di VicenzaAssociazioni in campo per ripulire il lago di Fimon
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DISASTRO AMBIENTALE. Con una serie di interventi in Emilia Romagna sono stati recuperati 250.000 litri di gasolio
Bloccata nel Piacentino gran parte degli idrocarburi finiti in Lambro Macchie oleose nel Rodigino Venezia: «Stato
d'emergenza»
27/02/2010 e-mail print
Il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso a Piacenza, dove è stata bloccata l'onda nera PIACENZA
Il baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Il grosso dell'onda nera arrivato dal Lambro è stato bloccato
lì, nel Po di Piacenza, e non raggiungerà il mare e prima ancora il delta, dove l'ecosistema è tanto affascinante quanto
delicato.
«La massa oleosa di fatto l'abbiamo fermata a Isola Serafini e adesso ci sono gli skimmer che stanno recuperando la
massa a monte della barriera della diga dell'Enel», ha detto ieri mattina Guido Bertolaso a Piacenza. «Credo che al
massimo sia sfuggito da questa barriera tra il cinque e il 10 per cento della massa complessiva». Bertolaso ha rassicurato
anche sulla qualità dell'acqua: «Sono stati fatti prelievi proprio qui, a Piacenza, a diversi livelli di profondità del fiume e le
analisi sono buone. Comunque nell'ambito dei parametri previsti anche come utilizzo di potabilizzazione».
Due navi specializzate della Marina Militare si trovavano in Adriatico, si sono dirette verso il porto di Ravenna, pronte
per un eventuale concorso nell'attività di antinquinamento. «Abbiamo già raccolto 250.000 litri di gasolio», ha annunciato
il capo della Protezione civile dell'Emilia-Romagna Demetrio Egidi. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, ha
disposto un'indagine interna per chiarire il declassamento del rischio della LombardaPetroli, l'industria da cui è partito il
disastro. «I conti non tornano nel declassamento nelle categorie di rischio previste dalla Direttiva Seveso», ha spiegato.
Durissimo Roberto Formigoni: la Regione Lombardia denuncerà all'autorità giudiziaria la Lombarda Petroli. Secondo il
presidente si è trattato di un atto «non solo doloso, ma di ecoterrorismo e di odio nei confronti della nostra gente e del
territorio. L'Arpa su incarico della Regione sta mettendo a punto la denuncia alla Procura di Monza. Secondo Formigoni
la Lombarda Petroli «non poteva tenere quella quantità di oli combustibili».
Intanto a Calto (Rovigo) nel tratto veneto del Po sono comparse le prime sporadiche macchie oleose. Sul posto il braccio
meccanico di una gru sta srotolando decine e decine di metri di barriere che lentamente vengono calate nelle acque del Po.
Lungo l'argine del Po in terra veneta sono presenti vigili del fuoco e la Protezione Civile. Ci sono anche i sommozzatori
dei vigili del fuoco di Venezia e gli uomini del Nucleo soccorso alpino fluviale.
Massima attenzione anche a Guarda Veneta, un altro punto dove sono state dislocate le barriere. «Sono stato da poco
avvisato telefonicamente - ha detto il presidente della regione Veneto, Giancarlo Galan - dall'ing. Mariano Carraro, capo
della nostra Protezione civile, che è in corso di allestimento l'operazione di tutela ambientale a seguito della quale si
stanno disponendo in questo momento tre sbarramenti: a Calto, Guarda Veneta e Papozze».
Franco Manzato, vice governatore della Regione Veneto e assessore all'agricoltura, ha annunciato che la Regione farà
richiesta dello stato di emergenza.
Data:
27-02-2010 Il Giornale di Vicenza.itLa «barriera» sul Po ha retto ma l'onda lambisce il Veneto
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PRIMO PIANO pag. 5
IL VERTICE CON BERTOLASO
di MONICA GUZZI MONZA AMMONTANO a 2 milioni e mezzo di euro i primi danni contati a Monza a pochi giorni
dall'uscita dell'onda nera dalle cisterne della Lombarda Petroli. È la stima del presidente della Provincia di Monza Dario
Allevi, che lancia un appello al sottosegretario Bertolaso, mentre la Regione Lombardia annuncia che denuncerà la
Lombarda Petroli. È QUANTO è emerso ieri nel corso del vertice in Prefettura a Milano con il capo della Protezione
Civile, Guido Bertolaso, i sindaci, i prefetti e i presidenti delle province interessate dal disastro. «L'Arpa su incarico di
Regione Lombardia sta perfezionando la denuncia alla Procura della Repubblica della Lombarda Petroli per gravi
inadempienze - ha detto Formigoni -. È un atto non solo doloso, ma qualcosa di più, è un atto di ecoterrorismo. Ci sono
state mani esperte, molto esperte, che hanno voluto arrecare danno. Questo è un atto di odio vero, nei confronti della
nostra gente e del nostro territorio». La Regione, continua il presidente, ha fatto tutti i controlli necessari sull'azienda, che
ha la responsabilità di «non aver dato subito l'allarme per quel che stava succedendo, e perché non poteva tenere quella
quantità di gasolio e oli combustibili». Un atto d'accusa anche da parte di Dario Allevi, che ha ribadito una tesi sostenuta
fin dalla prima ora: «Sono due le responsabilità gravissime dell'azienda: non aver dato l'allarme facendo perdere tre o
quattro ore di intervento importante, l'essere in possesso di una quantità di gasolio che non poteva avere». «Ho detto al
sottosegretario Bertolaso che, passata l'emergenza, è necessario affrontare la seconda fase con la stesso pragmatismo -
spiega Dario Allevi -. Per questo lo aspettiamo al depuratore di Monza per un sopralluogo. Ieri, infatti, abbiamo le prime
stime dei danni all'impianto, che ammontano a due milioni e mezzo di euro tra parte patrimoniale e gestionale». SONO,
infatti, più di 2.100 le tonnellate di emulsione oleosa rimosse fino ad ora dal depuratore, di cui il 59% di idrocarburi e il
41% di acqua. Le stime dei tecnici confermano, inoltre, che l'impianto è riuscito a trattenere più del 70% della marea nera
fuoriuscita dalle cisterne della Lombarda Petroli. Intanto Allevi ha annunciato che la Provincia di Monza e Brianza
promuoverà un'iniziativa pubblica e aperta dal titolo «Ripuliamo il nostro fiume sulle sponde del Lambro». Obiettivo
dell'iniziativa, « dimostrare anche simbolicamente che ricominciare si può», conclude il presidente della Provincia. Image:
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Data:
27-02-2010 Il Giorno (Brianza)Danni per 2,5 milioni e la Regione denuncia
Argomento: Pag.NORD 61
DESIO BOVISIO pag. 12
Si sono dati appuntamento nel campo addestramento di via Bertacciola
di VERONICA TODARO BOVISIO MASCIAGO NON FARSI COGLIERE IMPREPARATI davanti ad una catastrofe
come quella dell'Aquila dell'aprile 2009. Sembra questa la parola d'ordine che regna al campo di addestramento di via
Bertacciola 100, dove ieri si sono dati appuntamento circa 300 volontari di Protezione civile provenienti da tutta la
regione. Le esercitazioni sono andate avanti tutto il giorno: i diversi gruppi hanno simulato situazioni di emergenza
estrema, come l'allestimento di un campo di accoglienza per 350 ospiti, completo di servizi, con relativo montaggio e
smontaggio delle tende gonfiabili; l'addestramento delle unità cinofile nell'attività di ricerca fra le macerie, simulando
l'emergenza sismica della stessa gravità dell'Aquila e la ricerca nelle camere fumo con il "Life Detector", la sonda che in
Abruzzo ha salvato la vita a numerose persone. «SI TRATTA DELLA STESSA SONDA che abbiamo utilizzato in
Abruzzo - spiega l'architetto Maurizio Orlandi, responsabile della Protezione Volontaria Civile di Alzano Lombardo -. E'
uno strumento estremamente sofisticato che capta le vibrazioni, dal battito cardiaco al respiro. Siamo stati uno dei primi
gruppi ad arrivare in Abruzzo dopo il sisma e grazie al Life Detector abbiamo segnalato alle squadre di recupero circa 20
casi in cui sotto le macerie si trovavano vite da salvare». Costata qualche anno fa 60 milioni di lire e acquistata con i fondi
della Regione Lombardia, la sonda ha fatto sì che il gruppo bergamasco sia diventato l'unico gruppo di volontari in tutta
Italia specializzato nell'uso dello strumento, un vero e proprio corpo operativo di prima emergenza grazie ai volontari che
da anni si esercitano ogni sabato a captare segnali impercettibili. A SEGUIRE I VARI gruppi erano presenti i volontari
della Protezione civile di Bovisio Masciago, coordinati da Mirko Zamuner, sotto la guida del comandante della Polizia
locale Paolo Borgotti. «Per tutta la mattinata si sono addestrati i volontari della Provincia di Milano sottolinea Zamuner
nel pomeriggio invece è stato il turno di quella della nuova Provincia di Monza e Brianza. Oggi al Teatro della Luna nei
pressi del Forum di Assago si terrà un confronto finale in cui verranno presentate le attività svolte». «E' un'occasione
prestigiosa per il nostro paese - dichiara Giovanni Sartori, assessore con delega alla Protezione civile - che conferma la
validità del centro di via Bertacciola su cui, già da tempo, abbiamo avviato progetti nell'intento di trasformarlo in un punto
di riferimento a livello almeno regionale. Si tratta di un weekend molto importante dal punto di vista formativo per tutti i
volontari della Protezione civile che, grazie alla varietà di scenari ospitati nel nostro campo, possono mettere in pratica le
nozioni che hanno appreso in questi mesi e dimostrare di essere sempre pronti in caso di necessità».
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Brianza)Protezione civile, alla prova 300 volontari
Argomento: Pag.NORD 62
PRIMO PIANO pag. 3
IL PUNTO ALLEVI: GIÀ RIMOSSE 2.200 TONNELLATE DI IDROCARBURI
di MARCO GALVANI MONZA DALL'ULTIMA RIUNIONE dell'unità di crisi sull'emergenza Lambro escono notizie
confortanti. Il peggio è passato. Anche il rischio pioggia ormai non fa più paura: le misure di sicurezza adottate sui
serbatoi della Lombarda Petroli a Villasanta e al depuratore di San Rocco hanno già dimostrato di tenere. I tecnici stanno
lavorando ininterrottamente, giorno e notte, per ripulire il piazzale e le caditoie dell'ex raffineria: «Sarà un lavoro lungo -
scuote la testa un operaio -. Ci vorranno almeno un paio di settimane». Interventi complessi anche all'impianto monzese
gestito da Brianzacque. «Se non ci saranno intoppi - auspica il presidente della Provincia, Dario Allevi - contiamo di
concludere la rimozione del materiale oleoso dalla vasca di ingresso principale entro domani sera (questa sera, ndr)». Per
questo motivo è stata chiesta alla Prefettura una deroga al blocco del traffico previsto per oggi a Monza proprio per
permettere il via vai delle cisterne che portano il materiale aspirato in sei siti di trattamento del Consorzio oli usati.
Dall'ultimo controllo effettuato, dal depuratore sono state rimosse 2.200 tonnellate di miscela di idrocarburi al 59%,
mentre l'assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Maullu, ha precisato che «dall'azienda di Villasanta sono state
sversate circa 3.000 tonnellate di materiale, di cui 1.662 di gasolio e il rimanente di olio combustibile, che hanno
raggiunto il depuratore di Monza attraverso 4 chilometri e mezzo di fognatura». Ma ad oggi, ha confermato Maullu, «la
situazione è sotto controllo grazie anche al tempestivo intervento che ha permesso di aspirare buona parte del gasolio e
dell'olio combustibile fuoriusciti dalle cisterne. Le verifiche effettuate dai nostri operatori confermano che la situazione è
in netto miglioramento». Completato lo svuotamento, da domani si potrà avviare l'operazione per ripristinare l'intero
impianto. Attualmente, infatti, per non fermare completamente il depuratore, è stata bloccata la linea biologica,
gravemente danneggiata martedì scorso dalla prima ondata di idrocarburi. Ieri in quella linea di depurazione è stata
immessa una nuova colonia di batteri che andranno a sostituire quelli uccisi. In servizio c'è soltanto la linea primaria ma le
analisi all'uscita del depuratore dimostrano che non c'è più traccia di idrocarburi. Sorvegliata speciale anche la falda, con
frequenti prelievi dai pozzi che «al momento sono tutti negativi, e dunque non c'è alcun pericolo per l'acqua potabile».
Eppure c'è chi non si fida delle comunicazioni istituzionali. Sono i gruppi ambientalisti che ieri si sono organizzati in vari
presidi contemporanei lungo tutto il corso del Lambro, fino a Piacenza. Davanti ai cancelli della Lombarda Petroli si sono
ritrovate una cinquantina di persone, semplici cittadini, rappresentanti di Legambiente, dei Verdi, del Pd, dell'associazione
Green Man (che con il segretario Roberto Albanese ha organizzato il presidio). Sono arrivati da Monza, Sesto, Cologno,
Brugherio, perfino da Cremona. Per proporre la nascita del comitato I cittadini del fiume con lo scopo di far sentire la
voce della gente nella fase di rinascita del Lambro perché comunque, ha detto il sindaco (di centrodestra) di Villasanta
Antonio Merlo, «il problema ecologico non ha colore politico».
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Brianza)Emergenza, il peggio è passato ma si lavora sempre al depuratore
Argomento: Pag.NORD 63
LAGO E VALLI pag. 8
Sono stati coinvolti i volontari di otto gruppi
di STEFANO CASSINELLI COLICO GRAZIE alla bella giornata l'esercitazione regionale di Protezione civile ha
consentito di ottenere ottimi risultati. A Colico sono stati impegnati 110 volontari di otto gruppi da Pasturo, Cortenova,
Colico, Dervio, Mandello, Introzzo, Tremenico e Taceno. «Siamo molto soddisfatti - spiega Stefano Acquistapace
responsabile della Protezione civile di Colico -. Abbiamo potuto fare una serie di interventi importanti con tre cantieri
sull'Inganna, uno sulla Merla e uno sul Perlino. Soprattutto il torrente Inganna nella parte alta aveva assoluto bisogno di
essere pulito, c'erano tantissime piante anche ad alto fusto nel greto del torrente il che in caso di piena rappresenta un
pericolo concreto. Avere a disposizione un congruo numero di uomini da poter mettere in campo è importantissimo.
Inoltre i volontari hanno lavorato bene con armonia, si è creata una bella atmosfera per il futuro». L'ORGANIZZAZIONE
dell'evento è stata impeccabile e Acquistapace ringrazia «tutti i volontari di Protezione civile, la Croce rossa, il Gs
Laghetto, i carabinieri in congedo e i tecnici della Provincia, in particolare Gianpietro Visconti. Abbiamo fatto un lavoro
importante». A livello provinciale sono stati impiegati 429 volontari provenienti da 35 organizzazioni di Protezione civile
e non solo. Gli interventi principali sono stati a Colico, Lecco e a Imbersago sul torrente Ruschetta, ma sono stati allestiti
cantieri minori ad Abbadia, Varenna, Bellano, Garlate, Valmadrera, Lomagna, Casatenovo, Verderio e altri paesi. «È
STATA un'esercitazione - ha spiegato l'assessore provinciale Franco De Poi - molto importante soprattutto per due
motivi. Per prima cosa i vari gruppi imparano ad operare insieme e a coordinarsi, aspetto fondamentale in caso di
emergenze e non solo. Lavorare insieme è indispensabile e le esercitazioni servono a capire come si deve operare con gli
altri gruppi. Il secondo aspetto utilissimo per il territorio è la pulizia dei greti dei torrenti. Molti dei problemi legati alle
piene sono causati dalla mancanza di manutenzione dei fiumi».
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Como)Protezione civile all'opera per ripulire fiumi e torrenti
Argomento: Pag.NORD 64
LAGO E VALLI pag. 8
LECCO L'OBIETTIVO È EVITARE LE PIENE TRA LA ZONA MERIDIANA E VIA PORTA
LECCO ORA IL TRATTO finale del torrente Caldone che termina la sua corsa all'aperto in via Porta fa meno paura.
Grazie all'intervento dei volontari della protezione civile che hanno estirpato ieri mattina rovi, sterpaglie e quant'altro
disturbava l'afflusso delle acque, il Caldone è tornato alla sua normalità. Nei mesi scorsi proprio nel tratto terminale di via
Porta il torrente era esondato tanto da far intervenire i vigili del fuoco. «Ricordo tempi non tanto remoti quando il torrente
proprio in questo punto, non solo era esondato, ma aveva procurato gravi danni alle abitazioni vicine - spiega Gaetano
Chiappa coordinatore dei volontari di protezione civile - siamo intervenuti proprio per dare maggior sicurezza all'alveo in
caso di violenti piogge che proprio in questo punto causano esondazioni». VIA PORTA, da quando è stato realizzato alla
fine degli anni 2000 il centro commerciale Meridiana è diventata la via più trafficata della città. Nei piani triennali delle
amministrazioni comunali succedutesi d'allora la programmazione di una riqualificazione è rimasta nei cassetti. Nella
giornata «Fiumi Sicuri» nel capoluogo di Lecco si sono stati interventi anche nei torrenti Ciff (quartiere Maggianico) e
Bione (Lecco-Bione). Gianni Riva
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Como)Esondazioni: il Caldone ora è più sicuro
Argomento: Pag.NORD 65
LEGNANESE CASTANESE pag. 7
VOLONTARIATO
CASTANO PRIMO INIZIALMENTE un'idea, oggi, invece, un progetto concreto. Anche a Castano Primo un gruppo
comunale di Protezione civile. Nei giorni scorsi l'Amministrazione ha, infatti, indetto un bando per il reclutamento di
volontari e, nel contempo, ha deciso di organizzare un incontro pubblico proprio per informare e illustrare alla
popolazione questa importante e significativa iniziativa. Con il patrocinio della Regione Lombardia, l'appuntamento è in
calendario per mercoledì, alle 21, in Villa Rusconi, alla presenza dell'assessore alla Protezione civile e Polizia locale della
Regione, Stefano Maullu. «Si tratta di un progetto significativo ha commentato l'assessore alla Sicurezza, Francesco
Falzone . Non abbiamo mai negato la volontà di voler dare forma e vita a una nostra Protezione civile. Un servizio,
certamente, di grande rilevanza, che a Castano mancava e che vuole diventare un punto di riferimento per la città, grazie
alla collaborazione con le altre istituzioni presenti. Ora siamo partiti con la realizzazione di questo incontro pubblico per
informare i nostri concittadini e, nello stesso tempo, capire la loro disponibilità. Quando avremo le risposte al bando per il
reclutamento dei volontari, si passerà alla formazione vera e propria degli iscritti. Per il futuro, non appena il gruppo sarà
ufficialmente sorto, vorremmo valutare possibilità di cooperazione anche con altre sezioni della Protezione civile della
nostra area e con il Parco del Ticino». Al.Bel.
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Legnano)Protezione civile Il gruppo castanese muove i primi passi
Argomento: Pag.NORD 66
PRIMO PIANO pag. 2
Cominciata la ricognizione degli ingenti danni subiti dal territorio fra San Giuliano e Orio Litta
di FABRIZIO LUCIDI LODI LA PROCURA DI LODI si muove sul disastro ambientale del fiume Lambro. Il
procuratore capo in persona, Giovanni Pescarzoli, ha dato disposizioni a Polizia Provinciale, carabinieri e militari del Noe
perché si raccolgano più informazioni possibili sugli ingenti danni causati dallo sversamento di petrolio nei fiumi Po e
Lambro. Perché, se il primo fascicolo è stato aperto dalla Procura di Monza, competente in base al criterio territorioriale,
dato che il crimine dello sversamento è stato causato nella ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta di Monza, il
territorio di competenza dei magistrati di Lodi è stato fra quelli più compromessi: dal Sud Milano, a San Giuliano
Milanese, fino alla profonda Bassa Lodigiana, a Orio Litta. Senza contare il Po avvelenato da Orio Litta fino a
Castelnuovo Bocca d'Adda. Il compito delle forze dell'ordine sarà di consegnare una relazione il più piossibile completa
alla Procura di Lodi. In parallelo, i magistrati di Monza indagheranno sui criminali colpevoli dello sversamento. Poi si
deciderà a quali magistrati affidare l'intero procedimento. La stima è di 1.650 tonnellate di idrocarburi raccolti fra Po e
Lambro. Verranno smaltiti in quattro siti, fra cui l'impianto Eni di Sannazzaro de' Burgondi (nel Pavese). Restano le
«barriere artificiali» per raccogliere idrocarburi (dimostratesi finora poco più di un palliativo) a Melegnano, San Zenone
al Lambro, Salerano, Castiraga e Chignolo Po. Ad oggi - in tutto - sono stati aspirati 430 metri cubi di acqua contaminata.
PROSEGUONO gli incontri per fare il punto della situazione. Ieri pomeriggio nella sede della Provincia di Lodi, i vertici
dell'ente hanno aggiornato i sindaci dei comuni "rivieraschi". La Provincia ribadisce «le comunicazioni dell'Asl che
garantiscono la potabilità dell'acqua». Ieri gli assessori provinciali all'ambiente Elena Maiocchi e alla Protezione civile
Matteo Boneschi sono corsi in Prefettura a Milano, dove il capo della Protezione civile Guido Bertolaso ha fornito
ulteriori dati. «L'onda ha lasciato il Lambro, dove però restano i residui di gasolio non trasportati dalla corrente fa sapere
la Provincia . Nel Po sembra aver funzionato a dovere il blocco su cui tutti facevano affidamento, quello di Isola Serafini,
il solo davvero in grado di bloccare una quantità importante degli idrocarburi». Resta il balletto sulle cifre, ma il
presidente della Provincia Pietro Foroni esclude che sia veritiera quella più catastrofica, 10 milioni di litri. «Mi risulta si
possano ipotizzare dai 600mila (fonte Regione Lombardia) al milione e mezzo di litri (fonte Aipo)». Stamane è previsto
un incontro nella sede della Prefettura di Lodi fra Provincia e Comuni, per coordinare gli interventi. Foroni ribadisce: «Le
Province interessate, Monza, Milano e Lodi in primis, hanno fatto tutto quanto nelle loro possibilità e anche di più». Poi
batte cassa: «Auspichiamo dal Governo il rimborso delle spese (circa 150mila euro, ndr) sostenute per l'emergenza e poi
fondi per riparare al danno ambientale. Segnalo l'assurdità di certi vincoli posti dal non rispetto del patto di stabilità:
stando al bilancio, non saremmo dovuti intervenire, idea che non ci ha nemmeno sfiorati». Ieri, con una determina ad hoc,
la Provincia ha stabilito il divieto di pesca Lambro da Casaletto a Orio Litta e nel Po fino a Castelnuovo Bocca d'Adda,
fino a data da stabilirsi».
Data:
27-02-2010 Il Giorno (Lodi)L'inchiesta sul disastro approda in Procura
Argomento: Pag.NORD 67
DOSSIER pag. 17
Ad Assago il raduno degli operatori lombardi: faranno il punto sulle esercitazioni
di ERSILIO MATTIONI MILANO SI TERRÀ dopodomani, dalle 9.30, al Teatro Allianz di Assago (noto ai più come
Teatro della Luna) il raduno annuale del volontariato lombardo di Protezione Civile. Emblematico il titolo di questa
giornata: «Da L'Aquila verso Expo 2015». Un evento che la direzione generale di Protezione Civile, Prevenzione e Polizia
locale di Regione Lombardia ha inteso promuovere in accordo con tutte le province. Ma il raduno 2010 segna anche una
svolta: a partire da quest'anno, infatti, il meeting assume i connotati di un momento operativo che prevede una serie di
confronti sui temi di attualità, le comunicazioni puntuali delle novità in cantiere e la raccolta di proposte e istanze da parte
delle organizzazioni. Non nasconde la propria soddisfazione l'assessore regionale alla Protezione civile, Prevenzione e
Polizia locale, Stefano Maullu. Quest'ultimo sottolinea l'importanza del grande momento partecipativo e spiega: «Siamo
di fronte a un'occasione unica che si pone l'obiettivo di realizzare uno stabile punto di incontro tra le diverse realtà del
sistema di Protezione civile della Regione Lombardia. Nel corso del raduno verranno anche presentati i risultati delle
esercitazioni effettuate nella giornata di domani». Pratiche che toccano un tema di stretta attualità: i fiumi. Maullu entra
nei dettagli e chiarisce: «Le esercitazioni si inseriscono per la maggior parte all'interno delle attività previste dal
protocollo sui fiumi sicuri, un innovativo strumento di prevenzione del rischio idrogeologico sui corsi d'acqua, cosiddetti
minori, della nostra regione». QUALCHE parola in più sul ricco programma della manifestazione che andrà in scena al
Teatro Allianz di Assago. La giornata si aprirà alle 9,30 con la registrazione dei partecipanti. Alle 10,30 sarà la volta dei
saluti: giusto un quarto d'ora per inquadrare la giornata e anticiparne alcuni temi. Alle 10,45 si entrerà infatti nel vivo
della kermesse: verrà prodotto un ampio report sull'esercitazione regionale 2010. È questo uno dei momenti clou, in
quanto proprio le esercitazioni costituiscono una parte fondamentale per l'addestramento degli uomini e delle donne di
ogni copro di Protezione Civile. Alle 11,30 i protagonisti diventeranno gli stessi partecipanti al raduno. Non è casuale che
questa sezione di lavori sia intitolata Adesso parliamo noi'. Saranno dunque i volontari a presentare le proprie
specializzazioni, confrontandole le une con le altre e mettendole a disposizione. Dopo il pranzo, previsto per mezzogiorno
e mezzo, il pomeriggio si aprirà con una lezione teorico-legislativa, ovvero le nuove norme sul volontariato. La legge che
disciplina la materia è infatti cambiata, come pure il regolamento. Ed è importante che tutti siano a conoscenza delle
modifiche. Il raduno si chiuderà alle 14,45. con un concerto. Tutti i volontari, prima di rincasare, riceveranno due omaggi:
un giubbotto multi tasche con lo stemma della Regione e il primo manuale da campo della Protezione Civile della
Lombardia.
Data:
26-02-2010 Il Giorno (Milano)Volontari a scuola di Protezione civile
Argomento: Pag.NORD 68
MILANO ATTUALITA' pag. 2
CONTENIMENTO Operatori della Protezione civile e delle società di bonifica al lavoro sugli sbarramenti che fermano
le sostanze oleose con materiali assorbenti. Ma è stato impossibile impedire alla marea nera di filtrare a valle
di GIULIA BONEZZI MILANO UNA CATENA di ritardi, silenzi, comunicazioni che rimbalzano da un ente all'altro, ore
perse prima di trovare un coordinamento. La macchina dei soccorsi che si muove troppo più lentamente dell'onda nera di
oltre due milioni e mezzo di litri (stime di ieri) che scivola inesorabile lungo il Lambro, attraversa province, regioni,
Prefetture e agenzie. Da Monza a Milano, a Lodi e Pavia, fino a Piacenza, dalla Lombardia all'Emilia Romagna, dal
Lambro al Po. Ieri è stata la giornata delle accuse. Il leghista Davide Boni, assessore regionale al Territorio, punta il dito
contro la Protezione civile nazionale, «l'unica grande assente che in un primo momento ha ignorato quanto stava
avvenendo nella nostra regione». Però alla sala operativa regionale della Protezione civile l'informazione che in località
San Rocco, vicino al depuratore di Monza, era successo qualcosa è arrivata all'alba delle 10.30 di martedì 23 febbraio.
Vale a dire, circa sei ore dopo l'orario in cui si ritiene che sei dei sette serbatoi funzionanti dell'ex raffineria Lombarda
Petroli di Villasanta abbiano iniziato a rovesciare gasolio e olii combustibili nel fiume. Sul posto c'erano già i tecnici
dell'Arpa e i vigili urbani, i pompieri erano appena stati chiamati. E alla Protezione civile sarebbe stato detto che nel
Lambro c'era «una macchia oleosa». Una macchia, non un'alluvione tossica. ALLE 3.30, il servizio di vigilanza di
Lombarda Petroli non aveva segnalato niente di strano intorno all'ex raffineria. Il ritardo decisivo è un buco di quattro ore
che passano tra il momento in cui i serbatori iniziano a sversare idrocarburi nel Lambro (tra le 4 e le 5) e quello in cui
l'Arpa lo viene a sapere: alle 8.30, contemporaneamente a BrianzAcque, che gestisce il depuratore di Monza intasato.
Parte (tardi) la rincorsa alla marea nera diretta al Po. Alle 11.30 la Provincia di Milano chiede un coordinamento
regionale, l'Arpa fa lo stesso. La perdita ai serbatoi viene sigillata intorno alle 12, confinando idrocarburi nell'impianto di
depurazione (qui le operazioni di sbarramento terminano a sera). All'una si attiva il centro coordinamento soccorsi in
Prefettura a Milano, un'ora dopo il centro operativo comunale negli uffici del depuratore di Monza, con Regione, Arpa,
Vigili del fuoco, Comune, Provincia e Asl. Intanto, l'onda nera ha già superato Peschiera Borromeo. Viene inseguita,
stoppata alla diga di Melegnano, si calano sbarramenti a San Zenone, Salerano, Castiraga, Chignolo Po. L'Arpa fa incetta
di pompe petrolifere, le società di bonifica vengono precettate per rimuovere idrocarburi. S'informano Mantova, Cremona
e Piacenza, l'Emilia Romagna, l'Aipo, agenzia interregionale per il Po, la Regione Veneto. Mercoledì il governatore
chiede lo stato di emergenza. Ieri la Lombarda Petroli fa sapere che al momento dell'incidente nei suoi serbatoi c'erano
circa 1.800 tonnellate di gasolio e 3.207 di olio combustibile. Cifre un po' esigue rispetto alle prime stime dello
sversamento, che parlano di almeno 4.000 tonnellate di sostanze finite nel Lambro. Il paziente sotto osservazione intanto è
diventato il Po. L'unità di crisi nasce a Piacenza, arriva il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e dice che la
situazione «non gli pare irreparabile». Image: 20100226/foto/160.jpg
Data:
26-02-2010 Il Giorno (Milano)di GIULIA BONEZZI MILANO UNA CATENA di ritardi, silenzi, comu...
Argomento: Pag.NORD 69
CRONACHE pag. 14
Bertolaso: la diga in muratura di Isola Serafini ha funzionato
dall'inviato GABRIELE MORONI MONTICELLI D'ONGINA (Piacenza) LA LOMBARDA Petroli non era più
considerata una azienda a rischio. Scatta una indagine per chiarire il declassamento del rischio dell'industria da cui è
partito il disastro del Lambro e del Po. Lo annuncia il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo perché «i conti non
tornano nel declassamento dell'ex raffineria nelle categorie di rischio previste dala Direttiva Seveso». «Ho disposto spiega
il ministro una indagine interna per chiarire come sia avvenuto tale declassamento e se i dati relativi sono compatibili con
quanto accaduto. L'uscita della Lombarda Petroli dall'elenco delle industrie a rischio di incidente rilevante sembrerebbe
avvenuta, ad un primo riscontro, all'inizio del 2009 sulla base di una autocertificazione, così come previsto dalla
normativa Seveso del 1999. Nella autocertificazione l'azienda ha affermato che nell'impianto erano presenti quantità di
idrocarburi inferiori a quelle previste per l'inserimento dell'impianto tra quelli a rischio rilevante». Il governatore Roberto
Formigoni annuncia che la Regione denuncerà Lombarda Petroli per un atto «non solo doloso, ma di ecoterrorismo» e di
«odio nei confronti della gente e del territorio». L'ONDA nera è stata fermata. Sono 250mila i litri di gasolio già raccolti.
«La centrale di Isola Serafini dice il capo della Protezione civile Guido Bertolaso è stata fondamentale. Nessuna panne,
per quanto oceanica, sarebbe stata in grado di trattenere l'olio come sta facendo questa diga in muratura». Quanto è
sfuggito della massa oleosa? «C'è una stima dei tecnici che varia dal 5 al 10 per cento di quello che è arrivato qui. Va
intercettato prima di Ferrare e del delta. Le false acquifere non sono state intaccate. E non credo che arriverà in Adriatico
neppure una goccia d'olio». UNA BARRIERA di manicotti, un'altra semirigida lunga 200 metri messa in acqua dai
genioeri del tenente Pietro Pace, cinque skimmer e due natanti con sistemi di aspirazione. Circa 450 metri cubi di
materiale inquinante, di cui 170 raccolti a Isola Serafini, sono stati recuperati, destinati ai punti di stoccaggio a Piacenza,
Cremona, Ravenna. «La porcheria ammonisce Giuseppe De Rossi, comandante dei vigili del fuoco di Piacenza passa. Si
intercetta quella che è in superficie, quella che rimane sotto per l'azione centrifuga dell'acqua no». In provincia di Reggio
Emilia la massa di gasolio e petrolio si è affacciata verso le quattro del pomeriggio di giovedì al Lido di Boretto. Nel
Ferrarese è attesa in mattinata a Bondeno e Pontelagoscuro, punto cruciale per la presenza dell'acquedotto, dove verrà
contrastata con barriere semirigide. Intanto, due navi specializzate della Marina Militare, hanno fatto rotta verso il porto di
Ravenna, pronte per un eventuale intervento.
Data:
27-02-2010 Il Giorno (Milano)Po, fermata l'onda nera «Il delta e il mare sono salvi»
Argomento: Pag.NORD 70
CRONACA MILANO pag. 9
Ripuliti gli argini, ma la bonifica è solo all'inizio
MILANO IN VOLO SUL LAMBRO. L'elicottero della Protezione Civile si alza da Milano, raggiunge l'area della
Lombarda Petroli di Villasanta e ridiscende, rapido, lungo il c orso del fiume. Ancora chiazze oleose qua e là, ancora
petrolio, ancora gasolio. E si fa chiaro il bilancio degli interventi da effettuare. «Un'attività straordinaria di pulizia degli
argini del Lambro dagli idrocarburi di recupero della fauna colpita dall'emergenza e di apertura di accessi ai mezzi
operativi per il recupero delle sostanze inquinanti. Un'attività che vede coinvolti circa 300 volontari delle associazioni di
Protezione civile della Provincia di Milano»: così Stefano Maullu, assessore alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia
locale della Regione Lombardia ha illustrato l'operazione «Fiumi Puliti» scattata ieri. ALLE PRIME ORE dell'alba
Regione Lombardia ha promosso un'azione coordinata del sistema di Protezione civile al fine di permettere un' attenta ed
efficace operazione di ripulitura del corso del fiume Lambro e delle aree adiacenti nel tratto di fiume compreso tra il
Parco Lambro di Milano ed i Comuni di San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Sant'Angelo Lodigiano.
L'iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 250 organizzazioni per un totale di circa 3.000 volontari di Protezione
civile. Progetto che vede Regione Lombardia impegnata sin dal 2006 in attività di prevenzione del rischio idrogeologico
sui corsi d'acqua minori della regione attraverso il coinvolgimento del volontariato di Protezione civile. L'assessore si è
anche recato al Parco Lambro di Milano dove ha preso visione delle attività dei volontari e delle aziende interessate
all'attività di bonifica, con i quali si è congratulato per la disponibilità, la celerità degli interventi e l'impegno mostrati in
quest'occasione. Image: 20100228/foto/215.jpg
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Milano)In volo sul Lambro malato E la Protezione civile schiera tremila volontari
Argomento: Pag.NORD 71
CRONACHE pag. 16
Il ministero dell'Ambiente e la Protezione civile hanno istituito un gruppo di lavoro per valutare gli impatti degli
sversamenti dal Lambro nel Delta del Po
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Milano)Il ministero dell'Ambiente e la Protezione civile hanno istituito un gruppo di
lavoro per va...
Argomento: Pag.NORD 72
CRONACHE pag. 16
Bertolaso: «Sarà la magistratura a fare chiarezza». E ora indaga anche Rovigo
dall'inviato GABRIELE MORONI PONTELAGOSCURO (Ferrara) DOPO gli idrocarburi, nel Po inquinato sprofonda
anche qualche macigno. Aspetto solido e rassicurante, capelli candidi sotto l'irrinunciabile feltro color avana, il direttore
della Protezione civile dell'Emilla-Romagna, Demetrio Egidi, approda a Pontelagoscuro. «Gli interventi dice andavano
fatti sul Lambro. Ma noi per andare sul Lambro abbiamo bisogno del passaporto». Di più: «Abbiamo risolto noi in
Emilia-Romagna. L'unico punto era Isola Serafini. Ci avevamo provato al ponte di barche a Piacenza, ma la barriera è
stata travolta dalla corrente». E ancora: «A oggi non sappiamo l'esatta quantificazione di quello che è entrato nel Lambro.
Purtroppo in Lombardia c'è stata una valutazione troppo ottimistica». Ritardi. Sottovalutazione della catastrofe. Inevitabili
domande, poche ore dopo, anche per Guido Bertolaso, appena riemerso da un vertice in prefettura a Ferrara. Ritardi in
Lombardia? «Lo vedremo dopo. Non nella macchina dei controlli. Forse all'inizio, ma lo verificherà l'autorità
giudiziaria». Frase che letta in filigrana significa: siamo intervenuti prontamente, appena ci hanno chiamato. Accanto al
capo della Protezione civile nazionale, il governatore Vasco Errani fa sapere che per fronteggiare l'emergenza la Regione
ha stanziato finora 900mila euro e anticipa che si «sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile per i danni, anche a
seguito del fatto che, in modo sempre più concreto, sta emergendo che siamo di fronte a un atto doloso». La procura di
Rovigo intanto ha aperto un fascicolo sullo sversamento di idrocarburi: il sostituto procuratore Manuela Fasolato intende
verificare se e quanto il passaggio della macchia oleosa lungo il Po possa aver danneggiato l'ecosistema fluviale e l'ultimo
tratto del Delta. PONTELAGOSCURO. In attesa dell'onda di petrolio e gasolio. È stato messo in sicurezza l'acquedotto,
perché a Ferrara si beve acqua di Po. Le analisi confortano: la presenza di idrocarburi è di 0,11 milligrammi per litro.
Bertolaso assicura: «L'impianto di potabilizzazione di Ferrara è esemplare, perché ci sono dei controlli in tempo reale
ogni ora ed è tutto sotto controllo. L'acqua viene prelevata a tre metri e mezzo di profondità e il problema al momento è
solo la presenza di una parte superficiale». FICAROLO. SALVATONICA. Le avanguardie si presentano a
Pontelagoscuro pochi minuti prima delle due del pomeriggio sotto forma di filamenti oleosi, iridescenti, che si disperdono
nel Po che procede con una portata di duemila litri al secondo. Non è la marea nera che molti aspettavano, delusi i curiosi
portati sull'argine dal pomeriggio semifestivo. Ma c'è un'emergenza nell'emergenza. Si chiama vongola, le vongole di
Goro. SUL GRANDE Fiume non è ancora finita. E in Lombardia è ancora minaccia Lambro. Una macchia nerastra
compare attorno alle cinque di ieri pomeriggio tra Triuggio e Canonica. Si tratterebbe di liquido colorante resistente
all'acqua, probabilmente una tintura, residuo di una lavorazione artigianale.
Data:
28-02-2010 Il Giorno (Milano)Marea nera nel Po, guerra sui ritardi «Dovevano fermarla in Lombardia»
Argomento: Pag.NORD 73
VALTELLINA: PRIMO PIANO pag. 2
Nasce il Comitato di coordinamento provinciale a Palazzo Muzio: «Una svolta molto importante»
SONDRIO LE ORGANIZZAZIONI di volontariato di Protezione civile ora hanno un comitato di coordinamento a livello
provinciale. L'organo si è riunito martedì sera su richiesta dell'assessore provinciale Giuliano Pradella. Erano presenti a
Palazzo Muzio i rappresentanti di 31 gruppi comunali di Protezione civile, che contano complessivamente 600 iscritti, 8
associazioni e il Gruppo intercomunale Comunità Montana di Morbegno che accolgono 230 volontari. I lavori
prevedevano la sottoscrizione del regolamento del Comitato già esaminato dalla Giunta e dal Consiglio provinciale e
l'elezione, a scrutinio segreto, del Direttivo del nuovo organismo. VALTER PILATTI, del Gruppo volontari Protezione
Civile di Dubino, è stato eletto presidente; Gianluigi Togno, dell'associazione Gpc «La Baita» di Villa di Tirano, invece è
il vicepresidente; mentre Stefano Marieni, del Gruppo intercomunale Cm Morbegno, e Delfo Bonenti, dell'Associazione
psicologi per i popoli sezione di Sondrio, sono i due componenti eletti rispettivamente in rappresentanza dei gruppi
comunali e delle associazioni. «Si tratta di una svolta importante nei rapporti fra l'istituzione Provincia e le organizzazioni
di volontariato - ha commentato l'assessore Pradella -. Il fatto che le diverse realtà abbiano eletto i propri rappresentanti è
segno evidente di un meccanismo di partecipazione e di condivisione degli obiettivi. Un sistema elettivo quello attuato in
quest'occasione che dunque tiene in grande considerazione le indicazioni che arrivano da chi "sta sul campo"». IL
NEOELETTO presidente Valter Pilatti, inoltre, entra a far parte di diritto del Comitato provinciale di Protezione civile
che fa capo alla Provincia. L'Ente, non solo ha competenze in materia di coordinamento e di gestione dei gruppi volontari,
ma anche di valutazione e aggiornamento dei piani di emergenza delle varie aree di rischio insieme alla Croce rossa
italiana, al Corpo nazionale di soccorso alpino e all'Associazione nazionale degli alpini, per un totale - insieme ai 40
gruppi presenti ieri sera - di una task force di oltre 3.000 tra uomini e donne. «A BREVE, INOLTRE, così come prevede
la legge - ha spiegato Pradella - seguirà l'istituzione del nuovo Comitato provinciale, al quale prendono parte anche i
referenti della Prefettura, delle forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco e del 118». Soddisfatto, l'assessore alla Protezione
civile ha annunciato, inoltre, che domani nell'ambito della Giornata di prevenzione regionale «Fiumi sicuri», si terrà
un'esercitazione interprovinciale che coinvolgerà le province di Sondrio, Lecco e Como. Diversi i cantieri istituiti per la
pulizia e la messa in sicurezza dei corsi d'acqua. Saranno oltre 30 complessivamente le organizzazioni e i gruppi di
Protezione civile al lavoro per un totale di 380 volontari. In Valtellina le aree interessate dai lavori saranno a Verceia
lungo il letto del torrente Ratti e a Morbegno lungo il Bitto. In entrambe le zone saranno circa 100 i volontari al lavoro.
Data:
26-02-2010 Il Giorno (Sondrio)Le tute gialle hanno una cabina di regia
Argomento: Pag.NORD 74
VALTELLINA: PRIMO PIANO pag. 3
IL NUOVO RESPONSABILE DEI VOLONTARI
di SUSANNA ZAMBON DUBINO IL NEO PRESIDENTE del Comitato di coordinamento delle organizzazioni di
volontariato di Protezione civile ha le idee ben chiare per il futuro. «Non è un incarico chissà quanto importante, in fondo
una presidenza non si nega a nessuno» scherza Valter Pilatti, quasi a voler sminuire un ruolo che invece riveste grande
importanza per il territorio. Un ruolo che finalmente è stato reso ufficiale, ma che in realtà esisteva già in passato. «Il
Comitato ora è stato regolarizzato a tutti gli effetti - continua Pilatti - ma già in passato esisteva una sorta di
coordinamento e io svolgevo il ruolo di referente per le associazioni. Ora però, finalmente, tutto è stato messo nero su
bianco ed esiste ufficialmente un organo che rappresenta i quasi 900 volontari presenti sul territorio provinciale. Il
Comitato avrà il compito di portare la loro voce». IL COMITATO dovrà inoltre coordinare tutte le forze in campo su
questo delicato fronte, rendendo il servizio offerto ai cittadini e al territorio più omogeneo. «Questo per quanto riguarda
sia gli aspetti più importanti sia quelli che possono sembrare banali, come ad esempio l'abbigliamento dei volontari o
l'assicurazione - spiega il presidente -. Tutto dovrà essere coordinato in modo da avere un gruppo unito ed omogeneo.
Ovviamente, questo coordinamento risulterà ancor più importante in tempo di emergenza. Attraverso questo Comitato,
inoltre, la Provincia e più in generale le istituzioni potranno meglio raffrontarsi con il mondo del volontariato di
Protezione civile, e noi con loro, riuscendo ad ottenere risposte migliori e più puntuali e portando avanti con maggior
forza e rappresentatività le nostre idee ed iniziative». Tra i primi passi in programma per il Comitato una riunione per fare
il punto della situazione e tirare le linee guida di questo nuovo organo provinciale. «PRESTO verrà indetta un'assemblea,
nel corso della quale porteremo le idee di tutti i gruppi e associazioni - conclude il neopresidente dei volontari Pilatti -
sperando che possano emergere innovazioni interessanti per il futuro. Dato che al momento la situazione in Valtellina e
Valchiavenna è tutto sommato tranquilla, se si esclude la precarietà della Val Masino, possiamo concentrarci sulle priorità
del mondo del volontariato di Protezione civile. Quello che davvero è fondamentale in questo momento è essere coalizzati
e avere punti di riferimento e di coordinamento. Obiettivo che è stato raggiunto con l'istituzione del Comitato di
coordinamento delle organizzazioni di volontariato di Protezione civile». «D'ora in poi - conclude - avremo maggiore
possibilità di far sentire la nostra voce e quindi di realizzare interventi importanti per la nostra provincia. I presupposti ci
sono tutti, adesso bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare il più possibile per il bene del territorio e di tutti i
cittadini valtellinesi e valchiavennaschi».
Data:
26-02-2010 Il Giorno (Sondrio)«D'ora in poi avremo più possibilità di farci ascoltare»
Argomento: Pag.NORD 75
VALTELLINA: PRIMO PIANO pag. 2
IL COMITATO riunisce i 31 gruppi comunali di Protezione civile, che contano complessivamente 600 iscritti, le 8
associazioni e il Gruppo intercomunale Comunità Montana di Morbegno che vantano 230 volontari, per un totale di oltre
800 persone impegnate su questo fronte.
Data:
26-02-2010 Il Giorno (Sondrio)IL COMITATO riunisce i 31 gruppi comunali di Protezione civile, che
contano complessivamente...
Argomento: Pag.NORD 76
- AttualitàL'onda nera dal Po verso il mare Prestigiacomo: «E' un attentato alla salute». Vertice con Bertolaso Mani esperte hanno sversato nel Lambro 3500 metri cubi di gasolio. I pm: c'è il dolo M. ANTONIETTA FILIPPINI MANTOVA. Allarme e rabbia. Migliaia di uomini sulle sponde e i ponti, forze mobilitate su tutto il corso del Po,da Piacenza alla foce, per l'onda nera del petrolio che sta arrivando dal Lambro, dopo la fuoriuscita vicino aMonza di ben 3.500 metri cubi (pari a 3,5 milioni di litri). Le macchie oleose sono ormai nel grande fiume: dopo il tratto fra Piacenza e Cremona, sono nel Parmense escendono con la corrente verso le province di Mantova, Reggio Emilia, Modena, Rovigo e Ferrara. Si prevede chelunedì l'onda di petrolio avrà raggiunto il mare ai Lidi Ferraresi. E mentre la Procura di Monza indagasull'apertura dolosa delle valvole del deposito della Padania petroli, ieri il capo della Protezione civile, GuidoBertolaso, ha fatto un sopralluogo e ha partecipato a un vertice in prefettura a Piacenza, insieme al governatoredell'Emilia Romagna, Vasco Errani. Bertolaso si è mostrato prudente, ma ottimista. «Credo che nelle prossime 24ore (oggi, ndr) la gran parte di questa massa oleosa sarà recuperata e poi, prima che arrivi all'altezza di Ferrara eovviamente prima ancora che arrivi sul Delta, saremo in grado di recuperare tutto il resto».C'è però grande allarme sulle sponde del Po e ancor più nei Comuni della costa adriatica che temonol'inquinamento e il disastro sulle spiagge di sabbia, da Comacchio a Riccione, Rimini, Cattolica. La Protezionecivile prevede che l'onda nera percorrerà l'asta del Po in tre giorni arrivando al mare fra domenica e lunedì. Perqualche giorno si avvertirà molto forte il tipico odore degli idrocarburi e si vedrà una colorazione iridescentedell'acqua. Poi, modeste - si spera - quantità di petrolio si depositeranno sulle spiagge e in mare.Ovviamente si cerca di fermare e raccogliere il più possibile attraverso barriere galleggianti che hanno una partefuori pelo d'acqua alta 30-40 centimetri e una tendina zavorrata immersa per 40-50 cm. Le barriere vengono usateinsieme a diseoleatori che aspirano e risucchiano le macchie oleose che, per il diverso peso specifico, restano insuperficie.Il disastro del Lambro e del petrolio finito in Po, in misura di circa 400-600mila litri, ha tenuto banco ieri allaCamera dei deputati dove il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia ha informato: «Martedì sono statisversati nel fiume Lambro 3.500 metri cubi di gasolio per autotrazione», il depuratore di Monza «ne ha filtrati2.500 metri cubi, mentre altri mille sono finiti nel Lambro». Non mancano le accuse di ritardi nel porre un bloccoall'onda nera. Ma il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, le respinge: «Vorrei evitare le polemiche - hadetto in una conferenza stampa a Lodi - su come è stata gestita l'emergenza. Sono fatti dolosi non previsti e nonprogrammabili». Si è fatto il massimo, ha aggiunto, «per limitare i danni che comunque restano gravi». Adessoperò il coordinamento passa al Governo. Il ministro lancia poi un appello alla magistratura che ha apertoimmediatamente un'inchiesta «a fare presto e accertare le responsabilità: è un attentato alla salute dei cittadini eall'ambiente». Già lunedì il Governo potrebbe decidere lo stato di emergenza «con somme ingenti».
Data: Estratto da pagina:
26-02-2010 9Il Mattino di Padoval'onda nera dal po verso il mare - m. antonietta filippini
Argomento: Pag.NORD 77
- Attualità«» Il Cile trema ancora, coprifuoco anti sciacalli in due città, recuperati 700 corpi SANTIAGO. Case di legno che galleggiano nelle acque del Pacifico: è il Cile dopo il terremoto di sabato nel qualesono morte più di 700 persone e che, scossa dopo scossa, sta lasciando nel centro-sud del paese una lunga scia dipaura e distruzione. Quella di ieri nelle aree centro-meridionali nel paese sudamericano - in regioni quali Santiago,Talca Concepcion, Talcahuano, Constitucion - è stata una domenica di lutto, e si teme che il bilancio finale delsisma possa essere molto più pesante. A fornire gli ultimi dati è stata la presidente Michelle Bachelet: «I mortiaccertati sono 708», ha detto al termine di una riunione del comitato d'emergenza alla Moneda, aggiungendo che ilnumero delle persone disperse è «indeterminato».Solo a Constitucion, secondo quanto detto in televisione dai soccorritori, i cadaveri finora recuperati sono circa350. La protezione civile ha già detto che un terremoto violento come quello di sabato apre la strada ad una lungacoda di scosse di assestamento, che potrebbero continuare per mesi. E anche molto forti: come quella avvertitamolto chiaramente in più punti della già martoriata area ieri alle 08: 26 (ora locale) di magnitudo 6,1 sulla scalaRichter, mentre molta gente era in casa.I racconti drammatici e le storie di dolore si moltiplicano: «Era come un Titanic che affondava», ha raccontato unabitante di Curicò, una delle località balneari investita da quello che ufficialmente Santiago chiama «maremoto» einvece la stampa, e gli esperti, «tsunami». A rubare la scena tra la gente e i media, tv in primo luogo, sono statiperò soprattutto i saccheggi di negozi e supermercati, in particolare a Concepcion. Il tema è controverso, e da piùparti è stata chiesta prudenza: proprio a Concepcion i militari sono intervenuti per bloccare numerosisaccheggiatori, ma successivamente un alto ufficiale dei carabineros ha chiesto di non utilizzare tale termine. Iltema è problematico: Concepcion è di fatto ancora isolata. Ieri sera, tuttavia, proprio per fermare gli sciacalli aConcepcion e a Maule è stato dichiarato il coprifuoco.La questione è stata poi tra i temi chiave al centro della riunione presieduta dalla Balechet, incontro nel qualeerano presenti i rappresentanti dei supermercati. Al termine della riunione, tra le varie dichiarazioni dellapresidente, anche l'annuncio che ai sinistrati saranno distribuiti gratuitamente cibo e acqua.Proprio a Concepcion è crollato un palazzo di 14 piani: delle oltre cento persone intrappolate tra le macerie solo 22sono state tratte in salvo e le grida di aiuto che avevano guidato i soccorritori sono andate via via spegnendosi e glistessi soccorsi sono stati più volte interrotti dalle scosse di assestamento.A circa 200 km da Concepcion c'è un altro centro da dove sono giunte notizie drammatiche: in questa cittadinacostiera sono morte 350 persone, vittime dello tsunami, cinque nell'isola che fu di Robinson Crusoe. L'allarme erastato dato troppo tardi. Per la temutissima ondata oceanica, l'allarme è rientrato solo nel pomeriggio di ieri inGiappone, Polinesia, Hawaii e perfino in Russia.
Data: Estratto da pagina:
01-03-2010 5Il Mattino di Padovanon sappiamo quanti sono morti
Argomento: Pag.NORD 78
Manzano. La consegna dell'equipaggiamento a una decina di volontari è avvenuta nel corso di una cerimonia
MANZANO. Una decina di nuove divise in arrivo per i volontari del gruppo di Protezione civile di Manzano, ilnuovo equipaggiamento è stato consegnato ai componenti del gruppo di Manzano, nel corso di una brevecerimonia avvenuta martedì scorso nella sede della locale Protezione civile. Le dotazioni di protezione individuale sono state acquistate grazie al contributo della Protezione Civile dellaRegione Friuli Venezia Giulia; tra coloro cui sono state affidate anche diversi neovolontari: il più giovane iscrittoalla Squadra Comunale di Manzano, Davide Zinutti, ha solo 18 anni. Il consigliere delegato Claudio Trungadi ha introdotto la serata ricordando che le divise vengono “affidate” ai diecivolontari per essere concretamente utilizzate sul campo. Poi, Trungadi ha ringraziato il già Assessore allaProtezione Civile Regionale Vanni Lenna, che ha firmato a suo tempo il decreto di concessione che ha permessol'acquisto del materiale, l'attuale assessore regionale Riccardo Riccardi, e il Direttore Guglielmo Berlasso «per lasensibilità dimostrata nel voler concedere il contributo, consentendo così il completamento delle dotazioniindividuali della squadra manzanese». L'elevata qualità delle divise consentirà ad ogni volontario di operare in qualsiasi condizione atmosferica e nellamassima sicurezza. Il responsabile comunale David Trentin ha, infatti, ribadito l'assoluta obbligatorietàdell'utilizzo delle dotazioni di protezione individuale «al fine di evitare spiacevoli, se non gravi, infortuni da partedegli addetti alle operazioni di soccorso». Dal canto loro i presenti hanno assicurato, come del resto sempre hanno fatto, il loro impegno e la loro presenza asostegno della struttura comunale, che sempre più spesso è chiamata ad essere punto di riferimento sul territoriocomunale ed extracomunale. Rosalba Tello ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Data:
26-02-2010 Il Messaggero Venetonuove divise per il gruppo protezione civile
Argomento: Pag.NORD 79
- Regione
Il 6 marzoUDINE. Ci saranno anche i volontari di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, accompagnati dall'assessoreregionale Riccardo Riccardi, all'incontro con Papa Benedetto XVI del 6 marzo a Roma.L'incontro era stato auspicato dal Pontefice nel corso della visita alle zone colpite dal sisma in Abruzzo, il 28 aprile.Della regione saranno presenti 300 volontari, assieme a Riccardi che è anche coordinatore degli assessori diProtezione civile della Regioni e delle Province autonome. La Protezione civile regionale in Abruzzo ha inviato una colonna di soccorsi con 153 volontari già nelle prime oredel 6 aprile 2009, seguita da una successiva con altri 270 volontari.
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26-02-2010 8Il Messaggero Venetoprotezione civile: volontari del fvg in visita al papa
Argomento: Pag.NORD 80
- Udine
TarvisioTARVISIO. È stato sottoscritta dal sindaco Renato Carlantoni e dal capogruppo Marco Comello la convenzioneper la disciplina dei rapporti tra il nucleo di Protezione civile dell'Associazione di volontariato Ana Gruppo “NevioArtioli” e il Comune di Tarvisio, in relazione all'opera prestata dai volontari del gruppo nella manutenzione evalorizzazione delle strutture pubbliche e del territorio comunale. «Con questo atto - spiega il vice sindaco e assessore alle opere pubbliche Renzo Zanette-, i volontari del Gruppo diTarvisio si impegnano a svolgere, in conformità al proprio Statuto, le mansioni in supporto alla squadramanutentiva comunale in occasione di eccezionali eventi meteorologici; a lavori di manutenzione straordinaria distrade, sentieri e siti di particolare interesse per la comunità e di collaborazione in attività di carattereambientale».L'azione di volontariato, inoltre, dovrà essere svolta sulla base di un programma elaborato dal Dirigente dell'areatecnica in comune accordo con il responsabile del Gruppo Ana. Lo stato di attuazione dei programmi concordati è periodicamente monitorato dall'amministrazione, sia al finedelle verifica della corretta osservanza delle condizioni della convenzione sia per eventuali variazioni e integrazionisulla base di esigenze e necessità emergenti. (g.m.)
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26-02-2010 17Il Messaggero Venetosottoscritta la convenzione con la protezione civile dell'ana
Argomento: Pag.NORD 81
- Gorizia
GradiscaGRADISCA. Comune e Protezione civile locale torneranno a incontrarsi mercoledì per la definizione degli ultimidettagli tecnico-logistici relativi alla nuova sede e nel corso dell'incontro potrebbe essere formalizzata anche lastipula del protocollo d'intesa con l'Agenzia del Demanio per l'affidamento in affitto al Comune di Gradisca di unaparte dell'area nord dell'ex caserma “Ugo Polonio” di via Udine.Un accordo, come già anticipato nei giorni scorsi, che si baserà sulla formula dell'affitto a canone agevolato, convalidità 19 anni, anche se non ci sarà soltanto la “Polonio” fra i punti all'ordine del giorno dell'incontro. In via didefinizione, infatti, è anche il futuro dell'altra ex caserma gradiscana, la “Toti-Bergamas” di via Papalina, per cui èufficialmente decaduta nei giorni scorsi l'ipotesi di un trasferimento in altro sito della nuova caserma deiCarabinieri: è saltata, infatti, la soluzione alternativa di realizzare ex novo l'edificio sul terreno comunale di viadell'Agricoltura, opera che ha evidenziato un preventivo di circa 7,5 milioni di euro.«La previsione di spesa di 2,5 milioni di euro – è la precisazione arrivata dall'ufficio tecnico comunale – era riferitaesclusivamente alla possibilità di adeguare l'attuale edificio di via Zorutti, non alla costruzione di una nuovacaserma». Ex caserma di via Papalina che resta oggetto di forti interessi privati in un'ottica di riqualificazioneurbanistica e che si estende su una superficie complessiva di 50 mila 542 metri quadrati, ai quali è statoriconosciuto un valore indicativo di 6 milioni 800 mila euro. (ma.ce.)
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26-02-2010 8Il Messaggero Venetocomune e protezione civile incontro per la nuova sede
Argomento: Pag.NORD 82
- Udine Primi interventi da 2,5 milioni su 18 km di costa. Si parte con i lavori a Grado e LignanoPartiranno entro un mese i cantieri nelle lagune di Grado e Marano nei punti più vulnerabili All'inizio priorità alleopere a Sabbiadoro nella zona del Lovato, poi isola d'oro, Aquileia e MaranoPALMANOVA. Partiranno entro trenta giorni i primi interventi di protezione civile nei comuni che abbraccianola Laguna di Marano e Grado esposti al rischio di straripamento del bacino. Si tratta di Lignano Sabbiadoro,Grado, Marano ed Aquileia. Territori parzialmente sotto le zero idrometrico, i cui 23 chilometri di argini lagunaridevono fare i conti con la subsidenza del terreno, vale a dire il suo progressivo sprofondamento verticale, cui siaggiunge l'innalzamento del livello medio marino.Comuni i cui sindaci parlano di “invasione” di nutrie, una sortadi ratto-marmotta che assieme al tasso sforacchia gli argini indebolendoli, per costruire le proprie tane. Ieri pomeriggio, dalla sede della centrale operativa di Jalmicco è stato l'assessore regionale alla Protezione civile,Riccardo Riccardi, ad affermare la necessità di intervenire sui “profili di maggiore rischio” sulla base dell'analisidettagliata, curata dal direttore generale Guglielmo Berlasso. «Abbiamo già destinato con decreto unadisponibilità di 2 milioni 500 mila euro – ha reso noto Riccardi -, per intervenire sulla messa in sicurezza degliargini lagunari; i lavori partiranno entro un mese e sarà data priorità a Lignano, a seguire gli altri comuni, ciò invirtù della maggiore esposizione al rischio delle località turistica». La somma sarà così ripartita: un milione di euro a Lignano Sabbiadoro, 800 mila euro a Grado, mentre Aquileia eMarano dovranno spartirsi 700 mila euro. «Abbiamo effettuato una programmazione dettagliata delle necessitàche abbiamo, i sindaci ne facciano tesoro», ha aggiunto l'esponente della giunta regionale rivolgendosi ai primicittadini, Silvano Delzotto, di Lignano, Mario Cepile, di Marano, Alviano Scarel, di Aquileia e all'assessore allaProtezione civile di Grado, Elisa Polo. Riccardi ha evidenziato come si tratti di «risorse non esagerate», ma «neilimiti delle disponibilità». E qui non è mancata la polemica: «Affrontiamo i problemi dove è maggiore il rischio – ha detto l'assessoreregionale -, operiamo con ancora più oculatezza; questa è la dimostrazione che lo sforzo di analisi dettagliata cipermette di fare una programmazione. D'altronde ho un terzo delle risorse rispetto alla Finanziaria 2008, passeròpure per l'assessore meno popolare perché devono dire di no ai sindaci, e questo non soltanto per questioni legatealle disponibilità economiche, ma anche e soprattutto perché ritengo che la Protezione civile debba fare il suo dilavoro, non quello di altri – e poi lapidario -, il gran lavoro del mio amico Moretton, invece, partiva da altripresupposti. Il marciapiede deve rimanere un lavoro pubblico, mentre l'argine, questo sì che è protezione civile. Ilresto è una soluzione italiana, una stortura del sistema». Mai dire mai, ma è davvero improbabile che sulla costa friulana si abbatta uno tsunami. Alla Protezione civile losanno e non si vogliono certo creare allarmismi. Il problema è la messa in sicurezza, più in generale dei 78chilometri di argini di contenimento della laguna e della costa, dalla foce del Tagliamento fino al Golfo di Panzano.
Davide Sciacchitano ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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27-02-2010 13Il Messaggero Venetonasce la task-force per la difesa degli argini
Argomento: Pag.NORD 83
- Udine «Indeboliscono le difese spondali, ormai la situazione è insostenibile»L'allarmeLA POLEMICALa Protezione civile deveoccuparsi solo di emergenzee non di altro come accadeva con MorettonPALMANOVA. I sindaci ringraziano ma chiedono con urgenza che si intervenga per contenere la popolazione dinutrie, le cui tane, assieme a quelle del tasso, negli ultimi anni hanno contribuito a rendere ancora più fragili evulnerabili gli argini non solo dei fiumi, ma anche di quelli presenti sulla linea della costa e peri-lagunari, la cuiattuale fragilità ha portato la Protezione civile regionale a programmare i primi interventi di manutenzione. El'assessore regionale Riccardi assicura di essere al lavoro per trovare una soluzione. A Lignano c'è anche ilproblema della subsidenza, ecco perché «si interverrà con priorità in zona Lovato – afferma il sindaco SilvanoDelzotto -, un'ampia zona abbondantemente sotto la quota di sicurezza». «A Marano – afferma Mario Cepile,sindaco del paese che si affaccia sulla laguna -, le nutrie arrivano fino all'abitato, la situazione è insostenibile». Ènella zona “salina”, area bonificata, che si concentreranno i lavori predisposti dalla Protezione civile. A Grado gliinterventi si concentreranno a Fossalon e Boscat, ma resta esclusa la zona delle diga, Grado vecchia. Il suoassessore, Elisa Polo, lancia un duro attacco al Wwf regionale per quello che anche sull'Isola rappresenta ormai unpericolo: le nutrie. Problema che per l'assessore Polo va risolto, così come quello dei cormorani, specie protetta,che compromette l'attività di vallicoltura». Alviano Scarel, sindaco di Aquileia, ha espresso «compiacimento perl'intervento, per la puntualità e per la visione complessiva: oggi in Italia assistiamo ad eventi dove la Protezionecivile rincorre gli eventi, qui invece si cerca di prevenire quello che potrà succedere. Ciò significa fare politicaavanzata che guarda al futuro». (d.s.)©RIPRODUZIONE RISERVATA
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27-02-2010 13Il Messaggero Venetoi sindaci: è un'invasione di nutrie
Argomento: Pag.NORD 84
Castions di Strada. Il bilancio di previsione approvato dal consiglio. Il programma degli investimenti
CASTIONS DI STRADA. Il consiglio comunale ha approvato il bilancio di previsione che si chiude in pareggio
sull'importo di 4,2 milioni di euro. Prima di affrontare il documento contabile, l'assemblea ha adottato il programma delle
opere pubbliche (triennio 2010-2012). Per quanto riguarda l'ex ambulatorio di Morsano, intervento previsto quest'anno,
l'opera in parte andrà a colmare la carenza di spazi per la Protezione civile, divenendo la sede principale e in parte
diventerà sede temporanea, come concordato con l'ente ecclesiastico, dell'archivio parrocchiale, ora nella vecchia
canonica. Sempre nel 2010 è prevista la sistemazione dell'area sportiva del softball, con un finanziamento della Regione.
Nel biennio 2011-2012 sarà messo a norma l'impianto di illuminazione pubblica, seguendo le nuove normative inerenti
all'inquinamento luminoso. Grazie ai progetti approvati, ci saranno i lavori di miglioramento della viabilità all'incrocio
denominato “Foran” (2011) e nelle vie Treppo e San Giorgio, con la prosecuzione della pista ciclabile (2012). Riguardo al
previsto uilizzo dei salti idraulici del Cormor per usi idroelettrici, l'amministrazione civica ha presentato alla Regione,
senza alcun onere, un progetto che prevede l'utilizzo di turbine poste lungo il fiume che producono energia in grado di
soddisfare il fabbisogno pubblico del Comune.
L'assemblea civica ha poi votato la modifica di una delle tabelle per il calcolo dell'Ici, con la rivisitazione delle zone.
Nella fattispecie, quella C, prima unica, è ora divisa in urbanizzata e non, mentre sono state aggiunte la zona H2 (aree
commerciali) e O. Sono stati inoltre proposti dalla giunta nuovi coefficienti per il calcolo dell'imposta per le zone nuove e
in quella B.
È stato poi approvato il bilancio 2010, redatto, com'è stato sottolineato nella relazione della giunta, con la regola generale
di «spendere meno e al tempo stesso migliorare la vita dei cittadini in questo periodo di crisi». Si è evidenziato, inoltre,
quanto oggi sia utile investire nel pubblico, indicendo le gare e valutando l'offerta più vantaggiosa, sempre cercando di
utilizzare al meglio i bandi di finanziamento europei. (c.t.)
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Data:
27-02-2010 Il Messaggero Venetol'ex ambulatorio ospiterà la protezione civile
Argomento: Pag.NORD 85
- Udine
Lo studio
PALMANOVA. Isonzo, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre del 2009 e Grado, primo dicembre. Due episodi cruciali
legati a fenomeni di allagamento che sono ancora vivi nel ricordo di Guglielmo Berlasso, direttore generale della
Protezione civile. «Abbiamo festeggiato il Natale in sala operativa rischiando che l'Isonzo rompesse l'argine – ha
affermato -, siamo stati fortunati e non vogliamo che qualcosa del genere possa verificarsi nella Bassa, provocando
conseguenze estreme». Nel corso della conferenza stampa di presentazione dei primi interventi contro i rischi di
ingressione delle acque marine nelle aree costiere più basse del Friuli Venezia Giulia e l'esposizione al rischio
idrogeologico delle popolazioni dell'area rispetto ad un evento meteo-marino critico, Berlasso ha presentato i risultati di
una dettagliata relazione tecnica, con slide e foto, documentando il livello di esposizione delle aree a rischio. Il numero
totale dei sondaggi meccanici e delle prove penetro-metriche è stato di 744, distribuite lungo il perimetro lagunare e lungo
la costa tra la foce del Tagliamento ed il Golfo di Panzano. È stata inoltre effettuata una campagna di rilievo
topo-batimetrico sul litorale con lo scopo di ottenere dati aggiornati per la quantificazione delle variabili da inserire nel
“database” per la definizione della vulnerabilità e del rischio. Le indagini topografiche di precisione hanno permesso di
definire le quote dell'area lagunare e di confrontarle con i dati dei rilievi precedenti, eseguiti in più riprese nel 1980, 1989,
2004 e 2007. (d.s.)
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27-02-2010 13Il Messaggero Venetoalle spalle anni di indagini per la mappa del rischio
Argomento: Pag.NORD 86
- Udine
Sedegliano
SEDEGLIANO. «I problemi degli enti locali, espressione di esigenze reali avvertite dai cittadini, non si risolvono con la
bacchetta magica. Servono risorse che in questo momento, e chissà per quanto tempo ancora la Regione non ha, nella
misura che sarebbe richiesta. Per questo serve una programmazione rigorosa che individui priorità certe e su quella base
cercare di mettere a disposizione del sistema le poche risorse disponibili».
Questo il pensiero dell'assessore regionale alla viabilità e alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, che ieri in municipio
di Sedegliano ha incontrato il sindaco Dino Giacomuzzi e la Giunta comunale. Preoccupazioni reali sono state espresse
dagli amministratori comunali per l'impossibilità di portare a compimento diverse opere pubbliche già iniziate (struttura
polifunzionale, sede della Protezione civile comunale, Centro Diurno per anziani) senza l'intervento della Regione.
Tuttavia le priorità indicate hanno riguardato interventi sulla viabilità che attraversa il territorio comunale; sulla messa in
sicurezza per l'incolumità pubblica di un tratto di un torrente nella frazione di Gradisca; sul completamento della sede di
Protezione civile; sul programma regionale per dotare i Comuni della banda larga. Sui problemi della viabilità Riccardi ha
indicato l'avvio dei lavori entro l'anno per la realizzazione della rotonda a “Bivio Coseat” all'intersezione tra la Statale 13
“Pontebbana” e la Regionale 463 «nel quadro – ha affermato – degli interventi per mettere in sicurezza la viabilità di
grande comunicazione». Circa l'esigenza di una rotonda lungo la SR 463 in località Pannellia a servizio della zona
industriale ivi esistente e a completamento di altri interventi viari realizzati sia dalla Provincia di Udine che dallo stesso
Comune, l'assessore ha avanzato l'ipotesi di un suo finanziamento nei prossimi bilanci regionali stante la sua importanza.
Attenzione ha manifestato per gli altri problemi manifestati «che potranno però essere affrontati solo in presenza di risorse
che al momento non ci sono».
Sulla banda larga, infine, Riccardi ha ribadito che i programmi proseguono secondo quanto stabilito: entro il 2011 saranno
collegati i municipi ed entro il 2013 le zone industriali.
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28-02-2010 11Il Messaggero Venetoviabilità e banda larga: priorità negli investimenti
Argomento: Pag.NORD 87
Zuglio. La squadra è stata impegnata in Abruzzo e in varie esercitazioni antincendio
ZUGLIO. Tempo di bilanci per la squadra comunale di Protezione Civile di Zuglio: il coordinatore della squadra Stefano
Di Gallo, e i capisquadra Riccardo Adami e Marco Zamolo si sono incontrati con il sindaco Elio Moser per fare il punto
sulle cose fatte e programmare le iniziative per l'anno in corso. Di Gallo ha ricordato la partecipazione della squadra al
progetto per il trasporto del cordone ombelicale dal presidio ospedaliero di Tolmezzo/Gemona a Palmanova, a cui la
squadra ha aderito con entusiasmo. È stato ricordato, inoltre, la partecipazione della squadra all'emergenza terremoto in
Abruzzo, con un gruppo di volontari che ha operato la prima settimana dopo il sisma e altre cinque volte in tempi
successivi. Agli amici abruzzesi è stata data ospitalità nell'agosto scorso con un'iniziativa portata a termine in
collaborazione con la squadra di Tolmezzo. Ciò ha permesso di conoscere le realtà del centro di Zuglio e della “Polse di
Cougnes” nei pressi della Pieve di San Pietro.
Di Gallo, Adami e Zamolo hanno ricordato la partecipazione alla campagna prevenzione incendi a Sant'Agata di Militello,
in Sicilia, la riuscitissima esercitazione antincendio boschivo “Salvin Malghe Daude”, in frazione di Fielis, con
l'intervento di numerose squadre dei comuni vicini e del locale Ispettorato Forestale.
Molto riuscite le attività promozionali e conoscitive con gli alunni della locale scuola primaria del capoluogo con
simulazioni di emergenze terremoto e l'esercitazione antincendio boschivo tenutasi a Cima Corso. Questo, come hanno
ricordato i vertici della protezione civile locale, ha comportato un impegno di 3800 ore/anno, cosa molto positiva per una
squadra di un piccolo comune di montagna come Zuglio. (g.g.)
Data:
28-02-2010 Il Messaggero Venetovolontari pc, 3.800 ore di interventi
Argomento: Pag.NORD 88
Il responsabile della Protezione civile: la situazione ambientale sta migliorando. La Procura di Rovigo apre un fascicolo
Restano da intercettare e aspirare chiazze superficiali e non pericolose
FERRARA. L'emergenza sembra finita: le analisi delle acque del Po sono rassicuranti, il filtro della centrale idroelettrica
di Isola Serafini è stato determinante e la pellicola oleosa che copre il Po è superficiale e non pericolosa. Il capo della
Protezione civile, Guido Bertolaso, ha visitato il Po e la diagnosi è stata tutto sommato positiva: il paziente è ancora in
convalescenza, ma già da domani potrebbe essere dichiarato guarito. Più che guarito sarebbe però meglio dire fuori
pericolo.
Scongiurata la sciagura ambientale, il gasolio che galleggia sul Po mescolandosi con l'acqua, anche se non è
particolarmente pericoloso non è certo un sintomo di buona salute. E se Bertolaso ha assicurato che la situazione è sotto
controllo, il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, ha invocato che la bonifica parta subito, assieme
alla fine della situazione d'emergenza. Le preoccupazioni maggiori sono a questo punto per il Delta del Po, dove la
pellicola oleosa è ormai arrivata: un ecosistema affascinante, fragilissimo, quasi incantato. E che sarà inevitabilmente
offeso dallo sversamento nel fiume Lambro che è finito nel Po: «Ma in questa zona – ha assicurato Bertolaso – la pesca e
l'allevamento non dovrebbero subire alcuna conseguenza». Senza contare che gli effetti, come ha sancito l'Istituto di
ricerca su acque del Cnr, si faranno inevitabilmente sentire sull'Adriatico.
Il sottosegretario ha incontrato volontari e istituzioni locali prima a Rovigo poi a Ferrara. Poi ha risalito il Po in elicottero
fino a Piacenza. «La situazione – ha detto – è sotto controllo, le analisi delle acque sono state fatte in superficie, a un
metro e a due metri, e sono tutte nella norma per la presenza di idrocarburi. Non abbiamo ragioni per temere che nei
prossimi giorni queste analisi siano destinate a peggiorare». Domani Bertolaso incontrerà Errani e Galan per poter
dichiarare chiusa la fase di emergenza.
Fra la gente del Delta, però, regna soprattutto la rabbia, per un gesto criminale che rischia di mettere in crisi uno degli
ambienti umidi più belli del mondo. La Regione Emilia Romagna ha già annunciato che si costituirà parte civile se la
magistratura accerterà delle responsabilità. Anche la Procura di Rovigo, intanto, ha aperto un fascicolo per indagare sui
danni.
Data:
28-02-2010 Il Messaggero Venetobertolaso tranquillizza sulle acque del po
Argomento: Pag.NORD 89
- Udine
Moggio: pochi disagi per gli automobilisti a causa dei lavori
MOGGIO. Sta funzionando meglio del previsto la nuova viabilità a servizio dell'abitato di Moggio Udinese. Come
confermato dal sindaco Daniela Marcoccio infatti, la deviazione stabilita dalla Provincia di Udine insieme
all'amministrazione comunale, non sta provocando quei disagi preventivati alla vigilia dei lavori. «L'attesa ai semafori –
ha affermato il sindaco – non è così lunga, ma si sta rivelando gestibile. Inoltre i lavori sembrano procedere al meglio. Per
questo la preoccupazione iniziale sta lasciando il posto, piano piano, all'ottimismo».
L'intervento di ristrutturazione dello storico ponte di Moggio, accesso principale al paese, è stato avviato dalla Provincia
di Udine lo scorso 21 gennaio. Per i prossimi sei mesi i residenti di Moggio saranno costretti a sottostare ad un regime
viario particolare: al posto del ponte in ristrutturazione, la Provincia ha provveduto a collocare un ponte bailey
provvisorio, dove si potrà circolare soltanto a senso unico alternato. Per questo sono stati installati tre semafori che
deviano la circolazione sulla strada dietro alla cartiera Ermolli, tra gli incroci per Moggio Alta e per Campiolo. I lavori,
che avranno un costo di 2,3 milioni di euro, sono stati appaltati dalla Provincia di Udine alla ditta Valle di Enemonzo. Il
vecchio ponte sarà consolidato e la larghezza della carreggiata sarà portata a 12,5 metri, 7,5 per la sede stradale, il resto
per passaggi pedonali e per la pista ciclabile, mantenendo l'architettura originale del ponte, con la posa dei vecchi cordoli.
Un intervento resosi necessario dopo l'alluvione dell'agosto 2003, che aveva compromesso la stabilità dello storico ponte.
Per questo Provincia di Udine e Protezione civile regionale hanno deciso di intervenire. (a.c.)
Data: Estratto da pagina:
28-02-2010 17Il Messaggero Venetola nuova viabilità funziona
Argomento: Pag.NORD 90
- Udine
Premiato dalla Protezione civile e stimato dagli amici e soci del Gruppo alpini “Udine sud”: la penna nera Ivan Asquini,
recentemente scomparso, è stato insegnito di un attestato di benemeranza dal capo del Dipartimento di Protezione civile
nazionale, Guido Bertolaso. Alla cerimonia di consegna, tenuta alcuni giorni fa nella sede alpina di via Pradamano, erano
presenti i due figli e la vedova Chiara, che ha ritirato l'onorificenza dalle mani del predecessore di Asquini. All'incontro
hanno partecipato anche numerosi soci alpini del Gruppo, capeggiato dal responsabile Antonino Pascolo, oltre che il
presidente della sezione Ana di Udine, Dante Soravito, il consigliere nazionale Ana Giuliano Chiofalo, e i consiglieri
sezionali Frasson, Perosa e Scarel. Per il Comune di Udine, hanno preso la parola il consigliere Carlo Giacomello e il
responsabile della sezione di Protezione civile, Luigi Ziani. Numerosi gli interventi che hanno puntato a ricordare la
figura d'una persona straordinaria, «ancor viva e presente nella comunità», come è stato detto in un clima di sincera
commozione. La cerimonia si è chiusa con un brindisi e un rinfresco.
Data: Estratto da pagina:
01-03-2010 10Il Messaggero Venetola protezione civile premia la penna nera ivan asquini
Argomento: Pag.NORD 91
Cordovado. Incontro fra il sindaco e il vertice regionale. «Fare presto per evitare il degrado»
«»
CORDOVADO. La soluzione di utilizzare la base dell'Aeronautica militare di Cordovado, dismessa alla fine del 2009,
come sede logistica della Protezione civile del sanvitese è stato il tema dell'incontro tra il sindaco di Cordovado
Toneguzzo e il direttore regionale Berlasso. Dell'ex struttura militare, in zona Suzzolins, come uso alternativo a quello
militare è stato il motivo preliminare dell'appuntamento con il massimo dirigente della Protezione civile che ha visitato la
struttura e rendersi conto di una possibile soluzione.
«La nostra preoccupazione – afferma il sindaco – e che la base non cada nel degrado totale con i conseguenti atti di
vandalismo che potrebbero verificarsi, valutando una possibile soluzione che vada a beneficio del territorio. Prevedere
perciò un utilizzo che possa servire a base logistica del servizio di Protezione civile sfruttando al meglio le attuali
strutture, garantendo nel contempo una adeguata manutenzione della base anche per evitare il suo progressivo
depauperamento, ci è sembrata un'ipotesi percorribile anche se il progetto è ambizioso e richiede un pò di tempo. L'idea
proposta, comunque, è stata accolta positivamente. A breve avremo un incontro con i vertici militari e ci stiamo attivando
per raccogliere tutti gli elementi utili per una valutazione dei costi di gestione dell'area. L'importante è essere partiti subito
senza perdere tempo per abbreviare i tempi ed i passaggi burocratici che comunque saranno complessi. L'iter infatti
prevede che il demanio militare affidi alla Regione la gestione dell'impianto e quest'ultima successivamente la “giri” al
Comune. Nel frattempo, con un accordo pro tempore con l'Aeronautica e la collaborazione delle associazioni di
volontariato locale, si formalizzi un accordo per la manutenzione ordinaria».
Lucio Leandrin
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Data:
01-03-2010 Il Messaggero Venetoprotezione civile nell'ex base militare
Argomento: Pag.NORD 92
- Udine
Dibattito
In questi giorni nel Meridione d'Italia ci sono situazioni a dir poco catastrofiche con smottamenti di tutti i tipi e sgombero
di paesi, questo ti fa pensare e meditare anche sul nostro territorio montano friulano. C'è il rischio di alluvioni, trombe
d'aria, smottamenti eccetera e questi fenomeni più o meno di grave entità, se pur preventivati con bollettini abbastanza
precisi, provocano inevitabilmente inquietudine nelle persone che vivono in queste zone, un senso di insicurezza e ci si
sente indifesi nei confronti delle forze della natura e si ha l'impressione di vivere in un ambiente pericoloso.
Quest'impressione è poi più forte in chi non è abituato a vivere in montagna, e la cui conoscenza dell'ambiente è quindi
filtrata dai sistemi informativi, che il più delle volte propongono queste zone come paradisi dove ci sono montagne con
prati verdi, animali al pascolo, in poche parole luoghi di tranquillità. Secondo me il montanaro deve stare con i piedi per
terra, ragionare e pensare un po' alla filosofia dei nostri vecchi che ragionavano per logica e per obiettivi. Innanzi tutto il
rischio che non succeda niente non esiste in quanto per natura ed effetto gravità la montagna ha il pericolo di carattere
idrogeologico e tutto quello che ne deriva: l'acqua scorre velocemente verso il basso, il pietrame rotola, gli alberi si
sradicano e poi il terreno e la neve martoriati da questi elementi scivolano verso valle creando danni immensi. Quindi è
importante sempre ragionare. Ciò significa tenere conto dell'entità dei rischi, confrontarli con altri che riteniamo
accettabili, attuare delle misure per rendere più sicura la nostra convivenza con l'ambiente che ci ospita e valutare
nell'insieme i vantaggi e gli svantaggi che caratterizzano il luogo in cui viviamo. In fondo la montagna è abitata da sempre
e i versanti alpini anche, perché il fondo valle specie in passato veniva lasciato pulito per poter praticare l'agricoltura.
Quando si valuta un rischio si fa normalmente riferimento alla probabilità che accada un evento funesto, alla probabilità
che questo colpisca obiettivi vulnerabili e al danno che risulterebbe dal suo accadimento. È su questi tre fattori che
compongono il rischio che può agire l'uomo, rispettivamente con opere di difesa attiva, con la pianificazione territoriale o
con opere di difesa passiva, con sistemi efficienti di preallarme e soccorso. Un tipico fenomeno catastrofico in montagna,
per esempio una frana o una valanga, può accadere abbastanza frequentemente, di rado colpisce obiettivi vulnerabili in
particolare le persone e, quando ciò accade, può causare danni ingenti. Volendo ragionare in termini matematici, sarebbe
interessante calcolare l'incidenza delle vittime causate da frane o da valanghe sul totale della popolazione che vive in
montagna, e confrontarla per esempio con l'incidenza delle vittime di incidenti stradali. Il rischio di morte per incidente
stradale è molto più elevato, ma la maggior parte di noi lo ritiene accettabile, e non per questo rinuncia all'uso della
macchina: sarebbe ragionevole allora ritenere accettabile anche il rischio legato al vivere in un ambiente montano. E chi
vive in una città di pianura conduce forse una vita più sicura? Senza dubbio in pianura non vi è alcuna possibilità che si
verifichino valanghe o frane. Vi sono però altri rischi: incidenti industriali con possibilità di propagazione di sostanze
tossiche, maggiore incidenza delle malattie legate all'inquinamento dell'aria, più alta frequenza di incidenti stradali,
rischio criminalità eccetera, oltre ai problemi di inondazione presenti in alcune zone. Ogni ambiente presenta dei rischi,
ora legati all'ambiente stesso, ora alla presenza di persone o attività umane. L'importante è che ciascuno di noi sia al
corrente dei pericoli cui va incontro e scelga serenamente l'ambiente in cui vivere, tenendo conto da un lato dei rischi e
dall'altro lato dei vantaggi che comporta. Premesso che è sempre esistito, esiste ed esisterà un rischio residuo legato al
vivere in un ambiente montano, è opportuno spendere qualche parola su come si può intervenire, e di fatto in molti casi si
è intervenuto, per ridurne significativamente l'entità. La misura sicuramente più efficace consiste nell'evitare di insediare
abitazioni o attività nelle aree potenzialmente più pericolose: si tratta di una scelta che si fonda su una politica
lungimirante di pianificazione territoriale e che si esplica in un'accorta attività urbanistica, basata su valutazioni di
pericolosità geologica e idrologica; in questi ultimi anni i nostri politici sensibili al problema montano si stanno dando da
fare con leggi e relativi sostegni finanziari. In tal senso si è indirizzata già da anni la normativa regionale, dove il contesto
e le esigenze umane non consentono di evitare le zone più pericolose oppure dove già esistono strutture da difendere, il
rischio può essere ridotto mediante la realizzazione e la corretta manutenzione di opere di difesa attiva o di difesa passiva
Tali misure costituiscono il campo di attività specifica di alcune strutture regionali. Ciò non può escludere in assoluto che
si possa produrre un evento eccezionale e catastrofico che supera tutte le previsioni, per quanto cautelative queste siano, e
che quindi possa interessare zone ritenute sicure o scavalcare le opere di difesa eseguite. In questo caso, a fronte di tali
eventi eccezionali, l'unico strumento nelle nostre mani è essere preparati, e cioè avere previsto una serie di misure di
Data: Estratto da pagina:
01-03-2010 17Il Messaggero Venetosi deve convivere in modo più sicuro con l'ambiente
Argomento: Pag.NORD 93
protezione civile quali a esempio lo sgombero, l'installazione di ulteriori barriere temporanee o l'intervento di macchine
operatrici. Nel passato questa parte di lavoro è stata svolta in base all'esperienza e alla sensibilità degli abitanti del posto;
oggi viene in molti casi a mancare a causa dei molteplici spostamenti delle persone dovuti al mutato stile di vita.
Concludendo continuiamo a vivere in montagna e a seguire le indicazioni dei nostri anziani.
Giovannino Bearzi
Tolmezzo
Data: Estratto da pagina:
01-03-2010 17Il Messaggero Venetosi deve convivere in modo più sicuro con l'ambiente
Argomento: Pag.NORD 94
Venti fino a 150 chilometri orari hanno provocato il disastro. Case invase dall'acqua in pochi minuti. Altre vittime in
Spagna, Belgio e Germania
La Francia il paese più colpito. Blackout, inondazioni, alberi sradicati. Ingenti i danni
PARIGI. Lo tsunami francese si chiama Xynthia. Il paese, colto forse impreparato e nel cuore della mobilitazione per le
vacanze scolastiche d'inverno, è stato travolto in pieno dalla tempesta che ha investito l'Europa. Le conseguenze sono
state devastanti: 45 morti (52 in tutta Europa), la Vandea spazzata dal mare, case allagate in pochi minuti. La Protezione
civile procede con i soccorsi e teme che il bilancio si aggravi.
Da sabato sera era scattato lo stato di allerta, da giorni si sapeva che Xynthia si stava avvicinando, ma intanto tutti sono
andati a dormire come sempre sulla costa atlantica francese, nei piccoli comuni sul mare come La Faute o L'Aguillon. E
molti altri stavano arrivando, per le vacanze d'inverno con i bambini.
Sono stati i rumori a svegliare quelli che si sono salvati dall'invasione delle acque spinte dalla forza del mare in Vandea e
nella Charente Maritime, le due regioni più esposte alla furia dell'Atlantico. Le piccole, tipiche case a due piani, sono state
invase d'acqua in pochi minuti. Mezz'ora, hanno riferito testimoni, «e l'acqua era arrivata al primo piano». Qualcuno si è
rifugiato addirittura sul tetto, dove ha aspettato ore l'intervento dei pompieri, a volte in elicottero. Subissati dalle chiamate,
i vigili del fuoco hanno contato 25 mila interventi dall'inizio della tempesta.
Trenta morti, il tributo più pesante all'ondata di maltempo, è stato pagato dalla Vandea, dove la gente è morta annegata.
Impressionante l'operazione di ricognizione su alcune spiagge dove, con il ritirarsi delle acque, apparivano i cadaveri.
Tanti, anche in Charente Maritime o nei Pirenei, i decessi causati dalla caduta di alberi, dal crollo di tetti, dagli oggetti che
le raffiche di vento hanno trasformato in proiettili.
I trasporti sono nel caos, molti i voli annullati, i treni soppressi, le strade interrotte. I disagi sono ancora per la prossima
notte estremi per il milione di case che è rimasto senza elettricità, anche se la tempesta, ha annunciato Meteo France a fine
pomeriggio, si sta spostando verso il centro Europa. Il presidente, Nicolas Sarkozy, sarà domani mattina in Vandea, dopo
aver spedito subito il ministro dei Trasporti, Dominique Bussereau, ed aver esortato il governo ad «agire subito». Per
Francois Fillon, primo ministro che ha convocato una riunione domenicale d'emergenza a Matignon, si tratta per la
Francia di una «catastrofe nazionale».
Xynthia, annunciata da impressionanti raffiche a 150 chilometri orari, è la tempesta più grave in Francia dopo quella della
fine di dicembre del 1999, quando si contarono alla fine 92 vittime. Prima di investire il territorio francese, Xynthia ha
seminato vittime in Spagna (tre nel nord) e in Portogallo (un bambino annegato sul litorale). In serata si è spostata verso
Belgio, Olanda e Germania, dove già si contano le prime vittime: due tedeschi (un automobilista e una ragazza che faceva
jogging, entrambi colpiti dalla caduta di alberi). Identica dinamica per la prima vittima in Belgio, un uomo che si trovava
nel suo giardino a una quarantina di chilometri da Bruxelles.
Data:
01-03-2010 Il Messaggero Venetouna tempesta sconvolge l'europa: 52 morti
Argomento: Pag.NORD 95
IMPEGNATI NELLE BIBLIOTECHE DEL MONFALCONESE
Sono una ventina i giovani volontari del servizio civile nazionale che dal primo dicembre 2009 prestano il loro servizio
nelle biblioteche e negli archivi dei Comuni del Monfalconese, nel quadro del progetto “BiblioGO!”, presentato dal
Consorzio culturale del Monfalconese insieme agli enti associati. Il lavoro nelle biblioteche comunali, a supporto del
servizio che viene offerto agli utenti, si incrocia con attività di riordino e digitalizzazione di materiali d'archivio, interventi
di promozione della lettura, l'organizzazione di momenti di promozione dei servizi on line del Sistema bibliotecario
provinciale per gli utenti più giovani e per quelli più anziani, attività di ricerca collegate all'Archivio della memoria
attivato dal Consorzio culturale. Come previsto dal progetto, le attività di formazione dei volontari e di gestione del
progetto sono curate dal Consorzio nella propria sede di Ronchi. Recentemente, per affrontare le tematiche relative
all'attività del servizio di protezione civile, I volontari hanno visitato la sede della Protezione civile regionale di
Palmanova. Eccoli, insieme ai Volontari del gruppo comunale di Ronchi che, insieme alla struttura regionale, hanno
assicurato la loro collaborazione per la realizzazione della giornata di formazione specifica. (l. p.)
Data:
26-02-2010 Il Piccolo di Triestevolontari in visita alla sede della protezione civile regionale
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SI ALLARGA IL DISASTRO DELLA FUORIUSCITA DI GREGGIO AVVENUTA NEL LAMBRO A MONZA
Lunedì arriverà nell'Adriatico. Bertolaso ottimista: «Sarà raccolta prima di raggiungere il mare»
di M. ANTONIETTA FILIPPINI
MANTOVA Allarme e rabbia. Migliaia di uomini sulle sponde e i ponti, forze mobilitate su tutto il corso del Po, da
Piacenza alla foce, per l'onda nera del petrolio che sta arrivando dal Lambro, dopo la fuoriuscita vicino a Monza di ben
3.500 metri cubi (pari a 3,5 milioni di litri).
Le macchie oleose sono ormai nel grande fiume: dopo il tratto fra Piacenza e Cremona, sono ormai nel Parmense e
scendono con la corrente verso le province di Mantova, Reggio Emilia, Modena, Rovigo e Ferrara. Si prevede che lunedì
l'onda di petrolio avrà raggiunto il mare ai Lidi Ferraresi. E mentre la Procura di Monza indaga sull'apertura dolosa delle
valvole del deposito della Padania petroli, ieri il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha fatto un sopralluogo e
ha partecipato a un vertice in prefettura a Piacenza, insieme al governatore dell'Emilia Romagna, Vasco Errani. Bertolaso
si è mostrato prudente, ma ottimista.
«Credo che nelle prossime 24 ore (oggi, ndr) la gran parte di questa massa oleosa sarà recuperata e poi, prima che arrivi
all'altezza di Ferrara e ovviamente prima ancora che arrivi sul Delta, saremo in grado di recuperare tutto il resto».
C'è però grande allarme sulle sponde del Po e ancor più nei Comuni della costa adriatica che temono l'inquinamento e il
disastro sulle spiagge di sabbia, da Comacchio a Riccione, Rimini, Cattolica. La Protezione civile prevede che l'onda nera
percorrerà l'asta del Po in tre giorni arrivando al mare fra domenica e lunedì. Per qualche giorno si avvertirà molto forte il
tipico odore degli idrocarburi e si vedrà una colorazione iridescente dell'acqua. Poi, modeste - si spera - quantità di
petrolio si depositeranno sulle spiagge e in mare.
Ovviamente si cerca di fermare e raccogliere il più possibile attraverso barriere galleggianti che hanno una parte fuori
pelo d'acqua alta 30-40 centimetri e una tendina zavorrata immersa per 40-50 cm. Le barriere vengono usate insieme a
diseoleatori che aspirano e risucchiano le macchie oleose che, per il diverso peso specifico, restano in superficie.
Il disastro del Lambro e del petrolio finito in Po, in misura di circa 400-600mila litri, ha tenuto banco ieri alla Camera dei
deputati dove il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia ha informato: «Martedì sono stati sversati nel fiume Lambro
3.500 metri cubi di gasolio per autotrazione», il depuratore di Monza «ne ha filtrati 2.500 metri cubi, mentre altri mille
sono finiti nel Lambro». Non mancano le accuse di ritardi nel porre un blocco all'onda nera. Ma il ministro dell'Ambiente,
Stefania Prestigiacomo, le respinge: «Vorrei evitare le polemiche - ha detto in una conferenza stampa a Lodi - su come è
stata gestita l'emergenza. Sono fatti dolosi non previsti e non programmabili».
Si è fatto il massimo, ha aggiunto, «per limitare i danni che comunque restano gravi. C'è stato uno straordinario
coordinamento dalle prefetture». Adesso però il coordinamento passa al governo. Il ministro lancia poi un appello alla
magistratura che ha aperto immediatamente un'inchiesta «a fare presto e accertare le responsabilità». L'ex raffineria
Lombarda petroli di Villasanta «non rientra nella direttiva Seveso», ha poi risposto Prestigiacomo a un'interrogazione del
Pd.
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Data:
26-02-2010 Il Piccolo di Triestel'onda nera di gasolio ha ormai raggiunto il po
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PIANO DELLA PROTEZIONE CIVILE PER RINFORZARE GLI ARGINI MARINI
Interessati dagli interventi i comuni di Grado, Aquileia, Marano e Lignano
PALMANOVA Interventi per due milioni e mezzo di euro a salvaguardia degli argini nei comuni di Grado, Aquileia,
Marano Lagunare e Lignano. Le opere partiranno tra un mese prioprio da quest'ultima loclaità e proseguiranno nelle altre
aree costiere monitorate. Presentato nella sede della Protezione civile di Palmanova un approfondito studio sui rischi di
ingressione marina nelle aree costiere del Friuli Venezia Giulia e le possibili esposizioni ai rischi della popolazione
rispetto a un evento meteo-marino estremo. Alla presenza degli amministratori dei quattro Comuni interessati, l'assessore
regionale Riccardo Riccardi e il direttore della Protezione civile regionale, Guglielmo Berlasso, hanno illustrato modalità
dello studio prodotto e risultanze dei rilevamenti nonché l'impegno finanziario per evitare rischi. Su 80 chilometri di
argini in tutta la costa regionale ben il 23% presentano situazioni di criticità. Come ha riferito l'assessore Riccardi, ora si
interverrà nei settori di maggior impatto soprattutto riguardo la popolazione. I due milioni e mezzo di stanziamento per le
opere messe a disposizione dal Commissario straordinario regionale per la Protezione civile sono ripartiti in un milione di
euro per Lignano, 800 mila euro per Grado, 350 mila euro per Marano Lagunare e altrettanti per Aquileia. Un ulteriore
milione di euro è già stato assegnato per i lavori che interessano Sagrado e Gradisca, relativamente ai problemi generati la
vigilia del Natale scorso per i fenomeni di esondazione.
Dunque, in due anni di studi e monitoraggi da parte della Protezione civile, come ha spiegato Berlasso, si è appurato che i
pericoli per gli argini costieri sono determinati, oltre che dai fenomeni naturali delle maree e delle onde, dalla vegetazione
infestante, dalle tane di nutrie e tassi, dalle filtrazioni di acqua marina e lagunare nonché dagli scavernamenti. Gli argini
presentano connotati di sicurezza solo quando raggiungono i tre metri di altezza. Con misure minori sono soggetti a rischi
e appunto il 23% non rispondono a questo parametro. L'assessore Riccardi ha sottolineato come il metodo di studio e
rilevamento adottato dalla Protezione civile consenta di avere un'analisi dettagliata della situazione e un quadro specifico
sulla priorità degli interventi. Tra i fenomeni registrati, come ha precisato Berlasso, da tenere in debito conto anche
l'innalzamento del livello del mare che negli ultimi cento anni ha raggiunto i 15 centimetri, quota non certo irrilevante. Gli
amministratori dei quattro Comuni interessati hanno manifestato soddisfazione in quanto l'azione prodotta dalla
Protezione civile è di carattere preventivo, quindi orientata a scongiurare possibili conseguenze di eventi critici.
Alfredo Moretti
Data:
27-02-2010 Il Piccolo di Triestecoste a rischio: 2,5 milioni anti-mareggiate
Argomento: Pag.NORD 98
PARLA L'ESPERTO SISMOLOGO DELL'OGS DI TRIESTE
«»
di GIULIO GARAU
TRIESTE Nessun collegamento con il devastante terremoto di Haiti o quello che poche ore prima ha colpito l'isola di
Okinawa in Giappone. «La nostra scala temporale è breve, diversa da quella geologica in cui possono passare decine di
migliaia di anni. Non c'è relazione tra questi terremoti» insiste Enrico Priolo, sismologo dell'Ogs. La verità è che «al
giorno d'oggi le notizie e le immagini sui terremoti corrono in pochi secondi da una parte all'altra del mondo, siamo molto
più sensibilizzati». E quello che è grave è che «purtroppo la popolazione sta aumentando e, a parte il Giappone, non c'è
alcuna attenzione nel costruire in zone a forte rischio sismico».
Dunque non c'è alcuna correlazione su questi terremoti attorno al mondo.
Non c'è nulla di insolito, è una situazione normale per gli eventi sismici. Ho guardato sul sito del Servizio geologico
americano che è una potenza e ha l'occhio più sensibile sui fenomeni. C'è una paginetta per rispondere a tutti quelli che
chiedono se i terremoti sono in aumento.
E cosa rispondono gli americani?
Che il numero dei terremoti è rimasto costante in un arco lungo di tempo e che non c'è nulla di allarmante se accadono
episodi vicini. La vera cosa allarmante invece è che forse non ci si sta rendendo conto che possono verificarsi terremoti in
aree più abitate rispetto a una volta.
Ma perchè c'è questa sensazione che i terremoti siano aumentati comunque?
Perchè è favorita dall'aumento delle strumentazioni che localizzano questi fenomeni, e ciò vale sia per i piccoli terremoti
che per quelli grossi in aree disabitate. Una volta di questi terremoti non si sapeva molto e non se ne parlava. In 20-30
anni la strumentazione è aumentata in termini di aree di misurazione e grado di sofisticazione.
Come dire che ci sono molte più segnalazioni e più notizie di terremoti
Sì, le informazioni sugli effetti del sisma, sui morti, le foto, viaggiano immediatamente con maggior impatto di una volta.
La catastrofe di Haiti 30 anni fa come l'avremmo vissuta? C'è poi un altro problema: l'aumento della popolazione in aree a
rischio.
Pensa che ci sia una sottovalutazione?
Direi proprio di sì. La gente è molto più disposta a spendere per automobili e cellulari che per rinforzare le case con
misure antisismiche quando si costruisce in queste zone. I governi poi non investono nel lungo termine, solo nel breve.
Senza pensare poi a cosa accade nei paesi poveri dove la prevenzione non esiste.
Come dire che in certe aree si possono prevedere i terremoti
No, i terremoti non si possono prevedere. Ma certe informazioni e segnali in alcune aree a rischio sono evidenti. Come per
il terremoto di Sumatra nel 2004. C'erano stati segni su segmenti di faglia, si sapeva che c'era un forte rischio. Ma non si
sapeva quando. Ad Haiti la stessa cosa, idem per il Cile dove il terremoto è stato il più grosso mai registrato tra due aree a
forte sismicità. Vale anche per L'Aquila: le indicazioni erano molto chiare. Pensi che ci sono placche che si spostano 8
centimetri all'anno.
A L'Aquila allora le case non sono state fatte con criteri antisismici.
No, bisogna farle. Ce lo insegna bene il Giappone dove danni e morti, anche dopo terremoti di forte intensità, sono
ridottissimi. È successo anche ieri nell'area di Okinawa
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Data:
28-02-2010 Il Piccolo di Triestenessun collegamento con le scosse che hanno colpito okinawa e haiti
Argomento: Pag.NORD 99
BERTOLASO A ROVIGO
«»
Si allontana il pericolo per l'acquedotto di Ferrara che attinge dal fiume
di M. ANTONIETTA FILIPPINI
FERRARA Ancora oggi e domani, dice il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, e poi l'onda nera del petrolio avrà
lasciato il Po. Spaventati, ieri hanno manifestato i pescatori della sacca di Goro, dove ci sono allevamenti di vongole e
cozze. Una paura che accomuna i chioggiotti, a Nord. Se il petrolio arrivasse all'Adriatico, oltre al Parco naturale Delta
del Po e alle spiagge marine, per il gioco delle correnti, l'inquinamento tornerebbe indietro nelle valli di pesca.
Bertolaso, ieri a Rovigo e a Ferrara (ha poi sorvolato il Po fino a Piacenza), ha escluso che l'inquinamento coinvolga
l'Adriatico. Un sospiro di sollievo per l'acquedotto di Ferrara, che pesca nel Po a una profondità di 3,5 metri e serve
300mila persone. A Pontelagoscuro odore di idrocarburi, ma i prelievi davano 0,8 milligrammi per litro, sotto il limite per
la potabilizzazione.
Non tutto è stato recuperato - bene ha funzionato la diga della centrale di Isola Serafini - dello sversamento doloso nel
fiume Lambro di 3,5 milioni di litri di idrocarburi dalla ”Padana petroli” a Monza.
Ieri le macchie olese hanno attraversato il Po nel Mantovano e hanno raggiunto il tratto finale che segna il confine tra
Rovigo e Ferrara. Il tentativo di porre una barriera tra Felonica (Mantova) e Calto (Rovigo) è fallito per la forte corrente.
Dopo ore e ore di tentativi, si è deciso di ritentare tra Ro Ferrarese e Polesella dove sono in azione i battelli-idrovore
Pellicano.
Intanto non si placano le polemiche. Una catena umana di 300 persone con Legambiente ha abbracciato simbolicamente il
Lambro, iniziativa condivisa dal regista Ermanno Olmi. Il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, si
costituirà parte civile e chiede la bonifica delle sponde su cui si sono depositate macchie oleose. Anche la procura di
Rovigo ha aperto un'inchiesta.
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Data:
28-02-2010 Il Piccolo di Triestepo, la marea nera non arriverà al mare
Argomento: Pag.NORD 100
- Attualità
Le cifre del disastro aumentano di ora in ora. Nuove scosse. Cinquanta vivi sotto un condominio
La presidente Bachelet: «Il numero delle vittime è ancora indeterminato»
SANTIAGO Case di legno che galleggiano nelle acque del Pacifico: non è un'immagine surreale evocata da Garcia
Marquez, ma la realtà del Cile dopo il terremoto di sabato, nel quale sono morte più di 700 persone e che, scossa dopo
scossa, sta lasciando nel centro-sud del paese una lunga scia di paura e distruzione.
Quella di ieri nelle aree centro-meridionali nel paese sudamericano - in regioni quali Santiago, Talca Concepcion,
Talcahuano, Constitucion - è stata una domenica di lutto, e si teme che il bilancio finale del sisma possa essere molto più
pesante. A fornire gli ultimi dati è stata la presidente Michelle Bachelet: «I morti accertati sono 708», ha detto al termine
di una riunione del comitato d'emergenza alla Moneda, aggiungendo che il numero delle persone disperse è
«indeterminato». Solo a Constitucion, secondo quanto detto in televisione dai soccorritori, i cadaveri finora recuperati
sono circa 350.
Le notizie negative non finiscono qui. La protezione civile ha già detto che un terremoto violento come quello di sabato
apre la strada ad una lunga coda di scosse di assestamento, che potrebbero continuare per mesi. Ed anche molto forti:
come per esempio quella avvertita molto chiaramente in più punti della già martoriata area ieri alle 08:26 (ora locale) di
magnitudo 6,1 sulla scala Richter, mentre molta gente era in casa.
Ieri i racconti drammatici e le storie di dolore si sono moltiplicati: «Era come un Titanic che affondava», ha raccontato un
abitante di Curicò, una delle località balneari investita da quello che ufficialmente Santiago chiama maremoto e invece la
stampa, e gli esperti, tsunami.
E a tarda sera (ora italiana) è arrivata la notizia che a Concepcion si lavora freneticamente in un condominio di quindici
piani venuto giù come un birillo e nelle cui macerie sono intrappolate almeno 50 persone. Rilevatori di calore e cani
addestrati sono impiegati dalle squadre di soccorso per cercare segni di vita nel caos di cemento e lamiere in cui il capo
della squadra di pompieri, Ignacio Carrizo, è convinto siano sopravvissute 48 persone. «Il tempo è un fattore essenziale»
ha detto il sindaco della seconda città del Cile, Jacqueline van Rysselberghe, che ha puntato il dito contro il ritardo delle
squadre di soccorso, arrivate solo ieri.
Il tema è problematico: Concepcion è di fatto ancora isolata e il sindaco ha chiesto senza mezzi termini «al governo
centrale l'invio dei militari». La questione è stata poi tra i temi chiave al centro della riunione presieduta dalla Balechet,
incontro nel quale erano presenti i rappresentanti dei supermercati. Al termine della riunione, tra le varie dichiarazioni
della presidente, anche l'annuncio che ai sinistrati saranno distribuiti gratuitamente cibo e acqua.
Lo tsunami invece non ha provocato grandi danni nelle altre aree dell'Oceano Pacifico, dalle Hawaii al Giappone, dove
era stato lanciato l'allerta, revocata dovunque nel corso della giornata: le onde anomale sono arrivate ma la popolazione,
avvertita in tempo, aveva potuto abbandonare le zone costiere a rischio.
Santiago pare intanto lontana da tale devastazioni: ieri sono state a poco a poco riattivate diverse infrastrutture - in primo
luogo la fornitura della luce e la metropolitana. E nel pomeriggio nell'aereoporto sono atterrati i primi aerei, anche se le
autorità sottolineano che la ripresa sarà graduale.
Data: Estratto da pagina:
01-03-2010 3Il Piccolo di Triestein cile più di 700 morti, non si sa quanti dispersi
Argomento: Pag.NORD 101
CORTEOLONA. Il borgo di Corteolona, con i suoi amministratori, vuole essere pronto a fronteggiare emergenze quali
quelle che si sono viste per il Lambro ma non solo. Ecco perchè dopo avere consolidato, nel tempo, il gruppo di
Protezione civile ora è scattata l'individuazione dell'unità di crisi nell'ambito del piano di emergenza comunale. Tutto,
come si spiega dal Comune, «per provvedere a affrontare emergenze in modo organizzato, sulla base delle risorse umane
effettivamente disponibili». Deciso, quindi chi comporrà questo team che rimarrà in carica fino a successivo ordine. Si
tratta del sindaco Angelo Dossena, innanzitutto. E poi, di un referente operativo comunale, della coordinatrice della
Protezione civile Alida Brusoni. Con loro anche il segretario comunale, il responsabile della polizia locale, il dirigente del
settore amministrativo contabile. L'unità di crisi sarà nella stessa sede comunale, in via Garibaldi al civico 8. E la
convocazione spetta al sindaco. Tutti i componenti, infine, sono tenuti alla reperibilità. L'unità è tenuta ad attivare poi
l'azione della Protezione civile. (ch. rif.)
Data:
26-02-2010 La Provincia PaveseEmergenze, nasce l'unità di crisi per fronteggiarle
Argomento: Pag.NORD 102
Chignolo Po, gli idrocarburi recuperati sono stati stoccati in contenitori stagni
Rafforzata la barriera alla foce. Oggi Poma incontra Bertolaso
ANNA GHEZZI
CHIGNOLO PO. I volontari della Protezione civile di Chignolo e Corteolona ieri si sono riposati dopo una 48 ore sulle
rive del fiume nero. E i vigili del fuoco di Pavia hanno lasciato le postazioni alla foce del Lambro, tra Monticelli,
Chignolo e Orio Litta nel tardo pomeriggio.
«L'emergenza è in parte rientrata, per quel che ci compete», afferma Massimiliano Milani, coordinatore dei volontari
della Protezione civile della Provincia di Pavia. E' dunque subentrato il gruppo di Lodi, che ha continuato le attività di
contenimento degli idrocarburi alla confluenza del Lambro nel Po insieme ai vigili del fuoco di Lodi, Pavia, Milano (altro
servizio a ).
E dopo aver sorvolato con l'elicottero Milanese, Lodigiano e Pavese per vedere la situazione dopo lo sversamento degli oli
combustibili, il ministro per l'ambiente Stefania Prestigiacomo è arrivata a Lodi con il presidente della Regione
Lombardia Roberto Formigoni. «Sappiamo - ha detto il ministro - che lungo le rive del Lambro c'è una forte attività
agricola e quindi dobbiamo quantificare i primi danni per programmare la bonifica. Lunedì in consiglio dei ministri ci sarà
la dichiarazione di stato di emergenza per la Regione Lombardia». La ditta Aboneco di Mortara ieri ha rafforzato la
barriera sul Lambro nella località «Buchel» per contenere gli oli che ancora stavano scendendo dal fiume: «Abbiamo
posizionato ulteriori barriere assorbenti a lisca di pesce - spiega Mauro Sommi dell'azienda che si occupa di bonifiche -, e
rimosso gli idrocarburi a filo d'acqua. I materiali solidi sono stati stoccati in un cantiere, in contenitori a tenuta stagna, in
attesa di smaltimento». Niente pompaggio degli dirocarburi dall'acqua, però: «Per il film superficiale - prosegue Sommi -,
bastavano le barriere». Oggi è previsto un incontro tecnico per decidere le fasi della bonifica e le strategie per affrontare
gli eventuali rilasci successivi di materiale.
Stamattina, intanto, si riuniranno in prefettura a Milano il presidente delle Provincia di Pavia Vittorio Poma, con quelli di
Milano e Lodi per un incontro di coordinamento sull'emergenza Lambro e Po a cui è prevista la partecipazione del capo
nazionale della Protezione Civile Guido Bertolaso. (ha collaborato Chiara Riffeser)
Data: Estratto da pagina:
26-02-2010 6La Provincia PaveseLambro, finito il momento nero
Argomento: Pag.NORD 103
CORVINO
CORVINO. Costituitosi ufficialmente lo scorso anno, il gruppo locale di Protezione Civile coordinato da Adriano
Accanti e dal caposquadra Maurizio Lanati si è ben inserito nel tessuto sociale cittadino riuscendo a coinvolgere diversi
volontari.
Il sindaco Giancarlo Gorrini ha sempre sostenuto con forza questa iniziativa: «E' molto importante la presenza della
Protezione Civile anche nel nostro paese - aveva detto infatti a tal proposito il sindaco di Corvino San Quirico - Vuoi
perché è di grande aiuto per tutela e salvaguardia del territorio anche in condizioni di emergenza». Disciplinate da un
apposito regolamento approvato in consiglio comunale, la Protezione Civile svolge diverse attività: interventi di primo
soccorso in caso di emergenza. (s. d.)
Data:
27-02-2010 La Provincia PaveseProtezione civile il Comune aiuta
Argomento: Pag.NORD 104
Infiltrazioni d'acqua fatali all'ala disabitata dello stabile. L'allarme è scattato dopo le 3 della notte scorsa
Gropello, automobilista contro le macerie. Solo danni alla vettura
Boato improvviso e una squarcio di 10 metri nella struttura portante del tetto. Poi la rimozione delle parti pericolanti
SIMONA BOMBONATO
GROPELLO. Si è rischiato il peggio l'altra notte sulla provinciale al confine con Garlasco. Parte della cascina Miradolo è
crollata sulla strada. Le mura portanti e il tetto per un fronte di dieci metri hanno ceduto per le infiltrazioni di acqua. I
detriti si sono rovesciati sulle corsie che collegano la tangenziale con la zona produttiva garlaschese, rettilineo della ex
statale 596 dei Cairoli molto trafficato durante il giorno. L'allarme è scattato alle 3. A lanciarlo un camionista mortarese in
quel momento diretto al lavoro, salvo per miracolo. Immediato lo stop al traffico dall'uscita di Garlasco all'altezza di via
Dorno, come lungo la tangenziale di Gropello direzione Mortara. Ieri gli operai hanno messo in sicurezza la carreggiata
demolendo parte dell'edificio su indicazione dei tecnici della Provincia, sul posto appena dopo l'Sos con i carabinieri di
Garlasco, Gropello, San Giorgio, i vigili del fuoco di Garlasco e Pavia, la protezione civile e il sindaco di Gropello
Giuseppe Chiari. La circolazione è tornata normale verso mezzogiorno. In tarda mattinata Chiari ha emesso l'ordinanza
con cui ha disposto l'obbligo a carico dei proprietari dell'immobile di mettere in sicurezza l'ala della cascina rimasta in
piedi. Il rustico sorge sul terreno agricolo di Carlo Giorgetti, geometra in pensione di Garlasco, e del fratello Nino
residente a Gropello. Del caseggiato si è salvata la parte a tutt'oggi utilizzata che guarda verso il centro di Gropello, dove
si trovano i silos dell'azienda agricola della famiglia Giorgetti.
«Mio figlio Andrea dormiva lì e non ha sentito niente - ha raccontato Carlo Giorgetti, uno dei proprietari, residente a
Garlasco - . E' andato giù un fronte di pochi metri, il resto lo hanno fatto le ruspe in fase di demolizione. Non capisco il
clamore, sono cose che succedono”. Sta di fatto che il blocco verso Garlasco della cascina Miradolo, blocco dismesso una
trentina di anni fa, è collassato verso le tre del mattino. E solo per caso non ha investito qualche automobilista di
passaggio. Un camionista in arrivo da Mortara se l'è vista brutta ma è uscito illeso dall'abitacolo. L'uomo era a bordo di
una Fiat Seicento quando improvvisamente si è trovato davanti un cumulo di macerie. Ha frenato senza però riuscire a
evitare i detriti. L'utilitaria ha riportato danni alla coppa dell'olio, radiatore e parabrezza e ruote anteriori. Danni pesanti,
ma il conducente è uscito sano e salvo dall'abitacolo per dare l'allarme e mettere in moto la macchina dei soccorsi. Le
forze dell'ordine hanno provveduto a sbarrare ai veicoli la provinciale, consentendo le direzioni Dorno da Garlasco e
Vigevano da Gropello. Prima delle cinque gli operai si sono messi al lavoro per sgomberare la carreggiata e demolire
parte del muro ceduto fino all'altezza della prima soletta, circa un metro e mezzo da terra. Tocca ora tocca ai proprietari
dell'immobile verificare le condizioni della cascina rimasta in piedi. L'ordinanza è stata emessa da Giuseppe Chiari,
sindaco di Gropello. «Siamo riusciti a risolvere una situazione non facile nel giro di poche ore, limitando al massimo i
disagi - ha precisato Chiari - . Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti».
La circolazione ne ha risentito con rallentamenti a Garlasco, in via Leonardo Da Vinci e all'altezza della rotatoria di via
Pavia. Finché a mezzogiorno la protezione civile non ha consentito al traffico di defluire normalmente.
Data:
27-02-2010 La Provincia PaveseCrolla una cascina, traffico in tilt
Argomento: Pag.NORD 105
Il sindaco di Chignolo vieta l'uso dell'acqua del fiume e la pesca
ANNA GHEZZI
CHIGNOLO PO. La polemica sulla gestione dell'emergenza Lambro arriva in Regione per bocca del capogruppo Pd
Carlo Porcari e di due consiglieri che chiedono un Consiglio straordinario. Ieri sono state montate altre barriere a
Lambrinia, sulla foce tra Orio Litta, Chignolo e Monticelli, ma la pellicola di idrocarburi resta lì, a soffocare acque e
pesci. La situazione, con la pioggia, è peggiorata: livello più alto e correnti più forti complicano le operazioni.
Il capogruppo pavese in Consiglio Regionale Carlo Porcari affonda: «La Regione non può far finta di essere solo
spettatrice e fare lo scaricabarile, peraltro in ritardo, sulla vicenda del fiume Lambro. Formigoni non fa altro che parlare
dell'eccellenza lombarda, vorremmo che ci spiegasse se anche i controlli sulla Lombardia Petroli sono stati eccellenti».
Se è vero che il declassamento per categoria di rischio della Lombardia Petroli è avvenuto su autocertificazione
dell'azienda, per Porcari «si ripropone con forza il tema dei controlli: c'è stata sottovalutazione del problema, prima di
tutto da parte degli enti territoriali: i primi interventi sono stati fatti da volontari privi dei mezzi necessari».
Nel Comune di Chignolo, intanto, il sindaco Antonio Bonati ha emanato un'ordinanza che vieta l'utilizzo delle acque del
fiume Lambro e delle sue derivazioni dopo lo sversamento di tonnellate di oli combustibili, che è già stata trasmessa in
prefettura. «In mancanza di indicazioni regionali, a Chignolo con l'ordinanza si vieta l'uso delle acque inquinate e la
pesca». Nessuna ordinanza invece a Monticelli, il cui territorio confina in parte con le acque del Lambro anche dal lato
piacentino: «Non abbiamo ritenuto di fare alcuna ordinanza - precisa il sindaco Enrico Berneri -, perché non ci sono
campi vicini alle sponde ma solo boschi, e gli agricoltori pompano l'acqua
dai pozzi».
Intanto l'intervento sperimentale di trattamento enzimatico per «aggredire» gli idrocarburi sversati nel Lambro partita
dalla zona del depuratore di Monza ha fatto calare i miasmi anche nel ramo pavese del fiume. Le Guardie Ecologiche
Volontarie inizieranno un primo intervento sulle sponde del Lambro già domani per ripulirle e predisporre gli accessi
dalle strade alle rive del fiume per consentire l'intervento dei mezzi di bonifica.
L'Aboneco, la ditta di Mortara che in forza di un contratto di servizio con la Provincia di Lodi presidia da giorni
Lambrinia e la foce, ieri ha collaborato con la protezione civile emiliana a costruire un'ulteriore barriera alla confluenza
del Lambro nel Po. Ed è arrivato anche il primo macchinario per ripulire la superficie del fiume dal film di idrocarburi che
galleggia sul filo dell'acqua: «Ma con la crescita del livello delle acque e della corrente tutto si complica», spiega Mauro
Sommi, Aboneco. (ha collaborato Chiara Riffeser)
Data:
27-02-2010 La Provincia PaveseEmergenza Lambro la pioggia non aiuta Scoppia la polemica
Argomento: Pag.NORD 106
Il baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Bertolaso rassicura: «Non raggiungerà l'Adriatico»
Formigoni denuncia la Lombarda Petroli, non poteva tenere tutto quel gasolio
PIACENZA. Il baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Il grosso dell'onda nera arrivato dal Lambro è
stato bloccato lì, nel Po di Piacenza, e non raggiungerà il mare e prima ancora il delta, dove l'ecosistema è tanto
affascinante quanto delicato. «La massa oleosa di fatto l'abbiamo fermata a Isola Serafini e adesso ci sono gli skimmer
che stanno recuperando la massa a monte della barriera della diga dell'Enel - ha detto già nella mattina di ieri Guido
Bertolaso a Piacenza - Credo che al massimo sia sfuggito da questa barriera tra il cinque e il 10 per cento della massa
complessiva». Rassicurando anche sulla qualità dell'acqua: «Sono stati fatti prelievi proprio qui, a Piacenza, a diversi
livelli di profondità del fiume e le analisi sono buone. Comunque nell'ambito dei parametri previsti anche come utilizzo di
potabilizzazione». A ore di distanza, nel pomeriggio in prefettura a Milano, è stato ancora più netto: «Non credo che
arriverà in Adriatico neppure una goccia d'olio e questo credo che sia l'obiettivo principale». L'olio più leggero è passato a
chiazze, portando una brutta visione e forti miasmi nel Parmense, nel Reggiano, in serata anche nel Ferrarese, ma il
peggio è stato sventato.
Due navi specializzate della Marina Militare, che si trovavano in Adriatico, si sono dirette verso il porto di Ravenna,
pronte per un eventuale concorso nell'attività di antinquinamento. Sono i pattugliatori d'altura Cassiopea e Sirio,
equipaggiati per il monitoraggio e la raccolta dati sull'inquinamento marino, e per operazioni antinquinamento con
recupero di sversamenti oleosi. Poi «a valle di Isola Serafini, tra la provincia di Mantova e quella di Rovigo, saranno
realizzate altre due barriere con delle navi anti-inquinamento in grado di recuperare quel 5-10% che è sfuggito», ha
spiegato Bertolaso. «Abbiamo già raccolto 250.000 litri di gasolio», ha annunciato il capo della Protezione civile
dell'Emilia-Romagna Demetrio Egidi.
Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, ha disposto un'indagine interna per chiarire il declassamento del rischio
della «Lombarda Petroli», l'industria da cui è partito il disastro. «I conti non tornano nel declassamento nelle categorie di
rischio previste dalla Direttiva Seveso», ha spiegato. Durissimo Roberto Formigoni: la Regione Lombardia denuncerà la
«Lombarda Petroli». Secondo il presidente si è trattato di un atto «non solo doloso, ma di ecoterrorismo e di odio nei
confronti della nostra gente e del territorio. L'Arpa sta mettendo a punto la denuncia. Ci sono state mani esperte, molto
esperte, che hanno voluto arrecare danno». Secondo Formigoni la Lombarda Petroli «ha la responsabilità di non aver dato
subito l'allarme per quel che stava succedendo, e perché non poteva tenere quella quantità di gasolio e oli combustibili».
Data:
27-02-2010 La Provincia PaveseL'onda nera del Lambro bloccata sul Po
Argomento: Pag.NORD 107
Enzo Boschi: il sisma rientra nella normale attività del pianeta, si deve costruire in zone sicure
ROBERTA RIZZO
MILANO. «La Terra è un pianeta vivo, terremoti e cambiamenti geofisici rientrano in un equilibrio sempre instabile.
Sono eventi che segnano la vita del mondo che ci ospita. Episodi che ci fanno capire quanto dobbiamo temere e rispettare
la natura stessa prendendo provvedimenti intelligenti, come ad esempio costruire case e città in zone più sicure». Enzo
Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica, spiega cosa è avvenuto nelle profondità dell'Oceano Pacifico
partendo da una visione globale.
Professor Boschi, quale evento ha scatenato un così forte terremoto? Di sismi, in questo ultimo periodo, ce ne sono stati
troppi.
«Terremoti ed eruzioni vulcaniche rientrano in una normale attività del pianeta. Nel caso del Cile diciamo che la placca
oceanica si è scontrata con quella continentale. Dobbiamo immaginare che il sottosuolo, sia esso nelle fosse oceaniche sia
quello dei continenti, è formato da tante zattere. Ovvero delle tessere come quelle di un mosaico, e quando si spostano
possono scontrarsi tra loro e sovrapporsi. In questo modo si sono create nelle varie ere le catene montuose e i continenti. Il
terremoto è una ferita, una spaccatura delle placche e ancora oggi noi non sappiamo cosa accada esattamente, stiamo
studiando i meccanismi per quantificare quali leggi regolino queste manifestazioni distruttive. Ciò che è avvenuto nel
Pacifico è un evento di questo tipo, un terremoto di altissima potenza, che ha sprigionato tantissima energia. Le scosse,
anche molto intense, si susseguiranno per mesi e potranno toccare anche magnitudo 6.2 portando ancora disagi alle
popolazioni che vivono in quei luoghi».
Terremoti così devastanti si possono prevedere?
«Di sismi di varia entità ne avvengono circa 200mila l'anno. E ogni terremoto modifica la crosta terrestre. Diciamo che le
strumentazioni e le nostre attuali conoscenze non possono prevedere esattamente quando accadrà un sisma. Ma sappiamo
che esistono zone più a rischio di altre. E il Cile, così come altri Paesi del Sud America, è posizionato in un punto ad
altissima probabilità».
In che modo voi geofisici e sismologi siete in contatto per scambiarvi le informazioni a livello mondiale?
«Esiste una rete globale composta prevalentemente da americani, giapponesi e italiani, e le informazioni vengono
scambiate quotidianamente. In più in Italia abbiamo adottato un sistema che ci viene riconosciuto e copiato in tutto il
mondo: abbiamo uno scambio di notizie con la Protezione civile 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno. Se avviene un sisma,
entro 2 minuti scatta l'allarme. Ma ci sono molti paesi poveri a rischio, come Haiti, che non hanno le stesse tecnologie.
Però tutta la comunità scientifica è sempre attenta e mantiene una rete informativa di grande importanza».
Data:
28-02-2010 La Provincia PaveseScosse anche violente si susseguiranno per mesi
Argomento: Pag.NORD 108
La Regione ha imposto all'Eni l'intervento dopo l'emergenza ambientale. L'acqua separata dai bitumi finirà nel Riazzolo
Sannazzaro, già iniziata la lavorazione dei primi 800mila quintali raccolti nel Po
PAOLO CALVI
SANNAZZARO. C'è anche la raffineria Eni tra le due impegnate a ricevere e a smaltire la massa oleosa che viene
recuperata a Monticelli d'Ongina, nel Piacentino, dalle acque del Po contaminate dello sversamento di idrocarburi.
L'incidente è avvenuto alla «Lombarda Petroli», la piccola raffineria della Brianza posta sul torrente Lambro. A
Sannazzaro sono già arrivati quaranta autocisterne e mezzi da trasporto per spurghi contenenti globalmente ottomila
quintali di melma acquosa, ad alta densità. L'altro centro di trattamento della massa oleosa recuperata attraverso l'uso di
barriere assorbenti artificiali a monte della centrale idro-elettrica di Monticelli è alle porte di Cremona, presso la raffineria
ex-Gulf. Dopo la richiesta della presidenza della Regione, la raffineria Eni ha messo a disposizione serbatoi metallici per
lo stoccaggio della massa oleosa che è cominciata ad affluire attraverso l'arrivo di alcuni Tir con cisterne e di mezzi adatti
agli spurghi dotati di pompe idrauliche. L'operazione potrebbe proseguire anche lunedì benché la massa oleosa
maggiormente densa sia già stata in gran parte recuperata dagli uomini della Protezione Civile e dal Vigili del Fuoco. Ma
a Sannazzaro cosa accadrà? I tecnici del polo Eni di Sannazzaro confermano: «Nei comparti di contenimento si lascerà
decantare per diversi giorni la massa liquida. E sarà proprio la decantazione fisica a consentire una prima, decisiva,
separazione degli idrocarburi dall'acqua». Poi si provvederà a due diverse operazioni. L'acqua sarà diretta in raccoglitori
speciali e destinata al «disoleatore» e, quindi, all'impianto di depurazione di cui è dotata la raffineria e che provvede
all'ossigenazione dell'acqua prima di essere mandata nel colatore Riazzolo. Diverso trattamento subirà la parte oleosa,
composta da idrocarburi pesanti (olio combustibile, «naftone», condensati per asfalti). Questi idrocarburi subiranno lo
stesso trattamento del greggio e saranno «ritrattati», in piccole dosi, ed aggiunti al petrolio in entrata e portati alla
distillazione primaria (all'impianto Tipping) per essere definitivamente «digeriti» dal sistema produttivo.
Data:
28-02-2010 La Provincia PaveseLa massa oleosa del Lambro in raffineria
Argomento: Pag.NORD 109
«»
Binasco. Raccolta di firme di un condominio dell'Aler
GIOVANNI SCARPA
BINASCO. Liquame ovunque. Da anni gli inquilini delle case popolari di via Marconi vengono sommersi dal rigurgito
fognario, non solo quando piove.
Nonostante la richiesta di interventi, le lettere di protesta, qualche spurgo saltuario, la situazione non cambia. Così si sono
decisi a raccogliere le firme. Decine di famiglie hanno appoggiato la sottoscrizione inviata all'Aler di Milano per chiedere
un intervento risolutivo. Non solo: «L'ultima volta abbiamo anche avvertito i carabinieri - dice Daniela Serrazzo,
l'inquilina che da tempo sta raccogliendo la proteste dei condomini -. Qui ci sono gravissimi problemi igienico-sanitari, e
nessuno se ne interessa». «L'intero caseggiato viene inondato dalla fuoriuscita degli scarichi fognari - spiega Serrazzo -.
Box, androni, scantinati, locali contatori. L'onda nera non risparmia niente. C'è uno strato melmoso e maleodorante di
parecchi centimetri che ricopre ogni cosa». Il problema, dicono gli inquilini, dura da trent'anni. La causa, molto
probabilmente, è il pozzetto che non riesce a convogliare tutti gli scarichi verso l'impianto centrale degli edifici che si
trovano nelle vicinanze. «L'ultimo intervento di pulizia - racconta ancora la donna - è dell'aprile del 2009». «Quando
capita gli inquilini più anziani - dice - non possono muoversi da casa. Questione di igiene, ma anche di sicurezza. Se
l'acqua sporca dovesse raggiungere i contatori potrebbero esserci serie conseguenze sull'impianto elettrico».
L'esondazione riguarda solo questo condominio di via Marconi: «Il disagio non dipende all'eccezionalità degli eventi
climatici». I firmatari minacciano di adire le vie legali per chiedere i danni.
Data:
01-03-2010 La Provincia PaveseSiamo invasi dal liquame delle fogne
Argomento: Pag.NORD 110
il disastro ambientale
Bertolaso: «La fermeremo in tempo». Dietro il sabotaggio gli appalti per un progetto milionario
MONZA Un attentato alla salute dei cittadini e all'ambiente. Un fatto gravissimo per il quale il governo, già lunedì al
Consiglio dei ministri, potrebbe decidere lo stato di emergenza «con somme ingenti».
Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, con il sottosegretario, Roberto Menia, e il presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni, ha sorvolato le zone del disastro del fiume Lambro e quelle del Po colpite dalla marea
nera chiedendo il rapido accertamento delle responsabilità da parte dei magistrati. E il ministero dell'Ambiente si
costituirà parte civile.
Intanto l'onda nera avanza. I migliaia di metri cubi di idrocarburi fuoriusciti dall'ex raffineria Lombarda Petroli della
Brianza, anche se in parte contenuti dagli sbarramenti, hanno percorso tutto il fiume Lambro, sono arrivati fino in
Polesine. Il ministero dell'Ambiente ha allertato anche la guardia costiera, che è presente con navi davanti alla foce del Po.
Allertato anche il servizio disinquinamento marino, che dovrà continuare quando parte della chiazza arriverà
nell'Adriatico. La dichiarazione di stato d'emergenza per l'inquinamento del Lambro sarà presentata dal ministro
Prestigiacomo al Consiglio dei ministri in programma lunedì prossimo.
Bertolaso ottimista
Ma la colata nera di petrolio che, trasportata dalla corrente, galleggia verso l'Adriatico potrebbe essere fermata entro 24
ore. Lo ha assicurato il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso, dopo un vertice in Prefettura a Piacenza,
presente anche l'assessore provinciale di Monza, dove si trova la Lombarda Petroli, da cui è stata scaricata l'onda oleosa.
«Credo che nelle prossime 24 ore la gran parte di questa massa sarà recuperata - ha detto Bertolaso - e poi, seguendo il
corso del fiume, prima che arrivi all'altezza del Delta del Po saremo in grado di recuperare tutto il resto». Se il petrolio è
rimasto in superficie, come pare, la bonifica potrebbe richiedere una settimana. «Credo che non ci sia una situazione
irreparabile - ha aggiunto Bertolaso - Si può intervenire come già si è fatto, sono state realizzate diverse barriere lungo il
Lambro e adesso qui a Piacenza ci sono tre barriere che sono state messe in piedi».
Paura per rogge e canali
Ma il timore, lancia il grido di allarme la Confagricoltura di Milano e Lodi, è che il fiume nero nel suo cammino si sia
infiltrato nelle tante rogge e nei canali che servono per irrigare i campi. Inoltre in Brianza minaccia pioggia. Le
precipitazioni potrebbero infatti provocare la fuoriuscita del petrolio che si è raccolto nel depuratore di Monza. Il liquido
infatti è stato scaricato dolosamente dalle cisterne della Lombarda Petroli di Villasanta nelle fogne e ha percorso
indisturbato diversi chilometri fino a quando è stato "intercettato" dal depuratore delle acque di Monza. In molte zone, da
Cremona a Piacenza, è stato emesso il divieto di pesca e anche quello di navigazione.
Reato: disastro ambientale
Sul fronte delle indagini (il reato ipotizzato è disastro ambientale), è stato affidato alla Guardia di Finanza il compito di
accertare la quantità di idrocarburi contenuta nei depositi della Lombarda Petroli al momento del sabotaggio e quanto ne
sia rimasto. Solo così sarà possibili stabilire quanto petrolio si è riversato nel Lambro e poi nel Po. Tante le ipotesi sui
motivi per i quali «mani esperte», come le ha definite il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia, hanno aperto i
rubinetti delle cisterne. Si indaga anche sugli appalti: nell'area monzese dell'ex raffineria dovrebbe sorgere una cittadella
ecosostenibile. Quasi 200mila metri quadri di superfici, piste ciclabili ed edifici: così dovrebbe cambiare il volto
dell'antico complesso industriale da cui qualcuno ha fatto uscire il petrolio che ha avvelenato il Lambro e il Po.
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Data:
28-02-2010 La Provincia di ComoL'onda nera avanza verso l'Adriatico
Argomento: Pag.NORD 111
l'inquinamento del po
Bertolaso tranquillizza: «Bonifica ok». Ieri un altro sversamento di sostanze sospette nel Lambro
MONZA Ancora allarme ieri pomeriggio sul fiume Lambro dove sono state segnale macchie di liquido non ancora
identificato. La nuova ondata di sostanza non identificata è partita da Triuggio, pochi chilometri da Monza.
L'allarme è partito dalle guardie ecologiche del Parco della Valle del Lambro, che erano al lavoro per controllare lo stato
del fiume dopo lo sversamento del petrolio. Villasanta, dove ha sede la raffineria da cui è fuoriuscito il petrolio martedì, e
Triuggio, si trovano a pochi chilometri di distanza. «La prima ipotesi che abbiamo fatto è che si tratti di materiale di
scarico di tintoria da qualche azienda di tessuti della zona», ha detto il presidente del Parco Valle Lambro, Emiliano
Ronzoni che si è subito recato sul posto.
Intanto continua la corsa contro il tempo per evitare che l'onda nera che ha inquinato anche il Po arrivando in parte fino al
Delta inquini il mare Adriatico. Mentre Bertolaso tranquillizza («nella zona del Delta del Po non ci sono ragioni per
proibire alcunchè, c'è solo una fase di attenzione e controllo, ma sia l'allevamento che la pesca non dovrebbero subire
alcuna conseguenza da questo fenomeno»). Fra la gente del Delta, però, regna soprattutto la rabbia, per un gesto criminale
che rischia di mettere in crisi uno degli ambienti umidi più belli del mondo. La Regione Emilia-Romagna ha già
annunciato che si costituirà parte civile se la magistratura accerterà delle responsabilità. Anche la Procura di Rovigo,
intanto, ha aperto un fascicolo per indagare sui possibili danni. Per il capo della Protezione civile, comunque, la sciagura
ambientale è scongiurata. Difficile convincere gli amministratori che vedono il gasolio che galleggia sul Po mescolandosi
con l'acqua.
Domani Bertolaso incontrerà i governatori Errani e Galan e l'obiettivo è quello di dichiarare chiusa la fase di emergenza.
Nessun problema nemmeno per l'acquedotto di Ferrara, che attinge, con un impianto di potabilizzazione, proprio alle
acque del Po.
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Data:
01-03-2010 La Provincia di Como«Onda nera, emergenza finita». Ma è protesta
Argomento: Pag.NORD 112
edizione di Venerdì 26 febbraio 2010
IL SOTTOSEGRETARIO BERTOLASO IERI A ISOLA SERAFINI
PIACENZA — Dopo la perlustrazione aerea del ministro Stefania Prestigiacomo, che in mattinata a bordo di un elicottero
ha sorvolato il tratto di Po piacentino, nel primo pomeriggio di ieri nella città emiliana è arrivato Guido Bertolaso. Il capo
della protezione civile italiana, insieme a rappresentanti delle Province e dei Comuni attraversati dall'onda nera, è stato
protagonista dell'ennesimo vertice in prefettura, a cui è seguito un sopralluogo ad Isola Serafini presso le paratoie della
centrale Enel, da lui definite «la barriera più importante e cruciale». Ad accompagnarlo c'erano il presidente della
Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, il sindaco della città Roberto Reggi e il primo cittadino monticellese Sergio
Montanari, a cui Bertolaso ha detto che probabilmente tornerà anche oggi. «Non credo ci sia una situazione irreparabile
— le sue dichiarazioni in prefettura —. E' stata attivata un'unità di crisi con Emilia, Lombardia e Veneto, stiamo
lavorando al meglio. L'obiettivo principale è riuscire ad arginare la macchia oleosa prima di Ferrara e del Delta, per
salvaguardare la fauna e l'ecosistema». E a chi gli chiedeva una stima dei danni, Bertolaso ha risposto che è prematura:
«Dobbiamo inoltre pensare allo stoccaggio e al recupero degli oli, che vanno smaltiti in aree autorizzate seguendo
determinate normative». La Prefettura di Piacenza sarà la sede dell'unità di crisi, che coinvolge anche Dipartimento di
Protezione civile nazionale, uffici competenti di Protezione civile di Lombardia, Emilia e Veneto, Aipo e Autorità di
Bacino del fiume Po.
Data:
26-02-2010 La Provincia di Cremona«Eviteremo il disastro e pensiamo al futuro»
Argomento: Pag.NORD 113
edizione di Sabato 27 febbraio 2010
Il Po avvelenato
Continua la mobilitazione per contenere l'onda nera sul fiume
Gli idrocarburi scendono ancora, è allarme per le lanche, uomini allertati Sopralluogo del prefetto Di Clarafond, del
sindaco Perri e dell'assessore Bordi Parte del materiale recuperato a Isola Serafini forse sarà stoccato alla Tamoil
di Fulvio Stumpo
CREMONA —
L'onda nera arrivata dalla raffineria dismessa di Villasanta di Monza ha ferito il Po, profondamente. Gli idrocarburi
continuano a passare da Cremona, la quantità sta diminuendo, ma l'odore è ancora forte, rimangono in vigore i divieti di
accesso al LungoPo Europa, desolatamente deserto, di navigazione e di utilizzo dell'acqua. Barche dei vigili del fuoco
hanno monitorato il Po per tutto il giorno, così come le pattuglie della Polizia Locale. Decine di volontari della protezione
civile hanno controllato che sulle rive non ci fossero animali in difficoltà o situazioni di particolare gravità. Ieri mattina il
prefetto Tancredi Bruno di Clarafond, accompagnato dal questore Antonio Bufano, a bordo di una barca dei vigili del
fuoco, ha controllato il Po dal Mandracchio fino alla foce del Morbasco. A San Daniele è stata montata una barriera per
proteggere un impianto di sollevamento. Le grandi macchie di idrocarburi scendono seguendo la corrente, soprattutto
sulla riva sinistra, come si diceva l'intensità è diminuita, evidentemente a Isola Serafini lo sbarramento sta funzionando,
ma qualcosa è passato e sta ancora passando. Le bettoline idrovore, arrivate da Venezia, drenano il liquido inquinante,
parte del materiale forse verrà stoccato in alcuni serbatoi della Tamoil di Cremona. L'annuncio lo ha dato ieri il
sottogretario e responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso arrivato a Isola Serafini per controllare le operazioni
di spurgo. Non è ancora tempo di bilanci, «Ma sarà un conto salato, sotto tutti i punti di vista» afferma il sindaco Oreste
Perri, ieri mattina in visita sul fiume assieme all'assessore all'Ambiente Francesco Bordi, al dirigente Marco Pagliarini e
ad alcuni tecnici comunali. Provincia, Protezione Civile e i Comuni rivieraschi stanno pensando al dopo. E il dopo,
passata la grande onda nera, si chiama ‘lanche', ‘zone umide', ‘meandri'. Da Bocca D'Adda fino a Casalmaggiore tutti
questi ambienti tipici del Po sono stati, chi più chi meno, toccati dagli idrocarburi: il Po Nuovo, il Po Morto, il braccio del
Manola, il Cristo, la Maginot, la Canalina presentano tutti larghe macchie di gasolio e nafta. Appena il Po inizierà a
ritirarsi gli sbocchi della lanche si chiuderanno e sull'acqua ristagneranno i liquidi inquinanti. «Bisognerà pensare a
drenarli — afferma il sindaco Perri —, ma è chiaro che occorre un coordinamento con la Provincia, con la Protezione
Civile, con tutti Comuni rivieraschi, saranno costi enormi, ma dovremo affrontare la situazione, vedere il Po in queste
condizioni fa veramente male». «Una vergogna alla quale adesso dobbiamo provvedere noi — sbotta l'assessore Bordi —,
ci attiveremo in tutti i modi, in questi giorni si terranno una serie di riunioni, noi porteremo le nostre proposte di bonifica,
soprattutto di quegli angoli del fiume che rischiano di più». Intanto sul fronte della politica locale da segnalare le dure
posizioni di Maura Ruggeri e Agostino Alloni, del Pd che criticano la Regione Lombardia. Inoltre il presidente della
commissione Ambiente della Provincia ha convocato di urgenza l'ente per discutere sui provvedimenti da prendere
immediatamente.
Data:
27-02-2010 La Provincia di Cremona«Bonificare costerà tanto»
Argomento: Pag.NORD 114
edizione di Venerdì 26 febbraio 2010
IL SOTTOSEGRETARIO BERTOLASO IERI A ISOLA SERAFINI
PIACENZA — Dopo la perlustrazione aerea del ministro Stefania Prestigiacomo, che in mattinata a bordo di un elicottero
ha sorvolato il tratto di Po piacentino, nel primo pomeriggio di ieri nella città emiliana è arrivato Guido Bertolaso. Il capo
della protezione civile italiana, insieme a rappresentanti delle Province e dei Comuni attraversati dall'onda nera, è stato
protagonista dell'ennesimo vertice in prefettura, a cui è seguito un sopralluogo ad Isola Serafini presso le paratoie della
centrale Enel, da lui definite «la barriera più importante e cruciale». Ad accompagnarlo c'erano il presidente della
Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, il sindaco della città Roberto Reggi e il primo cittadino monticellese Sergio
Montanari, a cui Bertolaso ha detto che probabilmente tornerà anche oggi. «Non credo ci sia una situazione irreparabile
— le sue dichiarazioni in prefettura —. E' stata attivata un'unità di crisi con Emilia, Lombardia e Veneto, stiamo
lavorando al meglio. L'obiettivo principale è riuscire ad arginare la macchia oleosa prima di Ferrara e del Delta, per
salvaguardare la fauna e l'ecosistema». E a chi gli chiedeva una stima dei danni, Bertolaso ha risposto che è prematura:
«Dobbiamo inoltre pensare allo stoccaggio e al recupero degli oli, che vanno smaltiti in aree autorizzate seguendo
determinate normative». La Prefettura di Piacenza sarà la sede dell'unità di crisi, che coinvolge anche Dipartimento di
Protezione civile nazionale, uffici competenti di Protezione civile di Lombardia, Emilia e Veneto, Aipo e Autorità di
Bacino del fiume Po.
Data:
27-02-2010 La Provincia di Cremona«Eviteremo il disastro e pensiamo al futuro»
Argomento: Pag.NORD 115
edizione di Venerdì 26 febbraio 2010
ha incontrato Formigoni Il presidente Salini: ‘Stato di calamità e risarcimento delle spese'
«Controlleremo soprattutto le falde acquifere»
CREMONA — «Stato di calamità, restituzione da parte del Governo delle spese ingenti causate dall'emergenza e
massima attenzione ai problemi ambientali ed economici, controlli accurati alle falde acquifere». Questi in sintesi i punti
rimarcati dal presidente della Provincia Massimiliano Salini negli incontri avuti ieri con il ministro all'Ambiente Stefania
Prestigiacomo e il sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso. Ieri mattina il presidente, assieme al suo vice
Federico Lena e ad alcuni suoi collaboratori, ha effettuato una ricognizione sul Lungo Po Europa, sotto il ponte e agli
attracchi delle società canottieri. «La mobilitazione è grande — spiega Salini — oggi (ieri ndr) abbiamo avuto incontri a
più riprese. Era presente anche il presidente Formigoni il quale ha assicurato il massimo sforzo della Regione. Ho chiesto
lo stato di calamità e il rimborso delle spese sostenute per l'emergenza e il ministro all'Ambiente Prestigiacomo ha
assicurato che già il Consiglio dei ministri di lunedì prossimo dovrebbe esaudire le nostre richieste. Ancora più
nell'immediato, con il vicepresidente Lena, responsabile della Protezione Civile, abbiamo allertato tutte le nostre forze,
dalla polizia locale alle guardie ecologiche alla Protezione Civile. Inoltre assieme agli esperti stiamo progettando un piano
per ridurre l'impatto ambientale, con una particolare attenzione alle falde acquifere. Questa è una questione che ci
preoccupa molto, e che affronteremo subito. Da ultimo, ma non per importanza, il nostro impegno va verso anche la
salvaguardia del patrimonio faunistico. So che la sensibilità verso gli animali a Cremona è alta, posso assicurare che
abbiamo già dato mandato ai nostri agenti di monitorare e controllare anche questo aspetto».
Data:
27-02-2010 La Provincia di CremonaIl ministro Prestigiacomo
Argomento: Pag.NORD 116
edizione di Sabato 27 febbraio 2010
Viadana — Esercitazione di protezione civile, oggi, dedicata all'inquinamento del Po. Una mobilitazione dei volontari già
prevista dalla Regione nelle scorse settimane che, alla luce dello sversamento di idrocarburi nel Grande Fiume, è stata
riorganizzata con speciali compiti di monitoraggio delle rive del Po. L'esercitazione inizierà alle 8 e coinvolgerà gli
uomini di Viadana, Pomponesco e Dosolo.
Data:
27-02-2010 La Provincia di CremonaProtezione civile, esercitazione Oggi i volontari sul fiume
Argomento: Pag.NORD 117
edizione di Sabato 27 febbraio 2010
NEL CASALASCO
TORRICELLA — La prevista esercitazione di protezione civile ‘Fiumi sicuri' sarà rinviata e i gruppi saranno dirottati
lungo l'asta del Po, in considerazione della grave emergenza. I volontari effettueranno attività di sorveglianza delle sponde
e compileranno schede di raccolta dati sulle situazioni di criticità riscontrate. Intanto, la protezione civile è già entrata in
azione a Torricella: «I nostri volontari — spiega il sindaco Emanuel Sacchini — hanno collocato una barriera galleggiante
(le cosiddette panne oleoassorbenti, nda) per evitare che il carburante entrasse nella lanca di Gerole, oasi naturalistica
peculiare per la sua fauna. Un grazie a Elvino Marca che ha messo a disposizione la barca. Si è agito anche in modo da
proteggere la lanca al confine con Bosco Piazza. La Provincia ci ha inviato allo scopo altri 100 metri di questa barriera».
Anche a Casalmaggiore controlli della protezione civile: il Comune sta pensando, e valuterà insieme agli altri, di
costituirsi parte civile per danni ambientali. (d.b.)
Data:
27-02-2010 La Provincia di CremonaBarriera per l'oasi Gerole Casalmaggiore parte civile per danni ambientali?
Argomento: Pag.NORD 118
edizione di Venerdì 26 febbraio 2010
‘Sabotaggio fatto da mani esperte'. Prestigiacomo: attentato alla salute
ROMA — Un «attentato alla salute dei cittadini e all'ambiente». Un fatto gravissimo per il quale il Governo, già
probabilmente lunedì al Consiglio dei Ministri, potrebbe decidere lo stato di emergenza «con somme ingenti». Il ministro
dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, con il sottosegretario, Roberto Menia, e il presidente della Regione Lombardia,
Roberto Formigoni, ha sorvolato le zone del disastro del fiume Lambro e quelle del Po colpite dalla marea nera e ha
parlato di un «fatto gravissimo» chiedendo il rapido accertamento delle responsabilità da parte dei magistrati. E il
ministero dell'Ambiente si costituirà parte civile. Intanto il Governo traccia la cronistoria dell'evento e fornisce elementi
nuovi sulla portata di questo «atto doloso estremamente grave» perpetrato da «mani esperte» spiegando che la marea nera
non è stata subito visibile in quanto il gasolio «non è arrivato direttamente dai serbatoi al Lambro ma ha invece raggiunto
le acque attraverso le fognature: dunque, diverso tempo dopo rispetto all''apertura dei serbatoi».
Intanto si tirano le somme della quantità di massa oleosa che ha sconvolto tutto l'ambiente padano: tre milioni e mezzo di
litri (3.500 metri cubi) di cui 600mila ora sull'asta del Po. Ma il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ritiene che
«non ci sia una situazione irreparabile». «Si può intervenire come già si è fatto. Sono state realizzate diverse barriere
lungo il Lambro e a Piacenza — ha detto in un vertice in Prefettura — ci sono tre barriere che sono state messe in piedi.
Di fatto quella di Isola Serafini è la migliore, perchè è una diga permanente ed è quella che può controllare meglio delle
altre questa massa oleosa che si sta spostando». Sul fronte operativo la Protezione civile giudica adeguate le
strumentazioni a disposizione per combattere l'onda nera nel Lambro e nel Po. E in arrivo anche una task-force di 5
navi-antinquinamento messe a disposizione dal ministero dell'Ambiente in grado di risalire il fiume e di intercettare la
massa oleosa. Sì perchè adesso l'emergenza si chiama Delta del Po e conseguentemente Adriatico. Sono «50-70 le ore»
che separano la chiazza oleosa dal mare. Altro fronte di intervento è l'acqua potabile. Al momento — spiega il governo —
non è stato ravvisato un rischio concreto per la sanità pubblica.
Data:
27-02-2010 La Provincia di CremonaSpunta la pista degli ecoterroristi
Argomento: Pag.NORD 119
edizione di Sabato 27 febbraio 2010
Monticelli. Acqua, analisi buone
di Elisa Calamari
MONTICELLI — Nel pomeriggio di ieri le prime chiazze di petrolio hanno iniziato ad intaccare le lanche dell'Oasi de
Pinedo dove però erano già in azione le pompe aspiranti che dovrebbero riuscire a scongiurare il peggio. Nel frattempo
lungo l'asta del Po piacentino la situazione sembra essere migliorata e secondo il capo della protezione civile italiana
Guido Bertolaso gran parte del merito va alla diga di Isola Serafini: «Ha lasciato passare oltre solo il 10% dell'onda nera
arrivata dal Lambro e le analisi dell'acqua fanno ben sperare». Tornato davanti alle paratoie dove si è accumulata buona
parte del petrolio, ha assicurato che ora «Si farà di tutto per fermare gli idrocarburi prima del Delta». Parole in parte
confermate dalle immagini: a Caorso e a San Nazzaro, dopo una nottata di intenso lavoro che ha visto impegnati esercito,
protezione civile, vigili del fuoco e operai di imprese locali, gran parte delle chiazze nere sono scomparse perché aspirate
da autospurghi, mezzi Skimmer e imbarcazioni ‘Gabbiano' arrivate da Venezia. Sembrano aver retto bene anche le
barriere rigide installate nella tarda serata di giovedì, che hanno dato man forte ai cuscinetti oleoassorbenti. «Per noi lo
stop dell'impianto significa una perdita notevole, circa 80 Megawatt/ora, ma lo sbarramento sta avendo un ruolo cruciale e
quindi continueremo a fare il massimo» assicura Giovanni Ronchi, responsabile del nucleo idroelettrico Enel. E il ruolo
fondamentale della diga è stato rimarcato dallo stesso Bertolaso, che accompagnato dalle massime autorità piacentine e
dal sindaco monticellese Sergio Montanari, è stato ottimista respingendo le critiche sui presunti ritardi nelle operazioni.
Poi ha rassicurato circa l'acqua potabile, aggiungendo che per ora non ci sono problemi neppure per l'irrigazione. Nel
pomeriggio è stato protagonista di un nuovo summit (stavolta in prefettura a Milano con il governatore lombardo Roberto
Formigoni) e di altri sopralluoghi nel monticellese dove si è anche intrattenuto con i volontari ringraziandoli per
l'impegno.
Data:
27-02-2010 La Provincia di CremonaBertolaso rassicura ‘L'inquinamento non arriverà al delta'
Argomento: Pag.NORD 120
edizione di Venerdì 26 febbraio 2010
Il Po avvelenato
La centrale dell'Enel di Isola Serafini resta chiusa, alle paratie si è accumulata una grande quantità di idrocarburi, una
chiazza di almeno 15 centimetri di spessore e larga alcune centinaia di metri. Oggi si tenta l'aspirazione Ieri a San Nazzaro
esercito in azione Attese cinque barche aspiranti da Venezia
di Elisa Calamari
MONTICELLI D'ONGINA — Il parco di San Nazzaro ieri all'alba si è svegliato con le rive imbrattate e al posto di cigni
o aironi che quasi quotidianamente venivano avvistati, solo chiazze nere di petrolio e nafta. La notte non ha migliorato
una situazione che già nella tarda serata di mercoledì, mentre veniva finalmente posizionata la rete di pannelli assorbenti,
si era rivelata critica. Lì, nei pressi del ponte che collega la frazione monticellese a Castelnuovo Bocca d'Adda, ci sono gli
uomini del gruppo di protezione civile ‘Omega' guidati da Daniele Migliorati. A coordinare le operazioni è invece il
tenente colonnello dell'esercito Alessandro Ortolani: «Posizioneremo una seconda rete di cuscinetti proprio fra i piloni del
ponte, lungo la sponda destra dove arriva la corrente e quindi gli idrocarburi — spiega —. Appena possibile,
probabilmente domattina (oggi per chi legge, ndr), installeremo una barriera rigida più verso la diga, dove contiamo di
procedere all'aspirazione del materiale». Il secondo filare di cuscinetti è stato posizionato a mezzogiorno, mentre a monte
del primo sono entrati in azione autospurghi di ditte private ed uno Skimmer, l'attrezzatura galleggiante in grado di pulire
la superficie dell'acqua. Ma il vero baluardo in attesa dei panni rigidi è lo sbarramento di Isola Serafini: «La corrente porta
il combustibile vicino alle griglie dell'impianto e chiudendo le paratoie corrispondenti — dice il direttore della centrale
idroelettrica Enel, Daniele Mari —, riusciamo a trattenere buona parte del materiale. L'impianto per ora resta fermo e lo
sarà sino a nuove disposizioni prefettizie». Uno stop forzato che ‘costerebbe' circa 80 kilowatt all'ora. Per rimuovere il
materiale accumulato, che ha formato una grande macchia spessa almeno 15 centimetri, è stata contattata la Capitaneria di
porto di Venezia che al più presto dovrebbe mettere a disposizione due imbarcazioni in grado di aspirare gli oli neri. Ma
nel frattempo ciò che si avverte lungo le rive è un vero e proprio dolore: «Temo che questa possa essere quasi la morte del
nostro fiume — commenta il sindaco di Monticelli Sergio Montanari —. In questi ultimi anni era stato fatto tanto per
incentivare il turismo fluviale. Ora come possiamo pensare di dire alla gente ‘vivete il Po'? Avevamo in cantiere tanti
progetti di valorizzazione e poi nel nostro territorio abbiamo la motonautica, la canottieri, aziende che lavorano con il
fiume, l'agricoltura». Proprio un gruppo di coltivatori ieri ha ‘manifestato' pacificamente a San Nazzaro per segnalare il
disagio legato all'impossibilità di prelevare acqua per le irrigazioni. Sul posto anche Arpa, Aipo, carabinieri, polizia
municipale e vigili del fuoco.
Data:
27-02-2010 La Provincia di CremonaLe barriere ‘tengono' Si tenta il drenaggio
Argomento: Pag.NORD 121
edizione di Venerdì 26 febbraio 2010
Il Grande Fiume coperto per chilometri da nafta e petrolio
Gli idrocarburi hanno raggiunto la provincia, puzza e gasolio ovunque Accesso al Lungo Po Europa bloccato, vigili urbani
di pattuglia ai varchi Vietate pesca e navigazione, invitati alla chiusura alcuni esercizi pubblici
di Fulvio Stumpo
CREMONA — L'onda nera è arrivata a Cremona nella notte tra mercoledì e ieri, annunciata dall'odore intenso che hanno
avvertito gli abitanti del viale Po e quelli dei paesi che si affacciano sul fiume, da Gerre de' Caprioli fino a Casalmaggiore,
ieri sera aveva superato già Mantova. A Cremona il sindaco Oreste Perri ha emanato un'ordinanza con la quale si vieta il
transito sul lungo Po Europa, le attività delle società canottieri e quelle di alcuni esercizi pubblici che si affacciano sul
fiume.
Pattuglie di vigili urbani hanno controllato per tutta la giornata i varchi al Po, impedendo l'accesso al lungo fiume, che
rimarrà deserto per tutta la giornata. La prefettura ha vietato
, la pesca, la navigazione e il prelievo di acqua dal Po e da ogni corso d'acqua collegato. Inoltre è stata allertata tutta la
macchina della Protezione Civile provinciale. La chiusura della centrale dell'Enel di Isola Serafini ha fermato la parte più
consistente del materiale inquinante sversato da ignoti dalla raffineria dismessa di Villasanta di Monza, ma gli idrocarburi
passano lo stesso : tonnellate di idrocarburi hanno raggiunto il Cremonese, galleggiano sull'acqua e scendono a valle,
rimbalzano sui pennelli, si insinuano nelle lanche, macchiano le piante di nero, coprono l'acqua con grandi bolle nere
oleose, lasciano sulle rive una patina oleosa puzzolente. Non si notano animali in difficoltà e questa è l'unica nota
positiva. Un danno ambientale ed economico incalcolabile, che apparirà ancora di più nella sua gravità quando il Grande
Fiume inizierà a ritirarsi e nafta e petrolio verranno depositati sulle rive, le lanche si chiuderanno intrappolando i liquidi
inquinanti, che se non aspirati, rimarranno ad avvelenare l'ambiente per chissà quanti anni. Dalla vecchia cava di sabbia di
Spinadesco, l'attracco dell'associazione di Protezione Civili ‘Il Nibbio', lo spettacolo è desolante: il Po, dalla sponda
cremonese a quella piacentina, è coperto da nafta e petrolio, per chilometri e chilometri. La barca fende una patina
vischiosa e la prua alza uno sbuffo nero, che si colora di arcobaleno, tipica reazione degli idrocarburi. La corrente porta
l'onda nera sulla sponda piacentina, ma di fronte alla Manola il fiume cozza contro le pareti dell'ansa e una parte degli
idrocarburi rimbalza sulle rive cremonesi e un'altra invade la lanca del Po Morto. La puzza è forte, le chiazze nere sono
grandi e hanno ‘incollato' rami, tronchi, plastica. La marea continua a scendere, copre le acque di fronte alla località il
‘Cristo', la corrente la trascina sulla sponda sinistra, sembra che la lanca della Maginot, e il suo bellissimo ospite, il cigno
‘Zeus', siano salvi, anche se qualche macchia dal pennello si nota. Seguendo la sponda sinistra, gli idrocarburi vengono
scomposti dalla corrente e si insinuano tra i sassi bianchi delle sponde, non riescono a entrare nella foce del Riglio: il
canale è più alto rispetto al piano del fiume, la cascatella è provvidenziale. Le due navi della cava fendono l'onda nera che
sbatte contro il pennello del Mandracchio e cerca di insinuarsi nel canale. La barriera realizzata dai vigili del fuoco la
blocca. La corsa prosegue verso le società canottieri e la Canalina. L'onda investe in pieno gli attracchi della Flora, della
Bissolati, della Tamoil, del Dopolavoro e della Baldesio, fino alla Mac, sporca le zattere, le chiglie delle barche, forma
mulinelli puzzolenti e neri. Nella Canalina i danni sono limitati, il pennello infatti devia il flusso e il petrolio entra, in
quantità limitata, trascinato solo dal mulinello che forma la corrente. Contro i piloni del ponte si infrangono quintali di
nafta e petrolio, impregnano i rami e i detriti, i miasmi sono forti, irritano le mucose. E' salva la lanca Livrini di fronte alle
Colonie Padane, meta di passeggiate primaverili per molti cremonesi: una barriera galleggiante blocca il piccolo canale
che la collega al Po. Il petrolio prosegue imbrattando le strutture di attracco del Mento. Dalla riva del Sales lo spettacolo è
desolante, qui la visuale si allarga e la marea nera che si avvia verso l'Adriatico è visibile per chilometri e chilometri.
Data:
27-02-2010 La Provincia di CremonaL'onda nera invade Cremona
Argomento: Pag.NORD 122
edizione di Sabato 27 febbraio 2010
Cremona. Bertolaso: l'onda nera non arriverà al delta
CREMONA — L'onda nera arrivata dalla raffineria dismessa di Villasanta di Monza ha ferito il Po. Gli idrocarburi
continuano a passare da Cremona, la quantità sta diminuendo ma l'odore è ancora forte. Ieri sono iniziate le operazioni di
bonifica: gli aspiratori sono entrati in azione a Isola Serafini e il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha
assicurato che gli inquinanti non arriveranno al delta del fiume.
Calamari
e
Stumpo
a
Data: Estratto da pagina:
27-02-2010 5La Provincia di CremonaPo, ora la bonifica
Argomento: Pag.NORD 123
edizione di Domenica 28 febbraio 2010
Il Po avvelenato
Secondo il capo della Protezione civile l'emergenza sembra finita: le analisi tranquillizzanti. Decisivo il filtro della
centrale idroelettrica di Isola Serafini Stavolta in acqua è finito materiale di tintoria tessile, ma il danno è limitato
di Leonardo Nesti
FERRARA — L'emergenza sembra finita: le analisi delle acque sono rassicuranti, il filtro della centrale idroelettrica di
Isola Serafini è stato determinante e la pellicola oleosa che copre il Po non è pericolosa. Il capo della Protezione Civile
Guido Bertolaso ha visitato il Po, e la diagnosi è stata tutto sommato positiva: il paziente è ancora in convalescenza, ma
già da domani potrebbe essere dichiarato guarito. Più che «guarito», sarebbe però meglio dire «fuori pericolo».
Scongiurata la sciagura ambientale, il gasolio che galleggia sul Po mescolandosi con l'acqua, anche se non è
particolarmente pericoloso non è certo un sintomo di buona salute. E se Bertolaso ha assicurato che la situazione è sotto
controllo, il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, che lo ha incontrato in un vertice in prefettura a
Ferrara, ha invocato che la bonifica parta immediatamente, insieme alla fine della situazione di emergenza. Le
preoccupazioni maggiori sono a questo punto per il Delta del Po, dove la pellicola oleosa è ormai arrivata: un ecosistema
affascinante, fragilissimo, quasi incantato. E che sarà inevitabilmente offeso dallo sversamento nel fiume Lambro che è
finito nel Po: «Ma in questa zona — ha assicurato Bertolaso — la pesca e l'allevamento non dovrebbero subire alcuna
conseguenza». Senza contare, poi, che gli effetti — come ha sottolineato l'Istituto di ricerca sulle acque del Cnr — si
faranno inevitabilmente sentire sull'Adriatico. Il sottosegretario ha incontrato volontari e istituzioni locali prima a Rovigo
poi a Ferrara, le due Province interessate dalla foce del Grande Fiume. Poi ha risalito il Po in elicottero fino a Piacenza.
«La situazione — ha detto — è sotto controllo, le analisi delle acque sono state fatte in superficie, ad un metro e a due
metri, e sono tutte nella norma per la presenza di idrocarburi. Non abbiamo ragioni per temere che nei prossimi giorni
queste analisi siano destinate a peggiorare». Domani Bertolaso incontrerà Errani e il presidente della Regione Veneto
Giancarlo Galan e l'obiettivo è quello di dichiarare chiusa la fase di emergenza. Nessun problema nemmeno per
l'acquedotto di Ferrara, che attinge, con un impianto di potabilizzazione, proprio alle acque del Po. Adesso si cercherà,
attraverso altre barriere, dopo che le prime sono state spazzate via dalla corrente, di limitare l'accesso degli idrocarburi al
Delta. Anche se — come ha riconosciuto anche Errani — il filtraggio principale è stato fatto dalla centrale idroelettrica di
Isola Serafini nel Piacentino. La Regione Emilia-Romagna ha già annunciato che si costituirà parte civile se la
magistratura accerterà delle responsabilità. Anche la Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo. Ancora allarme intanto sul
fiume Lambro dove nel tardo pomeriggio di ieri sono state segnalate macchie di liquido non ancora identificato. Sono
immediatamente intervenuti i tecnici provinciali e quelli della Protezione civile. La nuova ondata di sostanza non
identificata è partita da Triuggio, pochi chilometri da Monza. «La prima ipotesi che abbiamo fatto è che si tratti di
materiale di scarico di tintoria da qualche azienda di tessuti della zona», ha detto il presidente del Parco Valle Lambro,
Emiliano Ronzoni che si è subito recato sul posto.
Data:
28-02-2010 La Provincia di CremonaBertolaso tranquillizza Altro allarme sul Lambro
Argomento: Pag.NORD 124
edizione di Domenica 28 febbraio 2010
TRE GRUPPI FRA VIADANA, POMPONESCO E DOSOLO
di Andrea Setti
VIADANA — Una settantina di persone hanno partecipato ieri all'esercitazione lungo gli argini del Po fra Viadana,
Pomponesco e Dosolo. In azione la Protezione civile Oglio Po, il Gruppo comunale di Pomponesco e il gruppo Hydrus di
Dosolo. «Abbiamo raccolto parecchi rifiuti — spiega il presidente viadanese Antonio Valli — soprattutto nelle frazioni
nord di Viadana. Poi è stato effettuato il controllo degli argini che ha rilevato solamente una tana di volpe a
Correggioverde che sarà ripresa al più presto». Nel pomeriggio l'incontro a Canneto con gli altri volontari, in tutto 182, di
dieci associazioni impegnate dall'Oglio fino al territorio di Mantova (la zona C). Soddisfatto l'assessore all'Ambiente di
Viadana, Adriano Saccani. «Queste continue operazioni di monitoraggio danno la misura dell'impegno degli enti e dei
volontari rispetto alle questioni ambientali. Alcuni maleducati che gettano rifiuti sono già stati individuati e multati. Ciò
che conta è questa presenza puntuale e ripetuta che ci fa stare più tranquilli».
Data:
28-02-2010 La Provincia di CremonaArgini, Protezione civile in azione
Argomento: Pag.NORD 125
edizione di Domenica 28 febbraio 2010
Piadena. L'associazione locale è invece stata dirottata fra Stagno Lombardo e Martignana Po
Ieri esercitazione dei volontari di Canneto per rimuovere i tronchi Il manufatto sul fiume Oglio è stato ripulito grazie al
ragno meccanico
di Davide Bazzani
PIADENA — I volontari del gruppo di protezione civile ‘Naviglio' di Canneto sull'Oglio, ieri, hanno preso parte
all'operazione ‘Fiumi sicuri', voluta dalla Regione Lombardia per prevenire i rischi idrogeologici e in particolare per
realizzare interventi di pulizia, come taglio di piante e arbusti, rimozione di rifiuti e materiale vegetale galleggiante lungo
i corsi d'acqua. Una decina di uomini del gruppo cannetese hanno effettuato in particolare lungo la sponda destra
dell'Oglio operazioni di rimozione degli accumuli di detriti presenti contro la pila del ponte stradale lungo l'Asolana, che
collega Piadena a Canneto. Per l'operazione è stato utilizzato una macchina operatrice dotata di braccio telescopico e di
‘ragno', posizionato sopra il ponte. Sia i volontari che i carabinieri hanno disciplinato il traffico a senso unico alternato,
quando è stato effettuato l'intervento, coordinato dalla centrale operativa ubicata presso la ex stazione ferroviaria di
Canneto sull'Oglio, dove ha sede il ‘Naviglio'. Una volta rimossi i tronchi, le squadre attrezzate di motosega li hanno
tagliati. Per consentire lo svolgimento di questi lavori, il sindaco Bruno Tosatto aveva firmato nei giorni scorsi una
ordinanza di sospensione di circolazione sull'argine, dall'incrocio con la ex statale 343 all'incrocio con la via per
Castelfranco, dalle 7 alle 18. Anche il gruppo di protezione civile ‘Platina' di Piadena (e altri 10 gruppi cremonesi)
sarebbero dovuti confluire a Piadena, ma l'emergenza-inquinamento del Po ha scompaginato i piani. I piadenesi, ad
esempio, sono stati dirottati a Stagno Lombardo. Altri volontari sono andati a Martignana Po. I gruppi cremonesi spostati
a Martignana Po hanno pranzato presso la casa di riposo San Vincenzo di Vho, com'era stato originariamente previsto.
Data:
28-02-2010 La Provincia di CremonaIl ponte ‘liberato' dai detriti
Argomento: Pag.NORD 126
edizione di Domenica 28 febbraio 2010
Viadana. Dopo i recenti episodi di inquinamento interviene il novello consigliere Battaglioli
VIADANA — Il grave inquinamento provocato dalla marea oleosa che sta attraversando il fiume Po ha provocato
l'intervento del neo consigliere comunale dei Nonsoloverdi Luca Battaglioli. «Dato il disastro ambientale che si sta
profilando causato dallo sversamento di petrolio che il fiume Lambro ha riversato nel Po e considerato che gli sbarramenti
messi in atto nell'Alta Lombardia e nel Piacentino hanno retto solo in parte, chiediamo all'Amministrazione Comunale di
Viadana, che ci ragguagli sull'attuale situazione dell'inquinamento del tratto del viadanese del Po, delle misure che si
stanno mettendo in atto da parte della Protezione Civile, nonché se vi sia il rischio di inquinamento della falda acquifera
con conseguenze sulla potabilità delle acque. Chiediamo inoltre se vi sia un reale coordinamento fra amministrazione
comunale, provinciale, Protezione civile, Regione ed ARPA». (a.s.)
Data:
28-02-2010 La Provincia di Cremona«Il Comune informi sulla qualità dell'acqua»
Argomento: Pag.NORD 127
edizione di Domenica 28 febbraio 2010
LA SITUAZIONE A ISOLA SERAFINI
MONTICELLI — Mentre in Comune e in Prefettura uscivano decisioni politiche (anche la città di Piacenza si è costituita
parte civile) ieri lungo le rive si lavorava ancora a pieno ritmo: ad Isola Serafini sono arrivate altre quattro imbarcazioni
‘Gabbiano' per l'aspirazione degli idrocarburi fermi in diga. Stando alle informazioni a disposizione del Comune, sino a
venerdì alle 12 grazie a Skimmer e autospurghi erano stati prelevati circa 150mila litri di idrocarburi. A San Nazzaro ieri è
entrata in azione la barca della cava Bassanetti, per la rimozione dei detriti che ostacolano le operazioni di pompaggio.
Sono stati inoltre posizionati altri cuscinetti «ed ulteriori saranno messi pure oltre la diga» ha detto il sindaco Sergio
Montanari, ieri presente anche agli incontri che si sono tenuti in prefettura a Piacenza e Cremona. Anche a Roncarolo di
Caorso la protezione civile è ancora al lavoro per la creazione di barriere. Esercito e volontari dovrebbero restare lungo il
fiume almeno sino a martedì. A questo punto sembra superata e quasi beffarda l'interrogazione presentata — qualche
giorno prima del disastro che ha colpito il Grande fiume — dal consigliere di minoranza Giovanni Rescali che chiedeva
decisioni rapide per rinforzare gli argini e pulire il fiume. (e.cal)
Data:
28-02-2010 La Provincia di CremonaRinforzata la fase dell'aspirazione
Argomento: Pag.NORD 128
edizione di Lunedì 1 marzo 2010
Il Po avvelenato
Oggi pomeriggio nuovo vertice con Bertolaso alla prefettura di Piacenza Protezione civile sicura di avere fermato il
disastro ambientale, ma Formigoni e Galan temono conseguenze ingenti. Che potrebbero investire l'Adriatico
VENEZIA — La Protezione civile è sicura di aver fermato l' «onda nera» e un possibile disastro ambientale di grandi
proporzioni, ma per i presidenti di Veneto e Lombardia il rischio di danni ingenti per l'inquinamento partito dal Lambro e
sceso fino alla foce del Po esiste ed è quantificabile. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha
annunciato che la Regione stanzierà 20 milioni di euro per il recupero del Lambro colpito dal petrolio uscito dalle cisterne
della raffineria «Lombarda Petroli» di Villasanta. Il suo omologo del Veneto Giancarlo Galan ha invece reso noto che
oggi darà disposizione affinchè la Regione del Veneto si costituisca parte civile «per i danni che ha causato o causerà il
gravissimo inquinamento in corso lungo il fiume Po». Analogo intenzione è già stata annunciata sabato dal presidente
dell'Emilia Romagna, Vasco Errani. Poi c'è un «indigeno», il presidente del Consorzio di sviluppo di Rovigo Angelo
Zanellato, che abita proprio a Polesine Camerini, alla foce del grande fiume, e fissa preoccupato le acque che danno
lavoro solo con pesca e acquacoltura a più di 4000 persone: «La situazione alla foce è preoccupante — afferma — il
problema è più grande di quello che si vuol far credere». Per il direttore del Servizio rischi naturali della Protezione civile
nazionale Nicola Dell'Acqua, che in giornata ha monitorato le acque del Po dall'alto, in elicottero, «rispetto a come poteva
essere, la situazione non è assolutamente allarmante». A vista, riferisce Dell'Acqua, «c'è un velo sottile sull'acqua» e
qualche macchia sporadica che viaggia al centro del Po verso la foce, ma «come Protezione civile abbiamo fermato l'onda
di catrame, poteva avvenire quello che è successo sul Danubio, ma lo abbiamo evitato». «Sono state recuperate almeno
500 tonnellate, la quasi totalità degli oli pesanti e del catrame riversati — quantifica il dirigente — ce ne saranno ancora
pochi da raccogliere dalle sponde del Po, in acqua praticamente non più, se non quel velo sottile». «È chiaro — ammette
Dell'Acqua — che di gasolio sul fiume ce n'è ancora, nessuno dice diversamente, però le analisi non superano lo 0,2
milligrammi per litro di idrocarburi». Secondo Zanellato, «gli sbarramenti sul ramo del Po di Tolle e sul ramo del Po di
Gnocca sono stati inefficaci: fra poco pioverà ed è annunciato vento di scirocco, ci sarà uno stagnamento dell' acqua nelle
lagune, un problema gravissimo per la nostra pesca», il rischio è che l'inquinamento sedimenti. «Come mai — chiede —
c'è disparità di giudizio fra quanto sostiene il Cnr e quanto dice Bertolaso (che oggi tornerà a incontrare istituzioni e
tecnici a Piacenza, ndr), perché quest'ultimo dice che non ci sono problemi? L'Istituto di ricerca sulle acque del Cnr dice
invece che ci sarà un impatto inevitabile in Adriatico, da valutare a emergenza superata».
Data:
01-03-2010 La Provincia di CremonaPer il recupero 20 milioni dalla Regione Lombardia
Argomento: Pag.NORD 129
edizione di Lunedì 1 marzo 2010
Al lavoro volontari della Protezione civile e militari. Stasera la commissione a Monticelli ISOLA SERAFINI
di Elisa Calamari
MONTICELLI D'ONGINA — Se oltre la diga di Isola Serafini l'onda nera si fa sempre meno consistente, prima dello
sbarramento l'allarme resta alto e basta fermarsi sul ponte che collega San Nazzaro a Castelnuovo Bocca d'Adda per
rendersi conto che lungo il Po gli idrocarburi continuano a scendere. Le chiazze nere di petrolio sono meno visibili,
mentre le macchie iridescenti di gasolio si allargano sulla superficie. Volontari della protezione civile e militari
continuano a presidiare l'area e lo faranno quasi certamente sino a martedì, sostituendo a cadenza regolare i cuscinetti
oleoassorbenti che disposti a cerchio tentano di frenare l'incedere dell'ultimo materiale. E continuano incessamente il loro
lavoro anche le cinque imbarcazioni ‘Pellicano' o ‘Gabbiano' utilizzate per aspirare gli idrocarburi a Roncarolo di Caorso,
San Nazzaro e a Isola Serafini proprio in corrispondenza dello sbarramento, dove gran parte del petrolio si accumula
prima delle paratoie. Oggi sono previsti altri vertici istituzionali, sia a Piacenza sia nel borgo pallavicino dove stasera alle
21 in municipio sarà istituita la commissione comunale ad hoc voluta dal consiglio: sarà composta anche da esperti –
docenti universitari, ricercatori di laboratori ambientali e tecnici Arpa – e dovrà intraprendere un costante e superpartes
monitoraggio di acque superficiali, falde e terreni. Il Comune, che come riferito ieri si è costituito parte civile, è infatti
intenzionato a vederci chiaro. Altrettanto vuole fare la Provincia di Piacenza, che sempre da oggi invierà tecnici sulle rive
per campionamenti e analisi su terra e vegetazione. Arpa continuerà invece le analisi sul fiume. Nel frattempo ieri al parco
di Po monticellese è stata una domenica ‘strana': al posto delle famiglie e dei pescatori che nel fine settimana popolano
l'area c'erano solo camionette di militari, fari della protezione civile, sacchi di panni oleoassorbenti e quell'odore acre di
combustibile che – seppure meno percettibile rispetto ai giorni scorsi – continua a spaventare.
Data:
01-03-2010 La Provincia di CremonaScende l'onda nera, una domenica diversa
Argomento: Pag.NORD 130
edizione di Lunedì 1 marzo 2010
Terremoto in Cile
Un'altra giornata di scosse. Saccheggi di negozi e supermercati
La presidente Bachelet parla di emergenza ‘senza paragoni'. Nella sola Constitucion 350 vittime. Si scava tra le macerie.
Cessato l'allarme tsunami L'assestamento potrebbe durare mesi. Appello del Papa alla solidarietà
di Martino Rigacci
SANTIAGO — Case di legno che galleggiano nelle acque del Pacifico: non è un'immagine surreale evocata da Garcia
Marquez, ma la realtà del Cile dopo il terremoto di sabato, nel quale sono morte più di 700 persone e che, scossa dopo
scossa, sta lasciando nel centro-sud del Paese una lunga scia di paura e distruzione. Quella di ieri nelle aree
centro-meridionali nel Paese sudamericano è stata una domenica di lutto.
E si teme che il bilancio finale del sisma possa essere molto più pesante. A fornire gli ultimi dati è stata la presidente
Michelle Bachelet: «I morti accertati sono 708», ha detto al termine di una riunione del comitato d'emergenza alla
Moneda, aggiungendo che il numero delle persone disperse è «indeterminato». Solo a Constitucion, secondo quanto detto
in televisione dai soccorritori, i cadaveri finora recuperati sono circa 350. Le notizie negative non finiscono qui. La
protezione civile ha già detto che un terremoto violento come quello di sabato apre la strada ad una lunga coda di scosse
di assestamento, che potrebbero continuare per mesi. Ed anche molto forti: come per esempio quella avvertita molto
chiaramente in più punti della già martoriata area ieri alle 08:26 (ora locale) di magnitudo 6,1 sulla scala Richter, mentre
molta gente era in casa. Ieri, così come sabato, i racconti drammatici e le storie di dolore si sono moltiplicati: «Era come
un Titanic che affondava», ha raccontato un abitante di Curicò, una delle località balneari investita da quello che
ufficialmente Santiago chiama «maremoto» e invece la stampa, e gli esperti, «tsunami». A rubare la scena tra la gente e i
media, tv in primo luogo, in queste ultime ore sono stati però soprattutto i saccheggi di negozi e supermercati, in
particolare a Concepcion. Il tema è controverso, e da più parti è stata chiesta prudenza: proprio a Concepcion i militari
sono intervenuti per bloccare numerosi ‘saccheggiatori', ma successivamente un alto ufficiale dei 'carabineros' ha chiesto
di non utilizzare tale termine. Il tema è problematico: Concepcion è di fatto ancora isolata e qui la sindaco Jacqueline Van
Rysselberghe, ha chiesto senza mezzi termini «al governo centrale l'invio dei militari». La questione è stata poi tra i temi
chiave al centro della riunione presieduta dalla Balechet, incontro nel quale erano presenti i rappresentanti dei
supermercati. Al termine della riunione, tra le varie dichiarazioni della presidente, anche l'annuncio che ai sinistrati
saranno distribuiti gratuitamente cibo e acqua. Santiago pare intanto lontana dalle devastazioni: ieri sono state a poco a
poco riattivate diverse infrastrutture, in primo luogo la fornitura della luce e la metropolitana. E nel pomeriggio
nell'aereoporto sono atterrati i primi aerei, anche se le autorità sottolineano che la ripresa sarà graduale. Sulla fortissima
scossa di magnitudo di 8,8 di sabato, i santiaguenos sottolineano in queste ore in particolare due aspetti: «È stato molto
più forte di quello di Haiti. È stato lunghissimo, non finiva mai».
Data:
01-03-2010 La Provincia di CremonaSuperati i settecento morti
Argomento: Pag.NORD 131
valmadrera
Sabato l'operazione "fiumi sicuri". Il nubifragio dello scorso luglio aveva provocato danni per sei milioni
VALMADRERA (p. zuc.) «Operazione fiumi sicuri»: è alle porte la giornata dedicata alla prevenzione e all'informazione
sul rischio idrogeologico.
Un'iniziativa fondamentale, dal punto di vista ambientale ma anzitutto sotto il profilo della sicurezza: basti pensare alle
esondazioni avvenute a seguito del nubifragio abbattutosi sulla città il 17 luglio scorso. Com'è noto, la stima dei danni
subiti dai beni pubblici ammontò a 984mila euro; a quelli di proprietà privata (come le abitazioni) raggiunse circa un
milione di euro, mentre ancora più elevata è stata l'incidenza sulle aziende, dove si sfiorarono i 4 milioni di euro.
In totale sono stati oltre 80 i soggetti, tra privati cittadini ed attività, che a Valmadrera hanno presentato segnalazione di
danneggiamenti e, secondo l'assessore ai lavori pubblici Giampietro Tentori, sarebbero stati «notevolmente maggiori se
Valmadrera non si fosse caratterizzata per un'attenta e costante manutenzione del territorio attuata con le proprie risorse e
soprattutto grazie all'impegno del volontariato».
Quest'ultimo tornerà in campo sabato: il ritrovo sarà presso il parcheggio situato sopra la sede del gruppo di Protezione
civile, in via Fatebenefratelli, alle 7.30. La manutenzione dei torrenti valmadreresi sarà coordinata proprio dal gruppo
comunale di Protezione civile, ma in collaborazione con altri gruppi. Parteciperanno infatti Osa, Sev, Scout Cngei, Mato
Grosso, banda Santa Cecilia e Gruppo Alpini, tutti coinvolti nelle operazioni di messa in sicurezza e pulizia dei più
insidiosi corsi d'acqua.
Secondo uno studio commissionato dall'amministrazione di recente e affidato a un geologo i «torrenti dove è stata rilevata
un'escavazione degli argini dovuta alla forza delle acque sono essenzialmente Rosé, Sant'Antonio e l'Inferno», ma non si
escludono altri punti.
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Data:
26-02-2010 La Provincia di LeccoVolontari a raccolta per la pulizia dei corsi d'acqua
Argomento: Pag.NORD 132
dolzago
Decisione del sindaco Isella a seguito delle polemiche: le emergenze comunali affidate agli alpini
terremoto
La protezione civile di Dolzago nel corso della festa organizzata nel 2005 per la nascita del gruppo. Qui sopra Gaetano
Bertacchi (a sinistra) e il sindaco Adelio Isella
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Data:
28-02-2010 La Provincia di LeccoAzzerato il gruppo di protezione civile
Argomento: Pag.NORD 133
colico
(m. vas.) La sede di via Al Confine del gruppo comunale della Protezione civile di Colico funzionerà oggi da punto di
coordinamento dei vari cantieri del suo territorio e di quelli cantieri delle province limitrofe di Como e Sondrio,
Morbegno, Verceia e Gera Lario. Saranno operativi 110 volontari che provvederanno al taglio e asportazione della
vegetazione infestante nei greti dei corsi d'acqua del territorio con la raccolta dei rifiuti e il conferimento alla stazione
ecologica di Colico.
Cinque i cantieri dell'esercitazione regionale 2010 «Fiumi sicuri»: sul torrente Inganna tra il ponte statale e viale Padania
(20 volontari); sull'Inganna nella zona a monte e valle del ponte interfrazionale Villatico-Curcio (20); sull'Inganna
all'altezza di Villatico a monte e valle di via La Gera (20); sulla valle di Voh in frazione Laghetto e sul torrente Merla in
zona lago e Ss 36 (15); sul torrente Perlino all'altezza della Ss 36 (20).
«La nostra sede - spiega il responsabile del gruppo colichese Stefano Acquistapace - funzionerà da coordinamento
interprovinciale, poiché saranno svolti interventi simili sui cantieri del territorio». Il Gs Laghetto preparerà il pranzo per
tutti, i carabinieri in congedo di Lecco garantiranno la gestione delle strade ed un'ambulanza della Croce Rossa di Colico
sarà a disposizione per ogni emergenza. Il ritrovo sarà in sede alle 7.30, i cantieri partiranno alle 8 e chiuderanno alle
13.20 saranno ispezionati dagli assessori delle tre province.
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Data:
28-02-2010 La Provincia di LeccoVolontari all'opera per i "Fiumi sicuri"
Argomento: Pag.NORD 134
DOLZAGO
La convenzione
con gli Alpini
Tanti volontari
attendono lumi
DOLZAGO(p. zuc.) Si è svolta in un clima sostanzialmente sereno l'altra sera, nella sede della protezione civile di via
Dante, la riunione «esplicativa rispetto alla scelta di stipulare una convenzione con l'Ana provinciale per la gestione del
servizio»: in parole povere, la decisione del sindaco, Adelio Isella, e della sua amministrazione di sciogliere il gruppo di
protezione civile comunale, che finora aveva un proprio coordinatore e una sua autonomia, per confluire
nell'«Associazione nazionale alpini».
Erano presenti all'incontro, per l'amministrazione comunale, il vicesindaco Paolo Lanfranchi, il coordinatore uscente
Gaetano Bertacchi (l'ultimo dei tre che si sono succeduti dal giugno scorso a oggi) ed un altro consigliere comunale di
maggioranza, Dario Monti; per i volontari c'era praticamente il gruppo operativo al gran completo. «Nel corso della serata
? riassume Lanfranchi - abbiamo presentato le motivazioni che ci hanno portato a questa decisione, legate principalmente
alla difficoltà dei rapporti tra il vertice della protezione civile locale e l'amministrazione comunale: una tale situazione,
protrattasi per oltre sei mesi, ha mantenuto quantomeno ingessato il rapporto. Abbiamo ribadito la necessità, d'altra parte,
di disporre di una squadra di volontari che lavorino per il paese, indipendentemente dal logo scritto sulla divisa o dalla
scelta di volta in volta del loro ?capo?. I volontari ? riferisce sempre il vicesindaco - hanno espresso in maniera costruttiva
e pacata alcune perplessità rispetto alla scelta, soprattutto per timore di una ?perdita dell'identità di gruppo?. Non sono
state date certezze da parte di nessuno riguardo al passaggio al nuovo coordinamento ? sgombera il campo da false
illusioni e aspettative Lanfranchi ? Riteniamo però che, per chi ha realmente voglia di fare, ci siano buone opportunità
offerte anche da questa nuova soluzione che, tra l'altro, consentirà ai volontari di ampliare il già vasto bagaglio di
esperienze agganciandosi a una realtà come quella degli alpini in prima linea da sempre con indubbie capacità ed efficacia
nelle emergenze». In conclusione, l'amministrazione comunale s'è impegna a «organizzare un incontro con i responsabili
della protezione civile alpini dell'Ana di Lecco».
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Data:
01-03-2010 La Provincia di LeccoLa convenzione con gli Alpini Tanti volontari attendono lumi
Argomento: Pag.NORD 135
colico - operazione fiumi sicuri
(m. vas.) È un bilancio positivo quello che traccia il responsabile del gruppo comunale della Protezione civile al termine
dell'esercitazione regionale 2010 «Fiumi sicuri» (nella foto) per quanto riguarda i cantieri di Colico e il compito di
coordinamento interprovinciale che si è svolto nella sede di via Al Confine.
«Erano presenti tutti i 110 volontari previsti che si sono presentati con puntualità: alle 7.40 erano tutti registrati e alle 8
erano sul cantiere. Sono stati ultimati tutti i lavori in quattro dei cinque cantieri, tranne che sull'Inganna alto che richiede
un lavoro infinito. Ha funzionato bene - continua Stefano Acquistapace - anche il sistema di comunicazioni gestito
dall'Ari di Lecco. Dobbiamo ringraziare anche il Gs Laghetto che ha svolto un servizio eccezionale».
A Colico hanno fatto visita l'assessore provinciale alla Protezione civile Franco De Poi con il funzionario Fabio
Valsecchi, il presidente provinciale dei volontari Gaetano Chiappa e l'assessore omologo sondriese. Al sindaco Alfonso
Curtoni è stato segnalato il problema del materiale sotto il ponte di viale Padania, sull'Inganna, che è da rimuovere. Dal
torrente sono state recuperate reti, stendibiancheria, persino qualche lavatrice e televisore oltre a plastica e carcasse di
animali morti.
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Data:
01-03-2010 La Provincia di LeccoDal torrente ripescate lavatrici e televisori
Argomento: Pag.NORD 136
VALMADRERA
«Fiumi sicuri»
coinvolge
le associazioni
(p. zuc.) S'è svolta ieri con Protezione civile, Osa, Sev, Scout, banda musicale e «Operazione Mato Grosso» l'operazione
«Fiumi sicuri» iniziata all'alba: tre le squadre, su altrettanti cantieri; 60 i volontari. L'intervento maggiore ha riguardato la
pulizia del torrente Inferno in zona vasche.
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Data:
01-03-2010 La Provincia di Lecco«Fiumi sicuri» coinvolge le associazioni
Argomento: Pag.NORD 137
riunione a palazzo muzio
Coordinamento di Protezione civile,
è stato eletto il direttivo del comitato
Nuovo direttivo per il Comitato di coordinamento delle organizzazioni di volontariato di Protezione civile. Ad eleggerlo
martedì sera lo stesso comitato che si è riunito nella sala consigliare di palazzo Muzio - per la prima volta nella storia
della provincia di Sondrio -, su richiesta dell'assessore Giuliano Pradella.
Presenti i rappresentanti di 31 gruppi comunali di protezione civile, che contano complessivamente 600 iscritti, 8
associazioni e il Gruppo intercomunale Comunità montana di Morbegno che accolgono 230 volontari. Sono stati loro a
definire il nuovo direttivo che sarà guidato da Valter Pilatti, del gruppo volontari Protezione civile di Dubino, che è stato
eletto presidente, mentre Gianluigi Togno dell'Associazione Gpc ?La Baita? di Villa di Tirano è il vice presidente e
Stefano Marieni, del Gruppo Intercomunale Cm Morbegno, e Delfo Bonenti, dell'Associazione Psicologi per i Popoli
sezione di Sondrio, sono i due componenti eletti rispettivamente in rappresentanza dei gruppi comunali e delle
associazioni.
«Quella di martedì sera è stata una svolta importante nei rapporti fra la Provincia e le organizzazioni di volontariato - ha
commentato l'assessore Giuliano Pradella - il fatto che le diverse realtà abbiano eletto i propri rappresentanti è segno
evidente di un meccanismo di partecipazione e di condivisione degli obiettivi. Un sistema elettivo quello attuato in
quest'occasione che dunque tiene in grande considerazione le indicazioni che arrivano da chi sta sul campo».
Il neoeletto presidente Pilatti entra a far parte di diritto del Comitato provinciale di Protezione civile che fa capo alla
Provincia. L'Ente, non solo ha competenze in materia di coordinamento e di gestione dei gruppi volontari, ma anche di
valutazione e aggiornamento dei piani di emergenza delle varie aree di rischio insieme alla Croce Rossa Italiana, al Corpo
nazionale di Soccorso alpino e all'Associazione nazionale degli Alpini, per un totale - insieme ai 40 gruppi presenti ieri
sera - di una task force di oltre 3.000 tra uomini e donne. «A breve, inoltre, così come prevede la legge - prosegue
Pradella - seguirà l'istituzione del nuovo Comitato provinciale al quale prendono parte anche i referenti della Prefettura,
delle Forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco e del 118».
Soddisfatto Pradella annuncia, inoltre, che sabato prossimo, nell'ambito della Giornata di prevenzione regionale ?Fiumi
Sicuri? si terrà un'esercitazione interprovinciale che coinvolgerà le Province di Sondrio, Lecco e Como. In Valtellina le
aree interessate saranno a Verceia lungo il letto del torrente Ratti e a Morbegno lungo il Bitto.
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Data:
26-02-2010 La Provincia di SondrioCoordinamento di Protezione civile, è stato eletto il direttivo del comitato
Argomento: Pag.NORD 138
tresivio
Baruffi esce allo scoperto:
«Sulla sicurezza degli alvei
tranquillizzo i cittadini»
TRESIVIO - (f.b.) «Tranquillizziamo la cittadinanza sulla sicurezza degli alvei dei corsi d'acqua di Tresivio, che per la
nostra comunità possono rappresentare solo un vanto. E a breve si provvederà alla pulizia di un ulteriore tratto del torrente
Rhon e successivamente ad un'esercitazione dei gruppi antincendio, in osservanza di quanto già programmato». Parola del
sindaco di Tresivio Fernando Baruffi, che replica così alle critiche espresse dal gruppo ?Amici per Tresivio? sulla
manutenzione dell'alveo del torrente Rhon: una polemica a distanza sulla quale ormai si sono registrate diverse ?puntate?.
E al primo cittadino non è andata giù l'affermazione del gruppo, che ha definito «una delle sue tante bugie» il riferimento
ai lavori di pulizia dell'alveo del Rhon eseguiti «su indicazione e con risorse anche del Comune». «Sarebbe quantomeno
stupido da parte mia raccontare delle falsità in vicende facilmente riscontrabili ? sottolinea Baruffi -. Quanto da me scritto
sugli interventi nel Rhon non si riferiva all'ultimo, eseguito dal gruppo di protezione civile di Piateda, ma ad interventi
precedenti ai quali è stato presente anche il gruppo di protezione civile Ana di Tresivio. A proposito dei finanziamenti,
poi, vorrei ricordare che la nostra amministrazione, in aggiunta alle risorse messe a disposizione con gli enti
sovracomunali per gli interventi mirati, contribuisce materialmente e, ove possibile, economicamente ad agevolare il
lavoro del gruppo Ana di protezione civile, con forniture di attrezzature e contributi economici».
Gli ?Amici per Tresivio? hanno poi espresso qualche perplessità sugli interventi di pulizia eseguiti sul torrente, ma
secondo Baruffi «la correttezza non si discute, perché chi ne è responsabile, cioè Provincia e Regione, ha sempre dato il
massimo nell'operare». Ribadita la replica alle critiche, il sindaco ? che tiene a ringraziare il gruppo di protezione civile
guidato da Ruggero Moretti per l'opera svolta ? conclude con un auspicio per il futuro: «Ci piace sperare che le
segnalazioni arrivino attraverso mezzi non ?politici? come il protocollo, piuttosto che a mezzo stampa, e che ci si
preoccupi di dare al pubblico un'informazione corretta più che di polemizzare per il gusto di farlo, e che le segnalazioni
siano firmate da tutti gli autori, anziché imputate ad un gruppo senza mai dare la prova della sua esistenza giuridica».
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Data:
27-02-2010 La Provincia di SondrioBaruffi esce allo scoperto: «Sulla sicurezza degli alvei tranquillizzo i
cittadini»
Argomento: Pag.NORD 139
il disastro ambientale
La diga ha tenuto: «In Adriatico
non arriverà una goccia d'olio»
Fermata la massa oleosa nel Po, Bertolaso dà subito rassicurazioni
PIACENZA Il baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Il grosso dell'onda nera arrivato dal Lambro è
stato bloccato lì, nel Po di Piacenza, e non raggiungerà il mare e prima ancora il delta, dove l'ecosistema è tanto
affascinante quanto delicato. «La massa oleosa di fatto l'abbiamo fermata a Isola Serafini e adesso ci sono gli skimmer
che stanno recuperando la massa a monte della barriera della diga dell'Enel - ha detto già nella mattina Guido Bertolaso a
Piacenza -. Credo che al massimo sia sfuggito da questa barriera tra il 5 e il 10% della massa complessiva». Rassicurando
anche sulla qualità dell'acqua: «Sono stati fatti prelievi proprio qui, a Piacenza, a diversi livelli di profondità del fiume e le
analisi sono buone. Comunque nell'ambito dei parametri previsti anche come utilizzo di potabilizzazione». A ore di
distanza, nel pomeriggio in Prefettura a Milano, è stato ancora più netto: «Non credo che arriverà in Adriatico neppure
una goccia d'olio e questo credo che sia l'obiettivo principale».
L'olio più leggero è passato a chiazze, portando una brutta visione e forti miasmi nel Parmense, nel Reggiano, in serata
anche nel Ferrarese, ma il peggio è stato sventato, facendo tirare il classico sospiro di sollievo a amministratori,
agricoltori, operatori del turismo e magari anche a quei milioni di italiani che hanno a cuore l'ambiente. Il rischio è stato
grande: «Se l'inquinamento del Lambro fosse avvenuto tra 30 giorni, quando in agricoltura inizieranno le irrigazioni, si
sarebbero contati milioni di danni al sistema del made in Italy», ha fatto notare il presidente nazionale dell'Unione
consorzi di bonifica, Massimo Gargano. E secondo le associazioni degli ambientalisti, il danno c'è stato e resterà. Per
limitarlo, due navi specializzate della Marina Militare, che si trovavano in Adriatico, si sono dirette verso il porto di
Ravenna, pronte per un eventuale concorso nell'attività di antinquinamento. Poi «a valle di Isola Serafini, tra la provincia
di Mantova e quella di Rovigo, saranno realizzate altre due barriere con delle navi anti-inquinamento in grado di
recuperare quel 5-10% che è sfuggito», ha spiegato Bertolaso.
«Abbiamo già raccolto 250mila litri di gasolio», ha annunciato il capo della Protezione civile dell'Emilia-Romagna
Demetrio Egidi. Sono operativi nel tratto del Po fra Isola Serafini e il delta i mezzi del ministero dell'Ambiente che, con
tre sbarramenti, cercheranno di intercettare le quantità residue degli idrocarburi. Il ministro dell'Ambiente Stefania
Prestigiacomo, ha disposto un'indagine interna per chiarire il declassamento del rischio della "LombardaPetroli",
l'industria da cui è partito il disastro. «I conti non tornano nel declassamento nelle categorie di rischio previste dalla
Direttiva Seveso», ha spiegato.
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Data:
28-02-2010 La Provincia di VareseLa diga ha tenuto: «In Adriatico non arriverà una goccia d'olio»
Argomento: Pag.NORD 140
entro 70 ore il petrolio del lambro finirà nell'adriatico
milano. Un «attentato alla salute dei cittadini e all'ambiente». Un fatto gravissimo per cui il governo potrebbe decidere,
già lunedì, lo stato di emergenza «con somme ingenti». Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo ha sorvolato le
zone del disastro del fiume Lambro e quelle del Po colpite dalla marea nera e ha parlato di un «fatto gravissimo»
chiedendo il rapido accertamento delle responsabilità da parte dei magistrati. E il ministero dell'Ambiente si costituirà
parte civile. Intanto il governo fornisce elementi nuovi sulla portata di un «atto doloso estremamente grave» perpetrato da
«mani esperte» spiegando che la marea nera non è stata subito visibile in quanto il gasolio «non è arrivato direttamente
dai serbatoi al Lambro ma ha raggiunto le acque dalle fognature: dunque, diverso tempo dopo l'apertura dei serbatoi».
Intanto si tirano le somme della quantità di massa oleosa che ha sconvolto tutto l'ambiente padano: tre milioni e mezzo di
litri (3.500 metri cubi) di cui 600 mila ora nel Po.
Sul fronte operativo la Protezione civile giudica adeguate le strumentazioni a disposizione per combattere l'onda nera nel
Lambro e nel Po. E in arrivo anche una task-force di 5 navi-antinquinamento messe a disposizione dal ministero
dell'Ambiente in grado di risalire il fiume e di intercettare la massa oleosa. Sì perché adesso l'emergenza si chiama Delta
del Po e conseguentemente Adriatico. Sono «50-70 le ore» che separano la chiazza oleosa dal mare. Altro fronte di
intervento è l'acqua potabile. «Ma per ora - assicura il ministero dell'Ambiente - non ci sono problemi».
Data:
27-02-2010 Il Secolo XIXOnda nera verso il delta del Po«Un attentato all'ambiente»
Argomento: Pag.NORD 141
ma bertolaso rassicura: «sul po le cose vanno bene»
Goro rischia l'arrivo del petrolio. Il sindaco: fermatela o moriremo
ilario lombardo
milano. A Goro aspettano. Nel Delta del Po ferrarese, le barche sono ferme a riva, e i pescatori preoccupati guardano alle
loro spalle, al grande fiume su cui galleggia il carburante che continua a scendere. Prima il Lambro, poi il Po. Ora,
davanti, resta solo il mare, l'Adriatico. A Ferrara c'è però ottimismo e il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, in
viaggio in elicottero lungo il Po, rassicura: «È ingiustificato ogni allarmismo. Nelle prossime ore occorre mantenere
costante il livello di attenzione, ma tutto sta andando bene». L'emergenza potrebbe già rientrare per domani. Lo
sbarramento della centrale idroelettrica di Isola Serafini, nel piacentino, ha funzionato e sarebbero state recuperate oltre
300 tonnellate degli idrocarburi sversati martedì nel Lambro. Quello che è passato oltre il filtro che ha raccolto
l'inquinante in superficie è stato trattenuto dalle altre barriere assorbenti dislocate lungo il letto del Po. Una è stata
piazzata a Polesella, a monte del Delta, per scongiurare la sciagura ambientale di uno degli ecosistemi più importanti
d'Europa. Un paradiso naturale fragile che potrebbe essere sfregiato dalla melma oleosa.
A Goro, affacciata sulla parte meridionale del Delta, vivono 1.300 pescatori, su una popolazione di meno di 4mila
abitanti, il 95% delle attività sono legate al mare e alla sacca di Goro, la laguna dal fondale basso, riconosciuta come zona
umida d'importanza internazionale per l'avifauna acquatica. «Se dovessero arrivare fin qui, nella sacca, le chiazze di
gasolio e petrolio, per noi sarebbe un disastro. Il nostro paese andrebbe a morire»: il sindaco Vincenzo Soncini si
raccoglie così attorno al suo borgo di pescatori, e lancia l'ennesimo allarme, nonostante dall'Arpa regionale ci siano state
rassicurazioni: al largo dell'Adriatico, anche se arrivasse una quantità rilevante di idrocarburi, non dovrebbero esserci
danni all'ecosistema. Questa, però, è una delle zone più importanti di allevamento di vongole e il veleno nero, pur in
piccole dosi, potrebbe essere devastante.
Per Bertolaso, che sull'ecosistema del Delta afferma di aver ricevuto rassicurazioni tecniche, «la pesca e l'allevamento non
dovrebbero subire conseguenze». Il sottosegretario, diviso in giornata tra i sopralluoghi a Rovigo e a Ferrara, le due città
interessate dalla foce del Po, ha confermato il «buon risultato» delle analisi delle acque fatte in superficie, a uno e a due
metri. La gente del Delta resta, però, in allarme. Bisognerà fare di tutto affinché la pellicola di olio che galleggia
trasportata dalle correnti al di là delle paratie non causi ulteriori danni. La procura di Rovigo intanto ha aperto un'indagine
sulle eventuali rovine causate dallo sversamento. Mentre Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna, sta
valutando se costituirsi parte civile per i danni subiti.
Ieri è stato tempo di proteste, dopo i primi giorni in cui l'avanzata dell'onda nera non aveva lasciato spazio alle polemiche
istituzionali. Una catena umana di oltre trecento persone si è ritrovata, per iniziativa di Legambiente, al Parco Lambro di
Milano e ha abbracciato simbolicamente il fiume. Centinaia di ambientalisti della Brianza, alcuni travestiti da anatre e
cormorani incatramati, si sono invece radunati davanti alla Lombarda Petroli di Villasanta, l'ex raffineria vicino Monza
dalla quale, secondo le ipotesi investigative, ignoti sabotatori hanno provocato la fuoriuscita del gasolio che ha inquinato
il Lambro e il Po.
© riproduzione riservata
Data:
28-02-2010 Il Secolo XIXLa chiazza avanza: trema la "capitale" delle vongole
Argomento: Pag.NORD 142
LISBONA. Le più grandi città del nord del Portogallo, Porto e Vila Nova de Gaia, sono in stato di massima allerta per
l'attesa ondata di piena del fiume Duero che passa in mezzo alle due città. Il rischio di esondazione è altissimo. «Il mare -
ha spiegato un consigliere comunale - non riesce più a ricevere l'enorme quantità d'acqua che arriva» a causa delle
abbondanti piogge che cadono da settimane. Esondazioni sono già segnalate nella località di Peso da Regua, dove nella
notte il livello del fiume è salito di sei metri.
Data:
01-03-2010 Il Secolo XIXIn portogallo massima allerta per l'ondata di piena del fiume duero
Argomento: Pag.NORD 143
SICUREZZA
L'annuncio dell'assessore Alfio Colombo: la presentazione il 25 marzo
Nei mesi di aprile e maggio un corso di formazione destinato ai volontari
richiedi la foto
L'assessore Alfio Colombo
Arluno - Manca ormai davvero poco alla nascita della Protezione Civile di Arluno. L'annuncio del lieto evento è stato
fatto questa settimana dal vicesindaco e assessore alla sicurezza Alfio Colombo , che ha ufficialmente reso nota la data in
cui l'amministrazione comunale presenterà il progetto a tutti i cittadini arlunesi. «Giovedì 25 marzo, alle ore 21 nella sala
consiliare del Municipio, terremo un incontro di presentazione dell'iniziativa - ha dichiarato il vicesindaco Colombo -.
Invitiamo tutti gli arlunesi a partecipare alla serata, perchè potranno ricevere tutte le informazioni che desideranosu
questoprogetto, che era già stato annunciato in campagna elettorale. La Protezione Civile sarà costituita insieme ai
Comuni di Vanzago e di Pregnana Milanese, perciò all'incontro saranno presenti i sindaci di tutti e tre i paesi. L'intento è
quello di creare un gruppo di volontari coeso ed impegnato, una risorsa che potrà migliorare la sicurezza del territorio,
vigilare sulla tutela ambientale e sostenere le forze dell'ordine durante le manifestazioni e gli eventi». Per creare un
gruppo di volontari preparati, nei mesi di aprile e maggio sarà attivato un corso di formazione di sei lezionipresso il
Centro Civico di via Sant'Isaia a Rogorotto; il corso sarà tenuto dai volontari di Pregnana, unico comune tra i tre ad avere
già la Protezione Civile. Un secondo corso, più specialistico, sarà poi proposto nel mese di settembre.«Siamo molto
contenti di partecipare a questo progetto -ha dichiarato Roberto Dognini , presidente della Protezione Civile di Pregnana
-. Il nostro gruppo è nato nel 1984 ed ha sempre lavorato con impegno sia sul nostro territorio che altrove;alcuni nostri
volontari, ad esempio, hanno partecipato alle iniziative di soccorso per i terremoti del Friuli e dell'Umbria, per l'alluvione
ad Alessandria e anche per diverse operazione all'estero (siamo stati in Pakistan, Albania, Kosovo e Romania).Siamo
convintiche creare un gruppo di Protezione Civile che unisca Arluno, Vanzago e Pregnana sia un'ottima idea, unprogetto
utile ed importante».
Articolo pubblicato il 26/02/10
Data:
26-02-2010 Settegiorni (Magenta)La Prociv nasce in primavera
Argomento: Pag.NORD 144
MESERO
Dalla Regione 19mila euro
Mesero - Manca ormai davvero poco al giorno in cui anche il gruppo della Protezione Civile di Mesero avrà un proprio
automezzo. La scorsa settimana, infatti, la Regione Lombardia ha deliberato un contributo di oltre 19.000 euro da
destinare alla Protezione Civile meserese. «Utilizzeremo questo finanziamento per coprire le spese per l'acquisto di un
fuoristrada modello pick-up (il costo complessivo del mezzo è 25.000) da utilizzare per tutti i nostri servizi ed interventi -
ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla Protezione Civile Filippo Fusè -. Il gruppo di volontari meserese è nato
ormai quattro anni fa, conta ben dodici volontari, è fornito di tutta l'attrezzatura di base, ma non ha ancora mai avuto un
automezzo proprio. Ci siamo sempre arrangiati con i mezzi di proprietà del Comune, ma ora è giunto il momento di
acquistare una macchina che sia di nostra proprietà e con la quale potremo muoverci tempestivamente in ogni caso di
necessità . Con l'arrivo del nuovo mezzo saremo sempre più operativi sul territorio e potremo partecipare a tutte le
esercitazioni provinciali e regionali della Protezione Civile». L'arrivo del fuoristrada è previsto entro l'estate; nel
frattempo, però, la Protezione Civile continua a cercare nuovi volontari per migliorare il servizio fornito; per chi fosse
interessato è possibile scaricare il modulo d'iscrizione dal sito del Comune.
Articolo pubblicato il 26/02/10
Data:
26-02-2010 Settegiorni (Magenta)Finanziamento per la Prociv
Argomento: Pag.NORD 145
GIORNATA DELLA SICUREZZA
Simulazione di un terremoto all'istituto Perlasca
Coinvolti Vigili del fuoco, Unità cinofila e Protezione civile
BAREGGIO - Sabato 20 febbraio, in coincidenza con la giornata della sicurezza, all'istituto comprensivo «Giorgio
Perlasca» si è svolta in tempi record la prova di evacuazione. Al suono della campanella, che simulava l'inizio di un
terremoto con di incendio, gli alunni hanno trovato riparo sotto i banchi per trenta secondi e subito dopo, in modo
ordinato, accompagnati dai rispettivi docenti hanno abbandonato gli edifici per riunirsi nello spazio antistante. Tempo
impiegato: tre minuti. Poi sono entrati in azione i cani dell'Unità cinofila di Nerviano che in breve tempo hanno trovato i
dispersi, feriti e non. A seguire hanno fatto il loro ingresso i Vigili del fuoco di Corbetta e i volontari dell'Unità di primo
soccorso di Arluno per il recupero dei feriti. Presente all'esercitazione anche la Protezione civile di Bareggio. «Questo
evento, che rientra nella programmazione della sicurezza – commenta l'assessore Giuseppe Mongiardo - è uno
strumento ineguagliabile di formazione per tutti, per chi ha bisogno di aiuto, per i corpi specialisti e volontari. Serve per
perfezionare gli interventi e rispondere in modo adeguato alle varie situazioni di crisi che, purtroppo, continuano a
verificarsi con sempre maggiore frequenza. Serve per mettere a punto e provare le nuove tecnologie ed avere più
padronanza durante lo svolgimento delle attività , anche in termini di riduzione dei tempi di intervento. In determinate
circostanze, per non essere di intralcio ognuno deve sapere perfettamente cosa deve e non deve fare. Un plauso ai docenti
e anche al Dirigente scolastico Alessandra Grassi che ha promosso l'evento». «La sicurezza nei plessi scolastici –
aggiunge il sindaco Monica Gibillini – ci sta a cuore e le prove di evacuazione si inseriscono nel percorso che abbiamo
avviato nell'anno 2009 con le prove di staticità negli edifici scolastici, i certificati di prevenzione incendi e prove di
carico, che non erano mai stati svolti e che hanno investito risorse pari a circa 50mila euro. La prova di evacuazione
dimostra che la collaborazione tra amministrazione comunale e scuola è massima». .
Articolo pubblicato il 26/02/10
Data:
26-02-2010 Settegiorni (Magenta)Scuola evacuata a tempo di record: tre minuti!
Argomento: Pag.NORD 146
GAIARINE
GAIARINE. Domani i volontari della Protezione civile di Gaiarine saranno presenti alle scuole elementari della frazione
di Francenigo per una lezione speciale con le classi quinte sulle attività svolte dall'associazione. In accordo con la
dirigenza scolastica la lezione verrà ripetuta alle medie il 13 marzo e alle scuole elementari di Gaiarine il 20 marzo. (di.b.)
Data:
26-02-2010 La Tribuna di TrevisoLezione di Protezione civile
Argomento: Pag.NORD 147
SAN BIAGIO. Consegnati nel corso del consiglio comunale gli attestati di pubblica benemerenza della Presidenza del
Consiglio ai 21 volontari della Protezione civile dell'Ana che nel novembre 2002, durante l'alluvione del Piave, erano stati
impegnati negli interventi di emergenza. Questi i premiati: Giuseppe Fadda, Michele Nardin, Franco Girardi, Francesco
Venier, Giuseppe Gardin, Walter Rigon, Giorgio Ceccato, Venanzio Gaiotto, Giorgio Gobbo, Luigi Florian, Graziano
Moro, Moreno Totolo, Danillo Rizzetto, Renato Rizzetto, Danilo Favaro, Franco Crotti, Gianni Geromel, Enrico
Fattorello, Valerio Passador, Dorino Biadene, Daniele Cenedese. Nel 2009 le ore di attività sono state 2.455.
Data:
27-02-2010 La Tribuna di TrevisoIn prima linea dopo l'alluvione I premiati della protezione civile
Argomento: Pag.NORD 148
A Mogliano durante l'assemblea dei consorzi di bonifica sono emerse paure e preoccupazioni
Il Veneto denuncia: «Tragedia sfiorata»
«Fosse successo tra un mese sarebbe stato impossibile irrigare i campi»
«Quell'acqua serve centomila ettari di coltivazioni»
(MATTEO MARCON)
MOGLIANO. «Sul Delta del Po tragedia sfiorata». Antonio Tomezzoli, rappresentante dei 10 nuovi consorzi di bonifica
del Veneto, presentati ieri a Mogliano Veneto, denuncia grande preoccupazione. «Se il disastro sul Lambro fosse
avvenuto in estate, quando gli oltre 20 impianti idrovori dei consorzi servono un'area di 100 mila ettari, non oso
immaginare il disastro economico e ambientale che avremmo dovuto subire». Duro anche il presidente nazionale
dell'Unione consorzi di bonifica, Massimo Gargano.
«Anche solo tra 30 giorni avremmo contato danni nell'ordine di milioni di euro, danni al made in Italy, all'immagine del
paese, alle colture tipiche, tra cui riso e aglio. C'è un approccio sulle questioni ambientali - ha aggiunto - sul quale rimane
molto da fare, anche se in questo caso si tratta quasi certamente di un episodio di natura criminale».
Per il presidente veneto della Coldiretti l'apertura delle valvole nell'ex raffineria Lombarda Petroli a Monza è un gesto che
grida vendetta: «Come può accadere una cosa del genere? - ha commentato - Questa non è una tragica fatalità. E' chiaro
che in questo caso c'è dolo, ma faccio fatica anche a pensare che non ci sia una forma di connivenza, con simili disastri».
I commenti che arrivano anche dal mondo dell'agricoltura dimostrano che l'Italia, al nord come al sud, continua ad essere
un paese in emergenza perenne. Ironia della sorte, la presentazione dei nuovi presidenti dei consorzi di Bonifica del
Veneto tenutasi ieri in villa Braida a Mogliano Veneto, doveva essere l'occasione per celebrare una nuova cultura della
prevenzione, in materia di gestione del territorio e rischio idrogeologico. E al centro dell'attenzione avrebbero dovuto
essere i nuovi dieci consorzi di Bonifica, e i loro presidenti. Meno uno, perchè quando si tratta di elezioni si finisce
sempre un pò per litigare e manca ancora all'appello il presidente del consorzio Acque e Risorgive, che opera nelle
province di Padova, Venezia e Treviso.
Lo sforzo dei consorzi veneti sarà comunque unitario: sia nel dimostrare che non sono «inutili carrozzoni», come
qualcuno malignamente sostiene, sia che possono contribuire attivamente alla riduzione del rischio idraulico nel territorio.
L'Anbi, associazione che raggruppa i consorzi di tutta Italia, ha chiesto al Cipe di finanziare progetti per 4 miliardi e 183
milioni di euro (di cui 700 milioni solo per il Veneto). «Si tratta di progetti già cantierabili che possono contribuire
positivamente su un territorio in continua evoluzione - ha precisato Massimo Gargano - per le emergenze negli ultimi 15
anni ne sono stati spesi 20, di milioni.«E per la prevenzione? Dal 2003 al 2008, zero».
Data:
27-02-2010 La Tribuna di TrevisoIl Veneto denuncia: Tragedia sfiorata
Argomento: Pag.NORD 149
Ha funzionato lo sbarramento allestito dalla protezione Civile a Piacenza
PIACENZA. Il baluardo dell'isola Serafini e della centrale Enel ha tenuto. Il grosso dell'onda nera arrivato dal Lambro è
stato bloccato lì, nel Po di Piacenza, e non dovrebbe raggiungere il mare. «La massa oleosa di fatto l'abbiamo fermata a
Isola Serafini e adesso ci sono gli skimmer che stanno recuperando la massa a monte della barriera della diga dell'Enel -
ha detto Guido Bertolaso ieri a Piacenza - Credo che al massimo sia sfuggito da questa barriera tra il 5 e il 10% della
massa complessiva». Rassicurando anche sulla qualità dell'acqua: «Sono stati fatti prelievi proprio qui, a Piacenza, a
diversi livelli di profondità del fiume e le analisi sono buone». L'olio più leggero è passato a chiazze, portando forti
miasmi nel Parmense, nel Reggiano, in serata anche nel Ferrarese, ma il peggio è stato sventato, facendo tirare un sospiro
di sollievo a amministratori, agricoltori, operatori del turismo e magari anche a quei milioni di italiani che hanno a cuore
l'ambiente.
Data:
27-02-2010 La Tribuna di TrevisoLa diga ha tenuto: bloccata la chiazza
Argomento: Pag.NORD 150
Soltanto negli ultimi 12 mesi
ROMA. La terra trema e fa strage. Per i geologi non c'è motivo di allarmarsi, i terremoti sono un fenomeno naturale, ma
negli ultimi dodici mesi è stato un susseguirsi di catastrofi. Scosse devastanti hanno colpito zone densamente popolate con
centinaia di migliaia di morti. Oltre 220mila quelli ufficialmente conteggiati nell'apocalittico sisma che ha raso al suolo
gran parte di Haiti. La scossa che ha distrutto L'Aquila il 6 aprile 2009 è stata di magnitudo 5.8, praticamente l'equivalente
di una qualsiasi delle decine di ‘tremori' di assestamento che hanno fatto seguito ai cataclismi di Haiti e Cile.
Negli ultimi 12 mesi sono stati almeno otto i terremoti distruttivi. Dopo quello dell'Aquila, il 17 aprile l'Afghanistan ha
dovuto aggiungere decine di morti per un terremoto di magnitudo 5.5 Richter in una zona tra Kabul e Jalalabad al suo già
pesantissimo bollettino di guerra. Sumatra, l'isola indonesiana vicino alla quale si scatenò lo tsunami di Santo Stefano nel
2004, è stata colpita più volte dall'inizio dell'anno.
Decine di morti a Giava il 2 settembre, ma il 30 settembre una scossa di magnitudo 7.6 Richter ha fatto migliaia di morti
sull'isola indonesiana. E il bilancio finale è rimasto nel dubbio, perchè alla devastazione delle città di Padang e Pariaman
ha fatto seguito quella di centinaia di sperduti villaggi nella giungla dei quali si è persa ogni traccia. Il giorno prima un
sisma di magnitudo 7.9 era stato registrato al largo delle isole Samoa provocando uno tsunami di proporzioni
relativamente limitate che ha fatto circa 150 morti. L'8 ottobre altre due scosse sottomarine di magnitudo 7.8 e 7.3 hanno
colpito il Pacifico orientale tra Vanuatu e le isole Salomone. Il 26 dicembre un nuovo sisma da 6.7 ha fatto tremare l'
Indonesia. Poi è arrivata la tragedia di Haiti, scatenata il 12 gennaio dalla rottura della faglia che passa proprio sotto
Port-au-Prince.
Data:
28-02-2010 La Tribuna di TrevisoDall'Aquila ad Haiti: otto i disastri
Argomento: Pag.NORD 151
Milano
Petrolio nel Po, Bertolaso: �Situazione non irreparabile�
Intanto la marea nera continua a scendere verso l'Adriatico. Il wwf lan cia l'allarme: a rischio l'ecosistema del delta
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«Credo che nelle prossime 24 ore la gran parte di questa massa oleosa sarà recuperata e poi, seguendo il corso del fiume,
prima che arrivi all'altezza di Ferrara e ovviamente prima ancora che arrivi sul Delta, saremo in grado di recuperare tutto
il resto».
Lo ha detto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso a proposito dell'emergenza dopo lo sversamento del petrolio
nel Lambro e poi nel Po. «Credo che - ha aggiunto Bertolaso - non ci sia una situazione irreparabile.»
Lo sversamento nel Lambro di 600 mila litri di gasolio dalle cisterne dell'ex raffineria di VillaSanta può essere il colpo di
grazia per un fiume da decenni in un vergognoso stato di degrado.
Secondo Monza e Brianza news, intanto, il depuratore di San Rocco, che ha trattenuto il 70% dei liquami, corre il richio
di cedere a causa del peggioramento delel condizioni meteo che potrebbero aumentare la portata del fiume. "Scattano così
le misure straordinarie per la messa in sicurezza del depuratore gestito da Brianzacque".
Ma l'onda nera, dicono dal wwf, che intanto prosegue il suo viaggio, "rappresenta una gravissima minaccia non solo per
gli abitanti dei comuni rivieraschi, ma per tutto l'ecosistema del Parco regionale della Valle del Lambro, del Parco di
Monza (il più grande Parco urbano d'Europa e una delle aree naturalistiche-paesaggistiche più belle della Lombardia
ritratto nella foto di youreporter.it ) e soprattutto del più ampio ecosistema del Po, con danni ambientali a catena per
centinaia di chilometri a valle che non risparmieranno nemmeno alcuni siti di interesse comunitario (SIC) presenti lungo il
Po".
Sempre secondo il wwf tra le specie maggiormente minacciate dal disastro del Lambro, diverse colonie di aironi (cenerini,
garzette, nitticore e aironi bianchi maggiori) e anatre selvatiche come i germani reali. Molte specie ittiche sono a rischio
nel tratto di fiume interessato, come il piccolo Cobite, la Savetta, il barbo o addirittura specie molto rare come lo Storione
cobice.
Data:
26-02-2010 VaresenewsPetrolio nel Po, Bertolaso: "Situazione non irreparabile"
Argomento: Pag.NORD 152
ROMA
Spostamento vertice all'Aquila ha comportato 99 mln di risparmi
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(ANSA) - ROMA, 26 FEB - Lo spostamento del vertice dalla Maddalena all'Aquila ha comportato una forte riduzione dei
costi. Lo riferisce la Protezione Civile.I costi del vertice all'Aquila 'sono stati pari a 184,897 milioni di euro complessivi,
con un risparmio di spesa di circa 99 milioni di euro, oltre il 50% del totale previsto inizialmente per il vertice della
Maddalena'. Il G8 2008 in Giappone e' costato 350 milioni di euro; quello del 2007 in Germania 100 mln e oltre 300 San
Pietroburgo, nel 2006.
Data:
26-02-2010 VaresenewsG8: Protezione civile, e' costato 184 mln
Argomento: Pag.NORD 153
Cile
Una scossa di 8.8 gradi Richter, tra le più violente di sempre, ha devastato un'area centrale del Cile: decine di vittime e la
capitale Santiago senza corrente. L'onda di maremoto in direzione dell'isola di Pasqua
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Ancora un disastroso terremoto dopo quello che ha messo defintivamente in ginocchio Haiti. Questa volta è il Cile
centrale, zona altamente sismica al confine fra la placca pacifica e quella sudamericana, ad essere stato colpito alle 7,34
ora italiana (sul posto era la mezzanotte circa) da una scossa di magnitudo 8.8 della scala Richter.
Si parla di decine di vittime (85 secondo i dati disponbiili alle 15 di oggi) e di danni gravi, particolarmente nella città di
Concepciòn, ma anche la capitale Santiago è colpita gravemente e manca la corrente elettrica. Un'onda di maremoto, dopo
aver colpito la costa cilena limitatamente all'area interessata - l'epicentro, molto profondo, era a circa 100 km da
Concepciòn - è partita a raggiera in direzione dell'oceano aperto e si è abbattuta sul minuscolo arcipelago di Juan
Fernandez, uno dei posti più sperduti della Terra, uccidendovi tre persone e devastandone le coste. Si temono
conseguenze anche a molta distanza, data l'immensa vastità del Pacifico e la capacità degli tsunami di traversarlo in poche
ore trasferendo l'inaudita potenza del terremoto. Prudenzialmente si è attuata un'evacuazione delle zone costiere a Rapa
Nui, meglio nota come l'Isola di Pasqua, famosa per i moai, che è territorio cileno.
Grazie alla rete di sensori d'allarme predisposta dagli scienziati americani, è possibile seguire per tempo l'evoluzione di
questi fenomeni: si calcola ad esempio che l'eventuale onda di maremoto possa raggiungere le Hawaii alle 22 circa (ora
italiana) di oggi. L'onda potrebbe però giungere attenuata dalle grandi distanze, limitando i danni.
La scossa registrata è stata mille volte più forte di quella, più superficiale, che ha raso al suolo Port-au-Prince, e fra le più
violente degli ultimi decenni. Secondo alcune fonti avrebbe letteralmente allargato di qualche metro in un colpo secco il
Sudamerica. Localmente solo il sisma di Valdivia del 1960, rimasto nella storia della sismologia come il più potente mai
registrato con 9.5 Richter, fu più forte.
Data:
27-02-2010 VaresenewsViolentissimo terremoto: tsunami nel Pacifico
Argomento: Pag.NORD 154
MILANO
Inquinamento Lambro, Formigoni: e' stato un gesto d'odio
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(ANSA) - MILANO, 26 FEB - 'Sulle acque del Po, secondo le analisi e i prelievi dell'Arpa non ci sono dati allarmanti'. Lo
ha detto il sottosegretario Bertolaso. Il capo della Protezione Civile, poco prima della riunione in Prefettura a Milano
sull'emergenza ambientale dei fiumi Lambro e Po, aveva aggiunto che la massa oleosa si era fermata a Isola Serafini. Alla
riunione era presente il governatore Formigoni che ha definito l'azione di inquinamento 'un gesto d'odio' e ha chiesto pene
esemplari per i responsabili. In campo Legambiente che e' tornata a chiedere con forza di introdurre i reati contro
l'ambiente nel codice penale, mentre il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo ha disposto un'indagine interna per chiarire
il declassamento del rischio della 'Lombarda Petroli', l'industria da cui e' partito il disastro ambientale. Lo ha annunciato
lo stesso ministro secondo il quale 'i conti non tornano nel declassamento dell'industria nelle categorie di rischio previste
dalla Direttiva Seveso'. Il ministero dell'Ambiente ha poi fatto sapere che sono gia' operativi i mezzi del dicastero per i
nuovi sbarramenti sul Po. Al via anche il monitoraggio dei danni.
Data:
26-02-2010 VaresenewsBertolaso: su acque Po non ci sono dati allarmanti
Argomento: Pag.NORD 155
Cile
A 24 ore dal violento sisma che ha colpito buona parte del paese sudamericano si soccorrono i dispersi. Oltre un centinaio
le scosse di assestamento, alcune molto forti, registrate fino ad ora
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Si scava fra le macerie in tutto il Cile a circa 24 ore dal terremoto di 8,8 gradi Richter, che ha provocato la morte di
almeno 300 persone, questo almeno è l'ultimo bilancio delle vittime diramato dalle autorità cilene. Il terremoto di ieri è
stato seguito da uno sciame di scosse di assestamento - arrivate 110 a mezzogiorno - che hanno toccato anche la
magnitudo di 6,9. Lo tsunami si è abbattuto sulla costa cilena con gravi danni, e ha poi viaggiato per tutto il Pacifico:
dopo il Giappone, dove sono state evacuate 320.000 persone, allarme, subito rientrato, anche nell'estremo oriente della
Russia.
A metà mattinata l'allarme tsunami è cessato per tutti i paesi. L'ultima forte scossa ha colpito a poche decine di chilometri
dalla capitale Santiago con una magnitudo di 6,1 della scala richter, molti palazzi hanno oscillato. I danni maggiori,
comunque, si sono avuti a Conception dove si sta scavando anche a mani nude per salvare più vite possibile: dramma
attorno ad una palazzina crollata dove sarebbero sepolte dalle macerie almeno 100 persone. Intanto anche dall'Italia
comincia a muoversi al macchina degli aiuti e il ministro degli esteri Franco Frattini ha dichiarato: "Pronti a partire con gli
aiuti appena il Cile ce lo chiederà e appena ci sarà un coordinamento europeo". Il Papa invoca la solidarietà internazionale
per il Paese sudamericano sconvolto dall'evento sismico.
Data:
28-02-2010 VaresenewsSi scava tra le scosse, oltre 300 i morti
Argomento: Pag.NORD 156
Carate Brianza
Avvistata una nuova macchia nel fiume già sfregiato dalla fuoriuscita di petrolio avvenuta lunedì notte. Si sospetta che si
tratti di sostanze provenienti da una tintoria. Al lavoro la Protezione Civile
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Non c'è pace per uno dei fiumi più martoriati d'Europa, il Lambro. Dopo lo sfregio del gasolio uscito lunedì notte dalla
Lombarda Petroli, ieri sono state rilevate nuove sostanze inquinanti nel fiume, probabilmente a seguito di un nuovo
sversamento di sostanze tossiche all'altezza di carate Brianza. Nel tardo pomeriggio è stata avvistata una nuova grande
macchia e subito sono intervenuti i tecnici della Protezione civile. L'allarme è partito dalle guardie ecologiche del Parco.
Il sospetto è che si tratti di materiale di scarico da tintoria versato da un'azienda tessile della zona, allarga le braccia
Ronzoni. Le guardie ecologiche del Parco hanno prelevato subito campioni per analizzare la sostanza. I tecnici della
Protezione civile e i Vigili del fuoco stanno lavorando per bloccare il flusso trasportato dalla corrente.
Data:
28-02-2010 VaresenewsAncora uno sversamento nel Lambro
Argomento: Pag.NORD 157
Scaricati altri veleni nel Lambro - Milano
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Data: 01/03/2010
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Corriere della Sera > milano > Cronaca > Scaricati altri veleni nel Lambro
le indagini: solo tre o quattro persone esperte possono aver aperto le saracinesche
Scaricati altri veleni nel Lambro
Nuova grande macchia inquinante sul fiume: materiale di scarico da tintoria. «Pericolo emulazione»
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Le sette cisterne sabotate nella Ecocity mai decollata alle porte di Monza
Il Lambro diventa un fiume di gasolio
Lambro, l'onda nera è arrivata al Po. Chiesto lo stato di calamità naturale
L'onda nera dal Po verso il mare. Si indaga per disastro ambientale
Interventi sul Lambro (Ap)
MILANO � Sul corpo ferito del Lambro si avventano gli sciacalli. Dopo lo sfregio del gasolio uscito lunedì notte dalla
Lombarda Petroli, un�ex raffineria nei pressi di Monza, ieri nuove sostanze inquinanti sono state versate nel fiume. Nel
tardo pomeriggio è stata avvistata una grande macchia all�altezza di Carate Brianza. Subito sono intervenuti i tecnici della
Protezione civile. L'allarme è partito dalle guardie ecologiche del Parco. «Abbiamo immediatamente avvertito la polizia
provinciale», racconta il presidente del Parco Valle Lambro, Emiliano Ronzoni. Ipotesi? «Il sospetto è che si tratti di
materiale di scarico da tintoria versato da un�azienda tessile della zona», allarga le braccia Ronzoni. Le guardie ecologiche
del Parco hanno prelevato subito campioni per analizzare la sostanza. I tecnici della Protezione civile e i Vigili del fuoco
stanno lavorando per bloccare il flusso trasportato dalla corrente.
A questo punto si teme che il disastro di lunedì scorso porti con sé gesti di emulazione. O incoraggi i siti produttivi a
scaricare a fiume nella convinzione di poter confondere i propri rifiuti in acque già sporche. Intanto sul fronte delle
indagini tutte le piste restano aperte. La soluzione del rebus è dentro la Lombarda Petroli, l�ex raffineria trasformata in
centro di stoccaggio da cui nella notte tra lunedì e martedì sono uscite oltre 3.000 tonnellate di materiale, di cui 1.662 di
gasolio e il resto di olio combustibile. Dipendenti ed ex dipendenti sono stati sentiti in procura, a Monza.
Protesta estrema e scellerata di lavoratori disperati per la perdita del posto? «Lo escluderei � valuta Maurizio Paltan,
segretario generale della Filtcem Cgil della Brianza, sindacalista che dal 2007 ha seguito le vicende della Lombarda
Petroli �. Nel 2007 lo stabilimento aveva sedici dipendenti. Firmammo un accordo che prevedeva la cessazione
dell�attività: a fine 2008 l�azienda avrebbe chiuso. Poi venne chiesta una proroga fino alla fine del 2009. Pochi mesi fa c�è
stato l�ennesimo rinvio� questa volta davvero l�ultimo visto che la legge non ne permette altri � fino a metà del 2010».
Oggi sono rimasti sei dipendenti. «Dei dieci che se ne sono andati quattro sono ormai in pensione e sei hanno lasciato
dopo aver trovato un altro lavoro � racconta Paltan �. Tre di quelli ancora in servizio a giugno avrebbero potuto contare
sulla mobilità e poi sulla pensione. Per gli altri l�intenzione era di chiedere la cassa in deroga. Insomma, non ho percepito
Data:
28-02-2010 Vivimilano.itScaricati altri veleni nel Lambro: «Sciacallaggio»
Argomento: Pag.NORD 158
tensione o rabbia nei confronti del datore di lavoro. Tanto più che Tagliabue aveva più volte chiesto di restare sull�area
con un�altra attività nel campo dell�energia. Se avesse avuto il via libera qualcuno avrebbe potuto essere ricollocato».
Resta il fatto che solo tre o quattro persone esperte� secondo l�Arpa della Lombardia � possono aver avviato il quadro
elettrico, attivato le pompe e aperto le saracinesche delle cisterne. «Non toccano a me le indagini� conclude Paltan �. Certo
è che negli ultimi mesi in quell�azienda era un gran viavai di gente. Addetti alla bonifica, clienti, fornitori. Difficile dare
qualcosa per scontato».
Rita Querzé
28 febbraio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
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28-02-2010 Vivimilano.itScaricati altri veleni nel Lambro: «Sciacallaggio»
Argomento: Pag.NORD 159
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28-02-2010 Vivimilano.itScaricati altri veleni nel Lambro: «Sciacallaggio»
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28-02-2010 Vivimilano.itScaricati altri veleni nel Lambro: «Sciacallaggio»
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