Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei...

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RASSEGNA STAMPAPROTEZIONE CIVILE

La rassegna stampa è curata da

Cervelli in azione srl via degli Agresti 2, 40123 Bologna T +39 0518551730 F +39 051 554141

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Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010

L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26 dicembre ...... 1

L'Adige: ROMA - Ci potrebbe essere almeno un italiano tra l'ecatombe di morti causata dal terremoto che martedì .... 2

L'Adige: ROMA - Port-au-Prince non esiste più ................................................................................................................ 3

L'Adige: CAGLIARI - Un fiume d'acqua l'ha travolta e le ha strappato dalle mani la sua bambina di tre anni,.............. 4

L'Adige: ROMA - «Molti edifici sono scomparsi ................................................................................................................ 5

Adnkronos: HAITI: FARNESINA, STIAMO ORGANIZZANDO VOLO UMANITARIO PARTIRA' AL PIU' PRESTO .... 6

Adnkronos: Devastante terremoto ad Haiti, migliaia di vittime. Si scava tra le macerie alla ricerca dei dispersi .......... 7

Adnkronos: Haiti rasa al suolo dal terremoto: ''Oltre 100mila morti''.............................................................................. 8

Adnkronos: "Haiti non più meta degli italiani". Per vip e turisti meglio Santo Domingo................................................. 9

Adnkronos: Fondazione Milano Expo 2015 dona 100 mila euro per aiuti per Haiti ...................................................... 10

Adnkronos: Colpito un terzo della popolazione. Appello dell'Unicef: ''Non lasciamo soli i bambini'' ........................... 11

Affari Italiani (Online): Carceri, Alfano: 'Emergenza fino a fine anno' ......................................................................... 12

Agi: 14:45 RISCHIO SISMICO: CONTRIBUTO DALLA PROVINCIA PER MUNICIPIO LIGURE .............................. 14

ApCOM: Haiti/ P.Civile: In partenza squadra italiana di soccorso ................................................................................ 15

ApCOM: Il maltempo torna a colpire, muore una bimba in Sardegna ............................................................................ 16

ApCOM: Maltempo/ Sardegna, trovata morta bimba di tre anni dispersa ...................................................................... 17

L'Arena: Il centro città a rischio allagamenti Chiesta la tendopoli per fronteggiarli ..................................................... 18

L'Arena: Aiutiamo le vittime Medici senza frontiere e Caritas in prima linea ................................................................ 19

L'Arena: Il volto oscuro dei Caraibi e gli errori dell'Occidente ...................................................................................... 20

L'Arena: Apocalisse ad Haiti: 100mila morti................................................................................................................... 21

Asca: HAITI: ANCHE FUNZIONARIO UNITA' CRISI SU VOLO PROTEZIONE CIVILE............................................. 22

Asca: HAITI: FRATTINI, PRONTO AEREO ITALIANO CON AIUTI EMERGENZA. .................................................... 23

Asca: PROTEZIONE CIVILE: NASCE CONSULTA FP CGIL......................................................................................... 24

Asca: HAITI: DA CIAMPINO PARTE PRIMO AEREO CON AIUTI GOVERNO ITALIANO. ........................................ 25

Asca: HAITI: INGV, UNA CATASTROFE CHE RICORDEREMO. ................................................................................. 26

Asca: HAITI: IN PARTENZA TEAM CHIRURGIA URGENZA DA TOSCANA. .............................................................. 27

Asca: UMBRIA/MALTEMPO: DOTTORINI (IDV), URGE MANUTENZIONE CORSI D'ACQUA. ............................... 28

Asca: HAITI: IN PARTENZA TEAM CHIRURGIA URGENZA DA TOSCANA. .............................................................. 29

AudioNews.it: Terremoto Haiti, non risultano italiani conivolti...................................................................................... 30

Borsa(La Repubblica.it): CDM delibera tre dichiarazioni di stato d'emergenza ........................................................... 31

Bresciaoggi(Abbonati): Una raccolta di fondi della Caritas bresciana .......................................................................... 32

Il Centro: gruppo arcobaleno, tra terremoto e ricerca..................................................................................................... 33

Il Centro: i controlli sono una garanzia ........................................................................................................................... 34

Il Centro: fara, crolla la maiella - gino melchiorre.......................................................................................................... 35

Il Centro: taglio di duecento precari il sindacato attacca e la provincia minimizza - sipo beverelli .............................. 36

Il Centro: palazzine crollate, cominciano le ispezioni...................................................................................................... 37

Il Centro: il 30 gennaio all'aquila cerimonia di apertura dell'anno giudiziario - giampiero giancarli........................... 38

Il Centro: i nonni-vigili davanti alla molisani .................................................................................................................. 39

Il Centro: i volontari e il ricordo della moscardelli ......................................................................................................... 40

Il Centro: appalti macerie, sindaci preoccupati ............................................................................................................... 41

Il Centro: alle parti comuni del condominio, i termini di avvio dei lavori dell'unità abitativa dovranno ... ................... 42

Il Centro: b e c, cialente mette fretta - enrico nardecchia ................................................................................................ 43

Il Centro: una telefonata dall'inferno: siamo vivi - diana pompetti ................................................................................. 44

Il Centro: anche l'aquila in prima linea per gli aiuti ........................................................................................................ 45

La Citta'di Salerno: c'è il rischio di nuove scosse devastanti .......................................................................................... 46

Il Cittadino: Dramma in Sardegna, emergenza meteo in Toscana, Liguria ed Emilia Romagna .................................... 47

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Il Cittadino: E nel frattempo Provincia e Legambiente aspettano di conoscere le analisi sulla qualità dell'aria dopo . 48

Il Cittadino: Una corsa contro il tempo per i superstiti Paura per la mancanza d'acqua e di cibo ................................ 49

Il Cittadino: Le parole di una donna di Treviglio che lavora per una ong in progetti sull'agricoltura e l'infanzia ........ 50

Corriere Adriatico: Vecchie chiese a rischio, scattano i controlli .................................................................................. 51

Corriere Adriatico: Torna il maltempo Scatta l'allerta meteo......................................................................................... 52

Corriere Adriatico: La Protezione civile apre la campagna d'adesione ......................................................................... 53

Corriere Adriatico: "Questo non è un fenomeno isolato"................................................................................................ 54

Corriere Adriatico: "Le strade della solidarietà" ............................................................................................................ 56

Corriere Adriatico: Carceri, Alfano al Cdm Stato d'emergenza e Piano ........................................................................ 57

Corriere Adriatico: Gli studenti trasferiti al palasport ................................................................................................... 58

Corriere Adriatico: "Tremavano bottiglie e bicchieri".................................................................................................... 59

Corriere Adriatico: Spavento nei grattacieli e i telefonini vanno in tilt .......................................................................... 60

Corriere Adriatico: "Poca sicurezza" Al liceo oggi si fa sciopero .................................................................................. 61

Corriere Adriatico: Le due cittadine osservate speciali .................................................................................................. 62

Corriere Adriatico: Alba di terrore per una barista ........................................................................................................ 63

Corriere della Sera: Quei bimbi che non so dimenticare ................................................................................................. 64

Corriere delle Alpi: Consiglio per parlare di Cioccolando ............................................................................................. 65

Corriere delle Alpi: Una nuova casa ai malati aquilani .................................................................................................. 66

Corriere di Arezzo: Cavriglia - Crolla antico muro, paura a Montegonzi...................................................................... 67

Corriere di Rieti: “Estendere il presìdio a 24 ore”. ........................................................................................................ 68

Corriere di Rieti: Cicolano piegato da cadute e smottamenti.......................................................................................... 69

Corriere di Viterbo: Maltempo, stato d'emergenza su tutto il territorio. ........................................................................ 70

Corriere.it: Inondazione allo zoo, ippopotamo nuota oltre le sbarre e se ne va .............................................................. 71

L'Eco di Bergamo: Cambio al vertice delle penne nere................................................................................................... 72

L'Eco di Bergamo: Una violenza seconda solo al sisma di Messina ............................................................................... 73

L'Eco di Bergamo: Apocalisse sull'isola Le vittime sono centinaia di migliaia .............................................................. 74

L'Eco di Bergamo: «Colpita l'isola dei poveri» ............................................................................................................... 75

L'Eco di Bergamo: Bambina di tre anni inghiottita dalla piena nel Cagliaritano .......................................................... 76

Europaquotidiano.it: Il Brasile di Lula in prima linea. Nell'isola già guida la forza di pace Onu ................................ 77

Finanza e Mercati: Protezione civile in missione a Haiti per primo soccorso ai terremotati. L'Italia stanzia un .......... 79

Finanza e Mercati: Il Tar non congela Pedemontana Slitta verdetto su ricorso Impregilo ............................................ 80

La Gazzetta del Mezzogiorno.it: Nella notte giunti ad Haiti primi voli di aiuti Usa ..................................................... 81

Gazzetta del Sud: Alluvione, in un dossier il rendiconto dei fondi .................................................................................. 82

Gazzetta del Sud: Il torrente la strappa dalle braccia della madre................................................................................. 83

Gazzetta del Sud: Haiti devastata dal terremoto le vittime sarebbero 100mila .............................................................. 85

Gazzetta del Sud: Aiuti anche dall'Aquila ........................................................................................................................ 86

Gazzetta del Sud: Da oggi più tutelata la salute dei cittadini: attivata al Lipuda la base di Elisoccorso ...................... 87

Gazzetta del Sud: Ad Altolia si lavora sulla collina che minaccia la scuola................................................................... 88

Gazzetta del Sud: Eruzione dell'Etna provoca la cancellazione di quaranta voli ........................................................... 89

Gazzetta del Sud: L'appello del Papa: non facciamo mancare nulla a questi fratelli ..................................................... 90

Gazzetta del Sud: "Primum ac Prototypum collegium" e disfida universitaria ............................................................... 91

Gazzetta del Sud: Aiuti anche dall'Aquila ........................................................................................................................ 92

Gazzetta del Sud: Decimata la missione Onu .................................................................................................................. 93

La Gazzetta dello Sport (Abbonati): Apocalisse ad Haiti Potrebbero esserci più di 100 mila morti?.......................... 94

La Gazzetta di Mantova: Mancano all'appello decine di italiani ................................................................................... 95

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La Gazzetta di Mantova: Falcidiata la missione di pace Onu ........................................................................................ 96

La Gazzetta di Modena: Alluvione, via libera ai fondi.................................................................................................... 97

Gazzetta di Parma (abbonati): Sette attestati di civica benemerenza............................................................................. 98

Gazzetta di Parma (abbonati): Croce Rossa, appello ai volontari ................................................................................. 99

Gazzetta di Parma (abbonati): Il torrente straripa, muore una bambina..................................................................... 100

Gazzetta di Parma (abbonati): Apocalisse ad Haiti, 100 mila morti............................................................................ 101

Gazzetta di Parma (abbonati): Alpini: nel segno della solidarietà .............................................................................. 102

Gazzetta di Parma (abbonati): senza titolo................................................................................................................... 103

Il Gazzettino (Padova): Diplomatico padovano ad Haiti: Sono scampato all'inferno .................................................. 104

Il Gazzettino (Pordenone): Allagamenti e frane, la Regione risarcisce ........................................................................ 105

Il Gazzettino (Treviso): Domeniche a piedi: emessa l'ordinanza con i provvedimenti dal 17 gennaio al 28 marzo .... 106

Il Gazzettino (Vicenza): Avab, anno straordinario........................................................................................................ 107

Giornale di Brescia: Carceri: via libera allo stato d'emergenza ................................................................................... 108

Giornale di Brescia: Falcidiata la missione Onu dei Caschi blu   ................................................................................. 109

Il Giornale di Vicenza: Le Ong del nostro Paese: Un disastro tremendo ..................................................................... 110

Il Giornale di Vicenza: Apocalisse ad Haiti: centomila morti....................................................................................... 111

Il Giornale.it: Quell'angolo delle Antille condannato a guerre e disastri ...................................................................... 112

Il Giornale.it: Da Roma Inviata una missione e stanziato un milione di euro ............................................................... 114

Il Giornale.it: "Tra le rovine le urla strazianti" Paura per italiani all'hotel Montana .................................................. 115

Il Giornale.it: Come contribuire alla raccolta fondi ...................................................................................................... 116

Il Giorno (Bergamo - Brescia): BASSA BERGAMASCA NO ALL'APERTURA nella Bassa ... .................................... 117

Il Giorno (Como): Un ponte con l'Abruzzo .................................................................................................................... 118

Il Giorno (Legnano): Esplosione a Borsano Il Comune paga le spese .......................................................................... 119

Il Giorno (Lodi): Campanile pericolante Diecimila euro a Tromello Aiuti anche ad altri 5 Comuni........................... 120

Il Giorno (Lodi): «Un boato enorme e poi una nube di fumo» ...................................................................................... 121

Il Giorno (Lodi): Incidente alle porte del capoluogo: «Nessun rischio per gli abitanti» .............................................. 122

Il Giorno (Milano): Aiuti anche dall'Aquila «Nessuno capisce come noi» .................................................................... 123

Il Giorno (Milano): «UNA CATASTROFE assoluta»: così Roberto Stephenson, fotografo romano con part.............. 124

ITnews.it: 14/01/2010 09:20 HAITI: BILL CLINTON, PROSSIMI 10 GIORNI FONDAMENTALI PER SALVARE.... 125

Italia Oggi: Bertolaso si fa i lavori da sé ........................................................................................................................ 126

Italia Oggi: Spunta una nuova Protezione civile Al servizio del ministro Prestigiacomo .............................................. 127

Italia Oggi: Carceri a rotta di collo ................................................................................................................................ 128

Leggo: di Piermaurizio Di Rienzo Milano è legata ad Haiti, distr... .............................................................................. 129

Leggo: di Claudio Fabretti L'apocalisse nei Caraibi. Il paese pi... ................................................................................ 130

Libertà: «Bertolaso atteso a Piacenza» .......................................................................................................................... 131

Libertà: Esonda torrente, bimba annegata ..................................................................................................................... 132

Libertà: Aiuti per 100 milioni di dollari ......................................................................................................................... 133

Libertà: Carceri, via libera allo stato di emergenza: più agenti di custodia e interventi edilizi.................................... 134

Libertà: Nel 2007 il sisma era stato previsto: attese altre scosse................................................................................... 135

Libertà: Ad Haiti 100mila morti ..................................................................................................................................... 136

Il Manifesto: Apocalisse ad Haiti ................................................................................................................................... 137

Il Manifesto: Da Berlusconi neanche una parola di solidarietà .................................................................................... 139

Il Manifesto: Italia tra le sbarre, sul modello dell Aquila .............................................................................................. 140

Il Mattino di Padova: cooperante di casalserugo sopravvissuto ad haiti - (nicola stievano) ....................................... 142

Il Mattino (Avellino): Stefano Sorvino Dal 31 dicembre 2009 è formalmente cessato lo stato di emergenza nel ........ 143

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Il Mattino (Circondario Nord): acerra Crolla il solaio evacuate sei famiglie Crolla il solaio della casa dove morì . 144

Il Mattino (Circondario Sud2): Umberto Celentano Vico equense. Realizzata a tempo di record un'ampia .............. 145

Il Mattino (Salerno): Mario Amodio AMALFI. Un protocollo d'intesa che assegna a ciascun ente un ruolo attivo e . 146

Il Messaggero Veneto: le famiglie dei soccorritori morti ringraziano il presidente napolitano ................................... 147

Il Messaggero Veneto: alluvione, è l'ora dei ringraziamenti ......................................................................................... 148

Il Messaggero Veneto: coperto l'ultimo tratto in via san gabriele................................................................................. 149

Il Messaggero Veneto: urla e canti nelle strade della capitale: questa è davvero la fine del mondo ........................... 150

Il Messaggero Veneto: corno sicuro ora l'isonzo sarà più pulito .................................................................................. 151

Il Messaggero Veneto: cittadino dell'anno e "humanitas": doppia cerimonia sabato a casarsa .................................. 152

Il Messaggero Veneto: tarcento, quasi 10 mila ai festeggiamenti epifanici .................................................................. 153

Il Messaggero Veneto: domenica a medea la maratonina delle due province............................................................... 154

Il Messaggero Veneto: cresce la paura per alcuni italiani dispersi .............................................................................. 155

Il Messaggero Veneto: falcidiata la missione onu, 27 vittime e 200 dispersi ................................................................ 156

Il Messaggero Veneto: una nazione "stritolata" da miseria e dittatura......................................................................... 157

Il Messaggero Veneto: la natura non ha pieta' .............................................................................................................. 158

Il Messaggero: Altra mattinata di navigazione sul Tevere per i carabinieri del Nucleo subacquei diretti da Renato .. 159

Il Messaggero: ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato il via al piano carceri e lo ha fatto concedendo la.............. 160

Il Messaggero: CALASETTA (Iglesias) - Peggio dell'orco cattivo che la notte fa paura ai bambini, dopo ... .............. 161

Il Messaggero: ROMA - Laura siamo vivi, anche nostro figlio Marco è salvo, volevo dirtelo io pri... ......................... 162

Il Messaggero: Catastrofe naturale. Ingiustizia della natura. Terremoto cieco che si abbatte su ................................ 163

Il Messaggero: dal nostro corrispondente NEW YORK E' una grande tragedia p... ..................................................... 164

Il Messaggero: ROMA Nella notte della tragedia, subito i social network si sono attivati, e nel... ............................... 165

Il Messaggero (Abruzzo): Haiti distrutta, sono viva per miracolo................................................................................ 166

Il Messaggero (Abruzzo): Casa dello studente, appena realizzata o crollata non sembra far differenza, sempre al... 167

Il Messaggero (Abruzzo): Le fondazioni delle casse di risparmio e l'associazione che le riunisce (Acri) hanno ra.... 168

Il Messaggero (Abruzzo): Illuminazione notturna scadente, marciapiedi pieni di buche e causa di diverse cadute ... 169

Il Messaggero (Civitavecchia): Sì ad altri due pozzi di profondità media per stabilizzare il livello dei laghi Regina . 170

Il Messaggero (Civitavecchia): di ENZO BOSCHI NON è stato un evento particolarmente forte quello che ha ........ 171

Il Messaggero (Frosinone): Terremoto politico nella giunta Marini. L'assessore all'Ambiente, Roberto Spaziani, .... 172

Il Messaggero (Marche): LORO PICENO Le Marche di nuovo nella paura. La terra ieri ha tremato sempre. .......... 173

Il Messaggero (Marche): FERMO E' la casa del pittore di Monte Vidon Corrado Osvaldo Licini uno degli edifici... 174

Il Messaggero (Marche): Il Gruppo Comunale dei Volontari della Protezione Civile ha eletto il nuovo..................... 175

Il Messaggero (Marche): ASCOLI L'amministrazione è vicina alla cittadinanza . Questo il messaggio del ............... 176

Il Messaggero (Rieti): Con la terra che ha ripreso a tremare, stavolta nel versante marchigiano della provincia,..... 177

Il Messaggero (Umbria): CORCIANO - Dopo le pesanti conseguenze causate dall'alluvione e dall'esondazione ...... 178

Il Messaggero (Umbria): CORCIANO - Rischio esondazione, rimbocchiamoci le maniche. In considerazione delle . 179

Il Messaggero (Umbria): Iniziati i lavori di ripristino dell'impianto sportivo di Pretola, seriamente danneggiato ..... 180

Il Messaggero (Umbria): Con terremoto, neve (ghiaccio compreso) e interminabili piogge, l'emergenza maltempo.. 181

Il Messaggero (Viterbo): A Viterbo sono in via di costituzione le unità cinofile per la ricerca delle persone che ....... 182

La Nazione (Firenze): Dall'Europa subito tre milioni e un pool di esperti ................................................................... 183

La Nazione (Firenze): «Pronti i soldi per l'alluvione in Toscana» ................................................................................ 184

La Nazione (Firenze): di LEONARDO STURIALE HAITI è devastata. Rasa al suolo Port au Prince, la ... ................ 185

La Nazione (Lucca): Il Comune consegnerà i moduli per i rimborsi con il porta a porta ............................................ 186

La Nazione (Lucca): Croce Rossa: come fare donazioni per le vittime del terremoto di Haiti ..................................... 187

La Nazione (Pisa): Vegetazione nei canali, Fiumi e Fossi: «Sul Serchio nessuna competenza»................................... 188

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La Nazione (Pistoia): Giallo sulla riunione al ministero ............................................................................................... 189

La Nazione (Prato): Alluvione del Calice: subito 4500 euro a famiglia........................................................................ 190

La Nazione (Viareggio): Dinelli (Pdl): Un piano anti frane'. Rimborsi, sportello a Stazzema ..................................... 191

La Nuova Sardegna: alluvione di pirri, i milioni della regione..................................................................................... 192

La Nuova Sardegna: capoterra, indagato il vicesindaco............................................................................................... 193

La Nuova Venezia: l'acqua strappa la figlia a una madre............................................................................................. 194

La Nuova Venezia: diciotto nuove carceri garantiranno entro l'anno quasi 22 mila altri posti ................................... 195

Nuovo Molise web: Covatta, la frana torna a far paura ................................................................................................ 196

Nuovo Molise web: Aereo militare telecomandato precipita in mare ............................................................................ 197

Il Nuovo.it: Terremoto in Indonesia, 5,7 Richter ............................................................................................................ 198

L'Opinione.it: Il generale inverno e le ferrovie fuori uso .............................................................................................. 199

El Pais: "No hay comida ni teléfono ni agua" ................................................................................................................. 201

Il Piccolo di Trieste: il comune fa bingo, corno pulito a zero euro................................................................................ 203

Il Piccolo di Trieste: il sismologo: registrate scosse 30 volte più forti che in abruzzo .................................................. 204

Il Piccolo di Trieste: bimba travolta dal fiume ............................................................................................................... 205

Il Piccolo di Trieste: camino in fiamme nella notte in piazza cavour ............................................................................ 206

Il Piccolo di Trieste: carceri, 600 milioni per i padiglioni............................................................................................. 207

La Provincia Pavese: Comuni, tanti contributi .............................................................................................................. 208

La Provincia Pavese: La Protezione civile cerca una sede ............................................................................................ 209

La Provincia Pavese: Il governo dà via libera alle nuove carceri ................................................................................. 210

La Provincia Pavese: Una vita in prima linea dove la gente soffre ............................................................................... 211

La Provincia Pavese: Monica, salva per miracolo......................................................................................................... 212

La Provincia di Como: Croce azzurra, sede stretta e uscita pericolosa........................................................................ 213

La Provincia di Como: Abruzzo dimenticato, Bruni tace e il caso va in aula ............................................................... 214

La Provincia di Como: Nuovo progetto paratie I paletti della Provincia ..................................................................... 215

La Provincia di Cremona: Casa vuota, insorge la minoranza ...................................................................................... 216

La Provincia di Cremona: Appalti, poteri straordinari ................................................................................................ 217

La Provincia di Cremona: Arda, rimborsi in arrivo ..................................................................................................... 218

La Provincia di Cremona: Apocalisse di morte Sbriciolata la capitale........................................................................ 219

La Provincia di Cremona: Anche L'Aquila si mobilita.................................................................................................. 220

La Provincia di Lecco: Più autonomia alla protezione civile di Moggio ...................................................................... 221

Il Quotidiano.it: Eletto il nuovo coordinatore del Gruppo Comunale dei Volontari di Protezione Civile .................... 222

Quotidiano.net: Terremoto ad Haiti, scatta la solidarietà italiana................................................................................ 223

Quotidiano.net: Haiti, l'inferno èqui: catastrofico terremoto Il premier: "Temiamo più di 100 mila morti" Italiani: . 226

Rai News 24: Haiti, "più di 100mila morti" .................................................................................................................... 229

Rai News 24: Una testimone racconta:"Gli italiani abitavano nell'hotel crollato" ....................................................... 231

Rai News 24: Haiti, "più di 100mila morti" .................................................................................................................... 232

La Razòn: 100 mil serían los muertos por el terremoto en Haití ................................................................................... 234

La Razòn: Economía haitiana perderá más de 15 por ciento del PIB ........................................................................... 236

Redattore sociale: Haiti, la protezione civile pronta a partire. Oggi il primo volo ....................................................... 237

La Repubblica: meteo, una santa alleanza per fronteggiare l'allerta - francesco la spina stefano origone ................. 238

La Repubblica: alfano: per le carceri è stato d'emergenza - elsa vinci ......................................................................... 239

La Repubblica: "in quel sisma tutti gli ingredienti per una catastrofe"......................................................................... 240

La Repubblica: bimba travolta dal torrente in piena strappata dalle braccia della madre - pier giorgio pinna ......... 241

La Repubblica: il mare avanza, scompaiono le spiagge - fulvio di giuseppe ................................................................ 242

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La Repubblica: appello di tettamanzi e moratti "una raccolta fondi per haiti"............................................................. 243

La Repubblica: "il carcere è crollato i detenuti sono fuggiti" ....................................................................................... 244

La Repubblica: "sos, qui sta crollando tutto pregate per chi è nelle baracche"............................................................ 245

La Repubblica: "i cinque minuti che mi hanno salvato" ................................................................................................ 246

Il Resto del Carlino (Ancona): AGUGLIANO «È TRASCORSO .................................................................................. 247

Il Resto del Carlino (Ancona): MONTELPARO UN'ANTICHISSIMA usanza che si rinnova. Come ogni... ............... 248

Il Resto del Carlino (Ascoli): Contro le emergenze un piano per la viabilità ............................................................... 249

Il Resto del Carlino (Ascoli): «La nostra notte in attesa: Controlli ma nessun rischio» .............................................. 250

Il Resto del Carlino (Bologna): di TOMMASO DEBENEDETTI CASTRIES (Saint Lucia) «LA MIA CASA ............... 251

Il Resto del Carlino (Bologna): Crollato l'hotel dei turisti «Lì c'erano molti italiani»................................................. 252

Il Resto del Carlino (Fermo): Alcune scuole ancora chiuse per oggi in via precauzionale ......................................... 253

Il Resto del Carlino (Fermo): Battesimo' per la sala operativa .................................................................................... 254

Il Resto del Carlino (Fermo): Crepe e calcinacci a S.Pietro e S.Rocco........................................................................ 255

Il Resto del Carlino (R. Emilia): Dall'oratorio all'Abruzzo coi pupazzi di cartapesta ................................................. 256

Il Riformista.it: Carceri/ Parte il piano del governo, con la protezione civile .............................................................. 257

Riviera24.it: E' terminata a mezzogiorno l'allerta meteo della Protezione civile in Liguria ......................................... 260

Sardegna oggi: Pirri: residenti chiedono interventi immediati ...................................................................................... 261

Sardegna oggi: Alluvione Pirri: in arrivo 6 mln € .......................................................................................................... 262

Il Secolo XIX: Diramato l'allerta 1 per la neveriunito il comitato di protezione civile ................................................. 263

Il Secolo XIX: Dopo la neve l'incubo frane e gelo.......................................................................................................... 264

Il Secolo XIX: L'ex palestra del Colombo diventa dormitorio per clochard .................................................................. 265

Il Secolo XIX: Faiallo verso la riapertura, ma è polemica ............................................................................................ 266

Il Secolo XIX: Come un'atomica, 100.000 morti ............................................................................................................ 267

Il Secolo XIX: Monte moro, Discarica abusiva indagine su un'officina ........................................................................ 268

La Sicilia: Mercato agricoltori, tutto prontoora si deve fissare il calendario ................................................................ 269

Il Sole 24 Ore Online: TERREMOTO AD HAITI ........................................................................................................... 270

Il Sole 24 Ore Online: TERREMOTO NELL'ISOLA CARAIBICA ................................................................................. 272

Il Sole 24 Ore Online: Dalla Caritas all'Unicef, ecco come inviare i primi aiuti.......................................................... 274

Il Sole 24 Ore: Piano carceri al varo Alfano chiederà lo stato d'emergenza ................................................................. 276

Il Sole 24 Ore: La gente non ha più nulla ....................................................................................................................... 277

Il Sole 24 Ore: Carceri: metodo l'Aquila per costruire 47 padiglioni ............................................................................ 278

Il Sole 24 Ore: Centomila vittime nella città crollata ..................................................................................................... 279

Il Sole 24 Ore: Colpo durissimo a un'economia piegata da uragani e recessione ......................................................... 280

Il Sole 24 Ore: Ad Haiti tragedia infinita........................................................................................................................ 281

Il Sole 24 Ore: Una storia di dittatura e corruzione ....................................................................................................... 282

Il Sole 24 Ore: Nel 2009 approvate opere per 45 miliardi ............................................................................................. 283

La Stampa: E' di nuovo allerta neve nell'entroterra e lungo la costa ............................................................................ 284

La Stampa: S'insedia la Consulta dedicata alla sicurezza e ci sono già polemiche ...................................................... 285

La Stampa: Stato di emergenza per le carceri................................................................................................................ 286

La Stampa: Superato l'esame neve scatta la prova-sanità ............................................................................................. 287

La Stampa: E i volontari italiani partono con la loro "clinica gonfiabile".................................................................... 288

La Stampa: Contro la neve mobilitati 250 trattori ......................................................................................................... 289

La Stampa: [FIRMA]FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK Dai quattro angoli del Pianeta si è messa in moto ....... 291

La Stampa: Calamità, approvato lo stato di emergenza anche per la Riviera............................................................... 292

La Stampa: La maxi rotonda da 2 milioni ...................................................................................................................... 293

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La Stampa: "Modello L'Aquila" per le nuove carceri .................................................................................................... 294

La Stampa: "Servono quelle braccia dell'Est"................................................................................................................ 295

La Stampa: Dalla città delle Paci ad Haiti. Padre Attilio Stra, classe 1936, salesiano dal 1954, è un... ..................... 296

La Stampa: Alle 16 e 53 di martedì, le 22 e 53 in Italia, Haiti è stata colpita dal sisma più po.................................... 297

La Stampa: Anche tre missionari cuneesi nell'inferno del sisma di Haiti ...................................................................... 298

La Stampaweb: Auto travolta da un torrente in piena Sardegna, muore una bimba di 3 anni ..................................... 299

La Stampaweb: "La rottura della faglia è sotto la città" ............................................................................................... 300

La Stampaweb: Finestra sull'America ........................................................................................................................... 301

La Stampaweb: "Arrivano da noi senza braccia e senza mani" .................................................................................... 303

TGCom: Haiti:terribile sisma,capitale polverizzata Papa:"Aiuti da tutti".Disperso prete italiano .............................. 304

Targatocn.it: Cambio al Vertice della delegazione cuneese dell'AFP ........................................................................... 306

Il Tempo: Contrada Covatta il movimento franoso avanza............................................................................................ 307

Il Tempo: Poggio Mirteto, tornano i Vigili ..................................................................................................................... 308

Il Tempo: Giorgio Alessandri L'AQUILA Èla burocrazia il vero nemico con cui fare i conti nell'opera di.................. 309

Il Tempo: CISTERNA Maltempo, comitato in campo Come segnalare i danni La tromba d'aria abbattutasi su.......... 310

Il Tempo: È crollata parte dell'abside ............................................................................................................................ 311

Il Tempo: L'Inghilterra paralizzata chiude strade e aeroporti Disagi anche in Francia............................................... 312

Il Tirreno: elogio ai soccorsi e alla provincia in prima linea ........................................................................................ 313

Il Tirreno: a domicilio i moduli per fare la richiesta di risarcimento danni .................................................................. 314

Il Tirreno: dighe, l'enel respinge le accuse..................................................................................................................... 315

Il Tirreno: oggi tutti convocati dalla protezione civile ................................................................................................... 316

Il Tirreno: fratoni: la provincia al lavoro per far arrivare i rimborsi ........................................................................... 317

Il Tirreno: distribuiti nelle case i moduli per chiedere i risarcimenti ............................................................................ 318

Il Tirreno: sono tutti disastri annunciati......................................................................................................................... 319

Il Tirreno: calamità riconosciuta.................................................................................................................................... 320

Il Tirreno: la baldi mescola le carte ............................................................................................................................... 321

Il Tirreno: concorsi fra i presepi .................................................................................................................................... 322

Il Tirreno: stato di calamità sì, soldi chissà ................................................................................................................... 323

Il Tirreno: c'è troppa sabbia ........................................................................................................................................... 324

Il Tirreno: il mondo si mobiliti........................................................................................................................................ 325

Il Tirreno: in fuga dalla distruzione totale - lara loreti.................................................................................................. 326

Il Tirreno: rimborso danni ancora da chiarire............................................................................................................... 327

Il Tirreno: decolla per haiti un aereo della 46a con medici pisani ................................................................................ 328

Trentino: Bimba annega a causa del maltempo ............................................................................................................. 329

Trieste oggi: 2,1 MLN DA PROTEZIONE CIVILE PER DANNI PIOGGIA .................................................................. 330

L'Unione Sarda (Nazionale): Allagamenti e frane in tutta l'Isola ................................................................................. 331

L'Unione Sarda (Nazionale): L'ultima battaglia per l'ex arsenale................................................................................ 332

L'Unione Sarda (Nazionale): A Port-au-Prince è l'apocalisse ..................................................................................... 333

L'Unione Sarda (Nazionale): Calasetta, bimba travolta dalla piena ............................................................................ 334

L'Unione Sarda (Nazionale): C'è una ragazza sarda tra i soccorritori ........................................................................ 335

Varesenews: Haiti: in partenza team della Protezione civile ......................................................................................... 336

Varesenews: Don Giuseppe e Don Mauro stanno bene: "Aiutano i terremotati" .......................................................... 337

Varesenews: Haiti in preda al caos ................................................................................................................................ 338

Virgilio Notizie: CDM: STATO EMERGENZA PER CARCERI, TERREMOTO HAITI E MALTEMPO ...................... 339

Virgilio Notizie: Haiti/ 100 mila euro dalla Fondazione Milano per Expo 2015........................................................... 340

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Virgilio Notizie: Haiti/ Svizzera invia specialisti e aiuti, sbloccati 1,5 .......................................................................... 341

Vita non profit online: . "Misericordie" pronte a intervenire........................................................................................ 342

Viterbo Oggi.org: Nasce l'unità cinofila per ricerca persone della Protezione Civile dei carabinieri ......................... 343

La Voce d'Italia: Haiti: "Onde gigantesche dopo il terremoto"..................................................................................... 344

La Voce d'Italia: Haiti, e' un'apocalisse: "Almeno 500 mila vittime"............................................................................ 345

Wall Street Italia: CARCERI/ IONTA: STABILIZZARE SISTEMA E FAR FUNZIONARE MACCHINA..................... 346

Wall Street Italia: HAITI: C130 ITALIA NON RIESCE AD ATTERRARE A PORT-AU-PRINCE ............................... 347

Wall Street Italia: HAITI: ALMENO 200 DISPERSI TRA IL PERSONALE DELL'ONU ............................................. 348

Wall Street Italia: HAITI:PROTEZIONE CIVILE,TEAM ITALIA A BREVE A PORT-AU-PRINCE............................ 349

Wall Street Italia: HAITI: IMPONENTE OPERAZIONE SOCCORSI DEGLI USA ..................................................... 350

Wall Street Italia: HAITI: SENATORE, "OLTRE 500 MILA MORTI" .......................................................................... 351

Wall Street Italia: HAITI/BOSCHI( INGV):SCOSSE FORTI UNA VENTINA L'ANNO NEL MONDO ....................... 352

Wall Street Italia: HAITI: 70 ITALIANI CONTATTATI, VERIFICHE SU HOTEL CROLLATO ................................. 353

marketpress.info: TERREMOTO, CHIODI: OLTRE 12MILIONI EURO DA FONDAZIONI BANCARIE INGENGE 354

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Adige, L'""

Data: 13/01/2010

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I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26 dicembre 2009 mentre

cercavano due escursionisti, hanno affidato a questa lettera le parole di ringraziamento e riconoscenza per la grandissima

solidarietà e per l'affetto ricevuto

I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26 dicembre 2009 mentre

cercavano due escursionisti, hanno affidato a questa lettera le parole di ringraziamento e riconoscenza per la grandissima

solidarietà e per l'affetto ricevuto. «Noi familiari di Erwin Riz, Alessandro Dantone, Diego Perathoner e Luca Prinoth, i

volontari del Soccorso Alpino dell'Alta Val di Fassa tragicamente scomparsi durante un intervento di soccorso, attraverso

questa lettera aperta desideriamo esprimere tutta la nostra profonda riconoscenza alle autorità, agli amici e alle tantissime

persone che con il loro affetto e partecipazione ci sono stati vicini in questo momento d'intenso dolore. Nei giorni

successivi alla tragedia abbiamo ricevuto l'abbraccio caldo e sincero di tutti gli italiani, un abbraccio che ha portato

conforto ai nostri cuori, aiutandoci ad affrontare con coraggio e dignità la triste realtà che ha visto purtroppo anche il

dolore di altre famiglie. Il nostro desiderio sarebbe di ringraziare, uno ad uno, tutti coloro i quali si sono stretti attorno a

noi e ai nostri cari, ma non potendolo fare direttamente, affidiamo a queste parole il nostro sentimento di viva

riconoscenza. Rappresentando tutti gli italiani, un ringraziamento particolare lo rivolgiamo al Presidente della Repubblica

per il messaggio di solidarietà inviato non appena venuto a conoscenza di quanto accaduto e poi alle autorità del Governo

e della protezione civile italiana, al nostro vescovo, ai sindaci e alle amministrazioni comunali delle nostre comunità e

soprattutto al presidente della Provincia autonoma di Trento e ai vertici della protezione civile trentina che sono stati

presenti a Canazei sin dal primo momento della tragedia. L'elenco sarebbe lungo, ma pur sapendo di non potere

menzionare tutti, così come forse avrebbero voluto i nostri cari, un pensiero di riconoscenza lo rivolgiamo, inoltre, a tutti i

nostri valligiani, ai mezzi d'informazione, alle forze dell'ordine, alle associazioni di volontariato, ai vigili del fuoco, alla

Croce Rossa, alla Croce Bianca, agli alpini, alle guide alpine, ai maestri di sci, agli equipaggi degli elicotteri di Trentino

Emergenza e dell'Aiut Alpin Dolomites e non ultimi agli uomini del Soccorso alpino di tutte le regioni d'Italia, con i quali

i nostri Erwin, Alessandro, Diego e Luca hanno condiviso e continueranno a condividere l'amore per la montagna e

l'immenso spirito di solidarietà verso chi ha bisogno d'aiuto».

13/01/2010

Data:

13-01-2010 L'AdigeI familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da

una valanga il 26 dicembre 2009 mentre cercavano due escursionisti, hannoaffidato a questa lettera l

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 1

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Adige, L'""

Data: 14/01/2010

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ROMA - Ci potrebbe essere almeno un italiano tra l'ecatombe di morti causata dal terremoto che martedì ha devastato

l'isola di Haiti

ROMA - Ci potrebbe essere almeno un italiano tra l'ecatombe di morti causata dal terremoto che martedì ha devastato

l'isola di Haiti. La Farnesina ha fatto sapere che si sta verificando la notizia, ma in una situazione che rimane ancora

estremamente confusa per la mancanza di comunicazioni, non si esclude che il bilancio possa aggravarsi: dei circa 190

connazionali presenti sull'isola, l'Unità di Crisi del ministero è riuscita a contattarne 70. E nella capitale haitiana si

diffondono voci sul possibile coinvolgimento di stranieri nel crollo di un grande albergo nel centro. «Dicono che il

palazzo Onu della Minustah e l'hotel Montana siano crollati. So che all'hotel Montana abitavano degli italiani ma non so

quanti e se al momento del terremoto fossero in casa». A riferirlo è Cristiana Iampieri, un avvocato che lavora all'Onu ad

Haiti. Una conferma arriva anche dal segretario di stato francese alla cooperazione, Alain Joyandet, che ha appreso come

circa 200 persone, soprattutto stranieri, sarebbero disperse tra le macerie dell'hotel Montana. Ognuna delle storie

raccontate dagli italiani sopravvissuti al terremoto ha del miracoloso. Fra la morte sotto i calcinacci e la vita, per Marco

Dormino, 34 anni, di Viterbo, si sono frapposti solo 5 minuti. «A quell'ora - racconta la madre, Chiara Argenti, che in

questi giorni è in Italia - il mio Marco si trovava nel quartier generale della missione delle Nazioni Unite Minustah, che

poi è quasi tutto crollato. Ci ha raccontato che se ne era andato cinque minuti prima, per fare un servizio». Marco è

fotografo della missione Onu. Cinque minuti che gli hanno evitato di fare la fine di tanti suoi colleghi, che ora lui e suo

padre, Roberto Dormino, 61 anni, capo della logistica della missione, stanno piangendo. «Roberto - racconta sempre la

signora Chiara - mi ha svegliato ieri all'alba. Mi ha detto: "Guarda, voglio dirtelo io prima che lo scopri dalla televisione.

È stata una cosa tremenda". Ci sono solo polvere, dolore e lamenti. Ho sentito come un tuono e ho pensato che stesse per

piovere. Poi è arrivato quel terremoto tremendo», ha raccontato Roberto Dormino alla moglie. L'uomo, ex pilota

dell'aviazione dell'Esercito e veterano di tante missioni lavora nella zona dell'aeroporto, in strutture prefabbricate dove

non ci sono stati problemi. Ha subito provato a mettersi in contatto con Marco, ma non c'è riuscito. L'ha ritrovato soltanto

ore dopo. «Mio marito è provatissimo, anche perché ha saputo che alcuni responsabili della missione, amici suoi, sono

morti. Non sappiamo neppure se casa nostra è crollata: si trova nella zona residenziale di Petionne Ville ed è impossibile

arrivarci». E gli italiani? «Di alcuni sappiamo che stanno bene, di altri ancora non abbiamo notizie», risponde la signora

Argenti, che ad Haiti fa anche volontariato. Altro miracolo. Elisa Rusciani, coordinatrice nella capitale haitiana dei

progetti del Cesvi, una ong italiana che lì si occupa di programmi sulla sicurezza alimentare, non si trovava nella città al

momento della scossa ma era in vacanza a Miami, da soli due giorni. Rusciani conosce bene la zona in cui è avvenuto il

terremoto. «Si sapeva che le costruzioni non erano a tenuta sismica. Si diceva "se dovesse arrivare un terremoto sarà un

macello"».

14/01/2010

Data:

14-01-2010 L'AdigeROMA - Ci potrebbe essere almeno un italiano tra l'ecatombe di morti

causata dal terremoto che martedì ha devastato l'isola di Haiti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 2

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Data: 14/01/2010

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ROMA - Port-au-Prince non esiste più

ROMA - Port-au-Prince non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del paese più povero dell'intero

continente americano. Le vittime del terremoto potrebbero essere centinaia di migliaia e potrebbero superare persino i 230

mila morti dello tsunami di Santo Stefano 2004. Il presidente Barack Obama ha chiesto al Pentagono di mobilitare tutte le

forze disponibili per portare aiuto. Una guerra per salvare vite. L'orrore di Port-au-Prince è negli occhi dei bambini rimasti

vivi, nei silenzi di chi si trascina senza braccia, nelle urla di chi è rimasto cieco. I cadaveri sono ammucchiati nelle aule

delle scuole, o sono stati porta via dal mare, o restano sotto le macerie di quella che fu la terra della filibusta. Il palazzo

presidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite, gli albergacci che qui sembravano di

lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole, gli ospedali e le sconfinate

bidonville: tutto è crollato sotto un bombardamento di scosse. Per gli oltre due milioni di abitanti della capitale di Haiti, la

differenza tra la vita e la morte l'ha fatta solo il caso. Con un paradosso: i più poveri hanno avuto la fortuna di avere solo

lamiere e cartoni a piovere sulle loro teste. Ancora nessuno sa quale sarà il bilancio finale. L'Onu stima che un terzo dei 9

milioni di abitanti di Haiti sia stato colpito. Il primo ministro Jean Max Bellerive ha parlato di oltre centomila cadaveri.

Tra i morti si contano già l'arcivescovo Serge Miot e la brasiliana Zilda Arns, fondatrice della Pastorale dei bambini della

Chiesa cattolica a San Paolo, decine di Caschi Blu, centinaia di dipendenti dell'Onu. Il capo della missione delle Nazioni

Unite, il tunisino Hedi Annabi, è rimasto ucciso nel crollo della sede della Missione di stabilizzazione. Si è invece salvato

il presidente Renè Preval con la moglie. La capitale del Paese più povero dell'intero continente americano è stata distrutta

dal sisma più violento mai registrato nei Caraibi. Ma dire «terremoto» non può rendere l'idea, neppure a chi lo ha già

provato sulla sua pelle. Non è stata una scossa la prima, ma un lungo, interminabile, ondeggiare e sobbalzare della terra:

60 secondi di terrore, di edifici che crollavano come tessere di domino, di automobili sbalzate in aria. I sismologi

dell'istituto americano di geofisica Usgs hanno classificato la prima botta di maglio, quella scatenata alle 16:53 di martedì

dalla rottura della faglia ad appena 15 chilometri da Port-au-Prince, con magnitudo 7.0 sulla scala Richter. L'energia

liberata è stata pari a quella di una bomba H da 32 megaton. Circa 30 volte più potente del terremoto che ha distrutto

L'Aquila (5,8 Richter), mille volte più distruttiva dell'atomica sganciata dagli americani su Nagasaki nel 1945 (32

kiloton). Da quel momento un bombardamento di altre 35 scosse: nessuna al di sotto dei 4.5 gradi Richter. Era il

tramonto, quando l'equilibrio della Terra si è spezzato. La notte ha coperto la disperazione e dato il via libera agli

sciacalli. Lì dove il reddito medio pro capite è di 1.200 dollari l'anno, i saccheggiatori si sono scatenati senza ritegno.

L'immane tragedia ha mobilitato la catena dei soccorsi. Il Papa ha lanciato un appello «alla generosità di tutti». Ma

sull'isola da dove Cristoforo Colombo nel 1492 fece cominciare la nuova storia del mondo, tutto perde senso e

proporzione. Come nel giorno dell'Apocalisse.

14/01/2010

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14-01-2010 L'AdigeROMA - Port-au-Prince non esiste più

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 3

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Data: 14/01/2010

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CAGLIARI - Un fiume d'acqua l'ha travolta e le ha strappato dalle mani la sua bambina di tre anni, annegata poi in un

canneto poco più distante

CAGLIARI - Un fiume d'acqua l'ha travolta e le ha strappato dalle mani la sua bambina di tre anni, annegata poi in un

canneto poco più distante. Dietro alla tragedia avvenuta ieri nei pressi di Calasetta, sulla costa sud-occidentale della

Sardegna, ci sono i giorni di piogge torrenziali che hanno gonfiato il fiume Sulcis Iglesiente e uno dei suoi torrente, il rio

Murta. Agata Fois, 30 anni, e la sua bimba di tre anni, Anna Leone, si sono trovate ieri mattina con la loro Mitsubishi

Pajero sul greto del torrente Murta quando è arrivata l'onda di piena. La forza dell'acqua ha scaraventato il fuoristrada

contro una passerella pedonale in cemento armato, provocando la rottura di due vetri. L'interno si è subito allagato e la

madre è uscita con Anna in braccio per non annegare ma la corrente era troppo forte e l'acqua le ha strappato la piccola

dalle mani, portandola a circa 600 metri, dove è stato trovato qualche ora dopo il suo corpo. I soccorritori hanno tentato di

rianimare la bambina, ma inutilmente: troppo il tempo trascorso sotto l'acqua del fiume, impigliata fra alcune canne. Il

personale del 118 ha trasportato in ospedale la madre che accusava ipotermia e stato di choc. L'abbondante quantità

d'acqua che si è riversata sul Sulcis Iglesiente ha causato anche l'allagamento di numerose abitazione nella zona fra

Carbonia e Iglesias. L'area maggiormente interessata dall'inondazione con molte case raggiunte dall'acqua è il comune di

Narcao. Anche all'estero il maltempo non dà tregua. In Gran Bretagna e in Francia le forti nevicate continuano a causare

disagi al traffico: ieri mattina gli aeroporti di Gatwick e Birmingham sono rimasti chiusi, mentre è stato annullato il 50%

dei voli dell'aeroporto parigino di Orly e il 40% di quelli diretti o provenienti da Roissy-Charles de Gaulle. In Gran

Bretagna il maltempo ha reso impraticabili molte strade e autostrade. Alcune sono state chiuse al traffico, come il ponte di

Severn che collega l'Inghilterra al Galles. In Cornovaglia, nel sudovest dell'Inghilterra, la polizia ha allestito rifugi

d'emergenza per gli automobilisti bloccati dalla neve. L'isola di Malta è invece coinvolta in quello che la protezione civile

ha definito un «inusuale nubifragio» con venti fortissimi che soffiano a forza 9. Non si placa l'ondata di freddo che ha

colpito l'India centro-settentrionale e che ha causato dall'inizio dell'anno almeno 326 morti. I venti gelidi provenienti

dall'Himalaya, ed ora anche una pioggia insolita per la stagione, si sono accaniti soprattutto sulla popolazione più povera e

anziana dello Stato centro-settentrionale dell'Uttar Pradesh.

14/01/2010

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14-01-2010 L'AdigeCAGLIARI - Un fiume d'acqua l'ha travolta e le ha strappato dalle mani lasua bambina di tre anni, annegata poi in un canneto poco più distante

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 4

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Data: 14/01/2010

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ROMA - «Molti edifici sono scomparsi

ROMA - «Molti edifici sono scomparsi. Si sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi è rimasto sotto e i parenti sono

impazienti. Si disperano. Mancano le luci per illuminare la scena e continuare a scavare di notte. Non possiamo che

attendere la mattina, ma questa notte è veramente nera per tutti noi». Nelle parole di Fiammetta Cappellini, operatrice

umanitaria italiana ad Haiti, c' è tutto il dramma della popolazione colpita dal gravissimo sisma di martedì. «Cerco di

essere breve perché cerchiamo di fare economie di batterie», è la premessa, che riassume il senso dell'emergenza vissuta

in queste ore dalla gente dell' isola. La donna lavora per l'Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale), ong

aderente alla Compagnie delle opere, impegnata ad Haiti dal 1999 in progetti sull' agricoltura e sul sostegno ai bambini.

Di Treviglio (Bergamo), sposata con un haitiano e madre di un bambino di due anni, Fiammetta racconta via chat,

utilizzando Skype, gli attimi e le ore dopo le scosse disastrose. Fra gli edifici crollati, c'è il commissariato di Delmas 33,

con annessa prigione e centro di detenzione di minori, un edificio di tre piani che ora non esiste più. «Il panorama - dice

Cappellini - è devastante. Danni ingenti si registrano ovunque. I morti non possono che contarsi a migliaia. Per le strade

vagano persone in preda a crisi di panico e di isteria, feriti in cerca di aiuto. Gli ospedali sono difficilmente raggiungibili,

le strade della capitale impraticabili. Penso ai quattro bambini che abbiamo soccorso ieri pomeriggio, quattro fratellini che

si sono trovati sotto una casa distrutta senza i genitori non ancora rientrati dal lavoro. Uno di loro aveva gravissime ferite

alla testa e piangeva disperato. La sorellina piangeva chiedendo: "come fa la mamma a ritrovarci che la casa non c'è

più?"». Le parole di un'altra testimone italiana, Cristina Iampiero, avvocato italiano all'Onu di Port-au-Prince, dipingono il

quadro della fine del mondo. «Subito dopo il terremoto onde gigantesche si sono abbattute su spiagge e strade e si

portavano via i morti tra le macerie. Ci sono cadaveri dappertutto e le bidonville sono tutte crollate». La cosa più

agghiacciante nei ricordi della donna è il silenzio dopo le scosse. «Quello che ci ha colpito moltissimo è il silenzio totale

di tutta la città al buio. L'unica cosa che si riusciva a sentire erano le persone che si erano raggruppate per pregare

cantando». Dopo il sisma, ogni minuto è prezioso nella corsa per strappare più persone possibili alla morte. Settantadue

ore. È questo il limite che i soccorritori usano come spartiacque. Settantadue ore per tirare fuori dalle macerie il maggior

numero di sopravvissuti, perché oltre quel limite solo un miracolo può consentire di trovare vivo qualcuno; altrettante per

mettere in piedi un primo intervento di assistenza alla popolazione e di riparazione della rete idrica, in modo da evitare le

epidemie. Di ore dal sisma ne sono trascorse già più di trenta.

14/01/2010

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14-01-2010 L'AdigeROMA - «Molti edifici sono scomparsi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 5

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ultimo aggiornamento: 13 gennaio, ore 12:03

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Roma, 13 gen. - (Adnkronos) - La Farnesina, attraverso la cooperazione allo sviluppo, ''sta organizzando un volo

umanitario che partira' nei tempi piu' rapidi possibile, non appena le condizioni logistiche lo permetteranno''. Ad

annunciarlo e' stato il capo dell'Unita' di crisi della Farnesina, Fabrizio Romano, confermando che, ''auspicabilmente in

giornata, partira' un aereo della Protezione Civile con un advance team, per capire di cosa c'e' bisogno''. Della squadra, ha

precisato Romano, fara' parte ''un funzionario dell'Unita' di crisi, che ci permettera' cosi' di avere un'antenna diretta per

gestire al meglio la sicurezza dei nostri connazionali''. Annunci Google

Data:

13-01-2010 AdnkronosHAITI: FARNESINA, STIAMO ORGANIZZANDO VOLO UMANITARIO PARTIRA

' AL PIU' PRESTO

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 6

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Haiti dopo il terremoto (Foto Twitter)

ultimo aggiornamento: 13 gennaio, ore 15:54

Port-au-Prince - (Adnkronos/Ign) -Il sisma di magnitudo 7 si è verificato martedì intorno alle 23 ora italiana. Epicentro

localizzato a 15 km a sud-ovest della capitale, Port-au-Prince. Rasa al suolo la città, distrutti la cattedrale, il Palazzo

presidenziale (FOTO)e la sede dell'Onu. La Farnesina: ''Per ora non risultano italiani coinvolti ma potrebbero arrivare

altre informazioni''. Attivata la macchina dei soccorsi. La Protezione civile: ''Team italiano in partenza''. Ue: ''Stanziati 3

milioni di euro''. Obama: ''Campagna di aiuti tempestiva, massiccia e coordinata'' (FOTO - VIDEO)

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Port-au-Prince, 13 gen. (Adnkronos/Ign) - Sono migliaia le vittime del devastante sisma di magnitudo 7,3 della scala

Richter che ieri intorno alle 23, ora italiana, ha colpito Haiti(FOTO) (VIDEO). L'epicentro è stato localizzato a 15 km a

sud-ovest della capitale, Port-au-Prince. Si sono registrate una decina di scosse che hanno raso al suolo la città : decine i

palazzi crollati a Port-au-Prince, tra cui il Palazzo presidenziale e la sede dell'Onu. Annunci Google

Data:

13-01-2010 AdnkronosDevastante terremoto ad Haiti, migliaia di vittime. Si scava tra le macerie

alla ricerca dei dispersi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 7

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(Immagine di Carel Pedre da 'facebook')

ultimo aggiornamento: 14 gennaio, ore 08:50

Port-au-Prince - (Adnkronos/Ign) - Sisma di magnitudo 7 colpisce la capitale: rasa al suolo la città, distrutti la cattedrale,

il Palazzo presidenziale (FOTO) e la sede Onu. Si temono 500mila vittime. La Farnesina: ''Stiamo verificando le notizie

sui dispersi''. Attivata macchina dei soccorsi: dalla Ue 3 milioni di euro. Obama: ''Campagna di aiuti tempestiva,

massiccia e coordinata'' (FOTO - VIDEO)

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Port-au-Prince, 14 gen. (Adnkronos/Ign) - Potrebbero essere centinaia di migliaia i morti causati dal devastante sisma di

magnitudo 7,3 della scala Richter che martedì intorno alle 23 (ora italiana) ha colpito Haiti (FOTO - VIDEO). A fornire la

tragica stima è stato il premier haitiano Jean Max Bellerive. Annunci Google

Data:

14-01-2010 AdnkronosHaiti rasa al suolo dal terremoto: ''Oltre 100mila morti''.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 8

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Santo Domingo

ultimo aggiornamento: 13 gennaio, ore 18:25

Port-au-Prince - (Adnkronos) - Lo spiega all'ADNKRONOS Mimmo Porpiglia, già console onorario del Paese devastato

ieri dal terremoto. Dalla vicina Santo Domingo una possibile via per far arrivare gli aiuti ma "non è stato fatto ancora

nulla"

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Port-au-Prince, 13 gen. (Adnkronos) - "Gli italiani ad Haiti non abitano più. Ci sono solo famiglie di italiani di terza,

quarta generazione e qualche turista". Così Mimmo Porpiglia, già console onorario di Haiti in Italia, in costante contatto

con i familiari sull'isola devastata dal terremoto, spiega all'ADNKRONOS che turisti e vip italiani da tempo hanno

'disertato' le mete turistiche haitiane, insicure e "a rischio", preferendo la vicina Santo Domingo. Annunci Google

Data:

13-01-2010 Adnkronos"Haiti non più meta degli italiani". Per vip e turisti meglio Santo Domingo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 9

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ultimo aggiornamento: 13 gennaio, ore 21:28

Milano, 13 gen. - (Adnkronos) - Bracco: "Abbiamo cosi' immediatamente deciso di testimoniare il nostro affetto e la

nostra solidarieta' a quel Paese di fronte a questa immane tragedia"

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Milano, 13 gen. - (Adnkronos) - Rispondendo all'appello dell'arcivescovo di Milano, il cardinale Tettamanzi, e del

sindaco Letizia Moratti, la Fondazione Milano per Expo 2015 ha deciso di destinare la somma di 100 mila euro alla

popolazione di Haiti colpita dal terremoto. Lo comunica la Fondazione. "Fin dalla sua nascita la nostra Fondazione e' stata

particolarmente vicina ad Haiti, avendo finanziato due importanti progetti umanitari rivolti ai bambini -afferma Diana

Bracco presidente della Fondazione Milano per Expo 2015- abbiamo cosi' immediatamente deciso di testimoniare il

nostro affetto e la nostra solidarieta' a quel Paese di fronte a questa immane tragedia". Annunci Google

Data:

13-01-2010 AdnkronosFondazione Milano Expo 2015 dona 100 mila euro per aiuti per Haiti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 10

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Da Twitter

ultimo aggiornamento: 13 gennaio, ore 19:28

Roma - (Adnkronos/Ign) - Secondo Croce Rossa e Unicef sarebbero coinvolte tre milioni di persone. La necessità

immediata è quella di trarre in salvo gli intrappolati tra le macerie, poi portare cibo e acqua alla gente. Appelli per gli aiuti

anche da Caritas e Save the Children. La Cei stanzia due milioni di euro dai fondi derivanti dall'otto per mille

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Roma, 13 gen. (Adnkronos/Ign) - Tre milioni di persone potrebbero essere state colpite dal terremoto della notte scorsa a

Haiti e potrebbero aver bisogno di assistenza umanitaria. La stima è della Croce Rossa Internazionale. "Tre milioni di

persone sono potenzialmente coinvolte", ha affermato Paul Conneally, della 'Federazione Internazionale delle Società

della Croce Rossa' a Ginevra. Annunci Google

Data:

13-01-2010 AdnkronosColpito un terzo della popolazione. Appello dell'Unicef: ''Non lasciamo soli i

bambini''

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 11

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Cronache

Carceri, la palla-emergenza passa a Bertolaso

Mercoledí 13.01.2010 11:15

E' stato di emergenza per le carceri, almeno fino al 31 dicembre 2010. Il Consiglio dei ministri - secondo quanto si è

appreso - ha dato il via libera al piano carceri e alla dichiarazione dello stato di emergenza nei sovraffollati penitenziari

italiani (64.990 detenuti contro una capienza regolamentare di 44.066 posti).

BERLUSCONI- "In passato il problema delle carceri è stato affrontato con condoni e amnistie, noi non abbiamo questa

intenzione ma indendiamo dare una soluzione a questo problema con delle soluzioni che durino nel tempo". Lo ha detto il

premier, Silvio Berlusconi, durante una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il piano

carceri.

BERTOLASO- Finora lo abbiamo visto impegnato tra terremoti ed alluvioni, sempre in prima fila. Ma da oggi il capo

della Protezione civile, Guido Bertolaso, dovrà anche occuparsi dell'emergenza carceri. A quanto si apprende da fonti di

palazzo Chigi infatti, e dopo lo del consiglio dei ministri al piano emergenza nelle carceri italiane, la procedura passerà di

competenza alla Protezione civile. Toccherà a Bertolaso quindi, con i poteri che superano i normali tempi burocratici,

procedere, dove necessario, agli ampliamenti e ammodernamenti degli istituti di pena.

IL PIANO CARCERI - E il documento poggerà su tre pilastri, come spiegato dal ministro Alfano.

Vi sarà "un piano di edilizia giudiziaria che ponga il nostro Paese al livello delle sue necessita'", ha detto Alfano, vale a

dire, "un livello capienza attorno agli 80mila posti". Il "secondo pilastro", ha proseguito, saranno "norme di

accompagnamento che attenuino il sistema sanzionatorio per chi deve scontare un piccolissimo residuo di pena". Terzo e

ultimo intervento, "una politica del personale". Dunque, ha spiegato il ministro, "saranno assunti 2mila nuovi agenti di

polizia penitenziaria" per "migliorare la condizione complessiva delle nostre carceri".

Il governo, ha ricordato, ha "realizzato in 18-20 mesi con grandi sforzi 1.600 nuovi posti, nei dieci anni precedenti ne

erano stati costruiti circa 1.600". Ma questo non basta. "Il governo ritiene assolutamente grave la situazione nelle carceri

italiane", ha spiegato Alfano. Da qui la decisione di chiedere lo stato d'emergenza, "per intervenire con la dovuta

immeditezza, urgenza ed efficacia". Per il Guardasigilli, "la situazione delle carceri non è solamente un indice statistico,

ma anche e soprattutto nel nostro e in tutti i paesi democratici la cifra che ne segnala la civiltà democratica", ha insistito.

UNA RISPOSTA ORGANICA - Ecco perchè serve "una risposta organica" e "dobbiamo immaginare una strada diversa

rispetto a quella percorsa in questi 60 anni di storia repubblicana che ha sempre fatto i conti con l'emergenza nelle carceri,

con il sovraffollamento indivudando sempre la stessa risposta: provvedimenti di amnistia e indulto. Trenta nei 60 anni di

storia repubblicana", ha ricordato. Ora, quindi, "l'intero parlamento insieme al governo è chiamato a un bivio: se

percorrere nuovamente la strada di questi 60 anni, sapendo che un provvedimento attenuerebbe il fenomeno ma all'inzio

del 2012 saremmo nelle stesse condizioni".

Oppure, e questa è la via indicata da Alfano, "avviare strada diversa, una politica che valorizzi il sistema sanzionatorio

alternativo alla detenzione, che restituisca dignità al detenuto anche attraverso il lavoro nelle carceri". Alfano poi ha

sottolineato l'importanza di una strategia che coinvolga la comunita' internazionale, visto che il 37 per cento dei detenuti

nelle carceri italiane è straniero. "Il detenuto in Italia ha gia' fatto pagare un costo nel giusto processo e dunque almeno il

vitto e l'alloggio li puo' andare a scontare in patria", ha sottolineato, per questo "ho lanciato il tema di una competenza

europea in materia di istituti di detenzione". E per questo, ha riferito, "nel mio primo incontro con i parlamentari europei

Data:

13-01-2010 Affari Italiani (Online)Carceri, Alfano: 'Emergenza fino a fine anno'

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 12

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di tutti i partiti chiesto una risoluzione al parlamento europeo che tenesse conto di questo presupposto". Ora, ha

proseguito, "registro con soddisfazione che il parlamento europeo ha approvato una risoluzione che prevede l'intervento

dell'Europa in materia carceraria". Non solo. "Nel programma di Stoccolma e' stato inserito il tema delle carceri".

tags: carceri piano emergenza

Data:

13-01-2010 Affari Italiani (Online)Carceri, Alfano: 'Emergenza fino a fine anno'

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 13

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RISCHIO SISMICO: CONTRIBUTO DALLA PROVINCIA PER MUNICIPIO LIGURE

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(AGI) - Genova, 13 gen. - Un contributo di 230mila euro e' andato ad un Comune del levante genovese per interventi

strutturali al fine di adeguare alle norme antisismiche la stessa sede comunale. Lo rende noto in una nota la Provincia di

Genova. "La nuova classificazione sismica regionale - ha detto l'assessore provinciale Paolo Perfigli - ha inserito il

Comune di San Colombano Certenoli nella classe 3A, che comporta precisi obblighi anche nella progettazione degli

interventi sugli edifici considerati piu' sensibili, come quello comunale che e' anche sede operativa di protezione civile, in

cui le verifiche hanno evidenziato alcune criticita' relative al corpo centrale e ai due corpi laterali. Per questo abbiamo

accolto la richiesta del Comune di San Colombano, di trasferire il contributo, precedentemente concesso a opere di

adeguamento antisismico, per finanziare il primo stralcio attuativo".(AGI) Cli/Ge/Val

Data:

13-01-2010 Agi14:45 RISCHIO SISMICO: CONTRIBUTO DALLA PROVINCIA PER MUNICIPI

O LIGURE

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 14

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10:10 - CRONACA- 13 GEN 2010

Un C130 porterà ospedale da campo e medici specializzati

Roma, 13 gen. (Apcom) - Un team italiano è in partenza per Haiti. Il dipartimento della Protezione civile in stretto

coordinamento con il ministero degli Esteri, della Difesa e con la Croce rossa italiana, sta organizzando in queste ore un

primo team di intervento per il soccorso alla popolazione colpita la scorsa notte dal terremoto. E' prevista oggi la partenza

di un C130 della 46ma Aerobrigata che porterà nell'isola caraibica un ospedale da campo e un team sanitario specializzato

in medicina di emergenza. A bordo del velivolo sarà presente anche una squadra del dipartimento della Protezione civile

che a fianco delle autorità locali si occuperà di pianificare l'eventuale ulteriore invio di materiali e mezzi, anche sulla base

delle necessità verificate sul posto.

Data:

13-01-2010 ApCOMHaiti/ P.Civile: In partenza squadra italiana di soccorso

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 15

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13:54 - CRONACA- 13 GEN 2010

P.Civile: temporali al sud e neve al nord. Cdm: stato emergenza

Roma, 13 gen. (Apcom) - Peggiorano le condizioni meteo e il maltempo torna a mietere vittime e a provocare disagi.

Nevica nel nord ovest, piove al centro sud e soffiano venti forti su Sardegna e Sicilia. E' l'effetto del passaggio sull'Italia

della perturbazione atlantica. La Protezione civile, che ha emesso ieri un avviso di avverse condizioni meteorologiche,

prevede ancora nevicate per le prossime ore sulla Liguria fino a quote di 200-400 metri. Da stamani e per le successive

24-36 ore saranno possibili rovesci o temporali, localmente di forte intensità, dapprima sulla Sardegna e nel corso della

mattinata anche sul Lazio meridionale, Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia. Le precipitazioni saranno accompagnate da

raffiche di vento e fulmini, soprattutto sui settori tirrenici. Neve intorno ai 600-800 metri in Abruzzo e Molise. Venti di

burrasca soffieranno dai quadranti occidentali sulle due isole maggiori e sulla Calabria. Mareggiate lungo le coste. La

vittima del maltempo si registra in Sardegna, dove piove da oltre 24 ore. Anna Leone, bimba di 3 anni di Calasetta, in

provincia di Carbonia-Iglesias, è morta dopo che l'auto sulla quale viaggiava con la madre, Agata Fois, di 30 anni, è stata

travolta da un'ondata di piena di un torrente mentre attraversava un ponte su un canale. La piccola è stata sbalzata fuori

dall'auto e il suo corpo è stato ritrovato poco dopo a mezzo chilometro dal luogo dell'incidente. Disagi al traffico e

allagamenti a Cagliari; sulla strada costiera che porta a Villasimius una frana ha causato il blocco del traffico. Fiocchi di

neve di moderata intensità si sono verificati stamani sulla A5, tra Aosta e il traforo del Monte Bianco; A6, tra Carmagnola

e Savona; sulla A7, tra Genova Bolzaneto e Serravalle Scrivia; sulla A26, tra l'allacciamento con l' A10 e Vercelli; e sulla

D26, diramazione Predosa-Bettole. Autostrade per l'Italia non rileva criticità: "Le autostrade sono sempre percorribili". In

Liguria, imbiancate la Val Bormida nel Savonese e la Val d'Aveto in provincia di Genova. Nevischio è segnalato anche in

Val di Vara nello Spezzino, mentre piove sulla costa in tutto il territorio regionale. Intanto, il Consiglio dei ministri ha

dichiarato lo stato di emergenza per consentire alla Protezione civile di fare fronte agli eventi atmosferici eccezionali che

hanno colpito nei giorni scorsi le Regioni Emilia Romagna, Liguria e Toscana.

Data:

13-01-2010 ApCOMIl maltempo torna a colpire, muore una bimba in Sardegna

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 16

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12:57 - CRONACA- 13 GEN 2010

Auto su cui viaggiava con la madre, che è salva,travolta da piena

Cagliari, 13 gen. (Apcom) - Era dispersa da questa mattina alle 10, ma purtroppo è stata ritrovata morta la piccola Anna

Leone, 3 anni, di Calasetta, in provincia di Carbonia-Iglesias. L'auto sulla quale viaggiava con la madre, Agata Fois, 30

anni, è stata travolta da un'ondata di piena di un torrente mentre attraversava un ponte sul canale. La piccola è stata

sbalzata fuori dall'automobile ed il suo corpo è stato ritrovato in località "S'Acqua e' sa Murta", a poco più di mezzo

chilometro dal luogo dell'incidente, intorno a mezzogiorno da alcuni volontari che avevano avviato le ricerche della

bambina. L'autopsia chiarirà se Anna Leone è morta per annegamento o per trauma. La madre della piccola è salva.

Intanto continua a piovere insistentemente nella Sardegna meridionale: la pioggia che cade da oltre 24 ore, ha provocato

allagamenti proprio nella zona sud-occidentale dell'Isola, quella in cui si è verificata la tragedia. Sono all'opera i Vigili del

fuoco di Iglesias nella zona di Fluminimaggiore per l'esondazione di un torrente e anche quelli di Carbonia per liberare

dall'acqua scantinati e per alcune frane. Nella provinciale per Villasimius, in località Mari Pintau, il cedimento di un

costone ha bloccato la strada. Anche a Cagliari si segnalano alcuni allagamenti nella frazione di Pirri, mentre l'asse

mediano di scorrimento è stato chiuso in direzione dello stadio.

Data:

13-01-2010 ApCOMMaltempo/ Sardegna, trovata morta bimba di tre anni dispersa

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 17

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Mercoledì 13 Gennaio 2010 PROVINCIA

VILLAFRANCA. Presentata la domanda alla Regione per ottenere il contributo di 100mila euro per le attrezzature

Il centro città a rischio allagamentiChiesta la tendopoli per fronteggiarliL'amministrazione vara il piano per un rifugio in caso di calamità

Un rifugio per gli sfollati in caso di gravi allagamenti, incidenti e altre calamità. Lo vuole realizzare il Comune con il

progetto “Ricovero immediato per 100 persone". Il piano, approvato dalla giunta, costa 100 mila euro ed è al vaglio della

Regione per un contributo. Il Comune si è impegnato a coprire, con il bilancio di previsione del 2010, gli esuberi di spesa.

In caso di finanziamento, l'amministrazione porterà a termine il progetto entro un anno.

L'iniziativa prevede l'acquisto di una tendopoli in grado di ospitare 100 persone nel caso in cui le loro abitazioni diventino

insicure. A questo scopo serviranno 10 tende dormitorio, da 29 metri quadrati ciascuna, dotate di 100 brandine ed

altrettanti materassi. Il campo sarà completato da una tenda a pagoda, ampia 54 metri quadrati, ad uso refettorio, una

tenda per i servizi di logistica e 14 generatori portatili per l'aria calda. Il nuovo materiale si aggiungerà alle attrezzature

già in dotazione alla Protezione civile locale: una tenda direzionale gonfiabile, due vecchie tende ministeriali e due

gazebo. Gli oggetti acquistati saranno custoditi nella sede del comando di via Custoza, a disposizione sia per le emergenze

che si verificheranno nel Comune di Villafranca, sia nel distretto della “Zona Mincio", che comprende i Comuni

confinanti.

Uno dei requisiti richiesti per la partecipazione del piano al bando regionale è che il materiale serva per contrastare gli

effetti dei principali pericoli, «in particolare per il rischio idrogeologico». L'eventualità di un allagamento, nel

Villafranchese, è tra gli scenari contemplati dal piano provinciale delle emergenze, elaborato nel 2004 e consultabile sul

sito internet della Provincia. Il documento prende in considerazione un evento critico che duri meno di cinque ore ed

interessi, oltre a Villafranca, pure i Comuni di Sommacampagna, Valeggio, Castelnuovo del Garda e Sona. Il piano

d'emergenza rivela che in città «non risultano aree a pericolosità elevata e molto elevata, ma risulta soggetta a inondazione

buona parte del centro cittadino, dove si trovano le più svariate tipologie di elementi a rischio, comprese possibili sorgenti

di pericolo secondarie, come allevamenti e distributori di carburante». Il Comune ha ritenuto indispensabile la tendopoli

per godere di un'autonomia logistica, «in considerazione del ruolo attribuito alla colonna mobile del Comune di

Villafranca nell'ambito del distretto di Protezione civile». Le nuove dotazioni permetteranno all'amministrazione di

intervenire pure per calamità sia provinciali che nazionali, agendo in coordinamento con l'autorità a cui competerà

organizzare il lavoro.

Le attrezzature saranno utilizzate in base al Piano di protezione civile comunale, approvato il 4 febbraio 2008 dal

commissario Elio Faillaci ed inviato in Provincia per l'approvazione. Il documento, entro il 31 dicembre prossimo, dovrà

essere adeguato ai dettami della Regione approvati nel giugno di due anni fa.

Data: Estratto da pagina:

13-01-2010 27L'ArenaIl centro città a rischio allagamenti Chiesta la tendopoli per fronteggiarli

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 18

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Giovedì 14 Gennaio 2010 CRONACA

«Aiutiamo le vittime» Medici senza frontieree Caritas in prima lineaLa gara di solidarietà è scattata subito dopo che si erano diffuse le prime notizie sul catastrofico terremoto. La sezione

veronese di Medici senza frontiere con sede in via Corticella San Marco 6 aperta martedì, mercoledì e venerdì dalle 17,30

alle 19,30 lancia una raccolta di fondi per soccorrere le vittime. «I fondi raccolti», informa il coordinatore locale Giovanni

Di Cera, «saranno utilizzati sia per rispondere all'emergenza sia per l'assistenza medica successiva». In Fiera sarà presente

con uno stand al Motor-bike. Informazioni: 345.4638168. Msf lavora ad Haiti in due ospedali e in una struttura di pronto

soccorso nella baraccopoli di Matisan. L'ospedale della Trinité è crollato e molti pazienti sono rimasti sotto le macerie,

l'altro è danneggiato e ora funziona solo il centro di pronto soccorso, dove la gente si riversa in massa poiché è una delle

pochissime strutture dove si curano i feriti. Offerte: carta di credito telefonando al numero verde 800.996655, bonifico

bancario IBAN IT58D0501803200000000115000, ccp: 87486007 intestato a Medici senza frontiere onlus, causale:

Terremoto Haiti.

CARITAS. Un appello alla solidarietà lo lancia anche la Caritas veronese che promuove una colletta a sostegno dei

progetti di aiuto della Caritas Internationalis e di quella locale. La Caritas diocesana sollecita i veronesi a rispondere con

la tradizionale generosità. Specificando la causale «Terremoto Haiti» si possono inviare offerte a Caritas diocesana

veronese: Antonveneta-Gruppomontepaschi IBAN IT 86 T 05040 11704 000008133268 codice filiale 01263; Unicredit

sede di Verona - IBAN IT 10 I 02008 11770 000005616284; ccp 10938371. Per chi intende beneficiare delle detrazioni

fiscali: Associazione di carità San Zeno onlus Verona, lungadige Matteotti 8 ; Gruppomontepaschi - IBAN IT 04 P 05040

11704 000004921913 Codice filiale 01263.

PROVINCIA. «Ho già allertato il coordinamento della Protezione civile. Siamo a disposizione dei centri operativi

regionale e nazionale. Dopo un terremoto dalle così devastante, ora c'è bisogno dell'aiuto di tutti. Ho già dato alla Regione

la disponibilità della Protezione civile veronese ad attivarsi per qualsiasi forma sia necessaria. Pur da così lontano, faremo

la nostra parte, lo abbiamo deciso con il presidente Giovanni Miozzi». Lo comunica l'assessore provinciale alla Protezione

civile, Tiziano Zigiotto, che ha già allertato il coordinamento di tutte le strutture di Protezione civile perché siano pronte

nel caso di azioni come la raccolta fondi, l'invio di mezzi o di strutture ai centri operativi.

REGIONE. «Anche in questa occasione, il nostro sistema sanitario non farà mancare il suo impegno di solidarietà. La

sanità è pronta a fare la sua parte, come già accaduto in altri casi in passato». Lo sottolinea l'assessore alla sanità della

Regione Sandro Sandri che ai ministri Fazio e Frattini assicura che la sanità veneta offrirà «la più ampia e immediata

disponibilità, in un quadro di coordinamento nazionale ed internazionale» a partecipare alle iniziative di aiuto che

verranno intraprese. «Ho già provveduto ad allertare», aggiunge Sandri, «il nostro Servizio rapporti internazionali socio

sanitari. In queste situazioni tra gli aiuti più urgenti certamente ci sono quelli sanitari».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 7L'ArenaAiutiamo le vittime Medici senza frontiere e Caritas in prima linea

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 19

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Giovedì 14 Gennaio 2010 NAZIONALE

Il volto oscuro dei Caraibi e gli erroridell'OccidenteL'ottanta per cento della popolazione sotto la soglia di povertà, l'urbanizzazione disperata e selvaggia che decuplica la

devastazione dei terremoti e degli uragani, bidonvilles al di là dell'immaginazione dove si uccide per un avanzo di cibo

avariato. Cose già viste, degrado a cui siamo assuefatti. Ma questa volta una riflessione in più è possibile: esiste

un'ecologia umana e politica della quale possiamo diventare consapevoli, come accaduto per quella naturale e climatica.

L'effetto delle nostre azioni, o inazione, è concreto e pagato in termini di sofferenze e lutti che ricadono in primo luogo sui

meno fortunati tra gli esseri umani. Ma in prospettiva su noi tutti, perché le tragedie dei Paesi più poveri le portano i

migranti nelle nostre città.

Di questo molti occidentali, e moltissimi italiani, si rendono già conto. Tanto bene da spendere il loro impegno, spesso la

loro vita, lavorando in Paesi come Haiti per curare, costruire, organizzare, confortare. In queste ore li scopriamo,

ascoltandone le testimonianze in sottofondo sulle immagini della tragedia. Sono medici e frati, ingegneri e avvocati,

funzionari e fotografi. Per loro la solidarietà non è l'emozione di un giorno o di una settimana. Non si riduce alla pur

necessaria mobilitazione dei governi nell'emergenza. Senza pietismi, è invece lo sforzo sereno per cambiare le cose dove

serve cambiarle e di guardare il mondo al di là delle palizzate dei nostri giardini, oltre i campanili delle nostre città.

Varrebbe la pena, questa volta, di imparare tutti qualcosa. E non lasciarli più soli, a lavorare nell'interesse di tutti noi e dei

nostri figli.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 6L'ArenaIl volto oscuro dei Caraibi e gli errori dell'Occidente

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 20

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Giovedì 14 Gennaio 2010 PRIMAPAGINA

SOS MONDIALE. Fortissimo terremoto devasta uno dei Paesi più poveri del mondo. Caos totale, saltate tutte le

comunicazioni

Crollati anche palazzo presidenziale e sede Onu. Si scava a mani nude. Forse alcuni italiani fra le vittime

Port-au-Prince di fatto non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del Paese più povero d'America. I

morti causati dal sisma scatenatosi da martedì al tramonto con la prima scossa di magnitudo 7.0 Richter, si conteranno,

forse, a centinaia di migliaia. Una stima parla di oltre 100 mila vittime. Per il presidente Preval sarebbero tra i 30 e i 50

mila, ma un senatore haitiano dice: sono 500 mila. Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superando le 230.000

vittime dello tsunami del 2004 in Asia. Migliaia anche le persone ferite o mutilate dai crolli. Molti cadaveri sono stati

portati via dal mare. Tra le macerie si scava anche a mani nude. Crollati il palazzo presidenziale e la sede Onu. Nessuna

conferma della morte di un italiano, ma nostri connazionali erano stati ospiti in un hotel crollato nella capitale.2-3 e 7

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1L'ArenaApocalisse ad Haiti: 100mila morti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 21

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HAITI: ANCHE FUNZIONARIO UNITA' CRISI SU VOLO PROTEZIONE CIVILE

(ASCA) - Roma, 13 gen - Ci sara' anche in funzionario dell'unita' di crisi della Farnesina sul C130 che la protezione civile

sta inviando ad Haiti, che ieri e' stata colpita da un devastante sisma. Lo ha riferito il capo dell'unita' di crisi del ministero

degli Affari esteri, Fabrizio Romano, spiegando che la presenza del funzionario della Farnesina servira' a creare un

contatto diretto con il ministero anche per l'invio di dati ufficiali sulla tragedia che ha colpito l'area.

Romano ha poi annunciato che presto dall'Italia partira' anche un volo umanitario per Haiti.

luq/sam/alf

Data:

13-01-2010 AscaHAITI: ANCHE FUNZIONARIO UNITA' CRISI SU VOLO PROTEZIONE CIVIL

E.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 22

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HAITI: FRATTINI, PRONTO AEREO ITALIANO CON AIUTI EMERGENZA

(ASCA) - Addis Abeba, 13 gen - In soccorso della popolazione di Haiti colpita duramente dalle scosse di terremoto

avvenute ieri ''abbiamo disposto l'invio immediato di un aereo italiano con generi di primissima necessita'. A bordo

funzionari sia della cooperazione che della protezione civile''. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Franco Frattini,

nel corso di una visita ad Addis Abbeba, sottolineando che ''il convoglio e' pronto a partire nel momento esatto in cui ce lo

chiederanno''.

''Abbiamo messo a disposizione un quantitativo di aiuti d'emergenza; di viveri; di generi di prima necessita' e anche di

tende'', ha aggiunto il titolare della Farnesina ricordando che nel paese ci sono tra i ''180 e i 190 italiani''.

Per seguire la situazione degli italiani presenti nel paese sconvolto dal sisma, ''l'unita' di crisi ha aperto una postazione

permanente dedicata'' alla vicenda, ha aggiunto Frattini precisando che l'Italia sta lavorando soprattutto con ''gli uffici

delle Nazioni Unite e dei paesi europei che sono maggiormente presenti sull'isola''. Il quantitativo di aiuti d'emergenza

corrisponde a quello che piu' o meno venne messo insieme in poche ore per lo tsunami del 2006 (un valore di circa 500

mila euro), ha spiegato il ministro aggiungendo che e' evidente che tale intervento rappresenta la ''primissima necessita'''.

ghi/mcc/ss

Data:

13-01-2010 AscaHAITI: FRATTINI, PRONTO AEREO ITALIANO CON AIUTI EMERGENZA

.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 23

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PROTEZIONE CIVILE: NASCE CONSULTA FP CGIL

(ASCA) - Roma, 13 gen - Si e' insediata presso la Fp Cgil Nazionale la Consulta Permanente Fp Cgil della Protezione

Civile. Ne fanno parte i rappresentanti Cgil di tutte le strutture operative del sistema nazionale di protezione civile:

Volontariato, Cri, Sanita', Vigili del Fuoco, Forze dell'ordine, polizia municipale, Ambiente e Territorio e i rappresentanti

delle Regioni, Aree Metropolitane, Province, Comuni.

La Consulta Fp Cgil Protezione Civile e' aperta al contributo dei cittadini e delle Istituzioni che sono interessati al tema

della Protezione Civile. La Consulta e' attenta anche alle tematiche della disabilita' riferita ai temi di protezione civile.

Gli obiettivi della Consulta sono molteplici, come ad esempio ''la salvaguardia e la tutela del territorio, l'individuare e

sostenere la resilienza organizzativa e istituzionale locale di protezione civile, il rapporto intenso con il Volontariato e i

Sindaci, la promozione della cultura di protezione civile nel Paese''.

La Consulta come primo atto pubblico partecipera' all'Aquila, per il giorno 23, all'iniziativa promossa da alcuni comitati e

cittadini abruzzesi per sostenere la petizione popolare contro il decreto legge che vuole privatizzare la protezione civile e

trasformarla in Spa.

res/mcc/ss

Data:

13-01-2010 AscaPROTEZIONE CIVILE: NASCE CONSULTA FP CGIL.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 24

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HAITI: DA CIAMPINO PARTE PRIMO AEREO CON AIUTI GOVERNO ITALIANO

(ASCA) - Roma, 13 gen - Sta per decollare dalla pista dell'aeroposto militare di Ciampino un aereo con a bordo 12 tecnici

alla volta di Haiti sconvolta dal terremoto.

Il cargo, che giungera' nell'isola dei Caraibi tra 15 ore, trasporta i primi aiuti del governo italiano ma soprattutto i primi

tecnici della Protezione civile, della Croce rossa italiana e dell'Esercito che hanno il compito di predisporre le

infrastrutture minime per l'arrivo del grosso degli aiuti ed evitare, quindi, sciacallaggi.

''I problemi sono tanti se non giganteschi in questa situazione. - ha affermato uno dei responsabili della Protezione civile,

Agostino Miozzo dai microfoni di Sky tg24 - Haiti e' un paese povero instabile e temiamo nell'immediato lo scoppiare di

problemi igienico-sanitari e criticita' per la sicurezza sia della popolazione che degli operatori umanitari''.

gc/mcc/ss

Data:

13-01-2010 AscaHAITI: DA CIAMPINO PARTE PRIMO AEREO CON AIUTI GOVERNO ITALIA

NO.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 25

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HAITI: INGV, UNA CATASTROFE CHE RICORDEREMO

(ASCA) - Roma, 13 gen - Il terremoto di magnitudo 7 che ha devastato ieri alle 22.53 (ora italiane) la regione di Haiti, ha

un epicentro situato a circa 15 km a Sud-Ovest di Port-au-Prince, 140 km circa ad Est di Les Caye e circa 145 km ad

Ovest-Nordovest di Barahina nella Repubblica Dominicana.

Secondo L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano, la tettonica della regione haitiana e' estremamente

complessa ed e' caratterizzata dalla presenza di una coppia di grandi faglie trasformi sub-parallele con andamento

Est-Ovest e di due zone di subduzione. Il terremoto di ieri e' avvenuto sulla faglia transforme situata piu' a sud che ha un

movimento sinistro, per cui il meccanismo focale di questo evento e' stato di tipo trascorrente sinistro, per questo motivo

''nella regione non si sono verificate condizioni tali da generare uno tsunami'', ha detto Luca Mavagnini, direttore ricerche

dell Ingv.

La profondita' dell'ipocentro e' stata di 10 km per cui si e' trattato di un evento crostale superficiale con grande capacita' di

infliggere gravi danni alle costruzioni.

Dai dati dell'Usa Geological Survey, e' stato stimato che circa 3.000 persone siano esposte a scuotimento ''estremo'',

1.849.000 a scuotimento ''violento'', 981.000 a scuotimento ''severo'', 433.000 a scuotimento ''molto forte'' ed oltre un

milione a scuotimento ''forte''.

''In base al tipo di terremoto, con il calcolo dello scuotimento rapportato alla distribuzione della popolazione possiamo

dire che viene caratterizzato come 'estremo' lo scuotimento capace di distruggere anche gli edifici in cemento armato'',

dice Mavagnini spiegando che ai livelli piu' bassi gli edifici in cemento armato avrebbero retto al sisma. ''Ma purtroppo,

trattandosi di una zona povera e con abitazioni molto deboli, il danno sara' molto grave in qualsiasi modo e probabilmente

sara' una delle catastrofi che ci ricorderemo'', ha aggiunto.

L'Ingv, che monitorera' la situazione di Haiti stima che nella zona del terremoto ci saranno numerose scosse di

assestamento e la cosa potrebbe durare ''anche molti mesi''.

In ogni caso ''la zona di Haiti e le zone vicine della Repubblica Dominicana, della Giamaica, della regione meridionale di

Cuba restano esposte al pericolo di altre scosse'', ha detto ancora Mavagnini.

red/mcc/bra

Data:

13-01-2010 AscaHAITI: INGV, UNA CATASTROFE CHE RICORDEREMO.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 26

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HAITI: IN PARTENZA TEAM CHIRURGIA URGENZA DA TOSCANA

(ASCA) - Firenze, 13 gen - Un team di chirurgia di urgenza dell'azienda ospedaliera di Pisa partira' questa sera per Haiti.

Lo ha annunciato l'assessore alla cooperazione Massimo Toschi che insieme al presidente della Regione Claudio Martini e

all'assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi ha preso immediatamente contatto con il Ministero degli Affari Esteri e

con l'Ong Ucodep.

''Nella serata di oggi - spiega Toschi - partira' un primo aereo della Protezione Civile Italiana, del Ministero degli Affari

Esteri e della Cooperazione Italiana. Su questo aereo partira' il team di chirurgia d'urgenza dell'azienda ospedaliera di Pisa

diretto dal professor Giuseppe Evangelista, che e' gia' intervenuto in situazioni analoghe a quella di Haiti, come in

occasione dei terremoti che si erano verificati in Cina e in Iran. Questo, tra l'altro, permettera' alla Toscana - continua

Toschi - di avere un punto di riferimento in Haiti e di mantenere meglio i contatti necessari per gli aiuti. Nei prossimi

giorni - soggiunge poi l'assessore regionale alla cooperazione - la giunta regionale rivolgera' un appello a tutti i Toscani

per contribuire agli aiuti, raccogliendo fondi utili ai primi interventi di emergenza. E' anche previsto - spiega ancora

Toschi - che nei prossimi giorni partira' alla volta di Haiti un aereo della Cooperazione Italiana, che portera' beni di prima

necessita' e di primo soccorso nelle zone colpite dal sisma. La Regione Toscana, con i fondi dell'emergenza, e' pronta a

dare il proprio contributo insieme a quello delle altre regioni italiane''.

L'assessore Toschi esprime infine ''tutta la solidarieta' della giunta Toscana a tutti coloro che sono stati colpiti da questa

nuova tragedia che si e' abbattuta nel paese piu' povero dell'America Latina''.

afe/rg/ss

(Asca)

Data:

13-01-2010 AscaHAITI: IN PARTENZA TEAM CHIRURGIA URGENZA DA TOSCANA.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 27

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UMBRIA/MALTEMPO: DOTTORINI (IDV), URGE MANUTENZIONE CORSI D'ACQUA

(ASCA) Perugia, 13 gen - ''L'esondazione del Tevere, avvenuta nella notte tra il 5 e 6 gennaio, ha mostrato lo stato

d'incuria in cui versano molti corsi d'acqua della nostra regione. E' urgente trovare i fondi per avviare al piu' presto le

necessarie opere di manutenzione e ripristino dei danni causati''. Il problema e' stato sollevato da Oliviero Dottorini,

capogruppo dell'IdV in Consiglio regionale dell'Umbria che ha sollecitato la richiesta dello stato di calamita' naturale per

ottenere l'intervento finanziario dei Ministeri dell'Ambiente e dell'Interno. ''Fortunatamente - ha aggiunto Dottorini - il

pronto intervento delle autorita' preposte a gestire l'emergenza ha evitato che i danni subiti fossero piu' gravi. Questo pero'

non cancella il problema di fondo. I nostri fiumi hanno bisogno di un'efficace e corretta manutenzione. I letti dei fiumi

vanno liberati dai rami e dagli arbusti che ostruiscono il corretto deflusso dell'acqua. Anche le difese naturali degli argini

andrebbero ripristinate. Insomma, serve una costosa opera di bonifica sia dei corsi d'acqua che degli argini''. ''Non si tratta

di casi isolati - conclude il presidente della I Commissione - ma di un problema diffuso, come dimostra il fatto che se i

punti piu' critici sono stati localizzati nei centri di Ponte Felcino, La Bruna, Pontenuovo di Torgiano e Ponte Pattoli,

notevoli disagi si sono verificati anche a Gubbio, Castiglione del Lago, Piegaro e Tavernelle''.

pg/rg/bra

(Asca)

Data:

13-01-2010 AscaUMBRIA/MALTEMPO: DOTTORINI (IDV), URGE MANUTENZIONE CORSI D'

ACQUA.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 28

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HAITI: IN PARTENZA TEAM CHIRURGIA URGENZA DA TOSCANA

(ASCA) - Firenze, 13 gen - Un team di chirurgia di urgenza dell'azienda ospedaliera di Pisa partira' questa sera per Haiti.

Lo ha annunciato l'assessore alla cooperazione Massimo Toschi che insieme al presidente della Regione Claudio Martini e

all'assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi ha preso immediatamente contatto con il Ministero degli Affari Esteri e

con l'Ong Ucodep.

''Nella serata di oggi - spiega Toschi - partira' un primo aereo della Protezione Civile Italiana, del Ministero degli Affari

Esteri e della Cooperazione Italiana. Su questo aereo partira' il team di chirurgia d'urgenza dell'azienda ospedaliera di Pisa

diretto dal professor Giuseppe Evangelista, che e' gia' intervenuto in situazioni analoghe a quella di Haiti, come in

occasione dei terremoti che si erano verificati in Cina e in Iran. Questo, tra l'altro, permettera' alla Toscana - continua

Toschi - di avere un punto di riferimento in Haiti e di mantenere meglio i contatti necessari per gli aiuti. Nei prossimi

giorni - soggiunge poi l'assessore regionale alla cooperazione - la giunta regionale rivolgera' un appello a tutti i Toscani

per contribuire agli aiuti, raccogliendo fondi utili ai primi interventi di emergenza. E' anche previsto - spiega ancora

Toschi - che nei prossimi giorni partira' alla volta di Haiti un aereo della Cooperazione Italiana, che portera' beni di prima

necessita' e di primo soccorso nelle zone colpite dal sisma. La Regione Toscana, con i fondi dell'emergenza, e' pronta a

dare il proprio contributo insieme a quello delle altre regioni italiane''.

L'assessore Toschi esprime infine ''tutta la solidarieta' della giunta Toscana a tutti coloro che sono stati colpiti da questa

nuova tragedia che si e' abbattuta nel paese piu' povero dell'America Latina''.

afe/rg/ss

(Asca)

Data:

13-01-2010 AscaHAITI: IN PARTENZA TEAM CHIRURGIA URGENZA DA TOSCANA.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 29

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giovedì 14 gennaio 2010 09.42

Esteri

14.14: La terra non ha mai smesso di tremare ad Haiti, devastata nella notte da un violento terremoto: circa una trentina le

scosse seguite alla prima, di magnitudo 7. Impossibile fare un bilancio, ma si temono migliaia di morti, mentre ancora si

scava a mani nude cercando i dispersi. L'epicentro a 15 km dalla capitale, Port au Prince, completamente distrutta. E ci

sarà un funzionario dell'Unità di Crisi della Farnesina sull'aereo della protezione civile che partirà a breve per Haiti. 182

gli italiani residenti nell'isola caraibica. "Finora -fa sapere il ministero degli Esteri- non risultano italiani coinvolti ma

sono ancora in corso attente verifiche a causa della difficoltà nelle comunicazioni". "Mi appello alla generosità di tutti":

così l'appello del papa dopo la tragedia di Haiti. "Non si faccia mancare - ha detto Benedetto XVI- la nostra solidarietà".

Già attiva la macchina degli aiuti internazionali: squadre di soccorso in arrivo da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e

Italia

Data:

13-01-2010 AudioNews.itTerremoto Haiti, non risultano italiani conivolti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 30

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(Teleborsa) - Roma, 13 gen - Il Consiglio dei Ministri ha deliberato oggi tre dichiarazione di stato d'emergenza: la prima,

per predisporre e partecipare con tempestività agli interventi di aiuto alle popolazioni della Repubblica di Haiti colpita dal

gravissimo sisma; la seconda per fronteggiare il problema del sovraffollamento delle carceri e dare il via, con somma

urgenza, ad interventi volti a realizzare nuove infrastrutture carcerarie e l'aumento della capienza di quelle esistenti; la

terza consentirà alla Protezione civile di fare fronte agli eventi atmosferici eccezionali che hanno colpito nei giorni scorsi

le Regioni Emilia Romagna, Liguria e Toscana.

Per consentire il completamento delle operazioni di protezione civile in atto, sono stati altresì prorogati stati d'emergenza

già dichiarati nella provincia di Palermo (per smaltimento di rifiuti urbani), nelle aree minerarie dimesse del Sulcis e del

Guspinese (per inquinamento), nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena (per eventi sismici), nella regione

Puglia (per tutela delle acque superficiali e sotterranee), nell'area a sud di Roma servita dall'acquedotto del Simbrivio (per

inquinamento delle acque), in numerose Regioni per eventi atmosferici eccezionali nei mesi di novembre e dicembre

2008.

13/01/2010 - 14:49

Data:

13-01-2010 Borsa(La Repubblica.it)CDM delibera tre dichiarazioni di stato d'emergenza

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 31

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Giovedì 14 Gennaio 2010 PRIMAPAGINA

LA SOLIDARIETÀ

Una raccoltadi fondidella CaritasbrescianaAnche la Caritas bresciana si mobilita per portare soccorsi alle popolazioni colpite dal terremoto di Haiti. Lastruttura della Curia diocesana che si occupa di assistenza invita a inviare somme in denaro, lasciando stare per ilmomento gli aiuti materiali (generi alimentari, vestiario) che sono, in questa fase, troppo complicati da fargiungere ai sopravvissuti. Sono stati attivati alcuni conti correnti, dove, precisando la causale, si possono versaresomme destinate ad aiutare quella popolazione messa in ginocchio dal terribile sisma. 9

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1Bresciaoggi(Abbonati)Una raccolta di fondi della Caritas bresciana

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 32

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PROTEZIONE CIVILE

SAN SALVO Quasi due mesi nella tendopoli di Coppito dopo il sisma dello scorso aprile e assistenza alle famigliesfollate sulla costa vastese. Sono le principali attività che hanno impegnato i volontari della Protezione civile“Arcobaleno”. L'associazione è impegnata anche nel progetto “Stappiamo e raccogliamo”, raccolta di tappi diplastica promossa dall'istituto “Spataro” di Gissi per sostenere la ricerca oncologica. A breve partiranno anche icorsi di formazione di primo soccorso e interventi di Protezione civile. I volontari sono 35.

Data:

13-01-2010 Il Centrogruppo arcobaleno, tra terremoto e ricerca

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 33

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- Altre«» Cineas: case B e C, approvate 3.740 pratiche I documenti passano negli uffici comunali per erogare i soldi L'AQUILA. «I controlli garantiscono i cittadini che hanno diritto al risarcimento». E' quanto scrive in una notaCineas, il consorzio incaricato di esaminare la congruità economica delle richieste di contributo per leristrutturazioni degli edifici danneggiati dal terremoto. «Il Consorzio universitario in 4 mesi ha valutato 4.908domande di rimborso (case B e C) e ne ha approvate 3.740 (il 76%). Le pratiche sono ora in mano al Comunedell'Aquila che deve autorizzare l'erogazione dei contributi: al 4 gennaio ne risultavano evase 1.923. Finora Cineasha messo a disposizione della comunità 200 professionisti specializzati nella valutazione dei danni da sisma, unsistema informatizzato per la gestione delle domande di indennizzo inoltrate dai cittadini e uno sportello (con duepersone) alla Scuola della Finanza a Coppito per valutare i casi più complessi».«Purtroppo, ad oggi» spiega il presidente di Cineas, Adolfo Bertani «siamo ancora in attesa di ricevere laconvezione firmata da Protezione civile che garantisce il rimborso del lavoro svolto dai periti e le spese vive direalizzazione del sistema informatico. Per tutelare i cittadini, si è deciso di partire ugualmente, lavorando senzasosta e senza percepire finora alcun compenso. Ci sono state, negli ultimi mesi, lamentele su ritardi o errorinell'evasione delle pratiche e sull'ammontare della spesa prevista per i controlli» commenta Bertani. «Ècomprensibile che i cittadini desiderino ricevere i rimborsi velocemente ed è pur vero che il meccanismo dicontrollo strutturato in più fasi può sembrare complesso. L'obiettivo, però, è importante e crediamo generalmentecondivisibile, vale a dire fare in modo che il denaro pubblico arrivi a chi ne ha veramente diritto e nella quantitàcorretta. I numeri» conclude «dimostrano che Cineas sta cercando di svolgere al meglio il proprio ruolo e neiprossimi mesi aumenterà i propri sforzi per gestire le oltre 3.000 pratiche giunte a metà dicembre, allo scadere deitempi di presentazione (ora prorogati) delle domande».DE MATTEIS. Ma, intanto, sul fronte della ricostruzione, si registra un nuovo intervento del vice presidente delconsiglio regionale Giorgio De Matteis che «invita» Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico dellaProtezione civile «a non occuparsi del recupero dei centri storici, bensì dei tempi di lavoro di Cineas e ReLuis, nonadeguati a esigenze e costi. Non è richiesto che ci sia un'ordinanza per la ricostruzione dei centri storici e laProtezione civile deve solo provvedere al passaggio delle consegne. Sarà il commissario Chiodi, con l'unità dimissione, a stabilire le modalità di intervento sui centri storici». (m.m.)

Data: Estratto da pagina:

13-01-2010 3Il Centroi controlli sono una garanzia

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 34

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Frana di San Martino nel luogo dove si svolge il presepe vivente e vengono organizzati concerti

Fara, crolla la Maiella

Ostruite le Gole, fermi i lavori dell'antica abbazia

GINO MELCHIORRE

FARA SAN MARTINO. Crolla una parete della Maiella nelle Gole di San Martino. Uno sperone della montagna èvenuto giù chiudendo l'ingresso allo storico canalone. Enormi massi calcarei si sono staccati dalla ex cava utilizzataper costruire il porto di Ortona. Il Comune ha subito vietato ogni attività, la Protezione civile è stata allertata,interrotto anche il cantiere dell'antica abbazia. Il fragore della frana è stata avvertita qualche sera fa dalle abitazioni prospicienti la famosa Valle di Fara; lamattina successiva il sentiero di accesso alla Maiella appariva sepolto dai massi che si sono staccati dalla paretesuperstite della cava del dopoguerra. Nel posto del crollo si svolgeva il presepe vivente. Inoltre durante le festepatronali di fine agosto vi si sparano i fuochi d'artificio e d'estate è metà di gitanti.La Protezione civile ha avviato azioni di monitoraggio che dovranno culminare nella messa in sicurezza dell'interazona. Il tecnico del Comune, Enrico Del Pizzo, stima in più di mille metri cubi l'ammontare del pietrame calcareoche rende impossibile il transito a sportivi, turisti e pastori diretti verso gli alti pascoli della Maiella. A “soffrirne”sono anche i lavori di restauro delle mura riscoperte dell'Abbazia di San Martino in Valle, interrotti perl'ennesima volta.Le Gole di Fara sono un posto strategico e assai suggestivo per accedere alla Maiella. Anticamente si pagava ilpassaggio ai monaci benedettini dell'Abbazia. Si può raggiungere Monte Amaro con quasi nove ore di scarpinata,sfiorando grotte ed eremi medievali rimasti intatti, e attraversando un paesaggio di rocce, forre, ghiaioni, faggete epino mugo che lasciano senza fiato. E' uno dei luoghi di nidificazione delle ultime coppie di aquile.Moreno Pinto, ex-presidente del Cai farese, dice che si tratta di un fatto atteso da tempo: «E' un “nulla” per la vitadella montagna ma è chiaro che il paese perde qualcosa di prezioso perché altri massi sospesi che rischiano dicrollare quanto prima». Non è più possibile per gli sportivi arrampicarsi sulla falesia attrezzata dopo le Gole, laseconda per importanza in Abruzzo, né gli sciatori che partono (quando c'è la neve) da Campo di Giove. «Dovevaaccadere ed è accaduto», dice anche un ex-sindaco degli anni '60, Eugenio Ricciuti. Il quale racconta la storia dellacava aperta nel 1948 dalla quale furono estratti i massi del molo di Ortona: «La cava venne chiusa negli anni '50,ma ci fu un tentativo di riaprirla a metà anni '60. Servivano le pietre della Maiella per lo zuccherificio a Chieti:come sindaco mi opposi, ma trovai un'opposizione nel paese perché così, dissero, si perdevano posti di lavoro».

Data:

13-01-2010 Il Centrofara, crolla la maiella - gino melchiorre

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 35

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- ChietiTaglio di duecento precari Il sindacato attacca e la Provincia minimizza Per i rappresentanti dei lavoratori è pesante il riflesso sulla qualità dei servizi erogati dall'amministrazione L'assessore D'Amario «Razionalizzate le risorse dell'ente» SIPO BEVERELLI CHIETI. «Il taglio dei precari in Provincia paralizza servizi essenziali dell'ente». La Cgil torna a criticare ilmancato rinnovo dei contratti di lavoro a circa duecento precari, in vista della riunione convocata sull'argomentodal presidente Enrico Di Giuseppatonio per il 21 gennaio. «Possiamo capire le difficoltà economichedell'amministrazione, ma non si può ridurre la Provincia a un contenitore vuoto», dice Paola Puglielli per lasegreteria provinciale della funzione pubblica Cgil. «Non è possibile accettare», prosegue la sindacalista, «che nelgiro di poco tempo siano state decimate le risorse umane a disposizione di servizi fondamentali». «Da 189 cantonieri», elenca Puglielli «siamo passati a circa settanta, per lo più assunti oggi con durata mensile. Di35 geometri, ne sono rimasti due. Siamo nell'area lavori pubblici e parliamo di competenze come la manutenzionestradale, la protezione civile o la gestione del patrimonio scolastico e edilizio provinciale».La riunione del 21 gennaio non sarà semplice. Le posizioni tra amministrazione e sindacati sono oggi moltodistanti.«Abbiamo tagliato sulle risorse umane, è vero, ma per il piano neve a esempio», sottolinea l'assessore AntonioTavani, «non abbiamo difficoltà. Servirebbero al massimo dieci addetti in più. Mai avuti poi 35 geometri interinaliai lavori pubblici. C'erano alcuni, ai quali non abbiamo rinnovato il contratto, nell'area delle concessioni,protezione civile ed espropri. Sull'edilizia, la sicurezza e gli impianti tecnologici del patrimonio provinciale e laviabilità, abbiamo soltanto ingegneri, architetti e geometri, che sono dipendenti a tempo indeterminato».Dunque l'assessore ammette i tagli ma minimizza numeri e conseguenze. Eppure, il sindacato raccoglie i dati negliuffici interessati.«All'ex genio civile sono ammucchiate almeno cinquecento pratiche», rimarca il segretario generale della funzionepubblica Cgil di Chieti, Andrea Gagliardi. L'elenco è sostanzioso. «Nell'area dei servizi amministrativi, che sioccupa di operazioni contabili relative a pagamenti, riscossione tasse e rapporti con i fornitori», riprende Puglielli,«erano impiegati circa 60 interinali, oggi spariti, e mancano anche diversi collaboratori a progetto. Cinque addettiallo sviluppo di progetti per finanziamenti europei sono stati mandati via da più di sei mesi, paralizzando unservizio cruciale in tempi di ristrettezze delle risorse disponibili. La crisi economica e del lavoro richiede poi che icentri per l'impiego siano più che mai attivi e invece sono volati via venticinque posti di lavoro, senza tenere contodelle indicazioni regionali in questa materia».«Nei centri per l'impiego non abbiamo fatto altro che razionalizzare le risorse», afferma l'assessore DanieleD'Amario, «abbiamo garantito meno posti di lavoro ma con contratti a tempo determinato e full time, a tempopieno invece che a diciotto ore settimanali, restituendo dignità a questi lavoratori. Prevediamo altre assunzioni».

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13-01-2010 2Il Centrotaglio di duecento precari il sindacato attacca e la provincia minimizza - sipo

beverelli

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 36

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- Altre Consulenti in via Poggio Santa Maria per i rilievi fra le macerie Masini replica a Cialente «Fino al 20 agosto solo cento domande esaminate dal Comune» L'AQUILA. I consulenti incaricati dalla Procura dell'Aquila hanno eseguito i primi sopralluoghi nei condominiprivati del centro (in zona rossa e nell'ex zona rossa) dove si sono verificati i crolli del 6 aprile e c'è stato il maggiornumero di vittime. Ieri le prime ispezioni hanno riguardato la palazzina in via Poggio Santa Maria, vicino a via XXsettembre. Contestualmente, i consulenti stanno ancora operando in altre strutture crollate, tra cui quella in viacampo di Fossa al civico 6, dove hanno trovato la morte 27 persone. Sarebbero in via di ultimazione, invece, i sopralluoghi in via XX Settembre numero 123 e in via GabrieleD'Annunzio. Proprio il crollo in via D'Annunzio potrebbe essere il prossimo filone di inchiesta. I consulenti dellaProcura dell'Aquila sono accompagnati dai vigili del fuoco e dagli uomini dell'interforze della polizia giudiziaria.Nei siti dove si effettuano rilievi ci sono anche legali e tecnici di parte civile. Finora sono tre i filoni di inchiestachiusi. Riguardano la Casa dello studente, dove sono morti otto giovani, il Convitto nazionale (tre morti) e lafacoltà di Ingegneria dell'Università (nessuna vittima). Complessivamente sono ventisei gli indagati: quindici per laCasa dello studente, due per il Convitto nazionale e nove per la sede della facoltà di Ingegneria. I reati contestatisono omicidio colposo, disastro colposo e lesioni per i primi due casi, disastro colposo per il terzo. Per la Casa dellostudente, la perizia disposta dalla Procura ha accertato che il crollo è avvenuto anche per la mancanza di unpilastro. Giovedì scorso il procuratore capo Alfredo Rossini ha affermato che «entro i primi tre mesi dell'annodefiniremo altri tre filoni d'inchiesta sui crolli che hanno causato più morti: il palazzo in via D'Annunzio e duecondomini in via XX Settembre. Stiamo rispettando il nostro cronoprogramma, scandito da ritmi veloci». Sonocirca 200 i siti sotto la lente d'ingrandimento della Procura.ESPOSTO A PRETURO. Prima dichiarate D o E, poi direttamente A, ossia perfettamente agibili. Sono le caseAter in via Verzieri a Preturo, sulle quali ci sono pareri tecnici contrastanti. Per i tecnici della Protezione civilequelle case hanno retto al sisma e pertanto risulterebbero abitabili. Ma c'è un'altra perizia del laboratorio AbruzzoTest di Sulmona secondo la quale la resistenza dei pilastri dei fabbricati non risulterebbe nei parametri e gli edificipotrebbero collassare per la non sufficiente presenza di calcestruzzo. Su questa vicenda ora c'è un esposto inProcura presentato da uno dei condomini, Sandro Di Prospero, che chiede di accertare la verità. Il sindaco Massimo Cialente alla luce della perizia di Abruzzo Test e su richiesta dell'Ater fece subito sgomberare i residenti,ma di lì a poco la Protezione civile fece pervenire una nota al primo cittadino che faceva seguito ad una relazionesulle case prodotta dalla Funzione tecnica di valutazione e censimento danni. Bertolaso chiedeva al sindaco «larevoca immediata del provvedimento di sgombero ritenendo quelle case sicure». Ordinanza non ritirata. Con ladenuncia si chidono «certezze e una unanimità di vedute sulla stabilità dei fabbricati di Preturo costruiti tra il 1985il 1989».DENUNCIA STUDENTI. Le famiglie di quattro studenti universitari chietini, iscritti alla facoltà di Ingegneriadell'Aquila, si sono rivolte all'unione consumatori Consab per un esposto alla procura della Repubblica dopo chela proprietaria della casa da loro abitata fino allo scorso 6 aprile nel capoluogo di regione si rifiuta di restituire ildeposito cauzionale versato, circa duemila euro. Attraverso il comando provinciale della guardia di Finanza diChieti, l'associazione chiede «un'audizione utile a raccogliere tutti gli elementi necessari». «Siamo solo al primocaso», dice Lorenzo Cesarone, presidente della Consab, «ma ci attendiamo a breve nuove denunce». Gliuniversitari hanno deciso di rivolgersi al Consab dopo che la padrona di casa, che non risiede all'Aquila, ha chiestoil pagamento delle frazioni di consumo delle utenze domestiche fino al 6 aprile. Alla richiesta però di avere indietroil deposito cauzionale versato al momento della stipula del contratto di locazione, dopo avere ricevuto una primaraccomandata, si nega e rifiuta la corrispondenza.

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13-01-2010 3Il Centropalazzine crollate, cominciano le ispezioni

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 37

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- RegioneIl 30 gennaio all'Aquila cerimonia di apertura dell'anno giudiziario La manifestazione ospitata nella scuola della Finanza Il vecchio palazzo di giustizia è ancora inagibile GIAMPIERO GIANCARLI L'AQUILA. Il 30 gennaio, alle 9.30, nell'auditorium della Guardia di Finanza a Coppito, ci sarà la cerimonia diinaugurazione dell'anno giudiziario. Una manifestazione che si svolge nella caserma delle Fiamme Gialle visto cheil palazzo di giustizia è inagibile dopo il terremoto del 6 aprile e ci vorranno quasi due anni di lavori per renderlofunzionale mentre i nuovi uffici giudiziari sono inadeguati a questo scopo.Ma non è la prima volta che la cerimonia non si svolge nella sua sede naturale. Infatti negli anni novanta, dopo unenorme incendio (mai scoperta la natura delle fiamme) che danneggiò in modo grave gli uffici giudiziari di via XXSettembre, si rese necessario lo svolgimento della cerimonia in locali messi a disposizione dall'Ateneo aquilano.La manifestazione sarà caratterizzata dalla relazione sullo stato della giustizia in Abruzzo che quest'anno verràfatta dal nuovo presidente di corte di appello, Giovanni Canzio. Sono previsti anche degli interventi delprocuratore generale, Giuseppe Falcone, ma anche dei rappresentanti del Consiglio superiore della magistratura,del ministero della giustizia, dell'Associazione nazionale magistrati. Previsto, ovviamente, l'intervento delpresidente dell'Ordine distrettuale forense dell'Aquila, avvocato Antonello Carbonara. Non mancheranno per glioratori, ovviamente, gli spunti connessi con il terremoto, oltre a quelli classici sui mali della giustizia. Resta,comunque, il fatto che la macchina della giustizia in città, sia pure con mezzi di fortuna, non si è mai fermatanonostante la catastrofe. Una operosità, da parte degli operatori giudiziari, enti locali, protezione civile eprefettura, che è servita anche a scongiurare il trasferimento altrove dell'esame di abilitazione alla professione diavvocato.Ma L'Aquila, il 28 gennaio, sarà anche sede della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalistiitaliani. La manifestazione si doveva tenere a Palermo ma in ossequio alla città colpita dal sisma, e su richiestadella locale Camera penale, si è scelto come sede il capoluogo dell'Abruzzo. L'evento, vista la sua importanza,porterà all'Aquila centinaia di penalisti provenienti da tutta Italia. Potrebbero essere ospitati nella casermaCampomizzi visto che gli hotel aquilani ospitano ancora degli sfollati.Sarà presente anche il presidente nazionale dell'Unione delle camere penali, avvocato Oreste Dominioni.

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14-01-2010 17Il Centroil 30 gennaio all'aquila cerimonia di apertura dell'anno giudiziario -

giampiero giancarli

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 38

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Monteodorisio. Al via il servizio per aiutare i bambini ad attraversare senza pericoli MONTEODORISIO. Divisa blu, cappello e gilet fluorescente: indossano la divisa e cominciano presto il serviziodavanti alle scuole i dieci nonni-vigili del Circolo anziani che fino all'inizio delle vacanze estive collaboreranno conla polizia municipale.Aiutare i bambini ad attraversare, controllare che davanti all'istituto non si verifichino problemi, sono solo alcunemansioni dei vigilanti. L'iniziativa, sperimentale con la ripresa delle attività didattiche dopo il Natale, è il primotassello del progetto “Scuole sicure” dell'amministrazione comunale.«Ai bambini si garantisce sicurezza e gli anziani hanno la possibilità di dedicarsi ad attività utili per la collettività»,afferma Domenico Cardinale, consigliere delegato alla protezione civile, sport e tempo libero. «Il Comune ha datoil via al servizio dei nonni-vigili così come previsto nel programma della lista di centrosinistra Monteodorisiodemocratica», aggiunge. «La sicurezza fuori e dentro gli edifici scolastici è una priorità. Con la vigilanza oragarantita anche dai volontari, vanno avanti i lavori di adeguamento sismico dell'edificio scolastico Molisani»,ricorda l'assessore alla pubblica istruzione e politiche sociali, Anna Menna. «Gli interventi di riqualificazione edadeguamento delle strutture scolastiche alle normative di sicurezza proseguiranno», anticipa il sindaco, ErnestoSciascia (Pd).I nonni vigili: Salvatore Argentieri, Nicola Cardinale, Achille D'Achille, Pasquale Di Cicco, Cesario Di Giacomo, Alfonso Fitti, Cesario Forgione, Remo Galante, Giovanni Lattanzio e Marcello Piccirilli. (s.a.)

Data:

14-01-2010 Il Centroi nonni-vigili davanti alla molisani

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 39

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LE NOTIZIE IN BREVE

TERAMO. La Croce bianca costituisce un nuovo gruppo di Protezione civile intitolato alla volontaria FedericaMoscardelli (nella foto), morta per il terremoto. A ricoprire l'incarico di responsabile provinciale è stato chiamatoValerio Falciatano, coadiuvato dai presidenti delle cinque sedi. Il corso per formare i volontari che aderiranno algruppo avrà inizio il 19 febbraio e si svolgerà nel'aula convegni dell'ospedale civile di Teramo. Per iscrizionirivolgersi alla sede dell'associazione, in viale Crispi 245 o al numero di telefono 0861-211722. ROMANZO. Il nuovo romanzo di Clio Pizzingrilli, “Ritratto di una poltrona”, viene presentato oggi a Teramo,alle 17.30, nel caffè Sant'Anna, nell'omonima piazza. L'incontro, organizzato da Teramo Nostra, vedrà l'interventodell'autore e di Lino Befacchia, che presenterà il volume. «Ritratto di una poltrona», edito da Nottetempo,attraverso le atmosfere del romanzo giallo sviluppa una riflessione sulla scomparsa della vocazione politica. MOSTRA A VAL VOMANO. Sarà inaugurata oggi alle ore 17.30 a Val Vomano di Penna Sant'Andrea in viaNazionale 217 la mostra “Il funambolo” di Lara Pompei. La giovane artista si è laureata all'Accademia di BelleArti dell'Aquila nel 2006. La mostra raccoglie 25 opere fra chine e pastelli. Il nucleo centrale è dedicato alladisciplina circense più antica, il funambolismo. E' esposta anche una serie di opere realizzate dopo la tragedia delterremoto dell'Aquila dal titolo “La strage degli innocenti”. La mostra resterà aperta fino al 31 gennaio tutti igiorni dalle 15 alle 19.30. BAJOUR. Domani l'attore romano Maurizio Mattioli sarà al Bajour di San Nicolò a Tordino, durante un cena edopocena, per presentare il suo primo Cd che uscirà a breve. Mattioli, per la prima volta, si esibirà come cantante,allietando il pubblico con canzoni tipiche romane e festeggiando il primo compleanno del Bajour. LOTTERIA DI CESENA'. Questi i biglietti vincenti della lotteria della Befana - estratti il 6 gennaio - organizzatadal circolo Acri Salus di Cesenà di Campli. Il primo premio va al tagliando 4296, il secondo al 2807, il terzo al4204, il quarto al 3703, il quinto al 4240.

Data:

14-01-2010 Il Centroi volontari e il ricordo della moscardelli

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 40

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Lo smaltimento. La Regione chiede aiuto alla Protezione civile per allestire i siti di Bazzano e Barisciano Biondi (Villa Sant'Angelo): progetti pronti, diteci solo come farli partire L'AQUILA. «Sulle macerie del mio paese, che sono 50mila metri cubi, ho un progetto pronto. Devono dircisoltanto se possiamo farlo partire con procedura ordinaria oppure se potremo servirci di deroghe». Il sindaco diVilla Sant'Angelo Pierluigi Biondi, all'indomani del vertice del comitato tecnico, che ha chiesto aiuto a GuidoBertolaso anche per snellire le procedure e attivare subito i siti di Bazzano e Barisciano, riapre il fronte dei primicittadini alle prese con lo spinoso problema. «Diteci come dobbiamo fare per togliere le macerie senza scottarci lemani». APPALTI, LA GRANA. Del resto, il tavolo tecnico convocato dalla Regione ha affrontato non soltanto il temadella localizzazione dei siti, e della loro attivazione, ma anche la spinosa questione degli appalti, che però non èstata ancora risolta in maniera definitiva. Del resto, quello delle procedure standard per l'appalto di attività digestione delle macerie è un problema che è stato rimandato a un gruppo tecnico ristretto, incaricato della stesuradefinitiva dei documenti. Insomma, ancora incertezza per la fase più delicata, quella degli appalti, che spaventa isindaci dei piccoli Comuni. «Io sono pronto», dice Biondi. «Ho già in mano un progetto per la rimozione dellemacerie. Abbiamo anche operato una prima quantificazione, che si è attestata sui 50mila metri cubi. Il progetto èstato redatto gratuitamente dall'università di Siracusa nell'ambito di una collaborazione che coinvolge anche ilCnr con vari percorsi per la rimozione totale in sicurezza. Il piano è propedeutico per studiare il centro storico cosìcome è stato lasciato dal terremoto. Tuttavia, senza voler alimentare ulteriori polemiche sull'argomento, vogliamocapire se dovremo seguire le procedure normali oppure quelle derogate. Solo allora capiremo tempi, costi e modidi realizzazione del piano. Noi sindaci vogliamo sapere come trattare questa materia senza scottarci le mani.Questa è la mia preoccupazione più grande. Il problema delle macerie è prioritario su tutto. Il mio paese è ancorapieno di rovine. Mi rendo conto che è un problema spinoso, ma ci devono dire subito come fare perché altrimenti,senza queste indicazioni, la ricostruzione non può partire. A marzo, 40 giovani arriveranno a Villa Sant'Angelo perfare un seminario. Del resto, il paese è stato ritenuto un esempio emblematico dove poter applicare gli studi sulrecupero delle macerie e sulla ricostruzione». Finora in paese sono state rimosse poche macerie, quelle cheostruivano la viabilità in alcune zone. Oltre a una demolizione urgente. «Ma io», conclude il sindaco Biondi, «nondevo solo rimuovere: voglio che gli elementi di pregio, come le pietre e i portali, e tutto quello che è possibileriutilizzare, venga salvaguardato e reinserito nella ricostruzione. Da un lato così si può risparmiare, dall'altro cipermette di conservare l'identità locale».IL PROBLEMA RIFIUTI. Nei centri dell'Aquilano colpiti dal terremoto esiste anche un problema rifiuti. Quelli diVilla Sant'Angelo da 9 mesi sono trattati dall'Aciam di Avezzano che prima conferiva a Poggio Picenze e poi,chiusa la discarica, li porta prima a Pizzoli e, quindi, nella Marsica. Allo studio c'è l'individuazione di un unicosoggetto che possa ottenere la gestione dei rifiuti a livello comprensoriale. Sono in corso incontri per risolvere ilproblema. (e.n.)

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14-01-2010 Il Centroappalti macerie, sindaci preoccupati

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 41

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- AltreALLE PARTI COMUNI DEL CONDOMINIO, I TERMINI DI AVVIO DEI LAVORI DELL'UNITÀABITATIVA DOVRANNO ...Chiarimenti sui sette giorni per l'avvio obbligatorio delle riparazioni Ci sono i prezzi per le indagini tecniche alle parti comuni del condominio, i termini di avvio dei lavori dell'unità abitativa dovranno coincidere con quellialle parti condominiali. Se la comunicazione di contributo definitivo per la singola unità immobiliare è successiva aquella delle parti comuni, i termini decorrono dalla data della comunicazione successiva». Il chiarimento vuoleintervenire sul problema dell'impossibilità di avere contemporaneamente, per ciascun appartamento di uncondominio, il contributo definitivo. Il che avrebbe costretto ad avviare i lavori a macchia di leopardo e in tempidiversi. La soluzione individuata prevede che i lavori dovranno partire tutti insieme, tra parti comuni e singoleunità immobiliari. Il che, magari, risolve il problema della concomitanza di lavori diversi in più punti dello stessostabile. Ma rischia anche di allungare ulteriormente i tempi per le ristrutturazioni visto che tutti i singolicondomini dovranno aspettare il contributo definitivo prima di far partire i lavori. E l'ultima comunicazione dicontributo definitivo mancante fa scattare il termine di 7 giorni.SEI E SETTE MESI. Il Comune ribadisce che «i termini di sei mesi per gli edifici B e di sette mesi per gli edifici C,per la conclusione dei lavori, decorrono dalla data di inizio dei medesimi che deve ricadere nel termine massimo disette giorni dalla data di comunicazione del contributo definitivo. Il termine di sei o sette mesi inizia a decorrerealla scadenza dei sette giorni prescritti per l'inizio dei lavori. I termini, tuttavia, possono essere prorogati conespressa autorizzazione del Comune, in presenza di situazioni di particolare complessità da documentare medianteperizia asseverata da parte di un tecnico professionista abilitato. Per tutte le comunicazioni pubblicate prima del27 novembre 2009, la data dell'ordinanza, si ritiene che la data per il calcolo della decorrenza dei termini di inizio econclusione dei lavori sia quella del 27 novembre».STOP AI CONTRIBUTI. Il Comune precisa inoltre che «in coincidenza con la scadenza dei sei o sette mesi per laconclusione dei lavori (o del termine eventualmente prorogato e autorizzato) i nuclei familiari interessati nonpotranno più fruire del contributo di autonoma sistemazione o delle altre forme di sostegno alloggiativo a carico dirisorse pubbliche come fruizione di alberghi o villaggi, posti letto nelle caserme e in altri edifici pubblici, contrattidi locazione con affitto concordato con il Comune». Inoltre, i termini di 6 e 7 mesi valgono anche per gli edifici B eC stralciati dalle zone rosse. Il Comune annuncia controlli sul rispetto dei termini per l'avvio e la conclusione deilavori.INDAGINI, ECCO I PREZZI. La Protezione civile ha pubblicato, con una circolare, i prezzi massimi per indaginie prove strutturali, geologiche e geotecniche a supporto della progettazione di interventi sulle case E o distrutte. Lespese tecniche sono rimborsabili entro i limiti: contributo per unità di superficie coperta lorda complessivadell'edificio o aggregato oggetto delle prove è di 12 euro a metro quadro Iva inclusa. Limiti massimi: 15mila euro(edifici ordinari); 20mila (aggregati); 6mila (terreni). Per gli edifici con superficie coperta lorda complessivainferiore a 417 metri quadrati ammissibile un contributo totale fino a 5mila euro.

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14-01-2010 7Il Centroalle parti comuni del condominio, i termini di avvio dei lavori dell'unità

abitativa dovranno ...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 42

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- AltreB e C, Cialente mette fretta Circolare sui lavori non fa sconti alle imprese ENRICO NARDECCHIA L'AQUILA. Cialente mette fretta alle imprese. Sulle case B e C nessuno sconto per far partire i lavori: entro settegiorni dalla data del contributo definitivo. Il chiarimento, che si estende anche al regime che riguarda i condomìni,è contenuto in una circolare datata 8 gennaio 2010 e comparsa, da pochi giorni, sul sito Internet del Comune. Lanota porta la firma del dirigente Mario Di Gregorio. SETTE GIORNI SETTE. Se, nove mesi dopo il terremoto, il Comune sente ancora la necessità di chiarire itermini entro i quali i cittadini, attraverso le imprese da loro incaricate, devono far partire i lavori di riparazioneall'interno delle case classificate B e C (temporaneamente e parzialmente inagibili) allora vuol dire davvero che laricostruzione, e nemmeno quella leggera, non è partita. La comunicazione dell'ingegnere Di Gregorio prendespunto da quanto contenuto nell'ordinanza 3827 del 27 novembre 2009. «Al fine di favorire l'esecuzione dei lavoridi riparazione degli edifici con esito B e C è previsto che, a decorrere dalla comunicazione del contributo definitivo,i lavori di riparazione delle parti comuni e delle singole unità immobiliari devono iniziare entro sette giorni econcludersi entro i successivi sei mesi per gli immobili B e sette mesi per gli immobili C, salvo prorogheautorizzate». Questi, nel dettaglio, gli ulteriori chiarimenti del Comune. «Per la notifica delle comunicazionirelative ai contributi è stato adottato lo stesso criterio in vigore per le comunicazioni degli esiti di agibilità. Gli attivengono pubblicati all'albo pretorio e del Comune e sul sito Internet istituzionale. La pubblicazione ha valore dinotifica nei confronti dei soggetti destinatari con la conseguenza che il periodo massimo di sette giorni per l'iniziodei lavori inizia a decorrere dalla data dell'inserimento nell'albo pretorio e sul sito istituzionale. Un eventualeritardo nel ritiro della comunicazione presso gli uffici del Comune non produce alcun rinvio dei termini. Siconfida, pertanto, sul senso di responsabilità dei committenti/proprietari per la tempestiva acquisizione delladocumentazione anche per consentire il sollecito avvio delle procedure per la materiale disponibilità del contributoda parte della banca (finanziamento agevolato) o del Comune (contributo diretto)».I CONDOMÌNI. Lievi modifiche, invece, per i complessi abitativi formati da più appartamenti. «Secondo gliindirizzi della Protezione civile», scrive il Comune, «i lavori sulle parti comuni dei condomìni devono precedere (oessere contestuali a) quelli relativi alle singole unità immobiliari. Perciò il termine di sette giorni si riferisce alladata di inizio dei lavori sulle parti comuni del condominio. Di conseguenza, nel caso che la comunicazione dicontributo definitivo su una singola unità immobiliare arrivi prima di quella sui lavori

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14-01-2010 6Il Centrob e c, cialente mette fretta - enrico nardecchia

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- AltreUna telefonata dall'inferno: siamo vivi La teramana Iampieri, funzionaria dell'Onu, scampata alla morte con padre e marito DIANA POMPETTI TERAMO. «Ci sono cadaveri dappertutto» ha detto all'amica haitiana che vive a Roma. Poi il suo telefonosatellitare si è interrotto. Cristina Iampieri, 35 anni, avvocato di Civitella Del Tronto, è un funzionario dell'Onu inservizio a Port au Prince, la capitale di Haiti. Il palazzo in cui lavorava è crollato. Si è salvata perchè è uscita primaper raggiungere il padre Bruno, 75 anni, arrivato dall'Italia solo da poche ore proprio per riabbracciare la figlia. I suoi parenti sanno che sta bene da una e-mail. Lei, il marito (uno scrittore americano) e il loro figlio piccolovivono in una piccola villetta che ha resistito alla tremenda scossa. «Sono salvi», racconta l'avvocato FrancoFerrante, un familiare, «siamo riusciti a contattarli e ci hanno detto che stanno bene. Le comunicazioni però sonodavvero difficilissime». E la notizia si è ben presto diffusa a Civitella, dove in contrada Borrano vivono i genitori ele sorelle della donna. «Abbiamo subito dato la disponibilità del Comune ad attivarci per farli rientrare» dice ilsindaco Gaetano Luca Ronchi.E nel piccolo centro teramano Cristina Iampieri si trovava il 6 aprile scorso, quando il terremoto ha distruttoL'Aquila. E proprio giovedì pomeriggio, qualche ora prima della drammatica scossa, ha scritto ad un'amica diCivitella per chiederle se in paese fossero state avvertite le scosse registrate nelle Marche.La giovane donna, dopo la laurea in giurisprudenza e varie specializzazioni, da qualche anno è diventato unfunzionario delle Nazioni Unite. La sua destinazione è stata proprio Haiti, dove è arrivata qualche anno fa proprioper svolgere il suo lavoro di avvocato per l'Onu. «Un lavoro che l'appassiona», raccontano i suoi familiari. E daqualche giorno, dopo le feste natalizie, il padre era giunto a Port au Prince per riabbracciare lei, suo marito e ilnipotino. «Il papà ha anticipato il viaggio», racconta ancora un familiare, «proprio perchè tra qualche mese adHaiti ci sarebbero state le elezioni, un periodo molto particolare e di grande lavoro per i funzionari dell'Onu. Perquesto Cristina gli ha chiesto di andare prima, proprio per poter trascorrere qualche settimana in tranquillità».E nel giorno della catastrofe la donna è uscita prima dal lavoro per andare dal padre. Una visita che le ha salvatola vita, visto che il palazzo dove si trovano gli uffici Onu ora è un cumulo di macerie.

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14-01-2010 4Il Centrouna telefonata dall'inferno: siamo vivi - diana pompetti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 44

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Le reazioni in Abruzzo

L'AQUILA. Anche da L'Aquila parte la solidarietà per Haiti. Dalla città devastata dal terremoto partono raccoltedi fondi per i fratelli d'oltreoceano. «Ci sentiamo vicini, in una tragedia che colpisce un Paese povero che non écertamente dotato del sistema di protezione civile che c'é in Italia», dice il sindaco Cialente. «Il nostro pensiero»,aggiunge il presidente della Regione, Gianni Chiodi, «va alle vittime e alle loro famiglie che hanno visto la vitatragicamente sconvolta in pochi minuti». Un invito a partecipare alla colletta organizzata dalla Caritas arrivadall'arcivescovo dell'Aquila, Molinari, che si é raccolto in preghiera per «la popolazione di Haiti, che sta vivendouna situazione molto più grave di quella aquilana».

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14-01-2010 Il Centroanche l'aquila in prima linea per gli aiuti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 45

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Tragedia prevista: già due anni fa i sismologi avevano messo in guardia

ROMA. Ora il pericolo è quello di una nuova scossa altrettanto forte. Nei prossimi mesi «sono da attendersi altrescosse di assestamento anche di magnitudo oltre il quinto grado» mentre più nell'immediato, ovvero nelle prossimesettimane, «potrebbe verificarsi un altro evento “grande” come il primo». A lanciare l'allarme è stato ieri l'espertodell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Luca Malagnini.Ma perché è accaduto proprio lì? La zone caraibica, ha precisato Malagnini «è un'area molto sismica, dunque ilverificarsi di scosse è un evento in qualche modo da attendersi. Haiti e la Repubblica dominicana si trovano,infatti, su due grandi faglie». La conferma arriva da uno studio presentato nel marzo 2008 alla 18ª Conferenzageologica dei Caraibi da cinque studiosi americani che denunciarono il pericolo di un terremoto di enorme portatasull'isola di Hispaniola, che Haiti divide con la Repubblica domenicana, in corrispondenza di una faglia che sitrova nel sud dell'isola, la faglia di Enriquillo-Plaintain Garden dove si è appunto verificato il sisma di martedì.Anche Patrick Charles, 67 anni, docente all'Istituto di geologia dell'Avana, in un articolo del 25 settembre 2007 suLe Matin Haiti aveva sottolineato il pericolo rappresentato da una faglia che attraversa l'isola caraibica. Nel 2004altri due geologi avevano invece parlarto del rischio di un'altra faglia che si trova nella parte nord dell'isola, lungola valle di Cibao nella repubblica domenicana. Insomma «questa è una delle zone sismiche più attive del mondo -ha dichiarato ieri uno degli autori dello studio - i geologi non dovrebbero essere sorpresi da questo terremoto».Resta però il fatto che «in quest'area - ha aggiunto Malagnini - non sono molto frequenti terremoti di intensità cosìforte», basti pensare che «negli ultimi 40 anni i terremoti di magnitudo 7 registrati in queste aree sono stati tre».(m.v.)

Data:

14-01-2010 La Citta'di Salernoc'è il rischio di nuove scosse devastanti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 46

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Strappata dalle braccia della madre muore a 3 anni travolta dalla piena

n Una bimba di tre anni, Anna Leone, è morta in Sardegna dopo essere stata strappata dalle braccia della mamma che

tentava di metterla in salvo dall�acqua che invadeva la loro auto. C� è stata ieri la dichiarazione ufficiale dello stato di

emergenza in Toscana, Ligura e Emilia-Romagna con allarmi della Protezione Civile in tutta la penisola. Sono gli effetti

della forte area depressionaria che sta investendo tutta Europa e sta mettendo alla frusta le organizzazioni di

soccorso.L�episodio più grave è avvenuto in Sardegna, dove un�improvvisa onda di piena ha invaso il greto di un piccolo

torrente, rio Murta, vicino a Calasetta nel Sulcis-Iglesiente. In quel momento Agata Fois, la mamma di Anna, stava

guadando il greto del piccolo torrente, un punto di passaggio obbligato, al volante di un pesante fuoristrada, un Mitsubishi

Pajero. La forza dell�acqua ha scaraventato il veicolo contro una passerella pedonale in cemento armato, provocando la

rottura di due vetri. L�interno è stato subito allagato e la madre per non annegare è uscita con Anna in braccio, ma è stata

subito travolta. La violenza della corrente era ancora fortissima quando, circa un�ora dopo l�incidente avvenuto poco

prima delle 9, i tecnici del Soccorso Alpino e speleologico della Sardegna (Sass) sono riusciti a trovare il corpo della

bimba. È stato possibile recuperarlo solo legando con una corda doppia un operatore che ha potuto così raggiungere il

corpicino bloccato tra le canne a 600 metri di distanza dal punto in cui il fuoristrada era rimasto incastrato sotto la

passerella pedonale. Inutile, per oltre un�ora, il tentativo compiuto dai soccorritori e dell�equipaggio di un�ambulanza del

118 di rianimare la piccola. Dopo l�episodio, mentre il presidente della Regione Ugo Cappellacci faceva pervenire il suo

cordoglio alla famiglia, il direttore del servizio di Protezione Civile della Regione Autonoma della Sardegna, Giorgio

Cicalò, ha lanciato un appello per una «sempre maggiore informazione».

Data:

14-01-2010 Il CittadinoDramma in Sardegna, emergenza meteo in Toscana, Liguria ed Emilia Roma

gna

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 47

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«Vogliamo sapere la verità sull�incidente»

Oggi l�incontro tra sindacati e azienda per affrontare la questione

n Anche i sindacalisti hanno sentito il fragoroso �botto� che proveniva dalla Baerlocher, l�azienda chimica situata alle porte

di Lodi dove ieri pomeriggio è scoppiato un reattore. «Ci trovavamo in Assolombarda per una trattativa e abbiamo sentito

il rumore - racconta Gianpiero Bernazzani, segretario della Femca Cisl -, all�inizio abbiamo pensato a un terremoto, poi ci

è arrivata la notizia e siamo subito corsi sul posto». I rappresentanti del settore chimico di Cgil e Cisl hanno cercato di

capire cosa fosse successo, subito hanno intuito che i lavoratori erano stati fortunati: sarebbe potuta andare molto peggio.

«Poteva essere un dramma - sottolinea Francesco Cisarri, segretario della Filcem Cgil -, per fortuna che i dipendenti non

stavano caricando i reattori, ma si trovavano nella sala comando. L�azienda ci ha garantito che non si sono sprigionate

sostanze tossiche».La priorità, adesso, è conoscere le intenzioni della Baerlocher, l�azienda ieri ha dato il via libera per il

rientro - già nella giornata di oggi - di tutti i lavoratori. «Ci sarà un incontro domani pomeriggio (oggi pomeriggio per chi

legge, ndr) - spiegano Bernazzani e Cisarri -, chiederemo all�azienda di fare il punto della situazione. ufficialmente è

aperta la cassa ordinaria, dobbiamo capire quali sono le prospettive dei prossimi giorni e quelle future».In passato i

sindacati avevano posto alla Baerlocher il problema della sicurezza, ma erano stati sempre rassicurati circa la

manutenzione. In questo momento, però, preferiscono non fare polemiche: prima vogliono sapere perché il reattore è

esploso. In attesa di conoscere i dettagli dell�accaduto, anche i rappresentanti sindacali dell�Unilever esprimono «la

massima solidarietà ai lavoratori coinvolti, ribadendo l�estrema attenzione verso il miglioramento delle politiche sulla

sicurezza nei luoghi di lavoro».L�onorevole Andrea Gibelli, presidente della Commissione attività produttive alla Camera,

non appena appresa la notizia ha contattato il prefetto di Lodi. «Ho intenzione di interpellare al più presto il ministero

dello Sviluppo economico per capire le cause. Il prefetto mi ha rassicurato sullo stato di salute degli operai rimasti feriti a

cui mando i migliori auguri per una pronta guarigione». Ieri sul posto, oltre al sindaco di Lodi Lorenzo Guerini e

all�assessore Simone Uggetti, si sono presentati i due assessori della giunta provinciale, Matteo Boneschi ed Elena

Maiocchi: «Abbiamo attivato la polizia provinciale e la protezione civile, anche per far arrivare bevande calde».

L�assessore Nancy Capezzera, invece, ha sottolineato la necessità di avere al più presto dei dati attendibili e dettagliati che

possano scongiurare l�ipotesi di una �nube tossica� sulle teste dei lodigiani. Una richiesta che arriva anche da Dario

Tansini di Legambiente: «Il nostro primo pensiero va ai lavoratori della Baerlocher feriti nell�incidente e ai loro familiari -

afferma Tansini insieme a Sergio Cannavò, vicepresidente regionale di Legambiente -. Ma non possiamo fare a meno di

pensare al problema della convivenza tra industrie chimiche a rischio di incidente rilevante, qual è la Baerlocher, e la

popolazione che risiede nelle vicinanze. Le aziende a rischio della provincia di Lodi hanno i loro piani di emergenza

esterna, ma questi sono del tutto inutili se le amministrazioni pubbliche non si fanno carico di informare la popolazione

circa i comportamenti da adottare in caso di incidente: quando abbiamo rivolto richieste di informazioni alla prefettura di

Lodi, incredibilmente ci è stato risposto che non avevamo titolo ad accedere alle informazioni relative ai piani di sicurezza

esterna».Greta Boni

Data:

14-01-2010 Il CittadinoE nel frattempo Provincia e Legambiente aspettano di conoscere le analisi

sulla qualità dell'aria dopo l'esplosione

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 48

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Una corsa contro il tempo per i superstiti Paura per la mancanza d�acqua e di cibo

ROMA Settantadue ore per riuscire a tirare fuori dalle macerie il maggior numero di sopravvissuti, perché oltre quel

limite solo un miracolo può consentire di trovare vivo qualcuno, altrettante per mettere in piedi un primo intervento di

assistenza alla popolazione e di riparazione della rete idrica, in modo da evitare il diffondersi di epidemie.I soccorritori

impegnati in queste ore ad Haiti - un paese che non ha di fatto un�organizzazione strutturata per gli interventi in caso di

calamità naturali - hanno tempi strettissimi per evitare che la catastrofe assuma dimensioni senza precedenti. Tempi che

sono più o meno gli stessi in ogni paese dove si verifica un�emergenza come quella che ha colpito l�isola caraibica, ma che

sono ulteriormente ridotti dalle pessime condizioni di sicurezza in cui versa il paese: se non verrà ripristinato un minimo

di controllo per arginare saccheggi e atti di sciacallaggio, sarà difficile che gli aiuti internazionali possano arrivare e,

soprattutto, possano essere smistati in maniera adeguata alla popolazione.In ogni emergenza (terremoti, alluvioni,

catastrofi naturali), spiega il responsabile del servizio internazionale del dipartimento della Protezione Civile Agostino

Miozzo, la prima attività che si mette in campo è quella del search and rescue (ricerca e soccorso), un lavoro che vienesvolto anche con l�ausilio di cani addestrati e strumenti capaci di rilevare fonti di calore sotto le macerie. In questafase - 72 ore appunto, ma molto spesso è già difficile trovare qualcuno in vita dopo 48 ore - ogni altra attività passain secondo piano.La macchina dei soccorsi però non si ferma e mentre si cercano i dispersi sotto le macerie, sipredispongono anche le basi per la seconda fase, l�assistenza alla popolazione sfollata e ferita con la realizzazione dicampi di assistenza e di ospedali mobili. Esattamente quello che è accaduto a L�Aquila dopo il sisma del 6 aprile: a24 ore dalla scossa, mentre i vigili del fuoco stavano ancora estraendo dalle macerie i sopravvissuti, erano già staterealizzate le prime tendopoli e montato il primo ospedale da campo. Fondamentale anche il ripristino delle attivitàamministrative e ministeriali, per coordinare gli interventi e dare informazioni alla popolazione.È in questa fase,inoltre, che è necessario fare il massimo sforzo per fronteggiare la possibile diffusione di malattie ed epidemie.Un�ipotesi che ad Haiti è molto concreta: non sono tanto i cadaveri nelle strade a rappresentare il problema (ameno che non ci sia già un�epidemia conclamata), ma l�assenza di acqua potabile e di cibo sono le cose peggiori. Ilterremoto ha fatto saltare la rete idrica e quella elettrica e, vista la condizione delle strade, é di fatto impossibile fararrivare autobotti. Significa che finite le scorte di acqua minerale i cittadini di Port au Prince saranno costretti abere acqua dei pozzi. Con la conseguenza di un aumento delle patologie gastrointestinali. L�altro rischio èrappresentato dalla scarsità di cibo: un problema che, anche se non subito, farà emergere fenomeni dimalnutrizione acuta.Quanto alla terza fase dell�emergenza, l�arrivo e la gestione degli aiuti umanitari, èun�incognita a cui nessuno, oggi, può dare una risposta. L�intera comunità internazionale ha infatti annunciatoaiuti ma molti paesi - Italia compresa - hanno inviato advanced team ad Haiti per capire come è la situazione. «Cisono problemi di sicurezza seri - conferma Miozzo - e da come verranno affrontati dipenderà l�esito della missioneinternazionale. È evidente che senza sicurezza non è possibile inviare personale, che già dovrà essere assolutamenteautosufficiente. Il tema della sicurezza condizionerà questa emergenza».(Ansa)

Data:

14-01-2010 Il CittadinoUna corsa contro il tempo per i superstiti Paura per la mancanza d'acqua e

di cibo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 49

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I testimoni: «Dolore e morte ovunque»

«Si sentono dalle macerie le grida di chi è rimasto sotto»

ROMA «Molti edifici sono scomparsi. Si sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi è rimasto sotto e i parenti sono

impazziti. Si disperano. Mancano le luci per illuminare la scena e continuare a scavare di notte. Non possiamo che

attendere la mattina, ma questa notte è veramente nera per tutti noi». Nelle parole di Fiammetta Cappellini, operatrice

umanitaria italiana ad Haiti, c�è tutto il dramma della popolazione colpita dal gravissimo sisma. «Cerco di essere breve

perché cerchiamo di fare economie di batterie», è la premessa, che riassume il senso dell�emergenza vissuta in queste ore

dalla gente dell�isola. La donna lavora per l�Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale), ong aderente alla

Compagnie delle opere, impegnata ad Haiti dal 1999 in progetti sull�agricoltura e sul sostegno ai bambini.Di Treviglio

(Bergamo), sposata con un haitiano e madre di un bambino di due anni, Fiammetta racconta via chat, utilizzando Skype,

gli attimi e le ore dopo le scosse disastrose. E parla del panico che ha visto in città, dei morti, delle urla seguite al

terremoto durante il percorso fatto, insieme a dei colleghi, per raggiungere la sua abitazione. Fra gli edifici crollati, c�è il

commissariato di Delmas 33, con annessa prigione e centro di detenzione di minori, un edificio di tre piani che ora non

esiste più. «Il panorama - racconta - è devastante. Danni ingenti si registrano ovunque. I morti non possono che contarsi a

migliaia. Per le strade vagano persone in preda a crisi di panico e di isteria, feriti in cerca di aiuto. Gli ospedali sono

difficilmente raggiungibili, le strade della capitale impraticabili». Continuano ad essere interrotti i collegamenti, manca la

corrente, «tutto si è spento, i generatori sono merce rara».L�Asvi conta sul luogo sei operatori stranieri (cinque italiani e

un francese), tutti vivi, oltre a un centinaio di collaboratori locali. La sede è rimasta intatta. Dopo la prima scossa, intorno

alle 17, fortissima e durata almeno un minuto, Fiammetta era in ufficio: «Siamo andati tutti a casa. Ma le strade si sono

rivelate una trappola. Io e i colleghi siamo rimasti bloccati per ore». Poi è arrivata la seconda scossa: «Abbiamo deciso di

dormire fuori. Non potendo raggiungere casa mia, abbiamo chiesto ospitalità in una struttura dell�ambasciata brasiliana di

Port au Prince».»Quando la situazione nelle strade si è un po� normalizzata, verso le 10 di sera, ci siamo avventurati verso

casa mia. Abbiamo praticamente attraversato la città. Per fare 10 chilometri abbiamo impiegato due ore. È terribile. Penso

ai quattro bambini che abbiamo soccorso, quattro fratellini che si sono trovati sotto una casa distrutta senza i genitori non

ancora rientrati dal lavoro. Uno di loro aveva gravissime ferite alla testa e piangeva disperato. La sorellina piangeva

chiedendo: �Come fa la mamma a ritrovarci che la casa non c�è più?�». Agnese Malatesta

Data:

14-01-2010 Il CittadinoLe parole di una donna di Treviglio che lavora per una ong in progetti

sull'agricoltura e l'infanzia

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 50

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Montelparo La macchina della Protezione civile, già ben rodata dal terremoto in Abruzzo del 6 aprile scorso, si è messa

subito in moto. Le sale operative integrate di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno - quelle cioè che entrano in azione in caso

di emergenza - sono state immediatamente attivate. Loro compito, mettersi in collegamento con i sindaci ed i tecnici del

Comuni più vicini all'epicentro, localizzato tra Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano e territorio fermano a confine con la

provincia, nei Comuni di Montappone e di Falerone. Otto le scosse avvertite tra le 9,07 e le 20,05. Molta paura ma nessun

danno rilevato se non la richiesta di verifiche per chiese e campanili di interesse storico e artistico. I sopralluoghi sono

proseguiti per tutto ieri anche con i tecnici del settore edilizia scolastica della Provincia di Macerata per accertamenti

negli istituti. Nelle scuole dell'epicentro le lezioni sono state sospese. “Tendenzialmente - spiega Roberto Oreficini

direttore del Dipartimento per le politiche integrate sicurezza e protezione civile della Regione Marche - non ci

dovrebbero essere scosse più forti di quelle avvertite. Ci troviamo di fronte a uno sciame sismico e l'attenzione resta alta

fino a quando non ci sarà un diradamento delle scosse”. Le richieste di intervento sono partite da Montelparo dove quattro

chiese hanno subito lievi lesioni; da Falerone per il controllo di un edificio religioso del XIII secolo; da Belmonte Piceno,

sempre per la verifica di stabilità di una vecchia chiesa. “Parliamo di micro-fessurazioni, o lesioni precedenti aggravate

dalle scosse in edifici in genere vetusti”, spiega Oreficini che ha fatto il punto della situazione con i propri tecnici, in una

riunione presso la sala operativa regionale.

La sequenza sismica è iniziata l'8 gennaio con una scossa, registrata alle 22,40 nell'Ascolano, di 2.9 di magnitudo.

L'epicentro fra Monte San Martino in provincia di Macerata e Smerillo a una profondità di 25,7 chilometri. Quindi altre

tre scosse domenica, di 3.9 di magnitudo la prima, di 3.1, e di 1.7 la terza. Scosse ben avvertite dalla popolazione, con una

profondità focale dell'ordine di 20 chilometri. “Non abbiamo un epicentro preciso - spiega ancora Oreficini - ma un'area

epicentrale compresa fra i Comuni di Loro Piceno e Sant'Angelo in Pontano, in provincia di Macerata, e Falerone e

Montappone, in provincia di Fermo. Noi abbiamo fatto tutti i controlli necessari e, per fortuna, non si sono riscontrati

danni nè alle persone nè alle cose. Alcune scuole nell'area dell'epicentro hanno attivato i piani di emergenza e hanno fatto

uscire gli studenti dagli istituti. Ma una volta controllati gli edifici, le lezioni sono riprese”.

L'attenzione resta alta. La sala operativa unificata permanente della Regione e le sale operative delle Province e dei

Comuni interessati seguono l'evoluzione dei fenomeni in collaborazione con i vigili del fuoco e le forze dell'ordine. La

zona interessata dallo sciame sismico è un territorio in cui storicamente si sono avuti fenomeni simili di questa intensità.

Insieme all'Ingv, la Protezione civile regionale sta conducendo un'indagine storica sul passato sismico dell'area, “e i primi

dati - fa sapere Oreficini - ci dicono che in questa zona non si sono mai registrati terremoti di intensità superiore a quella

odierna”. “A tutte le persone che hanno chiamato per avere informazioni su cosa fare - spiega Oreficini - diciamo di avere

la massima precauzione ma di tipo ordinario”.

Data:

13-01-2010 Corriere AdriaticoVecchie chiese a rischio, scattano i controlli

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 51

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Roma E' durata poche ore la tregua concessa dal maltempo all'Italia: a partire dalle prossime ore una nuova perturbazione

proveniente dall'Atlantico porterà sul nostro paese neve - soprattutto sulle regioni nord occidentali e sull'arco alpino - e

temporali, che interesseranno buona parte del centro-sud. Il Dipartimento della Protezione Civile ha dunque emesso una

nuova allerta meteo, l'ennesimo di questo inizio anno, mentre si contano ancora i danni prodotti dalle alluvioni in Liguria,

Toscana e nel Viterbese. E proprio in Liguria è già scattato l'allerta per neve, mentre in Valle d'Aosta resta marcato il

pericolo di valanghe e le temperature sono scese sotto la media, con il termometro che è sceso nella notte fino a -11: è

allarme ghiaccio.

Data:

13-01-2010 Corriere AdriaticoTorna il maltempo Scatta l'allerta meteo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 52

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San Giorgio di Pesaro Questa sera presso il Museo storico ambientale, l'Amministrazione comunale terrà un'assemblea

pubblica per informare la cittadinanza sull'inizio della campagna di adesione al Gruppo Volontario di Protezione civile, il

cui regolamento è stato approvato dal consiglio comunale all'unanimità. Interverrà il geometra Gasperini e l'assessore alla

Protezione civile del Comune di Orciano, Dante Vegliò. “L'idea di formare il gruppo – spiega l'assessore all'ambiente e

territorio, Antonio Sebastianelli – mi è venuta perche la Protezione civile ha una funzione importante e strategica per il

territorio. Tutto si è concretizzato grazie alla collaborazione e all'interessamento del geometra Tonino Valentini,

responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di San Giorgio di Pesaro. Il gruppo Volontario di Protezione civile, al quale

già molti sangiorgesi hanno espresso la volontà di aderire, avrà principalmente il compito di identificare i rischi ai quali il

nostro territorio è soggetto e agire di conseguenza per evitare eventuali disastri. Il Gruppo Volontario di Protezione civile

nasce anche per cercare di sopperire ai problemi che la macchina comunale incontra tutti i giorni per la ordinaria

manutenzione delle strade e del proprio territorio. Il gruppo nasce sotto i migliori auspici e speriamo che cresca veloce e

numeroso”.

Sabato alle 21, presso la sala polivalente, si svolgerà un altro appuntamento molto atteso: la sesta edizione della rassegna

di poesie dialettali Stori Sangiorges. Quest'anno si terrà anche la sezione “Poeti in Erba”, rivolta ai ragazzi delle scuole.

'Stori Sangiorges' continua nella sua missione che è mantenere vivo il dialetto come forma di espressione, cultura e

memoria. E' per questo che accanto alla sezione abituale degli adulti è stata inserita una per i ragazzi delle scuole.

Data:

14-01-2010 Corriere AdriaticoLa Protezione civile apre la campagna d'adesione

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 53

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“Questo non è un fenomeno isolato”

Il direttore del Centro della Protezione civile Ferretti: l'evento si sta ripetendo da giorni

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Ancona La terra trema e non è la prima volta. I marchigiani lo sanno bene che il suolo sui cui vivono, lavorano e

costruiscono le loro case è ballerino. Le Marche sono d'altra parte catalogate come area sismica 2, cioè media, nella scala

della mappa di Classificazione Sismica del Territorio Nazionale. Ma ogni volta che il rombo sotterraneo scuote la nostra

quiete il cuore balza in gola. Ieri la paura l'ha fatta da padrona con una sequenza di scosse come da tempo non si

registrava. La gente è scesa in strada, alcune scuole sono state evacuate. La botta più grossa, quella delle 14,35 di

magnitudo 4.1 è stata avvertita anche a L'Aquila e a San Marino, registrata anche dal sismografo on line di Casole. Ma gli

esperti tranquillizzano. Al panico oppongono la ragione, alle supposizioni la scienza. Con il terremoto, spiegano, bisogna

saper convivere. Farci i conti e saperlo come prendere. Con la giusta tutela del territorio, ad esempio, e mettendo in atto

tutte le cautele necessarie a garantire la sicurezza delle costruzioni.

“Sono giorni che la terra sta tremando. La sequenza sismica è iniziata il il 7, nella stessa zona epicentrale. E solo ieri in

mattinata sono state registrate quindici scosse”. Maurizio Ferretti direttore del Centro funzionale della Protezione civile

della Regione Marche ha la situazione sotto controllo. La zona è attiva e l'evento registrato ieri non è sporadico. Ma

l'Abruzzo è vicino e il ricordo del terremoto che ha devastato L'Aquila è troppo vivo per non pensarci.

Direttore, possiamo pensare a qualche collegamento?

“Con l'Abruzzo non c'è nessuna relazione. L'Aquila è un'area sismogenetica compresa in una zona geologicamente

completamente diversa. Stiamo parlando di due zone distinte”.

E' vero che i terremoti non si possono anticipare, ma si può azzardare qualche previsione?

“No, previsioni non si possono fare: è un dato scientifico acclarato come già ben definito dalla Commissione Grandi

Rischi. Tanti i parametri di cui tenere conto: la rotazione terrestre, le macche solari, le spinte endogene della crosta

terrestre. Fenomeni difficili da monitorare e così non si può sapere quando ci sarà uno ‘scatto'. Più che previsioni è meglio

agire sulla prevenzione, adottando criteri antisismici per le costruzioni ”.

Si può sapere però se una zona è soggetta o meno a forti terremoti.

“Nelle Marche non si sono mai attivate sequenze sismiche superiori a quelle già verificate. Il più importante evento

storico è quello del 1873, a circa 10-15 chilometri verso Ovest rispetto all'epicentro odierno. La zona è considerata a

media pericolosità sismica. E non è detto che debba arrivare la scossa più grossa. Il rischio di un evento importante è

estremamente basso anche se non può essere escluso del tutto”.

Esistono correlazioni fra un terremoto e l'altro? Il timore è che uno possa generare fenomeni simili. Insomma, si può

diffondere altrove?

“Può capitare che nella stessa giornata si verifichino due scosse in regioni differenti ma dal punto di vista scientifico non

c'è alcuna correlazione fra un terremoto e l'altro. Dopo quello de L'Aquila ci sono state scosse anche in Friuli e nel

Catanese. E pure oggi (ieri, ndr) la terra ha tremato quasi in contemporanea sull'Etna”.

La percezione della gente va però in questa direzione. La nuova sequenza di scosse sta avvenendo in una zona non

lontano nè dall'Aquilano nè dalla zona dei Monti Reatini colpiti nei mesi scorsi da forti scosse.

“E' un'impressione. Non c'è nessuna causa-effetto fra il terremoto dell'Aquila e le sequenze sismiche in atto nel Fermano e

Data:

14-01-2010 Corriere Adriatico"Questo non è un fenomeno isolato"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 54

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nel Maceratese. E poi, in questo caso, siamo in realtà diverse. Di mezzo c'è la faglia Anzio-Ancona che divide due mondi:

quello del dominio strutturale e geologico abruzzese e quello marchigiano, umbro e laziale. Le due zone hanno storie

completamente differenti, e la nostra è una storia sismica molto meno intensa rispetto a quella dell'Abruzzo”.

Possiamo stare tranquilli?

“Con i terremoti mai. Ma la zona viene monitorata costantemente. Sono quindici le stazioni sismometriche e teniamo

sott'occhio tutta l'attività tellurica della regione”.

Data:

14-01-2010 Corriere Adriatico"Questo non è un fenomeno isolato"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 55

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“Le strade della solidarietà”

Due milioni dalla Fondazione Carima per l'acquisto di mezzi destinati alle associazioni

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Macerata E' stata presentata ieri, presso la sede della Regione Marche, la terza edizione dell'iniziativa “Sulle strade della

solidarietà”, con la quale la Fondazione Carima guidata dal presidente Franco Gazzani, dal 2006 ad oggi, ha donato ad

enti ed associazioni di volontariato operanti in provincia di Macerata più di 100 mezzi destinati al trasporto sociale, alla

protezione civile e al pronto intervento sanitario.

Da alcuni anni a questa parte, infatti, si è assunta l'impegno di coordinare direttamente alcuni importanti progetti, tra cui

l'acquisto di veicoli di utilità collettiva. Si tratta di una scelta impegnativa, che l'ente ha fatto per ottimizzare le risorse a

propria disposizione e quindi poter soddisfare un maggior numero di istanze tra le tante che annualmente le pervengono.

Questo modus operandi, che la Fondazione Carima ha consolidato ed affinato nel tempo, le consente di tradurre le

esigenze dei soggetti richiedenti in programmi di intervento unitari e mirati e di porsi come interlocutore unico nei

confronti dei fornitori, gestendo anche le fasi di trattativa e di acquisizione dei beni. Ciò significa ottenere un elevato

potere contrattuale, che si concretizza in prezzi fortemente scontati e dunque in un considerevole risparmio che viene

immediatamente reinvestito nell'acquisto di ulteriori mezzi di trasporto, ad esclusivo beneficio della collettività

maceratese.

Donare un mezzo di trasporto è uno dei modi che la Fondazione Carima ha scelto per stare vicina alle categorie sociali

deboli e far sentire la propria presenza sul territorio.

Nel biennio 2009-2010 la Fondazione Carima ha stanziato 2.100.000 euro per la realizzazione della terza edizione

dell'iniziativa, con i quali finanzierà l'acquisto di circa 85 veicoli per un valore di mercato di oltre 3.500.000 euro. A

partire dal mese di settembre del 2010, pertanto, 15 ambulanze per il pronto intervento sanitario e 70 veicoli destinati al

trasporto sociale e alla protezione civile saranno a disposizione della collettività maceratese e in particolare dei più fragili:

anziani, giovani a rischio, diversamente abili, malati, persone sole o con problemi di dipendenze.

La rilevanza del progetto è tale che la terza edizione di “Sulle strade della solidarietà” ha ricevuto la significativa adesione

della Regione Marche e della Provincia di Macerata, che lo sosterranno con una partecipazione economica di 100.000

euro ciascuna.

Data:

14-01-2010 Corriere Adriatico"Le strade della solidarietà"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 56

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Roma “Proporrò al Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato d'emergenza nelle carceri italiane”: il ministro della

Giustizia Alfano annuncia la sua mossa alla Camera, durante il dibattito sulle mozioni del sistema penitenziario, a riprova

della consapevolezza del governo sulla gravità della crisi dovuta ad un sovraffollamento ormai fuori controllo. Alla

riunione dell'esecutivo il Guardasigilli porterà anche il Piano carceri, più volte annunciato, rinviato, e bersagliato dalle

polemiche, con l' obiettivo primario di portare la capienza dagli attuali 63 mila posti a 80 mila. Lo stato di emergenza

“non è il preludio di un abuso, ma uno strumento di efficienza”, ha chiarito Alfano replicando in aula alle obiezioni del

capogruppo del Pd, Dario Franceschini. “Affiancheremo all'edilizia carceraria - ha spiegato - norme che deflazionino la

presenza in carcere, ma non ci sarà nessun abuso”. In sostanza, con la proclamazione dello stato di emergenza, darà più

poteri al capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta (oltre a quelli che gli erano stati conferiti

lo scorso anno quando fu nominato commissario straordinario per l'edilizia carceraria). Come Bertolaso alla Protezione

civile, Ionta diventerebbe in sostanza commissario delegato: potrà avvalersi, in deroga alle norme, anche di consulenti

esterni, e decidere la secretazione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici. Le procedure per la costruzione

delle nuove carceri saranno così semplificate pur rimanendo sotto la responsabilità del Premier.

Data:

14-01-2010 Corriere AdriaticoCarceri, Alfano al Cdm Stato d'emergenza e Piano

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 57

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Colmurano E' il sindaco di Colmurano. E insegna nella scuola primaria del piccolo comune del Maceratese. Ornella

Formica, in questo doppio ruolo, ha dovuto affrontare l'emergenza terremoto. “Ieri mattina stavo facendo lezione - spiega

il primo cittadino -. Appena avvertito il terremoto, abbiamo messo in atto il piano di evacuazione. Avevamo già effettuato

delle prove e oggi (ieri per chi legge, ndr) i bambini sono stati bravissimi. Hanno seguito per filo e per segno ogni

indicazione. Innanzitutto ci siamo ranicchiati sotto i banchi, poi, in fila come da programma, siamo usciti dall'aula e

abbiamo sceso le scale tenendoci per mano, con le spalle al muro”. Gli alunni delle elementari e della scuola materna si

sono radunati nella piazzetta antistante l'istituto. “In attesa che i tecnici fossero arrivati a effettuare i controlli di rito -

racconta ancora il sindaco - abbiamo accompagnato tutti e 86 gli alunni al palazzetto dello sport, un luogo ritenuto

particolarmente sicuro anche dalla Protezione civile. Abbiamo organizzato dei giochi e all'ora di pranzo, visto che non si

erano registrati danni, siamo tornati a scuola per pranzare. Alle 14.20 è arrivata una nuova scossa e i bambini che nel

frattempo non erano stati ancora portati a casa dai genitori, sono stati riaccompagnati al palazzetto”. Un genitore, di

professione falconiere, ha anche messo in scena uno spettacolo improvvisato insieme al suo cane per intrattenere i

bambini. Nel pomeriggio Ornella Formica, nelle vesti di responsabile dell'amministrazione comunale, è stata invece in

stretto contatto con le autorità competenti.

Data:

14-01-2010 Corriere AdriaticoGli studenti trasferiti al palasport

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 58

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“Tremavano bottiglie e bicchieri”

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Sant'Angelo in Pontano “Stavo lavorando e improvvisamente le bottiglie e i bicchieri hanno iniziato a tremare. Non

appena avvertita la scossa, sia io che i clienti siamo usciti dal locale”. E' il racconto di Davide Marucci, titolare del “Bar

dei personaggi”, nel centro di Sant'Angelo in Pontano. “Ora viviamo nel terrore - continua Marucci -. Ricordiamo tutti

benissimo il terremoto del 1997. Così come sono impresse nelle nostre menti le immagini di quanto accaduto nell'aprile

dello scorso anno a L'Aquila. Siamo preoccupati, è inutile nasconderlo”.

Più sereno Riccardo Livi, proprietario di una ferramenta. “Io a Sant'Angelo in Pontano ci sono nato. In questa zona, anche

in passato, si sono verificate scosse sismiche. Molti hanno paura. Tante persone sono uscite in strada”. Intanto

preoccupano le condizioni di una parte del muro perimetrale del centro storico, già vistosamente lesionato. “Abbiamo

effettuato le verifiche di rito - spiega il primo cittadino di Sant'Angelo in Pontano, Eraldo Mosconi -. L'amministrazione,

in questa fase di emergenza, sta effettuando quanto di suo dovere”.

Per quanto riguarda gli edifici comunali, non si sono registrati problemi di alcun tipo. “Siamo in stretto contatto - afferma

ancora il sindaco - con la Protezione civile regionale e con la Provincia”.

Data:

14-01-2010 Corriere Adriatico"Tremavano bottiglie e bicchieri"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 59

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Ascoli Ad Ascoli è tornata la psicosi del terremoto quando molti cittadini decisero, per alcuni giorni, di trascorrere la

notte in automobile nel parcheggio dello stadio Del Duca. Per fortuna c'è stata tanta paura ma nessun danno serio. Per

precauzione sono state evacuate alcune scuole. Al liceo classico Stabili gli studenti hanno abbandonato le lezioni e si sono

riversati nel cortile; le insegnanti della scuola primaria a tempo pieno di San Filippo e Giacomo, dell'infanzia di via

Kennedy, di Borgo Solestà, hanno applicato subito i piani di evacuazione facendo allontanare gli alunni dai plessi per

metterli al sicuro. Alla scuola elementare Malaspina gli alunni si sono riparati sotto i banchi. Tanta paura anche nei piani

alti dei grattacieli di Monticelli dove il terremoto si avverte di più. Per diversi minuti i telefoni cellulari sono andati in tilt.

Il terremoto ha spaventato anche qualche giocatori dell'Ascoli calcio, prima dell'allenamento quotidiano, ma soprattutto i

bianconeri hanno dovuto tranquillizzare alcuni ragazzini del settore giovanile. Sia l'amministrazione comunale che quella

provinciale hanno deciso di aprire le rispettive sale della protezione civile. Finora ai vigili del fuoco non sono pervenute

richieste di verifiche statiche a palazzi o strutture di diverso genere (sportivo, culturale, ricreativo). Non è escluso

comunque che la richiesta possa avvenire in un secondo momento quando si avrà un quadro più esaustivo.

Lo sciame sismico è stato il primo banco di prova per il nuovo prefetto, Pasquale Minunni, che si è insediato a Palazzo

San Filippo proprio ieri mattina.

Data:

14-01-2010 Corriere AdriaticoSpavento nei grattacieli e i telefonini vanno in tilt

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 60

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“Poca sicurezza” Al liceo oggi si fa sciopero

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Fermo E' in funzione già da domenica scorsa in Provincia una sala operativa gestita dal personale della protezione civile

con la supervisione dell'assessorato provinciale. Gli esperti dell' emergenza hanno mantenuto contatti costanti con i

sindaci dei Comuni più “a rischio”, ricadenti nelle aree considerate più pericolose sollecitando pure sopralluoghi negli

edifici più sensibili. A Fermo intenso lavoro per l'ufficio tecnico comunale: asili nido, materne, scuole elementari e medie

sono risultati privi di danni di ogni tipo. Sul piede di guerra invece i ragazzi del liceo psicopedagogico che hanno

annunciato per oggi uno sciopero di protesta contro l' inadeguatezza e l'arretratezza in materia di sicurezza antisismica dei

loro locali.

Data:

14-01-2010 Corriere Adriatico"Poca sicurezza" Al liceo oggi si fa sciopero

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 61

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Fermo Una giornata intensa quella di ieri per i sindaci del fermano. In particolare Giandomenico Ferrini, primo cittadino

di Falerone, e Giuseppe Mochi, sindaco di Montappone, con i tecnici al seguito hanno compiuto sopralluoghi e fatto

verifiche. “Siamo stati nelle scuole - racconta Ferrini che ha fatto squadra con l'architetto del Comune Lorenzo Romanella

mentre erano in azione anche i vigili urbani - nelle chiese, al cimitero, nella casa di riposo, nel convento delle monache

Clarisse. Verifiche su tutte le parti strutturali: non si è mosso nulla. Nelle strutture già lesionate precedentemente dove

erano stati installati i vetrini li abbiamo trovati addirittura integri. Gli edifici scolastici sono integri e pertanto oggi le

scuole resteranno aperte. Un plauso agli insegnanti che abbiamo trovato tutti ben preparati all'emergenza. Purtroppo

invece - ha concluso il sindaco - un edificio lo dovremo chiudere, si tratta della chiesa di Santa Margherita, una chiesa del

tredicesimo secolo sulla strada per Sant'Angelo in Pontano molto frequentata dai fedeli. La facciata è rimasta seriamente

lesionata. Andrà messa in sicurezza”. Nella serata di ieri intanto il Comune di Falerone aveva già messo in rete sul sito

Internet i modelli per eventuali segnalazioni da parte dei privati. “Basta stamparli, compilarli e rispedirli via fax”. Un

resoconto confermato anche dai vigili del fuoco di Fermo che a tutto di ieri non avevano ancora ricevuto richieste di

intervento. Stesse conferme dai sopralluoghi dei tecnici di Di Ruscio. A Fermo il terremoto si è sentito nelle scuole.

Alcuni istituti hanno preferito interrompere le lezioni. Sul piede di guerra gli studenti del liceo psicopedagogico che

lamentano una struttura insicura dovuta alla mancanza di adeguamento alle norme antisismiche.

Data:

14-01-2010 Corriere AdriaticoLe due cittadine osservate speciali

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 62

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L'ex fidanzato dà fuoco alla sua auto e a colpi d'ascia tenta di sfondare la porta di casa

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Montelabbate Una vera alba di terrore per una donna di 31 anni e per la sua famiglia accerchiati dalla furia dell'ex

fidanzato che prima ha dato fuoco all'auto della giovane donna e poi armato di ascia gridando che le avrebbe spaccato la

testa ha tentato di demolire la porta d'ingresso di via Verdi, al civico quattro, dove la donna vive con i genitori e il fratello.

Per l'aggressore una giornata in fuga nel tentativo di eludere la caccia grossa aperta da polizia e carabinieri. Intorno alle 18

di ieri, la squadra mobile di Rimini lo ha individuato e fermato.

Ha già risposto alle prime domande degli inquirenti Massimo V., 38 anni di Casinina, protagonista del violento agguato.

Erano circa le 5 di ieri mattina quando l'uomo ha raggiunto l'abitazione dell'ex fidanzata a Osteria Nuova è ha dato alla

sua Panda diesel parcheggiata sotto l'abitazione, distruggendola completamente. ma la vendetta contro la donna non gli è

sembrata sufficiente: quattro ore dopo, si è ripresentato in via Verdi, questa volta armato di un'ascia e ha tentato di

sfondare la porta dell'abitazione. Una porta blindata che ha retto ai colpi dell'aggressore che è riuscito solo a scalfire il

legno con cui la porta è rivestita. Asserragliati nell'appartamento i familiari della donna, che di professione è barista,

hanno chiesto aiuto alla polizia.

Immaginando quanto stava accadendo Massimo V. ha desistito dal tentativo di abbattere il portone ed è fuggito facendo

perdere le tracce. Sono scattati immediatamente posti di blocco e battute anche nelle campagne circostanti. Gli inquirenti

hanno subito ricostruito il quadro della situazione per tentare di prevenire le mosse del fuggitivo. L'uomo è sofferente di

disturbi legati a una profonda depressione acuita dal fatto di trovarsi senza lavoro fisso e ben presto è emerso che ha la

possibilità di disporre di un appartamento a Rimini, e proprio in Romagna si sono concentrate le ricerche. Massimo V. è

stato rintracciato proprio davanti all'abitazione riminese e poi condotto in questura per il primo interrogatorio.

Ora l'uomo dovrà rispondere di incendio doloso, minacce, violenza privata e danneggiamento, oltre che del reato di

stalking.

Data:

14-01-2010 Corriere AdriaticoAlba di terrore per una barista

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 63

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14 gen 2010 Corriere Della Seradi ETTORE MO RIPRODUZIONE RISERVATA

Da R icordo quella giornata a Port-Au-Prince nell'aprile 2005, quando un uomo passava sulla strada con un piccola bara

tenuta in alto con le mani sopra la testa: la bara, che era vuota, era destinata a uno dei tanti bambini che morivano di fame

in quella minuscola repubblica dei Caraibi, la prima ad essere guidata da un uomo di colore. La deforestazione aveva tolto

il novanta per cento del verde a un luogo che era considerato, fino ad allora, un paradiso terrestre. Haiti si stava avviando

verso le dimensioni catastrofiche di miseria del Bangladesh. Un'inondazione nel 2004 aveva messo in ginocchio il Paese.

Su otto milioni di abitanti, solo centodiecimila avevano un lavoro. Un bambino su tre moriva prima dei tre anni e

qualcuno già rimpiangeva la feroce dittatura di Duvalier, che però aveva dato un forte incremento al turismo, anche se i

benefici erano solo per i ricchi. Si calcola che il 90 per cento della popolazione vivesse nella miseria più nera. Ma se

passavi il confine, lo spettacolo che offriva la repubblica Dominicana non era migliore. Lì i profughi di Haiti si

rompevano le braccia e la schiena tagliando la canna da zucchero per tre dollari al giorno. Lì un albergo che ho visto si

chiamava Hotel del Massacro. Anche il fiume aveva un nome analogo, Rio del Masacre. Per una strage compiuta

nell'ottobre del 1937. Queste isole dei Caraibi sarebbero state cantate dalla voce morbida di Nat King Cole come oasi di

serenità e di bellezza, di amore. Haiti, cherie, this is my beloved land eccetera eccetera.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1Corriere della SeraQuei bimbi che non so dimenticare

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 64

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Si discuterà anche di Sere d'Estate e di ValmorelMagnalonga. Prade: «Iniziative troppo importanti»

Il gruppo di opposizione Insieme per Limana chiede la convocazione

E' polemica «La promozione turistica del paese viene messa a serio rischio»

LIMANA. Dopo essere entrata nelle case dei cittadini attraverso la lettera del gruppo di maggioranza Limana vivaed essere stata ampiamente trattata dalla stampa, la questione del trasferimento di “Cioccolando” da Limana adAuronzo arriverà in consiglio comunale. A chiederlo sono i consiglieri dell'opposizione Insieme per Limana, chehanno presentato al sindaco la richiesta di convocazione di un consiglio per discutere e fare chiarezza su una seriedi argomenti, alcuni dei quali già affrontati. Oltre a Cioccolando, il gruppo desidera discutere dell'organizzazionee del funzionamento della casa di soggiorno per anziani, della situazione della sicurezza dei cittadini nel comune, edi manifestazioni come Sere d'estate e le altre iniziative di promozione del territorio.«Il trasferimento della manifestazione ad Auronzo rappresenta una sconfitta per il paese e non per Mirco DellaVecchia», commenta il consigliere di minoranza Fabio Prade, ex-assessore al turismo, spiegando l'importanza diquella che è stata probabilmente la più grande manifestazione svoltasi nel comune nel 2009. «E' patrimonio delpaese e, anche dopo il cambio di aministrazione, doveva continuare a Limana, dove è nata e cresciuta».«Ci sono sicuramente degli aspetti da migliorare, come è normale che sia la prima volta che si organizza una nuovamanifestazione», continua Prade ricordando gli sforzi dell'amministrazione Sommacal, «che ha creduto fino infondo alla manifestazione, nonostante lo scetticismo di alcuni». Fondamentale per la sua riuscita sono stati lacollaborazione e l'impegno del mondo del volontariato limanese, primi fra tutti l'Ana e la protezione civile;dell'ufficio Iat del comune; dei partner economici e del mondo dell'imprenditoria che hanno partecipato a variotitolo.Il consiglio servirà anche a mettere in chiaro una serie di aspetti che secondo Prade non sono stati adeguatamenteresi pubblici. «Le cose vanno raccontate per come sono. Nè la lettera alle famiglie nè le parole riportate dallastampa e attribuite al sindaco Mario Favero e all'assessore Sandra Da Riz ricotruiscono con precisione quello che èsuccesso. Essendo andati a elezioni due mesi dopo l'iniziativa, alcuni aspetti erano in sospeso», continua ilconsigliere, ricordando che, nonostante l'amarezza per la sconfitta elettorale, aveva dato la propria disponibilitànon solo per chiudere le questioni rimaste in sospeso, ma anche a collaborare all'organizzazione dell'edizione 2010.«Auspico che anche chi sta amministrando il paese in questo momento si renda conto che manifestazioni comeCioccolando, o come la ValmorelMagnalonga sono veicolo di una promozione straordinaria con un costo irrisorioper la comunità e con benefici immediati e a lungo termine». (edb)

Data:

14-01-2010 Corriere delle AlpiConsiglio per parlare di Cioccolando

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 65

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Prefabbricati donati da Dal Pont costruzioni e montati dagli alpini

PONTE NELLE ALPI Lunedì l'inaugurazione della struttura destinata a giovani pazienti psichiatrici

PONTE NELLE ALPI. C'erano tutti all'Aquila per l'inaugurazione dei prefabbricati donati dalla ditta pontalpinaDal Pont Costruzioni e montati sul posto dagli alpini del gruppo di Ponte nelle Alpi e Soverzene. In Abruzzo eranopresenti la presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, il vice sindaco del capoluogo abruzzeseGiancarlo Arduini, il direttore del Dipartimento di salute mentale dell'Asl n. 1 (Avezzano Sulmona L'Aquila)Vittorio Sconci, il direttore del centro diurno psichiatrico Sandro Sirolli e una ventina di penne nere bellunesiguidate dal capogruppo pontalpino Cesare Poncato.All'Aquila si erano recati anche l'amministratore dell'impresa Angelo Dal Pont con la moglie Rosetta e un gruppodi Cervinia, località dove erano installati i prefabbricati, persone che collaboravano con la Dal Pont in Valled'Aosta.«Dal Cervino al Gran Sasso passando per le Dolomiti: è questo il percorso della solidarietà di cui oggi siamo fieridi essere testimoni e di aver lavorato per far sì che si compia un piccolo miracolo». Così Cesare Poncato hasintetizzato l'operazione bellunese a favore del centro che accoglie soprattutto giovani affetti da malattie mentali.Si tratta di pazienti che avevano la loro sede accanto alla basilica di Santa Maria di Collemaggio, nel centro delcapoluogo aquilano, e che collaboravano con le strutture turistiche. A causa delle gravi lesioni subite dall'edificioper il terremoto, i pazienti, grazie alla donazione di Dal Pont, hanno potuto trovare alloggio nei prefabbricati cheora sono posizionati all'interno del parco dell'ex ospedale psichiatrico.Questi giovani erano lì, lunedì scorso, con il personale a festeggiare la nuova sede. E' stata una cerimonia semplice,ma emozionante. Del disastro i bellunesi si sono potuti rendere conto quando, guidati dall'alpino aquilano OrnelloCampagnolo, hanno visto da vicino le devastazioni del centro dell'Aquila e dei paesi di Fossa, San Demetrio de'Festini, Onna e altri. Un po' di sollievo misto ad orgoglio l'hanno provato visitando i villaggi ricostruiti anchegrazie agli alpini.«L'Ana di Ponte nelle Alpi e Soverzene», ha sottolineato il capogruppo Poncato, «esprime il proprioringraziamento a quanti hanno condiviso questa esperienza. In particolare alla Dal Pont Costruzioni, agli alpini diValturnenche (Aosta), alle ditte trasportatrici Aba di Belluno e Vettori di Ponte nelle Alpi, e a tutti i volontari chein qualsiasi modo hanno prestato la loro opera e quanti vi hanno contribuito con offerte. Non è stata un'operazionesemplice. Quando Dal Pont ci ha offerto i container, subito sono stati presi contatti per trasferire nel più brevetempo possibile le strutture da Cervinia all'Aquila, città lontane 800 chilometri. Le distanze non sono state però lesole difficoltà. Il cantiere si trovava a quota 2 mila metri, il tutto è stato caricato su cinque autotreni».Ecco alcune cifre per quantificare l'intervento: 112 volontari, 1.084 ore lavorate, 11.210 chilometri percorsi, spesevive sostenute dal gruppo 3.500 euro, ricavato dalla sottoscrizione 3.433.

Data:

14-01-2010 Corriere delle AlpiUna nuova casa ai malati aquilani

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 66

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Chiusa la strada principale e abbattuti due cipressi secolari perché pericolanti. Smottamento all'alba, sfiorato daidetriti l'ufficio postale.

CAVRIGLIA13.01.2010indietro

Lavori di ripristino Forse oggi la riapertura della stradaFrane a Cavriglia: ora è allarme rosso. Ieri mattina intorno alle 7, nella frazione di Montegonzi, si è verificato losmottameno di un terreno sopra via Nazario Sauro, strada interna del paese. La frana ha avuto origine dallarottura di un vecchio muro di cinta e contenimento di una abitazione posta sul piano rialzato rispetto alla strada,che ha finito per essere invasa dalla terra. Nessuna conseguenza ha riportato l'ufficio postale sottostante, né si sonoavuti danni a cose e persone: a quell'ora nessuno per fortuna stava passando di lì altrimenti la mattinata si sarebbepotuta trasformare anche in una tragedia. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e la Polizia municipale diCavriglia, i Vigili del fuoco di Montevarchi, la Protezione civile con il personale del Comune e tutti hanno lavoratofino al tardo pomeriggio per mettere in condizioni minime di sicurezza l'area interessata dallo smottamento evalutare gli interventi da fare sul muro sovrastante, rimasto pericolante, per evitare la caduta di altri detriti. Lafrana, del fronte di almeno una decina di metri, ha portato con sé una bella quantità di terra e per motivi disicurezza i Vigili del fuoco sono stati costretti a tagliare due cipressi secolari, alti oltre venticinque metri, cherischiavano di venire giù. La strada di accesso al borgo è stata chiusa al traffico e sottoposta a monitoraggio: nellagiornata di oggi sarà effettuato un nuovo sopralluogo al termine del quale sarà deciso se procedere o meno allariapertura della strada o se gli abitanti dovranno fare ricorso, come avvenuto ieri, ad una viabilità alternativa perraggiungere le loro abitazioni. “La frana - dice il sindaco di Cavriglia Ivano Ferri - ha avuto origine in unaproprietà privata finendo per ostruire il passaggio della strada principale di accesso, che comunque domani (oggiper chi legge, ndr) dovrebbe essere riaperta almeno ai pedoni. Fortunatamente in estate era stata asfaltata unavecchia strada bianca di accesso al paese che gli abitanti potranno utilizzare. Comunque - termina Ferri - i lavoridi manutenzione in campo idrogeologico svolti hanno permesso al nostro territorio di ‘reggere' all'ondata dimaltempo molto meglio che altrove”Michele Bossini

Data:

13-01-2010 Corriere di ArezzoCavriglia - Crolla antico muro, paura a Montegonzi.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 67

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La richiesta dei sindacati.

RIETI13.01.2010indietro

Poco prima della notizia sull'accordo raggiunto da Regione, protezione civile e vigili del fuoco, che sancisce lariapertura di tutti i distaccamenti del Lazio, compreso quello di Poggio Mirteto, una riunione delle segreterieprovinciali di Cgil, Cisl e Uil, con i rispettivi comparti di categoria, aveva discusso le (ex) problematiche legateproprio alla chiusura della sede dei pompieri in Bassa Sabina. Oltre a rinnovare la preoccupazione per gli abitantidi una delle zone a più alta densità demografica della provincia, le segreterie sindacali hanno inviato un sollecito atutte le istituizioni e le autorità competenti affinché il presidio di Poggio Mirteto scalo non solo venga riaperto(cosa che poi è accaduta), ma che, a regime di convenzione, venga esteso a tutto l'arco delle 24 ore, passandodall'essere una postazione diurna ad un avamposto operativo al 100 per cento, giorno e notte

Data:

13-01-2010 Corriere di Rieti“Estendere il presìdio a 24 ore”.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 68

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Fenomeni franosi a Fiamignano, Petrella Salto, Pescorocchiano, Varco, Marcetelli e Concerviano.

FIAMIGNANO13.01.2010indietro

Terremoti e piogge mettono costantemente a dura prova il Cicolano, i cui fenomeni "gravitativi" e di dissestoidrogeologico sono censiti e riconosciuti da studi del Ministero dell'Ambiente e difesa del suolo e dal piano diassetto idrogeologico. Nel solo comune di Fiamignano permangono gli esiti di vecchi movimenti franosi a Gamagnae lungo la strada Fiumata- Sant'Ippolito- Gamagna. Il comune ha sollecitato gli interventi alla Provincia, che hamesso fondi nel bilancio 2009 per la manutenzine ordinaria. Bisogna che ci si affretti, perché la strada si starestringendo a vista d'occhio. In questi giorni nuove frane si sono registrate a Radicaro, tra Radicaro e San Paolo ea San Pietro. A ciò si aggiungono i costoni rocciosi, sollecitati dal terremoto e da mettere in sicurezza a PoggioPoponesco, Colle Sambuco, su un tratto della via Amiternina, lungo la quale permane il senso unico alternato e illimite di tonnellaggio sul ponte del Faggio dopo i sopraluoghi del Ministero dell'Ambiente e della Provincia. IlComune però non è in grado di affrontare le spese per la messa in sicurezza del lungo tratto che incombe astrapiombo sulla via provinciale Amiternina. Questa strada è strategica per la protezione civile, perché unica via dicollegamento alternativa all'autostrada che venne chiusa nei primi giorni successivi al terremoto. Per la messa insicurezza del costone di Poggio Poponesco e di Santa Maria del Sambuco, il comune di Fiamignano ha adisposizione i fondi por-fesr (Regione- Unione Europea) e i lavori potranno iniziare in estate. Spostandoci nelterritorio di Petrella Salto, piccole frane si sono verificate lungo la provinciale che costeggia il lago del Salto: le retidi protezione stanno cedendo in molti punti e si vedono mucchi di sassi raccolti ai lati. Anche la strada Borgo SanPietro-Petrella Salto ha registrato cedimenti con caduta massi, prontamente rimossi. Permane e avanza, da alcunianni, la frana lungo la strada che da Borgo San Pietro conduce al cimitero e alla frazione di Colle della Sponga. Poic'è il versante Pescorocchiano, Varco Sabino, Marcetelli, Concerviano e questa non è un'altra storiaFrancesca Sammarco

Data:

13-01-2010 Corriere di RietiCicolano piegato da cadute e smottamenti.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 69

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Gli assessori provinciali Piazzai e Rizzello hanno illustrato la situazione nella Tuscia. “Colpiti soprattutto la retestradale ed economica e il sistema agricolo”.

VITERBO13.01.2010indietro

Esondazione a Montalto di Castro MaltempoDanni del maltempo: ieri mattina, nella sala del consiglio di Palazzo Gentili, l'assessore ai Lavori pubblici AntonioRizzello e l'assessore all'Ambiente Tolmino Piazzai hanno illustrato la situazione e gli interventi futuri.All'incontro hanno partecipato anche i rappresentanti delle associazioni degli agricoltori e la Camera dicommercio. "Ieri (lunedì, ndr) la giunta provinciale - afferma Rizzello - ha deliberato lo stato di emergenza pertutto il territorio in relazione al maltempo dei primi giorni di gennaio. In particolare è stata colpita la rete stradale,il sistema economico, soprattutto quello dell'agricoltura. Non abbiamo ancora fatto una stima dei danni in quantoabbiamo ritenuto opportuno coordinarci innanzitutto con le associazioni degli agricoltori e con i comuni”. AiComuni della Tuscia in questi giorni sarà inviata un lettera per l'eventuale richiesta di risarcimento danni."Abbiamo scelto questo percorso - continua Rizzello - condiviso con tutti gli enti per riuscire a presentare allaRegione un'unica richiesta di stato di calamità. Una volta raccolte tutte le richieste provvederemo noi a presentarela domanda". Le zone più colpite dal maltempo di questi giorni sono state la zona di Acquapendente, quella diCivita Castellana e quella di Montalto di Castro. "Per quanto riguarda la rete stradale - dice ancora Rizzello -abbiamo già speso 200mila euro per interventi tampone su buche e voragini. La Provincia aveva stanziato tremilioni per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, finanziamenti che saranno convogliati per leemergenze. A questi saranno aggiunti fondi di bilancio per la sistemazione nell'immediato della Cassia Cimina,Castrense e Faleriense. Abbiamo calcolato per sistemare tutta la situazione però servirà almeno un milione di euro.Purtroppo negli ultimi anni il nostro territorio è stato molto bersagliato ed eventi calamitosi come questo sisusseguono. Per questa ragione abbiamo pensato di chiedere alla Regione di istituire un capitolo apposito per farfronte alle emergenze, anche perché è necessaria una procura più immediata per far fronte ai disagi". L'assessoreall'Ambiente Tolmino Piazzai ha puntato invece l'attenzione sulla prevenzione. "Vorrei sottolineare la pocaattenzione per il nostro territorio dovuta sia al poco coordinamento tra enti sia alla scarsità di fondi a disposizione- dichiara -. Soprattutto per quanto riguarda la manutenzione dei corsi d'acqua. Sappiamo che il nostro territorio,dal punto di vista idrogeologico, è molto fragile, per questo dovremmo fare uno sforzo in più per coordinarci ecercare di prevenire le situazioni di emergenza”

Data:

13-01-2010 Corriere di ViterboMaltempo, stato d'emergenza su tutto il territorio.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 70

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Viveva in un parco privato in Montenegro, sarà ricatturata a inondazione passata

Zoo inondato dalle forti piogge, ippopotamo nuota oltre le sbarre e fugge

Nickica galleggia nell'acqua alta poi nuota oltre il recinto e se ne va a spasso. Panico tra gli abitanti del paese MILANO -

Non ha fatto proprio come Gloria, l'ippopotamo che per andare a riscoprire il vento della libertà nella natia Africa al

fianco del leone Alex, della zebra Marty e della giraffa Melmam è fuggita dallo zoo di New York utilizzando

metropolitana e nave cargo. Nikica, che come la sua omologa del cartoon è un ippopotamo femmina, ha usato soltanto la

forza delle proprie zampe per lasciarsi alle spalle il suo recinto. Ma a differenza della protagonista del cartoon, si è goduta

solo poche ore alla larga dalle sbarre. E altro che continente nero: non è riuscita ad andare troppo più in là del quartiere

che ospita il giardino zoologico.

L'INONDAZIONE E LA FUGA - La location di questa avventura non è Central Park, ma un piccolo villaggio delMontenegro, Plavnica, dove a causa delle forti piogge che hanno provocato inondazioni in diversi angoli del Paesel'animale è riuscito a «evadere» nuotando oltre la barriera di protezione dello zoo privato di cui è ospite. L'acquaalta e una certa abilità di galleggiamento hanno permesso a Nikica di passare oltre le sbarre e di ritrovarsi libera aldi là del recinto. Nikica, che ha 11 anni, è arrivata dunque nel cuore di Plavnica, dove verso mezzogiorno è statavista passeggiare. PANICO TRA I RESIDENTI - Inevitabili panico e grande sorpresa tra i residenti: «Quando sono uscito di casaper dare da mangiare alla mia mucca, ho visto un ippopotamo davanti alla stalla. Pensavo di essere impazzito», haraccontato uno degli abitanti, Nikola Radovic. Tuttavia, prima di ricatturare l�ippopotamo, ha spiegato ilproprietario dello zoo, bisogna aspettare che il livello delle acque cali. Sebbene in Africa gli ippopotami siano notiper i loro comportamenti imprevedibili, Pejovic ha garantito che «non c�è motivo di avere paura».Al. S.stampa |

Data:

12-01-2010 Corriere.itInondazione allo zoo, ippopotamo nuota oltre le sbarre e se ne va

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 71

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Mercoledì 13 Gennaio 2010 CRONACA, e-mail print

pedrengoA guidare gli alpini di Pedrengo, da ieri, c'è un nuovo capogruppo, eletto domenica dopo lo svolgimento della

consueta assemblea annuale di gennaio. Il nuovo capogruppo, eletto da oltre 150 votanti, è Romano Pelizzoli, cha da tanti

anni è impegnato a promuovere ed organizzare le attività delle penne nere.

Prende il posto di Giuseppe Spini, che per ben 24 anni ha ricoperto il ruolo di capo della sezione pedrenghese. Proprio

Spini ha aperto l'assemblea, con una relazione introduttiva con cui ha salutato tutti gli alpini presenti e ricordato le tante

iniziative realizzate nel 2009.

«In questi anni tante cose sono cambiate – ha detto Spini –. Il modo di essere presenti sul territorio, la nostra

organizzazione, il nostro nucleo di protezione civile volontaria, la realizzazione del nuovo sito internet. Tutte

manifestazioni che mi riempiono di orgoglio e riconoscenza». Dopo aver ricordato gli amici scomparsi, che gli alpini

chiamano «quelli che sono andati avanti», Spini ha fatto un dettagliato resoconto di ciò che è stato fatto nel corso

dell'anno appena concluso. «Abbiamo premiato i vincitori del concorso di poesia dialettale bergamasca "Lo scarpone" –

ha detto – concorso che ancora una volta ha riscosso successo. Abbiamo organizzato una gita a Roma, portato il tricolore

nelle scuole raccontando ai ragazzi la guerra e l'importanza della nostra bandiera. Abbiamo inoltre sistemato l'ingresso

alla sede, rendendolo accessibile, abbiamo ampliato il capannone delle feste, a settembre abbiamo celebrato il nostro 75°

aniversario di fondazione e il 30° anno di gemellaggio con gli amici di Buttrio (Udine). E ancora, abbiamo partecipato alle

operazioni della Protezione civile in Abruzzo e a ottobre siamo intervenuti nelle operazioni di pulizia della sponda sinistra

del Serio, nell'ambito del progetto "Il parco una casa da abitare"».

E quest'anno l'impegno sarà ancora maggiore, perché Bergamo ospiterà il raduno nazionale previsto a maggio. Pedrengo

accoglierà circa 500 Alpini, e già si sta lavorando per l'organizzazione del campo tende dove saranno alloggiati. Insieme

all'accoglienza saranno promosse anche alcune iniziative di carattere culturale, che si terranno in paese durante i giorni

dell'adunata. «Gli anni passano, ma noi siamo sempre presenti – ha affermato Antonio Sarti, presidente della sezione

bergamasca –. Il bene che vogliamo alla nostra associazione è quasi come una malattia, ed è questo che ci fa essere

apprezzati dalla gente. Ora stiamo lavorando per organizzare l'adunata di maggio, e so che Pedrengo non si tirerà

indietro». Presenti all'assemblea anche i rappresentanti del Comune. «Siamo pronti ad ospitare gli Alpini nel nostro

territorio – ha affermato il sindaco Gabriele Gabbiadini –. Ci metteremo il massimo dell'impegno».

Sa. Ag.

Data: Estratto da pagina:

13-01-2010 24L'Eco di BergamoCambio al vertice delle penne nere

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 72

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Giovedì 14 Gennaio 2010 GENERALI, e-mail print

La terra si è spaccata ad Haiti sotto una città popolosa quanto povera come Port-au-Prince e, con una violenza analoga,

cento anni fa il terremoto aveva spazzato via Messina (nella foto d'archivio). Si contano sulla punta delle dita i terremoti

di forte intensità che hanno investito in pieno delle città: in Italia è accaduto nel 1908 a Messina e lo scorso anno a

L'Aquila; in Giappone fa tremare ancora il ricordo di Kobe, distrutta nel 1995. «Ci sono forti similitudini tra il terremoto

di Haiti e quello di Messina», ha osservato il sismologo Warner Marzocchi. «I due terremoti sono stati molto simili in

termini di energia liberata», con una magnitudo 7 quello di Haiti e una magnitudo di poco superiore quello di Messina.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 4L'Eco di BergamoUna violenza seconda solo al sisma di Messina

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 73

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Apocalisse sull'isola

Le vittime sono

centinaia di migliaia

Morti anche l'arcivescovo e il capo della missione Onu

I cadaveri ammucchiati nelle scuole o portati via dal mare

None

Giovedì 14 Gennaio 2010 GENERALI, e-mail print

port-au-princePort-au-Prince non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del Paese più

povero dell'intero continente americano. I morti causati dal terremoto che si è scatenato a partire dal tramonto di martedì

scorso si conteranno, forse, a centinaia di migliaia. Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superare persino i 230

mila dello tsunami di Santo Stefano del 2004. Qualcosa con cui il mondo intero dovrà fare i conti: lo ha detto per primo il

presidente americano Barack Obama, che ha chiesto al Pentagono di mobilitare tutte le forze disponibili per portare aiuto.

Una guerra per salvare vite.

L'orrore di Port-au-Prince è negli occhi dei bambini rimasti vivi, nei silenzi di chi si trascina senza braccia, nelle urla di

chi è rimasto cieco. I cadaveri li ammucchiano nelle aule delle scuole, o li porta via il mare, o restano sotto le macerie di

quella che fu la terra della filibusta e che oggi non è più nulla.

Il palazzo presidenziale, il parlamento, la cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite, gli albergacci che qui

sembravano di lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole, gli ospedali e le

sconfinate bidonville: tutto è crollato sotto un bombardamento di scosse. Per gli oltre due milioni di abitanti della capitale

di Haiti, la differenza tra la vita e la morte l'ha fatta solo il caso. Con un paradosso: i più poveri hanno avuto la fortuna di

avere solo lamiere e cartoni a piovere sulle loro teste.

Ancora nessuno sa quale sarà il vero ordine di grandezza del bilancio finale. L'Onu stima che un terzo dei nove milioni di

abitanti di Haiti sia stato colpito. E il primo ministro, Jean Max Bellerive, ha parlato di oltre centomila cadaveri. Tra le

vittime si contano già l'arcivescovo Serge Miot e la brasiliana Zilda Arns, fondatrice della Pastorale dei bambini della

Chiesa cattolica a San Paolo; poi decine di Caschi blu e forse centinaia di dipendenti dell'Onu.

È morto anche il capo della missione delle Nazioni Unite, il tunisino Hedi Annabi. Ma hanno già inviato il suo sostituto.

Si è invece salvato il presidente René Preval, che con la moglie è riuscito a fuggire subito dall'inferno. È tornato a far

sentire la sua voce solo ieri, dicendo di temere migliaia di morti.

La capitale del Paese più povero dell'intero continente americano è stata distrutta dal sisma più violento mai registrato nei

Caraibi. Ma dire terremoto non può rendere l'idea, neppure a chi lo ha già provato sulla sua pelle. Non è stata una scossa

la prima, ma un lungo, interminabile, ondeggiare e sobbalzare della terra: sessanta secondi di terrore, di edifici che

crollavano come tessere di domino, di automobili sbalzate in aria. I sismologi dell'istituto americano di geofisica «Usgs»

hanno classificato la prima botta di maglio, quella scatenata alle 16,53 di martedì dalla rottura della faglia ad appena 15

chilometri da Port-au-Prince, come di magnitudo 7 sulla scala Richter. L'energia liberata è stata pari a quella di una

bomba H da 32 megaton. Circa trenta volte più potente del terremoto che ha distrutto L'Aquila (5,8 Richter), mille volte

più distruttiva dell'atomica sganciata dagli americani su Nagasaki nel 1945 (32 kiloton).

Da quel momento, nelle 17 ore successive, un bombardamento di altre 35 scosse: nessuna al di sotto dei 4,5 gradi Richter.

Era il tramonto, quando l'equilibrio della Terra si è spezzato. La notte ha coperto la disperazione e dato il via libera agli

sciacalli. Lì dove il reddito medio pro capite è di 1.200 dollari l'anno, i saccheggiatori si sono scatenati senza ritegno.

L'immane tragedia ha fatto scattare la catena dei soccorsi. Il Papa ha lanciato un appello «alla generosità di tutti». Obama

ha cominciato mandando una portaerei. L'Unione europea, nella catastrofe, ha trovato la forza di unirsi mettendo insieme

«per la prima volta» un coordinamento unico per gestire gli aiuti alla popolazione. E già da ieri sera sono arrivati i primi

soccorsi internazionali, mentre gli Stati Uniti hanno deciso di assumere in prima persona la gestione dell'aeroporto della

capitale. Ma mentre un'altra notte sta per cominciare sull'isola da dove Cristoforo Colombo nel 1492 fece cominciare la

nuova storia del mondo, tutto perde senso e proporzione. Come nel giorno dell'Apocalisse.

Marco Galdi

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 2L'Eco di BergamoApocalisse sull'isola Le vittime sono centinaia di migliaia

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 74

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Giovedì 14 Gennaio 2010 GENERALI, e-mail print

Anche il console onorario di Haiti in Italia, il bergamasco Vanni Bolis, conferma che l'isola caraibica è isolata dal mondo.

Quasi impossibile avere contatti con la capitale Port-au-Prince e il resto del Paese colpito dal violentissimo sisma:

telefoni, radio, tv sono muti e qualche informazione di fortuna ha viaggiato solo via Internet, come riferito dall'agenzia

Misna.

Bolis conosce benissimo tutta la regione caraibica di Hispaniola, di cui la martoriata Repubblica haitiana occupa circa un

terzo del territorio, quello più montuoso a occidente di Santo Domingo (l'altra parte dell'isola). Il problema è cosa fare,

bene e subito. «Un vertice per fare il punto sulla drammatica situazione in cui versano gli abitanti di Haiti sarà fatto

domani (oggi per chi legge, ndr) all'Ambasciata di Roma. La realtà è che sono saltati addirittura tutti i collegamenti interni

al Paese». Il console Bolis è riuscito a parlare con un amico che vive A Port-au-Prince solo perché quest'ultimo è

provvisto di un generatore autonomo di energia elettrica. Ma è un eccezione. «Haiti – spiega il console – è uno dei Paesi

più poveri al mondo e ora la gente del posto (circa nove milioni di abitanti) non riesce nemmeno a parlarsi per coordinare

i primi interventi di aiuto e soccorso. Questo in un contesto dove l'energia elettrica e l'acqua potabile erano erogate a

singhiozzo già prima del terremoto. Figuriamoci in una situazione apocalittica come quella che stiamo vivendo in queste

ore. Nemmeno un attacco bellico potrebbe aver avuto conseguenze peggiori per la popolazione locale. Sono venuti giù

come fuscelli al vento tutti gli ospedali, il palazzo presidenziale, chiese e nunziatura, la sede dell'Onu, persino l'hotel

Montana costruito appena un anno fa e che ho visitato di recente».

Le vicissitudini di Haiti sono note e tutto sembra assurdo: l'ex colonia francese è stata la prima Repubblica nera a nascere

al mondo, rendendosi indipendente dal colonialismo, eppure dall'inizio del 2004 è al centro dell'ennesima rivolta popolare

che ha causato disordini e violenze e ha portato alla fuga dall'isola del dimissionario presidente Jean-Bertrand Aristide,

che ora vive in Sudafrica. Dalle elezioni presidenziali del 2006, tra proteste e accuse di brogli da parte degli avversari, è

uscito eletto René Préval. Come se non bastasse, l'isola, colpita nell'estate 2004 anche dall'uragano Jeanne, vive in uno

stato di perenne emergenza umanitaria. Attualmente è in corso una missione internazionale di aiuto sotto l'egida dell'Onu,

che vede la presenza di un contingente guidato dal Brasile.

Il console Bolis tutte queste cose le sa bene e le ha vissute in prima persona: «Preval stava facendo di tutto per far rialzare

la testa al Paese. Il governo haitiano, tra l'altro, conta molto sul sostegno italiano nel settore del turismo e delle attività

imprenditoriali. Proprio in questi mesi stava cercando di privatizzare alcuni importanti settori dell'economia, come quello

delle telecomunicazioni, ma adesso il terremoto rimette in ginocchio l'intera comunità con esiti spaventosi soprattutto

nella capitale».

Metà Port-au-Prince è fatta di casette fabbricate alla meglio e che, a grappolo, si affacciano su strade con buche profonde

anche cinquanta centimetri. Metà dell'intera popolazione haitiana – 4,5 milioni di persone – risiede qui o nel conglomerato

urbano della città dove un bimbo su tre muore prima di aver compiuto cinque anni. Un dato agghiacciante che da solo

riassume la tragica odissea di un'isola splendida a due passi da una delle mete del turismo internazionale, la Repubblica

Dominicana.

«Recentemente l'amministrazione Obama – conclude il console Bolis – ha dato incarico all'ex presidente Bill Clinton di

studiare un piano di aiuti Usa al Paese caraibico. C'è di più: la Casa Bianca ha costituito una sorta di task force di esperti

internazionali e locali capaci di suggerire la ricetta per far ripartire Haiti. Ma adesso la priorità sono i soccorsi umanitari e

tecnici per far fronte alla catastrofe: si sono mossi Francia e Stati Uniti e la nostra Protezione civile ha già fatto partire una

missione aerea che studierà come ripristinare le comunicazioni sull'isola. Senza collegamenti è il nulla. Da Haiti mi

dicono che è in atto una corsa contro il tempo per riattivare subito l'aeroporto. Quando partivi da Miami, già prima del

sisma, sul biglietto aereo c'era scritto: "Attenzione, viaggi a tuo rischio e pericolo"».

Daniele Vaninetti

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 5L'Eco di Bergamo«Colpita l'isola dei poveri»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 75

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Giovedì 14 Gennaio 2010 SOCIETA, e-mail print

Era dispersa da ieri mattina alle 10, ma purtroppo è stata ritrovata morta la piccola Anna Leone, tre anni, di Calasetta, in

provincia di Carbonia-Iglesias. L'auto sulla quale viaggiava con la madre, Agata Fois, 30 anni, è stata travolta da

un'ondata di piena di un torrente mentre attraversava un ponte sul canale. La piccola è stata sbalzata fuori dall'automobile

ed il suo corpo è stato ritrovato in località «S'Acqua e' sa Murta», a poco più di mezzo chilometro dal luogo dell'incidente,

intorno a mezzogiorno da alcuni volontari che avevano avviato le ricerche della bambina. L'autopsia chiarirà se Anna

Leone è morta per annegamento o per trauma. La madre della piccola è salva. Intanto continua a piovere insistentemente

nella Sardegna meridionale: la pioggia ha provocato allagamenti proprio nella zona sud-occidentale dell'Isola, quella in

cui si è verificata la tragedia. Sono all'opera i Vigili del fuoco di Iglesias nella zona di Fluminimaggiore per l'esondazione

di un torrente e anche quelli di Carbonia per liberare dall'acqua scantinati e per alcune frane. Nella provinciale per

Villasimius il cedimento di un costone ha bloccato la strada. Allagamenti anche a Cagliari, mentre l'asse mediano di

scorrimento è stato chiuso.

foto Ansa

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 9L'Eco di BergamoBambina di tre anni inghiottita dalla piena nel Cagliaritano

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 76

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Articolo Sei in Esteri

14 gennaio 2010

Haiti - Il paese verdeoro ha 1266 soldati nel contingente Minustah. Tra i caduti la famosa attivista per diritti umani Zilda

Arns

Il Brasile in prima linea a Haiti. E non poteva essere altrimenti visto che è proprio il paese verde-oro, con 1.266 soldati, a

capo della Minustah, la forza di pace dell'Onu che con 9.065 uomini di cui 7.031 militari è stanziata dal 2004 sull'isola

dopo che l'allora presidente Jean-Bertrand Aristide fu deposto a seguito di una rivolta. L'obiettivo della missione era

quello di preservare la pace e di dare un supporto a una terra stremata per anni dalla dittatura e il Brasile era stato scelto

alla sua guida sia per la vicinanza geografica dati anche gli stretti rapporti tra Brasilia e Cuba, la perla dei Caraibi, sia per

la capacità di comprendere meglio di qualunque altro paese al mondo la cultura animista-cattolica assai radicata a Haiti

come a Bahia.

Le prime drammatiche cronache arrivate nel paese di Lula attraverso comunicazioni militari o semplici messaggi sui

social network raccontano adesso di una popolazione disperata che, per coloro che sono riusciti a divincolarsi dalle

macerie, si è subito rivolta proprio alla base brasiliana situata nel centro di Port-au-Prince. L'aiuto è arrivato anche questa

volta ma ha dovuto fare i conti con un sisma che non ha guardato in faccia nessuno. Tra i soldati brasiliani le cifre parlano

di 12 morti ma secondo quanto riferito dal generale Carlos Alberto Neiva Barcellos, a capo dell'ufficio stampa

dell'esercito verde-oro, «molti altri sono scomparsi e dunque è ancora presto anche solo per fare una stima ».

Il contingente dei militari che ha vissuto la tragedia del sisma era arrivato ad Haiti nell'agosto dello scorso anno, dando il

cambio al battaglione precedente. «Una tragedia per l'isola e per le Nazioni Unite», questo il durissimo commento del

segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon.

Locali e caschi blu dell'Onu, tutti accomunati dunque dallo stesso destino.

Ha perso la vita anche una delle più famose attiviste per i diritti umani del Brasile Zilda Arns, 75 anni, sorella di

monsignor Paulo Evaristo Arns, arcivescovo emerito di San Paolo, fondatrice e coordinatrice della Pastorale evangelica

dei bambini, tre volte candidata al premio nobel per la pace per il suo impegno umanitario. È stata travolta dal terremoto

mentre camminava, scortata da due soldati brasiliani, per le strade della capitale, dove era arrivata una settimana fa per

lavorare sul tema della denutrizione. «È morta come avrebbe desiderato», commenta malinconico monsignor Arns,

«combattendo per la causa cui aveva dedicato tutta la sua vita».

Intanto per decisione del presidente Luiz Inàcio Lula da Silva in persona il Brasile ha predisposto l'invio di dieci milioni

di dollari e di 14 tonnellate di alimenti come aiuti. Umanitari. Inoltre la Fab, la Forza aerea brasiliana, ha messo a

disposizione otto aerei come supporto logistico per le vittime. Il ministro della difesa Nelson Jobim, appena appresa la

notizia del sisma, si è subito diretto verso l'isola caraibica mentre l'Itamaraty, il ministero degli esteri brasiliano, ha

predisposto una unità di crisi con un numero verde attivo 24 ore su 24 per i familiari di tutti i brasiliani ad Haiti.

”Lula”, fanno sapere da Brasilia i suoi portavoce alla fine di una riunione d'emergenza con il ministro degli esteri Celso

Amorim, «è sotto choc per la notizia di questa tragedia ed è vicino ai familiari delle vittime.

In particolare ricorda Zilda Arns che si è sempre distinta per i suoi meriti umanitari».

In questa isola che si è accartocciata su se stessa a causa di un terremoto che, per avere un'idea, è stato più forte di quello

di Messina e dell'Irpinia, tutto adesso è surreale.

Le strade affollate di macerie, il silenzio rotto dai canti religiosi e la disperazione di chi è sopravvissuto.

Non è la prima volta che Haiti sperimenta sulla propria pelle la furia della natura. Nel 2008 il paese fu devastato dal

passaggio dell'uragano Gustav e dalla tempesta tropicale Hanna. E prima ancora era stato colpito dall'uragano Fay. Cosi

come non è la prima volta che i brasiliani in forza alle Nazioni Unite si trovino protagonisti e vittime di disastri.

Il caso più eclatante è stato quello di Sérgio Vieira de Mello, diplomatico all'Onu, nominato nel 2003 rappresentante

speciale del segretario generale delle Nazioni Unite in Iraq morto nello stesso anno insieme ad altri 21 membri del suo

staff nell'attentato dell'Hotel Canal a Bagdad.

Intanto il presidente della commissione degli esteri del senato brasiliano Eduardo Azeredo ha dichiarato che «in virtù

dell'ottimo lavoro svolto a capo della missione dei caschi blu il governo brasiliano ha tutte le credenziali per guidare

adesso gli aiuti internazionali ad Haiti».

Paolo Manzo

Data:

14-01-2010 Europaquotidiano.itIl Brasile di Lula in prima linea. Nell'isola già guida la forza di pace Onu

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 77

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Data:

14-01-2010 Europaquotidiano.itIl Brasile di Lula in prima linea. Nell'isola già guida la forza di pace Onu

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 78

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da Finanza&Mercati del 14-01-2010

Un milione di euro subito stanziati e una missione italiana in Haiti per valutare sul terreno le priorità. A seguito del

terremoto che ha colpito ieri pomeriggio la Repubblica Democratica di Haiti - si legge infatti in una nota della Farnesina -

la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs), su indicazione del ministro degli Esteri, Franco Frattini, si

è immediatamente attivata. Sono stati subito disposti due contributi finanziari a favore delle agenzie internazionali che

operano sul terreno: 500.000 euro saranno devoluti al Programma alimentare mondiale e altri 500.000 euro saranno

concessi nel quadro del programma d'emergenza che la Federazione internazionale delle croci rosse e delle mezze lune

rosse sta predisponendo per l'assistenza sanitaria.

La Dgcs, inoltre, parteciperà a una missione italiana coordinata, resa possibile da un volo organizzato dalla Protezione

civile, che partirà al più presto per Haiti. La Dgcs intende valutare sul terreno le necessità urgenti e il quadro

logistico-operativo in vista della predisposizione, nei prossimi giorni, di un proprio volo umanitario che trasporterà beni di

prima necessità destinati alla popolazione di Haiti.

Data:

14-01-2010 Finanza e MercatiProtezione civile in missione a Haiti per primo soccorso ai terremotati.

L'Italia stanzia un milione di euro

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 79

Page 89: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Il Tar non «congela» Pedemontana Slitta verdetto su ricorso Impregilo

da Finanza&Mercati del 14-01-2010

Slitta la partita sulla Pedemonatana Veneta. Il Tar del Lazio ha infatti deciso di rimandare la questione direttamente nel

merito. Sotto giudizio, il ricorso con cui la cordata di imprese guidata da Impregilo contesta l'aggiudicazione dell'appalto

all'associazione temporanea di impresa costituita da Sis (la capogruppo) e da Itinere Infraestructuras (gruppo Sacyr). In

dettaglio, Impregilo chiede l'annullamento dell'aggiudicazione al consorzio e la revoca del contratto definitivo firmato il

21 ottobre scorso. Alla base della contestazione: la mancanza dei requisiti di gara da parte di una delle società che fanno

parte dell'ati aggiudicataria. Sempre al Tar pende anche un altro ricorso, presentato da Sis al fine di blindare

l'aggiudicazione dell'appalto per la Pedemontana veneta in caso di annullamento. Nel ricorso, Sis contesta un'ordinanza

della protezione civile che consentirebbe di assegnare l'appalto a Impregilo nel caso in cui dovesse ottenere

l'annullamento dell'aggiudicazione. Intanto, ieri, in Piazza Affari, Impregilo è stata protagonista sull'ipotesi che la società

stia studiando le condizioni di mercato per l'eventuale quotazione in Brasile della società autostradale Primav

Ecorodovias. Dopo aver toccato un massimo intraday a quota 2,58 euro (+3,3%), il titolo ha chiuso la seduta a 2,56 euro

(in rialzo del 2,60%). «Quello che fa bene al titolo è che l'Ipo darebbe visibilità a un loro asset non quotato e farebbe

inoltre evincere quanto è sottovalutato il resto del business di Impregilo rispetto ai competitor», ha commentato un

analista, che cita per il 35% di Ecorodovias in mano al gruppo italiano una valutazione di circa 500 milioni di euro. Per un

altro analista la valutazione è invece di 530 milioni di euro con «uno sconto di circa il 20% rispetto al valore di mercato di

Ccr», il principale operatore autostradale in Brasile.

Interpellata dalla Consob, dopo i rialzi in Borsa, Impregilo ha dichiarato che «al momento si stanno valutando le

condizioni del mercato, propedeutiche a una eventuale quotazione della società e al fine di poter eventualmente assumere

le relative decisioni». I piani di un'Ipo per la società brasiliana risalgono ad alcuni anni fa, ma avevano poi subito una

battuta d'arresto. Proprio in vista di una quotazione nel gennaio del 2007, Impregilo International Infrastructures aveva

sottoscritto nuovi accordi di governance su Ecorodovias finalizzati al co-controllo.

Data:

14-01-2010 Finanza e MercatiIl Tar non congela Pedemontana Slitta verdetto su ricorso Impregilo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 80

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Nella notte giunti

ad Haiti primi

voli di aiuti Usa

WASHINGTON, 14 GEN - Gli Stati Uniti hanno fatto entrare in azione durante la notte a Port-au-Prince le prima

squadre di soccorso medico. Lo ha reso noto la Casa Bianca, il cui funzionario Denis McDonough ha spiegato come il

presidente Barack Obama sia determinato a far giungere "con la massima rapidità" gli aiuti alla popolazione di Haiti

colpita dal terremoto.

I militari Usa hanno anche scaricato all'aeroporto della capitale haitiana, gravemente danneggiato dal sisma, una serie di

apparecchiature elettroniche per rendere più sicure le operazioni di atterraggio e decollo dei velivoli carichi di aiuti.

Inoltre, le prime squadre di soccorso medico sono giunte a Port-Au-Prince per aiutare le vittime e per evacuare i cittadini

americani gravemente feriti.

"Dobbiamo fare presto", è stato il monito di Obama, che ha fatto scattare da ieri una massiccia operazione di emergenza

per le vittime del terremoto di martedì sottolineando che in tragedie del genere "le prime 72 ore sono decisive" per salvare

più vite umane possibile.

Il Pentagono ha usato i suoi aerei per trasportare a Port-au-Prince squadre di specialisti per questo tipo di emergenze e

decine di tonnellate di generi di prima necessità: viveri, acqua, medicine. Nello stesso tempo la Navy ha ordinato ad

alcune unità militari - compresa la portaerei Carl Vilson e tre navi anfibie (una in grado di trasportare duemila marine) - di

partire alla volta di Haiti.

La portaerei Vinson è già in navigazione ed è attesa al largo di Haiti oggi. Le squadre militari giunte in aereo hanno

portato nell'isola anche equipaggiamento elettronico per rafforzare il sistema di comunicazioni nella capitale di Haiti.

L'uso delle unità militari Usa ad Haiti presenta anche problemi diplomatici viste le accuse di ingerenze nella politica del

paese lanciate più volte in passato contro Washington.

Il presidente Obama, parlando di "tragedia crudele e straziante", ha spiegato ieri di avere ordinato una azione "rapida e

coordinata" dei soccorsi, affidata a organizzazioni civili e militari, mettendo in evidenza anche la necessità di uno "stretto

coordinamento" con gli altri paesi, per evitare sprechi e sovrapposizioni.

Il Dipartimento di Stato, grazie anche al buono stato delle comunicazioni tra l'ambasciata Usa a Port-au-Prince e

Washington, ha ottenuto in modo rapido dai suoi diplomatici sul posto un quadro realistico della terribile situazione (il

premier haitiano Jean-Max Bellerive ha parlato della possibilità di oltre 100 mila morti) facendo scattare misure di

assistenza per gli americani che vivono a Haiti.

Le prime squadre americane specializzate nel salvataggio di persone rimaste intrappolate sotto le macerie sono giunte ad

Haiti provenienti dalla Florida, dalla Virginia e dalla California, accompagnate da personale medico. Ore di angoscia sta

vivendo la comunità haitiana negli Stati Uniti.

La casa della mia famiglia è crollata - ha raccontato Ulrick Alexis, un haitiano che abita a New York - Non ho traccia di

mia madre o delle mie sorelle". Nel quartiere di Little Haiti, a Miami, la gente si scambia notizie sempre più allarmanti

dopo essere rimasta collegata per ore ai computer, avere ascoltato la radio e seguito i notiziari della CNN. Veglie di

preghiera sono state organizzate da diverse comunità di emigrati haitiani mentre sono scattate anche numerose iniziative

per la raccolta di fondi e di altri generi di prima necessità per le vittime della più grande catastrofe che abbia mai colpito

Haiti.

14 Gennaio 2010

Data:

14-01-2010 La Gazzetta del Mezzogiorno.itNella notte giunti ad Haiti primi voli di aiuti Usa

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 81

Page 91: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Erogati a favore della popolazione solo 466mila euro a fronte di oltre 9 milioni di danni

Nicola Lopreiato

Carte alla mano i fondi della Regione, destinati ai danni sub?ti dalle persone, sono stati rendicontati fino all'ultimo

centesimo. L'assessore comunale all'Ambiente e alla Protezione civile, Enzo Insard?, ha spedito un vero e proprio dossier

al presidente della Giunta regionale Agazio Loiero per ribaltare quanto affermato nei giorni scorsi in una pubblica

assemblea dallo stesso governatore, che ricopre anche l'incarico di commissario delegato per l'emergenza alluvione.

In particolare Insard? contesta le motivazioni, addotte da Loiero, in base alle quali non avrebbe erogato altri fondi per

come pi? volte sollecitato dallo stesso assessore e dal sindaco Sammarco perch? le carte non erano in regola.

«Ritengo – sostiene Insard? nella lettera allegata al dossier inviato al commissario delegato – che

occorre fare chiarezza sull'argomento, anche alla luce di erronee informazioni». A tal proposito comunica che a favore

delle popolazioni colpite dall'alluvione del 3 luglio 2006 «? stata elargita fin dal dicembre di quell'anno la somma di

466mila euro quale anticipazione sul contributo spettante in applicazione all'art. 4 comma 3 dell'ordinanza Pcm

3531/2006. La medesima somma risulta suddivisa tra 139 nuclei familiari». Entrando nel merito della questione e, quindi,

della «mancata rendicontazione» sollevata da Loiero l'assessore dimostra che la rendicontazione di tale somma «risulta

dalle determine dirigenziali (la n, 64 del 12 dicembre 2006 e la n. 76 del 29 dicembre 2006)» aventi in allegato l'elenco

dei nuclei familiari interessati e l'entit? delle somme elargite. «L'invio in copia delle determine – chiarisce ancora

Insard? – risulta essere stato effettuato con nota n. 52 del 15 gennaio 2007» che comprendeva anche le altre

somme erogate a favore di fornitori di servizi. Ulteriore situazione di rendicontazione comprensiva di tutte le spese

effettuate, gli elenchi dei richiedenti il contributo e gli elenchi delle prime erogazioni a favore dei nuclei familiari, ? stata

inviata il 7 febbraio 2007 e il successivo 27 marzo 2007». A tal proposito l'assessore indica l'ordine progressivo dei

numeri di protocollo e precisa, sempre nella lettera allegata al dossier, che «la richiesta delle somme necessarie a tacitare

le istanze di contribuzione per danni subiti dalla popolazione, calcolata con le modalit? stabilite nella riunione con il

personale regionale tenutasi nei locali del presidio territoriale in data 13 settembre 2007, ? stata debitamente inviata in

data 21 gennaio 2008». Inoltre Insard? fa sapere che sono state allegate due relazioni dell'ufficio, esplicative del lavoro

svolto dal presidio. «? palese, pertanto – aggiunge l'assessore – che l'ufficio comunale in questione, che

si interessa esclusivamente di assistenza alla popolazione, non ha certamente mancato ai suoi doveri, rendicontando per

come richiesto. La questione tra l'altro ? ben nota al personale regionale di riferimento, che ha partecipato ai lavori del

presidio ed ha sottoposto a controlli le procedure messe in atto per il calcolo dei contributi». Insard?, infine, non manca di

puntualizzare anche che «non risulta mai effettivamente assegnata al presidio territoriale uno di palazzo "Luigi Razza" per

l'assistenza alla popolazione la somma di 720mila euro», per come tra l'altro riferito dal presidente Loiero e riportato da

Gazzetta del Sud il 9 gennaio scorso.

Qualche mese addietro lo stesso assessore alla Protezione civile aveva chiesto un incontro urgente allo scopo di

individuare e reperire nuovi fondi da erogare al fine di alleviare e fronteggiare i danni subiti dalla popolazione vibonese

che sono stati stimati da apposita commissione intorno ai 9 milioni di euro, a fronte dei 14 richiesti.

Data:

13-01-2010 Gazzetta del SudAlluvione, in un dossier il rendiconto dei fondi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 82

Page 92: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Il consiglio dei ministri ha approvato lo stato di emergenza per Toscana, Liguria ed Emilia Romagna

Orsola Mandelli

CAGLIARI

Una bimba di tre anni, Anna Leone, morta in Sardegna dopo essere stata strappata dalle braccia della mamma che tentava

di metterla in salvo dall'acqua che invadeva la loro auto, la dichiarazione dello stato di emergenza in Toscana, Ligura e

Emilia-Romagna e allarmi della Protezione Civile in tutta la penisola. Sono gli effetti della forte area depressionaria che

sta investendo tutta Europa e sta mettendo alla frusta le organizzazioni di soccorso.

L'episodio più grave è avvenuto in Sardegna, dove un'improvvisa onda di piena ha invaso il greto di un piccolo torrente,

rio Murta, vicino a Calasetta nel Sulcis-Iglesiente. In quel momento Agata Fois, la mamma di Anna, stava guadando il

greto del piccolo torrente, un punto di passaggio obbligato, al volante di un pesante fuoristrada, un Mitsubishi Pajero. La

forza dell'acqua ha scaraventato il veicolo contro una passerella pedonale in cemento armato, provocando la rottura di due

vetri. L'interno è stato subito allagato e la madre per non annegare è uscita con Anna in braccio, ma è stata subito travolta.

La violenza della corrente era ancora fortissima quando, circa un'ora dopo l'incidente avvenuto poco prima delle 9, i

tecnici del Soccorso Alpino e speleologico della Sardegna (Sass) sono riusciti a trovare il corpo della bimba. È stato

possibile recuperarlo solo legando con una corda doppia un operatore che ha potuto così raggiungere il corpicino bloccato

tra le canne a 600 metri di distanza dal punto in cui il fuoristrada era rimasto incastrato sotto la passerella pedonale.

Inutile, per oltre un'ora, il tentativo compiuto dai soccorritori e dell'equipaggio di un'ambulanza del 118 di rianimare la

piccola.

Dopo l'episodio, mentre il presidente della Regione Ugo Cappellacci faceva pervenire il suo cordoglio alla famiglia, il

direttore del servizio di Protezione Civile della Regione Autonoma della Sardegna, Giorgio Cicalò, ha lanciato un appello

per una «maggiore informazione e più cautela». «Quando ci sono situazioni di forte piovosità, esondazioni o piene

occorre stare a casa, magari nei piani alti – ha detto Cicalò – e se proprio ci si deve muovere è meglio

evitare di guadare i corsi d'acqua e, ove non sia possibile, occorre attendere che termini la piena. In Sardegna, infatti, i

corsi d'acqua sono molto piccoli e passano poche decine di minuti tra la piena e lo svuotamento dell'alveo».

Oggi la perturbazione interesserà maggiormente la parte orientale dell'isola e l'allerta resta alto. Lo stesso accadrà in

Toscana, dove il maggior problema resta quello del rischio di crolli dell'argine del lago di Massaciuccoli, in Liguria e

Emilia Romagna, già provate dall'ondata di maltempo tra Natale e Capodanno. Anche la Giunta regionale della Calabria

ha deciso di chiedere lo stato di emergenza ed il riconoscimento di calamità naturale per i nubifragi dal primo a 5 gennaio

scorsi, mentre fin da stanotte sono attese nuove forti piogge.

Intanto, gli interventi preventivi realizzati dal Comune di Deruta, in collaborazione con la Regione Umbria su un'area

artigianale a rischio idrogeologico, dimostrano che si possono mettere in sicurezza territori altrimenti soggetti ad

esondazione con relativi danni. Ad evidenziarlo è Ada Girolamini, consigliere regionale (Uniti nell'Ulivo – Sdi)

in una interrogazione alla Giunta sulle iniziative da intraprendere per evitare le conseguenze disastrose che, piogge

abbondanti, sempre più frequenti perché dovute ai cambiamenti climatici, provocheranno sul suolo umbro. Dopo aver

ricordato che all'intervento di Deruta si deve contrapporre quello non realizzato a Pretola di Perugia, dove il campo

sportivo ha subito gli stessi danni di qualche anno fa, Girolamini sottolinea il peso socio-economico dei costi provocati

dalla non attuazione di strategie per prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici, evidenziati da più autorità come l'Apat

(Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici) e del Cmcc (Centro euro mediterraneo per i cambiamenti

climatici).

Argini a rischio

C'è troppa sabbia nelle arginature del fiume Serchio. E questo rischia di comprometterne la stabilità. Lo afferma il

geologo Giovanni Bracci, dirigente del settore Difesa del suolo della Provincia di Pisa che dice: «Certamente così com'è

l'argine non corrisponde ai requisiti previsti dalla legge». E l'assessore provinciale alla Protezione civile, Walter Picchi,

aggiunge: «Da tempo diciamo che gli argini non sono adeguati». «Li avesse l'Arno gli argini del Serchio», replica il

segretario generale dell'autorità di bacino del Serchio, Raffaello Nardi. «Abbiamo pronto un piano di interventi da 450

milioni di euro solo per il rischio idraulico – aggiunge – ma è chiaro che si deve operare per gradi. Io in

Italia ho visto arginature assai peggiori di quelle del Serchio, che sconta l'opera dell'uomo e le urbanizzazioni che nei

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudIl torrente la strappa dalle braccia della madre

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 83

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decenni lo hanno ingabbiato». «A Nodica dove si è verificata la frattura – spiega Bracci – e dove

abbiamo prelevato campioni dell'argine stesso, abbiamo visto che la composizione granulometrica del terreno testimonia

un'eccessiva frazione sabbiosa».

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudIl torrente la strappa dalle braccia della madre

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 84

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Un italiano tra i morti: 190 i connazionali che vivono nell'isola caraibica

Marco Galdi

Port-au-Prince

Port-au-Prince non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del paese più povero dell'intero

continente americano. I morti fatti dal terremoto che si è scatenato a partire dal tramonto di martedì si conteranno, forse, a

centinaia di migliaia. Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superare persino i 230.000 dello tsunami di Santo

Stefano 2004. Qualcosa con cui il mondo intero dovrà fare i conti: lo ha detto per primo il presidente Obama, che ha

chiesto al Pentagono di mobilitare tutte le forze disponibili per portare aiuto.

L'orrore di Port-au-Prince è negli occhi dei bambini rimasti vivi, nei silenzi di chi si trascina senza braccia, nelle urla di

chi è rimasto cieco. I cadaveri li ammucchiano nelle aule delle scuole, o li porta via il mare, o restano sotto le macerie di

quella che fu la terra della filibusta e che oggi non è più nulla. Il palazzo presidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il

quartier generale delle Nazioni Unite, gli albergacci che qui sembravano di lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di

Francia, ma anche la prigione, le scuole, gli ospedali e le sconfinate bidonville: tutto è crollato sotto un bombardamento di

scosse. Per gli oltre due milioni di abitanti della capitale di Haiti, la differenza tra la vita e la morte l'ha fatta solo il caso.

Ancora nessuno sa quale sarà il vero ordine di grandezza del bilancio finale. L'Onu stima che un terzo dei 9 milioni di

abitanti di Haiti sia stato colpito. Ed il primo ministro Jean Max Bellerive ha parlato di oltre centomila cadaveri. Un

senatore dell'opposizione, Youri LaTortuem ha detto che i morti potrebbero essere 500mila. Il presidente Rene Preval,

invece, riduce sensibilmente queste cifre e parla di 30-50mila morti.

Tra i morti si contano già l'arcivescovo Serge Miot e la brasiliana Zilda Arns, fondatrice della Pastorale dei bambini della

Chiesa cattolica a San Paolo, decine di Caschi Blu e forse centinaia di dipendenti dell'Onu. Il capo della missione delle

Nazioni Unite, il tunisino Hedi Annabi, ufficialmente è tra i dispersi. Ma hanno già inviato il suo sostituto. Si è invece

salvato il presidente Renè Preval, che con la moglie è riuscito a fuggire subito dall'inferno. Tra le vittime ci sarebbe anche

un italiano. Dei circa 190 connazionali presenti sull'isola, l'Unità di Crisi del ministero è riuscita per il momento a

contattarne 70.

La capitale del paese più povero dell'intero continente americano è stata distrutta dal sisma più violento mai registrato nei

Caraibi. Ma dire "terremoto" non può rendere l'idea, neppure a chi lo ha già provato sulla sua pelle. Non è stata una sola

scossa prima, ma un lungo, interminabile, ondeggiare e sobbalzare della terra: 60 secondi di puro terrore.

I sismologi dell'istituto americano di geofisica Usgs hanno classificato la prima botta di maglio, quella scatenata alle

16.53 dell'altro ieri dalla rottura della faglia ad appena 15 chilometri da Port-au-Prince, come di magnitudo 7,3 sulla scala

Richter. L'energia liberata è stata pari a quella di una bomba H da 32 megaton. Circa 30 volte più potente del terremoto

che ha distrutto L'Aquila (5,8 Richter), mille volte più distruttiva dell'atomica sganciata dagli americani su Nagasaki nel

1945 (32 kiloton).

Da quel momento, nelle 17 ore successive, un bombardamento di altre 35 scosse: nessuna al di sotto dei 4,5 gradi Richter.

Una vera e propria Apocalisse.

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudHaiti devastata dal terremoto le vittime sarebbero 100mila

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 85

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Eleonora Sasso

L'AQUILA

L'emergenza non è ancora finita all'Aquila, a nove mesi dal terremoto che ha devastato la città e lasciato sotto le macerie

trecento persone. Ma sono bastate poche ore per far partire anche nel capoluogo abruzzese, in piena ricostruzione, la

macchina della solidarietà verso il popolo di Haiti, colpito da un sisma di proporzioni ben maggiori. «Nessuno come noi

può capire quello che la gente di Haiti sta passando» afferma il sindaco, Massimo Cialente.

Sono le sensazioni e i sentimenti, la tragedia di chi ha perduto i famigliari o solo la casa, al di là dei numeri e dei bilanci

– che per Haiti si aggravano terribilmente di ora in ora - ad accomunare due terre così distanti.

Per L'Aquila nel luglio scorso si sono mossi i grandi del mondo, le foto di Obama davanti ai monumenti feriti sono

cronaca ancora oggi. Ora nella città delle Novantanove cannelle partono raccolte di fondi destinati ai fratelli oltreoceano.

«Ci sentiamo vicini, in una tragedia che colpisce un Paese povero che non è certamente dotato del sistema di protezione

civile che c'è in Italia», prosegue Cialente.

La Regione Abruzzo, in contatto con l'ufficio Emergenza e Cooperazione del Ministero degli Esteri, promuoverà presso la

conferenza dei presidenti delle Regioni alcune iniziative di sostegno ai superstiti. «Il nostro pensiero – dichiara il

presidente, Gianni Chiodi – va alle vittime e alle loro famiglie e a tutte le persone che hanno visto la vita

tragicamente sconvolta in pochi minuti. Nel nostro territorio le ferite di nove mesi fa non sono ancora rimarginate, quindi

abbiamo conoscenza diretta del dramma provocato da certi eventi calamitosi».

Un invito a partecipare alla colletta organizzata dalla Caritas arriva dall'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari, che si

è raccolto in preghiera per «la popolazione di Haiti, che sta vivendo una situazione molto più grave di quella aquilana e

con quasi nessun mezzo di soccorso a disposizione».

Cialente apprezza la scelta della Protezione Civile nazionale di inviare un team sul posto, e dice: «Mi piacerebbe poter

inviare una delegazione anche dall'Aquila, tuttavia la città sta vivendo una fase acuta dell'emergenza. Sono oltre

cinquantamila le persone assistite: quasi diecimila in strutture alberghiere, altrettante negli alloggi antisismici, tremila in

affitto e trentamila in autonoma sistemazione».

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudAiuti anche dall'Aquila

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 86

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Al taglio del nastro il presidente della Regione on. Loiero: «Abbiate fiducia nella sanità calabrese»

Margherita Esposito

CIRO' MARINA

Elisoccorso bagnato, elisoccorso fortunato. E' la speranza di tutti. Certo, di acqua ne è venuta giù tanta fin dal primo

pomeriggio di ieri, condizionando la cerimonia di inaugurazione della base a Cirò Marina. Un evento che dovrebbe fare

da apripista alla attivazione nel Crotonese del servizio di emodinamica, dell'allestimento della camera iperbarica ed anche

della radioterapia.

Intervenuto a Cirò Marina, il governatore Agazio Loiero ieri ha fatto eco alle contestuali dichiarazioni del consigliere

regionale, Francesco Sulla, che aveva ricordato che la Regione aveva sboccato i fondi dell'art. 20 per dare alla provincia

di Crotone il servizio di emodinamica e la camera iperbarica.Il governatore, ha quindi precisato: «Il piano regionale

prevede di portare nel territorio tutti questi strumenti essenziali inclusa la radioterapia».

La stazione dell'elisoccorso di Cirò Marina, con l'hangar e gli alloggi per il personale, sarà al servizio del Crotonese e del

Basso Jonio cosentino per assicurare un intervento rapido nelle emergenze sanitarie riducendo le distanze che, soprattutto

nei paesi dell'entroterra, hanno segnato troppe volte condanne a morte. La stazione, ubicata in località Lipuda, nell'area

industriale della cittadina, si allarga in un'ampia piazzola di atterraggio al di sotto della statale jonica che qui corre a pochi

metri. Per celebrare l'avvenimento che, secondo quanto ha dichiarato il sindaco di Cirò Marina, Nicodemo Parrilla,

facendosi portavoce dei colleghi della provincia «rappresenta una conquista sociale per il crotonese», sono intervenuti

tutti i sindaci del crotonese, a partire dal sindaco di Crotone, Vallone, quindi: il parlamentare Pd, Nicodemo Oliverio,

l'assessore provinciale, il cirotano Franco Senatore, il coordinatore regionale del servizio elisoccorso Eugenio Ripepe, il

presidente dell'Asp di Crotone Domenico Scuteri, il direttore del distretto sanitario di Cirò Marina Sergio D'Ippolito ed

unità della locale postazione del 118. In rappresentanza delle forze dell'ordine erano presenti: il luogotenente della

Guardia di Finanza Francesco Amato, il comandante della stazione dell'Arma di Cirò Marina Elio Codispoti, il

comandante della Stazione di Cirò della Guardia forestale Donato Mingrone; per la scuola: i dirigenti scolastici di Cirò e

Cirò Marina, Barberio e Vincenzo, quindi una nutrita rappresentanza delle associazioni tra le quali: l'organizzazione

europea dei volontari di protezione civile dei vigili del fuoco di Strongoli e Torre Melissa, i gruppi scout Esploratori

d'Italia e Assoraider, l'associazione Carabinieri in pensione, Marinai d'Italia, la Pro Loco, Lions, Lega navale.

La cerimonia è stata aperta con il taglio del nastro e la benedizione di Don Antonio Mazzone, parroco della chiesa di San

Nicodemo. Intanto ha cominciato a volteggiare nell'aria l'elicottero che, con un pizzico di emozione, da parte del

pubblico, è atterrato nella pista davanti alla vasta platea. Negli interventi che hanno preceduto il buffet offerto

dall'amministrazione comunale, il Governatore si è soffermato sulla politica sanitaria. «Proprio oggi – ha

spiegato Loiero – è stato presentato un question time della Lega contro il piano di rientro della Calabria la cui

Giunta ha fatto di tutto per evitare le conseguenze disastrose che sarebbero derivati dal commissariamento». «In

ottemperanza agli impegni con il Governo – ha continuato il presidente della Regione – saranno chiusi

gli ospedali inutili, quali quelli con solo 20 posti letto; laddove, però, non ci sarà un ospedale, saranno create le Case di

Salute in cui saranno disponibili 15 medici di base e sarà erogata anche la risonanza mobile».

Loiero ha sottolineato il ruolo svolto dal dott. Scuteri «nel portare avanti scelte difficili quando c'è da commisurare diversi

interessi territoriali ma che, con il tempo, si sono dimostrate valide»; ha quindi invitato i calabresi «ad avere fiducia nella

sanità calabrese che pure ha poli di eccellenza» ed a leggere un messaggio di ottimismo nell'attivazione dell'elisoccorso

nel Crotonese.

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudDa oggi più tutelata la salute dei cittadini: attivata al Lipuda la base di

Elisoccorso

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 87

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Alessandro Tumino

E il sopralluogo compiuto ieri dal sindaco Buzzanca e dal questore Agatino Pappalardo ha interessato anche l'abitato di

Altolia che corre sempre il rischio – non per cattiva volontà, sia chiaro – di passare in seconda linea

rispetto ai casi complessivamente più drammatici di Giampilieri o di Scaletta. Ma basta un rapido giro, e pochi sguardi,

per rendersi conto di quanto delicati siano i problemi che rischiano di paralizzare la rinascita del piccolo borgo. Eppure

tutti, in particolare la quasi totalità degli sgomberati delle vie Luogo grande e Vallone vogliono tornare, continuare a

vivervi.

Anzitutto va ancora sciolto il nodo spinosissimo della scuola elementare e materna, che sta vivendo solo grazie

all'accoglienza della chiesa parrocchiale di San Biagio: ma i bambini, in questi giorni, continuano a soffrire il freddo

perché quelle stufette che vanno sempre in tilt, nella chiesa gelata del paesino di montagna, sono solo un palliativo. Tutti

gl'interessati alla vicenda, le famiglie, gli insegnanti e l'inesauribile padre Orazio Siani, alleviano in ogni modo i disagi dei

piccoli, e confidano nell'impegno delle autorità per uscire dal vicolo cieco. E le istituzioni stanno perseguendo quella che

appare come l'unica soluzione per salvare ad Altolia il presidio della scuola dell'obbligo: il "ritorno" nella moderna sede di

recente ristrutturata, che è stata abbandonata dopo l'1 ottobre perché sta "sotto collina": a poche decine di metri da quel

tratto prima verde e terrazzato della medesima collina, che le acque dell'1 ottobre hanno scavato creando una paurosa

voragine di fango che incombe sulla Provinciale 33.

Non è certo l'unico punto a rischio di quest'arteria, che racchiude una sequela di situazioni pericolose specialmente tra

Molino ed Altolia, ma è questo il tratto che ha messo in pericolo il plesso e fa sì che i 20 scolaretti debbano far lezione

nella fredda chiesa. Buzzanca ha ieri constatato che l'impresa Sofi cui la Protezione civile di Messina ha aggiudicato

questa specifica messa in sicurezza (lavori da 250.000 euro) ha aperto i cantieri ed effettuato i primi interventi. La

metodologia di questo consolidamento è mista: prima si provvede al disgaggio e alla rimozione controllata delle parti

pericolose (pietre, fango o tronchi sdradicati) poi saranno montate le reti metalliche, analoghe a quelle già distese ed

"avvitate" sulle rocce a strapiombo che minacciano la Provinciale 33 all'ingresso nell'abitato di Giampilieri.

Buzzanca, che di questo primo intervento ha parlato ieri con alcuni residenti, è stato abbastanza tranquilizzante: «I cantieri

per risolvere il problema della riapertura della scuola sono stati aperti e i lavori potranno accelerare, e svolgersi con

grande intensità. Quando il costone sarà definitivamente in sicurezza i bambini torneranno nella loro scuola». Ma ad

Altolia per un grande problema che s'avvia – lentamente – a soluzione, altri magari più piccoli ma

tremendamente concreti avanzano e chiedono soluzione. Ad esempio quello del carente trasporto pubblico: alcuni

cittadini del borgo, tra i quali la signora Francesca Sciliberto (sorella di Luccio Sciliberto, il commerciante di 43 anni, che

ancora risulta disperso) hanno chiesto con forza a Buzzanca d'intervenire nei confronti dell'Atm perché sia

immediatamente ripristinato il servizio di bus navetta che da qualche giorno è stato interrotto per far fronte... alle esigenze

della popolazione di Cumia. Il sindaco ha immediatamente contattato l'Azienda Trasporti perché non si neghi più,

neanche un giorno, un servizio di cui Altolia – per non essere tagliata fuori – ha assoluto bisogno.

Infine, altra richiesta rivolta al Comune: ripulire tutto il torrente Giampilieri rimuovendo l'enorme massa di detriti

alluvionali ancora presenti nella parte alta della fiumara, quella che con una forte pendenza scende dalla vetta di Altolia.

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudAd Altolia si lavora sulla collina che minaccia la scuola

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 88

Page 98: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Palermo Presentati i primi risultati sulla simulazione dell'eruzione dell'Etna, coordinata da Enavenav, ha organizzato e

ospitato la riunione di debrifieng del "Volcanic Ash Exercises Steering Group" che segue il convegno di giugno tenutosi a

Catania, relativa all'esercitazione internazionale di simulazione delle operazioni di controllo del traffico aereo in caso di

eruzione vulcanica.

Il gruppo di lavoro, di cui fanno parte i maggiori provider europei, compie studi e sperimentazioni per la conoscenza delle

ceneri vulcaniche e del loro impatto sulla gestione del Traffico aereo. L'Icao (Organizzazione Internazionale Aviazione

Civile), infatti, ha creato un sistema di controllo chiamato International Airways Volcano Watch (Iavw), con lo scopo di

fornire avvisi in tempo utile e suggerimenti agli utenti aeronautici in caso di presenza di nubi di ceneri vulcaniche.

L'esercitazione internazionale denominata Volcex 02/09, la prima di una serie che si faranno in altre zone del mondo, si è

svolta il 10 novembre scorso coinvolgendo 7 stati oltre l'Italia e come scenario è stata simulata una eruzione dell'Etna.

Questa simulazione è stata voluta espressamente dall'Icao che ha affidato tutta l'organizzazione ad Enav in qualità di

Exercise leader. Questo test ha consentito di mettere in atto le procedure del piano di emergenza internazionale

sull'eruzione dell'Etna con immissione nell'atmosfera di una estesa nube di cenere vulcanica, molto pericolosa per gli

aeromobili, che ha interessato gli aeroporti di Catania e Reggio Calabria e una vasta zona di spazio aereo anche ad alte

quote. Una simulazione che ha ricalcato quanto è avvenuto realmente in passato.

In particolare lo scenario simulato ha testato una eruzione di cinque ore di durata e ha evidenziato che le nuove misure di

contingency hanno permesso di garantire la sicurezza delle operazioni e comunque la esecuzione della maggior parte dei

voli in programma.

Su un campione di circa 200 voli ci sono stati 40 cancellazioni, 30 dirottamenti e il resto dei voli in parziale ritardo.I n

assenza di tali misure si sarebbero verificate condizioni di estrema pericolosità per la navigazione aerea: le ceneri

vulcaniche, infatti, possono creare seri problemi alla carlinga dell'aeromobile e soprattutto ai motori Inoltre le compagnie

avrebbero dovuto intervenire singolarmente con la cancellazione totale dei movimenti e con tutte le conseguenze del caso.

Si è trattato, dunque, di una incontro tecnico funzionale alla sperimentazione del prossimo 2 marzo quando, in Portogallo,

verrà avviata una simulazione dell'eruzione del vulcano Monte Pico.

Alla riunione erano presenti, tra gli altri, i rappresentanti dell'Icao, della Protezione Civile, di Enac, di Eurocontrol e del

Centro nazionale di Climatologia e meteorologia dell'Aeronautica militare Italiana.

Come provider per il controllo del traffico aereo, oltre ad Enav che organizzava l'incontro, c'erano il provider portoghese

Nav e quello francese Dsna.

All'esercitazione hanno partecipato anche 3 compagnie aeree. Si tratta di Alitalia, Air France e Windjet e naturalmente gli

esperti e i tecnici dell'Ingv, l'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia che conoscono bene cosa accade quando l'Etna

entra in fase di eruzione e copre gran parte dell'Isola di un manto di cenere.

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudEruzione dell'Etna provoca la cancellazione di quaranta voli

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 89

Page 99: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Marina Perna

ROMA

«Mi appello alla generosità di tutti: non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle la nostra concreta solidarietà e il fattivo

sostegno della comunità internazionale».

A poche ore dal terribile sisma che ha colpito Haiti, il Papa «rivolge un pensiero» alla popolazione e alle vittime e invita il

mondo a unirsi a lui. Non solo nelle preghiera. Ma anche nella solidarietà concreta, fatta di aiuti e sostegno. E annuncia

che la Chiesa sarà in prima linea: «Non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue istituzioni caritative per

venire incontro ai bisogni più immediati».

Con la Cei che ha già annunciato fondi per due milioni di euro. Un appello che arriva mentre dal vecchio continente

all'altra parte dell'oceano si è messa in moto la macchina della solidarietà.

L'Unione europea ha deliberato ieri un coordinamento europeo degli aiuti e messo sul tavolo 3 milioni di euro mentre già

molti paesi europei – Italia in prima linea – hanno annunciato stanziamenti in denaro, voli umanitari e

supporto logistico.

Dagli Stati Uniti lo stesso presidente Barack Obama, è sceso in campo invitando la sua amministrazione al massimo

sforzo per «aiuti coordinati e rapidi» e annunciando prime «squadre di soccorso in poche ore».

Gli aiuti ad Haiti «devono essere uno sforzo internazionale»: uno sforzo – ha rimarcato – che deve

essere «rapido, coordinato ed energico».

- Appello del Papa: «Il mio pensiero va, in particolare, alla popolazione duramente colpita», ha detto ieri mattinaRatzinger al termine dell'udienza generale invitando «tutti ad unirsi alla preghiera al Signore per le vittime».«Assicuro la mia vicinanza spirituale a chi ha perso la propria casa e a tutte le persone provate in vario modo daquesta grave calamità». «Mi appello alla generosità di tutti» ha aggiunto sottolineando che la Chiesa cattolica siattiverà «immediatamente». - Unione Europea: Il consiglio informale dei ministri per l'Europa ha deciso ieri «un'iniziativa di coordinamento»per i soccorsi al popolo haitiano e deciso uno stanziamento di tre milioni di euro.- Italia, Spagna, Germania, Francia: è corsa agli aiuti anche dai singoli paesi europei. Roma ha stanziato 1 milionedi euro e deciso una missione italiana per valutare le priorità: la Farnesina ha disposto 2 contributi a favore delleAgenzie Internazionali che operano sul terreno (500.000 euro al Programma Alimentare Mondiale per le esigenzealimentari d'urgenza, e 500.000 euro nel quadro del programma d'emergenza che la Federazione Internazionaledelle Croci Rosse e delle Mezze Lune Rosse sta predisponendo per l'assistenza sanitaria).Ieri sera è decollato invece da Roma un volo dell'aeronautica militare con un team "multiforze": un "advancedteam Italia" con funzionari della Farnesina, delle forze armate, della Guardia di Finanza, della Protezione Civile edella Croce Rossa che arriverà già domani mattina a Haiti.Dalla Caritas Italiana ci sono poi sul tappeto 100 mila euro per le vittime haitiane mentre anche l'Aquila –colpita il 6 aprile scorso da un tremendo sisma – ha annunciato una raccolta di fondi per Haiti.La Spagna ha annunciato invece 3 mln di euro e tre aerei di aiuti pronti a partire mentre la Germania haannunciato aiuti umanitarie per 1 milione di euro e la Francia – paese Ue che ha la maggior comunitànell'isola – invierà sabato il proprio segretario di Stato alla Cooperazione, Alain Joyandet.- Stati Uniti: Il presidente Obama ha assicurato «il pieno sostegno» americano, annunciando tutte le «risorse civilie militari» possibili – con prime squadre di soccorso in arrivo «entro poche ore».Obama ha poi riferito di aver invitato la sua amministrazione al massimo sforzo per «aiuti coordinati e rapidi»,invitando la comunità internazionale ad uno sforzo congiunto.Per portare aiuto ai terremoti gli Stati Uniti hanno anche mobilitato le navi da guerra.

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudL'appello del Papa: non facciamo mancare nulla a questi fratelli

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 90

Page 100: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

La fondazione del "Primum ac Prototypum collegium" aprì proprio a Messina una nuova pagina per la storia della cultura

in Italia e nel mondo. Sorgeva il primo centro di studio che la Compagnia di Gesù creava esclusivamente per i laici, e nel

quale veniva formulata per la prima volta la "Ratio studiorum", un metodo scolastico che sarà alla base degli

insegnamenti scolastici dei paesi occidentali.

Nel periodo in cui la città conosceva questo enorme risveglio intellettuale, le condizioni della cultura, soprattutto in

Sicilia, erano deplorevoli, in quanto, alla fine del Quattrocento e agli inizi del Cinquecento, città come Messina e Palermo

non avevano scuole. Messina bramava una Università, e l'occasione venne con la chiamata in città di Giovanni de Vega

come Vice Re, uno spagnolo molto intelligente e colto, adatto a comprendere il problema della cultura per una città. In

breve tempo il Senato messinese approvò il progetto di affidare l'apertura di un collegio a S. Ignazio di Loyola. Il giovane

gesuita, nonostante ricevesse da varie parti d'Europa richieste analoghe, accolse con entusiasmo la proposta, deciso a dare

a Messina più di quanto gli si richiedeva. La sua mente di statista e di organizzatore concepì un grandioso progetto in cui

Messina, posta tra l'Occidente e l'Oriente, avrebbe dovuto diventare un centro di vita intellettuale e cattolica dal quale la

religione e la cultura potessero irradiarsi nelle terre oltremare dell'Islam. Scelse, dunque, dieci tra i suoi migliori uomini e

li inviò a Messina il 18 marzo del 1548. Il 9 aprile una folla di gente appartenente ad ogni classe sociale, il Vice Re, la

Magistratura, i Giurati, accorse nella chiesa di S. Nicolò per le prime lezioni di inaugurazione ai corsi che sarebbero

iniziati molto presto.

Il 24 aprile, nei locali dell'Arcivescovado, furono tenute le prime lezioni e per le scuole inferiori di grammatica, si

presentarono 170 alunni. Ben presto il tempio di S. Nicolò non fu più sufficiente ad accogliere le folle di gente che

accorrevano a sentire le lezioni. Il 16 novembre 1548 il Papa firmava la Bolla "Copiosus in misericordia Dominus" che

erigeva l'Università, affidandola alla Compagnia di Gesù e alla quale venivano concessi tutti i privilegi di cui godevano le

grandi Università europee, come la Sorbona. A questo documento, Paolo III, su preghiera di Ignazio, fece seguire il 24

novembre dello stesso anno la Bolla "Summi Sacerdotis ministerii" con la quale erigeva il Collegio Mamertino. Dovevano

passare, però più di cinquant'anni perché questo progetto andasse in porto, anche per l'ostilità mostrata da Catania che

temeva di vedere offuscata la sua fama, e dal Senato messinese che non accettava che l'Università fosse interamente sotto

la direzione dei Gesuiti. Nel 1549 si raggiunse un compromesso. Si divise l'Università in due rami: la prima con le facoltà

di Filosofia e Teologia più le lettere e le lingue, fu affidata ai Gesuiti ; la seconda, con le facoltà di Medicina, legge e

diritto canonico venne affidata al Senato con un Rettore a parte. Questo il primo seme di quello che fu il Primum ac

Prototypum Collegium e la Universitas Studiorum di Messina ; poi i collegi e le case si moltiplicarono in tutta l'isola.

Nel 1767 un decreto di Ferdinando IV di Napoli cacciava i Gesuiti dalla Sicilia. Dopo varie vicende nel 1884 ripresero la

loro attività di educatori proprio a Messina, dove assunsero la direzione della scuola paterna "Maurolico". Ma la storia dei

gesuiti a Messina è legata anche ad altre vicende. È il 1897 quando il giardino adiacente il Collegio e la casa di

villeggiatura della

Marchesa di Cassibile vengono ceduti in proprietà al nuovo istituto che può, in tal modo, ospitare anche le scuole

elementari, ancora allocate

in città. Il Cassibile diviene, quindi, l'unica sede delle scuole gesuitiche di Messina. Lì nel 1908, a seguito del terremoto,

perderanno la vita 33 alunni e 5 padri.

Data:

14-01-2010 Gazzetta del Sud"Primum ac Prototypum collegium" e disfida universitaria

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 91

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Eleonora Sasso

L'AQUILA

L'emergenza non è ancora finita all'Aquila, a nove mesi dal terremoto che ha devastato la città e lasciato sotto le macerie

trecento persone. Ma sono bastate poche ore per far partire anche nel capoluogo abruzzese, in piena ricostruzione, la

macchina della solidarietà verso il popolo di Haiti, colpito da un sisma di proporzioni ben maggiori. «Nessuno come noi

può capire quello che la gente di Haiti sta passando» afferma il sindaco, Massimo Cialente.

Sono le sensazioni e i sentimenti, la tragedia di chi ha perduto i famigliari o solo la casa, al di là dei numeri e dei bilanci

– che per Haiti si aggravano terribilmente di ora in ora - ad accomunare due terre così distanti.

Per L'Aquila nel luglio scorso si sono mossi i grandi del mondo, le foto di Obama davanti ai monumenti feriti sono

cronaca ancora oggi. Ora nella città delle Novantanove cannelle partono raccolte di fondi destinati ai fratelli oltreoceano.

«Ci sentiamo vicini, in una tragedia che colpisce un Paese povero che non è certamente dotato del sistema di protezione

civile che c'è in Italia», prosegue Cialente.

La Regione Abruzzo, in contatto con l'ufficio Emergenza e Cooperazione del Ministero degli Esteri, promuoverà presso la

conferenza dei presidenti delle Regioni alcune iniziative di sostegno ai superstiti. «Il nostro pensiero – dichiara il

presidente, Gianni Chiodi – va alle vittime e alle loro famiglie e a tutte le persone che hanno visto la vita

tragicamente sconvolta in pochi minuti. Nel nostro territorio le ferite di nove mesi fa non sono ancora rimarginate, quindi

abbiamo conoscenza diretta del dramma provocato da certi eventi calamitosi».

Un invito a partecipare alla colletta organizzata dalla Caritas arriva dall'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari, che si

è raccolto in preghiera per «la popolazione di Haiti, che sta vivendo una situazione molto più grave di quella aquilana e

con quasi nessun mezzo di soccorso a disposizione».

Cialente apprezza la scelta della Protezione Civile nazionale di inviare un team sul posto, e dice: «Mi piacerebbe poter

inviare una delegazione anche dall'Aquila, tuttavia la città sta vivendo una fase acuta dell'emergenza. Sono oltre

cinquantamila le persone assistite: quasi diecimila in strutture alberghiere, altrettante negli alloggi antisismici, tremila in

affitto e trentamila in autonoma sistemazione».

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudAiuti anche dall'Aquila

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 92

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Emanuele Riccardi

NEW YORK

È una tragedia per il popolo di Haiti, con migliaia di morti e centinaia di migliaia di senzatetto. Ma è una tragedia anche

per l'Onu che ha visto la sua missione di pace, la Minustah, decimata dalle scosse che hanno distrutto la capitale

Port-au-Prince, una situazione che rallenterà l'organizzazione degli aiuti internazionali. Tra i dispersi vi è anche il

responsabile della missione, il tunisino Hedi Annabi. Il comando della Minustah, è stato reso noto, è stato affidato al

generale cileno Ricardo Toro. I morti accertati tra i funzionari civili dell'Onu ad Haiti, ha indicato a New York Alain

Leroy, il responsabile per le operazioni di mantenimento della pace, erano cinque all'inizio della giornata e sono diventati

poi 14 e 56 feriti. E nel pomeriggio il Brasile ha comunicato che undici suoi militari erano sicuramente deceduti, insieme

a tre caschi blu giordani e otto cinesi. Ma sono e saranno molti di più visto l'elevato numero di dispersi, forse addirittura

200 come ha detto da Ginevra la portavoce del'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu (Ocha), Elisabeth

Byrs.

Indicazioni più precise (e probabilmente più credibili) vengono dalla Minustah stessa, che ipotizza un massimo di 110

vittime. Il portavoce, Vincenzo Pugliese, in un testo inviato a New York, scrive che «si stima che tra 50 e 100 persone si

trovassero nella palazzina di sei piani», che ospita la Minustah, l'ex hotel Christopher, «quando è crollata. Devono tuttora

essere trovati». Pugliese, che è italiano, aggiunge che «altri uffici sono stati danneggiati e mancano all'appello 10

persone» che lavorano per le agenzie dell'Onu presenti nel paese. Il portavoce, precisando che la Minustah sta aspettando

«una squadra di esperti cinesi per condurre le operazioni di recupero» nella palazzina distrutta, aggiunge che il personale

gravemente ferito «è stato evacuato durante la notte verso gli ospedali dell'Onu che si trovano nei pressi dell'aeroporto,

che rimane operativo». Sempre nei pressi dello scalo aeroportuale, dove si trova il centro logistico Onu, è stato deciso di

radunare tutto il personale delle Nazioni Unite che opera ad Haiti, anche per iniziare il coordinamento degli aiuti

umanitari che cominceranno a giungere in queste ore. Che le cose non saranno facili, lo conferma John Holmes, il

responsabile Onu per gli aiuti umanitari, sempre a New York, anche perchè tra i 3 e i 3,5 milioni di persone sono state

colpite in un modo o in un altro dal terremoto di Haiti.

Data:

14-01-2010 Gazzetta del SudDecimata la missione Onu

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 93

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14 gen 2010 La Gazzetta dello SportGIORGIO DELL'ARTI

Si parla anche di mezzo milione di vittime. Manca tutto. Distrutta la capitale. Paese poverissimo

[email protected] I morti di Haiti potrebbero essere centomila, secondo la stima del primo ministro di quel Paese, Jean-Max

Bellerive. Ma potrebbero anche essere 500 mila, secondo i calcoli del senatore Youri Latortue. Le persone colpite in

qualche modo sono più di 3milioni. È una tragedia immane. Sono stati distrutti il parlamento, il palazzo presidenziale, il

quartier generale dell'Onu, l'ambasciata di Francia, ministeri, l'ufficio imposte, l'arcivescovado, sotto le cui macerie è stato

trovato il corpo di monsignor Serge Miot, arcivescovo della capitale Port-au-Prince. Non esistono più gli hotel Montana,

Christopher e Karibe, il Carribean market, il Mediacom. Sono andati in briciole tre ospedali su quattro e quello ancora in

piedi respinge i feriti perché è pieno. Distrutto anche il commissariato Delmas 33 e l'annessa prigione. I detenuti rimasti

vivi sono fuggiti. L'antropologo Omar Thomaz, che sta sul posto, ha fatto sapere questo: «Per le strade della città corrono

persone bruciate, seminude. Alcuni cantano. Sentiamo canti religiosi». Michael Bazile: «Ho visto molte persone in

ginocchio pregare per le vittime». Si sentono le grida della gente intrappolata sotto le macerie. Mimmo Porpiglia, console

onorario ad Haiti: «C'è ancora una cappa bianca per le strade, polvere, detriti dappertutto. Mancano l'acqua e la luce, la

gente vaga impazzita per le strade. Le autorità non esistono, la polizia non si vede, possono ammazzarti anche per una

banana». L'assalto degli sciacalli è cominciato quasi subito. René Preval, presidente di Haiti: «Alcune scuole sono piene

di cadaveri». 1

Gli aiuti? L'aeroporto funziona di nuovo, perciò una missione Ue è potuta andare laggiù a fare una valutazione di quello

che serve. Sta facendo la stessa cosa l'Usaid, americana, che ha spedito sull'isola 72 esperti e sei cani addestrati. Il

Pentagono ha mandato in ricognizione un aereo P3 e sta preparando navi, aerei e squadre di pronto intervento. Obama ha

promesso che uomini e mezzi partiranno subito. Gli Stati Uniti sono a due ore di distanza. Dall'Italia arriverà un C130

della 46a aerobrigata con un ospedale da campo, un team specializzato in medicina d'emergenza e una squadra della

Protezione civile. Sono anche partiti venti volontari del Gruppo chirurgia d'urgenza di Pisa e una raccolta di fondi è stata

organizzata all'Aquila. La Spagna manderà 150 tonnellate di materiale d'emergenza, cioè macchine per rendere potabile

l'acqua, materiale per la costruzione di tende e rifugi, cucine da campo, impianti sanitari d'urgenza, tutto per un valore di

6milioni di euro. La presidenza della Cei ha stanziato 2milioni di euro. 2

Gli italiani? Forse c'è un italiano sotto le macerie. Non si hanno notizie di due suore friulane, Anna D'Angela, originaria

di Varma (Udine) e Olivia Pia Colussi di Casarsa (Pordenone). I 12 della ditta Ghella che si trovano in un cantiere a 50

chilometri da Port-au-Prince stanno bene. Gli italiani che risiedono laggiù sono in tutto 190. 3

Data:

14-01-2010 La Gazzetta dello Sport (Abbonati)Apocalisse ad Haiti Potrebbero esserci più di 100 mila morti?

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 94

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La Farnesina al lavoro: 70 sono stati rintracciati, si teme per chi abitava in un hotel crollato

Mancano viveri e farmaci, in strada ci sono centinaia di persone che cantano inni religiosi e pregano

NATALIA ANDREANI ROMA. Nella devastante ecatombe che ha colpito Haiti potrebbero esserci anche vittime italiane. «Dicono chel'Hotel Montana sia crollato, so che in quell'hotel abitavano degli italiani», dice a tarda sera Cristiana Impieri,avvocato che lavora all'Onu di Haiti.E ancora: «Non so se fossero in casa al momento del terremoto. Stiamo cercando di sapere qual è la sorte deidispersi». All'Unità di crisi della Farnesina hanno cercato per tutto il giorno di mettersi in contatto con i nostriconnazionali sull'isola. Ma dei 190 nostri connazionali presenti a vario titolo nel paese, il ministero degli Esteri, ierisera, era riuscito a rintracciarne appena una settantina. Tutti sani e salvi. «Il resto lo stiamo verificando», ha dettoil capo dell'Unità di crisi, Fabrizio Romano, assicurando che sull'isola è stato inviato un funzionario dotato di tuttala strumentazione necessaria a comunicare.«Servono medicine, viveri, mezzi per scavare tra le macerie», ha detto ieri Mimmo Porpiglia, console onorario adHaiti, nel corso di un drammatico contatto telefonico. «La situazione è allucinante, surreale. C'è una cappa biancaper le strade, ci sono polvere e macerie e ovunque», ha detto ancora il console riferendo che «il caos è totale» e chenelle strade non c'è traccia di esercito né di polizia e «ti possono ammazzare anche per una banana».Un'altra testimonianza arriva da Roberto Stephenson, fotografo romano con parte della famiglia di originehaitiana, che vive e lavora nella repubblica caraibica da anni, e che ieri si è avventurato a piedi nel centro diPort-au-Prince.«È una catastrofe assoluta. Tutto era per terra, i tetti erano al suolo, in mezzo alla strada c'erano morti, madri checercavano i figli, e centinaia di persone che cantavano inni religiosi e pregavano», ha raccontato Stephenson che almomento della scossa si trovava a Montagne Noir, sulle alture attorno alla capitale. «Ero in giardino quando hosentito una spinta e ho visto i muri di recinzione e quelli della casa che oscillavano, come stessero per spezzarsi.Mai vista una cosa del genere. Allora sono corso in centro. Ma non c'erano soccorsi, nessuna sirena, solo questicanti. Ho visto un'auto di Medici senza frontiere e una della Croce rossa, ma anche loro erano cauti - ha aggiunto -perché una vettura era stata assaltata dai feriti, ce n'erano dappertutto». Poi ieri mattina il rombo dei primielicotteri.Come l'Italia anche Parigi è in ansia per la sorte di almeno una cinquantima di francesi che mancano all'appello. Iservizi dell'ambasciata di Francia a Port-au-Prince, ha detto ieri sera il ministro degli Esteri Bernard Kouchner listanno cercando «attivamente» poiché al momento della scossa si trovavano in zone che sono risultateparticolarmente distrutte dalla forza del sisma.Da Roma, intanto ieri è decollato il Falcon del 31º stormo dell'Aeronautica militare con a bordo l'advanced teamitaliano, la squadra di esperti della protezione civile incaricata di compiere il primo sopralluogo nell'area colpitadal disastro. La squadra dovrà verificare le condizioni logistiche e di sicurezza per coordinare, con gli altripartner, i successivi aiuti.Sul volo partito ieri sera da Ciampino era imbarcato anche il contributo della Regione Toscana che ha messo adisposizione il team di chirurgia d'urgenza dell'azienda ospedaliera di Pisa diretto dal professor GiuseppeEvangelista, già intervenuto negli ultimi terremoti in Cina e Iran.

Data:

14-01-2010 La Gazzetta di MantovaMancano all'appello decine di italiani

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 95

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La sede è distrutta: salvo per miracolo un fotografo di Viterbo

NEW YORK. È una tragedia per il popolo di Haiti, e anche per l'Onu che ha visto la sua missione di pace, laMinustah, decimata dalle scosse che hanno distrutto Port-au-Prince. Una situazione che rallenterà l'organizzazionedegli aiuti internazionali. Tra le vittime del sisma c'è il responsabile della missione, il tunisino Hedi Annabi. Il comando della Minustah èstato affidato al generale cileno Ricardo Toro. Accertata la morte di 5 funzionari civili dell'Onu, di 11 militaribrasiliani, 3 “caschi blu” giordani e 8 cinesi. I dispersi sono forse addirittura 200, ha comunicato l'Onu daGinevra. La sede della missione - un palazzo di sei piani - è crollata. Marco Dormino, 34 anni, di Viterbo, fotografodella missione Onu era nel quartier generale che poi è crollato. «Se ne era andato cinque minuti prima della scossa- racconta la madre, Chiara Argenti, che è in Italia - per fare un servizio». Salvo anche suo padre, RobertoDormino, 61 anni, ex pilota, capo della logistica della missione Onu, che racconta: «Ho sentito come un tuono e hopensato che stesse per piovere. Poi è arrivato quel terremoto tremendo».Si è salvata Michelle Montas, uno dei simboli della lotta contro le dittature di Haiti: fino a dicembre è stataportavoce del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.

Data:

14-01-2010 La Gazzetta di MantovaFalcidiata la missione di pace Onu

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 96

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Primo passo sui 15 milioni di risarcimento, oggi riunione con Bertolaso

Via libera ai fondi per i danni delle alluvioni di Natale tra Secchia e Panaro. Il disco verde è arrivato ieri in coda alConsiglio dei ministri che dopo aver esaminato questioni di portata nazionale ha dato il via libera agli stanziamentistraordinari, tra cui quelli per i danni del maltempo in Emilia, Toscana e Liguria. Stamattina a Roma si terrà lariunione decisiva per i fondi. L'incontro è stato convocato presso la sede della Protezione Civile con il responsabile nazionale Guido Bertolaso:per la Provincia di Modena sarà presente l'assessore all'Ambiente, Stefano Vaccari, affiancato dalla responsabiledella Protezione civile modenese, Rita Nicolini.«La riunione è il primo passo tecnico per definire l'entità e la ripartizione dei fondi tra le zone colpite dallealluvioni, definire le modalità d'intervento e nominare i commissari straordinari che gestiranno i fondi. La RegioneEmilia Romagna ha fatto delle cifre sui danni: 25 milioni da Piacenza a Rimini, di cui 15 solo a Modena.Arriveranno? Lo vedremo oggi.Sull'esito degli stanziamenti non mi sbilancio. Nessun preconcetto ma a primavera, dopo i danni per il maltemponel Parmigiano e in Romagna, ci fu lo stesso iter con stanziamenti operativi che però non sono mai arrivati.Oggi, dopo la riunione, verrà preparato il testo del decreto finale ma da qui ad avere i soldi in contanti, pronti daspendere per la sistemazione idraulica del Panaro che è quello più a rischio, ce ne corre ancora parecchio.Vedremo».la cautela di Vaccari è diventata proverbiale ma una dichiarazione di buona volontà sul futuro la rilascia: «Certo,siamo pronti ad ascoltare anche quello che dirà il Comitato degli alluvionati. Sappiamo che ci sono interventi dafare sulle casse d'espansione. Vedremo di mettee a frutto la loro esperienza di prima mano».Dal canto suo i Consorzi di Bonifica del Burana e delle Terre dei Gonzaga rivendicano il valore di un interventoche ha scongiurato gli allagamenti nelle campagne là dove il fiume modenese si butta nel Po alla confluenza delMantovano e del Ferrarese.«Aveva ceduto la fondazione del sostegno di Valpagliaro - dice una nota - Grazie al nostro lavoro si è riusciti ascaricare le acque senza danni». (s.c.)

Data:

14-01-2010 La Gazzetta di ModenaAlluvione, via libera ai fondi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 97

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PARMA

14-01-2010

UOMINI E ASSOCIAZIONI RICONOSCIMENTI A CHI LAVORA A FIANCO DEI BISOGNOSI, DEI PIU'DEBOLI E PER LA SCIENZA A poche ore dal terremoto che ha seminato distruzione e morte in Abruzzo, gli uomini della Protezione Civile diParma erano già in marcia per aiutare le popolazioni piegate dal sisma.Ed è per questo sforzo - e per tutti gli altri compiuti ogni giorno - che l'amministrazione Vignali ha volutopremiare il comitato provinciale dei volontari della Protezione Civile con l'attestato di civica benemerenza. Unattestato che è stato consegnato anche nelle mani di Paolo Camaioni, impegnato nell'inserimento lavorativo deidisabili, di Anna e Gianfranco Carrera, per il loro impegno nell'accoglienza e nell'animazione missionaria, dellaComunità di Sant'Egidio, da sempre al fianco di anziani e bambini, di Emilia Borella Contino, instancabile«portabandiera » della sezione femminile della Croce Rossa di Parma, di Francesco Mineo, da anni impegnatoall'interno dell'Unitalsi, e di Alberto Zanchetti, divenuto famoso per i suoi studi sulla terapia dell'ipertensione.«Fino ad oggi sono stati in Abruzzo 500 volontari», spiega Mirco Carretta, presidente del comitato provincialedella Protezione Civile. «Ora siamo impegnati nella costruzione di una club house a Villa Sant'Angelo, chefunzionerà come centro di aggregazione per i giovani di tutta la vallata», aggiunge, prima di spendere una parolain merito al sisma che ha colpito Haiti. «Molti volontari - annuncia - mi hanno chiamato dicendomi che sono prontia partire». E' una vita spesa a favore di chi soffre anche quella di Francesco Mineo, responsabile della struttura semplice diMedicina d'Urgenza e presidente dell'U- nione nazionale italiana trasporti ammalati Lourdes e santuariinternazionali. «La vera sfida - dice Mineo - è quella di garantire il rapporto fra la persona e il Signore, senzasovrastare questo rapporto».Presente a Parma dall'89 per iniziativa di alcuni studenti del «Romagnosi», la Comunità di Sant'Egidio ha scelto didedicare le proprie energie alla cura di bambini e anziani, come spiega Alessandro Chiesa. «In un mondo dovetutto è mercato - spiega - abbiamo scelto di uscire dalla logica della compravendita, privilegiando la gratuità dellenostre azioni». Anche quello di Paolo Camaioni, impegnato a portare avanti i valori e i sogni di Mario Tommasini,è un lavoro al fianco degli ultimi, di chi rischia di perdere ogni speranza. «Ho sempre lavorato nell'ambito dellariabilitazione - dice - cercando di inserire molti ragazzi disabili all'interno di aziende come Barilla, Chiesi eBormioli. Ora lavoro con l'Ausl per il recupero dei tossicodipendenti. Devo ammettere che la città è molto sensibilee i datori di lavoro si dimostrano disponibili».Venerdì apriranno una casa d'accoglienza per immigrati a Viarolo, ma l'impegno dei coniugi Anna e GianfrancoCarrera è passato anche dalla fondazione dell'associazione «di mano in mano» e dalla gestione di un mercato delriutilizzo.«Quello che ci spinge ad andare avanti è la volontà di fare del bene - ammette Gianfranco - perché la felicità non èqualcosa che si può tenere solo per se stessi ».Ne sa qualcosa Emilia Borella Contino, attiva nella sezione femminile della Cri da 25 anni: «Quello che si fa per glialtri viene fatto con il cuore, senza pensare di apparire». «Continuerò a promuovere la ricerca e gli studisull'ipertensione», promette infine Alberto Zanchetti, che dopo essersi laureato in Medicina a Parma ha riscossosuccessi in Italia e nel mondo, tanto che da oltre 20 anni è consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità perquanto riguarda le malattie cardiovascolari. P. D.

Data:

14-01-2010 Gazzetta di Parma (abbonati)Sette attestati di civica benemerenza

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 98

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PROVINCIA

14-01-2010

VOLONTARIATO NEL 2009 EFFETTUATI 788 SERVIZI, PERCORSI OLTRE 36 MILA CHILOMETRI SORAGNA Anche per la Croce Rossa di Soragna è giunto il momento di tracciare un rapido bilancio dell�attività svolta nel2009. E' l�attività di un benemerito sodalizio che ha saputo garantire alla popolazione una serie costante diprestazioni, anche se purtroppo risente della saltuaria carenza di volontari che possano coprire tutti i turni diservizio, sia feriali che festivi e notturni.La buona volontà ed il costante impegno profuso dai volontari del soccorso, diretti dal presidente Rino Colombi ecoordinati dall�ispettore Angela Bocelli, vera punta di diamante di un settore che richiede esperienza, entusiasmo etempestività, hanno però permesso una preziosa presenza che tutto il paese ammira e non manca di elogiare. Servizi Durante il 2009 sono stati effettuati 788 servizi così suddivisi: urgenze 301, ordinari 390, Protezione civile 3e d�istituto 94. Sono stati percorsi oltre 36 mila chilometri e più di 20 mila sono state le ore messe a disposizione deivolontari sia in sede che fuori di essa. In particolare l�attività svolta ha riguardato il trasporto di infermi, ilsoccorso stradale in caso di incidenti, gli interventi quotidiani nel periodo dell�emergenza caldo alle personeanziane o sole segnalate dall�assistente sociale del Comune, il servizio del farmaco pronto, la distribuzione di viveria persone indigenti e le prestazioni di Protezione civile nei casi che si sono verificati sul territorio soragnese neiperiodi delle piogge. Collaborazioni A tutto questo si aggiunge una serie di presenze, di collaborazioni e di iniziative che vanno dallaRievocazione motociclistica di Carzeto alla Mostra dell�artigianato, dalle feste periodiche nella casa protetta«Santa Rita», con la collaborazione di giovani del gruppo Pionieri, alle manifestazioni sportive, agli incontri congli alunni delle scuole locali alle feste che si sono svolte nel capoluogo e nelle frazioni, dall�albero di Natale alla festadi Santa Lucia.Tra pochi giorni entrerà nel servizio attivo della Croce Rossa la nuova ambulanza da poco inaugurata e corredatadi importanti attrezzature grazie alla sensibilità delle ditte Laura Poli, Si.Co e Cesare Faraboli.Entro gennaio prenderà il via un corso per volontari del soccorso: sarà un�occasione - si augurano i dirigenti - peravere nuove adesioni all�attività della Croce Rossa mantenere, incrementandolo, i servizio a favore dellapopolazione che finora è stato svolto a Soragna. B.C. Croce Rossa Volontari in servizio l�ultima notte dell'anno.

Data:

14-01-2010 Gazzetta di Parma (abbonati)Croce Rossa, appello ai volontari

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 99

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CRONACHE

14-01-2010

SARDEGNA STRAPPATA DALLE MANI DELLA MADRE CAGLIARI Una bimba di tre anni, Anna Leone, morta in Sardegna dopo essere stata strappata dalle braccia della mammache tentava di metterla in salvo dall�acqua che invadeva la loro auto, la dichiarazione dello stato di emergenza inToscana, Ligura e Emilia Romagna e allarmi della Protezione civile in tutta la penisola.Sono gli effetti della forte area depressionaria che sta investendo tutta Europa e sta mettendo alla frusta leorganizzazioni di soccorso. L'episodio più grave è avvenuto in Sardegna, dove un�improvvisa onda di piena hainvaso il greto di un piccolo torrente, rio Murta, vicino a Calasetta nel Sulcis-Iglesiente.In quel momento Agata Fois, la mamma di Anna, stava guadando il greto del piccolo torrente, un punto dipassaggio obbligato, al volante di un pesante fuoristrada, un Mitsubishi Pajero. La forza dell�acqua hascaraventato il veicolo contro una passerella pedonale in cemento armato, provocando la rottura di due vetri.L�interno è stato subito allagato e la madre per non annegare è uscita con Anna in braccio, ma è stata subitotravolta. La violenza della corrente era ancora fortissima quando, circa un�ora dopo l�incidente avvenuto pocoprima delle 9, i tecnici del Soccorso Alpino e speleologico della Sardegna (Sass) sono riusciti a trovare il corpo dellabimba.è stato possibile recuperarlo solo legando con una corda doppia un operatore che ha potuto così raggiungere ilcorpicino bloccato tra le canne a 600 metri di distanza dal punto in cui il fuoristrada era rimasto incastrato sotto lapasserella pedonale. Inutile, per oltre un�ora, il tentativo compiuto dai soccorritori e dell�equipaggio diun�ambulanza del 118 di rianimare la piccola. Disperata La mamma di Anna.

Data:

14-01-2010 Gazzetta di Parma (abbonati)Il torrente straripa, muore una bambina

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 100

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PRIMO PIANO

14-01-2010

Primo Piano CATASTROFE LA CAPITALE RASA AL SUOLO. FRA I PALAZZI CROLLATI IL PARLAMENTO, LASEDE ONU, LA CATTEDRALE E GLI OSPEDALI. SCATTA LA MACCHINA DEGLI AIUTI Il presidente Preval: «Le scuole sono piene di cadaveri». Obama mobilita «tutte le forze disponibili» FOTO AP PORT-AU-PRINCE Marco Galdi Port-au-Prince non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del paese più povero dell�interocontinente americano. I morti causati dal terremoto che si è scatenato al tramonto di martedì saranno forse oltrecentomila. Ma c'è chi pensa alla peggior tragedia della storia, con il numero delle vittime che potrebbe superarepersino le 230.000 dello tsunami di Santo Stefano 2004. Qualcosa con cui il mondo intero dovrà fare i conti: lo hadetto per primo Barack Obama, che ha chiesto al Pentagono di mobilitare tutte le forze disponibili. Una guerra persalvare vite. L'orrore di Port-au-Prince è negli occhi dei bambini rimasti vivi, nei silenzi di chi si trascina senza braccia. Icadaveri li ammucchiano nelle aule delle scuole, o li porta via il mare, o restano sotto le macerie. Il palazzopresidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite, gli albergacci che quisembravano di lusso, l�ufficio delle imposte, l�ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole, gli ospedali ele sconfinate bidonville: tutto è crollato sotto un bombardamento di scosse. Per gli oltre due milioni di abitantidella capitale di Haiti, la differenza tra la vita e la morte l'ha fatta il caso. Con un paradosso: i più poveri hannoavuto la fortuna di avere solo lamiere e cartoni a piovere sulle loro teste. Ancora nessuno sa quale sarà il veroordine di grandezza del bilancio finale. L�Onu stima che un terzo dei 9 milioni di abitanti di Haiti sia stato colpito.Il premier Jean Max Bellerive ha parlato di oltre centomila cadaveri. Tra i morti si contano l�arcivescovo Serge Miot e la brasiliana Zilda Arns, fondatrice della Pastorale dei bambinidella Chiesa cattolica a San Paolo, decine di Caschi Blu e forse centinaia di dipendenti Onu. Il capo della missioneOnu, il tunisino Hedi Annabi, è tra i dispersi. Ma hanno già inviato il suo sostituto. Si è invece salvato il presidenteRenè Preval, che con la moglie è riuscito a fuggire dall�inferno. La capitale del paese più povero dell�interocontinente americano è stata distrutta dal sisma più violento mai registrato nei Caraibi. Non è stata una scossa laprima, ma un lungo, interminabile, ondeggiare e sobbalzare della terra: 60 secondi di terrore, di edifici checrollavano come tessere di domino. I sismologi hanno classificato la prima scossa come di magnitudo 7.0 Richter. Circa 30 volte più potente delterremoto che ha distrutto L�Aquila. Da quel momento un bombardamento di 35 scosse. Il Papa ha lanciato unappello «alla generosità di tutti ». Obama ha cominciato mandando una portaerei. La Ue ha trovato la forza diunirsi creando «per la prima volta» un coordinamento unico per gli aiuti.

Data:

14-01-2010 Gazzetta di Parma (abbonati)Apocalisse ad Haiti, 100 mila morti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 101

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PROVINCIA

14-01-2010

SANTA MARIA DEL PIANO RINNOVATE LE CARICHE: VALTER BUSSONI RICONFERMATOCAPOGRUPPO LESIGNANO Presentato anche il calendario con tutte le attività del sodalizio Nei giorni scorsi il Gruppo Alpini di Santa Maria del Piano ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali.L�occasione ha permesso di fare un bilancio delle attività svolte nel corso del 2009 e di annunciare le iniziative peril 2010.Il rinnovato consiglio è composto da nove alpini: Valter Bussoni è stato riconfermato Capo Gruppo; Vice Caposarà Marco Romani; segretario e tesoriere Luigi Albarelli; responsabile salmerie Ennio Ferrari; magazziniereGiuseppe Delsante; consiglieri Ivo Maggiali, Umberto Mori, Elio Musiari, Eugenio Stocchi, in rappresentanza dei51 soci aderenti al gruppo. L�anno appena concluso è stato intenso e ha registrato un vasto coinvolgimento di soci e simpatizzanti. Tra imomenti più significativi la realizzazione della mostra «Per non dimenticare», in occasione del 90° anniversariodella fine del primo conflitto mondiale. Adunata Non poteva certamente mancare la massiccia partecipazione all�adunata nazionale di Latina e la sempregarantita presenza alle ricorrenze istituzionali del 25 Aprile, del IV Novembre e del 65° anniversario dellaBattaglia di Lesignano. A fine giugno è stata inoltre organizzata una gita nei luoghi più sacri e tragici della Grandeguerra, da Caporetto a Redipuglia. «Abbiamo partecipato al gemellaggio con il Comune francese di Chaponost,contribuito alla realizzazione del �Festival del Prosciutto�, eravamo presenti a Salsomaggiore Terme all�adunata provinciale e a Udine in occasione del sessantesimo anniversario di fondazione della Brigata Alpina Julia -raccontano gli alpini -. Abbiamo donato il nostro contributo all�iniziativa benefica �Una giornata insieme per� afavore del reparto di Oncoematologia pediatrica di Parma e un altro significativo aiuto l�abbia - mo riservato aiterremotati d�Abruzzo». Calendario In occasione degli auguri natalizi del sindaco alla cittadinanza, gli alpini di Santa Maria del Pianohanno offerto vin brulé e panettone e hanno presentato il calendario che riassume in chiave fotografica l�attivitàdel gruppo. «Chiunque ne volesse una copia la può richiedere - aggiungono gli alpini -. Per il 2010 il primoimpegno previsto è la cena sociale, per tutti noi è l�occasione per il rinnovo delle adesioni al Gruppo, ma è unaserata rivolta a tutti coloro che si sentono a noi vicini». Cena La cena si terrà sabato 6 febbraio al ristorante Villa Bianca a Santa Maria del Piano alle 20.30 e saràpreceduta alle 18 dalla messa al circolo «La Ruota », a Lesignano, e dalla benedizione al monumento ai cadutiAlpini in via Monsignor Triani. Per informazioni e prenotazioni: 339.3216797, 349.4041082 o 335.6782497. G.C. Nuovo Il consiglio del Gruppo alpini di Santa Maria del Piano.

Data:

14-01-2010 Gazzetta di Parma (abbonati)Alpini: nel segno della solidarietà

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 102

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PRIMO PIANO

14-01-2010

Solidarietà >L'emergenza non è finita all�Aquila, a nove mesi dal terremoto. Ma sono bastate poche ore per farpartire la macchina degli aiuti verso Haiti: «Nessuno come noi può capire ciò che quella gente sta passando», diceil sindaco Cialente.

Data:

14-01-2010 Gazzetta di Parma (abbonati)senza titolo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 103

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Diplomatico padovano ad Haiti:

«Sono scampato all'inferno»

Giovedì 14 Gennaio 2010, È sconvolto ma vivo. Francesco Gosetti di Sturmeck, padovano, 62 anni, da tre è ambasciatore della Ue ad Haiti. Èscampato al terribile terremoto e adesso sta coordinando gli aiuti che stanno arrivando sull'isola. È riuscitosolamente a dire poche parole alla figlia che abita a Parigi e alla madre che vive a Cartura.

Data:

14-01-2010 Il Gazzettino (Padova)Diplomatico padovano ad Haiti: Sono scampato all'inferno

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 104

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Mercoledì 13 Gennaio 2010, Un milione e 200 mila euro: a tanto ammonta lo stanziamento della Regione per far fronte ai danni cagionati dalmaltempo in Val d'Arzino e in Val Cosa, la vigilia e il giorno di Natale, quando sulla zona si scatenò il maltempo.Lo ha annunciato, nei giorni scorsi, l'assessore regionale alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, che,accompagnato dal sindaco di Pinzano al Tagliamento, Luciano De Biasio, ha visitato Manazzons e Costabeorchia,le due frazioni maggiormente interessate dalle frane. In totale, la Guardia forestale ne ha censite oltre una ventina,anche se solo tre hanno effettivamente causato disagi alla circolazione. Più tardi, l'esponente della Giunta Tondoha raggiunto Celante di Vito d'Asio – località abitata da una mezza dozzina di famiglie -, dove ha incontrato ilprimo cittadino di Clauzetto, Giuliano Cescutti, e ha fatto il punto della situazione e dei rischi idrogeologicidell'intera zona. Il finanziamento d'emergenza elargito dal governo regionale sarà infatti anche a beneficio diRagogna e Forgaria nel Friuli, contermini a quelli pordenonesi, ma amministrativamente ubicati in provincia diUdine. «Dopo questo primo sopralluogo – ha commentato Riccardi al termine della visita -, faremo una periziageologica dettagliata delle frane cadute, anche se dai primi rilievi effettuati le due case di Costabeorchia per ilmomento dovrebbero essere al sicuro. Poi, con il quadro completo a disposizione, interverremo. Quanto accadutonon va sottovalutato, ma neanche vanno creati allarmismi. Siamo intervenuti con tre milioni e 400 mila euro totaliper la zona del Tagliamento e dell'Isonzo». © riproduzione riservata

Data:

13-01-2010 Il Gazzettino (Pordenone)Allagamenti e frane, la Regione risarcisce

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 105

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Domeniche a piedi: emessa l'ordinanza

con i provvedimenti dal 17 gennaio al 28 marzo

Mercoledì 13 Gennaio 2010, CONEGLIANO - Il Comune di Conegliano ha emesso l'ordinanza che limita il traffico nelle giornate domenicalidal 17 Gennaio al 28 Marzo 2010. «Sono misure di emergenza finalizzate al miglioramento della qualità dell'aria –spiega l'assessore all'ecologia e ambiente, Claudio Toppan - rese necessarie dal fatto che, seppur negli ultimi annila condizione generale dell'aria è migliorata, abbiamo superato seppur di poco per il 2009 il tetto degli sforamenticonsentiti dalla legge». Tra le novità delle dominiche a piedi in centro è la modifica di alcuni aspetti delal viabilità.«Rispetto agli anni precedenti ci saranno tre sbarramenti di accesso al centro cittadino: di entrata in via Colombo,in via Pittoni all'altezza dei parcheggi pubblici e uno in via Mazzini, all'altezza di piazza IV Novembre» spiegal'assessore all'ecologia e ambiente, Claudio Toppan - «questi saranno presidiati dalla polizia locale e dallaprotezione civile».

Data:

13-01-2010 Il Gazzettino (Treviso)Domeniche a piedi: emessa l'ordinanza con i provvedimenti dal 17 gennaio

al 28 marzo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 106

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Spiccano la trasferta in Abruzzo e l'intervento per la tromba d'aria di Vallà

Mercoledì 13 Gennaio 2010, Un anno vissuto intensamente per i quasi duecento volontari dell'Avab-Protezione civile della pedemontana delGrappa-Montello-Colli Asolani con sede a Crespano del Grappa. Un anno straordinario vissuto all'insegna dellagenerosità ma anche della crescita sociale. Tanto da diventare un punto di riferimento nella pedemontana epuntare per il 2010 magari ad avere una sede propria, visto il finanziamento regionale…Ma di questo avremomodo di parlarne, intanto per il Presidente Gianpaolo Berton ed i suoi ragazzi, parlano i risultati ottenuti nel 2009,anno che ha visto i volontari pedemontani protagonisti in due grosse emergenze: quella in Abruzzo e poi a Vallà .Ma prima, avevano cominciato con l'abbondante nevicata invernale che aveva messo in pericolo anche la presenzadel presidio del Rifugio Bassano in cima Grappa. I volontari, 24, hanno effettuato ben 5 interventi per un totale di960 ore a spalare neve e mettere in sicurezza il rifugio. Poi l'Abruzzo: ben 72 giornate di lavoro con 48 volontariimpegnati e 15.840 ore dedicate a questa calamità. Per l'intervento a Vallà di Riese per la tromba d'aria, sono staelavorate 5 giornale per 960 ore e 24 volontari impegnati. Per quanto riguarda invece l'attività anticincendi boschivi(avab) ci sono stati tre interventi con 22 volontari impegnati e 176 ore di lavoro. Per dimostrazioni e prove, 4giornate, 18 volontari e 176 ore dedicate. Per inondazioni ed alluvioni si sono lavorate 4 giornate con 6 volontari e144 ore di lavoro mentre per interventi di disinfestazioni, 18 giornate con 6 volontari e 264 ore di lavoro. Sul frontedeicato della ricerca di persone, 2 gornate con 12 volontari e 168 ore mentre per inconri di formazione eprevenzione, 8 giornate con 8 volontari e 128 ore complessive. Il totale degli interventi e giornate imegnate sonostate 132 con impiegati ben 198 volontari e 18.942 ore lavorative complessive.© riproduzione riservata

Data:

13-01-2010 Il Gazzettino (Vicenza)Avab, anno straordinario

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 107

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Edizione: 14/01/2010 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Carceri: via libera allo stato d'emergenza ROMAPer i prossimi 12 mesi sarà lo stato di emergenza nelle sovraffollate carceri italiane: fino al 31 dicembre2010 il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, avrà poteri analoghi a quelli delresponsabile della Protezione civile Guido Bertolaso nella gestione del dopo terremoto all'Aquila. Ed è proprio il«modello Abruzzo» quello che il governo intende seguire per costruire, entro il 2010, 47 nuovi padiglioni e 18nuove carceri «flessibili» che assieme ad altre strutture penitenziarie (sette probabilmente) porteranno, entro il2012, alla creazione di 21.709 nuovi posti elevando la capienza massima a 80mila unità. La situazione attuale - ha detto Berlusconi - è «intollerabile: la notte scorsa nelle carceri hanno dormito 64.670detenuti. Uno Stato civile toglie la libertà a chi commette un reato e viene giudicato colpevole da un tribunale, manon può togliere la dignità e attentare alla salute dei detenuti». Grazie ai maggiori poteri che gli sono statiattribuiti Ionta potrà derogare alle consuete procedure, velocizzandole, e semplificando le gare d'appalto. Suo«braccio operativo» sarà la Protezione civile servizi Spa, la società nata per decreto appena una settimana fa. Mala vera novità inserita nell'ultima ora nel piano carceri è l'aver riproposto, e stavolta approvato, il nuovo istitutodella «messa alla prova», vale a dire la possibilità per gli incensurati accusati di aver commesso reati fino a tre annidi pena di vedere sospeso il processo a loro carico a patto però che compiano lavori di pubblica utilità. Ma i «quattro pilastri» su cui si basa il piano carceri - sottolinea il ministro Alfano indisponibile a nuovi indulti oamnistie - prevedono anche l'assunzione di 2mila agenti penitenziari e un progressivo scaglionamento degliinterventi di edilizia penitenziaria. Entro il 2010 dovranno essere completati 47 nuovi padiglioni, mentre a partiredal 2011 sarà la volta di 18 nuove carceri di cui 10 «flessibili» costruite seguendo il «modello l'Aquila» nelle grandiaree metropolitane, a cui se ne aggiungeranno altre 8 in aree strategiche. Per i primi interventi sono già disponibili600 milioni di euro.

Data:

14-01-2010 Giornale di BresciaCarceri: via libera allo stato d'emergenza

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 108

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Edizione: 14/01/2010 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Falcidiata la missione Onu dei «Caschi blu» Dai 100 ai 200 membri delle forze di pace potrebbero aver perso la vita. Crollata la loro palazzina Caschi blu delle Nazioni Unite a Haiti (Archivio) PORT-AU-PRINCEÈ una tragedia anche per l'Onu che ha vistola sua missione di pace, la Minustah, decimata dalle scosse, che hanno distrutto la capitale Port-au-Prince, unasituazione che rallenterà l'organizzazione degli aiuti internazionali. Tra i dispersi vi è anche il responsabile dellamissione, il tunisino Hedi Annabi. Il comando della Minustah, è stato reso noto in serata, è stato affidato algenerale cileno Ricardo Toro. I morti accertati tra i funzionari civili dell'Onu ad Haiti, ha indicato a New York Alain Leroy, il responsabile perle operazioni di mantenimento della pace, erano cinque all'inizio della giornata. E nel pomeriggio il Brasile hacomunicato che undici suoi militari erano sicuramente deceduti, insieme a tre caschi blu giordani e otto cinesi. Ma sono e saranno molti di più visto l'elevato numero di dispersi, forse addirittura 200 come ha detto da Ginevrala portavoce dell'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu (Ocha), Elisabeth Byrs. Indicazioni piùprecise (e probabilmente più credibili) vengono dalla Minustah stessa, che ipotizza un massimo di 110 vittime. Ilportavoce, Vincenzo Pugliese, in un testo inviato a New York, scrive che «si stima che tra 50 e 100 persone sitrovassero nella palazzina di sei piani», che ospita la Minustah, l'ex hotel Christopher, «quando è crollata. Devonotuttora essere trovati». Pugliese, che è italiano, aggiunge che «altri uffici sono stati danneggiati e mancano all'appello 10 persone» chelavorano per le agenzie dell'Onu presenti nel Paese. Il portavoce, precisando che la Minustah sta aspettando «unasquadra di esperti cinesi per condurre le operazioni di recupero» nella palazzina distrutta, aggiunge che ilpersonale gravemente ferito nelle scosse dell'altro ieri «è stato evacuato durante la notte verso gli ospedali dell'Onuche si trovano nei pressi dell'aeroporto, che rimane operativo». Sempre nei pressi dello scalo aeroportuale, dove si trova il centro logistico Onu, è stato deciso di radunare tutto ilpersonale delle Nazioni Unite che opera ad Haiti, anche per iniziare il coordinamento degli aiuti umanitari checominceranno a giungere in queste ore. Che le cose non saranno facili, lo conferma John Holmes, il responsabile Onu per gli aiuti umanitari, sempre aNew York, anche perché tra i 3 e i 3,5 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione totale, sono state colpitein un modo o in un altro dal terremoto di Haiti. È vero che l'aeroporto è operativo ma «nessuno lo sta gestendo»,aggiunge Holmes, secondo cui «è come essere nella giungla e non è chiaro se i Caschi Blu saranno in grado diprendere, almeno provvisoriamente, il controllo dello scalo» per coordinare gli aiuti.

Data:

14-01-2010 Giornale di BresciaFalcidiata la missione Onu dei Caschi blu  

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Giornale di Vicenza, Il"" Data: 14/01/2010 Indietro Le Ong del nostro Paese:«Un disastro tremendo» Giovedì 14 Gennaio 2010 NAZIONALE, e-mail print Una foto della Croce rossa Usa «C'è ancora una cappa bianca per le strade, polvere, detriti dappertutto». MimmoPorpiglia, console onorario ad Haiti, è sconvolto: «Faccio il giornalista da 40 anni ma non ho mai visto una cosa delgenere». Drammatiche le testimonianze degli italiani che vivono sull'isola: «Onde gigantesche si sono abbattute suspiagge e strade e si portavano via i morti tra le macerie. Alcune strutture dei palazzi presidenziali e delParlamento sono crollate. Ci sono cadaveri dappertutto», dice Cristina Iampieri, avvocato all'Onu aPort-au-Prince. Parla di «catastrofe assoluta» Roberto Stephenson, fotografo romano da anni residente a Haiti.Nel centro di Port-au-Prince «tutto era per terra, i tetti erano al suolo, in mezzo alla strada c'erano morti, madriche cercavano i figli, e centinaia di persone che cantavano inni religiosi e pregavano. Non c'erano soccorsi, nessunasirena, solo questi canti». «È un disastro, non sapete. È un disastro»: sono le poche parole che Nicolas Derenne,cooperante a Haiti per la ong italiana Mlal Progettomondo, è riuscito a dire l'altra notte al telefono al responsabiledi area che lo chiamava dal Nicaragua, prima che cadesse la linea. La Croce rossa italiana ha attivato il numeroverde, 800.166.666. Medici senza frontiere promuove una raccolta di fondi, e altre raccolte sono partite da Agire(www.agire.it), organizzazione che coordina alcune ong italiane (fra cui Amref e Cesvi) e dall'Avsi (www.avsi.org).In tutto, riferisce la Farnesina, risultano a Haiti 194 italiani, e ne sono stati individuati - salvi - 60; ma potrebbeessercene qualcuno non registrato, e uno di loro potrebbe essere morto. Ma se ne ignora il nome e la notizia èancora oggetto di verifica. Da ieri mattina sono a Haiti anche gli italiani dell'«advanced team»: funzionari diFarnesina, esercito, Finanza, Protezione civile e Croce rossa. La situazione dei feriti è tragica, dice padreGianfranco Lovera, che guida con due confratelli la missione a Port-au-Prince: «Da noi arriva moltissima gentedisperata, feriti senza braccia e senza mani», racconta: «La struttura è stata lesionata, la forza del terremoto hadivelto le mura».

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14-01-2010 3Il Giornale di VicenzaLe Ong del nostro Paese: Un disastro tremendo

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Giornale di Vicenza, Il"" Data: 14/01/2010 Indietro SOS MONDIALE. Fortissimo terremoto devasta uno dei Paesi più poveri del mondo. Caos totale, saltate tutte lecomunicazioni Apocalisse ad Haiti: centomila morti Crollati anche palazzo presidenziale e sede Onu. Si teme per la sorte di italiani in un hotel raso al suolo Giovedì 14 Gennaio 2010 PRIMAPAGINA, e-mail print Port-au-Prince di fatto non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del Paese più povero d'America. I morti causati dal sisma scatenatosi da martedì al tramonto con la prima scossa di magnitudo 7.0 Richter, siconteranno, forse, a centinaia di migliaia. Una stima parla di oltre 100 mila vittime. Per il presidente Preval sarebbero tra i 30 e i 50 mila, ma un senatore haitiano dice: sono 500 mila. Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superando le 230.000 vittime dello tsunami del 2004 in Asia.Migliaia anche le persone ferite o mutilate dai crolli. Molti cadaveri sono stati portati via dal mare. Tra le macerie si scava anche a mani nude. Crollati il palazzo presidenziale e la sede Onu. Nessuna conferma dellamorte di un italiano, ma nostri connazionali erano stati ospiti in un hotel crollato nella capitale.2

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14-01-2010 1Il Giornale di VicenzaApocalisse ad Haiti: centomila morti

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articolo di giovedì 14 gennaio 2010

di Fausto Biloslavo

Uragani, terremoti, povertà endemica, rivolte, colpi di Stato e sbarchi dei marine hanno segnato da sempre il tragico

destino di Haiti. Un'isola dei Caraibi che è tanto esotica quanto scalognata. Fanalino di coda dell'emisfero occidentale con

l'80%, degli oltre nove milioni di abitanti, costretti a vivere al di sotto della soglia di povertà.

Alla cronica instabilità politica si sono sommati i disastri naturali. Haiti ha la sfortuna di trovarsi sulla rotta stagionale

degli uragani caraibici. La pioggia e i venti di Jeanne, nel 2004, provocarono 600 morti ed un'intera città fu sepolta dal

fango. Altri quattro uragani, due anni fa, hanno piegato l'agricoltura e la rete dei trasporti. Il 70% degli haitiani sopravvive

grazie al settore agricolo. Secondo l'Unicef, negli ultimi dieci anni, 20 grandi disastri naturali hanno provocato diecimila

morti e immani distruzioni. L'alta densità della popolazione, 280 anime per chilometro quadrato, aumenta il numero di

vittime di alluvioni, frane e terremoti. Tre dei quattro milioni di bambini haitiani sono colpiti dal perenne stato

d'emergenza. Circa il 60% delle famiglie delle zone rurali e il 32% delle aree urbane soffrono di una cronica insufficienza

alimentare. L'Aids è la malattia nazionale.

Cristoforo Colombo non avrebbe mai potuto immaginare un destino così ingrato per l'isola dove sbarcò dalla Santa Maria,

il 5 dicembre del 1492. Il territorio che oggi è diviso con la Repubblica Dominicana venne battezzato con il nome di

Hispaniola. Terra di schiavi, che sull'onda della Rivoluzione francese si ribellarono al dominio di Parigi ottenendo

l'indipendenza nel 1804. Haiti fu la prima Repubblica libera dei neri delle Americhe, ma la più sfortunata. Gli Stati Uniti

la occuparono, per fermare l'influenza tedesca, nel 1915 imponendo una costituzione scritta dal futuro presidente Franklin

Delano Roosevelt. Costruirono scuole, ospedali, strade e fu debellata la febbre gialla. Washington lasciò il Paese nelle

mani della minoranza mulatta, ma con la democrazia iniziarono i guai. Le prime elezioni a suffragio universale, pilotate

sotto banco dai militari, portarono al potere François Duvalier nel 1957. Soprannominato Papà Doc e intriso di credenze

voodoo si autonominò presidente a vita. La sua polizia segreta faceva sparire chiunque si lamentasse. Li chiamavano

Tonton Macoutes, gli uomini spettro della credenza creola-haitiana che rapivano i bambini. Alla morte delpadre-padrone dell'isola la successione fu garantita dal figlio diciannovenne Jean-Claude Duvalier, chiamato BabyDoc. Famoso soltanto per corruzione e violenza, fu Giovanni Paolo II, durante la visita del 1983, a decretarel'inizio della sua fine con un pronunciamento storico: «Le cose devono cambiare qui!».Tre anni dopo Baby Doc veniva deposto; allora il movimento cattolico pro-democratico sembrava il primo raggiodi speranza per il Paese. Un ex prete salesiano, sposato a una legale americana, Jean-Bertrand Aristide, fu elettopresidente, ma ben presto deposto da un golpe. Tre anni di brutale regime militare provocarono lo sbarco deimarine che riportarono al potere Aristide. Nonostante le aspettative, il presidente non era all'altezza dellasituazione. Dopo di lui arrivò René Préval, l'attuale presidente, che fu il primo a non trasformarsi in dittatore e afinire il mandato sulle proprie gambe. Nel 2001, rispuntò Aristide, ma una rivolta armata di bande criminali, exsoldati e ribelli lo costrinse alla fuga. Ancora una volta gli Stati Uniti inviarono i marine a Port-au-Prince perristabilire l'ordine. Al potere fu messo un giudice, che presiedeva la Corte suprema. L'Onu mandò un contingentedi ottomila uomini per stabilizzare Haiti e far tornare a casa gli americani. Diversi Caschi blu sono rimasti sepoltisotto le macerie del terremoto. Anche la loro base è crollata.Nel 2006, le elezioni hanno riconfermato Préval alla guida del Paese. Il bianco palazzo presidenziale, costruito aitempi da Papà Doc, è stato seriamente danneggiato dalle scosse. L'esercito era stato abolito da Aristide, l'adeptodella teologia della liberazione oggi in esilio in Sudafrica. Nonostante i Caschi blu, insicurezza e instabilità politicanon sono ancora debellate. Problemi endemici che si mescolano al traffico della droga. La cocaina in rotta perl'Europa e gli Stati Uniti passa per i Caraibi. I boss colombiani del narcotraffico utilizzano Haiti per far girare isoldi sporchi, grazie alla corruzione. I giovani haitiani non sognano altro che la fuga verso il miraggio americano.Lungo le vie dei clandestini che attraversano la Repubblica Dominicana, l'altra fetta dell'isola sfortunata.

Data:

14-01-2010 Il Giornale.itQuell'angolo delle Antille condannato a guerre e disastri

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14-01-2010 Il Giornale.itQuell'angolo delle Antille condannato a guerre e disastri

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articolo di giovedì 14 gennaio 2010

di Redazione

Un milione di euro subito stanziati e una missione italiana in Haiti per valutare sul terreno le priorità. A seguito del

terremoto che ha colpito la Repubblica Democratica di Haiti - si legge infatti in una nota della Farnesina - la Direzione

Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs), su indicazione del ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è

immediatamente attivata. Sono stati subito disposti due contributi finanziari a favore delle Agenzie Internazionali che

operano sul terreno: 500mila euro saranno devoluti al Programma Alimentare Mondiale per andare incontro ai bisogni

alimentari d'urgenza delle popolazioni colpite, e altri 500mila euro saranno concessi nel quadro del programma

d'emergenza che la Federazione Internazionale delle Croci Rosse e delle Mezze Lune Rosse sta predisponendo per

l'assistenza sanitaria. La Dgcs, inoltre, parteciperà a una missione italiana coordinata, resa possibile da un volo

organizzato dalla Protezione Civile, che partirà al più presto per Haiti. G

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14-01-2010 Il Giornale.itDa Roma Inviata una missione e stanziato un milione di euro

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 114

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articolo di giovedì 14 gennaio 2010

"Tra le rovine le urla strazianti"

Paura per italiani all'hotel Montana

di Gian Micalessin

«Qu...i si... è spento t...utto». Quelle cinque parole sputate dall'inferno, ricomparse, spezzettate, smozzicate, rallentate

sullo schermo di Skype sono il primo, balbettante messaggio di Fiammetta, la sopravvissuta. Quelli di Avsi,

l'organizzazione umanitaria presente ad Haiti da 11 anni, la cercano dall'alba. Per molte ore di Fiammetta Cappellini, 36

anni, responsabile dell'ufficio di Port-au-Prince e dei suoi due compagni italiani non si sa nulla. Non si sa se siano vivi o

morti, sepolti o in fuga. Agli altri nostri connazionali non va meglio. Dovrebbero essere 190 o 192, ma per molti la sorte

resta oscura, confusa. La furia di un terremoto capace di cancellare tralicci e parabole li trascina in un limbo

impenetrabile, oscuro. Almeno uno secondo Fabrizio Romano, responsabile dell'Unità di Crisi della Farnesina, potrebbe

esser morto. Gli unici a venir dati sicuramente per sopravvissuti sono una settantina di connazionali contattati

direttamente dalla Farnesina o dai nostri diplomatici. Per gli altri nulla è certo. La paura è forte: l'hotel Montana, dove

vivevano molti italiani, è stato devastato dal sisma. «Ci sono grosse difficoltà nelle comunicazioni e nella raccolta

d'informazioni, non è detto che tutti e 190 si trovassero fisicamente ad Haiti - chiarisce Romano - dodici tecnici di una

ditta romana in un cantiere a nord di Haiti, alcuni religiosi e il console onorario Giovanni de Matteis sono stati contattati e

sono incolumi». Mentre la Farnesina tratteggia questo quadro incerto qualcosa sui computer dell'Avsi si muove. Quelle

cinque parole luccicanti affiorate da una linea malata sono il primo segnale di vita. Come per miracolo Skype prende

fiato, Fiammetta acquista la parola, racconta la sua drammatica esperienza di sopravvissuta ad un sisma che s'è divorato

tutto quel che la circondava.

«La prima scossa, quella delle 17, è stata interminabile. È durata più di minuto ma non ha distrutto l'ufficio. Questo ci ha

salvati, ma anche ingannati. Per un po' non ci siamo resi conto del disastro. Io, Jean Philippe e un altro collega haitiano

l'abbiamo capito quando abbiamo cercato di raggiungere casa. Siamo rimasti bloccati per ore, prigionieri di un ingorgo di

gente terrorizzata, gente in fuga, gente senza più nulla». La situazione più terribile li attende nel cuore della capitale

smembrata. «A Port-au-Prince - racconta Fiammetta - il panorama è devastante. Gli edifici più importanti sono scomparsi.

Il commissariato di Delmas 33, un edificio di tre piani con annessa prigione e centro di detenzione di minori non esiste

più. Quelli dell'Onu hanno montato le fotocellule per continuare i soccorsi di notte. Ce ne sarebbe bisogno ovunque, ma

sono solo lì. All'hotel Montana, semidistrutto ci sono 200 dispersi. Non esiste una sola zona dove le strade non siano

invase dai ruderi. I morti sono migliaia. Dalle rovine arrivano le implorazioni di chi è ancora sotto. Ascoltarle, vedere i

parenti impotenti, sapere di non poter far nulla è terribile. Soprattutto per chi come noi è abituato ad aiutare e soccorrere.

In quell'inferno troviamo quattro fratellini usciti vivi da una casa distrutta. I loro genitori non ci sono. Forse sono per

strada, forse sono morti altrove. Li soccorriamo. Uno è grave ferito alla testa, piange disperato. La sorellina urla: «Come

farà mamma a ritrovarci se casa nostra non c'è più?». Li lasciamo, oltrepassiamo interi isolati ridotti a sottilette di cemento

affastellate. Dove c'era un famoso supermercato non troviamo più nulla. La scossa l'ha colpito all'ora di punta e là sotto

dev'esser un macello». In questa situazione come ripetono dalla Farnesina la sorte di molti connazionali resta appesa ad un

filo. Fiammetta lì ad Haiti lo sa bene. Quando la scossa la sorprende non sa nulla di suo marito, un avvocato haitiano. Si

sono salutati alla mattina e ora i loro telefoni sono muti, silenziosi, inutili. Si cercano per ore, mentre l'ansia attanaglia lo

stomaco, spinge il cuore nella gola. «Il viaggio verso casa distante meno di dieci chilometri dura più di due ore. È

un'odissea tra una folla senza speranza, tra fantasmi ridotti alla follia dalla paura e dall'orrore. Vagano senza meta, si

trascinano dietro familiari feriti e insanguinati. Mentre attraverso quella distesa di macerie mi dico «forse è anche lui lì

sotto, forse non ce l'ha fatta. Invece lo trovo. La nostra casa è ancora in piedi. Quella accanto è un cumulo di polvere e

mattoni».

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Data:

14-01-2010 Il Giornale.it"Tra le rovine le urla strazianti" Paura per italiani all'hotel Montana

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 115

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articolo di giovedì 14 gennaio 2010

di Redazione

La Croce Rossa comunica le coordinate per la raccolta fondi della Cri in favore delle popolazioni colpite dal terremoto ad

Haiti: il numero verde è 800.166.666. Per le donazione online la causale è «Pro emergenza Haiti» sl sito www.cri.it.

Bonifico bancario causale «Pro emergenza Haiti» IBAN IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020. Anche le organizzazioni

di AGIRE hanno deciso il lancio di un appello congiunto di raccolta fondi per sostenere le attività di emergenza delle

ONG italiane. È possibile effettuare una donazione di 2 euro inviando un sms al 48541 da cellulari Tim e Vodafone o

chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom italia. Donazioni on line dal sito internet www.agire.it

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Data:

14-01-2010 Il Giornale.itCome contribuire alla raccolta fondi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 116

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BERGAMO pag. 2

BASSA BERGAMASCA NO ALL'APERTURA nella Bassa Bergamasca di quattro nuove cave "di prestito", che

servirebbero per realizzare la Tav e per le opere accessorie, ma che andrebbero però a sfregiare un territorio già

martoriato. I SINDACI di Mozzanica, Covo, Antegnate e Fornovo e il Circolo locale di Legambiente sono scesi sul

sentiero di guerra per protestare contro la richiesta alla Regione della società Cepav2, che cura l'attività del consorzio per

la realizzazione dell'alta velocità ferroviaria sulla linea Milano-Venezia. Nei giorni scorsi ai primi cittadini dei quattro

comuni interessati è arrivato lo studio di impatto ambientale (che precede la richiesta di autorizzazione dei nuovi poli

estrattivi) relativo all'apertura di due cave, confinanti tra loro, nella zona dietro il mobilificio Giupponi, l'una nel territorio

di Mozzanica, l'altra in quello di Fornovo. E la stessa cosa è avvenuta per Covo e Antegnate. «Non è stata ancora presa

una decisione su alcuni dei poli estrattivi previsti nel piano provinciale, che già si parla di tornare a bucare il martoriato

territorio della Bassa - accusano gli amministratori locali - In totale Mozzanica e Fornovo rischiano di ritrovarsi un

ecomostro da 20 ettari, profondo 25 metri e con un potenziale pari a 2,2 milioni di metri cubi di materiale da estrarre».

Un'eventualità che non piace nemmeno ai cittadini dei comuni bergamaschi, pronti a protestare. SULLA VICENDA sono

intervenuti anche i consiglieri regionali bergamaschi del Partito Democratuco, Marcello Saponaro e Giuseppe Benigni,

che ieri hanno depositato un'interrogazione all'assessore regionale all'Ambiente, Massimo Ponzoni, per avere chiarimenti

in merito ai nuovi ambiti estrattivi. «La cosa assurda - attacca Saponaro - è che dopo otto anni per l'approvazione del

piano cave della Provincia di Bergamo ci troviamo oggi con quattro nuovi possibili sfregi al territorio. Ci chiediamo a

questo punto a cosa serva un piano cave che, tra l'altro, già prevede volumi per le grandi opere se pochi mesi dopo la sua

approvazione si chiedono altre cave, a questo punto fuori da qualunque logica di pianificazione, per soddisfare i

fabbisogni delle stesse grandi opere». «Ancora una volta - rincara la dose Benigni - si evidenzia la necessità di rivedere

completamente la legge che regola i piani cave e che colpevolmente il centrodestra ha rimandato sine die. Per quanto

riguarda i quattro nuovi poli, attraverso l'interrogazione chiediamo conto all'assessore all'ambiente Ponzoni del perchè

queste cave non siano state previste già in sede di discussione del Piano cave, quando era già chiaro che la Tav e la

Brebemi sarebbero state realizzate». «SIAMO sul sentiero di guerra - sottolinea Arturo Giudicati, presidente del circolo

Bassa Bergamasca di Legambiente - Non si capisce con quale logica si possa anche solo prendere in considerazione come

sito di escavazione un territorio ad alto rischio idrogeologico e la cui fragilità è evidente. Tra l'altro si tratta di comuni a

pochi chilometri dall'appena ripristinata cava di Caravaggio». Michele Andreucci

Data:

13-01-2010 Il Giorno (Bergamo - Brescia)BASSA BERGAMASCA NO ALL'APERTURA nella Bassa ...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 117

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COMO E PROVINCIA pag. 4

Il gruppo di Protezione civile sostiene una scuola

SAN FEDELE INTELVI

di MARCO PALUMBO SAN FEDELE INTELVI «SI È CREATO un legame: un filo diretto tra persone che si sono

incontrate e conosciute in un momento di difficoltà. Lì c'è ancora molto da fare». Così Primo Turchetti, vice coordinatore

del Gruppo sovracomunale di Protezione Civile della Comunità montana Lario-Intelvese che ha sede a San Fedele Intelvi.

Gruppo che, sino al 31 gennaio, promuove un'importante raccolta di materiale «per la scuola primaria e per la nuova

scuola materna di Monticchio 2", Comune abruzzese a due passi da Onna, tra i Municipi più colpiti dal violentissimo

sisma dello scorso 6 aprile. «I NOSTRI volontari, secondo le indicazioni del Dipartimento nazionale, hanno contribuito

alla gestione logistico/informatica delle aree che hanno ospitato i cittadini dopo il sisma spiega Turchetti -. A L'Aquila e

dintorni ci sono uomini e donne che hanno ancora un lungo percorso da compiere per tornare alla normalità». LA

RACCOLTA di materiale didattico non è che il primo passo. Dopo la metà di febbraio i volontari del Gruppo

Lario-intelvese torneranno in Abruzzo. «In quell'occasione afferma ancora Turchetti porteremo direttamente nel cuore

delle zone colpite dal terremoto materiale per la scuola primaria e per la nuova scuola materna». Tutti hanno la possibilità

di partecipare alla raccolta. Il materiale va consegnato entro il 31 gennaio a San Fedele Intelvi (via Provinciale 132). Info

al 338/2866194. L'invito-appello è di raccogliere e consegnare la maggior quantità di materiale possibile. Nel frattempo, il

Gruppo di Protezione Civile della Comunità montana Lario-Intelvese guarda anche al territorio. A breve prenderà il via

un corso per volontari (info allo 031/830741). Manifesti informativi sono stati affissi in Val d'Intelvi e nei Comuni

rivieraschi. ATTUALMENTE sono una quarantina i volontari in forza al Gruppo. Svolgono «un'azione mirata nell'ambito

delle attività di Previsione-Protezione-Soccorso». L'ente comunitario ha da tempo predisposto su richiesta dei Comuni un

Piano di Emergenza e Protezione Civile Intercomunale. Dall'inizio dell'emergenza neve i volontari sono in allerta

costante, pronti a intervenire nei rispettivi Comuni di residenza. «Anche tu puoi diventare un volontario di Protezione

Civile», è il leit motiv che accompagna il nuovo corso, che già si annuncia particolarmente interessante. Image:

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Data:

14-01-2010 Il Giorno (Como)Un ponte con l'Abruzzo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 118

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VETRINA pag. 11

La messa in sicurezza costa 50 mila euro

di ROSELLA FORMENTI BUSTO ARSIZIO STANZIATI dal Comune 50 mila euro per effettuare gli interventi di

messa in sicurezza dell'area di via San Pietro 9 nel rione di Borsano devastata, la mattina del 3 dicembre scorso, da

un'esplosione causata da una fuga di gas che non ha lasciato scampo a una giovane di 19 anni, Stefania Zhu e a un

trentenne, Andrea Rosignoli, rimasti cadaveri sotto le macerie. In via San Pietro 9 lo squarcio è impressionante, due piani

del complesso di case di cortile non ci sono più, in piedi sono rimasti 5 alloggi per ora ancora vuoti: gli inquilini sono

ancora sistemati preso parenti in attesa di poter rientrare nelle loro case che al momento sono inagibili. L'area di via San

Pietro 9 è ancora sottoposta a sequestro mentre continuano le indagini e le perizie per fare chiarezza sull'esplosione.

Indagati al momento sono tre tecnici dell'Agesp: i due che hanno eseguito l'ispezione e il capo con cui parlarono quella

notte prima di andarsene. LA SERA precedente lo scoppio alcuni residenti in via San Pietro 9 allarmati dal forte odore di

gas che si avvertiva per strada avevano infatti telefonato all'Agesp che aveva mandato sul posto i suoi addetti. I tecnici si

sono fermati in via San Pietro per alcune ore effettuando controlli dai quali , pare, non risultassero anomalie. La mattina

seguente intorno alle 7 la devastante esplosione aveva ridotto due piani del caseggiato di cortile ad un cumulo di macerie,

sotto le quali hanno perso la vita due inquilini, Stefania Zhu e Andrea Rosignoli. QUELLA MATTINA la macchina degli

aiuti coordinata dall'Amministrazione comunale si era messa in moto immediatamente con i volontari della Protezione

civile impegnati accanto ai Vigili del fuoco e alle forze dell'ordine a soccorrere chi all'improvviso si era trovato senza

casa. Importante fu anche la collaborazione con la parrocchia di Borsano che mise a disposizione alcuni locali per

accogliere gli sfollati. È trascorso poco più di un mese da quella tragica mattina del 3 dicembre, in via San Pietro 9 resta la

ferita e 5 famiglie sono in attesa di una casa. L'altro giorno la Giunta ha deliberato lo stanziamento di 50 mila euro per i

lavori necessari a mettere in sicurezza il caseggiato danneggiato dall'esplosione. Image: 20100114/foto/1401.jpg

Data:

14-01-2010 Il Giorno (Legnano)Esplosione a Borsano Il Comune paga le spese

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 119

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PAVIA pag. 17

CONTRIBUTI DALLA PROVINCIA

PAVIA DIECIMILA euro al Comune di Tromello, per l'emergenza del campanile che ha rischiato di crollare. La Giunta

della Provincia di Pavia, su proposta del presidente Vittorio Poma, ha approvato all'unanimità la concessione di una serie

di contributi, a 6 amministrazioni comunali del territorio provinciale, per iniziative di Protezione civile e per la

realizzazione di manifestazioni di carattere culturale. Al Comune di Inverno e Monteleone è stato concesso un contributo

per la 29esima edizione del Presepe vivente, ai Comuni di Olevano Lomellina, San Giorgio di Lomellina e Cergnago i

contributi sono invece per manifestazioni culturali e sociali da realizzare nel 2010 e al Comune di Villanterio il contributo

provinciale è per l'attività del Gruppo di Protezione civile. Per il Comnune di Tromello il contributo riguarda invece

l'intervento di prima emergenza per il pericolo di crollo del campanile parrocchiale. S.Z.

Data:

13-01-2010 Il Giorno (Lodi)Campanile pericolante Diecimila euro a Tromello Aiuti anche ad altri 5

Comuni

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 120

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PRIMO PIANO pag. 2

Esplode un reattore nello stabilimento della Baerlocher, feriti 3 operai. Squadre di vigili del fuoco al lavoro fino a tarda

sera

di GUIDO BANDERA LODI UN BOATO che si sente anche a distanza di qualche chilometro, i vetri delle finestre

tremano. Una nuvola di fumo nero che si alza rapida, nel cielo sopra Lodi. È esplosa la Baerlocher e tre operai sono

rimasti feriti. Sono circa le 16 di ieri e nello stabilimento chimico che sorge a ridosso della tangenziale, sulla provinciale

per San Colombano, si lavora ancora. Dentro, oltre agli amministrativi, una trentina dei circa 100 operai. L'AZIENDA

chimica, che produce stabilizzanti a base di stagno e per l'industria della plastica, custodisce al suo interno sostanze

pericolose, fra cui il cadmio, che però viene risparmiato dall'incendio. Probabilmente, stando alle prime ricostruzioni dei

vigili del fuoco, in uno dei reattori nei quali vengono caricate le materie prime per la produzione la pressione è salita

eccessivamente, determinando l'esplosione. Sicuramente, all'interno, c'erano solventi. Non si sa ancora, però, nel

dettaglio, quali fossero le sostanze chimiche utilizzate per questa specifica produzione. I vigili del fuoco si sono

comunque fatti consegnare le schede che riportano i componenti chimici usati, ma hanno escluso rischi per la

popolazione. E non è stato deciso alcuno sgombero. L'incendio scoppia, oltre che nella torre dei reattori, anche nel reparto

liquidi che è a fianco del luogo dell'esplosione. Il tetto in fibrocemento che copre il capannone è in parte volato via con

l'esplosione. Dentro si lavorava a pieno ritmo. Fortunatamente, nessuno viene investito in pieno dalla vampata

dell'esplosione e solo tre operai riportano ustioni di primo e secondo grado, perché mentre si trovavano nella sala

comando del reattore, un computer è esploso. Si tratta di L.F., 44enne di Montanaso, M.N., 37enne di Borghetto

Lodigiano e M.L., 56enne di Massalengo. SUBITO in moto la macchina dei soccorsi. In campo, da subito, i carabinieri

che hanno il comando a poche centinaia di metri dalla fabbrica. Con loro, la polizia, i vigili del fuoco, la protezione civile,

l'Arpa, che esegue le rilevazioni ambientali, i vigili e la polizia provinciale. I pompieri, nell'arco di pochi minuti, inviano

sul posto tutte le squadre disponibili. I mezzi entrano nel cortile dell'azienda, mentre dall'alto una colonna di fumo

sovrasta l'edificio. Con gli idranti le fiamme si abbassano e in pochi minuti la nuvola nera, che non ha raggiunto la città e

si è diretta verso sud, si abbassa. La tangenziale resta aperta; sbarrata invece la provinciale per San Colombano. «Il timore

spiegano i pompieri alle 17.30 era che le fiamme si allargassero al resto dello stabilimento. Siamo intervenuti in tempo la

situazione è sotto controllo».

Data:

14-01-2010 Il Giorno (Lodi)«Un boato enorme e poi una nube di fumo»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 121

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PRIMO PIANO pag. 2

L'EMERGENZA SUL POSTO IL SINDACO LORENZO GUERINI E L'ASSESSORE PROVINCIALE ELENA

MAJOCCHI. LEGAMBIENTE: «PIÙ INFORMAZIONE SUI PIANI D'INTERVENTO»

LODI SUL LUOGO dell'esplosione sfilano le autorità, prefetto in testa, e i politici. Chi non può arrivare, invece, si

informa al telefono. Sul posto, scortato dai vigili, il sindaco Lorenzo Guerini: «Appena ho appreso la notizia sono subito

arrivato sul posto e ho parlato con il prefetto e le forze dell'ordine. La prima preoccupazione, fortunatamente scongiurata,

era accertare se esistessero pericoli per la popolazione. Così non è prosegue il sindaco . Ora, bisogna pensare ai feriti e al

futuro dei lavoratori. Con i vigili ci siamo attivati subito, e siamo intervenuti per dare assistenza a chi era uscito dalla

fabbrica, inviando anche un mezzo della Line per riaccompagnarli in stazione o in città». Sul posto, anche l'assessore

provinciale all'Ambiente, Elena Majocchi che annuncia: «Sono passata a vedere cosa è accaduto e arriverà anche il

presidente Foroni. Durante la notte, insieme alle altre forze dell'ordine, allestiremo un presidio costante per tenere

monitorati i rifiuti tossici che sono all'interno dello stabilimento. La Provincia, però, ha già chiesto all'Arpa di realizzare

rilevamenti sull'aria in momenti e punti diversi per capire quali sostanze siano uscite». DI CERTO, il botto si è sentito a

distanza anche di qualche chilometro. E l'odore dell'incendio è arrivato lontano. Mobilitata anche la protezione civile di

molti paesi limitrofi. Sul caso dell'esplosione interviene anche l'onorevole Andrea Gibelli, presidente della commissione

Attività produttive della Camera. «Ho intenzione di interpellare al più presto il ministero dello Sviluppo Economico per

capire le cause effettive di quanto accaduto», afferma. «Il prefetto conclude mi ha rassicurato sullo stato di salute degli

operai rimasti feriti a cui mando i migliori auguri per una pronta guarigione». E in effetti, solo uno di loro potrebbe essere

stato trattenuto a Lodi in ospedale in osservazione. Intanto, arriva anche l'intervento (polemico) di Legambiente, per voce

del vicepresidente regionale Sergio Cannavò. «Il nostro primo pensiero va ai lavoratori della Baerlocher feriti

nell'incidente e ai loro familiari. Ma non possiamo fare a meno di pensare al problema della convivenza tra industrie

chimiche a rischio di incidente rilevante, qual è la Baerlocher, e la popolazione che risiede nelle vicinanze». «Le aziende a

rischio della provincia di Lodi hanno i loro piani di emergenza esterna prosegue ma questi sono del tutto inutili se le

Amministrazioni pubbliche non si fanno carico di informare la popolazione circa i comportamenti da adottare in caso di

incidente: quando abbiamo rivolto richieste di informazioni alla Prefettura di Lodi, incredibilmente ci è stato risposto che

non avevamo titolo ad accedere alle informazioni relative ai piani di sicurezza esterna». Gui.Ba.

Data:

14-01-2010 Il Giorno (Lodi)Incidente alle porte del capoluogo: «Nessun rischio per gli abitanti»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 122

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PRIMO PIANO pag. 11

PARTONO LE RACCOLTE DI FONDI

L'AQUILA L'EMERGENZA non è ancora finita all'Aquila, a nove mesi dal terremoto che ha devastato la città e lasciato

sotto le macerie trecento persone. Ma sono bastate poche ore per far partire la macchina della solidarietà verso Haiti.

«Nessuno come noi può capire quello che la gente di Haiti sta passando» afferma il sindaco, Massimo Cialente. E nella

città delle Novantanove cannelle partono raccolte di fondi. La Regione Abruzzo promuoverà presso la conferenza dei

presidenti delle Regioni alcune iniziative di sostegno ai superstiti. Un invito a partecipare alla colletta della Caritas arriva

dall'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari. E Cialente apprezza la scelta della Protezione Civile di inviare un team

sul posto, e dice: «Mi piacerebbe inviare una delegazione dall'Aquila, ma la città vive una fase acuta dell'emergenza».

Data:

14-01-2010 Il Giorno (Milano)Aiuti anche dall'Aquila «Nessuno capisce come noi»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 123

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PRIMO PIANO pag. 5

«UNA CATASTROFE assoluta»: così Roberto Stephenson, fotografo romano con parte della famiglia di origine

haitiana, che vive e lavora nella repubblica caraibica, descrive quello che ha visto quando si è avventurato a piedi del

centro di Port au Prince poco dopo il terremoto. «Tutto era per terra, i tetti erano al suolo, in mezzo alla strada c'erano

morti, madri che cercavano i figli, e centinaia di persone che cantavano inni religiosi e pregavano».

Data:

14-01-2010 Il Giorno (Milano)«UNA CATASTROFE assoluta»: così Roberto Stephenson, fotografo romano c

on part...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 124

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Washington, 14 gen. (Adnkronos) - Nei prossimi "tre o quattro giorni possiamo trovare gente in vita" sotto le macerie.

Cosi' l'ex presidente americano Bill Clinton, inviato speciale delle Nazioni Unite per Haiti, ha sottolineato in un'intervista

a 'Fox News' la necessita' di procedere con la massima urgenza nell'assicurare i primi soccorsi alla popolazione colpita dal

terremoto a Haiti. "La cosa piu' importante ora e' che dobbiamo tirare fuori la gente da sotto le macerie".

Data:

14-01-2010 ITnews.it14/01/2010 09:20 HAITI: BILL CLINTON, PROSSIMI 10 GIORNI FONDAMEN

TALI PER SALVARE VITE

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 125

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La Protezione civile potrà affidare in house interventi alla società pubblica Spa della presidenza del consiglio per l'emergenza Gli interventi infrastrutturali e strutturali, nonchè i grandi eventi potranno essere affidati dalla Protezione Civile,guidata da Guido Bertolaso, ad una società in house di proprietà della Presidenza del consiglio che dovràprogettare, scegliere gli appaltatori e svolgere direzione lavori e vigilanza. E' quanto prefigura l'articolo 16 deldecreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195 in materia di emergenza per i rifiuti in Campania e post terremoto inAbruzzo. La disposizione ha lo scopo di garantire economicità e tempestività agli interventi del Dipartimento dellaprotezione civile della presidenza del consiglio dei ministri, e intende creare uno strumento operativo per losvolgimento delle funzioni del Dipartimento. Lo strumento viene individuato in una società per azioni d'interessenazionale denominata: «Protezione civile servizi spa», con capitale sociale di un milione di proprietà interamentedella presidenza del consiglio alle cui dipendenze opererà attuando gli indirizzi definiti direttamente dal presidentedel consiglio dei ministri. Si tratta di una vera e propria società «in house» della presidenza del consiglio che avrà ilcompito di svolgere attività strumentali alle funzioni che competono alla protezione civile. Il decreto leggestabilisce che, pur restando ferme le competenze del ministero delle infrastrutture, la società avrà il compito dieffettuare la progettazione, la scelta del contraente, la direzione lavori, la vigilanza degli interventi strutturali edinfrastrutturali. Non soltanto: sarà sempre compito della società acquisire servizi o forniture che rientrino negli«ambiti di competenza del dipartimento della protezione civile. Fra queste ulteriori attività di servizi (o diforniture) il decreto prevede che possano rientrare anche quelle connesse alle situazioni di emergenzasocio-economico-ambientale derivanti da calamità naturali e quelle relativi ai grandi eventi di cui alle legge 401/01(quali, ad esempio, la passata organizzazione del G8 o le celebrazioni per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia).La società di servizi si atteggerà come «service» della presidenza, e, come società in house, dovrà svolgere l'attivitàprevalente nei confronti della presidenza del consiglio (il che non esclude che possa svolgerla per altri entipubblici), come prevedono le regole comunitarie per gli affidamenti in house. La società, in ogni caso, avendonatura pubblica, sarà tenuta al rispetto della normativa sui contratti pubblici; pertanto o realizza i suoi compiticon strutture interne ovvero, nell'affidare i contratti dovrà rispettare il Codice dei contratti pubblici.

Data:

13-01-2010 Italia OggiBertolaso si fa i lavori da sé

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 126

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Il caso del giorno

Ha dovuto incassare tagli che lei stessa ha giudicato «insostenibili». In Finanziaria, ha spiegato il ministrodell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, «si passa da 1,6 miliardi del 2008 a 500 milioni in pochi anni, risorsesufficienti solo a coprire la spesa per il personale e gli affitti del ministero». Ma se l'amministrazione ordinaria deldicastero dell'ambiente è in difficoltà, c'è pronta la ruota di scorta. La Prestigiacomo potrà infatti proporre allanomina del presidente del consiglio dei ministri tanti commissari straordinari quanti ne serviranno per gliinterventi di messa in sicurezza del territorio -infrastrutture, beni ambientali e artistici- contro il rischioidrogeologico. A prevedere la creazione di quella che è in sostanza una nuova struttura emergenziale con poterispeciali, nonché un Ispettorato generale di coordinamento con tre dirigenti, è il decreto legge di riforma dellaProtezione civile e la gestione dei rifiuti in Campania, la cui legge di conversione ha iniziato ieri i primi passi insenato. Non è dato sapere quanti saranno i nuovi commissari della protezione ambientale, anche se leggendo ireport sul rischio idrogeologico in Italia, dalla Sicilia alla Calabria, dal Lazio alla Lombardia, è facile dire chepotranno essere numerosi. Avranno ampi margini di gestione, potendosi financo sostituire agli enti localinell'emanare gli atti necessari a realizzare le opere. Per i loro compensi deciderà la presidenza del consiglio deiministri, su proposta concertata tra Ambiente ed Economia. Attingendo, come prevede il decreto legge anticrisi(185 del 2009), ai fondi destinati agli interventi e parametrandoli al loro valore. Solo che per i commissari dellaPrestigiacomo non varrà la regola generale prevista dal dl anticrisi, ovvero che, salvo eccezioni documentate, nelcaso di mancato raggiungimento degli obiettivi nei tempi previsti, il commissario non intasca niente. Questo ildecreto sulla Protezione civile lo esclude.

Data:

14-01-2010 Italia OggiSpunta una nuova Protezione civile Al servizio del ministro Prestigiacomo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 127

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Saranno realizzate in pochi mesi. I soldi ci sono. Si lavorerà 24 ore al giorno come si è fatto per ricostruire le casede L'Aquila Modello Abruzzo per le nuove carceri. Con ritmi di lavoro simili a quelli de L'Aquila: 24 ore al giorno, spalmati intre turni da otto ore. E con la gestione accentrata in capo a Protezione civile spa, la società guidata da GuidoBertolaso, che gestirà la partita delle autorizzazioni in deroga e dell'attribuzione degli appalti. Sono ritmi daStakanov, quelli che ieri il premier Silvio Berlusconi, assieme al guardasigilli Angelino Alfano, ha indicato per larealizzazione di 47 nuovi padiglioni e 18 nuovi istituti capaci di ospitare quasi 22 mila detenuti. Grazie al decretoche dichiara lo stato di emergenza carceraria fino al 31 dicembre 2010.

Data:

14-01-2010 Italia OggiCarceri a rotta di collo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 128

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di Piermaurizio Di Rienzo

Milano è legata ad Haiti, distrutta dal terremoto. Perché una delle più importanti onlus che operano nel paese

centroamenricano - la Fondazione Francesca Rava - Nph Italia - ha sede in città. Perché la Chiesa di Milano è attiva

nell'isola caraibica con diverse persone, tra cui due sacerdoti e una missionaria laica, don Giuseppe Noli, don Mauro

Brescianini - che sono vivi e lavorano a 120 chilometri di distanza dall'epicentro del sisma - e Maddalena Boschetti.

Senza dimenticare suor Luisa dell'Orto (originaria di Lomagna, Lecco), e Lucrezia Stocco, volontaria della parrocchia di

Mezzana di Somma Lombardo (Va), impegnate entrambe nella capitale dell'isola. Perché il Comune ha sostenuto con

Expo 2015 i programmi di distribuzione di cibo e acqua e lo stesso sindaco Letizia Moratti si è poi recato a visitare

l'ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien di Port Au Prince. Perché per aiutare Haiti si sono mossi tanti personaggi

milanesi tra cui Martina Colombari e lo stilista Elio Fiorucci. E questo legame si è fatto ancora più stretto adesso che il

paese, «il più povero del mondo», sta combattendo la sua ennesima battaglia. E' stato un gesto ovvio, dunque, quello del

sindaco Moratti e dell'arcivescovo Tettamanzi che, saputa la notizia, si sono incontrati in Curia e hanno aperto un conto

corrente, dopo aver lanciato un appello alla città e alla diocesi. «Haiti è stata devastata da un terremoto che è stato molto

superiore a quello dell'Aquila. Come sindaco mi rivolgo al cuore di Milano», ha dichiarato la Moratti. Sia il Comune sia la

Curia hanno già versato 100 mila euro ciascuno. La Protezione civile è pronta a partire e sta raccogliendo materiali di

prima necessità. Ci vogliono bare e medicinali. Inoltre, il Comune finanzierà tramite la Repubblica dominicana,

l'intervento dei primi elicotteri e scavatori. Anche la Regione è in campo con 200mila euro e aiuti.

Data:

14-01-2010 Leggodi Piermaurizio Di Rienzo Milano è legata ad Haiti, distr...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 129

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di Claudio Fabretti

L'apocalisse nei Caraibi. Il paese più povero dell'emisfero occidentale, Haiti, sconvolto da un terribile sciame di terremoti.

Nella notte di ieri la capitale dell'isola, Port-au-Prince, è stata devastata da una potente scossa di magnitudo 7 (35 volte

più forte rispetto a quello di L'Aquila), a cui sono seguite diverse repliche di forte intensità. Un allarme tsunami è stato

lanciato per tutta la regione delle Antille, ma è poi rientrato. Le vittime potrebbero essere più di centomila, secondo il

premier di Haiti, Jean Max Bellerive: «Spero che la gente abbia avuto il tempo di uscire in strada - ha detto alla Cnn -

Alcuni quartieri sono stati distrutti completamente, non si vede più una persona». Tra i morti, diversi caschi blu Onu della

missione di pace Minustah e anche l'arcivescovo di Port-au-Prince, monsignor Serge Miot. C'è la possibilità che nella lista

possa esservi uno dei 190 italiani che vivono sull'isola.

Secondo l'Onu e la Croce Rossa il terremoto ha colpito 3 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione del paese.

Port-au-Prince si è trasformata in una distesa di rovine, un'enorme nuvola di polvere grigia, con migliaia di persone

sepolte sotto le macerie. I soccorritori stanno tentando di estrarne vive il maggior numero possibile, ma si lavora senza

luce e mancano i medici: solo un ospedale è rimasto in piedi e ha già esaurito la sua capacità di accoglienza. La città è

isolata, solo Skype la collega al mondo. L'aeroporto è operativo ma - spiegano all'Onu - «nessuno lo sta controllando».

Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superando persino i 230.000 dello tsunami di Santo Stefano 2004.

Qualcosa con cui il mondo deve fare i conti. Il presidente Usa, Barack Obama, ha sollecitato una mobilitazione

internazionale e ha ordinato alla sua amministrazione di attuare il massimo sforzo per «aiuti coordinati e rapidi».

L'Unione europea ha stanziato i primi tre milioni di aiuti. E anche le star di Hollywood - da Angelina Jolie a Demi Moore

- hanno deciso di usare il loro nome e le loro risorse per sostenere gli haitiani.

Data:

14-01-2010 Leggodi Claudio Fabretti L'apocalisse nei Caraibi. Il paese pi...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 130

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Promessa a Reggi per il convegno sulla protezione civile

Il Capo Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso ha dato la propria disponibilità al sindaco Roberto Reggi,

per la partecipazione al convegno nazionale "Missione Abruzzo: un modello di intervento integrato di Protezione Civile",

in programma il 12 febbraio prossimo a Piacenza.

L'evento ripercorrerà l'esperienza della gestione del Campo Base Firenze, che dall'aprile all'agosto scorso, nella fase

immediatamente successiva al sisma, ha visto operare insieme Amministrazioni comunali, Polizie locali, Protezione

Civile, tecnici, volontari e assistenti sociali provenienti da diverse aree del Paese, coordinati dal Comando della Polizia

Municipale di Firenze.

«L'adesione di Guido Bertolaso - commenta il sindaco Reggi - è un segno importante della levatura di questo convegno,

che ci permetterà di mettere in evidenza e valorizzare un metodo di lavoro che non ha precedenti in Italia, basato sulla

condivisione e la cooperazione, che sta producendo risultati tangibili ed efficaci per la rinascita del territorio abruzzese.

Da questa esperienza, complessa e unica al tempo stesso, vogliamo trarre un modello per la gestione integrata delle

situazioni di emergenza, che possa essere utile anche in futuro, in caso di necessità. Lo stesso Capo Dipartimento della

Protezione Civile, che saremo orgogliosi di accogliere in questa occasione a Piacenza, ha sottolineato più volte i vantaggi

e gli aspetti innovativi di un simile approccio organizzativo».

Accanto agli approfondimenti tecnici, sarà quindi preziosa la testimonianza diretta sul funzionamento del Campo Base

Firenze (coordinato, per un certo periodo, anche dalla Comandante della Polizia Municipale di Piacenza Elsa Boemi),

oltre alla presentazione del progetto di formazione che Anci sta predisponendo per gli operatori di Polizia locale coinvolti

in missioni di emergenza di protezione civile.

14/01/2010

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Data:

14-01-2010 Libertà«Bertolaso atteso a Piacenza»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 131

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Era a bordo di un fuoristrada in Sardegna, la madre riesce a salvarsi

CAGLIARI - Una bimba di tre anni, Anna Leone, morta in Sardegna dopo essere stata strappata dalle braccia della

mamma che tentava di metterla in salvo dall'acqua che invadeva la loro auto, la dichiarazione dello stato di emergenza in

Toscana, Ligura e Emilia-Romagna e allarmi della Protezione Civile in tutta la penisola. Sono gli effetti della forte area

depressionaria che sta investendo tutta Europa e sta mettendo alla frusta le organizzazioni di soccorso.

L'episodio più grave è avvenuto in Sardegna, dove un'improvvisa onda di piena ha invaso il greto di un piccolo torrente,

rio Murta, vicino a Calasetta nel Sulcis-Iglesiente.

In quel momento Agata Fois, la mamma di Anna, stava guadando il greto del piccolo torrente, un punto di passaggio

obbligato, al volante di un pesante fuoristrada, un Mitsubishi Pajero. La forza dell'acqua ha scaraventato il veicolo contro

una passerella pedonale in cemento armato, provocando la rottura di due vetri. L'interno è stato subito allagato e la madre

per non annegare è uscita con Anna in braccio, ma è stata subito travolta. La violenza della corrente era ancora fortissima

quando, circa un'ora dopo l'incidente avvenuto poco prima delle 9, i tecnici del Soccorso Alpino e speleologico della

Sardegna (Sass) sono riusciti a trovare il corpo della bimba. È stato possibile recuperarlo solo legando con una corda

doppia un operatore che ha potuto così raggiungere il corpicino bloccato tra le canne a 600 metri di distanza dal punto in

cui il fuoristrada era rimasto incastrato sotto la passerella pedonale.

Inutile, per oltre un'ora, il tentativo compiuto dai soccorritori e dell'equipaggio di un'ambulanza del 118 di rianimare la

piccola.

Dopo l'episodio, mentre il presidente della Regione Ugo Cappellacci faceva pervenire il suo cordoglio alla famiglia, il

direttore del servizio di Protezione Civile della Regione Autonoma della Sardegna, Giorgio Cicalò, ha lanciato un appello

per una «maggiore informazione e più cautela». «Quando ci sono situazioni di forte piovosità, esondazioni o piene

occorre stare a casa, magari nei piani alti - ha detto Cicalò - e se proprio ci si deve muovere è meglio evitare di guadare i

corsi d'acqua e, ove non sia possibile, occorre attendere che termini la piena. In Sardegna, infatti, i corsi d'acqua sono

molto piccoli e passano poche decine di minuti tra la piena e lo svuotamento dell'alveo». Domani la perturbazione

interesserà maggiormente la parte orientale dell'isola e l'allerta resta alto. Lo stesso accadrà in Toscana, dove il maggior

problema resta quello del rischio di crolli dell'argine del lago di Massaciuccoli, in Liguria e Emilia Romagna, già provate

dall'ondata di maltempo tra Natale e Capodanno. Anche la Giunta regionale della Calabria ha deciso di chiedere lo stato di

emergenza ed il riconoscimento di calamità naturale per i nubifragi dal primo a 5 gennaio scorsi, mentre fin da stanotte

sono attese nuove forti piogge.

14/01/2010

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Data:

14-01-2010 LibertàEsonda torrente, bimba annegata

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 132

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Stanziati dalla Banca mondiale, Stati Uniti in prima fila

ROMA - «I giorni a venire, quando si scopriranno le reali dimensioni di questa catastrofe, saranno giorni difficili».

Per questo serve uno «sforzo internazionale» finalizzato all'invio di «aiuti rapidi, coordinati ed energici». E' stato il

presidente americano Barack Obama, in una conferenza stampa convocata alla Casa Bianca di primo mattino, ad invitare

il mondo a muoversi per Haiti e promettere l'appoggio immediato degli States con la mobilitazione di «ogni risorsa civile

e militare». La Banca mondiale a sera accoglie l'invito del presidente e stanzia 100 milioni di dollari e - dice Robert

Zoellick - «Intende mobilitare una significativa assistenza finanziaria» per la ricostruzione.

Prima di Obama, per ragioni di fuso orario, anche dal Vaticano era partito un appello pressante alla solidarietà.

«Mi appello alla generosità di tutti perchè a questi fratelli e a queste sorelle non si faccia mancare il sostegno fattivo della

comunità internazionale», aveva detto papa Benedetto XVI. Ma i governi, gli organismi delle Nazioni Unite, le

associazioni, a poche ore dal violentissimo sisma, erano già in moto.

I primi aiuti ad arrivare sono stati quelli americani, geograficamente i più vicini. Ci sono stati subito voli di ricognizione

sull'isola caraibica. Poi, nel giro di poche ore, sono partite squadre di emergenza dalla Florida, dalla Virginia e dalla

California.

Mobilitazione eccezionale anche a Bruxelles dove la Ue ha stanziato i primi 3 milioni euro e disposto l'invio di un team

coordinato di protezione civile. Coordinato perché a Port au Prince, ricordano il Pentagono e il Dipartimento di Stato, è

operativa una sola pista di atterraggio e il rischio è quello di ingolfare l'intera macchina dei soccorsi durante le prime 72

ore di emergenza, le ore cruciali per salvare vite umane.

1400 i francesi presenti ad Haiti tanto che sabato partirà il segretario di Stato alla cooperazione, Alain Joyandet.

Subito inviati due aerei con aiuti umanitari.

Per ora le richieste urgenti che vengono da Haiti riguardano medicinali, viveri e mezzi per scavare tra le macerie. Ma

presto servirà tutto e l'emergenza principale riguarda i bambini. Le sottoscrizioni si stanno moltipicando di ora in ora.

Dalla Croce Rossa, al Fondo mondiale per l'alimentazione passando per Medici senza frontiere, sono stati aperti conti per

le donazioni dei privati. E da ieri per chi vuole aiutare è stato attivato anche un numero per gli sms solidali (48451 per i

clienti Tim, Telecom Italia e Vodafone). A rispondere della raccolta l'agenzia Agire, coordinamento di organizzazioni non

governative tra le quali Action Aid, Save the children, Amref, Intersos e Wwf.

n. a.

14/01/2010

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Data:

14-01-2010 LibertàAiuti per 100 milioni di dollari

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 133

Page 143: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Carceri, via libera allo stato di emergenza:

più agenti di custodia e interventi edilizi

ROMA - Per i prossimi 12 mesi sarà lo stato di emergenza nelle sovraffollate carceri italiane: fino al 31 dicembre 2010 il

capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, avrà poteri analoghi a quelli del responsabile

della Protezione Civile Guido Bertolaso nella gestione del dopo terremoto all'Aquila. Ed è proprio il "modello Abruzzo"

quello che il governo intende seguire per costruire, entro il 2010, 47 nuovi padiglioni e 18 nuove carceri "flessibili" che

assieme ad altre strutture penitenziarie (sette probabilmente) porteranno, entro il 2012, alla creazione di 21.709 nuovi

posti elevando la capienza massima a 80mila unità.

La situazione attuale - ha detto il premier Silvio Berlusconi illustrando il piano assieme al ministro della Giustizia

Angelino Alfano - è «intollerabile: la notte scorsa nelle carceri hanno dormito 64.670 detenuti. Uno Stato civile toglie la

libertà a chi commette un reato e viene giudicato colpevole da un tribunale, ma non può togliere la dignità e attentare alla

salute dei detenuti».

Grazie ai maggiori poteri che gli sono stati attribuiti Ionta potrà derogare alle consuete procedure, velocizzandole, e

semplificando le gare d'appalto (anche attraverso la segretazione). Suo «braccio operativo» sarà la Protezione Civile

Servizi Spa, la società nata per decreto appena una settimana fa. Ma la vera novità inserita nell'ultima ora nel piano carceri

è l'aver riproposto, e stavolta approvato, il nuovo istituto della «messa alla prova», vale a dire la possibilità per gli

incensurati accusati di aver commesso reati fino a tre anni di pena di vedere sospeso il processo a loro carico a patto però

che compiano lavori di pubblica utilità.

Seppure con una soglia maggiore (4 anni di pena), Alfano aveva tentato di portare questa stessa misura in un consiglio dei

ministri del novembre 2008, ma aveva ricevuto l'altolà di Lega ed ex An. Più di un anno dopo - tanto tempo d'altronde c'è

voluto per varare il più volte annunciato piano carceri - la «messa alla prova» ottiene il via libera assieme a un'altra norma

che sarà contenuta in un ddl "ad hoc": la detenzione domiciliare per chi debba scontare un anno di pena residua (ad

eccezione di coloro che sono stati condannati per reati gravi).

Ma i «quattro pilastri» su cui si basa il piano carceri - sottolinea il ministro Alfano indisponibile a nuovi indulti o amnistie

- prevedono anche l'assunzione di 2mila agenti penitenziari e un progressivo scaglionamento degli interventi di edilizia

penitenziaria. Entro il 2010 dovranno essere completati 47 nuovi padiglioni, mentre a partire dal 2011 sarà la volta di 18

nuove carceri di cui 10 ‘flessibilì (probabilmente di prima accoglienza o destinate a detenuti con pene lievi) costruite

seguendo il ‘modello l'Aquilà nelle grandi aree metropolitane (Milano, Napoli, Bologna, Torino, Firenze, Roma, Genova,

Catania, Bari e un'altra città da individuare), a cui se ne aggiungeranno altri 8 in aree strategiche (Pordenone, Pinerolo,

Paliano, Bolzano, Varese, Latina, Brescia e Marsala), anch'esse "flessibili" e ciascuna da circa 450 posti. Per i primi

interventi sono già disponibili 600 milioni di euro (di cui 500milioni stanziati in finanziaria e altri 100milioni provenienti

dal bilancio della Giustizia), mentre i finanziamenti ancora da individuare proverranno anche dai privati. Confindustria e i

costruttori dell'Ance, a tale proposito, si dicono disponibili ad essere coinvolti nel progetto, anche attraverso lo strumento

del project financing, a patto però che si rispettino le regole del mercato. Più scettici i sindacati penitenziari che ora

chiedono di incontrare Alfano.

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Data:

14-01-2010 LibertàCarceri, via libera allo stato di emergenza: più agenti di custodia e interventi

edilizi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 134

Page 144: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Nel 2007 il sisma

era stato previsto:

attese altre scosse

roma - Ora il pericolo è quello di una nuova scossa altrettanto forte. Nei prossimi mesi «sono da attendersi altre scosse di

assestamento anche di magnitudo oltre il quinto grado» mentre più nell'immediato, ovvero nelle prossime settimane,

«potrebbe verificarsi un altro evento grande come il primo». A lanciare l'allarme è stato ieri l'esperto dell'Istituto

nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Luca Malagnini. Ma perchè è accaduto proprio lì? La zone caraibica, ha

precisato Malagnini «è un'area molto sismica, dunque il verificarsi di scosse è un evento in qualche modo da attendersi.

Haiti e la Repubblica dominicana si trovano, infatti, su due grandi faglie». La conferma arriva da uno studio presentato

nel marzo 2008 alla 18ª Conferenza geologica dei Caraibi da cinque studiosi americani che denunciarono il pericolo di un

terremoto di enorme portata sull'isola di Hispaniola, che Haiti divide con la Repubblica domenicana, in corrispondenza di

una faglia che si trova nel sud dell'isola, la faglia di Enriquillo-Plaintain Garden dove si è appunto verificato il sisma di

martedì. Anche Patrick Charles, 67 anni, docente all'Istituto di geologia dell'Avana, in un articolo del 25 settembre 2007

su Le Matin Haiti aveva sottolineato il pericolo rappresentato da una faglia che attraversa l'isola caraibica. Nel 2004 altri

due geologi avevano invece parlato del rischio di un'altra faglia che si trova nella parte nord dell'isola, lungo la valle di

Cibao nella repubblica domenicana.

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14-01-2010 LibertàNel 2007 il sisma era stato previsto: attese altre scosse

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 135

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Anche la Caritas piacentina si mobilita

ROMA - I morti potrebbero essere 100mila, ma c'è chi parla di mezzo milione. Una tragedia di proporzioni

inimmaginabili, il terremoto che ha colpito Haiti, il Paese più povero dell'intero continente americano. «E' una catastrofe»

ha detto il presidente Renè Preval. Poi ha parlato di «scene inimmaginabili». La capitale, Port-au-Prince, di fatto non

esiste più. La maggior parte degli edifici non ha retto: case, ospedali, scuole, lo stesso palazzo presidenziale, sono venuti

giù come pezzi di domino. Tra le vittime ci potrebbe essere anche un italiano, controlli della Farnesina sono in corso.

Soccorsi da tutto il mondo, anche la Caritas piacentina si mobilita.

ALLE PAGINE 2, 3 E 4

14/01/2010

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14-01-2010 LibertàAd Haiti 100mila morti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 136

Page 146: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Un terremoto di proporzioni gigantesche seppelisce la capitale Port-au-Prince. Centinaia di migliaia di morti nel paese più

povero di tutto l'emisfero occidentale. Il presidente René Preval, salvo per miracolo, chiede aiuto al mondo: «È una

catastrofe inimmaginabile. Non lasciateci soli». Senza luce e acqua, si scava a mani nude tra le macerie

Fausto Della Porta

Quattro scosse, tremende e fortissime, dal 7 al 7,3 grado della scala Richter. Poco prima delle sei di pomeriggio di martedì

(la mezzanotte in Italia) Port-au-Prince è stata devastata da un terremoto di proporzioni incredibili. Mentre la terra

tremava, la capitale di Haiti (due milioni di abitanti) si è trasformata in un attimo in una distesa di rovine, un'enorme nube

grigia di polvere con migliaia di persone inghiottite sotto le macerie. L'energia liberata è stata pari a quella di una bomba

H da 32 megaton. Circa 30 volte più potente del terremoto che ha distrutto L'Aquila (5,8 Richter), mille volte più

distruttiva dell'atomica sganciata dagli americani su Nagasaki nel 1945 (32 kiloton). Da quel momento, nelle ore

successive fino al pomeriggio (la notte in Italia), un bombardamento di altre 35 scosse: nessuna al di sotto dei 4.5 gradi

Richter.

Il bilancio del sisma è pesantissimo. «Più di centomila i morti» secondo il primo ministro Jean-Max Bellerive. «Forse

500mila» gli ha fatto eco un senatore dell'opposizione, Youri Latortue (nipote dell'ex presidente Gerard Latortue), che ha

però sottolineato come al momento fosse impossibile fornire cifre reali. «Difficile fare una stima, ma si tratta di una

catastrofe inimmaginabile», ha puntualizzato il presidente René Preval in una dichiarazione riportata dal sito web del

quotidiano Miami Herald, che ha fatto subito il giro del mondo. Lo stesso capo di stato, che si è salvato per miracolo, ha

rivolto un appello alla comunità internazionale affinché intervenga e il più rapidamente possibile, con l'invio di aiuti.

Il paesaggio della capitale di Haiti che ci viene restituito dalle immagini veicolate dalle agenzie internazionale è un

insieme di orrore e devastazione. Corpi ammassati, case sbriciolate, migliaia di persone intrappolate. Sangue e polvere.

Persone senza braccia e senza gambe. Bambini soli che vagano alla ricerca dei propri genitori. Cadaverini senza vita.

Corpi trascinati in mare dalle onde.

L'intero paese è in ginocchio. Secondo l'ufficio degli aiuti umanitari dell'Onu, un terzo della popolazione totale di Haiti

(che ammonta a 10 milioni di abitanti) sarebbe stato colpito in un modo o nell'altro dal sisma. Per gli oltre due milioni di

abitanti della capitale di Haiti, la differenza tra la vita e la morte l'ha fatta soltanto il caso. Con un paradosso: i più poveri

hanno avuto la fortuna di avere solo lamiere e cartoni a piovere sulle loro teste. A seminare la morte sono stati invece gli

edifici più alti e, almeno in teoria, più moderni: crollati come cartapesta ospedali, vari ministeri, hotel cosiddetti di lusso

nel paese più povero di tutto l'emisfero Occidentale, edifici per uomini d'affari, grandi magazzini. La Casa bianca,

residenza del presidente è collassata. Preval si è salvato insieme alla sua famiglia solo perché non si trovava all'interno del

palazzo presidenziale. L'Hotel Cristopher, in cui ha sede la Missione Onu nel paese (Minustah) si è piegato come un

fuscello. Sotto le macerie si ritiene che vi siano circa 100 persone che lavoravano lì dentro, tra cui il capo della missione,

il tunisino Hedi Annabi. Il comando dell'esercito brasiliano ha dichiarato che 11 soldati brasiliani sono morti, sette sono

rimasti feriti e otto risultano dispersi a causa del sisma. Sei militari giordani e tre cinesi hanno perso la vita mentre diversi

militari filippini risultano dispersi tra le macerie. Anche l'Unesco ha dichiarato che mancavano all'appello almeno 14 suoi

impiegati ad Haiti. La Farnesina sta intanto verificando la presunta morte di un cittadino italiano.

Solo un ospedale è rimasto in piedi ma ha già esaurito la propria capacità di accoglienza; la Croce Rossa internazionale si

sta attrezzando per allestire alcuni punti di pronto soccorso da campo. Anche gli ospedali gestiti da Medici senza frontiere

(Msf) sull'isola sono in una situazione gravissima. Secondo quanto dichiarato dall'organizzazione, che comunica con il

proprio staff in loco solo attraverso il satellite, un ospedale sarebbe crollato, un altro sarebbe seriamente danneggiato. Il

sottosegretario Onu agli affari umanitari John Holmes ha spiegato che Port-au-Prince e i suoi dintorni rappresentano

l'aerea più colpita del paese. Danneggiata, in misura minore, anche la cittadina di Carrefour, a sud della capitale.

Tutta la giornata di ieri è stata segnata dal tentativo di stabilire una comunicazione con il paese isolato. Saltate tutte le

comunicazioni tradizionali, nessun segnale dai telefoni cellulari. Funzionava solo internet, grazie ai collegamenti

satellitari. Quindi i collegamenti con l'esterno sono stati fatti via skype o twitter. Anche l'ambasciatore haitiano a Roma ha

detto di comunicare con i suoi superiori solo attraverso skype. Nella tarda mattinata, l'aeroporto ha riaperto e sono

cominciati ad arrivare i primi aiuti. Ma, per la stessa ammissione dell'Onu, nessuno lo controllava. Gli aerei sono atterrati

a vista. La torre di controllo non era operativa. Il personale della Minustah stava cercando di capire se poteva assumere il

controllo dello scalo.

Data:

14-01-2010 Il ManifestoApocalisse ad Haiti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 137

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La macchina degli aiuti e della solidarietà si è intanto cominciata ad attivare. Il Papa ha lanciato un appello «alla

generosità di tutti». Il presidente degli Stati uniti Barack Obama ha cominciato mandando una portaerei. L'Unione

europea nella catastrofe ha trovato la forza di unirsi mettendo insieme «per la prima volta» un coordinamento unico per

gestire gli aiuti alla popolazione. In attesa di un'altra notte senza luce. Senza cibo. A scavare a mani nude tra le macerie

per recuperare i propri cari sepolti e sperare che siano ancora vivi.

Foto: PORT-AU-PRINCE, LA CAPITALE DELL'ISOLA CARAIBICA DEVASTATA DALLE VIOLENTE SCOSSE

DI TERREMOTO CHE HANNO RAGGIUNTO FINO A 7,3 GRADI RICHTER /FOTO AP

Data:

14-01-2010 Il ManifestoApocalisse ad Haiti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 138

Page 148: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

GAFFE DEL PREMIER

Nemmeno una parola. La tragedia che ha colpito Haiti non ha trovato posto nella conferenza stampa tenuta ieri dal

presidente del consiglio Silvio Berlusconi al termine del consiglio dei ministri. Fin dalle prime ore del mattino è stata

subito chiara la gravità del sisma che ha colpito la popolazione di Haiti, così come che il numero delle vittime sarebbe

stato di proporzioni enormi. Nonostante questo, al termine del consiglio dei ministri Berlusconi non ha trovato neanche

una parola da spendere a sostegno delle popolazioni colpite. Non per questo, però, l'Italia resterà a guardare. La macchina

degli aiuti è infatti già partita. Un Falcon con a bordo l'advanced team italiano che dovrà verificare le condizioni

logistiche e di sicurezza ad Haiti per il successivo invio degli aiuti è partito ieri sera dall'aeroporto di Ciampino. Il suo

arrivo a Port-au-Prince è previsto per stamattina alle 10,30 ora italiana. «I problemi sono tanti se non giganteschi in questa

situazione. - ha detto uno dei responsabili della Protezione civile - Haiti è un paese povero instabile e temiamo lo

scoppiare di problemi igienico-sanitari e criticità per la sicurezza sia della popolazione che degli operatori umanitari»

Data:

14-01-2010 Il ManifestoDa Berlusconi neanche una parola di solidarietà

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 139

Page 149: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

CARCERI Poteri straordinari a Ionta

Eleonora Martini

ROMA

Il miracolo dell'Aquila si ripeterà col Piano carceri. «In cinque, otto mesi al massimo, realizzeremo 47 nuovi padiglioni

che si affiancheranno alle strutture già esistenti, 47 nuovi cantieri con tempi e modelli organizzativi tipo L'Aquila, in

modo da evitare tutta la burocrazia degli iter amministrativi». Silvio Berlusconi lascia al guardasigilli Angelino Alfano

l'onore di annunciare la lieta novella messa a punto nel primo Consiglio dei ministri presieduto dal Cavaliere senza bende.

Un Piano che fonda su quattro pilastri, di cui il primo è la decretazione dello stato d'emergenza «fino al 31 dicembre

2010» con il quale si conferiscono a Franco Ionta gli stessi poteri straordinari che hanno fatto di Guido Bertolaso «l'uomo

della provvidenza» e che trasformeranno probabilmente il commissario ad hoc nell'"uomo della redenzione". Un

grimaldello necessario per compiere il "miracolo" fino in fondo costruendo anche, tra il 2011 e il 2012, 18 nuove carceri

in modo da aggiungere ai posti attualmente disponibili nei penitenziari italiani «21.749 letti in più» entro tre anni.

«Useremo il sistema dei tre turni di lavoro» per realizzare «strutture flessibili e tradizionali sul modello dell'Aquila». La

copertura finanziaria per il momento c'è, assicura Alfano: «500 milioni di euro sono stati già stanziati in Finanziaria e altri

100 milioni saranno prelevati dal bilancio del ministero di Giustizia». Soldi che serviranno per costruire i primi 47

padiglioni, poi si cercheranno fondi anche «da finanziatori privati». Non è chiaro invece dove si reperiranno i soldi per

assumere altri due mila poliziotti penitenziari con i quali l'esecutivo pensa di «dare grande sollievo ai 40 mila e oltre che

già lavorano».

Ma un miracolo a dire il vero sembra essersi già realizzato: il premier infatti ha finalmente ammesso che «la situazione

nelle carceri è diventata intollerabile» e che «uno stato civile non può togliere la dignità alle persone e attentare alla salute

dei detenuti». E nel delirio dei preparativi per una «missione che non ha precedenti nella storia della Repubblica», ossia il

tentativo di risolvere il problema annoso del sovraffollamento «senza amnistie e indulti», un passo avanti l'esecutivo l'ha

fatto. È il quarto pilastro del Piano carceri, quello realizzato sulla spinta delle cinque mozioni approvate martedì dalla

Camera e che in comune avevano proprio la richiesta di un maggiore ricorso alle misure cautelari alternative, come ha

spiegato lo stesso ministro di Giustizia. «Il Cdm ha approvato un disegno di legge composto di due articoli contenenti le

norme di accompagnamento: il primo concede la possibilità a chi deve scontare un anno solo di reclusione di scontarlo ai

domiciliari. L'altro - aggiunge Alfano - prevede la cosiddetta "messa alla prova" per coloro che sono imputati di reati fino

a tre anni, di svolgere lavori di pubblica utilità sospendendo il processo». Un modo, spiega il guardasigilli, per

«deflazionare il sistema giustizia sia sul versante carcerario che su quello processuale».

È l'unico punto apprezzato dalle associazioni di tutela dei detenuti e di volontariato come Antigone, Arci e Vic-Caritas

che da tempo chiedevano di allargare anche agli adulti l'istituto della "messa alla prova" già esistente nell'ordinamento

penale minorile. Una proposta, questa, che era già contenuta nella proposta Pisapia della scorsa legislatura, ma che non

piace all'Italia dei valori che la considera «un indulto mascherato». «Sono 20 mila i detenuti che devono scontare ancora

un anno di pena - attacca Massimo Donati, capogruppo Idv alla Camera - torneranno in libertà e sarà difficile controllarli,

con evidenti conseguenze per la sicurezza dei cittadini».

In ambienti meno giustizialisti, invece, il problema semmai sta nel fatto che l'unica misura davvero urgente, quella che

avrebbe potuto davvero alleggerire un po' l'emergenza carceraria, non ha trovato posto nello strumento tanto abusato dal

governo Berlusconi della decretazione d'urgenza, ma inizierà invece l'iter di approvazione parlamentare del ddl. E forse

non vedrà mai la luce.

I sindacati di polizia penitenziaria, dal canto loro, reagiscono alla notizia dell'assunzione di due mila nuovi agenti. Per

l'Osapp il Piano carceri è «un elefante che ha partorito un topolino: 47 padiglioni per 9.650 detenuti in più che potrebbero

tranquillamente diventare alle attuali condizioni 15 mila, esigono almeno 7 mila unità di polizia in più e non 2 mila. Entro

il 2012, poi, gli agenti dovrebbero essere almeno 10 mila in più». Vogliono vederci più chiaro anche i poliziotti del Sappe

che chiedono al ministro di illustrare il Piano al sindacato. Mentre per la Cgil-Fp quanto approvato ieri dal Cdm «non è

risolutivo». Le assunzioni, dicono, non sono sufficienti, ce ne vorrebbero «almeno 5 mila».

E se solo la Confindustria sembra preoccuparsi per l'accentramento dei poteri nella mani di Ionta e chiede il «corretto

svolgimento delle gare e dell'affidamento dei lavori», il plenipotenziario commissario straordinario fa sapere che userà la

Protezione civile Spa come «braccio operativo» con cui gestire l'emergenza carcere. Inappropriato? Macché. «La legge

Data:

14-01-2010 Il ManifestoItalia tra le sbarre, sul modello dell Aquila

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 140

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225/'92 - spiega - consente di dichiarare lo stato di emergenza nazionale non solo per calamità naturale, ma anche in

situazioni emergenziali che determinano un allarme nazionale». Lui stesso, ha ammesso, ha chiesto che venisse dichiarato

lo stato d'emergenza in modo da operare «in deroga alle ordinarie competenze, velocizzando procedure e semplificando le

gare d'appalto».

Data:

14-01-2010 Il ManifestoItalia tra le sbarre, sul modello dell Aquila

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 141

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Matteo Menin è sotto choc per il terremoto

Cooperante di Casalserugo sopravvissuto ad Haiti

(NICOLA STIEVANO)

CASALSERUGO. «Sono vivo e sto bene: intorno a me ci sono solo macerie e morti, è crollato tutto...». Dall'inferno di

Haiti devastata dal terremoto arriva la telefonata di Matteo Menin, volontario delle Nazioni Unite, scampato per un soffio

dal crollo del palazzo dell'Onu a Port au Prince, nel quale viveva e lavorava. Ieri mattina è riuscito a mettersi in contatto

per pochi minuti con i genitori che vivono a Casalserugo, poi la comunicazione è caduta. «Abbiamo sentito nostro figlio

per pochi secondi - racconta Gino Menin, il padre - ma sappiamo che è vivo e sta bene, ed è già un miracolo. Ha fatto in

tempo a dirci che si trovava in strada e che aveva con sé solamente la carta d'identità. Era sotto choc. Ha fatto in tempo a

dirci che intorno a lui c'era solo morte e distruzione. Lui invece è illeso, speriamo di risentirlo presto». Da oltre un paio

d'anni il 36enne di Casalserugo, laureato in Scienze politiche, lavora nella cooperazione ad Haiti come volontario

dell'Onu. Nei primi mesi ha prestato servizio in una zona interna del paese, poi si è trasferito nella capitale, dove si

trovava al momento del terremoto. Viveva proprio nel palazzo delle Nazioni Unite sotto le cui macerie hanno trovato la

morte decine di persone. Matteo invece si è salvato e con mezzi di fortuna è riuscito a mettersi in contatto con la famiglia.

«Abbiamo trascorso una notte d'inferno - prosegue Menin, che qualche anno fa ha perso il figlio Marco in un incidente

stradale - senza sapere nulla. Per fortuna ieri mattina verso le 9.30 è arrivata la telefonata di Matteo: la linea era

disturbata. Abbiamo fatto in tempo a sentire dalla sua voce che stava bene. Nelle ore successive abbiamo cercato qualche

altro contatto rivolgendoci all'Unità di crisi della Farnesina. Ma le comunicazioni con Haiti sono difficili, quasi del tutto

assenti. Abbiamo avuto qualche altra notizia tramite un amico e speriamo di risentirlo nelle prossime ore. E' sempre stato

entusiasta del suo lavoro. Ci auguriamo di riabbracciarlo al più presto».

Data:

14-01-2010 Il Mattino di Padovacooperante di casalserugo sopravvissuto ad haiti - (nicola stievano)

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 142

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Mattino, Il (Avellino)

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Data: 13/01/2010

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13/01/2010

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Stefano Sorvino Dal 31 dicembre 2009 è formalmente cessato lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti in Campania,

dopo oltre quattordici anni di gestione di protezione civile, avviandosi il graduale rientro nel regime ordinario delle

competenze e il difficile subentro degli enti territoriali, in particolare delle Province, nelle funzioni finora esercitate dal

Commissariato di governo in amministrazione straordinaria. Si è così aperta una delicatissima fase di transizione rispetto

ad una problematica ancora aperta e incerta sotto il profilo organizzativo e strutturale. In questo complicato ed

impegnativo contesto, disciplinato da ultimo dal decreto legge n. 195 del 30-12-2009, un profilo essenziale è

rappresentato finalmente dalla gestione provincializzata del ciclo dei rifiuti che le Province della Campania, tra cui quella

di Avellino, hanno per ora inteso affidare a società a totale capitale pubblico, costituite dalle stesse Province come socio

unico, secondo il modello dell'«in house providing». Tale recente scelta ha determinato discussioni e perplessità: se essa

appare largamente comprensibile e condivisibile, almeno in via temporanea, sotto il profilo della opportunità e

dell'affidabilità - attese le caratteristiche particolarmente insidiose del settore dei rifiuti e degli interessi a esso inerenti -

suscita, tuttavia, più di un dubbio in punto di legittimità amministrativa. L'affidamento «in house» e cioè diretto e senza

gara, nell'ambito dei servizi pubblici - sulla base del cosiddetto «controllo analogo» esercitato dall'ente titolare sul

soggetto gestore a totale proprietà pubblica - risulta particolarmente controverso in diritto ed è stato oggetto di una intensa

evoluzione, giurisprudenziale e normativa, recependo gli indirizzi delle fonti comunitarie. Sul punto è intervenuta, da

ultima, la rinnovata normativa della legge 166 del 20-11-2009, di conversione del cosiddetto «Ronchi», di «Adeguamento

alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica» che ha ulteriormente modificato i

connotati applicativi dell'istituto dell'«in house» (articolo 23bis). In estrema sintesi, nella gestione dei servizi locali, il

conferimento mediante procedura competitiva di evidenza pubblica deve costituire la modalità ordinaria, in aderenza ai

principi comunitari che governano la materia, mentre l'affidamento diretto ad una società interamente pubblica

rappresenta solo una opportunità eccezionale e derogatoria rispetto alla regola generale della gara aperta alla competizione

dei privati. >Segue a pag. 29

Data:

13-01-2010 Il Mattino (Avellino)Stefano Sorvino Dal 31 dicembre 2009 è formalmente cessato lo stato di

emergenza nel settore...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 143

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Mattino, Il (Circondario Nord)

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Data: 13/01/2010

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13/01/2010

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acerra Crolla il solaio evacuate sei famiglie Crolla il solaio della casa dove morì carbonizzato l'anziano psicolabile di

Acerra, sgomberate sei famiglie. È accaduto ieri sera al civico 30 di via Ugo Foscolo. Le piogge dei giorni scorsi hanno

causato il cedimento di tetto e solaio mettendo a rischio gli appartamenti vicini e il palazzo di fronte. Sul posto i volontari

della protezione civile e i vigili del fuoco che hanno evacuato i due stabili. Nel monolocale crollato fu ritrovato

carbonizzato lo scorso 26 dicembre il 56ennee Antonio De Sena, affetto da problemi di carattere psicologico.

BRUSCIANO San Sebastiano ecco la festa Presentato il programma di appuntamenti per le celebrazioni del patrono. Il

parroco Giovanni Lo Sapio ha annunciato che il 20 gennaio la festa religiosa sarà conclusa con la spettacolare cerimonia

dell'incendio del campanile della chiesa, di recente costruzione, dedicata a san Sebastiano martire. Casoria Sequestrate

duemila conserve scadute Circa duemila confezioni di conserve vegetali, scadute ma rietichettate con date successive a

quelle reali sono state sequestrate dai carabinieri del Nas. Il valore della merce è di circa 20 mila euro. Il titolare della

rivendita è stato denunciato in stato di libertà per tentata frode. Ottaviano Di Mare chiude gli incontri Si è concluso con

l'incontro col giornalista Rai Franco Di Mare il ciclo di iniziative nel palatenda di piazza Mercato. Di Mare, autore del

libro «Il cecchino e la bambina», sulla sua esperienza di inviato in paesi di guerra, ha risposto alle domande degli alunni

del liceo classico Diaz, raccontando episodi legati al suo lavoro. Poggiomarino Scala, interrogazione su «Vesuvio Est»

Valorizzazione, progettazione e tutela del territorio sono i temi al centro del question time presentato in aula dal

capogruppo della Sinistra, Tonino Scala. «La mia interrogazione vuole accendere i riflettori su questo bene prezioso

anche in vista della futura inaugurazione della Stazione Vesuvio Est». Sant'Antimo Aule fredde ci pensa la Provincia

Liceo scientifico senza riscaldamenti, gli studenti incontrano il sindaco Francesco Piemonte. Il primo cittadino chiarisce

di aver avuto assicurazioni dalla Provincia che avrebbe predisposto l'acquisto di un nuovo bruciatore. Rientra la protesta.

Data:

13-01-2010 Il Mattino (Circondario Nord)acerra Crolla il solaio evacuate sei famiglie Crolla il solaio della casa dove

morì ca...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 144

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Mattino, Il (Circondario Sud2)

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Data: 13/01/2010

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13/01/2010

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Umberto Celentano Vico equense. Realizzata a tempo di record un'ampia palizzata per mettere in sicurezza il tratto di

corso Filangieri, unica attuale strada di entrata ed uscita dal centro urbano in direzione Sorrento, dopo il crollo di una

parte di un vecchio muro in tufo dal costone che domina la ottocentesca statale sorrentina a poco distanza dal ponte di

Seiano L'intervento è stato realizzato già l'altro pomeriggio a poche ore dalla caduta dei grossi massi che per puro caso

non hanno investito veicoli transitanti nella zona ma hanno, invece, investito distruggendola parzialmente una Citroen

parcheggiata a limiti della strada sotto l'alto costone. La staccionata, realizzata con putrelle metalliche posizionate

verticalmente a cui sono state fissate grosse tavole in legno, si estende lungo la strada per una lunghezza di oltre trenta

metri e presenta un'altezza di circa due metri per evitare che l'eventuale caduta di altro materiale tufaceo possa riversarsi

sulla trafficata arteria. Dal sopralluogo effettuato parte dell'ingegnere Salvatore D'Iorio dell'ufficio comunale della

protezione civile, dei vigili del fuoco di Piano di Sorrento, e del geologo Antonio Malafronte del Genio civile è emerso

che è a serio rischio di crollo un'altra sezione di muratura in tufo, dalla lunghezza di circa otto metri per una altezza di

due, limitrofa al tratto che è già crollato a valle. Per questo il sindaco Gennaro Cinque ha emesso ieri ( mart. 12) una

ordinanza che impone al proprietario del muro e dell'area agricola sovrastante il tratto di corso Filangieri interessato dal

dissesto di procedere alla immediata messa in sicurezza della zona di sua proprietà. Se ciò non avverrà, passato il termine

di quindici giorni dalla notifica del provvedimento, i lavori saranno eseguiti in danno dal Comune e si procederà alla

denuncia all'autorità giudiziaria per il proprietario del muro e del suolo adiacente. La zona interessata dal dissesto è sita

nelle immediate vicinanze del costone formato in gran parte di materiale di origine piroclastica ed ubicato nei pressi

dell'incrocio con via Cavottole. Un'area da sempre instabile a livello geologico, tanto da essere oggetto di un intervento di

consolidamento con posizionamento di reti paramassi che terminano ora in prossimità della nuova staccionata realizzata

sul marciapiede che delimita corso Filangieri. A Sorrento, intanto, non è stata riaperta la scalinata che collega piazza

Tasso con via Luigi De Maio ed il porto di Marina Piccola. La lunga rampa era stata chiusa l'altro giorno a causa del

distacco di alcune pietre dalla parete tufacea lungo la quale si inerpicano le scale. Probabilmente i sassi si sono staccati dal

costone in seguito alle forti piogge abbattutesi sulla penisola sorrentina nei giorni scorsi. Ancora uan frana ieri a Massa

Lubrense, ieri, è crollata una parte del muro che costeggia la provinciale Massa-Turro-Sant'Agata, nei pressi del bivio di

Titigliano per Monticchio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Data:

13-01-2010 Il Mattino (Circondario Sud2)Umberto Celentano Vico equense. Realizzata a tempo di record un'ampia

palizzata per mettere ...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 145

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Mattino, Il (Salerno)

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Data: 13/01/2010

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13/01/2010

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Mario Amodio AMALFI. Un protocollo d'intesa che assegna a ciascun ente un ruolo attivo e propositivo per la gestione

dei rischi derivanti dal dissesto idrogeologico in Costiera amalfitana. E all'interno dell'accordo una gara aperta per

individuare una ditta di rocciatori che sia in grado di ispezionare i versanti e dare una risposta immediata alle potenziali

situazioni di pericolo. Si è chiuso con queste soluzioni il tavolo tecnico convocato ieri dall'assessore regionale

all'Ambiente, Walter Ganapini, per discutere con Provincia (presente l'assessore provinciale alla Protezione civile

Giovanni Romano), Comuni ed enti locali dell'annoso tema dei crolli di roccia, l'ultimo dei quali ha provocato la tragica

morte di Carmine Abate, chef del ristorante Zaccaria sito tra Atrani ed Amalfi. Nel corso della riunione, a cui erano

presenti i sindaci e delegati di tutti i Comuni della “divina”, si è deciso di affidare alla Provincia di Salerno un ruolo di

coordinamento e di vigilanza «teso a scongiurare situazioni di rischio immediato ed incombente». Il presidio, attivo sul

territorio e facente capo ai primi cittadini, avrà la funzione di rilevare le segnalazioni di rischio di crolli di costoni e pareti

rocciose. Con una gara aperta saranno incaricati rocciatori, geologi e operai in grado di verificare situazioni di pericolo,

nonché il tipo di intervento da realizzare per la messa in sicurezza dell'area interessata dallo smottamento. Sul fronte degli

interventi il dirigente del settore regionale «Difesa suolo», Italo Giulivo, ha annunciato una ricognizione delle opere già

eseguite e di quelle che sono previste per la mitigazione del rischio. Priorità assoluta sarà data a quei progetti definitivi

che abbiano il via libera di tutti gli enti (per questo al tavolo, oltre al presidente della Comunità montana Monti Lattari,

sedevano anche rappresentanti del Parco dei Monti Lattari, dell'Autorità di Bacino, dell'Anas, della Capitaneria di Porto e

dell'Università di Salerno), in quanto la strada che si intende percorrere è quella delle risorse comunitarie la cui

disponibilità è legata proprio alla cantierabilità dei progetti. «Credo sia importante creare un “modello” intorno alla

custodia del territorio - ha detto Ganapini - Dobbiamo pensare alla manutenzione, anche se il problema dei fondi è

nevralgico. Dal canto nostro possiamo utilizzare la straordinaria attrattività della Costiera per aprire giochi con Bruxelles

in termini di manutenzione del territorio in quanto i Por possono solo finanziare l'intervento». Intanto sulla chiusura ai

pedoni della galleria che collega Atrani con Amalfi è intervenuto il consigliere provinciale del Nuovo Psi, Matteo

Bottone, che chiede all'Anas, in attesa della riapertura della stradina esterna di «predisporre un corridoio di sicurezza

all'interno della galleria e più precisamente sul lato che fiancheggia la corsia sud per garantire l'incolumità dei numerosi

pedoni, tra i quali giovani studenti, massaie, lavoratori e anziani che attraversano quotidianamente l'unico tratto più

agevole di collegamento tra Atrani e Amalfi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Data:

13-01-2010 Il Mattino (Salerno)Mario Amodio AMALFI. Un protocollo d'intesa che assegna a ciascun ente

un ruolo attivo e pr...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 146

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LA TRAGEDIA DELLA VAL DI FASSA

«Nei giorni successivi alla tragedia abbiamo ricevuto l'abbraccio caldo e sincero di tutti gli italiani, un abbraccio che ha

portato conforto ai nostri cuori, aiutandoci ad affrontare con coraggio e dignità la triste realtà che ha visto purtroppo anche

il dolore di altre famiglie». I familiari dei 4 soccorritori trentini morti per salvare gli alpinisti udinesi Fabio Baron e Diego

Andreatta travolti da una valanga, hanno scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Il nostro desiderio -

scrivono i parenti di Erwin Riz, Alessandro Dantone, Diego Perathoner e Luca Prinoth - sarebbe di ringraziare, uno a uno,

tutti coloro i quali si sono stretti attorno a noi e ai nostri cari, ma non potendolo fare direttamente, affidiamo a queste

parole il nostro sentimento di viva riconoscenza. Rappresentando tutti gli italiani, un ringraziamento particolare lo

rivolgiamo al presidente della Repubblica per il messaggio di solidarietà inviato non appena venuto a conoscenza di

quanto accaduto e poi alle autorità del governo e della Protezione civile italiana, al nostro vescovo, ai sindaci e alle

amministrazioni comunali delle nostre comunità e soprattutto al presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo

Dellai, e ai vertici della Protezione civile trentina che sono stati presenti a Canazei sin dal primo momento della tragedia».

Data:

13-01-2010 Il Messaggero Venetole famiglie dei soccorritori morti ringraziano il presidente napolitano

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 147

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- Gorizia

Gradisca

GRADISCA. I vertici di Questura e Prefettura di Gorizia, i comandanti provinciali dei Vigili del fuoco e dell'Arma dei

Carabinieri, l'assessore regionale Riccardi, il direttore generale della Protezione civile regionale, Berlasso, e assieme a

loro i rappresentanti comunali e i capi sezione locali della Protezione civile di ben 34 Comuni. È la lunga lista dei

ringraziamenti che il Comune di Gradisca formalizzerà sabato nella sala del consiglio di palazzo Torriani in occasione

dell'incontro voluto dalla giunta Tommasini per manifestare il riconoscimento della comunità gradisca ai suoi “angeli”, a

tutti gli enti e le persone che che hanno trascorso l'ultimo Natale nella città della Fortezza per difenderla dall'emergenza

provocata dall'onda di piena dell'Isonzo. «Abbiamo esteso l'invito a 34 Comuni della nostra regione che, mobilitando i

loro uomini e le rispettive sezioni di Protezione civile hanno svolto un lavoro semplicemente straordinario – hanno

spiegato i componenti della giunta comunale – a difesa della popolazione gradiscana». Non solo la consegna dei

riconoscimenti comunali, tuttavia, in un incontro che dovrebbe anche partorire i primi dati ufficiali relativamente ai danni

subiti da Gradisca come alla tipologia e alla programmazione degli interventi che Regione e Protezione civile regionale

andranno a eseguire, a titolo di emergenza, nelle aree maggiormente colpite dalla piena dell'Isonzo, in particolar modo la

località Saleti (per la cui messa in sicurezza nell'ultimo mese sono arrivati due distinti finanziamenti straordinari per circa

1.5 milioni di euro (uno da 800 mila euro e uno da 690 mila euro). (ma.ce.)

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 7Il Messaggero Venetoalluvione, è l'ora dei ringraziamenti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 148

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- Gorizia

L'intervento

L'intervento della Protezione civile per tutelare la salute pubblica lungo il corso del Corno si è concretizzato

sostanzialmente in due tipi: in via San Gabriele, a ridosso del confine, è stato coperto l'unico tratto ancora a cielo aperto, a

ridosso delle abitazioni, mentre in prossimità della Valletta del Corno, in vicolo del Guado e in via Montecucco sono state

bonificate le zone di ristagno, con la posa di una condotta in grado di recepire le portata di magra del torrente. In questo

modo i liquami e gli scarichi maleodoranti saranno convogliati nelle rete fognaria grazie a una paratia mobile, evitando

che finiscano nell'Isonzo. In via San Gabriele, nell'unico tratto rimasto a cielo aperto, il Corno è stato coperto, mentre

l'area circostante è stata sistemata a verde. L'intervento principale si è concentrato a valle della Valletta, quindi verso il

centro città: non solo è stata bonificata la zona di ristagno, ma è stata anche ripristinata la sezione del canale in

calcestruzzo per un tratto di 300 metri ed è stata aggiustata la condotta fognaria cittadina. La protezione civile ha

collocato anche una tubazione che raccoglie le portate di magra, azzerando le esalazioni, mentre in caso di piena il

manufatto assicura il deflusso. Grazie ad appositi strumenti di regolazione sarà comunque possibile gestire la portata

minima proveniente da monte, convogliandola nella condotta fognaria. Infine in vicolo del Guado è stata eliminata la zona

del ristagno e all'incrocio tra le vie Montecucco e Lungo Isonzo è stato sistemato il problema conseguente al crollo di una

paratia. (f.s.)

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1Il Messaggero Venetocoperto l'ultimo tratto in via san gabriele

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 149

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Un'italiana: i corpi sono stati portati via da onde gigantesche

Urla e canti nelle strade della capitale: «Questa è davvero la fine del mondo»

LO TSUNAMI

Il racconto

SANTO DOMINGO. «La terra si è aperta ed è stata la fine del mondo». È uno dei tanti messaggi che in queste ore ha

raggiunto diverse capitali del mondo da Haiti, scossa ieri da un terremoto che ha di fatto raso al suolo la capitale

Port-au-Prince, uno degli angoli più poveri del pianeta.

La scossa è stata la più grave degli ultimi 200 anni nell'isola caraibica di Hispaniola. «La città è morta, una parte di Haiti è

distrutta. A Port-au-Prince, la cattedrale, il palazzo presidenziale, gli uffici sono in ginocchio» ha sottolineato il sito web

Haiti Press Network. Il sisma ha di fatto inghiottito la città, dove vivono 2,3 milioni di abitanti, 4 milioni con i sobborghi,

senza risparmiare scuole, ospedali e sedi degli organismi internazionali, compreso quello importantissimo delle Nazioni

Unite.

Fin da martedì notte, e per tutta la giornata di ieri, le informazioni provenienti da Port-au-Prince sembrano scene tratte

dall'inferno, inimmaginabili anche per un paese spesso colpito dagli uragani caraibici: «Subito dopo il terremoto onde

gigantesche si sono abbattute su spiagge e strade: il mare si portava via i morti tra le macerie», ha raccontato dello

tsunami Cristina Iampieri, un avvocato italiano che lavora all'Onu nella capitale haitiana.

Uno dei tanti brasiliani presenti nel paese (il paese di Lula guida la missione di pace Onu), l'antropologo Omar Thomaz,

ha descritto scene orribili: «per le strade della città corrono persone bruciate, seminude: alcuni cantano, sentiamo dei canti

religiosi provenire dalla strada». «La gente si è riversata subito nelle strade dove si poteva avanzare solo a piedi e non in

auto», ha d'altra parte riferito Michael Bazile, intervistato per telefono dai media americani. «La gente urlava e piangeva.

Ho visto molte persone in ginocchio a pregare per le vittime» Tutte le testimonianze hanno riferito immagini di decine di

edifici crollati, dal palazzo presidenziale alle catapecchie di tanti quartieri, dalla cattedrale al palazzo del parlamento.

Migliaia di persone hanno trascorso la notte all'addiaccio per strada, spesso tra morti e feriti, in mezzo alle tenebre di una

città dove sono subito saltati i servizi e le infrastrutture, dai telefoni alla luce.

«Alcune scuole sono piene di cadaveri», ha detto il presidente di Haiti, Renè Preval, mentre il blogger Jean Francois

Labadie ha raccontato di aver visto crollare il Caribean Market, uno dei supermercati più frequentati dall'elite haitaina:

«L'edificio si è messo a ballare. Dopo tre secondi era completamente venuto giù: di fatto si è sbriciolato».

Quello di martedì, confermano diverse fonti, è stato il peggior terremoto nel paese, con una potenza distruttiva ben sei

volte superiore al sisma del 1984.

Data:

14-01-2010 Il Messaggero Venetourla e canti nelle strade della capitale: questa è davvero la fine del mondo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 150

Page 160: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Gorizia Conclusi i lavori per eliminare i miasmi

Il sindaco Romoli: abbiamo risolto un problema che avevamo da 45 anni

I SERVIZI IN CRONACA

GORIZIA. I cattivi odori emanati dal Corno saranno da oggi in poi solo un brutto ricordo, grazie all'intervento portato a

termine nel giro di pochi mesi dalla Protezione civile. I lavori non solo hanno messo fine a un problema annoso, ma

ridurranno l'inquinamento dell'Isonzo, facendo confluire i liquami direttamente nel depuratore.

Data:

14-01-2010 Il Messaggero Venetocorno sicuro ora l'isonzo sarà più pulito

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 151

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- Pordenone

Cittadino dell'anno e “Humanitas”: doppia cerimonia sabato a Casarsa

CASARSA. Cerimonia di consegna del premio “Cittadino dell'anno” e del “Diploma Humanitas 2009”: è in programma

sabato, alle 20.45, al teatro Pier Paolo Pasolini di Casarsa.

Nelle settimane scorse la giuria, presieduta da Pierluigi Rosa, ha provveduto a vagliare le candidature e ad assegnare i

riconoscimenti. I nomi dei premiati saranno resi noti nel corso della cerimonia promossa dalla Pro Casarsa e

dall'associazione Forum Democratico con il sostegno del Comune. L'accompagnamento musicale della serata sarà affidato

al Quinteto Porteno, composto da Nicola Milan (fisarmonica), Simone D'Eusanio (violino), Daniele Labelli (pianoforte),

Roberto Colussi (chitarra) e Alessandro Turchet (contrabbasso). Nato nel 2006, si dedica allo studio del tango argentino e,

in particolare, alla musica del grande compositore Astor Piazzolla. Col Quinteto Porteno si esibiranno, in alcuni brani, la

ballerina Annalisa Bianchin e il baritono Simone D'Eusanio.

Il premio “Cittadino dell'anno” è divenuto ormai una tradizione, essendo giunto alla diciannovesima edizione, mentre per

il Diploma Humanitas si è giunti alla sedicesima edizione. Lo scorso anno per la prima volta il Premio era andato a una

donna, a suor Oliva Pia Colussi, missionaria da cinquant'anni a Port Au Prince, capitale di Haiti, zona devastata l'altro ieri

da un violento territorio (di cui riferiamo in cronaca). Il diploma Humanitas, invece, era andato al gruppo locale della

Protezione civile. (d.s.)

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 12Il Messaggero Venetocittadino dell'anno e "humanitas": doppia cerimonia sabato a casarsa

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 152

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- Udine

TARCENTO. C'è molta soddisfazione il giorno dopo la chiusura dell'82ª Epifania friulana, che ha visto partecipare anche

quest'anno all'accensione dei pignarui di Coia e della conca tarcentina, quasi 10mila persone. «Il bilancio di questa

edizione – spiega Nazareno Orsini, presidente della Pro Tarcento ente organizzatore dell'evento – è estremamente positivo

nonostante le condizioni meteorologiche avverse. Ho visto tanti turisti dal vicino Veneto, arrivati fin dalla mattinata. Il

camper service il 5 gennaio era completamente esaurito. Dal punto di vista della partecipazione, poi, siamo molto

soddisfatti, nonostante avesse iniziato a piovere già dalla metà della mattina dell'Epifania. Ringrazio, per la riuscita

dell'evento, l'amministrazione comunale, con tutta la giunta. Il livello regionale che ha ormai raggiunto questa

manifestazione lo riscontriamo del resto anche dall'alto profilo delle personalità che hanno partecipato al premio Epifania

e all'accensione del Pignarul grant di Coia. Ringrazio anche i volontari della pro Tarcento e tutti gli altri che hanno

collaborato, protezione civile, Croce rossa e operatori comunali. Va sottolineato che è stata alta anche la partecipazione

alle celebrazioni in duomo, a sottolineare che la gente non ha perso di vista il più profondo significato dell'Epifania».

(b.c.)

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 13Il Messaggero Venetotarcento, quasi 10 mila ai festeggiamenti epifanici

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 153

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- Gorizia

Preparativi

GORIZIA. Si stanno definendo gli ultimi dettagli per la “Maratonina delle due province - Trofeo bar Alterego”, il primo

appuntamento podistico dell'anno nella nostra provincia, organizzato dal Gruppo marciatori Gorizia, in programma

domenica alle 10.

Come di consueto sarà Medea a ospitare l'“ouverture” con la Maratonina delle due province che assegnerà al vincitore il

Trofeo Bar Alterego. Oltre alla classica dei 21 chilometri (11ª edizione), per la prima volta si correrà anche la 30

chilometri, che mette in palio il Trofeo Joker (abbigliamento per il running) con partenza simultanea alla 21 chilometri,

ma con un giro supplementare fino a Romans. Questa distanza è stata aggiunta su richiesta di molti podisti che vogliono

effettuare un test in vista delle Maratonine di Treviso, Roma e Trieste. Riguardo ai possibili protagonisti della gara sui 21

chilometri, l'addetto ai Top Runner Ballaben ha preso contatti con alcuni elementi di sicuro valore che però non hanno

ancora aderito: il migliore è il ventiquattrenne etiope Abere-Chane Lema, vincitore della Silvestrerlauf di Peverbach

(Austria) accreditato di 13'27'' e 27'47''. Non ha mai corso una mezza maratona. Altro elemento di spicco il marocchino di

stanza a Forlì Taoufique El Barhoumi, 63'28'' alla Corriferrara 2009, secondo classificato.

Ricordiamo che alla gara ci si può iscrivere anche la mattina stessa, ma è preferibile farlo in anticipo sul sito

www.marciatorigorizia.it. La corsa si svolgerà grazie all'aiuto del Comune di Medea,

della Pro loco e della Protezione civile cui

va il sentito ringraziamento del Gruppo marciatori

di Gorizia.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 11Il Messaggero Venetodomenica a medea la maratonina delle due province

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 154

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- Attualità

Abitavano in un hotel completamente distrutto dal sisma. Illese due suore friulane

PORT-AU-PRINCE. Nella devastante ecatombe che ha colpito Haiti potrebbero esserci anche vittime italiane. La notizia

è ancora incerta, e al momento, mentre il paese caraibico è nel blackout più totale ed è impossibile comunicare se non su

Skype, la Farnesina non è stata in grado di fornire elementi più precisi.

Ma quel che è certo è che dei 190 nostri connazionali presenti a vario titolo nel paese, il ministero degli Esteri, ieri sera,

era riuscito a rintracciarne appena una sessantina. «Il resto lo stiamo verificando», ha detto ieri il capo dell'Unità di crisi,

Fabrizio Romano, assicurando che sull'isola è stato inviato un funzionario dotato di tutta la strumentazione necessaria a

comunicare.

Hanno fatto sapere si star bene, con un messaggio via cellulare, le due religiose friulane che operano ad Haiti e di cui non

si avevano notizie dopo il sisma di martedì notte. Lo ha riferito la presidente dell'associazione «Pane Condiviso», Ivana

Agosto. «Abbiamo contattato via cellulare - ha detto - un giovane che abita vicino alla casa delle suore, alla Citè Militaire.

Ci ha detto di aver ricevuto un sms con scritto “Stiamo bene”, poi - ha concluso - la comunicazione è caduta». Le due

suore, Anna D'Angela e Olivia Pia Colussi, sono nell'isola caraibica da oltre 50 anni e gestiscono attività di sostegno a

bambini e famiglie.

«Servono medicine, viveri, mezzi per scavare tra le macerie», ha detto ieri Mimmo Porpiglia, console onorario ad Haiti,

nel corso di una drammatico contatto telefonico. «La situazione è allucinante, surreale. C'è una cappa bianca per le strade,

ci sono polvere e macerie e ovunque», ha detto ancora il console riferendo che «il caos è totale e che nelle strade non c'è

traccia di esercito né di polizia e ti possono ammazzare anche per una banana».

Un'altra testimonianza arriva da Roberto Stephenson, fotografo romano con parte della famiglia di origine haitiana, che

vive e lavora nella repubblica caraibica da anni, e che ieri si è avventurato a piedi nel centro di Port-au-Prince. «È una

catastrofe assoluta. Tutto era per terra, i tetti erano al suolo, in mezzo alla strada c'erano morti, madri che cercavano i figli,

e centinaia di persone che cantavano inni religiosi e pregavano», ha raccontato Stephenson che al momento della scossa si

trovava a Montagne Noir, sulle alture attorno alla capitale. «Ero in giardino quando ho sentito una spinta e ho visto i muri

di recinzione e quelli della casa che oscillavano, come stessero per spezzarsi. Mai vista una cosa del genere. Allora sono

corso in centro. Ma non c'erano soccorsi, nessuna sirena, solo questi canti. Ho visto un'auto di Medici senza frontiere e

una della Croce rossa, ma anche loro erano cauti - ha aggiunto - perché una vettura era stata assaltata dai feriti, ce n'erano

dappertutto».

Poi ieri mattina il rombo dei primi elicotteri. Le notizie frammentarie arrivate ieri dal paese parlano anche di altri italiani

che avrebbero già contattato le rispettive famiglie raccontando scene di paura e devastazione. «Il penitenziario nazionale è

crollato e molti detenuti sono in fuga», ha riferito uno di loro. «Dicono che il palazzo Onu della Minustah e l'hotel

Montana siano crollati. So che all'hotel Montana abitavano degli italiani, ma non so quanti siano e se al momento del

terremoto erano in casa. Stiamo cercando di sapere qual è stata la sorte dei dispersi». A riferirlo alla stampa Cristiana

Iampieri, un avvocato che lavora all'Onu ad Haiti, dove si è verificato il terribile terremoto. Ma come l'Italia anche Parigi

è in ansia per la sorte di almeno una cinquantima di francesi che mancano all'appello.

Da Roma, intanto ieri è decollato il Falcon del 31 stormo dell'Aeronautica militare con a bordo l'advanced team italiano,

la squadra di esperti della protezione civile incaricata di compiere il primo soprallugo nell'area colpita dal disastro. La

squadra dovrà verificare le condizioni logistiche e di sicurezza per coordinare, con gli altri partner, i successivi aiuti. Sul

volo partito anche il team di chirurgia d'urgenza dell'azienda ospedaliera di Pisa diretto dal professor Giuseppe

Evangelista.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 2Il Messaggero Venetocresce la paura per alcuni italiani dispersi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 155

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Tragedia per la forza di pace che con i suoi 9 uomini è dispiegata nel paese centroamericano dal 2004. Perito pure il

comandante

Il bilancio è destinato ad aggravarsi

Distrutto il quartier generale: oltre a 5 civili, sono deceduti anche 22 caschi blu

I TIMORI

NEW YORK. È una tragedia per il popolo di Haiti, con migliaia di morti e centinaia di migliaia di senzatetto. Ma è una

tragedia anche per l'Onu che ha visto la sua missione di pace, la Minustah, decimata dalle scosse che hanno distrutto la

capitale Port-au-Prince, una situazione che rallenterà l'organizzazione degli aiuti internazionali. Tra le vittime c'è anche il

responsabile della missione, il tunisino Hedi Annabi. Il comando della Minustah, è stato reso noto ieri sera, è stato

affidato al generale cileno Ricardo Toro.

I morti accertati tra i funzionari civili dell'Onu ad Haiti, ha indicato a New York Alain Leroy, il responsabile per le

operazioni di mantenimento della pace, ieri erano cinque. E nel pomeriggio il Brasile ha comunicato che undici suoi

militari erano sicuramente deceduti, insieme a tre caschi blu giordani e otto cinesi.

Ma sono e saranno molti di più visto l'elevato numero di dispersi, forse addirittura 200 come ha detto da Ginevra la

portavoce del'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu (Ocha), Elisabeth Byrs.

Indicazioni più precise (e probabilmente più credibili) vengono dalla Minustah stessa, che ipotizza un massimo di 110

vittime. Il portavoce, Vincenzo Pugliese, in un testo inviato a New York, scrive che «si stima che tra 50 e 100 persone si

trovassero nella palazzina di sei piani», che ospita la Minustah, l'ex hotel Christopher, «quando è crollata. Devono tuttora

essere trovati». Pugliese, che è italiano, aggiunge che «altri uffici sono stati danneggiati e mancano all'appello 10

persone» che lavorano per le agenzie dell'Onu presenti nel paese.

Il portavoce, precisando che la Minustah sta aspettando al più presto «una squadra di esperti cinesi per condurre le

operazioni di recupero» nella palazzina distrutta, aggiunge che il personale gravemente ferito nelle scosse di ieri «è stato

evacuato durante la notte verso gli ospedali dell'Onu che si trovano nei pressi dell'aeroporto, che rimane operativo».

Sempre nei pressi dello scalo aeroportuale, dove si trova il centro logistico Onu, è stato deciso di radunare tutto il

personale delle Nazioni Unite che opera ad Haiti, anche per iniziare il coordinamento degli aiuti umanitari che

cominceranno a giungere nelle prossime ore ore.

Che le cose non saranno facili, lo conferma John Holmes, il responsabile Onu per gli aiuti umanitari, sempre a New York,

anche perchè tra i 3 e i 3,5 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione totale, sono state colpite in un modo o in un

altro dal terremoto di Haiti.

È vero che l'aeroporto è operativo ma «nessuno lo sta gestendo», aggiunge Holmes, secondo cui «è come essere nella

giungla e non è chiaro se i Caschi Blu saranno in grado di prendere, almeno provvisoriamente, il controllo dello scalo»

per coordinare gli aiuti.

L'aeroporto della capitale haitiana, ha confermato l'alto funzionario, è un tassello fondamentale nella catena degli aiuti

umanitari e «vogliamo che sia operativo per garantire la distribuzione di cibo e di materiale di prima necessità».

Ricordiamo infine che è di oltre 9 mila uomini, 7.031 militari e più di 2.200 poliziotti, il corpo internazionale della

Minustah, la Missione internazionale delle Nazioni Unite per la stabilizzazione di Haiti, il cui quartier generale a

Port-au-Prince è stato distrutto dal terremoto.

Data:

14-01-2010 Il Messaggero Venetofalcidiata la missione onu, 27 vittime e 200 dispersi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 156

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- Attualità

Una nazione “stritolata” da miseria e dittatura

La scheda

ROMA. Una popolazione tormentata dalla disoccupazione e da un'economia tra le meno sviluppate del pianeta; uno Stato

segnato da golpisti e dittatori; un'isola spesso bersaglio di enormi calamità naturali. Sembra che il terzo millennio si sia

accanito contro il Paese caraibico di Haiti, il più povero delle Americhe. Che, martedì sera, ha subìto l'ultima, drammatica

catastrofe: un terremoto di magnitudo 7 che ha devastato buona parte della capitale, Port-au-Prince.

Con un reddito pro-capite di appena 1300 dollari l'anno, Haiti si pone al 203º posto tra i 229 Paesi del mondo. Mentre

l'Indice dello sviluppo umano lo colloca alla 149ª posizione su 183 Stati presi in esame. Del resto, i dati parlano chiaro: la

disoccupazione coinvolge il 60% dei circa 9 milioni di haitiani, dei quali solo il 3,4% ha speranza di superare i 64 anni di

vita. Gran parte della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno.

Mentre il tasso di alfabetizzazione non supera il 45%. Un Paese segnato dalle ristrettezze economiche, quindi. Da un alto

deficit con l'estero, da una bilancia commerciale costantemente in passivo. E, ad aggravare la situazione ci hanno pensato

le calamità naturali. Come l'uragano Jeanne, che nell'ottobre 2004 ha causato oltre 3 mila morti in un Paese appena uscito

dalla rivoluzione popolare contro il presidente Jean-Bertrand Aristide.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 3Il Messaggero Venetouna nazione "stritolata" da miseria e dittatura

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 157

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xLA TRAGEDIA DEI PIU' POVERI

di FERDINANDO CAMON

A chi non ha sarà tolto: è il motto spietato che guida la natura a infuriare contro gli insediamenti umani. Le pandemie

nascono nei paesi più miserabili, la malaria ristagna nelle aree più povere e arretrate dell'Africa, i cicloni battono le coste

dell'Asia e dell'America centrale, i maremoti e gli tsunami spazzano via i villaggi nelle terre che noi amiamo come

paradisi naturali per la loro civiltà aurorale. E, a intervalli regolari, i terremoti. Questo che ha scardinato la capitale di

Haiti porta in tutto il mondo immagini di un'angoscia insopportabile che ci colpiscono e ci stordiscono per la loro

apparenza di déjà-vu: le donne quando perdono i figli e la famiglia hanno spesso facce scarmigliate e impolverate come

queste che ci guardano da buche e anfratti dove sono potute sopravvivere mentre tutto crollava.

Le famiglie che urlano di paura sono spesso così, in fila una dietro l'altra, in corsa verso di noi, con occhi e bocche

spalancate. I soccorsi, nei paesi male attrezzati, sono sempre così, un ferito sollevato sulla barella da otto-dieci volontari

scoordinati, per metà inutili, mentre da dietro qualche reporter, con professionale indifferenza, scatta fotografie. Il grande

crollo è venuto nel primo pomeriggio, che da queste parti è l'ora più intensa della giornata. S'è sfasciato tutto. Non solo le

casette, ma anche i palazzi del potere. Ministeri, palazzo presidenziale, palazzo dell'Onu, perfino la cattedrale: come se un

vento sotterraneo le avesse portato via il tetto, le pareti restano dritte e spettrali, la facciata ha ancora il suo magnifico

rosone. Il nemico è venuto a tradimento e ha colto tutti di sorpresa. Il nemico si chiama natura. Perduti nelle guerre tra di

noi, guerre di religioni e di civiltà, di integrazione e di espulsione, guerre per il petrolio, per i mercati, ci eravamo

dimenticati che il nemico di noi tutti (di noi umanità) si chiama natura e che nessun paese riuscirà a batterlo da solo: ci

vorrebbe un'alleanza di tutta l'umanità, un'umanità che sentisse le catastrofi naturali come una tragedia di tutti e di

ognuno, singolarmente inteso, che colpisce anche quelli che ne son lontani mille miglia e sarebbe giusto che tutti

collaborassero a prevenire, rimediare, salvare, guarire, ripristinare.

Haiti soffre un abbandono e un isolamento che la strangolano da secoli. La sua bellezza naturale è miracolosa, chi l'ha

vista la conserva come un sogno. La sua storia, due secoli fa, prometteva un'epoca nuova: i teorici della democrazia come

salvezza del Terzo mondo hanno gioito quando è stata la prima nazione dell'area a raggiungere l'indipendenza e a essere

governata da neri e hanno atteso che da lì salisse l'aurora di una nuova epoca. Ma l'aurora è diventata subito notte, quello è

uno dei paesi più poveri del pianeta. Dittature feroci, non di un partito o di un esercito ma di un uomo o una famiglia,

cittadini torturati e uccisi a decine di migliaia, colpi di Stato dei militari, lotte tra clan e tribù, che continuano ancor oggi

dietro una fragile presenza di forze Onu. E cataclismi a catena. Quattro uragani dal 2004 in poi. Continue difficoltà a

inviare soccorsi. Anche stavolta, le piste di atterraggio sono ingombre di macerie, è difficile anche sapere con esattezza

cosa succede, la catastrofe dispiega la sua parabola dietro una cortina di polvere, fumo, fuoco. Invisibili, torme di sciacalli

si spostano da una casa all'altra, insensibili alle invocazioni di aiuto, attente a cogliere con un colpo d'occhio la preda da

spogliare.

Il mondo, trafelato, perde tempo a capire, a decidere, a muoversi: ogni paese si muove per conto proprio, anche noi Italia,

e così gli aiuti arrivano pochi, tardi, inutili. Ognuno di noi, paesi ricchi, farà la sua piccola parte. Poi sarà di nuovo l'oblio.

Finché un altro cataclisma ci scuoterà.

Data:

14-01-2010 Il Messaggero Venetola natura non ha pieta'

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 158

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Mercoledì 13 Gennaio 2010

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Altra mattinata di navigazione sul Tevere per i carabinieri del Nucleo subacquei diretti da Renato Solustri che nell'ultima

settimana, da quando è scattata l'emergenza per la piena, hanno monitorato quotidianamente le acque del fiume anche più

volte al giorno provvedendo, quando è stato necessario, alla messa in sicurezza degli ormeggi di alcuni barconi. A bordo

del loro gommone ieri mattina i carabinieri hanno percorso il tratto cittadino, da ponte Milvio all'Isola Tiberina, per

controllare se ci fossero ancora situazioni rischiose, grossi detriti non ancora rimossi, problemi alle strutture galleggianti o

ai ponti. «Il livello del Tevere è sceso notevolmente anche rispetto al giorno precedente e la situazione sembra avviarsi

alla normalità» spiega il comandante Solustri. Le scalette d'accesso alle banchine sono ormai ritornate alla luce mentre

rimangono ancora da rimuovere alcuni rami incastrati tra due barconi all'altezza di ponte Umberto I.

«Il nostro lavoro - prosegue Solustri - riguarda soprattutto il controllo di chi vive lungo gli argini, clochard o insediamenti

di nomadi, la segnalazione di grossi tronchi e detriti che si avvicinano al mare».

Il 10 gennaio, dopo l'ultima riunione presso la sede della Protezione civile nazionale, fu sospeso il monitoraggio continuo

dell'Aniene e del Tevere sino alla sua foce, all'idroscalo di Ostia, e sono statii ritirati i presidi della protezione civile e del

Comune. Lo aveva annunciato il sindaco Alemanno precisando che: «La colonnina di Ripetta segna un livello idrometrico

inferiore a 9 metri. L'allarme è quindi cessato e nelle prossime ore il fiume dovrebbe abbassarsi ulteriormente.

L'esperienza dello scorso anno è servita - sottolineò Alemanno - la macchina ha risposto molto meglio e oggi l'efficienza è

di gran lunga superiore. Per questo ringrazio in particolare i volontari della Protezione Civile, la Polizia Municipale, gli

operatori del Servizio giardini e tutte le forze che sono state impegnate in quest'ultima emergenza».

Data:

13-01-2010 Il MessaggeroAltra mattinata di navigazione sul Tevere per i carabinieri del Nucleo

subacquei diretti da Renato S...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 159

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di CRISTIANA MANGANI

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato il via al piano carceri e lo ha fatto concedendo la stato di emergenza fino al 31

dicembre di quest'anno. Un po' come accade quando c'è un terremoto e le condizioni sono drammatiche. La situazione dei

nostri istituti penitenziari è talmente grave da aver portato il ministro Angelino Alfano a chiedere interventi straordinari,

perché come ha dichiarato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «non si può togliere dignità ai detenuti».

«Tre sono gli impianti principali su cui si baserà la nuova pianificazione - chiarisce il Guardasigilli -: il piano edilizio,

2.000 nuovi agenti della Polizia penitenziaria, e due importanti norme di accompagnamento che riguardano la possibilità

di detenzione domiciliare per chi deve scontare solo un anno di pena residua, oltre alla messa in prova delle persone

imputabili per reati fino a tre anni, che così potranno svolgere lavori di pubblica utilità sospendendo il processo. Nel corso

di quest'anno - illustra Alfano - saranno realizzati 47 nuovi padiglioni con 600 milioni di euro, dei quali 500 arrivano dalla

legge Finanziaria, mentre 100 dal bilancio del ministero della Giustizia. Si tratta di strutture che insistano e si affianchino

a istituti di pena già esistenti, che non ci danno l'incombenza di dover individuare l'area, espropriarla e procedere a tutto

l'iter amministrativo. Saranno 47 cantieri sul modello dell'Aquila. Individueremo le modalità sia sul bilancio statale che

dai finanziatori privati per realizzare gli altri istituti nel 2011 e nel 2012. Il totale dovrà essere di 21.749 posti».

Responsabile della “missione” sarà il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, che

diventerà commissario delegato e si servirà di un “braccio operativo” con cui gestire l'emergenza: la Protezione civile

servizi Spa. «Il ragionamento - spiega Ionta - nasce con riferimento a una legge della Protezione civile che consente di

dichiarare lo stato di emergenza nazionale in presenza di situazioni che non siano riferite esclusivamente a episodi di

calamità naturale. A emanare l'ordinanza sarà il presidente del Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Il Commissario

straordinario potrà dunque procedere in deroga alle ordinarie competenze, velocizzando procedure e semplificando le gare

d'appalto». Nei progetti del capo del Dap, «oltre all'assunzione di 2.000 nuove unità, c'è il fisiologico turn over

determinato dai posti resi vacanti dal personale che lascia il servizio per raggiunti limiti di età». E quindi «nell'arco dei

prossimi tre anni - sottolinea - si prevede un “ricambio” di circa 800 unità in meno all'anno. La previsione è di supplire

tale carenza con la possibilità di assumere circa 1.800 unità di Polizia penitenziaria». L'altro punto del “pacchetto” è

l'introduzione di misure deflattive, tenendo presente anche l'esigenza di sicurezza sociale. Il provvedimento allo studio

consente di scontare l'ultimo anno di pena in stato di detenzione domiciliare ed escluderà quei soggetti che scontano una

pena per i reati più gravi. «I provvedimenti - conclude il capo del Dap - devono poter marciare contestualmente e

progressivamente nell'arco dei prossimi tre anni. Solo in questo modo sarà possibile raggiungere l'obiettivo».

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Data:

14-01-2010 Il MessaggeroROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato il via al piano carceri e lo ha fatto

concedendo la...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 160

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di UMBERTO AIME

CALASETTA (Iglesias) - Peggio dell'orco cattivo che la notte fa paura ai bambini, dopo le 8 di ieri, il «Rio Mura»,

fiumiciattolo diventato torrente per le piogge, s'è accanito su una bambina di tre anni. L'ha strappata dalle braccia delle

madre che cercava di difenderla dalla piena fino a uccidere Anna Leone. Un visino dolce, strapazzato e devastato da un

orco impastato con il fango venuto giù dalla montagna e in agguato dietro quel ponticello che, ogni mattina, Agata Fois -

la madre di Anna - doveva percorrere per portare la figlia alla scuola dell'infanzia di Calasetta, paese del Sulcis-Iglesiente.

Anche ieri il «Mitsubishi Pajero» è riuscito a superare la montagnetta prima del guado, ma quando era ormai vicino al

ponticello, è stato travolto dall'onda marrone. Che si è portata via tutto. Prima ha rovesciato su un fianco il Suv, poi le

pietre e i massi hanno sfondato i finestrini del fuoristrada e l'acqua è entrata dappertutto. C'era il rischio che l'abitacolo

diventasse una tomba, così la madre è uscita con in braccio la figlia. Voleva raggiungere la sponda del fiume, i rami a cui

aggrapparsi. Non ce l'ha fatta. Una seconda ondata, più terribile della prima, ha reciso con brutalità quell'ideale cordone

ombelicale che sempre unisce una figlia alla madre. Anna è volata via dalle braccia di Agata, come una bambola. Gli

appena tre anni di una bambina che nelle ultime foto, a Natale, ha gli occhi felici davanti ai regali, sono stati frantumati

dalla furia del fango. Il corpicino è stato trascinato via per seicento metri, per poi impigliarsi tra le canne del laghetto più a

valle. Lì Angela è stata recuperata dalle squadre del Soccorso alpino e dai volontari del 118, che per un'ora, in mezzo al

fango, hanno provato a vincere la loro battaglia contro la morte. È stato impossibile, com'è stato difficile per i medici

calmare i singhiozzi e le urla di Agata, ricoverata sotto choc in ospedale.

È stata la morte di Anna a segnare più di qualunque altra notizia una giornata tremenda in Sardegna tra strade e case

allagate, appelli alla prudenza da parte della Protezione e centinaia di interventi dei vigili del fuoco. Sono state ore di

terrore anche in Toscana, Liguria ed Emilia Romagna, che hanno vissuto l'incubo della piena (rientrata soltanto a tarda

sera) del fiume Serchio e dell'esondazione del lago di Massaciuccoli. Anche in Sicilia l'allarme è scattato più volte, ma

questa volta per la neve e il gelo, con l'Etna prigioniero di uno spaventoso meno quattro gradi. Oggi la Protezione civile

ha convocato a Roma i presidenti delle Regioni, per un vertice sull'emergenza maltempo.

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Data:

14-01-2010 Il MessaggeroCALASETTA (Iglesias) - Peggio dell'orco cattivo che la notte fa paura ai

bambini, dopo ...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 161

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di BEATRICE PICCHI

ROMA - «Laura siamo vivi, anche nostro figlio Marco è salvo, volevo dirtelo io prima che tu lo sentissi in tv quello che è

successo ad Haiti. Tutti gli amici sono morti...», Laura Orlandi riceve nella sua casa di Viterbo, la telefonata del marito

Roberto Dormino, 61 anni, capo della logistica della missione Onu, dall'aeroporto di Port au Prince all'alba di mercoledì,

poche parole poi la linea si interrompe. Sono passate poche ore dall'ultima scossa di terremoto che ha distrutto vite, case,

ospedali, alberghi. «Mamma, non ti preoccupare, ti giuro, sto bene, ma è stata una cosa tremenda, non c'è più niente

laggiù, mamma. Sono salvo perché ho lasciato il quartier generale della missione delle Nazioni Unite dieci minuti prima

che si scatenasse l'inferno: dovevo uscire per un servizio - racconta così il suo miracolo Marco, 34 anni, fotografo

dell'Onu - alcuni dei nostri non ce l'hanno fatta, noi continuiamo a scavare...».

Per uno che si è salvato, è incerta la sorte di altri connazionali. Secondo alcuni testimoni ce n'erano diversi alloggiati

all'Hotel Montana, non lontano dalla sede Onu. L'albergo è andato distrutto. Il bilancio potrebbe quindi aggravarsi anche

per la comunità italiana: dei circa 190 connazionali registrati presso le sedi consolari, l'Unità di Crisi del ministero - che

sta lavorando a ritmi frenetici - è riuscita infatti a contattarne per il momento solo 70.

Altri messaggi di vita continuano ad arrivare: «Siamo vive», «sto bene», i messaggi arrivano via mail, su facebook, via

skype, «ma devo essere breve perché cerchiamo di fare economie di batterie», perché adesso ad Haiti si scava tra le

macerie e manca la luce per continuare a farlo. «Si sentono le grida d'aiuto da quei cumuli e bisogna fare in fretta. Molti

edifici sono scomparsi, è una notte nera per noi tutti», racconta Fiammetta Cappellini, operatrice umanitaria italiana

rintracciata via Skype a 24 ore dal terremoto. Fiammetta è riuscita a scappare dall'ufficio, con altri suoi colleghi italiani,

«ho ritrovato mio marito dopo sette ore e insieme ci siamo messi ad aiutare, come potevamo. Penso ai quattro fratellini in

lacrime davanti alla loro casa distrutta, come fa mamma a trovarci se non c'è più la casa, dicevano».

L'operatrice di Treviglio è una dei settanta italiani - quelli registrati all'anagrafe caraibica sono 190 - che vivono nell'isola

e lavorano o nel turismo, nelle ditte di costruzioni, sono in salvo, ma la Farnesina sta cercando di mettersi in contatto con

tutti gli altri, e sta anche verificando la morte di un connazionale. «Stiamo lavorando, non è detto che tutti gli italiani si

trovino ad Haiti», spiega Fabrizio Romano, responsabile dell'Unità di crisi della Farnesina. Tra gli italiani in salvo anche

gli otto, tra tecnici, dirigenti, progettisti, che lavorano da 5 anni, per una ditta romana di costruzioni, La Ghella spa, a 50

chilometri dalla capitale, a Mirabolais. E' stato il dirigente del cantiere, la notte di mercoledì, ad avvisare con una mail

Antonio Fazio, responsabile della ditta che «tutti gli uomini erano salvi», poi con il passare delle ore ogni contatto è

diventato sempre più difficile. I suoi uomini sono laggiù per costruire una strada: «E ora si sono messi a disposizione, noi

abbiamo anche dei mezzi che certamente nella capitale scarseggiano, proveranno a raggiungere Port au Prince ma è tutto

bloccato».

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14-01-2010 Il MessaggeroROMA - Laura siamo vivi, anche nostro figlio Marco è salvo, volevo dirtelo

io pri...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 162

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di ALAIN MABANCKOU

Catastrofe naturale. Ingiustizia della natura. Terremoto cieco che si abbatte su questa terra di Haiti, mia terra d'adozione,

terra dei miei fratelli, dei miei amici più cari, di Dany Laferrière, Rodney Saint-Eloy, Lyonel Trouillot, Louis-Philippe

Dalembert. Sono tutti laggiù. Avremmo dovuto incontrarci oggi per il festival Etonnants Voyageurs. Ma io sono rimasto

incastrato. In transito. Dovevo salire su un aereo a Miami e arrivare un'ora dopo a Port-au-Prince, capitale distrutta dalla

sventura. Guardo queste immagini sulla Cnn. Cerco di contattare Dany. Niente. Ho ricevuto una mail da Louis-Philippe

Dalembert, rimasto ferito mentre salvava la vecchia suocera di suo fratello. Ecco quello che mi scrive: «Grazie di avere

pensato a me, fratello. Le scosse continuano: 7.3, 5.9, 5.5. E' impressionante, ma sul piano personale va tutto bene. I danni

materiali sono gravi a casa di mio fratello, io mi sono ferito leggermente per recuperare sua suocera, una donna anziana e

malata. Ma niente di grave. Altrove i danni sono infinitamente più importanti. Ho inviato dei messaggi agli altri

partecipanti al festival, ma non ho notizie di nessuno. kenbe fem».

In mezzo al caos è riuscito a connettersi al mondo, è incredibile. Io non smetto di telefonare, di inviare messaggi di posta

elettronica a tutti gli haitiani che conosco. A quelli che mi rispondono chiedo se hanno notizie di Dany. Silenzio. Ma poi

qualcuno dice che qualcuno ha incontrato qualcuno che ha incontrato qualcuno che lo avrebbe incontrato...

In fondo, oggi acquista un significato profetico il sublime romanzo di Dany Laferrière, “L'Enigma del ritorno”. Lo

rileggo, ma le parole non sono più le stesse. C'era qualcosa in questo libro che non abbiamo saputo vedere. Ci ha pensato

la natura a decifrarlo per noi...

Tutti i miei pensieri vanno a questo popolo coraggioso. A questa Repubblica che ha sempre detto no.

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Data:

14-01-2010 Il MessaggeroCatastrofe naturale. Ingiustizia della natura. Terremoto cieco che si abbatte

su ...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 163

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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dal nostro corrispondente

NEW YORK – «E' una grande tragedia per il popolo haitiano, ma è una tragedia anche per le Nazioni Unite». Ban

ki-Moon è pallido e stanco quando incontra la stampa, mentre da Port au Prince si susseguono notizie ogni minuto più

preoccupanti. L'hotel Christopher, il palazzotto sulle colline che la missione Onu aveva assunto come quartier generale, è

completamente distrutto. E' crollato anche l'altro albergo che l'Onu usava come propria sede, l'Hotel Montana. Il

segretario generale ammette che 150 funzionari risultano “dispersi”, ma ancora non se la sente di darli per morti: sono

facce note, persone amiche. Ma con il passare delle ore la sorte di Hedi Annabi, il diplomatico tunisino che Ban ki-Moon

aveva scelto come capo della missione di pace nell'isola, del suo vice, il brasiliano Luiz Carlos da Costa, e di tanti altri

dipendenti dell'Onu diventa innegabile: non c'è rimasto nulla del palazzo in cui lavoravano, e al momento in cui il

terremoto ha colpito c'erano in corso una serie di riunioni, e tutti erano presenti. Non si ha neanche un'idea precisa di

quanti siano i morti fra i soldati, i “caschi blu” che erano parte della missione: novemila uomini di 18 Paesi. Nei corridoi

del Palazzo di Vetro si respira un'aria pesante. Si parla bisbigliando, si ricorda un altro grande lutto, quando nel 2003

l'inviato speciale Onu in Iraq, Sergio Vieira de Mello, fu ucciso con 20 suoi collaboratori da una bomba dei ribelli. Eppure

non si rinuncia all'orgoglio: «Saremo forti e perseveranti e faremo tutto il possibile per aiutare il popolo haitiano» assicura

Ban ki-Moon. La missione Onu nell'isola era stata riconfermata dal Consiglio di Sicurezza lo scorso ottobre. Nota come

“Minustah” (Mission des Nations Unies pour la Stabilisation en Haiti) il suo compito è diventato sempre più complesso

con il passare degli anni: era cominciata negli Anni '90, ed è poi diventata una presenza costante per provvedere ordine

politico, nella lotta contro le bande armate, nel dare soccorso durante catastrofi naturali (nel 2008 l'isola è stata colpita da

quattro terribili uragani). Ieri pomeriggio Ban ki-Moon ha riunito l'Assemblea Generale per dare la parola a Bill Clinton,

che ricopre il ruolo di inviato speciale Onu per Haiti. L'ex presidente ha mandato un appello a tutto il mondo:

«Contribuite, anche con un dollaro o due. E' la cosa più utile e urgente da fare». Nei prossimi giorni Clinton andrà insieme

a Ban ki-Moon ad Haiti a valutare come il mondo possa aiutare una volta che la fase immediata dell'emergenza sarà finita.

A. Gu.

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Data:

14-01-2010 Il Messaggerodal nostro corrispondente NEW YORK E' una grande tragedia p...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 164

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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ROMA Nella notte della tragedia, subito i social network si sono attivati, e nel corso della giornata di ieri si sono

moltiplicati gli appelli a portare immediati soccorsi alla popolazione di Haiti, con Twitter spesso offline per eccesso di

collegamenti.

Sulla bacheca del gruppo Facebook «Haiti ha bisogno di noi, e noi di Haiti», oltre duemiladuecento le persone iscritte in

poche ore, si susseguono le iniziative di solidarietà individuali e di gruppo per la raccolta di generi di prima necessità da

inviare sull'isola. Il gruppo “Andiamo in aiuto di Haiti” volto a «sostenere moralmente e a dare informazioni» agli haitiani

ha raccolto in poche ore seicento membri. E non mancano gli appelli di persone che a Haiti hanno perso contatto con i

propri cari: «Qualcuno ha notizie di danni nella zona di Belleville?», chiede un belga, così come altri europei, francesi e

tedeschi in testa, ed americani.

Anche Twitter è letteralmente sommerso dagli appelli e dai messaggi, tanto che il network è oberato dai contatti e spesso

non risulta raggiungibile. Centinaia i messaggi ogni minuto, anche in questo caso perlopiù di stranieri. «Ho appena sentito

mio fratello, sta bene. Le mie preghiere per Haiti», scrive BlackiceStudios. Molti segnalano il funzionamento di questa o

quella linea telefonica, di questo o quel collegamento internet: «Chiamate ora i vostri cari - avvertono i messaggi - tra

poco le linee potrebbero cadere di nuovo». Diversi utenti di Twitter hanno apposto sul proprio avatar la bandiera di Haiti

in segno di solidarietà, un gesto già utilizzato in altre occasioni per manifestare il proprio sostegno ad una causa.

Sui social network si susseguono commenti del tipo: «Come si può uscire da quest'incubo, visto che si tratta di uno dei

paesi più poveri del mondo?» si chiede Cyrille Dupuis, mentre una utilizzatrice del gruppo Maloone Lyn's annuncia:

«Parto per Haiti, voglio aiutare, fare qualcosa di buono». Appello su Twitter anche della regina di Giordania. Rania, che

parla a oltre un milione e duecentomila fans che la seguono sul social network, chiede a tutti un grande sforzo, ricordando

che il paese colpito dal terribile terremoto ha bisogno di acqua, tende, medicinali e altro.

Data:

14-01-2010 Il MessaggeroROMA Nella notte della tragedia, subito i social network si sono attivati, e

nel...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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Il terremoto nei Caraibi. La donna si è salvata perchè aveva preso un giorno di permesso: il padre era andato a trovarla

«»

Parla Cristina Iampieri, di Civitella del Tronto, avvocato nella sede Onu crollata

Data:

14-01-2010 Il Messaggero (Abruzzo)Haiti distrutta, sono viva per miracolo

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di CLAUDIO FAZZI

e MARCELLO IANNI

Casa dello studente, appena realizzata o crollata non sembra far differenza, sempre al centro di inchieste giudiziarie e

amministrative, mentre la terra continua a tremare. Una scossa di magnitudo 2.2 è stata registrata alle 18.39 di ieri sera,

con epicentro, secondo quanto riportato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, a 9,7 chilometri di profondità,

in corrispondenza del quartiere di San Sisto. Potrebbero essere formulate tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio,

intanto, le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione per i 15 indagati per il crollo della Casa dello studente, nella

quale sono morti otto giovani, primo filone della maxi inchiesta sul terremoto. Scadrà nel corso di questa settimana il

termine di 20 giorni per la presentazione da parte dei 15 indagati delle memorie difensive o delle richieste di

interrogatorio dopo che la Procura ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini alle 15 persone che avrebbero avuto

responsabilità nel crollo. Successivamente, la Procura, dopo aver esaminato i documenti presentati dai difensori, passerà

alla richiesta di rinvio a giudizio da inoltrare al Gup e la richiesta di archiviazione per quelle persone che avranno

dimostrato la loro estraneità ai fatti da inoltrare al Gip. Si annuncia la conferma delle accuse per molti indagati. Dopo la

definizione del primo filone di indagine, la Procura potrebbe emettere gli avvisi di garanzia per il crollo del condominio di

via Gabriele D'Annunzio, dove ci sono stati numerosi morti. Al Tar, invece, è stato discusso il ricorso sulla nuova Casa

dello studente, con il quale si contesta la delibera regionale 624 dello scorso 2 novembre che ha affidato alla Curia

arcivescovile, almeno nel periodo dell'emergenza, la gestione della struttura, e si avanza l'istanza di sospensiva. Il ricorso

è stato presentato da diversi giovani universitari, assistiti dall'avvocato Fausto Corti, che sono stati esclusi dalla

graduatoria ai fini del loro inserimento nella Casa dello studente. I posti letto, in definitiva, non sarebbero stati assegnati

secondo una selezione pubblica o con criteri oggettivi, ma attraverso scelte indicate dai parroci, dalla Charitas e dalla

Croce Rossa. Secondo il ricorso, tutti coloro che non sarebbero stati ammessi ai posti letto riservati alla Reiss Romoli,

sarebbero stati certamente ricompresi tra coloro destinati, per l'appunto, nella nuova Casa dello studente realizzata dalla

Regione Lombardia. Ma per i ricorrenti i 128 posti letto sarebbero stati destinati in violazione di precise norme e su

questo aspetto non si escludono anche azioni di natura penale. Nel corso dell'udienza di ieri sarebbe emerso che il

Comune non ha ancora provveduto a cedere il bene alla Regione Abruzzo che, a sua volta, avrebbe dovuto provvedere

alla convenzione con l'ente gestore, in questo caso l'arcidiocesi metropolita. La nuova Casa dello studente è stata

realizzata a Coppito con una spesa di circa 7 milioni e mezzo di euro dalla Regione Lombardia e tra trenta anni, secondo

gli accordi, diverrà di proprietà della Curia aquilana. Sempre ieri il gruppo interforze ha effettuato un sopralluogo nel

cantiere “Paganica 2”, in cui si stanno realizzando gli alloggi antisismici del progetto Case, nell'ambito dei controlli sulle

possibili infiltrazioni malavitose, verificando la posizione di alcuni operai.

Arresti. Due ragazzi, M.A. e P.A., sono stati arrestati dalla Polizia, in un bar di via Carducci, mentre mandavano in

frantumi la vetrata della porta del locale con calci e pugni. I ragazzi, che hanno opposto resistenza, sono stati

immobilizzati anche grazie all'intervento dei Carabinieri. Due agenti hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso,

venendo giudicati guaribili in 7 giorni, mentre un carabiniere ha avuto una prognosi di 5 giorni. I due, che saranno

processati oggi, dovranno rispondere di resistenza e lesioni aggravate, danneggiamento aggravato ai danni del bar e, uno

dei due, anche del danneggiamento della Volante, presa a calci. Sono in corso le indagini per identificare dieci giovani

clienti fuggiti prima dell'intervento delle pattuglie.

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14-01-2010 Il Messaggero (Abruzzo)Casa dello studente, appena realizzata o crollata non sembra far differenza,

sempre al centr...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di STEFANO DASCOLI

Le fondazioni delle casse di risparmio e l'associazione che le riunisce (Acri) hanno raccolto dodici milioni di euro che

saranno destinati all'Aquila, tra attività produttive, Università e istituzioni culturali. Le risorse saranno gestite direttamente

dalla Fondazione Carispaq guidata da Roberto Marotta, motore dell'iniziativa. Sei milioni, quelli raccolti dall'Acri,

saranno così distribuiti: duecentomila euro sono già stati spesi per la copertura della Basilica di Collemaggio; due milioni

serviranno per facilitare l'accesso al credito da parte di commercianti, artigiani, imprenditori agricoli e piccole e medie

imprese; due milioni andranno andranno alle associazioni culturali (Tsa, Atam, L'Uovo, Barattelli, Solisti aquilani e

Istituzione sinfonica); altri due milioni finanzieranno la realizzazione di un laboratorio di ricerca per l'ingegneria sismica

all'interno dell'Università. Gli altri sei milioni riguardano iniziative individuali delle singole fondazioni. Quella

dell'Aquila ha stanziato oltre 700mila euro (di cui 250 per il restauro di Porta Napoli, 150 mila per la Dottrina Cristiana,

100 mila per l'Università). La fondazione Pescarabruzzo ha raccolto 750mila euro per l'Abbazia di San Clemente a

Casauria, quella di Roma ha erogato 2,9 milioni da destinare a interventi concertati con le autorità locali. Da definire

l'impegno (che sarà comunque milionario) del Monte dei Paschi di Siena per il restauro di San Bernardino.

«Sono certo che l'iniziativa - ha detto Giuseppe Guzzetti, presidente Acri - sarà un seme importante per la ripresa della

vita di queste territori, per i quali ci auguriamo che si pongano, in tempi brevi, le condizioni necessarie affinché possa

partire uno sviluppo pieno e duraturo». «La scelta dell'Acri - ha commentato Roberto Marotta - non è stata mirata al

superamento dell'emergenza, quanto piuttosto alla fase successiva della ricostruzione e della rinascita. L'obiettivo

dell'intervento è quello di creare un volano di sviluppo economico attraverso tre settori trainanti: l'Università, per

l'innegabile funzione di polo scientifico avanzato, le istituzioni culturali e le piccole imprese che più di altre stanno

subendo le conseguenze del disastroso terremoto». A proposito di questo le aziende potranno usufruire di un

finanziamento di centomila euro solo con il credito di firma, anche grazie alla collaborazione con i Confidi provinciali,

che metteranno a disposizione ulteriori fondi.

Il sindaco, Massimo Cialente, è intervenuto a nome di tutte le autorità presenti. «È un'iniziativa concreta - ha detto - per

avviare la ripartenza, alla vigilia di un momento importantissimo: il passaggio di consegne tra la Protezione civile e gli

enti locali per la gestione dell'emergenza. La cosa importantissima - ha aggiunto - è il finanziamento per il centro di

ricerca sull'ingegneria sismica. È importante per l'Università, alla quale si sono iscritti ben 18mila studenti, e perché

l'unica debolezza di questo territorio, il rischio territorio, deve diventare un'opportunità di sviluppo e di crescita». Così ha

commentato il presidente della Regione, Gianni Chiodi: «Non ci sono modelli a cui possiamo ispirarci per la

ricostruzione, siamo noi, la comunità aquilana, il “modello”. I fondi consentiranno all'Università l'istituzione di un

laboratorio di ricerca per l'ingegneria sismica, futuro punto di riferimento nella valutazione dei rischi sismici.

Trasformeremo un punto di debolezza, la sismicità, in uno punto di forza». Intanto il ministro dell'Economia, Giulio

Tremonti, ha annunciato che il dibattito sulla riforma fiscale si svilupperà all'Aquila. «Il dibattito - ha detto il titolare del

Tesoro a “Porta a porta” - proseguirà abbastanza presto all'Aquila, alla caserma della Guardia di Finanza, se ci ospitano.

Sarà un dibattito molto aperto, ci dobbiamo misurare con l'Europa, con i tecnici del Parlamento, anche l'Agenzia delle

Entrate fa un lavoro straordinario. Andremo a studiare all'Aquila».

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hanno ra...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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Illuminazione notturna scadente, marciapiedi pieni di buche e causa di diverse cadute di persone anziane, pista ciclabile

pericolosa per l'attraversamento delle auto che escono dai parcheggi delle palazzine per immettersi in strada. La denuncia

arriva dagli abitanti. «Lo stato in cui versa il popoloso quartiere di via Amiterno - scrive Pino Palmerini - è addirittura

riduttivo considerarlo pietoso, per come si presenta agli occhi dei passanti e soprattutto per chi lo abita». E ancora: scarso

controllo del traffico con auto e moto che circolano a velocità elevata, grossi ratti che ormai convivono con la popolazione

del quartiere, centro sociale aperto solo il sabato e la domenica sera per il ballo degli anziani. «Ho elencato solo i casi più

eclatanti di disservizio - riprende Palmerini che aggiunge: da parte dell'Amministrazione comunale c'è la promesse di una

riqualificazione del quartiere con un progetto già esistente ma che, da ani ormai, non è ancora stato appaltato. Nella parte

alta della città i lavori di riqualificazione - sottolinea l'abitate di via Amiterno - vengono effettuati ormai da mesi vedi la

ripavimentazione delle principali vie, la sistemazione delle rete fognante, la sistemazione della rete idrica: in via Amiterno

tutto fermo. Anzi no: sono stati effettuati dei lavori di riqualificazione solo in un piccolo tratto di strada antistante la

chiesa dei XII Apostoli, Ma, viva Dio, anche riconoscendo la qualità del lavoro effettuato - prosegue Palmerini - ritengo

che via Amiterno non si solo quel piccolo tratto di strada». C'è poi un altro capitolo, non meno problematico e che desta

preoccupazione. «Causa il terremoto del 6 aprile - dice ancora Palmerini - le “famigerate” cinque palazzine soltanto a

vederle mettono angoscia. Chi le abita, come il sottoscritto, sono lavoratori come tutti gli altri abitanti della città e che

come gli altri hanno la propria dignità di essere umani e vederla calpestata non fa onore a nessuno. Abitare nelle case

popolari - conclude Palmerini - non fa di noi dei pezzenti o cittadini di serie b». Malessere e disservizi, quelli denunciati

da uno dei residenti che anche altri abitanti condividono. Uno di loro, sulla sessantina, legge la lettera di Palmerini e ci

dice: «Sono oltre 20 anni che abito qui e i problemi sono sempre gli stessi. Non cambia nulla. Mi chiedo solo perché, ad

esempio, i soldi utilizzati per costruire nella città alta il tunnel pedonale non siano stati usati qui per una serie di interventi

urgenti. Non abbiamo bisogno di opere faraoniche ma almeno la sicurezza andrebbe garantita: e non credo che servano

milioni di euro».

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14-01-2010 Il Messaggero (Abruzzo)Illuminazione notturna scadente, marciapiedi pieni di buche e causa di

diverse cadute di persone anz...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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Sì ad altri due pozzi di profondità media per stabilizzare il livello dei laghi Regina e Colonnelle. E' intorno a questo

progetto che ieri in Regione si è trovato un accordo per scongiurare la crisi del travertino e trovare un punto di equilibrio

con il settore delle terme. E' il risultato del primo degli incontri programmati fino al 31 gennaio dall'assessore alle Attività

produttive, Daniele Fichera, per sciogliere i nodi che da più di tre anni si ripercuoto sul bacino estrattivo di Tivoli e

Guidonia con una crisi occupazionale senza precedenti.

La costruzione dei pozzi sarà finanziata dalle aziende del travertino che pagheranno anche le spese della gestione (curata,

però, dalla Protezione civile). E' prevista una verifica per accertare se la temperatura e le caratteristiche chimico-fisiche

dell'acqua sia compatibile con le terme. Le analisi le faranno contemporaneamente e “in contraddittorio” l'Arpa e

l'università di Roma La Sapienza. I risultati saranno valutati dopo un anno. Il 18 gennaio in una nuova riunione si deciderà

se eliminare il vincolo di escavazione per le cave sui 12 metri. «Dopo 4 anni - ha commentato Fabrizio Franceschilli,

sindacalista della Feneal Uil - l'accordo è finalmente a portata di mano. Per far convivere terme e travertino».

E.Cer.

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14-01-2010 Il Messaggero (Civitavecchia)Sì ad altri due pozzi di profondità media per stabilizzare il livello dei laghi

Regina e C...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di ENZO BOSCHI

NON è stato un evento particolarmente forte quello che ha distrutto la capitale di Haiti, Port Au Prince. Eppure sembra

essere destinato a diventare il terremoto che ha causato più vittime nella storia dell'uomo. Più di quello che il 28 luglio del

1976 a Tangshan, in Cina, provocò la morte di 255.000 persone. A determinare questa apparente contraddizione due

diversi motivi. Il primo la relativa bassa profondità focale dell'epicentro, appena 10 chilometri dalla superficie.

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14-01-2010 Il Messaggero (Civitavecchia)di ENZO BOSCHI NON è stato un evento particolarmente forte quello che

ha distrutt...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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Terremoto politico nella giunta Marini. L'assessore all'Ambiente, Roberto Spaziani, ha rassegnato ieri pomeriggio le

proprie dimissioni. Motivazioni politiche alla base di questa scelta: le continue fibrillazioni nella sua area di riferimento

(La Sinistra che comprende tre partiti Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi), il disaccordo sostanziale con

l'attuale maggioranza di governo per alcune decisioni (vedi aeroporto) e il ventilato accordo tra la giunta Marini e l'Udc.

Russo a pag. 32

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14-01-2010 Il Messaggero (Frosinone)Terremoto politico nella giunta Marini. L'assessore all'Ambiente, Roberto

Spaziani, ha ras...

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Mercoledì 13 Gennaio 2010

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di GIANLUCA GINELLA

LORO PICENO Le Marche di nuovo nella paura. La terra ieri ha tremato sempre. Ultima scossa alle 20.05 quando le

famiglie si preparavano a passare la notte in auto o nei camper. «Almeno per una notte finché il sisma non si calma» ha

detto una donna agli uomini della protezione civile.

La paura per molti è diventata panico: a Corridonia due studenti si sono sentiti male ed è intervenuto il 118 come a

Civitanova, Macerata e Recanati. L'allarme dopo la scossa violenta delle 9,25 (magnitudo 4.0) quando quasi tutti gli

istituti scolastici sono stati evacuati precauzionalmente. Bambini e studenti sono stati fatti uscire in strada, poi un'ora dopo

sono rientrati in aula, qualche genitore ha deciso di portare a casa i figli. Tempestati di telefonate i centralini di protezione

civile, 118, vigili del fuoco, carabinieri e polizia. Chiamate a raffica dalle zone epicentrali di Loro Piceno, Sant'Angelo in

Pontano, Falerone, Montappone, Monte Vidon Corrado. E anche danni, non gravi, a edifici soprattutto pubblici e chiese

già vetuste e lesioni segnalate ad abitazioni di Sant'Angelo in Pontano e Colmurano. Danni alla elementare e materna di

Ripe San Ginesio, chiuse oggi e domani. Altre due scuole sono state chiuse ieri a Loro Piceno e Sant'Angelo in Pontano, e

lo saranno anche oggi con quelle dei comuni di Urbisaglia e Colmurano. Alla Mestica di Macerata preoccupazione per un

controsoffitto. Attivata la sala operativa provinciale a Macerata, rimasta in funzione per tutta la notte.

«Suona l'allarme, suona l'allarme» dice concitata Maria Giampieri, assistente amministrativo del comprensorio Mestica di

Macerata. Sono le 14,35 e arriva la seconda “botta”. Al telefono la donna stava raccontando cosa era successo la mattina a

scuola, ma il secondo “colpo” è più forte. Magnitudo 4.1. Si è avvertita sino a L'Aquila. «Le scosse continuano a

susseguirsi» dice preoccupato Eraldo Mosconi, sindaco di Sant'Angelo in Pontano. «Siamo in apprensione dice ancora

Mosconi È da domenica che andiamo avanti con scosse più o meno forti. I bambini sono spaventati, ma abbiamo fatto

prove di evacuazione, specie i più piccoli l'hanno presa come un gioco». A Loro Piceno «i bambini si sono impauriti dice

il sindaco Daniele Piatti Abbiamo avuto segnalazioni su vecchi edifici, nella chiesa di San Francesco sono caduti dei

calcinacci». «Abbiamo chiuso le scuole a titolo precauzionale dice il sindaco di Ripe San Ginesio, Paolo Teodori Alla

materna di Passo Ripe ci sono crepe profonde, nella parte costruita 4-5 anni fa. Abbiamo rilevanti crepe anche nella chiesa

di San Silvestro, e nella chiesa parrocchiale di San Michele». «Tanta paura, ne ho avuta anch'io dice il sindaco di

Macerata, Giorgio Meschini però non ci sono danni. Domani valuteremo se effettuare qualche intervento precauzionale

alla Mestica, per evitare cadute di calcinacci da un controsoffitto». «Siamo rimasti nel piazzale e poi siamo rientrati

racconta il direttore del convitto nazionale Leopardi di Macerata, Bruno Cirilli Si sono un pochino allargate le lesioni

precedenti». Tutti fuori dall'aula a Sarnano, poi rientrati (per precauzione lasciate spalancate le uscite di sicurezza), e a

Tolentino, evacuate momentaneamente la Don Bosco, la Lucatelli, l'Itc Einaudi, classico e scientifico. A Monte S.

Martino il sindaco Valeriano Ghezzi parla di «un aggravamento delle lesioni su torre civica, mura castellane, a due case

coloniche, e al teatro comunale». E la nota pala del Crivelli? «Le opere sono a posto». Sulla costa il Circolo didattico

Regina Elena di Civitanova è stato verificato dai vigili del fuoco per due lievi filature. A Civitanova Alta i bambini delle

elementari sono usciti in strada.

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13-01-2010 Il Messaggero (Marche)LORO PICENO Le Marche di nuovo nella paura. La terra ieri ha tremato

sempre. Ultima scossa ...

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Mercoledì 13 Gennaio 2010

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di DIANA MARILUNGO

FERMO E' la casa del pittore di Monte Vidon Corrado Osvaldo Licini uno degli edifici messi a più dura prova dallo

sciame sismico che ieri ha fatto tremare la Regione nella sua interezza. Chiusa la Chiesa di Santa Margherita (il cui

campanile trecentesco è pericolante) a Falerone, lesionata quella di San Paolino nella stessa città. In molti palazzi antichi i

danni strutturali del sisma di ieri si sono aggiunti a quelli del terremoto del ‘97. Nel caso dell'abitazione di Licini se già

dopo i tremori della mattinata (il picco si è avuto alle 9.25, con la scossa di magnitudo 4,0 della scala Richter con

epicentro nella zona tra i comuni di Loro Piceno, Falerone e Montappone) l'edificio aveva dato segnali di instabilità, dopo

il “colpo” delle 14,35 (scossa di grado 4,1) i cedimenti si sono fatti più diffusi. Crepe sulle pareti e sul soffitto e caduta di

parte dell'intonacatura hanno reso la casa inagibile, anche perché essa risentiva ancora delle conseguenze del terremoto

del ‘97. Non si sono riscontrati, fortunatamente, almeno dai primi rilievi effettuati da Comuni e Provincia con l'aiuto della

Protezione Civile, danni alla persone (anche se in molti centri come Falerone la gente è scesa in strada e nelle piazze

assalita dalla paura). Il sindaco Giandomenico Ferrrini ha ricevuto numerose chiamate da privati che segnalavano lesioni

ai propri fabbricati. Anche a Montappone i tecnici hanno lavorato alacremente per valutare lo stato degli edifici pubblici,

ma non si è andati al di là di qualche piccola crepa qua e là. Si era parlato della possibilità di chiudere le scuole nella

giornata di oggi proprio nella città del cappello, ma alla fine il sindaco Giuseppe Mochi, in accordo col suo omologo della

vicina Massa Fermana Giampiero Tarulli e con le autorità scolastiche provinciali, ha preferito non intervenire in questa

maniera, visto anche che i ragazzi sono in parecchi casi più sicuri a scuola che in alcuni casolari di campagna non a norma

antisismica. Sul litorale, invece, le strutture, anche per la lontananza dall'epicentro e la relativa forza del sisma, hanno

retto bene, non presentando alcun danno di rilievo, cosicché i tecnici hanno dato l'ok alla normale continuazione delle

attività. Il sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio, in particolare, ha dato disposizione di controllare tutte le sedi

scolastiche della città, senza rilevare danneggiamenti. In Provincia, già dalla mattinata è stata aperta la Sala della

Protezione Civile coordinata dall'assessore Adolfo Marinangeli. «Stiamo monitorando il territorio per quantificare

eventuali danni» ha affermato l'esponente della giunta Cesetti.

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degli edifici m...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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Il Gruppo Comunale dei Volontari della Protezione Civile ha eletto il nuovo Coordinatore e ed il suo Vice. C'è stata una

buona partecipazione al voto e la Commissione Elettorale, composta da Lucio Falavigna, Federica Cicchi e Tarcisio

Bastarelli, alla fine delle operazioni ha registrato ben 60 votanti. Riconferma delle cariche attuali: coordinatore Gualtiero

Chiappini, che sarà coadiuvato dal vice Filiberto Balena. Il biennio appena concluso ha messo a dura prova tutto il

Sistema di Protezione Civile del nostro territorio: tra il 2007/2008 la crisi idrica dovuta alla rottura della conduttura in

località Tallacano; nel novembre 2008 le operazioni di evacuazione di circa 4000 persone per le operazioni di rimozione e

brillamento di un residuato bellico.

Data:

14-01-2010 Il Messaggero (Marche)Il Gruppo Comunale dei Volontari della Protezione Civile ha eletto il nuovo

Coordinatore e ed il suo...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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ASCOLI «L'amministrazione è vicina alla cittadinanza». Questo il messaggio del sindaco, Guido Castelli. «Il nostro

gruppo di controllo capitanato dai dirigenti Vincenzo Ballatori, Cristoforo Weldon e dal geometra Roberto Lazzarini ha

visitato alcune strutture, ma non è emersa nessuna anomalia» dice il primo cittadino. L'assessore all'Ambiente Claudio

Travanti, insieme ai rappresentanti della protezione civile comunale e del Soi provinciale, si è consultato anche con il

prefetto. «L'organizzazione amministrativa è attenta, ma nessuna struttura preposta alla protezione civile locale è stata

allertata» dice l'assessore.

Il vice capo della Protezione civile, Bernardo De Bernardinis, assicura, invece, che la sequenza sismica che sta

interessando le province marchigiane viene monitorata con grande attenzione «utilizzando tutte le tecniche a

disposizione». De Bernardinis ha spiegato che in questo momento il sisma sta attraversando una «fase molto profonda. Il

terremoto non ci dà segnali di maggiore superficialità, comunque teniamo l'attenzione alta. Del resto siamo intervenuti su

fenomeni sismici in varie parti del mondo, così che eventi come quello di Haiti non ci colgono impreparati». Quanto ai

fenomeni nel centro Italia, il vice capo della protezione civile indica l'importanza di gestire questa fase tenendo d'occhio il

calcolo probabilistico: «Indagare se le probabilità possono crescere è l'unico reale metodo per far fronte a una situazione

come quella delle Marche, in quanto non è possibile prevedere i terremoti».

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14-01-2010 Il Messaggero (Marche)ASCOLI L'amministrazione è vicina alla cittadinanza . Questo il messaggio

del ...

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di ALESSANDRA LANCIA

Con la terra che ha ripreso a tremare, stavolta nel versante marchigiano della provincia, si avvia verso una definizione il

capitolo reatino del terremoto de L'Aquila del 6 aprile. Sul tavolo i 5 milioni di euro stanziati in luglio dalla Regione dopo

il riconoscimento dello stato di calamità a 14 Comuni. E dopo una serie di vertici in Prefettura per fare il punto e stabilire

i criteri di ripartizione, è ora la Provincia ad aver rimesso in fila Comuni e necessità e diviso la somma disponibile.

Comune più colpito, e quindi con la quota parte maggiore di fondi, si conferma quello di Amatrice: 1 milione e 300mila

euro la cifra assegnata, che servirà a riparare i danni subiti dall'istituto Alberghiero (350mila euro), dalla caserma dei

Carabinieri (300mila), dal Municipio (250mila), dal Polo didattico (200mila) e dal presidio della Polstrada (200mila).

Dopo Amatrice c'è Cittaducale, con 1 milione e 100mila euro; fondi che saranno impiegati per la scuola forestale

(550mila), la caserma dei Carabinieri (300mila), l'istituto Agrario (250mila). A Rieti vanno invece 450mila euro per la

realizzazione del centro operativo di Protezione civile. Segue Borgorose con 350mila euro, divisi tra la sede comunale

(150mila) e l'Ufficio dei servizi sociali (200mila). A Pescorocchiano vanno invece 300mila euro, divisi equamente tra l'ex

scuola elementare di Pace e la piscina comunale. A Fiamignano 250mila euro, 50mila per l'ex scuola di Peschieta e

200mila per la sede comunale. Anche Castel Sant'Angelo avrà 250mila euro, tutti spesi per mura di cinta e strada Castello.

Segue Antrodoco con uno stanziamento di 200mila euro (150mila per le scuole sul lungovelino, 100mila per la sede

comunale, 50mila per il cimitero di Rocca di Fondi). 200mila euro anche a Micigliano per il Museo civico. E ancora

150mila euro per Accumoli (per la scuola elementare e la caserma dei carabinieri) e 150mila euro per Posta (sede della

Comunità montana). Chiude la lista Borbona, che avrà 100mila euro per la scala esterna dell'ex scuola media. Sono restate

fuori dalla ripartizione dei fondi fatta dalla Provincia Borgovelino, Cittareale e Petrella Salto. Sarà ora l'ufficio regionale

della Protezione civile a dare il via libera allo stanziamento.

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Data:

14-01-2010 Il Messaggero (Rieti)Con la terra che ha ripreso a tremare, stavolta nel versante marchigiano

della provincia, si...

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Mercoledì 13 Gennaio 2010

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CORCIANO - Dopo le pesanti conseguenze causate dall'alluvione e dall'esondazione del torrente Caina nei giorni scorsi,

poiché lo stato di allerta relativo alle condizioni meteo avverse non è ancora cessato, il sindaco di Corciano ha stabilito

che entro 14 giorni tutti i proprietari di terreni o i conduttori o i fruitori dei terreni provvedano alla pulizia e alla

manutenzione delle rive al bordo delle pareti dei canali di privata proprietà, quando siano erbose, mantenendole sgombre

da eccessiva vegetazione, materiale fangoso o putrescibile.I trasgressori saranno passibili di una sanzione amministrativa

pecuniaria compresa tra 25 e 500 euro.

Data:

13-01-2010 Il Messaggero (Umbria)CORCIANO - Dopo le pesanti conseguenze causate dall'alluvione e

dall'esondazione del torre...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 178

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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CORCIANO - Rischio esondazione, rimbocchiamoci le maniche. In considerazione delle pesanti conseguenze causate

dall'alluvione e dall'esondazione del torrente Caina nei giorni scorsi il sindaco ha stabilito che tutti i proprietari di terreni

provvedano alla pulizia e alla manutenzione delle rive al bordo delle pareti dei canali di privata proprietà, quando siano

erbose, mantenendole sgombre.

Ancora: è obbligatorio anche spurgare i fossi di scolo tra le private proprietà, in modo da lasciare scorrere liberamente le

acque sia sorgive che piovane. Chi non lo farà rischia una multa fino a 500 euro.

Data:

14-01-2010 Il Messaggero (Umbria)CORCIANO - Rischio esondazione, rimbocchiamoci le maniche. In consider

azione delle pesanti conseguen...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 179

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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Iniziati i lavori di ripristino dell'impianto sportivo di Pretola, seriamente danneggiato dalla inondazione del Tevere. E

l'assessore Ilio Liberati intende elaborare progetti per evitare altri casi di inondazione dell'impianto

Data:

14-01-2010 Il Messaggero (Umbria)Iniziati i lavori di ripristino dell'impianto sportivo di Pretola, seriamente

danneggiato dalla...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 180

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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di ELENA PIOPPI

Con terremoto, neve (ghiaccio compreso) e interminabili piogge, l'emergenza maltempo ha creato troppi disagi,

soprattutto nelle strade. Non c'è perugino che, attraversando in auto la città, non si trovi a dribblare le buche sparse ormai

in quasi tutte le vie. A fianco della sempre dissestata via Settevalli, ci sono avvallamenti e spaccature in Strada

Lacugnano, in via Ruggero d'Andreotto, in via Ripa di Meana, come in quasi tutte le strade a nord di Perugia, nelle zone

colpite dall'esondazione del Tevere.

Tante buche ancora aperte, ma sempre più quelle chiuse. Consapevole della straordinarietà della contingenza

metereologica, l'amministrazione comunale è corsa ai ripari per arginare la questione. Da oltre un mese, tecnici ed operai

lavorano sul campo per dare risposta alle segnalazioni e, in alcuni casi, le precedono. L'ingegnere comunale Elvio

Fagiolari spiega come la sera del 18 dicembre scorso «già a mezzanotte e un quarto eravamo per strada a gettare i primi

dei 1900 quintali di sale sparsi per evitare la formazione di ghiaccio assicurando la sicura transitabilità. Per tre giorni

abbiamo lavorato senza sosta con 25 persone ogni turno e cinque bobcat, insieme a Gesenu e alla Comunità montana».

Una mobilitazione concreta, costata al comune 106 mila euro e una serie di problematiche connesse. Perché il sale è

efficace nell'immediato, ma rovina il manto stradale.

Se si stimano i danni rilevati nei seicento chilometri di strade comunali, nelle altrettanto lunghe strade vicinali ad uso

pubblico - in cui il comune aiuta, mettendo a disposizione i suoi mezzi, il proprivato per gli interventi -, tutte distribuite in

54 nuclei urbani, i costi dell'operazione sulla viabilità salgono inevitabilmente, insieme all'impegno dell'amministrazione.

L'assessore alle Infrastrutture Ilio Liberati puntualizza su come «il Comune sta facendo per la prima volta da unica e vera

regia per affrontare l'emergenza. I geometri valutano le chiamate e danno la priorità in base alle esigenze tecniche, in

modo da operare in una maniera coerente nell'intera Perugia». Da quando non ci sono più le circoscrizioni, sono entrati in

funzione cinque uffici decentrati di manutenzione, più uno in centro storico: Ponte Felcino, Madonna Alta, Rimbocchi,

San Sisto e Ponte San Giovanni, ai quali vanno aggiunti, in caso di bisogno, Castel del Piano e San Martino in Colle,

attualmente attivi. «Stiamo dando risposte immediate su tutto il territorio - prosegue Liberati - come il ripristino

dell'illuminazione a Lacugnano, come il continuo monitoraggio delle strade e la sistemazione provvisoria del manto. Lo

sforzo finanziario è tale che per gli interventi sulle strade comunali sono stati messi a bilancio oltre 1 milione e 200 mila

euro. Ai quali vanno aggiunti, nel rispetto della programmazione ordinaria, tutti i cantieri in opera e in apertura, che sono

essi stessi urgenze per la città. Basti pensare alla sistemazione anticipata di San Prospero, fatta per evitare i soliti problemi

di viabilità invernale. Poi ci sono le quattro corsie in Via Dottori, la consegna dei lavori per la frana di Via Eugubina e per

quella di via del Cantone, i lavori sulle strade di Ponte San Giovanni e in via Del Fosso».

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Data:

14-01-2010 Il Messaggero (Umbria)Con terremoto, neve (ghiaccio compreso) e interminabili piogge, l'emergenza

maltempo ha...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 181

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Giovedì 14 Gennaio 2010

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A Viterbo sono in via di costituzione le unità cinofile per la ricerca delle persone che opereranno per la protezione civile

dell'associazione nazionale carabinieri. E il primo cucciolo, anzi, la prima cucciola è stata presentata al pubblico lo scorso

week-end in uno stand al centro commerciale di Leclerc suscitando l'immediata simpatia di quanti hanno avuto modo di

avvicinarla.

Zoe, questo è il nome del labrador di due mesi che dà l'avvio all'unità, è come tutti i piccoli vivace e giocherellona e

proprio su questo aspetto del carattere del cane si baserà il suo addestramento che inizierà entro tempi brevi. Ma Zoe non

sarà l'unico esemplare all'opera per la protezione civile, infatti sono in arrivo altri cuccioli che stanno per essere svezzati e

che cominceranno la prima fase di addestramento all'obbedienza che prevede, appunto, una tecnica esclusivamente basata

sul gioco.

Al Nucleo la cagnetta è stata donata dai dipendenti dell'amministrazione provinciale di Viterbo che hanno organizzato una

lotteria interna. Della questione si è interessata Giuliana Aquilani nonché Giuseppina Cialdea e Rosa Maria Meschini alle

quali i carabinieri hanno espresso la loro gratitudine per la disponibilità e la sensibilità dimostrate.

Come dimostrano gli ultimi tragici fatti avvenuti nel Pacifico, i cani per la ricerca dei dispersi sono molto importanti in

condizioni di emergenza, ma anche per situazioni molto meno drammatiche di quella di Haiti.

Chi volesse ulteriori informazioni può rivolgersi alla sezione di della protezione civile di piazza della Rocca

(0761-220283. mail: [email protected])

Re. Vi.

Data:

14-01-2010 Il Messaggero (Viterbo)A Viterbo sono in via di costituzione le unità cinofile per la ricerca delle

persone che operer...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 182

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PRIMO PIANO pag. 7

GLI AIUTI DOPO IL TRATTATO DI LISBONA ATTIVATO PER LA PRIMA VOLTA UN COORDINAMENTO

UNICO TRA I PAESI UE

ROMA IL PRIMO risultato del trattato di Lisbona arriva purtroppo' su un evento tragico come il terremoto di Haiti. Ma

arriva. L'Europa è stata in grado di mettere in atto «per la prima volta» un coordinamento unico per gestire gli aiuti alla

popolazione colpita dal violentissimo terremoto. E mettere a disposizione, in tempi record, tre milioni di euro ed un aereo

con a bordo esperti europei in grado di valutare gli interventi necessari per assistere le autorità haitiane. Ad annunciare il

«primo atto in cui si applica veramente il trattato di Lisbona» è stato il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi, a

La Granja, in provincia di Segovia, per la prima riunione post Lisbona del consiglio informale dei ministri per le politiche

europee. L'Italia intanto in attesa di ulteriori indicazioni ha cominciato a mobilitarsi per inviare aiuti alla popolazione

haitiana. Su disposizioni del ministro degli Esteri Franco Frattini, la Farnesina tramite la Cooperazione allo Sviluppo ha

stanziato un milione di euro a favore delle agenzie internazionali che operano sul terreno: 500mila euro al Programma

Alimentare Mondiale per andare incontro ai bisogni alimentari d'urgenza, ed altri 500mila nel quadro del programma

d'emergenza che la Federazione Internazionale delle Croci Rosse e delle Mezze Lune Rosse sta predisponendo per

l'assistenza sanitaria. Da Ciampino, è partito un Falcon dell'Aeronautica militare per Port-au-Prince con a bordo un

advanced team che avrà il compito di verificare le condizioni logistiche e di sicurezza per il successivo invio degli aiuti

umanitari da parte della Cooperazione allo Sviluppo. Un C130, invece,partirà questa mattina con un ospedale da campo

nel quale opereranno venti volontari del Gruppo di chirurgia d'urgenza (Gcu) di Pisa, specializzati in interventi di

protezione civile. LA RETE dei social network, dal canto suo, ha vinto ancora una volta la sfida del black-out

informativo: a poche ore dalla tragedia che ha colpito l'isola, migliaia di persone hanno potuto organizzare i primi

soccorsi, lanciare appelli per trovare i propri cari, avviare gare di solidarietà per gli aiuti grazie a strumenti come Twitter,

Facebook e Skype. Infine ecco le coordinate per la raccolta fondi della Croce Rossa: numero verde 800-166.666;

donazione online causale Pro emergenza Haiti' www.cri.it; bonifico bancario causale Pro emergenza Haiti' Iban IT66 -

C010 0503 3820 0000 0218020.

Data:

14-01-2010 La Nazione (Firenze)Dall'Europa subito tre milioni e un pool di esperti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 183

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CRONACHE pag. 19

Questione di giorni, ha assicurato Matteoli dopo che il governo ha concesso lo stato di calamità

OGGI A ROMA DA BERTOLASO LE PROVINCE PIÙ' COLPITE

RICOSTRUZIONE Qui sopra si sgombrano le strade nella zona industriale di Migliarino, accanto i giorni

dell'esondazione del Serchio

VENTI GIORNI DOPO lo straripamento del Serchio arriva, finalmente, lo stato di emergenza per la Toscana. Lo ha

deliberato ieri il Consiglio dei Ministri inserendo nella stessa dichiarazione anche Emilia Romagna e Liguria, altrettanto

colpite nelle ultime settimane da eventi atmosferici di portata eccezionale. Dunque il capo della Protezione Civile ha

mantenuto l'impegno assunto durante la fase dei primi soccorsi con gli alluvionati di Nodica e Migliarino e con le

popolazioni gravemente danneggiate dalle frane in Garfagnana e in Alta Versilia. «Considerate lo stato di emergenza

come già acquisito e muovetevi di conseguenza» fu l'invito di Bertolaso alle istituzioni locali. E così hanno fatto, per

sostenere provvedimenti di somma urgenza quantificati fino ad oggi in circa 254 milioni di euro nelle province di Lucca e

Pisa e di 158 in quella di Pistoia. Cifra alla quale vanno aggiunti i danni causati dal maltempo nel Pratese, in provincia di

Pistoia e nella zona dell'Ombrone. Ma siamo sempre all'inizio. Matteoli, Ministro dei trasporti e delle infrastrutture, ha

assicurato che entro pochi giorni saranno stanziati i fondi necessari: «Anzi, molti più soldi». E che oggi a Roma,

Bertolaso incontrerà i presidenti delle Province interessate per il censimento dei danni. Ma nonostante questo monta la

rabbia degli alluvionati, che si aspettavano fin da ieri un segnale di aiuto concreto. E crescono le perplessità delle

associazioni di categoria, impegnate in una disperata corsa contro il tempo per salvare le aziende danneggiate e i duemila

posti di lavoro in ballo. Fra oggi e domani, dunque, si consumerà la fase cruciale della trattativa. E se Matteoli annuncia

sereno all'orizzonte, resta agli atti la famosa telefonata in cui Tremonti, Ministro del Tesoro, sollecitava Bertolaso a

tenersi basso con le richieste perchè i fondi disponibili erano ridotti al minimo. Vedremo cosa riusciranno a strappare le

istituzioni locali, ma al di là della cifra sono le lungaggini burocratiche a preoccupare di più i diretti interessati. Anche per

questo hanno deciso di ritrovarsi tutti sul fronte della protesta. Convinti che a questo punto non sia più solo questione di

soldi, ma anche di dignità. l.al. Image: 20100114/foto/573.jpg

Data:

14-01-2010 La Nazione (Firenze)«Pronti i soldi per l'alluvione in Toscana»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 184

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PRIMO PIANO pag. 2

di LEONARDO STURIALE HAITI è devastata. Rasa al suolo Port au Prince, la capitale. Una Hiroshima sismica. Solo

buio, silenzio, lamenti e preghiere. I morti non si contano. Si stimano. «Centinaia di migliaia», azzarda il primo ministro

Jean-Max Bellerive che non ha più neppure un ufficio. Tre milioni di haitiani (un terzo della popolazione) sono stati

colpiti dal più violento terremoto mai registrato in due secoli. «LA TERRA si è aperta. E' stata la fine del mondo». «La

città è morta. Le vie sono piene di morti». «In strada corrono persone bruciate, altre senza braccia e mani». «Le onde del

mare si portano via i cadaveri». «Chi grida, chi piange, chi prega e canta inni». Sono le parole dei sopravvissuti: arrivano

via Web dall'inferno. L'apocalisse è piombata sull'isola caraibica alle 16 e 53 di martedì, quando in Italia erano quasi le

23, con una scossa terrificante. E' durata un intero minuto. Interminabile e violenta, misurata con una magnitudo 7,3 sulla

scala Richter, un grado altissimo, che si registra raramente. «E' stata mille volte più distruttiva dell'atomica di Nagasaki»,

dicono i sismologi americani. Ed è stata solo la prima di altre 35 scosse, nessuna sotto i 4,5 gradi Richter. L'epicentro è

stato localizzato a soli 8 chilometri di profondità e ad appena 15 chilometri da Port au Prince, con i suoi due milioni di

abitanti. Gran parte dei quali tirano a campare nelle bidonville, sorte ovunque, anche sulle montagne dei rifiuti. Perché

Haiti, la parte occidentale di Hispaniola, l'isola su cui Cristoforo Colombo mise piede il 5 dicembre del 1492 con le

insegne dei re di Spagna, è il paese più povero d'America. L'altra metà dell'isola, Santo Domingo, è invece uno dei

paradisi dei Caraibi, luogo di vacanze e di pensioni dorate, buen retiro di benestanti. Oltre il confine, ad Haiti, l'altra

faccia del pianeta: miseria, dolore, anarchia e soprusi. La storia di Haiti, nei suoi 206 anni d'indipendenza (solo gli Usa ne

vantano di più), è fatta di tragedie e schiavitù, di pirati, di rivolte vittoriose (contro le truppe coloniali di Napoleone), di

dittature sanguinarie e di catastrofi naturali. L'ultima, prima di questo terremoto, fu l'uragano del 2008 che fece oltre 800

morti. Haiti aveva già allora toccato il fondo. Questa volta si teme che la tragedia possa superare perfino l'abisso toccato

da Messina nel 1908: centomila morti. E anche lo tsunami del 2004: 230mila morti. SE I SOCCORSI a Messina giunsero

con le navi russe, Haiti attende quelle americane, mobilitate dalla Casa Bianca. L'aeroporto di Port au Prince è agibile, da

ieri sera lo controllano gli americani. Dal Palazzo di Vetro cercano di mettersi in contatto con la propria missione, che

conta ben 11mila uomini. Anche loro falcidiati dal sisma. Almeno un centiniaio sono dispersi. Il capo, il tunisino Hedi

Annabi, è morto, come almeno 11 soldati brasiliani che guidano il contingente. Le comunicazioni sono saltate. Si tenta

con i telefoni satellitari, però manca la corrente elettrica, anche in quel terzo della capitale che ne era servita. Prima che

Port-au-Prince piombasse nel buio, appelli e testimonianze sono arrivate via Internet, sui blog, su Twitter, sfruttando

l'energia residua delle batterie. E' crollato tutto. Le bidonville per prime, poi le case della parte bassa di Port-au-Prince e

molte delle ville sorte in collina franate col terreno che le reggeva. E' crollato il parlamento, i ministeri (tranne uno), gli

uffici pubblici (molti erano già vuoti da un'ora), tutte le chiese, compresa la cattedrale. L'arcivescovo, monsignor Serge

Miot, è morto sotto le macerie, come decine di seminaristi. E' morta Zilda Arns, la famosa pediatra brasiliana tre volte

candidata al Nobel che si batteva contro la denutrizione e la mortalità infantile. Michelle Montas 63 anni, anima di Radio

Haiti, donna simbolo della lotta contro le dittature locali data per ore per dispersa, è stata ritrovata viva e in salute. E'

CROLLATO anche il palazzo presidenziale, ma è vivo il suo inquilino, René Preval, precario capo di uno Stato in

liquidazione, puntellato dalla missione Onu e dagli aiuti internazionali. «Sono crollati gli ospedali e le scuole: gli studenti

sono morti sotto le macerie. E' una catastrofe», dice Preval. «E' una catastrofe - ripete la first lady, Elisabeth . Per le vie

della città distrutta si inciampa in corpi senza vita». «E' un disastro, non potete immaginare. E' un disastro» è il laconico

messaggio del belga Nicolas Darenne, che lavora per una Ong italiana. Roberto Stephenson, fotografo romano che ha

parenti ad Haiti racconta il day after: «Tutto è caduto, i tetti al suolo, morti in mezzo di strada, madri che cercavano i figli

e centinaia di persone cantavano inni religiosi e pregavano». Molti altri testimoni riferiscono del buio, dei lamenti, dei

volti sbiancati dal dolore e dalla calcina. E di quei canti pieni di fede. Ultima consolazione nel nulla dell'apocalisse. (Ha

collaborato Luca Pesci)

Data:

14-01-2010 La Nazione (Firenze)di LEONARDO STURIALE HAITI è devastata. Rasa al suolo Port au Prince,

la ...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 185

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PRIMO PIANO LUCCA pag. 4

OGGI LA FIRMA DELLO STATO DI CALAMITA'

SARANNO distribuiti, direttamente a casa dei cittadini colpiti dall'alluvione, i moduli con i quali sarà possibile compilare

la richiesta danni in seguito all'alluvione. La decisione è stata presa dal sindaco Mauro Favilla insieme all'assessore alla

protezione civile Elio Cappellini (nella foto). «La volontà dell'amministrazione comunale sottolinea il primo cittadino è

quella di venire, il più possibile, incontro alle esigenze dei cittadini colpiti dall'evento alluvionale. Per questo, fermo

restando la costituzione di un punto avanzato di informazione sul territorio, che stiamo predisponendo (ieri si è svolto

l'incontro tra l'assessore Cappellini e il presidente della Circoscrizione 5 Carlo Bini, ndr), effettueremo una distribuzione

capillare della modulistica, che è in preparazione, con il sistema di porta a porta». Seguendo gli elenchi del censimento

delle famiglie che hanno subito danni, quindi, ci sarà una distribuzione «a casa» della modulistica da riempire, che è in

preparazione e sarà comunque anche a disposizione negli uffici comunali e scaricabile dal sito internet del Comune.

«L'OPERAZIONE è possibile grazie alla disponibilità della Protezione Civile comunale spiega l'assessore Cappellini , ma

anche e soprattutto alla collaborazione dei volontari fra i quali si contano anche consiglieri comunali e circoscrizionali del

territorio che, da me interpellati, si sono dichiarati, con spirito di civile collaborazione ad aiutare il Comune in questo

importante aiuto alle famiglie che hanno subito danni». Dopo lo svolgimento del Consiglio dei Ministri (fissato per oggi),

Palazzo Orsetti comunicherà con precisione la data a partire dalla quale avverrà la distribuzione dei moduli.

Data:

13-01-2010 La Nazione (Lucca)Il Comune consegnerà i moduli per i rimborsi con il porta a porta

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 186

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24 ORE LUCCA pag. 8

GARA di solidarietà della Croce Rossa per donazioni ai terremotati di Haiti. Chi volesse contribuire può farlo versando

una cifra sul conto corrente bancario Bnl - Filiale di Roma Bissolati Tesoreria - via San Nicola da Tolentino 67 Roma,

intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana, 12 - 00187 Roma (codice Iban): IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020

oppure a «Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma» causale «Pro emergenza Haiti». Cc postale n. 300004 a «

Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma causale «Pro emergenza Haiti».

Data:

14-01-2010 La Nazione (Lucca)Croce Rossa: come fare donazioni per le vittime del terremoto di Haiti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 187

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PRIMO PIANO PISA pag. 3

LA REPLICA

DOPO L'ALLUVIONE, c'è stata polemica sulle condizioni dei fossi e dei canali nella zona di Vecchiano e dintorni. A

questo proposito, l'avvocato Giovanni Vaglio, in nome e per conto del Consorzio di Bonifica Ufficio dei Fiumi e Fossi'

con sede in Pisa, precisa che il servizio apparso su "La Nazione" di Pisa il 7 gennaio scorso intitolato "Fiori e Fossi",

dedicato agli eventi connessi all'esondazione del Serchio ed avente come sottotitolo "Nel mirino delle polemiche il

Consorzio Fiumi e Fossi che ha il compito di tenere puliti gli argini", contiene «notizie e informazioni non corrispondenti

al vero e lesive dell'immagine del Consorzio stesso. Infatti nel testo dell'articolo, a , si legge "Nel mirino delle polemiche

il Consorzio Fiumi e Fossi che ha il compito di tenere puliti gli argini" mentre nelle pagine seguenti si legge "Ma il

Consorzio Fiumi e Fossi' non dovrebbe tenere puliti gli argini dei canali proprio perché l'acqua possa scorrere il più

velocemente possibile in caso di maltempo". Dal contesto generale dell'articolo viene quindi attribuita una precisa

responsabilità al Consorzio circa gli eventi narrati. Al contrario prosegue il legale il Consorzio di Bonifica Ufficio dei

Fiumi e Fossi' di Pisa non ha alcuna competenza in ordine alla manutenzione, gestione e servizio di piena in relazione al

fiume Serchio né sul territorio a Nord del suddetto fiume né sui relativi canali. La notizia apparsa con il riferimento

evidenziato nel sottotitolo "Nel mirino delle polemiche il Consorzio Fiumi e Fossi che ha il compito di tenere puliti gli

argini", e nel quale risulta evidente l'associazione del Consorzio agli eventi calamitosi che hanno interessato il fiume

Serchio, è pertanto destituita di fondamento e gravemente lesiva dell'immagine del Consorzio medesimo». BONIFICA. Al

lavoro ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette, per evitare un nuovo disastro: il Consorzio di Bonifica Versilia

Massaciuccoli, dal giorno dell'alluvione in poi, afferma di non essersi mai fermato, nemmeno per un attimo. Sempre al

lavoro nella campagna vecchianese, sul Lago di Massaciuccoli ma anche nei canali di bonifica, «che comunque vengono

puliti sempre, due volte all'anno, nei mesi di aprile e settembre. La vegetazione che si vede attualmente in alveo in alcuni

canali prosegue il Consorzio di Bonifica, replicando al nostro servizio sulla condizione dei fossi a di Vecchiano non ha la

forza di ostruire il passaggio dell'acqua che attualmente defluisce in modo regolare e lo testimonia il fatto che in pochi

giorni, attivando sette pompe idrovore mobili, è stata asciugata la zona industriale di Vecchiano. Ovviamente l'alluvione

del Serchio è un evento eccezionale e l'acqua che si è riversata sul territorio ha invaso tutto, coprendo e sormontando ciò

che incontrava, trascinando detriti e materiale che ha trovato lungo la sua strada. Ma gli argini del canale Barra Barretta,

la coda del Lago di Massaciuccoli, hanno retto e tenuto alla forza dell'acqua del Serchio, cosa che non avrebbero fatto se

non fossero stati manutentati adeguatamente».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1La Nazione (Pisa)Vegetazione nei canali, Fiumi e Fossi: «Sul Serchio nessuna competenza»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 188

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CRONACA PISTOIA pag. 3

BRIVIDO «MANCA PISTOIA». POI LA RETTIFICA

UNA PENNELLATA di giallo sull'incontro previsto per oggi a Roma al Dipartimento della Protezione civile. Secondo un

lancio Ansa delle 16 e 16 di ieri, alla riunione convocata a poche ore dalla dichiarazione dello stato d'emergenza

approvata dal Consiglio dei ministri, avrebbero dovuto partecipare unicamente i rappresentanti delle amministrazioni

provinciali di La Spezia, Lucca, Massa Carrara, Modena e Pisa. Non citando Pistoia, l'agenzia stampa ha fatto sorgere

nuovi timori sull'esclusione della nostra provincia dal novero di quelle che avranno diritto ai risarcimenti. «Ma si tratta di

un banale errore commenta la presidente della Provincia, Federica Fratoni. Io stessa parteciperò all'incontro assieme

all'ingegnere Alessandro Morelli, responsabile dell'area protezione civile del nostro ente e credo comunque che l'ipotesi di

un'esclusione di Pistoia sia assolutamente remota». Come afferma l'assessore alla sicurezza idrogeologica, Mauro Mari la

convocazione dei rappresentanti di Pistoia è avvenuta intorno alle 17 tramite una telefonata da parte di responsabili della

Regione. «In questi giorni non ho parlato direttamente con il Ministero dice Mari nè posso essere certo di cosa verrà

deciso. Credo comunque ci sia la ragionevole certezza di non venire esclusi». In tarda serata, anche le agenzie hanno

cominciato a citare Pistoia fra le Province interessate assieme anche a Prato e Arezzo. Image: 20100114/foto/3884.jpg

Data:

14-01-2010 La Nazione (Pistoia)Giallo sulla riunione al ministero

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 189

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CRONACA PRATO pag. 5

Sì allo stato di calamità: Gestri chiederà 11 milioni

INCONTRO A CASALE Da sinistra gli alluvionati Giuliano Baroncelli, Roberto Mancia e Patrizio Martini. A destra il

candidato governatore del centrosinistra Enrico Rossi con Fabrizio Mattei

di LEONARDO BIAGIOTTI IL DECRETO del governo che sancisce ufficialmente lo stato di calamità naturale per la

Toscana c'è e ci sono anche i primi soldi per le famiglie alluvionate del Calice. Oggi il presidente della Provincia

Lamberto Gestri andrà a Roma per rispondere alla convocazione ricevuta dal capo della protezione civile Guido Bertolaso

e chiederà aiuti per 11 milioni, mentre ieri sera nella riunione con gli assessori alla protezione civile Dante Mondanelli

(Comune) e Stefano Arrighini (Provincia) le famiglie del Calice hanno avuto la risposta che aspettavano da giorni: ci sono

i fondi per fare i primi lavori e Unicredit ha sospeso le rate dei mutui fino a 12 mesi, gratis. AD OGNI nucleo alluvionato

spetteranno 4500 euro in tre diverse tranches. I primi 1500 euro saranno erogati dal comitato Prato emergenze in tempi

rapidissimi, forse già la prossima settimana, poi toccherà alla Provincia, altri 1500 euro a testa, e poi al Comune, che

chiuderà il contributo con gli ultimi 1500 euro. Si tratta di un anticipo che poi gli enti locali dovrebbero recuperare dai

fondi regionali già richiesti per affrontare l'emergenza. Sul sito internet del Comune ci sono già anche i modelli per

chiedere tutti i danni (ma c'è chi si lamenta perché non è possibile indicare rimessaggi o attrezzi). INTANTO ieri sera un

gruppo di alluvionati di via Argine del Calice ha incontrato il candidato governatore della Regione Enrico Rossi (Pd) al

circolo Arci di Casale. «Abbiamo perso mobili e avuto molti danni, l'acqua è arrivata fino a un metro e mezzo», hanno

raccontato Roberto Mancia e Giuliano Baroncelli ammettendo che stanno pensando ad un esposto per «la mancata

apertura della cassa espansione prima che l'argine rompesse». Patrizio Martini, invece, si è lamentato che «fango e rifiuti

sono ancora lì, perché Asm da un certo momento in poi ha smesso di ritirarli». ROSSI ha ascoltato ed ha preso un

impegno preciso per l'immediato («Vediamo se è possibile anticipare i fondi per le spese, ma la Regione ha già stanziato

54 milioni») e anche per il futuro («Dobbiamo aumentare il monitoraggio degli argini, perché bisogna prevenire certi

eventi»), rispondendo così ad una richiesta precisa degli alluvionati: mettere in sicurezza l'argine del Calice. Poi ancora:

«Tocca al governo garantire i rimborsi. Capisco che c'è stata la Befana e che, con tutto il rispetto, c'erano anche delle

esigenze estetiche ha affondato il colpo riferendosi a Berlusconi ma ora l'esecutivo deve fare qualcosa di concreto come

abbiamo fatto noi. Per quanto mi riguarda mi attiverò anche per mettere a disposizione delle famiglie un tecnico che possa

aiutarle a quantificare i danni». Image: 20100114/foto/6031.jpg

Data:

14-01-2010 La Nazione (Prato)Alluvione del Calice: subito 4500 euro a famiglia

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 190

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FORTE DEI MARMI / SERAVEZZA / STAZZEMA pag. 11

ALTA VERSILIA E FORTE DEI MARMI DA OGGI SI ACCETTANO LE DOMANDE. UNO SMOTTAMENTO A

VAIANA

APPROVATA in consiglio regionale la mozione Pdl in cui si dà priorità a privati e aziende colpite dal maltempo e si

chiede lo slittamento del pagamento delle imposte regionali a partire dal bollo auto. Il consigliere Maurizio Dinelli,

plaudendo a queste decisioni e all'operato del governo, richiede per l'Alta Versilia un piano strutturale di investimenti per

rafforzare il territorio in cui la situazione è tuttora grave per frane e smottamenti, interventi necessari come sottolinea

Dinelli anche per il lago di Massaciuccoli. Intanto il comune di Stazzema sta predisponendo nei propri uffici uno sportello

per raccogliere le segnalazioni di imprese e privati che hanno subito danni. Da oggi saranno disponibili presso l'Urp le

schede per la richiesta danni. Dopo la compilazione del formulario seguirà un sopralluogo da parte dei tecnici comunali

che trasferiranno i dati alla Protezione civile provinciale che si occuperà dell'iter. «Lo sportello spiegano il sindaco

Michele Silicani e l'assessore Egidio Pelegatti sarà aperto il tempo necessario per raggiungere tutti i cittadini e gli

operatori». Sempre sul fronte maltempo ci spostiamo a Forte dei Marmi dove sono in corso le verifiche degli uffici della

Provincia per stabilire la reale entità dello smottamento dell'argine creatosi a causa delle forti piogge in via Martiri della

Sassaia, conosciuta come "lungo fiume", in Vaiana, che è stata chiusa in via precauzionale. «A seguito di questo

cedimento spiega l'assessore ai lavori pubblici , Emanuele Tommasi - che ha interessato la sponda sinistra a causa della

piena del fiume abbiamo chiuso al traffico il primo tratto della strada per la sicurezza della zona».

Data:

14-01-2010 La Nazione (Viareggio)Dinelli (Pdl): Un piano anti frane'. Rimborsi, sportello a Stazzema

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 191

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Al Comune per la messa in sicurezza

CAGLIARI. Il Comune ha ottenuto dalla Regione due milioni di euro per gli interventi urgenti destinati alla messa in

sicurezza e al ripristino delle opere pubblico a Pirri, devastate dalle alluvioni di ottobre del 2008 e di novembre 2009.

«Con questi fondi, che si aggiungono a un altro milione già messo a disposizione dalla giunta comunale - - dice l'assessore

Giovanni Giagoni - potremo finalemnte fronteggiare le criticità emerse negli ultimi due anni e rispondere alle richieste dei

cittadini. Nei prossimi giorni, grazie anche al contributo della Protezione civile, capiremo quali saranno i tempi di

realizzazione delle opere».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1La Nuova Sardegnaalluvione di pirri, i milioni della regione

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 192

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- Sardegna

È iscritto per peculato, ma non c'entra con la presunta truffa Forse domani l'esame di garanzia dei coniugi arrestati

avantieri

CAGLIARI. Il vicesindaco di Capoterra Francesco Dessì, eletto in una lista di centro-sinistra, è indagato per peculato

nell'inchiesta che ha dato origine agli arresti di Attilio Congiu e Cristina Porcu, i coniugi imprenditori accusati di concorso

in truffa aggravata e falsità idologica in atti pubblici per aver gonfiato i costi dei lavori compiuti nei giorni successivi

all'alluvione-disastro del 22 ottobre. Con Dessì gli indagati salgono a cinque.

Il vicesindaco non è coinvolto nella presunta truffa scoperta dagli uomini del nucleo investigativo del Corpo forestale, ma

è stata la sua richiesta di bonificare la propria auto privata e quella del sindaco Giorgio Marongiu, oltre che gli uffici

comunali, a far scattare le intercettazioni telefoniche sull'ipotesi che la cooperativa E.s.t di Enrico Barisone, figlio del

celebre generale dei carabinieri, dovesse eseguire la ricerca di microspie e cimici a spese pubbliche per un'esigenza

privata. Il sindaco è stato poi avvertito dell'indagine in corso dal funzionario della protezione civile Sergio Carrus, che gli

ha inviato un sms («allerta, hai il telefono sotto controllo») pagato con un'avviso di garanzia per favoreggiamento. Dessì è

stato già sentito in Procura, la vicenda che lo riguarda sarà valutata più avanti. Perchè in questa fase i due pm sono

impegnati in una serie di approfondimenti sull'uso dei fondi pubblici per l'emergenza-alluvione del 22 ottobre 2008: sta

per partire una nuova acquisizione di atti e documenti.

Intanto l'avvocato Massimiliano Ravenna, che difende i coniugi Congiu, ha annunciato che i due indagati si sottoporranno

all'esame di garanzia. Il faccia a faccia con il gip Roberto Cau e con i pm potrebbe svolgersi domani, ma la data definitiva

non è stata ancora stabilita. Il terzo indagato, il funzionario comunale Paolo Caboni, ha nominato il difensore: è l'avvocato

Patrizio Rovelli. Il gip ha però respinto la richiesta di misura cautelare per Caboni, che quindi non ha alcuna fretta di

chiarire la propria posizione: «Mi pare che il gip sia stato piuttosto esplicito nel valutare la posizione del geometra -

avverte l'avvocato Rovelli - comunque il mio cliente ha svolto il suo lavoro con la massima cura».

Di certo l'indagine del nucleo investigativo del Corpo forestale regionale è stata tutt'altro che superficiale: acquisiti i

rendiconti dei lavori svolti dalla Sgt, l'impresa di Congiu incaricata dal comune di Capoterra nel dopo-alluvione, sono stati

sentiti in Procura alcuni degli operai che risultavano a libro-paga della ditta. Ma è stata la commercialista della Sgt,

Roberta Ferrari, a fornire agli investigatori i fogli matricola dei dipendenti impegnati nei lavori. Fra questi non c'era

Cristian Marras, che a leggere i tabulati della Sgt - sui quali sono fondati i mandati di pagamento - avrebbe lavorato 150

ore nelle operazioni di ripristino, dopo il 22 ottobre.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 7La Nuova Sardegnacapoterra, indagato il vicesindaco

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 193

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- Attualità

L'improvvisa piena di un torrente in Sardegna travolge un'automobile Annega una bambina di tre anni, il corpo ritrovato

dopo un'ora

CAGLIARI. Una bimba di tre anni, Anna Leone, è morta in Sardegna dopo essere stata strappata dalle braccia della

mamma che tentava di metterla in salvo dall'acqua che invadeva la loro auto.

È l'episodio più grave. Ieri è stato dichiarato lo stato di emergenza in Toscana, Ligura e Emilia-Romagna. In Sardegna,

un'improvvisa onda di piena ha invaso il greto di un piccolo torrente, rio Murta, vicino a Calasetta nel Sulcis-Iglesiente. In

quel momento Agata Fois, la mamma di Anna, stava guadando il greto, un punto di passaggio obbligato, al volante di un

pesante fuoristrada, un Mitsubishi Pajero. La forza dell'acqua ha scaraventato il veicolo contro una passerella pedonale in

cemento armato, provocando la rottura di due vetri. L'interno è stato subito allagato e la madre per non annegare è uscita

con Anna in braccio, ma è stata subito travolta. La violenza della corrente era ancora fortissima quando, circa un'ora dopo

l'incidente avvenuto poco prima delle 9, i tecnici del Soccorso Alpino e speleologico della Sardegna (Sass) sono riusciti a

trovare il corpo della bimba. E' stato possibile recuperarlo solo legando con una corda doppia un operatore che ha potuto

così raggiungere il corpicino bloccato tra le canne a 600 metri di distanza dal punto in cui il fuoristrada era rimasto

incastrato sotto la passerella pedonale. Inutile, per oltre un'ora, il tentativo compiuto dai soccorritori e dell'equipaggio di

un'ambulanza del 118 di rianimare la piccola. Dopo l'episodio, mentre il presidente della Regione Ugo Cappellacci faceva

pervenire il suo cordoglio alla famiglia, il direttore del servizio di Protezione Civile della Regione Autonoma della

Sardegna, Giorgio Cicalò, ha lanciato un appello per una «maggiore informazione e più cautela». «Quando ci sono

situazioni di forte piovosità, esondazioni o piene occorre stare a casa, magari nei piani alti - ha detto Cicalò - e se proprio

ci si deve muovere è meglio evitare di guadare i corsi d'acqua e, ove non sia possibile, occorre attendere che termini la

piena. In Sardegna i corsi d'acqua sono soggetti a piena e svuotamento dell'alveo in pochi minuti».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 6La Nuova Venezial'acqua strappa la figlia a una madre

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 194

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Berlusconi annuncia il piano del governo

ROMA. Per i prossimi 12 mesi sarà lo stato di emergenza nelle sovraffollate carceri italiane: fino al 31 dicembre il capo

del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, avrà poteri analoghi a quelli del responsabile della

Protezione Civile Guido Bertolaso nella gestione del dopo terremoto all'Aquila. Ed è proprio il «modello Abruzzo» quello

che il governo intende seguire per costruire, entro il 2010, 47 nuovi padiglioni e 18 nuove carceri «flessibili» che assieme

ad altre 7 strutture porteranno, entro il 2012, alla creazione di 21.709 nuovi posti elevando la capienza massima a 80mila

unità.

La situazione attuale - ha detto il premier Silvio Berlusconi - è «intollerabile. Uno Stato civile toglie la libertà a chi

commette un reato e viene giudicato colpevole da un tribunale, ma non può togliere la dignità e attentare alla salute dei

detenuti».

Data:

14-01-2010 La Nuova Veneziadiciotto nuove carceri garantiranno entro l'anno quasi 22 mila altri posti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 195

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Dalla città

13/01/2010 12:21

Ripalimosani - Il movimento di terra 'cammina' e minaccia le abitazioni e le attività commerciali

E' proseguito per tutta la mattinata di ieri il sopralluogo dei tecnici della Protezione civile sul crinale interessato dalla

frana di contrada Covatta nel versante Ingotte. Dopo l'allarme lanciato dal Comune di Ripalimosani nel pomeriggio di

lunedì, i tecnici regionali, coordinati dall'architetto Luigi Di Niro, sono al lavoro per monitorare l'area per un movimento

franoso che ha ripreso intensità. Al momento, nonostante lo scoscendimento di oltre un paio di metri di terreno, non ci

sono pericoli imminenti. Ma le previsioni metereologiche prevedono un peggioramento nelle prossime ore con forti

precipitazioni. Tutto ciò potrebbe comportare ulteriori disagi per l'azienda Mbc di Elio Mitri interessata dal 30 aprile dello

scorso anno dalla frana dell'Ingotte. Una situazione che ha creato apprensione per l'azienda di Mitri che si è vista già

«rubare» dal movimento della collina una strada oltre a pregiudicare il futuro della strattura. «In questa area spiega il

titolare della Mbc sono stati eseguiti lavori fino allo scorso 15 luglio. Poi sono finiti i soldi stanziati e si è fermata l'opera

di bonifica». Opere di canalizzazione e di movimento terra che si sono interrotte e che avrebbero potuto garantire la messa

in sicurezza dell'area. «Del mio lavoro dice Mitri trovano sostentamento otto persone. Spero che la frana non vanifichi lo

sforzo di una vita di lavoro».

La Protezione civile ribadisce che la zona è interessata a un'attività di scivolamento per una ferita nel terreno molto

profonda. La necessità di realizzare una rete di canalizzazione per convogliare l'acqua nel sottostante rivolo. «Ribadisco

che abbiamo sotto controllo la frana dice al telefono Luigi Di Niro non c'è da preoccuparsi. Abbiamo messo in azione

tutte le iniziative previste in questi casi».

C.C.

Data:

13-01-2010 Nuovo Molise webCovatta, la frana torna a far paura

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 196

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Termoli

13/01/2010 12:51

Le operazioni di recupero tra Termoli e Campomarino

Un aereo militare, del tipo ultraleggero Prevetor Drone, senza pilota e radiocomandato, è precipitato questa mattina

intorno alle 11.30 al largo della costa molisana, in territorio di Campomarino. Stando alle prime ricostruzioni, pare che

l'aereo stesse facendo un volo di prova, dopo essere partito dalla base di Amendola, vicino Foggia. Sul posto sono in corso

le operazioni di recupero da parte di Vigili del fuoco, Polizia, Protezione civile e le unità navali di Carabinieri,

Capitaneria di porto e Guardia di finanza. L'incidente non ha provocato feriti o danni di particolare entità.

Data:

13-01-2010 Nuovo Molise webAereo militare telecomandato precipita in mare

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 197

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Istituto geofisico americano, ha colpito la provincia di Papua

(ANSA) - ROMA, 13 GEN - Un sisma di magnitudo 5,7 Richter ha colpito Papua, la piu' grande provincia indonesiana.

Lo riferisce l'istituto geofisico americano. L'epicentro del sisma e' stato localizzato a 10 km di profondita', a circa 90 km

dalla localita' turistica di Manokwari. Al momento, il centro di sorveglianza Tsunami del Pacifico non ha diramato alcuna

allerta tsunami. Il sisma non avrebbe causato ne' vittime ne' danni rilevanti.

Data:

13-01-2010 Il Nuovo.itTerremoto in Indonesia, 5,7 Richter

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 198

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13 Gennaio 2010 -

Una vergogna di cui Trenitalia dovrebbe rispondere

Il generale inverno e le ferrovie fuori uso

di Fiorenzo Grollino

Il 18 dicembre 2009 l'Europa era bloccata dalla neve e dal ghiaccio. A Copenaghen la neve cadeva copiosa, mentre si

discuteva di cambiamenti climatici nel Centro Congressi Bella Center con i delegati che si accanivano in sterili diatribe, la

Francia era bloccata dalla neve e dal ghiaccio, Bruxelles era coperta da una pesante coltre di neve e l'Italia era divisa in

due, come spesso accade, quando piove e c'è un po' di neve, che non era quella danese, francese, né belga. Accade sempre

così, perché nel nostro paese le infrastrutture sono obsolete, senza alcuna manutenzione e tutto è affidato ai volontari della

protezione civile, che certamente non possono fare miracoli. Così stazioni, aeroporti, porti ed ogni altra struttura di

trasporto quel giorno era andata in tilt, ed una moltitudine di viaggiatori che affollava stazioni e aeroporti fu presa dalla

disperazione e dalla rabbia, in cerca di protezione di bambini ed anziani, che si erano messi in viaggio senza sapere quale

inferno li aspettava. Natale è bello, ma è brutto quando è così tragico. Il caos dei trasporti e l'ira dei viaggiatori sono una

miscela pericolosa. Così la giornata di gloria del 13 dicembre, per l'inaugurazione di un altro pezzo di ferrovia ad alta

velocità, per l'a.d. delle Ferrovie, Mauro Moretti, si trasforma in una clamorosa "debacle". Ma non succede niente, perché

Moretti è inamovibile. Non si tratta dei treni dei pendolari, ma di quelli di lusso, gli ormai noti "frecciarossa". Questi treni

all'improvviso hanno fatto flop, perché erano rimasti bloccati, con i comandi che non rispondevano più ai solerti

macchinisti a causa del maltempo. E così il loro condottiero, l'ingegner Moretti, ex sindacalista CGIL, arrivato agli altari

della gloria, è caduto nella polvere della disfatta.

A questi sono saltati i nervi, tanto che in una conferenza stampa ha dichiarato: "attenti, se viaggiate in treno munitevi di

acqua, panini, maglioni e coperte". È il massimo: come si fa a stare alla testa della più grande azienda pubblica italiana, al

comando di una flotta di "freccerosse", dettando nuove regole per viaggiare d'inverno sulla rete ferroviaria di questo

paese. Se questo linguaggio può funzionare con gli utenti italiani, ormai adusi ad ogni sorpresa, non funziona certamente

con i turisti stranieri che hanno pagato fior di euro per viaggiare su un frecciarossa, pubblicizzato come treno veloce con

tutti i confort possibili. Moretti, con la più grande arroganza, ha scaricato tutto sulla neve (che non c'era), come se i treni

veloci con la neve restassero fermi. E poi quell'invito a viaggiare equipaggiati di tutto punto dimostra la pochezza

culturale di chi lo rivolge, perché ad un equipaggiamento del genere dovrebbe pensarci la stessa Trenitalia, responsabile di

quanto accade all'ignaro utente. È difficile immaginare un viaggiatore che, oltre alle valige, deve portare con sé un

bagaglio supplementare con le masserizie suggerite da Moretti. In Italia non c'è il tunnel sotto la manica, né l'alta velocità

spagnola, che non sembra abbia avuto le defaillance che Moretti vorrebbe far credere, arrampicandosi sugli specchi per

coprire le sue responsabilità nella settimana nera delle F.S. Davanti a queste manifestazioni "morettiane", come non essere

d'accordo con il sen. Luigi Zauda che l'ha chiamato "ingegner arrogance". Se sono queste le qualità che

contraddistinguono un manager che percepisce 680 mila euro di stipendio all'anno, Moretti dovrebbe bastare molto meno

della metà. Di fronte alla neve che manda in tilt i treni "frecciarossa", come non ricordare il padre dell'Alta Velocità

italiana, l'avvocato Lorenzo Necci, che all'inizio degli anni '90 aveva concepito, con la collaborazione di un grande

tecnico, Ercole Incalza, un progetto tecnologicamente più avanzato, che aveva fatto accettare dalla BEI, quando il suo

direttore generale finanziario, prof. Eugenio Greppi, inizialmente era orientato per il quadruplicamento della rete

ferroviaria italiana, ma una volta che il progetto superò il monitoraggio della BEI, questa finanziò la prima tratta Roma -

Napoli con un primo prestito di 1700 miliardi di vecchie lire. Non solo, lo stesso acciaio per i binari dell'alta velocità fu

finanziato con un prestito CECA di 245 miliardi di vecchie lire.

Lorenzo Necci concepì anche il lungimirante progetto di quotare in borsa la TAV S.p.A. per accelerare la sua

realizzazione, stante la cronica difficoltà di avere finanziamenti dal Tesoro, in modo da mettere sui binari i treni veloci in

un tempo di 10 anni, e non di 19 anni, quanti ne sono occorsi dopo la fine dell'era Necci.

Oggi le "freccerosse", per qualche centimetro di neve vanno in tilt, accumulando ritardi di ore, mentre i treni della

Transiberiana camminano come frecce tra Mosca e Vladivostock a 42 gradi sotto zero, come ricordava giorni addietro in

televisione quell'intellettuale russo, amante dell'Italia, che per raggiungere Reggio Calabria da Roma aveva impiegato

Data:

13-01-2010 L'Opinione.itIl generale inverno e le ferrovie fuori uso

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 199

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dieci ore. Se queste sono le prestazioni dell'A.V. italiana, non è stato difficile per il treno austro - tedesco (l'OBB - Db)

lanciare la sfida alle F.S.

Si tratta di un treno veloce, nato dalla partnership austro-tedesca, che ha debuttato il 13 dicembre 2009, senza problemi di

neve o di ghiaccio, nelle tratte italiane Milano - Monaco passando per Verona, Trento e Bolzano, per definizione "treno di

qualità in servizio internazionale diurno". Come si vede la nostra "alta velocità" è già vecchia prima di essere completata,

con i treni proiettile che sfrecciano in Europa, in Cina, in India, in Arabia Saudita, in Corea, ed in quasi tutti i paesi

emergenti, con impianti avveniristici che ridisegnano gli spazi urbani. L'Italia è rimasta tanto indietro, che dovrebbe

rimettersi a correre, per fare la concorrenza al Land tedesco Baden - Wutemberg che ha deciso di realizzare un ambizioso

progetto infrastrutturale con un nuovo nodo ferroviario merci e persone più veloce dell'Asse Est - Ovest collegato a

Milano, che consentirà di raggiungere quest'ultima in 4 ore e mezza rispetto alle attuali 6 ore e mezza. In questo contesto

l'Italia, che esporta in questo Land 10 miliardi di euro all'anno, non potrà rimanere assente, e dovrà, non si sa con quali

soldi, intervenire per realizzare un progetto di collegamento a questa grande opera.

Le vicende sopra richiamate dimostrano che l'Italia nel mondo dei trasporti deve fare ancora molta strada per portarsi al

livello dei partner europei e delle migliori tecnologie internazionali. È chiaro che questo Paese deve cambiare, ma quando

cambierà?

Data:

13-01-2010 L'Opinione.itIl generale inverno e le ferrovie fuori uso

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 200

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Catástrofe en Haití

"No hay comida ni teléfono ni agua ni nada"

El peor terremoto en 200 años en Haití deja decenas de miles de muertos.-Mientras prosigue la búsqueda de

supervivientes con escasos medios, la población clama por la llegada de ayuda internacional

ELPAÍS.com / AGENCIAS - Madrid / Washington - 14/01/2010

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Resultado 46 votos

Comentarios - 29 Las autoridades haitianas temen que decenas de miles de personas hayan muerto sepultadas bajo los

escombros de los cientos de edificios -viviendas, escuelas y hospitales- que se vinieron abajo como castillos de naipes en

Puerto Príncipe, azotadas por el terremoto que asoló Haití el martes por la noche y que ya se considera el más destructivo

de los últimos 200 años en la isla caribeña.

Los terremotos más graves de este siglo en el mundo "Es un golpe muy duro, el país se estaba reponiendo" La ayuda

comienza a llegar a los damnificados en Haití Un minuto eterno Volquémonos La pobreza atrae al desastre

Primeras imágenes de los rescates

VIDEO - AGENCIA ATLAS - 13-01-2010 El edificio de las Naciones Unidas en Puerto Príncipe ha quedado destrozado

tras el terremoto. Hay 150 trabajadores de Naciones Unidas desaparecidos, incluida la jefa, Hedi Annabi. Los Cascos

Azules y voluntarios han ayudado la pasada noche para rescatar a los supervivientes en el edificio. - AGENCIA ATLAS

Otros vídeos

Catástrofe en Haití

VIDEOS - AGENCIA ATLAS - 13-01-2010 Primeras imágenes de los rescates. AGENCIA ATLAS

Catástrofe en Haití - Primeras imágenes de los rescates Catástrofe en Haití - El Gobierno español no puede garantizar la

seguridad de los casi 150 españoles en Haití Catástrofe en Haití - La comunidad internacional se vuelca con Haití

Catástrofe en Haití - Un catastrófico terremoto siembra la destrucción en Haití

.

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La noticia en otros webs webs en español en otros idiomas

Mientras prosigue a duras penas la búsqueda de supervivientes en una de las naciones con menos recursos del planeta,

una multitud desorientada se ha apoderado de las calles, sumidas en el caos, de la capital haitiana. Muchos son los que,

presos del pánico y de la histeria, piden a gritos la llegada de ayuda internacional para socorrer a las víctimas atrapadas

entre las ruinas de una ciudad donde viven cuatro de los diez millones de haitianos y que desde el martes tiene un aspecto

fantasmagórico.

Un joven haitiano ha suplicado en inglés a un reportero de Reuters: "Está muriendo demasiada gente. Necesitamos ayuda

internacional...no hay servicios de emergencia, no hay comida, no hay teléfono, no hay agua, no hay nada". Los cadáveres

han empezado a llenar las calles de Puerto Príncipe, lo que también hace temer la irrupción de enfermedades y epidemias.

Cada pocos metros, en cada recodo, aparecen grupos de cadáveres amontonados. Algunos yacen tendidos en una esquina

Data:

14-01-2010 El Pais"No hay comida ni teléfono ni agua"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 201

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y otros muchos son depositados en grandes camiones con destino al cementerio.

Los que sobrevivieron a los temblores tampoco están a salvo, puesto que Puerto Príncipe sigue sufriendo sacudidas,

aunque de menor intensidad que los cuatro temblores que instalaron el caos y la muerte en la rutina de esta ciudad. Miles

de personas se afanan en rescatar supervivientes pero también en sacar a la superficie los cadáveres. La mayoría sólo

cuenta con sus manos desnudas para llegar hasta los atrapados, por lo que la posibilidad de rescatar a personas con vida

disminuye a gran velocidad a cada minuto que pasa.

Junto al polvo, enseguida ha aflorado de las entrañas de la urbe una lacerante letanía de gritos de dolor y desesperación.

"Por favor, sáquenme de aquí, me muero. Tengo a dos niños conmigo", gritaba una mujer desesperada bajo los escombros

de un jardín de infancia en la zona de Canape-Vert de la capital, según pudo escuchar un periodista de Reuters.

Al caer la noche, los gritos se convirtieron en muchos casos en cantos y rezos, según coinciden varios testimonios. "Un

sonido conmovedor en el medio de una tragedia horrible", según escribía Troy Livesay, un bloguero que vive en la capital

haitiana. "Se escuchan por las calles oraciones de agradecimiento de los que han sobrevivido", decía Riccardo Conti,

delegado en Haití del Comité Internacional de la Cruz Roja.

Préval: "Es inimaginable"

A falta de cifras fiables sobre el número de víctimas, el presidente de Haití, Reé Préval, en sus primeras declaraciones

después de la catástrofe, ha dicho: "Por ahora, he escuchado que son 50.000 los muertos... quizá sólo 30.000", ha dicho

sin precisar qué organismo o ONG le ha brindado esos cálculos. "Es inimaginable. Hay que verlo para creerlo", ha

añadido durante una entrevista con el periódico estadounidense Miami Herald. "El Parlamento se ha derrumbado, también

la oficina de impuestos. La misma suerte han corrido hospitales y escuelas", ha dicho.

El primer ministro, Jean Max Bellerive, ha cifrado "en más de 100.000" los fallecidos a causa del terremoto. El baile de

cifras es un reflejo del caos que vive el país, 24 horas después de la catástrofe que ha sumido a Haití en la desesperación.

La Cruz Roja, a falta de cifras oficiales, calcula en más de tres millones los damnificados.

Haití, incomunicada

El hundimiento de las infraestructuras de telecomunicación hacía ayer casi imposible comunicar con Haití, tanto por

teléfonos fijos cómo por móviles. Organizaciones no gubernamentales y cancillerías de medio mundo lograron a duras

penas contactar con su personal en Haití y declinaban facilitar el contacto a los medios para no atascar las líneas y

salvaguardar la preciosa carga de las baterías de móviles y ordenadores. El fallo de las telecomunicaciones contribuyó a

agravar el desastre de las ya de por sí escasas estructuras de sanidad del país caribeño.

Pilar Palomino, delegada de Cruz Roja Española en Haití y República Dominicana, describía en conversación telefónica

desde Santo Domingo algunos rasgos de la dramática situación haitiana. "Las carreteras están en pésimo estado y estamos

esperando a que nos den indicaciones para salir con un convoy hacia allá", dijo Palomino.

"Nos dicen que gran parte de los hospitales están derrumbados o inutilizables, y que los pocos abiertos han tenido que

cerrar sus puertas ante la presión insostenible de la gente que quería atención para sí o sus familiares. Cerraron puertas

para poder atender con un mínimo de calma a los heridos que ya estaban dentro. La red de acueductos se ha derrumbado.

También nos relatan algunas escenas de pillajes y robos. La gente deambula por las calles sin saber adónde ir. De

momento no nos consta que haya grandes aglomeraciones de personas, la gente está desperdigada y se suele quedar cerca

de sus casas. Hay mucha tensión en las calles".

Data:

14-01-2010 El Pais"No hay comida ni teléfono ni agua"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 202

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- Gorizia

Intervento pagato tutto dalla Regione. Romoli: «Risolto un problema che si trascinava da 40 anni»

Nuovo corso, a Gorizia, per il torrente Corno. In tutti i sensi.

L'intervento realizzato grazie alla Protezione civile ha, di fatto, risolto una questione che si trascinava da decenni. A fare il

bilancio delle operazioni – costate 157 mila 507 euro – sono stati ieri mattina in municipio l'assessore regionale Riccardo

Riccardi, il direttore regionale della Protezione Civile Guglielmo Berlasso, il sindaco di Gorizia Ettore Romoli e

l'assessore comunale Francesco Del Sordi. «Grazie all'impegno di Regione e Protezione civile abbiamo risolto in tempi

estremamente brevi un problema che si trascinava da oltre 40 anni – ha detto il sindaco Romoli, dopo che Riccardi aveva

sottolineato come l'intervento fosse stato mirato, e portato a termine senza i tempi biblici della burocrazia -, con un'opera

che, è bene ricordarlo, al Comune di Gorizia non è costata un solo euro. Non abbiamo semplicemente messo un “tappo” al

torrente, ma realizzato una serie di interventi che risolvono il problema di inquinamento del Corno, e migliorano

parzialmente anche quello dell'Isonzo».

Le opere si possono suddividere in più fasi. La prima ha riguardato il tratto del Corno che ancora rimaneva allo scoperto

in via San Gabriele, a ridosso del confine con la Slovenia: oltre a sistemare l'area verde circostante, i tecnici hanno

coperto un tratto di canale di circa 10 metri con elementi prefabbricati di 4 metri e mezzo per tre. Nello stesso punto, poi,

a breve verrà installata anche una stazione idrometrica per monitorare costantemente il livello dell'acqua. La seconda fase,

che coincide con gli interventi principali, ha interessato il canale artificiale a cielo aperto che scorre in città in

corrispondenza della Valletta del Corno. Sono stati eliminati i ristagni, ripristinati il fondo e le sponde in calcestruzzo del

canale, oltre ad alcuni tratti di rete fognaria. Quando la portata del torrente è minima, l'acqua scorre all'interno di una

condotta in polietilene ad alta densità, mentre in caso di piena il deflusso avviene attraverso il canale ripristinato. La

novità risiede nel fatto che è stata collocata in quel tratto anche una paratoia, che permetterà ai gestori di Iris Acqua, con i

quali i lavori sono stati concordati, di indirizzare direttamente il Corno nella rete fognaria (tranne ovviamente durante le

piene), e farne confluire dunque il corso nel depuratore. In questo modo si va a risolvere sia il problema della puzza che

quello dell'inquinamento, ed in ottica futura sarà possibile dunque anche pensare alla valorizzazione dell'area della

Valletta. Interventi complementari hanno infine riguardato vicolo del Guado, dove è stata eliminata una zona di ristagno,

e via Montecucco. «Stiamo monitorando il fiume – ha spiegato Del Sordi -. Ripeteremo le rilevazioni anche quando

saranno passate le piene di questi giorni, dovuti alle abbondanti piogge, ma contiamo di ottenere risultati interessanti».

Marco Bisiach

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 2Il Piccolo di Triesteil comune fa bingo, corno pulito a zero euro

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 203

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DARIO SLEJKO DELL'OGS DI TRIESTE

di CRISTINA SERRA

TRIESTE Il Paese più povero delle Americhe, già colpito nel 2004 dal violento uragano Jeanne, è nuovamente in

ginocchio, questa volta per colpa di un terremoto. Trenta secondi di scossa di intensità superiore al 7° grado della scala

Richter hanno devastato, la sera dell'11 gennaio, la capitale.

Dario Slejko, sismologo dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale - Ogs di Trieste fornisce una

lettura tecnica del sisma.

Osservando il disastro di Haiti viene in mente subito il sisma abruzzese. Ci sono caratteristiche comuni ai due terremoti?

«Poche, in verità. In Abruzzo abbiamo avuto un sisma di magnitudo 5,8 della scala Richter, mentre ad Haiti si è toccato il

settimo grado. Se si tiene conto del fatto che per ogni grado in più di magnitudo l'energia liberata è 30 volte maggiore si

capisce quanto possa essere stato devastante il sisma isolano. E anche le caratteristiche sismotettoniche sono dissimili: qui

siamo in un'area di maggiore sismicità».

La natura tettonica della regione ha forse contribuito ad aggravare la situazione rispetto all'Abruzzo?

«Il sisma di Haiti si è sprigionato nel punto di contatto fra due placche, quella caraibica e quella del Nord America. In siti

di questo genere l'attività sismica è maggiore che, per esempio, nel centro di una placca. Haiti, poi, giace su un sistema di

faglie note per la loro costante attività annuale che le separa in media di 7 mm ogni dodici mesi. Come dire che se

mettessimo un piede su ciascuna placca e rimanessimo fermi lì per un anno, dopo un secolo vedremmo i nostri piedi

allontanarsi di quasi un metro».

Dal punto di vista tecnico che genere di terremoto è stato quello di Haiti?

«Si è trattato di un terremoto "trascorrente": vuol dire che si è sprigionato lungo una faglia verticale ma con un

movimento orizzontale. Tutto sommato nemmeno una situazione particolarmente negativa, tant'è vero che non ha causato

il temuto tsunami. Le onde anomale, infatti, si generano in seguito a movimenti verticali dovuti al fondo marino che si

solleva improvvisamente».

Possiamo aspettarci sciami sismici nei prossimi giorni, o è finita qui?

«Più che sciami sismici, termine col quale si indicano scosse di moderata intensità che si susseguono con elevata

frequenza, qui dovremmo attenderci repliche, ovvero sequenze intense che si ripetono per giorni, come in effetti vediamo

che sta accadendo. Perciò sarà importante tenere sotto controllo l'area anche in virtù del fatto che per molto tempo non era

stata colpita da forti terremoti, a differenza di ciò che è accaduto negli ultimi quattro secoli in cui era stati registrati 8

terremoti di notevole intensità».

Data:

14-01-2010 Il Piccolo di Triesteil sismologo: registrate scosse 30 volte più forti che in abruzzo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 204

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IN SARDEGNA LA MAMMA GUADAVA UN TORRENTE IN JEEP

CAGLIARI Una bimba di tre anni, Anna Leone, morta in Sardegna dopo essere stata strappata dalle braccia della mamma

che tentava di metterla in salvo dall'acqua che invadeva la loro auto; la dichiarazione dello stato di emergenza in Toscana,

Ligura e Emilia Romagna e allarmi della Protezione civile in tutta la Penisola.

Sono gli effetti della forte area depressionaria che sta investendo tutta Europa e sta mettendo alla frusta le organizzazioni

di soccorso. L'episodio più grave è avvenuto in Sardegna, dove un'improvvisa onda di piena ha invaso il greto di un

piccolo torrente, rio Murta, vicino a Calasetta nel Sulcis-Iglesiente. In quel momento Agata Fois, la mamma di Anna,

stava guadando il greto del piccolo torrente, un punto di passaggio obbligato, al volante di un pesante fuoristrada, un

Mitsubishi Pajero. La forza dell'acqua ha scaraventato il veicolo contro una passerella pedonale in cemento armato,

provocando la rottura di due vetri. L'interno è stato subito allagato e la madre per non annegare è uscita con Anna in

braccio, ma è stata subito travolta. La violenza della corrente era ancora fortissima quando, circa un'ora dopo l'incidente

avvenuto poco prima delle 9, i tecnici del Soccorso alpino e speleologico della Sardegna (Sass) sono riusciti a trovare il

corpo della bimba. È stato possibile recuperarlo solo legando con una corda doppia un operatore che ha potuto così

raggiungere il corpicino bloccato tra le canne a 600 metri di distanza dal punto in cui il fuoristrada era rimasto incastrato

sotto la passerella pedonale.

Inutile, per oltre un'ora, il tentativo compiuto dai soccorritori e dell'equipaggio di un'ambulanza del Servizio 118 di

rianimare la piccola. Dopo l'episodio il direttore della Protezione civile della Regione Giorgio Cicalò ha lanciato un

appello per una «maggiore informazione e più cautela». «Quando ci sono situazioni di forte piovosità, esondazioni o piene

occorre stare a casa, magari nei piani alti - ha detto Cicalò - e se proprio ci si deve muovere è meglio evitare di guadare i

corsi d'acqua e, ove non sia possibile, occorre attendere che termini la piena. In Sardegna, infatti, i corsi d'acqua sono

molto piccoli e passano poche decine di minuti tra la piena e lo svuotamento dell'alveo».

Data:

14-01-2010 Il Piccolo di Triestebimba travolta dal fiume

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 205

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SUPER LAVORO PER I VIGILI DEL FUOCO TRA GORIZIA, GRADISCA E VILLESSE

Uno sbuffo di fumo, lampi rossastri tra le volute nere sopra il tetto di una casa in piazza Cavour. È scattato l'allarme

incendio l'altra sera in quell'edificio al civico 3 noto anche come patrimonio della Fondazione Theresianum passato dal

Comune all'Ater. I vigili del fuoco sono accorsi in forze, anche perché gli edifici in quella piazza sono addossati l'un

l'altro. Non solo. Sono vecchi, hanno le travature in legno, l'incendio poteva estendersi. Del resto, proprio dal terrazzo di

quell'edificio, il primo dicembre 1996 - una domenica - si erano levate lingue di fuoco che si erano estese al deposito del

negozio Carlotto riducendo in cenere tutto quello che c'era dentro. Per fortuna l'allarme - poco prima delle 21.30 - è

rientrato in breve tempo. A provocare quelle volute di fumo era stato il surriscaldamento di una canna fumaria collegata

alla stufa in un'abitazione del primo piano dove risiede una donna. Comunque, per consentire ai pompieri di operare anche

con l'autoscala, piazza Cavour è stata chiusa alla circolazione. Raffreddata la canna fumaria con l'acqua spruzzata con il

nebulizzatore, i vigili del fuoco hanno fatto un sopralluogo anche negli alloggi al secondo e al terzo piano non rilevando

niente di anomalo. Dall'Ater, ieri, l'assicurazione che l'alloggio al primo piano, quello con la stufa allacciata al camino che

aveva innescato il timore di un incendio, era abitabile. Con un'unica prescrizione da parte dei vigili del fuoco. Unica ma

non di poco conto considerato che siamo in inverno: non accedere il fuoco nella stufa.

È stata una giornata, quella di ieri, all'insegna di camini nei quali la sporcizia interna è un'esca per lo sviluppo di fiamme.

Hanno fatto interventi a Villesse in via Montesanto e a Gradisca. Con l'operazione più complessa - e protratta per più ore -

proprio a Gradisca dove, nella mattinata, in via Roma 33 s'è rischiato che andasse a fuoco il tetto. E in serata i vigili del

fuoco sono tornati a Gradisca per assicurarsi del definitivo scampato pericolo in quella casa. (l.t.)

Data:

14-01-2010 Il Piccolo di Triestecamino in fiamme nella notte in piazza cavour

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 206

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”MODELLO ABRUZZO”

ROMA Per i prossimi 12 mesi sarà lo stato di emergenza nelle sovraffollate carceri italiane: fino al 31 dicembre il capo

del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, avrà poteri analoghi a quelli del responsabile della

Protezione Civile Guido Bertolaso. Ed è proprio il ”modello Abruzzo” quello che il governo intende seguire per costruire,

entro il 2010, 47 nuovi padiglioni e 18 nuove carceri «flessibili» che assieme ad altre strutture penitenziarie porteranno,

entro il 2012, alla creazione di 21.709 nuovi posti elevando la capienza massima a 80mila unità. I nuovi padiglioni

costeranno 600 milioni 500 dalla Finanziaria, 100 dal bilancio del ministero della Giustizia.

Data:

14-01-2010 Il Piccolo di Triestecarceri, 600 milioni per i padiglioni

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 207

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Dalla Provincia, anche a Inverno e Villanterio

PAVIA. Sono numerosi i contributi assegnati dalla Provincia nelle ultime giunte di fine anno: 20mila euro sono andati a

sei comuni per manifestazioni di carattere culturale e iniziative di protezione civile. I contributi, deliberati dalla giunta su

proposta del presidente Vittorio Poma, sono stati assegnati in base all'attinenza dei progetti ai programmi provinciali, la

rilevanza ai fini della promozione sociale, culturale ed economica della comunità provinciale, la rilevanza territoriale e la

rappresentatività dei destinatari.

Nel pavese l'ente ha finanziato la ventinovesima edizione del presepe vivente di Inverno e Monteleone con 3mila euro, e

le attività del gruppo di Protezione civile di Villanterio con 2mila euro. Il contributo maggiore è andato al Comune di

Tromello per gli interventi di prima emergenza in seguito al crollo del campanile parrocchiale, e altri fondi sono stati

versati a tre comuni della Lomellina. «I fondi saranno erogati a fronte del rendiconto tecnico finanziario dei progetti», ha

spiegato Poma. (a.gh.)

Data:

13-01-2010 La Provincia PaveseComuni, tanti contributi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 208

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BRONI

BRONI. La Protezione civile di Broni potenzia le proprie attrezzature. Recentemente si è allestito un locale radio,

all'interno del palazzo comunale, breve l'acquisto del pluviometro che, in una logica di prevenzione, fornirà dati sulle

precipitazioni. Nel frattempo il gruppo di Protezione civile bronese, con l'ufficio tecnico comunale e gli incaricati

dell'Università di Pavia, sta monitorando le frane attive sul territorio e la loro evoluzione, pesante eredità lasciata

dall'alluvione dell'aprile 2009. A breve sarà presentato il piano d'emergenza comunale e lo studio affidato all'Università di

Pavia sugli eventi franosi del territorio. Il gruppo di protezione civile di Broni è inoltre in cerca di una sede: «L'idea,

ancora non confermata, è quella di recuperare l'ex palestrina di via Montebello, attigua alla caserma dei pompieri - spiega

il sindaco, Luigi Paroni - E' stato richiesto un finanziamento». (s. co.)

Data:

14-01-2010 La Provincia PaveseLa Protezione civile cerca una sede

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 209

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Entro il 2012 disponibili 21.709 posti in più

ROMA. Per i prossimi 12 mesi sarà lo stato di emergenza nelle sovraffollate carceri italiane: fino al 31 dicembre 2010 il

capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, avrà poteri analoghi a quelli del responsabile

della Protezione Civile Guido Bertolaso nella gestione del dopo terremoto all'Aquila. Ed è proprio il «modello Abruzzo»

quello che il governo intende seguire per costruire, entro il 2010, 47 nuovi padiglioni e 18 nuove carceri «flessibili» che

assieme ad altre strutture penitenziarie (sette probabilmente) porteranno, entro il 2012, alla creazione di 21.709 nuovi

posti elevando la capienza massima a 80mila unità.

Grazie ai maggiori poteri che gli sono stati attribuiti Ionta potrà derogare alle consuete procedure, velocizzandole, e

semplificando le gare d'appalto (anche attraverso la segretazione). Suo «braccio operativo» sarà la Protezione Civile

Servizi Spa, la società nata per decreto appena una settimana fa.

Ma la vera novità inserita nell'ultima ora nel piano carceri è l'aver riproposto, e stavolta approvato, il nuovo istituto della

«messa alla prova», vale a dire la possibilità per gli incensurati accusati di aver commesso reati fino a tre anni di pena di

vedere sospeso il processo a loro carico a patto però che compiano lavori di pubblica utilità. Seppure con una soglia

maggiore (4 anni di pena). Un'altra misura sarà contenuta in un ddl «ad hoc»: la detenzione domiciliare per chi debba

scontare un anno di pena residua (se non condannati per reati gravi).

Ma i «quattro pilastri» su cui si basa il piano carceri - sottolinea il ministro Alfano indisponibile a nuovi indulti o amnistie

- prevedono anche l'assunzione di 2mila agenti penitenziari e un progressivo scaglionamento degli interventi di edilizia

penitenziaria. Entro il 2010 dovranno essere completati 47 nuovi padiglioni, mentre a partire dal 2011 sarà la volta di 18

nuove carceri di cui 10 «flessibili» (probabilmente di prima accoglienza o destinate a detenuti con pene lievi) costruite

seguendo il «modello l'Aquila» nelle grandi aree metropolitane (Milano, Napoli, Bologna, Torino, Firenze, Roma,

Genova, Catania, Bari e un'altra città da individuare), a cui se ne aggiungeranno altri 8 in aree strategiche (Pordenone,

Pinerolo, Paliano, Bolzano, Varese, Latina, Brescia e Marsala), anch'esse flessibili e ciascuna da circa 450 posti.

Data:

14-01-2010 La Provincia PaveseIl governo dà via libera alle nuove carceri

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 210

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Da un decennio nei posti più pericolosi, rischiando la vita

Aspetta un altro bimbo che nascerà a maggio Ha studiato dalle Benedettine a Voghera

EMANUELE BOTTIROLI

SALICE TERME. Nella villa di famiglia, al civico 18 di viale Giardini, aspettano che faccia ritorno da un'Haiti

insanguinata. Lei, dal terremoto, si è salvata per miracolo. Ed è la seconda volta in vita sua che scampa a una morte che

sembrava certa.

Si chiama Monica Albertini: ha 35 anni, due figli, ed è incinta del terzo bambino, in arrivo a maggio. Le superiori alle

Benedettine di Voghera, l'università a Milano per imparare bene le lingue, uno stage post laurea, poi l'assunzione all'Onu

e il trasferimento a New York, per essere più vicina al suo ufficio nel palazzo di vetro. Proprio da lì, come funzionaria del

centro informativo, è partita per Sierra Leone, Eritrea ed Etiopia: terre distrutte da anni di guerra civile e fame. Ha visto in

faccia la malnutrizione, le menomazioni subite dai bambini.

In quegli scenari del Terzo Mondo ha visto fino a che punto possa spingersi la crudeltà, cosa siano l'abbandono o la

miseria. Ha studiato il dolore da vicino, non dalle pagine di un giornale o di un libro. Sconvolta, aveva persino voluto

organizzare in Oltrepo una mostra benefica di disegni per aiutare i piccoli dell'Eritrea. Il suo compito, da 12 anni, è

mappare territori. Di mestiere indaga la realtà di luoghi poveri, insanguinati, dimenticati dai più. Monica parla, incontra,

scopre. Poi compila i suoi rapporti e i suoi dispacci: documenti vitali per la buona riuscita delle missioni umanitarie

dell'Onu. Monica è una ragazza innamorata della vita, dei viaggi, animata dalla voglia e dal coraggio di portare aiuto a

popolazioni prostrate.

Già un'altra volta aveva visto la morte in faccia. Era successo quando, in missione, aveva perso per circostanze fortuite un

elicottero che doveva trasportarla insieme ad alcuni suoi colleghi. Proprio quel velivolo era precipitato, poco dopo il

decollo, per un'avarìa ai motori. Il secondo giorno che non dimenticherà mai nella vita è, invece, quello del terremoto di

Haiti. Dopo le feste di Natale in famiglia è partita per l'isola del mar dei Caraibi con il compagno haitiano, anche lui

dipendente dell'Onu (è uno dei più stretti collaboratori del segretario generale). L'altra notte solo la sorte ha voluto che nel

momento in cui il sisma ha colpito i due si trovassero fuori da qualsiasi edificio, compreso il quartier generale Onu. Oggi,

forse, non sarà più solo una turista. Perché l'Onu, ora, ha bisogno di riallestire un quartier generale, di avere informazioni

logistiche aggiornate, di predisporre un campo base provvisorio.

L'esperienza della salicese, già sul luogo della tragedia, potrebbe rivelarsi in queste ore un grande vantaggio per le

Nazioni Unite. Lei ha l'esperienza e la preparazione che servono in sciagure apocalittiche, come quella che ha stravolto

Haiti.

Data:

14-01-2010 La Provincia PaveseUna vita in prima linea dove la gente soffre

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 211

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Coinvolta nel sisma una salicese funzionaria dell'Onu

La donna ha due figli Sono rimasti in Oltrepo nella casa dei nonni dopo le feste di Natale

PAOLO FIZZAROTTI

SALICE TERME. C'è anche una giovane donna di Salice Terme ad Haiti, l'isola caraibica colpita dal violento terremoto

di martedì pomeriggio (le 22.53 in Italia). Monica Albertini, 36 anni, è una funzionaria dell'Onu: al palazzo di vetro si

occupa di delicate missioni internazionali e importanti progetti umanitari. La donna vive a New York con un collega

dell'Onu, originario proprio di Haiti, con cui ha avuto due figli in tenera età.

«Ma lei è oltrepadana Doc, è nata e cresciuta qui ed ha ancora la residenza a Salice - racconta lo zio, Lino Albertini -

Abbiamo avuto la notizia come tutti, dal telegiornale di mezzanotte. Poi è iniziata la lunga attesa vicino al telefono, in

attesa di notizie che non arrivavano. Mia nipote è riuscita a telefonarci solo questa mattina alle 8, ora italiana (ieri mattina

per chi legge, ndr). Le linee telefoniche haitiane sono state devastate dal sisma, come tutto il resto del paese. Monica è

riuscita a utilizzare un telefono dell'Onu, in aeroporto, quando lì da loro erano le 2 di notte. Ha potuto solo a pronunciare

qualche frase, per tranquillizzarci».

Cosa vi ha detto? «Si sono salvati per una fortunata combinazione - risponde lo zio - Quando c'è stata la prima, forte

scossa, lei e il suo compagno non si trovavano in un edificio ma all'aperto: stavano facendo una passeggiata vicino

all'aeroporto, che è stata anche una delle zone meno colpite dal sisma. Se si fossero trovati in un edificio, sarebbero stati

travolti dal crollo come le altre decine di migliaia di persone vittime del sisma».

Armido Albertini, il padre di Monica, e sua moglie non se la sentono di parlare della vicenda. «Siamo tutti molto provati

dall'accaduto - spiega ancora lo zio - Abbiamo passato la notte in bianco., impossibile andare a dormire. Finora non

abbiamo ancora avuto notizie ufficiali: nè dal ministero degli esteri nè dalla prefettura di Pavia. Quando non sapevamo

ancora nulla siamo stati noi a telefonare a Roma, alla Farnesina, e alla prefettura pavese per informarli che ad Haiti c'era

anche Monica e pregarli quindi di farci avere notizie appena ne avevano. A quanto ci risulta, però, non ci sono stati morti

o feriti tra gli italiani che si trovavano nell'isola caraibica».

Da quanto tempo Monica si trovava ad Haiti? «Da poco, circa una settimana - racconta Lino Albertini - Mia nipote lavora

all'Onu da 12 anni, e naturalmente ha preso casa a New York. Per lavoro lei segue il lavoro compiuto dalle diverse

missioni delle Nazioni Unite nei punti più “caldi” del globo e spesso va sul posto. E' stata tre anni in Sierra Leone ed

Etiopia, ha passato un anno e mezzo in Eritrea. Poi è rientrata a New York, dove si è unita sentimentalmente con Louis

Germain, un suo collega dell'Onu: un funzionario di Haiti che lavora nello staff del segretario generale Ban Ki Moon.

Hanno avuto due figli, una bambina di tre anni e un maschio di un anno».

«Lei e Louis - prosegue lo zio - sono venuti a Salice per passare le feste di Natale, e far vedere i bambini ai nonni. Poi

hanno programmato una settimana di vacanza ad Haiti, lasciando i nipotini qui a Salice. Avrebbero dovuto tornare a

prenderli sabato prossimo: speriamo che ce la facciano, che non ci siano problemi. Bisogna vedere quando i voli

ritorneranno ad essere abbastanza regolari».

Anche se lanciata verso una prestigiosa carriera diplomatica internazionale, Monica Albertini non ha mai dimenticato le

sue origini e radici. «Alcuni anni fa, quando era ancora in Eritrea - spiega lo zio paterno - Monica aveva raccolto dei

disegni realizzati da bambini che erano stati feriti in quella guerra terribile. Li aveva portati qui e aveva allestito una

mostra, per metterli all'asta. Il ricavato della vendita era stato utilizzato per alleviare un poco le sofferenze di quella

povera gente».

Dopo la telefonata del mattino avete avuto altre notizie? «Sì, verso mezzogiorno di oggi, ora italiana (ieri per chi legge,

ndr) Monica è riuscita a spedirci una mail, in cui ci ha praticamente confermato quello che era riuscita a dirci a voce».

Vista la situazione tragica che c'è ad Haiti dopo il terremoto e la professionalità di Monica e Louis, è probabile che l'Onu

chieda ai suoi due funzionari di non tornare in Italia o a New York ma di rimanere sull'isola caraibica per coordinare

l'azione dello stesso Palazzo di Vetro nelle zone colpite dal sisma. Ieri pomeriggio si parlava di oltre 100 mila morti.

Data:

14-01-2010 La Provincia PaveseMonica, salva per miracolo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 212

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porlezza

Broglio: «L'attività è in crescita». Erculiani: «Ci stiamo muovendo per trovarne una nuova»

PORLEZZA (Gp. R.) - Quella all'incrocio fra via Ferrovia e via per Osteno è una sede che ormai sta stretta alla Croce

azzurra, anche per via di un'uscita pericolosa per i sempre più numerosi mezzi. E il presidio invoca spazi più idonei.

«Disponiamo di due dipendenti, ma entro quest'anno sarà necessario raddoppiarli - sono parole del presidente, Dino

Broglio - Nel contempo diventa impellente anche la necessità di una sede più capiente e adatta, dove poter ricoverare le

ambulanze e disporre di un'uscita più sicura in strada. Gli interventi nell'ambito del 118 sono in aumento: nel corso del

2009 sono stati ben 1.355 i servizi urgenti, ma ancor superiore è il numero di quelli secondari, 1.510, eseguiti in buona

parte per conto dell'ufficio di piano. Nel territorio, inoltre, la Croce Azzurra è anche squadra di protezione civile e

antincendio». Un'attività senza sosta, insomma, testimoniata dal numero di chilometri percorsi dai mezzi in dotazione al

presidio nell'anno appena concluso: 161.540. Anche i mezzi, che per questo tipo di attività devono essere sempre al

massimo dell'efficienza, si usurano presto: il mese scorso è stata inaugurata una nuova ambulanza ?quattro per quattro?,

per il cui acquisto ha offerto un sostanzioso contributo un imprenditore locale: «La generosità della cittadinanza e

l'instancabile contributo dei volontari (attualmente un'ottantina) sono i nostri punti di forza - ammette Broglio - C'è la

tendenza a svolgere i servizi urgenti, ma per noi sta diventando pressante anche trovare chi si occupa dei secondari,

comunque importanti per la popolazione». Confortante il messaggio del sindaco, Sergio Erculiani: «La Croce azzurra

merita il plauso di tutti e l'amministrazione comunale sta cercando di individuare una possibile nuova sede da assegnarle».

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Data:

14-01-2010 La Provincia di ComoCroce azzurra, sede stretta e uscita pericolosa

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 213

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la polemica

Nessuna risposta all'interrogazione dell'opposizione sui mancati aiuti. Il Pd chiede il dibattito

È tornata in consiglio comunale la polemica sui mancati aiuti alle popolazioni terremotate dell'Abruzzo da parte del

Comune di Como. Il 18 maggio scorso, infatti, il consiglio aveva deliberato che il «sindaco e la giunta prendano contatto

con una o più amministrazioni dei Comuni maggiormente colpiti dal sisma verificatosi ad inizio aprile al fine di definire

le necessità prioritarie per le quali si possa ipotizzare un diretto intervento del Comune di Como» nonché «a coordinare la

raccolta dei fondi da parte di cittadini, enti e società anche non pubbliche e stanziare adeguati fondi del bilancio comunale

per attuare gli interventi del Comune». L'opposizione ha presentato lo scorso 17 dicembre per chiedere al sindaco

chiarimenti e, non avendo ricevuto risposta, ha chiesto un dibattito in consiglio. «Il 17 dicembre - ha detto il primo

firmatario Pd Marcello Iantorno - ho presentato con altri colleghi la interrogazione relativa agli interventi fatti o non fatti

dal comune per l'Abruzzo. Il sindaco non ha risposto nei 20 giorni di cui al regolamento dimostrando peraltro un totale

disprezzo verso il consiglio, il tema e verso la gente colpita dalla disgrazia. Per questo ho depositato richiesta al presidente

del consiglio Mario Pastore perché iscriva subito la interrogazione all'ordine del giorno e metta il consiglio e la città nella

condizione di capire i motivi». La richiesta era stata firmata anche da Gaffuri, Lucini, Magni, Saladino, Fragolino del Pd,

da Valli e Rapinese di Area 2010 e da Magatti di Paco. Dal 18 maggio scorso, del terremoto in Abruzzo non si è più

parlato né in aula, né in giunta. Il sindaco Stefano Bruni lo scorso 19 dicembre non aveva voluto dire nulla a riguardo

rispondendo, a precisa domanda: «Non sono in conferenza stampa, non voglio dire nulla». La vicenda, come detto,

arriverà in aula.

Gi. Ro.

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Data:

14-01-2010 La Provincia di ComoAbruzzo dimenticato, Bruni tace e il caso va in aula

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 214

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le richieste

Nuovo progetto paratie

I paletti della Provincia

Villa Saporiti: sì alle novità, purché vengano corretti gli errori

Il settore Territorio dell'amministrazione provinciale è pronto a dare il via libera al nuovo progetto del lungolago elaborato

dal Comune, che prevede l'abbattimento del muro e l'installazione di sole paratie mobili a scomparsa. Ma prima il

Comune dovrà correggere alcuni errori e recepire alcune indicazioni. Per esempio dovrà stralciare i dossi del lungolago e

presentare una relazione agronomica riguardo lo stato attuale di salute dei filari di tigli del lungolago e dei rischi che

corrono a causa del rialzamento della passeggiata che ne avvolgerà buona parte del fusto.

Dossi e tigli, però, sono solo alcuni degli aspetti critici che il dirigente del settore Territorio, Giuseppe Cosenza, ha

illustrato ieri sera alla commissione territorio della Provincia dopo che il tema era stato già affrontato in mattinata dalla

commissione tecnica per il paesaggio. Per correggere i numerosi refusi e imprecisioni dei rendering, i tecnici di Palazzo

Cernezzi avranno bisogno di una settimana o poco più. Quindi la riunione della conferenza dei servizi convocata dal

Comune lunedì prossimo sarà la prima ma non certo l'ultima. L'iter progettuale, però, si dovrebbe concludere comunque

entro febbraio. Il muro potrà essere abbattuto a febbraio, come annunciato dal sindaco Stefano Bruni e dal presidente della

Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

Tre gli aspetti principali del nuovo progetto del lungolago che hanno convinto la commissione paesaggio di Villa Saporiti:

l'abbattimento del muro e di ogni opera muraria di ostacolo alla visibilità del lago e la sostituzione con sistemi anti

esondazione a scomparsa dai giardini a lago fino a piazza Sant'Agostino (costo di circa 2 milioni di euro), ad eccezione

del fronte di piazza Cavour; lo spostamento del sistema di paratie dal centro della passeggiata a ridosso del parapetto

lasciando così libera la passeggiata stessa; eliminazione del fabbricato davanti all'Hotel Metropole Suisse. Ma prima di

confermare il via libera Cosenza avanzerà formalmente alcune osservazioni. Tra qualche mese si procederà con il

concorso internazionale di idee per la progettazione degli arredi. «È opportuno - ha detto Cosenza - che i partecipanti non

trovino vincoli. Quindi il progetto del lungolago non deve ancora prevedere né aiuole né ogni altro elemento che possa

ostacolare la espressività di chi studierà gli arredi». Anche la pavimentazione è bene che non venga ancora decisa.

«Invece - ha aggiunto Cosenza - sul progetto che verrà discusso lunedì prossimo si legge ?serizzo antigorio?». Altra

richiesta della Provincia: ridurre da 120 a 80 centimetri di altezza i pali che sorreggeranno il sistema di paratie davanti a

piazza Cavour con lo scopo di migliorare la visibilità del lago. «Potrebbero essere studiati dei pezzi - ha concluso il

dirigente di Villa Saporiti - da montare solo in occasione delle esondazioni più alte». Ma su Lungo Lario Trento «la

visibilità sarà comunque irrimediabilmente compromessa».

Dario Alemanno

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Data:

14-01-2010 La Provincia di ComoNuovo progetto paratie I paletti della Provincia

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 215

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edizione di Giovedì 14 gennaio 2010

Gerre. E' di proprietà comunale. L'opposizione presenta una mozione

di Michela Cotelli

GERRE — Da oltre quattro mesi è disponibile, ma ancora non è stato indetto il bando per deciderne l'assegnazione.

L'appartamento comunale di via Roma 55, lasciato vuoto dall'amministrazione comunale da quando il precedente

affittuario se ne è andato, scatena la protesa dell'opposizione che in una mozione, consegnata nei giorni scorsi sul tavolo

del primo cittadino, chiede a gran voce che sia «indetto quanto prima il bando e che sia data ampia informazione ai

cittadini della disponibilità del bilocale». «In paese — spiega il capogruppo di minoranza Pieremilio Bergonzi — esistono

diversi casi di famiglie in difficoltà che avrebbero bisogno di accedere a una casa. Il Comune ha l'obbligo istituzionale e

morale di dare in affitto appartamenti liberi, con particolare attenzione ai cittadini svantaggiati». Immediata la replica del

sindaco Silvio Guereschi: «E' nelle nostre intenzioni pubblicare presto il bando, ma l'appartamento sarà messo a

disposizione di tutta la cittadinanza e non sarà rivolto, con canoni sociali, a chi è in difficoltà. Che mi risulti, a oggi, sono

solo due o tre le famiglie in condizioni svantaggiate che ne hanno fatto domanda». Ma a finire sul tavolo del primo

cittadino non è stata solo la questione dell'appartamento: i consiglieri di minoranza hanno censurato, definendola

«discriminatoria», la mossa del sindaco che, nei giorni scorsi, avrebbe chiesto alla compagnia dialettale ‘Twentieth

Century Bosch' e alla ludoteca di togliere il simbolo del Comune dal logo da loro utilizzato durante manifestazioni e

iniziative, consentendo invece l'utilizzo, ad esempio, del simbolo istituzionale alla protezione civile ‘Padus'. «Alla

Twentieth Century Bosch e alla ludoteca — spiega Bergonzi — è stato chiesto espressamente di togliere lo stemma

comunale dal logo, mentre nei confronti delle altre due associazioni il sindaco non ha assunto nessuna iniziativa. L'azione

del sindaco è discriminatoria e contraria ai principi di libertà, uguaglianza e associazione, sanciti dallo statuto comunale».

Da parte sua il sindaco chiarisce: «E' una questione di immagine, il Comune è una cosa e le associazioni un'altra e non è

giusto che queste possano fregiarsi dello stemma di un'istituzione. Per ora è autorizzata, ad esempio, la protezione civile:

ma solo per interventi al servizio del Comune o che si svolgono in stato di calamità».

Data:

14-01-2010 La Provincia di CremonaCasa vuota, insorge la minoranza

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 216

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edizione di Giovedì 14 gennaio 2010

CAMERA, MOZIONE SUL MEZZOGIORNO Piccoli reati, niente processo agli incensurati con la ‘messa alla prova'

ROMA — Per i prossimi 12 mesi ci sarà lo stato di emergenza nelle sovraffollate carceri italiane: fino al 31 dicembre

2010 il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, avrà poteri analoghi a quelli del

responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso nella gestione del dopo terremoto all'Aquila. Ed è proprio il

«modello Abruzzo» quello che il governo intende seguire per costruire, entro il 2010, 47 nuovi padiglioni e 18 nuove

carceri ‘flessibili' che assieme ad altre strutture penitenziarie (sette probabilmente) porteranno, entro il 2012, alla

creazione di 21.709 nuovi posti elevando la capienza massima a 80mila unità. La situazione attuale — ha detto il premier

Silvio Berlusconi illustrando il piano assieme al ministro della Giustizia Angelino Alfano — è «intollerabile: la notte

scorsa nelle carceri hanno dormito 64.670 detenuti. Uno Stato civile toglie la libertà a chi commette un reato e viene

giudicato colpevole da un tribunale, ma non può togliere la dignità e attentare alla salute dei detenuti». Grazie ai maggiori

poteri che gli sono stati attribuiti Ionta potrà derogare alle consuete procedure, velocizzandole, e semplificando le gare

d'appalto (anche attraverso la segretazione). Suo braccio operativo sarà la Protezione Civile Servizi Spa, la società nata

per decreto appena una settimana fa. Ma la vera novità inserita nell'ultima ora nel piano carceri è l'aver riproposto, e

stavolta approvato, il nuovo istituto della «messa alla prova», vale a dire la possibilità per gli incensurati accusati di aver

commesso reati fino a tre anni di pena di vedere sospeso il processo a loro carico a patto però che compiano lavori di

pubblica utilità. Con la ‘messa alla prova' arriva un'altra norma che sarà contenuta in un ddl ad hoc: la detenzione

domiciliare per chi debba scontare un anno di pena residua (ad eccezione di coloro che sono stati condannati per reati

gravi).

Data:

14-01-2010 La Provincia di CremonaAppalti, poteri straordinari

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 217

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edizione di Giovedì 14 gennaio 2010

Villanova. Incontro a Roma con la commissione parlamentare sull'ambiente

Per l'esondazione della primavera scorsa

VILLANOVA — Rimborsi in arrivo da Roma per le opere legate all'esondazione dell'Arda avvenuta la scorsa primavera

e che ha costretto diversi Comuni — tra cui Villanova — a intervenire con fondi propri. E' il risultato del summit che c'è

stato martedì pomeriggio a Montecitorio, dove una delegazione composta da politici piacentini ha incontrato la

Commissione ambiente. Per la Bassa c'era Paolo Ramelli, assessore all'Ambiente del Comune di Villanova, paese che

porta tuttora i segni delle piene di un anno fa: varie porzioni arginali erano crollate e nonostante gli interventi tampone e

quelli previsti dall'Aipo per i prossimi mesi, vengono chiesti fondi per risolvere tutte le criticità e per compensare i danni

subiti anche dai privati. «L'onorevole Angelo Alessandri della Commissione ambiente — ha riferito al termine della

spedizione romana il deputato piacentino della Lega Nord Massimo Polledri — ha preso atto del decreto del presidente

del consiglio dei ministri del 30 dicembre scorso, che istituisce la figura del commissario straordinario per gestire

l'emergenza dissesto, figura in capo al governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani. Il decreto indica che saranno

nominati i commissari delegati per le emergenze della primavera, per quantificare i danni e predisporre un apposito

programma di interventi. Sarà la stessa Regione, in coordinamento con le Province, a provvedere al rimborso delle spese

sostenute dagli enti nella prima emergenza». Ma della questione si parlerà ancora anche giovedì 21 gennaio: un altro

deputato piacentino — Tommaso Foti che aveva a sua volta preso parte al summit di martedì — ha fatto sapere che per

quella data, sempre a Roma ma alle 10, il sottosegretario e direttore del dipartimento della protezione civile Guido

Bertolaso incontrerà la delegazione di sindaci. «E' un primo passo per risolvere l'emergenza frane» ha commentato il

parlamentare Pdl. (e.cal)

Data:

14-01-2010 La Provincia di CremonaArda, rimborsi in arrivo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 218

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edizione di Giovedì 14 gennaio 2010

Terremoto ad Haiti. Obama: «Ora il mondo si mobiliti»

PORT-AU-PRINCE — La capitale haitiana Port-au-Prince è stata praticamente cancellata da una scossa di terremoto di

magnitudo 7. Dopo una notte da apocalisse, nessun bilancio ufficiale delle vittime è al momento disponibile, ma si teme

che il sisma abbia causato oltre 100mila morti. Difficili i soccorsi e ospedali nel caos. Migliaia gli edifici sbriciolati, tra

cui tutti quelli del governo e un albergo che avrebbe ospitato molti italiani. Nessuna conferma, per ora, alla notizia di un

italiano tra le vittime.

Servizi alle pagine 4 e 5

Data:

14-01-2010 La Provincia di CremonaApocalisse di morte Sbriciolata la capitale

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 219

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edizione di Giovedì 14 gennaio 2010

‘POSSIAMO CAPIRE QUELLO CHE STANNO PASSANDO'

L'AQUILA — L'emergenza non è ancora finita all'Aquila, a nove mesi dal terremoto che ha devastato la città e lasciato

sotto le macerie trecento persone. Ma sono bastate poche ore per far partire anche nel capoluogo abruzzese, in piena

ricostruzione, la macchina della solidarietà verso il popolo di Haiti. «Nessuno come noi può capire quello che la gente di

Haiti sta passando» afferma il sindaco, Massimo Cialente. Ora nella città delle Novantanove cannelle partono raccolte di

fondi destinati ai fratelli oltreoceano. La Regione Abruzzo, in contatto con l'ufficio Emergenza e Cooperazione del

Ministero degli Esteri, promuoverà presso la conferenza dei presidenti delle Regioni alcune iniziative di sostegno ai

superstiti.

Data:

14-01-2010 La Provincia di CremonaAnche L'Aquila si mobilita

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 220

Page 230: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

il ringraziamento dell'assessore vecchio

Il magazzino assegnato ai 18 volontari permetterà una migliore organizzazione del lavoro

MOGGIO (b. gro.) Il gruppo comunale della protezione civile potenzia uomini e mezzi e i volontari ricevono il plauso

dell'assessore delegato Davide Vecchio.

«Nei primi sei mesi di questo mandato - dice quest'ultimo - dedicando il mio impegno come assessore alla protezione

civile, ho portato a termine già alcuni obiettivi che ci eravamo prefissati come amministrazione comunale. Uno è il nuovo

magazzino - continua - a completa disposizione dei nostri volontari della protezione civile, individuato nei locali sotto il

cimitero comunale. Si tratta di un punto di riferimento che consente una maggiore organizzazione del lavoro dei volontari

in completa autonomia».

L'assessore Vecchio esprime soddisfazione nei confronti dell'operato dei 18 volontari della protezione civile comunale

moggese, inseriti nell'Albo regionale dei gruppi di protezione civile della Lombardia, oltre a quello Nazionale.

«Il nostro gruppo, ormai ben organizzato - dice - ha a disposizione una Jeep Land Rover cinque posti con modulo

antincendio Boschivo (A.I.B.) e serbatoio acqua da 400 litri, due vasche AIB da 6000litri l'una, una pompa ad alta

pressione e relative manichette, un generatore 6KVA e un verricello per poter far fronte ad ogni evenienza e pericolo con

prontezza e preparazione, grazie anche alla partecipazione alle giornate di simulazione organizzate per questi enti».

Infine l'assessore alla protezione civile di Moggio intende ringraziare pubblicamente l'operato dell'organizzazione. «Credo

di poter parlare a nome di tutta la cittadinanza moggese - conclude Vecchio - quando ringrazio tutti i volontari della

protezione civile e del Gruppo antincendio boschivo per il tempo che dedicano al nostro paese con amore, dedizione ma

soprattutto sacrificio».

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Data:

13-01-2010 La Provincia di LeccoPiù autonomia alla protezione civile di Moggio

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 221

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San Benedetto del Tronto | Durante la riunione del 12 gennaio è stato nominato anche il nuovo vicecoordinatore

Un gruppo di protezione civile sambenedettese(archivio)

Martedì 12 gennaio si è riunito il Gruppo Comunale dei Volontari della Protezione Civile per eleggere il nuovo

Coordinatore e ed il suo Vice. C'è stata una buona partecipazione al voto e la Commissione Elettorale, composta da Lucio

Falavigna, Federica Cicchi e Tarcisio Bastarelli, alla fine delle operazioni ha registrato ben 60 votanti. Al termine delle

operazioni di spoglio il presidente Lucio Falavigna ha comunicato i risultati della votazione che hanno portato alla

riconferma delle cariche attuali: coordinatore il sig. Gualtiero Chiappini, che sarà coadiuvato dal vice Filiberto Balena.

Tali cariche avranno validità fino al 31/12/2011.

Il biennio appena concluso ha messo a dura prova tutto il Sistema di Protezione Civile del nostro territorio: tra il

2007/2008 la crisi idrica dovuta alla rottura della conduttura in località Tallacano; nel novembre 2008 le operazioni di

evacuazione di circa 4000 persone per le operazioni di rimozione e brillamento di un residuato bellico; dall'aprile di

quest'anno il disastroso sisma che ha colpito le popolazioni abruzzesi ha visto in prima linea l'opera dei volontari sia

nell'opera di accoglienza presso le strutture del nostro territorio che in quella del soccorso direttamente presso le zone

colpite.

Da parte dei responsabili del Servizio Comunale di Protezione Civile, dott. Giuseppe Coccia e ten. Vinicio Cipolloni, va

al coordinatore del Gruppo ed al suo vice un sentito ringraziamento per il lavoro fin qui svolto ed un augurio per un

proficuo proseguimento.

13/01/2010

Data:

13-01-2010 Il Quotidiano.itEletto il nuovo coordinatore del Gruppo Comunale dei Volontari di

Protezione Civile

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 222

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La prima scossa ha toccato i 7,3 gradi della scala Richter. Poi ne sono seguite tre di assestamento, tutte superiori ai 5

gradi. Croce Rossa: milioni milioni colpiti dal sisma. Verifiche in corso da parte della Farnesina. Comunità internazionale

mobilitata: subito aiuti da Roma, Usa, Israele, Australia

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Trova significati nei dizionari Zanichelli In questa pagina è attivo il servizio ZanTip:

Facendo doppio click su una qualsiasi parola presente nell'articolo, sarà visualizzata la definizione della parola, così come

è stata pubblicata all'interno del Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli 2010.

Alla fine del riquadro di spiegazione ne sarà proposta anche la traduzione in inglese, ripresa dal lemmario

Italiano-Inglese del Ragazzini 2010.

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Terremoto ad Haiti: una superstite (Epa)

Haiti sotto le macerie Un video amatoriale Il panico IL VIDEO DELLE DEVASTAZIONI

VIDEOCOMMENTO di Giuseppe Tassi e Giampaolo PioliGUARDA LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIADalla

tragedia lo slancio per curare i mali del Paese di G. TASSI

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IN ITALIA Sisma nelle Marche, un'altra scossa nella notte

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60 su 190, forse una vittimaHaiti, la macchina degli aiuti umanitari

Roma, 13 gennaio 2010 - Si è messa in moto la macchina degli aiuti umanitari per la popolazione di Haiti, colpita dal

devastante terremoto. Numerose organizzazioni si sono attivate per i soccorsi e per la raccolta fondi, mentre da tutto il

mondo stano partendo aerei carichi di aiuti e beni di prima necessità.

Decollerà entro sera da Ciampino alla volta di Port-au-Prince un Falcon 900 del 31mo stormo dell'Aeronautica militare.

A bordo un 'advanced team' di una dozzina di persone tra personale della Protezione civile, forze armate, Croce Rossa,

Guardia di Finanza, incaricato di effettuare una prima ricognizione sul terreno sotto il profilo della sicurezza e della

logistica prima dell'arrivo degli aiuti inviati dall'Italia. L'aereo sarà pilotato dal capitano Luca Panozzo, dal capitano Fabio

Campi e dal capitano Emiliano Piazza.

Alle 7 di domani è in programma il decollo da Pisa del C-130J della 46ma brigata aerea di Pisa che trasporterà ad Haiti un

ospedale da campo e una sala operatoria per la gestione delle emergenze, oltre a 43 tonnellate tra materiali vari, scorte di

medicinali e presidi sanitari.A bordo anche una ventina di medici. Entrambi i voli sono stati pianificati dallo stato

maggiore dell'Aeronautica militare su richiesta della Protezione civile.

I PRIMI STANZIAMENTI

La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs), su indicazione del ministro degli Esteri, Franco Frattini,

si e' immediatamente attivata. Sono stati subito disposti due contributi finanziari a favore delle Agenzie Internazionali che

operano sul terreno: 500.000 euro saranno devoluti al Programma Alimentare Mondiale per andare incontro ai bisogni

alimentari d'urgenza delle popolazioni colpite, ed altri 500.000 euro saranno concessi nel quadro del programma

d'emergenza che la Federazione Internazionale delle Croci Rosse e delle Mezze Lune Rosse sta predisponendo per

l'assistenza sanitaria.

LOMBARDIA

Questo pomeriggio il sindaco Letizia Moratti e l'arcivescovo di Milano cardinale Tettamanzi hanno lanciato un appello

alla città e alla diocesi per sostenere le popolazioni di Haiti. Nel corso dell'incontro alla Curia arcivescovile sono anche

presentate le prime concrete iniziative di sostegno. "L'isola di Haiti, il Paese più povero del mondo, è stata devastata da un

terremoto che è stato molto superiore a quello dell'Aquila. Come sindaco mi rivolgo al cuore di Milano - ha dichiarato la

Data:

13-01-2010 Quotidiano.netTerremoto ad Haiti, scatta la solidarietà italiana

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 223

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Moratti - perché le donne, gli uomini, i bambini di Haiti sono stati travolti, assieme alle loro case, alle loro cose, ai loro

sogni".

Per aiutare la popolazione in queste prime ore di emergenza il Comune di Milano in queste ore sta valutando e attivando

diverse iniziative. Ha aperto un conto corrente per raccogliere fondi destinati agli haitiani e sta decidendo interventi che

portino sollievo testimoniando l'affetto la solidarietà delle famiglie milanesi.

PIEMONTE

Anche il Piemonte si mobilita per la popolazione di Haiti colpita dal terremoto. Il Sermig, l'arsenale della pace di Torino,

ha avviato in queste ore una raccolta di generi di prima necessita da portare in aiuto alla popolazione gravemente colpita

dal sisma, come prodotti alimentari a lunga conservazione, prodotti igienici e disinfettanti. Il materiale raccolto sarà poi

inviato nel paese attraverso un container che partirà per Port-au-Prince nei prossimi giorni. Per gli aiuti in denaro, invece,

è stato aperto un xonto corrente postale intestato a Sermig.

VENETO

Il vicepresidente della Giunta veneta Franco Manzato ha lanciato un invito a tutto il mondo produttivo veneto per andare

in aiuto delle popolazioni colpite dal terremoto: «Non ho dubbi sulla solidarietà del Veneto anche in occasione del tragico

sisma che ha colpito Haiti e chiedo al sistema agroalimentare regionale di rendersi sin d'ora disponibile a mettere a

disposizione delle popolazioni caraibiche colpite aiuti e generi alimentari, sulla scorta delle indicazioni che saranno

fornite dal Governo. La solidarietà è nel nostro Dna, fa parte del patrimonio culturale, storico e civile del Veneto - ha

ribadito Manzato - e anche in recenti occasioni ha saputo esprimersi con grande efficacia e generosità, nel contesto di un

intervento organizzato. Dobbiamo dare una mano ai sopravissuti, a quanti vedono le loro famiglie distrutte o che hanno

perso tutto e in questo momento non hanno prospettive. So che lo faremo nel migliore dei modi».

TOSCANA

«Dopo il terribile terremoto di Haiti e l'arrivo delle primissime, tragiche notizie, il presidente della Regione Toscana

Claudio Martini e gli assessori per il diritto alla salute Enrico Rossi e alla cooperazione, Massimo Toschi, hanno preso

immediatamente contatto con il Ministero degli Affari Esteri e con l'Ong Ucodep che opera in quella zona con la grande

Ong internazionale Oxfam». L'assessore Massimo Toschi riassume così la pronta reazione della giunta regionale di fronte

alla tragedia di Haiti e annuncia i primi interventi di aiuto.

«Nella serata di oggi - spiega Toschi - partirà un primo aereo della Protezione Civile Italiana, del Ministero degli Affari

Esteri e della Cooperazione Italiana. Su questo aereo partirà il team di chirurgia d'urgenza dell'azienda ospedaliera di Pisa

diretto dal professor Giuseppe Evangelista, che è già intervenuto in situazioni analoghe a quella di Haiti, come in

occasione dei terremoti che si erano verificati in Cina e in Iran. Questo, tra l'altro, permetterà alla Toscana - continua

Toschi - di avere un punto di riferimento in Haiti e di mantenere meglio i contatti necessari per gli aiuti. Nei prossimi

giorni - soggiunge poi l'assessore regionale alla cooperazione - la giunta regionale rivolgerà un appello a tutti i Toscani

per contribuire agli aiuti, raccogliendo fondi utili ai primi interventi di emergenza. È anche previsto - spiega ancora

Toschi - che nei prossimi giorni partirà alla volta di Haiti un aereo della Cooperazione Italiana, che porterà beni di prima

necessità e di primo soccorso nelle zone colpite dal sisma. La Regione Toscana, con i fondi dell'emergenza, è pronta a

dare il proprio contributo insieme a quello delle altre regioni italiane».

CARITAS E CROCE ROSSA

La Croce rossa italiana lancia un appello per raccogliere fondi destinati alle popolazioni colpite dal terremoto ad Haiti, in

cui abitano circa 2,2 milioni di persone.

Le città più colpite, sottolinea la Croce rossa italiana, sono Port-au-Prince, Carrefour and Jacmel, con il crollo di

infrastrutture residenziali, palazzi governativi e ospedali. La Federazione internazionale delle società di croce rossa ha

immediatamente allertato il proprio centro logistico di soccorso a Panama. Una squadra di valutazione è stata inviata sul

luogo del disastro ed uno primissimo stanziamento di 1,7 milioni di euro è stato effettuato per venire incontro alle prime

necessità.

Tutte le 186 società di croce rossa e Mezzaluna rossa sono state poste in stato di allarme per l'organizzazione di un ponte

aereo per inviare soccorsi sanitari, viveri, coperte e tende.

La Croce rossa italiana fa appello "alla solidarietà degli italiani per sostenere questo intervento di aiuto umanitario". I

contributi finanziari, raccolti dalla Cri, saranno impiegati a sostegno delle attività di assistenza alle popolazioni

terremotate, in stretta collaborazione con la Croce rossa haitiana e la Federazione internazionale delle società di croce

Data:

13-01-2010 Quotidiano.netTerremoto ad Haiti, scatta la solidarietà italiana

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 224

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rossa e Mezzaluna rossa.

La Caritas italiana lancia un appello per raccogliere i fondi necessari alla realizzazione di un «piano d'emergenza» per

soccorrere le popolazioni di Haiti colpite dal devastante sisma di ieri. La rete Caritas, riferisce una nota, «ha avviato aiuti

d'urgenza ed ha prontamente manifestato vicinanza e solidarietà». Ad Haiti oltre metà dei 9 milioni di abitanti vive con

meno di un dollaro al giorno. Per contribuire alla raccolta dei fondi per i primi aiuti si possono inviare offerte attraverso le

Poste Italiane, Unicredit, Banca Etica, Intesa San Paolo e le carte di credito Dinners e CrataSì.

LE MISERICORDIE

Le Misericordie Italiane hanno aperto una sottoscrizione in favore delle popolazioni colpite dal terremoto di Haiti. È

possibile fare una donazione sul c/c 000005000036, Monte dei Paschi di Siena spa, Firenze Agenzia 6, Iban: IT 03 Y

01030 02806 000005000036; oppure sul conto corrente postale n° 000021468509, Firenze Agenzia 29, IBAN: IT 67 Q

07601 02800 000021468509 entrambi intestati a 'Confederazione Nazionalè con causale «Pro Haiti». Il Dipartimento

nazionale della Protezione Civile sta inviando un Nucleo di valutazione nel Paese così duramente colpito.

Nell'immediatezza dell'evento ed in attesa che il Governo italiano decida gli interventi di aiuto possibili, la struttura di

protezione civile delle Misericordie italiane ha ricevuto decine di chiamate dalle associazioni delle varie regioni che

dichiaravano la propria disponibilità ad una partenza immediata. Le Misericordie della Toscana hanno predisposto a Pisa

l'attrezzatura completa di due PMA (Postazioni Mediche Avanzate) pronte alla partenza immediata con personale

specializzato. Il Direttore dell'UGEM (Ufficio Gestione Emergenze di Massa) delle Misericordie ha confermato la

disponibilità di uomini e mezzi al Dipartimento Nazionale.

Data:

13-01-2010 Quotidiano.netTerremoto ad Haiti, scatta la solidarietà italiana

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 225

Page 235: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Haiti, l'inferno è qui: catastrofico terremoto

Il premier: "Temiamo più di 100 mila morti"

Italiani: contattati 70 su 190, forse una vittima

GUARDA Le immagini choc - Tutti i video

Scossa devastante: magnitudo 7.3. Croce Rossa: milioni colpiti dal sisma. Trai 115 e i 200 dipendenti dell'Onu risultano

dispersi, "morto il comandante della missione". Cadaveri e feriti nelle strade (FOTO). Un testimone: "Crollato un hotel

dove c'erano nostri connazionali". Comunità internazionale mobilitata: subito aiuti da Roma, Usa, Israele, Australia.

Appello di Obama. La gara della solidarietà italiana

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è stata pubblicata all'interno del Vocabolario della Lingua Italiana Zingarelli 2010.

Alla fine del riquadro di spiegazione ne sarà proposta anche la traduzione in inglese, ripresa dal lemmario

Italiano-Inglese del Ragazzini 2010.

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Terremoto ad Haiti: una superstite (Epa)

VIDEO Haiti sotto le macerie Un video amatoriale Il panico IL VIDEO DELLE DEVASTAZIONI

VIDEOCOMMENTO di Giuseppe Tassi e Giampaolo PioliGUARDA LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIADalla

tragedia lo slancio per curare i mali del Paese di G. TASSI

SCHEDE Haiti, il paese più povero d'occidente Le scosse più disastrose dal 1900

IN ITALIA Sisma nelle Marche, un'altra scossa nella notte

GRAFICI Haiti Il sisma Le placche tettoniche La misurazione delle scosse La scala Richter

Contenuti correlatiViolento terremoto a HaitiCrollati palazzi, morti e feriti"E' un'enorme catastrofe"

Washington, 13 gennaio 2010 - Terrore e morte sull'isola di Haiti, il paese più povero dell'emisfero occidentale. La terra

ha tremato per ben quattro volte: la prima scossa, la più potente, ha raggiunto magnitudo 7,3 della scala Richter.

Alla prima scossa, avvenuta alle 16.53 ora locale (le 22.53 di ieri in Italia), ne sono poi seguite tre fortissime di

assestamento: sette minuti dopo è arriva la seconda di magnitudo 5.9 Richter; la terza di 5.5 è giunta dopo 12 minuti;

infine, dopo un'ora esatta, è arrivata la quarta di 5.1. E' stato anche lanciato un allarme tsunami, rientrato dopo poche ore.

BILANCIO TRAGICO

Si teme che siano migliaia le vittime rimaste sotto le macerie degli edifici crollati la notte scorsa ad Haiti durante il

devastante sisma, che ha raggiunto magnitudo 7. Il premier haitiano Jean Max Bellerive ha detto oggi che il terremoto

potrebbe avere causato centinaia di migliaia di morti. Il presidente Renè Preval ha detto invece che le vittime potrebbero

essere tra le 30 mila e le 50 mila.

Secondo le testimonianze nella città vi sono cadaveri per le strade e molte persone vanno in giro in cerca dei loro

familiari dispersi, secondo quanto ha raccontato Pastor Vasquez, portavoce dell'ambasciata domenicana a Port-au

Prince.Lla rete telefonica non funziona, così come gran parte della rete elettrica: è possibile solo qualche comunicazione

via telefonia su internet. Secondo la testimonianza di un sopravvissuto raccolta da SkyTg24 sotto le macerie si

troverebbero numerose persone; la viabilità è quasi impossibile e non c'è modo di far giungere gli aiuti al grande numero

di feriti.

"Fra 115 e 200 dipendenti espatriati dell'Onu risultano dispersi", secondo quanto ha reso noto oggi la portavoce

del'Ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'Onu (Ocha), Elisabeth Byrs. In una dichiarazione diffusa dal

Data:

13-01-2010 Quotidiano.netHaiti, l'inferno èqui: catastrofico terremoto Il premier: "Temiamo più di 100

mila morti" Italiani: contattati 70 su 190, forse una vittima

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 226

Page 236: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Palazzo di Vetro Vincenzo Pugliese, il portavoce della Minustah, la forza di pace Onu ad Haiti, ha detto dal canto suo che

mancano all'appello tra 50 e 100 dipendenti della Minustah che si trovavano nell'edificio di sei piani crollato dopo il

terremoto di ieri. A queste, occorre aggiungere altre dieci persone che si trovavano in altri edifici delle Nazioni Unite.

MORTO IL COMANDANTE ONU

Come si temeva il comandante della missione Onu, il generale tunisino Hedi Annabi, è morto nel terremoto che ha

sconvoltro Haiti. Lo ha confermato il presidente haitiano Rene Preval. Il corpo del generale è stato trovato sotto le

macerie.

LA STIMA DI SAVE LE CHILDREN

Dalle prime notizie, si stima che siano circa 3 milioni le persone colpite dal terremoto nella zona di Port-au-Prince, una

delle più popolose di Haiti. Lo riporta l'ong Save the Children in un comunicato. L`area in cui si trova il quartier generale

dell'organizzazione è stata profondamente danneggiata, le case sono crollate e anche l`ufficio stesso ha subito danni. "I

bambini e le loro famiglie sono stati costretti ad abbandonare le proprie case", ha dichiarato Ian Rodgers, esperto di

emergenze di Save the Children, attualmente ad Haiti.

SACCHEGGI E MORTI NELLE STRADE

Scene di saccheggio nella Port-a-Prince devastata dal terremoto: i giornalisti dell'Agence France Presse giunti nella

capitale haitiana hanno visto la folla portare via la merce da un supermercato rimasto parzialmente distrutto dal sisma.

Lungo le strade del quartiere di Delmas giacciono morti e feriti: molti residenti della capitale stanno trascorrendo la notte

in strada dopo aver abbandonato el loro abitazioni, molte delle quali crollate.

LA MACCHINA DEGLI AIUTI

Poche ore dopo il violento terremoto da Stati Uniti, Italia, Francia, Canada sono stati annunciati aiuti e soccorsi a

destinazione Port au Prince. Sul fronte Onu, il portavoce dell'Uffico per il coordinamento delle questioni umanitarie

(OCHA), Stephanie Bunker, ha indicato che l'organizzazione ha diramato un messaggio di allerta a tutti gli uffici nel

mondo per preparare una mobilitazione massima dei soccorsi a destinazione Haiti.

Gli Stati uniti hanno già assicurato l'invio di una squadra dell'agenzia di aiuti allo sviluppo USAID con 72 operatori e 6

cani specializzati nella ricerca di persone prigioniere delle macerie. Con loro porteranno ad Haiti 48 tonnellate di

attrezzature ed equipaggiamento di primo soccorso, accompagnati da esperti di catastrofi naturali. Il presidente Usa

Barack Obama ha assicurato che gli Stati uniti sono "pronti ad andare in aiuto del popolo di Haiti", mentre il segretario di

stato Hillary Clinton ha offerto al paese più povero d'America "aiuti tanto civili che militari".

Dal canto suo l'Italia, ha assicurato il ministro degli Esteri Franco Frattini, "non lesinerà sforzi per essere in concreto

vicina alla popolazione haitiana, e naturalmente agli italiani presenti nell'area del terremoto". Anche Parigi ha fatto sapere

che invierà "immediatamente" nella capitale haitiana, Port au Prince, devastata dal sisma, aiuti d'urgenza.

Tutti i paesi dell'America latina hanno mostrato la loro disponibilità ad inviare aiuti. In particolare dal Brasile il presidente

Luiz Inacio Lula da Silva ha espresso la sua "grande inquietudine", in particolare per la sorte dei 1.200 soldati brasiliani

che lavorano per la missione di stabilizzazione dell'Onu nel paese (Minustah). Il governo venezuelano ha annunciato

l'invio di "una squadra di aiuto umanitario" composta di cinquanta uomini con beni alimentari e medicinali. La Banca

interamericana di sviluppo (BID) ha sbloccato aiuti d'urgenza per 200.000 dollari.

PARTE LA PROTEZIONE CIVILE

Il Dipartimento della Protezione Civile, in stretto coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri, con il Ministero

della Difesa e con la Croce Rossa Italiana, sta organizzando un primo team di intervento per il soccorso alla popolazione

di Haiti colpita la scorsa notte dal terremoto. Nella giornata di oggi è prevista la partenza di un C130 della 46°

Aerobrigata che porterà nell'isola caraibica un ospedale da campo ed un team sanitario specializzato in medicina di

Data:

13-01-2010 Quotidiano.netHaiti, l'inferno èqui: catastrofico terremoto Il premier: "Temiamo più di 100

mila morti" Italiani: contattati 70 su 190, forse una vittima

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 227

Page 237: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

emergenza. A bordo anche una squadra del Dipartimento della Protezione Civile che a fianco delle autorità locali si

occuperà di pianificare l'eventuale ulteriore invio di materiali e mezzi, anche sulla base delle necessità verificate sul posto.

LE VERIFICHE DELLA FARNESINA

Sono ora circa 70, fa sapere la Farnesina, i connazionali che si sono palesati annunciando di stare bene dopo il terribile

sisma che ha colpito e distrutto Haiti. E' ancora incerto però il numero di italiani che si trovavavno effettivamente

sull'isola, così come resta incerto il possibile bilancio di vittime di nazionalità italiana in mezzo all'immane disastro. Sono

190 infatti i connazionali iscritti all'Aire, il registro degli italiani all'estero, ma non è detto che fossero tutti presenti nel

paese. Fra gli italiani di Haiti ci sono cooperanti, religiose, tecnici di azienda, e qualche stanziale da decenni. Ma è

possibile che si trovassero a Haiti turisti o viaggiatori che non avevano segnalato la loro presenza.

Intanto il ministero sta verificando una notizia dell'ultima ora secondo cui un cittadino italiano avrebbe perso la vita. La

Farnesina ha inviato sull'isola un suo funzionario dotato di tutta la necessaria strumentazione per far fronte alle difficoltà

di comunicazione. Un altro funzionario, inviato dall'ambasciata italiana nella Repubblica Dominicana, sta raggiungendo il

suo collega sul posto.

"Dicono che il palazzo Onu della Minustah e l'hotel Montana siano crollati. So che all'hotel Montana abitavano degli

italiani, ma non so quanti siano e se al momento del terremoto erano in casa. Stiamo cercando di sapere qual è stata la

sorte dei dispersi". A riferirlo è Cristiana Iampieri, un avvocato che lavora all'Onu ad Haiti. Oggi il segretario di stato

francese alla cooperazione, Alain Joyandet aveva appreso che circa 200 persone sarebbero disperse tra le macerie

nell'hotel Montana. Joyandet aveva ancora appreso che "c'erano 300 persone dentro e che solo cento ne sarebbero usciti".

CROCE ROSSA: UN SOLO OSPEDALE FUNZIONA

Tre ospedali di Port-au-Prince sono crollati, e nella capitale haitiana è in funzione un solo nosocomio, che non è in grado

di accettare ulteriori pazienti perché oramai collassato: lo ha dichiarato a SkyTg24 il vicepresidente della Croce Rossa

Internazionale, Massimo Barra, spiegando che l'unica soluzione è l'allestimento di ospedali da campo. Tuttavia, con la

viabilità della capitale in gran parte compromessa e l'aeroporto internazionale chiuso l'unica via di accesso è attraverso la

confinante Repubblica Dominicana, dove non vi sono stati danni né vittime.

Data:

13-01-2010 Quotidiano.netHaiti, l'inferno èqui: catastrofico terremoto Il premier: "Temiamo più di 100

mila morti" Italiani: contattati 70 su 190, forse una vittima

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 228

Page 238: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

ultimo aggiornamento: 13 january 2010 21:44

Salvataggio di un superstite

Port-au-Prince.

Il premier haitiano Jean Max Bellerive ha detto oggi che il terremoto potrebbe avere causato oltre centomila morti. Il

sottosegretario Onu agli affari umanitari, John Holmes, parlando a New York, ha specificato che tra i 3 e i 3,5 milioni di

persone, oltre un terzo della popolazione totale, sono state colpite in un modo o in un altro.

Potrebbero essere mezzo milione i morti a causa del terremoto che ha colpito Haiti, afferma intanto il senatore haitiano di

opposizione Youri LaTortue, nipote dell'ex presidente Gerard Latortue.

Rintracciati 60 italiani su 190

La Farnesina sta verificando una notizia secondo cui un cittadino italiano sarebbe morto nel terribile sisma che ha colpito

Haiti. Lo ha detto il capo dell'Unità di crisi, Fabrizio Romano. Il ministero degli Esteri ha inviato sull'isola un suo

funzionario dotato di tutta la necessaria strumentazione per far fronte alle difficoltà di comunicazione.

Romano ha annunciato inoltre che un aereo della protezione civile è partito dall'Italia per Haiti con i primi aiuti disposti

dal governo italiano.Romano ha detto che finora sono stati rintracciati 60 italiani ad Haiti, "che si trovano in salvo" dopo

il terribile terremoto che ha colpito ieri l'isola. Sono circa 190 gli italiani residenti ad Haiti ma "non è detto che si trovino

tutti lì".

Un Paese distrutto

Il Paese è "distrutto", è una "catastrofe", e crediamo che "migliaia di persone" possano essere morte. Lo ha riferito il

presidente di Haiti, Renè Preval, che ha parlato di "scene inimmaginabili" dopo il terremoto che ha colpito Port-au-Prince.

"Dobbiamo ancora valutare" il numero delle vittime, ha detto Preval al Miami Herald, "il Parlamento è crollato, sono

crollate diverse scuole e ospedali". "Ci sono molte scuole con diverse persone morte sotto le macerie".

Anche il carcere è crollato e alcuni detenuti sarebbero riusciti a fuggire. Lo ha annunciato l'Onu.

Obama: "Gli aiuti siano uno sforzo internazionale"

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che gli aiuti ad Haiti "devono essere uno sforzo internazionale".

Impossibile al momento valutare l'esatta portata del sisma che ieri sera, le 16.53 ora locale, quasi le 23 in Italia, ha colpito

l'isola di Haiti e in particolare la capitale, Port au Prince. Il centro città è stato completamente distrutto, crollati numerosi

edifici pubblici e anche la sede della missione delle Nazioni unite sull'isola. Le comunicazioni telefoniche sono interrotte.

Il presidente haitiano René Preval "è vivo": lo ha dichiarato l'ambasciatore di Haiti presso il Messico.

Gli Stati uniti si sono già mobilitati per inviare soccorsi e aiuti d'urgenza alla popolazione, tutte le capitali hanno preso

contatto con le proprie rappresentanze diplomatiche sul posto.

Un appello per Haiti

Sulla tragedia di Haiti è tornato papa Benedetto XVI al termine dell'udienza generale. "Mi appello alla generosità di tutti -

ha detto il Papa - affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore,

la nostra concreta solidarieta' e il fattivo sostegno della Comunità internazionale". Il pontefice ha anche assicurato

l'impegno in questo senso della Chiesa cattolica.

La preoccupazione Onu

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso in un comunicato "tutta la sua solidarietà al popolo di

Haiti dopo il devastante terremoto". Ban ha manifestato anche la sua piu' profonda preoccupazione anche per i numerosi

componenti dello staff delle Nazioni unite, di cui non si hanno notizie. Sarebbero circa 200.

Verifiche per gli italiani ad Haiti

La Farnesina "sta verificando" la situazione, mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini ha promesso che l'Italia "non

lesinera' sforzi per essere in concreto vicina alla popolazione haitiana, e naturalmente agli italiani presenti nell'area del

terremoto".

La Farnesina ha reso noto che sono 70 gli italiani che vivono sull'isola. Di questi 12 sono tecnici che lavorano alla

costruzione di un'autostrada che sono gia' stati contattati dal consolato a Santo Domingo e stanno bene. Per gli altri si

Data:

14-01-2010 Rai News 24Haiti, "più di 100mila morti"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 229

Page 239: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

attendono notizie.

Il sisma più violento dal 1770

Il sisma, magnitudo 7.0 che ha colpito Haiti e' il piu' violento dal 1770, secondo i dati forniti dall'Usgs, l'Istituto di

Geofisica americano. Il terremoto principale, seguito da diverse scosse di assestamento di magnitudo superiore a 5, si e'

prodotto alle 16.53 locali con epicentro a 15 chilometri ad ovest dalla capitale Port-au-Prince (due milioni di abitanti) e a

una profondita' di 8 chilometrii. Il centro di prevenzione tsunami statunitense ha lanciato l'allerta per gran parte delle

Antille - Cuba, Haiti, Repubblica Domenicana e Bahamas - e lo ha poi revocato.

Il sismologo Jerome Van Der Woerd, ell'istituto di Physique du Globe di Strasburgo, ha spiegato - riporta il sito internet

del quotidiano francese "20 minutes" - che il terremoto è stato particolarmente devastante perché l'epicentro è stato

localizzato a poca distanza dalla superficie terrestre.

Disperso il capo della missione Onu

L'edificio di sei piani a Port au Prince che ospitava la missione delle Nazioni unite (MINUSTAH - Missions des Nationes

Unies pour Stabilisation en Haiti) e' stato quasi completamente distrutto dal terremoto. Fra i dispersi anche il capo della

missione, generale Carlos Alberto dos Santos Cruz, di nazionalita' brasiliana.

Il presidente degli Stati uniti Barack Obama e' intervenuto neppure un'ora dopo il sisma per esprimere il suo cordoglio: "I

miei pensieri e le mie preghiere vanno a tutti coloro che sono stati colpiti da questo terremoto", ha dichiarato Obama in un

comunicato. "Seguiamo la situazione da vicino e siamo pronti ad andare in aiuto del popolo di Haiti". L'Onu e' presente ad

Haiti dal 2004 con una forza di stabilizzazione di 9.000 uomini (Minustah) che ha contribuito alla riduzione della violenza

in quello che e' il paese piu' povero del continente americano.

Reporter dell'Ap: capitale distrutta, molte vittime

La capitale di Haiti, Port au Prince, e' stata devastata dal sisma che l'ha colpita ieri sera. Lo conferma un giornalista

dell'Associated Press giunto sul posto. Le vittime sono numerose, i danni ingenti e diffusi in tutta la citta', che ospita due

milioni di abitanti. Il giornalista dell'Ap conferma che anche il Palazzo nazionale è semicrollato e che migliaia di cittadini

sono rimasta senza un tetto. Molte persone, ancora sotto shock, siedono in strada, altre chiedeno aiuto invocando

l'intervento di medici, molte ore dopo il sisma. In molte piazze la gente si e' riunita per cercare conforto nel pianto e nel

canto collettivo.

Morto l'arcivescovo di Port-au-Prince

Monsignor Serge Miot, arcivescovo della capitale Port-au-Prince, è stato ritrovato sotto le macerie dell'arcivescovado. Lo

hanno riferito all'agenzia missionaria Misna, i missionari della Società di Saint Jacques, presenti in Haiti da oltre 40 anni.

Inoltre non ci sono notizie del vicario generale, mons. Benoit.

Data:

14-01-2010 Rai News 24Haiti, "più di 100mila morti"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 230

Page 240: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

ultimo aggiornamento: 13 january 2010 22:13

Palazzi crollati a Port-Au-Prince

Port-au-Prince.

"Dicono che il palazzo Onu della Minustah e l'hotel Montana siano crollati. So che all'hotel Montana abitavano degli

italiani, ma non so quanti siano e se al momento del terremoto erano in casa. Stiamo cercando di sapere qual e' stata la

sorte dei dispersi". A riferirlo all'Ansa e' Cristiana Iampieri, un avvocato che lavora all'Onu ad Haiti, dove si e' verificato

il terribile terremoto. Secondo una lista provvisoria, resa nota da un sito di Port-Au-Prince, capitale di Haiti, tra gli edifici

distrutti o gravemente danneggiati a causa del terremoto, c'e' anche l'Hotelo Montana.

Oggi il segretario di stato francese alla cooperazione, Alain Joyandet aveva appreso che circa 200 persone sarebbero

disperse tra le macerie nell'hotel Montana, che si trovava nella capitale dell'isola a Port-au-Prince, dove abitualmente

alloggiano molti turisti europei che lavorano ad Haiti. Joyandet aveva ancora appreso che "c'erano 300 persone dentro e

che solo cento ne sarebbero usciti". L'albergo si trova sulle colline che circondano la capitale haitiana non lontano dal

quartier generale delle Nazioni Unite ed e' considerato tra gli alberghi piu' lussuosi di Port-au-Prince. Cristina Iampieri ha

infine riferito di essere nella sua casa con suo figlio "ad aspettare i soccorsi, ma per fortuna la mia abitazione non ha

subito gravi danni".

Data:

13-01-2010 Rai News 24Una testimone racconta:"Gli italiani abitavano nell'hotel crollato"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 231

Page 241: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

ultimo aggiornamento: 13 january 2010 21:44

Salvataggio di un superstite

Port-au-Prince.

Il premier haitiano Jean Max Bellerive ha detto oggi che il terremoto potrebbe avere causato oltre centomila morti. Il

sottosegretario Onu agli affari umanitari, John Holmes, parlando a New York, ha specificato che tra i 3 e i 3,5 milioni di

persone, oltre un terzo della popolazione totale, sono state colpite in un modo o in un altro.

Potrebbero essere mezzo milione i morti a causa del terremoto che ha colpito Haiti, afferma intanto il senatore haitiano di

opposizione Youri LaTortue, nipote dell'ex presidente Gerard Latortue.

Rintracciati 60 italiani su 190

La Farnesina sta verificando una notizia secondo cui un cittadino italiano sarebbe morto nel terribile sisma che ha colpito

Haiti. Lo ha detto il capo dell'Unità di crisi, Fabrizio Romano. Il ministero degli Esteri ha inviato sull'isola un suo

funzionario dotato di tutta la necessaria strumentazione per far fronte alle difficoltà di comunicazione.

Romano ha annunciato inoltre che un aereo della protezione civile è partito dall'Italia per Haiti con i primi aiuti disposti

dal governo italiano.Romano ha detto che finora sono stati rintracciati 60 italiani ad Haiti, "che si trovano in salvo" dopo

il terribile terremoto che ha colpito ieri l'isola. Sono circa 190 gli italiani residenti ad Haiti ma "non è detto che si trovino

tutti lì".

Un Paese distrutto

Il Paese è "distrutto", è una "catastrofe", e crediamo che "migliaia di persone" possano essere morte. Lo ha riferito il

presidente di Haiti, Renè Preval, che ha parlato di "scene inimmaginabili" dopo il terremoto che ha colpito Port-au-Prince.

"Dobbiamo ancora valutare" il numero delle vittime, ha detto Preval al Miami Herald, "il Parlamento è crollato, sono

crollate diverse scuole e ospedali". "Ci sono molte scuole con diverse persone morte sotto le macerie".

Anche il carcere è crollato e alcuni detenuti sarebbero riusciti a fuggire. Lo ha annunciato l'Onu.

Obama: "Gli aiuti siano uno sforzo internazionale"

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che gli aiuti ad Haiti "devono essere uno sforzo internazionale".

Impossibile al momento valutare l'esatta portata del sisma che ieri sera, le 16.53 ora locale, quasi le 23 in Italia, ha colpito

l'isola di Haiti e in particolare la capitale, Port au Prince. Il centro città è stato completamente distrutto, crollati numerosi

edifici pubblici e anche la sede della missione delle Nazioni unite sull'isola. Le comunicazioni telefoniche sono interrotte.

Il presidente haitiano René Preval "è vivo": lo ha dichiarato l'ambasciatore di Haiti presso il Messico.

Gli Stati uniti si sono già mobilitati per inviare soccorsi e aiuti d'urgenza alla popolazione, tutte le capitali hanno preso

contatto con le proprie rappresentanze diplomatiche sul posto.

Un appello per Haiti

Sulla tragedia di Haiti è tornato papa Benedetto XVI al termine dell'udienza generale. "Mi appello alla generosità di tutti -

ha detto il Papa - affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore,

la nostra concreta solidarieta' e il fattivo sostegno della Comunità internazionale". Il pontefice ha anche assicurato

l'impegno in questo senso della Chiesa cattolica.

La preoccupazione Onu

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso in un comunicato "tutta la sua solidarietà al popolo di

Haiti dopo il devastante terremoto". Ban ha manifestato anche la sua piu' profonda preoccupazione anche per i numerosi

componenti dello staff delle Nazioni unite, di cui non si hanno notizie. Sarebbero circa 200.

Verifiche per gli italiani ad Haiti

La Farnesina "sta verificando" la situazione, mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini ha promesso che l'Italia "non

lesinera' sforzi per essere in concreto vicina alla popolazione haitiana, e naturalmente agli italiani presenti nell'area del

terremoto".

La Farnesina ha reso noto che sono 70 gli italiani che vivono sull'isola. Di questi 12 sono tecnici che lavorano alla

costruzione di un'autostrada che sono gia' stati contattati dal consolato a Santo Domingo e stanno bene. Per gli altri si

Data:

14-01-2010 Rai News 24Haiti, "più di 100mila morti"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 232

Page 242: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

attendono notizie.

Il sisma più violento dal 1770

Il sisma, magnitudo 7.0 che ha colpito Haiti e' il piu' violento dal 1770, secondo i dati forniti dall'Usgs, l'Istituto di

Geofisica americano. Il terremoto principale, seguito da diverse scosse di assestamento di magnitudo superiore a 5, si e'

prodotto alle 16.53 locali con epicentro a 15 chilometri ad ovest dalla capitale Port-au-Prince (due milioni di abitanti) e a

una profondita' di 8 chilometrii. Il centro di prevenzione tsunami statunitense ha lanciato l'allerta per gran parte delle

Antille - Cuba, Haiti, Repubblica Domenicana e Bahamas - e lo ha poi revocato.

Il sismologo Jerome Van Der Woerd, ell'istituto di Physique du Globe di Strasburgo, ha spiegato - riporta il sito internet

del quotidiano francese "20 minutes" - che il terremoto è stato particolarmente devastante perché l'epicentro è stato

localizzato a poca distanza dalla superficie terrestre.

Disperso il capo della missione Onu

L'edificio di sei piani a Port au Prince che ospitava la missione delle Nazioni unite (MINUSTAH - Missions des Nationes

Unies pour Stabilisation en Haiti) e' stato quasi completamente distrutto dal terremoto. Fra i dispersi anche il capo della

missione, generale Carlos Alberto dos Santos Cruz, di nazionalita' brasiliana.

Il presidente degli Stati uniti Barack Obama e' intervenuto neppure un'ora dopo il sisma per esprimere il suo cordoglio: "I

miei pensieri e le mie preghiere vanno a tutti coloro che sono stati colpiti da questo terremoto", ha dichiarato Obama in un

comunicato. "Seguiamo la situazione da vicino e siamo pronti ad andare in aiuto del popolo di Haiti". L'Onu e' presente ad

Haiti dal 2004 con una forza di stabilizzazione di 9.000 uomini (Minustah) che ha contribuito alla riduzione della violenza

in quello che e' il paese piu' povero del continente americano.

Reporter dell'Ap: capitale distrutta, molte vittime

La capitale di Haiti, Port au Prince, e' stata devastata dal sisma che l'ha colpita ieri sera. Lo conferma un giornalista

dell'Associated Press giunto sul posto. Le vittime sono numerose, i danni ingenti e diffusi in tutta la citta', che ospita due

milioni di abitanti. Il giornalista dell'Ap conferma che anche il Palazzo nazionale è semicrollato e che migliaia di cittadini

sono rimasta senza un tetto. Molte persone, ancora sotto shock, siedono in strada, altre chiedeno aiuto invocando

l'intervento di medici, molte ore dopo il sisma. In molte piazze la gente si e' riunita per cercare conforto nel pianto e nel

canto collettivo.

Morto l'arcivescovo di Port-au-Prince

Monsignor Serge Miot, arcivescovo della capitale Port-au-Prince, è stato ritrovato sotto le macerie dell'arcivescovado. Lo

hanno riferito all'agenzia missionaria Misna, i missionari della Società di Saint Jacques, presenti in Haiti da oltre 40 anni.

Inoltre non ci sono notizie del vicario generale, mons. Benoit.

Data:

14-01-2010 Rai News 24Haiti, "più di 100mila morti"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 233

Page 243: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Edificios en ruinas y cadáveres en las calles son parte del panorama en la capital, que quedó destruida. La Cruz Roja

estima unos 3 millones de damnificados y l os hospitales colapsan.�Desde el sismo hubo 24 fuertes réplicas.

• CEMENTERIO GIGANTESCO • Un hombre busca a sus familiares entre decenas de cuerpos fuera de la morgue de

Puerto Príncipe.

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Opiniones sobre esta Nota

El primer ministro haitiano, Jean Max Bellerive, afirmó ayer que los muertos por el sismo del martes podrían llegar a ser

´muchos más de 100.000´, mientras en las calles se acumulan los cadáveres y los heridos hacen colapsar los hospitales

que siguen en pie.´Es difícil hacer una evaluación correcta del número de víctimas´ y de ´cuántas construcciones, cuántos

edificios se derrumbaron´, dijo Bellerive a CNN. Pero considerando a quienes se encontraban en el interior de las

viviendas, ´estamos bastante por encima de los 100.000´ muertos, agregó.

En tanto que la Cruz Roja, a falta de cifras oficiales, calcula en más de tres millones los damnificados. ´Esta es nuestra

proyección máxima. Se trata de personas potencialmente afectadas, es decir, no necesariamente muertas o heridas, sino

que han perdido sus hogares, o han sufrido destrucciones en los suyos, por ejemplo´, dijo el portavoz, Jean-Luc

Martinage.

´El Parlamento se derrumbó. La oficina de rentas se derrumbó. Las escuelas se derrumbaron. Los hospitales también se

derrumbaron´, declaró el presidente haitiano, René Préval, al periódico estadounidense Miami Herald, agregando que

estimaba en miles los muertos. ´Hay muchas escuelas con mucha gente muerta en su interior´, añadió.

El panorama de la capital, con edificios en ruinas y cadáveres en las calles, es ´inimaginable´, narró el Mandatario, que

junto a su mujer se salvó del desplome del Palacio presidencial.

Testigos de la tragedia carentes de equipamiento hacen lo que pueden para desenterrar a las víctimas atrapadas entre

toneladas de concreto y hierro retorcido. Atrás quedaba una noche de terror, donde cada tanto los sobrevivientes corren

asustados en búsqueda de refugio ante las réplicas del sismo.

El Instituto Geofísico estadounidense (USGS) informó que 24 fuertes réplicas sacudieron el país, tras el sismo de 7,0 de

magnitud que se registró a las 16H53 locales (21H53 GMT) del martes.

La cárcel principal de Puerto Príncipe se derrumbó, informó la ONU en Ginebra, precisando que algunos detenidos se

habían escapado. El aeropuerto resultó dañado pero es utilizable, confirmaron diversas autoridades, mientras el país se

prepara para recibir ayuda internacional. ´La pista (del aeropuerto) parece funcionar, pero no hay electricidad, lo que

significa que el aterrizaje de noche es imposible´, señaló el secretario general adjunto de la OEA, Albert Ramdin.

14 funcionarios de ONU murieron durante el sismo, que destruyó sus oficinas, dijo uno de sus altos responsables ayer, sin

confirmar la del enviado especial de la ONU en Haití, el tunecino Hedi Annabi, anunciada por el Presidente haitiano.

El embajador de Haití ante la Organización de Estados Americanos (OEA), Dult Brutus, declaró que el sismo en su país

causó ´decenas de miles de víctimas y pérdidas materiales considerables”.

Apenas despuntó el alba comenzaron los saqueos en este inestable país caribeño, donde los cascos azules de la ONU

intentan mantener la paz y el equilibrio desde el 2004 por medio de la Misión de Estabilización de la ONU

(MINUSTAH).

Precisamente la MINUSTAH, integrada por fuerzas de paz de 17 países y liderada por Brasil, reconoció varias muertes

entre sus 11.000 miembros, incluyendo 11 brasileños y un argentino.

Frank Williams, de la organización humanitaria World Vision, dijo que numerosas calles de la ciudad se encontraban

bloqueadas por edificios abatidos.�Con datos de AFP y El País de Madrid

Data:

14-01-2010 La Razòn100 mil serían los muertos por el terremoto en Haití

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 234

Page 244: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

REGISTROS

Heridos • El Hospital Militar que dirigen las tropas argentinas de la ONU atendió ayer a 850 heridos tras el sismo.

Vuelos • Las compañías aéreas estadounidenses American Airlines, Delta Air Lines y Spirit Airlines suspendieron sus

conexiones hacia Puerto Príncipe, cuyo aeropuerto fue cerrado

Víctimas • Una misionera y 11 militares brasileños, un gendarme argentino, dos chilenas, un uruguayo y al menos otros 4

brasileños están desaparecidos.

Dato • El experto en sismología Roger Musson dijo a BBC que la falla en Haití ha ido ´gradualmente acumulando energía

por 250 años y que finalmente se liberó.

Data:

14-01-2010 La Razòn100 mil serían los muertos por el terremoto en Haití

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 235

Page 245: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

INFORME

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Opiniones sobre esta Nota

El Banco Mundial estimó ayer que Haití, la nación más pobre de América, perderá más del 15% de su PIB por causa del

terremoto que sufrió el martes y confirmó una donación de 100 millones de dólares, la cifra más alta hasta ahora. El 2008

el PIB cayó un 15% debido a cuatro tormentas tropicales, pero el Banco Mundial cree que esta vez la destrucción superará

ese nivel, dado que el desastre ha afectado a un área mayor y a Puerto Príncipe, la capital. "Prevemos que el costo

económico será mayor que el 15% del PIB experimentado en el 2008", enfatizó Yvonne Tsikata, directora de las

operaciones del Banco Mundial en el Caribe. Se estima que el PIB de Haití ascendió el 2008, a casi 7.000 millones de

dólares.�Washington,�EFE

Data:

14-01-2010 La RazònEconomía haitiana perderá más de 15 por ciento del PIB

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 236

Page 246: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

13/01/2010

10.13

TERREMOTO

Nell'isola caraibica arriverà un ospedale da campo ed un team sanitario specializzato in medicina di emergenza. Inviata

una squadra del Dipartimento della Protezione Civile per pianificare l'invio di materiali e mezzi sulla base delle necessità

ROMa - Il Dipartimento della Protezione Civile in stretto coordinamento con il ministero degli Affari Esteri, con il

ministero della Difesa e con la Croce Rossa Italiana, sta organizzando in queste ore un primo team di intervento per il

soccorso alla popolazione di Haiti colpita la scorsa notte dal terremoto. Prevista nella giornata di oggi la partenza di un

C130 della 46 Aerobrigata che porterà nell'isola caraibica un ospedale da campo ed un team sanitario specializzato in

medicina di emergenza. A bordo del velivolo sarà presente anche una squadra del Dipartimento della Protezione Civile

che a fianco delle autorità locali si occuperà di pianificare l'eventuale ulteriore invio di materiali e mezzi, anche sulla base

delle necessità verificate sul posto.

Data:

13-01-2010 Redattore socialeHaiti, la protezione civile pronta a partire. Oggi il primo volo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 237

Page 247: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Pagina IV - Genova

Meteo, una Santa Alleanza per fronteggiare l´allerta

Ancora neve, Comune e Regione stavolta collaborano

Dalle sei di questa mattina aperta l´unità di crisi presso il comando dei vigili urbani

FRANCESCO LA SPINA

STEFANO ORIGONE

Per Silvio Bozzano e Alessandro Robbiano è una soddisfazione immensa: i "meteomen" del Comune, dopo la «prima

volta» di ieri, si ritroveranno fianco a fianco ai colleghi dell´Arpal regionale quando nevicate o piogge intense sulla città

saranno all´orizzonte. Complicato capire cosa succede a largo raggio, a Genova, sul mare e sul resto della Liguria, e

coordinare tutta la macchina organizzativa; meglio unire le forze. La collaborazione è stata sancita ieri mattina, durante la

riunione del Comitato di Protezione civile che ha dichiarato l´Allerta 1 dalla mezzanotte scorsa fino alle 12 di oggi: «Le

precipitazioni assumeranno carattere nevoso su tutta la regione e sconfinare localmente sulla costa sul Centro e sul

Ponente» è scritto nel messaggio di allerta emesso ieri alle ore 12. Al tavolo tecnico era presente addirittura il vice capo

del Dipartimento della Protezione civile nazionale, Bernardo De Bernardinis, che ha elogiato il Comune di Genova per

come ha affrontato l´emergenza la scorsa settimana. «Le polemiche sono fuori luogo. Il Comune ha fatto solo scelte

giuste». La civica amministrazione, oltre che dai tecnici Bozzano e Robbiano, era rappresentata dal dirigente della

protezione civile Enrico Vincenzi, mentre lo staff dell´Arpal era guidato da Elisabetta Trovatore. «Sono veramente

soddisfatto di questa collaborazione - ha detto l´assessore Francesco Scidone - perché potremo contare su grandi esperti

per cercare di garantire un servizio efficace ai cittadini». Dalle 6 di questa mattina l´Unità di crisi è aperta presso il centro

automatizzato della polizia municipale, che presidia le strade dalla stessa ora. «Raccomandiamo a chi va in auto -

conclude Scidone - di usare la massima prudenza, soprattutto nelle zone interessate dalla nevicata». Venti mezzi

dell´Amiu spargeranno il sale sulle strade con le divisioni territoriali aperte dalle 6.30 per permettere ai privati di ritirarlo.

Potranno trovarlo nelle seguenti divisioni: piazza Ragazzi del ‘99 4b (Levante), salita superiore della Noce 43 (medio

Levante), via Voltri 27 (Ponente), piazza Albertina 13r (medio Ponente), via Rivarolo 31 (Valpolcevera), via Fossato

Cicala 7 (media Val Bisagno), via Oristano 7 (bassa val Bisagno), via Chiusone 3r (Centro Ovest), via degli Archi

39/41/47r (Centro Est).

Quanto al trasporto pubblico, Amt informa che già dalla notte squadre aziendali monitorano la situazione; dalle ore 6.30

di stamattina è operativo il numero verde 800085311 del Servizio Clienti per fornire informazioni dettagliate sulle

eventuali modifiche al servizio.

Ma ce ne sarà bisogno? «A mio parere il passaggio di due deboli perturbazioni atlantiche tra oggi e venerdì mattina

porterà molte nubi ma poche precipitazioni - risponde Achille Pennellatore - Nelle mie previsioni per Liguriameteo. net

parlo di quota neve intorno ai 5-600 metri; su Savonese e Genovese cadrà sui 2-300 metri o localmente più in basso, senza

escludere qualche fiocco svolazzante anche su alcune zone costiere. Ma niente di più».

Concorda Daniele Laiosa, previsore dell´Associazione ligure di Meteorologia: «Tutto si giocherà entro la mattinata e,

almeno in apparenza, l´ipotesi di neve sulla costa con accumulo trova condizioni ancora più complesse rispetto all´ultimo

episodio nevoso. Mi riferisco alla scarsa consistenza del cuscino freddo sulla Pianura Padana che la Tramontana Scura

potrebbe trasportare su di noi e alle poche e limitate nel tempo precipitazioni previste. Va da sé che una patina sulla costa,

anche solo un centimetro di neve bagnata, potrebbe modificare radicalmente lo scenario. Basterebbe un minimo di

pressione più profondo sul Golfo di Genova ad aumentare la precipitazione e il travaso». Piccoli particolari, come l´ormai

famoso grado in più della settimana scorsa, che possono modificare tutto.

Data:

13-01-2010 La Repubblicameteo, una santa alleanza per fronteggiare l'allerta - francesco la spina

stefano origone

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 238

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- Cronaca

Alfano: per le carceri è stato d´emergenza

In Cdm arriva il nuovo piano: 24 edifici e duemila agenti in più. E un mini-indulto

ELSA VINCI

ROMA - Alfano chiede lo "stato d´emergenza" per le carceri. Oggi in consiglio dei ministri arriva il suo piano per

superare il sovraffollamento che spesso rende disumana la detenzione. Il sistema carcerario italiano ha una capacità di 43

mila posti ma in questo momento dietro le sbarre ci sono 63 mila persone. Cioè le carceri scoppiano. Ieri alla Camera il

ministro della Giustizia ha annunciato che proporrà al governo di «dichiarare lo stato d´emergenza» e approvare la sua

ricetta. Un´idea che «poggia su tre pilastri». Primo: «un programma di edilizia giudiziaria che porti il livello di capienza a

ottantamila posti», con 24 nuovi istituti da costruire. Secondo: «norme di accompagnamento che attenuino il sistema

sanzionatorio per chi deve scontare un piccolissimo residuo di pena». Infine «saranno assunti duemila nuovi agenti

penitenziari».

Ma le parole "stato d´emergenza" e i suoi possibili effetti hanno provocato la reazione di Dario Franceschini. Il

capogruppo del Pd ha chiesto al ministro rassicurazioni sul fatto che il governo «non abusi dello strumento dell´ordinanza

al posto di normali strumenti legislativi». Il Guardasigilli ha risposto: «Lo stato d´emergenza non è preludio di abuso ma

uno strumento di efficienza che ci consente di realizzare un numero di posti che tamponino il sovraffollamento, e una

serie di norme che deflazionino le presenza in cella». Alfano ha sottolineato che in 18 mesi sono stati creati 1.800 posti in

più.

Con lo stato d´emergenza sarà il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria ad essere investito di maggiori

poteri, ulteriori rispetto a quelli conferiti l´anno scorso quando fu nominato commissario straordinario per l´edilizia

carceraria. Franco Ionta diventerebbe in sostanza commissario delegato, alla stregua di Guido Bertolaso alla Protezione

Civile quando si verificano i terremoti. Secondo quanto previsto dalla bozza del piano carceri messa a punto in ottobre

dallo stesso Ionta, il capo del Dap può avvalersi - in deroga delle norme in vigore - di consulenti esterni e può decidere la

segretazione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici. «Quello di Alfano è un bluff. Lo stato d´emergenza non

porti a segretare gli appalti», dice Patrizio Gonnella, presidente dell´associazione Antigone.

Una serie di mozioni approvate in aula impegnano il governo a contenere il sovraffollamento con la riduzione dei termini

di custodia cautelare, misure alternative al carcere e controlli con braccialetto elettronico, riduzione della pena per fatti di

lieve entità. Il ministro punta a far scontare in patria la condanna agli stranieri, a concedere i domiciliari con pene fino a

12 mesi, a vietare la permanenza in cella dei bambini.

SEGUE A PAGINA 6

Data: Estratto da pagina:

13-01-2010 9La Repubblicaalfano: per le carceri è stato d'emergenza - elsa vinci

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 239

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- Esteri

L´esperto di Berkeley

STRETTA come in un sandwich fra la placca nordamericana e quella caraibica, la zolla di Haiti è rimasta stritolata dal

movimento delle due croste maggiori. Richard Allen è direttore aggiunto del Laboratorio sismologico di Berkeley.

Per Haiti si è trattato del sisma del secolo?

«Quel terremoto aveva tutte le caratteristiche per essere devastante. Era localizzato a profondità bassa, e in questi casi gli

effetti sulla terraferma sono potenziati. E soprattutto ha colpito una zona densamente abitata. Forse in termini assoluti la

forza del terremoto di Haiti non è da record. Ma la combinazione dei vari fattori ha reso il sisma così catastrofico».

Quanti terremoti di magnitudo 7 ogni anno ci sono nel mondo? Sono in aumento?

«In media ci sono 17 terremoti fra magnitudo 7 e 8 all´anno. Non c´è nessun aumento. Siamo solo più attenti a registrare i

sismi ovunque avvengano».

Meno di una settimana fa una scossa aveva colpito la California. Ci sono legami?

«No, sono due avvenimenti scollegati».

Ora ci si aspettano altri sismi?

«Un terremoto di magnitudo 7 provoca scosse di assestamento importanti. Ora ci aspettiamo sismi di magnitudo 4 o 5 per

qualche giorno e altri tremori più leggeri per settimane».

Potrebbero provocare tsunami?

«No, uno tsunami ha bisogno di una magnitudo 8 e di una scossa provocata da una faglia che scivola sotto all´altra.

Nessuna di queste condizioni si è verificata. È più facile che le scosse di assestamento provochino frane».

(e.d.)

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 6La Repubblica"in quel sisma tutti gli ingredienti per una catastrofe"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 240

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- Cronaca

Cagliari, la donna tentava di salvare la figlia, tre anni, dalla furia dell´acqua

Bimba travolta dal torrente in piena strappata dalle braccia della madre

PIER GIORGIO PINNA

CAGLIARI - È morta annegata a tre anni, strappata dalle mani della madre dalla piena di un torrente a Calasetta, centro

sulla costa sud occidentale dell´isola. La bambina, Anna Leone, figlia unica della coppia, durante la bufera che ha

imperversato ieri mattina sul Sulcis Iglesiente, era su un Mitsubishi Pajero guidato dalla madre, Agata Fois, 35 anni,

proprietaria di una pescheria in paese. La donna verso le 10 di ieri mattina la stava accompagnandola alla scuola

d´infanzia. Come ogni giorno ha così attraversato un piccolo guado in una strada di terra battuta sul rio Murta. Il muro

d´acqua si è schiantato all´improvviso sull´automezzo con violenza impressionante. Il fuoristrada è stato trascinato a valle

per centocinquanta metri. Si è bloccato, ormai inondato, sotto una massicciata di cemento. A quel punto la donna,

disperata, pensando che l´acqua continuasse a salire, ha afferrato la figlioletta per il giubbotto e l´ha portata fuori con lei.

Ma la corrente l´ha portata via in un attimo. I soccorritori, mentre la donna, sotto shock, veniva trasportata in ospedale,

hanno ritrovata la piccola a quasi quattrocento metri di distanza. I tentativi per rianimare la bimba si sono protratti

vanamente per quasi un´ora.

Cordoglio da parte dei politici regionali per la tragedia. L´anno scorso, a poche decine di chilometri, nel nubifragio

abbattutosi su Capoterra erano morte tre persone e decine erano rimaste senza casa. Ieri, sempre per il maltempo, gravi

danni in altre regioni italiane mentre la Protezione civile raccomanda più cautela. Soprattutto in Toscana l´allerta

continua.

Ieri il consiglio dei ministri ha autorizzato lo stato d´emergenza per le regioni Emilia Romagna, Toscana e Liguria per

consentire alla protezione civile di fare fronte al maltempo. Oggi vertice a Roma per le misure straordinarie da adottare

nelle aree più colpite.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 19La Repubblicabimba travolta dal torrente in piena strappata dalle braccia della madre -

pier giorgio pinna

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 241

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Pagina XIII - Bari

Il mare avanza, scompaiono le spiagge

Allarme nel Salento, allagamenti a Manfredonia: "Siamo all´emergenza"

"Serve lo sblocco di fondi immediati come avvenuto in Liguria dove sono arrivati gli aiuti"

Molti stabilimenti balneari sono già stati distrutti: "Non riapriamo"

FULVIO DI GIUSEPPE

La stagione balneare di aree come Porto Cesareo, Otranto, Lizzano, l´intero versante jonico e Manfredonia è a rischio. È

la drammatica conseguenza delle recenti mareggiate che hanno colpito la costa pugliese, provocando l´erosione di

numerosi tratti di spiaggia e la distruzione degli stabilimenti balneari. La soluzione per sventare questa prospettiva è

attualmente allo studio della Regione, che in base alla ricognizione in corso e la stima dei danni, deciderà se attingere o

meno a fondi straordinari per gli interventi immediati.

Per i balneatori pugliesi, invece, la soluzione è unica e immediata: la dichiarazione dello stato di calamità naturale. «Serve

lo sblocco di fondi immediati come avvenuto in Liguria, dove la Regione ha messo a disposizione quattro milioni di euro

- spiega Antonio Capacchione, presidente del Sindacato balneatori pugliese - per indennizzare le imprese che hanno

subito danni ingenti nei giorni scorsi».

Il fenomeno dell´erosione, però, per le associazioni di categoria che lunedì si sono incontrate con l´assessore al Demanio

Guglielmo Minervini è stato solo aggravato dalle mareggiate. «In realtà è in corso già da molto tempo, senza che fosse

mai fronteggiata l´emergenza - evidenzia Capacchione - e in zone come Lizzano nostri concessionari hanno visto il pezzo

di spiaggia ridursi da trenta a cinque metri. Praticamente la stagione balneare in aree come quella è molto più che a

rischio».

La necessità di intervento va però coordinata e ponderata, dato che dove si agisce in maniera improvvisata, si peggiora la

situazione. «Un esempio - sottolinea il presidente del Sindacato - è dato dalla zona tra Margherita di Savoia e Zapponeta,

dove pannelli perpendicolari alle coste hanno avuto degli ottimi risultati in alcune aree e svantaggi evidenti in altre. Ecco

perché vanno studiati bene gli interventi e va fatto uno studio sulle correnti meteomarine».

Una tesi condivisa dall´assessore Minervini che però, già nella riunione di lunedì non aveva risparmiato critiche ad alcuni

operatori del settore, che «considerano l´erosione un problema solo quando ne sono colpiti direttamente e lo ignorano

quando la Regione propone interventi di tipo strutturale».

Per Minervini, infatti, proprio Margherita di Savoia rappresenta l´emblema di un intervento di opera idraulica a mare, che

i balneatori hanno richiesto senza approfondita valutazione. «In pratica a Margherita abbiamo a valle un fenomeno di

avanzamento della costa - spiega l´assessore - e a monte l´erosione pronunciata». Per Minervini, dunque, bisogna

comprendere che «l´emergenza per il litorale pugliese sarà sempre più costituita dai fenomeni erosivi» e dopo aver

individuato le aree di maggiore rischio, «il Piano per le coste, attualmente in fase di approvazione, servirà a mettere in

campo interventi strutturali che saranno finanziati attraverso i fondi europei». Gli accertamenti proseguiranno nei prossimi

giorni ed è in programma anche un sopralluogo sia di Minervini che dell´assessore alle Opere pubbliche Fabiano Amati,

per individuare degli interventi mirati che potrebbero anche concretizzarsi con la richiesta al Consiglio regionale di

inserire misure urgenti per salvare la stagione balneare nelle province interessate.

Proprio ieri, infine, c´è stato un incontro per programmare la manifestazione "Spiagge aperte 2010", con iniziative mirate

per 500 stabilimenti che si sono offerti per ospitare presentazioni di libri, mostre fotografiche o rappresentazioni del

territorio. «Sperando - conclude Antonio Capacchione - che fino alla prossima estate ci siano ancora le spiagge per

organizzare questi eventi».

Data:

14-01-2010 La Repubblicail mare avanza, scompaiono le spiagge - fulvio di giuseppe

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 242

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Pagina VI - Milano

Milano si mobilita per aiutare la popolazione di Haiti colpita dal terremoto. L´arcivescovo Tettamanzi e il sindaco Moratti

diffondono un appello comune per una raccolta fondi (Palazzo Marino e Curia hanno già stanziato 100mila euro

ciascuno). Sono attivi due conti: uno, «Milano per Haiti» è attivo presso tutti gli sportelli di Banca Intesa (cc 1000/69),

per versamenti su altre banche occorre specificare il codice IBAN IT 94 L0306901783100000000069; l´altro è stato

aperto dalla Caritas presso il Credito Artigiano, agenzia 1 di Milano. Altri stanziamenti dalla Regione (200mila euro), e

dalla Fondazione Expo (100mila). Si possono anche fare donazioni dirette all´ufficio raccolta fondi di via San Bernardino

4. Ad Haiti opera, con un ospedale pediatrico e un orfanotrofio, la milanese Fondazione Rava: la struttura è rimasta in

piedi, ma è stata pesantemente danneggiata.

Data:

14-01-2010 La Repubblicaappello di tettamanzi e moratti "una raccolta fondi per haiti"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 243

Page 253: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

- Esteri

La volontaria

«Durante il crollo dell´istituto penitenziario nazionale ad Haiti molti detenuti sono scappati». A raccontarlo sono stati

alcuni testimoni. La circostanza è stata confermata dall´operatrice italiana dell´Avsi, Fiammetta Cappellini, via chat su

Skype. «A causa del terremoto è crollato a Port-au-Prince un commissariato con annessa prigione e centro di detenzione

di minori. Un edificio di tre piani che ora non esiste più. Per le strade vagano persone in preda a crisi di panico e di isteria,

feriti in cerca di aiuto. Gli ospedali sono difficilmente raggiungibili, le strade della capitale sono impraticabili».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 4La Repubblica"il carcere è crollato i detenuti sono fuggiti"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 244

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- Esteri

Il blogger

«Maledizione! Un fortissimo terremoto proprio adesso ad Haiti». È stato questo uno dei primi post comparsi su Twitter,

mentre le linee telefoniche erano saltati, per raccontare quanto stava accadendo. Da quel momento in poi i social network

sono diventati un punto di riferimento costante sull´andamento della tragedia e per parlare al mondo. «Abbiamo bisogno

di aiuto. Ci sono migliaia di morti. SOS SOS...», ha scritto un utente. «I muri stanno crollando, stiamo tutti bene, pregate

per quelli negli slum... «, scrive un altro. E un altro ancora: «Ci sono scosse di assestamento ogni dieci minuti...

l´aeroporto è chiuso».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 4La Repubblica"sos, qui sta crollando tutto pregate per chi è nelle baracche"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 245

Page 255: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

- Esteri

Il fotografo

«Ho svegliato mia madre all´alba. Le ho detto: guarda, voglio dirtelo io prima che lo scopri dalla televisione. E´ stata una

cosa tremenda. Ci sono solo polvere, dolore e lamenti». Marco Dormino, 34 anni, è vivo per cinque minuti. Era nel

quartier generale della missione delle Nazioni Unite Minustah, che poi è crollato, nel centro di Port-au-Prince. È uscito

per fare un servizio fotografico poco prima del tremendo boato.

«Ho sentito come un tuono e ho pensato che stesse per piovere. Poi è arrivato quel terremoto tremendo. Io sono vivo, ma

penso a tanti amici che adesso non ci sono più».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 4La Repubblica"i cinque minuti che mi hanno salvato"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 246

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ANCONA AGENDA pag. 19

poco più di un anno dall'inaugurazione della sede del Centro Operativo Comunale del Gruppo di Protezione Civile

(C.O.C.). Durante questo periodo attraverso l'impegno di tutti i volontari e dell'Amministrazione comunale é stato

raggiunto un livello complessivo soddisfacente. Oggi disponiamo di un gruppo ben coordinato di persone, mezzi ed

attrezzature di cui i nostri concittadini possono andare fieri e che può rappresentare un esempio concreto per i giovani».

Così ha commentato il coordinatore del C.O.C. di Agugliano, ing. Danilo Pasqualini, in occasione della presentazione del

«Piano di Emergenza» del territorio comunale, svoltasi il 17 dicembre nella sede della locale Biblioteca. Il sindaco Sauro

Lombardi, presente all'iniziativa organizzata dal Comune, ha elogiato la valenza del Piano di Emergenza che permette agli

operatori di essere immediatamente attivi in caso di calamità. Il sindaco ha, inoltre, sottolineato l'impegno profuso dai

volontari.

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Ancona)AGUGLIANO «È TRASCORSO

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 247

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FUORIPORTA pag. 27

MONTELPARO UN'ANTICHISSIMA usanza che si rinnova. Come ogni anno a Montelparo in onore di Sant'Antonio

(la cui solennità si festeggia il 17 gennaio) sarà possibile ritrovarsi attorno ad una tavola apparecchiata, davanti ad un

piatto di baccalà fumante per vivere insieme una delle più antiche e sentite tradizioni del paese: la Sagra del Baccalà. Si

tratta di un evento con 300 anni di storia, che affonda le sue origini nel lontano 1703, quando un catastrofico terremoto

danneggiò gravemente il convento del paese. A lavori ultimati, il Padre Priore, i confratelli e i concittadini festeggiarono

la riapertura con una "mangiata" di baccalà. Il tempo è passato, ma è rimasto il rituale del ritrovarsi insieme e di cucinare

questo pregiato pesce, ricorrendo ad antiche ricette tramandate dai nonni dei nonni, con ingredienti genuini sapientemente

mescolati. Gli organizzatori hanno già ordinato quintali di baccalà gaspè (il più pregiato) e aspettano le prenotazioni

perché sono talmente tante le persone che ogni anno raggiungono Montelparo per la sagra, che recarvisi all'ultimo

momento può significare restare a bocca asciutta. La Festa di Sant'Antonio, da domani a domenica, costituisce una

golosissima occasione per immergersi nelle atmosfere e nella cultura di questo angolo del Fermano, scoprendo così

Montelparo, bel centro arroccato su una collina tra il fiume Aso e l'Ete Vivo ricco di storia e d'arte. Info e prenotazioni:

0734 780175

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Ancona)MONTELPARO UN'ANTICHISSIMA usanza che si rinnova. Come ogni...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 248

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FERMANO pag. 16

A breve l'incontro tra enti locali e Protezione civile

AMANDOLA UN PIANO strategico per la viabilità che serva a far fronte ad eventuali situazioni di emergenza nell'area

montana. Di ciò si discuterà nella riunione che si terrà mercoledì 20 gennaio nella Sala consiliare del Comune di

Amandola, un incontro a cui parteciperanno, oltre all'amministrazione comunale, anche Regione, Provincia di Fermo e

Protezione Civile. Un incontro reso necessario a seguito dell'ultima emergenza maltempo, con le fitte nevicate e le

successive gelate che hanno creato non pochi problemi sulle strade dell'area montana. «Le nevicate delle scorse settimane

hanno provocato molti disagi, oltre ad un gran numero di incidenti sulle strade spiega Rolando Ippoliti, assessore

all'ambiente e alla protezione civile Per questo crediamo che sia giunto il momento di discutere un piano per la viabilità

da attuare nelle situazioni di emergenza. Un piano che sarà discusso insieme agli ingegneri della Provincia e della

Protezione Civile, insieme alla Croce Rossa e ai Vigili del Fuoco. Dobbiamo fare qualcosa di concreto per eliminare

quelle criticità che creano notevoli disagi ogni volta che ci si trovi ad affrontare situazioni di emergenza, che si tratti di

maltempo o di incendi o altro ancora». Nella riunione si discuterà molto probabilmente anche del futuro distaccamento

provinciale della Protezione Civile che dovrebbe insediarsi ad Amandola entro quest'anno, secondo quanto previsto dal

bilancio 2010 della provincia e dal piano della protezione civile che la stessa provincia sta elaborando in queste settimane.

Intanto, a fine mese (il 30 gennaio per l'esattezza) ci sarà l'inaugurazione della nuova pista di atterraggio per elicotteri,

costruita nella zona industriale accanto al vivaio forestale. «Sarà una struttura che servirà per tutte le situazioni di urgenza

spiega il sindaco Giulio Saccuti , che si tratti di eliambulanza o di elicotteri per combattere gli incendi. Un'opera realizzata

grazie ai finanziamenti della Regione e della Protezione Civile». Marco Ripani Image: 20100113/foto/866.jpg

Data:

13-01-2010 Il Resto del Carlino (Ascoli)Contro le emergenze un piano per la viabilità

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 249

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ASCOLI PRIMO PIANO pag. 5

Il Prefetto: «Protezione civile, un fiore all'occhiello»

di FEDERICA ANDOLFI E' RIMASTA aperta tutta la notte e sino alle 14 di ieri la sala operativa della Protezione Civile.

Gli operatoti hanno monitorato costantemente il territorio senza registrare alcuna segnalazione. Erano lì Dante Merlonghi,

capo del dipartimento, Luca Bartolomei e Maurizio Marconi, operatori, e il responsabile regionale Andrea Cosimi. Tutto

tranquillo: il ripetersi delle scosse di assestamento non preoccupa. Questa volta nessun allarmismo neanche tra i cittadini:

pochissime telefonate ricevute dalla Protezione Civile che conferma un' atmosfera serena tra gli abitanti. «Siamo ancora

più tranquilli ha affermato Merlonghi rispetto a ieri. Lo sciame sismico è andato scemando. Anche in questa occasione è

stata massima la collaborazione da parte di tutti i sindaci dei 33 Comuni.Va ricordato che anche per quanto riguarda la

rappresentanza dei volontari, la Provincia di Ascoli conta operatori in tutti i gruppi comunali: è un'organizzazione

costante, sono sempre a disposizione. La nostra sala operativa è immediatamente funzionante sia dal punto di vista dei

maccchinari, sia per quanto riguarda l'organizzazione dei nostri uomini, ognuno nel rispetto delle proprie competenze».

Merlonghi, assicurando l'efficienza della propria squadra, ha ricordato che in tutta la sua carriera non si è mai registrato un

morto nella nostra Provincia. In generale la parola terremoto' è infatti per gli operatori della Protezione sinonimo di

organizzazione mirata per affrontare al meglio un evento. «Tutte le componenti della Protezione Civile ha sottolineato

Cosimi si sono rese disponibili a supporto: dal 118 al Prefetto, dal singolo volontario al singolo dipendente provinciale».

E proprio martedì pomeriggi, intorno alle 20:30, il Prefetto, Pasquale Minunni, ha raggiunto, per una visita di cortesia, la

sede della Protezione Civile in compagnia di tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine, del Questore del capo dei Vigili

del Fuoco. «Nessuna situazione drammatica ha affermato il Prefetto la visita è voluto essere un segno di attenzione e

solidarietà. Efficiente e organizzato: il sistema operativo della nostra Protezione Civile è altamente evoluto dal punto di

vista tecnologico per questo, si sa, è il fiore all'occhiello delle Marche». Anche il Sindaco, Guido Castelli, ha voluto

rassicurare la cittadinanza dopo gli eventi sismici che hanno interessato il territorio in questi giorni. «Teniamo a precisare

ha sottolineato il primo cittadino che non c'è stata alcuna seganlazione da parte di privati e soggetti pubblici attinenti a

disservizi dovuti alle scosse tellurgiche. Nonostante questo, il nostro gruppo di controllo, capitanato dai dirigenti

Vincenzo Ballatori, Cristoforo Weldon e dal geometra Roberto Lazzarini, ha visitato alcune strutture per appuntarne

l'agibilità. Da queste verifiche non è scaturita alcuna anomalia e partanto vogliamo lanciare un messaggio di non

allarmismo». Image: 20100114/foto/797.jpg

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Ascoli)«La nostra notte in attesa: Controlli ma nessun rischio»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 250

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PRIMO PIANO pag. 8

, a Saint Lucia, ha tremato. Ho sentito un boato fortissimo, poi sono caduti gli oggetti, è andata via l'elettricità. Ho visto la

gente correre, presa dal terrore. Ho capito subito che si trattava di un terremoto, e ho subito percepito che l'epicentro non

era lontano. Ho pensato che, a pochi chilometri da qui, anche se non sapevo dove, stava accadendo la catastrofe». Derek

Walcott, il massimo poeta caraibico, premio Nobel per la letteratura nel 1992, è teso e angosciato. Non vorrebbe parlare.

«La tragedia è tragedia e basta dice con voce affannata non c'è bisogno di parole». Poi, spinto dal bisogno di raccontare

gli echi della tragedia, di spiegare ciò che sta vivendo e vedendo, lui, che nel poema Omeros' e in altre celebri raccolte ha

evocato in modo impareggiabile la storia e la vita dei Caraibi, accetta di rispondere. Cosa ha provato? «Ero nel mio

studio. Stavo leggendo e mettendo a posto alcune carte. Ad un tratto, sento un boato fortissimo, come se una montagna

stesse franando. Un istante dopo, la casa ha ondeggiato, fortemente, ho visto tutto come se avessi un forte capogiro. Gli

oggetti hanno tremato, ho sentito cadere qualcosa nelle altre stanze. E ho cominciato a sentire grida, movimenti,

percependo un senso di terrore. La cosa che ora mi torna alla mente è la luce strana, come una abbagliante foschia dai

colori lividi, a tratti violetti, che per tutto il giorno avevo visto laggiù, verso il mare». L'epicentro è stato ad Haiti, non

troppo lontano dall'isola dove lei abita. «Ho capito subito che altrove, non lontano, stava accadendo una catastrofe. La mia

angoscia aumentava, assieme alla volontà di sapere. Poi, ho ascoltato le notizie alla radio». Le isole caraibiche sono

spesso state vittima di terremoti disastrosi. «Ne ho sentiti tanti, nella mia vita, ma per esperienza posso affermare che

questo è stato uno dei più intensi, davvero catastrofico. Certo, noi caraibici siamo abituati a risollevarci da tali immani

tragedie, sono parte della nostra storia. I terremoti fanno parte delle favole che si raccontano ai bambini, delle leggende

che hanno formato la nostra immaginazione. Un po' come nell'antico mondo greco, nell'universo cantato da Omero, il

movimento della terra è insieme punizione divina e preludio a nuovi equilibri, distruzione e attesa di qualcosa di nuovo

che sorgerà dopo quel tremendo caos». Ritiene che la ricostruzione di Haiti possa avvenire presto? «Per lo spirito degli

haitiani, per il loro modo di reagire agli eventi, sono convinto di sì. Ma adesso è il momento di aiutare. Conosco Haiti, la

sua povertà, le sue condizioni economiche e di vita degli abitanti e posso gridarlo con forza: c'è bisogno di tutto. Un sisma

catastrofico, in una terra così povera, rende necessari immediati aiuti da parte di tutti».

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Bologna)di TOMMASO DEBENEDETTI CASTRIES (Saint Lucia) «LA MIA CASA

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 251

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PRIMO PIANO pag. 4

Un connazionale sarebbe tra le vittime. La Farnesina: rintracciati 70 su 182

di ALESSANDRO FARRUGGIA ROMA E' UNA CORSA contro il tempo per capire se sotto l'hotel Montanà, crollato

come un castello di carte, ci siano anche turisti italiani. Per adesso quel che pare certo è che sotto le macerie del Montanà

ci siano francesi, americani, canadesi, spagnoli tra questi, pare, la diplomatica Pilar Juarez Boal, che lavora per l'Unione

Europea ma si teme che possano esserci anche alcuni nostri connazionali. A dirlo all'Unità di Crisi della Farnesina sono

state fonti locali e indicazioni raccolte tra operatori turistici italiani a Santo Domingo. «So che all'hotel Montana conferma

Cristiana Iampieri, un avvocato che lavora all'Onu ad Haiti abitavano degli italiani, ma non so quanti siano e se al

momento del terremoto erano in casa. Stiamo cercando di sapere quale è stata la sorte dei dispersi». L'albergo si trova

sulle colline che circondano la capitale haitiana non lontano dal quartier generale delle Nazioni Unite ed è considerato tra

gli alberghi più lussuosi di Port-au-Prince. Cristina Iampieri ha infine riferito di essere nella sua casa con suo figlio «ad

aspettare i soccorsi, ma per fortuna la mia abitazione non ha subito gravi danni». L'UNITÀ di crisi della Farnesina sta

controllando la voce al momento non confermata che un italiano, ospite proprio del Montanà, possa essere già tra i morti

recuperati. «La stiamo verificando», ha precisato il capo dell'Unità di Crisi, Fabrizio Romano. Per adesso il personale

dell'Unità di crisi, è riuscito a rintracciare 70 dei 182 italiani che sono registrati presso il consolato italiano e 7 dei 9 turisti

italiani che si erano registrati sul sito www.dovesiamonelmondo.it ed erano ancora ad Haiti. Ma ci sono ancora molti

italiani che non si trovano, tra questi alcuni religiosi. Altri italiani invece sono scampati per un pelo alla morte. E' il caso

di Marco Dormino, 34 anni, da Viterbo, fotografo della missione Onu. «A quell'ora racconta la madre, Chiara Argenti,

che in questi giorni è in Italia si trovava nel quartier generale della missione dell'Onu, che poi è quasi tutto crollato. Ci ha

raccontato che se ne era andato cinque minuti prima della scossa, per fare un servizio». Cinque minuti che gli hanno

evitato di fare la fine di tanti suoi colleghi, che ora lui e suo padre, Roberto Dormino, 61 anni, capo della logistica della

missione, stanno piangendo. «Roberto - racconta sempre la signora Chiara mi ha svegliato oggi all'alba. Mi ha detto:

Guarda, voglio dirtelo io prima che lo scopri dalla televisione. E' stata una cosa tremenda'. Ci sono solo polvere, dolore e

lamenti. Ma noi stiamo bene». Anche il capo della missione dell'Ue ad Haiti, il padovano Francesco Gosetti di Sturmeck,

sta bene. Salvi anche 12 tecnici della ditta romana Ghella, che ha un cantiere nel nord di Haiti, il console onorario

Giovanni De Matteis, e molti religiosi. APPRENSIONE invece per la sorte di una suora friulana e di un sacerdote, che

non stanno dando notizie. Chi invece è riuscito a tranquillizzare i confratelli sono i missionari Camilliani Gianfranco

Lovera e Crescenzio Mazzella, che con un altro confratello e tre suore gestiscono nella capitale un centro medico

pediatrico con 200 posti letto, un centro per 50 handicappati gravi e una scuola per 500 ragazzi. «Nel nostro ospedale dice

padre Giancarlo sono arrivati centinaia di feriti. Gente senza braccia, senza mani, con piedi maciullati. Abbiamo cinque

medici, infermieri, facciamo quel che possiamo. La struttura è grande ma è stata lesionata: mura sono crollate, perfino la

sedia del dentista è stata divelta e scaraventata fuori. Ma noi ci siamo e faremo di tutto per aiutare questa gente. Voi però

pregate. E dateci una mano economicamente, perché qua manca tutto».

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Bologna)Crollato l'hotel dei turisti «Lì c'erano molti italiani»

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 252

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FERMO PRIMO PIANO pag. 4

La decisione presa a Santa Vittoria in Matenano e Ortezzano

Tecnici della Protezione civile nazionale in azione a Montappone (foto in alto). In basso la sala operativa allestita nella

sede della nuova Provincia a Fermo

LE SCOSSE sismiche continuano a far paura, mentre si torna alla normalità. Ieri i tecnici della Protezione civile nazionale

hanno installato a Montappone un «accelerometro», per monitorare più da vicino la situazione. Dopo le nove scosse

sismiche di martedì, che hanno fatto tremare la terra nel territorio fermano-maceratese con epicentro fra Montappone,

Falerone, Loro Piceno e Sant'Angelo in Pontano, in particolare le due più forti di magnitudo 4 della scala Richter delle ore

9,25 e 14,35, la paura ha iniziato a serpeggiare fra la popolazione di tutto il territorio. Il fenomeno sismico ha anche

provocato qualche danno a strutture come la casa natale di Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado e la chiesa di Santa

Margherita a Falerone. Ieri notte sono state registrate altre due scosse molto leggere, percepite solo dalle persone più

sensibili fra le 2,11 e le 2,24. Nella giornata di ieri, non si sono verificati episodi particolari. DA SEGNALARE la

chiusura del plesso scolastico di Santa Vittoria in Matenano decisa in via precauzionale per le giornate di ieri e oggi,

anche se non esiste un reale pericolo per la struttura; situazione analoga a Ortezzano. Invece va segnalata la riapertura

prevista per oggi della scuola elementare di Montegiorgio capoluogo, che ieri sempre in via precauzionale era stata

chiusa. Ieri mattina un gruppo della Protezione civile provinciale guidato da Francesco Stopponi, ha effettuato un giro di

controllo nei comuni della media Valtenna, per valutare nei vari centri comunali di Protezione civile le risorse a

disposizione e l'efficacia delle comunicazioni con la sede operativa allestita a Fermo. C'è però una novità importante: a

Montappone è già attiva da 7 anni una centralina di rilevamento sismico dell'Istituto nazionale di geofisica, che in questi

giorni ha fornito dati alla centrale di Roma. La novità consiste nell'installazione in municipio, effettuata ieri pomeriggio

da parte dei tecnici della Protezione civile nazionale, di un «accelerometro»: si tratta di uno strumento, che sonda come il

terreno reagisce alle sollecitazioni sismiche. Questo apparecchio è particolarmente utile sotto il profilo ingegneristico,

serve a fornire dati su come gli edifici reagiscono alle sollecitazioni e quindi studiare le contromisure più idonee. Alessio

Carassai

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Fermo)Alcune scuole ancora chiuse per oggi in via precauzionale

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 253

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FERMO PRIMO PIANO pag. 4

PROVINCIA

UN LAVORO intenso, accurato, preparato nei minimi dettagli. Così si sono mossi i funzionari della Protezione civile

provinciale e i tanti volontari che si sono messi a disposizione fin dai primissimi minuti dopo il terremoto di martedì

scorso. Ieri notte è rimasta sempre aperta e attiva la sala operativa allestita in Provincia, coordinata dall'assessore alla

protezione civile Adolfo Marinangeli che racconta: «La prima cosa che mi viene da dire è l'enorme, incondizionata e

professionale disponibilità che abbiamo ricevuto dal volontariato di protezione civile, dall'Anpas provinciale, dalla Croce

Rossa e dai radioamatori. Persone qualificate e preparate che sono state al nostro fianco. Una solidarietà commovente e

davvero ragionata, pensata, ben organizzata. Abbiamo potuto contare anche sulla loro strumentazione e sulle competenze

che hanno i volontari che si sono sommate a quelle dei nostri funzionari». Tante le chiamate che sono arrivate da ogni

angolo del Fermano, da gestire soprattutto la paura: «Ma non abbiamo avuto notizie di gente che ha dormito in macchina,

almeno non ufficialmente. Ieri la situazione era un po' pesante per le notizie che arrivavano da Haiti e che hanno

sconvolto tutti. I fermani sono ancora provati dalle forti scosse dell'altro giorno e si sono sentiti di nuovo in angoscia». Di

ieri anche nuovi sopralluoghi da parte della Provincia, specie a Falerone e Montegiorgio, che però non hanno evidenziato

seri danni a nessun edificio. Oggi la situazione dovrebbe tornare alla normalità. La sala operativa della Provincia è rimasta

aperta ieri fino alle 20 ma con riserva, tutti pronti a tornare al lavoro in caso di necessità. Angelica Malvatani

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Fermo)Battesimo' per la sala operativa

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 254

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FERMO PRIMO PIANO pag. 4

FRANCAVILLA D'ETE

PREOCCUPAZIONE a Francavilla d'Ete per alcuni edifici religiosi, che pare abbiano risentito del terremoto. Il

vicesindaco Gianluca Giandomenico e il parroco, Giuseppe Ferdinandi, hanno controllato le chiese di San Pietro Apostolo

e San Rocco: in entrambe c'erano danni preesistenti che sono peggiorati. A San Pietro, dove c'era già una rete di

protezione per il soffitto, sono caduti dei calcinacci e si è allargata una crepa preesistente. Anche a San Rocco sembrano

essersi aggravati lo squarcio sul campanile e alcune fessure. Il Comune chiederà appositi sopralluoghi e invita i privati a

segnalare eventuali danni.

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (Fermo)Crepe e calcinacci a S.Pietro e S.Rocco

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 255

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SANT'ILARIO, MONTECCHIO E VAL D'ENZA pag. 17

E ora c'è fermento per la visita di Guido Bertolaso

SANT'ILARIO C'È GRANDE fermento nella parrocchia di Sant'Eulalia per l'arrivo di Guido Bertolaso. La notizia ha

subito fatto il giro del paese, che sicuramente accoglierà con tutti gli onori il vice ministro. «Noi abbiamo fatto solamente

una piccola cosa», ha minimizzato Giovanni Borghi, direttore dell'oratorio "San Giovanni Bosco". Ma per i ragazzi

dell'Aquila è stato importate, conoscere i giovani di Sant'Ilario e lavorare con loro alla creazione di pupazzi in cartapesta.

Durante l'estate i ragazzi che frequentano l'oratorio hanno dato vita ad un progetto che hanno chiamato "L'Arca di Noè"

costruendo in cartapesta, a grandezza naturale, una serie di animali: pinguini, delfini, il rinoceronte, il canguro, il

cammello, studiandone le abitudini e facendone oggetto di storie, giochi, racconti e preghiere. Tutto questo è stato visto

da alcuni volontari della protezione civile che hanno proposto di donarli ad una scuola dell'Aquila. Così è stato, e con un

camion di Fagioli, ad inizio novembre l'Arca di Noè" è arrivata nella città abruzzese insieme ad un gruppo di cinquanta

giovani dell'oratorio santilariese. I santilariesi sono rimasti in quella terra martoriata per tre giorni, insieme alle insegnanti

di una scuola. Con i bimbi hanno giocato e realizzato storie e pupazzi in cartapesta. Sono state tre giornate intense di cui

si è parlato di scuola in scuola. La notizia è giunta anche al capo della protezione civile che ha espresso il desiderio di

ringraziare personalmente i ragazzi di Sant'Ilario. n. re. Image: 20100114/foto/10598.jpg

Data:

14-01-2010 Il Resto del Carlino (R. Emilia)Dall'oratorio all'Abruzzo coi pupazzi di cartapesta

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 256

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Riformista.it, Il

""

Data: 14/01/2010

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giovedì, 14 gennaio 2010 ore 09:38

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Carceri/ Parte il piano del governo, con la protezione civile

Ma per le guardie carcerarie "partorito un topolino"

Ma per le guardie carcerarie "partorito un topolino"

Roma, 14 gen. (Apcom) - Il problema del sovraffollamento delle carcere "in passato è stato risolto con amnistie e

condoni, noi invece vogliamo dare una soluzione che duri nel tempo". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel

corso della conferenza stampa a palazzo Chigi ha spiegato così l'approvazione del piano carceri e la dichiarazione dello

stato d'emergenza nei penitenziari italiani. Commissario straordinario è il capo del Dap Franco Ionta, e il 'braccio

operativo' con cui gestirà l`emergenza carcere sarà la Protezione Civile Servizi Spa. Un piano che però non piace ai diretti

interessati, le guardie carcerarie: "il governo partorisce un topolino - ha detto il segretario del sindacato Osap, Leo

Beneduci - ci vogliono 7mila poliziotti in piu' per i 9.650 posti-detenuti che il ministro Alfano intende realizzare".

Berlusconi e Alfano hanno illustrato il piano: entro il 31 dicembre 2010, ha detto il ministro, "saranno costruiti 47 nuovi

padiglioni" nelle vecchie carceri, utilizzando, ha specificato Berlusconi, il "modello dell'Aquila, ovvero 3 turni di lavoro,

sistema che consente di realizzare in 20 giorni quello che di solito richiede 2 mesi". A partire dal 2011, poi, verranno

realizzate tutte le altre strutture previste dal piano del prefetto Franco Ionta, capo del Dap e commissario straordinario per

l'emergenza. Ionta da parte sua in un comunicato ha sottolineato che "I provvedimenti devono poter marciare

contestualmente e progressivamente nell'arco dei prossimi tre anni" per ottenere la stabilizzazione del sistema

penitenziario. Ionta sottolinea che il programma poggia su tre aree di intervento: edilizia penitenziaria, implementazione

dell`organico di polizia penitenziaria, misure deflattive della carcerazione. "Il Governo nella sua interezza, continua il

Capo del Dap, ha accolto la proposta di dichiarare lo stato di emergenza nazionale delle carceri". Ciò "comporta la

nomina di un commissario delegato dotato di poteri straordinari per affrontare e risolvere il problema". L`ordinanza, che

conferisce a Ionta "poteri eccezionali in deroga alle procedure ordinarie", sarà emanata dal Presidente del Consiglio dei

Ministri nei prossimi giorni.

Aqu

Data:

14-01-2010 Il Riformista.itCarceri/ Parte il piano del governo, con la protezione civile

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 257

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giovedì, 14 gennaio 2010

foto del giorno

REFILE - CORRECTING NAME OF BASE A U.S army soldier from Task Force Denali 1-40 CAV prays during a

Christian worship service at Forward Operating Base (FOB) Clark in Khowst province, Afghanistan, December 13, 2009.

REUTERS/Zohra Bensemra(AFGHANISTAN - Tags: CONFLICT MILITARY RELIGION)

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accadde nell'89

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Registro Imprese, C.F., P. IVA: 06807831000 - R.E.A. di Roma 991815 - N° Albo Coop A175208

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Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 259

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Mercoledì 13 Gennaio 2010 | Ultimo aggiornamento 16:28

E' caduta poca neve

- Ora il rischio maggiore è determinato dalle gelate che potrebbero verificarsi specie dopo il tramonto e nella giornata di

domani

E' terminata a mezzogiorno l'allerta meteo della Protezione civile in Liguria. Ora il rischio maggiore è determinato dalle

gelate che potrebbero verificarsi specie dopo il tramonto e nella giornata di domani. In nottata e nella prima mattinata di

oggi la neve ha fatto la sua comparsa solo nell'entroterra.

di Ma. Gu.

13/01/2010

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Data:

13-01-2010 Riviera24.itE' terminata a mezzogiorno l'allerta meteo della Protezione civile in Liguria

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 260

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martedì, 12 gennaio 2010

A Pirri si vive in stato di allerta, il rischio idrogeologico non è stato scongiurato. Lamentale provengono da più parti: il

Comitato Pirri, presieduto da Giuseppe Cocco, rileva interventi strutturali non sufficienti e ritardi nei risarcimenti ai

cittadini danneggiati dall'alluvione del 22 ottobre 2008. Dal canto suo, Antonio Melis, presidente della Municipalità di

Pirri, invita a pazientare: in ballo c' è il progetto del centro interdipartimentale di Ingegneria e Scienze Botaniche, che sarà

attuato per lotti, non appena ricevuto l'ok dal comitato tecnico regionale. Sui contributi per i fabbricati sollecita i cittadini

a inviare al più presto la documentazione alla Protezione Civile del Comune.

CAGLIARI - Storia vecchia a Pirri: del problema dello scolo delle acque piovane si parlava già nel 1986 dopo

l'alluvione del 20 luglio. Anche allora i residenti chiedevano interventi risolutivi. Poi l'alluvione del 2008.

Oggi la situazione è cambiata ma di poco. “ Hanno ampliato e sostituito le caditoie”, dice Giuseppe Cocco, Presidente del

Comitato che ha un centinaio di iscritti, “ ed è stata fatta una pulizia generale dell'impianto di scolo ma, il problema è a

monte. I collettori non riescono a scaricare le caditoie”. E' quindi urgente avviare misure di protezione che garantiscano

un fluido passaggio delle acque piovane fino al canale di Terramaini. “ Con l'acquazzone di novembre”, aggiunge Cocco”,

“ le vie Italia e Balilla si stavano allagando di nuovo, tant'è che l'autospurgo ha lavorato anche di domenica”.

Il presidente della municipalità osserva che un certo miglioramento c'è stato nella rete di scolo, poi aggiunge che il

Consiglio continua a sollecitare Comune e Regione, per la realizzazione del progetto CINSA , ottenendo qualche primo

risultato: la Giunta regionale ha stanziato due milioni di euro per la sistemazione dei compluvi interni, e dal Comune, che

un milione di euro sia investito nella realizzazione di due tratti della condotta: l'adeguamento del collettore di via Italia e

quello di via Balilla che, assicura Melis, proteggerà dall'allagamento la zona bassa (Su Stainu). “ Ma - precisa - per

l'attuazione del progetto Cinsa, bisogna attendere il parere positivo del comitato tecnico regionale”. Mentre Emanuele

Armeni, consigliere di opposizione (Pd), esclama, “ Meglio tardi che mai, a distanza di sette anni sono riusciti a

presentare un progetto del CISNA alla Regione, restiamo in attesa del definitivo”.

Intanto, Melis fa sapere che, in attesa che la Regione reperisca i 15 milioni di euro necessari per completare le opere di

bonifica strutturale della rete, il Consiglio ha chiesto al Sindaco, all'assessore alla Pianificazione dei Servizi e al

Presidente della Regione, un preciso impegno di avviare la copertura finanziaria (6,5 milioni di euro) per l'ultimazione dei

lavori del collettore 70, che consentirebbe di raccogliere gli scarichi di Baracca Manna, via Stamira e zona Su Planu verso

il canale di Terramaini.

Cristiana Sarritzu

Data:

12-01-2010 Sardegna oggiPirri: residenti chiedono interventi immediati

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 261

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mercoledì, 13 gennaio 2010

Comune di Cagliari: da Regione 6 milioni di euro per la realizzazione di interventi urgenti di messa in sicurezza e

limitazione del rischio idrogeologico nella Municipalità di Pirri e per l'urbanizzazione di Barracca Manna. "Con questi

fondi –- precisa l''assessore Giagoni -– proseguiamo il progetto di urbanizzazione di Barracca Manna, che fino ad oggi è

stato realizzato al 75 per cento".

CAGLIARI - Il Comune ha ottenuto due milioni di euro dalla Regione per l'attuazione del programma che prevede

“interventi urgenti di messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico e per il ripristino delle opere di interesse

pubblico nei Comuni colpiti dagli eventi alluvionati del mese di ottobre del 2008 e del mese di novembre 2009”.

“Con questi fondi, che si aggiungono ad un altro milione di euro di fondi comunali – spiega l'assessore alla Pianificazione

dei servizi, Giovanni Giagoni – potremo fronteggiare, oltre che con l'impegno quotidiano dei tecnici e delle squadre della

Protezione civile, un problema eccezionale. Siamo riusciti a ottenere una cifra che ci permetterà di attenuare le criticità

emerse a Pirri durante l'alluvione del 2008. Un bel traguardo che dimostra come l''Amministrazione sia pronta a mettersi

in gioco per accogliere gli appelli degli abitanti della Municipalità. Nei prossimi giorni – aggiunge Giagoni – capiremo

quali saranno i tempi di realizzazione di queste importantissime opere”.

Ma non è tutto. Sono pronti poco meno di 3 milioni di euro anche per le opere di urbanizzazione di Barracca Manna. Il

Comune potrà così realizzare un altro lotto di interventi nell'insediamento sorto abusivamente alla fine degli anni

Sessanta: strade, impianti idrici e fognari e illuminazione pubblica saranno realizzati nel vasto quartiere che oggi si

estende per oltre 200 ettari nel territorio di Pirri e accoglie circa 14 mila abitanti.

"“Con questi fondi –- precisa l''assessore Giagoni -– proseguiamo il progetto di urbanizzazione di Barracca Manna, che

fino ad oggi è stato realizzato al 75 per cento. È un nuovo passo avanti verso la conclusione di un'opera molto importante

per i tanti cittadini che abitano la zona. Ma non solo perché con 2 milioni e 900 mila euro si daranno concrete riposte agli

abitanti del quartiere, che da tempo chiedono di avere i servizi e i sottoservizi: Urbanizzando Barracca Manna -– fa notare

Giagoni -– risolveremo infatti anche il problema che con le piogge si verifica in tutto il territorio, quando i detriti e la terra

delle strade del quartiere si riversano in tutta Pirri”".

Data:

13-01-2010 Sardegna oggiAlluvione Pirri: in arrivo 6 mln €

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 262

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il ritorno del maltempo

TORNA L'ALLERTA NEVE. Dalla mezzanotte sino alle 12 di questa mattina sono previste nuove nevicate «sulle alture

e nel Ponente cittadino».

Non siamo al massimo livello di allarme di giovedì scorso, rivelatosi alla fine un clamoroso flop (al posto della neve solo

pioggia su gran parte della città), ma a un più prudente allerta 1.

Chi lo ha diramato? Le previsioni di giovedì scorso, sulla base delle quali il Comune aveva disposto il giorno primo la

(contestatissima) chiusura delle scuole e un abbondante spargimento di sale sulle strade collinari, erano state "firmate" dal

Centro meteo Arpal della Regione. Questa volta, invece, proprio per evitare il rischio di nuove polemiche e i rimpalli di

competenze, una nota di Palazzo Tursi parla di «previsioni meteo congiunte di Regione e Comune».

Le nevicate, se ci saranno, non dovrebbero essere tali da bloccare la città e, quindi, richiedere interventi particolarmente

pesanti da parte del Comune. Niente scuole chiuse, insomma. La scorsa notte solo venti mezzi dell'Amiu hanno

provveduto a spargere il sale sulle strade ma è stata disposta l'apertura anticipata - alle 6,30 - delle divisioni territoriali.

Dalle 6 di stamane - informa ancora il Comune - è operativa «l'Unità di crisi presso il Centro automatizzato della polizia

municipale». Ancora: «I vigili urbani delle sezioni territoriali presidieranno le strade a partire dalle 6 anziché dalle 7». Il

sale sarà distribuito gratuitamente nei depositi delle divisioni territoriali. Sempre questa mattina l'Amt deciderà se montare

o meno le catene ai bus.

Infine Tursi raccomanda «la massima prudenza» a chi usa il mezzo privato, «specialmente sulle alture e nel Ponente».

V. G.

Data:

13-01-2010 Il Secolo XIXDiramato l'allerta 1 per la neveriunito il comitato di protezione civile

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 263

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arriva il sale per fronteggiare l'emergenza

Previsto un abbassamento delle temperature. Le strade provinciali piene di buche

IL BELLO arriva adesso, con il miglioramento delle condizioni meteorologiche e il brusco abbassamento delle

temperature: «Avremo a che fare con il rischio ghiaccio», sintetizza Giuseppe Piero Fossati, assessore provinciale a

viabilità e protezione civile. Un pericolo che non viene da solo: «Sopra i 1.000 metri, per la galaverna, sono cadute

diverse piante, che in realtà erano malate - puntualizza Fossati - Non sono molte, ma è comunque un fattore di rischio».

Forse peggio è in fatto che le strade dell'entroterra siano ridotte a groviera: «Sale e ghiaccio hanno provocato parecchie

buche - spiega l'assessore - Per ora mandiamo agenti a posizionare cartelli di avviso, se le condizioni miglioreranno e

troveremo chi ci vende asfalto, sabato potremo iniziare i ripristini».

Almeno una cosa positiva c'è: in attesa che arrivino le 2.100 tonnellate di sale acquistate dalla Provincia (dovrebbero

sbarcare domani; «Sembra che la nave sia venuta da Palermo a remi, anche se in verità ha trovato mare mosso», osserva

Fossati), per fronteggiare la possibile emergenza ghiaccio di questi giorni, è stato acquistato un quantitativo di sale

ulteriore che dovrebbe bastare per questi giorni. Anche se c'è chi approfitta delle disgrazie per fare cassa: «Ci sono stati

chiesti 96 euro a tonnellata per consegne sui sette giorni, 118 euro per le emergenze, quando l'appalto è di 57,80 euro -

rivela Fossati - Sarebbe da denunciarli, ma gira così».

Per ora la neve, e con temperature molto basse, ha flagellato particolarmente la Val Trebbia, che da fine dicembre

praticamente ha quasi sempre registrato precipitazioni nevose dai 300 metri in su. Da Torriglia a Montebruno, da Fascia a

Fontanigorda, sono di nuovo state interessate da un' abbondante nevicata per tutta la mattinata di ieri. Anche per questa

ennesima nevicata gli sgomberi hanno funzionato bene, e nessuna strada è stata chiusa al traffico. È di nuovo transitabile

la strada che da Fontanigorda porta alla frazione Borzine, dove vive sola una signora ottantenne, raggiunta nei giorni

scorsi per un controllo dalla Forestale di Torriglia. E pare volga al termine anche l'odissea di una famiglia di ristoratori

che vive al passo del Fregarolo, dove gestisce la trattoria Al Valico, e dove continuamente salta la linea telefonica a causa

del maltempo: la famiglia, per il momento, si è trasferita più in basso, mentre la Telecom ha assicurato che quanto prima

provvederà per un nuovo allaccio meno "ballerino" che inibisca future interruzioni della linea.

A Bargagli i danni maggiori non li ha portati la neve: il guaio è stato causato nei giorni scorsi da una frana, nel cuore del

paese (diviso in molte frazioni) che a causa delle precipitazioni soprattutto piovose e di nevischio ha fatto crollare il

muraglione di contenimento del campo sportivo, recente vanto del paese, che è sprofondato. «Un bel disastro - assicura il

sindaco Sergio Aveto - Per costruire questo stadio avevamo speso moltissimo, e ora per rimetterlo in sicurezza e renderlo

di nuovo agibile abbiamo calcolato che saranno necessari ancora circa centomila euro. Per ora, perché in seguito ci

vorranno certamente altri lavori di aggiustamento». Soldi "cash" che il Comune non ha a disposizione (problema di tutti i

piccoli centri con scarsa disponibilità finanziaria), e che quindi Aveto ha provveduto a chiedere alla Regione.

Giuliano Gnecco

[email protected]

Mara Queirolo

© riproduzione riservata

Data:

14-01-2010 Il Secolo XIXDopo la neve l'incubo frane e gelo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 264

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provvedimento del comune di genova per i senzatetto

Apertura straordinaria

in via delle Fontane. L'assessore Papi:

«Per l'anno prossimo troveremo altri 40 posti»

UN RIFUGIO di fortuna per difendersi dal freddo i clochard riuscivano a trovarlo agli angoli delle strade, nei portoni

rimasti aperti, appoggiati alle grate dei sottopassaggi. Poi ci fu la morte di Babu Raya Khadka, clochard nepalese di 43

anni, nel dicembre del 2008, sotto i portici del teatro Carlo Felice: il Comune corse ai ripari, moltiplicando gli spazi per

l'accoglienza dei senza tetto durante l'inverno. A queste strutture si aggiunge l'ex palestra di via delle Fontane, un riparo

d'emergenza che viene aperto solo quando il freddo è tale, da costituire un rischio per la sopravvivenza.

È il Comune, infatti, a decidere se mettere a disposizione o meno lo spazio, in base alla temperatura e alle condizioni del

tempo: cosìè accaduto l'altra sera, come documentano le foto del Secolo XIX. Ed è l'associazione Massoero 2000 ad

aprire le porte, dopo il via libera del Comune, a circa 30 senza fissa dimora, che prendono posto sulle brandine della

protezione civile e possono usufruire dei bagni e delle docce.

Si vedono visi giovani fare capolino dai letti a castello, volti solcati dalle rughe: come quello di Luigino, che scherza sulla

sua età e afferma di avere 71 anni, e invece ne ha già compiuti 81. C'è spazio per i rimpianti («Da tanti anni sono in Italia

e ora mi ritrovo qui in mezzo a una strada»), per raccontarsi: «Dormo ogni tanto al porto, ogni tanto a casa di qualcun

altro...». Storie di vita che s'intrecciano, mentre, intorno alle 21.30, arrivano i volontari della Sant'Egidio a distribuire

panini. «Questa - dice Angelo Gualco, responsabile tecnico dell'associazione Massoero - è una struttura d'emergenza

offerta solo quando è a rischio la vita umana». Eppure, proprio in seno all'associazione, e tra chi vive a stretto contatto con

i clochard, c'è chi vorrebbe poter tenere aperta l'ex palestra tutte le sere, dando a chi vive in strada la possibilità di un

rifugio permanente. «Altre sono le strutture "fisse" per i senza fissa dimora - puntualizza Gualco dalla Massoero - Non

avremmo neppure le risorse necessarie a tenere aperto questo spazio per più tempo». L'associazione Massoero non si

limita ad accogliere i senza tetto, ma li va a cercare: «Andiamo sotto il Matitone o nelle stazioni di Sampierdarena e

Nervi, dove di solito si radunano - racconta Gualco - Cerchiamo di convincerli a passare la notte al caldo, aiutarli a

vincere l'abitudine».

A elencare gli spazi a disposizione dei clochard è Roberta Papi, assessore alle politiche sociali: «Ci sono Villa San

Teodoro, con 24 posti letti, Odissea, a San Benedetto al Porto, con 14 posti, la struttura di vico Stoppieri per 24 persone. E

poi c'è la casetta Auxilium, che può ospitare altre 20 persone - dice - Oltre a due accordi, in caso di emergenza: con

Grandi Stazioni per l'apertura notturna delle sale d'aspetto di Principe e Brignole, e con l'Amt, per l'apertura della stazione

del metrò di De Ferrari. Per il prossimo inverno, vogliamo individuare uno spazio con 40 posti». «Rispetto allo scorso

anno molto è stato fatto - conclude Gualco - Ma si dovrebbe continuare su questa strada».

ELENA NIEDDU

[email protected]

© riproduzione riservata

Sul nostro sito il filmato di Davide Pambianchi

Data:

14-01-2010 Il Secolo XIXL'ex palestra del Colombo diventa dormitorio per clochard

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 265

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lo scontro

L'ANNUNCIO è di Giuseppe Piero Fossati, assessore provinciale a viabilità e Protezione Civile: «Dopo una verifica con i

tecnici e la Forestale, vedremo se ci sono le condizioni per riaprire la strada 73 del Faiallo, dove ci sono accumuli di 5-6

metri di neve e il rischio di slavine».

Tema scottante, tanto che lunedì Fossati ha fatto personalmente un sopralluogo. «In autunno hanno installato sbarre che ci

avevano garantito sarebbero state usate sono in caso di emergenza - denuncia Massimo Zunino, titolare del ristorante della

zona - Invece in questi giorni è rimasta chiusa: non hanno pulito perché temevano un'altra nevicata. Sul versante savonese

sono passati quando c'erano 30 centimetri. È anche una questione si sicurezza: se uno sta male, invece di essere in

mezz'ora all'ospedale di Voltri deve allungare e andare in un'ora a Savona».

Replica Roberto Franz, geometra della Provincia: «La Forestale ha dato grado 3, il massimo, di pericolo slavine. Non è

vero ci si metta tanto ad arrivare a Voltri, e comunque non vogliamo che come lo scorso anno un nostro collaboratore resti

sotto la neve».

G. Gn.

© riproduzione riservata

Data:

14-01-2010 Il Secolo XIXFaiallo verso la riapertura, ma è polemica

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 266

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Rasa al suolo la capitale, feriti che vagano senza cure. Arrivati i primi aiuti dagli Usa

UNA CATASTROFE di dimensioni immani. Centomila morti, forse di più, c'è chi parla persino di mezzo milione di

vittime. È il bilancio, pesantissimo, delle scosse di terremoto, almeno dieci, che hanno scosso ieri l'isola di Haiti, la più

povera dei Caraibi, e in particolare la sua capitale Port-au-Prince. Una città che non esiste più, distrutta, rasa al suolo.

Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superare persino i 230 mila morti per lo tsunami che colpì l'Oceano

Indiano nel giorno di Santo Stefano del 2004.

L'orrore di Port-au-Prince è negli occhi dei bambini rimasti vivi, nei silenzi di chi si trascina senza braccia, nelle urla di

chi è rimasto cieco, ferito, ustionato, nelle invocazioni di aiuto di chi è ancora sotto le macerie. I cadaveri li ammucchiano

nelle aule delle scuole, o li porta via il mare, o restano dove sono, sepolti sotto cumuli di detriti. Sono crollati il palazzo

presidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite (dove ci sarebbero 200 dispersi), gli

albergacci che qui sembravano di lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole,

due ospedali e le sconfinate bidonville. Per gli oltre due milioni di abitanti della capitale di Haiti, la differenza tra la vita e

la morte l'ha fatta il caso, tra chi era in strada in quel minuto di inferno e chi in uno degli edifici crollati. Con un

paradosso: i più poveri hanno avuto la fortuna di essere travolti solo da lamiere e cartoni.

L'Onu stima che un terzo dei 9 milioni di abitanti di Haiti sia stato colpito. Il primo ministro Jean Max Bellerive ha

parlato di oltre centomila cadaveri, tra i quali decine di Caschi Blu e forse centinaia di dipendenti Onu.

Il sisma che ha colpito Haiti è stato il più violento mai registrato nei Caraibi. La prima scossa alle 16.53 ora locale (le

22,53 italiane) di martedìè stata un lungo, interminabile, ondeggiare e sobbalzare della terra: 60 secondi di terrore, di

edifici che crollavano, di auto sbalzate in aria. I sismologi americani l'hanna classificata di magnitudo 7.0 sulla scala

Richter. L'energia liberata è stata pari a quella di una bomba H da 32 megaton, circa 30 volte più potente del terremoto

dell'Aquila (5,8 Richter), mille volte più distruttiva dell'atomica di Nagasaki del 1945 (32 kiloton). Da quel momento, per

17 ore, altre 35 scosse: nessuna sotto i 4.5 gradi Richter. Era il tramonto, quando si è scatenato l'inferno. La notte ha

coperto la disperazione e dato il via libera agli sciacalli, che si sono scatenati senza ritegno.

Un americano, Frank Thorp, ex collaboratore dell'emittente americana Cbs, figlio di un ex ammiraglio della marina

americana, che si trovava a 160 km. da Port-au-Prince ha ricevuto sul cellulare la chiamata dalla moglie: «Qui è crollato

tutto, sono sepolta viva». Poi non è più riuscito a mettersi in contatto con lei. L'uomo dopo sei ore di guida è riuscito ad

arrivare sul posto e scavando con le mani ha salvato la donna e un suo collaboratore, rimasti intrappolati. «Ho visto una

mano di Jillian spuntare dalle macerie - ha raccontato -. Poi ho sentito la sua voce. Ho cominciato a scavare finché non

sono riuscito a tirarla fuori».

La tragedia ha fatto scattare la catena dei soccorsi. Già ieri sera sono arrivate ad Haiti le prime squadre di soccorso

medico dagli Stati Uniti. I militari Usa hanno anche scaricato all'aeroporto di Port-au-Prince, gravemente danneggiato,

apparecchiature elettroniche per rendere più sicure le operazioni di atterraggio e decollo dei velivoli. È attesa oggi ad

Haiti la portaerei Carl Vinson, altre navi Usa sono in viaggio verso l'isola.

La Unione europea nella catastrofe ha trovato la forza di unirsi mettendo insieme «per la prima volta» un coordinamento

unico per gestire gli aiuti. La macchina della solidarietà si è messa in moto.

Giuseppe Giannotti

[email protected]

Data:

14-01-2010 Il Secolo XIXCome un'atomica, 100.000 morti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 267

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intervento della forestale

PEZZI di moto e batterie. Carcasse di carrozzeria e oli pericolosi, altamente inquinanti. Rifiuti speciali, insomma, smaltiti

abusivamente. È quanto accaduto sul monte Moro dove, nei giorni scorsi, la sezione di Struppa della Forestale ha

sequestrato l'area dove sono stati smaltiti i rifiuti e aperto un'indagine. Indagine che arriva vicina a un'officina di moto del

centro cittadino, rintracciata grazie allo zelo di alcuni residenti che, notato il furgone sospetto, ne hanno annotato il

numero di targa. Ma non solo. A corredo della denuncia, sporta alcuni giorni fa al nucleo provinciale della Forestale (che

l'ha poi affidata per competenza territoriale ai colleghi di Struppa), ci sarebbero anche immagini del furgone, un Ducato,

da cui è stato scaricato il materiale inquinante.

Dopo il sequestro del sito inquinato gli agenti della Forestale stanno cercando di capire a chi contestare il reato di

discarica abusiva e gli altri addebiti legati all'inquinamento del terreno. Se si trattasse di una responsabilità della ditta,

scatterebbe la denuncia penale. Se invece si tratta di un privato che ha smaltito per conto suo i rottami, allora si

configurerebbe solamente l'illecito amministrativo.

La forestale può comunque contare sulla collaborazione dei residenti di Monte Moro, una piccola comunità decisa a

difendere il suo territorio: è successo quando c'è stato l'incendio di Nervi, e anche nei giorni scorsi quando proprio uno dei

residenti ha dato notato il furgoncino che andava e veniva.

f. for.

Data:

14-01-2010 Il Secolo XIXMonte moro, Discarica abusiva indagine su un'officina

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 268

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stand collocati all'interno dell'Ortofrutta

Mercato agricoltori, tutto pronto ora si deve fissare il calendario

La Provincia Regionale, tramite l'Ufficio di Protezione civile, sostiene iniziative promosse su tale fronte da enti e

associazioni di volontariato operanti sul territorio. A tal proposito la Giunta provinciale ha deliberato la concessione di

contributi finalizzati allo svolgimento di nuove iniziative, o a titolo di rimborso di quelle già effettuate nel 2009.

Un contributo di 5.000 euro è stato concesso all'organizzazione di volontariato “Anps” (Associazione nazionale Polizia di

Stato) - Nucleo di Protezione civile, per attività da svolgere con il predetto Ufficio provinciale e relativa ad attività

formativa ed esercitativa.

Anche all'organizzazione Giubbe Verdi - Fontana delle Rose di Campofranco è stata assegnata la cifra di 5.000 euro per la

realizzazione di un progetto operativo, e al contempo per l'incremento dell'attività del sodalizio che presuppone anch'essa

la collaborazione con l'Ufficio Protezione civile della Provincia.

Stesso importo andrà all'organizzazione Mazzarino Soccorso, così come all'associazione Airone di Gela che nei propri

programmi ha l'addestramento e la formazione di volontari.

Infine è stato deliberato un contributo di 938,46 euro a favore del Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana di

Caltanissetta a titolo di rimborso spese per l'attività di emergenza e soccorso sociale espletata in occasione della

manifestazione degli agricoltori dello scorso ottobre, sempre in collaborazione con l'Ufficio provinciale di Protezione

civile.

Data:

13-01-2010 La SiciliaMercato agricoltori, tutto prontoora si deve fissare il calendario

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 269

Page 279: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Per la Cri sono quasi 3 milioni le persone colpite dal sisma

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13 gennaio 2010

Le immagini del terremoto

Le prime testimonianze: «Gente impazzita, per le strade decine e decine di morti»

Haiti, un'isola devastata dalla natura e dagli scontri politici

Caritas, Unicef, Croce Rossa: ecco come inviare i primi aiuti

Terremoto di Haiti / La mappa

Il devastante terremoto che ieri sera ha colpito Haiti potrebbe aver coinvolto fino a 3 milioni di persone. Questa la stima

della Croce Rossa Internazionale, secondo quanto riferito dal portavoce Paul Conneally, per il quale ci vorranno almeno

24-48 ore affinchè si possa avere una stima più chiara della portata della distruzione. La stima della Cri è basata sul

numero di persone che vive nella zona colpita e nei suoi dintorni, ma considera anche coloro che vivono nelle bidonvilles.

Intanto si continua a scavare sotto le macerie dei palazzi crollati dopo il terremoto che ha colpito l'isola nella notte:

numerose le scosse a partire dalle 16.53 ora locale (le 22.53 in Italia), con la più devastante di magnitudo 7.0 della scala

Richter. A Port-au-Prince, la capitale del paese più povero dell'emisfero occidentale, si cercano centinaia di dispersi sotto

i moltissimi edifici che sono stati rasi al suolo. L'energia elettrica è completamente assente e questo rende impossibili

anche le comunicazioni con l'isola.

A Port-au-Prince si sono verificati casi di saccheggio: la folla ha portato via della merce da un supermercato rimasto

parzialmente distrutto dal sisma. Lungo le strade del quartiere di Delmas giacciono morti e feriti: molti residenti della

capitale stanno trascorrendo la notte in strada dopo aver abbandonato le loro abitazioni, molte delle quali crollate.

Tre ospedali di Port-au-Prince sono crollati, e nella capitale è in funzione un solo nosocomio, che non è in grado di

accettare ulteriori pazienti perché ormai collassato. Gravi i danni alla missione dell'Onu a Haiti (Minustah), quartier

generale della forza di stabilizzazione delle Nazioni Unite. Gli abitanti stanno scavando con le mani tra le macerie in

cerca di susperstiti. Sembra che il capo della missione Hedi Annabi e tutte le persone che si trovavano con lui nell'edificio

della missione siano morte, ha detto il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner.

Si cercano anche circa 200 persone, fra locali e turisti, che sarebbero intrappolate in un famoso hotel della capitale, il

Montana.

L'epicentro del sisma principale si trova a una ventina di chilometri da Port-Au-Prince, sulla terraferma dell'isola e a una

profondità di appena 10 chilometri. Proprio questa scarsa distanza dalla superficie terrestre è la causa della grave

devastazione. Un allarme tsunami è stato lanciato a Cuba dove circa 30mila persone sono state evacuate dalla zona di

Baracoa, la più orientale dell'siola.

La seconda scossa, di magnitudo 5.9, è stata registrata con epicentro molto vicino a quello della prima. La terza è stata di

magnitudo 5.5. La prima scossa si è verificata alle 16:53 locali (le 22:53 italiane), le successive si sono verificate alle

17:00 e alle 17:12. Nel giro di tre ore circa le scosse sono state in tutto nove. Il terremoto ha scosso tutta l'area dei Caraibi

ed è stato avvertito con molta intensità anche nella Repubblica Dominicana, che condivide l'isola con Haiti.

La Farnesina: «Finora nessun italiano coinvolto»

Data:

13-01-2010 Il Sole 24 Ore OnlineTERREMOTO AD HAITI

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 270

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«Al momento non risultano coinvolti connazionali» nel violento sisma che ha colpito Haiti. Lo ha detto Fabrizio Romano,

capo dell'Unità di Crisi della Farnesina. «La mancanza di informazione non vuol dire che non ce ne siano», ha aggiunto

Romano. «Stiamo naturalmente lavorando, sia direttamente attraverso le nostre strutture sul luogo, sia in contatto con le

altre unità di crisi dei Peesi europei per arrivare a un quadro realistico e aggiornato».

«I connazionali, iscritti all'anagrafe consolare, sono circa 180», ha precisato Romano, «ai quali vanno aggiunti una decina

di italiani che si sono iscritti al nostro sito "Dove siamo nel mondo". Non possiamo escludere che ce ne siano altri che non

si sono registrati né al consolato né al nostro sito».

L'appello del papa: «La Chiesa si attiverà con gli aiuti umanitari. Siate generosi» Benedetto XVI ha pronunciato oggi «un

appello per la drammatica situazione in cui si trova Haiti». «Il mio pensiero - ha detto - va, in particolare, alla popolazione

duramente colpita , poche ore fa, da un devastante terremoto, che ha causato gravi perdite in vite umane, un grande

numero di senzatetto e di dispersi e ingenti danni materiali. Invito tutti ad unirsi alla mia preghiera al Signore per le

vittime di questa catastrofe e per coloro che ne piangono la scomparsa». «La Chiesa Cattolica - ha garantito - non

mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediate

della popolazione». «Mi appello - ha concluso Papa Ratzinger - alla generosità di tutti, affinchè non si faccia mancare a

questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fativo sostegno

della comunità internazionale».

Subito attivi gli aiuti internazionali. Dall'Ue tre milioni di euro. La Protezione Civile in partenza

Il presidente statunitense Barack Obama ha subito offerto l'aiuto degli Stati uniti ad Haiti: «I miei pensieri e le mie

preghiere vanno a tutti coloro che sono stati colpiti», si legge in una nota della Casa Bianca sottolineando che il presidente

«segue la situazione da vicino». Un messaggio del presidente è atteso per le 16. L'Unione europea ha stanziato i primi tre

milioni di aiuti umanitari d'emergenza all'isola di Haiti, dopo una riunione d'emergenza convocata questa mattina dall'Alto

rappresentante europeo per la politica estera e di sicurezza, Katherine Ashton, insieme ai commissari europei interessati

dalla crisi. È anche già stato attivato il meccanismo europeo di Protezione civile (Mec) che coordina le offerte di aiuto

provenienti dagli Stati europei. Al momento hanno messo a disposizione team di ricerca, impianti per la purificazione

dell'acqua e bende, il Belgio, la Svezia e il Lussemburgo.

CONTINUA ...»

13 gennaio 2010

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Data:

13-01-2010 Il Sole 24 Ore OnlineTERREMOTO AD HAITI

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 271

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Frattini: «Mancano all'appello alcune decine di italiani»

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14 gennaio 2010

Le immagini del terremoto

Le prime testimonianze: «Gente impazzita, per le strade decine e decine di morti»

Haiti, un'isola devastata dalla natura e dagli scontri politici

Caritas, Unicef, Croce Rossa: ecco come inviare i primi aiuti

Gli aiuti della città e della diocesi di Milano

Terremoto di Haiti / La mappa

Indonesia: scossa 5,7 Richter a Papua

Da Bill Clinton alla coppia Jolie-Pitt le celebrità si mobilitano per gli aiuti

«Non abbiamo notizie positive nel senso che mancano all'appello alcune decine di persone». Lo ha detto il ministro degli

Esteri, Franco Frattini, ad Addis Abeba dove è in visita, riferendosi agli italiani che si trovano ad Haiti e che ancora non

hanno risposto all'appello. «Ma - ha precisato il ministro - per fortuna neanche negative».

Nella tarda serata di ieri la Farnesina aveva precisato che sono circa 70 i connazionali che si sono palesati annunciando di

stare bene dopo il terribile sisma che ha colpito e distrutto Haiti. E' ancora incerto però il numero di italiani che si

trovavano effettivamente sull'isola, così come resta incerto il possibile bilancio di vittime di nazionalità italiana in mezzo

all'immane disastro.

Sono 190 infatti i connazionali iscritti all'Aire, il registro degli italiani all'estero, ma non è detto che fossero tutti presenti

nel paese. Fra gli italiani di Haiti ci sono cooperanti, religiose, tecnici di azienda, e qualche stanziale da decenni. Ma è

possibile che si trovassero a Haiti turisti o viaggiatori che non avevano segnalato la loro presenza. Una testimone italiana

ha detto che alcuni connazionali soggiornavano nell'hotel Montana, ridotto in macerie. Per oggi è previsto l'arrivo ad Haiti

di due esperti del ministero che aiuteranno a far collimare le informazioni.

Il premier haitiano Jean Max Bellerive ha dichiarato nel pomeriggio di mercoledì 13 gennaio che il terremoto potrebbe

avere causato centomila morti. Tra i 3 e i 3,5 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione totale, sono state colpite

in un modo o in un altro dal sisma. Lo ha detto John Holmes, sottosegretario Onu agli affari umanitari a New York. Per il

presidente haitiano René Preval, i morti sarebbero «molte migliaia».

Decine di migliaia di haitiani hanno passato la seconda notte consecutiva in strada, soprattutto nella devastata capitale

Port-au-Prince, mentre i soccorsi sembrano arrancare: secondo testimoni, oltre 30 ore dopo il catastrofico terremoto che

ha colpito l'isola, i cadaveri giacciono ancora nelle strade. Secondo la stampa locale, a Port-au-Prince decine di migliaia di

persone si sono assiepate nella notte nelle strade, trovando riparo nei giardini pubblici. Quelli che circondano gli uffici del

premier ed altri vicini al Palazzo presidenziale sono stati «letteralmente presi d'assalto», riferisce il sito

Haitipressnetwork.com. «Nella confusione attuale questa situazione potrebbe durare per diversi giorni», nota il sito. Nella

capitale i soccorsi sono scarsi, anche perché non è stata ancora riattivata l'elettricità. Intanto si continua a scavare sotto le

macerie dei palazzi crollati dopo il terremoto che ha colpito l'isola nella notte fra martedì e mercoledì: numerose le scosse

Data:

14-01-2010 Il Sole 24 Ore OnlineTERREMOTO NELL'ISOLA CARAIBICA

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 272

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a partire dalle 16.53 ora locale (le 22.53 in Italia), con la più devastante di magnitudo 7.0 della scala Richter.

Tra i civili della missione Onu ad Haiti ci sono stati almeno 14 morti e 56 feriti in seguito al crollo del palazzo di

Port-au-Prince che li ospitava. Il bilancio, ancora provvisorio, è stato indicato da Alain Leroy e dalla sua vice Susanna

Malcorra, responsabili per gli aiuti umanitari Onu. Nella conferenza stampa al Palazzo di Vetro, i due hanno precisato,

ancora una volta, che il bilancio è destinato a salire, probabilmente in maniera drammatica, visto l'elevato numero di

dispersi, fino a 150, molti dei quali si troverebbero ancora sotto le macerie. Intanto, è stata confermata la morte del capo

della missione, il tunisino Hedi Annabi

Gli aiuti internazionali si sono mobilitati da subito, e la Banca Mondiale ha fatto sapere che stanzierà un fondo di 100

milioni di dollari a favore di Haiti per aiutare il paese a far fronte ai danni inflitti dal terremoto. Il presidente della Banca

Mondiale Robert Zoellick ha detto che la istituzione intende mobilitare una «significativa assistenza finanziaria» a favore

di Haiti e inviare nel paese un team di specialisti per analizzare i danni e le necessità per la ricostruzione.

Da parte loro gli Stati Uniti, che hanno messo in moto un'imponente sistema di soccorsi, non escludono di utilizzare

l'ospedale del carcere di Guantanamo, a Cuba, per accogliere eventuali rifugiati provenienti da Haiti, come ha confermato

il generale Douglas Fraser, comandante del SouthCom, il comando militare americano per la regione del sud, che

comprende Haiti. CONTINUA ...»

L'appello del papa: «La Chiesa si attiverà con gli aiuti umanitari. Siate generosi» Benedetto XVI ha pronunciato oggi «un

appello per la drammatica situazione in cui si trova Haiti». «Il mio pensiero - ha detto - va, in particolare, alla popolazione

duramente colpita , poche ore fa, da un devastante terremoto, che ha causato gravi perdite in vite umane, un grande

numero di senzatetto e di dispersi e ingenti danni materiali. Invito tutti ad unirsi alla mia preghiera al Signore per le

vittime di questa catastrofe e per coloro che ne piangono la scomparsa». «La Chiesa Cattolica - ha garantito - non

mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediate

della popolazione». «Mi appello - ha concluso Papa Ratzinger - alla generosità di tutti, affinchè non si faccia mancare a

questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fativo sostegno

della comunità internazionale».

14 gennaio 2010

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14-01-2010 Il Sole 24 Ore OnlineTERREMOTO NELL'ISOLA CARAIBICA

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 273

Page 283: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

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13 gennaio 2010

Per chi ha intenzione di inviare i primi aiuti alla popolazione di Haiti, ecco una prima guida delle principali

organizzazioni umanitarie alle quali far pervenire i versamenti:

Per sostenere gli interventi della Caritas Italiana, attiva ad Haiti dal 1975, si possono inviare offerte a Caritas Italiana

tramite C/C Postale N. 347013 specificando nella causale: Emergenza terremoto Haiti

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:

- UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119

- Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012

- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113

- CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d'ufficio).

Anche l'Unicef, che è molto attiva sull'isola, ha attivato un canale per le donazioni tramite:

- c/c postale 745.000, causale: "Emergenza Haiti";

- carta di credito online su www.unicef.it, oppure chiamando il numero verde UNICEF 800745000;

- cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051;

- i comitati locali dell'Unicef presenti in tutta Italia (la guida è su www.unicef.it)

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), già da tempo impegnato nell'isola caraibica, sta inviando

quasi 90 tonnellate di biscotti ad alto contenuto energetico, sufficienti a sfamare 30mila per una settimana. Per aiutare il

WFP a fornire assistenza alimentare alle vittime del terremoto potete inviare offerte tramite il sito www.wfp.org/it oppure

con bonifico bancario, causale: emergenza Haiti c/c 6250156783/83 Banca Intesa ag. 4848 ABI 03069 CAB 05196 IBAN

IT39 S030 6905 1966 2501 5678 383, o ancora con versamento su c/c postale 61559688 intestato a: Comitato Italiano per

il PAM - IBAN IT45 TO76 0103 200 0000 6155 9688

Per quanto riguarda la Croce Rossa, le donazioni si posso effettuare tramite:

- C/C bancario n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria - Via San Nicola da

Tolentino 67 - Roma, intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma. Coordinate bancarie (codice IBAN)

relative sono: IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020 Causale PRO EMERGENZA HAITI

- Conto Corrente Postale n. 300004 intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma c/c postale n° 300004

Codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004

Causale: Causale PRO EMERGENZA

- È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI all'indirizzowww.cri.it all'atto della

scelta del progetto selezione «Pro emergenza Haiti».

Le organizzazioni non governative italiane riunite sotto la sigla "AGIRE" (ActionAid, AMREF, CESVI, CISP, COOPI,

COSV, GVC, Intersos, Save the Children, Terre des Hommes e VIS) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per

finanziare i soccorsi alle popolazioni di Haiti.

I fondi raccolti da Agire saranno destinati ai bisogni più urgenti: cibo, acqua potabile, medicinali, ripari temporanei. Nelle

prossime ore sarà attivato l'sms solidale. Al momento è possibile offrire il proprio sostegno attraverso i seguenti canali:

- donazioni con carta di credito al numero verde 800.132870

- versamento sul conto corrente postale n. 85593614, intestato ad AGIRE onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale

Emergenza Haiti

- bonifico bancario sul conto BPM - IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856. Causale: Emergenza Haiti

- Donazioni on line dal sito internet www.agire.it

Data:

13-01-2010 Il Sole 24 Ore OnlineDalla Caritas all'Unicef, ecco come inviare i primi aiuti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 274

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Anche Medici Senza Frontiere ha lanciato una raccolta fondi straordinaria, per affrontare l'emergenza in corso e per

continuare a prestare l'ordinaria assistenza medica una volta superata questa fase. Per aiutare Msf nelle azioni di soccorso,

si può donare con:

- carta di credito chiamando il numero verde 800.99.66.55 oppure lo 06.44.86.92.25;

- bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000;

- c.c. postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti;

- donazione on line sul sito www.medicisenzafrontiere.it

13 gennaio 2010

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Data:

13-01-2010 Il Sole 24 Ore OnlineDalla Caritas all'Unicef, ecco come inviare i primi aiuti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 275

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Istituti di pena. Si punta a 80mila posti

ROMA

Il sovraffollamento delle carceri è una emergenza non più procrastinabile e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano,

ha annunciato ieri le sue contromosse durante il dibattito sul sistema penitenziario.

La prima arriverà già oggi al Consiglio dei ministri dove il Guardasigilli proporrà la dichiarazione dello stato d'emergenza

per le carceri della penisola. È però solo il primo tassello della strategia dell'esecutivo: l'altro è il piano carceri del

dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), che dovrebbe portare la capienza dagli attuali 63mila posti a

80mila e che è già pronto da ottobre.

Ma il suo iter ha avuto una esistenza tormentata a causa della difficoltà di reperire i fondi necessari.

Lo stato d'emergenza «non è il preludio di un abuso ma uno strumento di efficienza», ha spiegato il titolare della Giustizia

replicando alle obiezioni sull'abuso di ordinanze mosse dal capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini.

«Affiancheremo all'edilizia carceraria - ha aggiunto - norme che deflazionino la presenza in carcere, ma non ci sarà

nessun abuso».

Tecnicamente la proclamazione dello stato d'emergenza prevede l'assegnazione al capo del Dap, Franco Ionta, di maggiori

poteri, da affiancare a quelli che già conferitigli lo scorso anno quando fu nominato commissario straordinario per

l'edilizia carceraria. Ionta diverrebbe in sostanza commissario delegato alla stregua di Guido Bertolaso alla protezione

civile.

Secondo la bozza di piano messa a punto dallo stesso Dap, il capo del dipartimento potrà così avvalersi, in deroga alle

norme in vigore, anche di consulenti esterni e decidere la secretazione delle procedure di affidamento dei contratti

pubblici. Tradotto: l'iter della costruzione di nuove carceri sarà semplificato e, sotto la responsabilità del presidente del

consiglio, la documentazione relativa agli appalti potrà essere classificata come «riservatissima ». Ciò consentirà,

chiarisce sempre la bozza, di selezionare gli operatori economici interessati agli appalti e di proteggere tutta la

documentazione relativa.

Saranno invece tre i pilastri del piano carceri. Si comincia dagli interventi di edilizia, che amplieranno la capienza, per

passare poi al secondo tassello. «Ci saranno - precisa Alfano - riforme di accompagnamento che atterranno il sistema

sanzionatorio e che riguarderanno coloro che devono scontare un piccolo residuo di pena». In altri termini, sarà previsto il

ricorso alla detenzione domiciliare per coloro che hanno un residuo di pena di un anno. Il terzo punto,infine,è l'aumento di

organico della polizia penitenziaria di oltre 2mila unità «per migliorare la condizione complessiva delle nostre carceri».

I sindacati degli agenti penitenziari accolgono con analoghi accenti l'annuncio del ministro Alfano. La Uil Pa Penitenziari

ricorda che «le 2mila unità non risolvono le gravi deficienze organiche», pur giudicando positivamente l'approdo de piano

al Cdm. E anche il Sappe sottolinea che «se si vuole arrivare ad avere in Italia una capienza detentiva di 80mila posti non

basta assumere solo 2mila agenti». Mentre l'associazione Antigone punta il dito contro la dichiarazione dello stato

d'emergenza. «Ci auguriamo che non significhi la secretazione di tutte le procedure di gara per gli appalti».

Ce.Do.

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IL PROGETTO

Fra le misure proposte anche 2mila agenti in più e arresti domiciliari per chi deve scontare ancora 1 anno Pd: no all'abuso

di ordinanze

Data:

13-01-2010 Il Sole 24 OrePiano carceri al varo Alfano chiederà lo stato d'emergenza

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 276

Page 286: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Il cooperante. Pierantonio Borile, della missione Ue

«»

Claudio Gatti

NEW YORK. Dal nostro inviato

Nella sua ventennale carriera di responsabile di progetti di cooperazione, l'agronomo padovano Pierantonio Borile aveva

acquisito familiarità con tragedie e disastri. Ma mai era stato testimone diretto di una catastrofe come quella che da

martedì pomeriggio ha messo in ginocchio l'intero paese di Haiti.

«Ero nel mio ufficio, in un palazzo di otto piani in una zona residenziale a nord di Portau- Prince. Stavo terminando un

rapporto finanziario sui progetti che seguo, quando ho sentito il pavimento tremare. La scossa è durata quasi un minuto.

Durante il quale non sono stato in grado neppure di alzarmi in piedi. Solo dopo che era passata, io e gli altri colleghi della

delegazione dell'Unione europea siamo riusciti ad evacuare l'ufficio», dice in un'intervista al Sole 24 Ore condotta via

internet. «Fortunatamente l'edificio ha retto. È del tutto inagibile - e probabilmente dovrà essere abbattuto - ma ha retto. E

per fortuna anche casa mia».

Non è andata così bene nella zona vecchia della città, quella più a sud, dove sono crollati non solo i palazzi a più piani ma

anche le baracche di cemento che compongono le bidonville della capitale. «In altri paesi le bidonville sono di latta o di

legno. Qui purtroppo sono fatte di cemento di scarsa qualità. Il che le rende molto più pericolose in caso di terremoto »,

spiega Borile. Che aggiunge: «Haiti è un paese che non ha capacità di prevenzione né un sistema di protezione civile:

basti sapere che l'anno scorso lo stesso uragano che ha attraversato in pieno Cuba e appena sfiorato Haiti, a Cuba ha fatto

60 morti e qui 400. Ma, ancor più, manca la capacità di far fronte a una crisi di questa portata».

I telefoni fissi e i cellulari funzionano solo a tratti. «In uno dei pochi momenti in cui funzionava il mio telefono, alle tre di

questa notte, ho ricevuto una chiamata dall'unità di crisi della Farnesina, che con grande - e apprezzatissima - efficienza

voleva assicurarsi che stessi bene», dice l'agronomo. L'unico mezzo di comunicazione sicuro è la radio trasmittente,

strumento di cui tutti i cooperatori stranieri sono dotati, essendo questo un paese che garantisce la corrente elettrica solo

un paio di ore al giorno. Ed è così che Borile si sta in queste ore tenendo in contatto con il mondo esterno e con gli altri

funzionari europei. Il piano è di evacuare tutti. Ma non si sa quali strade verso Santo Domingo siano ancora agibili. E

quindi, per ora, si aspetta.

«Noi siamo dei privilegiati. Almeno possiamo comunicare. Il nostro personale locale qui con noi non sa che fine abbiano

fatto i propri familiari. E poi noi cooperanti abbiamo scorte di cibo, acqua, batterie elettriche e benzina. Ma la popolazione

locale non ha nulla di tutto ciò», dice Borile. Ovviamente è forte il timore di nuove scosse. Attorno alle 12, dalla radio è

arrivato l'avviso del rischio di un nuovo tremore e l'invito a spostarsi all'aria aperta. Non è successo nulla, ma il clima è di

panico.

[email protected]

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«La popolazione non ha acqua né cibo e manca la capacità di far fronte a una simile tragedia» Padovano. Pierantonio

Borile

Data:

14-01-2010 Il Sole 24 OreLa gente non ha più nulla

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 277

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Emergenza in cella. Il governo vara il progetto Alfano e lo stato di emergenza

Carceri: metodo «l'Aquila» per costruire 47 padiglioni

ROMA

Giusto un anno fa (era il 23 gennaio 2009), il Consiglio dei ministri prese atto dell'«emergenza carceri» (all'epoca c'erano

58mila detenuti) e annunciò il via libera a un «piano» straordinario per la costruzione di nuove prigioni con 17.891 posti

in più, per portare da 43mila a 60mila la capienza regolamentare complessiva. A maggio il piano venne messo nero su

bianco dal capo Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) Franco Ionta, nominato commissario straordinario

per l'edilizia penitenziaria, per un costo di 1.760 milioni di euro. Solo ieri, però, il piano è diventato operativo: il

Consiglio dei ministri ha dichiarato lo «stato di emergenza nazionale» e ha previsto - oltre all'assunzione di 2.000

poliziotti e a misure deflattive finora politicamente impraticabili per il no della Lega («messa alla prova» di imputati per

reati fino a 3 anni, con sospensione del processo; detenzione domiciliare per i detenuti cui resta 1 anno di carcere da

scontare) - la costruzione di 47 nuovi padiglioni (entro il 2010, quando finirà l'emergenza) e poi di 18 nuovi istituti, che

porteranno a 80mila la capienza, con 21.709 posti in più. Nel frattempo, i detenuti sono diventati 64.755, i suicidi dietro le

sbarre sono stati 72, record della nostra storia,e l'Italia è stata condannata per la prima volta dalla Corte dei diritti

dell'uomo di Strasburgo «per trattamenti inumani e degradanti» a causa della «mancanza di spazio» nelle carceri.

Il «piano» poggia su quattro pilastri, di cui il primo è lo «stato di emergenza», che consentirà a Ionta - nominato

commissario delegato, alla stregua di Guido Bertolaso nel dopo-terremoto dell'Aquila - di avere «poteri eccezionali in

deroga alle procedure ordinarie» per velocizzare e semplificare le gare d'appalto. Come braccio operativo avrà la

Protezione civile spa. Per i 47 padiglioni (costruiti dove già sorgono penitenziari) «sarà utilizzato il modello dell'Aquila»,

ha spiegato Silvio Berlusconi, ovvero «3 turni di lavoro, sistema che consente di realizzare in 20 giorni quello che di

solito richiede 2 mesi». Il tutto sarà pagato con gli oltre 500 milioni di euro del piano carceri dell'ultima finanziaria (che

però ha tagliato del 30% le spese correnti del Dap, oberato di debiti).

«Vista anche l'esiguità delle risorse a disposizione dello stato, siamo pronte a essere coinvolte nell'utilizzo del project

financing per la costruzione di nuovi edifici penitenziari» fa sapere Confindustria-Ance. Per l'associazione dei costruttori

«è importante che lo stato di emergenza non comporti una violazione delle regole e delle procedure che disciplinano il

mercato».

Il premier ha ribadito che «uno stato civile può togliere la libertà ma non la dignità» e il ministro della Giustizia Angelino

Alfano ha aggiunto che è ora di fare i conti con l'articolo 27 della Costituzione, anche se in questi mesi il governo non è

stato con le mani in mano perché ha creato 1600 posti letto, ha posto il problema del sovraffollamento in sede europea e

ha sollecitato accordi per far scontare la pena ai detenuti stranieri nei paesi d'origine.

Ma la vera novità sta nei due disegni di legge approvati per deflazionare le carceri. Superando le resistenze della Lega,

sarà introdotta la detenzione domiciliare ai detenuti con un residuo pena di un anno. Dai calcoli del Dap, si trovano in

questo stato 10.685 persone, compresi mafiosi, terroristi e recidivi: i primi sono esclusi dalla misura, i secondi no (quindi

usciranno circa 9mila persone). La «messa alla prova», invece, impedirà l'ingresso in carcere di persone imputabili di reati

fino a 3 anni: per loro il processo è sospeso e scattano lavori di pubblica utilità per 2 anni; se la prova è positiva, il reato si

estingue. Ancora non si sa se saranno ammessi alla prova solo gli incensuratio anche i recidivi. Il governo, però, calcola di

bloccare l'ingresso in carcere di 4mila persone.

D. St.

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CONFINDUSTRIA E ANCE

«Vista anche l'esiguità delle risorse pubbliche, pronti a essere coinvolti con il project financing per realizzare i nuovi

edifici»

Data:

14-01-2010 Il Sole 24 OreCarceri: metodo l'Aquila per costruire 47 padiglioni

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 278

Page 288: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Port-au-Prince semidistrutta da una scossa di 7,3 gradi della scala Richter

Roberto Da Rin

Centomila morti che potrebbero diventare 500mila. Il terremoto che martedì sera ha devastato Haiti con una magnitudo

7,3 della scala Richter, annienta un paese già martoriato dalla povertà estrema. La maggior parte degli edifici della

capitale Port-au-Prince sono sventrati e il palazzo presidenziale è gravemente danneggiato. La macchina dei soccorsi

fatica a entrare in una città isolata a causa dei danni alla rete stradale, già precaria.

Il presidente René Préval ha dichiarato che «il paese è distrutto », mentre il premier Jean Max Bellerive parla di «interi

quartieri rasi completamente al suolo». Il sottosegretario delle Nazioni Unite agli Affari umanitari, John Holmes, ha

lanciato subito un appello affinché la comunità internazionale si coordini per inviare prima possibile medicinali e

personale medico. Proprio la missione Onu, attiva a Port-auPrince sin dal 2004, esce pesantemente colpita: il palazzo che

la ospita è crollato, i morti potrebbero essere 200 e tra loro vi è il responsabile della missione, il tunisino Hedi Annabi.

Tra le prime vittime accertate, anche l'arcivescovo Monsignor Serge Miot mentre il vicario Benoit è attualmente disperso.

Dal nunzio apostolico Bernardino Auza arrivano notizie di chiese e seminari rasi al suolo.

Gli Stati Uniti si sono mobilitati, hanno fatto arrivare già ieri le prime squadre di soccorso medico e si prenderanno carico

della gestione dell'aeroporto. I primissimi interventi sono stati effettuati dalla missione delle Nazioni Unite ad Haiti

(Minustah) che conta 7mila caschi blu, da oggi guidata dal generale cileno Ricardo Toro.

L'epicentro del sisma, a soli quindici chilometri dalla capitale, rende il bilancio particolarmente pesante proprio perché

l'area interessata è quella a maggiore densità di popolazione. Si tratta del peggior sisma da duecento anni a oggi, secondo

l'Istituto geologico degli Stati Uniti. Anche se alcuni esperti della Repubblica Dominicana menzionano un terremoto

ancor più devastante, di magnitudo 8,1 sulla scala Richter, avvenuto nel 1946.

Tra le infrastrutture danneggiate c'è l'ospedale pediatrico Saint Damien della Fondazione Francesca Rava - N.p.h Italia

onlus, da vent'anni presente ad Haiti. I 150 bambini ricoverati nella struttura sono salvi e sono stati allontanati

dall'edificio. Maria Vittoria Rava, presidente della Fondazione milanese, ha dichiarato al Sole 24 Ore che «il pronto

soccorso dell'ospedale continua a essere un punto di riferimento per gli aiuti». Il centro di accoglienza dei volontari è

crollato e alcuni sono dispersi, tutti i volontari italiani sono però salvi. Inoltre i 600 bambini ospitati nell'orfanotrofio

N.p.h. e nel Centro di riabilitazione «Casa dei piccoli angeli » sono tutti in salvo.

Solo nei prossimi giorni sarà possibile effettuare un bilancio più attendibile della catastrofe che ha colpito un paese già

afflitto da quattro crisi strutturali.

Innanzitutto l'instabilità politica ed economica. Il ritiro dell'ex presidente Jean Bertrand Aristide, nel 2004, ha provocato

scontri e violenze che non sono ancora sopite. La povertà e l'analfabetismo costituiscono il secondo fattore di crisi

permanente: sette abitanti su dieci vivono in condizioni di povertà. E il 54% di questi è in condizioni di indigenza, con

meno di un dollaro al giorno. L'Aids è pericolosamente diffuso tra la popolazione, che solo nel 52% dei casi è

alfabetizzata. Inoltre il paese è al 155º posto su 177 nella classifica dell'Onu sullo sviluppo umano.

Il terzo fattore di crisi riguarda le condizioni climatiche. La posizione geografica di Haiti rende il paese particolarmente

vulnerabile agli uragani ai disastri naturali: tra il 2001 e il 2007 vi sono stati 18mila morti a seguito di tempeste tropicali.

Infine il quarto elemento che conferisce ad Haiti il triste primato di paese con la più bassa aspettativa di vita (52 anni) in

America Latina, è la scarsità di acqua potabile, imputabile alla deforestazione. Tre quarti della domanda energetica è

soddisfatta dal taglio di legname.

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BILANCIO PROVVISORIO

La resa del presidente Préval: «La nazione è a pezzi» Nessuna certezza sulle cifre Forse 500mila persone ancora sotto le

macerie REUTERS ANSA/EPA REUTERS

Immagini di un disastro. La sede della missione Onu (nella foto grande). Tra i morti c'è anche il responsabile del

contingente, il tunisino Hedi Annabi. Alcuni soccorritori trasportano il cadavere di una donna con una lettiga di fortuna

(nella foto in alto a destra). La portaerei Usa Carl Vinson si sta dirigendo verso Haiti, dove arriverà oggi, per portare i

primi soccorsi (nella foto a destra in basso)

Data:

14-01-2010 Il Sole 24 OreCentomila vittime nella città crollata

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 279

Page 289: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

Alla Banca mondiale osservano, con amarezza, che l'ultimo prestito accordato ad Haiti, nemmeno un mese fa, era stato un

finanziamento da 12,5 milioni di dollari per la ricostruzione di strade e ponti distrutti dall'uragano Noel nel 2007 e dalla

tragica successione di ben quattro uragani, Fay, Gustav, Hana e Ike, nel 2008. Solo quelle tempeste tropicali avevano

spazzato via il 15% del prodotto interno lordo haitiano, anche per i danni causati alle principali produzioni agricole di

canna da zucchero e caffé.

Nessuno, fra i tecnici delle istituzioni finanziarie internazionali che hanno subito dichiarato la propria disponibilità a

soccorrere l'isola caraibica, azzardava ieri anche una stima approssimativa dei danni e delle necessità. La Banca

interamericana di sviluppo ha annunciato, per bocca del suo presidente Luis Moreno, un intervento di primissima

emergenza da 200mila dollari per inviare cibo e medicinali.

Il terremoto non è che l'ultima di una lunga serie di catastrofi, naturali ed economiche, ad abbattersi su Haiti negli ultimi

anni: oltre agli uragani, la crisi alimentare ed energetica e la recessione globale. Nel 2008, il Fondo monetario aveva

concesso 25 milioni di dollari per far fronte alla prima e l'anno scorso altri 35 milioni per affrontare la seconda, che ha

compromesso le rimesse degli emigrati. Ad Haiti sono stati ristrutturati da parte delle istituzioni internazionali anche

debiti esteri per 1,2 miliardi di dollari, ma l'Fmi osserva che anche così il peso del debito estero è probabilmente

insostenibile. Tutte le operazioni con le istituzioni multilaterali sono a tasso zero, di fatto si tratta non di prestiti, ma di

doni, il trattamento riservato ai paesi più poveri del mondo.

L'economia haitiana devastata ora dal terremoto era un'economia ancora sulle ginocchia per i disastri degli anni

precedenti, il cui tasso di crescita stimato dall'Fmi per il 2009, attorno al 2%, è comunque nettamente insufficiente a

compensare la crescita della popolazione.

I tassi di povertà ad Haiti e gli altri indicatori sociali sono oggi sugli stessi livelli della fine degli anni 80 e in qualche caso

sono peggiorati: i tre quarti della popolazione vivono con meno di 2 dollari al giorno.

A.Me.

CATASTROFE CONTINUA

Solo la tragica successione di quattro alluvioni nel 2008 aveva spazzato via il 15% del Pil: impossibile azzardare una

stima degli ultimi danni

Data:

14-01-2010 Il Sole 24 OreColpo durissimo a un'economia piegata da uragani e recessione

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 280

Page 290: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

...

IL SISMA E LA POVERTÀ

A nche l'Hotel Oloffson è tra le rovine e i morti: là, nell'albergo della capitale di Haiti Port-au-Prince lo scrittore Graham

Greene romanzò il suo capolavoro

I commedianti, chiamandolo Hotel Trianon e immaginando che la decadenza morale, la corruzione e la povertà dei tempi

del dittatore Papa Doc Duvalier fossero un apologo per il genere umano perduto. Tragica Haiti, come se Dei malvagi si

accanissero contro la prima, fiera, repubblica di ex schiavi liberati. La miseria da ultimo posto nelle classifica mondiali,

dittature feroci con il clan dei Duvalier, la speranza Aristide frantumata fra golpe, mafie e crudeltà. L'epidemia di Aids.I

vicini lontanissimi,la Coast Guard americana addestrata a riportare a casa i profughi haitiani e dare asilo a quelli cubani,

destino opposto del naufrago. Oggi un terremoto che potrebbe avere fatto decine di migliaia di morti. Senza una risorsa né

interna, né internazionale, per le vittime. A pubblichiamo qualche indirizzo di associazioni umanitarie che raccolgono

fondi. Date una mano se potete perché lo sfortunato popolo di Haiti, l'ultimo della terra, è solo.

l'articolo prosegue in altra pagina

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 3Il Sole 24 OreAd Haiti tragedia infinita

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 281

Page 291: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

LENTE D'INGRANDIMENTO

Paese tormentato

La storia di Haiti, ex colonia francese, è segnata da golpe, dittature e perenne instabilità, oltre che da devastanti catastrofi

naturali.L'isola conquistò l'indipendenzail1?gennaio1804, a seguito di una lunga guerra di liberazione. Le truppe francesi

si arresero alle forze di Jean-Jacques Dessalines, leader della prima rivolta di schiavi riuscita nel mondo moderno. Ma i

vari governanti che si sono succeduti negli anni hanno fatto sprofondare il paese in un caos paralizzante, da cui non si è

mai risollevato.

Papa Doc al potere

I disordini politici portarono gli americani ad occupare Haiti fra il 1915 e 1934. Nel 1937, circa 18mila haitiani furono

massacrati lungo la frontiera con la Repubblica dominicana, su ordine del dittatore dominicano Rafael Trujillo. Venti anni

dopo François Duvalier, alias "Papa Doc", saliva al potere, governando il paese per 29 anni con il pugno di ferro.

Decine di migliaia di persone furono uccise sotto il suo "regno" e quello del figlio Jean-Claude, detto "Baby Doc".

Arriva Aristide

Bisognerà attendere il 1990 perché Haiti abbia il suo primo presidente democraticamente eletto: Jean-Bertrand Aristide

(nella foto in alto) , un prete delle bidonville. Ma "Titide" fu rovesciato nel 1991 e migliaia di haitiani tentarono una

disperata fuga verso la Florida. Il presidente americano Bill Clinton inviò 20mila soldati ad Haiti nel 1994 per reinsediare

Aristide, che fu rieletto nel 2000. Le accuse secondo le quali il suo partito si sarebbe reso colpevole di irregolarità,

avrebbe intascato milioni di dollari di aiuti stranierie inviato gangster ad attaccare i suoi oppositori, innescarono una

sanguinosa insurrezione che ne provocò la caduta nel 2004

Onu in campo

Una missione Onu (Minustah) per la stabilizzazione di Haitiè attivadal1?giugno2004alposto di una Forza multinazionale

che era stata autorizzata dal Consiglio di sicurezza nel febbraio dello stesso anno, dopo la partenza per l'esilio di

Aristide.Presente ancora oggi, la Minustah, il cui quartier generale si trova a Port-au-Prince, conta più di 10.800 uomini. Il

paese è guidato dal 2006 da René Préval ( foto in basso), che ha chiesto alla comunità mondiale di impegnarsi a favore di

soluzionia lungo termine, sostenendo che un «paradigma di carità» non metterebbe fine ai cicli di povertà e di catastrofi.

Quando questa prima ondata di compassione umanitaria si sarà esaurita, ha sempre ripetuto Preval, «ci ritroveremo, come

al solito, solia far fronte a nuove emergenzee vedremo riprendere, come in un rituale, gli stessi esercizi di mobilitazione»

AP/LAPRESSE AP/LAPRESSE

Le catastrofi naturali

Gli uragani sono frequentissimi ad Haiti: particolarmente violento fu Jeanne, che nell'ottobre del 2004 uccise tremila

persone.

La scossa di ieri si è verificata lungo la faglia che sarebbe responsabile di ben sette grandi terremoti prodottisi fra il 1618

e 1860

Data:

14-01-2010 Il Sole 24 OreUna storia di dittatura e corruzione

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 282

Page 292: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

INTERVENTO

di Altero Matteoli

C aro Direttore, ritengo opportuno fare alcune precisazioni in merito all'articolo "Cala ancora la spesa in infrastrutture"

apparso ieri sul Sole 24 Ore.

In merito al quadro degli investimenti relativi alle opere medio-piccole è utile ricordare che nel settembre 2009 insieme

con l'Ance, con la Confindustria e con l'Agi abbiamo individuato un piano di circa 800 milioni di euro che il 6 novembre

2009 è stato approvato dal Cipe con l'attivazione di una prima fase di interventi per 413 milioni. Si tratta di interventi

relativi ad opere ubicate nel Mezzogiorno e su cui i Provveditori alle Opere pubbliche competenti hanno già avviato le

procedure di gara.

Altrettanto si è fatto per gli interventi relativi al terremoto dell'Aquila con l'autorizzazione di finanziamenti per 210

milioni, su un valore globale di oltre 600 milioni per la realizzazione di edifici pubblici, e 268 milioni per edifici

scolastici. Anche in questo caso il Provveditorato sta avviando le procedure di gara. Per quanto concerne poi il piano

dell'edilizia scolastica, per la cui attuazione sono previsti 1.000 milioni, si sta concludendo la fase di monitoraggio degli

edifici su cui intervenire prioritariamente. Inoltre, ho già chiesto al Cipe l'autorizzazione ad avviare interventi urgenti per

la messa in sicurezza di alcuni edifici scolastici per un importo di 350 milioni.

In relazione al Piano Casa, dopo le varie autorizzazioni avute dalla Conferenza StatoRegioni siamo ormai nella fase

operativa.

In merito poi alle opere della Legge Obiettivo, nell'articolo si parla di cantieri aperti per nuove infrastrutture come il Ponte

sullo Stretto di Messina, la BreBeMi, la Pedemontana lombarda, la Cecina-Civitavecchia, il terzo Valico dei Giovi lungo

la Milano-Genova e la Brescia-Treviglio lungo la Milano- Verona, ma non si citano anche altre opere come, ad esempio,

la terza corsia lungo l'asse autostradale VeneziaTrieste (800 milioni), le linee metropolitane M4 ed M5 a Milano (1,7

miliardi), il completamento dell'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria per ulteriori 2 miliardi, l'asse stradale

Agrigento-Caltanissetta (1 miliardo), la rete metropolitana di Napoli per ulteriori 240 milioni, l'asse stradale MaglieSanta

Maria di Leuca (400 milioni). A questi interventi vanno aggiunti quelli relativi alla Cisa ed all'asse autostradale

Ragusa-Catania già inoltrati al Cipe e supportati finanziariamente, come per la Cecina-Civitavecchia, da capitali privati.

Non credo quindi che globalmente, soprattutto se si tiene conto della crisi economica che ha caratterizzato il 2009,

l'impegno del Governo nel comparto delle infrastrutture possa ritenersi negativo. Non ritengo, infatti, che approvare

interventi, in un anno, per oltre 45 miliardi di euro e avviare gli appalti e/o cantierare circa 20 miliardi di euro, possa

considerarsi non soddisfacente.

Né penso sia valida la stima, riportata sempre nell'articolo, che prevede una riduzione percentuale del 15% negli

investimenti in infrastrutture negli ultimi tre anni. Essa, probabilmente, non tiene conto che i capitali privati nel 2009

hanno superato il 50% delle risorse complessive previste nel Piano delle infrastrutture strategiche.

Dopo un biennio di completa stasi nel comparto infrastrutture come quello vissuto nella precedente Legislatura e in

presenza di una forte recessione economica penso, in conclusione, che si possa essere ampiamente soddisfatti per i

risultati molto positivi raggiunti.

Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

&bull; L'articolo dava atto del lavoro svolto da Matteoli e dal Cipe ed evidenziava due problemi: l'avvio di programmi di

infrastrutture finanziate solo in parte e con una cassa molto limitata; l'assenza di un impatto congiunturale anticiclico delle

manovre approvate. La stima di una perdita del 15 per cento nel triennio 2000-2010 degli investimenti pubblici in

infrastrutture è opera non nostra ma di centri ricerca molto seri che convergono unanimemente su questa analisi. Quanto

alle risorse private, è bene che vengano avviati interventi importanti come la Brebemi o la Cecina-Civitavecchia ma in

termini di spesa effettiva, di cassa, siamo ancora molto lontani dal 50 per cento (g.sa.)

Data:

14-01-2010 Il Sole 24 OreNel 2009 approvate opere per 45 miliardi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 283

Page 293: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

PROTEZIONE CIVILE

Il Consiglio dei ministri

oggi approverà

lo stato di emergenza

per il maltempo

E' di nuovo

allerta neve

nell'entroterra

e lungo la costa

E' di nuovo allarme maltempo. La Protezione civile della Liguria ha diramato, infatti, un allerta neve di livello 1 che

dovrebbe terminare a mezzogiorno di oggi. Secondo le previsioni, le precipitazioni, che interesseranno tutto il territorio

regionale, assumeranno carattere nevoso nell'entroterra delle province di Genova e Savona, dove la neve potrebbe

localmente sconfinare anche sulla costa. Ieri, intanto, si è registrato un «antipasto» di maltempo nella zona di Sassello

interessata per un paio di ore, nel pomeriggio, da una nevicata che non ha provocato gravi problemi.

Infine, nella riunione di questa mattina il Consiglio dei Ministri approverà lo stato di emergenza per gli eccezionali eventi

meteorologici che hanno colpito la Liguria nei giorni scorsi. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo Economico,

Claudio Scajola, precisando di aver avuto assicurazione in questo senso dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Gianni Letta. Il provvedimento riguarderà anche le zone delle altre regioni italiane colpite dal maltempo.

Data:

13-01-2010 La StampaE' di nuovo allerta neve nell'entroterra e lungo la costa

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 284

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COMUNE.DESIGNATO IL DIRETTIVO

S'insedia la Consulta

dedicata alla sicurezza

e ci sono già polemiche

Attilio Ricaldone è il presidente della Consulta della Sicurezza, che si è insediata ieri in Comune a Casale. Rappresenta

l'associazione Arma aeronautica. Suo vice è Loreta Bencich, ex segretario dei socialisti, poi passata al Pd. Il direttivo è

invece composto inoltre da Beppe Abbenante, del circolo culturale Il Timone, Alessandro Boverio, della lista Casale per il

Ppe, Giuseppe Grisolia, colonnello dei carabinieri in congedo, Enrica Pugno, ex assessore alla Sicurezza, Claudio

Battaglia (Lega).

Il presidente, rispondendo anche un po' al disorientamento di qualche rappresentante che si aspettava un'impostazione più

apartitica della Consulta, ha ribadito che «intende organizzare con tutta l'assemblea riunioni sui singoli temi che possono

riguardare la sicurezza, così da affrontarla a 360°, comprendendo quella ambientale, dei cittadini, dei giovani e

coinvolgendo anche chi fa parte della Consulta territoriale, soprattutto chi ha già maturato esperienza in questo campo

come i consiglieri di quartiere e gli ex presidenti».

Qualche osservazione arriva già dagli ambientalisti. Massimo De Bernardi, rappresentante del Calca, a cui sta a cuore di

affrontare i problemi legati alle criticità idrogeologiche del territorio, rileva che «non c'è nessun rappresentante della

Protezione civile e che Gimmi Bornia, pur il più vicino a queste caratteristiche, in realtà rappresenta l'associazione dei

radioamatori italiani».

Federico Cappello, rappresentante delle Guardie ambientali d'Italia, fa presente che più volte ha sollecitato una firma per

una convenzione che metterebbe a disposizione del Comune almeno 4 volontari (12 sono già stati accettati da un decreto

ministeriale)che sorveglierebbero il territorio per prevenire o segnalare discariche abusive, ma finora non avrebbe avuto

alcuna risposta. «Sono problemi che man mano verranno affrontati» assicura Ricaldone.

Data:

13-01-2010 La StampaS'insedia la Consulta dedicata alla sicurezza e ci sono già polemiche

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 285

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[FIRMA]PAOLO FESTUCCIA

ROMA

L'ipotesi di partenza per il ministero di via Arenula è il «modello Abruzzo». Su quella scia il guardasigilli Angelino

Alfano intende fronteggiare l'emergenza dell'affollamento nelle carceri. Con l'impegno di snellire il sistema e avviare una

serie di appalti grazie al ricorso della procedura di emergenza. Tant'è che ieri il ministro della Giustizia ha annunciato alla

Camera che chiederà nel consiglio dei ministri di oggi lo «stato d'emergenza, che non è il preludio di un abuso, ma uno

strumento di efficienza» (ha spiegato replicando a Dario Franceschini del Pd) e proponendo nel contempo un nuovo piano

di edilizia carceraria per raggiungere «un livello di capienza di 80 mila posti». Con la proclamazione dello stato di

emergenza il capo del Dap (Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria), Franco Ionta potrebbe essere investito di

poteri straordinari. Poteri sul modello di quelli sperimentati da Bertolaso per la Protezione civile che gli consentirebbero

di avvalersi di consulenti esterni e decidere la secretazione di procedure per la costruzione delle nuove strutture, che così

semplificate ricadrebbero sotto la responsabilità del presidente del Consiglio.

L'imperativo, dunque, è fare in fretta per arginare una vera e propria crisi del sistema: 64.910 (a fronte di una capienza di

44 mila) detenuti con il record di 71 suicidi nel 2009 e 173 decessi. Cifre che da tempo hanno messo in allarme decine di

associazioni umanitarie ma anche i Radicali che ieri hanno manifestato davanti a Montecitorio durante il dibattito sulle

mozioni in Aula con le quali si è impegnato «il governo a contenere il sovraffollamento e a rivalutare una serie di misure

alternative alla detenzione».

Il documento che il ministro alla Giustizia Angelino Alfano si appresta a varare poggia su tre pilastri. «Un piano per

l'edilizia - ha spiegato alla Camera - per aumentare a 80mila posti i livelli di capienza; alcune norme che attenuino il

sistema sanzionatorio per chi deve scontare residui di pena (1 anno); e l'assunzione di 2mila nuovi agenti di polizia».

Notizia accolta positivamente da tutte le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria ma anche dall'Anm, che per

voce del presidente, Luca Palamara afferma che «tutto ciò che apporta migliorie non può che essere accolto

positivamente».

Insomma, se il ministro della Giustizia parla di «risposta organica» che si darà sul «problema carceri», spiegando che in

questi «18 mesi di governo sono stati creati 1 mille 800 posti in più, in numero analogo a quelli precedenti» resta, però,

ancora da capire come e dove saranno impiegate le risorse. Nel quartier generale di via Arenula c'è chi si lascia sfuggire

del via libera definitivo del nuovo carcere di Savona, previsto da anni e chi spiega che le priorità riguarderanno

l'ampliamento e la realizzazioni di nuovi padiglioni all'interno di strutture giù esistenti, aumentandone così la capienza. Di

certo nell'ottobre dello scorso anno, il capo del Dap Ionta spiegò che per «stabilizzare il sistema sarebbero stati necessari

tra i 17-18 mila posti detentivi in più» (per una previsione di costi di circa 1,5 miliardi), mentre lo stesso Alfano aveva

parlato del ricorso a «finanziamenti privati come accade in tanti paesi occidentali». Il piano di allora prevedeva 24 nuovi

istituti penitenziari, di cui 9 flessibili (per la prima accoglienza) da realizzare nelle grandi aree metropolitane.

Data:

13-01-2010 La StampaStato di emergenza per le carceri

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 286

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il caso

Oggiogno e Donego

le frazioni isolate

dalla frana

Superato l'esame neve

scatta la prova-sanità

MARIA ELISA GUALANDRIS

CANNERO RIVIERA

La neve è arrivata. Una spruzzata di bianco sui due piccoli centri di Donego e Oggiogno. Ma gli abitanti delle due frazioni

di Cannero Riviera, isolate da domenica, dopo che una frana ha bloccato la provinciale nel territorio di Oggebbio, non si

sono fatti trovare impreparati. Grazie alla collaborazione con la Protezione civile, la Provincia e i Comuni sono riusciti a

superare in tranquillità l'emergenza. «Un elicottero di Eliossola martedì aveva già portato sacchetti di sale e un piccolo

spazzaneve» spiega il sindaco di Cannero Maria Pia Bottacchi.

L'assistenza sanitaria

Oggi primo giorno di ambulatorio nelle due frazioni con il medico Franco Squillace. Sarà a disposizione ogni settimana

per un'ora a Donego in una casa privata e per un'altra ora a Oggiogno nell'ex asilo. Il medico porterà le eventuali ricette

alle farmacie e i volontari della protezione civile il giorno successivo recapiteranno i medicinali «a domicilio». «Visto che

diverse persone si servono abitualmente nella nostra farmacia comunale - dice il sindaco di Oggebbio Gisella Polli -

vogliamo permettere loro di continuare e quindi abbiamo già preso contatti con il medico e con la protezione civile».

Presto potrebbe essere a disposizione per le emergenze anche un elicottero svizzero «Rega», in grado di volare anche di

notte. «Abbiamo presentato una richiesta alla direzione regionale del 118 - spiega il direttore sanitario dell'Asl Vco Renzo

Sandrini -. In caso positivo, sarà il 118 che valuterà se far intervenire l'elicottero. Per raggiungere le frazioni impiegherà

lo stesso tempo dell'ambulanza, compreso il tratto a piedi che dovrà percorrere l'equipaggio, ma ovviamente raggiungerà

il pronto soccorso molto più velocemente». L'Asl predisporrà anche un servizio di prelievi del sangue a domicilio.

Il trasporto auto

E' confermato: meteo permettendo, oggi pomeriggio al campo sportivo di Cannobio arriverà l'elicottero Erikson che, nella

giornata di domani, grazie a container marittimi porterà a valle le 23 auto degli abitanti isolati. «L'elicottero farà la spola

tra il parcheggio di Oggiogno e un punto adibito a eliporto sul lungolago di Cannero, con tempi di percorrenza molto più

ridotti rispetto alla prima ipotesi che era di tornare a Cannobio ogni volta» spiega l'assessore provinciale alla Protezione

civile Germano Bendotti. Dal responsabile regionale della Protezione civile è arrivata la conferma dell'esistenza di una

convenzione con il dipartimento nazionale e che prevede la copertura dei costi dell'intervento dell'Erikson.

La scuola

Una volta che anche l'auto della mamma sarà "volata" al di là della frana anche la bambina di 10 anni di Oggiogno potrà

riprendere a frequentare le lezioni nella scuola di Oggebbio. Lo scuolabus non riesce a passare nelle strade strette di

Cassino.

Luce sul sentiero

L'Enel e una ditta incaricata dalla Provincia oggi inizieranno a predisporre un impianto di illuminazione di emergenza

lungo la mulattiera tra Cassino e Donego per permettere il passaggio in sicurezza a piedi di notte. Venerdì mattina

riunione operativa in municipio a Cannero con l'assessore regionale alla Difesa del suolo Daniele Borioli.

Data:

14-01-2010 La StampaSuperato l'esame neve scatta la prova-sanità

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 287

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il caso

Medici e infermieri

specializzati nel

gestire le catastrofi

E i volontari italiani

partono con la loro

“clinica gonfiabile”

PIERFRANCESCO GIANNANGELI

ANCONA

Sono i migliori specialisti italiani di medicina delle catastrofi e da dieci anni dove c'è un disastro compiono miracoli. Nel

loro ospedale «gonfiabile» hanno assistito, curato ridato la vita alle vittime della furia della natura (e dell'uomo). Radunati

in un'associazione che si chiama Ares, nata nelle Marche e con sede operativa ad Ancona, pure stavolta hanno i bagagli

pronti, destinazione Port-au-Prince. La Protezione civile nazionale li ha allertati ieri mattina e a metà pomeriggio poco

meno di cento tra medici e infermieri - sui seicento iscritti all'associazione - avevano già dato la loro disponibilità.

«Stiamo preparando i materiali che teniamo nel deposito della Protezione civile di Ancona e, appena ci danno il via libera,

partiamo» dice Mario Caroli, responsabile della sala emergenze dell'ospedale regionale Torrette di Ancona e

vicepresidente di Ares, che sta organizzando la trasferta in stretto contatto con il presidente Marco Esposito, primario del

pronto soccorso dell'ospedale di Macerata. Tra i materiali c'è anche un avanzatissimo ospedale da campo fatto di tende

pneumatiche, collegate l'una all'altra da un sistema di corridoi. Ogni tenda è un reparto, perfettamente indicato dalle guide

luminose a terra. Ci sono le sale operatorie, la rianimazione, il pronto intervento e tutti gli altri reparti, da oncologia a

oculistica, fino a ginecologia e pediatria. Il sistema modulare consente di attrezzare l'ospedale secondo le esigenze che si

manifestano sul posto: da un semplice presidio medico da dieci posti fino a un vero ospedale da trecento letti.

Sono tante e complicate le emergenze affrontate in questi anni da Ares, che è un'associazione di volontari formata

esclusivamente da medici e infermieri. Arrivano in squadre: la prima fa da avanguardia con le autorità locali, trova il sito

dove gonfiare l'ospedale, individua le emergenze da affrontare subito e quelle che possono aspettare. Poi arrivano gli altri,

che si dividono tra quelli che mettono in piedi le infrastrutture e quelli che, zaino in spalla, vanno per strada a soccorrere e

raccogliere i feriti.

Il lavoro di squadra è dunque fondamentale, come il capirsi al volo. Ma perché lo fanno? «E' qualcosa di istintivo per tutti

noi, che siamo sanitari quotidianamente a contatto con le emergenze. Sarà pure banale, ma è la spinta a dare qualcosa per

gli altri».

Data:

14-01-2010 La StampaE i volontari italiani partono con la loro "clinica gonfiabile"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 288

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MALTEMPO.LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA: «PER MOLTI E' ANCHE UN AIUTO ECONOMICO»

PER PRECAUZIONE

il caso

Pochi fiocchi

ma a Capriata

c'era ordinanza

«Migliora la viabilità

ed è scongiurato

il rischio di isolamento

di zone collinari»

Scuola resta chiusa

Basta allerta meteo

Il sindaco: «L'ultima

volta siamo rimasti

aperti e gli altri no»

DANIELE PRATO

CAPRIATA D'ORBA

[FIRMA]GIORGIO LONGO

ALESSANDRIA

Gelo e neve come manna per le aziende agricole a vocazione «multifunzionale» che, con trattori propri utilizzati come

spalaneve e spandiconcime adattati per lo spargimento del sale contro il ghiaccio, sono mobilitati sulle strade di molti

Comuni della provincia. In totale sono in moto circa 250 mezzi - 140 di aziende associate a Coldiretti, 70 di

Confagricoltura e 40 della Cia - che, oltre a svolgere un prezioso servizio, permettono di integrare il proprio reddito in

queste annate di profonda crisi per l'attività agricola tradizionale. Dicono Lorenzo Galante e Simone Moroni,

rispettivamente presidente e direttore Coldiretti: «La possibilità di utilizzare anche i mezzi meccanici agricoli privati

messi a disposizione dagli imprenditori delle campagne, sta favorendo la viabilità e scongiurando il rischio di isolamento

delle abitazioni soprattutto nelle aree collinari e montane. La presenza diffusa delle imprese agricole sul territorio assicura

la possibilità di interventi tempestivi e capillari e rappresenta un'opportunità che potrebbe ulteriormente espandersi con

una maggiore sensibilità di Comuni e Province».

Spiegano ancora Galante e Moroni: «La figura dell'‘'agricoltore spazzaneve'' è nata grazie alla legge di orientamento che

consente alle pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni con gli agricoltori per la sistemazione e manutenzione

del territorio. E' una legge che per la prima volta identifica come attività agricola anche la prestazione di servizi per la

collettività offerti tramite l'utilizzo di attrezzature aziendali, riconoscendo così il ruolo multifunzionale dell'agricoltura

nella tutela dell'ambiente e la sicurezza dei cittadini».

Gian Paolo Coscia, presidente Confagricoltura Alessandria, ribadisce: «Lo sgombero della neve tramite i mezzi agricoli è

una delle attività che rientrano nella cosiddetta ''multifunzionalità'', ossia nelle attività alternative alla coltivazione dei

campi e all'allevamento del bestiame. Ricordo che la ‘'multifunzionalità'', oltre allo sgombero neve, prevede anche la

pulizia dei fossi, la progettazione e manutenzione di giardini, aree verdi e parchi pubblici». «La lista delle aziende

agricole che aspirano a diversificare l'attività - aggiunge Carlo Ricagni, presidente Cia - si sta man mano allungando e si

spera che gli enti pubblici decidano di assegnare loro sempre più compiti, anche per consentire un utilizzo più costante e

proficuo delle macchine agricole».

Intanto la Regione, su richiesta dell'assessore a Infrastrutture e Opere pubbliche, Daniele Borioli, ha stanziato un milione

e mezzo di euro destinati ai Comuni piemontesi per l'acquisto di mezzi idonei allo sgombero della neve. Questi i Comuni

della provincia che ne beneficeranno: Albera Ligure, 96 mila euro; Belforte Monferrato, 43 mila; Castellania, 49 mila;

Mongiardino Ligure, 129 mila; Ricaldone, 88 mila; Roccaforte Ligure, 98 mila, e Volpedo 8 mila 800 euro.

Scuola chiusa per neve, anche se la neve non c'è. E' quanto accaduto ieri a Capriata d'Orba dove la scuola materna, quella

Data:

14-01-2010 La StampaContro la neve mobilitati 250 trattori

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 289

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elementare e la media di via Brizzolesi, frequentate da circa 150 studenti, sono state chiuse con un'ordinanza dal sindaco

Pier Sandro Cassulo in vista della nevicata annunciata da Arpa e Protezione civile.

Ieri mattina, sulla porta dell'edificio che ospita le scuole, era affisso il foglio dell'ordinanza - datato al giorno precedente -

che annunciava la chiusura per neve. Ma della temuta abbondante nevicate, esclusi i pochi fiocchi caduti nella prima

mattinata, non c'è stata traccia.

In paese si è diffusa qualche perplessità per un provvedimento giudicato di eccessiva prudenza, unico caso in tutta la zona.

«E' vero, siamo stati l'unico plesso dipendente dalla direzione scolastica di Gavi ad aver attuato il provvedimento – spiega

il sindaco, Pier Sandro Cassulo –, ma ho ritenuto giusto farlo, d'accordo con la direttrice. Si prevedeva una nevicata forte

e ho pensato fosse corretto avvertire le famiglie con un'ordinanza il giorno prima: due terzi degli alunni della scuola media

arrivano a Capriata con lo scuolabus, da Tassarolo e Francavilla. Se fosse nevicato in maniera abbondante, come previsto,

forse saremmo riusciti ad andare a prendere i ragazzi ma, se la precipitazione si fosse intensificata, non a riportarli a casa,

con notevoli disagi. Pertanto, in via precauzionale, ho optato per la chiusura».

In paese la notizia è stata accolta da alcuni con qualche perplessità ma senza clamori. «Certo, i ragazzi perdono un giorno

di scuola – dice una nonna nel negozio di alimentari poco distante – ma in fondo se quest'allerta è arrivata, il Comune ha

fatto bene a rispettarla».

«Durante la precedente nevicata la nostra scuola è rimasta aperta mentre gli altri plessi decisero di chiudere - conclude il

sindaco -: perciò ora siamo in pari con il resto dell'istituto e recupereremo la giornata insieme alle altre scuole».

Data:

14-01-2010 La StampaContro la neve mobilitati 250 trattori

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 290

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[FIRMA]FRANCESCO SEMPRINI

NEW YORK

Dai quattro angoli del Pianeta si è messa in moto l'imponente macchina dei soccorsi in favore della popolazione haitiana

colpita dal terremoto. Il Palazzo di vetro si è mobilitato in coordinamento con il personale sull'isola, parte del quale è

rimasto vittima del sisma. L'Onu conta ad Haiti circa 9 mila persone tra militari e polizia del corpo della «Minustah», la

missione dei caschi blu a guida brasiliana schierata per la stabilizzazione del Paese. Il quartier generale a Port-au-Prince è

stato distrutto e risulta disperso il capo missione, il tunisino Hed Annabi. Mentre i funzionari civili Onu dispersi sarebbero

tra i 150 e i 200. «Siamo pronti a uno sforzo senza precedenti e verseremo subito 10 milioni di dollari», assicura il

segretario generale Ban Ki-moon.

Mentre la Banca Mondiale ha stanziato un fondo di 100 milioni di dollari. Da Washington, Barack Obama garantisce «il

pieno sostegno» nello sforzo urgente di aiutare le persone rimaste intrappolate sotto le macerie e nella consegna di aiuti

umanitari, viveri, acqua e medicine necessari nei prossimi giorni». L'agenzia americana per lo Sviluppo Internazionale

(Usaid) ha già inviato una squadra di risposta rapida composta da 73 specialisti e da sei cani addestrati nella ricerca di

superstiti sotto le macerie, nonché 48 tonnellate di equipaggiamento di emergenza. A coordinare le operazioni dal

Sudamerica è il Brasile, che conta oltre 1250 uomini nella missione Onu ad Haiti. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva

ha espresso il suo cordoglio per le perdite subite tra cui una illustre, Zilda Arns, fondatrice della Pastorale dei bambini

della Chiesa cattolica brasiliana. Dal Messico all'Argentina, tutti si stanno mobilitando.

Dal vecchio continente l'Ue ha dato prova di coesione e generosità: Katherine Ashton, Mrs Pesc, sta lavorando a un

coordinamento degli aiuti da inviare da Bruxelles e ha fissato per venerdì una riunione ad hoc. La Spagna ha stanziato tre

milioni di euro di aiuti e l'invio di tre carghi con 150 tonnellate di materiale di emergenza, mentre la Francia, che conta

sull'isola 1400 connazionali, sta per mandare due aerei con aiuti e soccorritori. Dall'Italia il dipartimento della Protezione

Civile sta organizzando un primo team di soccorso ed è previsto l'invio di un C130 che porterà nell'isola caraibica un

ospedale da campo ed un team sanitario. Il Sermig, l'arsenale della pace di Torino, ha avviato una raccolta di generi di

prima necessità e l'ong Agire chiede una donazione da due euro con un sms al 48541. Generose promesse di aiuti da

Giappone, Australia e Canada. E la Croce Rossa ha lanciato un appello per una raccolta «preliminare» di 10 milioni di

dollari per 5.000 famiglie.

Data:

14-01-2010 La Stampa[FIRMA]FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK Dai quattro angoli del Pianeta si è

messa in moto l&amp;#1...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 291

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CONSIGLIO DEI MINISTRI IL PROVVEDIMENTO GIÀ ANNUNCIATO DA SCAJOLA

Calamità, approvato

lo stato di emergenza

anche per la Riviera

GENOVA

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri mattina lo stato di emergenza per la Liguria, così come per Toscana ed Emilia

Romagna, colpite dalla recente ondata eccezionale di maltempo che ha provocato milioni di euro di danni. Le misure da

mettere in atto saranno decise nel più breve tempo possibile, a partire dalla riunione convocata per oggi a Roma dal

Dipartimento della Protezione Civile, cui parteciperanno l'assessore regionale Giancarlo Cassini, autorità di bacino del

fiume Magra, rappresentanti dell'Amministrazione provinciale della Spezia, oltre a quelli dei ministeri dell'Economia,

dell'Ambiente e delle Politiche Agricole.

La proclamazione dello stato di emergenza era stata preannunciata martedì dal ministro per lo Sviluppo Economico,

Claudio Scajola, che aveva avuto assicurazioni in questo senso dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni

Letta.

I danni subiti dalla Liguria per il maltempo sono ingenti e sembrano destinati a raggiungere l'entità di quelli provocati

dagli eventi eccezionali del 2008. Grossi danni hanno registrato nel Ponente, Sanremo e Imperia, per una quantificazione

provvisoria già di 15 milioni. Proprio in merito a questa situazione, nei giorni scorsi i parlamentari del Pd, Mario Tullo,

Andrea Orlando, Sabina Rossa e Massimo Zunino hanno presentato un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei

ministri e al ministro dell'Ambiente in cui chiedono «se non si ritiene di rifinanziare i capitoli di spesa legati alla difesa

del territorio che hanno visto il finanziamento passare dai 510 milioni della finanziaria del 2008 a 270 milioni in quella

del 2009 e scesi a 120 in quella del 2010». Come annunciato nei giorni scorsi, la Regione ha attivato alcuni primi

interventi per sostenere chi ha subito danni e sta anche predisponendo l'attivazione di misure di Cassa Integrazione in

Deroga per i lavoratori di quelle aziende (in particolare stabilimenti balneari) che prevedono un fermo delle loro attività.

Ieri a mezzogiorno, è terminato l'ennesimo allerta meteo che sta caratterizzando in Liguria questo periodo flagellato da

mareggiate, precipitazioni e nevicate. \

Data:

14-01-2010 La StampaCalamità, approvato lo stato di emergenza anche per la Riviera

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 292

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A NUS.AGGIUDICATI DALL'ANAS TRE BANDI RELATIVI ALLA VALLE

Al via tre progetti per lavori pubblici a Nus, La Thuile e Châtillon per un conto che arriva a 4,1 milioni di euro. Sono

l'Edilizia&Costruzioni srl, la cooperativa Ati Taurasia, la società Nuove Costruzioni, l'Ati Cadore Asfalti spa e la Strade e

servizi srl, le società che si sono aggiudicate le tre gare indette dall'Anas, i cui esiti sono stati pubblicati sulla Gazzetta

Ufficiale.

Il lavoro più impegnativo riguarda Nus dove è prevista la realizzazione di una rotatoria sulla statale 26 in corrispondenza

della strada regionale 36. Il progetto della Edilizia&Costruzioni, che con 2,4 milioni di euro ha presentato l'offerta più

vantaggiosa, prevede anche la demolizione e la ricostruzione del ponte sul torrente St-Barthélemy. Costerà un milione di

euro rimediare ai danni causati dal maltempo a La Thuile il 29 e 30 maggio 2008. Il secondo bando di gara riguarda i

lavori di ripristino della galleria Pontaillod che verrà impermeabilizzata del tutto. Nel progetto, che sarà realizzato dalla

società cooperativa con sede a Moncalieri Ati Taurasia e dall'alessandrina Nuove Costruzioni è compreso anche

l'adeguamento dell'impianto d'illuminazione. Il terzo bando riguarda i lavori di ripristino del rivestimento interno della

galleria Chameran sulla statale 26 a Châtillon. La gara è stata vinta dalla società di Belluno Ati Cadore Asfalti e

dall'impresa milanese Strade e servizi Srl, per un investimento complessivo che supera i 700 mila euro.

Il 29 gennaio scadono i termini per l'affidamento dei servizi di progettazione preliminare e esecutiva della nuova sede

centrale regionale dei Vigili del fuoco e della Protezione civile. Base d'asta: 2,255 milioni.\

Data:

14-01-2010 La StampaLa maxi rotonda da 2 milioni

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 293

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PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA IL COMMISSARIO STRAORDINARIO AVRA' MAGGIORI POTERI E

POTRA' ACCELERARE LE PROCEDURE

“Modello L'Aquila” per le nuove carceri

[FIRMA]PAOLO FESTUCCIA

ROMA

Quattro punti accompagnati da un breve elenco di cifre e date. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera, ieri, al piano

carcerario del ministro alla Giustizia, Angelino Alfano per fronteggiare il sovraffollamento. Un piano che prevede la

costruzione di 47 nuovi padiglioni nelle strutture già esistenti «utilizzando - ha specificato Silvio Berlusconi - il “modello

dell'Aquila” che consente di realizzare in 20 giorni quello che di solito richiede due mesi». Operazione resa possibile con

la dichiarazione dello stato d'emergenza sulle carceri varata proprio ieri e che durerà fino al prossimo 31 dicembre.

«Entro quella data - ha spiegato Alfano - saranno realizzati i nuovi padiglioni, mentre a partire dal 2011 prenderà corpo la

fase edilizia per tutte le altre strutture che sarà coordinata dal commissario straordinario per l'emergenza, Franco Ionta.

Costo previsto 500 milioni di euro (provenienti dalla Finanziaria) più altri 100 (milioni di euro) reperiti dal bilancio di via

Arenula.

Quattro i pilastri sui cui poggia il progetto per far fronte al sovraffollamento: lo stato di emergenza che conferirà poteri

ampi al commissario straordinario sul modello di quanto sperimentato alla Protezione civile con Guido Bertolaso;

costruzioni in due anni (2011-2012) di altre carceri, tradizionali e flessibili, per aumentare la capienza fino ad 80mila

posti; norme per permettere che i detenuti con pene residue inferiori ad un anno possano scontare il tempo residuo ai

domiciliari. Non solo, una norma ad hoc che dovrà passare all'esame del Parlamento, introdurrà la cosiddetta «messa in

prova» per consentire alle persone imputabili per reati fino a tre anni, la sospensione del processo e l'opportunità di

svolgere lavori di pubblica utilità per riabilitarsi. Infine, l'assunzione di 2 mila agenti penitenziari per aumentare la pianta

organica.

Alla fine del biennio, dunque, secondo le stime presentate dal ministro, verranno realizzati 18 nuovi carceri per ospitare

21 mila 709 posti in più, e arrivare arrivare ad una ospitalità totale di 80 mila unità.

«È chiaro - ha concluso il titolare di via Arenula - che si tratta di una missione che non ha precedenti nella storia della

Repubblica perché vuole risolvere il problema del sovraffollamento non ricorrendo all'ennesima amnistia o indulto ma

volendo dare dignità, comunque, a chi deve scontare una pena».

E così, se in una nota congiunta gli eurodeputati del Pdl, Salvatore Iacolino e Mario Mauro plaudono al nuovo piano

perché «in linea con le direttive europee approvate», non si può altrettanto dire dell'opposizione. Per l'Idv, «è un indulto

mascherato. Sono 20 mila i detenuti con meno di un anno: torneranno in libertà e sarà difficile controllarli» mentre

Donatella Ferranti del Pd chiede «l'audizione del capo del Dap, Franco Ionta perché i dati forniti dal ministro non

convincono».

Anche le forze sindacali si dividono. Per l'Osapp (sindacato autonomo della penitenziaria), si tratta «dell'elefante che ha

partorito il topolino», mentre la Fp Cgil si dice sui tempi «per l'edificazione degli istituti penitenziari indicati nel piano,

che allo allo stato non consentono di attribuire alla scelta compiuta un'immediata capacità risolutiva». Il Sappe, invece,

invita il gurdasigilli Alfano «a chiarire i contenuti e le prospettive della bozza» perché la «situazione dentro gli istituti di

pena è ogni giorno più incandescente, e proprio per questa ragione serviva e serve una scossa salutare a tutto il sistema».

Data:

14-01-2010 La Stampa"Modello L'Aquila" per le nuove carceri

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 294

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CANELLI. VIAGGIO NEL «PIANETA» LAVORATORI STRANIERI

“Servono quelle braccia dell'Est”

[FIRMA]GAIA FERRARIS

CANELLI

«Senza lavoratori che arrivano dall'estero, nelle nostre campagne sarebbe a rischio non solo la vendemmia, ma qualsiasi

attività agricola». A parlare è Piegustavo Barbero, presidente della Cooperativa Pusabren che a Canelli, in tempo di

raccolta dell'uva, arriva a reclutare 150 vendemmiatori, per l'80% di origine straniera. La loro provenienza è

prevalentemente macedone, come quella dei tre soci di Pusabren, Jonce Arsov, Dusko Traijkov e Vangel Georgijev, ma se

ne contano molti anche da Romania, Bulgaria e dall'Est europeo in generale. I bulgari, in particolare, sono loro malgrado

diventati protagonisti di un fenomeno tutto canellese, che avviene da non più di tre o quattro anni e che non si registra in

egual misura nel resto delle terre del Barbera e del Moscato, e nemmeno qualche chilometro più in là, dove i vigneti

diventano di Nebbiolo e Dolcetto. E' quello dei «vendemmiatori nomadi», che giungono nella capitale spumantiera tra

fine agosto e fine settembre. Non ci sono dati precisi su quanti siano, ma le stime non ufficiali parlano di un migliaio di

lavoratori. La maggior parte di questi arriva in auto o in furgone e non ha un posto dove alloggiare durante il periodo di

lavoro. La loro permanenza dura un paio di mesi e, nel 2009, la tensione dovuta alla presenza di ospiti «scomodi» ha fatto

sentire le prime conseguenze a livello politico. Il quadro d'insieme non è certo paragonabile a quello di altre zone dove il

passaggio dei lavoratori stagionali è segnato da drammatiche condizioni umane, ma, come sottolinea Barbero, si tratta

comunque di «vite grame». Il sindaco Marco Gabusi, per limitare il vagabondaggio e le dirette conseguenze sul piano

igienico e della sicurezza pubblica, aveva emesso un'ordinanza anti bivacco subito marchiata come inutile e disumana

dalle minoranze in Consiglio. L'urgenza dei vendemmiatori nomadi era stata anche argomento di campagna elettorale, con

Fausto Fogliati (Canelli Futura) che aveva proposto una soluzione per l'immediato, coinvolgere protezione civile e croce

rossa per dare assistenza ai campeggiatori abusivi e una sul lungo periodo con la ricerca di fondi per realizzare strutture di

alloggio stagionale. Oscar Bielli (Pdl/Lega) aveva anche indicato il luogo dove creare un centro di accoglienza

temporaneo: il complesso di Santa Chiara, un edificio in buone condizioni da anni inutilizzato. Da entrambi, era arrivata

una richiesta di cercare soluzioni a lungo periodo. «Non trovarle, - amonisce Bielli, - significherebbe non ascoltare il forte

segnale di malessere che questo fenomeno rivela. E a rimetterci drasticamente sarebbe prima di tutto la sostenibilità della

nostra economia».

Data:

14-01-2010 La Stampa"Servono quelle braccia dell'Est"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 295

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Dalla città delle Paci ad Haiti. Padre Attilio Stra, classe 1936, salesiano dal 1954, è uno dei missionari che lavorano da

anni nella poverissima isola caraibica. Dopo aver gestito per 12 anni corsi di formazione professionale per i giovani, ha

deciso di aprire una casa-famiglia denominata «opera Lakay», nel cuore di Port-au-Prince. La nipote Daniela Stra è

tornata ieri da Haiti, dove ha trascorso una decina di giorni con lo zio Attilio. Affaticata e sconvolta, commenta: «Insieme

a mio marito Massimo siamo volati dallo zio per fargli visita e consegnare denaro raccolto dalla parrocchia cheraschese.

Lui stesso ci ha accompagnati all'aeroporto di Port-au-Prince dal quale siamo partiti per fare ritorno a casa. Poche ore

prima del terremoto. Al momento (ieri sera, ndr) non abbiamo notizie e neppure la Farnesina ci dà informazioni.

Sappiamo che due confratelli, con i quali abbiamo condiviso le giornate, sono morti, insieme a 200 allievi. Speriamo che

lo zio sia salvo». \

Data:

14-01-2010 La StampaDalla città delle Paci ad Haiti. Padre Attilio Stra, classe 1936, salesiano dal

1954, è un...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 296

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Alle 16 e 53 di martedì, le 22 e 53 in Italia, Haiti è stata colpita dal sisma più potente da due secoli, il più distruttivo che

abbia mai devastato la piccola nazione caraibica. Per quanto zona sismica, infatti, l'isola non è soggetta di frequente a

terremoti di grande intensità. La scossa di 7 gradi della scala Richter aveva il suo epicentro a soli 15 chilometri della

capitale Port-au-Prince, dove vive un quarto della popolazione, e a 30 chilometri di profondità. È stata seguita da altre tre

potenti scosse di assestamento, tra i 5,5 e 5,9 gradi della scala Richter (come quella principale in Abruzzo). Per quaranta

minuti la città è stata devastata, con la gente terrorizzata, i principali edifici che crollavano uno dopo l'altro: il Palais

National (dove risiede il presidente René Préval, illeso), il Ministero delle Finanze, il Ministero dei Lavori pubblici, il

Ministero della Cultura, la sede centrale della missione delle Nazioni Uniti, la sede di Médecins sans frontières,

l'ospedale. Danneggiata anche la torre di controllo dell'aeroporto Toussain Louverture, che rimaneva bloccato. Circa due

milioni e mezzo di persone sono rimaste coinvolte. Decine di migliaia ieri notte erano ancora sotto le macerie. La prima

stima delle possibili vittime varia da diecimila fino a centomila, secondo l'ipotesi del primo ministro Jean-Max Bellerive.

«Ci sono molti morti nelle zone interne», ha detto. Sarebbe la più grave catastrofe nei Caraibi da almeno un secolo.

Data:

14-01-2010 La StampaAlle 16 e 53 di martedì, le 22 e 53 in Italia, Haiti è stata colpita dal sisma più

po...

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 297

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TERREMOTO. APPRENSIONE PER I SACERDOTI NELL'ISOLA CARAIBICA

Anche tre missionari cuneesi

nell'inferno del sisma di Haiti

Di Borgo, Cherasco e Saluzzo. Il responsabile dei Camilliani: “Sono vivi”

[FIRMA]FRANCESCO DOGLIO

CUNEO

Le quattro fortissime scosse sismiche che ieri hanno colpito Haiti, e hanno raso al suolo la capitale Port-au-Prince, hanno

danneggiato anche l'ospedale gestito da religiosi dell'ordine Camilliano, diretto da padre Gianfranco Lovera, 62 anni,

originario di Saluzzo. Altri due missionari cuneesi erano sull'isola al momento del sisma. Si tratta del borgarino padre

Massimo Miraglio, 44 anni, e del cheraschese padre Attilio Stra, 74 anni, quest'ultimo direttore dell'opera salesiana «San

Giovanni Bosco» di Port-au-Prince-Enam, nel cuore della città.

Il primo si trova a Jéremie, piccolo borgo a circa 250 chilometri dall'epicentro del sisma. Il secondo nella capitale.

Entrambi stanno bene, ma le loro testimonianze, raccolte dai confratelli nelle prime ore dell'emergenza, sono scioccanti.

«La capitale - dice padre Antonio Menegon, responsabile delle missioni camillane - è praticamente rasa al suolo. La

situazione è drammatica. Ieri mattina siamo riusciti a metterci in contatto con padre Gianfranco Lovera. I nostri religiosi,

benché scioccati, stanno bene, come anche i laici presenti e le consorelle». «È crollato, invece, il Cifor - dice padre

Joaquim Cipriano, della comunità di Torino -. Era l'istituto interrreligioso di Teologia della capitale, dove si trovavano

nostri 5 giovani religiosi camilliani haitiani. Facevano parte del primo noviziato organizzato da Padre Massimo Miraglio».

L'ospedale, costruito con tecniche antisismiche, è ancora in piedi. All'interno, però, «è sconquassato». «La violenza del

sisma - dice padre Antonio - ha divelto persino le poltrone del dentista. La struttura, adesso, è piena di feriti che vengono

portati dalla città. Tanti sono molto gravi. Cortile, giardini, porticati sono pieni di gente in fin di vita. Haiti è poverissima:

non è attrezzata per le emergenze».

Data:

14-01-2010 La StampaAnche tre missionari cuneesi nell'inferno del sisma di Haiti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 298

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CAGLIARI

Peggiorano le condizioni meteo e il maltempo torna a mietere vittime e a provocare disagi. Nevica nel nord ovest, piove al

centro sud e soffiano venti forti su Sardegna e Sicilia. È l'effetto del passaggio sull'Italia della perturbazione atlantica. La

Protezione civile, che ha emesso ieri un avviso di avverse condizioni meteorologiche, prevede ancora nevicate per le

prossime ore sulla Liguria fino a quote di 200-400 metri. Da stamani e per le successive 24-36 ore saranno possibili

rovesci o temporali, localmente di forte intensità, dapprima sulla Sardegna e nel corso della mattinata anche sul Lazio

meridionale, Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia.

Le precipitazioni saranno accompagnate da raffiche di vento e fulmini, soprattutto sui settori tirrenici. Neve intorno ai

600-800 metri in Abruzzo e Molise. Venti di burrasca soffieranno dai quadranti occidentali sulle due isole maggiori e

sulla Calabria. Mareggiate lungo le coste. La vittima del maltempo si registra in Sardegna, dove piove da oltre 24 ore.

Anna Leone, bimba di 3 anni di Calasetta, in provincia di Carbonia-Iglesias, è morta dopo che l'auto sulla quale viaggiava

con la madre, Agata Fois, di 30 anni, è stata travolta da un'ondata di piena di un torrente mentre attraversava un ponte su

un canale. La piccola è stata sbalzata fuori dall'auto e il suo corpo è stato ritrovato poco dopo a mezzo chilometro dal

luogo dell'incidente.

Disagi al traffico e allagamenti a Cagliari; sulla strada costiera che porta a Villasimius una frana ha causato il blocco del

traffico. Fiocchi di neve di moderata intensità si sono verificati stamani sulla A5, tra Aosta e il traforo del Monte Bianco;

A6, tra Carmagnola e Savona; sulla A7, tra Genova Bolzaneto e Serravalle Scrivia; sulla A26, tra l'allacciamento con l'

A10 e Vercelli; e sulla D26, diramazione Predosa-Bettole. Autostrade per l'Italia non rileva criticità: «Le autostrade sono

sempre percorribili». In Liguria, imbiancate la Val Bormida nel Savonese e la Val d'Aveto in provincia di Genova.

Nevischio è segnalato anche in Val di Vara nello Spezzino, mentre piove sulla costa in tutto il territorio regionale. Intanto,

il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per consentire alla Protezione civile di fare fronte agli eventi

atmosferici eccezionali che hanno colpito nei giorni scorsi le Regioni Emilia Romagna, Liguria e Toscana.

I SERVIZI Le previsioni del tempo / Il bollettino della neve / Infotraffico

Data:

13-01-2010 La StampawebAuto travolta da un torrente in piena Sardegna, muore una bimba di 3 anni

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 299

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ROMA

La rottura della faglia che ha scatenato il terremoto di Haiti è arrivata sotto la città di Port-au-Prince. Lo ha detto il

sismologo Warner Marzocchi, responsabile dell'attività di ricerca relativa alle previsioni probabilistiche dell'Istituto

Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

«L'epicentro del terremoto di Haiti - ha osservato - è avvenuto 10-15 chilometri dalla città e la frattura è arrivata sotto la

città». Secondo l'esperto quello di Haiti è stato un terremoto «analogo a quello avvenuto nel 1995 nella città giapponese di

Kobe, il disastro naturale più costoso dell'ultimo secolo in termini di vite umane». Allora i morti furono circa 6.000, ma

«nel caso di Haiti ritengo che, purtroppo, dovremmo aspettarci decine di migliaia di morti».

Data:

13-01-2010 La Stampaweb"La rottura della faglia è sotto la città"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 300

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Dai finestrini del bimotore dell'Air Caribe la capitale di Haiti appare un cimitero di rovine a perdita d'occhio. È il primo

aereo civile che arriva da Santo Domingo all'aeroporto di Isabelle e atterra su una pista dove pochi poliziotti tentano di

tenere a bada centinaia di persone che cercano di fuggire sui pochi aerei militari arrivati per portare aiuti.

In città il palazzo del presidente è crollato, il parlamento è in macerie, la cattedrale non c'è più, come anche dozzine di

chiese e l'ospedale principale. Centinaia di corpi coprono le strade giacendo sotto cumuli di polvere attorno ai quali i

sopravvissuti si aggirano in religioso silenzio o gridano disperazione e rabbia, braccia aperte verso le nuvole basse del

cielo dei Caraibi. Si levano canti di disperazione e nenie religiose, come preghiere lanciate in un vuoto disperato.

Non c'è nessuno che raccolga le salme, ciò che resta dell'autorità governativa sono scarni comunicati trasmessi dalla radio

che parlano di disastro nazionale e invitano alla solidarietà. Cercano di far sentire le persone meno sole, ma sembra che

l'unico risultato sia far aumentare la paura del dilagare delle violenze. A Port-au-Prince non c'è che morte e disperazione.

Il presidente parla di centinaia di migliaia di vittime, qualcuno dice mezzo milione, per la Croce Rossa almeno un terzo

dei 9 milioni di abitanti di Haiti sono stati toccati in qualche modo dagli effetti del sisma, tre milioni senza tetto.

Il conteggio delle vittime viene fatto da ospedali improvvisati nelle piazze e circolano numeri parziali che per ora vanno

da mille a tremila a cinquantamila anime perdute nel terremoto che la notte scorsa ha investito la più povera nazione

dell'emisfero occidentale con una scossa di magnitudo 7, la più forte dal 1770. I sopravvissuti si aggirano fra le rovine

cercando parenti e proprietà inghiottite dalla terra. Si è diffusa la voce che a portare i primi aiuti saranno i militari

americani con elicotteri dalla base di Guantanamo, nella vicina isola di Cuba, c'è chi guarda ripetutamente al cielo

aspettando che i marines portino acqua, pane. Qui manca del tutto e l'assenza di comunicazioni aumenta la confusione.

L'importanza dei soccorsi aerei dipende dal fatto che il porto è stato danneggiato e le navi hanno difficoltà ad attraccare. È

stato l'arrivo dei primi velivoli militari con gli aiuti, provenienti da Usa, Islanda e Venezuela a far scattare la grande corsa

verso l'aeroporto da parte di centinaia, forse migliaia di disperati che si assiepano di fronte al terminal. Il personale

dell'ambasciata Usa è riuscito a evacuare le famiglie americane solo proteggendo il convoglio con una scorta armata fin

sotto gli aerei della Guardia Costiera decollati alla volta di Miami.

Nella prima intervista al «Miami Herald» il presidente René Preval ha descritto «scene inimmaginabili nella capitale»: «Il

parlamento si è come accasciato su se stesso, il ministero delle Finanze è collassato, le scuole sono cadute, gli ospedali si

sono sbriciolati». Il presidente dice che Hedi Annabi, il tunisino capo della missione di stabilizzazione dell'Onu

(Minustah) è morto, anche se il Palazzo di Vetro non ha ancora confermato, pur ammettendo la morte di almeno 11

funzionari. Non ha retto neppure la principale prigione dell'isola: i detenuti che si sono salvati sono fuggiti in massa.

L'ambasciatore francese a Port-au-Prince ha detto a France2 che «non c'è alcun mezzo che ora venga utilizzato, i pochi di

cui si disponeva con il servizio dei vigili del fuoco sono stati sepolti fin dalla prima scossa. La gente è in strada e sta

passando la notte in strada. Alcuni di loro, a mani nude, cercano di trovare i corpi sotto le macerie». L'ambasciatore ha

continuato il suo agghiacciante racconto: «Alcune vie sono cosparse di cadaveri e si vedono persone, si vede spuntare una

gamba, un braccio, tra mucchi di ferraglia e di cemento, è spaventoso. Ho attraversato a piedi due quartieri, quello dove si

trova la residenza dell'ambasciata di Francia che è completamente distrutta e un'altra zona che si chiama il Divano verde,

dove si trova la residenza del presidente. Non c'è una casa rimasta in piedi».

I saccheggi sono già iniziati. Non c'è polizia, pochi e sperduti i militari che lasciano sguarnito anche il palazzo

presidenziale ferito, mentre le forze dell'Onu contano le proprie vittime. Il loro comandante tunisino viene dato per morto

e i contingenti di Brasile e Cina, i più numerosi, avrebbero subito molte perdite. Anche del loro quartier generale non è

rimasto quasi nulla in piedi. Non ci sono neanche notizie di Giovanni De Mattei, viceconsole onorario d'Italia, mentre la

nostra ambasciata nella vicina Santo Domingo ha inviato un funzionario per accertare la sorte dei connazionali che si

trovavano a Haiti al momento della scossa. «Dicono che il palazzo Onu della Minustah e l'hotel Montana sono crollati. So

che all'hotel Montana abitavano degli italiani, ma non so quanti fossero e se al momento del terremoto erano in casa.

Stiamo cercando di sapere qual è stata la sorte dei dispersi», dice l'avvocato Iampieri, che lavora all'Onu ad Haiti.

La Farnesina ha fatto sapere che una settantina di italiani residenti nell'isola si sono fatti vivi per dire che stavano bene.

Sono 190 gli iscritti all'Aire, il registro dei connazionali all'estero, ma non è detto che fossero tutti presenti nel Paese. Fra

gli italiani di Haiti ci sono cooperanti, religiose, tecnici di azienda, e qualcuno che abitava là da decenni. Ma è possibile

che si trovassero a Haiti turisti o viaggiatori che non avevano segnalato la loro presenza. Oggi arriveranno ad Haiti due

esperti del ministero degli Esteri per aiutare a fare chiarezza nelle informazioni. La Croce Rossa fa sapere che le persone

coinvolte nel sisma sono almeno 3 milioni.

Data:

14-01-2010 La StampawebFinestra sull'America

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 301

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L'arcivescovo cattolico monsignor Joseph Serge Miot è morto sotto le macerie della cattedrale, si parla di un centinaio di

sacerdoti morti in tutta l'isola. Anche le star di Hollywood si stanno muovendo a sostegno della popolazione di Haiti. Ben

Stiller, Angelina Jolie e Brad Pitt sono solo alcuni dei nomi delle celebrità che hanno deciso di intervenire. Matt Damon è

invece già sull'isola.

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Data:

14-01-2010 La StampawebFinestra sull'America

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 302

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HAITI

«Li stiamo curando come possiamo. Ma sono tanti, tantissimi, e continuano ad arrivare. Non sappiamo più come

fronteggiare questa catastrofe».

Padre Gianfranco Lovera, frate camilliano originario di Saluzzo (Cuneo), da anni missionario ad Haiti, ha la voce stanca e

affranta. All'ospedale Saint Camille di Port au Prince, che dirige con due confratelli italiani e tre suore - tutti in buone

condizioni dopo il sisma - ambulanze e mezzi di fortuna continuano a scaricare feriti. Padre Gianfranco sta sul portone

d'ingresso, aiuta a trasportare dentro quei corpi martoriati.

Dalle quattro di martedì pomeriggio il cataclisma non gli ha concesso un istante di tregua. «Un'ecatombe. Quattro scosse

una più forte dell'altra. Hanno devastato, spazzato via case, sradicato strade. In città tutto è distrutto, raso al suolo,

accartocciato. Anche il nostro ospedale è stato fortemente danneggiato: la violenza del terremoto ha divelto muri, porte,

armadi. Il letto della mia stanza è stato scaraventato fuori dall'ospedale. E così la poltrona del dentista». Nonostante i

danni enormi il Saint Camille - costruito nel 2001 grazie alle donazioni arrivate dall'Italia - ha retto. Medici, infermieri e

volontari sono rimasti al loro posto. Hanno accolto e medicato centinaia di feriti. Hanno operato. Cercano di salvare

quante più persone possibile.

«Ce ne hanno portati cinquecento, forse di più», racconta padre Gianfranco. Tre ospedali sono ridotti in macerie, la gente

cerca speranza in quei pochi che funzionano ancora. «Arrivano disperati: uomini, donne, bambini senza braccia e senza

mani». A sera il Saint Camille è un lazzaretto che gronda disperazione. «Qui potremmo ospitare non più di cento persone.

Ma ora ce ne saranno seicento. Le abbiamo sistemate, ma la situazione è drammatica. E noi siamo in pochi. Li curiamo

come possiamo, ma tanti non ce l'hanno fatta: sono morti. Quando ce li portano sono già in condizioni gravissime: hanno

fratture, emorragie, lesioni interne. Questo era un Paese in condizioni disastrose; adesso la situazione è disperata».

Data:

14-01-2010 La Stampaweb"Arrivano da noi senza braccia e senza mani"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 303

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13/1/2010

Sisma Haiti, si teme l'ecatombe

Capitale distrutta, molti i dispersi

Centinaia i morti ad Haiti, dopo il devastante terremoto che ha colpito il Paese. I diplomatici americani sul posto "hanno

visto numerosi corpi senza vita nelle strade e sui marciapiedi, persone colpite dai crolli degli edifici", ha dichiarato Philip

Crowley, portavoce del Dipartimento di stato Usa. Il presidente di Haiti parla di catastrofe e dice: "Temiamo che i morti

siano migliaia".

Segui il terremoto in tempo reale

16.25 - Obama: aiuti subito, pieno sostegno Usa alle vittime

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha promesso aiuti immediati e coordinati per salvare le vite dei sopravissuti

al devastante terremoto.

16.15 - Il presidente di Haiti: temiamo che i morti siano migliaia

René Préval, presidente di Haiti, teme che i morti per il terribile terremoto che ha colpito l'isola siano migliaia. Il Paese è

"distrutto", è una "catastrofe", e crediamo che "migliaia di persone" possano essere morte, ha detto, parlando di "scene

inimmaginabili". "Dobbiamo ancora valutare" il numero delle vittime, ha detto al Miami Herald, "il Parlamento è crollato,

sono crollate diverse scuole e ospedali. Ci sono molte scuole con diverse persone morte sotto le macerie".

15.40 - Operativo l'aeroporto

Lo scalo aeroportuale di Port au Prince, risulta operativo. Lo ha comunicato l'Onu.

15.39 - I missionari: arrivano feriti senza braccia e senza mani

"Nel nostro ospedale arriva moltissima gente disperata, feriti senza braccia e senza mani". E' la testimonianza di padre

Gianfranco Lovera, missionario camilliano che insieme ad altri due confratelli italiani, in buone condizioni di salute, e a

tre suore, gestisce una missione a Port-au-Prince. "La gente è disperata - aggiunge - A centinaia arrivano nel nostro

ospedale dove stiamo curando i feriti come possiamo".

15.25 - Frattini: pronto aereo di aiuti italiani

Anche l'Italia si è messa subito in moto per portare aiuti alle persone colpite dal terremoto ad Haiti. "Abbiamo disposto

l'invio immediato di un aereo italiano con generi di primissima necessità, vi saranno a bordo funzionari sia della

Cooperazione che della Protezione civile", ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini. ''L'aereo è pronto a partire nel

momento esatto in cui ce lo chiederanno", ha aggiunto.

15.03 - Trovato il corpo dell'arcivescovo

Il corpo senza vita di monsignor Serge Miot, arcivescovo della capitale Port-au-Prince, è stato ritrovato sotto le macerie

dell'arcivescovado. Lo riferisce l'agenzia missionaria Misna che cita i missionari della Società di Saint Jacques, presenti in

Haiti da oltre 40 anni. "Si è inoltre senza notizie del vicario generale, monsignor Benoit", aggiunge la stessa fonte.

14.52 - Giornalista locale: i cadaveri ancora nelle strade

I cadaveri sono ancora riversi nelle strade di Port-au-Prince, mentre le autorità restano assenti: lo denuncia Carel Pedre,

giornalista e conduttore radio tra i più famosi di Haiti. "Qui c'è la distruzione totale", ha denunciato.

14.31 - Onde si portavano via i morti

"Subito dopo il terremoto onde gigantesche si sono abbattute su spiagge e strade e si portavano via i morti tra le macerie.

Alcune strutture dei palazzi presidenziali e del Parlamento sono crollate. Ci sono cadaveri dappertutto". E' la

testimonianza di Cristina Iampieri, avvocato italiano, che lavora all'Onu a Port-au-Prince. Subito dopo il sisma ha

chiamato una sua amica haitiana che vive a Roma. Dopo pochi secondo il cellulare satellitare ha interrotto la ricezione.

14.02 - Napolitano: "Italia vicina a popolo haitiano". "Sono rimasto profondamente rattristato dalle notizie che giungono

da Haiti sulle tragiche conseguenze del sisma". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scrive in un

messaggio inviato al presidente della Repubblica di Haiti, Rene Preval. "L'Italia si sente vicina al popolo haitiano".

13.36 - La direttrice dell'Unesco: nessuna notizia sul nostro personale nell'isola

L'Unesco non ha più notizie dei 14 membri del suo personale attualmente operanti ad Haiti. Lo ha annunciato la direttrice

Data:

13-01-2010 TGComHaiti:terribile sisma,capitale polverizzata Papa:"Aiuti da tutti".Disperso

prete italiano

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 304

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generale dell'agenzia Onu Irina Boskova, esprimendo la sua "preoccupazione" per le conseguenze del violento sisma.

13.30 - L'ambasciatrice a Roma: linee interrotte

"Per ora non abbiamo ancora notizie, forse a causa delle linee interrotte. Tra un paio d'ore avremo maggiori informazioni.

Al momento siamo in contatto con Washington. Visto il fuso orario, potremo sapere qualcosa solo nel pomeriggio,

quando ad Haiti sarà giorno". Lo ha detto l'ambasciatrice di Haiti in Italia, Benoit Geri.

13.16 - Morto il capo della missione Onu

Sarebbe rimasto ucciso ad Haiti Hedi Annabu, il capo della missione Onu. Annabi, di nazionalità tunisina, era a capo della

missione di pace Onu dal settembre 2007. Con lui sarebbero morte anche tutte le persone che si trovavano nell'edificio

che ospitava la missione stessa. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. "L'edificio dell'Onu è

crollato e sembra che tutti quelli che si trovavano all'interno, tra cui il mio amico Annabi, l'inviato speciale del segretario

generale delle Nazioni Unite e tutti quelli che erano con lui e intorno a lui sono morti" ha dichiarato.

13.14 - Morti almeno sette militari brasiliani

Facevano parte della missione di pace Minustah in Haiti i sette militari brasiliani morti a causa del terremoto: lo ha reso

noto il responsabile per la comunicazione del battaglione di Brasilia a Port-au-Prince, Alan Sampaio Santos. Ma sono

decine i militari che risultano dispersi, come ha aggiunto Sampaio in dichiarazioni all'emittente Jovem Pan, precisando

che ci sono inoltre numerosi feriti. I militari brasiliani che partecipano alla Minustah, 1.266 uomini tra soldati e poliziotti,

"hanno passato la notte nelle operazioni di soccorso".

12.26 - Italiana: "Urla dalle macerie, è notte nera"

"Si sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi è rimasto sotto e i parenti sono impazienti. Si disperano. Mancano le luci

per illuminare la scena e continuare a scavare di notte. Non possiamo che attendere la mattina, ma questa notte è

veramente nera per tutti noi''. Lo ha detto, via chat su Skype, Fiammetta Cappellini dell'Avsi, che si trova a

Port-Au-Prince.

12.01 - Nessuna notizia di missionario italiano dopo sisma

Nessuna notizia di Don Giuseppe Noli, ad Haiti come missionario dal 2003, dopo il devastante sisma che ha colpito Haiti.

"Non siamo ancora riusciti a metterci in contatto con Don Giuseppe", ha spiegato una funzionaria dell'ufficio missionario

della Curia di Milano.

Nella prossima pagina trovi tutte le altre notizie del disastro di Haiti in tempo reale

Voto:

Ultimo aggiornamento ore 16:26

Data:

13-01-2010 TGComHaiti:terribile sisma,capitale polverizzata Papa:"Aiuti da tutti".Disperso

prete italiano

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 305

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Ha lasciato la guida 'se così si può dire…' dell'Associazione AFP, (dell'Associazione Fuoristradistica Piemontese)

Mariano Lombardo icona e punto di riferimento del Volontariato 4x4 di Protezione Civile. A lui va il ringraziamento per

il tempo dedicato all'AFP e per la serietà dimostrata nella gestione e pianificazione delle operatività territoriali. Gli

succede Livio Sabena, affermato imprenditore Saluzzese, socio fondatore che già collaborava quale staff dell'ex

Presidente Lombardo. La politica del nuovo leader, esternata già in fase assembleare, sarà quella della gestione decentrata

dell'Associazione e della collaborazione fattiva e propositiva di tutti i Soci, al di fuori dei ruoli ricoperti. Tuttavia spetta al

nuovo Presidente delineare le linee guida per una crescita quantitativa e qualitativa della 'mission'. Vice Presidente è

Remo Mattè, anch'egli appassionato di Fuoristradistica, ma soprattutto a disposizione del Volontariato. Persona capace e

preparata, di certa professionalità. A lui si deve anche lo sviluppo del settore 'Formazione' dell'AFP.

Anche il Consiglio Direttivo è stato variato con l'inserimento

di 5 consiglieri. Rimane confermato il responsabile delle Emergenze Sergio Tognacara. La politica che il nuovo

Presidente appoggerà sarà quella di iniziare a far conoscere alla gente le grandi

Potenzialità dell'Associazione, con campagne mirate alla sicurezza stradale, al rispetto dell'ambiente, alla realizzazione di

convenzioni con comuni ed Enti per il monitoraggio delle strade alternative alla viabilità ordinaria con riferimento ad

interventi di criticità livello 2 e 3 (Progetto già approvato dalla Provincia di Cuneo). La collaborazione con altre

Associazioni di Volontariato che abbiano comunque gli stessi fini di solidarietà e di crescita e che siano legittimate ad

operare nel territorio Nazionale. Si cercherà di far capire ai cittadini che il mondo fuoristradista organizzato in

Associazione rispetta l'ambiente, le persone, la fauna e svolge nella maggior parte dei casi compiti di Protezione Civile,

frequentando corsi di guida sicura, corsi di cartografia, uso del GPS, primo soccorso sanitario ed altri. Ma soprattutto ha

dalla sua parte il senso civico e ambientalista che per 'statuto' gli è ricordato. I nostri mezzi sono attrezzati per il

volontariato logistico in condizioni estreme ed a disposizione di tutti coloro che ne faranno richiesta, senza colori di

bandiere perché il Volontariato è di tutti e per tutti. Con questi propositi il neo presidente, troverà la disponibilità dei soci,

a far crescere in modo sano la cultura del 'solidale'. Buon lavoro Presidente Sabena.

Roberto Russo

Data:

13-01-2010 Targatocn.itCambio al Vertice della delegazione cuneese dell'AFP

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 306

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Notizie - Molise

Le ultime precipitazioni hanno fatto scattare l'allerta della Protezione civile

Contrada Covatta

il movimento franoso avanza

CAMPOBASSO A contrada Covatta nel territorio del Comune di Ripalimosani al limite dell'Ingotte si riaffaccia

nuovamente l'incubo della frana.

Home Molise prec succ

Contenuti correlati Fanti vice sindaco: l'Udc dice «no» alla proposta avanzata da Zaccheo Nell'orticello coltivava

marijuana Furto da 60mila euro nella farmacia comunale Corto circuito manda in fumo un negozio Fiat, gli ex

interinali tornano all'attacco San Giacomo, il sindaco annuncia che la nuova scuola arriverà a settembre grazie a

finanziamenti regionali

Quella stessa che qualche anno creò molte preocupazioni per la sua discesa a valle avvicinandosi minacciosa alla sede

stradale di collegamento alla Bifernina e ad alcune attività commerciali della zona. Il movimento franoso ha ripreso a

camminare da un paio di giorni dopo le piogge copiose della settimama passata riproponendo l'attenzione dei tecnici della

Regione e quindi della Protezione civile che allertati controllano sul posto l'avanzamento del corpo franoso.

Negli ultimi due o tre giorni il suo scivolamento su un fronte molto ampio largo alcune decine di metri è stato di circa tre

metri accostandosi pericolosamente ad alcune abitazioni dove insistono attività commerciali così come si verificò un paio

di anni fa quando si lavorò notte e giorno per rimuovere la notevole massa di terra caduta e quindi arrivata quasi ai

margini della sede stradale scorrendo tuttavia sotto il ponte dell'Ingotte. Da lì in avanti il Comune di Ripalimosani,

all'epoca con finanziamenti regionali per oltre 300 mila euro, riuscì, tuttavia, a pulire il piede di frana evitando rischi e

guai maggiori soprattutto ai capannoni commerciali dell'area interessata dal movimento franoso ma certamente non a

sradicare l'origine della stessa.

La Protezione civile e la Regione dovranno da qui organizzare progettare e finanziare altri interventi in un'area che a

quanto pare presenta dissesti ormai fdiffusi e frequenti sia sul versante nord che su quello alle spalle della stessa dove una

decina di anni fa un gigantesco fronte di frana si abbattè sulla Bifernina facendola scomparire e quindi invadendo

rovinosamente il letto del fiume Biferno. Un mezzo disastro anche ambientale, ovviamente, che tenne con il fiato sospeso

per molti mesi il traffico sulla Fondovalle del Biferno dove l'interruzione della circolazione stradale e quindi la sua

limitazione mandarono in tilt il trasporto leggero e soprattutto quello pesante su cui i disagi si fecero sentire di più.

Vai alla homepage

Aldo Ciaramella

13/01/2010

Data:

13-01-2010 Il TempoContrada Covatta il movimento franoso avanza

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 307

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Notizie - Lazio nord

EmergenzaIl comandante di Rieti ci ha dato la buona notizia: il presidio oggi in funzione nonostante il ritardo della

convenzione

La presenza resta «straordinaria» senza la nuova sede

Home Lazio nord succ

Contenuti correlati Fiat, gli ex interinali tornano all'attacco Ritrovato il novantenne scomparso A Rosarno restano solo

i "bianchi" Si segnala che le farmacie seguiranno il seguente orario: (8.30-19.30), orario appoggio (8.30-13.00)

RM/A

Via Val di Fassa 40 (8,30-13), via Radicofani 206 (8,30-13), via Cesco Baseggio 112, via Giuseppe De Nava 27, via

Fezzan 16, Corso Prima categoria, è l'ora del derby Passo Corese sfida Poggio Fidoni Dopo il successo nei giorni di

Vigilia, Natale, Santo Stefano e Capodanno, anche i dati registrati il 6 gennaio 2010 nei primi trenta siti culturali statali

testimoniano una rinnovata crescita della fruizione culturale in Italia.

Elisa Sartarelli POGGIO MIRTETO A partire da stamattina i Vigili del fuoco di Rieti tornano a prestare il servizio

straordinario di 12 ore giornaliere a Poggio Mirteto Scalo. La notizia ufficiale è stata data dal comandante dei Vigili del

Fuoco di Rieti, ingegner Antonio Albanese. Dal 1 gennaio la stazione di Poggio Mirteto era stata chiusa, a causa della

mancanza di un'autorizzazione provvisoria che solitamente permette il servizio, in attesa della firma della convenzione

antincendio boschiva con la Regione Lazio, di durata annuale, che viene firmata ogni anno intorno al mese di marzo. A

fine dicembre però è stato comunicato il cambio del direttore regionale. Ad occuparsi della convenzione boschiva 2010 ha

dovuto pensare il nuovo direttore regionale, ingegner Denaro, che proprio ieri è entrato in servizio. Si è svolta ieri mattina

una riunione al ministero degli Interni, alla quale hanno partecipato l'ingegner Denaro, il prefetto Tronca, capo

dipartimento dei Vigili del fuoco, l'ingegner Gambardella, capo del Corpo, l'ingegner Giomi, comandante regionale e il

dottor Pucci, direttore regionale della Protezione civile. Al termine della riunione, una telefonata dalla segreteria del

nuovo direttore avrebbe autorizzato i Vigili del fuoco di Rieti a riprendere il servizio nella sede provvisoria di Poggio

Mirteto. L'auspicio resta però quello di avere gli uomini antincendio anche durante le ore notturne ma quello di Poggio

Mirteto continua a non essere un distaccamento fisso. Ai Vigili del fuoco è destinata una sistemazione definitiva che

dovrà essere realizzata in località Capacqua, sempre nella zona di Poggio Mirteto Scalo, in modo che la loro presenza sia

portata alle 24 ore giornaliere. «La Regione lo scorso anno ha finanziato la Provincia di Rieti, dando come indicazione

Poggio Mirteto Scalo per la costruzione del polo della sicurezza - ha spiegato il sindaco di Poggio Mirteto, Fabio

Refrigeri - e la Provincia ha inserito questo progetto nel piano delle opere pubbliche e nel bilancio. Entro gennaio ci sarà

il bando e si potrà partire con l'iter amministrativo». Nel polo della sicurezza di Poggio Mirteto Scalo si prevede la

presenza non solo dei Vigili del fuoco ma anche della Protezione civile e del 118. Si è pensato anche a una zona dedicata

alla formazione dei volontari della Protezione civile.Vai alla homepage

13/01/2010

Data:

13-01-2010 Il TempoPoggio Mirteto, tornano i Vigili

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 308

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Notizie - Abruzzo

Giorgio Alessandri L'AQUILA È la burocrazia il vero nemico con cui fare i conti nell'opera di ricostruzione post-sisma.

Nonostante le procedure d'urgenza, decreti e ordinanze emesse in maniera straordinaria e le buone intenzioni di chi ha nel

cuore la rinascita dell'Aquila e di tutti i Comuni terremotati, la farraginosa macchina burocratica ha continuato a viaggiare

a ritmi inadeguati rispetto alla drammatica situazione creatasi all'indomani del sei aprile scorso.

Home Abruzzo prec succ

Contenuti correlati Imprese, continua a salire la domanda per il credito Un crescendo di scosse come un anno fa

all'Aquila «Gli stranieri scontino nel loro paese» Contigliano prende sette gol dal Futbolclub Ma il Grotti riesce a

superarlo con otto reti Marco Fuggetta La sfida delle Regionali si avvicina e tutti sono chiamati a fare la propria parte,

senza ambiguità. Sanatrix alla resa dei conti

Una realtà drammatica e anche confermata dal presidente della Regione Gianni Chiodi, ieri presente nel capoluogo per

un'iniziativa promossa dalle fondazioni bancarie che hanno destinato 12 milioni di euro per opere di ricostruzione. «Siamo

caduti nella trappola della burocrazia - ha dichiarato il Governatore - non riuscendo ad evitare, in questi mesi, l'empasse

amministrativa nei processi di ricostruzione. Ci sono tutti i presupposti per lavorare in maniera tranquilla ma bisogna far

tesoro delle difficoltà che ci sono state in questi mesi, specie in punti chiave della ricostruzione come quello delle pratiche

sulle case B e le C». Tra un paio di settimane il Presidente riceverà l'onerosa carica di commissario delegato alla

ricostruzione: «Stiamo lavorando - ha concluso Chiodi - in perfetta sintonia con tutte le parti in causa sin dai primi giorni

dell'emergenza. Aumenterà certo la mia responsabilità, ma l'impostazione del lavoro resterà invariata». All'Aquila ieri era

presente anche il vice di Guido Bertolaso in seno alla Protezione civile, Bernardo De Bernardinis, che parlando proprio

del prossimo cambio di ruolo della Regione nel processo di ricostruzione ha commentato: «Il passaggio di consegne tra la

Protezione civile e la Regione Abruzzo, a fine gennaio, sta avvenendo ormai da mesi lentamente. Abbiamo avuto settori

della Regione che ci hanno sempre affiancato, come quello della mobilità, dei trasporti e della Protezione civile, altri

devono essere messi in piedi, soprattutto la parte tecnica-amministrativa. È in programma una riunione a Roma più di

dettaglio per definire i compiti; ce la faremo, c'è sempre stata grande trasparenza e condivisione. C'è una macchina che si

prova sul simulatore, ora si tratta di sedersi sulla macchina e guidare, che è un effetto diverso». In ogni caso il passaggio

di consegne non si svolgerà in maniera traumatica e netta: «Non abbiamo mai abbandonato, non abbandoniamo e non

abbandoneremo tutte le situazioni aperte - ha concluso il numero due del Dipartimento di Protezione civile - così come

accaduto a Messina e in altri luoghi dove è stata necessaria la nostra presenza».Vai alla homepage

14/01/2010

Data:

14-01-2010 Il TempoGiorgio Alessandri L'AQUILA Èla burocrazia il vero nemico con cui fare i

conti nell'opera di ricostruzione post-sisma.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 309

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Notizie - Latina

Ad attivarsi, da subito, è stato il comitato di quartiere di Collina dei Pini, insieme a Protezione civile, vvf e forze

dell'ordine per rimuovere i rami di alberi caduti su strade, recinzioni, pali della luce.

Home Latina

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Pescara il comitato regionale permanente Costituito un comitato per organizzare la visita del Papa Ritrovato il

novantenne scomparso

Chi volesse segnalare i danni subiti al Comune può scaricare la relativa scheda su

http://www.facebook.com/l/e7f50;test2.comune.cisterna.latina.it/allegati/files/2010/01/15261.pdfVai alla homepage

14/01/2010

Data:

14-01-2010 Il TempoCISTERNA Maltempo, comitato in campo Come segnalare i danni La trombad'aria abbattutasi su Cisterna la notte di venerdì scorso ha provocato molti

danni.

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 310

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Notizie - Abruzzo

TerremotoNuovi danni a Santa Maria a Paganica

La situazione della chiesa di Santa Maria Paganica è peggiorata.

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sono chiamati a fare la propria parte, senza ambiguità. Emergenza buche, si parte da via della Pisana e Trastevere Parte

la campagna per far conoscere il golf Il maltempo continua a colpire larga parte d'Italia, con piogge diffuse al centro sud

e nevicate anche a bassa quota sull'Italia nord-orientale. Antonella Salvatore

Elezioni Termoli: parte la campagna elettorale.

Il peggioramento viene messo in relazione con le scosse delle ultime ore legate allo sciame sismico in atto nelle Marche.

Nelle ultime ore si è mosso un angolo dell'abside, nella parte della chiesa che non era stata puntellata. La Protezione

Civile ed i Vigili del fuoco stanno verificando il da farsi. «La parte che si è mossa e cioè un angolo dell'abside - ha

spiegato Luciano Marchetti, vicecommissario ai beni culturali - era abbastanza rovinata, ma probabilmente il

peggioramento è da mettere in relazione con le ultime scosse, complice il fatto che sono strutture danneggiate e quindi si

reggono per miracolo. Stiamo lavorando per verificare come intervenire, sicuramente puntelleremo quella parte che non lo

era stata, a seguito del fatto che sembrava stabile». La chiesa di Santa Maria Paganica, che era molto a rischio anche

perchè togliendo le macerie all'interno si sono rese più labili le strutture intorno.Vai alla homepage

14/01/2010

Data:

14-01-2010 Il TempoÈ crollata parte dell'abside

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 311

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Notizie - Interni Esteri

Europa al freddo

LONDRA Automobilisti intrappolati per ore nelle loro vetture, scuole chiuse e voli cancellati: la neve ha ripreso ad

abbattersi sulla Gran Bretagna, con conseguenze particolarmente gravi nel sud dell'Inghilterra.

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Cantine e strade allagate La foce fa ancora paura Vendola chiude «Basta trattative con il Pd» Maltempo Ok ai lavori

sulle strade Due falsi allarmi negli aeroporti romani

L'aeroporto di Gatwick è rimasto chiuso per gran parte della giornata, riaprendo soltanto nel tardo pomeriggio. Ritardi e

cancellazioni sono tornati a colpire anche gli aeroporti di Heathrow, Cardiff, Birmingham e Southampton, mentre le linee

ferroviarie che servono la capitale stamane sono state teatro di ritardi di alcune ore, con alcuni servizi cancellati e

sostituiti da automezzi. Disagi al sistema dei trasporti anche in Francia. I due principali aeroporti di Parigi, Orly e Charles

de Gaulle, hanno ridotto il traffico del 50%, mentre dalla mezzanotte al mezzogiorno di ieri le autorità per le strade hanno

imposto un divieto al transito dei mezzi pesanti in otto dipartimenti intorno a Parigi. Il servizio meteorologico francese

prevede per le prossime ore nuove nevicate nelle regioni centro e settentrionali del Paese. Disagi anche a Malta, dove la

Protezione civile ha decretato lo stato di allerta per la pioggia e venti fino a forza nove. Tornando al Regno Unito, la

situazione è ancora peggiore su molte strade. Nel Devon alcune centinaia di persone sono rimaste bloccate nelle loro auto

nella notte e prelevate dalla polizia che le ha portate al riparo in centri di accoglienza allestiti per l'emergenza. Il ponte sul

fiume Severn che collega Bristol al Galles meridionale è stato chiuso, mentre in alcune parti del Devon la coltre di neve

ha ormai raggiunto tra due e tre metri di altezza.Vai alla homepage

14/01/2010

Data:

14-01-2010 Il TempoL'Inghilterra paralizzata chiude strade e aeroporti Disagi anche in Francia

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 312

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La Protezione civile

CASTELNUOVO. Giornate di fine e inizio anno di duro lavoro per gli uomini della protezione civile in Garfagnana.

Secondo la Comunità montana della Garfagnana, la macchina dei soccorsi si è mossa molto bene, riuscendo a ridurre i

disagi alla popolazione. E sostiene che «la Provincia, con il presidente Baccelli, la Regione con l'assessore Marco Betti e

la protezione civile nazionale sono stati presenti sul territorio fornendo l'organizzazione necessaria a coordinare i vari

interventi, realizzando report aggiornati in tempo reale sugli eventi in corso su tutto il territorio garfagnino, promuovendo

una serie di incontri con tecnici ed amministratori per organizzare gli interventi, reperire le risorse economiche necessarie,

coordinare forze, mezzi e personale». Per questo la protezione civile ringrazia la Provincia e Baccelli, che «sempre

presente sul territorio, ha assicurato interventi tempestivi oltre al supporto delle proprie strutture» e anche tutti i

partecipanti ai soccorsi, a vario titolo, all'interno della protezione civile: associazioni di volontariato, medici, corpi di

forza pubblica, sindaci, tecnici comunali, provinciali e regionali, operai, squadre di intervento, il personale della Comunità

montana «e quanti nei giorni di festa non hanno mai smesso di lavorare per le proprie comunità: il lavoro svolto è stato

ottimo e ci ha permesso di garantire alla popolazione un buon livello di servizi».

L.D.

Data:

13-01-2010 Il Tirrenoelogio ai soccorsi e alla provincia in prima linea

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 313

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- Lucca

LUCCA. La decisione è stata presa ieri dal sindaco Mauro Favilla insieme all'assessore alla protezione civile Elio

Cappellini: i moduli da compilare per la richiesta danni per le famiglie dell'Oltreserchio saranno consegnati, direttamente

a casa, ai cittadini colpiti dall'alluvione del 25 dicembre causata dalla rottura degli argini del Serchio.

«La volontà dell'amministrazione comunale - sottolinea il primo cittadino - è quella di venire, al più possibile, incontro

alle esigenze dei cittadini colpiti dall'evento alluvionale.

«Per questo, fermo restando la costituzione di un punto avanzato di informazione sul territorio, che stiamo predisponendo,

effettueremo una distribuzione capillare della modulistica, che è in preparazione, con il sistema di porta a porta».

Seguendo gli elenchi del censimento delle famiglie che hanno subito danni, quindi, ci sarà una distribuzione “a casa” della

modulistica da riempire, che è in preparazione e sarà comunque anche a disposizione negli uffici comunali e scaricabile

dal sito Internet del Comune.

«L'operazione è possibile grazie alla disponibilità della protezione civile comunale - spiega l'assessore Cappellini -, ma

anche e soprattutto alla collaborazione dei volontari fra i quali si contano anche consiglieri comunali e circoscrizionali del

territorio che, da me interpellati, si sono dichiarati, con spirito di civile collaborazione ad aiutare il Comune in questo

importante aiuto alle famiglie che hanno subito danni».

Dopo lo svolgimento del consiglio dei ministri (fissato per mercoledì 13 gennaio) palazzo Orsetti comunicherà con

precisione la data a partire dalla quale avverrà la distribuzione dei moduli.

Data: Estratto da pagina:

13-01-2010 3Il Tirrenoa domicilio i moduli per fare la richiesta di risarcimento danni

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 314

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«Non compete all'azienda l'informativa sulla situazione a valle»

LUCCA. L'Enel respinge ogni responsabilità dovuta alla regimazione delle sue dighe nell'alluvione di Natale.

«In risposta alle dichiarazioni relativamente al mancato invio da parte dell'Enel delle comunicazioni relative alle portate

rilasciate dalle dighe - dice l'azienda - precisiamo che le comunicazioni sono state puntualmente e correttamente trasmesse

in corrispondenza al superamento delle diverse soglie di portata indicate dai documenti di protezione civile di ciascuna

diga a tutti i soggetti istituzionali individuati in detti documenti.

«Relativamente allo sbarramento di Borgo a Mozzano, si evidenzia in particolare che in conformità al relativo documento

di protezione civile, sono stati inviati anche alle prefetture ed alle province di Lucca e Pisa, i fax relativi al superamento

delle seguenti soglie di portata: 200 metri cubi al secondo, 450, 600, 750, 900, 1000, 1200, 1300, 1400.

«In merito a tali valori di portata comunicati da Enel, si evidenzia come non possano in alcun modo essere fatti coincidere

con i valori della portata di piena a valle di Borgo a Mozzano, in quanto il bacino idrografico del Serchio in questa località

è pari a circa il 70 per cento del totale in corrispondenza alla foce del Serchio.

«Come per altro confermano i dati comunicati dall'Autorità di Bacino del Serchio, il picco di piena registrato a Borgo a

Mozzano di poco inferiore ai 1500 metri cubi al secondo, per effetto del restante 30% del bacino imbrifero a valle di tale

località, ha prodotto dei valori di picco di piena via via crescenti, fino al valore massimo di circa 1900 metri cubi in

corrispondenza della frazione di Nodica.

«Indipendentemente dal valore del picco di piena raggiunto nelle località situate a valle di Borgo a Mozzano, va detto che

essendo demandata ad altri la protezione civile del territorio, non poteva competere e non può competere ad Enel

l'informativa sull'evolversi della piena a valle, non solo in quanto non previsto dal documento di protezione civile di

Borgo a Mozzano, ma anche perché di fatto materialmente impossibilitata a farlo.

«Qualora, in base alle esperienze recenti, i soggetti preposti alla protezione civile del territorio ritengano di rivedere anche

i valori delle soglie di portata a Borgo a Mozzano al superamento delle quali attivare l'invio dei fax, Enel si rende

comunque disponibile fin da ora a discuterne nelle sedi preposte».

Data:

14-01-2010 Il Tirrenodighe, l'enel respinge le accuse

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 315

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- Lucca

Nardi: «Potremo conoscere l'entità degli aiuti economici»

LUCCA. Una dichiarazione minima, stringatissima, e oltretutto generica dello stato d'emergenza, in cui compare la

denominazione di Toscana ma non di Provincia di Lucca.

È arrivata alla fine della riunione del Consiglio dei Ministri di ieri mattina.

«Il Consiglio - si legge nella nota diffusa sul sito internet dell'organo esecutivo del governo - ha deliberato tre

dichiarazioni di stato d'emergenza: la prima, per predisporre e partecipare con tempestività agli interventi di aiuto alle

popolazioni della Republica di Haiti colpita dal gravissimo sisma; la seconda per fronteggiare il problema del

sovraffollamento delle carceri e dare il via, con somma urgenza, a interventi volti a realizzare nuove infrastrutture

carcerarie e l'aumento della capienza di quelle esistenti; la terza consentirà alla Protezione civile di fare fronte agli eventi

atmosferici eccezionali che hanno colpito nei giorni scorsi le Regioni Emilia Romagna, Liguria e Toscana».

E subito questa mattina il professor Raffaello Nardi, Autorità di bacino del fiume Serchio, sarà a Roma, per partecipare a

una riunione indetta dalla Protezione civile, a cui parteciperanno anche i presidenti delle tre regioni vittima della piena dei

giorni di Natale (quindi anche il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, l'Autorità di bacino del Magra, le

amministrazioni provinciali di La Spezia, Lucca, Massa Carrara, Modena e Pisa, oltre che rappresentanti dei ministeri

dell'Economia, dell'Ambiente e delle Politiche Agricole.

Un incontro, organizzato per decidere nel più breve tempo possibile le misure da attuare per far fronte ai danni provocati

dal maltempo, nel quale sono riposte grandi speranze, soprattutto per gli aiuti economici che potranno venire dal governo.

Nel corso della riunione, anticipa infatti il professor Nardi, cominceranno anche a delinearsi quantitativamente i fondi che

saranno destinati alle singole zone che sono state devastate dalla piena. La riunione segnerà infatti la partenza anche di

questo iter.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1Il Tirrenooggi tutti convocati dalla protezione civile

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 316

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Oggi riunione a Roma presso la Protezione civile

PISTOIA. La Provincia ribadisce l'intenzione di seguire con attenzione la trattativa con la Protezione civile per

l'emanazione dell'ordinanza che consentirà di avere a Pistoia le risorse per il risarcimento danni degli allagamenti di

Natale.

Lo fa con un intervento della presidente Federica Fratoni «Siamo in attesa - ha detto tra l'altro ieri la presidente - della

delibera da parte del consiglio dei ministri e successivamente seguiremo la trattativa con la protezione civile per

l'emanazione dell'ordinanza, che dovrà portare sul territorio le risorse necessarie al risarcimento dei danni e ci consentirà

di dare risposte adeguate ai tanti bisogni espressi».

Nella serata di ieri l'amministrazione provinciale ha confermato di essere stata convocata a Roma alla riunione alla

Protezione civile con le altre province interessate dalla richiesta dello stato di emergenza, che è stato approvato ieri dal

consiglio dei ministri. La riunione servirà a decidere nel più breve tempo possibile le misure da mettere in atto per far

fonte all'ondata di maltempo che tra Natale e Capodanno ha interessato Liguria, Emilia Romagna e Toscana.

La Provincia di Pistoia inoltre ricorda che tutte le informazioni ed i relativi modelli scaricabili per le richieste di

accertamento relative alla calamità naturale del 24 dicembre sono sul sito internet www.provincia.pistoia.it, cliccando

direttamente dall'home page su “calamità naturale del 24 dicembre” (l'indirizzo web esatto è:

www.provincia.pistoia.it/indici/CalamitaNaturale24Dic09.asp).

Per ogni informazione si può contattare l'Ufficio relazioni con il pubblico in via Cavour 2 (lato palazzo provincia piazza

S. Leone: il numero verde è 800 246 245, in funzione dal lunedì al sabato ore 9 - 13 (con una segreteria sempre attiva

anche quando l*ufficio è chiuso per lasciare messaggi e recapiti), fax gratuito 800 033 393, e mail

[email protected]

Data:

14-01-2010 Il Tirrenofratoni: la provincia al lavoro per far arrivare i rimborsi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 317

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Schede anche in altri punti, censimento pure per le aziende

LUCCA. Il Comune, tramite la protezione civile con i volontari e la collaborazione della circoscrizione dell'Oltreserchio,

ha disposto la distribuzione porta a porta della modulistica necessaria alla richiesta danni per le famiglie colpite

dall'alluvione del 25 dicembre.

I moduli, comunque saranno anche a disposizione presso la sala Donatori di sangue alla parrocchia di S. Maria a Colle

negli stessi giorni della distribuzione.

Inoltre, saranno disponibili all'Urp in via del Moro, alla sede della protezione civile in piazza S. Romano, e scaricabili dal

sito www.comune.lucca.it.

I cittadini potranno riconsegnare i moduli e ottenere assistenza per la compilazione degli stessi, alla sede della

circoscrizione 5, in via delle Scuole a Maggiano, presso l'apposito sportello che il Comune sta approntando.

Modalità e tempi della riconsegna saranno successivamente indicati.

Per quanto riguarda invece i cittadini della circoscrizione 8 colpiti dallo stesso evento, i moduli saranno consegnati “porta

a porta” grazie alla collaborazione della Croce verde di Ponte a Moriano e della circoscrizione.

Per la riconsegna si dovranno rivolgere, in modi e tempi che saranno comunicati in seguito alla sede circoscrizionale di

Ponte a Moriano.

Modulistica per i danni alle aziende - Per la distribuzione dei moduli di richiesta dei danni subiti da aziende, attività

artigianali e commerciali il Comune con la protezione civile ha installato una roulotte della protezione civile nell'area

industriale di Vignola (nel piazzale prima del Ponte di S. Macario) nella quale si potrà ottenere tutta la modulistica

necessaria.

Anche in questo caso, i moduli dovranno essere riconsegnati, con modalità e tempi che saranno comunicati

successivamente, allo sportello appositamente predisposto presso la sede circoscrizione 5.

Nello stesso sportello si potranno ricevere anche assistenza per la compilazione.

Tributi e tariffe di Sistema Ambiente, Geal e Gesam - I consigli di amministrazione delle aziende comunali di Geal,

Gesam e Sistema Ambiente, dopo l'autorizzazione del sindaco Favilla, hanno deliberato la sospensione delle prossime

bollette per la fornitura dell'acqua, del gas e per la tariffa rifiuti.

Data:

14-01-2010 Il Tirrenodistribuiti nelle case i moduli per chiedere i risarcimenti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 318

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- Pistoia

«»

Lombardi (Verdi): per l'ambiente solo pochi soldi

PISTOIA. Sulla piana lucchese come a Pistoia, il disastro degli allagamenti natalizi è un disastro annunciato. Ne è

convinto Lorenzo Lombardi, consigliere comunale dei Verdi e presidente della commissione ambiente del consiglio

comunale.

«A Pistoia - sostiene Lombardi - si spendono 12 milioni di euro per il sottopassaggio alla stazione, mentre si destina (nel

2009) alla Protezione civile, la difesa del suolo e l'assetto idrogeologico, solo 1,7 milioni di euro. Sarebbe bastato

investire un pò più soldi per evitare i disastri di Pracchia e quelli precedenti: se ciò fosse avvenuto non solo si sarebbe

evitati tanti disagi, ma si sarebbero evitati i costi, esponenzialmente maggiori che il Comune, con soldi pubblici, dovrà

sostenere ora. Cose dette a settembre nel mio intervento al bilancio».

Il consigliere comunale dei Verdi precisa che la struttura tecnica del Comune alla protezione Civile lavora benissimo.

«Non è un problema tecnico, è un problema di scelte politiche sbagliate».

E questo vale tanto a livello centrale, dove c'è un «governo indecente» che a quello locale, dove il Pd sbandiera un

ambientalismo del fare che sarebbe rimasto sulla carta. «Questo - conclude Lombardi - è quello che succede con i Verdi

fuori dal Parlamento e con i tentativi i eliminarli dalle altre istituzioni (con leggi ad hoc con sbarramenti); i cittadini

facciamo pure le loro legittime scelte, quello che si succederà è davanti ai loro occhi ogni giorno».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 2Il Tirrenosono tutti disastri annunciati

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 319

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- Lucca

Via libera del governo, ora si aspettano i fondi

LUCCA. Non c'è, almeno per ora, il provvedimento ad hoc per la Lucchesia che cittadini ed amministratori si aspettano,

ma la dichiarazione del Consiglio dei Ministri che indica lo stato di emergenza per le regioni colpite dalle alluvioni

(nell'odine sono citate Emilia, Liguria e Toscana) induce a sperare nell'arrivo di somme sufficienti per la messa in

sicurezza del bacino del Serchio e per i risarcimenti.

Baccelli. Soddisfazione arriva dal presidente della Provincia Stefano Baccelli per la «tempestiva risposta del governo alle

richieste delle istituzioni locali per il riconoscimento».

Baccelli si è messo in contatto con Guido Bertolaso e Bernardo De Bernardinis, responsabile e vice-responsabile della

protezione civile nazionale «per ringraziarli dell'impegno, anche personale, che ha consentito di ottenere, in così pochi

giorni, un risultato importantissimo per il territorio e per l'intera comunità provinciale».

Ora che l'atto del consiglio dei ministri è ratificato, il presidente attende però di conoscere realmente «l'entità delle risorse

e i tempi con cui queste saranno messe a disposizione degli enti locali che, secondo le prime stime, solo per gli interventi

di somma urgenza, dovranno far fronte ad investimenti per oltre 150 milioni di euro. Di qui la necessità che il Governo

non si tiri indietro e, quindi, non deluda le aspettative».

Intanto i rappresentanti della Provincia parteciperanno oggi alla riunione di coordinamento indetta da Bertolaso nel

dipartimento di protezione civile a Roma.

Scudo fiscale. Appena ricevuto il primo elenco degli interventi di somma urgenza, Baccelli ha peraltro inviato al ministro

dell'economia Giulio Tremonti, a tutti i parlamentari della provincia e a Bertolaso un dettagliato dossier sui danni del

maltempo. Il presidente già aveva chiesto l'utilizzo dei fondi derivanti dalle entrate dello scudo fiscale non solo per la

realizzazione degli interventi urgenti, ma anche «per l'indennizzo delle popolazioni colpite e per finanziare un piano

nazionale di salvaguardia e tutela del territorio (in particolare per le aree della Lucchesia, della Versilia, della Media Valle

del Serchio e della Garfagnana), che presentano un elevato, ed evidente, rischio idrogeologico».

Aiuti alle famiglie. Stamani a Palazzo Ducale sarà intanto firmato l'accordo per dare il via all'iter relativo agli aiuti

economici alle famiglie colpite, iniziativa alla quale partecipano fondazioni, banche e Camera di Commercio.

Favilla. Fiducioso appare anche il sindaco Mauro Favilla: «Il ministro Altero Matteoli mi ha comunicato che il consiglio

dei ministri ha riconosciuto lo stato di calamità naturale. Nel decreto è già previsto uno stanziamento di emergenza, cui

seguiranno successivi interventi economici. Ringrazio a nome dell'amministrazione e della città Matteoli, il

sottosegretario Bertolaso ed il governo per l'attenzione e la sensibilità dimostrata nei confronti delle popolazioni colpite».

Intanto sul fronte della solidarietà di stanno moltiplicando le iniziative a sostegno della raccolta fondi indetta dal sindaco

favore delle famiglie e delle attività colpite dall'alluvione. L'ammontare delle donazioni sfiora, in meno di 15 giorni, i

25mila euro. Anche i dipendenti del Comune si sono organizzati per destinare un contributo sul conto corrente.

Marcucci. Di primo passo avanti parla infine il senatore Andrea Marcucci: «Il riconoscimento da parte del governo dello

stato di emergenza è un primo passo in avanti. Dall'esecutivo però aspettiamo un decreto che consenta il finanziamento

degli interventi di ripristino ambientale». Marcucci ha incontrato ieri Bertolaso nel corso dei lavori della commissione

lavori pubblici di Palazzo Madama. «Ho ricordato al governo - commenta il senatore - che la stima provvisoria dei danni

ammonta ad oltre 150 milioni di euro e che c'è la necessità di mettere in campo interventi rapidi. È probabile che Palazzo

Chigi scelga la strada di un emendamento a favore della Toscana all'interno di un provvedimento generale, l'importante è

che il riconoscimento dell'emergenza consenta di affrontare con i necessari stanziamenti la messa in sicurezza degli argini

del Serchio, i danni alla viabilità e le altre criticità che si sono presentate, oltre che i risarcimenti dovuti alle famiglie e alle

aziende colpite a seguito dell'ondata di maltempo. Il Pd vigilerà affinché gli impegni siano mantenuti e gli enti locali siano

messi nelle condizioni di operare tempestivamente».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 1Il Tirrenocalamità riconosciuta

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 320

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Il sindaco oggi annuncerà le nuove deleghe per gli assessori

Per sé prende la casa: «Ma non è un rimpasto»

FOLLONICA. Nuove deleghe per gli assessori follonichesi: oggi in giunta il sindaco Eleonora Baldi assegnerà nuovi

compiti alla sua squadra. “Nessun rimpasto”, precisa il primo cittadino follonichese “si tratta solo di attribuzioni di nuove

deleghe”. La Baldi non vuol proprio sentir parlare di rimaneggiamenti, solo di assestamento dopo i primi mesi di governo.

Per quanto riguarda le “politiche abitative”, prima in mano all'assessore Maria Luisa Bernardi, da ora in poi saranno

gestite dallo stesso sindaco, che poi in realtà se ne è sempre occupato, avendo la delega al sociale. I due ambiti sono

talmente collegati che difficilmente possono essere scissi, il giovedì mattina, giorno di ricevimento della Baldi, la

stragrande maggioranza di persone sono nel suo ufficio proprio per problemi relativi alla casa. Delle nuove deleghe nulla

si sa, bocche cucite, fino alla comunicazione ufficiale agli stessi assessori. L'amministrazione per ora mantiene lo stesso

volto di sempre, fatta eccezione per l'uscita del dirigente Alessandro Agostinelli, e la nuova dirigenza riguardante la

Municipale affidata a Gabriele Lami. Ma ricordiamo chi sono e di che cosa si occupano gli assessori della squadra Baldi:

Stefano Viviani, classe 1949, ricopre la carica di vice sindaco con delega alle politiche del mare, cultura e nuove

tecnologie; Barbara Pinzuti, 33 anni è assessore alle attività produttive e società partecipate; Francesca Stella, 34 anni

gestisce la delega alla gestione e sviluppo del personale, polizia municipale e mobilità; Donatella Rapezzi, classe 1948, è

assessore alle politiche finanziarie, bilancio, patrimonio, politiche del lavoro, Antonio Cetraro, 49 anni, con delega ai

lavori pubblici, ambiente e protezione civile; Davide Novelli, 41 anni, si occupa di sport, caccia e pesca, partecipazione e

comunicazione, promozione turistica, eventi, e Maria Luisa Bernardi, classe 1955, alla pubblica istruzione, politiche della

famiglia, rapporti con il volontariato, politiche abitative. La Baldi ha tenuto le deleghe all'urbanistica, servizi

socio-assistenziali, società della salute, e affari generali e ora anche alle politiche abitative.

Data:

14-01-2010 Il Tirrenola baldi mescola le carte

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 321

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- Lucca

CONCORSI FRA I PRESEPI

Premiati i vincitori

Premiati i vincitori dei concorsi della prima mostra nazionale dei presepi a Bagni di Lucca. Per “Il presepe nelle

Parrocchie” al primo posto la parrocchia di San Cassiano, al secondo la parrocchia di Casoli e al terzo quella di

Brandeglio. Per “Le associazioni e il Presepe” primo posto all'associazione “Vicaria Val di Lima”, al secondo

l'associazione “Circolo Gave” di Limano e al terzo l'associazione Casabasciana. A tutti i vincitori un piccolo contributo

economico; a tutti i partecipanti un libro di fotografie e un attestato. Per “Il presepe in vetrina”, primo classificato il

supermercato Sma, secondo il bar “Il Pipistrello” di Brandeggio, terzo il ristorante “da Alino”.

STRADA AGIBILE

A casa le famiglie evacuate

Tornano a casa le due famiglie evacuate ed è stata riaperta ieri la strada tra Filecchio e Tiglio (Barga). Lo comunica

l'assessore alla protezione civile Pietro Onesti, impegnato nelle operazioni di conta dei danni in questo momento di tregua

del maltempo. È stata messa in sicurezza la grande frana a Seggio Alto: circa 100 metri cubi di fango e sassi si erano

staccati a monte della strada che collega Filecchio con Tiglio e dopo una settantina di metri avevano parzialmente travolto

un fabbricato adibito a stalla. Poi ha minacciato una casa sulla linea della frana. I detriti avevano occupato la carreggiata

della strada Filecchio-Trine.

IN GARFAGNANA

Nuovi progetti per il turismo

Il sito www.ingarfagnana.com nel 2009 ha ricevuto oltre 22.000 visite con 27.000 visualizzazioni di pagine web. Sono

stati distribuiti 20.000 cataloghi. Inoltre l'associazione per il turismo in Garfagnana ha partecipato a tre fiere turistiche e

ha lavorato per consolidare relazioni istituzionali nella Consulta tecnica provinciale del turismo. Nel 2010 l'associazione

avvierà campagne promozionali per la bassa stagione e farà un progetto per realizzare un asse turistico lungo il Serchio

che congiunga la Garfagnana al mare. Quota associativa per il 2010: 250 euro per le aziende e 100 ro per le associazioni.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 12Il Tirrenoconcorsi fra i presepi

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 322

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- Toscana

Dubbi sui rimborsi a Pisa e Lucca dopo la delibera del Consiglio dei ministri

Ieri mattinata il Consiglio dei ministri ha proclamato lo stato di calamità per le zone toscane devastate dall'alluvione di

Natale. Solo che restano molte incertezze sui fondi che il governo potrà stanziare per quanto riguarda i risarcimenti alla

popolazione.

Intanto per oggi, a Roma, presso il dipartimento di Protezione civile, è stata convocata una riunione per decidere nel più

breve tempo possibile le misure da mettere in atto per far fonte all'ondata di maltempo che tra Natale e Capodanno ha

interessato Liguria, Emilia Romagna e Toscana. All'incontro parteciperanno i presidenti delle tre regioni coinvolte, i

rappresentanti dell'Autorità di bacino del fiume Serchio e del fiume Magra, delle amministrazioni provinciali di La

Spezia, Lucca, Massa Carrara, Modena e Pisa, oltre che rappresentanti dei ministeri dell'Economia, dell'Ambiente e delle

Politiche Agricole.

La dichiarazione dello stato di calamità rappresenta il passaggio chiave per avviare concretamente la ricostruzione, l'atto

nel quale vengono dichiarati e disposti i fondi che sarà possibile impiegare nelle sone di Lucca, Pisa e Massa Carrara.

Quello che fa storcere la bocca agli amministratori delle aree alluvionate è che per il momento lo Stato non ha previsto

alcun stanziamento straordinario. La speranza è che in un secondo tempo si preveda la nomina di un commissario per la

gestione dei rimborsi, che invece sembrano sempre più lontani.

Dal canto suo il sindaco di Vecchiano Rodolfo Pardini, il Comune nel Pisano maggiormente colpito dall'alluvione, spiega

come sia stata del tutto ignorata la richiesta circa la previsione di misure straordinarie per la messa in sicurezza dell'argine

del Serchio. «A nostro avviso il governo - dice Pardini - ha sottovalutato i problemi legati alla copertura finanziaria

relativa all'emergenza, ma anche le questioni inerenti la sicurezza ed il potenziamento dell'arginatura del fiume, affinché

non si ripeta mai più quanto avvenuto il 25 dicembre scorso».

Anche da parte del presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, arrivano parole caute. Il presidente sottolinea come

la vera partita per la ricostruzione si cominci a giocare ora, sui tavoli della capitale.

Ora che l'atto del Consiglio dei ministri è ratificato, il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, attende però

di conoscere realmente «l'entità delle risorse e i tempi con cui queste saranno messe a disposizione degli enti locali che,

secondo le prime stime, solo per gli interventi di somma urgenza, dovranno far fronte ad investimenti per oltre 150

milioni di euro. Di qui la necessità che il governo non si tiri indietro e, quindi, non deluda le aspettative».

Fiducioso appare il sindaco di Lucca Mauro Favilla: «Nel decreto è già previsto uno stanziamento di emergenza, cui

seguiranno successivi interventi economici».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 13Il Tirrenostato di calamità sì, soldi chissà

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 323

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L'ACCUSA

LUCCA. C'è troppa sabbia nelle arginature del fiume Serchio. E questo rischia di comprometterne la stabilità.

Lo afferma il geologo Giovanni Bracci, dirigente del settore Difesa del suolo della Provincia di Pisa che dice:

«Certamente così com'è l'argine non corrisponde ai requisiti previsti dalla legge». E l'assessore provinciale pisano alla

protezione civile, Walter Picchi, aggiunge: «Da tempo diciamo che gli argini non sono adeguati».

«Li avesse l'Arno gli argini del Serchio», replica il segretario generale dell'autorità di bacino del Serchio, Raffaello Nardi.

«Abbiamo pronto un piano di interventi da 450 milioni di euro solo per il rischio idraulico - aggiunge - ma è chiaro che si

deve operare per gradi. Io in Italia ho visto arginature assai peggiori di quelle del Serchio, che sconta l'opera dell'uomo e

le urbanizzazioni che nei decenni lo hanno ingabbiato».

«A Nodica dove si è verificata la frattura - spiega Bracci - e dove abbiamo prelevato campioni dell'argine stesso, abbiamo

visto che la composizione granulometrica del terreno testimonia un'eccessiva frazione sabbiosa. Ciò si spiega con il fatto

che gli argini venivano realizzati con il terreno presente in zona e queste stesse caratteristiche si trovano anche a Lucca».

Ma se il rischio di cedimenti degli argini resta elevato, quali sono gli interventi da fare per scongiurare i rischi? «In attesa

delle risposte definitive alle analisi scientifiche - risponde Bracci - dobbiamo comunque pensare a interventi straordinari

per la messa in sicurezza. Anche perchè nel tempo gli argini sono stati rialzati più volte, come dimostrano i resti di una

scala in pietra trovata sotto l'argine distrutto. Intanto, stiamo predisponendo piani di allertamento della popolazione anche

su portate del fiume inferiori».

Data:

14-01-2010 Il Tirrenoc'è troppa sabbia

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 324

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- Attualità

«»

Obama chiede aiuti, il Papa invita alla solidarietà La Banca mondiale stanzia 100 milioni di dollari

ROMA. «I giorni a venire, quando si scopriranno le reali dimensioni di questa catastrofe, saranno giorni difficili». Per

questo serve uno «sforzo internazionale» finalizzato all'invio di «aiuti rapidi, coordinati ed energici». È stato il presidente

americano Barack Obama ad invitare il mondo a muoversi per Haiti e promettere l'appoggio immediato degli States con la

mobilitazione di «ogni risorsa civile e militare».

Prima di Obama, per ragioni di fuso orario, anche dal Vaticano era partito un appello pressante alla solidarietà. «Mi

appello alla generosità di tutti perché a questi fratelli e a queste sorelle non si faccia mancare il sostegno fattivo della

comunità internazionale», aveva detto papa Benedetto XVI. Ma i governi, gli organismi delle Nazioni Unite, le

associazioni, a poche ore dal violentissimo sisma, erano già in moto.

In serata, la Banca Mondiale ha annunciato che stanzierà un fondo di 100 milioni di dollari a favore di Haiti. I primi aiuti

ad arrivare sono stati quelli americani, geograficamente i più vicini. Ci sono stati subito voli di ricognizione sull'isola

caraibica. Poi, nel giro di poche ore, sono partite squadre di emergenza dalla Florida, dalla Virginia e dalla California.

Mobilitazione eccezionale anche a Bruxelles dove la Ue ha stanziato i primi 3 milioni euro e disposto l'invio di un team

coordinato di protezione civile. Coordinato perché a Port-au-Prince, ricordano il Pentagono e il Dipartimento di Stato, è

operativa una sola pista di atterraggio e il rischio è quello di ingolfare l'intera macchina dei soccorsi durante le prime 72

ore di emergenza, le ore cruciali per salvare vite umane.

1400 i francesi presenti ad Haiti tanto che sabato partirà il segretario di Stato alla cooperazione, Alain Joyandet. Subito

inviati due aerei con aiuti umanitari con le squadre speciali dei vigili del fuoco francesi. Uno degli aerei è partito dalla

Martinica (Antille francesi) con 25 membri della gendarmeria e personale medico.

Per ora le richieste urgenti che vengono da Haiti riguardano medicinali, viveri e mezzi per scavare tra le macerie. Ma

presto servirà tutto e l'emergenza principale riguarda i bambini. Le sottoscrizioni si stanno moltipicando di ora in ora.

Dalla Croce Rossa, al Fondo mondiale per l'alimentazione passando per Medici senza frontiere, sono stati aperti conti per

le donazioni dei privati. E da ieri per chi vuole aiutare è stato attivato un numero per gli sms solidali (48451 per i clienti

Tim, Telecom Italia e Vodafone). A rispondere della raccolta l'agenzia Agire, coordinamento di organizzazioni non

governative tra le quali Action Aid, Save the children, Amref, Intersos e Wwf. (n.a)

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 4Il Tirrenoil mondo si mobiliti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 325

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- Livorno

«In fuga dalla distruzione totale»

Al timone di una barca nei Caraibi, con la tragedia di Haiti negli occhi

Ci arrivano pochissime notizie, a bordo c'è stata tanta paura. Ma questi sono momenti nei quali mantenere la lucidità

LARA LORETI

LIVORNO. Fuga in barca a vela. Lontano dalla devastazione. Dal pericolo, dalla morte. E' la storia di Davide, 36 anni,

livornese, skipper oceanico dallo scorso autuno in crociera nei Caraibi.

Una storia di sgomento, terrore e sollievo. Sollievo per essere vivo, in un vortice di morte. «Solo pochi giorni fa Margò

era ormeggiata davanti a Port au Prince, di fronte alla barriera corallina che protegge il porto dalle onde dell'oceano.

Qualche giorno dopo Capodanno sono partito per l'Arcipelago delle Grenadines, 500 miglia a sudovest di Haiti. Non avrei

mai pensato, che lasciando di poppa quella cittadina, sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista così. Che fine avrà fatto

Joseph, il capo villaggio?».

Davide Mantovani da ottobre naviga sulla sua Margò tra i Caraibi. A poche ore dalla catastrofe di Haiti, racconta la sua

toccante esperienza. Narra della ricerca, disperata e vana, di una tv o una radio per avere notizie. Davide e il suo

equipaggio, 7 croceristi italiani con la passione del vento e del mare, quando la terra ha tremato ad Haiti, sono riusciti a

mettersi in salvo.

Dov'eri quando hai saputo la notizia della strage?

«Quando siamo arrivati nell'atollo di Tobago Cays, non sapevamo ancora niente. Siamo su Margò, la mia barca. A un

tratto si avvicina una barca a motore: è Dalo, un ragazzo di colore che vive a Union Island e vende aragoste ai turisti per

pochi dollari caraibici. Una persona semplice e sorridente, stavolta però è preoccupato. Non sa spiegare bene quello che è

successo perché le uniche informazioni che ha sono quelle ascoltate da una vecchia radiolina che si trova nella sua casa di

Clifton ad Union Island. Parla però di “Big Wave”, ha paura di una grande onda preannunciata dopo il terremoto. Allora

capiamo che c'è un allarme tsunami».

Come avete reagito?

«Confusione e tanta paura: ma in momenti del genere devi rimanere lucido. Allora vado subito a vedere la posizione della

nostra baia, che sembra riparata rispetto a nordovest, dove si trova Haiti e da dove dovrebbe arrivare l'onda. Ma la

situazione è drammatica, siamo esposti all'eventuale maremoto. Il sole sta calando e passare la notte senza informazioni è

troppo pericoloso. Ma lo è anche navigare al buio, in mezzo alle barriere coralline: dobbiamo muoverci ed arrivare a

Union. Salpiamo e subito dopo il tramonto arriviamo nel Cul de Sac di Ashton Harbour, un'ansa naturale aperta a sud,

protetta anche dalle mangrovie. Gettiamo l'ancora di fronte alla spiaggia, un altro paradiso bianco di sabbia, sale e palme

recline. Dalo è di fianco a noi sulla sua barca. E' lui a portarci in paese dove poter chiedere informazioni».

Com'è l'atmosfera?

«C'è un silenzio surreale. Siamo spaventati, disorientati. L'isola dove siamo si trova 500 miglia a sud di Haiti, ma l'onda

può raggiungere velocità pazzesche e quindi possiamo considerarci molto vicini al pericolo. Arriviamo in paese, ma non

ci sono tv e la dogana non ha informazioni. Andiamo a casa del padre di Dalo: lui è uno dei pochi che ha la tv in paese,

ma i canali si vedono malissimo. Abbandoniamo l'idea e io decido di tornare in barca: anche se in Italia è mezzanotte,

voglio provare un contatto radio. Ma è tutto inutile».

Cosa accade dopo?

«Ormai è buio, Margò è all'ancora e si dondola tranquilla. La notte è serena e dolce come una delle tante, ma che accadrà

nelle prossime ore? Si rende conto della situazione solo chi lavora coi turisti».

Quando e come riesci ad avere notizie più precise?

«Paradossalmente è dall'Italia che arrivano le notizie sul terremoto, via sms. I miei ospiti decidono di passare la notte a

terra, in collina c'è un posto dove si può dormire».

E la barca?

«Margò? Lei non può venire a terra... Io non dirò che cosa ho fatto, ma la mia barca non potevo abbandonarla».

E il mattino dopo?

«E' stato un risveglio choc. Sembrava tutto al suo posto: allarme tsunami cessato. Ora si parla di scosse di assestamento,

ma di tantissimi morti e dispersi...».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 6Il Tirrenoin fuga dalla distruzione totale - lara loreti

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 326

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- Pisa

Dichiarato lo stato d'emergenza, ma nessuna indicazione sui fondi

Il sindaco Pardini «Era meglio avere un decreto Ora aspettiamo l'ordinanza e il commissario»

VECCHIANO. Stato d'emergenza: nella tarda mattinata di ieri c'è stata la proclamazione del consiglio dei ministri. Da

Palazzo Chigi non è però giunto l'auspicato decreto ad hoc per l'area pisana relativo alla sospensione delle scadenze fiscali

e comprendente eventuali stanziamenti straordinari. «Si tratta comunque di un importante passo in avanti», commenta il

sindaco Rodolfo Pardini. «Grazie a questo atto sarà emanata nei prossimi giorni un'ordinanza di protezione civile

nazionale».

Si tratta del passaggio chiave per avviare concretamente la ricostruzione, l'atto nel quale vengono dichiarati e disposti i

fondi che sarà possibile impiegare in zona.

«L'ordinanza - ricorda Pardini - provvederà alla copertura delle spese per le azioni di protezione civile realizzate sul

nostro territorio durante i primi giorni dell'emergenza». In altre parole, servirà a coprire le spese garantite finora dagli enti

locali come la Provincia, per avviare sia i lavori d'emergenza della prima fase (quando si è trattato di innalzare il primo

argine per difendersi dalla piena), sia per proseguire in questi giorni l'opera di ricostruzione dell'argine crollato e della

golena invasa dalle acque. Questa ordinanza inoltre disporrà il riconoscimento di contributi per i cittadini che hanno avuto

danni alle abitazioni, oltre che per i titolari di imprese alluvionate. «È da sottolineare tuttavia - dice Pardini - che tali fondi

economici saranno prelevati dai bilanci ordinari di Stato e Regione, non essendo stato previsto alcun stanziamento

straordinario. L'ordinanza dovrà poi prevedere la nomina di un commissario per la gestione dei rimborsi, che noi

auspichiamo possa essere il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini».

Il sindaco di Vecchiano non nasconde una certa amarezza riguardo ad una mancata attenzione particolare verso il suo

territorio. «Riteniamo - afferma - che, se anche c'è stato un progresso nella drammaticità della situazione locale, non siano

state date le giuste risposte ai problemi che si sono venuti a creare sul nostro territorio, problematiche che riguardano i

cittadini, le imprese e gli enti locali».

«È stata poi del tutto ignorata la nostra richiesta circa la previsione di misure straordinarie per la messa in sicurezza

dell'argine. A nostro avviso il Governo ha sottovalutato i problemi legati alla copertura finanziaria relativa all'emergenza,

ma anche le questioni inerenti la sicurezza ed il potenziamento dell'arginatura del fiume Serchio, affinché non si ripeta

mai più quanto avvenuto il 25 dicembre scorso». E qui si torna in pratica al vecchio discorso di quel piano di bacino del

Serchio che attende invano di essere finanziato dal 2005.

Anche da parte del presidente della Provincia, Andrea Pieroni, arrivano parole caute. La proclamazione da parte del

consiglio dei ministri dello stato d'emergenza «segna ufficialmente - dice Pieroni - l'avvio del percorso della ricostruzione

e del graduale ritorno alla normalità». Il presidente sottolinea però come la vera partita per la ricostruzione si cominci a

giocare ora, sui tavoli della capitale.

Pieroni, nel primo pomeriggio di ieri, ha ricevuto un fax firmato dal sottosegretario Guido Bertolaso con il quale viene

invitato oggi a Roma, insieme ai rappresentanti di Regioni e Province di Toscana, Liguria ed Emilia colpite da calamità

nel periodo dicembre e gennaio.

L'incontro, che si terrà nella sede della Protezione civile nazionale, è convocato, si legge in una nota della Provincia, per

«concertare i contenuti dell'ordinanza conseguente alla stessa dichiarazione di stato d'emergenza».

Il provvedimento del governo emanato ieri, fa notare lo stesso Pieroni, costituisce un atto dovuto, alla luce della gravità

delle conseguenze dell'esondazione. «La partita vera - sottolinea - sta ora in una efficace gestione della fase

post-emergenza».

Paolo Fontanelli, deputato Pd, aggiunge: «Prendiamo atto del passo avanti, ma non poteva essere altrimenti. È ancora

incerta la situazione per le risorse e i provvedimenti per famiglie e aziende. Ci auguriamo che domani (oggi, ndr) alla

riunione convocata da Bertolaso ci siano i contenuti necessari a uscire dall'emergenza».

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 3Il Tirrenorimborso danni ancora da chiarire

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 327

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- Pisa

Decolla per Haiti un aereo della 46ª con medici pisani

PISA. Stamani alle 7 decolla dall'aeroporto militare un C 130J con destinazione l'isola di Haiti devastata dal terremoto.

Con i due equipaggi della 46ª Brigata Aerea anche i 20 volontari del Gcu, il Gruppo di chirurgia d'urgenza. Un sodalizio

professionale che fa di Pisa la città italiana più preparata professionalmente per raggiungere in tutto il mondo le aree

colpite da calamità naturali.

Il C 130J farà scalo tecnico a Capoverde e alle Guadalupe per atterrare domani a Porto Prince. Un volo lungo che ha

comportato all'Aeronautica militare, al fine di stringere i tempi per essere quanto prima sul luogo della tragedia, un doppio

equipaggio che possa darsi il cambio ai comandi del velivolo.

Il C 130J è stato allertato ieri mattina e si è messa in moto la macchina operativa che vede insieme Aeronatica militare e

Azienda ospedaliera universitaria pisana. Mentre all'aeroporto militare Dall'Oro si pianificava l'operazione con il

Comando operativo delle Forze Aeree di Poggio Renatico all'ospedale Santa Chiara veniva mobilitata il Gruppo di

Chirurgia d'urgenza capitanato dal professore Giuseppe Evangelista. «Abbiamo dato la nostra disponibilità fin dal primo

momento e siamo pronti a partire», ha detto al telefono Evangelista.

E il comandante della 46ª Brigata Aerea, generale Stefano Fort, ha sottolineato come «ancora una volta la Brigata abbia

messo a disposizione immediatamente uomini e velivoli per permettere di portare aiuto a chi necessita di interventi

immediati. Ritengo fondamentale - ha continuato il generale - il lavoro continuo di collaborazione e coordinamento con le

autorità cittadine e le onlus, perché è proprio questo aspetto professionale che ci permette di operare sempre al meglio

delle nostre possibilità al fine rendere importanti servizi essenziali sia in Italia sia nel resto del mondo».

Ieri pomeriggio, dopo avere caricato tutto il necessario al Santa Chiara, un tir ha trasportato il materiale all'aeroporto

militare dove sono state eseguite le operazioni di carico: ben 44mila chilogrammi di materiale. Si tratta di tende

pneumatiche e apparecchiature medico-strumentali con sala operatoria idonee per operare in situazioni di maxi

emergenze.

L'unità campale, che è classificata come pma-posto medico avanzato di IIº livello chirurgico, è pronta a partire in un

tempo massimo di tre ore in ambito nazionale e sei ore per missioni all'estero. Lo staff che partirà alla volta di Haiti

comprende due chirurghi generali e d'urgenza, due anestesisti, un pediatra, due medici di pronto soccorso, due medici di

medicina d'urgenza, dieci infermieri e un tecnico di logistica/elettricista. Questa è la prima unità in assoluto con queste

caratteristiche fondata in Italia ed è la prima ad essere allertata in situazioni di catastrofe. Negli anni ha effettuato missioni

nello Sri Lanka, devastato dallo tsunami, e poi in Iran, Turchia, Umbria, Algeria e Albania, Cina sempre in collaborazione

con la 46ª Brigata Aerea.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 4Il Tirrenodecolla per haiti un aereo della 46a con medici pisani

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 328

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L'onda di piena del torrente l'ha strappata dalle braccia della madre

CAGLIARI. Una bimba di tre anni, Anna Leone, morta in Sardegna dopo essere stata strappata dalle braccia della

mamma che tentava di metterla in salvo dall'acqua che invadeva la loro auto, la dichiarazione dello stato di emergenza in

Toscana, Ligura e Emilia-Romagna e allarmi della Protezione Civile in tutta la penisola. Sono gli effetti della forte area

depressionaria che sta investendo tutta Europa e sta mettendo alla frusta le organizzazioni di soccorso.

L'episodio più grave avvenuto in Sardegna, dove un'improvvisa onda di piena ha invaso il greto di un piccolo torrente, rio

Murta, vicino a Calasetta nel Sulcis-Iglesiente. In quel momento Agata Fois, la mamma di Anna, stava guadando il greto

del piccolo torrente, un punto di passaggio obbligato, al volante di un pesante fuoristrada, un Mitsubishi Pajero. La forza

dell'acqua ha scaraventato il veicolo contro una passerella pedonale in cemento armato, provocando la rottura di due vetri.

L'interno è stato subito allagato e la madre per non annegare è uscita con Anna in braccio, ma è stata subito travolta.

La violenza della corrente era ancora fortissima quando, circa un'ora dopo l'incidente avvenuto poco prima delle 9, i

tecnici del soccorso sono riusciti a trovare il corpo della bimba. E' stato possibile recuperarlo solo legando con una corda

doppia un operatore che ha potuto così raggiungere il corpicino bloccato tra le canne a 600 metri di distanza dal punto in

cui il fuoristrada era rimasto incastrato sotto la passerella pedonale.

Data:

14-01-2010 TrentinoBimba annega a causa del maltempo

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 329

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La Protezione civile del Friuli Venezia Giulia si è impegnata complessivamente per 2,1 milioni di euro per i dissesti

causati dalle forti piogge, tra il 22 e il 25 dicembre scorso, in 4 comuni della pedemontana friulana. A darne notizia è

l'assessore regionale alla mobilità e infrastrutture di trasporto, Riccardo Riccardi. I comuni interessati dai finanziamenti

sono quelli di Clauzetto, Forgaria, Pinzano al Tagliamento e Ragogna. Dopo i primi interventi di emergenza, che

ammontano a circa 100 mila euro, la Protezione civile ha previsto anche l'immediato avvio di opere per il ripristino delle

condizioni di sicurezza del territorio a tutela dell'incolumità della popolazione residente per un totale di 1 milione e 300

mila euro. A questi seguiranno ulteriori interventi per oltre 700 mila euro.

Data pubblicazione 14/01/2010

Data:

14-01-2010 Trieste oggi2,1 MLN DA PROTEZIONE CIVILE PER DANNI PIOGGIA

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 330

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Primo Piano

Cagliari, asse mediano in tilt. Disagi sulla statale per Villasimius

Disagi in tutta l'Isola per l'ondata di maltempo, con strade bloccate e quartieri allagati in molti centri urbani.

Strade allagate, traffico in tilt e pesanti disagi. Il maltempo, ieri, non ha risparmiato il capoluogo. Intorno alle 8,30 del

mattino gli uomini della Protezione civile comunale sono intervenuti lungo l'Asse mediano di scorrimento, all'altezza

dello svincolo di Genneruxi, e hanno transennato per un lungo tratto la corsia interna (lato destro, in direzione Amsicora),

completamente allagata. La viabilità ha subito inevitabilmente forti rallentamenti per oltre un'ora e non sono mancate le

proteste da parte degli automobilisti. Problemi anche a Sant'Elia. In via Carta Raspi (zona stadio) il livello dell'acqua ha

superato i 20 centimetri e le automobili in transito sono state costrette a imboccare la strada contromano. Colpa delle

abbonanti precipitazioni ma anche delle caditoie ostruite. Allagata anche piazza Callas.

IL MERCATO Problemi poi all'interno del mercato ittico, con l'acqua piovana che è penetrata nella zona adibita al carico

e scarico merci, rallentando le operazioni. In viale Poetto è stata chiusa una corsia, all'altezza della rotonda di Marina

Piccola. Allagamenti anche su tutto il lungomare, ma soprattutto all'altezza dell'ospedale Marino, con diversi chioschetti,

primi fra tutti il Corto Maltese e il Fico d'India. Traffico in tilt infine in viale Marconi e nella centrale via Roma dove i

semafori sono rimasti spenti per tutta la mattina.

PIRRI Una cantina allagata e qualche disagio alla viabilità a Pirri, dove comunque non si sono verificati problemi gravi.

Resta la preoccupazione degli abitanti delle zone più a rischio allagamenti, a ridosso del canale di Terramaini, tenute sotto

controllo da una pattuglia della Protezione civile. In tutto il territorio di Pirri resta lo stato di allerta: in alcune vie di

accesso alla parte bassa del rione sono ben visibili le transenne accatastate e pronte a essere utilizzate per deviare il

traffico in caso di allagamenti. Le nuove caditoie realizzate nella zona dall'assessorato comunale della Protezione civile

hanno finora garantito il deflusso dell'acqua.

CAPITANA Traffico in tilt nella litoranea per Villasimius. Verso le 14 a Capitana, nel litorale quartese, un'autocisterna

che trasportava gas liquido è rimasta impantanata nella cunetta. Il mezzo si era accostato nelle vicinanze di un bar.

Quando l'autista ha tentato di ripartire, la ruota anteriore destra è sprofondata nel fango. Si è corso il rischio che il mezzo

si ribaltasse: un'eventualità non senza conseguenze pericolose dato il materiale infiammabile che l'autocisterna conteneva.

Per liberarla è stato necessario l'intervento dei Vigili del fuoco con un'autogrù. Il traffico è stato bloccato in entrambe le

direzioni per alcune ore.

MARI PINTAU Disagi, sempre sulla litoranea per Villasimius, anche all'altezza di Mari Pintau dove i Vigili del fuoco

sono dovuti intervenire per liberare la carreggiata da una frana che si è staccata dal costone lungo il tratto che porta a

Geremeas. L'intervento è stato immediato.

SASSARI Allagamenti alla periferia di Sassari e nel centro di Alghero. Numerose le squadre dei Vigili del fuoco

impegnate per soccorrere i cittadini ed eliminare potenziali pericoli come alcuni pali della luce pericolanti. Nessun

problema in porto e aeroporto. Nell'Ozierese i Vigili del fuoco sono dovuti intervenire per permettere al personale del 118

di raggiungere un uomo ferito per una caduta da un trattore nelle campagne di Buttule. Le condizioni dell'agricoltore non

sono gravi: un trauma facciale e contusioni multiple.

NUORO La pioggia abbondante non ha creato particolare allarme nel Nuorese. Unica eccezione Siniscola, dove i Vigili

del fuoco sono riusciti a mettere in salvo 300 pecore che rischiavano di essere travolte dal fiume in piena in località Santu

Jaccu.

ORISTANO Vento teso, gelate e in alcuni casi anche spruzzate di neve nell'Oristanese. Per tutta la giornata di ieri e

soprattutto nel corso della notte la colonnina di mercurio ha segnato livelli vicini allo zero. Pioggia intensa in particolare a

Terralba, Arborea e San Nicolò Arcidano. Disagi in Marmilla e nel Sarcidano.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 102L'Unione Sarda (Nazionale)Allagamenti e frane in tutta l'Isola

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 331

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Prov Gallura

La Maddalena. I giudici romani devono decidere sull'affidamento per 40 anni alla società di Emma Marcegaglia

La guerra della gestione: rinviata la sentenza del Tar

Arriva alle battute finali il contenzioso avviato da due società sarde che contestano la procedura di affidamento della

struttura militare alla Mita resort per 40 anni.

Si aspettava la sentenza, invece bisognerà attendere ancora qualche giorno. I giudici del Tar del Lazio decideranno entro

una settimana se la gara per l'assegnazione dell'ex arsenale de La Maddalena debba essere annullata. Il rischio è che la

Mita resort di Emma Marcegaglia debba lasciare l'Arcipelago e che ci sia da bandire un nuovo appalto.

LA BATTAGLIA LEGALE Il casus belli è l'affidamento con urgenza della gestione del vecchio arsenale alla Mita resort

del Gruppo Marcegaglia. A scatenare la guerra di carte bollate, la scorsa primavera, erano state due società che ora

chiedono l'annullamento di tutta la proceduta: la Delphina , riconducibile al sindaco di Aggius Francesco Muntoni e la

Marina di Porto Rotondo , in mano alla famiglia Molinas di Calangianus. «La gara è stata bandita - così è scritto nel

ricorso presentato dall'avvocato Pietro Corda - senza rispettare i tempi e le forme previste dalla legge». Ma questa non è

l'unica contestazione. Gli avvocati delle due società, infatti, hanno sollevato anche un'altra perplessità: quella dei bilanci.

Nel bando pubblicato dalla Protezione civile nazionale, secondo l'avvocato Corda, era richiesto di allegare il bilancio del

trienni 2005-2007. Ma la Mita resort sarebbe stata costituita appena tre anni fa.

IL RICORSO La prima sezione del Tar del Lazio ha avviato il procedimento già a giugno. I giudici hanno dichiarato

ammissibile il ricorso e ieri c'è stata la prima udienza di merito, ma nel frattempo la Presidenza del Consiglio dei ministri

(rappresentata dall'Avvocatura generale dello Stato) ha presentato una dettagliata relazione sulla procedura seguita per

affidare la gestione dell'ex arsenale alla società della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia (rappresentata in

giudizio dagli avvocati Marco Annoni e Andrea Segato). Per conoscere la decisione però ci sarà ancora da attendere: la

sentenza dovrebbe arrivare tra una decina di giorni.

I LAVORI Per l'ex arsenale rimesso a nuovo era stata immaginata una inaugurazione col botto: di fronte ai grandi della

terra riuniti in Italia per il G8 di luglio. Ma l'appuntamento è saltato: il grande vertice è stato dirottato a l'Aquila e

nell'Arcipelago si è svolto solo un incontro ufficiale tra il Governo italiano e quello spagnolo. Il prossimo appuntamento

di lusso sarà dunque la grande regata della Louis Vuitton Cup e poi la società di Emma Marcegaglia dovrà far funzionare

il grande albergo, il centro conferenza e il polo nautico. Una grande struttura che, secondo i progetti, dovrebbe

rappresentare un grande polo di attrazione turistica. Per la riconversione della vecchia struttura militare il Dipartimento

della Protezione civile ha sborsato qualcosa come ottantacinque milioni di euro e poi ha avviato la procedura di

affidamento della gestione. Ma ora si rischia di dover rifare tutto daccapo.

NICOLA PINNA

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 8032L'Unione Sarda (Nazionale)L'ultima battaglia per l'ex arsenale

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 332

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Primo Piano

La capitale non esiste più. Oltre 100 mila morti, forse un italiano

ROMA Port-au-Prince non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del paese più povero dell'intero

continente americano. I morti fatti dal terremoto che si è scatenato a partire dal tramonto di martedì si conteranno, forse, a

centinaia di migliaia. Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superare persino i 230.000 dello tsunami di Santo

Stefano 2004. Qualcosa con cui il mondo intero dovrà fare i conti: lo ha detto per primo il presidente Barack Obama, che

ha chiesto al Pentagono di mobilitare tutte le forze disponibili per portare aiuto. Una guerra per salvare vite.

ORRORE L'orrore di Port-au-Prince è negli occhi dei bambini rimasti vivi, nei silenzi di chi si trascina senza braccia,

nelle urla di chi è rimasto cieco. I cadaveri li ammucchiano nelle aule delle scuole, o li porta via il mare, o restano sotto le

macerie di quella che fu la terra della filibusta e che oggi non è più nulla.

CITTÀ SCOMPARSA Il palazzo presidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite, gli

albergacci che qui sembravano di lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole,

gli ospedali e le sconfinate bidonville: tutto è crollato sotto un bombardamento di scosse. Per gli oltre due milioni di

abitanti della capitale di Haiti, la differenza tra la vita e la morte l'ha fatta solo il caso. Con un paradosso: i più poveri

hanno avuto la fortuna di avere solo lamiere e cartoni a piovere sulle loro teste.

CENTINAIA DI MORTI Ancora nessuno sa quale sarà il vero ordine di grandezza del bilancio finale. L'Onu stima che un

terzo dei 9 milioni di abitanti di Haiti sia stato colpito. Ed il primo ministro Jean Max Bellerive ha parlato di oltre

centomila cadaveri. Per il senatore haitiano di opposizione Youri LaTortue, nipote dell'ex presidente Gerard Latortue le

vittime potrebbero addirittura essere mezzo milione.

PAURA PER 190 ITALIANI Ci potrebbe essere almeno un italiano tra le vittime. La Farnesina sta verificando la notizia,

ma in una situazione che rimane ancora estremamente confusa per la mancanza di comunicazioni, non si esclude che il

bilancio possa aggravarsi: dei circa 190 connazionali presenti sull'isola, l'Unità di Crisi del ministero è riuscita per il

momento a contattarne 70. In serata si è diffusa la voce che molti italiani abitassero in uno degli hotel crollati. Lo ha

riferito Cristiana Iampieri, un avvocato che lavora all'Onu ad Haiti. Secondo una lista provvisoria, resa nota da un sito di

Port-Au-Prince, capitale di Haiti, tra gli edifici distrutti o gravemente danneggiati, c'è anche l'Hotelo Montana dove molti

italiani alloggiavano.

VITTIME Tra i morti si contano già l'arcivescovo Serge Miot e la brasiliana Zilda Arns, fondatrice della Pastorale dei

bambini della Chiesa cattolica a San Paolo, decine di Caschi Blu e forse centinaia di dipendenti dell'Onu. Il capo della

missione delle Nazioni Unite, il tunisino Hedi Annabi, ufficialmente è tra i dispersi. Ma hanno già inviato il suo sostituto.

Si è invece salvato il presidente Renè Preval, che con la moglie è riuscito a fuggire subito dall'inferno. È tornato a far

sentire la sua voce solo ieri, dicendo di temere migliaia di morti.

CAPITALE La capitale del paese più povero dell'intero continente americano è stata distrutta dal sisma più violento mai

registrato nei Caraibi. Ma dire terremoto non può rendere l'idea, neppure a chi lo ha già provato sulla sua pelle. Non è

stata una scossa la prima, ma un lungo, interminabile, ondeggiare e sobbalzare della terra: 60 secondi di terrore, di edifici

che crollavano come tessere di domino, di automobili sbalzate in aria.

POTENZA TERRIBILE I sismologi dell'istituto americano di geofisica Usgs hanno classificato la prima botta di maglio,

quella scatenata alle 16,53 di martedì dalla rottura della faglia ad appena 15 chilometri da Port-au-Prince, come di

magnitudo 7.0 sulla scala Richter.

L'energia liberata è stata pari a quella di una bomba H da 32 megaton. Circa 30 volte più potente del terremoto che ha

distrutto L'Aquila (5,8 Richter), mille volte più distruttiva dell'atomica sganciata dagli americani su Nagasaki nel 1945 (32

kiloton).

INFERNO Da quel momento, nelle 17 ore successive, un bombardamento di altre 35 scosse: nessuna al di sotto dei 4.5

gradi Richter. Era il tramonto, quando l'equilibrio della Terra si è spezzato. La notte ha coperto la disperazione e dato il

via libera agli sciacalli. Lì dove il reddito medio pro capite è di 1.200 dollari l'anno, i saccheggiatori si sono scatenati

senza ritegno.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 105L'Unione Sarda (Nazionale)A Port-au-Prince è l'apocalisse

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 333

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Primo Piano

Anna Leone, quattro anni, viaggiava in auto insieme con la madre

DAL NOSTRO INVIATO

STEFANIA PIREDDA

CALASETTA «La tenevo su, la tenevo stretta con tutte le mie forze ma non è bastato. L'acqua me l'ha strappata via, ha

inghiottito la mia bambina e l'ha uccisa. Non ho potuto far nulla per salvarla, nulla». Nessuna parola di conforto, nessun

abbraccio, ieri mattina, ha potuto consolare Agata Fois, giovane mamma di Calasetta: la sua bambina, Anna Leone, di

appena 4 anni, le è stata strappata dalle braccia da un'ondata dopo che, a fatica, era riuscita a uscire dalla sua auto travolta

dalla furia del rio Tupei in piena. Una tragedia assurda che si è consumata nella località S'acqua sa murta a pochi

chilometri dal paese e a pochi passi dall'abitazione della famiglia Leone. La bambina è stata trascinata via dall'acqua e i

soccorritori sono riusciti a ripescare il corpo soltanto due ore dopo. Per più di un'ora i medici del 118 hanno tentato di

rianimarla, ma è stato tutto inutile.

L'ALLARME L'allarme è scattato poco dopo le nove. Come ogni mattina Agata Fois, 35 anni, aveva svegliato Anna per

prepararla per la giornata da trascorrere all'asilo mentre il papà della piccola, Ivan Leone, fabbro di 40 anni, era uscito

presto per recarsi a lavoro. Il tempo era pessimo e la pioggia, caduta per tutta la notte, aveva ingrossato il torrente che

scorre a pochi metri dalla casa della famiglia Leone. Per raggiungere la strada che porta al paese era necessario guadare il

corso d'acqua, un passaggio obbligato reso normalmente agevole dal fuoristrada Mitsubishi “Pajero” guidato dalla donna;

ma ieri la furia dell'acqua ha complicato tutto.

LA PIENA L'onda di piena, alta più di due metri, è arrivata proprio mentre il fuoristrada si trovava al centro del torrente:

l'auto è stata travolta e trascinata via dalla furia dell'acqua per una cinquantina di metri andando a sbattere contro un ponte

di cemento. «L'acqua ha cominciato a entrare in macchina - ha raccontato la donna in lacrime ai soccorritori - non sapevo

che fare. Ho deciso di uscire dal lunotto posteriore dove il vetro si era rotto nell'urto contro il ponte. La bambina aveva

perso i sensi, la mamma la teneva stretta a sé cercando di tenerle la testa fuori dall'acqua, ma la corrente ha reso

l'operazione complicatissima. «La tenevo su, stretta a me, la testa fuori dall'acqua per permetterle di respirare, ma non è

bastato», ha continuato a dire, inconsolabile, la donna. Agata Fois, nonostante il suo fisico minuto e gli abiti fradici, ha

lottato contro la corrente con tutte le sue forze, ma il livello dell'acqua ha continuato a salire e un'ondata più forte delle

altre le ha strappato la piccola dalle braccia. Pochi istanti e il corpicino è sparito in quell'inferno di acqua e fango.

I SOCCORSI La macchina dei soccorsi si è mossa non appena i vicini si sono accorti delle grida della donna. Sono

arrivati il padre della bimba, i nonni, gli zii e decine di amici e vicini di casa. Hanno cominciato a cercare la piccola in

attesa dell'arrivo dei carabinieri di Calasetta (poi raggiunti dai colleghi di Sant'Antioco e della radiomobile di Carbonia) e

dei vigili del fuoco di Carbonia. Contestualmente sono arrivati i vigili urbani, i volontari dell'Avis di Calasetta, il 118 e

poi gli uomini della forestale, della Protezione civile e del Soccorso alpino e speleologico della Sardegna. Sono stati

proprio questi ultimi, circa due ore dopo l'inizio delle ricerche, a estrarre dall'acqua il corpo della piccola Anna Leone: la

corrente aveva trascinato la bambina per altri duecento metri fino a un fitto canneto. Andrea Pistis, che lavora in una

vicina azienda agricola e che ha preso parte alle ricerche, è stato il primo a vederla e a chiamare i soccorritori. Un tecnico

dell'elisoccorso è stato calato in acqua rapidamente e il corpicino di Anna Leone è stato recuperato e affidato al medico

del 118. Per un'ora è stato tentato l'impossibile per rianimarla all'interno dell'autoambulanza: intorno al mezzo di soccorso

i parenti, gli amici delle famiglie Leone e Fois molto conosciute e stimate in paese, il sindaco Antonio Vigo e il vice

sindaco Remigio Scopelliti. Un'ora intera con il fiato sospeso, tutti aggrappati alla speranza di sentire la notizia di un

miracolo. Una notizia che non è mai arrivata: Anna non ce l'ha fatta.

ACCERTAMENTI Il corpo è stato portato prima alla camera mortuaria del cimitero di Calasetta e poi trasferito a Cagliari

dove, così ha disposto il magistrato Giancarlo Moi, domani sarà eseguita l'autopsia per accertare le esatte cause della

morte. Decine le attestazioni di solidarietà e di affetto tra cui anche quelle del presidente della Regione Ugo Cappellacci

che ha inviato sul posto il vicepresidente Sebastiano Sannittu.

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 103L'Unione Sarda (Nazionale)Calasetta, bimba travolta dalla piena

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 334

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Primo Piano

«Organizzo i trasporti degli aiuti con l'associazione Yèle Haiti della star della musica hip hop Wyclef Jean»

MIAMI Voce ferma che non tradisce le emozioni forti che la stanno mettendo a dura prova. «È una corsa contro il tempo,

e il tempo è spietato», spiega al telefono da Miami dove con la star della musica hip hop Wyclef Jean (ex leader dei

Fugees) sta organizzando i soccorsi per conto del cantante di origini haitiane e della sua associazione Yéle Haiti.

Francesca Pedde Guerrier, 26 anni, 18 vissuti a Olbia, (e un solo giorno a Ozieri dove ha visto la luce nel 1983) è una

degli attivisti -da tempo impegnata sul fronte dei diritti civili nell'isola caraibica- che ora è in prima linea sul fronte degli

aiuti umanitari.

«Miami è sotto shock ma contemporaneamente in gran fermento», spiega Francesca, «la città è composta per la metà dei

suoi abitanti da haitiani e inoltre è il ponte naturale fra i Caraibi e gli Stati Uniti». Francesca ha vissuto ad Haiti per anni e

lì come tanti suoi concittadini statunitensi ha parenti, amici e compagni di lavoro di cui non ha più notizie. «Impossibile

avere ogni tipo di contatto allo stato attuale, le linee telefoniche sono crollate e in pochi sanno della sorte dei loro cari. Il

palazzo dell'Onu è stato ridotto in briciole, la White House crollata, non c'è più un ospedale in piedi, anche quelli dei

quartieri ricchi costruiti secondo ottimi criteri non hanno retto».

Così se da una parte cresce l'apprensione (e l'incertezza sul destino di tanti è totale) dall'altra c'è la voglia, la necessità

dell'anima, di darsi subito da fare per attivare l'organizzazione degli aiuti. Francesca Pedde fa questo di mestiere.

«Al momento con Wyclef Jean mi sto occupando di individuare i magazzini, sia qui a Miami che a New York, dove

inizieremo ad accumulare il materiale da inviare al più presto sull'isola». Ad altri suoi colleghi il compito di capire come

far arrivare i materiali. Ieri sera alle 19.20 (a Miami erano le 13.30) l'aeroporto Port-au-Prince era operativo ma «nessuno

lo sta controllando», ha detto il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, il diplomatico britannico John

Holmes, durante una conferenza al Palazzo di Vetro. «È come essere nella giungla - ha detto l'alto funzionario dell'Onu - e

non è chiaro se i Caschi Blu della nostra missione ad Haiti (Minustah) saranno in grado di prendere, almeno

provvisoriamente, il controllo dello scalo» per coordinare gli aiuti umanitari che stanno per giungere. L'aeroporto della

capitale haitiana, ha confermato Holmes, è un tassello fondamentale nella catena degli aiuti umanitari. «E vogliamo che

sia operativo per garantire la distribuzione di cibo e di materiale di prima necessità».

«Nonostante ciò, Wyclef», sottolinea Francesca, «è già in volo per l'isola». Intanto l'associazione Yéle Haiti si prepara

allo stivaggio: «Serve soprattutto acqua, cibi in scatola, medicinali, vestiti, coperte», spiega Francesca Pedde. E

ovviamente soldi, tanti soldi per acquistare tutti questi beni di prima necessità e pagarne il loro trasporto. «Sul sito di Yéle

Haiti, www.yele.org , è già iniziata la campagna per la raccolta dei fondi. Il 100 per cento di ciò che verrà raccolto sarà

utilizzato solo ed esclusivamente per l'emergenza terremoto».

Francesca nel frattempo ha altri due compiti. «Sto realizzando un video messaggio che ad ore sarà su Internet in Italia per

spiegare ai miei connazionali italiani la reale portata della situazione in un paese che ha un passato difficile e un presente

disastroso che il terremoto non potrà che aggravare». L'altro è di presiedere la riunione che si tiene nella chiesa cattolica

di Notre Dame d'Haiti. «È qui che tutte le associazione di volontariato della Florida si sono date appuntamento per

coordinare gli aiuti».

Francesca Pedde Guerrier non ha altri minuti per stare al telefono. «È tempo di tornare al lavoro». (f.a.)

Data: Estratto da pagina:

14-01-2010 104L'Unione Sarda (Nazionale)C'è una ragazza sarda tra i soccorritori

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 335

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ROMA

Volo C130 portera' nell'isola un ospedale da campo

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(ANSA) - ROMA, 13 GEN - La Protezione civile sta organizzando un primo team di intervento per il soccorso alla

popolazione di Haiti colpita dal terremoto. Il Dipartimento della Protezione Civile e' in stretto coordinamento con i

ministeri degli Affari Esteri e della Difesa e con la Croce Rossa Italiana. Nella giornata di oggi e' prevista la partenza di

un C130 della 46 Aerobrigata che portera' nell'isola caraibica un ospedale da campo e un team sanitario specializzato in

medicina di emergenza.

Data:

13-01-2010 VaresenewsHaiti: in partenza team della Protezione civile

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 336

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Tradate/Haiti

Don Giuseppe e Don Mauro stanno bene: �Aiutano i terremotati�

Il missionario e l�ex parroco di Abbiate Guazzone hanno ristabilito i contatti utilizzando una mail alla Curia di Milano. I

familiari: "Più sollevati, ma preoccupati per la situazione"

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Don Giuseppe Noli e Don Mauro Brescianini stanno bene. Il missionario tradatese e l'ex Parroco di Abbiate Guazzone

sarebbero riusciti a inviare una mail alla Curia di Milano in cui dicono che le loro condizioni sono buone e che hanno

subito pochi danni durante il terremoto che ha colpito l'isola caraibica.

Ristabilito quindi il contatto con i due preti, dopo la preoccupazione delle prime ore da parte di familiari e Curia: si

sapeva che la zona di Mare-Rouge dove operano si trova a 150 km dalla capitale haitiania dove c'è stato l'epicentro del

sisma, ma tutte le linee telefoniche era saltate e tutti i contatti erano stati interrotti.

«Don Giuseppe Noli e l'altro sacerdote in missione ad Haiti, don Mauro Brescianini, stanno bene e si stanno attivando per

aiutare le persone colpite dal sisma», ha detto Don Davide Milani, dell'ufficio stampa della Curia, spiegando che è stato

stabilito un contatto via e-mail con i due missionari.

«Siamo davvero sollevati della notizia - spiegano i famigliari tradatesi di Don Giuseppe -. Sapevamo che lui si trovava

abbastanza lontano dall'epicentro, ma sapere che con certezza che sta bene è un'altra cosa. Ora aspettiamo solo di sentirlo

direttamente, sperando riesca a mettersi in contatto presto con noi, anche se non sarà certo facile».

Data:

13-01-2010 VaresenewsDon Giuseppe e Don Mauro stanno bene: "Aiutano i terremotati"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 337

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Port-au-Prince

Anche il generale a capo della missione di peacekeeping dell'Onu è stato ritrovato sotto le rovine del suo comando, come

l'arcivescovo nella cattedrale. Mentre si sparano cifre a caso sul numero delle vittime, non verificabile, si muovono

volontari da tutto il mondo e le forze armate USA per i soccorsi

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È un caos tragico quello di Haiti travolta dal terremoto più devastante della storia dei Caraibi. Che va ad aggiungenrsi

all'annata disgraziata del 2008, segnata da quattro uragani in sequenza che fecero centinaia di morti in una nazione

poverissima, devastata e sovrappopolata. Nel pomeriggio di oggi è stato ritrovato sotto le macerie del suo comando anche

il corpo del comandante della missione militare delle Nazioni Unite nel poverissimo Paese, il generale tunisino Annabi.

L'arcivescovo Serge Miot è rimasto ucciso sotto le rovine della cattedrale abbattuta. La sede ONU e la cattedrale sono

crollate come un castello di stuzzicadenti, come il palazzo presidenziale (il presidente René Preval è in salvo e illeso) e

innumerevoli altri edifici meno solidi, colpiti da una scossa che oltre ad essere di rara violenza - 7,3 Richter - ha avuto

epicentro proprio nelle vicinanze della sventurata capitale Port-au-Prince. In direzione del Paese colpito dal sisma si è

subito mosso uno schieramento di aiuti internazionali da ogni parte del mondo; gli Stati Uniti, già più volte intervenuti ad

Haiti nell'ultimo secolo, hanno mobilitato duemila marines e sposteranno forze considerevoli, fra cui una grande portaerei

nucleare, la Vinson, per compiti di aiuto primario e peacekeeping. La situazione dell'ordine pubblico, già molto precaria

in tempi "normali", è infatti al collasso: anche il carcere della capitale sarebbe crollato, e i detenuti sopravvissuti hanno

ritrovato un'inattesa libertà in una città in rovina e sotto choc. Questo in una terra già martoriata da discordie e violenze

intestine ricorrenti.

Mentre si sparano ormai cifre a caso sull'entità della catastrofe - si parla di centomila morti, qualcuno addirittura di mezzo

milione - fra le molte migliaia di dispersi di cui ancora non si ha notizia ci sono anche figure pubbliche note anche al di

fuori del Paese. Fra queste anche la giornalista Michele Montas, già anima di Radio Haiti-Inter con il marito Jean

Dominique, figura indimenticata e nobilissima di attivista per la democrazia, per la lingua popolare (il Kréyol), per la

verità e i diritti dei più poveri, assassinato nel 2000 da criminali rimasti impuniti. La Montas negli ultimi tre anni aveva

affiancato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon come portavoce; è rientrata ad Haiti appena a dicembre.

Tra le tante persone che si cerca di rintracciare nel caos anche molti europei, soprattutto i francesi che per ragioni

linguistiche e storiche sono i più vicini a questo Paese, nato come un'immensa piantagione lavorata dagli schiavi africani

nel Settecento e liberatosi da sè durante il periodo rivoluzionario e napoleonico. Un Paese che dell'Africa ha conservato a

tutt'oggi usi e costumi ancestrali, come quello famoso del vudù, quasi "portandosi dietro" anche fascino, miserie e drammi

del continente d'origine.

Le immagini terribili di miseria, disperazione e devastazione che giungono dal Paese caraibico hanno colpito l'opinione

pubblica internazionale, e toccato un nervo scoperto in quella italiana, che ancora sta metabolizzando quelle dell'Abruzzo

ferito al cuore da un sisma che pure fu di ben minore entità.

Data:

13-01-2010 VaresenewsHaiti in preda al caos

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 338

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Il Consiglio dei Ministri ha deliberato tre dichiarazioni di stato d'emergenza: la prima, per predisporre e partecipare con

tempestivita' agli interventi di aiuto alle popolazioni della Repubblica di Haiti colpita dal gravissimo sisma; la seconda per

fronteggiare il problema del sovraffollamento delle carceri e dare il via, con somma urgenza, ad interventi volti a

realizzare nuove infrastrutture carcerarie e l'aumento della capienza di quelle esistenti; la terza consentira' alla Protezione

civile di fare fronte agli eventi atmosferici eccezionali che hanno colpito nei giorni scorsi le Regioni Emilia Romagna,

Liguria e Toscana. Lo spiega il comunicato di Palazzo Chigi. Per consentire il completamento delle operazioni di

protezione civile in atto, sono stati altresi' prorogati stati d'emergenza gia' dichiarati nella provincia di Palermo (per

smaltimento di rifiuti urbani), nelle aree minerarie dimesse del Sulcis e del Guspinese (per inquinamento), nelle province

di Parma, Reggio Emilia e Modena (per eventi sismici), nella regione Puglia (per tutela delle acque superficiali e

sotterranee), nell'area a sud di Roma servita dall'acquedotto del Simbrivio (per inquinamento delle acque), in numerose

Regioni per eventi atmosferici eccezionali nei mesi di novembre e dicembre 2008.

Data:

13-01-2010 Virgilio NotizieCDM: STATO EMERGENZA PER CARCERI, TERREMOTO HAITI E MALTEM

PO

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 339

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Rispondendo all'appello dell'arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi e del sindaco Letizia Moratti, la

Fondazione Milano per Expo 2015 ha deciso di destinare la somma di 100mila euro alla popolazione di Haiti duramente

colpita dal terremoto che ha devastato l'isola questa mattina. "Fin dalla sua nascita la nostra Fondazione è stata

particolarmente vicina ad Haiti, avendo finanziato due importanti progetti umanitari rivolti ai bambini", afferma Diana

Bracco, presidente della Fondazione, "abbiamo così immediatamente deciso di testimoniare il nostro affetto e la nostra

solidarietà a quel Paese di fronte a questa immane tragedia". La Fondazione oltre al contributo economico, che sarà

versato sul conto corrente "Milano per Haiti", ha già preso contatto con la Protezione civile per fornire anche materiale

sanitario come bendaggi, disinfettanti, antibiotici di base, integratori alimentari.

Data:

13-01-2010 Virgilio NotizieHaiti/ 100 mila euro dalla Fondazione Milano per Expo 2015

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 340

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Roma, 14 gen. (Apcom) - Anche dalla Svizzera partono gli aiuti per Haiti: una squadra di sette esperti si è mossa ieri

mattina per valutare la situazione e organizzare i primi interventi urgenti. "Un secondo gruppo di specialisti in medicina

d'urgenza, acqua e rifugi temporanei partirà giovedì", ha annunciato nel corso di una conferenza stampa il ministro degli

Esteri elvetico, Micheline Calmy-Rey, citata da Swissinfo. La Svizzera ha sbloccato 2,5 milioni di franchi, pari a 1,5

milioni di euro, per l'aiuto immediato ai terremotati di Haiti.

Più di un terzo della popolazione di Haiti è stato colpito - in un modo o nell'altro - dal terremoto, stando alle stime della

Croce rossa e dell'Onu. E' ignoto se tra le macerie ci siano vittime di nazionalità svizzera, ha detto Micheline Calmy-Rey,

confermando: "Ad Haiti vivono circa 150 nostri connazionali", ha continuato il ministro, "Per ora non siamo in grado di

dire dove si trovino".

Data:

14-01-2010 Virgilio NotizieHaiti/ Svizzera invia specialisti e aiuti, sbloccati 1,5

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 341

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"Misericordie" pronte a intervenire di Redazione - pubblicato il 13 Gennaio 2010 alle 16:03

Le associazioni delle varie regioni italiane hano dato la propria disponibilità ad una partenza immediata

«Il devastante terremoto che ha colpito Haiti vede ancora una volta il movimento delle Misericordie allertato e disponibile

ad intervenire per portare aiuto alle popolazioni». Lo si legge in comunicato. «La struttura di protezione civile delle

Misericordie italiane ha ricevuto decine di chiamate dalle associazioni delle varie regioni che dichiaravano la propria

disponibilità ad una partenza immediata».

Le Misericordie della Toscana hanno predisposto a Pisa l'attrezzatura completa di due PMA (Postazioni Mediche

Avanzate) pronte alla partenza immediata con personale specializzato.

Il Direttore dell'UGEM (Ufficio Gestione Emergenze di Massa) delle Misericordie ha confermato la disponibilità di

uomini e mezzi al Dipartimento Nazionale.

Come aiutare: Le Misericordie Italiane hanno anche aperto una sottoscrizione in favore delle popolazioni colpite sul c/c

000005000036, MONTE DEI PASCHI DI SIENA SPA, Firenze Agenzia 6, IBAN: IT 03 Y 01030 02806 00000500003;

oppure sul CONTO CORRENTE POSTALE N° 000021468509, Firenze Agenzia 29, IBAN: IT 67 Q 07601 02800

000021468509 entrambi intestati a 'Confederazione Nazionale' con causale "PRO HAITI".

Data:

13-01-2010 Vita non profit online. "Misericordie" pronte a intervenire

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 342

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in rete il: 13/01alle ore: 13:07

Viterbo - Presentata a tutti Zoe

VITERBO - Ha riscosso un grande successo la presentazione, presso lo specifico stand allestito al LECLERC di Viterbo

nei giorni 9 e 10 c.m., delle nascenti unità cinofile per ricerca persone che opereranno sotto le insegne della Protezione

Civile dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Viterbo.

Proprio nello stand promozionale è stata presente la prima cucciola di Labrador di poco più di 2 mesi che ha riscosso

grande ammirazione e simpatia per la sua dolcezza e vivacità.

Questa cucciola, di nome Zoe, è stata donata al Nucleo dai dipendenti dell'Amministrazione Provinciale di Viterbo tramite

una lotteria interna e grazie all'interessamento della D.ssa Giuliana Aquilani, e delle signore Giuseppina Cialdea e Rosa

Maria Meschini.

Al più presto la cucciola, insieme ad altri in arrivo non appena svezzati, cominceranno la prima fase di addestramento

all'obbedienza che prevede una tecnica esclusivamente basata sul gioco.

Data:

13-01-2010 Viterbo Oggi.orgNasce l'unità cinofila per ricerca persone della Protezione Civile dei

carabinieri

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 343

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Haiti: 'Onde gigantesche dopo il terremoto' Un sopravvissuto ha raccontato di piccoli tsunami su spiagge e strade

Port-Au-Prince - Uno dei testimoni sopravvissuti al terribile terremoto abbattutosi su Haiti ieri alle 17 ora locale (23 in

Italia) ha raccontato come "dopo il terremoto onde gigantesche si sono abbattute su spiagge e strade e si portavano via i

morti". La testimonianza è stata confermata anche dalle parole di Cristina Iampieri, un avvocato italiano che lavora

all'Onu nella capitale di Haiti: "Alcune strutture dei palazzi presidenziali e del Parlamento sono crollate. Ci sono cadaveri

dappertutto". A tale proposito, oggi, i media cubani hanno reso noto che circa 30 mila persone sono state evacuate da

Baracoa in seguito all'allarme tsunami.

E.B.

13/1/2010

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Data:

13-01-2010 La Voce d'ItaliaHaiti: "Onde gigantesche dopo il terremoto"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 344

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Haiti, e' un'apocalisse: 'Almeno 500 mila vittime' Il Paese e' nel caos dopo le scosse di martedi' sera: edifici distrutti,

migliaia di morti. Notizie su Facebook e Twitter

Milano - Catastrofe. Apocalisse. I media internazionali stanno usando ogni genere di termine per definire lo scenario

sull'isola di Haiti dopo lo spaventoso sciame sismico di ieri sera. Dieci scosse, fino ai 7,3 gradi sulla scala Richter, hanno

portato la devastazione sull'isola. Secondo alcune stime attendibili, almeno tre milioni circa un terzo della popolazione)

sarebbero coinvolte nelle conseguenze del sisma. Migliaia gli edifici crollati: Port-Au-Prince, capitale dell'isola

centroamericana e distante solo 15 chilometri dall'epicentro, è completamente distrutta. Sono crollate decine di edifici, tra

cui un ospedale, la cattedrale, il palazzo presidenziale e l'edificio che ospitava gli uffici delle Nazioni Unite. Nessuno

azzarda un bilancio: si parla di mille morti già recuperati, ma la cifra salirà tantissimo. Un senatore di Haiti ha parlato di

almeno cinquecento mila morti, altre fonti parlano soltanto di migliaia di morti. In moltissimi casi i cittadini non hanno

nemmeno avuto il tempo di abbandonare le proprie abitazioni: sono crollate prima che le famiglie potessero mettersi in

salvo, per strada. A Port-Au-Prince è rimasto intatto solo un ospedale: si è riempito in pochissimi minuti, preso d'assalto

dai cittadini feriti. La Croce Rossa, giunta tempestivamente, ha allestito punti di pronto soccorso da campo, ma la

situazione è terribile. La stessa sconsolata e terribile constatazione giunge anche da Unicef e Medici Senza Frontiere.

Un allarme tsunami è stato lanciato subito dopo le scosse (iniziate alle 16:53 ore locali, le 22:53 in Italia), ma è presto

rientrato. Per ore non sono state diffuse immagini da Haiti: i primi a fare informazione sono stati, anche in questo caso,

Facebook e Twitter. Le comunicazioni, a 24 ore di distanza dalle scosse, sono ancora interrotte: è impossibile effettuare

chiamate con i cellulari, e Internet funziona a stento. Tramite la rete i più fortunati si sono collegati ai social network e a

Skype, informando il mondo su quanto stava accadendo. "C'è un bisogno disperato di materiale e personale medico, nei

prossimi giorni lanceremo un appello alla comunità internazionale ed elencheremo con maggiore precisione i bisogni

della popolazione e quali sono le risorse necessarie", ha detto John Holmes, sottosegretario Onu agli Affari Umanitari.

Subito dopo il sisma è partito un allarme per i saccheggi che alcuni sciacalli stanno compiendo in queste ore.

I cittadini di Haiti stanno scavando a mani nude: hanno iniziato la notte scorsa e proseguiranno, inevitabilmente, ancora

per molti giorni. D'altronde sull'isola non ci sono macchine utilizzabili in casi simili, e non esiste nemmeno la Protezione

Civile. "È come essere nella giungla - ha detto Holmes - e non è chiaro se i Caschi Blu della nostra missione ad Haiti

saranno in grado di prendere, almeno provvisoriamente, il controllo dello scalo" per organizzare l'arrivo degli aiuti. L'

aeroporto è lesionato ma i tecnici stanno cercando di renderlo operativo: da tutto il mondo stanno arrivando cibo, acqua e

medicine. Il presidente Usa Barack Obama è stato il primo, pochi minuti dopo le prime notizie da Haiti, a promettere

vicinanza alla popolazione. L'Europa, per la prima volta, attuerà una strategia comune per inviare gli aiuti, ma comunque

ogni singolo Paese sta organizzando aerei per portare generi di conforto.

Sull'isola erano presenti almeno 191 italiani: tanti erano quelli registrati all'ambasciata di Santo Domingo, responsabile

anche per Haiti. Circa sessanta sono stati già contattati, e sono in salvo. L'Unità di crisi della Farnesina e l'ambasciata

stanno cercando di contattare gli altri. Ancora da confermare la notizia, diffusasi nel pomeriggio, di una vittima italiana.

Domenico D'Alessandro

13/1/2010

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Data:

13-01-2010 La Voce d'ItaliaHaiti, e' un'apocalisse: "Almeno 500 mila vittime"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 345

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di Apcom

Braccio operativo del Dap sarà la Protezione civile servizi spa

Roma, 13 gen. (Apcom) - "I provvedimenti devono poter marciare contestualmente e progressivamente nell'arco dei

prossimi tre anni. Solo in questo modo sarà possibile raggiungere l'obiettivo che mi sono dato nell'assumere l'incarico di

Capo del DAP, ovvero la stabilizzazione del sistema penitenziario, perché lo stato emergenziale non sia più la condizione

ordinaria di un sistema che impegna energie, professionalità, risorse capacità in grado di far funzionare una macchina

complessa quale è l'Amministrazione Penitenziaria". Così afferma Franco Ionta, responsabile del Dap, in una nota,

rispetto "all'articolato piano di intervento del Governo per affrontare non solo il problema del sovraffollamento ma più in

generale per dare avvio al nuovo corso del sistema carcere". Ionta, sottolinea che il programma poggia su tre aree di

intervento: edilizia penitenziaria, implementazione dell'organico di polizia penitenziaria, misure deflattive della

carcerazione. "Il Governo nella sua interezza, continua il Capo del Dap, ha accolto la proposta di dichiarare lo stato di

emergenza nazionale delle carceri". Ciò "comporta la nomina di un commissario delegato dotato di poteri straordinari per

affrontare e risolvere il problema". L'ordinanza, che conferisce a Ionta "poteri eccezionali in deroga alle procedure

ordinarie", sarà emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni. Il 'braccio operativo' con cui il

Commissario straordinario gestirà l'emergenza carcere sarà la Protezione Civile Servizi Spa. Si partirà con fondi di

bilancio pari a circa 80 milioni di euro e con il finanziamento di talune opere con i fondi a disposizione di Cassa

Ammende. La stabilizzazione del sistema carcerario, prosegue Ionta, passa anche attraverso l'implementazione

dell'organico di Polizia Penitenziaria al fine di gestire, in termini di dignità del lavoro e di dignità della detenzione, la

popolazione detenuta che, ad oggi, ammonta a circa 64.800 unità, a fronte di una disponibilità stimabile intorno ai 65.000

posti disponibili. E se con la finanziaria era prevista l'assunzione di 2.000 unità di Polizia Penitenziaria, il Capo del DAP

ritiene che occorra supplire al fisiologico turn over determinato dai posti resi vacanti dal personale che lascia il servizio

per raggiunti limiti di età. Nell'arco dei prossimi tre anni, spiega Ionta, si prevede un turn over di circa 800 unità in meno

all'anno, la previsione, quindi, è di supplire tale carenza con la possibilità di assumere circa 1.800 unità di Polizia

Penitenziaria. I tempi di assunzione di nuovo personale, aggiunge Ionta, saranno ridotti rispetto alle ordinarie procedure di

reclutamento tramite concorso pubblico, in quanto per almeno mille unità si potrà attingere utilizzando la graduatoria

degli idonei non vincintitori del concorso pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 10 ottobre 2008, mentre sarà necessario

bandire un nuovo concorso per l'assunzione delle rimanenti mille unità. Per accelerare ulteriormente l'immissione in

servizio delle nuove unità di personale, l'attuale durata di dodici mesi di formazione sarà ridotta a sei mesi. Il terzo punto

del "pacchetto carcere", necessario per consentire una progressiva deflazione della popolazione carceria, è l'introduzione

di misure deflattive. Tenendo contestualmente presente l'esigenza di deflazionare il carcere e l'esigenza di sicurezza

sociale, il provvedimento allo studio consente di scontare l'ultimo anno di pena in stato di detenzione domiciliare. In

riferimento proprio alle tematiche della sicurezza dei cittadini il provvedimento escluderà quei soggetti che scontano una

pena per i reati gravi.

Data:

13-01-2010 Wall Street ItaliaCARCERI/ IONTA: STABILIZZARE SISTEMA E FAR FUNZIONARE MACCHI

NA

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 346

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(AGI) - Roma, 14 gen. - L'aereo militare C130 con i primi aiuti destinati dal governo italiano ad Haiti, che doveva

atterrare intorno alle 7 ora italiana nel paese caraibico devastato dal terremoto, non e' riuscito ad atterrare a

Port-au-Prince, dove l'aeroporto ha subito pesanti danni. Lo riferiscono fonti della Farnesina. L'aereo militare -che

trasporta un ospedale da campo, personale medico e una squadra della Protezione Civile- potrebbe dunque cambiare

destinazione ed atterrare a Santo Domingo, da dove gli aiuti sarebbero poi spostati tramite pullman nelle aree colpite dal

disastro. Bia

Data:

14-01-2010 Wall Street ItaliaHAITI: C130 ITALIA NON RIESCE AD ATTERRARE A PORT-AU-PRINC

E

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 347

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(AGI) - Ginevra, 13 gen. - Almeno 200 funzionari stranieri delle Nazioni Unite sono tuttora dispersi ad Haiti dopo il

terremoto che ha devastato Port-au-Prince. Lo ha riferito una portavoce del Coordinamento Onu per le questioni

umanitarie. "Siamo preoccupati per il nostro personale locale", ha spiegato Elisabeth Byrs. -

Data:

13-01-2010 Wall Street ItaliaHAITI: ALMENO 200 DISPERSI TRA IL PERSONALE DELL'ONU

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 348

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(AGI) - Roma, 14 gen. - Procede regolarmente il meccanismo messo in moto dalla Protezione Civile per portare i primi

aiuti del governo italiano ad Haiti, devastata dal terremoto. Il Falcon dell'Aeronautica partito mercoledi' sera da Ciampino

atterrera' tra poche ore a Port-au-Prince. A bordo, c'e' un team multiforze che deve preparare il terreno all'arrivo degli altri

tecnici italiani. Alle 10 infatti decollera' da Pisa l'aereo militare C130 della 46esima Aerobrigata con a bordo un ospedale

da campo, generi di prima necessita', farmaci e tecnici di logistica della Protezione Civile oltre a personale sanitario. Gli

uomini portati dal Falcon devono dunque preparare le condizioni perche' l'ospedale da campo possa essere messo in

funzione il piu' rapidamente possibile Bia

Data:

14-01-2010 Wall Street ItaliaHAITI:PROTEZIONE CIVILE,TEAM ITALIA A BREVE A PORT-AU-PRINC

E

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 349

Page 359: Il Giornale della Protezione Civile...Sommario Rassegna Stampa 14-01-2010 L'Adige: I familiari dei quattro uomini del Soccorso alpino dell'Alta Fassa travolti da una valanga il 26

(AGI) - Washington, 14 gen. - I primi team di soccorso civile e militare statunitense sono cominciati ad arrivare ad Haiti,

che a quasi 36 ore dal devastante terremoto di magnitudo 7,3 gradi della scala Richter, e' nel caos. Il governo di Barack

Obama ha messo in moto navi da guerra, elicotteri, aerei da carico e portaerei oltre ad equipe civili e militari di risposta ai

disastri, insieme a 2.000 marimes che sono in cammino verso Haiti o sono gia' arrivati nel Paese caraibico. Ad Haiti sono

gia' atterrati due aerei militari Hercules C-130 con una squadra di esperti per la valutazione del disastro, mentre un team

delle forze speciali dell'aeronautica sta lavorando per ristabilire le comunicazioni all'aeroporto e dirige il traffico aereo.

Bia

Data:

14-01-2010 Wall Street ItaliaHAITI: IMPONENTE OPERAZIONE SOCCORSI DEGLI USA

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 350

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(AGI) - Port-au-Price, 13 gen. - I morti nel terremoto che ha colpito Haiti potrebbero essere "oltre 500 mila", ma non ci

sono ancora cifre ufficiali. Lo ha riferito un senatore di Haiti. -

Data:

13-01-2010 Wall Street ItaliaHAITI: SENATORE, "OLTRE 500 MILA MORTI"

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 351

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di Apcom

Nessun segnale possibile recrudescenza

Roma, 13 gen. (Apcom) - "E' una tragedia immane per Haiti ma scosse di magnituo 7 sono frequenti in tutto il pianeta:

ogni anno in media se ne registrano una ventina. Complessivamente si registrano nel mondo circa 200 mila scosse. Ogni

giorno, sono mediamente 2-3 le gli eventi sismici che superano la magnitudo 6". E' quanto afferma il prof. Enzo Boschi

del'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. "Anche in Italia - ha sottolineato Boschi - abbiamo avuto terremoti di

questa entità: a Messina, nel 1908 e in Irpinia negli anni'80. L'entità della catastrofe che ha colpito Haiti - aggiunge

Boschi - dipende sicuramente dal fatto che colpisce tratta un Paese ad alta densità demografica e molto povero". A questo

va aggiunto che spesso eventi sismici di questo hanno il loro epicentro negli Oceani. C'è una relazione ta gli eventi sismici

registrati in questi giorni in Nord america e ad Haiti? "Non c'è nessun segnale che possa far pensare a una recrudescenza",

risponde Boschi.

Data:

13-01-2010 Wall Street ItaliaHAITI/BOSCHI( INGV):SCOSSE FORTI UNA VENTINA L'ANNO NEL MOND

O

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 352

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(AGI) - Roma, 13 gen. - Sono una settantina, su 191, gli italiani contattati dal ministero degli Esteri ad Haiti dopo il

disastroso terremoto che ha sconvolto l'isola. La Farnesina ha comunicato che sta verificando una testimonianza di una

italiana, secondo la quale diversi italiani vivevano nell'hotel Montana, che risulterebbe tra gli edifici crollati a causa del

sisma. Secondo il segretario francese alla cooperazione Alain Joyandet, citato dalla France Press, risultano dispersi 200

stranieri che si trovavano nell'hotel. -

Data:

14-01-2010 Wall Street ItaliaHAITI: 70 ITALIANI CONTATTATI, VERIFICHE SU HOTEL CROLLAT

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Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 353

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Giovedì 14 Gennaio 2010

L´aquila, 14 gennaio 2010 - "Non ci sono modelli a cui possiamo ispirarci per la ricostruzione, siamo noi, la comunità

aquilana, il "modello". Lo conferma anche l´Ocse in riferimento alle attività istituzionali, culturali, amministrative e

politiche, tipiche di una città capoluogo, colpite dal sisma. I fondi illustrati oggi consentiranno all´università di L´aquila

l´istituzione di un Laboratorio di Ricerca per l´Ingegneria Sismica, futuro punto di riferimento nella valutazione dei rischi

sismici. Trasformeremo un punto di debolezza, la sismicità, in uno punto di forza". Il Presidente della Regione, Gianni

Chiodi, risponde così alle domande dei giornalisti che gli chiedono i benefici derivanti dall´erogazione dei 12 milioni di

euro, frutto della solidarietà delle Associazioni di Fondazioni e Casse di Risparmio (Acri), gestiti da Fondazione Carispaq,

suddivisi tra un´iniziativa di sistema promossa dall´Acri, che supera i 6 milioni di euro, ed i singoli progetti sostenuti

individualmente dalle Fondazioni. Tra queste la Fondazione Carispaq ha stanziato oltre 700mila euro complessivi per vari

interventi: il restauro di Porta Napoli, del valore di 250mila euro, la ricostruzione dell´Istituto Dottrina Cristiana, per un

importo di 150mila euro e l´università di L´aquila, valore del finanziamento pari a 100mila euro. Il Presidente Chiodi, che

ha definito "ottime le scelte della Fondazione Carispaq e del suo Presidente, Roberto Marotta", ed apprezzato il gesto di

solidarietà dimostrata da Acri, approva la scelta degli altri due ambiti che godranno dei fondi messi insieme da Acri . "Un

altro settore, particolarmente significativo per L´aquila, aggiunge, che beneficerà di questo intervento,è quello culturale

che risente della scarsità delle risorse appartenenti alla finanza sia nazionale che regionale. Trovo inoltre valida la

sensibilità dimostrata nello stare attenti a quelle che sono le prospettive di ripresa commerciali delle piccole e medie

imprese. Sono stati messi a disposizione fondi che potranno essere utilizzati con i sistemi di contro garanzia per facilitare

l? accesso al credito". Chiodi infine evidenzia il ruolo unitario dei vari enti coinvolti nell? azione della ricostruzione. "Se

la comunità aquilana dimostrerà di essere unita e coesa con strategie comuni e supererà le logiche limitative, sempre esiste

nelle province abruzzesi, di non guardare oltre il proprio orticello, otterremo ottimo risultati. Sono ottimista perché vedo

che si sta utilizzando questo tipo di impostazione culturale". Gli oltre 6 milioni di euro raccolti da Acri saranno destinati

ai 42 comuni della provincia di L´aquila inseriti nel "cratere". In particolare 200. 000 euro andranno per la messa in

sicurezza e copertura della basilica di Santa Maria di Collemaggio; 2. 000. 000 per facilitare l´accesso al credito dei

commercianti, artigiani, imprenditori agricoli e piccole e medie imprese offendo co-garanzia con i consorzi e le

cooperative di garanzia; 2. 000. 000 a sostegno delle istituzioni culturali locali di maggior rilievo tra le quali figurano il

Tsa - Teatro Stabile Abruzzese, l´Atam - Associazione Teatrale Abruzzese e Molisana, L´uovo - Teatro Stabile di

Innovazione; Società dei concerti Barattelli, i Solisti aquilani, Isa - Istituzione Sinfonica Abruzzese. Infine 1. 9368. 850

euro saranno destinati alla realizzazione di un Laboratorio di Ricerca per l´Ingegneria Sismica - Lris presso l´università di

L´aquila. Al tavolo dei relatori sedevano Giuseppe Guzzetti, presidente dell´associazione Acri e Roberto Marotta,

presidente della Fondazione Carispaq. Il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente ha sottolineato l´antica

tradizione culturale aquilana e la valenza dell´Accademia dell´Immagine,seconda cineteca in Italia dopo quella di

Bologna, fondata nel secondo dopoguerra che ha contribuito a relegare L´aquila al 4° posto in Italia per attività didattica".

.

Data:

14-01-2010 marketpress.infoTERREMOTO, CHIODI: OLTRE 12MILIONI EURO DA FONDAZIONI BANCARIE INGENGERIA SISMICA, ARTE, MONDO PRODUTTIVO I BENEFICIAR

I

Argomento: Pag.PROTEZIONE CIVILE 354